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Così gli immigrati occuperanno il Paese

Ultimo Aggiornamento: 24/04/2024 15:32
23/10/2014 22:20
 
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Nel 2050 un terzo della popolazione italiana sarà composta da immigrati. Stranieri sbarcati nel Belpaese per lavorare e figli e nipoti dei migranti che in questi giorni il Mediterraneo sta rovesciando sulle nostre coste. Nello studio «Replacement Migration: is it a solution to declining and ageing populations?», redatto dal Dipartimento degli Affari sociali ed economici dell’Onu vengono analizzati i movimenti migratori a partire dal 1995 e, attraverso modelli matematici, vengono prospettati diversi scenari che disegnano per l’Italia la “necessità” di far entrare tra i 35.088.000 e i 119.684.000 di immigrati per “rimpiazzare” i lavoratori italiani. Visto che tra 36 anni gli over 65 saranno il 35% della popolazione e presupposto che il tasso di natalità per donna resti fermo a 1,2 bambini (negli Anni Cinquanta la media era 2,3). Se c’è chi chiede se per far fronte ad un declino economico e sociale inevitabile non sarebbe meglio promuovere politiche a favore delle famiglie per supportare chi vuole far figli, dall’altra le Nazioni Unite stanno studiando come “sostituire” ai lavoratori italiani, francesi, inglesi, tedeschi, spagnoli quelli provenienti dal Terzo Mondo per non far crollare l’economia e il sistema pensionistico. Nel 2050, secondo il dossier, saremo in 41.197.000, solo 194mila in più di quanti eravano 64 anni fa. Il livello demografico più alto dal dopoguerra l’Italia l’ha toccato nel 1995, con 57.338.000 residenti registrati. Da allora una lenta e progressiva discesa, accompagnata dal calo della natalità e dal costante invecchiamento della popolazione. Fenomeno che condividiamo con quasi tutti i paesi europei. Ad esempio la Francia, che nel 1901 vedeva nascere per ogni matrimonio 7,8 figli. Mezzo secolo dopo era già scesa a 2,7 per poi attestarsi a 1.7. In Germania per ogni coppia ci sono 1,30 bambini e in Gran Bretagna 1,78. Nell’Unione Europea la media è di 1,5 nascite per ogni donna. Troppo poco per mantenere gli attuali livelli di sviluppo. Meno nascite, alla lunga, significano meno lavoratori attivi che, quindi, non ce la faranno a sostenere con i contributi il peso delle pensioni. Come evitare che la «macchina» s’inceppi? Che milioni di anziani si ritrovino senza indennità? Come mantenere stabili le entrate per i tributi da tradurre in welfare, soldi da spendere per sanità, trasporti e servizi pubblici? Le soluzioni potrebbero essere molte. Le Nazioni Unite intravedono come via principale quello di «rimpiazzare» (come riportato nel titolo del dossier) l’Europa e l’Occidente che invecchia con una massiccia iniezione di immigrati da Asia, Africa e Oceania.

Lo studio prende in considerazione quelli in età lavorativa, tra i 15 e i 64 anni, che dopo lo sbarco molto probabilmente si stabiliranno dalle Alpi alla Sicilia. Vivranno con noi, si sposeranno, faranno figli e nipoti. Così che, anno dopo anno, l’Italia degli italiani si trasformerà in un «melting pot», un’insieme di razze, culture, religioni dove tra quarant’anni a stento saremo ancora maggioranza. Ventiseimilioni di immigrati e i loro discendenti risiederanno a Roma, Milano, Napoli e nei mille Comuni della Penisola nel 2050. Ora sono 4,4 milioni contro i 7,8 presenti in Germania. Il primo ministro inglese David Cameron ha annunciato misure restrittive per gli stranieri in materia di accesso ai sussidi di disoccupazione e alle liste d’attesa per le case popolari. Londra nello scenario più «spinto» dovrà farsi carico di altri 59 milioni di migranti nei prossimi 36 anni, per sostituire i lavoratori che andranno in pensione e quelli che moriranno. Dovranno sostituire pure i connazionali che verranno seppelliti all’ombra dell’Union Jack, che di fatto sono nati nel Regno Unito e lì resteranno. Così accadrà in Italia e nei 27 Stati dell’Ue. «In Francia, Germania e Gran Bretagna - scrive il Dipartimento degli Affari sociali ed economici dell’Onu - il numero di immigrati necessari per mantenere costante sia la popolazione totale che la popolazione in età lavorativa varia irregolarmente nel tempo a causa di strutture di età specifiche . Questi numeri sono paragonabili al numero di immigrati ricevuto nel corso degli ultimi dieci anni. In Germania e in Italia, invece, lo scenario porterebbe tra il 30 e il 40 per cento la popolazione popolazione immigrata nel 2050, che è molto più alta di quella attuale». L’immigrazione, come testimoniano i dati della Guardia Costiera e della Marina Militare che hanno soccorso 150mila stranieri con l’Operazione Mare Nostrum, non segue modelli stabili di crescita ma esponenziali. Di tutti gli sbarchi segnalati negli ultimi vent’anni nel Mediterraneo il 45% è avvenuto nel 2014. E il 48% di chi non ce l’ha fatta, è morto tra le onde quest’anno. Chi è riuscito ad entrare in Italia, dopo mesi, anni di clandestinità pare riesca a trovare lavoro più facilmente degli italiani. Il 60,1% degli stranieri presenti nel Belpaese risulta occupato contro il 59,5% di lombardi, veneti, romagnoli, pugliesi e piemontesi. L’arrivo di nuovi migranti da Tunisia, Egitto, Siria, Cina, Afghanistan, Pakistan, Nigeria, Somalia, Marocco propugnato dalle Nazioni Unite potrebbe essere interpretato da più di qualcuno come uno schiaffo a quel 40,5% di italiani, nella stragrande maggioranza giovani, che non ha lavoro. Milioni di «invisibili» di cui non viene fatta menzione nel dossier. Come se la disoccupazione non esistesse. L’obiettivo che sembra preoccupare gli statisti che nel Palazzo di Vetro a New York disegnano scenari appare esclusivamente quello di far raggiungere all’Europa, sempre nel 2050, il rapporto di due lavoratori per ogni pensionato. Come modello vengono indicati gli Usa dove il rapporto è 2,8 occupati per ogni cittadino «a riposo». Nell’Ue la media è di 1,45. «L’immigrazione di rimpiazzo è tra le possibili politiche di risposta da considerare», insiste l’Onu, «per mantenere adeguati livelli di crescita». Schede zeppe di dati, analisi, grafici, tabelle. C’è di tutto nel dossier. Nemmeno una parola però, neppure un cenno, agli italiani e agli europei che ora sono senza lavoro e ci resteranno con l’arrivo di milioni di stranieri. Come se la crisi non esistesse. L’immigrazione di massa è destinata a rivoluzionare la realtà sociale, a (s)travolgere l’Europa che conosciamo, ma anche di questo non c’è traccia. Solo numeri e aride statistiche. Basta che i conti tornino.

Alessandra Zavatta
22/10/2014
www.iltempo.it/cronache/2014/10/22/cosi-gli-immigrati-occuperanno-il-paese-1...
24/10/2014 09:28
 
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Nessuno ha mai considerato che possa essere un modo per diciamo "iniettare" popolazione ignorante in mezzo a quella "colta" o comunque che ha fatto tanti passi avanti per allontanarsi dai meccanismi della manipolazione, in modo da fare passi indietro, farci lottare tra di noi e rallentare se non frenare il progresso spirituale individuale. Quest'ultimo è l'unico antidoto ad una globalizzazione malata e corrotta.
E l'altro antidoto è investire tantissimo sulla scuola e la sanità in modo educare queste nuove generazioni e mantenerle sane.
Ma ovviamente stanno cercando anche di toglierci i fondi proprio in questi settori. E se non riescono a toglierci i fondi cercano di fare in modo che la qualità dell'educazione e della sanità venga compromessa.

Dobbiamo migliorare l'istruzione. E spero che i professori combattano per far valere questo diritto ma soprattutto spero che siano tanto intelligenti da non pregiudicare la qualità del loro insegnamento. Ogni professore, singolarmente farà la differenza. Pertanto sarebbe bene che facesse il proprio lavoro con passione e dedizione, indipendentemente dall'appoggio o meno delle istituzioni.
Questo vale anche per dottori, infermieri, giudici, forze dell'ordine, sicurezza e... ovviamente i politici, dal più piccolo paesino alle più alte cariche dello stato.
01/11/2014 18:07
 
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Il piano Kalergi: il genocidio dei popoli europei



L’immigrazione di massa è un fenomeno le cui cause sono tutt’oggi abilmente celate dal Sistema e che la propaganda multietnica si sforza falsamente di rappresentare come inevitabile. Con questo articolo intendiamo dimostrare una volta per tutte che non si tratta di un fenomeno spontaneo. Ciò che si vorrebbe far apparire come un frutto ineluttabile della storia è in realtà un piano studiato a tavolino e preparato da decenni per distruggere completamente il volto del Vecchio Continente.

La Paneuropa
Pochi sanno che uno dei principali ideatori del processo d’integrazione europea fu anche colui che pianificò il genocidio programmato dei popoli europei. Si tratta di un oscuro personaggio di cui la massa ignora l’esistenza, ma che i potenti considerano come il padre fondatore dell’Unione Europea. Il suo nome è Richard Coudenhove Kalergi. Egli, muovendosi dietro le quinte, lontano dai riflettori, riuscì ad attrarre nelle sue trame i più importanti capi di stato, che si fecero sostenitori e promotori del suo progetto di unificazione europea. [1] Nel 1922 fonda a Vienna il movimento “Paneuropa” che mira all’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale basato su una Federazione di Nazioni guidata dagli Stati Uniti. L’unificazione europea avrebbe costituito il primo passo verso un unico Governo Mondiale. Con l’ascesa dei fascismi in Europa, il Piano subisce una battuta d’arresto, e l’unione Paneuropea è costretta a sciogliersi, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale Kalergi, grazie ad una frenetica e instancabile attività, nonché all’appoggio di Winston Churchill, della loggia massonica B’nai B’rith e di importanti quotidiani come il New York Times, riesce a far accettare il suo progetto al Governo degli Stati Uniti.


L’essenza del Piano Kalergi
Nel suo libro «Praktischer Idealismus», Kalergi dichiara che gli abitanti dei futuri “Stati Uniti d’Europa” non saranno i popoli originali del Vecchio Continente, bensì una sorta di subumanità resa bestiale dalla mescolanza razziale. Egli afferma senza mezzi termini che è necessario incrociare i popoli europei con razze asiatiche e di colore, per creare un gregge multietnico senza qualità e facilmente dominabile dall’elite al potere. «L’uomo del futuro sarà di sangue misto. La razza futura eurasiatica-negroide, estremamente simile agli antichi egiziani, sostituirà la molteplicità dei popoli, con una molteplicità di personalità. [2] Ecco come Gerd Honsik descrive l’essenza del Piano Kalergi:“Kalergi proclama l’abolizione del diritto di autodeterminazione dei popoli e, successivamente, l’eliminazione delle nazioni per mezzo dei movimenti etnici separatisti o l’immigrazione allogena di massa. Affinchè l’Europa sia dominabile dall‘elite, pretende di trasformare i popoli omogenei in una razza mescolata di bianchi, negri e asiatici. A questi meticci egli attribuisce crudeltà, infedeltà e altre caratteristiche che, secondo lui, devono essere create coscientemente perché sono indispensabili per conseguire la superiorità dell‘élite. Eliminando per prima la democrazia, ossia il governo del popolo, e poi il popolo medesimo attraverso la mescolanza razziale, la razza bianca deve essere sostituita da una razza meticcia facilmente dominabile. Abolendo il principio dell’uguaglianza di tutti davanti alla legge ed evitando qualunque critica alle minoranze con leggi straordinarie che le proteggano, si riuscirà a reprimere la massa. I politici del suo tempo diedero ascolto a Kalergi, le potenze occidentali si basarono sul suo piano e le banche, la stampa e i servizi segreti americani finanziarono i suoi progetti. I capi della politica europea sanno bene che è lui l’autore di questa Europa che si dirige a Bruxelles e a Maastricht. Kalergi, sconosciuto all’opinione pubblica, nelle classi di storia e tra i deputati è considerato come il padre di Maastricht e del multiculturalismo. La novità del suo piano non è che accetta il genocidio come mezzo per raggiungere il potere, ma che pretende creare dei subumani, i quali grazie alle loro caratteristiche negative come l’incapacità e l’instabilità, garantiscano la tolleranza e l’accettazione di quella “razza nobile”. [3]



Da Kalergi ai nostri giorni
Benché nessun libro di scuola parli di Kalergi, le sue idee sono rimaste i princìpi ispiratori dell’odierna Unione Europea. La convinzione che i popoli d’Europa debbano essere mescolati con negri e asiatici per distruggerne l’identità e creare un’unica razza meticcia, sta alla base di tutte le politiche comunitarie volte all’integrazione e alla tutela delle minoranze. Non si tratta di princìpi umanitari, ma di direttive emanate con spietata determinazione per realizzare il più grande genocidio della storia. In suo onore è stato istituito il premio europeo Coudenhove-Kalergi che ogni due anni premia gli europeisti che si sono maggiormente distinti nel perseguire il suo piano criminale. Tra di loro troviamo nomi del calibro di Angela Merkel o Herman Van Rompuy.


La Società Europea Coudenhove-Kalergi ha assegnato alla Cancelliera Federale Angela Merkel il Premio europeo nel 2010


Il 16 novembre 2012 è stato conferito al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy il premio europeo Coudenhove-Kalergi 2012 durante un convegno speciale svoltosi a Vienna per celebrare i novant’anni del movimento paneuropeo. Alla sue spalle compare il simbolo dell’Unione Paneuropea: una croce rossa che sovrasta il sole dorato, simbolo che era stato l’insegna dei Rosacroce

L’incitamento al genocidio è anche alla base dei costanti inviti dell’ONU ad accogliere milioni di immigrati per compensare la bassa natalità europea. Un rapporto della “Population Division” (Divisione per la Popolazione), intitolato:“Migrazioni di ricambio: una soluzione per le popolazioni in declino e invecchiamento, l’Europa avrebbe bisogno entro il 2025 di 159 milioni di immigrati”, è stato diffuso all’inizio del nuovo millennio, il gennaio del 2000, dalle Nazioni Unite a New York. Ci si chiede come sarebbe possibile fare stime così precise se l’immigrazione non fosse un piano studiato a tavolino. È certo infatti che la bassa natalità di per sé potrebbe essere facilmente invertita con idonei provvedimenti di sostegno alle famiglie. È altrettanto evidente che non è attraverso l’apporto di un patrimonio genetico diverso che si protegge il patrimonio genetico europeo, ma che così facendo se ne accelera la scomparsa. L’unico scopo di queste misure è dunque quello di snaturare completamente un popolo, trasformarlo in un insieme di individui senza più alcuna coesione etnica, storica e culturale. In breve, le tesi del Piano Kalergi hanno costituito e costituiscono tutt’oggi il fondamento delle politiche ufficiali dei governi volte al genocidio dei popoli europei attraverso l’immigrazione di massa. G. Brock Chisholm, ex direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dimostra di avere imparato bene la lezione di Kalergi quando afferma:«Ciò che in tutti i luoghi la gente deve fare è praticare la limitazione delle nascite e i matrimoni misti (tra razze differenti), e ciò in vista di creare una sola razza in un mondo unico dipendente da un’autorità centrale» [4]



Conclusione
Se ci guardiamo attorno, il piano Kalergi sembra essersi pienamente realizzato. Siamo di fronte ad una vera terzomondializzazione dell’Europa. L’assioma portante della “Nuova Civiltà” sostenuta dagli evangelizzatori del Verbo multiculturale, è l’adesione all’incrocio etnico forzato. Gli europei sono naufragati nel meticciato, sommersi da orde di immigrati afro-asiatici. La piaga dei matrimoni misti produce ogni anno migliaia di nuovi individui di razza mista: i “figli di Kalergi”. Sotto la duplice spinta della disinformazione e del rimbecillimento umanitario operato dai mezzi di comunicazione di massa si è insegnato agli europei a rinnegare le proprie origini, a disconoscere la propria identità etnica. I sostenitori della Globalizzazione si sforzano di convincerci che rinunciare alla nostra identità è un atto progressista e umanitario, che il “razzismo” è sbagliato, ma solo perché vorrebbero farci diventare tutti come ciechi consumatori. È più che mai necessario in questi tempi reagire alle menzogne del Sistema, ridestare lo spirito di ribellione negli europei. Occorre mettere sotto gli occhi di tutti il fatto che l’integrazione equivale a un genocidio. Non abbiamo altra scelta, l’alternativa è il suicidio etnico.

Note
[1] Tra i suoi seguaci della prima ora si incontrano i politici cechi Masarik e Benes, così come il banchiere Max Warburg, che ha messo a sua disposizione i primi 60.000 marchi. Il cancelliere austriaco Monsignor Ignaz Seipel e il successivo presidente austriaco Karl Renner si incaricarono successivamente di guidare il movimento Paneuropa. Kalergi stesso indicava che alti politici francesi approvavano il suo movimento per reprimere la ripresa della Germania. Così il primo ministro francese Edouard Herriot e il suo governo, come i leaders britannici di tutti gli ambiti politici e, tra loro, il redattore capo del Times, Noel Baker, caddero nelle macchinazioni di questo cospiratore. Infine riuscì ad attrarre Winston Churchill. Nello stesso anno, quello che più tardi si trasformerà nel genocida ceco di 300.000 tedeschi dei Sudeti, Edvard Benes, fu nominato presidente onorario. Egli ha finora quasi disconosciuto Kalergi, ma negoziava anche con Mussolini per restringere il diritto di autodeterminazione degli austriaci e favorire ancora di più le nazioni vittoriose, ma fallì. Nell’interminabile lista degli alti politici del XX secolo, c’è da menzionare particolarmente Konrad Adenauer, l’ex ministro della giustizia spagnolo, Rios, e John Foster Dulles (EEUU). Senza rispettare i fondamenti della democrazia e con l’aiuto del New York Times e del New York Herald Tribune, Kalergi presentò al Congresso Americano il suo piano. Il suo disprezzo per il governo popolare lo manifestò in una frase del 1966, nella quale ricorda la sua attività del dopoguerra:”I successivi cinque anni del movimento Paneuropeo furono dedicati principalmente a questa meta: con la mobilitazione dei parlamenti si trattava di forzare i governi a costruire la Paneuropa”. Aiutato da Robert Schuman, ministro degli esteri francese, Kalergi riesce a togliere al popolo tedesco la gestione della sua produzione dell’acciaio, ferro e carbone e la trasferisce a sovranità sovranazionale, ossia antidemocratica. Appaiono altri nomi: De Gasperi, il traditore dell’autodeterminazione dei tirolesi del sud, e Spaak, il leader socialista belga. Finge di voler stabilire la pace tra il popolo tedesco e quello francese, attraverso gli eredi di Clemenceau, quelli che idearono il piano genocida di Versailles. E negli anni venti sceglie il colore azzurro per la bandiera dell’Unione Europea. Il ruolo guida di Kalergi nella creazione dell’Europa multiculturale e nella restrizione del potere esecutivo dei parlamenti e dei governi, è evidente ai giorni nostri, e si palesa col conferimento del premio “Coudenhove Kalergi” dal cancelliere Helmut Kohl come ringraziamento per seguire questo piano, così come l’elogio e l’adulazione del potente personaggio da parte del massone e politico europeo Juncker, il primo ministro del Lussemburgo. Nel 1928 si aggiunsero celebri politici e massoni francesi: Leon Blum (più tardi primo ministro), Aristide Briand, E. M. Herriot, Loucheur. Tra i suoi associati si incontrava gente molto diversa, come lo scrittore Thomas Mann e il figlio del Kaiser, Otto d’Asburgo. Tra i suoi promotori, a parte i già menzionati Benes, Masarik e la banca Warburg, si incontravano anche il massone Churchill, la CIA, la loggia massonica B’nai B’rith, il “New York Times” e tutta la stampa americana. Kalergi fu il primo a cui fu assegnato il premio Carlomagno nella località di Aachen; e quando lo ricevette Adenauer, Kalergi era presente. Nel 1966 mantiene i contatti con i suoi collaboratori più importanti. Tutti coloro che sono stati insigniti di questo premio fanno parte del circolo di Kalergi e della massoneria, o si sforzarono di rappresentare gli interessi degli USA in Germania. Nell’anno 1948 Kalergi riesce a convertire il “Congresso degli europarlamentari” di Interlaken in uno strumento per obbligare i governi a tornare a occuparsi della “questione europea”, vale a dire, a realizzare il suo piano. Proprio allora si fonda il Consiglio Europeo e in cima alla delegazione tedesca troviamo Konrad Adenauer appoggiato dalla CIA. (Gerd Honsik, “Il Piano Kalergi”)
[2] Kalergi, Praktischer Idealismus
[3] Honsik, op.cit.
[4] «USA Magazine», 12/08/1955

identità.com/blog/2012/12/11/il-piano-kalergi-il-genocidio-dei-popoli-...
[Modificato da wheaton80 01/11/2014 18:08]
01/11/2014 18:49
 
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Renzi toglie 100 milioni ai malati SLA e dimezza fondi per alluvione Genova, ma trova 180 milioni per gli immigrati

www.dailymotion.com/video/x28nopa_renzi-toglie-100-milioni-ai-malati-sla-e-dimezza-fondi-per-alluvione-genova-ma-trova-180-milioni-...
[Modificato da wheaton80 01/11/2014 18:49]
03/11/2014 11:37
 
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Il piano Kalergi: il genocidio dei popoli europei
Molto interessante questa informazione. "Strano" che non se ne senta mai parlare pur essendo tutto alla luce del sole.

Non so bene le fonti di questa informazione e purtroppo non ho nemmeno letto il libro. Però, estraniandomi dal contesto, non mi sembra del tutto un ragionamento sbagliato a parte ovviamente le idee che spero siano personali sul genocidio, la schiavizzazione o la razza superiore.
E qui è difficile capire chi sono i "buoni" e i "cattivi", chi fa il doppio gioco e chi fa il doppio gioco nel doppio gioco ecc...

L'Europa ha vissuto migliaia di guerre, lotte di potere, lotte di classi, guerre di religione, confine, razza, ideologie ecc..
Alla fine credo che se si mescolassero tutte le razze, non ci sarebbe più nessuno che possa pensare di attaccare l'atro sapendo che in famiglia ha qualcuno di razza o ideologia mista.

Potrebbe invece essere un modo per impedire ulteriori genocidi come avvenuti nella seconda guerra mondiale non essendoci più una razza unica da "preservare".

L'integrazione, ci hanno insegnato molti paesi, se ben gestita può essere davvero una risorsa infinita.
Ma se gestita male può portare ad odio, razzismo e guerre.

Il confine è talmente sottile che nella confusione ci saranno sempre quelle elite di potenti che avranno il loro interesse.
Nell'ottica di un nuovo ordine mondiale ben gestito, ci sarà la corsa a chi si vorrà accaparrare una fetta di potere.

Tutto ciò che porta a scontrarci, porta solo a fare l'interesse dei più avidi e prepotenti.
Il problema non è l'immigrato, di che colore è, mentalità, credo ecc...
Un delinquente è un delinquente, punto e basta.

L'integrazione è una cosa seria ed importante, ed è un obbiettivo che va perseguito comunque, non ci sono più alternative.
03/11/2014 19:36
 
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Anch'io sono d'accordo con un'integrazione, ma solo se l'intera élite mondialista venga prima rinchiusa da qualche parte e resa impotente. Altrimenti, come dicevi, si inserirebbe di sicuro con i propri scopi in qualsiasi tentativo di convivenza pacifica tra i popoli. Anche se è un mezzo drastico, questi criminali non lasciano ai Paesi altra scelta che chiudere i propri confini, volendo preservare il bene dei propri cittadini. Ma io spero che presto o tardi questa situazione si sbloccherà... ci sono già molti segni dell'indebolimento dell'influenza mondialista. Vedremo :)
04/11/2014 10:28
 
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A parte che Kalergi in quella prima foto del libro assomiglia tantissimo a Mario Draghi... :-) Saranno parenti...?

E' molto comune l'idea di isolare, rinchiudere, o esiliare i "cattivi", ma le metafore dalle fiabe dei bambini ai film più moderni spiegano bene quale sarebbe la strada più lunga ma sicura e duratura. Giustamente come dicevi anche tu, Wheaton è quella di renderli impotenti e credo ci stiamo muovendo sulla strada giusta. Ne è la prova che stanno cercando in tutti i modi, anche i più violenti e scorretti di ostentare la loro potenza e superiorità.

Se facessi parte dell'elite per così dire bene intenzionata, lavorerei proprio sulla popolazione in modo da istruirla, informarla, appacificarla e omogeneizzarla. Solo in questo modo, nelle difficoltà che cercherebbero di creare i "cattivi", l'umanità avrebbe una grande opportunità di unirsi pacificamente per un grande bene in comune ed immunizzarci definitivamente dai malintenzionati di oggi e di domani, facendo tesoro della storia e trasmettendo di generazione in generazione tutte le informazioni utili per prevenire una eventuale rivolta futura. Come ha sempre fatto l'uomo in quanto sua natura.

Credo anche che internet verrà considerato (e lo è già) quel mezzo decisivo che ha permesso questo cambiamento epocale dell'umanità.

Certo, siamo nel bel mezzo del cambiamento, dobbiamo lavorare molto perché non è così scontato che il "bene" avrà la meglio sul "male". Sarà una battaglia continua come nel migliore dei racconti, ma se "vinceremo" dovremmo avere un lungo periodo di tregua in cui l'umanità non dovrà mai abbassare la guardia, dare niente per scontato e ovviamente mai adagiarsi troppo sugli allori. Altrimenti, la storia ci insega che potremmo ricominciare da capo.
Stiamo scrivendo la storia più importante dell'umanità, solo alla fine sapremo chi firmerà il libro, intanto il contributo più grande che tutti possiamo dare è quello di condividere ciò che impariamo, fare chiarezza e mettere in guardia quante più persone possiamo dalle false informazioni e false illusioni!
[Modificato da Areoplano 04/11/2014 10:34]
04/11/2014 16:13
 
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Ahahah infatti sono uguali ora che me lo fai notare XD

Cmq penso che dovremmo in effetti costruire dal basso oltre che sperare che dall'alto qualcuno ponga fine ai loro progetti (e in effetti ci sono più di 180 Paesi che si sono schierati contro la cosiddetta Cabala sionista). Anche perché più persone prendono coscienza delle vere intenzioni di chi ha il potere al momento, più questi ultimi sono costretti ad agire avventatamente inscenando farse ridicole (tipo Ebola o Isis) o addirittura, come facevi notare tu, mostrando i muscoli (alla Netanyahu per intenderci); il tutto non li farà durare ancora a lungo :)
18/02/2015 01:12
 
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Ban Ki-moon:"L'Europa invecchia, ha bisogno di migranti"

Le parole del segretario delle Nazioni Unite faranno discutere. E non poco. Alla vigilia degli incontri a Bruxelles con la leadership dell'UE Ban Ki-moon da Dublino lancia questo messaggio: l’Europa invecchia, se vuole mantenere il suo dinamismo economico, ha bisogno di migranti. Lo ha detto in un discorso pronunciato nel Castello della capitale irlandese, durante la celebrazione dei 60 anni dell’ingresso dell’Irlanda nelle Nazioni Unite. "I fattori di spinta includono guerre e sottosviluppo; quelli di attrazione includono il semplice miraggio di una fuga dalla povertà. L’Europa deve riconoscerne un altro: il suo deficit nella forza lavoro. Bassa crescita demografica e una transizione demografica ad un continente di vecchi. Se vuole mantenere il suo dinamismo, l’Europa ha bisogno di migranti". Se l'invecchiamento della popolazione europea è un dato di fatto oggettivo, resta da chiedersi per quale motivo l'Europa non dovrebbe porvi rimedio sviluppando le politiche sociali volte a aiutare le giovani coppie a fare figli. Ma su questo Ban non si sofferma. Si limita a dire che l'Europa deve accogliere i migranti perché ne ha bisogno. Ban si è occupato del piano che l'UE si è data per far fronte alla crisi. Poche ore prima, in un incontro con i profughi reinsediati in Irlanda da Paesi come Siria, Afghanistan, Congo, aveva espresso il proprio sostegno all’Agenda per le Migrazioni dell’Unione Europea. Ban ha sottolineato che "le Nazioni Unite e l’Alto Commissario per i Rifugiati sono pronti a collaborare con l'UE, i suoi stati membri e i paesi terzi interessati per sostenere e sviluppare ulteriormente le misure incluse nell’Agenda". Nel discorso a Dublino ha osservato che l’approccio deve essere complessivo, dai paesi di destinazione a quelli di transito, e soprattutto, di origine."Serve un giro di vite sui trafficanti, allo stesso tempo dobbiamo proteggere i profughi e rispettare i diritti umani e il diritto internazionale. Dobbiamo superare l’emergenza per andare alle radici".

Raffaello Binelli
26/05/2015
www.ilgiornale.it/news/mondo/ban-ki-moon-leuropa-invecchia-ha-bisogno-migranti-1133...
[Modificato da wheaton80 30/05/2015 04:48]
30/05/2015 09:41
 
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Re: Ban Ki-moon:"L'Europa invecchia, ha bisogno di migranti"
wheaton80, 30/05/2015 04:47:


Le parole del segretario delle Nazioni Unite faranno discutere. E non poco. Alla vigilia degli incontri a Bruxelles con la leadership dell'UE Ban Ki-moon da Dublino lancia questo messaggio: l’Europa invecchia, se vuole mantenere il suo dinamismo economico, ha bisogno di migranti. Lo ha detto in un discorso pronunciato nel Castello della capitale irlandese, durante la celebrazione dei 60 anni dell’ingresso dell’Irlanda nelle Nazioni Unite. "I fattori di spinta includono guerre e sottosviluppo; quelli di attrazione includono il semplice miraggio di una fuga dalla povertà. L’Europa deve riconoscerne un altro: il suo deficit nella forza lavoro. Bassa crescita demografica e una transizione demografica ad un continente di vecchi. Se vuole mantenere il suo dinamismo, l’Europa ha bisogno di migranti". Se l'invecchiamento della popolazione europea è un dato di fatto oggettivo, resta da chiedersi per quale motivo l'Europa non dovrebbe porvi rimedio sviluppando le politiche sociali volte a aiutare le giovani coppie a fare figli. Ma su questo Ban non si sofferma. Si limita a dire che l'Europa deve accogliere i migranti perché ne ha bisogno. Ban si è occupato del piano che l'UE si è data per far fronte alla crisi. Poche ore prima, in un incontro con i profughi reinsediati in Irlanda da Paesi come Siria, Afghanistan, Congo, aveva espresso il proprio sostegno all’Agenda per le Migrazioni dell’Unione Europea. Ban ha sottolineato che "le Nazioni Unite e l’Alto Commissario per i Rifugiati sono pronti a collaborare con l'UE, i suoi stati membri e i paesi terzi interessati per sostenere e sviluppare ulteriormente le misure incluse nell’Agenda". Nel discorso a Dublino ha osservato che l’approccio deve essere complessivo, dai paesi di destinazione a quelli di transito, e soprattutto, di origine."Serve un giro di vite sui trafficanti, allo stesso tempo dobbiamo proteggere i profughi e rispettare i diritti umani e il diritto internazionale. Dobbiamo superare l’emergenza per andare alle radici".

Raffaello Binelli
26/05/2015
www.ilgiornale.it/news/mondo/ban-ki-moon-leuropa-invecchia-ha-bisogno-migranti-1133...



Ragionando sono il termini economici il ragionamento è sensato. Incentivare le nascite in Europa non risolve il problema nell'immediato mentre l'immigrazione porterebbe "forza Lavoro" nell'immediato. (Questa parola "forza lavoro" ancor più in questo contesto mi suona come la parola "schiavo" o "sfruttamento" contrario alla ricerca del benessere)

Ciò che non capisco è perchè qualche anno fa avevo cominciato a leggere che avrebbero cambiato i criteri per considerare il "benessere" di una nazione non basandolo più sul PIL ma su valori che danno la felicità alle persone. Ma poi non ho mai più letto nulla...
Dovevamo rivedere i criteri del welfare e non più in termici solo economici. Nei criteri dovevano esserci la qualità della vita, l'assistenza sociale, l'ecologia, gli spazi verdi, la qualità dell'aria, il tempo da dedicare a se stessi e la famiglia, la cultura, la libertà di espressione, ma anche la corruzione, l'onestà, la meritocrazia, la sicurezza.... e ce ne sarebbero tantissimi... invece, ancora nel 2015 si parla sempre e solo di questa cavolo di economia!
Pensiero malato, soluzioni malate!

[Modificato da Areoplano 30/05/2015 09:42]
11/06/2015 00:40
 
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Esatto, Ban Ki Moon pubblicizza soltanto il progetto ONU (stabilito a monte, prima di questi disastri) di rendere l'Italia in primis una nazione di gente più disposta di noi a rendersi schiava del sistema capitalistico.
04/09/2015 21:56
 
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Fusaro:“Aylan usato per ideologia. E' l'emblema di una grande menzogna, Nietzsche diceva...”

Intervistato da IntelligoNews, il filosofo Diego Fusaro affronta il tema migranti ed entra nel dibattito sulla foto del bambino siriano trovato morto sulla spiaggia.

Si sta discutendo molto sull’opportunità di far vedere la foto shock di Aylan. Qual è la sua opinione?
«C’è un aforisma di Nietzsche molto significativo:“Nessuno mente tanto quanto l’uomo indignato”. Quella foto è l’emblema di una grande menzogna, di una falsa coscienza buonista, che mostra solo gli effetti e mai le cause, mostra solo le tragedie senza mai investigare sulle ragioni, per cui si mostra il bambino morto e non si spiegano che quelle morti sono prodotte dal bombardamento etico e dall’interventismo umanitario a stelle e strisce. Contano solo gli effetti, il rovesciarsi delle barche dei clandestini sembra quasi un evento naturale».

Purtroppo sono tantissimi i bambini morti durante le migrazioni. Perché proprio questa foto è diventato un simbolo anti-guerra?
«E’ diventata un simbolo perché l’hanno rilanciata tutti i giornali di destra e di sinistra, c’è proprio da essere dubbiosi quando tutti riportano la stessa immagine e danno la stessa visione univoca. Ci dobbiamo chiedere: cui prodest? Il Manifesto è stato il peggiore perché con quella foto non faceva altro che la difesa delle politiche migratorie, l’ha usata per fini propagandistici. Dopo l’uso ideologico di quella foto non sarà più possibile mettere in discussione il concetto di accoglienza senza riserve, senza limiti, quindi il capitale vince perché non ha più barriere che limitino l’arrivo voluto di questi schiavi senza diritti».

Il Pentagono ha detto che questa emergenza sui migranti durerà per 20 anni. Cosa ne pensa?
«Mi fido abbastanza di quello che dicono perché sono loro la causa, sono loro che hanno bombardato questi Paesi, come la Libia, provocando tutto questo. Quelli che oggi tanto si scompongono e si agitano contro le stragi in mare sono gli stessi che si agitavano affinché venisse bombardata la Libia di Gheddafi o la Siria, c’è una follia generalizzata in tutto questo».

Qual'è stato l’errore più grande dell’Europa sul fenomeno della migrazione?
«Non credo che si tratti di un errore ma di una strategia molto precisa. Il capitalismo ha sempre bisogno dell’esercito industriale, ha bisogno di schiavi per fare lavori umili e sottopagati, a questo servono le ondate migratorie, certamente non per integrare i migranti ma per avere un esercito di schiavi. Per questo non ha senso fare l’elogio dell’immigrazione, così come non ha senso prendersela con i migranti che sono sfruttati in maniera vergognosa. Bisogna comprendere la logica capitalistica».

Andrea Barcariol
04 settembre 2015
www.intelligonews.it/articoli/4-settembre-2015/30088/fusaro-aylan-usato-per-ideologia-e-l-emblema-di-una-grande-menzogna-nietzsche...
[Modificato da wheaton80 04/09/2015 21:58]
19/09/2015 16:51
 
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Diego Fusaro a “La Gabbia” - Gli immigrati, i nuovi schiavi del capitale


26/09/2015 01:22
 
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Claudio Messora a "La Gabbia - Il Piano Kalergi


02/10/2015 19:42
 
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La prova definitiva: ecco i progetti UE sull’immigrazione selettiva

Era il 23 febbraio 2007. Franco Frattini era vice-presidente della Commissione Europea (il vero governo della UE, composta da non eletti) nonché Commissario responsabile per la Giustizia, la Libertà e la Sicurezza dal novembre 2004. Quel giorno venne invitato dalla London School of Economics and Political Science, per una lezione sul Futuro dell’Europa (http://www.lse.ac.uk/publicEvents/events/2007/20061219t1706z001.aspx). In quell’occasione, disse cose che tagliano la testa al toro sui veri obiettivi degli euroburocrati circa il ruolo dei migranti nel nostro futuro demografico. Ecco un sunto delle sue parole. “La povertà deve essere contrastata, guidata e convertita in ricchezza. Questo a sua volta riflette il bisogno che l’Europa ha di immigrazione selettiva per continuare il suo sviluppo economico e dimostrarsi all’altezza della sfida della globalizzazione. […] L’Unione Europea ha bisogno di immigrazione. A dispetto del recente allargamento, che ha portato la popolazione circa a 490 milioni, il numero di persone che vivono nell’Europa Unita diminuirà nei prossimi decenni e entro il 2050 un terzo sarà sopra i 65 anni di età. Il bisogno di lavoratori in molti stati membri, incluso il Regno Unito, è già evidente in molti settori. La domanda crescerà quando perderemo 20 milioni di lavoratori entro il 2050. […] Dobbiamo convertire un fenomeno (l’immigrazione clandestina) organizzato dai trafficanti e dai terroristi in una campagna orchestrata dai governi. D’altro canto, un obiettivo chiave è una gestione migliore dell’immigrazione legale, con particolare attenzione ai bisogni dei diversi settori lavorativi degli Stati Membri. Questo comprende esplorare il potenziale dell’immigrazione per soddisfare qualunque bisogno di lavoro temporaneo e stagionale. […] Allo stesso tempo dobbiamo estendere le nostre politiche di integrazione per gli immigrati già legalmente residenti nella UE, perché non ci può essere immigrazione senza integrazione. Non possiamo pensare che il nostro lavoro sia finito una volta che abbiamo sotto controllo i flussi migratori. Dovremo integrarli. […] Un cambiamento molto significativo negli ultimi due anni è stata la fusione tra l’agenda dell’immigrazione e quella dello sviluppo, sia all’interno dell’Unione Europea sia a livello internazionale. In quest’area credo di poter dire che la Commissione europea ha avuto un ruolo da pioniere. […] Devo sottolineare che il problema dell’arrivo di migranti illegali sulle coste marittime degli stati membri non verrà risolto in una notte. Abbiamo bisogno di un’azione sul lungo periodo che miri alle cause dell’immigrazione e che sfrutti i collegamenti positivi che esistono tra l’immigrazione e lo sviluppo. Il controllo delle frontiere e la lotta all’immigrazione illegale deve essere parte di una strategia più ampia.

Questo spiega perché sia gli stati membri che la UE mettano particolare enfasi sul bisogno di un approccio globale. […] Dobbiamo preparare i potenziali migranti a fare una scelta consapevole. Da una parte, sottolineeremo la nostra offerta e, entro certi limiti, sceglieremo chi vogliamo portare qui. Ma dobbiamo anche pensare ad “essere scelti” a nostra volta e incoraggiare i potenziali migranti a diventare europei. Implementare un piano politico sull’immigrazione legale sarà una priorità dei prossimi anni. […] E’ necessario per mantenere e migliorare la crescita economica nella UE. E’ essenziale, ad esempio, per l’Europa diventare un vero e proprio magnete per immigrati altamente qualificati. Dobbiamo spingere sull’idea di essere gli unici attori a superare la sfida della globalizzazione”. Poi Frattini prosegue, indicando gli obiettivi che metterà immediatamente in essere per favorire l’immigrazione, come l’istituzione delle blue card per l’ingresso nella UE, la selezione degli impieghi che ogni stato membro metterà a disposizione dei migranti e così via. Dopo una frenata temporanea dovuta alla crisi, il resto è storia. Come l’apertura selettiva delle frontiere in Germania, con l’invito di Angela Merkel ai costruttori di auto di assumere i rifugiati siriani, o come le dichiarazioni della Repubblica Ceca circa l’assunzione di 5000 migranti nei propri gruppi industriali. Le parole dell’ex Ministro degli Esteri italiano, che testimoniano dei progetti della Commissione Europea molto tempo prima dell’attuale crisi siriana, sono rimaste a lungo nascoste in un pdf pubblicato nell’archivio della London School of Economics (www.lse.ac.uk/publicEvents/pdf/20070223_Frattini.pdf), che ha prodotto 37 capi di stato e alte personalità della finanza internazionale e dove ha studiato Friedrich Von Hayek, il padre del cosiddetto fondamentalismo di mercato che ha ispirato l’approccio all’economia di Margaret Thatcher e Ronald Reagan, e rappresentano la prova definitiva sulle intenzioni delle élite internazionali circa il modellamento attivo della composizione demografica della società nella quale vivranno i nostri figli.

Claudio Messora
30 settembre 2015
www.byoblu.com/post/2015/09/30/la-prova-definitiva-ecco-i-progetti-ue-sull-immigrazione-selett...
18/01/2016 16:39
 
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Da Svezia a Slovenia, Schengen sospesa. Juncker: così euro non ha senso

STOCCOLMA (WSI) – Svezia, Danimarca, Germania e, a breve, anche l’Austria e la Slovenia, sono i Paesi che hanno adottato criteri più restrittivi per i richiedenti asilo che vogliono passare la frontiera. “La prossima tappa potrebbe essere la Slovenia”, così lascia intendere un portavoce del Ministro dell’Interno austriaco. Un vero e proprio effetto domino è quello che sta investendo nelle ultime ore mezza Europa in merito al respingimento dei migranti, partito dalla Svezia e che sta via via contagiando sempre più Paesi. Così come la Germania, anche l’Austria, tramite il suo cancelliere Werner Faymnn, ha deciso la temporanea sospensione delle regole di Schengen per affrontare l’emergenza migranti:“L’Austria sta agendo in stretto contatto con i tedeschi ed esattamente come la Germania rafforzeremo le nostre frontiere e respingeremo dei profughi; abbiamo deciso di aumentare i controlli alle frontiere e di effettuare rimpatri. (…) Chiunque raggiungerà l’Austria verrà controllato. Chi non ha diritto all’asilo verrà rispedito indietro. Per passare la frontiera occorre una carta di identità valida e si dovrà presentarla su richiesta delle autorità austriache. Se l’UE non lo fa, non protegge le frontiere esterne di Schengen, ed è l’esistenza stessa dell’accordo a decadere”. Così, dall’Austria, l’emergenza profughi passa alla Slovenia: gli stessi austriaci hanno offerto di aiutare proprio la Slovenia ai confini, sempre se lo chiederà, mentre le direzioni delle polizie dei due Paesi stanno collaborando al fine di “evitare intasamenti” ai confini interni. E le mosse di austriaci e sloveni avvengono, inoltre, in accordo e con il consenso dei tedeschi. La stessa Angela Merkel e il Primo Ministro della Baviera, Horst Seehogfer, hanno previsto un respingimento più rapido per i migranti nordafricani, che il più delle volte arrivano dal territorio italiano. Obiettivo della cancelliera tedesca è di filtrare maggiormente gli arrivi verso l’esterno, unica via per salvare Schengen. E dopo la Slovenia non è escluso che anche la Croazia adotti la stessa linea, finendo così per contagiare mezza Europa. Ma cosa significa per l’Italia? Non certo notizie positive visto che tutto il confine nord-orientale potrebbe diventare un fronte caldo e rischia così di ritrovarsi i confini intasati di migranti. Sulla questione interviene anche il Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker:“Senza Schengen, senza la libertà di movimento dei lavoratori, senza la libertà dei cittadini europei di viaggiare, l’euro non ha senso”.

Alessandra Caparello
18 gennaio 2016
www.wallstreetitalia.com/da-svezia-a-slovenia-schengen-sospesa-juncker-cosi-euro-non-h...
[Modificato da wheaton80 18/01/2016 16:39]
24/07/2016 02:55
 
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Negri e scafisti finanziati dagli USA?

Sarebbero gli Stati Uniti a finanziare il traffico di migranti africani dalla Libia verso l’Italia. Lo afferma l’austriaco InfoDirekt, che dice di averlo appreso da un rapporto interno dello Österreichischen Abwehramts (i servizi d’Intelligence militari di Vienna): ed InfoDirekt è un periodico notoriamente vicino alle forze armate. Il titolo dice:“Un Insider: gli Stati Uniti pagano i trafficanti (di immigrati) in Europa”. Il testo non dice molto di più. Dice che i servizi austriaci valutano il costo per ogni persona che arriva in Europa molto più dei 3mila dollari o euro di cui parlano i media. “I responsabili della tratta chiedono cifre esorbitanti per portare i profughi in Europa”. Si va dai 7 ai 14mila euro, secondo le aree di partenza e le diverse organizzzioni di trafficanti; e i fuggiaschi sono per lo più troppo poveri per poter pagare simili cifre. La polizia austriaca che tratta i richiedenti asilo sa questi dati da tempo; ma nessuno è disposto a parlare e fare dichiarazioni su questo tema, nemmeno sotto anonimato. Da parte dei Servizi, “Si è intuito che organizzazioni provenienti dagli Stati Uniti hanno creato un modello di co-finanziamento e contribuiscono a gran parte dei costi dei trafficanti”. Sarebbero “le stesse organizzazioni che, con il loro lavoro incendiario, hanno gettato nel caos l’Ucraina un anno fa”. Chiara allusione alle “organizzazioni non governative” americane, cosiddette “umanitarie” e per i “diritti civili”, bracci del Dipartimento di Stato o di Georges Soros.

L’articolo termina con un appello “a giornalisti, funzionari di polizia e di Intelligence”perché “partecipino attivamente nella ricerca di dati a sostegno delle accuse qui espresse. L’attuale situazione è estremamente pericolosa e il lavoro informativo può prevenire l’intensificarsi della crisi”. In un successivo articolo, il giornale austriaco rivela che “anche in Austria c’è il “Business dei profughi”, Una “azienda per i richiedenti asilo” ha ottenuto dallo stato 21 milioni per assissterli nelle pratiche e nutrirli. E’ una vera e propria azienda a scopo di lucro, con sede in Svizzera, la ORS Service AG, ed è posseduta da una finanziaria, la British Equistone Partners Europa (PEE), che fa capo a Barclays Bank: ossia alla potentissima multinazionale finanziaria nota anche come “La corazzata Rothschild”, che ha come principali azionisti la banca privata NM Rothschild e la loro finanziaria satellite Lazard Brothers. “Il Presidente di Barclays è stato per anni il figlio Marcus Agius Rothschild.

Questi ha sposato la figlia di Edmund de Rothschild, Katherine Juliette. Di conseguenza, ha il controllo anche della British Broadcasting Corporation (BBC), ed uno dei tre amministratori del comitato direttivo del gruppo Bilderberg”. I Rothschild non disdegnano nessun affare: e quello degli immigrati da “accogliere” e curare con denaro pubblico è certo l’industria di cui hanno previsto (sanno) che crescerà in modo esponenziale (http://www.info-direkt.at/rothschild-und-die-asyl-industrie/). Thierry Meyssan (Reseau Voltaire) rilancia l’informazione perché vi trova confermato un suo lungo e complesso articolo da lui postato quattro mesi fa, in cui fra l’altro sosteneva che l’ondata di rifugiati in Europa non è l’effetto collaterale accidentale dei conflitti in Medio Oriente, ma un obiettivo strategico degli Stati Uniti. Meyssan chiamava la strategia Usa “la teoria del Caos”, e la faceva risalire a Leo Strauss (1899-1973), il filosofo padre e guru dei neocon annidati nel potere istituzionale Usa. “Il principio di questa dottrina strategica può essere così riassunto: il modo più semplice per saccheggiare le risorse naturali di un Paese sul lungo periodo non è occuparlo, ma distruggere lo Stato. Senza Stato, niente esercito. Senza esercito nemico, nessun rischio di sconfitta. Da quel momento, l’obiettivo strategico delle forze armate USA e dell’alleanza che esse guidano, la NATO, consiste esclusivamente nel distruggere Stati.

Ciò che accade alle popolazioni coinvolte non è un problema di Washington”. “Le migrazioni nel Mediterraneo, che per il momento sono soltanto un problema umanitario (200.000 persone nel 2014), continueranno a crescere fino a divenire un grave problema economico. Le recenti decisioni della UE (…) non serviranno a bloccare le migrazioni, ma a giustificare nuove operazioni militari per mantenere il caos in Libia (e non per risolverlo)” (http://www.voltairenet.org/article187426.html). E’ proprio così: la strategia americana sembra effettivamente quella di trascinare gli europei in avventure militari in Libia come in Siria e in Ucraina; una volta impantanati fino al collo in quelle paludi del caos, per cui non abbiamo alcuna preparazione militare, dovremo implorare l’aiuto della sola superpotenza rimasta, a cui ci legheremo più che mai perché “ci difenda dal caos”. Una sola ultima considerazione: la sinistra dell’accoglienza, come sempre la sinistra, “fa l’interesse del grande capitale, a volte perfino senza saperlo”: ad essa s’è aggiunta, con Bergoglio, la Chiesa di Galantino.

Maurizio Blondet
14 agosto 2015
www.maurizioblondet.it/negri-e-scafisti-finanziati-dagli-usa/
07/03/2017 02:46
 
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George Soros, l'uomo che paga l'invasione dell'Europa

Solo ieri in Sicilia ne sono sbarcati 1.500, recuperati grazie al solerte impegno delle navi soccorso gestite da organizzazioni umanitarie (Moas, Jugend Rettet, Stichting Bootvluchting, Médecins sans frontières, Save the Children, Proactiva Open Arms, Sea-Watch.org, Sea-Eye, Life Boat) che annoverano tra i propri finanziatori la Open Society e altri gruppi legati al milionario «filantropo» George Soros. Bruxelles, a questo punto, farebbe bene a spiegare che per fermare il traffico di uomini bisogna combattere non solo le organizzazioni criminali, ma anche la carità pelosa, e politicamente motivata, di Soros e della sua galassia buonista. Una galassia a cui l'ottuagenario filantropo ha promesso il 20 settembre scorso investimenti da 500 milioni di dollari per favorire «l'arrivo dei migranti». Investimenti destinati a contrastare le politiche europee sull'immigrazione e a mettere a rischio la sovranità dell'Italia e di altre Nazioni. Il primo a capirlo è il capo di Frontex, Fabrice Leggeri, intervenuto di recente per criticare la tendenza a soccorrere i migranti «sempre più vicino alle coste libiche», spiegando come questo incoraggi i trafficanti a stiparli «su barche inadatte al mare con rifornimenti di acqua e carburante sempre più scarsi rispetto al passato». Le parole di Leggeri rappresentano un'esplicita denuncia delle attività di soccorso marittimo finanziate da Soros. Dietro le operazioni di navi di grossa stazza come il Topaz Responder da 51 metri del Moas, il Bourbon Argos di MSF, o l'MS di Sea Eye, ci sono infatti quasi sempre i finanziamenti del filantropo. Finanziamenti che garantiscono il trasferimento nei nostri porti di migliaia di migranti illegali. L'aspetto più inquietante di questa vicenda è però come questa flotta di navi fantasma, battenti bandiera panamense (Golfo azzurro, della Boat Refugee Foundation olandese e Dignity 1, di MSF), del Belize (il Phoenix, di Moas) o delle isole Marshall (il Topaz 1, di Moas), punti a realizzare politiche dissonanti rispetto a quelle europee e italiane. Per capirlo basta spulciare i siti delle organizzazioni che gestiscono la flotta buonista. La tedesca Sea Watch, armatrice di due navi soccorso battezzate con il proprio nome, spiega di battersi per il «diritto alla libertà di movimento» e di non accettare «arbitrarie distinzioni tra profughi e migranti». Come dire che il rispetto di confini e sovranità nazionale non ha alcun senso. Come non lo ha distinguere tra chi fugge da guerre e dittature e chi invece cerca solo migliori condizioni di vita. Sea Eye, un'altra organizzazione tedesca conduttrice di una nave da 26 metri e di un barchino da soccorso, spiega invece di volere contrastare tutti i futuri piani europei per il trasferimento dei migranti in campi di accoglienza situati in Libia e Tunisia. Un articolo pubblicato sul sito dell'organizzazione maltese Moas da un giornalista ospitato sulla nave Topaz Responder descrive invece un'operazione con tutti i crismi dell'illegalità. L'articolo racconta il soccorso di 650 migranti recuperati «nella notte tra il 21 e 22 novembre a venti chilometri dalle coste libiche» e poi portati in Italia. Un'esplicita ammissione di come la «flotta umanitaria» operi ampiamente dentro il limite di dodici miglia (22,2 chilometri) delle acque territoriali. Un limite entro il quale sarebbe obbligatorio riportare i naufraghi a terra anziché traghettarli fino alle ospitali coste italiane.

Gian Micalessin
06/03/2017
www.ilgiornale.it/news/cronache/george-soros-e-i-migranti-1371...
22/04/2017 17:12
 
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Belpietro:“Li vedete questi due signori? Ci riempiono di immigrati”



La bella coppia che vedete nella foto qui sopra è responsabile di gran parte degli sbarchi di profughi sulle nostre coste. Sono loro, i coniugi Regina e Christopher Catrambone, imprenditori italoamericani trapiantati a Malta, a dirigere e finanziare le operazioni di «salvataggio» dei migranti a poche miglia dalla Libia. Sempre loro che, con navi, droni e da poco un aereo, pattugliano le acque del Mediterraneo alla ricerca di extracomunitari da portare in Italia. Nella sola giornata del sabato di Pasqua si vantano di avercene consegnati poco meno di 2.000, ma da quando operano nella zona, cioè dal 2014, il loro pallottoliere indica con orgoglio più di 33.000 persone. Certo, forse non tutte sono state sbarcate nei porti della Penisola, perché qualcuna è finita anche in Grecia, ma diciamo che il grosso dei «soccorsi» ci è stato donato da loro. La loro fondazione, quella che sta dietro a tutti i salvataggi, ha sede a La Valletta, isola di Malta, dove Regina e Christopher hanno messo le radici delle lucrose attività nel ramo assicurativo e della copertura di chi opera in zone di guerra o a rischio terrorismo. È da lì che partono le missioni nel Mediterraneo. Vi chiedete perché, se la nave della coppia esce dai porti della piccola repubblica mediterranea, non vi faccia poi ritorno dopo la pesca, cioè con il suo carico di migranti? Bella domanda. Forse perché la polizia maltese ha già dato prova di non gradire il traffico di profughi su una nave che batte bandiera del Belize e ha già respinto le imbarcazioni cariche di stranieri che si avvicinano alle coste dell’isola? La risposta non c’è, ma è molto probabile che sia così. Mentre Malta respinge, noi accogliamo e i coniugi Catrambone dunque fanno la spola tra le acque di fronte alla Libia e i porti della Sicilia. Negli ultimi tempi, quello in atto sembra un regolare servizio di traghetto a diposizione di chi voglia emigrare.

Naturalmente, i due italoamericani non lo fanno per soldi, ma per filantropia. Fatta una vacanza a Lampedusa e avvistata sulla rotta verso Tunisi una giacca a mare, forse appartenuta a qualche profugo, i signori Regina e Christopher, decisero che invece di comprarsi una casa avrebbero acquistato una nave che facesse avanti e indietro da una sponda del Mediterraneo all’altra. Detto fatto, con una ONLUS, cioè una fondazione che raccoglie finanziamenti senza dichiarare bene da dove arrivino, si sono fatti la navetta tra Libia e Italia. Risultato, in appena tre anni, 33.000 passeggeri. Bel traguardo e ovviamente gli italiani ringraziano, perché finalmente c’è qualcuno che porta un pò di extracomunitari a domicilio. Non ci bastava la nostra Guardia Costiera, comandata in servizio permanente non a pattugliare le nostre acque, ma a svolgere un servizio di trasporto di cui approfittano gli scafisti e i trafficanti di vite umane. No, ci volevano anche gli imprenditori privati, i quali da un lato vendono assicurazioni e dall’altro si assicurano un posto in paradiso soccorrendo i profughi.

Adesso l’andirivieni di imbarcazioni e l’aumento del flusso di migranti consegnatici direttamente a domicilio cominciano a insospettire le forze politiche e perfino gli inquirenti, che si interrogano sul ruolo di queste cosiddette organizzazioni non governative. Davanti agli esponenti della commissione parlamentare sono sfilati i procuratori che si occupano del fenomeno e anche alcuni dirigenti delle organizzazioni umanitarie. E dalle testimonianze è emerso il dubbio che dietro i salvataggi ci sia una struttura che si muove quasi in maniera militare, che i soccorsi non siano casuali, ma che ci sia una regia. Finalmente qualcuno comincia dunque a chiedersi che ruolo abbiano le ONG, chi siano i loro finanziatori e quali obiettivi si pongano, e soprattutto quali accordi abbiano preso e con chi per riuscire a esercitare la cosiddetta ricerca attiva. Non più cioè soccorsi in mare a persone che rischiano di affogare, ma ricerca di chi vuole emigrare. Il Direttore di Save the Children, la più nota delle ONG, pare che in commissione abbia dichiarato che «quando girano così tanti soldi, non si può escludere qualche affare sporco». Ecco, forse è il caso di fare un pò di pulizia. Perché, se ormai le flotte private ci consegnano più profughi di quelli raccolti dalla Guardia Costiera, c’è qualcuno che ha interesse a farlo. E non è detto che l’interesse sia solo guadagnarsi un posto in paradiso.

Maurizio Belpietro per “La Verità” del 21 aprile 2017
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