Maximulta Antitrust a Roche e Novartis: accordo per spartirsi mercato, con danno ai malati

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wheaton80
00lunedì 28 marzo 2022 15:41
Pfizer ritira un farmaco:“Potenzialmente cancerogeno”. La multinazionale leader nei vaccini ci ricasca

L’annuncio di Pfizer
Pfizer lo ha ufficializzato con una nota lo scorso 21 marzo, predisponendo volontariamente il ritiro dal commercio mondiale di Accuretic, un farmaco utilizzato anche in Italia per il trattamento dell’ipertensione. Lo stop arriva a causa della possibile presenza all’interno del farmaco di nitrosammine, un composto chimico potenzialmente cancerogeno, che può causare tumori gastrici e all’esofago se assunto in dosi eccessive.

Anche il generico viene ritirato
Sono state ritirate dal commercio anche le due versioni generiche del medicinale distribuite da Greenstone. "Nitrosammine sono comuni nell’acqua e nei cibi", si legge nella nota diramata da Pfizer, "inclusi salumi, carne grigliata, vegetali e latticini. Tutti sono esposti alle nitrosammine, ma se le persone sono esposte sopra a dei livelli accettabili per un periodo troppo lungo di tempo, ci può essere un aumento dei rischi di cancro".

L’AIFA prende provvedimenti
Anche l’AIFA ha preso provvedimenti in tal senso, prendendo atto del ritiro del farmaco Accuretic:"Il ritiro è stato disposto volontariamente dalla ditta Pfizer SRL", si legge nella nota diffusa dall’AIFA, "a seguito della comunicazione concernente possibile presenza di nitrosammine in confezioni del medicinale”. In caso di assunzione, l’AIFA ha raccomandato di controllare immediatamente se il lotto corrisponde ad uno dei quattro che sono stati segnalati.

– CM2641 con scadenza 30/04/2022
– CJ7190 con scadenza 30/04/2022
– FF8042 con scadenza 30/04/2024
– FJ7219 con scadenza 30/04/2024

Ritirato il farmaco anche in Italia

L’AIFA ha poi predisposto il ritiro del farmaco Accuretic di Pfizer per tutto il canale distributivo. Come già successo per un altro farmaco (lo Chantix, vedi articolo sopra. Nota Wheaton80), sempre prodotto da Pfizer, dopo l’immissione in commercio ed un largo utilizzo nella popolazione, si scopre che il prodotto potrebbe portare a gravi conseguenze. Un motivo in più per ribadire l’importanza della raccolta dati sulla sperimentazione farmaceutica.

27 marzo 2022
www.ilparagone.it/attualita/pfizer-ritira-un-farmaco-potenzialmente-cancerogeno-la-multinazionale-leader-nei-vaccini-ci-...
wheaton80
00martedì 10 maggio 2022 19:21
Dr Rath Foudation: Il British Medical Journal ammette che l’industria farmaceutica ha corrotto la medicina
Non sono rivelazioni sorprendenti quelle che traduco nel seguito, ma giova rinfrescare sempre il concetto e poi ora giunge da una autorevole rivista “ufficiale” di medicina: il British Medical Journal

Non è un segreto che le riviste mediche dipendano in larga misura dalle entrate derivanti dalle pubblicità che vengono inserite dalle aziende farmaceutiche. La loro dipendenza da tale pubblicità ha il prevedibile effetto di assicurare che le critiche all’industria farmaceutica siano minimizzate, o addirittura eliminate, per evitare che questa lucrativa fonte di finanziamento venga tolta. Una rara eccezione si è verificata di recente col British Medical Journal (BMJ), una delle riviste mediche più lette al mondo, quando ha pubblicato un articolo d’opinione che dichiarava che la medicina basata sull’evidenza è stata corrotta dagli interessi delle multinazionali, dal fallimento della regolamentazione e dalla commercializzazione del mondo accademico:

www.bmj.com/content/376/bmj.o702

Come gli autori del BMJ ammettono nell’articolo, la medicina oggi è diventata largamente dominata da un piccolo numero di compagnie farmaceutiche molto grandi che, mentre competono per quote di mercato individuali, sono effettivamente unite nei loro sforzi per espandere il mercato globale dei farmaci. Invece di beneficiare principalmente i pazienti, gli autori dicono che gli interessi finanziari ora prevalgono sul bene comune. Significativamente, queste osservazioni coincidono con gran parte di ciò che il Dr. Rath e la nostra organizzazione dicono da più di due decenni. Come l’articolo sottolinea anche correttamente, il progresso scientifico in medicina è ostacolato dalla proprietà dei dati e della conoscenza (i brevetti), perché l’industria farmaceutica sopprime i risultati negativi delle prove, non riesce a segnalare gli eventi avversi e non condivide i dati grezzi (info non processate) con la comunità di ricerca accademica. In molti casi, come abbiamo sottolineato in precedenza, questo significa che i risultati degli studi sui farmaci sono essenzialmente truccati. Gli autori del BMJ descrivono inoltre come i pazienti stiano morendo a causa dell’impatto negativo degli interessi commerciali sul programma di ricerca, sulle università e sui regolatori. Essi identificano anche correttamente che la responsabilità dell’industria farmaceutica verso i suoi azionisti significa che la fedeltà al prodotto e la propaganda delle pubbliche relazioni sono prioritarie rispetto all’integrità scientifica. La cattura del mondo accademico da parte delle aziende farmaceutiche viene criticata pesantemente e gli autori dell’articolo spiegano che le università ora cercano attivamente finanziamenti farmaceutici a condizioni commerciali. Come risultato di questo, dicono gli autori, i dipartimenti universitari sono diventati strumenti dell’industria farmaceutica, con sperimentazioni condotte da aziende farmaceutiche che sono per lo più riportate come svolte da nomi di accademici di alto livello. Con questo controllo delle compagnie farmaceutiche sul programma di ricerca e con il ghostwriting (stesure di testi per conto di terzi, ndt) per gli articoli delle riviste mediche, molti accademici funzionano essenzialmente come agenti per la promozione dei prodotti farmaceutici.

Ma non si fa menzione del problema principale
Mentre gli autori del BMJ delineano le loro soluzioni, proposte per la riforma dell’industria farmaceutica, le loro idee non riescono ad affrontare il problema centrale, in quanto commettono essenzialmente l’errore di assumere che la medicina farmaceutica sia in grado di sradicare le malattie. Ma in realtà, prevenire lo sviluppo di malattie croniche non è negli interessi finanziari dell’industria farmaceutica. Al contrario, infatti, mantenere ed espandere le malattie è una precondizione per la crescita finanziaria dell’industria. Questo spiega non solo perché la maggior parte dei farmaci da prescrizione commercializzati oggi non hanno un’efficacia provata e mirano solo ai sintomi, ma indica anche perché le terapie naturali basate sulla scienza rappresentino una minaccia esistenziale per l’industria farmaceutica, poiché affrontano la causa primaria delle malattie. Questo da un’idea anche del perché i numeri del BMJ non riescono a dare la stessa quantità di spazio agli approcci naturali. I lettori con buona memoria ricorderanno che il Dr. Rath ha precedentemente affrontato la questione direttamente con il BMJ e il suo editore di allora, Fiona Godlee. Dopo che il BMJ pubblicò false accuse sul Dr. Rath nel 2006 e fu costretto a ritrattarle ed anche a scusarsi pubblicamente pagando i danni che aveva causato, il Dr. Rath scrisse alla signora Godlee per suggerire un nuovo modo di procedere in cui il BMJ si sarebbe impegnato a dare una pari quantità di spazio ai rapporti scientifici e medici provenienti dal campo della ricerca sui micronutrienti. Da allora, tuttavia, il BMJ non è riuscito ad avvicinarsi minimamente a questo obiettivo. Dunque, mentre è senza dubbio un passo avanti per il BMJ il fatto di pubblicare un articolo ammettendo che l’industria farmaceutica ha corrotto la pratica della medicina, questo fatto in sé è scarsamente sufficiente. Finché il BMJ non darà il giusto riconoscimento al crescente campo della ricerca su base scientifica sui micronutrienti, la realtà è che gli interessi farmaceutici continueranno a prevalere sul bene comune. I pazienti, le loro famiglie e i medici meritano sicuramente di meglio.

Fonte: www.dr-rath-foundation.org/2022/04/british-medical-journal-admits-drug-industry-has-corrupted-m...
Traduzione: Cristina Bassi

10/05/2022
www.thelivingspirits.net/dr-rath-foudation-il-british-medical-journal-ammette-che-lindustria-farmaceutica-ha-corrotto-la-m...
wheaton80
00mercoledì 6 luglio 2022 16:56
Big Pharma: guadagna miliardi creando dipendenza da oppioidi



Purdue Pharma è una società farmaceutica americana fondata nel 1892 dai dottori John Purdue Gray e George Frederick e acquistata nel 1952 dai fratelli Raymond e Mortimer Sackler. La famiglia Sackler ha gestito l’azienda: tre dei sette figli di Mortimer, i due di Raymond e uno dei suoi nipoti hanno ricoperto ruoli nel consiglio direttivo. A maggio del 1987 la FDA approva MS Contin (solfato di morfina) ed è la prima formulazione di un antidolorifico oppioide che consentiva la somministrazione ogni 12 ore invece delle canoniche 4-6 ore. Nel dicembre 1995 viene approvato l’OxyContin della Purduecon, una etichetta unica nel suo genere. In pratica secondo l’FDA la formulazione a rilascio controllato avrebbe comportato un minor potenziale di abuso poiché il farmaco sarebbe stato assorbito lentamente e non ci sarebbe stato un "rush" immediato o uno sballo che avrebbe promosso l’abuso. Meno dell’1% di dipendenza: cosa ovviamente falsa! L’etichetta avallata fu però il grimaldello usato da uno spietato e criminoso marketing volto a convincere la classe medica, da sempre restia a prescrivere oppioidi. L’etichetta della FDA ha cancellato ogni remora...

Come spacciare gli oppioidi?

I farmaci oppioidi sono usati nella gestione del dolore. Sintetizzati agli inizi del Novecento, la loro diffusione risale come abbiamo detto agli anni Novanta. Gli spietati gestori della Pardue non volevano però convincere i medici a prescrivere la loro molecola solo per i dolori gravi, ma anche per dar sollievo al dolore leggero e cronico, e non avendo l’annoso problema della dipendenza lo si sarebbe potuto usare anche per un lungo periodo. Grasso che cola per gli assatanati dei Sackler. La strategia di marketing purtroppo funzionò e l’OxyContin si diffuse capillarmente, non solo tra i malati ma anche tra gli amici e i familiari, compresi i figli adolescenti dei pazienti che lo usavano. Aiutarono campagne televisive mirate ai pazienti sofferenti con messaggi altamente fuorvianti. Presto si sviluppò anche un mercato nero perché la gente diventava dipendente, e i medici, per tornaconti personali, iniziarono ad abusare delle prescrizioni... La realtà è tristissima: l’ossicodone, esattamente come tutti gli oppioidi, creava enormi problemi di dipendenza. Un paziente lo prendeva per alleviare i dolori e si ritrovava tossicodipendente. Le morti per overdose negli Stati Uniti sono diventate frequentissime negli ultimi vent’anni: si stima dal 1999 oltre 800.000!

Scandalo Pardue Pharma

Lo scandalo è venuto alla luce grazie ad un’inchiesta giornalistica del New York Times e a due cause legali nello Stato di New York e nel Massachusetts. L’accusa è pesantissima: la Purdue Pharma ha tratto profitto curando una dipendenza che lei stessa aveva contribuito in maniera determinante a creare. L’epidemia degli oppioidi, una delle più gravi piaghe sociali ad aver colpito gli Stati Uniti negli ultimi trent’anni. Da noi in Italia quasi non se n’è parlato, ma in America è stato centrale nel dibattito pubblico. Va detto che la Purdue non è certo l’unica casa farmaceutica colpevole di simili crimini: sono almeno 22 i produttori di oppioidi finiti nel mirino di azioni legali avviate in America da Stati, contee e città per la crisi degli oppioidi. Una delle più famose è stata sicuramente la Johnson & Johnson.

Purdue Pharma e la famiglia Sackler

Attualmente la casa farmaceutica Purdue sta affrontando circa 2.000 cause legali negli Stati Uniti, e molte di queste si sono concluse nel 2007 in un processo federale, dove la società ha dovuto dichiararsi colpevole di aver ingannato dottori, pazienti ed enti di controllo sui rischi di dipendenza e di abuso dell’ossicodone. Pagò 600 milioni di dollari di multe e risarcimenti. L’esempio arrivò alla Johnson&Johnson, che dovrà risarcire 572 milioni di dollari per una aggressiva promozione di antidolorifici da oppioidi (Nucynta e Duragesic). Dopo la condanna alla J&J, la Purdue Pharma ha negoziato un accordo da 12 miliardi negli USA. La condotta della casa farmaceutica, ha stabilito il tribunale dell’Oklahoma, è stata responsabile di un’epidemia di dipendenza da oppioidi. Il Paese è uno degli Stati più colpiti dalla crisi degli oppioidi e i numeri non lasciano spazio a dubbi: fra il 2015 e il 2018 sono state prescritte 18 milioni di ricette per oppioidi, una cifra elevata considerato che la popolazione è solo di 3,9 milioni di persone. Dal 2000, circa 6.000 residenti sono morti per overdose di oppioidi. Una strage silenziosa! Nel 2019 la Pardue Pharma ha però dichiarato bancarotta, per cui non pagheranno, nonostante la rivista Forbes stimi il patrimonio della famiglia Sackler a circa 13 miliardi di dollari. Infine, secondo la Procuratrice dello Stato di New York Letitia James, la Pardue ha usato conti in Svizzera per trasferire circa un miliardo di dollari…

Il caso McKinsey

Un altra importante società che ha giocato un ruolo cruciale nello scandalo degli oppioidi è la società statunitense di consulenza McKinsey, che ha patteggiato 573 milioni di dollari con 47 Stati per aver spinto la vendita dell’OxyContin. Tra i consigli dati alla casa farmaceutica, anche il modo di contrastare messaggi contro il farmaco di madri di ragazzi vittime di overdose. Lo ricordo nuovamente: stiamo parlando di un fenomeno inquietante: si calcola che ogni giorno solo negli USA 130 persone muoiano per overdose di questi farmaci, il cui fatturato annuo sfiora gli 80 miliardi di dollari! Secondo il New York Times, McKinsey lavorò con Purdue suggerendo di concentrarsi sulla vendita delle lucrative pillole ad alto dosaggio anche dopo che la casa farmaceutica si dichiarò colpevole nel 2007 nell’indagine federale. Per molti anni McKinsey ha suggerito diverse tecniche per aumentare le vendite di OxyContin e quindi i profitti. Nel 2009 consigliò ad esempio di enfatizzare che “gli oppioidi riducono lo stress e rendono i pazienti più ottimisti e meno isolati”. Nel 2013, il governo federale aveva raggiunto un accordo con Walgreens, la catena di farmacie, per contrastare le prescrizioni illegali di oppioidi. Le vendite di farmaci come l’OxyContin avevano iniziato a diminuire e a quel punto McKinsey raccomandò a Purdue di “fare pressioni sui vertici di Walgreens per allentare la stretta sulle prescrizioni”. Anche le tecniche di “marketing innovativo” sono uscite dal cilindro della McKinsey: rimborsi ai venditori per ogni overdose, concedendo ai distributori uno sconto per ogni overdose di OxyContin attribuibile alle pillole che vendevano. Per McKinsey, e più in generale per il mondo della consulenza, si tratta di un precedente molto pericoloso. La società USA per decenni è riuscita a schivare la responsabilità legale anche in caso di veri e propri disastri come Enron, di cui McKinsey era consulente. E’ bene ricordare di chi stiamo parlando: la McKinsey è la società di consulenza dietro la riforma sanitaria italiana, ha formato i quadri dell’epoca, ha istruito per bene la d.ssa Giulia Grillo e oggi consiglia il governo nel Recovery Plan…

Conclusione
Il caso degli oppioidi in America rappresenta solo la puntina esterna di un iceberg sotterraneo mostruoso e gigantesco. Un meccanismo diabolico e perverso che dimostra in maniera inequivocabile che all’industria chimica la salute delle persone interessa meno di zero! E’ la prova provata, la pistola fumante che Big Pharma guarda esclusivamente gli interessi economici, il business e le quote azionarie. Se per far diventare blockbuster (campione di incassi: superare la soglia del miliardo di dollari di fatturato in un anno) un farmaco serve creare una epidemia di dipendenze e/o assassinare centinaia di migliaia o milioni di persone, no problem: la meta viene prima di tutto! Il problema è che questi criminali, che sfornano anche i vaccini e sieri genici, sono visti come le società che salveranno l’umanità...

Dopesick - Dichiarazione di dipendenza
Consiglio vivamente di guardare la serie televisiva Dopesick - Dichiarazione di dipendenza. Una serie arrivata in Italia il 12 novembre 2021: una unica stagione di 8 episodi. Grazie alla tenacia della giornalista Beth Macy e alla lungimiranza del regista e sceneggiatore Danny Strong, si è potuto raccontare in TV l'origine di una guerra invisibile che finora ha ucciso quasi 800.000 persone, bambini inclusi...

Marcello Pamio
30 maggio 2022
disinformazione.it/2022/05/30/big-pharma-guadagna-miliardi-creando-dipendenza-da-o...
wheaton80
00martedì 1 novembre 2022 22:38
Levothyrox e Essure: lo scandalo infinito dei farmaci in Francia

I guai non sono finiti per Merck: dopo aver risarcito i pazienti, la filiale francese della società farmaceutica tedesca dovrà rispondere in tribunale per “inganno aggravato”. Il caso è quello che ricordano tutti e che riguarda il farmaco per la anti-tiroide Levothyrox: in particolare l’atto d’accusa del giudice è legato “alle procedure informative relative al momento del passaggio dalla vecchia alla nuova formula nel 2017”. La filiale francese, infatti, non aveva indicato nel foglietto illustrativo il cambiamento di formula, ovvero la modifica di alcuni dei suoi eccipienti per dare maggiore stabilità al prodotto. A difesa della farmaceutica era scesa in campo anche l’ANSM, l’Agenzia Francese per la Sicurezza dei Farmaci.

La vicenda
Nel 2018 l’Associazione Francese dei Pazienti Tiroidei (AFMT) decise di effettuare un’analisi presso un laboratorio straniero sulla nuova formula di Levothyrox, dopo che molti pazienti avevano lamentato effetti collaterali. La ricerca rivelò che la nuova formula conteneva meno levotiroxina rispetto alle specifiche in vigore: circostanza che avrebbe reso il farmaco meno efficace nel trattamento della patologia. Inoltre, in laboratorio gli esperti avevano anche evidenziato la presenza di destrotossina, non indicata tra i componenti. La destrotossina è una sostanza sintetica, non commercializzata in Francia, ritirata dalla vendita negli Stati Uniti a causa di effetti collaterali simili a quelli descritti oggi dai pazienti tiroidei, che lamentano crampi, mal di testa, vertigini e perdita di capelli. Per effetto di queste modifiche, molti pazienti iniziarono ad accusare diversi effetti collaterali come mal di testa, insonnia o addirittura vertigini.

Il caso Essure
L’Agenzia Francese sulla Sicurezza dei Farmaci torna anche in un’altra vicenda, quella che riguarda il dispositivo intrauterino Essere: un’indagine condotta da un collettivo di giornalisti, Splann!, ha dimostrato che l’agenzia, nell’aprile 2017, ha ricevuto un report che metteva nero su bianco i danni irreversibili che questo dispositivo era capace di provocare alle donne. Allertata dalle segnalazioni di effetti avversi del dispositivo commercializzato da Bayer, l’ANSM aveva incaricato un esperto esterno di analizzare la stabilità dei materiali costitutivi di questi dispositivi medici. Quest’ultimo aveva concluso che la composizione delle saldature, la geometria dell’impianto e il suo ambiente nel corpo creavano tutte le condizioni affinché si verificasse la “corrosione galvanica”, inducendo un rischio per la salute dei pazienti. Effetti che l’agenzia aveva ignorato ma che poi si sono verificati su un elevato numero di pazienti, anche nel nostro Paese, tanto che alla fine la stessa agenzia è stata costretta a chiederne la rimozione.

Valentina Corvino
31 ottobre 2022
ilsalvagente.it/2022/10/31/scandali-farmaci-francia/
wheaton80
00mercoledì 27 dicembre 2023 13:44
La denuncia di Mario Giordano: “Ecco come si ammalano le persone sane a causa dei farmaci”

Mario Giordano ha pubblicato un pezzo imperdibile su Panorama su questa nostra società drogata di medicinali. Qualche giorno fa avevamo ripreso un articolo altrettanto interessante apparso incredibilmente su LaStampa. Giordano, però, riesce anche ad andare oltre. E scrive:“A forza di prendere farmaci, le persone sane si ammalano pure. Ma chi può fermare la macchina di Big Pharma? Che cosa importa se i farmaci fanno bene o male? L’importante è venderli… E così le vendite dei farmaci procedono a gonfie vele: lo Stato è arrivato a spendere 23,5 miliardi di euro l’anno, contro i 16 miliardi di dieci anni fa. È troppo forte l’interesse economico che spinge i farmaci: il mercato della paura e delle malattie non conosce crisi. Anzi. Che consumiamo troppi farmaci, e spesso inutili, è sicuro”.

Scrive ancora Mario Giordano:“Qualche tempo fa il British Medical Journal ha pubblicato una ricerca del King’s College di Londra e della London School of Economics. Hanno preso in esame 68 indicazioni di farmaci oncologici fra il 2009 e il 2013. Ebbene: dopo tre anni era risultato che solo 24 su 68, cioè il 35 per cento, aveva provocato un aumento della sopravvivenza (e, comunque, per meno di tre mesi) e solo il 7 per cento aveva provocato un aumento della qualità della vita. Ciò significa, in parole poverissime, che il 65 per cento dei farmaci oncologici non sono stati introdotti per portare beneficio a chi quei farmaci li assume. Ma solo per portare beneficio a chi li produce. Nel luglio 2019 sempre il British Medical Journal pubblicò un’analisi di Beate Wieseler, dell’istituto pubblico tedesco che studia la qualità e l’efficienza della salute. La Wieseler aveva messo sotto osservazione tra il 2011 e il 2017 la bellezza di 216 nuovi farmaci introdotti nel sistema con tutte le benedizioni e le autorizzazioni del caso. Ebbene: solo il 54 per cento, cioé il 25 per cento, uno su quattro, avevano portato beneficio. Ciò significa che tre farmaci su quattro introdotti nei sei anni studiati dalla ricercatrice erano risultati del tutto inutili. Potevamo evitare di assumerli. E soprattutto evitare di pagarli”.

“Qualcuno ci guadagna, ma non è la nostra salute”, denuncia Mario Giordano. Ma quanti sono i farmaci che producono effetti tossici? “L’associazione francese indipendente Prescrire ha appena aggiornato la lista (per il 2024) dei farmaci che fanno più male che bene. Sono 105, di cui molti commercializzati anche in Italia. Si va dal diclofenac (Voltaren) al kétoprofène (Ketum), dall’oxomemazina (lbplexil) al caolino (Gastropax). Qualcuno accusa la rivista Prescrire di fare troppo allarmismo. […] Ma nessuno fa l’analisi comparativa tra le medicine. E sapete perché? Semplice: perché anche tutta la ricerca scientifica è finanziata dalle case farmaceutiche, le quali non hanno come primario obiettivo quello di curare i malati. Ma quello di curare i bilanci”.

Gabriele Angelini
27/12/2023
www.ilparagone.it/attualita/la-denuncia-di-mario-giordano-ecco-come-si-ammalano-le-persone-sane-a-causa-dei-...
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