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Demonologia

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    LiviaGloria
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    00 12/06/2009 23:36
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    P. Riccardo Pola – (Radio Mater)
    Le figure bibliche: GIUDITTA
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    P.Riccardo Pola – Pastorale & Spiritualità - www.pastoralespiritualita.it
    INIZIO SECONDA PARTE
    OLOFERNE NON CAPISCE
    Cap. 5,1-4
    'Fu riferito intanto ad Oloferne, comandante supremo dell'esercito di Assur, che gli Israeliti si
    preparavano alla guerra e avevano bloccato i passi montani, avevano fortificato tutte le sommità
    dei monti e avevano disposto ostacoli nelle pianure. 'Egli montò in gran furore e convocò tutti i
    capi di Moab e gli strateghi di Ammon e tutti i satrapi delle regioni marittime, 3e disse loro:
    “Spiegatemi un po', voi figli di Canaan, che popolo è questo che dimora sui monti e come sono le
    città che esso abita, quanti sono gli effettivi del suo esercito, dove risiede la loro forza e il loro
    vigore, chi si è messo alla loro testa come re e condottiero del loro esercito 4e perché hanno
    rifiutato di venire incontro a me a differenza di tutte le popolazioni dell'occidente”.
    In questi pochi versetti abbiamo la reazione del generale Oloferne alla difesa di Israele. I
    Giudei hanno messo dei presidi sulle montagne, hanno alzato le mura di ogni villaggio e si sono
    preparati alla resistenza e all'assedio, portando dentro le case, dentro l'abitato le vettovaglie. Era
    appena finita la mietitura, ci ha detto il libro ispirato. Hanno fatto quello che potevano.
    Oloferne è stupito, non riesce a capire ed entra [più che in grande stupore,] nel furore. Chi
    è questo popolo che osa resistere alla potenza di Nabucodonosor?
    Cari ascoltatori: il primo insegnamento ci viene precisamente da qui. Quando ti prepari alla
    lotta contro il nemico, più ancora il nemico s'infuria contro di te. Più violento si scatena l'odio
    contro chi presume la difesa. Non ci meraviglia se a un fermo proposito, a un impegno religioso
    più grande, risponde la rabbia impotente del maligno: il male, il maligno non ha da combattere
    contro coloro che si abbandonano docilmente alla sua azione. Le altre nazioni hanno rifiutato di
    combattere e si sono abbandonate al nemico. Hanno detto a Oloferne: “Ecco, siamo tuoi servi,
    vieni e trattaci come ti piacerà” (3,4). Oloferne non ha infierito su di loro, ha distrutto i loro templi,
    ma non ha minacciato la loro vita, anzi ha fatto di loro i suoi ausiliari. Prima erano nemici, ora
    divengono gli alleati di Nabucodonosor, per portare la guerra contro coloro che osano resistere
    alla sua potenza.
    È quello che avviene quando un'anima si abbandona al male. Non si abbandona soltanto
    per sé, diviene ausiliaria del maligno per fare del male anche agli altri. Non è possibile rimanere
    neutrali. Se tu non ti difendi, se tu non osi resistere (come dice San Pietro) alla pressione che il
    maligno ti fa e non combatti, se ti abbandoni e ti lasci dominare dal male, allora tu stesso divieni
    per gli altri strumento del male, un alleato del nemico per operare il male anche ai fratelli. Il
    peccatore non scende da solo nell'inferno. Nei confronti, invece, di coloro che resistono e osano
    difendersi contro il nemico, la reazione del nemico è il furore. E prima del furore, lo stupore. In che
    cosa può confidare il popolo di Giuda contro la potenza del suo esercito? Oloferne non può capire.
    Israele può sperare che il Signore abbia pietà del suo popolo, ma Oloferne è sicuro della vittoria,
    neppure può dubitare della sua vittoria. Come può, colui che aveva assoggettato tutte le nazioni,
    rendersi conto della difesa di una nazione tanto piccola e insignificante? È incomprensibile per
    Oloferne la fedeltà a un Dio che sembra lasciare i suoi fedeli disarmati, senza potere, nelle mani
    del forte. Di fatto il potere del nemico può creare sgomento, ma ciò non tocca la fede in Dio. Colui
    che veramente crede, sa che Dio è più forte di tutti, anche se non può esser sicuro della sua
    volontà onnipotente.
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    Anche nella vita spirituale dell'anima (nel combattimento interiore) l'ultima difesa è la
    porta del cuore; soltanto il vertice dello spirito emerge nello sconvolgimento della tempesta, il
    corpo può essere squassato, l'anima desolata e oppressa dall'angoscia. Non è detto che Dio ti
    risparmi. Sembra veramente che il maligno abbia ogni potere su di te. Se tu non sei sgomento, se
    tu non senti la desolazione più profonda, se, scosso dalle tentazioni, non provi l'angoscia della
    morte, così da temere di poter cadere e precipitare nell'inferno, vuol dire che il maligno non ti
    considera nemmeno degno di lottare con lui. Sono i santi che hanno provato di più la forza della
    tentazione, la violenza dell'assalto nemico. Hanno combattuto il male, appoggiati al Cristo
    vincitore del male e della morte.
    Il furore di Oloferne è uno dei temi fondamentali del libro.
    Il furore di Oloferne esalta la grandezza di Giuditta.
    Non aveva trovato nessuna resistenza e l'unica gli viene da un popolo che non aveva sentito
    neppur nominare. L'esercito di Nabucodonosor aveva vinto l'impero dei Medi, aveva
    sbaragliato i nemici, aveva tutto distrutto. Fra tutti i popoli non era nemmeno nominato il
    regno di Giuda, perché era così piccolo, così insignificante che era inutile ricordarlo. Ed ecco,
    proprio questa nazione da nulla osa resistere all'esercito di Nabucodonosor.
    Cari ascoltatori la protezione di Dio può essere sperimentata solo da chi crede in Lui, ma
    Oloferne non crede in questo Dio invisibile e muto. È forse diverso dagli altri dèi che non hanno
    potuto difendere le nazioni che egli aveva assoggettato a Nabucodonosor? Oloferne non conosce
    il popolo di Israele.
    Non si spiega come l'uomo possa resistere. Alle persecuzioni dal di fuori, alle tentazioni dal
    di dentro, alla stanchezza, alle angustie del cuore, alle desolazioni interiori, com'è che resiste?
    Dov'è la forza di Israele? Oloferne si meraviglia e non pensa nemmeno di mettere in conto
    il loro Dio. Oloferne domanda: “che popolo è questo che dimora sui monti?” (5,3). Non può capire.
    Il mondo non può capire Dio, non può conoscere la sua potenza. Solo la fede può scoprire il Dio
    vivente. E la fede appartiene soltanto a chi vive in rapporto di amicizia con Dio.
    Un ammonita, Achior (5,5-24), gli dice: bada, generale, che questo popolo onora un Dio che
    l'ha sempre salvato. La prima cosa che tu devi chiederti è se questo popolo è fedele al suo Dio o se
    invece ha commesso qualche peccato. Se è fedele al suo Dio è meglio lasciarlo in pace, perché Egli
    stesso ne prenderà le difese. Se invece ha commesso qualche peccato, allora puoi pensare di
    combatterlo e forse ottenere qualcosa. Oloferne si irrita per queste considerazioni: chi è Dio,
    tranne Nabucodonosor? Lega in ceppi Achior e lo trascina vicino a Betulia perché lo prendano
    schiavo in quella città. Questo è importante perché Achior non è ebreo ma ammonita. E sarà
    accolto dagli Israeliti, come segno che la salvezza è per tutti gli uomini.
    Achior dice le stesse cose che dirà Stefano nel suo discorso a coloro che lo vogliono
    lapidare. Achior dice che la conoscenza di Dio porta Abramo fuori da Ur dei Caldei. Il Dio di Israele
    è un Dio che vive, che soccorre, che ama, che salva.
    Achior afferma la onnipotenza di Dio. Nemmeno Nabucodonosor con tutta la sua forza,
    nemmeno Oloferne col suo esercito sterminato avranno ragione del regno di Giuda se Dio è con il
    suo popolo. Le parole di Achior sono un atto di fede. Il Dio degli Ebrei è più grande di
    Nabucodonosor. La potenza dell’esercito di Oloferne non potrà misurarsi con la potenza del Dio di
    Israele. Achior non è israelita ma fa una professione solenne di fede nella onnipotenza del Dio
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    unico, che si è stretto in alleanza con il popolo di Israele.
    La reazione di Oloferne è durissima. Oloferne fa legare Achior, e lo fa trascinare vicino a
    Betulia, dove sarà accolto nella città, e nella comunità israelita, perché Dio non guarda a ciò che
    guarda l’uomo, ma guarda il cuore.
    Qui il libro di Giuditta si fa preciso. Con le parole di Achior lo scontro diviene inevitabile e
    appare frontale. Non solo l’esercito di Oloferne è contro l’esercito di Giuda, ma Nabucodonosor,
    dio della terra, è contro il Dio del cielo, il dio che ha creato il cielo e la terra.
    L’uomo si è voluto dichiarare dio, proclamare dio. Il mondo appare come un campo di
    battaglia in cui si scontrano l’esercito del maligno e l’esercito di Dio. Non ci sono altre alternative,
    nella storia degli uomini. Gli uomini sono al servizio o dell’uno o dell’altro: da una parte
    Nabucodonosor rappresenta il male, anzi il maligno; dall’altra il popolo dell alleanza rappresenta
    Dio. Il dio di questo mondo sembra avere ogni potere, un esercito sterminato. Dio non ha bisogno
    di nulla per vincere. Dio si fa presente nel popolo dell’Alleanza; chiede solo che Israele lo riconosca
    re e suo Dio e speri nel suo aiuto. L’unica forza della nazione giudaica sarà la preghiera, perché non
    l’uomo combatte, ma Dio combatte in favore dell’uomo; perché non l’uomo intraprende per sé la
    difesa, ma Dio soccorre e difende.
    10.OLOFERNE (6,1-9) non capisce e dice “Chi sei tu Achior, e i mercenari di Efraim, per profetare
    in mezzo a noi come hai fatto oggi… non vedrai più la mia faccia da oggi fino a quando farò
    vendetta di questa razza che viene dall'Egitto. I miei servi ora ti esporranno sulla montagna e ti
    porranno in una delle città sul percorso; 'non morirai finché non sarai sterminato con loro. Ma se
    speri in cuor tuo che essi non saranno presi, non sia il tuo aspetto così depresso. Ho detto:
    nessuna mia parola andrà a vuoto”.
    La tracotanza dell'uomo vuole soppiantare Dio, l'uomo vuole sostituirsi a Dio. Nelle parole
    di Oloferne si scopre il carattere idolatrico del potere. Nel suo orgoglio l'uomo non sopporta
    nessuno al di sopra di sé e si attribuisce poteri divini, ma nella misura che non rende testimonianza
    a Dio, vuole anzi sostituirsi a Dio e affermare se stesso, di fatto prepara e realizza la propria rovina.
    L'uomo non è che una creatura e perciò è in dipendenza assoluta da Dio; in sé non ha ragione di
    essere, ricade nel nulla.
    Achior viene portato ai piedi del monte su cui era edificata Betulia. Ozia e i capi della città
    lo vanno a prendere, lo sciolgono, lo introducono nella città. Questo, quello che dice il testo
    biblico.
    Gli Israeliti, asserragliati entro le mura vogliono capire, vogliono investigare quali siano i
    propositi dell'esercito invasore. Achior è solo un prigioniero, non possono aver timore, aprono le
    porte e scendono, prendono il prigioniero, lo portano in città, lo interrogano e Achior narra la sua
    avventura. Ha parlato a Oloferne, gli ha detto che sarebbe stato vano combattere se Israele fosse
    rimasto fedele a Dio; nemmeno Nabucodonosor avrebbe potuto vincere il Dio del cielo.
    Tutti presi da grande stupore i Giudei sciolgono Achior e già lo ammettono come libero
    cittadino nella città. Conoscendo ora i propositi di Oloferne, che ha reagito al discorso di Achior
    con la volontà determinata allo sterminio di tutta la nazione, supplicano Dio. Poi, al termine della
    giornata, Ozia, il capo della piccola città, celebra come in una festa, un banchetto.
    Cari ascoltatori: la condizione unica alla presenza di Dio in Israele e alla vittoria di Israele
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    [Modificato da LiviaGloria 12/06/2009 23:37]
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    LiviaGloria
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    00 16/06/2009 18:50
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    Paolo VI e quel fumo di Satana che entrò nelle fessure del Vaticano

    giu 7, 2009 il Riformista

    29 giugno 1972. Omelia nella festa dei santi Pietro e Paolo: «Ho la sensazione che da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio. C’è il dubbio, l’incertezza, la problematica, l’inquietudine, l’insoddisfazione, il confronto. Non ci si fida della Chiesa… Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza… Crediamo in qualche cosa di preternaturale (il Diavolo) venuto nel mondo proprio a turbare, per soffocare, i frutti del Concilio Ecumenico e per impedire che la Chiesa prorompesse nell’inno di gioia di aver riavuto in pienezza la coscienza di sé».
    15 novembre 1972. Udienza generale: «Uno dei bisogni maggiori della Chiesa è la difesa da quel male che chiamiamo Demonio. Terribile realtà. Misteriosa e paurosa… Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerla esistente… È il nemico numero uno, è il tentatore per eccellenza. Sappiamo che questo essere oscuro e conturbante esiste davvero e con proditoria astuzia agisce ancora: è il nemico occulto che semina errori e sventure nella storia umana».
    3 febbraio 1977. Udienza generale: «Non è meraviglia se la Scrittura acerbamente ci ammonisce che “tutto il mondo giace sotto il potere del Maligno”».
    Siamo agli sgoccioli del pontificato di Paolo VI. Papa Giovanni Battista Montini ripete, quasi ossessivamente, un solo concetto: la Chiesa è sotto l’attacco di Satana, il tentatore, un essere oscuro realmente esistente. Parole, quelle di Montini, ricordate in uno degli ultimi capitoli d’una biografia in uscita per Mondadori (Le Scie) e firmata dal vaticanista del Giornale Andrea Tornielli: Paolo VI. L’audacia di un papa (pp.728, euro 28). Una biografia basata su documenti inediti scovati in archivi ancora non esplorati. Una biografia che in uno dei suoi punti più avvincenti, proprio di Satana tratta. O meglio, del perché il successore del popolarissimo Giovanni XXIII e insieme predecessore del grande Giovanni Paolo II, Paolo VI appunto - «Paolo mesto», «Papa amletico», come lo ribattezzarono - si trovò a parlare più volte del Diavolo, avvertendone la presenza nel marasma post conciliare.
    Perché questo continuo riferirsi a Satana? Tutto iniziò il 21 maggio 1972. Un episodio grave: un geologo australiano di origini ungheresi, instabile di mente, Laszlo Toth, dopo aver eluso la sorveglianza si arrampica sulla Pietà di Michelangelo e la sfigura con quindici colpi. La Pietà subisce danni seri ma non irreparabili. Montini, tuttavia, è sconvolto. Percepisce l’attentato come un segno, un presagio. Fu da quel mese di maggio che cominciò a parlare della presenza di Satana nella Chiesa.
    Ne parlò anche in colloqui privati. Utili per capire come, al di là dell’episodio della Pietà, quando parlava del demonio Montini pensasse a fatti precisi, a circostanze concrete che la sua Chiesa stava attraversando nel difficilissimo periodo dell’immediato post Concilio.
    Anzitutto la crisi dei preti: in molti abbandonavano l’abito: «Satana agisce - disse al vescovo Bernardo Citterio -. Non è possibile arrivare a tanta malvagità senza l’influsso di una forza prenaturale che insidia l’uomo e lo rovina».
    Quindi il problema degli abusi liturgici: «Parlando di Satana - rivelò il cardinale Virgilio Noè - Montini pensava a tutti quei preti che della santa messa facevano paglia in nome della creatività»: persone «possedute da vanagloria e dalla superbia del Maligno».
    Fu alla fine del 1975 che Paolo VI prese una decisione clamorosa. Rimosse - senza promuoverlo - uno dei protagonisti della riforma liturgica del post Concilio: l’arcivescovo Annibale Bugnini, spostato dalla curia romana direttamente in Iran, come pro nunzio. Allontanato senza preavviso. Bugnini si convinse che venne spostato a motivo di una vera e propria congiura imbastita su documenti che riportavano una sua presunta appartenenza massonica. Era un momento particolare per la curia romana: lotte sotterranee, combattute a suon di dossier, si sprecavano. Ma, a conti fatti, Bugnini non comprese il vero motivo dell’allontanamento: non tanto il contenuto del dossier, quanto, come disse l’allora segretario di Stato Jean-Marie Villot, il fatto «che nella riforma liturgica alcune cose vennero nascoste al Papa».
    Erano anni difficili. Il Satana di Montini sembrava davvero presente un po’ ovunque: preti in aperto contrasto con la Chiesa e il Papa. Una riforma liturgica che lo stesso Paolo VI non riuscì a gestire come probabilmente avrebbe voluto. Il referendum abrogativo della legge sul divorzio che lacerò il mondo cattolico: Montini si accorse d’incanto della massiccia secolarizzazione in atto. La rottura con l’arcivescovo tradizionalista Marcel Lefebvre. La sospensione a divinis dell’abate di San Paolo fuori le Mura, Giovanni Franzoni. Le accuse al Papa d’aver avuto una relazione con l’attore teatrale Paolo Carlini mosse dallo scrittore omosessuale francese Roger Peyrefitte. E poi le voci intorno alle possibili dimissioni proprio del Pontefice. Lo stesso Paolo VI, nel 1976, «meditò seriamente di dimettersi», scrive Tornielli. Non lo fece. E chissà se se ne penti quando, poco dopo, nel 1978, a pochi mesi dalla morte, dovette attraversare uno dei casi più devastanti nella storia della Repubblica italiana: il rapimento e la morte di Aldo Moro: «Tra i brigatisti coinvolti nel rapimento - spiega Tornielli - c’era il figlio di un dipendente del Vaticano dal Papa ben conosciuto, del quale aveva celebrato il matrimonio».
    Come se non bastasse, un altro pesante macigno sul cuore. In Italia si sta per arrivare all’approvazione della legge sull’aborto. Montini è particolarmente colpito dalle voci di dissenso sull’argomento che si sollevano all’interno della Chiesa: articoli in favore di un ammorbidimento della dottrina cattolica antiabortista vengono pubblicati dalla rivista dei gesuiti francesi Études, mentre in Italia è il gruppo di padre Ernesto Balducci ad affermare che non si può imporre alla donna di generare contro la sua volontà.
    Dopo l’introduzione del divorzio in Italia, una scossa che aveva dimostrato come il paese fosse cambiato, la messa in discussione del valore inviolabile della vita nascente amareggia profondamente il Pontefice, le cui condizioni di salute si vanno visibilmente deteriorando. Per Montini è l’inizio della fine. Apparentemente sembra la vittoria del Demonio, di quel Demonio il cui fumo era già precedentemente entrato nel tempio di Dio, attraverso una qualche fessura.
    Tratto da:
    [Modificato da LiviaGloria 16/06/2009 18:53]
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