Le lettere di Berlicche

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: 1, [2], 3
unCRISTIANO2
00lunedì 10 dicembre 2007 17:59
LETTERE DI BERLICCHE


Ho la senzazione che sei una persona intelligente.
Questo forum ha bisogno di crescere e fai bene a pubblicare i capitoli di quel libro, a piccoli sorsi, come quando si nutre un neonato.
Confido nella tua intelligenza nel scegliere i modi e i tempi, secondo le tue possibilità.

Vedo che anche tu fai la tua offerta nell'altare della verità.

[SM=x268923]


LettereDiBerlicche
00giovedì 14 febbraio 2008 22:29
Re: LETTERE DI BERLICCHE
unCRISTIANO2, 10/12/2007 17.59:



Ho la senzazione che sei una persona intelligente.
Questo forum ha bisogno di crescere e fai bene a pubblicare i capitoli di quel libro, a piccoli sorsi, come quando si nutre un neonato.
Confido nella tua intelligenza nel scegliere i modi e i tempi, secondo le tue possibilità.

Vedo che anche tu fai la tua offerta nell'altare della verità.

[SM=x268923]





Grazie per il tuo gentile complimento! Condivido ciò che reputo costruttivo.

Se volete trovate qualcosa anche qua: http://clivestapleslewis.splinder.com/

Vi lascio con una massima che ho sentito giusto oggi:

"è importante esserci, più importante condividere ma più di tutto lo è testimoniare"
Ghergon
00giovedì 14 febbraio 2008 22:36
Vieni a trovarci un po' più spesso, i tuoi interventi sono una delle cose più serie ed utili del forum, cosa ne dici? [SM=g27823]
LettereDiBerlicche
00giovedì 14 febbraio 2008 22:48
umiltà
XIV

(...)

Il tuo paziente è diventato umile; glielo hai fatto notare? Tutte
le virtù sono per noi meno formidabili una volta che
l'uomo è consapevole di possederle
, ma ciò è vero in
modo particolare dell'umiltà. Sorprendilo nel momento
che ha lo spirito veramente depresso, e contrabbanda
nella sua mente la riflessione consolante: « Per Giove!
ma io sono umile! » e quasi immediatamente l'orgoglio
- l'orgoglio della sua stessa umiltà - farà la sua apparizione.
Se s'accorge del pericolo e tenta di soffocare codesta
nuova forma d'orgoglio, fallo inorgoglire del sue
, tentativo — e così di seguito, per tutte le fasi che vorrai.
Ma non tentare ciò per troppo lungo tempo, perché c'è
I pericolo di svegliare in lui il senso dell'umorismo e del-
la proporzione. Nel qual caso ti riderà in faccia, e se
ne andrà a dormire.
Ma vi sono altre materie utili per fissargli l'attenzione
sulla virtù dell'Umiltà. Per mezzo di questa virtù il
nostro Nemico vuol stornare l'attenzione dell'uomo dal
proprio io per volgerla verso di Sé e verso il prossimo
.
Tutta l'abiezione e l'odio di sé vengono diretti, in fin
dei conti, a questo scopo; e, fin quando non lo raggiungono,
ci possono recare poco danno. Possono perfino
esserci utili, se tengono l'uomo preoccupato, di sé, e,
soprattutto, se il disprezzo per la propria persona può
venir preso come punto di partenza per il disprezzo
della persona degli altri
, e di conseguenza per la musoneria,
il cinismo, e la crudeltà.

Bisogna perciò che tu nasconda al paziente il vero
scopo dell'Umiltà. Non deve ritenerla dimenticanza di
sé, ma una certa opinione (cioè una bassa opinione) dei
suoi talenti e del suo carattere. Mi pare che alcuni talenti
li abbia davvero. Piantagli in mente l'idea che
l'umiltà consiste nello sforzarsi di credere che quei talenti
valgono meno di quanto egli crede che valgano.
Senza dubbio è vero che di fatto valgono meno di quanto
crede, ma ciò non ha importanza. Ha invece importanza
fargli valutare un'opinione per un aspetto diverso
dalla verità, introducendo in tal modo un elemento di
disonestà e di pretesa nel cuore di ciò che altrimenti minaccia
di diventare una virtù. Con questo metodo migliaia
di uomini sono stati indotti a pensare che l'umiltà
significa donne carine che si sforzano di credersi brutte
e uomini intelligenti che si sforzano di credersi sciocchi.

E poiché quanto si sforzano di credere può essere, in
qualche caso, una lampante assurdità, essi non possono
riuscire a crederlo e noi abbiamo l'occasione di far girar
la loro mente in un continuo giro su se stessa nello
sforzo di raggiungere l'impossibile. Al fine di prevenire
la strategia del Nemico dobbiamo considerare i suoi
scopi. Ciò che il Nemico vuole è di portare l'uomo a
uno stato mentale nel quale egli possa concepire la miglior
cattedrale del mondo, e sapere che si tratta della
migliore, e goderne, senza essere più (o meno) o altrimenti
contento di averla fatta lui, che se fosse stata fatta
da un altro. Il Nemico vuole che, alla fine, egli sia
libero da ogni pregiudizio in suo favore, talmente libero
da saper godere dei suoi propri talenti con la stessa
franchezza e la stessa gratitudine che dei talenti del suo
prossimo o della levata del sole, o di un elefante, o di
una cascata.
Vuole che, in fin dei conti, ogni uomo sia
in grado di riconoscere tutte le creature (perfino se stesso)
come cose gloriose ed eccellenti. Vuole distruggere
al più presto il loro amor proprio naturale; ma la Sua
lungimirante politica consiste nel fatto, temo, di ridonare
loro un nuovo genere di amor proprio - una carità
e una gratitudine per tutte le persone, compresa la
propria. Quando avranno veramente imparato ad amare
il prossimo come se stessi, sarà loro permesso di amare
se stessi come il prossimo.
Non dobbiamo mai dimenticare
ciò che è il tratto repellente e inesplicabile
del nostro Nemico: Egli ama veramente quei bipedi
spelati che ha creato e sempre restituisce con la destra
ciò che ha tolto con la sinistra.
Tutto il suo sforzo consisterà dunque nel tener la
mente dell'uomo del tutto lontana dall'argomento del
suo valore. Preferisce che l'uomo si creda un grande
architetto e un grande poeta, e poi se ne dimentichi,
anziché egli spenda molto tempo e molta fatica nello
sforzarsi di essere un architetto o un poeta da nulla.
LettereDiBerlicche
00giovedì 14 febbraio 2008 22:56
Re:
Ghergon, 14/02/2008 22.36:

Vieni a trovarci un po' più spesso, i tuoi interventi sono una delle cose più serie ed utili del forum, cosa ne dici? [SM=g27823]




dico che la coglierò il tuo invito come occasione di crescita.

In questo forum parlate di così tanti argomenti ed essere preparati su tutti è possibile dopo tanti anni (e tanta vita veramente vissuta). Si può anche parlare di "tutto" ma noto che spesso è un parlare "tutto a vanvera"...


Posso solo prendere il tuo invito come occasione di scambio e dunque vedrò di portare il mio meglio! [SM=g27822]

Non immaginavo che la mia iniziativa avesse così tanto successo!!! [SM=g27822] Vedremo gli sviluppi...
Ghergon
00giovedì 14 febbraio 2008 23:06
Re: Re:
LettereDiBerlicche, 2/14/2008 10:56 PM:




dico che la coglierò il tuo invito come occasione di crescita.

In questo forum parlate di così tanti argomenti ed essere preparati su tutti è possibile dopo tanti anni (e tanta vita veramente vissuta). Si può anche parlare di "tutto" ma noto che spesso è un parlare "tutto a vanvera"...


Posso solo prendere il tuo invito come occasione di scambio e dunque vedrò di portare il mio meglio! [SM=g27822]

Non immaginavo che la mia iniziativa avesse così tanto successo!!! [SM=g27822] Vedremo gli sviluppi...




Be ma non devi essere preparata su tutti gli argomenti basta una piccola opinione, e poi come dici tu spesso si divaga, ma è meglio così su certe cose...

La tua iniziativa per chi ha Fede ha grandissimo successo qui!
Eccome! [SM=g27823]


unCRISTIANO2
00venerdì 15 febbraio 2008 19:20
Re: Re: lettere
LettereDiBerlicche, 14/02/2008 22.56:




dico che la coglierò il tuo invito come occasione di crescita.

In questo forum parlate di così tanti argomenti ed essere preparati su tutti è possibile dopo tanti anni (e tanta vita veramente vissuta). Si può anche parlare di "tutto" ma noto che spesso è un parlare "tutto a vanvera"...


Posso solo prendere il tuo invito come occasione di scambio e dunque vedrò di portare il mio meglio! [SM=g27822]

Non immaginavo che la mia iniziativa avesse così tanto successo!!! [SM=g27822] Vedremo gli sviluppi...


E' vero che spesso si parla a vanvera, ma non per questo ho rinunciato a scrivere. Se scrivi cose vere e utili troverai altri che le cercano, ma ci vuole più costanza. Vedi, quando ho cominciato ero solo io il "cristiano", ma adesso ce ne sono diversi e accettano di confrontarsi e mettere in discussione.

Anche questa è una forma di fede, andare contro corrente in un forum libero.

Non serve sapere tutto, basta solo che offri i tuoi pochi pesci e pane, il resto ci pensa Dio a moltiplicarlo.

ciao.





unCRISTIANO2
00martedì 19 febbraio 2008 18:23
LETTERE DI BERLICCHE



Se intendi scrivere in questo forum devi avere una attitudine particolare allo "spreco".
E' vero che spesso si sparla a vanvera, di tutto e di più.
Ma come nella parabola del seminatore egli spargeva la semente senza curarsi di dove finiva: nella strada, nei rovi, o nella terra buona.
Spargeva senza aspettarsi un risultato immediato, un tornaconto, ma solo aveva speranza nel futuro.
Anche Gesù: c'era chi lo accoglieva e chi gli sputava in faccia, tutta la gamma di persone gli è passata davanti.

All'inizio qui ho sparso come nel deserto, ma poi ho visto rifiorire le pianticelle e sono rimasto incantato come il contadino che le vede crescere, ben sapendo che non è lui a farlo, e alla fine del raccolto ringrazia Dio per tutto.

Se pensi di costruire qui qualcosa in modo ordinato te lo puoi scordare; finchè il forum resterà aperto a ogni genere di commento bisogna costruire ribaltando la realtà ingannevole e perversa che si succede.
Un pò come disse San Giovanni Battista: "voce di uno che grida nel deserto, preparate le vie del Signore, ogni colle sia spianato e ogni valle riempita......" Alla fine anche lui ebbe i suoi discepoli.

Nel caso mio avevo bisogno di dare, testimoniare, e questo forum che lascia parlare tutti ha dato la possibilità di farlo anche a me, di confrontarmi nella fede, senza limiti.



LettereDiBerlicche
00sabato 15 marzo 2008 21:42
cause
Non ho dimenticato la promessa di considerare se
dobbiamo fare del tuo paziente un estremo patriota o
un estremo pacifista. Tutti gli estremi, eccetto la estrema
devozione al Nemico, sono da incoraggiarsi. Non
sempre, naturalmente, ma sì in questo periodo. Alcune
età sono tiepide e compiacenti, ed è nostro affare cullarle
in un sonno ancor più profondo. Altre età, delle
quali la presente è una, sono squilibrate e pronte alla
faziosità, e allora il nostro compito è di eccitarle. Qualsiasi
piccola cricca, tenuta insieme da qualche interesse
che gli altri ignorano o che dispiace, tende a sviluppare
nel suo seno un'ammirazione reciproca, da serra, e verso
il mondo esterno un bel po' d'orgoglio e di odio ai quali
si concede senza vergogna perché la "Causa" ne è
garante e perché si pensa che quel sentimento sia impersonale.
Perfino qualora il gruppetto abbia avuto origine
per gli scopi del Nemico tutto quanto ho detto rimane
vero. Noi vogliamo che la chiesa sia piccola non
solo perché meno uomini conoscano il Nemico, ma anche
perché quanti lo conoscono acquistino quell'intensità
agitata e quel senso difensivo della propria rettitudine
che è la caratteristica delle società segrete e della
cricca. La chiesa stessa è, naturalmente, difesa da grosse
batterie, e finora non siamo mai riusciti completamente
a darle tutte le caratteristiche di una fazione; ma fazioni
secondarie nel suo seno hanno prodotto spesso risultati
ammirevoli, dai partiti di Paolo e di Apollo a Corinto,
giù giù fino ai partiti della Chiesa Alta e della Chiesa
Bassa in Inghilterra.

Se si riuscirà a indurre il tuo paziente a rifiutarsi di
combattere per motivi di coscienza, egli si troverà automaticamente
membro di una società piccina, vocale, organizzata
e impopolare, e gli effetti di una tale posizione,
in uno che è ancor novellino nel cristianesimo,
saranno quasi certamente buoni. Ma soltanto quasi certamente.
Ha mai avuto dubbi seri sulla legittimità di
servire in una guerra giusta prima che s'iniziasse la
guerra presente? È un uomo che possiede un grande
coraggio fisico - tanto grande che non verrà assalito da
semiavvertite apprensioni rispetto ai veri motivi del suo
pacifismo? Può, qualora si trovasse vicinissimo all'onestà
(nessun essere umano le è mai molto vicino), può
sentirsi senz'altro convinto d'essere spinto completamente
dal desiderio di obbedire al Nemico? Se è un
uomo di questo genere il suo pacifismo non ci farà probabilmente
gran che bene,, e il Nemico lo proteggerà
dalle conseguenze che solitamente derivano dal fatto di
appartenere a una setta. Il miglior piano che, in tal caso,
potresti scegliere sarebbe di tentare una crisi emotiva
subitanea e confusa, dalla quale egli possa emergere come
un inquieto convertito al patriottismo. Spesso si
riesce in cose di questo genere. Ma se è il tipo che mi
pare sia, tenta il pacifismo.

Qualunque strada egli prenda, il tuo compito principale
sarà sempre lo stesso. Incomincia con il fargli
trattare il patriottismo o il pacifismo come parte della
sua religione. Poi, sotto l'influsso dello spirito di partigianeria,
fa' in modo che lo consideri come la parte principale.
Poi, senza chiasso e per gradi, curalo in maniera
da portarlo al livello nel quale la religione diviene soltanto
una parte della "Causa", nel quale il cristianesimo
è valutato principalmente per gli argomenti eccellenti
che può produrre in favore dello sforzo bellico britannico
o del pacifismo. L'atteggiamento dal quale è necessario
che tu lo difenda è quello nel quale gli affari temporali
vengono trattati soprattutto come materiale per
l'obbedienza. Una volta che sarai riuscito a fare del
Mondo il fine e della fede un mezzo, avrai quasi guadagnato
il tuo uomo, e poco importa il genere dello scopo
mondano al quale tenderà. Una volta che i comizi, gli
opuscoli, le mosse politiche, i movimenti, le cause, e le
crociate, saranno per lui più importanti delle preghiere
e dei sacramenti e della carità, sarà tuo - e più sarà
"religioso" (in quel senso) e più sicuramente sarà tuo.
Te ne potrei far vedere una gabbia abbastanza piena
laggiù.

Tuo affezionatissimo zio

Berlicche








LiviaGloria
00domenica 16 marzo 2008 13:02

"...un estremo patriota o
un estremo pacifista. Tutti gli estremi, eccetto la estrema
devozione al Nemico, sono da incoraggiarsi. "
[SM=x268945]

LettereDiBerlicche
00lunedì 31 marzo 2008 20:42
rieccomi!!
Ho ricevuto diverse e-mail in questi giorni! Grazie per l'accoglienza!

Mi scuso se a qualcuno avrò risposto "desincronizzata" in quanto me ne sono arrivate anche due o tre per risposta. Quindi se avrete ancora qualcosa da chiedere rispeditemele pure...

Allora ragazzi/e come va?

Ho deciso di postare parte delle Lettere di Berlicche anche nel forum gemello di cui qualcuno mi aveva parlato un po'...

Sperimentiamo???

Alla prossima!

Buone cose! [SM=g27822]

Ghergon
00lunedì 31 marzo 2008 22:48
Re: rieccomi!!
LettereDiBerlicche, 3/31/2008 8:42 PM:

Ho ricevuto diverse e-mail in questi giorni! Grazie per l'accoglienza!

Mi scuso se a qualcuno avrò risposto "desincronizzata" in quanto me ne sono arrivate anche due o tre per risposta. Quindi se avrete ancora qualcosa da chiedere rispeditemele pure...

Allora ragazzi/e come va?

Ho deciso di postare parte delle Lettere di Berlicche anche nel forum gemello di cui qualcuno mi aveva parlato un po'...

Sperimentiamo???

Alla prossima!

Buone cose! [SM=g27822]




Ariciao! [SM=g27823]
Qui tutto bene.
Hai postato in 2012? [SM=x268919]

A prestissimo ciao!





LettereDiBerlicche
00martedì 1 aprile 2008 21:17
Re: Re: rieccomi!!
Ghergon, 31/03/2008 22.48:



Ariciao! [SM=g27823]
Qui tutto bene.
Hai postato in 2012? [SM=x268919]

A prestissimo ciao!




si volgio provare.

Perchè?
unCRISTIANO2
00lunedì 7 aprile 2008 18:08
Re: LETTERE DI BERLICCHE
unCRISTIANO2, 10/12/2007 17.59:



Ho la senzazione che sei una persona intelligente.
Questo forum ha bisogno di crescere e fai bene a pubblicare i capitoli di quel libro, a piccoli sorsi, come quando si nutre un neonato.
Confido nella tua intelligenza nel scegliere i modi e i tempi, secondo le tue possibilità.

Vedo che anche tu fai la tua offerta nell'altare della verità.

[SM=x268923]




-------------------------------------


Ho notato lo smail del mio post, ed è quello sbagliato.......spero tu lo abbia capito, visto che può sembrare offensivo.

Avverto te e i nuovi utenti :
siccome ho l'abitudine di scrivere in PC pubblici diversi, a rotazione, è destino che mi capiti qualcuno di scassato, che non posso prevederne il comportamento.
Ad esempio in quello dello samil in questione io li vedo tutti fermi, per cui quando l'ho scelto aveva il sorriso, ma quando ho cambiato PC esso si muoveva come gli altri, cambiando ciclicamente l'espressione.
Ti puoi immaginare la sorpresa quando un giorno ho visto muoversi lo smail che si dà le pacche sulle...........palle.........HeHe !!!


[SM=x268954]






GMU
00lunedì 7 aprile 2008 18:59
grazie LDB
ognitanto vedo che capitano discussioni in cui il livello di netiquette è buono. Questa è una di quelle e siamo già alla terza pagina.

Pensi di continuare a pubblicare altri capitoli LDB?

LettereDiBerlicche
00venerdì 11 aprile 2008 23:13
"religione"
vedo che tra molti utenti del forum prevale una certa idea di religione. Ma che cosa è una religione? Ve lo siete mai chiesti?

citando wikipedia:


deriva dal latino relìgio, la cui etimologia non è del tutto chiarita: secondo Cicerone, la parola deriva dal verbo relegere, ossia "rileggere", intendendo una rilettura degli eventi naturali come opera di entità soprannaturali.[1]

Invece Lattanzio,[2] ripreso da sant'Agostino,[3] sostiene che la parola deriva da un altro verbo: religàre, cioè "legare, vincolare", nel significato di legare l'uomo alla divinità. Religàre può indicare anche l'idea di vincolare gli uomini nella comunità, sotto le stesse leggi e lo stesso culto.

Altre possibili etimologie, benché meno probabili, fanno risalire la parola ai verbi relegàre ("allontanare, dividere", che sottolinea la separazione tra le cose sacre e profane), religere ("considerare diligentemente" gli dei), e re-eligere (scegliere ancora, effettuare una nuova scelta).




Non mi vedete rispondere spesso nella sezione spiritualità ma ognitanto vado a fare due passi e mi chiedo: "che visione hanno della religione?"

Hanno veramente capito cosa sia una religione?
C'è una Chiesa...
ci sono dei fedeli...
ci sono delle credenze...

vengono osservati tutti elementi visibili agli occhi ma come disse Madre Teresa di Calcutta: "l'essenziale è invisibile agli occhi".

Vediamo cosa ne traete voi da questa personale riflessione... [SM=x268968] [SM=x268968]
LettereDiBerlicche
00venerdì 11 aprile 2008 23:16
precisazione


una precisazione però a questo punto ci vuole... Le Lettere di Berlicche è un testo di letteratura non un testo sacro. Ne consegue che anche se gli spunti sono molti interessanti non costituiscono un "vangelo"...
LettereDiBerlicche
00sabato 12 aprile 2008 00:13
ricerche effettuate con la parola "religione"



pag. 10 - l'apparenza




Il tuo paziente, grazie al Nostro Padre Laggiù, è uno sciocco. Se uno qualsiasi di questi vicini canta con voce stonata, se ha le scarpe che gli scricchiolano, o la pappagorgia, o se porta vestiti strani, il paziente crederà con la massima facilità che perciò la loro religione dev'essere qualcosa di ridicolo. Vedi, nella fase in cui si trova al presente,
egli ha in mente una certa idea dei "cristiani", che crede sia spirituale, ma che, di fatto, è per molta parte pittoresca.

Ha la mente piena di toghe, di sandali, di corazze e di gambe nude, e il solo fatto che l'altra gente in chiesa porta vestiti moderni è per lui una seria difficoltà, quantunque, naturalmente, inconscia. Non permettere mai che venga alla superficie; non permettere che si domandi
a che cosa s'aspettava che fossero uguali. Fa' in modo che ogni cosa rimanga ora nebulosa nella sua mente, e avrai a disposizione tutta l'eternità per divertirti a produrre in lui quella speciale chiarezza che l'Inferno offre.






pag 11,12



Quanto sono venuto esponendo finora vale nella ipotesi che la gente del banco vicino non offra alcun motivo ragionevole di disillusione. È chiaro che se invece lo offrono - se il paziente sa che quella donna con quel cappellino assurdo è una fanatica giocatrice di bridge, che quel signore con le scarpe scricchiolanti è un avaro e uno strozzino - allora il compito ti sarà molto più facile. Si ridurrà a tenergli lontano dalla mente questa domanda: « Se io, essendo ciò che sono, posso in qualche senso ritenermi cristiano, per quale motivo i vizi diversi di quella gente che sta lì in quel banco dovrebbero essere una prova che la loro religione non è che ipocrisia e convenzione? ». Forse mi chiederai se è possibile tener lontano perfino dalla mente" umana un pensiero
così evidente. Sì, Malacoda, sì, è possibile! Trattalo come deve essere trattato, e vedrai che non gli passerà neppure per l'anticamera del cervello. Non è ancora stato a sufficienza con il Nemico per possedere già una vera umiltà. Le parole che ripete, anche in ginocchio, sui suoi numerosi peccati, le ripete pappagallescamente.
In fondo crede ancora che lasciandosi convertire, ha fatto salire di molto un saldo attivo in suo favore nel libro mastro del Nemico, e crede di dimostrare grande
umiltà e degnazione solo andando in chiesa con codesti "compiaciuti" vicini, gente comune. Mantiengli la mente in questo stato il più a lungo possibile.







pag. 31,32 - snaturamento



Qualunque strada egli prenda, il tuo compito principale sarà sempre lo stesso. Incomincia con il fargli trattare il patriottismo o il pacifismo come parte della sua religione. Poi, sotto l'influsso dello spirito di partigianeria, fa' in modo che lo consideri come la parte principale. Poi, senza chiasso e per gradi, curalo in maniera da portarlo al livello nel quale la religione diviene soltanto una parte della "Causa", nel quale il cristianesimo è valutato principalmente per gli argomenti eccellenti che può produrre in favore dello sforzo bellico britannico o del pacifismo. L'atteggiamento dal quale è necessario che tu lo difenda è quello nel quale gli affari temporali vengono trattati soprattutto come materiale per l'obbedienza. Una volta che sarai riuscito a fare del Mondo il fine e della fede un mezzo, avrai quasi guadagnato il tuo uomo, e poco importa il genere dello scopo mondano al quale tenderà. Una volta che i comizi, gli opuscoli, le mosse politiche, i movimenti, le cause, e le crociate, saranno per lui più importanti delle preghiere e dei sacramenti e della carità, sarà tuo - e più sarà
"religioso" (in quel senso) e più sicuramente sarà tuo.
Te ne potrei far vedere una gabbia abbastanza piena laggiù.






pag. 39,40 - religione come "fase" - (interessantissimo...)



In una settimana o due gli metterai il dubbio che forse nei primi giorni della sua vita cristiana egli era un pochino eccessivo. Parlagli della "moderazione in tutto".
Se ti accadrà di condurlo al punto di pensare che "la religione, sì, va bene, ma fino a un certo punto", potrai sentirti felicissimo nei riguardi della sua anima. Per noi una religione moderata vale quanto una religione nulla - ed è più divertente, V'è anche la possibilità di un attacco diretto alla sua fede. Una volta che sarai riuscito a fargli ritenere che il periodo di depressione è permanente, perché non potrai convincerlo che la sua "fase religiosa" sta morendosene, proprio come tutte le sue altre fasi precedenti?
Naturalmente non si può concepire che sia ragionevole passare dalla proposizione: « Sto perdendo interesse in questa cosa » alla proposizione: « Questa cosa è falsa ».
Ma, come ho già detto, è sul gergo, non sulla ragione che ti devi appoggiare. La stessa parola Fase potrà molto probabilmente raggiungere lo scopo. Ritengo che quella creatura sia passata prima attraverso molte fasi - lo hanno fatto tutte - e che si senta sempre superiore e in una posizione di compassione protettrice verso quegli stati d'animo dai quali è uscita, non proprio perché ne abbia fatto una vera critica, ma semplicemente perché sono nel passato.






pag. 93,94 - riguardo al cap XXIII penso ci sia molto da dire... Gesù Cristo è inscalfibile. Molti detrattori del cristianesimo non sono mai riusciti a demolirlo totalmente. E' interessante notare come in questo caso in epoche diverse cambi l'idea riguardo a Lui. Sarebbe molto interessante chiedersi quale sia l'idea che viene offerta dai mezzi di comunicazione di massa, il cosidetto "gergo corrente" (riguardo al "gergo corrente vedi il cap. I")



sarebbe la linea di confine fra la teologia e la politica. Diversi, fra
codesti suoi nuovi amici, sono molto sensibili alle conclusioni nel campo sociale della loro religione. In sé ciò è una brutta cosa; ma se ne può cavare del bene.
T'accorgerai che molti scrittori cristiano-politici sono d'opinione che il cristianesimo cominciò molto presto a prendere una strada sbagliata e ad allontanarsi dalla dottrina del suo fondatore. Orbene, codesta idea deve essere sfruttata da noi per incoraggiare di nuovo la concezione di un "Gesù storico" che può saltar fuori togliendo "le aggiunte e le perversioni" più recenti, e che poi si deve porre in contrasto con l'intera tradizione
cristiana. Nell'ultima generazione abbiamo promosso la costruzione di un tale "Gesù storico" sopra una falsariga liberale e umanitaria; ed ora stiamo mettendo innanzi
un nuovo "Gesù storico" su una falsariga marxistica, catastrofica, e rivoluzionaria. I vantaggi di costruzioni come queste, che abbiamo intenzione di cambiare ogni trent'anni circa, sono molteplici. In primo luogo, tendono a dirigere la devozione degli uomini verso qualcosa che non esiste, poiché ogni "Gesù storico" non è storico. I documenti dicono ciò che dicono, e non si può aggiungere loro nulla. Quindi ogni "Gesù storico" è da cavarsi da loro sopprimendo un punto ed esagerandone un altro, e per mezzo di quella specie di gioco ad indovinare {brillante è l'aggettivo che insegnamo agli uomini ad applicargli) per il quale nessuno si sentirebbe di arrischiare dieci scellini nella vita ordinaria, ma che basta per produrre una messe di nuovi Napoleoni, di nuovi Shakespeare, di nuovi Swift, nella lista autunnale di ogni editore. In secondo luogo, tutte codeste costruzioni pongono l'importanza del loro "Gesù storico" in una qualche teoria particolare che si suppone che abbia promulgato. Deve essere .un "grande uomo" nel significato moderno della frase - uno che stia alla fine di una linea di pensiero centrifuga e non equilibrata - un pazzoide che vende una panacea. In tal modo noi riusciamo a distrarre le menti degli uomini da ciò che Egli è e da ciò che fece. Dapprima lo facciamo un puro maestro, e poi nascondiamo l'accordo sostanzialissimo fra i suoi insegnamenti e quelli degli altri maestri di moralità.







pag. 99,100 - l'identità religiosa costruita non da dentro ma a partire. L'idea di appartenere ad un circolo chiuso. Brutta tentazione! Brutta idea!



Qui il successo dipende dal confonderlo. Se tenti di renderlo esplicitamente orgoglioso di essere cristiano, probabilmente farai fallimento. Gli ammonimenti del Nemico sono conosciuti troppo bene. Se, d'altra parte, lasci cadere del tutto l'idea del "noi cristiani" e gli suggerisci la compiacenza unicamente nel « suo gruppo », non produrrai in lui il vero orgoglio spirituale, ma soltanto una vanità sociale, che è, al paragone, un orpello, un peccatuccio da nulla. Tu devi fare in modo che un sottile felicitarsi si infiltri in tutti i suoi pensieri senza mai permettergli di sollevare questa domanda: « Di che cosa, precisamente, mi sto congratulando? ». L'idea di appartenere a un circolo chiuso, di far parte di un segreto, è molto dolce al suo palato. Pizzica quel nervo.
Insegnagli, usando dell'influenza di codesta ragazza quando è nei momenti di maggiore stupidità, ad assumere un'aria di divertimento per le cose che dicono gli infedeli. Alcune teorie con le quali può venire in contatto nei moderni ambienti cristiani possono dimostrarsi qui di grande aiuto; le teorie, intendo dire, che ripongono
la speranza della società in qualche circolo chiuso di "dotti", in qualche minoranza educata di teocrati. Non è affar tuo se quelle teorie sono vere o false. La cosa più importante è di fare del cristianesimo una religione misteriosa nella quale egli si senta uno degli iniziati.






pag. 101,102 - l'orrore per la "cosa vecchia" e le "mode"



Mio caro Malacoda,
la vera preoccupazione che dà il gruppo nel quale si trova il tuo paziente è di essere unicamente cristiano. Ciascuno di loro ha interessi individuali, naturalmente, ma il legame rimane il cristianesimo. Ciò che noi desideriamo, se gli uomini diventano in qualche modo cristiani, è di mantenerli in quello stato mentale che io chiamo: « Il cristianesimo e ». Sai: il cristianesimo e la crisi, il cristianesimo e la nuova psicologia, il cristianesimo e l'ordine nuovo, il cristianesimo e la ricerca psichica, il cristianesimo e il vegetarianesimo, il cristianesimo e la riforma dell'ortografia. Se devono essere cristiani siano almeno cristiani con una differenza. Sostituisci alla fede stessa qualche moda con una tinta cristiana (occhio al mio precedente post...). Lavora sul loro orrore per la cosa vecchia, sempre quella.
L'orrore per la cosa vecchia, sempre quella, è una delle passioni più importanti che abbiamo prodotto nel cuore umano - una fonte infinita d'eresie in religione, di sciocchezza nel consiglio, d'infedeltà nel matrimonio, e d'incostanza nell'amicizia. Gli esseri umani vivono nel tempo, ed esperimentano la realtà per gradi successivi.
Perciò, al fine di farne molta esperienza, devono sperimentare molte cose diverse; in altre parole devono sperimentare il cambiamento. E poiché hanno bisogno di mutamento, il Nemico (essendo in fondo al cuore un edonista) ha reso loro piacevole il cambiamento, precisamente come ha reso piacevole il mangiare. Ma poiché non desidera che essi facciano del mutamento uno scopo fine a se stesso, non più del mangiare, ha equilibrato in essi l'amore a ciò che muta con l'amore a ciò che permane. È riuscito ad accontentare entrambi i gusti insieme nel mondo stesso che ha fatto, per mezzo di quell'unione di mutazione e di permanenza che noi chiamiamo "ritmo".







pag. 116 - vecchiaia e gioventù e l'attaccamento alla terra



La verità è che il Nemico, avendo stranamente destinato questi semplici animali a vivere nel suo stesso mondo eterno, li ha tenuti lontano con un successo abbastanza ben riuscito dal pericolo di sentirsi a casa propria altrove. Questa è la ragione per la quale dobbiamo spesso desiderare che i nostri pazienti vivano a lungo; settant'anni non sono troppo per il difficile compito di districare le loro anime dal cielo e di stabilire un tenace attaccamento alla terra. Durante la giovinezza ci accorgiamo che sfuggono sempre a una tangente. Anche se riusciamo a mantenerli nell'ignoranza di una religione
esplicita, i venti della fantasia, della musica sui quali non si può far assegnamento - magari solo il volto di una fanciulla, il canto di un uccello, o uno sguardo all'orizzonte
- ci fanno saltare per aria tutta la nostra costruzione. Non si vogliono applicare con impegno a far carriera nel mondo, a stringere relazioni prudenti, e alla politica della "pelle innanzitutto". È talmente inveterato il loro appetito per il cielo che, in questa fase, il miglior metodo a nostra disposizione per attaccarli alla terra è di farli credere che la terra può venir mutata in cielo a una data futura, per mezzo della politica, o dell'eugenetica, o della "scienza", o della psicologia, o di che so io. La vera mondanità è opera del tempo assistito, naturalmente, dall'orgoglio, poiché noi insegnamo loro a chiamare buon senso o maturità o esperienza, la morte che s'avvicina strisciando. Un grande filosofo umano arrivò quasi vicino a scoprire il nostro segreto quando affermò che, dove è questione di Virtù « l'esperienza è la madre dell'illusione »; ma, grazie al mutamento di moda, e anche, naturalmente, al "punto di vista storico", abbiamo reso il suo libro in gran parte innocuo.







pag. 125,126 - uno degli spunti più interessanti. Quante volte abbiamo sentito l'espressione "guarda cosa è un realtà" riferendosi ai soli fatti fisici... Attenzione al termine "emotività"



Probabilmente le scene delle quali è ora spettatore (parla della guerra) non offriranno materiale per un attacco intellettuale contro la,sua fede - i tuoi insuccessi precedenti ti hanno reso incapace di ottenere questo. Ma c'è una specie di attacco contro le emozioni che si può ancora tentare. Consiste nel fargli sentire, quando vedrà per la prima volta brandelli d'uomo appiccicati al muro, che questo è « ciò che il mondo è in realtà » e che tutta la sua religione non è che fantasia. T'accorgerai che noi li abbiamo completamente annebbiati sul significato della parola "realtà". Si dicono fra di loro, di qualche grande esperienza: « Tutto ciò che in realtà avvenne fu che tu hai ascoltato una musica in un palazzo illuminato »; qui "realtà" significa i nudi fatti fisici, separati dagli altri elementi nell'esperienza che hanno provato di fatto. D'altra parte, diranno anche: «Va tutto bene discutere quel tuffo dall'alto mentre stai qui seduto in poltrona, ma vacci tu là, e vedrai che cosa è in realtà »: il termine "realtà" viene usato in questo caso nel significato opposto, e vuol dire non i fatti fisici (che essi già conoscono mentre stanno discutendo seduti sulla poltrona) ma l'effetto emozionale che quei fatti avranno sulla coscienza umana. Entrambe le applicazioni del termine potrebbero essere difese: ma è nostro compito fare in modo che i due vadano insieme, sicché il valore emotivo della parola "realtà" possa essere messo una volta su una parte del conto, e un'altra volta sull'altra parte, come capita che ci convenga. La regola generale che abbiamo abbastanza ben radicata fra loro è che in tutte le esperienze che possono renderli più felici o migliori, soltanto i fatti fisici sono "reali", mentre gli elementi spirituali sono "soggettivi"; in tutte le esperienze che possono dar loro un senso di depressione, o corromperli, gli elementi spirituali sono la principale realtà e ignorarli significa essere di coloro che vogliono evadere.
Così, nella nascita il sangue e il dolore sono "reali", mentre il godimento è un puro punto di vista soggettivo; nella morte il terrore e la bruttezza rivelano ciò che la morte "realmente significa". L'odiosità di una persona odiata e "reale" - nell'odio si vedono gli uomini come sono, senza pericoli d'illusioni; ma l'amabilità di una persona amata è soltanto una nebbia soggettiva che nasconde un "reale" intimo nucleo di appetito sessuale e di associazione economica. La guerra e la povertà sono "realmente" orribili; la pace e l'abbondanza puri fatti fisici sui quali avviene che gli uomini abbiano certi sentimenti. Le creature si accusano continuamente fra di loro di voler « mangiare la torta e di mantenerla intatta »: ma grazie alle nostre fatiche si trovano più spesso nella spiacevole situazione di pagare per la torta e di non mangiarla. II tuo paziente, trattato come si deve, non avrà difficoltà alcuna a considerare la sua emozione alla vista delle viscere umane come una rivelazione di "realtà", e la sua emozione alla vista di bambini felici o del bel tempo come puro sentimento.
























LettereDiBerlicche
00sabato 12 aprile 2008 00:20
per i mod ► luoghi comuni
Livia, Ghergon, Tosca e GMU ciao! Pensavo che il lavoro riguardo ai luoghi comuni trovi nell'ultimo post dei buoni spunti...

Anche se gli spunti migliori sono quelli che servono lungo il nostro cammino...

Salutoni!!!! [SM=x268963]
Ghergon
00sabato 12 aprile 2008 12:11
Cara LDB questo tuo intervento è esplosivo. Un capolavoro.
Spero che i nostri utenti e i "viandanti" di passaggio del forum ne facciano ampio tesoro.
Dal canto mio raccolgo gli interventi e ho incominciato ad analizzare anche tante strutture mie e nei comportamenti di altri.

Interessantissima anche la parte sulla moderazione, chiaro esempio dell'intervento del demonio e chiaro esempio di certa moderazione anche in certi ambienti clericali modernisti...

Lewis fu un vero insegnante...non è vangelo ne dottrina, certo, ma potrebbe essere pura catechesi sul discernimento spirituale e sul conseguente combattimento dello spirito.


LettereDiBerlicche
00giovedì 17 aprile 2008 22:24
una delle frasi che penso siano più "forti"


Non permettere quindi che una qualsiasi eccitazione
temporanea ti distragga dall'affare vero e proprio,
quello, importante, di minare la fede e di impedire
la formazione delle virtù
.


[SM=x268944]




pag.22


unCRISTIANO2
00venerdì 18 aprile 2008 18:58
Re: precisazione LDB
LettereDiBerlicche, 11/04/2008 23.16:



una precisazione però a questo punto ci vuole... Le Lettere di Berlicche è un testo di letteratura non un testo sacro. Ne consegue che anche se gli spunti sono molti interessanti non costituiscono un "vangelo"...


--------------------------

queste stesse cose le ha dette anche padre livio a radiomaria.

LettereDiBerlicche
00lunedì 26 maggio 2008 21:15
VII
VII


Mio caro Malacoda,
mi fa meraviglia che tu mi chieda se sia essenziale tenere
il tuo paziente nell'ignoranza della tua esistenza.
A codesta domanda, almeno per l'attuale fase della lotta,
è già stato risposto per noi dall'Alto Comando. La
nostra politica per il momento, è di tenerci nascosti.
Naturalmente non è stato sempre così. Noi siamo di
fronte a un dilemma crudele. Quando gli esseri umani
non credono alla nostra esistenza perdiamo tutti i piacevoli
risultati del terrorismo diretto e non riusciamo
a far sorgere i fattucchieri. D'altra parte, quando credono
in noi non siamo capaci di farli diventare materialisti
o scettici. Almeno, non ancora. Ho grandi speranze
che apprenderemo, a tempo debito, il modo di
emozionalizzare e mitologizzare la loro scienza a tal
punto che ciò che è, in realtà, fede in noi (quantunque
non sotto questo nome) riuscirà a insinuarsi, mentre la
mente umana rimarrà chiusa alla fede nel Nemico. La
"Forza Vitale", l'adorazione del sesso, e alcuni aspetti
della psicanalisi, potranno qui dimostrarsi utili. Se riusciremo
a produrre il nostro capolavoro — il Mago Materialista,
l'uomo che, non usi, ma veramente adori ciò
che chiama vagamente "forze" mentre nega l'esistenza
degli "spiriti" - allora sarà in vista la fine della guerra.

Ma nel frattempo dobbiamo obbedire ai nostri ordini.
Non credo che sarà molto difficile tenere all'oscuro il
tuo paziente. Il fatto che i "diavoli" sono soprattutto
figure comiche nella fantasia moderna, ti sarà d'aiuto.
Se qualche debole sospetto della tua esistenza cominciasse
a sorgergli in mente, suggeriscigli la figura di
qualcosa vestito con il costume scarlatto, e fa' in modo
di convincerlo che dal momento che non può credere
in quella cosa (è un metodo di confondere le loro idee
che si trova in vecchi libri di testo), dal momento, adunque,
che non può credere in quella cosa, non può credere
in te.
(...)




pare incredibile che quest'opera sia stata scritta nel 1942 eppure sembra parlare di certe dottrine "contemporanee" (non tutte, non generalizziamo...)
LettereDiBerlicche
00sabato 7 giugno 2008 01:13
The Screwtape Letters al cinema
http://www.fantasymagazine.it/notizie/7124/

Le lettere di Berlicche al cinema
I consigli per tentare gli umani di C. S. Lewis




Walden Media, che ha portato Le Cronache di Narnia sul grande schermo, ha annunciato l’intenzione di lavorare su un’altra opera di C. S. Lewis: Le lettere di Berlicche.



Il film prodotto da Ralph Winter Productions (lo stesso di X-Men, I fantastici quattro) dovrebbe essere rilasciato per maggio 2008

Come per Narnia, il film avrà caratteristiche di live-action



Il romanzo di Lewis, pubblicato per la prima volta sulle pagine del quotidiano The Guardian, è una raccolta di trentuno lettere che il diavolo Berlicche (esperto nel suo mestiere di "tentatore") invia al giovane e inesperto nipote Malacoda, ‘diavolo custode’, per aiutarlo nel suo incarico: dannare il giovane essere umano a lui affidato.

Per dirla con le parole dello stesso scrittore: “potrebbe essere sia utile sia divertente... e consisterebbe in una serie di lettere che un vecchio diavolo in pensione invia a un giovane diavolo che ha appena cominciato a lavorare sul suo primo ‘paziente’. L’idea sarebbe quella di mostrare tutta la psicologia della tentazione dall’altro punto di vista".



I consigli che Berlicche dà al nipote per controbattere agli attacchi del Nemico (Dio), impegnato nel condurre l'uomo alla ‘nefanda’ salvezza, sono estremamente puntuali e simpatici. Da queste lettere, dai suggerimenti in esso contenuti, emergono per antitesi verità della vita cristiana che probabilmente sarebbe più complesso e forse meno attraente presentare in modo diretto.
LettereDiBerlicche
00mercoledì 2 luglio 2008 21:54
XII


Mio caro Malacoda,
è evidente che stai facendo un meraviglioso progresso.
L'unico mio timore è che nel tentativo di far affrettare
il paziente, tu non lo risvegli al senso della posizione
reale. Tu ed io, che vediamo la posizione com'è in realtà,
non dobbiamo mai dimenticare che a lui essa appare
totalmente differente. Noi sappiamo d'avere già introdotto
un cambiamento di rotta nel suo corso, un cambiamento
che lo sta già trasportando fuori della sua
orbita intorno al Nemico; ma bisogna far sì che egli si
immagini che tutte le decisioni che hanno effettuato
questo cambiamento di rotta sono triviali e revocabili.
Non gli si deve permettere di nutrire il sospetto che
egli è ora su una direzione che, sia pure adagio, lo allontana
dal sole, su una linea che lo porterà nel freddo
e nella tenebra dello spazio più lontano.
Per questa ragione sono quasi contento di sapere che
va ancora in chiesa e che ancora si comunica. So che in
ciò non mancano i pericoli; ma ogni cosa è preferibile
alla scoperta della rottura che ha fatto con i primi mesi
della sua vita cristiana. Finché ritiene esternamente le
abitudini di un cristiano, gli si può ancora far credere
di essere uno che ha adottato alcuni nuovi amici e nuovi
divertimenti, ma il cui stato spirituale è quasi lo stesso

di sei mesi fa. E fintanto che pensa così, dobbiamo preoc- |
cuparci non del pentimento esplicito di un peccato ben
definito, e riconosciuto completamente per tale, ma soltanto
del sentimento vago, quantunque inquietante, che
di recente non si sia comportato proprio bene.
Codesta oscura inquietudine deve essere maneggiata
con molta cura. Se divenisse troppo forte potrebbe
svegliarlo e rovinare tutto il gioco. D'altra parte, se la !
sopprimi del tutto - il che, fra parentesi, il Nemico \
probabilmente non ti permetterà di fare - perdiamo un I
elemento nella situazione che può essere volto a buon ;
fine. Se si permette di vivere a un tale sentimento, pur
non permettendogli di diventare irresistibile e di fiorire
in pentimento vero e proprio, esso possiede una tendenza
incalcolabile. Aumenta la riluttanza del paziente
a pensare al Nemico. Tutti gli esseri umani provano
una tale riluttanza in quasi tutti i tempi; ma quando
pensare a Lui significa porsi di fronte, e intensificare
tutta una vaga nube di colpevolezza semiconsapevole,
codesta riluttanza viene accresciuta dieci volte. Essi
odiano ogni idea che abbia riferimento a Lui, precisamente
come un uomo che si trovi in strettezze finanziarie
odia la vista stessa di un libretto bancario. In questo
stato il tuo paziente non ometterà i suoi doveri religiosi,
ma gli diverranno sempre più antipatici. Prima
di compierli ci penserà il meno possibile, se lo potrà
fare decentemente, e, terminati che li abbia, li dimenticherà
al più presto. Alcune settimane fa dovevi tentarlo
all'irrealtà e alla disattenzione nelle preghiere; ma ora
lo troverai che ti apre le braccia e quasi ti prega di distrarlo
dal suo proposito e di ottundergli il cuore. Desidererà
che le sue preghiere siano irreali, poiché di nulla
avrà tanto spavento quanto del contatto reale con il
Nemico.
Suo scopo sarà di lasciare che i vermi che dormono
continuino a dormire.
Una volta che codesta condizione si sarà stabilita
sempre più pienamente, ti libererai dello stucchevole
compito di dovergli offrire i piaceri come tentazioni.
Poiché l'inquetudine e la sua riluttanza ad affrontarla
lo taglieranno fuori sempre maggiormente dalla vera felicità,
e poiché l'abitudine rende i piaceri della vanità e
dell'eccitazione e della volubilità meno piacevoli e insieme
più difficili a lasciarsi (questo è infatti ciò che h
abitudine fortunatamente dona al piacere) t'accorgerai
che qualsiasi cosa, magari un nulla, basterà ad attrarre
a sé la sua vagante attenzione.
Non ti sarà più necessario
un buon libro, che veramente gli piaccia, per tenerlo
lontano dalle preghiere o dal lavoro, o dal sonno; basterà
una colonna di pubblicità del giornale di ieri. Potrai
fargli perdere tempo non soltanto nella conversazione
della quale gode, con gente che veramente gli piace,
ma in conversazioni con coloro dei quali non gli importa
nulla, intorno ad argomenti che lo stancano terribilmente.
Potrai riuscire a non fargli far nulla del tutto
per lunghi periodi di tempo.
(...)

GMU
00martedì 29 luglio 2008 21:36
ciao Maura!

Ho comprato e letto tutto il libro!

Stu - pe - fa - cen - te !

Grazie per averci fatto conoscere quest'opera!


Ciao!
LettereDiBerlicche
00venerdì 10 ottobre 2008 22:36
Zio Berlicche scrive a Malacoda: Il Papa ripete in modo martellante di allargare la ragione. Tu datti alla mistica :-)) (Tempi)
http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/2008/10/zio-berlicche-scrive-malacoda-il-papa.html

Mi sa che hanno mangiato la foglia

di Berlicche

Mio
caro Malacoda, per la propaganda va bene così: bisogna ricondurre e
ridurre ogni pronunciamento di Benedetto XVI alla dimensione
etico-comportamentale.
Per cui se il Papa parla della vita umana
(per dirla alla latina, “humanae vitae”) bisogna dire e scrivere che ha
parlato di “morale sessuale” o di “morale coniugale”.
Benedetto
XVI dice che «la possibilità di procreare una nuova vita umana è
inclusa nell’integrale donazione dei coniugi» perché il loro amore «non
solo assomiglia, ma partecipa all’amore di Dio, che vuole comunicarsi
chiamando alla vita le persone umane», fa quindi un discorso sulla
verità e sulla dignità dell’amore, sulla sua bellezza. Noi dobbiamo
impedire che qualcuno possa restare ferito dalla bellezza; a noi
interessa l’incoerenza, l’incapacità, la difficoltà dell’uomo di fronte
al bello. Tra l’uomo e l’immagine possibile della sua felicità («se
dell’eterne idee l’una sei tu, cui di sensibil forma…») noi dobbiamo
interporre uno specchio, così che l’uomo veda sempre solo se stesso e
la sua miseria, e dichiari inarrivabile la bellezza che pure ha
intravisto (“io prendo te come mia sposa…”). A meno che
all’impraticabilità dell’ideale noi non si riesca a sostituire la sua
impensabilità.

Il gioco ci era quasi riuscito, abbiamo
impegnato i preti a parlare di morale per quarant’anni e intanto
svuotavamo il cervello ai fedeli. Il problema è che adesso se ne sono
accorti e nelle file del Nemico c’è chi torna a parlare della fede come
di un “metodo di conoscenza”, o di un “atto dell’intelligenza”.


C’è,
per esempio, questo vescovo di Bologna che parlando dell’uomo e della
sua vita (humanae vitae) l’ha detto papale papale: «L’Humanae Vitae
nella post-modernità è diventata ormai incomprensibile perché è
diventata completamente impensabile». Convincendo l’uomo moderno
dell’idea che si può vivere “anche se Dio non c’è”, abbiamo fatto
crescere una generazione che ha deliberatamente estromesso la persona
di Suo Figlio dalla storia, con la conseguenza che abbiamo colpito al
cuore del sistema, che è il cuore dell’uomo, separando la sua libertà
dalla sua verità. Il risultato è che oggi siamo riusciti e mettere in
dubbio, e quindi in pericolo secondo il cardinal Caffarra, l’humanitas
della persona come tale. «Se infatti – dice il vescovo bolognese – è la
libertà stessa a decidere non di “compiere” il bene o il male, ma a
stabilire che cosa è bene e che cosa è male… parlare di male morale non
ha senso.
Il dramma della libertà – possibilità di negare con le
proprie scelte ciò che si è affermato vero colla propria ragione – si
trasforma in una farsa». Nella confusione generale derivata dallo
scambiare tra loro l’organo della libertà con quello dell’intelligenza
avevamo ottenuto il disarmo dell’uomo, la frase “non so più cosa
pensare” esprimeva bene il suo smarrimento, anzi, meglio, lo
smarrimento di sé.

Ora però siamo costretti a giocare
a carte scoperte, nel senso che ci hanno scoperto il gioco: «Bisogna
allargare la ragione» ripete in modo martellante questo Papa. Un bel
contrappasso per noi, dopo due secoli che cavalchiamo la tigre del
razionalismo. Datti alla mistica.


Tuo affezionatissimo zio

Berlicche
LiviaGloria
00venerdì 20 marzo 2009 19:01
www.papanews.it/dettaglio_approfondimenti.asp?IdNews=11840

Eretici

di Sua Eccellenza Reverendissima

Monsignor Andrea Gemma*

CITTA’ DEL VATICANO - Come molti sanno, il sottoscritto continua ad esercitare quel particolare ministero che per molti sembra essere qualcosa di segreto e misterioso, ossia il ministero di esorcista, strettamente legato all’ordinazione episcopale. Mi si permetta, in parentesi, di annunziare ai molti che me lo richiedono, la prossima uscita della nuova edizione del mio libro: “Io, Vescovo esorcista” (Ed. Villa di Seriane - BG). L’interesse che il mio libro ha suscitato, e non appare affatto in diminuzione, dice una cosa sola, ed è quella che vorrei qui evidenziare: che non sono pochi i fratelli che chiedono, in alcuni casi disperatamente, l’aiuto materno della Chiesa per ottenere sollievo e liberazione. Che questi fratelli siano davvero tanti lo constato, si può dire, ogni giorno, allorché apro le porte della mia dimora, e soprattutto il mio cuore sacerdotale, alle confidenze, in molti casi dolorosissime, di fratelli e sorelle disturbati dal Maligno. Questo essere mostruoso, come fa sapere a noi esorcisti in maniera sarcastica e trionfante, dice di essere, oggi, assai più libero di svolgere la sua azione nefasta proprio perché coloro (i Vescovi diocesani) che dovrebbero contrastarlo, in nome del potere ricevuto da Cristo, restano inerti o, peggio, mostrano chiaramente di non credere all’azione diabolica e al suo impulsore. Quest’ultima constatazione ho colto e continuo a cogliere sulle labbra di molti fratelli sofferenti, i quali si vedono ingiustificatamente negata quell’azione di soccorso che insistentemente richiedono alla Chiesa e ai suoi legittimi Pastori. Poiché non sono pochi coloro che mi contattano di lontano, sempre io chiedo loro di rivolgersi innanzitutto ai Pastori della propria Chiesa locale. Sonno troppi i casi, ahimè, in cui a questa mia ingiunzione mi si risponde: “Non ci sono esorcisti autorizzati”, oppure - ed è un’affermazione purtroppo frequente -: “Non credono al demonio e alla sua azione”. Quest’ultima asserzione è, ovviamente, la più grave. E se rappresentasse una realtà provata e nei soggetti indicati fosse una convinzione ammessa, anche se non proclamata, ci troveremmo di fronte ad una schiera di… eretici. Sì, eretici, perché bisognerà finalmente chiamare le cose con il loro nome. Sono andato a rileggermi la celebre catechesi di Paolo VI del 15 novembre 1972. Eccola: “(Il peccato) è … occasione ed effetto d’un intervento in noi e nel nostro mondo d’un agente oscuro e nemico, il Demonio. Il male non è più soltanto una deficienza, ma un’efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà. Misteriosa e paurosa. Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerla esistente; ovvero chi ne fa un principio a sé stante, non avente essa pure, come ogni creatura, origine da Dio; oppure la spiega come una pseudo-realtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni”. Papa Montini adopera una circonlocuzione equivalente “…esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesistico…”. Dice dunque con chiarezza che chi non crede all’esistenza del demonio, è fuori dalla confessione di fede cattolica, ed è quindi “eretico”. A proposito, poi, dell’eresia, il Codice di Diritto Canonico, al canone 751, afferma: “Viene detta eresia, l’ostinata negazione, dopo aver ricevuto il battesimo, di una qualche verità che si deve credere per fede divina e cattolica, o il dubbio ostinato su di essa” ; si aggiunge inoltre nel canone 1364 che l’eretico incorre nella scomunica latae sententiae. Naturalmente, noi parliamo in generale e non possiamo entrare nella coscienza soggettiva dei singoli. Ma bisognerà pur dire a questi fratelli che è ora di … convertirsi. Anche perché la loro grave posizione - ripeto, oggettivamente parlando e fatte salve le intenzioni e la responsabilità dei singoli - offre al Maligno e ai suoi emissari un supplemento di forza, incredibilmente ampio e rovinoso, e costituisce per i fratelli che ne sono vittime un aggravio di pena, per non parlare della umiliazione a cui essi sono quasi sempre sottoposti, allorché si rivolgono a questi “eretici” inadempienti e, non di rado, sprezzanti e irridenti. Che cosa possiamo fare?, mi sento ripetere da più parti. Io rispondo immediatamente: “Non perdere la fiducia e pregare, pregare, pregare”. È lo scopo di questo mio intervento, sgorgato da un cuore esacerbato di fronte al grido angosciato di tanti fratelli che sono nella più oscura sofferenza. Chiedo a chi mi legge di formare una crociata di suppliche per implorare da Dio non solo l’attenuazione della sofferenza dei fratelli tanto gravemente tribolati ma anche la riduzione all’impotenza dello strapotere del “principe delle tenebre”, ma soprattutto la conversione di questi “nuovi eretici”, che tradiscono la loro missione e offendono, quindi, la carità fraterna. Questi fratelli - anche ciò va ripetuto con chiarezza - dovrebbero riappropriarsi della conoscenza esatta del Vangelo, dovrebbero ripercorrere senza prevenzione l’agiografia cristiana, dovrebbero non chiudere gli occhi di fronte alla realtà. Vorrei al riguardo ripetere loro con forza: “Vieni e vedi!”. So bene, tuttavia, che per chi non vuole credere, nessun “segno” è sufficiente, mentre per chi crede con umiltà, nessun segno è necessario.



*Vescovo di Santa Romana Chiesa

LettereDiBerlicche
00lunedì 13 aprile 2009 23:22
Conferenza mondiale di Satana – Tattiche & obiettivi strategici 2009
www.benmelech.orgwww.punticardinali.com
G]TATTICHE & OBIETTIVI STRATEGICI

La conferenza mondiale di Satana Satana organizzò una conferenza mondiale. Nel suo discorso inaugurale parlò ai suoi angeli ribelli e ai demoni: «Lasciategli pure il loro stile di vita, ma rubate il loro tempo, così che non possano costruire una relazione profonda con Gesù Cristo, e soprattutto che non preghino! Distoglieteli ad ogni costo da questo! Ecco il mio incarico per voi, angeli delle tenebre.» «Come potremo realizzare il tuo piano?» chiesero i demoni. «Teneteli continuamente con un'infinità di cose marginali della vita quotidiana – cose irrilevanti – ed escogitate sempre qualcosa di nuovo per dominare i loro pensieri,» rispose il diavolo. «Induceteli a spendere molto, a consumare e sprecare molto, a dare e prendere in prestito. Persuadete le mogli a concentrarsi totalmente sul loro lavoro e trascorrere molto tempo al posto di lavoro. Convincete i mariti a lavorare ogni settimana da 6 a 7 giorni, se ci riuscite, fino a 12 ore. Così che si possano permettere il loro stile di vita vuoto. Impeditegli di trascorrere tempo insieme ai loro figli e a pregare con loro. Quando infine le loro famiglie si saranno sgretolate, il loro focolare non potrà più essergli di protezione. Riempite le loro teste a tal punto che non riescano più a sentire la voce sussurrata e tenue dello Spirito Santo. Seduceteli, affinché tengano sempre accesa la radio o lo stereo quando sono in macchina. Fate in modo che la televisione, il CDplayer e il computer siano sempre accesi nelle loro vicinanze. Organizzatevi in modo che giorno e notte, in nessuno negozio o ristorante del mondo si senta musica cristiana. Così i loro pensieri verranno progressivamente avvelenati e l’unità e il legame con Cristo sia danneggiato. Inondate i tavoli della colazione con giornali e riviste. Martellategli 24 ore al giorno le notizie più fresche. Riempite le strade con cartelli e pannelli su qualsiasi prodotto, inondate le bucalettere di pubblicità, offerte di prodotti gratuiti e servizi che danno false speranze. Raffigurate sulle riviste e sulle copertine donne belle e snelle – i mariti penseranno sempre di più che la bellezza esteriore è decisiva e troveranno le loro mogli sempre meno attrattive (e le mogli non saranno mai soddisfatte del loro aspetto e si daranno da fare per avere dei corpi più perfetti). Anche questo servirà a distruggere velocemente le famiglie. Non lasciategli pace durante le vacanze. Impegnatevi a fare sì che tornino al lavoro stanchi, pieni di preoccupazioni e di disturbi. Guardate che non si rallegrino della natura e che in nessun caso contemplino il creato di Dio. Perciò mandateli in parchi di divertimento, a manifestazioni sportive, concerti e al cinema. Il vostro compito è fare in modo che siano costantemente occupati, occupati e occupati; che non trascorrano tempo con Dio! E quando si incontrano con altri cristiani, allora non permettetegli di parlare di cose che riguardano Dio, ma riempite i loro discorsi con bazzecole e altre cose insignificanti, così che non siano consapevoli della voce della loro coscienza. Ma soprattutto vi dico sempre: non permettetegli assolutamente di trovare tempo per pregare e tempo per lodare Dio. Questo non lo sopporto! Non stancatevi e non interrompete i vostri sforzi. Devono sempre essere megaoccupati, così da non potersi prendere cura delle loro relazioni con Dio e la famiglia. Fategli provare vergogna di testimoniare della loro fede a parenti e amici, e impeditegli di evangelizzare per guadagnare persone a Cristo. Proponete loro tante buone scuse per questa mancanza di tempo, e fate che non cerchino la guida, il coraggio e la forza da Dio. Presto cominceranno a vivere seguendo le loro proprie vie, con le proprie forze, sacrificando la loro salute e la loro famiglia per ‹la cosa buona›. Vedrete che funzionerà!» Fu un incontro di successo. I demoni andarono zelanti al loro ordine, per tenere più che mai occupati i cristiani in tutto il mondo, per cacciarli e per influenzarli ancora di più, facendoli pensare di dover correre qua e là. Che ne pensi? Il progetto del diavolo avrà buon esito? Forse da me? …




http://www.benmelech.org/discepolo/2009-conferenza-satana-strategie.pdf
LettereDiBerlicche
00mercoledì 6 maggio 2009 23:53
"Mio caro Malacoda,


 




è evidente che tutto va bene. Godo soprattutto di sapere che i due
nuovi amici gli hanno ora fatto conoscere tutta la compagnia. Son
tutta gente, come ho potuto controllare dall'archivio, sulla quale
si può fare completo assegnamento: beffardi e mondani ben piantati e
sicuri che, senza delitti spettacolari, progrediscono quietamente e
comodamente verso la casa di Nostro Padre. Tu parli di loro come di
grandi ridanciani. Voglio sperare che ciò non significhi che tu
abbia l'impressione che il riso come tale sia in nostro favore. Val
la pena di rivolgere l'attenzione su questo punto.



 




lo divido le cause del riso umano in: gioia,
allegria, scherzo propriamente detto, e volubilità. La prima la
troverai fra amici e persone che si vogliono bene, riuniti alla
vigilia di un giorno di festa. Fra le persone adulte si presenta di
solito qualche pretesto simile agli scherzi, ma la facilità con la
quale il minimo motto di spirito produce il riso in un dato momento
è una prova che la vera causa non sono gli scherzi. La vera causa
noi la conosciamo. Qualcosa di simile viene espresso in molta di
quell'arte detestabile che gli esseri umani chiamano Musica, e
qualcosa di simile ha luogo in Cielo - un'accelerazione priva di
senso del ritmo dell'esperienza celeste, e completamente opaca per
noi. Un riso di questo genere non ci porta nessun vantaggio, e
dovrebbe sempre essere sconsigliato. Inoltre quel fenomeno è in se
stesso disgustoso, così come è un diretto insulto al

realismo
, alla
dignità, e all'austerità dell'Inferno.



 




L'allegria è strettamente
associata alla gioia - è una specie di spuma emozionale che sorge
dall'istinto del gioco. E’ di pochissima utilità per noi. Può
essere, naturalmente, usata talvolta per allontanare gli umani da
qualcosa che il Nemico desidererebbe far loro sentire o fare; ma in
se stesse le sue tendenze sono assolutamente indesiderabili;
promuove la carità, il coraggio, il contento, e molti altri mali.


 





Lo scherzo
propriamente detto, che sorge dalla subita percezione di
un'incongruità è un campo molto più promettente. Non intendo parlare
in primo luogo dell'umorismo indecente e immorale, che spesso
disillude nei suoi risultati, benché tentatori di second'ordine ne
abbiano una grande fiducia. La verità è che su questo argomento gli
esseri umani sono abbastanza chiaramente divisi in due classi. Vi
sono alcuni per i quali «nessuna passione è tanto seria quanto la
lussuria» e per i quali una storiella indecente cessa di produrre un
senso di lascivia proprio in quanto diventa ridicola; mentre in
altri il riso e la lussuria vengono eccitati nello stesso momento e
dalle stesse cose. Il primo genere scherza sul sesso per molte
incongruenze che suscita; i secondi coltivano le incongruenze in
quanto offrono un pretesto per parlare del sesso. Se il tuo uomo è
del primo tipo, l'umorismo indecente non ti servirà a nulla - non
dimenticherò mai le ore perdute (ore per me di tedio insopportabile)
con uno dei miei primi pazienti nel bar e nelle sale per fumatori
prima che sapessi di questa regola. Cerca di scoprire il gruppo al
quale appartiene il tuo ammalato - e procura che egli
non
lo scopra.




L'utilità reale degli scherzi o dell'umorismo consiste in una
direzione completamente diversa, e promette bene particolarmente fra
gli inglesi, i quali prendono talmente sul serio il loro «senso
dell'umorismo» che una insufficienza in questo senso è quasi l'unica
insufficienza della quale sentano vergogna. L'umorismo è per loro la
grazia vitale che porta ogni consolazione e (nota bene) ogni scusa.
E’ quindi incalcolabile come mezzo per distruggere la vergogna. Se
uno semplicemente lascia che gli altri paghino per lui, è «avaro»;
se se ne fa un vanto in modo scherzoso e rinfaccia ai suoi simili di
aver fatto le spese per lui, non è più «avaro» ma è un tipo ameno.
Essere vile semplicemente è vergognoso; esserlo gloriandosene con
esagerazioni umoristiche e gesti grotteschi, è cosa alla quale si
può passar sopra come divertente. La crudeltà è cosa vergognosa - a
meno che l'uomo crudele la possa presentare come uno scherzo a
un'altra persona. Mille scherzi indecenti e magari blasfemi, non
sono d'aiuto per la dannazione d'un uomo tanto quanto la sua
scoperta che quasi ogni cosa che desidera fare può farsi, non
soltanto senza la disapprovazione, ma con l'ammirazione dei suoi
simili, se soltanto si riesce a farla in modo che la si tratti come
uno scherzo. Codesta tentazione può rimanere quasi totalmente celata
al tuo paziente per mezzo della serietà inglese intorno
all'umorismo. Qualsiasi dubbio che ve ne possa essere troppo può
essergli presentata come «puritana» o come una prova di «mancanza di
umorismo».



 




Ma la
volubilità
è la migliore di tutte queste cose.
In primo luogo è molto economica. Soltanto un essere umano
intelligente può fare del vero spirito sulla virtù, e, a dire il
vero, su qualsiasi altra cosa; qualsiasi uomo lo si può educare a
parlare
come se la
virtù fosse ridicola. Fra la gente volubile si ritiene sempre che lo
scherzo sia stato fatto. Nessuno, in realtà lo fa; ma ogni argomento
serio vien discusso in modo tale che si suppone di averne gia
trovato il lato ridicolo. Se vien prolungato, l'abitudine di fare il
chiacchierone leggero e volubile costruisce intorno a un uomo la più
fine armatura contro il Nemico che io conosca, ed essa è
completamente libera dai pericoli che s'accompagnano alle altre
fonti del riso.





E’ lontana dalla gioia le mille miglia; ottunde l'intelletto, invece
di renderlo acuto; e non eccita affetto alcuno fra coloro che la
praticano.


 




Tuo affezionatissimo zio




Berlicche"

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:40.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com