Tolleranza zero pesticidi: prima sentenza storica in Italia (2014)

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wheaton80
00lunedì 25 marzo 2019 01:36
Il tribunale su Monsanto-Bayer:“Il glifosato fattore determinante per il cancro”

L’erbicida Roundup contenente glifosato “è stato un fattore determinante” nel procurare il cancro ad un uomo di 70 anni, Edwin Hardeman, che lo ha usato per decenni nel suo giardino. Lo ha stabilito un tribunale californiano all’unanimità, infliggendo il secondo colpo in un anno alla Monsanto, già condannata a risarcire con 78 milioni di dollari il giardiniere Dewayne Johnson, che ha portato a processo la multinazionale ritenendo il glifosato contenuto nel Roundup responsabile del suo cancro. Il colosso americano è anche stato accusato di aver negato l’esistenza di rischi per la salute. Sia a Johnson che ad Hardeman è stato diagnosticato un linfoma non Hodgkin. La nuova pronuncia è arrivata martedì 19 marzo e sposta ora il processo in una seconda fase in cui i giurati si occuperanno della questione della responsabilità e dei danni. I giurati hanno deliberato per quasi una settimana prima di valutare l’unica domanda a cui hanno dovuto rispondere nella prima fase del processo. Il giudice distrettuale degli Stati Uniti, Vince Chhabria, ha limitato drasticamente le prove che i giurati hanno potuto ascoltare nella prima fase e ha per lo più escluso l’esame delle prove sulle presunte azioni di Monsanto per controllare o manipolare la documentazione scientifica. Ma tali prove saranno al centro della seconda fase processuale. Il verdetto è stato una vittoria significativa non solo per Hardeman, ma per le altre migliaia di querelanti negli Stati Uniti che hanno fatto causa alla Monsanto e hanno anche affermato che l’esposizione agli erbicidi a base di glifosato della compagnia causava linfoma non Hodgkin. Ovvia la delusione di Bayer, che si è detta certa che “la scienza confermi che gli erbicidi a base di glifosato non causano il cancro. Siamo fiduciosi che le prove nella seconda fase mostreranno che la condotta di Monsanto è stata appropriata e che la società non dovrebbe essere ritenuta responsabile per il cancro del signor Hardeman”.

Riccardo Quintili
20 Marzo 2019
ilsalvagente.it/2019/03/20/il-tribunale-su-monsanto-bayer-il-glifosato-fattore-determinante-per-il-cancro/55260/?utm_content=bufferf64ba&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer&fbclid=IwAR25-Gz8Qth5pFSTbVpxv6h-ynjCAqW-jMj5YzilhwO-ixfJ585...
wheaton80
00giovedì 28 marzo 2019 22:51
Diserbante al glifosato, Bayer deve risarcire 80 milioni di dollari a un coltivatore

Una giuria di San Francisco ha stabilito che Bayer deve versare 80 milioni di dollari in risarcimenti e danni a Edwin Hardeman, un coltivatore californiano, che secondo i giudici si è ammalato di cancro in seguito alla sua esposizione al diserbante al glifosato Roundup. Secondo la giuria, la Monsanto, controllata dalla Bayer, avrebbe omesso di mettere in guardia dai pericoli del Roundup.

Le azioni di Bayer a picco
Si tratta dell’ennesima mazzata per la multinazionale tedesca, che aveva già visto colare a picco le proprie azioni, qualche giorno fa, dopo che il tribunale di San Francisco aveva stabilito che il prodotto, contenente glifosato, è la causa del tumore alla pelle che ha colpito Hardeman, dopo 26 anni di utilizzo. L'uomo ha denunciato l'azienda, che invece ha sempre negato qualsiasi collegamento tra il prodotto e la malattia riscontrata.

Il processo
Il legale di Hardeman, nell'arringa finale del processo, ha messo in evidenza come "una società responsabile dovrebbe testare i suoi prodotti e dire ai consumatori di essere consapevole che possono causare il cancro. Monsanto non lo ha fatto", ha detto Jennifer Moore, avvocato di Hardeman. Monsanto ha replicato di aver agito in modo "ragionevole sulla base" delle prove scientifiche, ha spiegato Brian Stekloff, legale della società, mettendo in evidenza come l'accusa stava chiedendo alla giuria di credere al fatto che i dipendenti della società hanno messo su una "cospirazione per causare il cancro”.

Il precedente da 289 milioni poi rivisto a 78,5 milioni
La cifra di 80 milioni, di cui 75 milioni in danni, è decisamente inferiore ai 289,2 milioni di dollari riconosciuti lo scorso agosto da una giuria di San Francisco a Dewayne Johnson, ex guardiano di un parco. L'ammontare era stato successivamente rivisto al ribasso da un giudice a 78,5 milioni.

28 marzo 2019
tg24.sky.it/mondo/2019/03/28/bayer-diserbante-glifosato-risarcimento-rec...
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00lunedì 15 aprile 2019 22:21
Storica decisione in Vietnam: stop al glifosato, al bando da giugno

Via il glifosato dalle terre del Vietnam. Il Paese ha appena messo al bando l'uso del famigerato erbicida scatenando le ire degli USA. Il Ministero dell'Agricoltura e dello Sviluppo Rurale il 10 aprile ha fatto sapere che tutti i prodotti a base di glifosato non potranno più essere utilizzati in Vietnam. Secondo quanto riferito dal Dipartimento per la Protezione delle Piante del Ministero, il divieto è in linea con le leggi vietnamite e le normative internazionali, nonché con le condizioni socio-economiche del Paese. Questa sostanza purtroppo da oltre 40 anni viene ampiamente utilizzata in tutto il mondo per la sua elevata efficienza nel controllo della vegetazione infestante. In Vietnam è utilizzato dal 1994 ma da allora sono stati registrati 104 prodotti commerciali a base di glifosato.

Non si tratta di una decisione improvvisa. Già ad aprile 2016, il Ministero aveva bloccato nuove registrazioni della sostanza nel Paese e raccolto informazioni e dati scientifici relativi agli effetti sulla salute umana e l'ambiente. Inoltre, a fine marzo, le autorità vietnamite avevano già vietato le importazioni di tutti gli erbicidi contenenti tale prodotto chimico. A essere proibiti quindi saranno sia le importazioni che l'utilizzo del glifosato. Secondo il governo vietnamita, il livello tossico degli erbicidi contenenti glifosato è da tempo motivo di preoccupazione, per questo da giugno entrerà in vigore il divieto di utilizzo. Ciò non è piaciuto agli Stati Uniti.

Il Segretario americano dell'Agricoltura Sonny Perdue ha criticato la decisione del Vietnam di vietare le importazioni di erbicidi a base di glifosato, sostenendo che avrebbe "effetti devastanti sulla produzione agricola globale". Fa sapere Perdue che il governo degli Stati Uniti ha condiviso studi scientifici con il Vietnam e che è improbabile che il glifosato sia cancerogeno per l'uomo. “Come ho spesso detto, se avremo intenzione di sfamare 10 miliardi di persone entro il 2050, gli agricoltori di tutto il mondo avranno bisogno di tutti gli strumenti e le tecnologie a nostra disposizione", sono le sue parole. Secondo Bayer, il divieto del Vietnam non migliorerà la sicurezza alimentare.

La società ha ribadito di non essere a conoscenza di alcuna nuova valutazione scientifica intrapresa dal governo vietnamita su cui si basa la decisione. "Il peso schiacciante di oltre quattro decenni di vasta scienza e le conclusioni dei regolatori di tutto il mondo supportano la sicurezza degli erbicidi a base di glifosato", ha detto Bayer. Nel frattempo il colosso dell'agrochimica sta facendo i conti con migliaia di cause legali negli USA, nelle quali viene accusato di aver omesso il rischio di cancro legato all'esposizione all'erbicida. Anche se l'Europa sembra concordare con la posizione degli Stati Uniti, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), nel 2015 ha classificato il glifosato come "probabilmente cancerogeno per l'uomo". La risposta di Monsanto allora era stata quella di portare in tribunale l'Agenzia. Oggi però non può nulla contro la decisione del Vietnam, che potrebbe fare da apripista a livello mondiale.

Francesca Mancuso
12-04-2019
www.greenme.it/informarsi/agricoltura/31251-glifosato...
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00domenica 21 aprile 2019 22:14
Danni neurologici a un agricoltore: Monsanto condannata anche in Francia

La corte d’appello di Lione, in Francia, ha giudicato la Bayer Monsanto colpevole nella causa intentata da un agricoltore francese che ha accusato danni neurologici in seguito all’utilizzo di un pesticida prodotto dall’azienda biochimica. A partire dal 2004, Paul François, 55 anni, produttore cerealicolo, avrebbe riportato danni neurologici in seguito all’aspirazione accidentali di fumi generati dal Lasso, un diserbante a base di monoclorobenzolo commercializzato dalla Monsanto in Francia fino al 2007, anche se vietato in Canada dal 1985 e in Francia e Regno Unito dal 1992. Secondo l’accusa, accolta dalla corte d’appello francese, la Monsanto sarebbe stata a conoscenza dei rischi connessi all’utilizzo del Lasso e sarebbe stata colpevole di non aver informato adeguatamente i consumatori riguardo al pericolo:“La presunta conoscenza tecnica da parte di chi lo dovrebbe utilizzare non giustifica la mancanza d’informazioni sul prodotto e dei suoi effetti nocivi”, si legge nella sentenza. “Un agricoltore non è un chimico”. Ancora incerto l’indennizzo che la Monsanto dovrà versare all’agricoltore francese: l’accusa chiedeva 1 milione di euro, ma per ora il tribunale ha ordinato alla multinazionale biochimica semplicemente di corrispondere le spese legali del processo (50mila euro). Attraverso i propri avvocati, la Monsanto ha già fatto sapere che ricorrerà nuovamente in appello contro la sentenza della corte francese. Non si tratta del primo processo sfavorevole alla Monsanto: lo scorso mese, un tribunale della California aveva intimato all’azienda il pagamento di un indennizzo di circa 80 milioni di dollari riconoscendo il ruolo determinante dell’uso di un diserbante a base di glifosato, il Roundup, nell’insorgere del linfoma non-Hodgkin in un agricoltore di San Francisco. In questi giorni, il Vietnam ha deciso di eliminare il glifosato dall’elenco di sostanze autorizzate all’interno del Paese, una decisione che segue a stretto giro il bando alle importazioni dall’estero di prodotti a base di glifosato. Proprio in Francia sta crescendo il movimento per vietare l’uso del pesticida il prima possibile: recentemente il Ministro dell’Ambiente François de Rugy ha annunciato misure per abbandonare i pesticidi a base di glifosato entro il 2020 e per dimezzare l’utilizzo di prodotti fitosanitari entro il 2025. Nell’Unione Europea, l’uso del glifosato è stato prolungato fino al dicembre 2022.

12 aprile 2019
www.rinnovabili.it/ambiente/monsanto-condanna-francia/
wheaton80
00giovedì 25 aprile 2019 13:09
Glifosato, studio choc sui topi:«Danni alla salute per tre generazioni»

Uno studio dell'Università di Washington State pubblicato dalla rivista Scientific Reports getta nuova luce sul glifosato, erbicida prodotto da Monsanto. Nei topi i danni si estendono per tre generazioni. I ricercatori hanno esposto dei ratti in gravidanza ad una dose pari a metà del minimo considerato innocuo, e la prima generazione nata non ha mostrato segni di problemi di salute. La seconda però, scrivono i ricercatori, ha visto un «drammatico aumento» di alcune patologie dei testicoli e delle ovaie delle ghiandole mammarie, oltre che dell'obesità. Nei maschi di terza generazione, inoltre, i ricercatori hanno visto un aumento del 30% delle patologie prostatiche, mentre il 40% delle femmine di terza generazione ha mostrato un aumento delle malattie renali. Più di un terzo delle mamme di seconda generazione ha avuto aborti spontanei e il 40% dei ratti di terza generazione era obeso. “Il fenomeno è chiamato 'tossicologia generazionale”, spiega Michael Skinner, uno degli autori, “ed è stato già visto in sostanze come fungicidi, pesticidi, componenti delle materie plastiche come il bisfenolo A, il repellente per insetti Deet e l'erbicida atrazina. La causa sono dei cambiamenti epigenetici che spengono e accendono geni».

24 Aprile 2019
www.ilmattino.it/salute_e_benessere/glifosato_salute_diserbante_danni_ricerca_topi_24_aprile_2019-4449...
wheaton80
00sabato 27 aprile 2019 15:38
“Oste, il glifosato è cancerogeno?”. Così Monsanto manipolava le carte

Lo studio legale statunitense Baum, Hedlund, Aristei & Goldman, noto per aver già pubblicato una prima trance di notizie riservate, ha pubblicato nuovi documenti che vanno ad arricchire lo scandalo Monsanto Papers, ovvero la pubblicazione di e-mail e discussioni private tra i vertici e i dipendenti Monsanto che dimostrano gli sforzi della multinazionale per accreditare il glifosato come un pesticida sicuro. Su Monsanto, ora acquisita da Bayer, pesano già due sentenze di condanna per la cancerogenicità del glifosato e l’azione di pressing interno non è bastata a scongiurarle. Uno dei documenti più importanti resi pubblici oggi è una e-mail del 2000 dell’ex CEO Monsanto Hugh Grant a vari dipendenti Monsanto. Nello scambio, Grant elogia diversi dipendenti per la pubblicazione di successo della recensione ghostwritten, “Valutazione della sicurezza e valutazione del rischio della raccolta di erbicidi e del suo glifo attivo” nei nomi di Williams, Kroes e Munro, 2000. Dalla pubblicazione, la recensione di Williams, Kroes & Munro è stata citata più di 500 volte nella letteratura e fatta valere dall’EPA e da altri organismi di regolamentazione in tutto il mondo nelle loro valutazioni del glifosato. Uno dei temi chiave dei Monsanto Papers è lo sforzo della compagnia per screditare gli scienziati che mettono in discussione la sicurezza di Roundup e glifosato. Un esempio è nella corrispondenza e-mail tra Monsanto e la giornalista Reuters Kate Kelland. Nel 2017, Kelland ha scritto una controversa storia che ha accusato il dottor Aaron Blair (Presidente del gruppo di lavoro IARC per la monografia 112) di nascondere dati che avrebbero cambiato la conclusione dello IARC, secondo cui il glifosato è un probabile cancerogeno per l’uomo. La storia di Kelland non citava fonti, solo “documenti giudiziari”: ciò indusse molti a sospettare che la Monsanto le avesse fornito la storia, che fu successivamente raccolta dai media in tutto il mondo e citata nelle lettere dei membri del Congresso al National Institutes for Health (NIH), che chiedeva un’indagine sui finanziamenti dello IARC. La Monsanto e gli alleati dell’industria chimica hanno promosso la storia di Kelland, acquistando anche pubblicità di Google collegate alla storia. In una e-mail di aprile 2017, il funzionario della Monsanto Sam Murphey ha detto a Kelland:“Pensiamo che questa sia un’informazione di vitale importanza che deve essere segnalata”.

Valentina Corvino
27 Aprile 2019
ilsalvagente.it/2019/04/27/osteilglifosatoecancerogenocosimonsantomanipolavalecarte/fbclid=IwAR1TiA4AHP3CGzTLIWDJeHgEU03pmBw_NgFdv0c_R1PejYOa45...
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00martedì 30 aprile 2019 13:08
Glifosato, assemblea infuocata alla Bayer: i soci votano contro i manager

Subbuglio nel colosso della chimica e della farmaceutica tedesco Bayer. Ieri sera, dopo un'assemblea durata ore, gli azionisti del gruppo hanno votato contro la dirigenza del gruppo, alla quale è imputata la sbagliata acquisizione di Monsanto. La società americana specializzata nei prodotti chimici per l'agricoltura ha fino ad ora portato più grane che benefici alla Bayer, a cominciare dalla vicenda del diserbante che avrebbe provocato secondo le prime sentenze dei tribunali il cancro ai consumatori. Nell'assise di Bonn, i soci di Bayer hanno votato contro il consiglio di amministrazione del gigante chimico, mostrando in pieno la tensione sulla decisione di acquistare sementi e pesticidi Monsanto, operazione da oltre 60 miliardi di dollari: il 55,5% ha votato contro il board, guidato dal CEO Werner Baumann, con appena il 44,5% degli azionisti a favore. Un enorme calo rispetto al 97% dell'anno scorso. Subito il board ha dovuto convocare una riunione d'emergenza, nonostante il risultato non comportasse una immediata necessità di metter mano alla prima linea del gruppo.

E infatti il consiglio ha comunicato ufficialmente, per bocca del Presidente Werner Wenning, che incassa il voto "molto seriamente" e che farà di tutto "per riconquistare la fiducia degli azionisti nella maniera più rapida e completa possibile". In ogni caso, il management resta compatto alle spalle di Baumann sostenendolo in maniera "unanime". Durante l'assemblea si è capito presto che la perdita di valore a seguito dell'acquisizione, con circa 35 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati, non avrebbe fatto passare ore tranquille agli alti dirigenti dell'azienda tedesca. Dall'acquisizione americana il titolo ha perso il 40% e ora di fatto il mercato valorizza l'intero gruppo poco più del prezzo pagato per la sola Monsanto. A memoria dei presenti, almeno da vent'anni non si era visto un voto contrario al management da parte della maggioranza dei soci, ma qualcuno azzardava a dire che fosse una prima assoluta. Secondo gli specialisti di Bloomberg, questo passo potrebbe accelerare il disegno di Bayer di separare anche societariamente le divisioni che si occupano di chimica per l'agricoltura e sementi da una parte e farmaceutica dall'altra parte.

27 aprile 2019
www.repubblica.it/economia/finanza/2019/04/27/news/assemblea_infuocata_alla_bayer_i_soci_votano_contro_i_manager-22...
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00mercoledì 8 maggio 2019 17:05
Le erbe infestanti cominciano a resistere al glifosato (e rovinano le speranze della Bayer)

Alcune erbe infestanti iniziano a mostrare una certa resistenza all’erbicida Roundup della Monsanto-Bayer, che contiene glifosato e che da tempo è al centro del dibattito sulla sua possibile cancerogenicità. Alcuni agricoltori sono così spinti ad usarne sempre di più, il tutto a discapito della salute umana. Accanto ai problemi in tribunale, per la Monsanto adesso ci sono quelli legati all’effettiva funzionalità del prodotto, il famoso erbicida più venduto al mondo. Ci sarebbero già 43 specie infestanti, tra cui l’amaranthus palmeri, che avrebbero già sviluppato una resistenza al glifosato. A raccontare la storia di David Nichols, un agricoltore che abitualmente utilizza l’erbicida, è il Financial Times. Nichols, nonostante l’erbicida al glifosato, sembra che non riesca più a tenere a bada le erbe infestanti. Da quando Bayer ha acquisito la Monsanto, le polemiche non sono mancate. In tribunale il colosso ha già perso due cause con due ex agricoltori che lo accusavano di essersi ammalati di cancro per colpa del glifosato. Ma ci sono oltre 13mila cause uguali. "Ci affidavamo esclusivamente al glifosato. Secondo noi era ottimo", ha detto Nichols, che coltiva vicino al fiume Mississippi nel Tennessee occidentale. "Probabilmente abbiamo abusato di quell'erbicida e ora abbiamo una resistenza completa al glifosato". I 3.600 acri di terra di Nichols sono invasi dall’amaranto, una delle 43 specie di erba in tutto il mondo che ha sviluppato resistenza al glifosato proprio perché in questi anni se n’è molto abusato. Dall’altro lato, il problema è che la Monsanto ha sviluppato colture di cotone e soia OGM che sono in grado di tollerare sia il glifosato che il dicamba. Il tutto va a discapito della salute umana. La resistenza al glifosato sta poi spingendo alcuni a utilizzarne sempre più e questo nel lungo termine potrebbe portare alla distruzione delle colture. Una situazione sempre più difficile da gestire.

Dominella Trunfio
08-05-2019
www.greenme.it/informarsi/agricoltura/31530-erbe-resistenti-g...
wheaton80
00martedì 14 maggio 2019 17:21
Terza condanna per Bayer: 2 miliardi di dollari ad una coppia californiana

Salgono a tre le condanne a carico di Bayer per il glifosato e il titolo in borsa va sempre più giù. Una giuria di Oakland, in California, ha dato ragione ad Alva e Alberta Pilliod, una coppia che ha utilizzato il Roundup per oltre 30 anni e che si è ammalata di cancro. La giuria ha stabilito che l’uso del diserbante al glifosato ha rappresentato un “fattore significativo” nell’insorgenza della malattia. Questo verdetto è costato alla multinazionale che ha acquistato Monsanto 2.055 miliardi di dollari: a tanto ammonta, infatti, il risarcimento che la giuria californiana ha previsto per la coppia. Il verdetto di Oakland segue le altre due recenti sconfitte in tribunale, per le quali altre giurie hanno condannato Bayer a pagare complessivamente 159 milioni di dollari. Lo scorso marzo una giuria di San Francisco ha stabilito che Bayer deve versare 80 milioni di dollari in risarcimenti e danni a Andrew Herdemann, un coltivatore californiano che secondo i giudici si è ammalato di cancro in seguito alla sua esposizione al diserbante al glifosato Roundup. La cifra di 80 milioni, di cui 75 in danni, è decisamente inferiore ai 289,2 milioni di dollari riconosciuti lo scorso agosto da una giuria di San Francisco a Dewayne Johson, ex guardiano di un parco. L’ammontare era stato successivamente rivisto al ribasso da un giudice a 78,5 milioni.

Bayer si è impegnata a presentare appello
Bayer si è impegnata a presentare appelli in tutti e tre i casi. La decisione della giuria, ha spiegato Bayer in una nota dopo la decisione di Oakland, “è in conflitto diretto con le decisioni dell’Agenzia per la Protezione Ambientale e il consenso delle autorità sanitarie globali, secondo le quali i prodotti a base di glifosato possono essere usati in modo sicuro e non sono cancerogeni”. Dei 2.055 miliardi di dollari chiesti dalla giuria, un miliardo di dollari sono di danni punitivi. Si tratta di una cifra elevata che, secondo alcuni osservatori, potrebbe spingere Bayer a patteggiare le innumerevoli cause su Roundup. Un patteggiamento globale che potrebbe valere 5 miliardi di dollari.

Valentina Corvino
14 Maggio 2019
ilsalvagente.it/2019/05/14/terza-condanna-per-bayer-2-miliardi-di-dollari-ad-una-coppia-californiana/58516/?utm_content=bufferb55d6&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer&fbclid=IwAR3SyVPKU2puj37dmK0-nrg4uG_eOhLuiyZWJWoySuCyYnjVAYz...
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00venerdì 24 maggio 2019 15:56
Glifosato, la svolta di COOP: stop all’erbicida nell’ortofrutta

La COOP elimina il glifosato dai prodotti ortofrutticoli a proprio marchio. Il leader della grande distribuzione annuncia oggi la svolta in occasione del MacFrut a Rimini, dove presenterà il dossier “Pesticidi: stato dell’arte, valutazione dei rischi, uso razionale e riduzione in agricoltura”. Oltre al glifosato, l’erbicida più usato al mondo, sospetto cancerogeno per la IARC, la COOP ha deciso di mettere al bando da frutta e verdura anche terbutilazina, s-metolaclor e bentazone.

Si comincia dalle ciliegie
La decisione della COOP di eliminare le 4 molecole (che si aggiungono alle 10 già bandite da tempo: clormequat, etossichina, difenilammina, benomilcarbendazin, vinclorzolin, procimidone, pirimicarb, metomil, forclorfenuton e imidacloprid) è stata anticipata da una lettera indirizzata agli inizi di febbraio ai 116 fornitori di ortofrutta a marchio COOP, i quali ricorreranno a modalità di gestione alternative. “Saranno possibili poche e temporanee eccezioni in casi di oggettiva difficoltà”, spiega in una nota il leader della GDO, “che i fornitori dovranno comunque concordare con COOP”. “I primi frutti liberi dai 4 pesticidi ad arrivare nei reparti dei 1.100 punti vendita COOP saranno le ciliegie, seguite a breve distanza da meloni, uva e clementine, per un totale di 15 colture nel corso del 2019; nei successivi tre anni queste pratiche verranno estese a tutte le famiglie dei prodotti ortofrutticoli a marchio COOP, per un volume complessivo di oltre 100.000 tonnellate di prodotti coinvolti (a valore circa 325 milioni di euro). Queste azioni sono parte integrante dell’impegno di COOP a tutela dell’ambiente in cui viviamo, con ricadute positive sulla qualità del prodotto e sulla sicurezza alimentare”.

“Promuovere un’agricoltura di precisione”
Non è nuova COOP a scelte di questo tipo. “Era il 1993 quando COOP avviò una campagna per la riduzione dei pesticidi, raccogliendo 1 milione di firme. Da allora più di 10 molecole chimiche sono state eliminate dai prodotti a marchio COOP, spesso anticipando di anni la normativa; il prodotto a marchio COOP da tempo vanta un ridotto contenuto di pesticidi, inferiore del 70% rispetto al residuo ammesso dalle leggi“. Oggi la scelta viene rafforzata per promuovere “l’adozione di tecnologie agricole innovative in grado di migliorare l’efficienza, la resa e la sostenibilità delle coltivazioni (la cosiddetta agricoltura di precisione), proseguendo una strategia di attenzione per l’ambiente e di sicurezza alimentare praticata da tempo e volta al continuo miglioramento delle prestazioni”. L’Italia è tra i primi Paesi in Europa per il consumo di pesticidi per ettaro coltivato, che si possono trovare negli alimenti e che al tempo stesso contaminano l’aria, il suolo e l’acqua. COOP intende contribuire alla riduzione di questa contaminazione “in attuazione del principio di precauzione”, si legge ancora nella nota, “che ha assunto come linea guida. Il ridurre l’uso di sostanze chimiche che possano generare effetti negativi sull’ambiente e sulla salute va di pari passo con una migliore e più scientifica gestione delle attività agricole. È quello che oggi prende il nome di ‘agricoltura di precisione’, non una vera e propria novità, ma ancora una rarità nell’ortofrutta italiana”.

Pedroni:“Siamo pionieri a tutela del consumatore”
“Quando avviamo una nuova campagna, che per noi significa un impegno nel tempo”, spiega Marco Pedroni, Presidente COOP Italia, “ci consideriamo un pò dei pionieri. Lo siamo stati sicuramente nel '93, quando l’Italia aveva una legge sui pesticidi vecchia di 30 anni e si spargeva nei nostri terreni una media di 3,4 chilogrammi a persona di pesticidi. Oggi, grazie all’attenzione di tutti, delle istituzioni, dei cittadini e delle imprese, non siamo più quel Paese; a fine febbraio i parlamentari di tutte le forze politiche hanno firmato una mozione approvata alla Camera che chiede un deciso freno all’uso di pesticidi, ma rimane ancora molto da fare. Ridurre l’uso di altre molecole controverse dopo quelle che abbiamo già eliminato significa alzare l’asticella, produrre un salto di qualità. E chiediamo anche agli altri di farlo. Alcune di queste molecole sono discusse e criticate, con opinioni anche diverse nel mondo scientifico. Come COOP abbiamo deciso di attivare quel principio di precauzione che ci ha fatto dire di no in altri casi controversi: agli OGM, all’olio di palma, all’uso diffuso o sistematico di antibiotici negli allevamenti. In questo modo pensiamo di fare gli interessi sia dei consumatori che dell’ambiente, ovvero esattamente ciò che una cooperativa di consumatori deve fare”.

Enrico Cinotti
10 Maggio 2019
ilsalvagente.it/2019/05/10/glifosato-la-svolta-di-coop-stop-allerbicida-nellort...
wheaton80
00mercoledì 29 maggio 2019 18:04
Nuove ombre sul glifosato: accusato di provocare danni al fegato

Uno studio dell’università della California, pubblicato sulla rivista Clinical Gastroenterology and Hepatology, ha gettato nuove ombre sul glifosato, associando elevati livelli del diserbante nelle urine alla malattia epatica:

www.upi.com/Health_News/2019/05/24/New-study-links-Roundup-weed-killer-to-liver-damage/4941558707583/?spt=su&o...

E’ la prima volta che il principio attivo del RoundUp viene messo in correlazione ad una malattia diversa dal tumore. “Abbiamo trovato che i pazienti che avevano una malattia più grave avevano livelli più elevati di glifosato nelle urine, il che significa che avevano livelli più alti di esposizione, presumibilmente attraverso la loro dieta”, ha detto il ricercatore capo Paul Mills, Direttore del Centro di eccellenza UCSD per la ricerca e la formazione in Integrative Health. La curiosità di indagare maggiormente sul rischio epatico è nata dopo che alcuni studi sui topi hanno dimostrato che gli animali nutriti con la sostanza hanno sviluppato una forma di malattia del fegato grasso non correlata al consumo di alcool. Per vedere se l’erbicida possa essere collegato a una malattia simile nell’uomo, Mills e i suoi colleghi hanno esaminato campioni di urina di 93 pazienti sospettati di avere una malattia del fegato grasso. Sono state effettuate biopsie epatiche per determinare se i pazienti presentassero una malattia epatica e la gravità della loro condizione. Sono stati prelevati campioni di urina per determinare la loro esposizione al glifosato.

Alla fine i ricercatori hanno confermato la relazione. Non solo: dove la quantità era più alta, più grave era la malattia. I ricercatori hanno suggerito che il glifosato può danneggiare il fegato in almeno un paio di modi. La sostanza chimica, infatti, può interferire con la capacità del fegato di processare i grassi, inducendoli ad accumularsi nell’organo. Oppure può danneggiare i geni che regolano il metabolismo dei grassi nel fegato. “Il glifosato è utilizzato per migliorare la resa delle colture commerciali uccidendo le erbacce che potrebbero soffocare le piante, quindi l’esposizione di una persona alla sostanza chimica è probabilmente dovuta alla dieta”, ha detto Mills, suggerendo quindi che il modo migliore per proteggersi è adottare una dieta organica, mangiando solo cibi che non sono stati coltivati con diserbanti o pesticidi. “Tutti i pesticidi, incluso il glifosato, sono testati per il loro potenziale di danneggiare la funzione epatica”, ha commentato Bayer, sottolineando che “il diserbante è sicuro”. La multinazionale, che con il RoundUp ha fatto la sua fortuna economica, ha concluso che “i dati del nuovo studio non hanno preso in considerazione fattori confondenti, tra cui potenziali disturbi metabolici esistenti nei partecipanti, che renderebbero inattendibili i risultati dello studio”.

Valentina Corvino
27 Maggio 2019
ilsalvagente.it/2019/05/27/nuove-ombre-sul-glifosato-accusato-di-provocare-danni-al-fegato/59184/?utm_content=bufferf4b15&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer&fbclid=IwAR1plvE7-_lnc0V9hWYBwvvffHf0iJ5G8bzPIiCNetEB9FmfRcx...
wheaton80
00mercoledì 5 giugno 2019 17:25
Monsanto e glifosato:“giornalisti” al soldo della multinazionale?

Finti giornalisti e scienziati per contrastare le notizie negative su OGM e glifosato? L’inchiesta francese portata avanti dal giornale online di indagini partecipate Mediapart sta ricostruendo uno scenario che, se fosse vero, sarebbe sconvolgente nella gestione dell’informazione da parte di Monsanto, la multinazionale americana acquistata dal gruppo Bayer. Un comportamento, se fosse confermato, scorretto e illegale. Nel marzo scorso, durante il processo che oppone Monsanto a un uomo che ha utilizzato l’erbicida Roundup, la multinazionale avrebbe presentato come “giornalista” una donna che in realtà lavorava per uno studio di consulenza e relazioni pubbliche, vicino alla stessa Monsanto. Poco tempo prima il quotidiano Le Monde aveva sostenuto che alcuni articoli del biologo americano Henry Miller sulla rivista Forbes sarebbero stati scritti per intero dagli stessi dipendenti della Monsanto, per opporsi “scientificamente” alla tesi che il glifosato può provocare i tumori. Già nel 2012 era emerso che Monsanto si era difesa basandosi sugli studi di un sito internet, “ScienceMedia Center”, che si era poi scoperto essere finanziato al 70% da alcune aziende, tra cui la stessa Bayer, proprietaria di Monsanto. E ancora il quotidiano Le Monde, insieme a France 2, avrebbero poi scoperto l’esistenza di una lista dell’azienda composta da centinaia di giornalisti, “schedati”sulla base della loro simpatia per Monsanto e per lo stesso glifosato.

L’inchiesta di giornalismo partecipativo denominata “Monsanto Papers”, nel 2017, ha poi fatto luce su quello che sarebbe un metodo consolidato: redarre internamente documenti scientifici favorevoli all’azienda e poi farli firmare da scienziati di fama, dietro il pagamento di un compenso. Dai giornalisti agli scienziati, fino ai falsi contadini: sempre Monsanto, spiega il quotidiano The Indipendent, avrebbe creato in otto Paesi europei una rete di contadini, che forti di sito internet, gruppo Facebook e stand ad alcuni saloni di settore, avrebbero portato avanti la tesi della non pericolosità del glifosato. Tempo dopo si sarebbe scoperto che queste persone, che avevano firmato petizioni pubbliche a favore del glifosato, in realtà non erano affatto contadini o non sapevano affatto dell’iniziativa.

Recentemente, per la terza volta consecutiva, Bayer ha perso in un tribunale una causa milionaria: il colosso Bayer dovrà risarcire quasi 2,4 miliardi di dollari a una coppia, che si sarebbe ammalata di cancro dopo l’esposizione all’erbicida Roundup, prodotto da Monsanto. Una sconfitta arrivata appena poche settimane dopo un’altra causa, di cui vi avevamo parlato in questo articolo, nel quale raccontavamo del risarcimento di 80 milioni di dollari pagato a un altro californiano, anche lui ammalatosi di cancro:

www.iene.mediaset.it/2019/news/monsanto-bayer-glifosato-processo-risarcimenti-mediapart-accuse-giornalisti_4334...

Per i giudici l’esposizione al diserbante Roundup era “fattore sostanziale” per il linfoma non-Hodgkin contratto da Edwin Hardeman. Noi de Le Iene, con Gaetano Pecoraro, vi avevamo raccontato, nel primo nostro servizio sul tema, la tragica battaglia portata avanti dall’agricoltore argentino Fabian Tomasi, morto recentemente a 53 anni, e di altri contadini dello stesso Paese. Fabian ci aveva raccontato il suo dramma:“Tutto è iniziato con questo problema alle dita: le mani sono diventate viola e ho iniziato ad avere deformazioni alla schiena e alle ossa. Adesso ho dolori insopportabili agli organi interni. Quando mangio il cibo mi esce dal naso. Ho dolori ai muscoli, il cuore lo è, e la deduzione è semplice da fare. Mi davano poco tempo di vita: sei o sette mesi, non di più. Invece sono già passati dieci anni”. Il corpo di Fabian, magrissimo, con la schiena ricurva, le guance incavate, il torace sporgente, era diventato il simbolo della lotta nel sostenere l'esistenza di pericoli per l'uomo nell’uso degli erbicidi e in particolare del glifosato. Una sostanza definita nel 2015 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “probabilmente cancerogena”. “Caricavo gli aerei con tutti i tipi di veleni, ci mangiavamo vicino.

Li lavavo e li sistemavo”, ci ha raccontato il povero Fabian prima di morire. “Facevamo ‘la bandiera’ senza protezione. Sai cosa vuole dire fare la bandiera? È quello che si ferma in un punto del campo con un’asta e una bandiera, e muovendole segnala all’aereo di passare di lì, prendendosi gli spruzzi dei pesticidi. Generalmente chiedevamo al pilota di spruzzarci perché nei campi c’era un caldo insopportabile”. Da allora per lui era iniziato l’incubo:“La notte non riesco a dormire, ho paura di non svegliarmi il giorno dopo. Non sopporto i cimiteri: quando piove penso al freddo che sentono i morti”. E alla fine quel freddo ha raggiunto anche il povero Fabian. In un altro servizio siamo andati a conoscere Theo, il primo bambino a cui è stata riconosciuta una correlazione tra le malformazioni con cui è nato e il contatto con il glifosato. Ha dieci anni ed è un collezionista di piume, conchiglie e medaglie e da quando è nato deve convivere con gravi malformazioni degli organi interni. Ha l’atresia esofagea, i polmoni e lo stomaco comunicano e un’altra malformazione alla laringe: la tracheotomia. La vera particolarità è che queste malformazioni diagnosticate a Theo sono state ricondotte dai medici, per la prima volta in Europa, ad una causa ben specifica: il glifosato.

03 giugno 2019
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wheaton80
00giovedì 20 giugno 2019 20:08
“Il glifosato è un rischio per ambiente e consumatori”: l’Austria mette al bando l’erbicida

L’Austria si sta dirigendo verso un probabile divieto di glifosato quest’anno, dopo che il partito di estrema destra (FPÖ) ha appoggiato la spinta dei socialdemocratici a porre fine all’utilizzo del controverso diserbante. “Ci sono abbastanza studi che dimostrano che il glifosato rappresenta un rischio per l’ambiente e la salute umana“, ha dichiarato il nuovo leader del partito FPÖ, Norbert Hofer. “È quindi un segnale di politica ambientale responsabile mettere al bando l’erbicida”. Il glifosato è oggetto di un acceso dibattito in Europa e negli Stati Uniti sulla questione se il diserbante causi il cancro. La leader dei socialdemocratici, Pamela Rendi-Wagner, si è detta “soddisfatta” di vedere ripagati gli sforzi del suo partito per la rimozione del glifosato. Adesso, il comitato del parlamento austriaco sull’agricoltura e la silvicoltura si occuperà dei dettagli di una possibile legge che modifica una legge sugli agenti fitosanitari dal 2011 e i legislatori potrebbero votare un divieto di glifosato nella prima settimana di luglio. “Per quanto riguarda l’entrata in vigore del divieto, i colloqui sono ancora in corso per dare a tutti gli utenti del glifosato un periodo di transizione per passare a alternative ecocompatibili che siano sicure per gli esseri umani”, ha affermato Hofer.

Ecco dove il glifosato è vietato (oppure sono in vigore particolari restrizioni)

Malta
Malta ha avviato il processo di istituzione del divieto nazionale del glifosato. Tuttavia, il Ministro dell’Ambiente José Herrera ha fatto marcia indietro nel gennaio del 2017, dicendo che il Paese avrebbe continuato a opporsi al glifosato nelle discussioni, ma che si sarebbe messo in linea con quanto deciso dall’Unione Europea e avrebbe aspettato ulteriori studi. Nel novembre del 2017, Malta è stata uno dei nove Paesi dell’UE a votare contro il glifosato rilasciante. Nel 2018 il Paese ha inoltre firmato una lettera alla Commissione Europea chiedendo “un piano di uscita per il glifosato…”.

Paesi Bassi

E' vietato l’uso non commerciale del glifosato.

Nuova Zelanda
Le città di Auckland e Christchurch hanno approvato risoluzioni per ridurre l’uso di prodotti chimici per il controllo delle infestanti e delle infestazioni nei luoghi pubblici. I medici e gli scienziati per la responsabilità globale hanno chiesto un divieto per glifosato nel 2015.

Portogallo
Ha vietato l’uso del glifosato in tutti gli spazi pubblici. Il Presidente dell’Associazione Medica portoghese ha anche chiesto un divieto mondiale di glifosato.

Scozia

Aberdeen ha ridotto l’uso di erbicidi e il consiglio comunale di Edimburgo ha votato per eliminare gradualmente il glifosato. Nel novembre del 2017, cinque dei sei parlamentari europei della Scozia hanno votato a favore di una mozione per eliminare gradualmente il glifosato entro il 2022

Slovenia
La Slovenia è stata uno dei sei Stati membri dell’UE a firmare una lettera del 2018 alla Commissione Europea, citando “preoccupazioni” sui rischi associati al glifosato. La lettera invitava la Commissione a introdurre “un piano di uscita per il glifosato…”.

Spagna
Secondo Kistiñe Garcia della ONG spagnola Ecologistas en Acción, Barcellona, Madrid, Saragozza e la regione di Extremuda hanno deciso di vietare il glifosato. Le regioni di La Rioja (la maggiore regione vinicola spagnola) e Aragona hanno anche approvato mozioni contro le sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino, tra cui il glifosato.

Sri Lanka
Lo Sri Lanka è stato il primo Paese a emettere un divieto a livello nazionale sul glifosato. Tuttavia, nel 2018, il governo ha deciso di revocare il divieto a causa delle perdite di raccolto e delle erbacce in eccesso.

Svezia
Nel 2017, l’Agenzia Svedese per i Prodotti Chimici (SCA) ha annunciato che stava pensando di rafforzare le regole sull’uso privato dei prodotti fitosanitari. Secondo il piano, gli utenti privati sarebbero autorizzati ad utilizzare prodotti contenenti “sostanze a basso rischio”. Secondo l' SCA, il glifosato è un esempio di sostanza attiva che non dovrebbe essere inclusa tra le sostanze a basso rischio, intendendo a tempo debito che i consumatori privati non possono usare gli erbicidi contenenti glifosato.

Svizzera
Preoccupata per il benessere pubblico, le catene di supermercati svizzere Migros e COOP hanno rimosso i prodotti a base di glifosato dai loro scaffali a causa di rischi per la salute. Nel 2017, il partito dei Verdi ha presentato un piano per vietare il glifosato in Svizzera. Il piano proposto è stato respinto dal Consiglio Federale, l’esecutivo della Svizzera.

Regno Unito
In seguito al verdetto di Monsanto Roundup da $ 289 milioni, il 10 agosto 2018, Homebase, uno dei maggiori rivenditori di fai da te del Regno Unito, ha annunciato che avrebbe esaminato la vendita di Roundup e Ranger Pro. Tuttavia, secondo il Sun, Homebase e altri importanti rivenditori hanno ancora in vendita gli erbicidi. I seguenti comuni e borgate hanno emesso divieti o restrizioni su pesticidi ed erbicidi, incluso il glifosato:

Brighton
Bristol
Bury (divieto nelle aree giochi per bambini)
Croydon
Derry City (Irlanda del Nord)
Frensham
Frome
Glastonbury
Hammersmith & Fulham
Lewes
Midlothian (Scozia)
North Somerset
Trafford
Wadebridge

Vietnam
In seguito al verdetto della giuria di Hardeman contro Monsanto Co., il Vietnam ha annunciato che avrebbe vietato le importazioni di glifosato. Secondo Hoang Trung, Direttore del Dipartimento Fitosanitario sotto il Ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, “la rimozione di questa sostanza dall’elenco dei pesticidi autorizzati ad essere utilizzati in Vietnam sarà fatta nel prossimo futuro”.

Valentina Corvino
19 Giugno 2019
ilsalvagente.it/2019/06/19/il-glifosato-e-un-rischio-per-ambiente-e-consumatori-laustria-mette-al-bando-lerbicida/60270/?fbclid=IwAR0Qn4xWnkitygOM3qtZL2rdYQ-PhQk2W1b2laCqHexWG3ETT3m...
wheaton80
00sabato 22 giugno 2019 11:09
Glifosato, Bayer ammette:“Sotto controllo 600 persone”

Sono 600 le persone, tra giornalisti, ambientalisti, ricercatori e politici, che Monsanto monitorava solo in Francia e Germania nel 2017, durante il periodo nel quale la UE doveva decidere se rinnovare o meno la licenza d’uso del glifosato, pesticida considerato probabilmente cancerogeno dalla IARC dell’OMS, principio attivo dell’erbicida più usato al mondo, il RoundUp, oggi di proprietà della Bayer. Nel mirino tuttavia c’erano anche giornalisti, scienziati e attivisti italiani. A rilevarlo è Le Monde, il quotidiano francese che ha rivelato lo scandalo dei Monsanto Papers che gli è “costato” un monitoraggio speciale da parte della multinazionale dell’agrofarma, che scrive oggi nell’edizione on line:“Quasi 600 persone in tutto sono state monitorate in Francia e Germania da una o più società di pubbliche relazioni che agiscono per conto di Monsanto. Lo ha annunciato lunedì 17 giugno Bayer, il gruppo tedesco che ha acquistato la società agrochimica statunitense. L’obiettivo di questa operazione era l’identificazione di giornalisti, politici, sindacalisti o scienziati favorevoli o contrari alla ri-registrazione del glifosato in Europa. Ma anche la descrizione dei metodi di lobbying di alcune personalità chiave” (https://www.lemonde.fr/planete/article/2019/06/19/un-mois-apres-les-revelations-sur-le-fichier-monsanto-bayer-veut-changer-d-image_5478240_3244.html). Scrivono gli autori dell’articolo Stéphane Foucart et Stéphane Horel, i due giornalisti de Le Monde sui quali l’attenzione della Monsanto era massima e per la quale la Procura di Parigi ha aperto un’inchiesta, sulle modalità di “sorveglianza” messe in atto da Monsanto:“Registrazione di personaggi pubblici, creazione di gruppi fittizi di agricoltori che imploravano il mantenimento del glifosato sui social network, pubblicazione di falsi forum sulla stampa, infiltrazione del pool dei cronisti da parte di un falso giornalista durante uno dei processi americani… L’accumulo di scandali ha portato l’Amministratore Delegato di Bayer Werner Baumann a lanciare una campagna di comunicazione per ripristinare l’immagine della sua azienda”. Dopo la rivelazione dell’esistenza di una lista di persone, giornalisti in testa, monitorate, Bayer si è scusata e ha dichiarato che sette Paesi europei erano interessati dall’attività di monitoraggio: Francia e Germania, ma anche Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna e il Regno Unito, nonché le istituzioni dell’Unione Europea.

Enrico Cinotti
19 Giugno 2019
ilsalvagente.it/2019/06/19/glifosato-bayer-ammette-sotto-controllo-600-persone/60318/?utm_content=buffer8cdec&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer&fbclid=IwAR3T83K2TKHshCrNjEGyKUtCSVwJzOGv_kAJwfVaHpBHpkB9rt1...
wheaton80
00sabato 13 luglio 2019 14:20
Glifosato, Fitch declassa Bayer:“Pesano le cause di riscarcimento”

Fitch declassa Bayer rivedendo al ribasso il rating del titolo a BBB+ e con outlook, l’andamento a medio-lungo termine, negativo. A pesare sul giudizio “i maggiori rischi provenienti dal contenzioso sul glifosato” rappresentato dalle circa 13.400 cause intentate negli USA per richiedere danni legati all’uso del RoundUp, l’erbicida più usato al mondo, acquisito per effetto della fusione con Monsanto. Tre verdetti hanno già condannato a riscarcimenti milionari il gruppo tedesco perché è stato accertato il nesso causale tra esposizione al glifosato, ritenuto probabile cancerogeno dalla IARC dell’OMS, e l’insorgenza di patologie tumorali. Il dibattito sulla sicurezza del glifosato e i pronunciamenti delle corti statunitensi hanno già provocato un crollo nei mesi scorsi del titolo Bayer in borsa. Ora una nuova tegola si abbatte sul gruppo tedesco. “L‘Outlook negativo”, scrive Fitch, “riflette i maggiori rischi derivanti dal contenzioso sul glifosato. Bayer ha ereditato importanti responsabilità legali dalla Monsanto” chiamata in causa “in oltre 13.400 richieste di riscarcimenti personali correlate all’uso del glifosato”.

Oltre al contezioso legale pesa su Bayer anche il danno reputazionale. “Stimiamo”, scrivono gli analisti, “che gli erbicidi a base di glifosato rappresentino poco più del 5% delle vendite e dei profitti di Bayer. Riteniamo che vi sia un rischio moderato che il dibattito in corso sulla sicurezza del glifosato e sul contenzioso possa influenzare tali vendite nel tempo”. Tuttavia, aggiungono:“È possibile un progressivo declino nel suo utilizzo a medio termine (del glifosato, ndr), che potrebbe ulteriormente incidere” sull’azienda “in quanto uno dei vantaggi competitivi di molti dei suoi semi è la resistenza al glifosato”. Infine “non escludiamo possibili danni reputazionali a lungo termine per il gruppo Bayer”. E mentre l’Austria ha deciso di mettere al bando definitivamente l’uso del glifosato e altri Paesi UE stanno valutando misure analoghe, Bayer ha messo già avanti le mani annunciando a metà giugno con il CEO Werner Baumann “che investirà 5 miliardi di euro nei prossimi dieci anni nello sviluppo di diserbanti alternativi al glifosato“.

Enrico Cinotti
9 Luglio 2019
ilsalvagente.it/2019/07/09/glifosato-fitch-declassa-bayer-pesano-le-cause-di-riscar...
wheaton80
00mercoledì 4 settembre 2019 01:26
“Massacriamole”. Ecco come Monsanto insultava le mamme contro il glifosato

Un dirigente della Monsanto ha dichiarato di voler “massacrare” un gruppo di madri che ha invitato la compagnia a smettere di vendere il suo diserbante Roundup. A dirlo è il portale USA New Food Economy, che riporta il contenuto di e-mail interne all’azienda, ottenute dagli avvocati delle persone in causa per dimostrare che il pesticida è alla base del loro tumore.

L’ONG sotto attacco
Le e-mail del luglio 2013 riportate da New Food Economy rivelano uno scambio tra il Dr. Daniel Goldstein della Monsanto e due consulenti esterni su come rispondere a una lettera aperta di 'Moms Across America', un gruppo di sostegno che si occupa di diritti sociali e civili. Le e-mail sono state ottenute durante il processo contro Bayer, la società madre della Monsanto, su Roundup. “Noi mamme”, diceva la lettera dell’ONG indirizzata all’allora Amministratore Delegato della Monsanto, Hugh Grant, “sappiamo che sua madre sarebbe orgogliosa di lei se mettesse al primo posto la salute della Nazione e smettesse di vendere semi OGM e spruzzare il glifosato (Roundup) e altri pesticidi più pesanti”.

Parole pesanti e volgari
La e-mail privata tra il dirigente della Monsanto e i due consulenti, a tal riguardo, conteneva un passaggio in cui Goldstein scriveva che il gruppo delle madri aveva fatto “una serie di accuse piuttosto sgradevoli” e che lui aveva “litigato per una settimana per massacrarle”. L’espressione in inglese è ancora più volgare, “beat the shit out”, e preferiamo non tradurla. E con la stessa volgarità, uno dei consulenti (Bruce Chassy, allora professore all’Università dell’Illinois) ha sostenuto la necessità di attaccare il gruppo delle mamme. L’altro consulente (Wayne Parrot, uno scienziato delle colture dell’Università della Georgia) non era d’accordo:“Non puoi picchiare duro contro le madri, anche se sono madri stupide ma puoi sconfiggere l’industria del biologico”, che ha falsamente affermato “pagato e scritto quella lettera”. “Queste brutte e-mail rivelano il totale disprezzo che la Monsanto ha per la salute pubblica e per i consumatori, comprese le madri che vogliono solo proteggere la salute dei loro figli”, ha dichiarato Ken Cook, Presidente dell’Environmental Working Group, ONG ambientalista. “Bayer si sta riprendendo dal suo monumentale errore di acquisto della Monsanto e queste e-mail dovrebbero ricordare loro che hanno acquisito la società che ci ha fornito DDT, Agent Orange e PCB”.

“Non possiamo dire che il glifosato è sicuro”
In un’altra e-mail, uno scienziato della Monsanto ha espresso preoccupazione per i rischi per la salute derivanti dal glifosato. Nel maggio 2014, la tossicologa Donna Farmer ha messo in guardia un portavoce della compagnia dal fare commenti pubblici sulla sicurezza di Roundup:“Non possiamo dire che il glifosato sia sicuro… Possiamo dire la storia di un uso sicuro, usato in modo sicuro ecc...”. Tutte le e-mail sono disponibili qui, per gentile concessione dello studio legale Baum Hedlund Aristei & Goldman:

baumhedlundlaw.com/pdf/monsanto-documents/monsanto-documents-chart-10...

Lorenzo Misuraca
29 agosto 2019
ilsalvagente.it/2019/08/29/massacriamole-ecco-come-monsanto-insultava-le-mamme-contro-il-gl...
wheaton80
00giovedì 5 settembre 2019 20:55
Bayer-Monsanto, la Germania vieterà la vendita del glifosato entro quattro anni

Il governo tedesco metterà al bando entro quattro anni il glifosato. Secondo quanto riporta un articolo del Sole24Ore, Berlino avrebbe deciso di vietare l’ingrediente chiave contenuto nel diserbante Roundup, di proprietà di Bayer ed ereditato dalla fusione con l’americana Monsanto:

www.ilsole24ore.com/art/glifosato-il-bando-germania-bayer-teme-ripercussioni-tribunale...

Tale decisione, che secondo fonti vicine al governo sarebbe da imputare a ragioni ambientali, alimenta ancora una volta il dibattito sulla sicurezza del Roundup, nonché sui sospetti che possa avere effetti cancerogeni.

Bayer e il caso Roundup

Lo scorso marzo, il colosso chimico farmaceutico tedesco è stato condannato da un tribunale americano al pagamento di un risarcimento da 80 milioni di euro nei confronti di un uomo che avrebbe contratto il cancro, a causa della sua esposizione al diserbante prodotto da Monsanto. Più in generale, Bayer è coinvolta in oltre 18mila cause solo negli Stati Uniti. Peraltro, di recente, sul tema è intervenuta anche la società italiana di tossicologia (Sitox). La Sitox ha condotto un’analisi dei dati sulla tossicità del glifosato, definendo alcuni parametri su cui valutare l’eventuale pericolosità di questa sostanza. Tornando alla decisione tedesca, il piano approvato dalla Germania prevede una progressiva restrizione nell’uso del glifosato fino a una riduzione del 75% entro la metà del 2023. Entro la fine dello stesso anno, il divieto diventerà totale. Dal quartier generale di Bayer non sono mancate le critiche nei confronti di questa decisione. A parlare è stato il responsabile di scienza dei raccolti di Bayer, Liam Condon. “Questa scelta”, spiega Condon, come riportato ancora su Sole24ore.com, “ignora decenni di giudizi scientifici da parte di agenzie di regolamentazione indipendenti nel mondo che sostengono come il glifosato sia sicuro se usato in modo corretto”.

Le operazioni per ripianare i debiti
Bayer ha acquisito Monsanto nel 2018, grazie a un’operazione dal valore di 63 miliardi di dollari. Possiamo però affermare che da quel momento è iniziato un vero e proprio calvario per il colosso tedesco. Tanto che per ripianare il debito dovuto proprio a questa acquisizione, Bayer nel tempo ha effettuato una serie di cessioni di rami d’azienda. A cominciare, per esempio, dalla vendita del brand Dr. Scholl’s. Lo scorso luglio, l’azienda di Leverkusen ha accettato un’offerta di investimento da parte del fondo americano Yellow Wood Partners, per un totale di 521 milioni di euro. Un destino simile è toccato alle creme solari Coppertone, cedute per oltre 500 milioni a Beiersford, un gruppo industriale tedesco. Senza dimenticare la vendita della divisione Animal Health, ceduta lo scorso agosto all’americana Elanco. La cessione del ramo di Bayer dedicato ai prodotti per la salute animale ha portato nelle casse della società 7,6 miliardi di dollari. Nel dettaglio l’operazione ha previsto un pagamento in contanti di 5,3 miliardi e in azioni per 2,3 miliardi. Il closing definitivo dell’operazione è previsto per il 2020.

5 settembre 2019
www.aboutpharma.com/blog/2019/09/05/bayer-monsanto-la-germania-vietera-la-vendita-del-glifosato-entro-quatt...
wheaton80
00mercoledì 11 settembre 2019 16:19
L'Austria bandisce l'uso dell'erbicida al glifosato, mentre si attende la nuova Commissione UE

Glifosato sempre nel mirino di istituzioni e governi. L'ultimo in ordine di arrivo è l'Austria, che con una norma approvata il 2 luglio dal Parlamento ha chiuso le porte al pesticida più diffuso al mondo, creato dalla Monsanto, oggi parte del gruppo Bayer. Erbicida bandito dal Paese dunque a seguito di una norma che applica il principio di precauzione resa possibile da una situazione politica incerta dovuta alla caduta del governo guidato dal Cancelliere conservatore Sebastian Kurz, che ha portato i socialdemocratici (SPO), che hanno proposto il testo di modifica, l'FPO dell'estrema destra, l'ambientalista Jertz e i Neos Liberals a portare avanti una posizione comune. Nel vuoto governativo dunque il divieto assoluto, avversato dai conservatori perché "penalizza i produttori", è passato. Il partito del Cancelliere uscente Kurz aveva proposto invece che l’uso del glifosato venisse formalmente proibito per gli individui, vicino alle scuole e ai campi sportivi.

La guerra al glifosato

La guerra contro il principio attivo del Roundup prodotto da Monsanto è iniziata diversi anni fa per acutizzarsi nel 2015, quando l'organismo scientifico dell'Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha classificato come "probabile cancerogeno". A questa decisione hanno risposto altri enti, che hanno provato a contrastare la posizione dell'IRC. L’EFSA, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, in aggiunta, aveva sottolineato che rispetto al glifosato sono stati “osservati effetti tossici significativi dell’ammina di sego polietossilata”. La sostanza, conclude l’Agenzia, “ha il potenziale di incidere negativamente sulla salute umana se impiegata nei prodotti fitosanitari contenenti glifosato”. Il Parlamento Europeo però due anni fa aveva dato l'assenso alla commercializzazione nel territorio UE per altri cinque anni, con il favore dell'EFSA, mettendo i Paesi nella condizione di agire singolarmente per bandire i prodotti a base di glifosato. In Italia si procede a piccoli passi. Il governo il 21 novembre scorso aveva stabilito che il pesticida venisse utilizzato per soli 90 giorni a partire dall'entrata in vigore della norma, per la verità non chiarissima.

La norma italiana

“La Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione, dopo aver sentito la Sezione Consultiva per i Fitosanitari del Comitato Tecnico per la Nutrizione e la Sanità Animale in merito alle richieste ricevute, ha emanato un decreto per concedere una proroga di 90 giorni sia per la commercializzazione che per l’utilizzo dei prodotti revocati contenenti la sostanza attiva glifosate in associazione con il coformulante ammina di sego polietossilata (n. Cas 61791-26-2)”. Il risultato è stato che "le scorte vanno consumate". La dichiarazione dello IARC ha inevitabilemente scatenato le associazioni ambientaliste, che hanno fatto pressione sulla Commissione Europea perché proceda per il divieto assoluto di uso dell'erbicida presente in molti prodotti di uso comune: birra, pasta, biscotti e fette biscottare. Nella coltivazione di cereali se ne fa un uso massiccio, richiesto dalla necessità di disseccare il prodotto. L'Europa attende l'insediamento della nuova Commissione Europea guidata da Ursula von Der Leyen e l'Italia attende gli intendimenti del nuovo governo, ancora una volta a guida Conte, in fase di insediamento, con un programma fortemente ambientalista.

9 settembre 2019
notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/austria-bandisce-gl...
wheaton80
00venerdì 13 settembre 2019 15:25
Parigi e altre 4 città francesi vietano i pesticidi sul loro territorio

Parigi, Lille, Nantes, Grenoble e Clermont-Ferrand vietano i pesticidi sul loro territorio. I 5 sindaci di importanti città scrivono in un comunicato che “non è il momento di fingere e di prendere mezze misure. Vogliamo cambiare la legge”, in risposta al progetto del governo centrale, che ha avviato una consultazione pubblica (si chiude il 1° ottobre prossimo) per istituire fasce di sicurezza di 5-10 metri in cui non poter impiegare pesticidi. Una misura giudicata troppo debole per i sindaci, che ieri hanno preso una posizione molto dura contro il governo. Quello dei sindaci anti-pesticidi in Francia è un fronte sempre più numeroso. Parigi, Clermont-Ferrand, Grenoble, Lille e Nantes si sono uniti ad altri 50 piccoli e medi comuni, compreso il dipartimento della Val-de-Marne, che hanno deciso di proteggere i loro concittadini dai pesticidi: in alcuni casi hanno istituito zone cuscinetto di almeno 150 metri intorno a qualsiasi abitazione; altri invece hanno decretato il divieto totale di tutti i fitofarmaci di sintesi. La questione dei pesticidi è ovviamente molto più problematica nelle aree agricole rurali. Il governo dal canto suo, con il Ministro della Transizione Ecologica Elisabeth Borne, ha messo in evidenza come la scelta dei sindaci sia in realtà già prevista dalla legge. Come spiega Le Monde, due recenti leggi limitano notevolmente l’uso dei pesticidi nelle aree urbane. Il primo, noto come “Loi Labbé”, ha vietato, dal 1° gennaio 2017, il loro uso nel mantenimento di spazi verdi aperti al pubblico (giardini, parchi, foreste, strade, cimiteri). Il secondo estende questo divieto ai giardinieri amatoriali: dal 1° gennaio 2019 possono usare a casa solo fitosanitari di origine naturale. In Italia ad esempio l’uso del glifosato è vietato negli spazi verdi aperti al pubblico e nelle vicinanze di scuole e ospedali dal 2016.

Enrico Cinotti
13 settembre 2019
ilsalvagente.it/2019/09/13/parigi-e-altre-4-citta-francesi-vietano-i-pesticidi-sul-loro-territorio/?utm_content=bufferc300d&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer&fbclid=IwAR1PnpmTXRaZ-oLyKnFq2fUeua9nq8zl5pvSPfA48zhUR76eU37...
wheaton80
00venerdì 29 novembre 2019 01:35
Italia senza glifosato: dalla Toscana al Valdobbiadene, il biologico insegna

Italia avanti sulla strada dell’abbandono del glifosato con la decisione di bandirlo dalla fine del 2021 intrapresa dalla regione Toscana, in anticipo di circa 12 mesi sullo stop che l’Unione Europea potrebbe decretare a partire dal 2022. E tuttavia, data anche la potenza di condizionamento di cui le lobby dell’agrochimica godono a Bruxelles e Strasburgo, questa storia è stata già abbastanza ricca di sorprese per poter considerare quest’esito scontato.



Glifosato, proroga UE, nonostante proteste e condanne
Basti pensare che la proroga europea all’impiego per altri 5 anni della sostanza base del famoso erbicida Roundup di Monsanto è venuta dopo aspre discussioni e tensioni politiche. Ed è stata approvata alla fine del 2017, nonostante le contestazioni e le campagne di protesta messe in atto da un fronte amplissimo di organizzazioni ambientaliste e legate alla cittadinanza attiva in difesa della salute. E soprattutto dopo che il glifosato era stato classificato come “probabile cancerogeno” dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) già nel 2015. Da allora si sono susseguiti ulteriori capitoli della “saga”, che sembrano spingere sempre di più verso un abbandono dell’adozione in agricoltura di questo fitofarmaco, quanto meno nel Vecchio Continente.

Dal divieto unilaterale all’utilizzo votato in Austria e Germania sub iudice della Commissione UE, al caso del sindaco bretone Daniel Cueff, che dal suo piccolo paese, Langouët, ha convogliato una protesta variegata contro il diktat statale, ed è stato portato in giudizio dalla prefettura di Francia, fino alle condanne subite nei tribunali americani da Bayer, che nel 2018 ha acquisito Monsanto, proprio in cause avviate contro gli effetti sulla salute del Roundup. E poi c’è un moltiplicarsi di azioni positive di qualche portata anche in Italia. In Toscana, come accennato, dove sono state fissate già oggi direttive più stringenti rispetto ai vincoli comunitari e alle normative nazionali sull’utilizzo della sostanza, in attesa di avere una regione “glifosato free” tra 2 anni. E in aree agricole d’eccellenza, come quella del Consorzio di tutela del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, dove amministratori e produttori di vino vanno a braccetto per tutelare il territorio.

Stop ufficiale e condiviso nella terra del Prosecco Superiore
La condivisone di obiettivi ha generato un Regolamento di Polizia Rurale di Valdobbiadene, adottato in modo analogo dalle quindici amministrazioni locali del territorio. Nel documento si attesta che «Dal 1° gennaio 2019 non è più consentito l’utilizzo di prodotti fitosanitari ad azione erbicida con sostanza attiva a base di Glifosate su tutte le colture tanto erbacee quanto arboree, ovvero seminativi, frutteti e vigneti». Un passo avanti deciso che supera di slancio la delibera toscana per i tempi di attuazione, anche se non per la superficie di terra coinvolta. E che induce a chiedersi se davvero siano tutti d’accordo su questa linea di condotta. Ma, soprattutto: come si fa nella pratica agricola a rinunciare a un erbicida tanto diffuso e tanto apprezzato? D’altra parte il glifosato non è il primo pesticida buttato giù dalla collina. Come dimostra il protocollo viticolo del Prosecco Superiore Docg:

www.prosecco.it/it/protocollo-viticolo-2019-no-a-glifosato-e...

“Abbiamo eliminato circa 18 molecole che venivano usate e che sono autorizzate per i trattamenti nei vigneti”, spiega Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG. “Siamo quindi di fronte ad aziende che hanno messo in primo piano la qualità del territorio in cui operano”, contribuendo a realizzare «l’area europea più estesa che ha vietato l’uso del glifosato».

L’abbandono del principio attivo del Roundup nel Conegliano-Valdobbiadene, al di là delle classifiche di estensione, è interessante per come è avvenuto. Ovvero, sia con il coinvolgimento di esperti agronomi che con «la logica di un tavolo di concertazione delle amministrazioni comunali e delle istituzioni pubbliche del territorio; penso ad ARPA, ASL e CREA». Fino a rendere concreto un indirizzo che ora riguarda tutti i soggetti, pubblici e privati, attivi sul territorio coinvolto, dai produttori vitivinicoli a chi esegue le manutenzioni nei giardini o lungo la ferrovia. Esprimendo perciò una compattezza tanto più convinta quanto più si pensa che il Consorzio non ha alcun potere impositivo su molecole autorizzate, a livello europeo e nazionale.

Eroismo, tecnologia e valore fondiario scacciano il Roundup dalla collina
Naturalmente tra volontà e attuazione intercorre la necessità di avere strumenti e soluzioni adeguati. «Dove c’è la possibilità, in poche aree, si fanno lavorazioni meccaniche del terreno, ma nella core zone dell’UNESCO viene svolto un lavoro manuale che esalta la viticoltura eroica, con costi sicuramente aggiuntivi. Ma anche la consapevolezza che è un territorio fragile e, in assenza di questo impegno appassionato, è destinato ad essere occupato dai rovi, abbandonato, martoriato da frane e smottamenti».

E se per attrezzarsi a compiere lo sfalcio meccanico dei terreni aggredibili «incentivi non ce ne sono», afferma Nardi, è pur vero che stiamo parlando di una filiera che ripaga in tanti modi chi ci lavora. «La remunerazione della produzione della vite offre un’equa ripartizione del valore aggiunto nelle varie fasi, dalla produzione dell’uva alla vinificazione, all’imbottigliamento. […] Senza contare il valore fondiario: al di là del Cartizze, che occupa 107 ettari a Valdobbiadene, dalle pubblicazioni specializzate viene riconosciuto in cifre che variano tra 1 e 2 milioni per ettaro».

Valutazioni che, insieme all’ambito riconoscimento di queste colline tra i patrimoni UNESCO, giustificano il peso e l’apporto di una manodopera di qualità e di sacrificio. In una zona marginale, ripida, dove non sono mai arrivate le fabbriche. E dove tuttavia è stato costruito un modello in cui convivono sostenibilità economica e sociale (su questo territorio sono 6.750 le persone che lavorano direttamente in un’ipotetica grande azienda del Prosecco Superiore) e oggi anche ambientale. Consapevoli che, conclude Nardi, «la reputazione del territorio e la sua valorizzazione, e del nostro prodotto, passa attraverso scelte di sostenibilità a prescindere».

La scuola del bio
Dalla Toscana al Veneto assistiamo perciò all’adozione di una parte della lezione decennale dell’agricoltura biologica, messa in pratica da chi non può essere tacciato di avere avversioni preconcette verso la chimica di sintesi, e semplicemente sposa il principio di cautela. Le alternative al glifosato esistono e sono accessibili, del resto. E a spiegarlo in dettaglio, da un punto di vista accademico, è per esempio Cristiana Peano (docente di arboricoltura generale e coltivazioni arboree) in un recente intervento pubblicato per Slow Food:

www.slowfood.it/esistono-alternative-al-glifosato/

Ma non solo. Perché similmente fa Massimo Roncon dell’azienda biologica Agricola Grains. Uno il cui padre era rappresentante proprio di quei diserbanti che lui oggi rifiuta. Uno che riconosce come le proprietà del glifosato fossero apparse straordinarie e utili ai contadini negli anni ’70, e che poi cominciò, istruito dai pionieri italiani del bio, ad andare da solo in Austria col camion per procurarsi prodotti e mangimi biologici. Senza negare che chi usa il Roundup può risparmiare anche 60-80 euro per ettaro sulle lavorazioni, bruciando la parte verde e cancellando la microfauna utile alla fertilità del suolo.

“Continuando a utilizzare concimi e fertilizzanti chimici”, spiega infatti Roncon, “il terreno di casa che devi lasciare ai tuoi figli rischia di morire, perché il classico lombrico non lo trovi più se scavi sotto terra. È bene invece tenere il terreno coperto con un inerbimento guidato con colture specializzate (cover crops) e sovesci invernali, perseguendo una logica contraria. Tenendo quindi il terreno coperto d’inverno e d’estate”. E così, invece di vedere campi inariditi lungo l’autostrada, o un striscia giallo-bruciato che corre sotto i filari, il diserbo “si può tranquillamente sostituire con una fresa o una falciatrice rientrante impiegata sotto il vigneto. Apparecchiature moderne, che consumano sempre meno, facili da utilizzare, e il cui acquisto non è così proibitivo, grazie ai PSR:

it.wikipedia.org/wiki/Fondo_europeo_agricolo_per_lo_sviluppo_...

Corrado Fontana
23 novembre 2019
valori.it/italia-senza-glifosato-biologico-insegna/?fbclid=IwAR27uH5pdaP5XhFRSS15Z3rcP9n1MStWgcr-PXjM8F0KUa6stUwJp6hWM8o#g...
wheaton80
00lunedì 2 dicembre 2019 03:28
Il Messico nega l'ingresso di mille tonnellate di glifosato nel Paese

Il Dipartimento per l’Ambiente di Città del Messico ha dichiarato di aver negato il permesso di importare mille tonnellate di glifosato nel Paese, presumibilmente per uso agricolo. “Il glifosato”, ha affermato, “rappresenta un rischio ambientale elevato, data la presunzione credibile che il suo uso possa causare gravi danni ambientali e danni irreversibili alla salute”. Il Messico si aggiunge così alla lista dei Paesi che stanno adottando misure contro il glifosato, il principio attivo del diserbante Roundup sospettato di essere cancerogeno. Nel settembre scorso la Germania ha annunciato che dalla fine del 2023 vieterà l’uso di diserbanti a base di glifosato, a prescindere dalla decisione che prenderà l’Unione Europea, chiamata a rinnovare l’autorizzazione entro il 1° gennaio 2022. La decisione della Germania fa seguito a quella del parlamento austriaco, che prima dell’estate ha approvato un disegno di legge che vieta tutti gli usi del glifosato, diventando il primo Paese dell’Unione Europea ad adottare misure così drastiche contro il noto pesticida, sospettato di essere cancerogeno. In Europa esistono restrizioni in Italia, nella Repubblica Ceca e in Olanda. In Italia la Giunta regionale della Toscana ha da poco approvato il divieto di utilizzo del glifosato a partire dal 31 dicembre 2021, anticipando così la determinazione dell’Unione Europea.

Alessia Ferla
29/11/2019
www.informasalus.it/it/articoli/messico-nega-ingresso-glifo...
wheaton80
00venerdì 6 dicembre 2019 13:38
C’è l’ok della Commissione UE: Austria primo Paese a bandire il glifosato

L’Austria sarà ufficialmente il primo Stato europeo a bandire gradualmente il glifosato: la Commissione Europea ha infatti dato il via libera al provvedimento austriaco che vieta l’uso del controverso erbicida della Bayer a partire dal 1° gennaio 2020. Il timore che l’esecutivo europeo potesse cedere alle pressioni della lobby che difende il glifosato era forte ma, per fortuna, il pericolo è stato scongiurato ed è arrivato il semaforo verde: l’Austria anticipa, quindi, eventuali provvedimenti dell’Unione Europea, che per il momento ha deciso per una moratoria fino al 2022. Il voto dell’esecutivo dimostra che il dibattito per il futuro rinnovo è aperto.

Valentina Corvino
2 dicembre 2019
ilsalvagente.it/2019/12/02/ce-lok-della-commissione-ue-austria-primo-paese-a-bandire-il-gl...
wheaton80
00venerdì 6 dicembre 2019 13:41
Glifosato - In Canada la più grande class action contro Bayer-Monsanto

Gli avvocati di un gruppo di canadesi affetti da cancro hanno presentato tre azioni legali contro Bayer e Monsanto, poiché le persone si sarebbero ammalate a causa dell’esposizione al Roundup, diserbante contenente glifosato. Secondo le accuse, il colosso farmaceutico tedesco ha agito in modo sconsiderato contro la sicurezza dei canadesi vendendo il pericoloso erbicida: molte persone sono già morte di tumore e altre hanno visto la loro vita cambiare in modo drammatico e permanente a causa della malattia. Tra i querelanti, diversi agricoltori che hanno utilizzato il Roundup per decenni nelle loro fattorie, prima di sviluppare i tumori al cervello e ai polmoni. Gli avvocati hanno dichiarato che i loro assistiti non sono stati esposti ad altre sostanze cancerogene e che pertanto l’esposizione al glifosato è la causa più probabile dell’insorgenza delle malattie. L’Organizzazione Mondiale della Sanità classificò infatti il principio attivo del Roundup, il glifosato, come probabile causa di cancro già nel 2015, ma Health Canada decise comunque di autorizzare la vendita basandosi su documenti scientifici presentati da Monsanto che garantivano la sicurezza del prodotto.

Gli avvocati accusano Monsanto di aver taciuto sui rischi per la salute legati al glifosato e di aver falsificato studi scientifici a sostegno della sicurezza dell’erbicida. A riprova del fatto che Monsanto abbia manipolato i risultati di alcune ricerche relative al glifosato, gli avvocati hanno dichiarato di essere in possesso di e-mail interne dell’azienda. Health Canada non si è ancora espressa in merito alle accuse mosse dalla class action, mentre Bayer ha negato esista una relazione tra il glifosato e l’insorgenza di tumori nelle persone e continua a sostenere che il Roundup sia sicuro sia per le persone sia per l’ambiente. Lo studio legale Diamond&Diamond, a cui si sono rivolte 60 persone, chiede a Bayer e Monsanto danni per oltre 500 milioni di dollari, ma i querelanti coinvolti nella class action non puntano solo a un risarcimento economico bensì a una presa di coscienza da parte di tutti, di modo che in futuro non accadano cose simili con altri prodotti. Se si agisce infatti attraverso cause legali che costringono società come Monsanto a sborsare grandi somme di denaro, altre aziende saranno sicuramente più incentivate a modificare il proprio modo di fare affari.

Tatiana Maselli
22 novembre 2019
www.greenme.it/informarsi/agricoltura/class-action-canada-gl...
wheaton80
00venerdì 6 dicembre 2019 13:46
Pesticidi, Monsanto di nuovo colpevole: dovrà risarcire 10.2 milioni di dollari

Il Dipartimento di Giustizia ha stabilito che nel 2014 Monsanto utilizzò il Penncap-M, contenente il paration metile, nei suoi terreni presenti sull’isola di Maui nelle Hawaii, nonostante sapesse che fosse stato proibito dall’EPA nel 2013. Monsanto, ora divisione della Bayer AG, ha ammesso di aver fatto entrare i suoi impiegati nel terreno a sette giorni dall’utilizzo del pesticida, nonostante sapesse di dover far attendere 31 giorni. Monsanto ha accettato di dichiararsi colpevole per l’utilizzo dello spray e per le infrazioni ed è stato avviato un procedimento giudiziario per il reato di stoccaggio illegale di “rifiuti altamente pericolosi”. Il caso verrà archiviato qualora Monsanto onorasse gli accordi presi per due anni, tra cui un programma di protezione ambientale per il suo sito nelle Hawaii. Il procuratore Nick Hannadi di Los Angeles, a capo dell’inchiesta, ha fatto sapere che la multa è di 6.2 milioni di dollari per quanto riguarda l’infrazione della legge, a cui si aggiungono 4 milioni di dollari da destinare alle agenzie governative delle Hawaii. Il provvedimento ha bisogno dell’approvazione della Corte Federale. Bayer ha preso le distanze dicendo che “Monsanto non ha rispettato gli standard della compagnia o le leggi federali” e che la Bayer non era a conoscenza di problemi sanitari o ambientali derivanti dalla condotta della compagnia. “Come protettori della terra, è nostra responsabilità usare prodotti sicuri”, ha detto Darren Wallis, portavoce di Bayer. “Prendiamo seriamente questi provvedimenti e accettiamo la piena responsabilità per queste azioni”. Da quando ha acquisito Monsanto nel 2018 per 63 miliardi, Bayer è al centro di contenziosi che collegano il glifosato a base di erbicidi Roundup, prodotto da Monsanto, al linfoma non-Hodgkin, ed è stata condannata tre volte dalla corte statunitense. Le azioni della Bayer sono calate del 30% in questo lasso di tempo.

24 novembre 2019
www.teleambiente.it/pesticidi_monsanto_colpevole_hawaii/
wheaton80
00venerdì 13 dicembre 2019 18:32
Francia - Stop alla vendita di 36 erbicidi a base di glifosato

L’Agenzia Francese per la Sicurezza dell’Alimentazione e dell’Ambiente ha revocato l’autorizzazione alla vendita di 36 prodotti a base di glifosato e rifiutato di autorizzare 4 nuovi prodotti, dal momento che i dati forniti dalle aziende produttrici non hanno permesso di escludere la loro possibile genotossicità. Nel 2018, questi prodotti rappresentavano quasi i tre quarti delle tonnellate di prodotti a base di glifosato venduti in Francia, per usi agricoli e non agricoli. La valutazione, a livello di ciascuno Stato membro europeo, delle domande di autorizzazione presentate dalle società che desiderano rinnovare o ottenere una commercializzazione di prodotti fitosanitari, opera in un quadro definito dall’Unione Europea. Per quanto riguarda il glifosato, questo quadro è stato specificamente rafforzato nel 2017, a seguito della rivalutazione della sostanza attiva, con ulteriori requisiti che prevedono la fornitura di dati aggiuntivi sui rischi per la salute e l’ambiente, compresa la genotossicità. Attualmente, 69 prodotti a base di glifosato sono disponibili sul mercato in Francia e sono stati oggetto di una domanda di rinnovo della loro autorizzazione: per 36 di questi l’ANSES è già arrivata ad una conclusione che prevede il non rinnovo.

Valentina Corvino
9 Dicembre 2019
ilsalvagente.it/2019/12/09/francia-stop-alla-vendita-di-36-erbicidi-a-base-di-glifosato/?utm_content=buffer4e465&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer&fbclid=IwAR2Ao98EKMPqpC1H-KbljiqnqIO9dQDLip68WL9E1Ye4uiaYgWK...
wheaton80
00lunedì 16 dicembre 2019 19:15
Glifosato, gli studi falsi usati da Bayer per il rinnovo dell’autorizzazione

Un’indagine di LobbyControl rivela come Monsanto abbia segretamente finanziato studi scientifici pro-glifosato. Carte false che il gruppo Bayer (proprietario di Monsanto) conferma di avere utilizzato per ottenere il rinnovo della sua autorizzazione in Unione Europea (1). Oltreché per ordire il teatro della menzogna. Vergogna!

"Gli studi scientifici ‘su ordinazione’"
L'Instituts für Agribusiness, un ente privato di ricerca in economia agraria collocato nell’Università di Gießen , ha pubblicato due studi scientifici sul glifosato, nel 2012 e nel 2015. Entrambi gli studi, presentati come ‘indipendenti’, evidenziano i benefici per l’economia e per l’ambiente (!) che deriverebbero dall’impiego dell’agrotossico più venduto al mondo. Senza neppure far cenno, ça va sans dir, ai pericoli già a quei tempi conclamati per la salute umana, animale e degli ecosistemi (2). I due studi, in particolare, hanno sottolineato:

– Nel 2012, la necessità di (continuare a) utilizzare il glifosato. Pronosticando un disastro economico per l’agricoltura europea, con perdite fino a 4 miliardi di US$/anno, in ipotesi di un suo abbandono (3)
– Nel 2015, i benefici per l’ambiente legati all’impiego del glifosato, che addirittura proteggerebbe il terreno (4). L’esatto contrario di quanto ha invece rilevato un recente studio sulla crisi ecologica provocata dall’ampio impiego di agrotossici in USA (5):

www.greatitalianfoodtrade.it/idee/pesticidi-tossicit%C3%A0-acuta-nel-sistema-agricolo-usa-studio-sci...

Monsanto aveva però finanziato gli studi, in segreto. Il loro autore principale, il professor Michael Schmitz, fino a poche settimane fa aveva dichiarato l’assenza di conflitti d’interesse. Ma è stato smentito dai documenti raccolti da LobbyControl, che invece dimostrano il finanziamento della Monsanto. Come poi riconosciuto dalla stessa Bayer, attuale proprietario della Monsanto.

"Le lobby dei bugiardi"
I falsi studi di cui sopra sono stati iniettati come un virus in ogni plesso scientifico, mediatico e politico. Lo stesso Julius-Kühn-Institut, l’istituto federale di ricerca sotto la guida del Ministero dell’Agricoltura, li ha ripresi sul Journal für Kulturpflanzen. Con l’aggravante di presentare i lavori sotto l’aura dell’Università di Gießen , anziché di un manipolo di tecnici a servizio di Big Ag. Le carte false sono state inserite nella bibliografia del Bundestag, il Parlamento Federale Tedesco. E vengono citate come una delle tante fonti nelle valutazioni ufficiali di impatto sugli effetti di un divieto di glifosato, sia in Germania che in Austria (6). Il Julius-Kühn-Institut, dopo lo scoppio dello scandalo, ha poi comunicato che la valutazione d’impatto tedesca si sarebbe basata su altri dati. L’opinione pubblica e le rappresentanze agricole sono a loro volta state ingannate dalle lobby dei bugiardi. Che sono giunte a inserire richiami alle carte false anche sulla pagina tedesca di Wikipedia dedicata al glifosato. Il celebre settimanale Die Zeit del resto, in un servizio del 2015, ammoniva che senza glifosato gli agricoltori erano minacciati di ‘gravi perdite’. Affidandosi a un articolo del Journal of Crops che, ancora una volta, si basava sulle falsità del professor Michael Schmitz, contrabbandate per ricerche indipendenti dell’Università di Gießen.

"I precedenti, in USA e in Europa"
Le corti federali USA hanno raccolto ampia prova dell’occultamento, da parte di Monsanto, di documenti scientifici che già 40 anni fa rivelavano i gravi pericoli per la salute umana associati all’esposizione al glyphosate. Oltre alla collusione tra Monsanto e i vertici dell’agenzia governativa per l’ambiente. La Environment Protection Agency (EPA), che non aveva mai indagato sui rischi di tumori associati all’esposizione al Round-Up, si era infatti prodigata per contrastare i lavori dell’agenzia OMS per la ricerca sul cancro. La IARC (International Agency for the Research on Cancer) aveva qualificato il veleno in esame come potenzialmente cancerogeno, ma l’agenzia europea per la valutazione del rischio sulle sostanze chimiche ha dato maggior valore agli studi scientifici manipolati da Monsanto, sebbene già allora la loro falsità fosse emersa presso i giudici federali d’Oltreoceano.

"Responsabilità e rimedi"
Il legislatore europeo, con il regolamento UE 2019/1381, ‘relativo alla trasparenza e alla sostenibilità dell’analisi del rischio dell’Unione nella filiera alimentare’, ha introdotto alcune misure utili ad apportare un minimo di trasparenza e partecipazione della società civile nelle procedure di valutazione del rischio nella filiera alimentare. Il teatro della menzogna che ha travolto le autorità federali tedesche deve comunque condurre a chiarire le responsabilità di tutti. Senza dimenticare che fu proprio l’ente tedesco per la valutazione del rischio (BTR), a partire dal 2001, su incarico della Commissione Europea, a negare le evidenze già allora disponibili sulla correlazione tra malformazioni congenite ed esposizione al glifosato (7). Le iniziative giudiziarie proseguono in USA e prendono il via anche in Europa, come in Francia, dove la Campagne Glyphosate ha promosso migliaia di denunce a seguito di rilevazione di tracce di glifosato nelle urine dei cittadini esposti (8). Ma i monopolisti globali di agrotossici e sementi continuano a sperimentare i micidiali mix dei loro veleni anche in Europa. E le cavie di questo mefitico laboratorio in campo aperto siamo tutti noi. In attesa che la Commissione Europea adotti le regole a essa delegate da 10 anni, per la valutazione dei relativi rischi.

Note

(1) www.lobbycontrol.de/2019/12/monsanto-glyphosatstudien/
(2) www.greatitalianfoodtrade.it/glifosato-ora-basta/ www.greatitalianfoodtrade.it/armi-di-distruzione-di-massa-il-gl...
www.greatitalianfoodtrade.it/stopglifosato-uneuropa-senza-roundup-e-ancora-po...
www.greatitalianfoodtrade.it/stopglifosato-ecco-allora-dicamba-lagrotossico-dei-nuovi-d...
(3) Michael Schmitz, P., & Garvert, H. (2012). Die ökonomische Bedeutung des Wirkstoffes Glyphosat für den Ackerbau in Deutschland. Journal fur Kulturpflanzen-Journal of Cultivated Plants, 64(5), 150
(4) Mal, P., Hesse, J. W., Schmitz, M., & Garvert, H. (2015). Konservierende Bodenbearbeitung in Deutschland als Lösungsbeitrag gegen Bodenerosion. Journal für Kulturpflanzen, 67(9), 310-319
(5) Michael Di Bartolomeis, Susan Kegley, Pierre Mineau, Rosemarie Radford, Kendra Klein. (2019). An assessment of acute insecticide toxicity loading (AITL) of chemical pesticides used on agricultural land in the United States
(6) Il Parlamento austriaco ha peraltro dato prova della propria integrità. Approvando il bando totale al glifosate – per la prima volta in Europa e la seconda al mondo, dopo la Russia – il 2.7.19. Si veda www.greatitalianfoodtrade.it/progresso/austria-il-primo-bando-totale-al-glifosato-i...
(7) ilfattoalimentare.it/glifosato-erbicida-malformazioni-europa-preocc...
(8) www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/glifosate-condanna-da-2-miliardi-di-dollari-per-... www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/glifosate-confermata-la-condanna-di-monsant...
www.greatitalianfoodtrade.it/salute/il-glifosate-fa-male-nuovi-studi-e-seconda-condanna-in-arriv... www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/monsanto-il-vietnam-annuncia-richiesta-di-risa... www.greatitalianfoodtrade.it/salute/glifosato-il-primo-conto-da-289-milioni-di-... Ultimi aggiornamenti su: usrtk.org/monsanto-papers/
(9) Cfr. reg. CE 1107/09 ‘relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari’ e successive modifiche. Allegato II 3.6.5 e 3.8.2

Dario Dongo, Fabrizio Adorni
08/12/2019
www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/glifosato-gli-studi-falsi-usati-da-bayer-per-il-rinnovo-dell-autorizzazione?fbclid=IwAR3XgDLJ2-NMvibdJHI53QoZjdTbzwdRPJ6y3louCYICmZlAU-X9pxihhaY#.XfOdQ3Jrqbs....
wheaton80
00lunedì 20 gennaio 2020 16:31
Glifosato, il Lussemburgo annuncia il divieto d’uso dal 2021

Il Lussemburgo vieterà l’uso dell’erbicida glifosato dal 1° gennaio 2021. Il governo sta infatti lavorando a un programma di uscita e sta cercando alternative. E’ quanto ha affermato il Ministro dell’Agricoltura del Paese Romain Schneider. Il Lussemburgo diventa il quarto Paese europeo a fissare una scadenza nazionale per la fine dell’uso del glifosato. A luglio, il Parlamento austriaco ha votato per un divieto dal 1° gennaio 2020. All’inizio di questo mese, la Germania ha deciso di vietare l’uso dell’erbicida dal 31 dicembre 2023. La Francia prevede di porre fine alla “maggior parte degli usi” del glifosato nel 2021. Il Ministro Schneider spiega che “al momento non esiste ancora un sostituto del glifosato sul mercato”: non utilizzare l’erbicida nei campi comporta un calo della produzione. Le conclusioni del Ministro provengono da esperimenti sul campo condotti a Bettendorf. Il governo sta inoltre valutando i modi per convertire il 20% delle terre agricole del Paese in agricoltura biologica dall’attuale percentuale, che è compresa tra il 4,6% e il 4,8%.

Valentina Corvino
25 settembre 2019
ilsalvagente.it/2019/09/25/glifosato-lussemburgo-annuncia-il-divieto-duso-d...
wheaton80
00martedì 18 febbraio 2020 17:55
Glifosato, Pan Germany: il laboratorio tedesco ha manipolato i dati sulla tossicità

Non bastavano i Monsanto Papers a insinuare dubbi sull’indipendenza del processo che ha portato alla ri-autorizzazione del glifosato in Europa. Un nuovo studio condotto da Pan Germany riaccende i riflettori sull’argomento e in generale sull’intera procedura di valutazione della sicurezza dei pesticidi nell’UE. Nel mirino è finito il Laboratory of Pharmacology and Toxicology di Amburgo: secondo gli esperti di Pan Germany il laboratorio ha commesso una frode in una serie di test regolatori, molti dei quali erano stati condotti nell’ambito del processo di ri-approvazione del glifosato nel 2017. Circa il 14% degli studi sul glifosato utilizzati per la sua ri-approvazione provengono da questo laboratorio. Nonostante si tratti di un laboratorio accreditato, la struttura è stata sorpresa a manipolare gli studi sulla tossicità sostituendo gli animali morti con quelli viventi, modificando i dati del tumore in “infiammazioni” e in generale distorcendo i dati per soddisfare i propri clienti. Per questo motivo PAN Europe chiede alla Commissione Europea di scartare gli studi condotti dal laboratorio LPT dal fascicolo sul glifosato, attualmente in fase di rivalutazione a livello dell’UE e da qualsiasi altro fascicolo. Il laboratorio sta attualmente affrontando accuse penali e sebbene sia impossibile sapere se la frode si è verificata solo negli studi relativi al glifosato, tutti i test forniti da LPT Hamburg devono essere considerati inaffidabili e quindi scartati dalla procedura di rivalutazione.

Angeliki Lyssimachou, tossicologo ambientale presso PAN Europe, ha dichiarato:“La stragrande maggioranza degli studi che portano all’approvazione di un pesticida sono condotti dalla stessa industria dei pesticidi, direttamente o tramite laboratori a contratto come LPT Hamburg. Abbiamo criticato questo conflitto di interessi per molti anni. La nostra coalizione invita regolarmente la Commissione a interrompere questo processo scandaloso: i test devono essere eseguiti da laboratori indipendenti sotto controllo pubblico, mentre il finanziamento degli studi dovrebbe essere sostenuto dall’industria”. Hans Muilerman, responsabile della politica chimica presso PAN Europe, ha aggiunto:“Per anni, gli Stati membri europei, l’EFSA e la Commissione hanno difeso la convinzione che uno studio accreditato finanziato dall’industria è più affidabile di uno studio non industriale, non accreditato. Migliaia di studi indipendenti sui pesticidi che mostrano danni all’uomo o alla natura sono stati scartati dai regolatori perché non accreditati”. Tuttavia, è bene ricordare che proprio sulla base di studi non accreditati, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato il glifosato come probabile cancerogeno. “È tempo che la salute dei cittadini abbia la precedenza sul profitto delle aziende!”, ha concluso Lyssimachou.

Valentina Corvino
12 febbraio 2020
ilsalvagente.it/2020/02/12/glifosato-pan-germany-il-laboratorio-tedesco-ha-manipolato-i-dati-sulla-tossicita/?utm_content=buffer5b54d&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer&fbclid=IwAR2_tlOOGImSMbxwccrFBBugT2vzuDxDDzmai91PpFon34ucVju...
wheaton80
00martedì 18 febbraio 2020 17:58
Bayer e Basf di nuovo sconfitte in tribunale: ora l’incubo è il caso dicamba

Dopo i casi giudiziari legati al glifosato ora la nuova tegola che sta cadendo in testa alla Bayer, dopo l’acquisizione della Monsanto, è il caso Dicamba, un erbicida decisamente più giovane di quello usato per decenni e dichiarato potenzialmente cancerogena dallo IARC, ma già al centro della scena. Tra venerdì e sabato, infatti, il colosso dell’agrobiotech tedesco assieme alla Basf si è visto rifilare una sentenza di condanna a 15 milioni di dollari di risarcimento e una, assai più clamorosa, a 265 milioni di dollari di danni punitivi da una giuria del Missouri. A provocare il nuovo scossone Bill Bader, un coltivatore di pesche del sud-est del Missouri che aveva chiamato in causa le due multinazionali sostenendo di aver subito ingenti danni ai suoi frutteti grazie all’uso di dicamba nei campi vicini, seminati a cotone OGM, resistente all’erbicida di Monsanto. Un pesticida che non si era limitato a rimanere sui campi di cotone dei vicini ma aveva avvolto i pescheti di Bader, seccando le foglie e uccidendo gli alberi. La giuria di Cape Girardeau non solo ha dato torto agli avvocati delle industrie di pesticidi, che sostenevano che i danni erano legati ad altre cause, ma ha emanato una sentenza punitiva che crea alle due industrie tedeche un altro problema potenzialmente multi-miliardario.

L’attenzione degli analisti, però, si concentra su Bayer, che già è impegnata a risolvere migliaia di cause legali che legano l’esposizione al suo diserbante glifosato con il cancro. Sia dicamba che Roundup sono prodotti dalla Monsanto, che Bayer ha acquisito nel 2018. La perdita fa aumentare la pressione sull’Amministratore Delegato di Bayer Werner Baumann, spiega il sito di informazione finanziaria Bloomberg, che nel 2016 ha puntato la sua carriera sull’acquisizione per 63 miliardi di dollari di Monsanto. Lo scorso aprile, Baumann è diventato il primo CEO di una grande azienda tedesca a perdere il voto di fiducia degli azionisti in decenni. Carl Tobias, un professore di diritto dell’Università di Richmond che insegna sugli incidenti di massa, ha affermato, spiega Bloomberg, che Bayer deve affrontare rapidamente quest’ultima situazione. “Prima spegni il fuoco, meglio è”, ha detto Tobias domenica in un’intervista. “Se tutti questi casi di dicamba valgono più di 250 milioni di dollari, ciò creerà un altro mal di testa da molti miliardi di dollari per Bayer e gli investitori non apprezzeranno”. Finora la Bayer è riuscita a evitare di tornare al processo per il Roundup e gli avvocati puntano a chiudere i processi con una perdita che, sperano, non supererà i 10 miliardi di dollari.

Riccardo Quintili
17 febbraio 2020
ilsalvagente.it/2020/02/17/bayer-e-basf-di-nuovo-sconfitte-in-tribunale-ora-lincubo-e-il-caso-...
wheaton80
00venerdì 28 febbraio 2020 00:29
Nuova revisione sul glifosato:“È cancerogeno, come hanno fatto EFSA ed EPA ad assolverlo?”

La rivista scientifica Environmental Health ha pubblicato un riesame di tredici analisi sulla possibile cancerogenicità del glifosato, condotta dal tossicologo Christopher Portier, ex Direttore del National Toxicology Program e oggi docente presso l’università di Maastricht, nei Paesi Bassi:

ehjournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12940-020...

I risultati indicano che l’erbicida può provocare differenti tipi di insorgenze tumorali negli animali esposti, come ha scritto oggi il quotidiano francese Le Monde:

www.lemonde.fr/planete/article/2020/02/24/l-evaluation-officielle-du-glyphosate-de-nouveau-mise-en-cause_6030625_3...

La conferma arriva cinque anni dopo la decisione della IARC di inserire l’erbicida nella lista delle sostanze “probabilmente cancerogene” per l’uomo. “La conclusione”, scrive il quotidiano francese, “è importante soprattutto perché questi stessi test, che in gran parte son stati condotti dalle industrie produttrici, sono stati utilizzati dalle autorità di controllo, europee e americane, per fornire i loro pareri. E queste hanno concluso, in maniera opposta, che il glifosato non sarebbe potenzialmente cancerogeno”. La revisione di Portier ha individuato 37 casi di aumento dell’incidenza di tumori. In particolare cancri dei tessuti molli, della ghiandola surrenale, dei reni, del fegato e linfomi.

“Se le autorità di controllo”, ha commentato Portier riferendosi tanto a quelle europee che a quella statunitense che aveva assolto il glifosato poche settimane fa, “hanno proceduto ad un’analisi completa di tutte le prove disponibili provenienti dai tredici studi sulla cancerogenicità animale, come fatto in questo caso, è difficile comprendere come siano potute giungere a conclusioni diverse da quella che indica come il glifosato sia in grado di provocare tumori negli animali da laboratorio”. Vale la pena di sottolineare che i test effettuati dalle autorità non possono essere consultati dalla comunità scientifica.

Il loro esame è infatti riservato ad esperti di organismi pubblici. Portier è entrato in possesso di questi dati solo nel 2017, quando i deputati hanno ottenuto dal Direttore Generale dell’EFSA Bernhard Url una copia dei dati di questi studi, ma hanno concordato di non renderli pubblici. Solo dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del marzo 2019, che consente a chiunque di richiedere i dati dell’Autorità, Portier è stato in grado di presentare la sua analisi per la pubblicazione in letteratura accademica.

Valentina Corvino
25 febbraio 2020
ilsalvagente.it/2020/02/25/il-glifosato-e-cancerogeno-una-nuova-revisione-ribalta-la-valutazione-dellepa/?utm_content=buffer9fb6c&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer&fbclid=IwAR1D7c-o_IGcu4zLEQSrpLRZ6U6NhCIeA_G_3XElYJKXAY-MsQS...
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