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Trapassi d'élite

Ultimo Aggiornamento: 28/03/2024 20:29
19/07/2017 20:25
 
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Trovato morto Blesa, il re dei banchieri spagnoli. La polizia:“E’ un suicidio”



Tragica fine di un potente di Spagna. Miguel Blesa, storico Presidente della banca Caja Madrid è stato trovato morto stamattina in una villa vicino a Cordoba, di proprietà di un suo amico. La dinamica, un colpo di fucile nel petto, lascia pensare a un suicidio. Quello che un tempo è stato uno dei più importanti banchieri del Paese era stato coinvolto in molte inchieste sugli istituti spagnoli. Blesa era stato condannato lo scorso marzo a 6 anni per il caso delle carte di credito assegnate a politici e sindacalisti. L’ex Presidente negli ultimi era stato arrestato due volte, in entrambi i casi per pochi giorni, e secondo amici e difensori, viveva nel terrore di tornare in carcere, viste le sentenze in arrivo. Arrivato alla Presidenza di Caja Madrid nel 1996, Blesa è stato un personaggio chiave per molte vicende ancora oscure della storia recente spagnola. Legato al Partito Popolare (centrodestra) di José Maria Aznar, ha vissuto da protagonista l’era del grande boom dell’economia iberica e il crollo del sistema con l’arrivo della crisi finanziaria. La sua caduta in disgrazia, gli insulti fuori dai tribunali, il disprezzo dell’opinione pubblica, hanno segnato la fine di un’era, conclusasi definitivamente stamattina con un colpo di fucile.

Francesco Olivo
19 luglio 2017
www.lastampa.it/2017/07/19/esteri/trovato-morto-bielsa-il-re-dei-banchieri-spagnoli-la-polizia-e-un-suicidio-p2RF0CWRCqKoMoeGxwgtfN/pag...
[Modificato da wheaton80 19/07/2017 20:26]
08/09/2017 16:31
 
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Morto Pierre Bergé, mecenate francese ed ex compagno di Yves Saint Laurent



Si è spento questa mattina, all'età di 86 anni, Pierre Bergé, mecente ed ex Presidente e Direttore Generale della Yves Saint Laurent, Presidente con consiglio di vigilanza di ''Le Monde'' e figura di spicco della cultura francese. Bergé, secondo quanto reso noto da Le Monde, è morto a Saint-Rémy-de-Provence (Bouches-du-Rhône). Nato a Saint-Pierre-d’Oléron (Charente-Maritime) arrivò a 18 anni a Parigi, dove incontrò per caso Jacques Prévert, che lo introdusse nella cerchia degli intellettuali parigini: da Cocteau ad Aragon, a Camus. Nel 1954 l'incontro con Yves Saint Laurent, successore di Christian Dior e che divenne suo compagno fino al 1976. Un incontro che cambiò la vita di entrambi, soprattutto quando Bergé aiutò Saint Laurent a creare la sua casa di moda. Grazie al successo conseguito con YSL, Pierre Bergé diventò un punto di riferimento del mondo della moda. Nel 1974 fu eletto Presidente della Camera Sindacale degli Stilisti e, nel 1986, creò l'Istituto francese della moda. Moltissimi e di prestigio gli incarichi via via attribuitigli, come quello di presiedere (dal 1988 al 1993) l’Opéra de Paris, alla cui guida fu chiamato dal Presidente Mitterrand. Sul rapporto che lo legava a Yves Saint Laurent, Bergé, in una intervista a La Stampa, disse: ''L’omosessualità è quello che è, non è una deviazione o una malattia. Yves aveva un pò paura a parlare di questo, era un giovane timido venuto dall’Algeria. Ma io l’ho aiutato ad andare avanti per la sua strada. Volevo che diventasse il centro del mondo”.

8 settembre 2017
www.globalist.it/culture/articolo/2011103/morto-pierre-berga-mecenate-francese-ed-ex-compagno-di-yves-saint-laur...

Nota Wheaton80

Bergé era un industriale mondialista, tra i principali sostenitori e burattinai di Macron che, con Matthieu Pigasse e Xavier Niel, stava tentando di monopolizzare la stampa francese
[Modificato da wheaton80 08/09/2017 16:44]
10/11/2017 21:23
 
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Il proprietario di Biltmore Estate muore nella sua casa in North Carolina



ASHEVILLE, N.C. – Il proprietario dell’iconica Biltmore Estate in North Carolina è morto nella sua casa. Funzionari della Biltmore Co. riferiscono che William Amherst Vanderbilt Cecil è morto martedì ad Asheville. Aveva 89 anni. Cecil stava facendo carriera nel settore finanziario, prima di tornare ad Asheville nel 1960, nella speranza di preservare la sua casa natìa, la tenuta privata del nonno George Washington Vanderbilt III. Gli organi di stampa locali riportano che i genitori di Cecil aprirono la Biltmore House al pubblico nel 1930, ma che non ottennero profitti fino al 1969, quando guadagnarono soltanto 17 dollari. Cecil disse:"Mio padre fu molto fiero di questo”. Oggi, la tenuta di 8.000 acri (3.238 ettari), il castello in stile francese e le attrazioni richiamano più di un milione e 400.000 visitatori all’anno.

Traduzione: Wheaton80
2 novembre 2017
www.wsbtv.com/news/trending-now/biltmore-estate-owner-dies-at-his-north-carolina-home/6...

Nota Wheaton80:
Le famiglie Vanderbilt e Cecil sono associate agli Illuminati e la Biltmore Estate è una tenuta piena di simbologia occulta e satanista, secondo le testimonianze degli autori Texe Marrs (morto da poco) e Pamela Schuffert
[Modificato da wheaton80 10/11/2017 21:25]
17/11/2017 20:51
 
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E' morto nella notte il boss corleonese, Totò Riina



E' morto questa notte alle 3,37 Salvatore Riina, detto “Totò u curtu”. Era ricoverato, in stato di coma farmacologico, dopo essere stato sottoposto a due delicatissimi interventi chirurgici, presso il reparto detenuti del carcere di Parma. In particolare sarebbe stato durante il secondo intervento che si sarebbero verificate delle pesanti complicazioni che hanno reso necessaria una pesante sedazione. Così si è spento, all'età di 87 (compiuti giusto ieri), il boss corleonese considerato fino a poche ora fa il Capo dei capi. Il “viddano” che fece emergere il lato più feroce della mafia siciliana. Sotto il suo dominio Cosa nNstra portò a termine i principali omicidi eccellenti degli anni '80 e insanguinò le strade di tutto “il continente” con la strategia stragista. Riina è stato rinchiuso al 41 bis dal 15 gennaio '93, quando venne arrestato dopo una latitanza durata 24 anni. Stava scontando 26 condanne all’ergastolo dopo aver commesso stragi (tra cui quella di viale Lazio, gli attentati del ’92 in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e quelli del 1993 a Milano, Roma e Firenze) ed omicidi efferati. In tutto questo tempo non aveva mai manifestato la volontà di collaborare con la giustizia, non si è mai pentito degli omicidi commessi e non ha nemmeno mai tentato di dissociarsi da Cosa Nostra. Un giuramento che aveva ribadito a sua moglie Ninetta Bagarella:“Io non mi pento... a me non mi piegheranno. Io non voglio chiedere niente a nessuno mi posso fare anche 3000 anni no 30 anni". E poi ancora:“Io sono Salvatore Riina... e resterò... e resterò nella storia". Proprio la DIA, lo scorso luglio, nella relazione semestrale, confermava il ruolo del boss corleonese al vertice di Cosa Nostra. Intercettato in carcere durante il passeggio con il compagno d’ora d’aria, Alberto Lorusso, “La belva” (così è soprannominato), oltre a rivendicare le stragi e a vantarsi di aver fatto fare la "fine del tonno" a Falcone, era tornato a minacciare magistrati in vita. Nel 2013 venne infatti intercettato durante l'ora d'aria con il suo compagno di cella Alberto Lorusso mentre additava come prossimo obiettivo a cui far fare “la fine del tonno” il magistrato Nino Di Matteo, PM di punta al processo sulla trattativa Stato-mafia. Ed è proprio in questo processo, ancora in corso, che il Capo dei capi si trovava imputato di minaccia a Corpo politico dello Stato insieme a carabinieri come Mario Mori, Giuseppe De Donno e Antonio Subranni ed ex senatori come Marcello Dell’Utri e Nicola Mancino.

Storia criminale
Ma chi era Riina? “Totò vorrebbe sempre dare morsi più grandi della sua bocca”, diceva di lui Luciano Liggio, il boss di Corleone che negli anni '60 iniziò l'avanzata verso Palermo. Riina, assieme a Provenzano, prese il posto di Liggio all'interno del triumvirato mafioso (di cui facevano parte Gaetano Badalamenti e Stefano Bontade) nel '74, dopo l'arresto di Liggio. Presto si rivelò un boss sanguinario, senza scrupoli, bramoso di potere, manovratore di pedine, pronto a far saltare regole e criteri propri di Cosa Nostra che avevano regolato l'organizzazione criminale fino a quel momento. La “belva” lo chiamava il suo nemico numero uno Giuseppe Di Cristina, boss di Riesi che da subito si scontrò con il viddano di Corleone, che prendeva decisioni senza consultare la Commissione regionale. Dopo aver raccolto una buona somma di denaro con i sequestri di persona (vietati dalla Commissione), iniziò la scalata, garantendosi l'obbedienza di alcuni uomini scelti all'interno delle famiglie mafiose rivali, tessendo con astuzia una rete di persone fidate che rispondevano solo a lui. E così come Di Cristina, divenuto obiettivo da eliminare, fu ucciso nel '78, Riina prima isolò e poi eliminò a tradimento i capifamiglia che non lo vedevano di buon occhio, fino ad arrivare nel 1981 a far uccidere i due storici capi di Palermo: Stefano Bontade e Salvatore Inzerillo. La mattanza scatenata da Riina passerà alla storia come seconda guerra di mafia, anche se non si trattò di uno scontro tra due schieramenti in guerra quanto piuttosto di un numero elevatissimo di omicidi a tradimento. Fu così che il viddano “vinse”, sfruttando l'ambizione di alcuni uomini mafiosi, studiando le possibili brecce su cui far leva all'interno di ogni mandamento e diffondendo la strategia del terrore all'interno di Cosa Nostra. Le sue vittime potevano essere uomini, donne e persino bambini, poco importava a Zio Totò, se questo serviva a mantenere il potere.

Strategia stragista

Con la stessa ferocia affrontò lo scontro con lo Stato, che in quegli anni, grazie ad uomini del calibro di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, stava sferzando un duro colpo alla mafia ed al sistema che la sorreggeva. Il 30 gennaio '92 arrivò la condanna di diversi mafiosi al maxiprocesso e venendo a mancare l'appoggio politico, fino a quel momento rappresentato dalla DC, Riina scatenò una guerra a suon di bombe ricattando lo Stato, che non esitò a "farsi sotto". A parlare di "trattativa" per primo ai magistrati fu Giovanni Brusca nel 1996, ma lo stesso Riina, mentre stava per essere portato nella saletta delle videoconferenze per assistere al processo di Palermo, disse ad alcuni agenti della polizia penitenziaria:"Io non cercavo nessuno, erano loro che cercavano me".

Segreti e misteri
Dopo Provenzano, deceduto nel luglio 2016, anche Riina ora dovrà vedersela con il padre eterno. Con lui se ne va anche la possibilità di conoscere molti misteri che avvolgono la storia italiana. E ancora una volta sono sempre le parole del Capo dei capi a far riflettere in merito:"Totò Cancemi dice che dobbiamo inventare che la morte di Falcone... che ci devi inventare, gli ho detto? Lui ha detto... inc... gli ho detto: se lo sanno la cosa è finita”. Per gli inquirenti questo particolare passaggio del colloquio tra Riina e Lorusso (contenuto nelle intercettazioni trascritte dalla DIA e depositate al processo sulla trattativa Stato-mafia) è alquanto emblematico. Perché Salvatore Cancemi, ex boss di Porta Nuova, nonché fedelissimo di Riina, propone al suo capo di “inventare” qualcosa in merito alla strage di Capaci? Bisogna forse fornire una versione “ufficiale” al popolo di Cosa Nostra per evitare che si scoprano determinati retroscena di quell’eccidio? Perché Riina si preoccupa che “la cosa”, se si venisse a sapere, “è finita”? Forse perché così crollerebbe la sua immagine di capo assoluto che non prende ordini da nessuno, né tanto meno fa accordi con pezzi dello Stato? La verità su tanti fatti, forse, è racchiusa nel famoso archivio di documenti che Riina avrebbe avuto nel suo covo. Documenti che come Totò u curtu ripeteva, secondo quanto detto dai pentiti, “avrebbero potuto far crollare l’Italia” e sui quali sono state fatte diverse ipotesi. Alcuni pensano li abbia in custodia l'inafferrabile Matteo Messina Denaro.

Un anonimo, invece, nel 2012 inviò al PM Di Matteo ben dodici pagine in cui attestava che alcuni esponenti dell'arma avrebbero trafugato dei documenti scottanti dalla cassaforte nel covo di Riina, prima che fosse fatta la perquisizione, per conservarli poi per un certo periodo “in una caserma del centro di Palermo”. Sull'esistenza di questi documenti e sulla loro ubicazione può rispondere solo il ritrovamento o, chissà, forse l'arresto del super latitante Messina Denaro. Quel che è certo è che per 18 giorni il covo del capo dei capi, con il relativo materiale all'interno, non fu perquisito e che non fu sottoposto ad alcuna sorveglianza, dando così il tempo a “picciotti” e famigliari del capo della cupola mafiosa di ripulire con tutta tranquillità la villa dai segreti del boss. Quando il 2 febbraio le forze dell'ordine entrarono finalmente nel covo del boss trovarono addirittura le pareti ridipinte. La spiegazione ufficiale fu che si trattò di un equivoco, di un’incomprensione metodologica fra la Procura di Palermo e il ROS. La verità su cosa successe in quei giorni e perchè fu dato l'ordine di non perquisire subito il covo e di annullare la sorveglianza non è mai stata completamente chiarita e con la morte di Totò Riina si allontana ancora di più la possibilità di conoscerla, lasciando uno dei più incomprensibili buchi neri della storia della mafia e del nostro Paese.

Gli ultimi giorni
Dopo le operazioni a cui era stato sottoposto, con l'induzione al coma farmacologico, con il parere positivo della Procura Nazionale Antimafia e dell’Amministrazione Penitenziaria, il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, aveva firmato il permesso per i figli, la moglie e i parenti più stretti di Riina. Lo scorso luglio il tribunale di sorveglianza di Bologna aveva rigettato la richiesta di differimento della pena per Totò Riina avanzata dai suoi legali. I giudici avevano ritenuto che il boss 87enne fosse curato nel migliore dei modi nell'ospedale emiliano. La decisione ha fatto seguito al provvedimento con cui la Cassazione aveva chiesto alla Sorveglianza di motivare meglio la compatibilità con il regime carcerario del boss malato. Secondo i giudici Riina appariva “ancora in grado di intervenire nelle logiche di Cosa Nostra”, nonostante le sue condizioni di salute e l’età ormai avanzata e “va quindi ritenuta l’attualità della sua pericolosità sociale”. “La lucidità palesata” da Riina e “la tipologia dei delitti commessi in passato (di cui è stato spesso il mandante e non l’esecutore materiale) – si leggeva nell’ordinanza – fanno sì che non si possa ritenere che le condizioni di salute complessivamente considerate, anche congiuntamente all’età, siano tali da ridurre del tutto il pericolo che lo stesso possa commettere ulteriori gravi delitti (anche della stessa indole di quelli per cui è stato condannato)”. Frasi pronunciate appena 3 mesi prima che la Cassazione affermasse l’esistenza di un “diritto a morire dignitosamente”.

Il futuro
Cosa accadrà ora all'interno di Cosa Nostra? Nel gennaio 2015 i boss Santi Pullarà e Mariano Marchese facevano intendere chiaramente come un’eventuale sostituzione al vertice fosse possibile solo con la morte. Cosa accadrà ora? Matteo Messina Denaro è ancora in libertà e a Palermo sono numerosi i capimafia usciti dal carcere pronti a raccogliere l'eredità dello storico padrino e ridiscutere gli equilibri di potere. Certo è che quel "vuoto" non resterà a lungo non colmato.

Aaron Pettinari, Francesca Mondin
16 Novembre 2017
www.antimafiaduemila.com/home/primo-piano/67826-e-morto-nella-notte-il-bosscorleonese-toto-ri...
20/11/2017 18:46
 
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Stati Uniti - Morto Charles Manson, uno dei più crudeli serial killer



E’ morto a 83 anni, all’ospedale Bakersfield, in California, a causa di un’emorragia intestinale, Charles Manson, uno dei più crudeli serial killer della storia americana. Noto come capo della setta conosciuta con il nome di «Family», si era reso responsabile, alla fine degli anni Sessanta, dell’assassinio della giovane moglie di Roman Polanski, Sharon Tate, e di altri quattro suoi amici. Manson era stato condannato a sette ergastoli, tanti quante le sue vittime. Charles Manson viene alla luce a Cincinnati nel 1934 da una prostituta sedicenne. L’infanzia è difficile e fin dall’adolescenza Charles compie reati; all’età di sedici anni finisce in riformatorio. Di nuovo libero, incontra l’infermiera Rosalie Jeans Willis, che sposa poco dopo. Riceve una seconda condanna per «trasporto di donne da uno stato all’altro a scopo di prostituzione» e durante i dieci anni di detenzione studia chitarra oltre che esoterismo e magia nera. Dopo essere stato rilasciato su cauzione nel 1967, inizia a viaggiare per gli Stati Uniti in compagnia di un gruppo di giovani, che lo considerano quasi un capo religioso (Manson, peraltro, credeva di essere la reincarnazione insieme di Gesù Cristo e di Satana) a bordo di un autobus scolastico dipinto di nero. Il gruppo venne ribattezzato «La famiglia» o «The Manson Family»: furti e rapine, uso di droga, sesso di gruppo, atti di razzismo nei confronti dei neri sono all’ordine del giorno. La svolta ha luogo il 9 agosto 1969, quando avviene l’irruzione a Cielo Drive, uno dei quartieri più famosi e benestanti di Los Angeles, con l’intento di entrare nella villa del regista Roman Polanski e della giovane consorte, l’attrice Sharon Tate, all’ottavo mese di gravidanza. La sera del 9 agosto Polanski non è presente, ma si trova a Londra, dove sono da poco terminate le riprese di «Rosemary’s Baby». Erano, invece, presenti anche il parrucchiere dell’attrice Jay Sebring, Abigail Folger e Voityck Frykowski, il fidanzato della Folger. Nemmeno Charles Manson era presente al compimento del massacro, nonostante fosse lui il mandante. A compiere gli omicidi, Charles «Tex» Watson, Linda Kasabian, Patricia Krenwinkel e Susan Atkins. Il giorno seguente altri due delitti: vennero uccisi l’imprenditore Leno LaBianca e sua moglie Rosemary. L’ultimo delitto attribuito a Manson e alla sua setta fu quello di un componente della stessa «famiglia», Donald Shea, colpevole di aver contratto matrimonio con una donna nera.

20 novembre 2017
www.lindro.it/stati-uniti-morto-charles-manson-uno-dei-piu-crudeli-serial...
06/12/2017 18:18
 
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Romania - Morto in Svizzera ex re Michele



BUCAREST - Re Michele di Romania, che ha guidato il suo Paese durante la seconda guerra mondiale, è morto oggi in Svizzera. Aveva 96 anni. Lo rende noto la Casa Reale romena, precisando che l'ex monarca si è spento nella sua residenza di Aubonne. L'anno scorso la sua famiglia aveva annunciato che Michele soffriva di leucemia e di un altro tipo di cancro e pertanto si ritirava dalla vita pubblica, passando le sue responsabilità alla sua figlia maggiore, Margareta. Michele, nipote della regina Vittoria e cugino di terzo grado di Elisabetta II del Regno Unito, salì al trono e regnò sulla Romania nel 1927 al 1930 e ancora dal 6 settembre 1940 fino alla sua deposizione da parte dei comunisti avvenuta il 30 dicembre 1947.

5 dicembre 2017
www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2017/12/05/romaniamortoinsvizzeraexremichele_0032908d-3ced-4802-a7e1-c4d134bd0...

Nota Wheaton80: Re Michele I era uno dei più potenti membri degli Hohenzollern, una delle famiglie al top della piramide Illuminazi, sopra il livello delle 13 famiglie sioniste
27/12/2017 00:03
 
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Muore Eric Moonman, ex membro parlamentare, accademico e attivista



Eric Moonman, ex politico laburista e di SDP, attivista israeliano e accademico, è deceduto all'età di 88 anni. Nato a Liverpool, rappresentava i seggi dell'Essex alla Camera dei Comuni e si distingueva per essere sia membro del Consiglio di Amministrazione che membro del Consiglio dei Deputati. La sua carriera politica è trascorsa in collegi marginali. Aiutò Harold Wilson ad aumentare la propria maggioranza parlamentare vincendo a Billericay nel 1966, ma fu sconfitto alle successive elezioni. Moonman tornò alla Camera dei Comuni nel febbraio 1974, rappresentando il vicino seggio di Basildon e lo mantenne fino al 1979. Ha lasciato il Labour negli anni '80 per aderire all'SDP, ma non è tornato in parlamento. Ha presieduto la Federazione Sionista tra il 1975 e il 1980. Dopo aver perso il suo seggio, Moonman è stato vicepresidente senior del Board of Deputies in due periodi, dal 1985 al 1991, e di nuovo tra il 1994 e il 1999. È diventato anche membro del Consiglio di Amministrazione della Commissione Affari Pubblici britannici-israeliani nel 1986 ed era conosciuto in tempi recenti come giornalista radiofonico ed esperto in questioni di sicurezza e antiterrorismo. Successivamente tornò alla Federazione Sionista come suo Presidente. "Eric era un deputato di lunga data che ha servito il Consiglio con distinzione. Faceva parte di un gruppo selezionato di deputati che erano membri del Parlamento", ha dichiarato Jonathan Arkush, Presidente del Consiglio dei Deputati degli Ebrei Britannici. "Era assolutamente dedito alla nostra comunità e ad Israele, oltre che alla sua vita parlamentare, ed era un gran lavoratore pubblico. Come ho imparato a conoscerlo nel tempo, si è occupato profondamente di una vasta gamma di problemi nella società ed è stato un oratore eloquente. È diventato un buon amico per me e sento la sua perdita”. I suoi funerali si terranno domenica a Southport.

Gloria Tessler
24 dicembre 2017

Traduzione: Google Traduttore (rivista da Wheaton80)
www.thejc.com/news/uk-news/former-mp-academic-and-activist-ericmoonmandies...

Nota Wheaton80: Eric Moonman, come scritto nell'articolo, era Presidente della Federazione Sionista di Gran Bretagna e Irlanda, il cui leader, ai tempi della famigerata Dichiarazione di Balfour, era il Barone Walter Rothschild
[Modificato da wheaton80 27/12/2017 00:03]
08/01/2018 20:23
 
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L'ex Direttore Generale dell'OMC Peter Sutherland muore all'età di 71 anni



L'ex Direttore Generale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) Peter Sutherland, che era anche Presidente del gigante petrolifero BP e braccio straniero di Goldman Sachs, è morto domenica all'età di 71 anni. Lui, che è stato anche il più giovane Procuratore Generale dell'Irlanda e poi il più recente commissario dell'UE negli anni '80, era malato da tempo, ha riferito il gruppo di media irlandesi RTE, citando una dichiarazione della sua famiglia. "Peter Sutherland era uno statista in tutti i sensi: un irlandese, un europeo impegnato e un fiero internazionalista", ha detto il Primo Ministro irlandese Leo Varadkar in una nota. Sutherland è nato a Dublino nel 1946.

Traduzione: Wheaton80
07/01/18
extra.globo.com/noticias/mundo/ex-diretor-geral-da-omc-peter-sutherland-morre-aos-71-anos-22263...
14/01/2018 00:14
 
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Ku Klux Klan, morto l'ex leader Edgar Ray Killen: aveva 92 anni, era il mandante di "Mississippi Burning"



È morto Edgar Ray Killen, predicatore e leader del Ku Klux Klan condannato solo nel 2005 per l'omicidio di 3 attivisti per i diritti civili (James Chaney, Andrew Goodman e Michael Schwerner) uccisi nel 1964, all'età di 92 anni nel penitenziario di Parchman, in Mississippi, dove stava scontando una condanna a 60 anni di carcere. La causa del decesso non è stata resa nota. L'assassinio di James Chaney, Andrew Goodman e Michael Schwerner è stato uno degli episodi cardine nell'epoca delle lotte per i diritti civili e ha costituito il fulcro di un celebre film, 'Mississippi Burning', interpretato nel 1988 da Gene Hackman e Willem Defoe. I 3 attivisti, nel giugno del 1964, raggiunsero la Neshoba County, feudo del Klan, dove una chiesa frequentata dai neri era stata appena bruciata. Gli attivisti, secondo le ricostruzioni, vennero fermati in auto da un vice sceriffo con il pretesto di una multa per eccesso di velocità. Portati in cella, vennero rilasciati alle 10 di sera e sollecitati a lasciare immediatamente la contea. La loro auto venne seguita da due macchine occupate da membri del Klan avvertiti da Killen. Dopo un inseguimento, a circa 3 km dall'abitazione di Killen (non presente sul luogo) i 3 attivisti vennero costretti ad uscire dall'auto e uccisi a colpi di pistola sparati a bruciapelo. I corpi vennero ritrovati solo 44 giorni dopo grazie ad una massiccia operazione dell'FBI che monopolizzò l'attenzione dei media.

La vicenda costituì un punto di svolta nella lotta per i diritti civili: nel giro di due settimane arrivò la firma del Presidente Lyndon B. Johnson sul Civil Rights Act. L'inchiesta federale sul triplice omicidio portò all'arresto di 18 persone, compresi alcuni agenti di polizia e compreso Killen, descritto come il leader della 'cellula' del Klan dalle testimonianze nel processo celebrato nel 1967. Il predicatore, a differenza di altri 7 membri del KKK, non fu condannato: 11 membri della giuria si pronunciarono per la sua colpevolezza, ma a salvarlo dal carcere fu una donna convinta che fosse impossibile condannare un predicatore. Killen fu libero di tornare alla propria vita, lontano dai riflettori dei media. Nel 1968, raccontano le cronache, dopo l'omicidio di Martin Luther King, ricevette la visita di agenti federali impegnati nelle indagini. A loro, chiese se il killer fosse stato già individuato:"Vorrei stringergli la mano". Rilasciò poche interviste, compresa una concessa al New York Times nel 1998:"Quei ragazzi erano comunisti che andavano in una scuola di addestramento comunista. Mi dispiace che siano stati uccisi, ma non posso mostrare rimorso per qualcosa che non ho fatto". 'Mississippi Burning' ebbe il merito di tenere vivo l'interesse per il caso, approfondito negli anni successivi da un giornalista, Jerry Mitchell, del Jackson Clarion-Ledger. Nel 1998, Mitchell venne a conoscenza dell'esistenza di un'intervista registrata in cui Sam Bowers, figura di spicco del Klan, affermava che ''il mandante'' degli omicidi del 1964 era ancora libero. Le nuove indagini hanno riportato Killen al centro della scena. Il 21 giugno 2005, l'imputato 80enne fu condannato a 60 anni di carcere.

13 Gennaio 2018
www.ilmattino.it/primopiano/esteri/ku_klux_klan_morto_ex_capo_leader_13_gennaio_2018-3481...
29/01/2018 23:55
 
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È morto Ingvar Kamprad, il fondatore di Ikea con un passato a tinte “brune”



Si è spento alla veneranda età di 91 anni lo svedese Ingvar Kamprad, uno dei più ricchi e capaci imprenditori del dopoguerra. Nipote di emigrati tedeschi, Ingvar cominciò la sua attività da commerciante già a 5 anni, vendendo fiammiferi. Arrivato all’età di 17 anni, fondò il mobilificio Ikea che, a partire dagli anni Cinquanta, iniziò la vendita di mobili economici da montare direttamente a casa. Questa intuizione di Kamprad lancerà la sua azienda a livelli mondiali e rivoluzionerà tutto il commercio del settore. Kamprad, che ha vissuto a lungo in Svizzera (1977-2014), aveva qualche anno fa lasciato le redini di Ikea in mano ai suoi figli, ritirandosi dunque a vita privata nel suo luogo natio, la piccola cittadina svedese Älmhult (poco meno di 10mila abitanti). Ad oggi Ikea dispone di un fatturato annuo di 34 miliardi di euro e dà lavoro a circa 149mila dipendenti. Il patrimonio privato della famiglia Kamprad, invece, si attesta sui 40 miliardi di euro, frutto di anni di successi imprenditoriali.

Decritto come un tipo austero e riservato, su Ingvar Kamprad pesava il suo passato di simpatizzante nazionalsocialista. Era il 1994, infatti, quando morì Per Engdahl, il leader di Nysvenska Rörelsen (Nuovo Movimento Svedese), un’organizzazione nazionalsocialista attiva nel Paese scandinavo. In quell’occasione si venne a sapere che Kamprad militò nel movimento, rimanendo amico di Engdahl anche nel dopoguerra. Lo stesso Kamprad ammise la sua militanza nazista e il suo filo-fascismo, definendoli «il più grande errore della mia vita». Tuttavia, ci tenne a precisare che le sue simpatie si rivolgevano più ai fascisti europei che non ai nazionalsocialisti, «più a Mussolini che all’altro tipo [Hitler, ndr]». Ciò nondimeno, l’autrice Elisabeth Asbrink ha pubblicato nel 2011 un volume che, sulla scorta di informazioni dei servizi segreti svedesi, mette in luce il coinvolgimento di Kamprad in formazioni di destra radicale anche negli anni Cinquanta inoltrati. Secondo la Asbrink, Kamprad intrattenne rapporti di collaborazione con militanti nazionalsocialisti più a lungo di quanto il fondatore di Ikea non abbia ammesso.

Federico Pagi
28 gennaio 2018
www.ilprimatonazionale.it/esteri/morto-ingvar-kamprad-fondatore-ikea-passato-nazis...
08/02/2018 23:11
 
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Gene Sharp: il "padre" delle rivoluzioni colorate è morto, ma i metodi continuano a vivere



Il 31 gennaio, il professore di Boston Gene Sharp è morto all'età di 91 anni. In gioventù rifiutò di prestare servizio nell'Esercito Americano e di combattere in Corea. Fu incarcerato per 9 mesi, dopo di che Sharp lasciò gli Stati Uniti e visse in Europa per nove anni. Sharp divenne noto per aver scritto le istruzioni per la distruzione politica degli Stati. Fu chiamato un filosofo dei tempi moderni, ma raramente apparve in riunioni filosofiche. Fu chiamato tecnologo politico, ma non guidò mai alcun gruppo e partecipò raramente in modo diretto a qualsiasi cosa avesse a che fare con le rivoluzioni. Questo se non consideriamo che il potere dei governi di vari Paesi è stato rovesciato dai suoi libri di testo. L'opera più famosa è "Dalla dittatura alla democrazia"; 198 metodi di azioni nonviolente. Per esempio:

Numero 22 - Spogliarsi per protesta
Numero 124 - Boicottaggio delle elezioni
Numero 161 - Esaurimento psicologico non violento dell'avversario

Anche se non tutto nella scrittura di Sharp è così non violento (il punto 148 è la ribellione). La "Rivoluzione Arancione" in Ucraina nel 2004 è una classica implementazione delle raccomandazioni di Gene Sharp. Senza alcuna immaginazione. In precedenza, il know-how del Professor Sharp era stato implementato nella "Rivoluzione dei Bulldozer" in Jugoslavia, quando i manifestanti hanno fatto irruzione in una stazione televisiva su un bulldozer. Successivamente, le idee di Sharp sono state implementate nella "Rivoluzione dei Tulipani" in Kirghizistan, nella "Rivoluzione delle Rose" in Georgia e "nella Rivoluzione dei Gelsomini" in Tunisia, tra il 2010 e il 2011. Anche l'Egitto e la "Primavera Araba" utilizzavano la tecnologia di Sharp. Generalizzando, l'obiettivo principale in ogni "rivoluzione colorata" è creare un punto di scontento pubblico in uno spazio limitato e affermare che questa folla di persone è "il popolo", in piazza per rivoltarsi all'interno di un movimento "di gente comune" . Un tentativo di rivoluzione colorata è stato fatto anche in Russia nell'inverno 2011-1012, con nastri bianchi, prima delle elezioni presidenziali. Lo stesso Sharp ha fatto un'osservazione agli "studenti negligenti":“È una falsa partenza; gli organizzatori della manifestazione sono stati troppo veloci: non si può fare ciò prima delle elezioni”, ha detto Sharp in un'intervista.

Successivamente, Sharp aveva fondato la Boston Einstein Institution, che aveva pochissimi dipendenti. Eppure è stato finanziato in modo molto generoso. Questi fondi hanno finanziato movimenti di protesta in Paesi in cui gli Stati Uniti hanno richiesto un cambio di regime. I soldi di Sharp provenivano principalmente dal National Endowment for Democracy, che è gestito dal Congresso, e dall'International Republican Institute (regista: John McCain). Perché l'America aderisce alle "rivoluzioni colorate"? È semplice: risolve compiti militari con mezzi non militari, distrugge gli Stati e mette le risorse del Paese al servizio degli Stati Uniti. Generalmente, come risultato della rivoluzione, le persone vivono peggio di prima della rivolta. "Questa è tecnologia militare, ma anche un sostituto della guerra e di altre violenze", ha detto Sharp. Il lavoro di Sharp era stato impiegato anche in Unione Sovietica: le tecnologie del collasso erano simili. Come capiamo ora, gli stessi metodi sono stati utilizzati nei Paesi dell'Europa Orientale (consideriamo almeno "Solidarność" in Polonia alla fine degli anni '80). Ora, quando gli Stati Uniti vogliono ancora una volta distruggere la Russia, anche le tattiche di Sharp sono utili. Torniamo ai suoi punti numerati:

- 89° - Restringimento del credito/prestiti
- 96° - Embargo commerciale internazionale
- 154° - Deterioramento delle relazioni diplomatiche internazionali

Ma le raccomandazioni originali di Sharp stanno diventando allo stesso tempo obsolete: non avrebbe mai potuto immaginare le nuove opportunità sovversive sorte attraverso la potenza di internet, né tecnologie in grado di elaborare grandi database, né i Big Data, né le sanzioni o ogni sorta di "liste nemiche" d'America, né l'uso di eserciti terroristici per rovesciare un capo sgradito. Per l'America, tutto questo è anche "non guerra", il che significa che è anche un metodo "non violento" per il raggiungimento di obiettivi militari. Sharp è morto, ma la sua eredità vive e sta scendendo a valanga raccogliendo sempre nuovi metodi.

4 febbraio 2018
Fonte: www.vesti.ru/doc.html?id=2983956&cid=5

Traduzione in inglese dal russo: Inessa Sinchougova
Traduzione in italiano: Google (rivista da Wheaton80)

www.fort-russ.com/2018/02/gene-sharpe-father-of-colour.html
26/02/2018 19:56
 
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Addio al petroliere Gian Marco Moratti, patron di Saras



E' scomparso all’età di 81 anni Gian Marco Moratti, imprenditore del petrolio, presidente di Saras, fratello dell’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti e marito di Letizia Moratti, prima cittadina di Milano dal 2006 al 2011. Figura centrale dell’industria petrolifera italiana degli ultimi 30 anni, era figlio del grande Angelo Moratti, indimenticabile presidente della grande Inter, e padre di quattro figli: Angelo e Francesca dalle prime nozze con la giornalista Lina Sotis, Gilda e Gabriele dalle seconde nozze con Letizia. Nato a Genova nel 1936, laurea in Giurisprudenza a Catania, è stato presidente dell’Unione petrolifera, nel consiglio d’amministrazione del Corriere della Sera, della Bnl, dell’Inter, presidente di Norman Kraig & Kummel Italiana , nonché membro di numerosi comitati, da quello ministeriale per l’industria e l’ambiente a quello interministeriale per il coordinamento dell’emergenza energetica, fino a quello di coordinamento contro l’abuso di droghe, dal momento che, insieme con Letizia, era stato tra i principali sostenitori della comunità di San Patrignano. Antico il legame con i colori nerazzurri che, per i Moratti, sono sempre stati un affare di famiglia: le prime azioni dell’Inter le ebbe da papà Angelo addirittura nel 1948. Tra tutti i Moratti lui era «il petroliere», guidava la Saras, raffineria inaugurata nel 1966 da Giulio Andreotti. Insieme con Sarroch, si tratta di uno dei maggiori centri di raffinazione di petrolio in Europa. Di recente si segnalano nuovi investimenti nelle energie alternative. Quotata in Borsa dal 2006, la Saras ha un azionariato così composto: 48,402% di flottante, il resto alle società dei fratelli Moratti, con Gian Marco presidente. Il gruppo Saras, fondato da Angelo Moratti nel ’62, conta circa 1.900 dipendenti e a fine 2016 esprime un giro d’affari da circa 6,9 miliardi 2016.

26 febbraio 2018
www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-02-26/addio-petroliere-gian-marco-moratti-patron-saras-084401.shtml?uuid=...
28/02/2018 04:01
 
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Argentina. E’ morto Benjamin Menéndez; aveva rapito, torturato, stuprato ed ucciso bambini



Luciano Benjamin Menéndez, militare e famigerato aguzzino torturatore durante la dittatura militare in Argentina, detentore del triste record mondiale di 13 condanne per crimini contro l’umanità, è morto oggi all’età di 90 anni. Era stato incriminato in circa 800 casi per vari crimini commessi durante la dittatura. Come Capo del Distaccamento di Intelligence 141 General Iribarren, in provincia di Córdoba, ha avuto sotto il suo controllo il centro di detenzione clandestino di La Perla, dove sono passati 2.500 detenuti. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, Menéndez ha assistito a esecuzioni, interrogatori e sessioni di tortura. L’ultima condanna all’ergastolo l’ha ricevuta nel 2016 nella provincia di San Luis, per 29 atti di privazione della libertà aggravata e tortura e 11 omicidi. Menéndez stava scontando gli arresti domiciliari quando è stato ricoverato in ospedale per una crisi cardiaca grave, mentre era in attesa dell’esito di altri due procedimenti in cui è stato incriminato per i crimini commessi durante la dittatura (1976-1983), di cui era uno dei principali aguzzini. L’ex Capo del Terzo Corpo dell’Esercito (1975-1979) è stato condannato per sparizioni, omicidi, torture, stupri e rapimenti di bambini. Lo “Sciacallo” o “Iena”, alcuni dei suoi pseudonimi, fu l’esecutore del piano sistematico di repressione della dittatura in 10 delle 23 province del Paese, ed è considerato come l’ideologo del cosiddetto “patto di sangue”, con il quale ha costretto i suoi ufficiali a partecipare a rapimenti ed esecuzioni per garantirsi il loro silenzio in futuro sui crimini durante la dittatura.

27 febbraio 2018
www.agenpress.it/notizie/2018/02/27/argentina-morto-benjamin-menendez-rapito-torturato-stuprato-ed-ucciso-...
08/03/2018 00:36
 
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Argentina - Morto l'ultimo dittatore, Reynaldo Bignone



L'ultimo dittatore argentino Reynaldo Bignone, che scontava l'ergastolo, è morto a 90 anni in un ospedale militare di Buenos Aires, riporta la stampa locale. Ricoverato per una frattura all'anca, doveva essere operato oggi, ma è deceduto per un'insufficienza cardiaca. Nel 1982-83 Reynaldo Bignone è stato l'ultimo dittatore del Paese. Dopo la sconfitta dell'Esercito Argentino di fronte alla Gran Bretagna, Bignone ha ceduto il potere al Presidente democraticamente eletto, Raul Alfonsìn, al termine di otto anni di dittatura militare.

07 marzo 2018
www.diariodelweb.it/ultimora/notizie/?nid=20180307-1807
[Modificato da wheaton80 08/03/2018 00:44]
22/03/2018 00:16
 
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Blackstone - Morto a 91 anni un cofondatore, Peter Peterson



Peter G. Peterson, cofondatore di Blackstone e noto filantropo americano, è scomparso oggi a Manhattan (New York) all'età di 91 anni. Il decesso è stato confermato dalla famiglia alla stampa americana. Nato da una famiglia di immigrati greci che gestiva una tavola calda in Nebraska, Peterson è stato Amministratore Delegato di due grandi società: Lehman Brothers (dopo esserne diventato vicepresidente nel 1973) e Bell & Howell. Nel 1985 ha fondato Blackstone, società di investimento con sede a New York, insieme a Stephen Schwarzman, attuale CEO ed ex collega in Lehman. Peterson è stato anche Segretario Americano al Commercio, dal 1971 al 1973, durante l'amministrazione di Richard Nixon ed ha inoltre guidato commissioni governative e organi consultivi. Per 22 anni è stato Presidente del Council on Foreign Relations a New York, prendendone le redini da David Rockefeller, scomparso nel 2017, anche lui il 20 marzo. Peterson ha scritto sette libri e tra i suoi amici più potenti figuravano l'ex Segretario di Stato Henry Kissinger. Ricordando le sue origini umili in un memoriale, il finanziere disse che lui e il fratello facevano a turno per fare il bagno nella stessa acqua ogni sabato. "Non mi è mai stato chiaro se ero più pulito prima o dopo" il bagno nella vasca di casa. Il miliardario negli ultimi anni si è dedicato alle attività della sua organizzazione, Peter G. Peterson Foundation, che sostiene programmi sociali e il diritto all'assistenza sanitaria.

20 marzo 2018
www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/finanza/dettaglio/nRC_20032018_2033_692121...
29/03/2018 18:07
 
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Peter Munk, fondatore di Barrick Gold, muore a 90 anni



TORONTO – Barrick Gold comunica che mercoledì il fondatore Peter Munk è morto serenamente a Toronto circondato dalla famiglia. Aveva 90 anni. L'azienda, con sede a Toronto, cresciuta fino a diventare uno dei più grandi produttori d'oro al mondo sotto la leadership di Munk, non ha dichiarato le cause della sua morte. Munk nacque a Budapest nel 1927 e fuggì dall'Ungheria con la sua famiglia nel 1944, con l'invasione della Germania nazista. Arrivò a Toronto nel 1948 all'età di 20 anni e intraprese una serie di attività imprenditoriali fino a fondare Barrick nel 1983. Munk divenne uno dei più celebri filantropi del Canada, anche grazie alla donazione di 175 milioni di dollari al Toronto General Hospital nel 1997. Barrick ha dichiarato che Munk avrebbe donato quasi 300 milioni di dollari a beneficio di cause e istituzioni durante l'arco della sua vita. Munk lascia la moglie quarantacinquenne Melanie, 5 figli, Anthony, Nina, Marc-David, Natalie e Cheyne e 14 nipoti.

Traduzione: Wheaton80
March 28, 2018
globalnews.ca/news/4111286/peter-munk-barrick-gold-found...

Nota Wheaton80: La Barrick Gold Corporation, fino al 2013, aveva nel Consiglio d'Amministrazione un certo Nathaniel Rothschild e tra i maggiori investitori un certo George Bush Senior. Quindi, oltre che imprenditore filantropo, Munk era anche un sionista mondialista, e uno dei principali asset dei Rothschild, secondo Benjamin Fulford
[Modificato da wheaton80 29/03/2018 18:18]
18/04/2018 05:48
 
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Droga, moda e bitcoin: muore l'erede della più antica banca USA



E' morto all'età 54 anni Matthew Mellon, imprenditore newyorchese discendente da due delle più antiche famiglie di banchieri degli Stati Uniti ed ex marito della co-fondatrice del marchio di calzature di lusso Jimmy Choo.

Muore l'erede dei Mellon

Secondo quanto riporta l'Associated Press, Mellon, che era recentemente salito agli onori della cronaca finanziaria per essere entrato nell'empireo dei miliardari grazie al boom delle criptovalute di fine 2017, è deceduto ieri in un centro di riabilitazione dalle droghe di Cancun, in Messico, dove si era ricoverato nel tentativo di combattere una lunga dipendenza dall'Oxycontin, un potente antidolorifico a base di oppiacei che aveva cominciato ad assumere in seguito a un incidente sportivo. Non era però la prima volta: l'imprenditore, poco conosciuto in Italia ma con una certa fama di viveur negli ambienti del jet-set internazionale, provava a disintossicarsi. Come per molti rampolli delle grandi famiglie che hanno fatto la storia del capitalismo del Novecento, c'era stato nella sua vita un pò di tutto. Fiumi di denaro, donne, matrimoni da favola. Ma anche un lato oscuro fatto di droghe, tragedie familiari e demoni irrisolti.

Denaro e tragedie
Nato a New York City nel 1964, aveva 5 anni quando suo padre Karl abbandonò, insieme alla moglie Anne, lui e il fratello minore Henry, cresciuti negli anni successivi tra Manhattan, il Maine e Palm Beach. Una fuga seguita da una breve riapparizione più di dieci anni dopo, giusto il tempo per riconciliarsi con la famiglia prima di suicidarsi nel 1983, a pochi giorni dal diploma del figlio quasi diciottenne.

L'eredità

Fu poi a 21 anni che l'ancora studente Mellon comprese, ereditando una fortuna di 25 milioni di dollari, cosa significasse discendere da alcune delle famiglie più in vista dell'establishment finanziario del Nuovo Continente: banchieri e magnati del petrolio per parte di padre, i fondatori di uno dei due rami da cui discende il più antico istituto americano, l'omonima Bank of New York Mellon; banchieri altrettanto blasonati per parte di madre: era stato un suo avo infatti l'Anthony Joseph Drexel fondatore della Drexel-Burnham-Lambert, in passato quinta banca d'investimento statunitense e leader del mercato dei bond "spazzatura" prima di finire in bancarotta nel 1990.

Antenati illustri
Matthew raccontava l'episodio dell'eredità come una specie di choc. Sapeva di essere ricco, ma non così ricco. E non tardò a riadattare il suo stile di vita alle nuove condizioni: una carriera di manager; qualche esperienza politica (Presidente nel 2011 della Commissione Finanza del Partito Repubblicano di New York, descrisse anche in alcune interviste le sue prime esperienze al fianco di Rudolph Giuliani durante una campagna elettorale per la poltrona di sindaco di New York, della quale si ricordava la prima visita che fece in tutta la sua vita, lui newyorchese doc, nel quartiere di Brooklyn); soprattutto, però, i dettagli meno austeri della vita di cui l'autonomia e ricchezza gli avevano spalancato le porte, come l'amore per il suo nutrito parco di Ferrari o le frequenti visite alle ragazze del giro di Heidi Fleiss, la "madame" di Hollywood.

17 aprile 2018
www.trend-online.com/bitcoin/dogra-moda-bitcoin-muore-matthew...
[Modificato da wheaton80 18/04/2018 05:54]
18/04/2018 23:09
 
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USA, morta l'ex first lady Barbara Bush: aveva 92 anni



L'ex first lady americana Barbara Bush è morta oggi a Houston. L'annuncio è stato dato dalla famiglia. Aveva 92 anni e le sue condizioni di salute ormai avevano fatto perdere ogni speranza. 'Silver Fox', come veniva soprannominata dai figli, combatteva da oltre un anno una malattia ai polmoni con diversi problemi cardiaci, tanto da essere stata ricoverata più volte. Stavolta però aveva deciso di restare nella sua residenza di Houston e di non rientrare in ospedale. Lo aveva reso noto 3 giorni fa il portavoce della famiglia. L'ex first lady è stata lucida fino all'ultimo e ancora ieri, raccontano i familiari, avrebbe avuto la forza di parlare al telefono e persino di bere un bicchiere di bourbon. Barbara Pierce era nata nel giugno del 1925 nello Stato di New York ed è stata la seconda donna nella storia degli Stati Uniti ad essere sia moglie che madre di un Presidente americano. Suo marito George W.H. Bush è stato il 41° Presidente della Nazione e ha vissuto con lei alla Casa Bianca dal 1989 al 1993. Suo figlio George W. Bush, uno dei sei nati dalla coppia (la secondogenita Robin morì prematuramente di leucemia), è stato invece il 43°. La prima donna a indossare il doppio ruolo fu Abigail Adams, moglie del secondo Presidente John Adams, e madre del sesto Presidente, John Quincy Adams. Ma Abigal morì prima che suo figlio venisse eletto. Barbara ha avuto poi un altro figlio con incarichi istituzionali: si tratta di Jeb Bush, governatore della Florida dal 1999 al 2007 e candidato alle primarie repubblicane per le Presidenziali del 2016, che hanno poi visto trionfare Donald Trump. Insieme al consorte, Barbara ha vissuto per 73 anni. Si erano conosciuti quando lei ne aveva appena 16 e si sono sposati il 6 gennaio 1945. La loro storia d'amore è la più lunga tra tutte quelle che hanno attraversato la Casa Bianca. E accanto al marito, che pure è seriamente provato da una lunga malattia, Barbara ha trascorso le ultime ore della sua vita. È stata "moglie, madre, nonna, sposa militare" come un "difensore della famiglia americana", ha affermato Donald Trump nel ricordarla e unendosi alla moglie Melania nell'evocare la "devozione" della moglie dell'ex Presidente. "Per tutta la vita ha messo Paese e famiglia davanti a tutto", ha dichiarato l'attuale first lady.

18 aprile 2018
www.repubblica.it/esteri/2018/04/18/news/usa_morta_l_ex_first_lady_barbara_bush_aveva_92_anni-19...
16/05/2018 04:30
 
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Salvatore Ligresti, scompare un discusso protagonista della finanza italiana: tra protezioni politiche, scandali e condanne



Con la scomparsa di Salvatore Ligresti, morto a 86 anni all’ospedale San Raffaele di Milano, si chiude un ciclo della storia economico-finanziaria italiana iniziato nel primo dopoguerra: quello dei “siciliani a Milano”. Il capostipite più nobile, tratteggiato da Fabio Tamburini in un libro di culto per diverse generazioni di cronisti finanziari, era Enrico Cuccia, fondatore di Mediobanca. Quello più discusso, tra quelli che comunque avevano un posto di rispetto al desco dell’alta finanza italiana (e a darglielo, quel posto, era stato proprio Cuccia) era Ligresti da Paternò, provincia di Catania. Il costruttore. Sospettato di legami con mafiosi. Di lui si è detto e si è scritto di tutto. Ed è entrato nella leggenda fin dai primi anni ’80, quando i sequestratori della moglie, Bambi Susini, che venne rilasciata dopo il pagamento di un riscatto, vennero assassinati: uno fu ritrovato in una discarica, un altro venne ucciso nel carcere di Palermo, l’Ucciardone, e il terzo non venne mai più ritrovato. Salvatore Ligresti per Milano ha rappresentato quello che era il costruttore Nottola nel film di Francesco Rosi “Le mani sulla città”. Spregiudicato, rampante, legato a doppio filo con il potere politico e finanziario. E forse anche con altro.

Accuse mai provate, che però hanno lasciato strascichi importanti. A Milano Ligresti ha edificato di tutto, anche le case dei giornalisti (quelle dell’INPGI di Via dei Missaglia), ma non si è limitato certo a quello: grazie alla guida di Cuccia e di Mediobanca, il costruttore di Paternò è diventato un nodo fondamentale del capitalismo familiare italiano. Le sue partecipazioni azionarie erano funzionali all’assetto di controllo di molti dei principali gruppi finanziari e industriali, a partire dalla stessa Mediobanca, per non parlare di RCS (Corriere della Sera) e delle decine di altre partecipazioni. Un potere enorme, alimentato anche dalle frequentazioni politiche e sempre indirizzato dal mentore Cuccia. A lui, che scippò con destrezza la SAI Assicurazioni a Raffaele Ursini, venne fatta acquistare a tempo debito la fiorentina Fondiaria, mettendogli in mano un vero impero, che spaziava appunto dalle assicurazioni, agli immobili, all’attività alberghiera. Legato ai socialisti, e al tempo stesso ai compaesani La Russa, fascisti, Ligresti ha fatto molta strada nonostante vari scandali finiti nel nulla. Una dura battuta d’arresto molto dura è infine arrivata con Tangentopoli. Inquisito e incarcerato (per 112 giorni) per corruzione nella vicenda degli appalti della Metropolitana Milanese e delle Ferrovie Nord, venne poi condannato in via definitiva a 2 anni e 4 mesi da scontare con l’affidamento ai servizi sociali.

La condanna però non fu del tutto indolore perché, a causa della perdita dei requisiti di onorabilità, dovette rinunciare agli incarichi operativi nelle sue società. A sostituirlo furono i figli, fino al quasi-crac di Fondiaria-SAI con il passaggio di controllo pilotato del gruppo assicurativo a UNIPOL. Quello fu il momento più basso della sua carriera imprenditoriale, non solo perché si capì come funzionava nella pratica la gestione Ligresti (distrazioni per decine di milioni di euro), ma anche e soprattutto perché divenne evidente come senza la protezione del “siciliano a Milano” Enrico Cuccia, Salvatore Ligresti e la sua famiglia non contavano ormai più niente. La finanza “moderna” ha dunque preso il sopravvento, ma dal capitalismo familiare e relazionale di Cuccia si è passati a una versione pseudo-moderna di qualcosa di molto antico. Per rendersene conto basta leggere le intercettazioni telefoniche intercorse tra la sede di Mediobanca e quella della CONSOB (https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11/22/unipolsai-relazioni-pericolose-controllore-consob-lintermediario-mediobanca/1228633/) nei giorni “caldi” della vicenda UNIPOL-Fonsai, per non parlare dell’Authority di vigilanza delle assicurazioni, all’epoca nota come ISVAP e presieduta da Giancarlo Giannini, che non a caso in seguito agli avvenimenti è stata nominalmente azzerata (ora si chiama IVASS ed è presieduta dal Direttore Generale della Banca d’Italia Salvatore Rossi con lo stesso staff dell’era Giannini).

Queste vicende hanno prodotto un grave danno alla credibilità del sistema finanziario italiano e, al di là delle condanne penali nei confronti della famiglia Ligresti (per il capostipite, in particolare, 6 anni per Fondiaria SAI e 5 anni per Premafin) e dei manager a loro vicini, restano ancora lì, in sospeso. Perché UNIPOL ha acquisito SAI-Fondiaria con delle modalità che poco hanno a che fare con la trasparenza del mercato (vi furono incontri informali con l’allora Presidente della CONSOB Giuseppe Vegas, in cui l’authority di controllo dei mercati faceva consulenza alla controllata UNIPOL, spiegando come presentare in modo efficace e accettabile l’offerta d’acquisto). Con Salvatore Ligresti se ne va un pezzo importante di storia italiana del Dopoguerra, nient’affatto bello. Il problema è che non lo ha sostituito niente di meglio.

Paolo Fior
15 maggio 2018
www.ilfattoquotidiano.it/2018/05/15/salvatore-ligresti-scompare-un-discusso-protagonista-della-finanza-italiana-tra-protezioni-politiche-scandali-e-condanne/...
[Modificato da wheaton80 16/05/2018 04:39]
17/05/2018 01:54
 
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Il Duca collegato alla Famiglia Reale ucciso in un incidente automobilistico una settimana prima del matrimonio tra Harry e Meghan



Il Duca Federico di Württemberg, 56 anni, è stato confermato morto dopo l'incidente automobilistico. La polizia dichiara che l'uomo è morto nella sua Porsche dopo uno scontro frontale durante il sorpasso di un trattore che non aveva notato il veicolo in arrivo, su una strada di campagna in Baden-Württemberg, nella Germania sud-occidentale. Il Duca aveva legami familiari con la Famiglia Reale britannica tramite un antenato comune, Federico II Eugenio, Duca di Württemberg. Federico II Eugenio era il quarto bisnonno sia della Regina Elisabetta II che del padre di Federico, Carlo, l'attuale capo della Casata di Württemberg. Sua Maestà la nonna, la Regina Maria, è un legame più recente tra le due famiglie. Era nata come Principessa di Teck, il secondo ramo della Casata di Württemberg.

Dopo l'incidente, avvenuto mercoledì alle 15.40, la famiglia del Duca ha comunicato in una dichiarazione pubblica di essere “profondamente sconvolta”. “Federico Herzog di Württemberg è morto all'età di 56 anni in un incidente fatale”, ha letto. “Lascia sua moglie, Maria Duchessa di Württemberg (nata come Principessa zu Wied) e tre figli grandi, il Duca Wilhelm, 23 anni, la Duchessa Marie-Amélie, 22 anni, e la Duchessa Sophie-Dorothée, 20 anni. Federico Duca di Württemberg guidava l'Hofkammer della Casata di Württemberg, l'amministrazione privata della Casata”.

“Attraverso il suo esteso impegno, era coinvolto in numerose istituzioni culturali e sociali nello Stato del Baden-Württemberg. Per esempio l'Olgäle Foundation Stuttgart, l'Association of Friends of the University of Tübingen e.V. Stuttgart, l'Art Foundation Baden-Württemberg e molte altre. La famiglia ducale e l'intera Casata di Württemberg sono profondamente scosse”. Il Duca, che era l'erede della Casata di Württemberg, è morto sul luogo dell'incidente. L'altro conducente e i suoi due passeggeri sono stati ricoverati in ospedale con ferite minori, secondo il quotidiano Schwäbische Zeitung. Il figlio del Duca Federico, Wilhelm, gli succederà quale erede della Casata. Tutte le varie monarchie tedesche furono abolite alla fine della Prima Guerra Mondiale, sebbene le famiglie reali conservarono i titoli senza esercitare alcun potere. Anche la Casata di Württemberg conservò i suoi castelli a Monrepos, Altshausen e a Friedrichshafen.

I legami della regina con la Germania sono ben noti: in precedenza la Casa Reale era chiamata Sassonia-Coburgo-Gotha, per cambiare poi nell'attuale Windsor nell'ambito del sentimento anti-tedesco durante la Prima Guerra Mondiale. E' inoltre risaputo come la Famiglia Reale apra i regali di Natale alla vigilia, seguendo l'uso tedesco di Sua Maestà il trisavolo, il Principe Alberto. La morte di Federico arriva appena qualche settimana prima delle previste nozze del Principe Harry e di Meghan Markle. La coppia ha programmato di sposarsi il 19 maggio nella Cappella di San Giorgio nel castello di Windsor.

Michael Havis
Traduzione: Wheaton80

11th May 2018
www.dailystar.co.uk/news/latest-news/701865/RoyalWeddingDukeroyalfamilykilledcarcrashGermany-Friedrich-of-W-r...
[Modificato da wheaton80 17/05/2018 01:56]
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