preparazione per il 09/01/11 Il battesimo dello spirito
Riparto dall’ultima catechesi con le letture della domenica successiva che erano:
PRIMA LETTURA Dal libro del profeta Isaìa 42, 1-4.6-7
SECONDA LETTURA Dagli Atti degli Apostoli 10, 34-38
VANGELO Dal Vangelo secondo Matteo 3, 13-17
In questo caso specifico l’approfondimento per lo studio avrebbe preveduto per la prima lettura Isaìa 42, 1-4.6-7 una estensione a Isaia 42, 1-9 perché se sfogliavate la bibbia vi sarete accorti che comprendeva così tutto il Primo canto del servo del Signore, la seconda lettura Dagli Atti degli Apostoli 10, 34-38 una estensione a Dagli Atti degli Apostoli 10, 34-43 per prendere tutto il Discorso di Pietro presso Cornelio e il vangelo Dal Vangelo secondo Matteo 3, 13-17 invece sarebbe rimasto uguale perché già prevedeva tutto il Battesimo di Gesù.
Fatta questa precisazione in generale su come dovrebbe essere fatta la prima analisi delle letture appare chiaro come il tema principale di questa celebrazione è il battesimo di Gesù, ma se noi pensiamo al battesimo di Gesù in se stesso che pensiamo? Che Gesù come noi è stato battezzato in acqua, più precisamente nelle acque del fiume Giordano. Adesso con la mia preparazione cerco di attualizzarlo alla vita di tutti i giorni.
La prima lettura è del profeta isaia ed è Dio che parla per bocca del profeta, parla del suo servo, che egli sostiene, del suo eletto in cui si compiace, dice che ha posto il suo spirito in lui e porterà la giustizia nel mondo, ma non alzerà la voce come invece spesso facciamo noi per farci sentire, non spezzerà nemmeno una canna incrinata e non spegnerà nemmeno la fiamma fioca di uno stoppino, nel senso che accetterà sempre la volontà del padre e non forzerà mai la mano con violenza per cambiarla come invece facciamo noi che sempre non accettiamo la nostra storia e vogliamo continuamente cambiarla ma stabilirà il diritto e il suo insegnamento senza stravolgere la vita di nessuno ma soltanto aprendo gli occhi e liberando dalle catene della schiavitù del peccato. Poi ad un certo punto Dio spiega i motivi per cui chiama a conversione le persone e dice: ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano, ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo, veramente quando il signore ci chiama a conversione è come che ci prendesse per mano e piano piano ci forma, ci plasma alla sua parola, ma questo perché? Perché dobbiamo sentirci santi e bravi e immacolati? No solo perché il signore vuole servirsi di noi per essere suoi strumenti per l’evangelizzazione: perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, ovviamente non è che tutti i momenti dobbiamo stare ad evangelizzare ed ad aprire gli occhi perché si perderebbe il senso, bisogna sempre aspettare l’ispirazione del signore per il resto e per qualunque situazione è meglio pregare e rimettere a dio la salvezza delle persone e la loro conversione.
Nella seconda lettura tratta dagli atti degli apostoli Pietro prende la parola e sottolinea che Dio non fa preferenze di persone, non chiama quelli più santi o quelli più bravi ma chiama tutti e fra questi potrebbe esserci anche qualcuno con un passato burrascoso che magari non è bravo per niente, anzi la mia esperienza mi ha portato a pensare che è più facile convertirsi per chi è veramente lontano piuttosto di chi invece va a messa e si sente bravo, perché come ricorda Pietro poi è Dio stesso che consacra in spirito santo e che come lo ha fatto con Gesù è sempre pronto a farlo con chiunque si metta al suo servizio, perché questo spirito deve continuare a vivere anche in questa generazione e deve continuare a passare per continuare a risanare tutti coloro che stanno sotto il potere del diavolo, questo compito è della chiesa ma è di tutti i cristiani che fanno parte di questo corpo.
Il vangelo è di Matteo ed è il momento del battesimo di Gesù, c’è un momento importante in cui Giovanni il battista voleva impedire a Gesù di battezzarsi perché pensava giustamente che era Gesù che doveva battezzare lui, ma dio nella sua storia della salvezza dell’uomo ha voluto che l’uomo partecipasse a questo evento e quindi è Giovanni un uomo che battezza Gesù, quindi il problema nostro della nostra umanità è di pensare a Gesù come a qualcosa lontano dalla nostra vita, si va bene Gesù esiste però ha altro da fare che pensare a me o alla mia situazione, figuriamoci poi se la chiesa o il prete può in qualche modo interferire fra il rapporto fra me e Gesù, e invece è proprio il prete e la chiesa che ha questa facoltà di far scendere su di noi lo spirito santo, come dopo aver battezzato Gesù subito scende lo spirito di dio, così anche per mano della chiesa dopo la confessione, dopo la comunione ecco che scende lo spirito di dio su di noi e abbiamo la possibilità di partecipare a questo corpo di cristo risorto ognuno con le proprie qualità, perché quando dio sceglie non sceglie mai a caso, sicuramente c’è un aspetto di noi che è fondamentale per la storia della salvezza dell’uomo che dio vuole realizzare e sta a noi affidarci a Dio per scoprire qual’è questo aspetto, per esempio quando iniziavo a camminare nella fede mai avrei pensato di poter avere un rapporto così stretto con la parola, quindi oggi la chiesa viene a rompere questa nostra umanità che ci fa guardare sempre alle cose carnali, cioè che noi al fondo non siamo degni di fare niente per il signore ma che dovrebbe essere sempre il signore a fare qualcosa per noi, ma Dio invece ha voluto il contrario, ha voluto che noi partecipassimo pienamente al suo piano a cui concretamente tutti noi siamo chiamati a rispondere proprio in questa celebrazione con un amen.
Le letture della prossima domenica sono:
Dal libro del profeta Isaìa Is 49,3.5-6
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1Cor 1,1-3
+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 1,29-34
Questa volte oltre a fare il solito lavoro di estensione se avete difficoltà a capire guardate i riferimenti al lato delle letture , quelli a destra o a sinistra o quelli sotto, che rimandano ad altre letture, per fare ulteriori estensioni su frasi specifiche se in qualche senso se ne avverte la necessità di approfondire.