Forum NWO Nuovo Ordine Mondiale, illuminati, cospirazioni, controllo globale, spiritualità, scienza di confine, Bilderberg, Lady Diana

Colombia:"Firmata la storica pace con le FARC"

  • Messaggi
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 2.455
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 28/09/2016 03:40

    Juan Manuel Santos, Presidente della Colombia, e Rodrigo Lodrono, detto Timochenko, comandante delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) hanno firmato un accordo di pace che pone fine a 52 anni di guerra e 250mila morti. "La Colombia manda un messaggio di pace. L'Unione Europea dà il suo appoggio e sospende le FARC dalla lista delle organizzazioni terroristiche". Così ha commentato l'intesa l'Alto Rappresentante Federica Mogherini. Dopo quattro anni di colloqui di pace a Cuba, Santos e il capo dei ribelli noto come Timochenko - nome di battaglia del 57enne Rodrigo Londoño - si sono calorosamente stretti la mano sul suolo colombiano per la prima volta e hanno firmato l'accordo con una penna ricavata da un bossolo.

    27 settembre 2016
    www.tgcom24.mediaset.it/mondo/colombia-firmata-la-storica-pace-con-le-farc-_3033242-20160...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 2.463
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 03/10/2016 14:12
    Colombia, perchè è stato bocciato l'accordo di pace con le FARC

    I colombiani dicono di essere stanchi di 52 anni di guerra civile, ma allora perchè una ristretta maggioranza di elettori, il 50,24%, ha respinto la migliore opportunità avuta finora per arrivare alla pace? "Ho votato 'sì' alla pace votando 'no' all'accordo", ha detto uno studente 19enne, Carlos Gonzalez. Ecco quattro ragioni che potrebbero spiegare la bocciatura referendaria dell'intesa firmata dal Presidente Juan Manuel Santos con i ribelli delle FARC dopo quasi quattro anni di negoziati:

    - No all'impunità
    Le autorità colombiane stimano che il conflitto abbia causato 260.000 morti, 45.000 dispersi e quasi sette milioni di sfollati. L'accordo prevede un'amnistia per alcuni membri delle FARC, sebbene non per i crimini peggiori, quali massacro, tortura e stupro, e condanne ridotte per alcuni miliziani che hanno confessato i loro crimini. Le FARC hanno presentato le proprie scuse alle vittime, incontrandone anche alcune. Ma per Monica Gonzalez, 36 anni, una nonna uccisa dai miliziani nel 2011, l'accordo era troppo indulgente con i ribelli:"Sono d'accordo con una seconda possibilità, ma non con l'impunità".

    - No al "comunismo"
    Le FARC sono nate nel 1964 per conquistare il controllo della terra e imporre un sistema di governo comunista, dopo che le forze di sicurezza avevano represso una rivolta contadina. L'accordo di pace prevedeva la conversione delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) in un'organizzazione politica, con seggi temporanei al Congresso. Troppo per alcuni colombiani, che rifiutano le FARC sia a livello ideologico che morale. Il leader della campagna per il 'no', l'ex Presidente Alvaro Uribe, aveva sostenuto che l'accordo avrebbe condotto il Paese verso un "Castro-chavismo", facendo chiaro riferimento ai leader di sinistra a Cuba e in Venezuela. "La democrazia è salva - ha esultato un pensionato 58enne alla notizia del vittoria del 'no' - Il futuro della mia famiglia è stato salvato. Abbiamo detto 'no' al comunismo".

    - No a Santos
    Il Presidente colombiano Juan Manuel Santos ha trionfato alla firma dell'accordo di pace con le FARC, il 26 settembre scorso, ma il suo tasso di popolarità è sceso fino a toccare il 20%. I suoi oppositori si dicono in favore della pace, ma hanno espresso perplessità verso il Capo dello Stato e la sua determinazione ad apparire come l'uomo che ha messo fine alla guerra. "La spinta verso la riconciliazione continua, ma nel rispetto dei principi di una società sana - ha detto la deputata Maria Fernanda Cabal - non svendendo il Paese a banditi e per la vanità di Santos".

    - No al voto?
    L'affluenza alle urne è stata estremamente scarsa, pari al 37%. "Non sappiamo cosa succederà ora - ha detto Jorge Cifuentes, 55 anni, sostenitore del ‘sì’ - ma è chiaro che le condizioni riconosciute alle FARC hanno avuto un grande effetto, così come il basso tasso di affluenza".

    Fonte: Askanews
    3 ottobre 2016
    it.notizie.yahoo.com/colombia-perch%C3%A8-%C3%A8-stato-bocciato-laccordo-di-pace-070218...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 2.620
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 05/02/2017 06:51
    Se tra Colombia e FARC è pace fatta, ringraziamo le vittime che non hanno voluto vendetta

    Pace in Colombia, percorso obbligato
    L’ultimo quadrimestre del 2016 ha sancito la conclusione positiva del processo di pace tra governo colombiano e FARC, che pone fine a mezzo secolo di conflitto armato. Tre le date cruciali: 24 agosto, Juan Santos, Presidente della Colombia, e Rodrigo “Thimochenko” Londoño, leader FARC, firmano l’accordo all’Avana, davanti a Raul Castro e il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon; 2 ottobre, il referendum popolare sull’accordo di Cuba, richiesto dall’ex Presidente Uribe e avallato da Santos, determina la vittoria dei “No” per uno scarto minimo, 50,24%. Decisivi i voti di Medellin, seconda città in ordine di grandezza. Non ha convinto la sincerità dei vertici guerriglieri, che sembrano mirare soprattutto all’ingresso del movimento all’interno del sistema politico. Tutto da rifare. Finalmente, il 24 novembre, di nuovo all’Avana, la firma definitiva, dopo la modifica di 56 articoli su 57, e l’accordo sul disarmo dei guerriglieri, alla presenza di osservatori ONU.

    Nobel per la Pace al Presidente della Colombia

    Decisiva è stata la lungimiranza da parte sia di Santos, premiato con il Nobel per la pace, che di Uribe, ex Presidente, leader dell’opposizione. Il Presidente non era tenuto dalla Costituzione a promulgare una consultazione popolare dopo il primo accordo, ma il plebiscito ha dimostrato quanto questo non fosse condiviso da oltre metà della popolazione, il cui risentimento avrebbe compromesso la durata del medesimo. Uribe dal canto suo, dopo la vittoria, ha acconsentito a sedersi nuovamente allo stesso tavolo, una volta emendati i punti controversi, per chiudere la questione in maniera definitiva. Londoño, toltasi la mimetica, ha ragionato in maniera pragmatica, da politico puro. Il narcotraffico, finiti i tempo d’oro con la morte di Pablo Escobar (1993) e lo scioglimento dei due cartelli principali, Cali e Medellin, si frantumò allora in miriadi di gruppi rivali fuori controllo. Contemporaneamente, la concorrenza nella produzione di cocaina di Perù e Bolivia, e il rafforzamento del Messico, che domina oggi la distribuzione regionale soprattutto oltreconfine con gli USA, indebolì l’economia FARC, costretta ad abbassare il prezzo del suo indotto base. Oltretutto, non ha certo giovato la rivalità interna, sia dal punto di vista ideologico che di business, con l’altra fazione armata ELN (Ejército de Liberación Nacional).

    Entrambi continuatori della linea maoista percorsa da Sendero Luminoso in Perù, si contendono oggi un territorio sempre più ridotto, anche a livello di consenso popolare. ELN continua, anche se sporadicamente, a compiere agguati e attentati, ma l’evolversi del Paese, che faticosamente sta uscendo dalla miseria degli anni passati, e nel 2016 ha registrato una crescita del PIB (Producto interno bruto, il nostro PIL) del 2,5%, potrebbe ridurre queste ultime frange armate a più miti consigli. A livello di welfare, la Colombia, pur non essendo certo un Paese socialista, gode di un sistema di protezione sociale che cerca di tutelare i gruppi più vulnerabili. Basato su tre elementi-chiave, salute, pensione e infortuni sul lavoro, le coperture sono ripartite così: sanità e pensioni, trattenuta 8% in totale a carico del lavoratore e 20,5% del datore di lavoro. Riguardo agli infortuni, sono incombenza di quest’ultimo e oscillano, secondo il grado di rischio, da 0,5 al 9%. Non male, paragonato al liberismo estremo in Argentina, e al collasso brasiliano che ha portato a tagli netti, applicati nel post-Dilma, sui programmi di assistenza di Fome Zero e Bolsa Familia. Oltre al vertiginoso crollo venezuelano.

    Le vittime? Sono loro i veri eroi
    Non ci sarebbe stato alcun accordo né prima, né soprattutto dopo la vittoria del fronte del “No”, senza la perseveranza e la ferrea volontà di chi avrebbe dovuto avere maggior risentimento nei confronti di FARC e derivati: le vittime di mezzo secolo di stragi e rappresaglie, persone che hanno perso, durante la guerra civile, familiari, casa e averi, ma hanno tenuto duro e fornito carburante alla ripresa delle trattative tra Santos e i gruppi guerriglieri. Le donne, colpite dalla tragedia più di chiunque altro, hanno sfilato e promosso iniziative volte al completamento del processo di pace, opponendosi a quella parte contraria della cittadinanza, concentrata nelle grandi città, che, paradossalmente, ha subito meno danni dal conflitto. Difatti, le perdite più ingenti nella conta totale di 250.000 morti e 45.000 desaparecidos, si sono registrate nei centri rurali, in prima linea fin dal principio. Sono circa sette milioni le vittime da indennizzare, un processo che è già iniziato, con il risarcimento di 700.000 persone. Soldi ricavati dal sequestro dei proventi derivati dal traffico di armi e droga, che proseguirà con le sanzioni economiche comminate alle parti in causa. Rimangono le perplessità sullo smantellamento della struttura paramilitare, e soprattutto sul disarmo; la consegna delle armi, e la supervisione degli incaricati ONU, appare impresa assai ardua da portare a compimento, tenendo conto dello sterminato territorio colombiano, e dei confini labili con Nazioni quali l’Ecuador, dove le frange dissidenti han trovato riparo, perpetrando la tratta di esseri umani.

    Flavio Bacchetta
    4 febbraio 2017
    www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/04/se-tra-colombia-e-farc-e-pace-fatta-ringraziamo-le-vittime-che-non-hanno-voluto-vendetta/...