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Il Likud sionista verso la sconfitta totale

Ultimo Aggiornamento: 15/04/2024 18:48
09/04/2024 20:19
 
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Israele ha superato ogni limite. Le accuse delle firme di punta di Haaretz

“Creare la fame di massa è moralmente proibito e mina il diritto morale dello Stato di Israele a esistere. Ogni guerra giusta ha i suoi limiti e l’affermazione che l’obiettivo giustifica i mezzi è sia dannosa che errata”. Così Yuli Tamir su Haaretz, che spiega come la filosofia abbia cercato da sempre di stabilire “ciò che è consentito da una prospettiva morale e utilitaristica” e che tale limite è stato ampiamente superato a Gaza.

www.haaretz.com/opinion/2024-04-07/ty-article-opinion/.premium/we-israelis-are-all-complicit-in-the-starvation-of-civilians-in-gaza/0000018e-b476-d906-a5cf-b6f6...

Dopo aver condannato senza riserve l’attacco del 7 ottobre, che secondo la cronista ha anch’esso superato tale limite nonostante ritenga “giusta” la guerra di indipendenza dei palestinesi, spiega che ormai la “bandiera nera” dell’ignominia sventola su entrambi i contendenti. A tale proposito, ricorda l’allarme lanciato a gennaio da Arif Husain, Capo Economista del Programma Alimentare Mondiale, quando ha annunciato che l’80% delle persone che vivono nella Striscia di Gaza soffrono di una fame catastrofica:“Non ho mai visto nulla di simile, sia in termini di portata, di dimensioni, ma anche per il ritmo con cui si è svolto”. E, sul punto, annota dolente:“Come possiamo lamentarci che gli ostaggi soffrono la fame quando lasciamo che centinaia di migliaia di persone soffrano di malnutrizione?”. "L’attuale leadership israeliana", aggiunge la Tamir, "ci rende tutti complici. Siamo complici del fatto che le persone muoiono di fame e hanno sete, che si uccidono a vicenda per una fetta di pane, che mangiano cibo per uccelli e bevono acqua stantia.

Siamo complici del fatto che gli operatori umanitari vengano uccisi durante l’azione più umana e morale possibile: la distribuzione di pasti caldi”. “Quando beviamo il caffè la mattina e scegliamo che tipo di latte vogliamo (e se berlo in un bicchiere o in una tazza di carta), siamo complici della fame. Quando pensiamo alla mensa pasquale e all’esodo dall’Egitto, siamo complici della fame. Quando ci arrovelliamo se servire pesce alla marocchina o pesce gefilte, anche lì siamo complici della fame. Anche quando dormiamo la notte, siamo complici”. Quindi, evocando le lamentele israeliane per la condanna del mondo, annota:“Le azioni compiute oggi sono evidentemente atti immorali che minano l’identità morale dell’intero Stato di Israele e dei suoi cittadini”. “Molti israeliani hanno affermato dopo il 7 ottobre che tutti gli abitanti di Gaza erano colpevoli perché avevano eletto Hamas ed erano complici del suo governo. E anche che nessuno è innocente a Gaza perché tutti gli abitanti di Gaza lo sapevano e stavano zitti. Allora, come gli abitanti di Gaza, anche noi siamo tutti complici”. “Niente di tutto ciò significa che loro o noi meritiamo di morire di fame, di essere uccisi da un razzo, da un coltello o da una bomba. Significa che ci assumiamo la responsabilità e che dobbiamo pronunciarci contro un governo che ci rende complici contro la nostra volontà”. Dello stesso tenore, ma a più ampio respiro, un altro articolo di Haaretz, a firma stavolta di Gideon Levy, titolato “In sei mesi, a Gaza, la peggiore guerra mai condotta da Israele ha ottenuto solo morte e distruzione”. Una guerra, annota il cronista, in cui è evidente che i “benefici sono trascurabili, anzi inesistenti”.

www.haaretz.com/opinion/2024-04-07/ty-article/.premium/in-six-months-in-gaza-israels-worst-ever-war-achieved-nothing-but-death-and-destruction/0000018e-b476-d50a-a1bf-fc7e...

Certo, Israele doveva reagire all’attacco del 7 ottobre, afferma, ma “se questi sono i risultati, sarebbe stato meglio dare prova di moderazione, punire chi doveva essere punito per gli orrori del 7 ottobre e voltare pagina. Tutti ne avrebbero beneficiato, tranne l’ego virile e militaresco di Israele, che impone sempre risposte e punizioni sproporzionate”. “[…] Nemmeno il più avanzato radar di penetrazione del suolo potrebbe scavare tra le rovine di Gaza e tra le sue tombe per trovare un solo beneficio derivato a Israele da questa guerra. Le montagne di danni senza precedenti, al contrario, sono visibili a occhio nudo”. Non solo, il danno che Israele ha inferto alla sua immagine internazionale, scrive Levy, è “irreversibile”: ci vorranno anni per risalire la china ed è normale che il mondo condanni Tel Aviv. E conclude:“Siamo sempre stati indifferenti alla sofferenza dei palestinesi, ma ora abbiamo raggiunto nuovi mostruosi record di indifferenza”. “Gli arti vengono regolarmente amputati [ai palestinesi] nel carcere di Sde Teiman senza che vi sia alcuna reazione. Ci sono 17.000 bambini a Gaza orfani o separati dai genitori, e niente. I medici israeliani non protestano per Sde Teiman, né lo fanno i suoi assistenti sociali per i bambini che muoiono di fame e per quanti sono morti o sono stati uccisi. Siamo diventati dei mostri. Non solo nel nostro agire, ma soprattutto nella nostra apatia”. “Il 7 ottobre, domenica di sei mesi fa, ha distrutto la coscienza degli israeliani”, che da allora hanno prestato attenzione solo al loro dolore.

“Ma, quando il centro medico più grande e avanzato di Gaza [al Shifa ndr.] è stato dato alle fiamme, con esso è bruciata anche l’anima di Israele […]. Alla fine di questa guerra, Gaza sarà distrutta e assassinata, e vedremo, guardandoci allo specchio, un volto diverso. Il mondo ci tratterà di conseguenza, proprio come ci aspetteremmo che tratti qualsiasi Stato malvagio che agisca in questo modo”. Certo, qualcosa sta cambiando, annota Levy riferendo che sempre più voci si stanno levando in Israele per chiedere la fine della guerra, ma si tratta di appelli “troppo tardivi e troppo titubanti. La sete di sangue e il sadismo sono venuti allo scoperto negli ultimi sei mesi e sono considerati politicamente corretti in Israele”. “I prossimi sei mesi di guerra potrebbero essere anche peggiori dei primi. Un’invasione di Rafah potrebbe far sembrare gli omicidi di massa che abbiamo perpetrato finora solo il trailer di un film”. I nuovi orrori di Rafah, tra l’altro, porterebbero il livello dello scontro con Hezbollah al parossismo e potrebbero scatenare una guerra con l’Iran e altri Paesi della regione, contro i quali Tel Aviv rimarrà sola. “È meglio non entrare in questi scenari horror affatto realistici […]. È meglio fermarsi qui. Smettiamola con gli scenari apocalittici e fermiamo la guerra. I primi sei mesi ci sono bastati: sono più che sufficienti, siamo finiti in una strada senza uscita”.

Davide Malacaria
09 aprile 2024
it.insideover.com/guerra/israele-ha-superato-ogni-limite-le-accuse-delle-firme-di-punta-di-haar...
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