Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Forum NWO Nuovo Ordine Mondiale, illuminati, cospirazioni, controllo globale, spiritualità, scienza di confine, Bilderberg, Lady Diana

E' il momento della Palestina

  • Messaggi
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.194
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 01/08/2014 03:50
    Israele, ex viceministro: ‘Obama ha urlato a Netanyahu, lo ha trattato come talebano’

    “Obama ha urlato contro Netanyahu. Non è stata una conversazione piacevole e il presidente degli Stati Uniti non stava parlando con un leader talebano“. E’ lo sfogo di Danny Danon, parlamentare del Likud ed ex viceministro della Difesa di Netanyahu, ai microfoni della trasmissione “Steve Malzberg Show”, in onda sull’emittente americana Newsmax Tv. Il primo ministro israeliano, secondo il racconto di Danon, avrebbe avuto un tesissimo colloquio telefonico con Obama, che “urlava e diceva al primo ministro cosa fare e cosa non fare”. “Ve lo dico in tutta sincerità” – continua il parlamentare – “abbiamo un rapporto molto stretto con gli Stati Uniti, l’alleato più forte di Israele. Ma questo non è il modo di trattare il leader di un Paese alleato. E’ un insulto il modo in cui il presidente Obama sta trattando Israele. Abbiamo bisogno di sostegno e supporto da parte degli USA. Purtroppo ora non li abbiamo“. E aggiunge: “Io incoraggio il primo Ministro Netanyahu e i miei amici al governo ad essere forti adesso e di fare qualunque cosa sia positiva per Israele, anche se comporta dire al presidente Obama: ‘No, non possiamo soddisfare i tuoi desideri o le tue pressioni a firmare un “Cessate il fuoco”’, il che sarebbe negativo per Israele ora. La richiesta di un ‘cessate il fuoco’ è inaccettabile”.

    Gisella Ruccia
    tv.ilfattoquotidiano.it/2014/07/30/israele-ex-viceministro-obama-ha-urlato-contro-netanyahu-ha-trattato-come-talebano...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.196
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 02/08/2014 14:43
    Le stragi di Gaza: qual è l'obiettivo israeliano?

    Sin dall'inizio dell'offensiva israeliana, nelle dichiarazioni ufficiali l'obiettivo erano "i tunnel di Hamas che collegano Gaza con Israele" (e naturalmente chiunque abbia un briciolo di cervello non può non chiedersi: ma se questi tunnel esistono, perchè gli uomini di Hamas si ostinano a sparare dei razzi innocui anzichè fare una incursione in massa? Una cinquantina di persone armate con un attacco a sorpresa può fare una notevole strage). Naturalmente con ampio esempio di fotografie dove però si vedevano soldati in un ambiente stretto ma con muri di mattoni ai lati, mentre si sa che i tunnel di Hamas (che in realtà ci sono, ma sono verso l'Egitto e servono per gli approvvigionamenti di viveri e medicinali) sono scavanti nel terreno. Inoltre c'era qualcosa di strano negli obiettivi. Intendo dire: se tu cerchi di distruggere un tunnel, devi capire quale è il percorso ed usare bombe antibunker, che esplodono sottoterra. Invece le bombe israeliane erano normali bombe sganciate su obiettivi civili. Case, moschee, ospedali, scuole dell'Onu (notoriamente usate come rifugio antiaereo, insieme alla moschee e agli ospedali)... questi erano i bersagli. E, a completare l'opera, la distruzione negli ultimi giorni dell'unica centrale elettrica che dia elettricità a Gaza e di tutti gli impianti per la distribuzione dell'acqua potabile.

    Tunnel? Niente, sarà per la prossima volta

    E' chiaro che qualcosa non torna. E' evidente che l'obiettivo principale era uccidere quanti più civili palestinesi è possibile. E quindi sono stati colpiti gli obiettivi dove era più facile trovare gente: le case più grandi, e gli edifici usati come rifugi, come le scuole dell'Onu e le moschee. E naturalmente gli ospedali, in modo che i feriti non possano ricevere cure. Per non parlare degli impianti per l'acqua: 2 milioni di persone in 300 Km. quadrati senza acqua non ci impiegano molto a sviluppare le condizioni per la diffusione delle malattie. Perchè molti lo dimenticano, ma a Gaza non è possibile far entrare acqua, cibo o qualsiasi altra cosa. Gaza è una immensa prigione a cielo aperto. E' circondata da un muro e gli accessi sono sotto il controllo israeliano, che ovviamente non fa passare nulla da quei varchi. Quindi a pagarlo saranno i civili palestinesi, anche nel lungo periodo.

    Ma se c'erano dei dubbi, l'attacco via terra li ha dissolti
    Spesso, quando si parla della guerra, sui giornali si è soliti mettere delle cartine che indicano come i soldati avanzano. Per Gaza non lo si fa mai. E il motivo è ovvio. L'attacco via terra è stato diretto in maniera da "tagliare" il nord della striscia di Gaza dal resto della zona. A questo si aggiungano gli avvisi dell'esercito israeliano di evacuare quelle zone prima dell'attacco. Ed infine, dulcis in fundo: la notizia - postata ieri dalla giornalista e volontaria Rosa Schiano - che Israele intende predisporre una zona di sicurezza profonda 3 Km. Che vuol dire? Semplice: che Israele intende prendersi altra terra palestinese. Tra evacuazioni ed uccisioni, costringono i palestinesi ad andarsene dal nord della striscia di Gaza; abbattono il muro che attualmente chiude i contatti tra Gaza e l'esterno e lo spostano di 3 Km. più a sud; e così ricavano lo spazio per costruire un'altra colonia illegale o per ampliare quelle esistenti. Un percorso semplice, lo stesso usato decine di volte da Israele negli ultimi 50 anni.

    Tanto nessuno protesta. Non l'Onu, che sta dando ampio risalto al fatto - raccontato da Israele, ma di cui non esistono prove - che Hamas nasconde armi nelle scuole, ma non dice niente su tutte le violazioni delle risoluzioni fatto da Israele; non gli Stati Uniti, che da sempre si preoccupano di usare il proprio diritto di veto per evitare risoluzioni contro Israele; non l'Europa, che da sempre è schierata acriticamente a favore di Israele (Italia in testa, dato che stiamo vendendo loro 30 aerei da addestramento che, muniti di bombe vere, possono essere utilizzati per la guerra). E neanche i Paesi arabi vicini ad Israele, che temono le rappresaglie. Non è capitato una sola volta che aerei israeliani abbiano bombardato l'Egitto, la Siria o il Libano. Protesta l'opinione pubblica? Solo in parte. La maggior parte è assolutamente disinformata, grazie alle menzogne che si leggono sui giornali e che si sentono in Tv. E se qualcuno protesta, succede quello che è successo a Norman Finkelstein, ebreo figlio di due deportati (il padre ad Auschwitz, la madre a Majdanek). Il quale ha capeggiato una protesta pacifica a New York ed è finito arrestato.

    Perchè questo succede, se la protesta riesce. Se non riesce, come in Italia, abbiamo poche decine o centinaia di persone, completamente ignorate dai media, che sfilano e di cui nessuno sa niente. Mentre a Milano abbiamo avuto l'assurdo di 7 tra poliziotti e carabinieri che, in assetto antisommossa, sono stati schierati a difesa della bandiera israeliana che reclamizza la partecipazione di quel Paese all'Expo 2015. Sette tra poliziotti e carabinieri che avrebbero potuto essere utilizzati in maniera più proficua per i cittadini milanesi per il pattugliamento delle strade. E che invece sono rimasti per ore fermi ad un angolo di strada. Che sarebbe potuto succedere? Avrebbero imbrattato la bandiera con la vernice o magari lanciavano qualche pomodoro? Non mi pare una cosa così grave da richiedere lo schieramento di ben tre pattuglie di Polizia e carabinieri.

    Antonio Rispoli
    30/07/2014
    www.julienews.it/notizia/editoriali/le-stragi-di-gaza-qual--lobiettivo-israeliano/340692_editoriali...
    [Modificato da wheaton80 02/08/2014 14:45]
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.199
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 03/08/2014 21:05
    Usa e Onu contro Tel Aviv, attacco a scuola è "atto criminale"

    (AGI) - Onu e stati Uniti criticano duramente Tel Aviv per l'attacco alla scuola gestita dall'Onu a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Il segretario generale dell'Onu l'ha definito "un oltraggio morale e un atto criminale" e ha chiesto una rapida inchiesta e che i responsabili ne rispondano dinanzi alla giustizia. "Questa follia deve finire", ha aggiunto. In una dichiarazione diffusa dal suo portavoce, Ban ha definito l'accaduto "un'altra grave violazione della legge umanitaria internazionale": il diplomatico coreano ha infatti ricordato che i rifugi dell'Onu devo essere zone sicure e che le forze Armate israeliane sono state ripetutamente informate su dove si trovano questi siti. "Questo attacco, insieme alle altre violazioni del diritto internazionale, deve essere indagato rapidamente e i responsabili devono pagare per questo". Gli Stati Uniti, ricorrendo a toni particolarmente duri, ha condannato il "vergogno cannoneggiamento" israeliano nei pressi di una scuola dell'Onu a Rafah nel sud della Striscia di Gaza, che ha causato 10 morti. Washington ha ribadito la richiesta a Tel Aviv - che ha ammesso di essere responsabile dei colpi - di fare di tutto per evitare vittime civili. Cosi' il dipartimento di Stato. Israele riconosce le responsabilita': l'eserito di Tel Aviv (Tsahal) ha infatti ammesso di aver sparato colpi di cannone nelle vicinanze della scuola Onu a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove sono morte 10 persone. In una dichiarazione Tsahal ha spiegato che l'obiettivo non era l'edifico ma "tre terroristi della Jihad islamica che a bordo di una moto stavano passando accanto ad una scuola dell'Unrwa (l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi) a Rafah". L'Unione Europea ha chiesto a Israele e ad Hamas di "fermare immediatamente" le ostilita' nella Striscia di Gaza e ha deplorato l'enorme perdita di vite umane nel conflitto. "Il bagno di sangue deve finire", si legge in una nota firmata dai presidenti uscenti della Commissione Europea, Jose Manuel Durao Barroso, e del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, a nome dei 28 Paesi membri. "Deploriamo la terribile perdita di vite umane, tra cui donne e bambini innocenti", prosegue il comunicato condannando "l'intollerabile violenza" sofferta dai residenti di Gaza sotto le bombe israeliane. L'Ue definisce anche l'incessante lancio di razzi di Hamas su Israele "un'inaccettabile minaccia" ai cittadini dello Stato ebraico, ma fa notare che "la legittima difesa deve essere proporzionale'".

    03 agosto 2014
    www.agi.it/estero/notizie/usa_e_onu_contro_tel_aviv_attacco_a_scuola_e_atto_criminale-201408032028-est...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.205
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 05/08/2014 02:16
    La Bolivia dichiara Israele “stato terrorista”

    LA PAZ - Mercoledì la Bolivia ha ritirato un accordo con Israele per l’esenzione dai visti internazionali, e lo ha dichiarato uno stato terrorista. Il presidente Evo Morales ha annunciato la mossa durante il discorso con un gruppo di educatori nella città di Cochabamba. “Significa, in altre parole, che stiamo dichiarando (Israele) uno stato terrorista,” ha affermato. Dal 1972 il trattato aveva permesso agli israeliani di viaggiare liberamente in Bolivia senza visto. Morales ha dichiarato che l’offensiva a Gaza dimostra “che Israele non garantisce i principii di rispetto per la vita e gli elementari precetti di diritto che governano la coesistenza pacifica ed armoniosa della nostra comunità internazionale”. Più di due settimane di combattimenti a Gaza hanno lasciato oltre 1.600 morti e 8.000 feriti nell’intensa campagna aerea e terrestre israeliana, in risposta ad attacchi missilistici dal gruppo islamista militante di Hamas. Recentemente 16 persone sono state uccise da due bombe israeliane che hanno colpito una scuola delle Nazioni Unite, suscitando la protesta internazionale. La Bolivia ha rotto le relazioni diplomatiche con Israele dal 2009, a causa di precedenti operazioni militari a Gaza. A metà luglio, Morales ha richiesto formalmente all’alto commissario dell’ONU per i diritti umani di perseguire Israele per “crimini contro l’umanità”. Non soltanto la Bolivia ma anche altri paesi dell’ America Latina hanno proceduto a richiamare il proprio rappresentante diplomatico in Israele “per consultazioni”. Fra questi i primi sono stati il Brasile e l’Ecuador, poi seguiti dal Cile, dal Perù, e da El Salvador. Alcuni di questi paesi hanno motivato l’interruzione dei rapporti diplomatici per protesta contro l’escalation di violenza contro la popolazione civile, altri hanno addotto come causa l’uso sproporzionato della forza militare da parte di Israele contro la popolazione civile. La cancelleria di Israele ha stigmatizzato tale mossa ed ha criticato questi paesi i quali, secondo Israele, “finirebbero per appoggiare l’azione dei terroristi”.

    Fonti
    Dailystar
    ElSalvador.com

    www.controinformazione.info/la-bolivia-dichiara-israele-stato-ter...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.207
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 07/08/2014 02:45
    Video - Gaza, Moni Ovadia (Tsipras): “Israele non si difende, fa guerra. Italia? Deve denunciare”

    “È un cartello idiota, stupido e inutile che dà un assist formidabile al governo israeliano e al suo programma di auto-vittimizzazione. Sembra fatto apposta per dare forza alla retorica e alla propaganda che tutto l’occidente sposa. Danneggia la causa del popolo palestinese“. Con queste parole l’eurodeputato della Lista Tsipras, attore, regista e scrittore di origine ebraica Moni Ovadia, ha commentato alcuni cartelli esposti ieri sera in piazza Duomo a Milano, durante la manifestazione in favore della Palestina organizzata da alcuni partiti della sinistra, da Fiom Cgil e da Emergency. Sulla situazione nella Striscia, Ovadia condanna l’atteggiamento di Israele “che non si difende, ma assedia un intero popolo facendo la guerra”. Il governo italiano? “Non avrà il coraggio di denunciare tutto questo”, conclude.

    Fabio Abati
    tv.ilfattoquotidiano.it/2014/08/06/gaza-moni-ovadia-tsipras-israele-non-si-difende-fa-guerra-italia-non-ha-coraggio...
    [Modificato da wheaton80 07/08/2014 02:46]
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.222
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 12/08/2014 03:33
    Hamas creazione del Mossad

    Secondo Zeev Sternell, storico all'Università Ebraica di Gerusalemme, "Israele ha ritenuto che fosse opportuno e astuto spingere gli islamici contro l'organizzazione per la liberazione dalla Palestina (OLP)". Grazie al Mossad, "l'istituzione israeliana per l'Intelligence e le operazioni speciali", è stato consentito ad Hamas di rinforzare la sua presenza nei territori occupati. Nel frattempo il movimento di Arafat per la liberazione della Palestina, Fatah, così come la sinistra palestinese sono stati sottoposti alla più brutale forma di repressione e intimidazione. Non dimentichiamoci che fu Israele che, nei fatti, creò Hamas. Secondo Zeev Sternell, storico all'Università Ebraica di Gerusalemme "Israele ha ritenuto che fosse opportuno e astuto spingere gli islamici contro l'organizzazione per la liberazione dalla Palestina (OLP)". Ahmed Yassin, la guida sprituale del movimento islamista palestinese, di ritorno dal Cairo negli anni settanta, fondò un'associazione islamica caritatevole.

    Il Primo Ministro israeliano, Golda Meir, vide in ciò un'opportunità di controbilanciare l'ascesa del movimento Fatah, di Arafat. Secondo il settimanale israeliano Koteret Rashit (ottobre 1987), "le associazioni islamiche e le università erano state sostenute e incoraggiate dall'autorità militare israeliana" incaricata dell'amministrazione (civile) di Gaza e della West Bank. "Esse (le associazioni islamiche e le università) erano state autorizzate a ricevere finanziamenti in denaro dall'estero". Gli Islamisti fondarono orfanotrofi, ospedali, una rete di scuole, posti di lavoro anche per le donne e aiuti finanziari per i poveri. Nel 1978 crearono "l'Università Islamica", a Gaza. "L'autorità militare era convinta che queste attività avrebbero indebolito sia l'Olp che le organizzazioni di sinistra, a Gaza". Alla fine del 1992 c'erano 600 moschee a Gaza. Grazie all'agenzia di intelligence israeliana, Mossad, fu dato modo agli Islamisti di rinforzare la loro presenza nei territori occupati. Nel frattempo i membri di Fatah (Movimento per la Liberazione Nazionale della Palestina) e la sinistra palestinese era oggetto della più brutale forma di repressione. Nel 1984 Ahmed Yassin venne arrestato e condannato a 12 anni di prigione, dopo la scoperta di un nascondiglio di armi.

    Ma un anno dopo fu liberato e riprese le sue attività. E quando l'Intifada cominciò, nell'ottobre 1987, prendendo gli Islamisti di sorpresa, lo Sceicco Yassin rispose creando Hamas (il Movimento di Resistenza Islamico): "Dio è il nostro inizio, il profeta il nostro modello, il Corano la nostra costituzione", proclama l'articolo 7 del documento base dell'organizzazione. E ancora, Ahmed Yassin era in prigione quando gli accordi di Oslo (dichiarazione dei principi per un Auto-Governo ad interim) furono firmati nel settembre 1993. Hamas aveva del tutto rifiutato quegli accordi. Ma a quel tempo il 70% dei palestinesi condannavano gli attacchi contro i civili israeliani. Yassin fece tutto quanto era in suo potere per minare gli accordi di Oslo. E in questo, anche prima della morte del primo ministro Rabin, aveva il sostegno del governo israeliano. Quest'ultimo era infatti molto riluttante rispetto al rettificare un accordo di pace. Hamas lanciò dunque una ben pianificata e perfettamente cronometrata campagna di attacchi contro civili: un giorno prima della riunione tra i negoziatori palestinesi e israeliani allo scopo del riconoscimento, da parte di Israele, dell'Autorità Nazionale Palestinese. Questi eventi erano in gran parte strumentali alla formazione di un'estrema destra di governo, in Israele, dopo le elezioni del maggio 1996.

    A quel punto, inaspettatamente, il Primo Ministro Netanyahu ordinò il rilascio dello Sceicco Ahmed Yassin dalla prigione (per motivi umanitari), dove stava scontando un ergastolo. Intanto Netanyahu, insieme al Presidente Bill Clinton, facevano pressioni su Arafat affinchè controllasse Hamas. In effetti Netanyahu sapeva che gli Islamisti avrebbero potuto, ancora una volta, sabotare gli accordi di Oslo. Quindi fece ancora di peggio: dopo aver espulso Yassin in Giordania gli permise di tornare a Gasa, dove venne ricevuto in trionfo, da eroe, nell'ottobre 1997. Arafat rimase solo a fronteggiare questi eventi. Inoltre, a causa del supporto che aveva manifestato nei confronti di Saddam Hussein durante la Guerra del Golfo del 1991 (mentre Hamas si asteneva cautamente dal prendere posizione), gli stati del Golfo decisero di tagliare ogni finanziamento all'Autorità Palestinese. Tra il febbraio e l'aprile del 1998, lo Sceicco Ahmad Yassin era, invece, in grado di ottenere molte centinaia di milioni di dollari da quegli stessi paesi. Il budget di Hamas diventava così superiore rispetto a quello dell'Autorità Palestinese.

    Queste nuove fonti di finanziamenti permisero agli Islamisti di svolgere efficacemente le varie attività caritatevoli. Si stima che un palestinese su tre riceva aiuti economici da Hamas. Riguardo a ciò Israele non ha mai fatto nulla, nessun azione per porre freno all'afflusso di soldi ad Hamas, nei territori occupati. Hamas aveva costruito la sua forza tramite i vari atti di sabotaggio al processo di pace, in modo perfettamente compatibile con gli interessi del governo israeliano. In cambio, quest'ultimo otteneva di impedire anche l'applicazione di quanto stablito a Oslo. In altre parole, Hamas stava svolgendo le funzioni per le quali era stato originariamente creato: prevenire la creazione di uno Stato Palestinese. E a questo proposito Hamas e Ariel Sharon sono esattamente sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda.

    Hassane Zerouky, 25/3/2004
    Fonte: globalresearch.ca/articles/ZER403A.html

    Traduzione a cura di Nuovi Mondi Media
    www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=110
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.236
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 20/08/2014 02:58
    Cruz e Bardem difendono Gaza, Hollywood minaccia:“La vostra carriera è finita”

    Penelope Cruz e Javier Bardem si sono ritrovati al centro di un vero e proprio putiferio, dopo aver firmato una lettera aperta in cui davano il loro appoggio a Gaza e condannavano l’offensiva israeliana paragonandola ad un “genocidio”. L’appello, pubblicato su El Diario è stato sottoscritto da diversi registi, scrittori e musicisti. Tra i volti noti che hanno dato il loro sostegno alla petizione c’è anche Pedro Almodovar.

    Il contenuto della lettera aperta

    Nella lettera, gli attori hanno definito il bombardamento della Striscia di Gaza come un “genocidio”, poi hanno chiesto una presa di posizione da parte dell’Unione Europea, perché fermi “il bombardamento via terra, mare e aria che sta uccidendo la popolazione civile palestinese a Gaza”. Sperano e pregano che finalmente si arrivi ad un cessate il fuoco ed esortano Israele a “togliere il blocco imposto sulla Striscia da più di un decennio”. Infine hanno rimarcato:“Gaza vive giorni di orrore. Non c’è più acqua, elettricità, è impossibile l’accesso agli ospedali, alle scuole e ai campi. E la comunità internazionale non fa nulla”.

    Hollywood contro Penelope Cruz e Javier Bardem
    I massimi dirigenti di Hollywood non sono stati contenti, quando sono venuti a conoscenza della presa di posizione di Penelope Cruz e Javier Bardem. L’Independent ha parlato addirittura di “carriera finita” per le due star. Un importante manager del cinema americano, invece, ha dichiarato all’Hollywood Reporter:“Sono furioso con Penelope Cruz e Javier Bardem”. Stessa rabbia anche da parte dell’amministratore delegato di Relativity Media, Ryan Kavanaugh, che ha affermato:“La lettera mi ha fatto ribollire il sangue”. Il suo parere sembrerebbe rispecchiare quello della maggior parte degli attori, manager e dirigenti di Hollywood, che si sono dimostrati compatti contro la coppia.

    Il padre di Angelina Jolie: “Impiccatevi”

    Jon Voight, padre di Angelina Jolie, già nelle scorse settimane si era scagliato contro la coppia accusandoli:“Avevate una grande responsabilità perché potete utilizzare la vostra celebrità a fin di bene. Invece avete diffamato l’unico paese democratico in Medio Oriente: Israele. Dovreste impiccarvi per la vergogna, provare un profondo rammarico per quello che avete fatto e chiedere perdono alle persone che soffrono in Israele”.

    Daniela Seclì
    11 agosto 2014
    cinema.fanpage.it/cruz-e-bardem-difendono-gaza-hollywood-minaccia-la-vostra-carriera-e...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.238
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 20/08/2014 03:23
    Con il boicottaggio europeo che aumenta, la più grande catena di distribuzione alimentare in Irlanda scarica i prodotti israeliani

    I maggiori esportatori di generi alimentari israeliani stanno affrontando un’ondata senza precedenti di cancellazione degli ordini dall’Europa come risultato del più recente massacro dei palestinesi a Gaza ad opera di Israele. SuperValu, la più grande catena di distribuzione alimentare in Irlanda, ha riferito la scorsa settimana ai media irlandesi che ha ritirato i prodotti israeliani dai suoi negozi. E i media israeliani suggeriscono che altri grandi rivenditori europei hanno preso decisioni simili senza annunciarle pubblicamente. Le compagnie israeliane d’esportazione di frutta e verdura hanno affrontato cancellazioni degli ordini da Scandinavia, Regno Unito, Francia, Belgio e Irlanda. Secondo un articolo dell'11 Agosto dal sito web del quotidiano ebraico The Marker, i rivenditori sono diventati timorosi della rapida crescita del boicottaggio dei prodotti israeliani da parte dei consumatori. Un portavoce di EDOM, un importante produttore ed esportatore israeliano di frutta che ha vaste attività negli insediamenti illegali israeliani nella Cisgiordania occupata, ha detto a The Marker:“Gli importatori europei ci dicono che non possono vendere i prodotti israeliani... Un acquirente europeo mi ha detto che era stato bloccato in diverse catene in Danimarca e Svezia, e poi in Belgio. Lo scorso fine settimana, mi ha detto che i manghi che erano stati confezionati nei Paesi Bassi, come sempre, e spediti in Irlanda, sono stati restituiti, sostenendo che i prodotti di Israele non sarebbero stati accettati... Ho sentito parlare di grandi esportatori dai quali catene nel sud della Francia non hanno più acquistato.

    Non vi è alcun boicottaggio ufficiale, ma tutti hanno paura di vendere frutta israeliana. Possiamo solo sperare che le cose non peggiorino”. Tra gli altri esportatori intervistati per questo articolo c’è un coltivatore israeliano di melograni che viene citato mentre dice che sono stati costretti ad annullare il loro "intero piano di lavoro nel Regno Unito”, perché le principali catene di distribuzione non erano più interessate alle merci israeliane, e che messaggi simili erano stato mandati da importatori in Belgio e Scandinavia. Un articolo a parte pubblicato su The Marker il 27 luglio, spiegava in dettaglio come il produttore di succhi di frutta Priniv aveva perso un importante contratto in Svezia dopo aver rifiutato la richiesta di esportare il prodotto in modo tale da rendere più facile nascondere il fatto che sia stato prodotto in Israele. Anche i clienti in Belgio e in Francia hanno fatto richieste analoghe. Ido Yaniv, direttore di Priniv, attribuisce il calo delle vendite all'attacco israeliano a Gaza. In questi ultimi anni, le campagne strutturate di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) sono riuscite a fare pressione sui rivenditori di tutta Europa per annunciare che non immagazzineranno prodotti provenienti da insediamenti israeliani illegali o da aziende che operano nelle colonie. La catena Tesco è stata l’ultima del Regno Unito a fare un tale annuncio. Ma sta diventando ora sempre più evidente che le imprese europee stanno iniziando a reagire al crescente sostegno pubblico ai diritti dei palestinesi e al boicottaggio di Israele in Europa. Almeno per ora, stanno decidendo di non vendere più prodotti israeliani di qualsiasi genere.

    “Smaltimento” delle merci israeliane
    SuperValu, il più grande rivenditore di generi alimentari e vegetali irlandese, ha dato istruzioni a tutti i suoi 232 negozi di rimuovere i prodotti israeliani dagli scaffali all'inizio di questo mese. In una e-mail ai direttori dei punti vendita, la catena ha invitato i direttori a far “rimuovere tutto il materiale in magazzino disponibile in vendita e smaltire [i prodotti] a livello di negozio”. Una fonte da SuperValu ha riferito all'Irish Herald che “Si tratta per lo più di frutta e verdure, carote ed erbe, più nello specifico”. A seguito di quanto riportato dall’Irish Herald, SuperValu ha rilasciato una dichiarazione in cui affermava che non aveva ufficialmente approvato il boicottaggio di Israele, ma non ha negato che i prodotti israeliani erano stati rimossi dai propri magazzini. Il grande negozio di giocattoli irlandese Smyths può aver preso una decisione simile, mettendo temporaneamente in mostra un poster in un negozio di Dublino che affermava che aveva rimosso giocattoli prodotti in Israele dagli scaffali. Queste decisioni arrivano come parte di un enorme aumento del sostegno alla lotta palestinese e al boicottaggio di Israele in tutta l' Irlanda. Le proteste si sono tenute davanti ai rivenditori in tutto il paese e richieste per il boicottaggio sono state fatte dai sindacati nazionali, da amministrazioni locali e persino da star dello sport, tra cui la stella del rugby irlandese e del Leinster Gordon Darcy.

    Costruire il boicottaggio
    Le richieste di boicottaggio dei prodotti israeliani, di sanzioni e di un embargo militare da imporre su Israele sono state una parte fondamentale delle enormi manifestazioni di massa in solidarietà con Gaza che hanno avuto luogo in tutto il mondo nelle ultime settimane. Le organizzazioni della società civile stanno rispondendo all'attacco a Gaza annunciando nuove iniziative di boicottaggio. Nelle settimane e nei mesi che seguiranno, la sfida per gli attivisti sarà quella di far decollare la pressione sui distributori al dettaglio per far rimuovere i prodotti israeliani e per rendere pubblico il loro rifiuto di commercializzare prodotti israeliani. Le campagne contro la vendita di prodotti freschi israeliani è stata sotto grande attenzione dei movimenti di solidarietà europei negli ultimi anni. Le iniziative BDS si sono concentrati su aziende israeliane, come Mehadrin ed Edom, che giocano un ruolo chiave nella colonizzazione della terra palestinese in Cisgiordania e traggono profitto dall' assedio di Gaza, come ha spiegato la ricercata pubblicata dai sindacati agricoli palestinesi. Nel mese di Gennaio, il leader dei coloni israeliani nella regione della Valle del Giordano in Cisgiordania ha riferito ad Associated Press che la campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni è costata ai coloni 29 milioni di $ di vendite mancate, soprattutto in Europa. Le campagne contro le compagnie israeliane esportatrici di prodotti freschi si sono intensificate a seguito della decisione della catena inglese di distribuzione Co-operative di boicottare tutte le compagnie che hanno attività nelle colonie, con campagne in corso anche in Francia, Spagna, Belgio, Olanda, Germania, Norvegia e Svezia. Nel 2011, la compagnia israeliana d’esportazione Agrexco finì in liquidazione a seguito delle campagne e dei boicottaggi in 13 paesi europei, che videro i rivenditori tagliare i legami con la compagnia israeliana, il blocco dei suoi magazzini nel Regno Unito ed in Belgio ed una gigantesca mobilitazione contro la progettazione di un centro di distribuzione Agrexco a Sete, nel sud della Francia. L’analista israeliano Shir Hever suggerì allora che i contadini avrebbero dovuto abbandonare l’Agrexco per esportare i propri prodotti, preferendo altri canali d’esportazione, poichè la campagna di boicottaggio era un fattore chiave del collasso della compagnia.

    Si ringrazia Boycott From Within per la traduzione dall’ebraico
    Fonte: electronicintifada.net
    Traduzione: BDS Italia

    15 Agosto 2014
    bdsitalia.org/index.php/ultime-notizie-sulbds/1460-supervalu-boicottaggio-prodotti-is...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.243
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 21/08/2014 02:19
    Il mio appello al popolo di Israele: liberate voi stessi liberando la Palestina
    L'Arcivescovo Emerito Desmond Tutu, in un articolo in esclusiva per Haaretz, ha lanciato un appello per un boicottaggio globale di Israele, chiedendo con urgenza a israeliani e palestinesi di essere migliori dei loro leader, nel cercare una soluzione sostenibile alla crisi in Terra Santa



    Le scorse settimane hanno visto una mobilitazione senza precedenti della società civile di tutto il mondo contro l'ingiustizia e la brutalità della sproporzionata risposta israeliana al lancio di razzi dalla Palestina. Se si contano tutte le persone che si sono radunate lo scorso fine settimana a Città del Capo, a Washington DC, a New York, a Nuova Delhi, a Londra, a Dublino, a Sidney ed in tutte le altre città del mondo per chiedere giustizia in Israele e Palestina, ci si rende subito conto che si tratta senza dubbio della più grande ondata di protesta di sempre dell'opinione pubblica riguardo ad una singola causa. Circa venticinque anni fa, ho partecipato a diverse grandi manifestazioni contro l'apartheid. Non avrei mai immaginato che avremmo rivisto manifestazioni tanto numerose, ma sabato scorso a Città del Capo l'affluenza è stata uguale se non addirittura maggiore. C'erano giovani e anziani, musulmani, cristiani, ebrei, indù, buddisti, agnostici, atei, neri, bianchi, rossi e verdi... come ci si aspetterebbe da una nazione viva, tollerante e multiculturale. Ho chiesto alla gente in piazza di unirsi al mio coro:"Noi ci opponiamo all'ingiustizia dell'occupazione illegale della Palestina. Noi ci opponiamo alle uccisioni indiscriminate a Gaza. Noi ci opponiamo all'indegno trattamento dei palestinesi ai checkpoint e ai posti di blocco. Noi ci opponiamo alla violenza da chiunque sia perpetrata. Ma non ci opponiamo agli ebrei". Pochi giorni fa, ho chiesto all'Unione Internazionale degli Architetti, che teneva il proprio convegno in Sud Africa, di sospendere Israele dalla qualità di Paese membro. Ho pregato le sorelle e i fratelli israeliani presenti alla conferenza di prendere le distanze, sia personalmente che nel loro lavoro, da progetti e infrastrutture usati per perpetuare un'ingiustizia. Infrastrutture come il muro, i terminal di sicurezza, i posti di blocco e gli insediamenti costruiti sui territori Palestinesi occupati. Ho detto loro:"Quando tornate a casa portate questo messaggio: invertite la marea di violenza e di odio unendovi al movimento nonviolento, per portare giustizia a tutti gli abitanti della regione". In poche settimane, più di 1 milione e 600mila persone in tutto il mondo hanno aderito alla campagna lanciata da Avaaz chiedendo alle multinazionali che traggono i propri profitti dall'occupazione della Palestina da parte di Israele e/o che sono coinvolte nell'azione di violenza e repressione dei Palestinesi, di ritirarsi da questa attività. La campagna è rivolta nello specifico a ABP (fondi pensionistici olandesi); a Barclays Bank; alla fornitura di sistemi di sicurezza (G4S), alla francese Veolia (trasporti); alla Hewlwtt-Packard (computer) e alla Caterpillar (fornitrice di Bulldozer). Il mese scorso 17 governi della UE hanno raccomandato ai loro cittadini di astenersi dal fare affari o investimenti negli insediamenti illegali israeliani. Abbiamo recentemente assistito al ritiro da banche israeliane di decine di milioni di euro da parte del fondo pensione olandese PGGM e al ritiro da G4S della Fondazione Bill e Melinda Gates; e la Chiesa presbiteriana degli Stati Uniti ha ritirato una cifra stimata in 21 milioni dollari da HP, Motorola Solutions e Caterpillar. Questo movimento sta prendendo piede. La violenza genera solo violenza ed odio, che generano ancora più violenza e più odio. Noi sudafricani conosciamo la violenza e l'odio. Conosciamo la pena che comporta l'essere considerati la puzzola del mondo, quando sembra che nessuno ti comprenda o sia minimamente interessato ad ascoltare il tuo punto di vista. È da qui che veniamo. Ma conosciamo anche bene i benefici che sono derivati dal dialogo tra i nostri leader, quando organizzazioni etichettate come "terroriste" furono reintegrate ed i loro capi, tra cui Nelson Mandela, liberati dalla prigione, dal bando e dall'esilio. Sappiamo che, quando i nostri leader cominciarono a parlarsi, la logica della violenza che aveva distrutto la nostra società si è dissipata ed è scomparsa. Gli atti di terrorismo iniziati con i negoziati, quali attachi ad una chiesa o ad un pub, furono quasi universalmente condannati ed i partiti responsabili furono snobbati alle elezioni.

    L'euforia che seguì il nostro votare assieme per la prima volta non fu solo dei sudafricani neri. Il vero trionfo della riappacificazione fu che tutti si sentirono inclusi. E dopo, quando approvammo una costituzione così tollerante, compassionevole e inclusiva che avrebbe reso orgoglioso anche Dio, tutti ci siamo sentiti librerati.
    Certo, avere un gruppo di leader straordinari ha aiutato. Ma ciò che alla fine costrinse questi leader a sedersi attorno al tavolo delle trattative fu l'insieme di strumenti persuasivi e non violenti messi in pratica per isolare il Sudafrica economicamente, accademicamente, culturalmente e psicologicamente. A un certo punto - il punto di svolta - il governo di allora si rese conto che preservare l'apartheid aveva un costo superiore ai suoi benefici. L'interruzione, negli anni '80, degli scambi commerciali con il Sud Africa da parte di aziende multinazionali dotate di coscienza, è stata alla fine una delle azioni chiave che ha messo in ginocchio l'apartheid, senza spargimenti di sangue. Quelle multinazionali avevano compreso che, sostenendo l'economia del Sud Africa, stavano contribuendo al mantenimento di uno status quo ingiusto. Quelli che continuano a fare affari con Israele, che contribuiscono a sostenere un certo senso di "normalità" nella società Israeliana, stanno arrecando un danno sia agli israeliani che ai palestinesi. Stanno contribuendo a uno stato delle cose profondamente ingiusto. Quanti contribuiscono al temporaneo isolamento di Israele, dichiarano così che Israeliani e Palestinesi in eguale misura hanno diritto a dignità e pace. In sostanza, gli eventi accaduti a Gaza nell'ultimo mese circa stanno mettendo alla prova chi crede nel valore degli esseri umani. È sempre più evidente il fallimento dei politici e dei diplomatici nel fornire risposte e che la responsabilità di negoziare una soluzione sostenibile alla crisi in Terra Santa ricade sulla società civile e sugli stessi abitanti di Israele e Palestina. Oltre che per le recenti devastazioni a Gaza, tante bellissime persone in tutto il pianeta - compresi molti Israeliani - sono profondamente disturbate dalle quotidiane violazioni della dignità umana e della libertà di movimento cui i Palestinesi sono soggetti a causa dei checkpoint e dei posti di blocco. Inoltre, la politica israeliana di occupazione illegale e di costruzione di insediamenti cuscinetto in una terra occupata aggrava la difficoltà di raggiungere in futuro un accordo che sia accettabile per tutti. Lo stato di Israele si sta comportando come se non ci fosse un domani. Il suo popolo non potrà avere la vita tranquilla e sicura che vuole - e a cui ha diritto - finché i suoi leader continueranno a mantenere le condizioni che provocano il conflitto. Io ho condannato quanti in Palestina sono responsabili dei lanci di missili e razzi contro Israele. Soffiano sulle fiamme dell'odio. Io sono contrario ad ogni manifestazione di violenza.

    Ma dobbiamo essere chiari che il popolo palestinese ha ogni diritto di lottare per la sua dignità e libertà. È una lotta che ha il sostegno di molte persone in tutto il mondo. Nessuno dei problemi creato dagli esseri umani è irrisolvibile, quando gli esseri umani stessi si impegnano a risolverlo con il desiderio sincero di volerlo superare. Nessuna pace è impossibile quando la gente è determinata a raggiungerla. La Pace richiede che israeliani e palestinesi riconoscano l'essere umano in loro stessi e nell'altro, che riconoscano la reciproca interdipendenza. Missili, bombe e insulti non sono parte della soluzione. Non esiste una soluzione militare. È più probabile che la soluzione arrivi dallo strumento nonviolento che abbiamo sviluppato in Sud Africa negli anni '80, per persuadere il governo della necessità di modificare la propria linea politica. Il motivo per cui questi strumenti - boicottaggio, sanzioni e disinvestimenti - si rivelarono efficaci, sta nel fatto che avevano una massa critica a loro sostegno, sia dentro che fuori dal Paese. Lo stesso tipo di sostegno di cui siamo stati testimoni, nelle ultime settimane, a favore della Palestina. Il mio appello al popolo di Israele è di guardare oltre il momento, di guardare oltre la rabbia nel sentirsi perennemente sotto assedio, nel vedere un mondo nel quale Israele e Palestina possano coesistere - un mondo nel quale regnino dignità e rispetto reciproci. Ciò richiede un cambio di prospettiva. Un cambio di mentalità che riconosca come tentare di perpetuare l'attuale status quo equivalga a condannare le generazioni future alla violenza e all'insicurezza. Un cambio di mentalità che ponga fine al considerare ogni legittima critica alle politiche dello Stato come un attacco al Giudaismo. Un cambio di mentalità che cominci in casa e trabocchi fuori di essa, nelle comunità, nelle nazioni e nelle regioni che la Diaspora ha toccato in tutto il mondo. L'unico mondo che abbiamo e condividiamo. Le persone unite nel perseguimento di una causa giusta sono inarrestabili. Dio non interferisce nelle faccende della gente, ha fiducia nel fatto che noi cresceremo ed impareremo risolvendo le nostre difficoltà e superando le nostre divergenze da soli. Ma Dio non dorme. Le Scritture Ebraiche ci dicono che Dio è schierato dalla parte del debole, dalla parte di chi è senza casa, della vedova, dell'orfano, dalla parte dello straniero che libera gli schiavi nell'esodo verso la Terra Promessa. Fu il profeta Amos che disse che dobbiamo lasciar scorrere la giustizia come un fiume. La giustizia prevarrà alla fine. L'obiettivo della libertà del popolo palestinese dall'umiliazione e dalle politiche di Israele è una causa giusta. È una causa che lo stesso popolo di Israele dovrebbe sostenere. Nelson Mandela disse che i Sudafricani non si sarebbero potuti sentire liberi finché anche i Palestinesi non lo fossero stati. Avrebbe potuto aggiungere che la liberazione della Palestina libererà anche Israele.

    Desmond Tutu
    14 Agosto 2014

    Originale pubblicato su www.haaretz.com/opinion/1.610687 - Traduzione realizzata dalla Comunità di Avaaz
    secure.avaaz.org/it/tutu_to_israelis_free_yourselves/?14...
    [Modificato da wheaton80 21/08/2014 02:22]
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.244
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 21/08/2014 02:25
    M. O.: Usa blocca la consegna di missili Hellfire a Israele

    (AGI) - La Casa Bianca ha ordinato al Pentagono di bloccare una consegna di missili Hellfire a Israele, che ne aveva fatto richiesta durante le sue recenti operazioni nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riferisce il quotidiano israeliano "Haaretz", funzionari della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato Usa hanno deciso di rivedere le procedure di consegna delle armi a Israele, alla luce dell'inquietudine manifestata dal governo Usa per i danni e le morti provocate dagli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza. Negli ultimi giorni il quotidiano "Wall Street Journal" aveva parlato di un "raffreddamento dei rapporti" tra Washington e Tel Aviv, "una dichiarazione infondata" secondo l'ambasciatore israeliano negli Usa, Ron Dermer, il quale ha detto ieri che "Israele apprezza fortemente l'appoggio ricevuto durante il recente conflitto a Gaza sia dall'amministrazione del presidente Barack Obama che dal Congresso". I missili Hellfire, montati su elicotteri, vengono usati per attaccare bersagli a terra.

    14 agosto 2014
    www.agi.it/estero/notizie/m_o_usa_blocca_la_consegna_di_missili_hellfire_a_israele-201408141010-est...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.253
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 25/08/2014 02:05
    Superstiti dell' Olocausto contro Israele

    NEW YORK - Oltre 300 sopravvissuti e discendenti di sopravvissuti dell'Olocausto hanno pubblicato una lettera a pagamento sul New York Times per condannare "il massacro di palestinesi a Gaza" e per criticare gli Usa per il sostegno che danno ad Israele nelle sue operazioni militari nella Striscia, nonché l'Occidente in generale per la protezione dalle condanne che forniscono al governo israeliano. "Il genocidio comincia sempre con il silenzio", si legge nel testo. "Come ebrei sopravvissuti e discendenti di sopravvissuti e vittime del genocidio nazista, inequivocabilmente condanniamo il massacro di palestinesi a Gaza e l'attuale occupazione e colonizzazione della storica Palestina", affermano i 327 firmatari della lettera pubblicata del quotidiano newyorkese e sponsorizzata dall'International Jewish Anti-Zionist Network. Apparentemente l"iniziativa ha avuto origine da uno scritto pubblicato da molti media internazionali in cui il premio Nobel Elie Wiesel paragona Hamas ai nazisti e li accusa di sacrificio di bambini". "Siamo disgustati e oltraggiati dall'abuso fatto da Wiesel della nostra storia...per giustificare l'ingiustificabile: gli sforzi all'ingrosso di Israele per distruggere Gaza e l'uccisione di oltre 2.000 palestinesi, tra cui centinaia di bambini. Nulla può giustificare il bombardamento di rifugi dell'Onu, case, ospedali e università". "Dobbiamo tutti alzare la voce e usare il nostro potere collettivo per arrivare alla fine di ogni forma di razzismo, compreso il genocidio di palestinesi in corso", scrivono infine i firmatari della lettera, che si conclude con un appello per "un totale boicottaggio economico, culturale e accademico di Israele".

    24.08.2014
    www.cdt.ch/mondo/cronaca/113498/superstiti-dell-olocausto-contro-isra...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.280
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 13/09/2014 19:24
    Israele choc: 43 soldati dicono basta ad abusi contro palestinesi

    Milano (TMNews) - Una quarantina di ufficiali e riservisti appartenenti alla più prestigiosa unità di intelligence militare israeliana si sarebbero rifiutati di continuare a partecipare agli "abusi" commessi ai danni dei palestinesi. Il quotidiano Yediot Aharonot ha pubblicato alcuni estratti di una lettera che, se autentica, rappresenta una delle più importanti espressioni di obiezione di coscienza mai registrate in Israele. I 43 firmatari, uomini e donne, hanno servito nell'unità 8200, il servizio di intelligence militare più prestigiosa di Israele, spiega il giornale. Specializzata nella cyber-difesa, l' unità viene spesso paragonata alla Nsa (National Security Agency) americana. I militari, il cui nome non è stato divulgato dal giornale, non vogliono più "continuare a servire questo sistema che mette a rischio i diritti di milioni di persone", si legge nella lettera inviata al Primo ministro e al Capo di stato maggiore. Nella lettera i soldati firmatari fanno esplicito riferimento al loro ruolo fondamentale nelle operazioni di eliminazioni mirate effettuate dall'esercito israeliano. Una donna soldato racconta di un errore di identificazione da lei commesso che portò alla morte di un bambino. Altri si rimproverano di aver ascoltato conversazioni intime e private tra palestinesi. "Lanciamo un appello a tutti i soldati che servono attualmente in questa unità e che vi serviranno in futuro, ma anche a tutti i cittadini israeliani, a far ascoltare la loro voce contro questi abusi e a mettervi fine", si legge nella loro lettera. Gli obiettori di coscienza in Israele rischiano pene detentive.

    13 settembre 2014
    Fonte: www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4570256,00.html

    www.mtvnews.it/news/esteri/israele-choc-43-soldati-dicono-basta-ad-abusi-contro-pale...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.316
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 03/10/2014 19:58
    La Svezia rompe il fronte Ue e riconosce la Palestina

    Il nuovo governo di centro-sinistra svedese riconoscerà lo Stato palestinese, ha detto oggi il nuovo primo ministro socialdemocratico Stefan Lofven. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato il riconoscimento de facto di uno stato palestinese sovrano nel 2012, ma l’Unione europea e la maggior parte dei singoli paesi dell’UE non lo hanno ancora riconosciuto ufficialmente. “Il conflitto tra Israele e Palestina può essere risolto solo da una soluzione a due stati, negoziato in conformità del diritto internazionale”, ha detto Lofven durante il suo discorso inaugurale al Parlamento. “Una soluzione a due Stati richiede il riconoscimento reciproco e la volontà di convivenza pacifica. Di conseguenza, la Svezia riconoscerà lo Stato di Palestina”, ha annunciato. La decisione è un pò uno strappo rispetto ai temporeggiamenti dell'Unione Europea, che sostiene, come anche gli Usa e Israele, che uno stato palestinese può nascere solo attraverso un processo di pace negoziata. Nell’UE l’Ungheria, la Polonia e la Slovacchia, hanno riconosciuto l’esistenza di uno Stato palestinese, ma lo avevano già fatto prima di entrare nell’Unione. La Svezia sarà dunque il primo paese membro dell’UE a riconoscere la Palestina da questa posizione. Il territorio dello Stato, secondo i palestinesi, sarebbe in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, con Gerusalemme come capitale. Ma i confini, in particolare quelli in Cisgiordania e a Gerusalemme Est sono ancora in discussione in negoziati con Tel Aviv che però sono bloccati.

    3 ottobre 2014
    www.eunews.it/2014/10/03/la-svezia-rompre-il-fronte-ue-e-riconosce-la-palesti...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.511
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 08/01/2015 00:40
    ONU: Palestina accederà a CPI da aprile

    Il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon ha annunciato che la Palestina accederà alla Corte Penale Internazionale il 1° aprile. Lo si legge sul sito dell'ONU. La mossa permetterà ai palestinesi di perseguire accuse di crimini di guerra contro Israele. L'ANP ha depositato venerdì scorso i documenti per accedere a 14 convenzioni e trattati, tra cui il Trattato di Roma, che consente l'accesso alla CPI. In una dichiarazione sul sito dell'ONU, Ban ha detto che "lo statuto per la Palestina entrerà in vigore il 1° aprile 2015", sottolineando che sta agendo come depositario per i documenti di ratifica. La mossa palestinese ha attirato minacce di ritorsioni da Israele, che ha già congelato il trasferimento all'ANP di circa 100 milioni di euro di dazi doganali per rappresaglia all'iniziativa del presidente palestinese Abu Mazen, ed è fortemente osteggiata dagli USA come un ostacolo al raggiungimento di un accordo di pace israelo-palestinese.

    7 gennaio 2015
    www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2015/01/07/onu-palestina-accedera-a-cpi-dall15_305c0e13-a2e1-45cf-b42c-144823043...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.546
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 30/01/2015 23:26
    Rabbino Feldman:«Esistenza di Israele viola la legge ebraica»

    Un alto membro del movimento antisionista "Neturei Karta" ha dichiarato che il premier israeliano Benjamin Netanyahu è un "criminale di guerra", e ha aggiunto che la creazione di uno stato per conto del popolo ebraico è contro i principi dell'ebraismo. «Secondo la Torah, la creazione di un governo in nome del popolo ebraico è in contrasto con i precetti del giudaismo, e quindi, i veri ebrei non hanno mai riconosciuto niente che possa essere "governo israeliano"», ha spiegato il rabbino, David Feldman. Inoltre, ha anche sottolineato che la maggior parte degli ebrei di tutto il mondo ritengono che il regime di Israele non debba esistere. «L'unica soluzione per porre fine al dolore, alla sofferenza del popolo palestinese e alla vergogna dei veri ebrei del mondo, è la scomparsa di questo regime», ha ribadito. Citato dalla agenzia iraniana di stampa Irna, Feldman ha insistito sul fatto che la pace e la stabilità torneranno a regnare in Medio Oriente solo quando "l'odiato" regime di Tel Aviv sarà rovesciato. Secondo questo rabbino, tutti i profughi palestinesi devono tornare alla loro terra e gli ebrei devono tornare nei paesi dove risiedevano prima di emigrare nei territori occupati. «Quando gli abitanti originali di questi territori, vale a dire i Palestinesi, avranno il diritto di decidere del loro destino e formare il governo che vogliono, i seguaci dell'ebraismo, senza dubbio, saranno disposti a vivere con fiducia sotto qualsiasi governo, sia esso religioso o no», ha precisato. Riferendosi all'invito del Congresso degli Stati Uniti a Netanyahu per tenere un discorso, lo ha definito un "errore grave" considerarlo come «il rappresentante del mondo ebraico». Il rabbino ha annunciato che «Neturei Karta, con la celebrazione di una protesta di massa, vi mostrerà il suo rifiuto di questo evento», per poi evidenziare che tutto questo «è una vergogna, sia per il popolo statunitense che per tutti gli ebrei del mondo».

    27 Gennaio 2015
    italian.irib.ir/notizie/palestina-news/item/179605-rabbino-feldman-%C2%ABesistenza-di-israele-viola-la-legge-ebrai...
    [Modificato da wheaton80 30/01/2015 23:27]
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.589
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 14/02/2015 03:23
    Svezia, aperta l'ambasciata palestinese a Stoccolma. Israele si infuria

    STOCCOLMA - La Palestina ha aperto la sua prima ambasciata in Europa occidentale. Stando alla PressTV, la sede diplomatica palestinese si è aperta ieri nella capitale svedese di Stoccolma. Alla cerimonia di apertura erano presenti il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas ed il ministro degli Esteri svedese Margot Wallstrom. È stata dura la reazione di Israele contro la decisione del governo svedese per aprire l'ambasciata palestinese nel Paese europeo. "È chiaro che questa decisione è la conseguenza della politica errata adottata dal governo svedese; e non ci aiuterà ad andare avanti con i negoziati ", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri sionista Emmanuel Nahshon.

    italian.irib.ir/notizie/palestina-news/item/180869-svezia,-aperta-l-ambasciata-palestina-a-stoccolma-israele-si...
    [Modificato da wheaton80 14/02/2015 03:24]
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.709
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 14/05/2015 01:53
    Palestina aderisce al CPI

    La Palestina è diventata ufficialmente un paese membro della Corte Penale Internazionale (CPI). Nella sede del tribunale all’Aja si è svolta una cerimonia nel corso della quale Ryad al Malki, il Ministro degli Esteri palestinese, ha ricevuto una copia simbolica dello Statuto di Roma, il trattato internazionale che definisce i princìpi fondamentali della Corte. L’ingresso della Palestina offre la possibilità di aprire un fascicolo contro i leader israeliani per crimini di guerra e crimini legati all’occupazione a partire da aprile 2015. L’ambasciatore palestinese all’ONU, Riyad Mansour, aveva consegnato ufficialmente la domanda di adesione della Palestina alla Corte il 2 gennaio scorso, dopo la bocciatura da parte del Consiglio di Sicurezza della risoluzione palestinese per la fine dell’occupazione israeliana in Cisgiordania. Poco dopo il presidente Abu Mazen aveva presentato alla corte un documento in cui autorizza la procuratrice Fatou Bensouda ad avviare le indagini su chiunque sia sospettato di crimini nei territori palestinesi dopo il 13 giugno 2014. Il 7 gennaio quindi il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha accettato la richiesta palestinese di aderire al CPI e oggi tale richiesta è stata approvata.

    Fonte: Ansa Live
    1 aprile 2015
    www.lindro.it/0-societa/2015-04-01/173162-palestina-aderisce...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.710
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 14/05/2015 01:54
    Vaticano, Papa ha riconosciuto lo Stato di Palestina

    La Santa Sede ha riconosciuto ufficialmente lo stato palestinese, nominandolo per la prima volta in un trattato bilaterale. Per la prima volta le autorità vaticane e quelle dello Stato di Palestina si troveranno attorno ad un tavolo per firmare un accordo ufficiale. Il Vaticano aveva già aderito alla decisione presa nel 2012 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in cui si promuoveva la Palestina da “entità non statuale” a “stato osservatore non membro”. Alla vigilia dell'incontro che il presidente dell'ANP, Abu Mazen, avrà con papa Francesco nel prossimo fine settimana, le due delegazioni diplomatiche hanno concluso il lavoro preliminare su un concordato che apre una nuova pagina nei rapporti ufficiali e traccia un solco per il riconoscimento internazionale dei due paesi, più volte sollecitato dal pontefice come soluzione della questione ANP-Israele. Il trattato di oggi è un riconoscimento ufficiale.

    13 Maggio 2015
    italian.irib.ir/radioislam/notizie/item/188601-vaticano,-papa-ha-riconosciuto-lo-stato-di-p...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.728
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 28/05/2015 18:11
    Prima dell’espulsione d’Israele gli USA ordinano il raid contro la FIFA

    Gli Stati Uniti hanno ordinato alla polizia svizzera di arrestare, imprigionare ed estradare negli Stati Uniti sei funzionari della FIFA per presunta corruzione. Il raid, ovviamente con pre-allarme per avere i reporter del New York Times sulla scena, avviene poco prima della votazione nella FIFA per espellere Israele dall’associazione. L’associazione calcistica mondiale FIFA si riunisce a Ginevra, in Svizzera, per il 65° Congresso Mondiale. Una delle votazioni all’ordine del giorno (http://resources.fifa.com/mm/document/affederation/bodies/02/60/18/94/fifaagenda2015web_neutral.pdf) era su “Sospensione od espulsione di un membro“, con un “aggiornamento sulla questione israelo-palestinese”. L’Associazione calcistica palestinese aveva chiesto la votazione per sospendere Israele dalla FIFA (http://edition.cnn.com/2015/05/25/world/fifa-israel-palestinians/index.html):“Il gruppo palestinese si oppone alle squadre israeliane che giocano in Cisgiordania. Inoltre Israele limita i movimenti dei giocatori palestinesi tra Cisgiordania e Gaza, nonché per le partite internazionali. Continua il suo bullismo, e credo che si senta in diritto di continuare ad esserlo nel quartiere“, ha detto il presidente dell’Associazione calcistica palestinese Jibril Rajub. “Se gli israeliani usano la questione della sicurezza, posso dire che il loro problema della sicurezza è il mio. Sono pronto a decidere sui parametri della sicurezza, ma non deve essere usata… come strumento per perpetrare queste politiche da apartheid razzista“. Ha dichiarato che la situazione in Cisgiordania è di gran lunga peggiore dell’apartheid in Sudafrica, a causa degli estremisti e della destra israeliani che vogliono “cancellare la Palestina”. Negli anni ’60 la FIFA sospese il Sud Africa per decenni, per non aver rispettato le politiche di non discriminazione dell’associazione. La nazione fu anche espulsa dalla FIFA un mese dopo la rivolta di Soweto del 1976. “Non chiedo la sospensione dell’associazione israeliana, chiedo di por fine alle sofferenze dei calciatori palestinesi“, ha detto Rajub. “Chiedo di por fine alle rimostranze e all’umiliazione che subiamo“.

    La votazione richiedeva una maggioranza del 75% dei 209 membri della FIFA. C’era la probabilità che sarebbe passata. Ma ora, casualmente, il governo degli Stati Uniti ha ordinato alla polizia svizzera di fare irruzione nell’hotel dove i principali funzionari della FIFA risiedono ad arrestarne alcuni con l’accusa di corruzione risalente ai primi anni ’90. Gli Stati Uniti ne vogliono l’estradizione per processarli nei tribunali statunitensi. Inoltre, casualmente, giornalisti e fotografi del New York Times erano nella hall dell’hotel svizzero, alle 6 del mattino, per riprendere l’incidente in diretta:“Essendo a capo della FIFA, organo del governo globale del calcio, si erano riuniti per l’incontro annuale; più di una dozzina di agenti delle forze dell’ordine svizzere in borghese è arrivata senza preavviso presso l’hotel Baur au Lac, elegante struttura a cinque stelle con vista su Alpi e lago di Zurigo. Sono andati alla reception per avere le chiavi e sono saliti nelle camere… Le accuse riguardano la diffusa corruzione nella FIFA negli ultimi due decenni riguardo accordi sulla Coppa del Mondo oltre a marketing e trasmissioni, secondo tre agenti della polizia collegati al caso. Le accuse includono frode telematica, racket e riciclaggio di denaro, e secondo i funzionari mirano ai membri del potente comitato esecutivo della FIFA, che esercita un potere enorme e svolge le attività in gran parte in segreto”. Se alcune delle persone incriminate sono cittadini degli Stati Uniti, ci si chiede con quali contorsioni il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti rivendichi la giurisdizione su funzionari FIFA di altra nazionalità:“La legge degli Stati Uniti dà ampia autorità al Dipartimento di Giustizia d’indagare cittadini stranieri residenti all’estero, un’autorità che i pubblici ministeri hanno utilizzato più volte nei casi di terrorismo internazionale. Tali casi possono dipendere da un’esigua connessione con gli Stati Uniti, come l’uso di provider internet o di banche statunitensi”. E’ corruzione quando la FIFA decide di far svolgere il Campionato del Mondo in questo o quel Paese? Vi sono tangenti quando si vendono diritti mediatici? Ci sarebbe gioco d’azzardo nei casino?

    “Rick: Come può farmi chiudere? Su che basi capitano? Renault: Sono scioccato, sorpreso di scoprire il gioco d’azzardo che avete qui! (Un croupier passa a Renault un mucchio di soldi) Croupier: Le vostre vincite, signor Capitano. Renault: Oh, vi ringrazio molto”.
    (Casablanca: www.youtube.com/watch?v=SjbPi00k_ME)

    Aggiungete che gli USA hanno ordinato l’incursione agli svizzeri, che si sentono anche costretti ad aprire un procedimento penale sul voto della FIFA per la Coppa del Mondo 2018 e 2022. Gli Stati Uniti persero contro Russia e Qatar nella gara per i mondiali, e i falchi statunitensi insistono per una rivincita. E non è che pagare tangenti per farsi scegliere per i mondiali sia cosa ignota negli Stati Uniti, ma essendo stati respinti vogliono il cambio di regime al vertice dell’organizzazione. Negli Stati Uniti è legale corrompere politici finanziandone le campagne elettorali praticamente illimitatamente. Non un banchiere statunitense è stato incriminato per la massiccia frode di Wall Street che ha bloccato l’economia mondiale. Il mondo lo sa e non gradisce che gli Stati Uniti diano lezioni di moralità. La FIFA, certamente corrotta, è anche l’anima del calcio mondiale e l’organizzatrice dei più amati campionati del mondo. Se gli Stati Uniti ritengono di usare qualcosa di simile alle accuse di terrorismo contro la FIFA, si capirà nel mondo che c’è qualcosa di molto sbagliato. Tanto più che il motivo di tutto ciò è abbastanza evidente. Un giornalista israeliano già gongola (https://twitter.com/AnshelPfeffer/status/603450686089535489):“Anshel Pfeffer. Povero Jibril Rajub. Non sembra che la sua trovata avrà molta attenzione in questo momento alla FIFA”. Fatemi indovinare: é l’obiettivo principale di questo raid?

    28 maggio, 2015
    Fonte: www.moonofalabama.org/2015/05/ahead-of-israel-expulsion-vote-us-orders-raid-on-fi...

    Traduzione: Alessandro Lattanzio
    aurorasito.wordpress.com/2015/05/28/prima-dellespulsione-disraele-gli-usa-ordinano-il-raid-contro-...
    [Modificato da wheaton80 28/05/2015 18:12]
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.813
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 25/07/2015 01:06
    Israele criticato duramente per ‘arresti abusivi’ di bambini palestinesi

    Gerusalemme-AFP - Lunedì, Human Rights Watch ha accusato Israele di “arresti abusivi” di bambini palestinesi di un’età inferiore agli 11 anni e per l’ uso di minacce onde costringerli a firmare la confessione. Le autorità israeliane hanno omesso di informare i genitori dell’arresto o della sorte dei loro figli, ha aggiunto l’organizzazione di New York, avvalendosi dei racconti di alcuni bambini detenuti durante l’intensa agitazione a Gerusalemme Est e in Cisgiordania alla fine dell’anno scorso. Sarah Leah Whitson, direttore di HRW Medio Oriente, ha esortato gli Stati Uniti a fare pressione sul suo alleato israeliano per porre fine alle “pratiche abusive” di lunga data. Il gruppo per i diritti ha diffuso le accuse quando Ashton Carter, Segretario alla Difesa Americano, ha iniziato la sua visita in Israele. “Le forze di sicurezza israeliane hanno usato una forza eccessiva per arrestare o detenere bambini palestinesi”, si legge in un rapporto con i dettagli degli “arresti abusivi” di sei bambini. “Le forze hanno soffocato i bambini, gettato granate stordenti contro di loro, li hanno picchiati mentre erano in custodia, minacciati e interrogati senza la presenza dei genitori o di avvocati, e non hanno permesso che i loro genitori conoscessero la loro sorte”. L’esercito di Israele, contattato da AFP, non ha rilasciato commenti sul rapporto.

    L’HRW ha detto che il ministero della Giustizia militare ha risposto alle sue accuse e ha sostenuto che “i funzionari della sicurezza avevano rispettato la legge in tutti i casi, anche informando i bambini dei loro diritti”. In un caso, Rashid S, di 11 anni, che era stato arrestato a Gerusalemme Est occupata nel mese di novembre, ha detto che gli ufficiali gli hanno messo un sacco in testa, lo hanno preso a calci e hanno abusato verbalmente di lui in arabo, secondo il gruppo per i diritti. Rashid era stato accusato di lanciare pietre durante i mesi di disordini che hanno scosso Gerusalemme Est, prima e dopo la guerra micidiale di luglio-agosto nella Striscia di Gaza. In Cisgiordania, Malak al-Khatib, una ragazzina quattordicenne è stata violentemente tratta in arresto con l’accusa di lanciare pietre in una strada usata da coloni ebrei, come dice sua madre a HRW. “Quattro soldati l’hanno picchiata con qualcosa di simile a un bastone” durante l’arresto di Malak finché ha perso conoscenza, ha rifertito sua madre Khoula. “Mentre era a terra, l’hanno presa a calci e un soldato le ha calpestato il collo”. In ogni caso che la HRW ha documentato, le famiglie palestinesi hanno detto che le autorità israeliane “non hanno informato i genitori dell’arresto del bambino e hanno interrogato i figli senza permettere loro di parlare con un genitore o con un avvocato prima dell’interrogatorio”. Tre bambini “hanno riferito di aver firmato confessioni scritte in ebraico, una lingua che non capiscono, dopo interrogatori in cui sono stati minacciati. Si sono fatti pipì addosso per la paura durante l’arresto, e hanno avuto incubi successivi”.

    Traduzione di Edy Meroli
    Agenzia stampa Infopal - www.infopal.it
    22/7/2015
    www.infopal.it/israele-criticato-duramente-per-arresti-abusivi-di-bambini-pale...
2