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Trapassi d'élite

Ultimo Aggiornamento: 28/03/2024 20:29
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Morta Madeleine Albright: giorno prima 22° anniversario bombardamento Serbia



I bombardamenti iniziarono la sera del 24 marzo e terminarono il 9 giugno 1999. A questi presero attivamente parte le forze aeree di 13 dei 19 membri della NATO con circa 1000 velivoli totali e 37.465 sortite aeree, per un totale di 900 obiettivi abbattuti. La Albright fu tra i più feroci sostenitori della guerra contro i cristiani serbi a favore dei musulmani albanesi. Il tumore Kosovo nel cuore dell’Europa è anche colpa sua. E’ morta all’età di 84 anni Madeleine Albright, la prima donna a diventare Segretario di Stato americano nel 1997. A dare la notizia della sua morte, causata da un tumore, è stata la famiglia su Twitter. Nata Marie Jana Korbelova, Albright emigrò da Praga negli Stati Uniti nel 1948, facendo carriera nella politica americana prima di diventare Segretario di Stato sotto l’ex Presidente Bill Clinton.

“Madeleine Albright è morta oggi all'età di 84 anni. Da ex Segretario di Stato USA fu tra i principali responsabili dei crimini NATO contro la Serbia nel 1999. Domani 24 marzo 1999 sono esattamente 23 anni che iniziavano”.

- twitter.com/AxlGuidato/status/1506722528131174400?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1506722528131174400%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fvoxnews.info%2F2022%2F03%2F23%2Fmorta-madeleine-albright-giorno-prima-del-22-anniversario-bombardamento-s...

“Oltre che per i 500.000 iraqeni morti, prezzo che valeva la pena pagare secondo Madeleine Albright, nata Jana Korbelová, ricordiamo anche il suo impegno per bombardare la Jugoslavia”.



- twitter.com/Corvonero75/status/1506719277554016263?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1506719277554016263%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fvoxnews.info%2F2022%2F03%2F23%2Fmorta-madeleine-albright-giorno-prima-del-22-anniversario-bombardamento-s...

Lesley Stahl:“Abbiamo sentito che mezzo milione di bambini sono morti (a causa delle sanzioni contro l’Iraq). Sono più dei bambini morti a Hiroshima. Ne vale la pena?”. Madeleine Albright:“Penso che questa sia una scelta molto difficile, ma pensiamo che ne valga la pena”.

- twitter.com/fratotolo2/status/1506736058473590790?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1506736058473590790%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fvoxnews.info%2F2022%2F03%2F23%2Fmorta-madeleine-albright-giorno-prima-del-22-anniversario-bombardamento-s...

23 marzo 2022
voxnews.info/2022/03/23/morta-madeleine-albright-giorno-prima-del-22-anniversario-bombardamento...
[Modificato da wheaton80 24/03/2022 18:39]
08/06/2022 15:25
 
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Morto Carlo Duca di Württemberg



Carl Herzog von Württemberg è morto martedì mattina all'età di 85 anni in una clinica di Ravensburg, come ha dichiarato il suo consulente personale dell'agenzia di stampa tedesca. Inizialmente, la notizia è stata riportata dal quotidiano Bild. Il Duca è morto inaspettatamente dopo una lunga malattia, ha detto il suo referente. Carl Herzog von Württemberg è stato in clinica solo per cinque giorni e prima d'allora aveva vissuto a casa. Carl proveniva dalla linea cattolica di una delle più antiche case aristocratiche regnanti nel mondo di lingua tedesca. Fino allo scioglimento della monarchia dopo la Prima Guerra Mondiale, la nobile famiglia governò su vaste aree della Germania sud-occidentale. Nel 1918, il re Guglielmo II abdicò e assunse il titolo di duca di Württemberg: i suoi discendenti lo portano ancora oggi come parte del loro nome.

Traduzione: Wheaton80
07 giugno 2022
www.sueddeutsche.de/panorama/adel-ravensburg-carl-herzog-von-wuerttemberg-gestorben-dpa.urn-newsml-dpa-com-20090101-220607-9...
09/06/2022 19:36
 
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La morte improvvisa di Fra' Marco Luzzago



Per volontà di papa Francesco, che gli aveva prolungato il mandato, sarebbe dovuto restare in carica “sino alla conclusione del Capitolo Generale Straordinario e successiva elezione di un nuovo Gran Maestro da parte del Consiglio Compìto di Stato”. Ma le cose si sono svolte in maniera diversa. Il luogotenente di Gran Maestro (dei Cavalieri di Malta) Fra' Marco Luzzago è morto per un malore improvviso piombatogli oggi a Sforzacosta (frazione di Macerata). Era nato nel 1950 e venne individuato per l’incarico l’8 novembre 2020. Secondo l’articolo 17 della Costituzione interna, il portoghese fra Ruy Gonçalo do Valle Peixoto de Villas-Boas (classe 1939) ha assunto la funzione di luogotenente interinale e rimarrà a capo del Sovrano Militare Ordine di Malta fino all’elezione del prossimo rappresentante. È un personaggio già noto: il 29 aprile 2020, alla scomparsa del Gran Maestro Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, era stato scelto per lo stesso obiettivo.

07 giugno 2022
www.vaccarinews.it/news/La_morte_improvvisa_di_fra_Marco_Luzza...
[Modificato da wheaton80 09/06/2022 19:39]
15/07/2022 18:58
 
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È morto Eugenio Scalfari, il papa laico che ci voleva tutti meticci

Eugenio Scalfari è morto. Ed è un decesso di quelli grossi, enormi, nel male e nel bene.



Eugenio Scalfari, che ha fatto tanto male a questa povera Italia
Il rispetto dei morti è cosa diversa dal giudizio: questa premessa, necessaria oltre che scontata, ci conduce dritti al punto. Chi ha perso la vita non può essere infangato con insulti ma gli va sinceramente augurato il meglio per la salvezza (se si crede) e in ogni caso serenità (se non si crede). Il punto “dritto” però è esattamente questo: Eugenio Scalfari è un personaggio che, a questa Nazione, ha fatto tanto male. Che lo abbia fatto volontariamente o meno, non è affare che ci debba riguardare. Sappiamo solo che, dalla fine degli anni Sessanta in avanti, ha contribuito notevolmente a consolidare il dominio culturale della sinistra in Italia, di quel “Feudo” che, da minoranza organizzatissima, comanda a bacchetta questa Nazione da almeno cinquant’anni. Lo fece già nel decennio precedente agli anni Sessanta, quando nel 1955 avrebbe fondato il settimanale L’Espresso, che sarebbe divenuto cardine dell’offerta editoriale orientata nei decenni a seguire. Lo ha fatto più di vent’anni dopo, con un’altra fondazione, quella di la Repubblica, quotidiano nato nel 1976. Negli anni Scalfari si sarebbe schierato sempre a favore di tutto ciò che sta distruggendo questa Nazione, dall’immigrazionismo alla globalizzazione. Anche in modo piuttosto furbo e malizioso, caratteristiche portanti della sua carriera fin dalle origini. Sull’immigrazionismo era arrivato a paventare, proprio sulle pagine de L’Espresso, il “fenomeno positivo del meticciato”, nell’ormai lontano 2017, in un articolo intitolato C’è l’Africa nel nostro futuro:“Si profila come fenomeno positivo, il meticciato, la tendenza alla nascita di un popolo unico, che ha una ricchezza media, una cultura media, un sangue integrato. Questo è un futuro che dovrà realizzarsi entro due o tre generazioni e che va politicamente effettuato dall’Europa. E questo deve essere il compito della sinistra europea e in particolare di quella italiana”. Nello stesso periodo, avrebbe criticato la globalizzazione, su Repubblica, dopo averla sostenuta per decenni. Un personaggio che con i proverbiali “salti della quaglia” ha costruito la sua fama. E le sue origini fasciste, da questo punto di vista, sono emblematiche.

Rispetto per la morte, critica per l’operato
Rispetto per la morte, sepolture degne, sono concetti che ripetiamo volentieri nel corso di questa riflessione, affinché siano ben chiari ai lettori e non si possa essere fraintesi. Ma ripetiamo allo stesso modo le critiche, dovute, al giornalista, prima ancora che all’uomo, Scalfari. Quello Scalfari che apparteneva al GUF (Gruppo Universitario Fascista), e che aveva scritto su riviste legate al regime come Nuovo Occidente. Quello Scalfari che avrebbe scritto su Roma fascista le sue prime, lievi, critiche, in pieno 1943, quando c’era già odor di caduta. Per poi riscrivere la storia italiana, e sua, nel modo più proficuo. Non certo per la Nazione.

Stelio Fergola
14 luglio 2022
www.ilprimatonazionale.it/approfondimenti/e-morto-eugenio-scalfari-il-papa-laico-che-ci-voleva-tutti-meticci...
14/08/2022 02:22
 
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È morto Piero Angela



È morto a 93 anni Piero Angela, il più famoso divulgatore scientifico italiano: lo ha comunicato sui social suo figlio Alberto, come lui noto presentatore e divulgatore scientifico. Nato a Torino nel 1928, Angela ha trascorso gran parte della sua carriera di giornalista e presentatore televisivo in RAI, prima lavorando come corrispondente e poi come documentarista e conduttore di programmi televisivi sulla scienza e sulla cultura. Figlio di uno psichiatra antifascista, dopo gli studi al liceo classico e prima di diventare giornalista, Piero Angela, grande appassionato di pianoforte e musica jazz, studiò al conservatorio. Arrivò in RAI nei primi anni Cinquanta collaborando alla realizzazione di un programma sulla storia del jazz. Dopo il lavoro in radio e dopo essere stato inviato (tra le altre cose in Yemen, Israele, Iraq e Vietnam), passò alla conduzione del Telegiornale Nazionale delle 13:30, e nel 1976 fu il primo conduttore dell’appena nato TG2. Negli anni Sessanta e Settanta si occupò, tra le altre cose, delle missioni Apollo per andare sulla Luna. Angela ha scritto quasi 40 libri (molti dei quali con il figlio Alberto) e condotto oltre 30 programmi televisivi, il più famoso dei quali è senz’altro Quark (la cui prima puntata andò in onda nel 1981 e fu seguita da 9 milioni di persone), che negli anni Novanta sarebbe poi diventato Superquark, la versione estesa a due ore del classico formato da un’ora di Quark. Nel tempo ci sono state diverse e varie versioni di Quark e Superquark, per esempio Quark Europa, Quark Economia, Quark in Pillole, e più di recente Superquark+, disponibile su RaiPlay. Spiegò che il suo successo stava nella sintesi tra un «linguaggio che sta dalla parte del pubblico» e «contenuti dalla parte degli scienziati». Oltre a questi, Angela ha condotto e curato anche Viaggio nel Cosmo, Indagine sulla Parapsicologia, Il Pianeta dei Dinosauri e La Macchina Meravigliosa, una esplorazione del corpo umano e il programma a cui aveva raccontato di essere più affezionato. Il Quirinale ha pubblicato un messaggio in cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella esprime «grande dolore per la morte di Piero Angela, intellettuale raffinato, giornalista e scrittore che ha segnato in misura indimenticabile la storia della televisione in Italia, avvicinando fasce sempre più ampie di pubblico al mondo della cultura e della scienza, promuovendone la diffusione in modo autorevole e coinvolgente».

In un comunicato del governo il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha definito Angela «maestro della divulgazione scientifica, capace di entrare nelle case di generazioni di italiani con intelligenza, garbo, simpatia», e ha aggiunto:«Le sue trasmissioni e i suoi saggi hanno reso la scienza e il metodo scientifico chiari e fruibili da tutti. Il suo impegno civile contro le pseudoscienze è stato un presidio fondamentale per il bene comune, ha reso l’Italia un Paese migliore». Dopo la morte di Piero Angela, l’ufficio stampa RAI ha diffuso questa sua lettera, spiegando che nei giorni scorsi lui l’aveva voluta lasciare come «ultimo messaggio di saluto ai telespettatori»:«Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia. È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio». Intervistato nel 2017 dal Corriere della Sera, Angela rispose così alla domanda “Che cos’è l’intelligenza?”:«Lo chiesi a un paleontologo: è flessibilità, capacità di cambiare e abbracciare nuove idee». Alla domanda “Ha paura di morire?”, rispose invece:«La considero una scocciatura».

13 agosto 2022
www.ilpost.it/2022/08/13/piero-angela-morto/



Chi è Piero Angela?

Premessa: alcuni documentari degli Angela’s padre&figlio sono davvero carini. Ce n’é uno su Hiroshima che faccio sempre vedere in Terza Media. Detto questo: vedo che molte persone sono rimaste basite dalle dichiarazioni del vecchio Piero sulla necessità di mandare l’Esercito per strada per controllare le mascherine. Qualcuno si é sentito quasi “tradito”, ed é comprensibile: per noi de 'na certa età, Piero é stato un poò come la maestra unica della vecchia Scuola Elementare; e dalla Maestra certe cose non te le aspetti. Ma Piero Angela é stato molto di più che una bonaria maestra. Per capirlo meglio, dobbiamo tornare alle origini della Repubblica, nel dopoguerra, quando gli occupanti anglo-americani spartiscono il potere in Italia: i poteri “che contano” e che alla lunga controllano una Nazione (finanza e cultura) vengono dati rispettivamente ai liberali e alla sinistra (non la sinistra della “rivoluzione proletaria”, sia chiaro, ma quella più gradita dai prog d’Oltreoceano). Alle bizzocche democristiane, viene dato il potere più esteriore, quello di inciuciare con le mafie di paese, di spartirsi appaltini e condoni edilizi. Ecco: Piero Angela é stato un uomo di “quella sinistra”, quella che avrebbe conquistato la cultura e (quindi) tutto il Paese. Con charme ed eleganza, per decenni, Piero é stato “l’uomo della scienza” (pur non avendo neanche una laurea, tranne le 12 “honoris causa” rimediate in seguito). Ci ha insegnato fin da piccoli una scienza minimale, quella delle scimmiette che si evolvono a botte di deretano e della vita che nasce dal brodino primordiale. Più tardi, fonderà anche il CICAP: una sorta di setta devota al materialismo tardo-ottocentesco convinta che non bisogna credere a nulla oltre a ciò che é scritto sul Sussidiario di scienze della terza elementare. Lo stesso CICAP ci regalerà negli anni capolavori come la “Sindone Garlaschelli” e un cerchietto nel grano stortignaccolo che potete ammirare facendo una veloce ricerca sul WEB. Ecco chi é Piero Angela: un fedele e fidato “servo del potere”, un custode della mediocrità culturale. Indimenticabili, più di recente, le sue marchette televisive alla lobby LGBT e la memorabile trasmissione sull’11 settembre… Mi pare di aver detto abbastanza.



Gianluca Marletta
08 ottobre 2020
www.maurizioblondet.it/chi-e-piero-angela/



Il padre di Piero Angela fu uno dei più importanti massoni italiani del ’900

Si chiamava Carlo il padre di quel Piero Angela che è oggi celeberrimo nelle vesti di divulgatore scientifico. Quel che si vuol qui brevemente esporre è l’appartenenza di Carlo Angela all’obbedienza massonica del Grande Oriente d’Italia. Per quanto riguarda la carriera accademica, lavorativa e politica di Carlo Angela, rimando ad alcuni riferimenti bibliografici presenti in nota [1]. Nel link che segue è contenuto un articolo apparso sulla rivista “L’Acacia Massonica” [settembre 1947, anno III, n° 7, p. 196]: www.libertini737.it/public/allegati/Carlo%20Angela.pdf. Cito dall’articolo:“Il 3 giugno 1949 è passato all’Oriente eterno il carissimo Fratello dott. prof. Carlo Angela, Venerabile Onorario della Loggia Propaganda all’Oriente di Torino”. La Loggia Propaganda è una loggia storica del Grande Oriente d’Italia. Dopo la proclamazione dello Stato unitario, era sorta l’esigenza, da parte del G.O.I., di salvaguardare l’identità degli affiliati più in vista, anche all’interno dell’organizzazione. Per tale motivo, l’adesione di quest’ultimi era nota al solo Gran Maestro, risultandogli come iniziazione “all’orecchio”. Nel 1877 il Gran Maestro Giuseppe Mazzoni iniziò a stilarne un elenco denominato Propaganda Massonica, costituendo ufficialmente la loggia in questione. Adriano Lemmi (Gran Maestro dal 1885 al 1895), era stato iniziato alla loggia “Propaganda” già nel 1877, e contribuì a darle prestigio, riunendo al suo interno deputati, senatori, banchieri [Fonte: Dino P. Arrigo, Fratelli d’Italia: cronache, storie, riti e personaggi: per capire la massoneria, Rubettino, 1994, p. 45]. Tra gli iniziati o affiliati più famosi della loggia Propaganda Massonica della fine del secolo XIX si ricordano: Agostino Bertani (1883), Giosuè Carducci (1886), Luigi Catellazzo (1888), Giuseppe Ceneri (1885), Giuseppe Aurelio Costanzo (1889) Francesco Crispi (1880) Nicola Fabrizi Camillo Finocchiaro Aprile, Menotti Garibaldi, Pietro Lacava, Ernesto Nathan (1893), Aurelio Saffi (1885), Gaetano Tacconi (1885), Giuseppe Zanardelli, (1889). [Fonte: Vittorio Gnocchini, L’Italia dei liberi muratori: brevi biografie di massoni famosi, Mimesis, 2005, pp. 36-277]. Come potete verificare qui di seguito, la loggia Propaganda esiste ancora: www.grandeoriente.it/logge/piemonte.aspx. Torniamo a Carlo Angela, citando ancora l’articolo apparso sull’Acacia Massonica del settembre 1949 in merito alla sua scomparsa:“Il Fr. Angela, 33° del Rito Scozzese Antico ed Accettato era entrato nella fratellanza nel 1905 e pervenne ai più alti gradi del nostro sodalizio in virtù del suo carattere adamantino…”; cito ora il passo relativo al funerale secondo rito massonico:“A cremazione avvenuta le ceneri sono state trasportate a San Germano Vercellese a cura dei Fratelli di Loggia. Il rito massonico s’è svolto nella tornata regolare dell’8 giugno della R. Loggia Propaganda. Il Tempio, parato ritualmente a lutto, ha offerto una commovente visione che ha marcato il grande e fraterno amore del quale era circondato il fratello commemorato. Dopo la deposizione di una corona di fiori ed un’elevata rievocazione dell’Estinto fatta dall’attuale M. Venerabile, i fratelli hanno ricomposto la catena d’unione e continuato i lavori”. Qui il link in cui è contenuto l’articolo del 1949, pagina 3: www.libertini737.it/public/allegati/Carlo%20Angela.pdf.

Nota
[1] Renzo Segre, Venti mesi (Palermo: Sellerio, 1995); Israel Gutman, Bracha Rivlin e Liliana Picciotto, I giusti d’Italia: i non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-45 (Mondadori: Milano 2006), pp.18-19.; Pier Francesco Liguori, Percorsi della memoria – Storia della Croce Rossa a Torino – Parte I:1864-1956 (Editrice Morra, 1999), pp.51-52; Ugo G. e Silvia Pacifici Noja, Il cacciatore di giusti: storie di non ebrei che salvarono i figli di Israele dalla Shoah, Cantalupa Torinese, Effatà, 2010

22 settembre 2021
www.radiospada.org/2014/11/padre-piero-angela-fu-dei-importanti-massoni-itali...
[Modificato da wheaton80 14/08/2022 02:32]
27/08/2022 16:45
 
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Steven Hoffenberg, sfacciato truffatore dietro l'imponente schema Ponzi, muore a 77 anni



Steven Hoffenberg, un truffatore finanziario che era dietro uno dei più grandi schemi Ponzi nella storia degli Stati Uniti, frodando investitori per oltre 450 milioni di dollari, è stato trovato morto il 23 agosto nella sua casa di Derby, nel Connecticut. Aveva 77 anni. Il 26 agosto, il Tenente Justin Stanko della polizia di Derby ha confermato la morte, dichiarando che le impronte dentali del corpo corrispondevano a quelle del signor Hoffenberg, morto circa una settimana prima. Stanko ha detto che il corpo non mostrava segni di trauma. La polizia era in attesa di un rapporto tossicologico. Il nome Hoffenberg potrebbe non esser stato riconosciuto tra i principali truffatori finanziari come Bernie Madoff o tra gli arbitraggisti ascesi e caduti come Ivan Boesky. Ma per un certo periodo tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90 Hoffenberg è stato grande e sfacciato come chiunque a New York negli anni della corsa sfrenata. L'operazione di Hoffenberg consisteva in una serie di società interconnesse falsamente ritratte come società capogruppo utilizzata per attirare gli investitori con promesse di rendimenti elevati. La cerchia ristretta includeva il partner principale di Hoffenberg, Jeffery Epstein, che è stato accusato di traffico sessuale decenni dopo, prima di un apparente suicidio in cella nel 2019. Per anni, il denaro scorreva. Hoffenberg viaggiava con un jet privato, aveva una villa a Long Island e una casa a schiera nell'elegante Sutton Place di Manhattan con una limousine con autista in attesa. Ha portato avanti un gioco infruttuoso per acquistare l'ormai defunta Pan American World Airways nel 1987, è stato per breve tempo proprietario del New York Post nel 1993, dopo averlo salvato dalla bancarotta, e ha lanciato un giornale incentrato sulle donne, Her New York, che ha chiuso all'inizio del 1994, proprio mentre la Securities and Exchange Commission gli stava alle costole.

"Qualsiasi denaro potesse comprare, Steven Hoffenberg l'aveva", scriveva il New York Times all'epoca. Tutto si è sbrogliato rapidamente nel 1994. Hoffenberg è stato accusato dai pubblici ministeri statunitensi in relazione a "uno dei più grandi schemi Ponzi della storia", un conteggio di oltre 200.000 vittime che vanno dai pensionati del Midwest a una chiesa cattolica nella sua nativa Brooklyn. Egli si è dichiarato colpevole e nel 1997 è stato condannato a 20 anni di prigione federale. Hoffenberg aveva deciso di non coinvolgere direttamente Epstein nel procedimento, ma dopo il rilascio dal carcere nel 2013, ha preso di mira il suo ex protetto. In una causa del 2016, che è stata successivamente archiviata, Hoffenberg ha chiamato Epstein "l'architetto" del progetto e ha sostenuto che avrebbe dovuto aiutare a rimborsare parte dei 463 milioni di dollari ordinati dal tribunale in restituzione. Epstein è stato trovato impiccato nella sua cella nel 2019 in una struttura di detenzione di Manhattan dopo il suo arresto con l'accusa di traffico sessuale e di presunti abusi su ragazze adolescenti. Si era dichiarato non colpevole. A giugno, la complice di Epstein, Ghislaine Maxwell, è stata condannata a 20 anni di carcere per aver aiutato Epstein ad adescare e abusare delle ragazze. Hoffenberg, nel frattempo, aveva cercato di ricostruire la sua vita post-prigione come un presunto cristiano rinato, offrendo a volte di aiutare le vittime del suo piano a cercare di strappare denaro a Epstein. "C'è così tanto che mi passa per la testa su me ed Epstein ", ha detto a NPR nel 2019. "È una vita di errori. Come correggi una vita di errori?".

Costruire un Ponzi
Steven Jude Hoffenberg è nato a Brooklyn il 12 gennaio 1945, con il fratello gemello Martin. Per ammissione dello stesso Hoffenberg, è cresciuto con un occhio per i soldi. Si iscrisse al City College di New York ma abbandonò gli studi prima di laurearsi. Secondo quanto riferito, si è dichiarato colpevole nel 1971 di tentato furto di secondo grado per aver tentato di rubare un anello di diamanti a New York. Il signor Hoffenberg in un primo momento ha negato le notizie dei media, ma in seguito ha testimoniato in un processo civile di essere stato "coinvolto in un furto". Gli piaceva chiamare i suoi primi scontri con la legge "i miei piccoli difetti". Secondo i resoconti del signor Hoffenberg, ha iniziato con 2.000 dollari per creare a New York un'attività ai limiti della legge nella vendita al dettaglio. Si è guadagnato una reputazione nel commercio del "fallimento", rilevando un'attività in fallimento e acquistando beni a credito da vendere in contanti, lasciando i fornitori non pagati. All'inizio degli anni '70 fondò Towers Financial Corp., un'agenzia di recupero crediti che acquistava a pochi centesimi di dollaro banconote in sospeso di proprietà di ospedali, banche e altre società. Diventerà il centro di una rete commerciale costruita per lo schema Ponzi, un gioco di conchiglie che attira investitori con false promesse di grandi rendimenti. Ha avuto inizio nel 1987, quando Towers ha acquisito la capogruppo di due compagnie assicurative, Associated Life Insurance e United Fire.

Ciò ha dato a Hoffenberg il flusso di cassa e l'opportunità di iniziare a gonfiare la salute finanziaria di Towers come conglomerato sanitario. In questo periodo, come riferisce Hoffenberg stesso, è stato presentato ad un ex commerciante di Bear Sterns, Epstein, tramite il trafficante d'armi britannico Douglas Leese. "Il ragazzo è un genio" nel vendere titoli, questa la presentazione di Leese secondo quanto dichiarato da Hoffenberg. Ma Leese ha anche avvertito:"Non ha bussola morale". A partire dal 1988, Towers ha iniziato a vendere cambiali per un valore di oltre 270 milioni di dollari, offrendo rendimenti fino al 16%. Il target erano spesso investitori con mezzi modesti: pensionati, persone con disabilità o a reddito fisso. Secondo una petizione del tribunale del 2013, è stata truffata anche una "parte significativa della popolazione" di Capo Verde, un arcipelago al largo della terraferma africana. Hoffenberg ed Epstein hanno utilizzato l'attività come bancomat personale, tirando fuori centinaia di migliaia di dollari per se stessi, come hanno dimostrato i documenti del tribunale. Hoffenberg ha compilato assegni per pagare le spese del suo aereo privato e assegni mensili da 25.000 dollari a Epstein.

Il saccheggio dei due assicuratori ha lasciato 4.000 clienti dell'Illinois fuori di 9 milioni di dollari, che erano stati stanziati per coprire le spese mediche. In Ohio, 2.200 clienti hanno perso circa 1,8 milioni di dollari, hanno affermato i pubblici ministeri. "[Epstein] era il mio ragazzo, il mio gregario", ha detto il signor Hoffenberg a CBS News nel 2019. Hanno fallito in un'acquisizione ostile di Pan Am, una delle principali compagnie aeree del mondo prima della sua chiusura nel 1991. La coppia ha anche fallito nel tentativo di acquisire Emery Air Freight nel 1988. Nel 1993, Hoffenberg ha ritirato il New York Post dalla bancarotta, assumendo il controllo di tutto tranne che degli immobili del giornale. Indossava una felpa decorata con il titolo in prima pagina del New York Post "Hoffenberg salva il Post" quando si arrese all'FBI nel 1996. "Sono qui per la gloria", aveva detto al giornalista del New York Post Mike McAlary dopo aver ottenuto il controllo del giornale. “Voglio avere una voce a New York City. Ho guadagnato milioni. Ora voglio avere un pò di entusiasmo". È andato in pezzi dopo soli tre mesi nel mezzo di una rivolta del personale per i licenziamenti e per la sua cattiva gestione. Il giornale è andato al magnate immobiliare Abe Hirschfeld prima di essere riacquistato da Rupert Murdoch. Tuttavia, Hoffenberg non aveva finito con il mondo dei giornali di New York.

Alla fine del 1993, ha lanciato Her New York, un giornale destinato a fare appello alle donne professioniste. Ha chiuso dopo quattro mesi e cinque editori. A quel tempo, i beni personali di Hoffenberg furono congelati da un tribunale dopo che la SEC aveva aperto indagini sulle accuse secondo cui Towers Financial stava tradendo gli investitori attraverso bilanci "grossolanamente esagerati". Un investitore, Anthony Mattos di Hanford, California, ha dichiarato al New York Times di aver donato a Towers Financial 43.000 dollari dei suoi risparmi pensionistici in 24 anni di lavoro in un'azienda di pneumatici. "Pensavche avrei avuto più tempo una volta andato in pensione", aveva dichiarato, "ma credo di no". Il signor Hoffenberg lascia una figlia, Haley Hasho, avuta con l'ex fidanzata Mary Hasho. Le informazioni complete sui familiari non sono state immediatamente disponibili. Negli ultimi anni, il signor Hoffenberg si è descritto come addolorato per le truffe e per essersi unito a Epstein. "Sono profondamente dispiaciuto di aver incontrato Jeffrey Epstein, che mi ha perseguitato per oltre 30 anni", ha detto nel documentario del 2020 "Filthy Rich". "Senza di me, non sarebbe il miliardario che è oggi e queste povere ragazze non sarebbero state violentate".

Brian Murphy
26 agosto 2022

Traduzione: Wheaton80
www.washingtonpost.com/obituaries/2022/08/26/hoffenberg-ponzi-epste...
[Modificato da wheaton80 27/08/2022 16:47]
11/10/2022 16:55
 
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E' morto Ferfried Principe di Hohenzollern



Notizia che giunge inaspettata. Come riportato dal quotidiano Bild, Ferfried Principe di Hohenzollern è morto all'età di 79 anni.

Grande tristezza per "Foffi"
Come riporta Bild tramite la cerchia familiare più stretta, il Principe è morto nella notte tra lunedì (26 settembre) e martedì nella clinica Großhadern di Monaco. I dettagli esatti sulla morte non sembrano essere noti al momento. Ferfried Principe di Hohenzollern era conosciuto nelle TV tedesche con un nome completamente diverso. Nel 2006 ha iniziato con la sua allora compagna Tatjana Gsell (51) con il documentario "Tatjana & Foffi - Cenerentola diventa una principessa". Ma la fiaba non ha avuto un lieto fine per loro due, come ha spiegato lui stesso in un'intervista a RTL:"Siamo stati insieme per due anni. E sarò onesto: il primo anno è stata una relazione, sì, una storia d'amore. Ma eravamo troppo diversi. L'anno scorso abbiamo lavorato solo per i media". Poco dopo che la sua morte è diventata nota, Tatjana ci ha inviato una breve dichiarazione:"Sono molto triste per la morte di Ferfried! Non voglio dire di più". In totale, "Foffi" è stato sposato tre volte: con Angela von Morgen († 76), successivamente la moglie di Fritz Wepper, Eliane Etter (75) e Maja (50).

Traduzione: Wheaton80
26 settembre 2022
www.rtl.de/cms/medienbericht-ferfried-prinz-von-hohenzollern-ist-tot-5009...
02/11/2022 03:34
 
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Usa: morto Ashton Carter, l’ex Segretario alla Difesa di Obama



È morto all’età di 68 anni Ashton Carter, ex Segretario alla Difesa degli Stati Uniti sotto la Presidenza di Barack Obama. Lo ha reso noto la sua famiglia in un comunicato ripreso dai media locali. Carter aveva svolto la sua prima esperienza al governo tra il 1993 e il 1996 come Assistente Segretario alla Difesa per la Politica di Sicurezza Internazionale durante il primo mandato del Presidente Bill Clinton, occupandosi di affari strategici, armi nucleari e relazioni con gli Stati ex sovietici. Con l’elezione di Obama viene nominato sottosegretario alla Difesa per l’acquisizione, la tecnologia e la logistica e, successivamente, vice segretario alla Difesa fino al dicembre 2013. Nel febbraio del 2015 sostituisce Chuck Hagel come capo del Pentagono, incarico che ricopre fino alla fine dell’Amministrazione Obama. In questo periodo viene posto fine al bando per i transgender e vengono aperte alle donne tutte le posizioni all’interno delle forze armate, senza eccezioni.

25 ottobre 2022
www.agenzianova.com/news/usa-morto-ashton-carter-lex-segretario-alla-difesa-d...
09/11/2022 04:40
 
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Morto a 91 anni Evelyn de Rothschild, il finanziere filantropo



E’ morto “tranquillamente a casa”, secondo una nota della famiglia, il finanziere britannico Evelyn de Rothschild, classe 1931, discendente della nota dinastia di banchieri. Figlio di Anthony de Rothschild e Yvonne Cahen d’Anvers, a sua volta discendente della famiglia di banchieri Bischoffsheim, Evelyn de Rotschild lascia la moglie Lynn e i tre figli Jessica, Anthony e David, oltre a due figliastri, Benjamin Forester Stein e John Forester Stein. Rothschild ha studiato alla Harrow School e all’Università di Cambridge prima di dedicare la sua vita alla banca di famiglia, quando suo padre si ritirò nel 1961. Sir Evelyn è stato Amministratore Delegato e Presidente della banca NM Rothschild and Sons Ltd tra il 1976 e il 2003 ed è stato Presidente del quotidiano britannico “The Economist” dal 1972 al 1989. Nel 1989 è stato nominato cavaliere dalla regina Elisabetta II, di cui è stato anche consulente finanziario, per i servizi bancari e finanziari svolti nel Paese. Sotto la sua gestione il patrimonio totale della banca di famiglia è cresciuto da 40 milioni a 4,6 miliardi di sterline. Sposato tre volte, appassionato di cavalli, sir Evelyn è rimasto però ancor di più impresso nei ricordi della popolazione inglese per le sue attività filantropiche. Con la fondazione Eranda Rothschild, di cui era presidente, e l’ente di beneficenza Elephant Family ha infatti donato decine di milioni di sterline alla ricerca medica, all’istruzione e alle arti.

08 novembre 2022
www.agenzianova.com/news/morto-a-91-anni-evelyn-de-rothschild-il-finanziere-fil...
06/12/2022 03:30
 
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L’Ordine di Malta piange la scomparsa di Fra’ John Edward Critien



Con grande tristezza il Gran Magistero annuncia la scomparsa di Fra’ John Edward Critien. Il Gran Priore di Roma, già membro del Sovrano Consiglio, è deceduto nel Palazzo Magistrale oggi 3 dicembre 2022 all’età di 73 anni. Il Luogotenente di Gran Maestro, Fra’ John T. Dunlap, ha ricordato l’importante contributo dato all’Ordine di Malta da Fra’ John, Balì Gran Croce di Giustizia. In particolare, il suo prezioso servizio come membro del governo dell’Ordine e in qualità di custode di Forte Sant’Angelo a Birgu, Malta. Grazie alle sue conoscenze e competenze specialistiche, per diversi decenni è stato il Curatore delle collezioni d’arte dell’Ordine di Malta. In questa veste, Fra’ John Critien ha organizzato numerose mostre sull’Ordine di Malta in Italia e in alcuni dei più prestigiosi musei del mondo. Nato a Malta nel settembre 1949, Fra’ John si è laureato in Lettere presso la Royal University of Malta e ha proseguito gli studi presso le Università di Perugia e Pisa. Ha insegnato lingua e letteratura inglese a Pisa, dove ha vissuto per 22 anni. Ha sostenuto attivamente diversi gruppi di volontariato dell’Ordine di Malta a Pisa e a Firenze prima di essere accolto nell’Ordine nel 1983. Ha emesso i voti religiosi solenni dieci anni dopo. Nel 2012 è stato elevato alla dignità e al grado di Balì Gran Croce di Giustizia. Fra’ John è stato eletto membro del Sovrano Consiglio nel 1994, nel 2009 e nel 2014. Per un breve periodo nel 2016-17 ha servito come Gran Cancelliere ad interim dell’Ordine. Dal 2018 era il Presidente della Fondazione Pellegrinaggi italiani dell’Ordine di Malta. Ha ricoperto numerosi ruoli nel Gran Priorato di Roma, di cui è stato per molti anni uno dei capitolari. Il 28 agosto 2022 Fra’ John Critien ha prestato giuramento come Gran Priore di Roma nelle mani del Luogotenente del Gran Maestro, Fra’ John Dunlap. Primo membro maltese dell’Ordine a ricoprire tale carica. L’Ordine di Malta partecipa al dolore della famiglia e dell’Associazione Maltese. Si unisce nella preghiera e nel lutto per la scomparsa di un illustre servitore dell’Ordine di Malta, di uno dei suoi Professi e di un uomo di grande fede.

03/12/2022
www.orderofmalta.int/it/notizie/ordine-malta-piange-scomparsa-fra-john-edward-...
14/12/2022 16:27
 
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Fra' Ludwig Hoffmann von Rumerstein muore a Innsbruck



Con profondo rammarico il Gran Magistero comunica la morte del Venerabile Balì Fra’ Ludwig Hoffmann von Rumerstein, già Gran Commendatore del Sovrano Ordine di Malta. Si è spento a Innsbruck, oggi, 13 dicembre 2022. Fra’ Ludwig è nato nel 1937 a Innsbruck, in Austria. Ha studiato giurisprudenza all'Università di Innsbruck, laureandosi in diritto civile e canonico nel 1962, a cui sono seguiti gli studi in filosofia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Nella sua vita professionale si è specializzato in diritto penale, esercitando la professione di avvocato a Innsbruck dal 1970 al 2002. Ha co-fondato la divisione Distretto del Tirolo e Vorarlberg del Malteser Hospitaldienst Austria (MHDA), diventandone il capo e ha supervisionato la formazione dell'ospedale MHDA a Lourdes per quattro anni. Diviene membro del Sovrano Ordine di Malta nel 1970, emettendo i voti religiosi solenni nel 1988. E' stato eletto membro del Sovrano Consiglio per tre volte, nel 1994, nel 1999 e nel 2014. Da gennaio ad aprile 2017 è Luogotenente ad interim, a seguito delle dimissioni del 79° Gran Maestro Fra' Matthew Festing. Nel 2007 Papa Benedetto XVI lo nomina Gentiluomo di sua santità. Il Venerabile Balì Fra’ Ludwig Hoffmann von Rumerstein sarà ricordato nella Santa Messa celebrata quotidianamente nel Palazzo Magistrale. Il Luogotenente del Gran Maestro Fra’ John Dunlap e il Gran Commendatore Fra’ Emmanuel Rousseau invitano tutti i membri del Sovrano Ordine di Malta a pregare per il riposo della sua anima.

Traduzione: Wheaton80
13/12/2022
www.orderofmalta.int/news/fra-ludwig-hoffmann-rumerstein-dies-in...
30/12/2022 15:14
 
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È morto Fra’ Carlo d’Ippolito di Sant’Ippolito, Balì Gran Croce di Giustizia



Il Venerando Balì Fra’ Carlo d’Ippolito di Sant’Ippolito, Gran Commendatore dell’Ordine di Malta tra il 2011 e il 2014, è morto a Prato oggi, 26 dicembre, all’età di 89 anni. Era malato da tempo. Il Luogotenente di Gran Maestro Fra’ John T. Dunlap, nel piangere la sua scomparsa, ha inviato le sue condoglianze e quelle di tutto l’Ordine di Malta alla famiglia di Fra’ Carlo. Nato a Napoli il 3 maggio del 1933, Carlo d’Ippolito è entrato a far parte dell’Ordine di Malta nel 1997, dopo essersi formato e aver lavorato nelle tenute agricole di famiglia in Calabria. Dopo la morte della moglie, ha emesso i voti religiosi solenni nel 2005 diventando un religioso professo dell’Ordine. Dal 2004 al 2006 è stato consigliere aggiunto della Camera dei Conti dell’Ordine. Membro del Sovrano Consiglio dal 2006 al 2011 e Gran Commendatore tra il 2011 e il 2014. Dal 2009 al 2011 è stato Presidente dell’Ordine in Italia per i Pellegrinaggi e consigliere del Comitato per il Pellegrinaggio Internazionale di Lourdes. Nel 2012 gli è stato conferito il grado di Balì Gran Croce di Giustizia. I funerali saranno celebrati da Fra’ Giovanni Scarabelli, Cappellano Gran Croce Conventuale, domani alle ore 15 nella chiesa dei Santi Michele e Gaetano a Firenze.

26/12/2022
www.orderofmalta.int/it/notizie/morto-fra-carlo-ippolito-santippolito-bali-gran-croce-di-gi...
02/01/2023 17:12
 
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Non affiancatelo a Maradona, Pelé era asservito all’élite neoglobalista e transumanista

Il mondo intero piange da ieri la morte di Pelé, al secolo Edson Arantes do Nascimento, più semplicemente O’Rei, il calciatore fenomeno del Brasile tri-Campione del Mondo con 1.281 goal all’attivo in 1.363 partite disputate: consuetudine vuole che l’affiancamento tra Pelé e Diego Armando Maradona sia di norma, due totem del pallone, due numeri 10 inimitabili, di generazioni diverse, che hanno segnato la storia dell’intrattenimento preferito al mondo. Solo che affiancarli, fuori dal campo, è politicamente sbagliato e storicamente falso. Relatore sul palco dell’élite neoglobalista di Davos e poi premiato dal transumanista Klaus Schwab al World Economic Forum in America Latina, amico del chiacchierato Joseph Blatter padre padrone della FIFA (8 anni di squalifica per corruzione, poi assolto) e collaboratore del guerrafondaio ex Segretario USA Henry Kissinger (“Sono sicuro che il tuo soggiorno negli Stati Uniti contribuirà in modo sostanziale a rafforzare i legami tra Brasile e Stati Uniti“, gli disse convincendolo all’esperimento Cosmos), Pelé rimase infatuato sulla via mistica del siero genico sperimentale (“E' un giorno indimenticabile’, le prime parole all’inoculazione del sacro elisir) e, a differenza di Diego Armando Maradona antisistema e popolare, si è sempre schierato dall’altra parte, dalla parte dei potenti, dei padroni universali che l’hanno usato per trasformare il calcio in un’arma contundente, molto pericolosa, Perché Pelé, a differenza di Maradona, s’è sempre fatto usare, nonostante nel ventennio ’60-’80 risultò attenzionato dalla dittatura militare in Brasile, ergendosi a testimonial di una farsa globale estremizzata al paradosso nei mondiali del grande reset appena terminati in Qatar, a cui ho dedicato una puntata de Il TecnoRibelle.

oasisana.com/2022/11/24/23582/




Pelé con Henry Kissinger

Certo, innegabile, da calciatore è stato un grandissimo, al punto che nel 1969 il suo Santos riuscì persino ad interrompere per tre giorni la guerra in Nigeria (“Volevano venire a vederci giocare“). Ma come scrivevo in un mio commento su Il Fatto Quotidiano, con tutti i suoi limiti e le sue contraddizioni, comunque Diego è stato ben altro, un rivoluzionario anche prima di appendere gli scarpini al chiodo. Testimonial degli indifesi, quand’era al Napoli rifiutò la Juve degli Agnelli e il passaporto statunitense, girò le spalle a faraonici contratti delle multinazionali giapponesi e americane, roba da più di 100 milioni di dollari buttati per terra:“Mi dispiace, non posso accettare”; perché per Maradona il calcio era lo strumento e simbolo di una missione affrancatrice condotta in nome di popoli e libertà:“Non si tratta un uomo come mercanzia”. Sindacalista contro la FIFA, Diego odiava Blatter e Havelange, bollava Matarrese (FIGC) come “un mafioso”, e decenni prima l’affondo contro l’UEFA di Michel Platini (“Non voglio più vedere partire truccate”) e la SuperLega degli oligarchi dal profitto senz’anima:“Voglio continuare a dire la verità fino all’ultimo, perché non mi piace l’ingiustizia”. Insomma, Diego Armando Maradona nacque povero e morì come se lo fosse. Pelé, Edson Arantes do Nascimento, detto O’Rei, nacque povero pure lui, ma fino all’ultimo respiro s’è sempre schierato dalla parte del potere. Che il mondo pianga pure Pelé, ma per favore, senza affiancarlo a Maradona.

Maurizio Martucci
30 dicembre 2022
oasisana.com/2022/12/30/non-affiancatelo-a-maradona-pele-era-asservito-allelite-neoglobalista-e-transu...
[Modificato da wheaton80 02/01/2023 17:14]
12/02/2023 00:19
 
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Addio al Generale Musharraf, il Presidente pakistano che gestì il dopo 11 Settembre e si alleò con gli americani



Pervez Musharraf, il generale a quattro stelle che ha governato il Pakistan per quasi un decennio dopo aver conquistato il potere con un colpo di Stato incruento nel 1999, ha supervisionato una rapida crescita economica e ha cercato di introdurre valori socialmente liberali nel Paese musulmano conservatore. Musharraf, 79 anni, è morto in ospedale dopo una lunga malattia, dopo aver trascorso anni in esilio autoimposto, hanno riferito domenica i media pakistani. Per molti anni ha goduto di un forte sostegno, la sua più grande minaccia è stata al Qaeda e altri militanti islamici, che hanno tentato di ucciderlo almeno tre volte. Ma il suo uso pesante dell'esercito per reprimere il dissenso e il suo continuo sostegno agli Stati Uniti nella lotta contro Al Qaeda e i Talebani afghani hanno portato alla sua caduta. Nato a Nuova Delhi nel 1943, Musharraf aveva quattro anni quando i suoi genitori si unirono all'esodo di massa dei musulmani verso il neonato Stato del Pakistan. Il padre lavorava nel Ministero degli Esteri, mentre la madre era un'insegnante e la famiglia aderiva a un Islam moderato e tollerante. Si arruolò nell'esercito all'età di 18 anni e divenne capo di un commando d'élite. Ha preso il potere spodestando l'allora Primo Ministro Nawaz Sharif, che aveva tentato di licenziarlo per aver dato il via libera a un'operazione di invasione delle aree del Kashmir controllate dagli indiani, portando il Pakistan e l'India sull'orlo della guerra. Nei primi anni di governo, Musharraf si è guadagnato il plauso internazionale per i suoi sforzi riformisti, facendo approvare leggi per proteggere i diritti delle donne e consentendo per la prima volta ai canali televisivi privati di operare.

Il suo debole per i sigari e il whisky d'importazione e i suoi appelli ai musulmani affinché adottino uno stile di vita di "moderazione illuminata" hanno aumentato il suo appeal in Occidente all'indomani degli attentati dell'11 settembre 2001 negli Stati Uniti. Dopo gli attentati è diventato uno dei più importanti alleati di Washington, consentendo alle forze statunitensi di utilizzare droni armati da basi segrete in territorio pakistano che hanno ucciso migliaia di persone e ordinando l'ingresso di truppe nazionali nelle aree tribali senza legge del Paese, lungo la frontiera con l'Afghanistan, per la prima volta nella storia del Pakistan. Ciò ha contribuito a legittimare il suo governo all'estero, ma anche a far precipitare il Pakistan in una sanguinosa guerra contro i gruppi estremisti locali. In un libro di memorie del 2006, si è preso il merito di aver salvato il Pakistan dall'ira americana, affermando che il Paese era stato avvertito che doveva essere «pronto a essere bombardato fino all'età della pietra» se non si fosse accordato con Washington. Musharraf ha anche esercitato con successo pressioni sull'allora Presidente George W. Bush affinché versasse denaro all'Esercito Pakistano.

Tuttavia, la fedeltà dell'esercito non è mai stata univoca: i suoi potenti servizi di Intelligence hanno stretto accordi con i Talebani e Al Qaeda e hanno sostenuto l'insurrezione che combatte le truppe statunitensi in Afghanistan. In altre aree della politica estera, Musharraf ha cercato di normalizzare le relazioni tra Nuova Delhi e Islamabad. In occasione di un vertice regionale nel 2002, meno di tre anni dopo aver lanciato l'operazione militare contro l'India, Musharraf ha scioccato il mondo quando, dopo aver terminato un discorso, si è improvvisamente avvicinato al Primo Ministro indiano Atal Bihari Vajpayee per stringergli la mano e offrirgli di parlare di pace. Secondo gli analisti, la questione del Kashmir, che rimane il più potente punto di contesa tra India e Pakistan, è stata quasi risolta durante l'era Musharraf. Ma il processo di pace è deragliato subito dopo il suo governo. Sotto Musharraf, gli investimenti stranieri sono fioriti e il Pakistan ha registrato una crescita economica annuale del 7,5%, che rimane il livello più alto in quasi tre decenni, secondo i dati della Banca Mondiale. Gli ultimi anni della sua presidenza sono stati tuttavia oscurati dal suo governo sempre più autoritario. Nel 2006, Musharraf ordinò un'azione militare che uccise un capo tribale della provincia del Balochistan, gettando le basi di un'insurrezione armata che infuria tuttora.

L'anno successivo, più di cento studenti che chiedevano l'imposizione della sharia sono stati uccisi dopo che Musharraf ha evitato di negoziare e ha ordinato alle truppe di assaltare una moschea di Islamabad. Questo ha portato alla nascita di un nuovo gruppo militante, Tehreek-e-Taliban Pakistan, che da allora ha ucciso decine di migliaia di persone in attentati suicidi e assalti sfacciati. Più tardi, nel 2007, un attacco suicida che ha assassinato la leader dell'opposizione Benazir Bhutto ha scatenato ondate di violenza. I suoi sforzi perrafforzare il potere giudiziario hanno portato a proteste e un assediato Musharraf ha rinviato le elezioni e dichiarato lo stato di emergenza. Nel 2008 si sono tenute le prime elezioni democratiche del Paese dopo 11 anni. Il partito di Musharraf perse e, di fronte all'impeachment del Parlamento, si dimise dalla presidenza e fuggì a Londra. Nel 2013 è tornato in Pakistan per candidarsi a un seggio in Parlamento, ma è stato immediatamente squalificato. Nel 2016 gli è stato concesso di partire per Dubai. Nel 2019, un tribunale lo ha condannato a morte in contumacia per l'imposizione del regime di emergenza nel 2007, ma il verdetto è stato poi annullato.

05 febbraio 2023
www.lastampa.it/esteri/2023/02/05/news/addio_al_generale_musharraf_il_presidentre_pakistano_che_gesti_l11_settembre_e_si_alleo_con_gli_americani-1...
[Modificato da wheaton80 12/02/2023 00:19]
16/05/2023 20:36
 
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Virginia von Fürstenberg e la maledizione degli Agnelli



Virginia von Fürstenberg è morta. Aveva quarantotto anni. Era nata a Genova il cinque di ottobre del 1974. Giaceva sul terrazzo al primo piano dell'Hotel Palace di Merano. Era la figlia di Sebastian von Fürstenberg e di Elisabetta «Bettina» Guarnati e nipote del principe Tassilo e di Clara Agnelli, scomparsa nel 2016, madre di Ira, Egon e per l'appunto di Sebastiano. Virginia, sposa di Paco Polenghi, lascia due figli, Miklos e Ginevra, nati dal matrimonio con Alessandro Csillaghy, di origini ungheresi. E una terza figlia, Clara, avuta dopo una relazione con Giovanni Bacco. Una vita esuberante la sua, donna affascinante di una bellezza diafana, stilista per diletto, erede, nello spirito, di suo padre Sebastian che, in infanzia, ebbe l'hobby di allevare le formiche, raccolte in speciali contenitori di vetro riempiti di terriccio. Nonostante la parentela diretta con la «famiglia», Sebastian non rientrava nei favori dello zio Gianni, mentre aveva legato con Susanna e Umberto; Virginia ne aveva conservato certe esuberanze, di comportamento e di eleganza. Si pensa a una morte voluta, Virginia si sarebbe lanciata dalla sua stanza ai piani superiori dell'hotel, per poi giacere sul pavimento della terrazza. Un epilogo strano e già carico di misteri, una fine tragica che fa tornare alla mente analoghe morti di quella dinastia ricchissima e travolta dai suicidi, quello di Edoardo Agnelli, gettatosi dal ponte lungo la strada verso Fossano, il 15 novembre 2000, e quello assai oscuro e mai veramente illustrato di Giorgio, un altro dei fratelli di Gianni e Umberto, che concluse, l'11 maggio 1965, la sua esistenza buia cadendo dalla finestra di una clinica del cantone di Vaud, a Rolle. Il suicidio come svolta tragica di una famiglia al centro della luce ma, al tempo stesso, avvolta da molte zone fosche, tenute sotto traccia dal mondo torinese e che ieri, nell'albergo di Merano, ha visto scrivere un'altra pagina drammatica. Virginia von Fürstenberg aveva creato apprensione già nello scorso febbraio, quando era improvvisamente scomparsa, non dando più alcuna notizia di sé e si era subito ipotizzata una situazione angosciosa; il padre, Sebastian, aveva presentato denuncia al commissariato di Marghera, che aveva trasmesso la notizia alla questura di Milano, città di residenza ufficiale della figlia. Ma, fortunatamente, quattro giorni dopo, la vicenda si era risolta con il ritorno a casa, in una delle dimore del Veneto, senza però trovare alcuna spiegazione o motivo di quella scomparsa. Resta l'ombra di un'altra morte in una vita piena di episodi imprevedibili, un epilogo che, forse, era preannunciato.

11 maggio 2023
www.ilgiornale.it/news/politica/virginia-von-furstenberg-e-maledizione-degli-agnelli-2149...
12/06/2023 14:09
 
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È morto Silvio Berlusconi



Silvio Berlusconi è morto oggi all’ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverato da venerdì: aveva da tempo una leucemia e nelle scorse settimane aveva già trascorso 45 giorni in ospedale per curarsi. Berlusconi, che aveva 86 anni, è stato tre volte Presidente del Consiglio e uno degli imprenditori più famosi e di successo in Italia. È stato anche il politico più controverso, discusso, influente e divisivo degli ultimi trent’anni di storia del Paese. Era stato ricoverato una prima volta a inizio aprile per alcune complicazioni respiratorie collegate a una leucemia mielomonocitica cronica. I suoi medici avevano in seguito spiegato che l’ex Presidente del Consiglio era malato da tempo e che era sottoposto a chemioterapia. Nel corso degli ultimi anni Berlusconi aveva avuto diversi problemi di salute e aveva anche subito alcune operazioni piuttosto delicate: tra le più recenti ci fu nel 2016 un intervento al cuore per la sostituzione della valvola aortica, e nel 2019 un’operazione d’urgenza per un’occlusione intestinale. Aveva comunque sempre mantenuto la guida del partito di centrodestra da lui fondato, Forza Italia, e alle elezioni del 25 settembre 2022 era stato eletto senatore, tornando in parlamento dopo nove anni di assenza.

12 giugno 2023
www.ilpost.it/2023/06/12/silvio-berlusconi-morto/


Nota Wheaton80
Posto qui sotto un vecchio articolo di Luigi Di Maio che sottolinea i punti controversi della vita politica di Silvio Berlusconi. Purtroppo figura come il bue che che dà del cornuto all'asino.



Berlusconi: sette volte traditore della Patria

Silvio Berlusconi ha annunciato che mi querelerà per aver detto che è un traditore della Patria. Dato che è vero non mi preoccupo assolutamente, anzi. Dall’immigrazione ai trattati europei, l’incandidabile Silvio Berlusconi ha tradito l’Italia e gli italiani almeno sette volte. Rinfreschiamogli la memoria.

Migranti economici
Lo scorso 16 novembre, Forza Italia ha votato al Parlamento Europeo la riforma del Regolamento di Dublino, che prevede una cosa: l’Italia è obbligata a gestire tutti i migranti economici arrivati. Per loro non è previsto nessun ricollocamento, nessuna solidarietà europea, nessuna condivisione degli oneri legati alla gestione dell’immigrazione. È quello che voleva la Merkel. La bomba sociale la sta creando il traditore Berlusconi: nel 2016 le domande di asilo sono state 123.000 (10.000 al mese, il 47% in più rispetto all’anno precedente) ma la maggior parte di queste è stata negata: il 61% resta a carico dell’Italia perché sono considerati migranti economici. Per questi i rimpatri sono difficili visto che mancano gli accordi con la maggior parte dei Paesi di provenienza.

Sanatorie
Tra il 1998 e il 2009 in Italia sono stati regolarizzati 214mila immigrati irregolari da parte dei governi di centrosinistra, e circa 945mila immigrati irregolari da parte dei governi di centrodestra, con Maroni Ministro dell’Interno. I governi Berlusconi-Lega hanno fatto le sanatorie perché le loro politiche sbagliate hanno moltiplicato i clandestini. In Italia è ancora in vigore la Bossi-Fini, Bossi… qualcuno si ricorda di che partito è? E chi pensa che la Bossi-Fini abbia risolto il problema dell’immigrazione illegale? Nessuno!

Regolamento di Dublino

È la radice di tutti i mali. Forza Italia e Lega urlano per coprire il loro più grande fallimento. Sono stati proprio loro a firmare nel 2003, quando erano al governo, il Regolamento di Dublino, quello che obbliga l’Italia a trattare da sola tutte le domande di asilo da parte dei migranti sbarcati in Italia. Il MoVimento 5 Stelle è stato il primo a denunciare gli effetti apocalittici di questo regolamento. Bisogna stracciarlo.

Guerra con la Libia

La guerra civile in Libia ha indebolito le forze dell’ordine del Paese, alcune delle quali sono complici nel traffico, lasciando i governi europei senza partner libici, vitali nella loro lotta contro la migrazione. Il caos in Libia dà ai migranti anche più incentivi per partire per l’Europa; negli anni precedenti era più facile trovare lavoro e stabilità in Libia.

Immigrati = Business
I partiti hanno trasformato l’immigrazione nella loro gallina dalle uova d’oro. Basta leggere la sentenza di Mafia Capitale e scorrere l’elenco dei politici di Forza Italia condannati: 11 anni per l’ex capogruppo in Regione Lazio, Luca Gramazio (l’accusa aveva chiesto 19 anni e mezzo), 3 anni per Giordano Tredicine, ex consigliere comunale di Roma. È stato più volte eletto in Forza Italia Giuseppe Castiglione, a giudizio per appalti e corruzione al Cara di Mineo.

Austerità
I dettami con cui viene imposta l’austerità nel Continente sono contenuti nei cosiddetti Six-Pack e Two-Pack. Imposti dall’UE e inseriti dal decadente Governo Berlusconi-Lega nel 2011 (l’iter di questi accordi richiede mesi di trattative), sono un insieme di regolamenti e direttive attraverso le quali è stato introdotto un sistema di sorveglianza dei dati macroeconomici di ciascun Paese, per cui se la Commissione Europea ritiene che ci siano degli squilibri può chiedere allo Stato di adottare misure di politica economica dirette alla loro eliminazione. Paghiamo anni di “menefreghismo” istituzionale e di non credibilità a livello internazionale.

Fiscal Compact
Poi è arrivato Mario Monti. Lui ha completato ciò che Berlusconi aveva trattato con estrema sufficienza: mentre l’Unione Europea si trasformava in un mostro tecnocratico, i mercati ci attaccavano, l’ex Presidente del Consiglio veniva travolto da scandali di ogni genere e il PD si apprestava a spingere verso un’austerità sempre più cieca e disumana. In questo periodo prende definitivamente forma il Fiscal Compact, ereditato dal Governo di centro-destra, firmato dai tecnici e fortemente voluto da un festante Partito Democratico, inebriato dalla smania di andare finalmente al potere. Non solo, siamo anche stati tra i pochi Paesi europei a modificare la nostra Costituzione per inserirvi il pareggio di bilancio (sempre coi voti del maxi-inciucio PD e PDL). Un traditore che si spaccia per salvatore e che imbarca nel suo partito indagati e condannati. Vorrei fare mie le parole del Procuratore Nazionale Antimafia De Raho:“Puniamo chi candida indagati. Gli elettori non votino i partiti che hanno liste lontane dall’etica“. Tutti dovrebbero seguire questo semplice principio. La scelta il 4 marzo è tra chi vuole migliorare la qualità della vita degli italiani e chi ha già tradito la Patria. Partecipa. Scegli. Cambia.

Luigi Di Maio
09 febbraio 2018
www.ilblogdellestelle.it/2018/02/berlusconi_sette_volte_traditore_della_pat...
12/08/2023 15:39
 
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Elogio di Michelona Murgia



Alla fine ci ha lasciati per davvero. Con la sua dipartita, Michela Murgia lascia un vuoto incolmabile, a cui non potrà sopperire neanche il suo gemello diverso Roberto Saviano. In queste ore, i soliti cuckservative si stanno sperticando in elogi in onore della scrittrice sarda, perché stare zitti pareva brutto. Il problema è che la stanno elogiando per i motivi sbagliati.

Michela Murgia soldato politico
Nell’epoca dell’assurdo, in cui un uomo colla parrucca può gareggiare contro le donne, Michela Murgia ha incarnato al massimo grado lo spirito del tempo. Con una coerenza assoluta e intransigente: senza sconti, senza pietà, senza tentennamenti. E così, nell’epoca della presunta «morte delle ideologie», Michela Murgia è diventata una vera intellettuale militante. Il suo fanatismo non si fermava di fronte a nulla e a nessuno: ogni battaglia, anche la più ridicola, veniva combattuta da Michela con lo spirito del missionario e del soldato politico. Dalla «matria» ai deliri LGBT, dal «razzismo sistemico» allo schwa, dal fascistometro agli attacchi alla famiglia, ogni stramberia ideologica, per lei, era una trincea da difendere con le unghie e coi denti. Ogni nemico politico doveva essere attaccato sempre e comunque, anche e soprattutto quando aveva ragione. Una volta diagnosticata la sua malattia, Michela Murgia non si è ritirata a vita privata. No, da vero soldato politico, ha sfruttato la sua condizione per condurre l’ultima battaglia a favore delle coppie di fatto e delle famiglie queer. Fino alla tomba e oltre. Verso l’immortalità. La differenza con Saviano è lampante: la sua è una vita tutta dedicata all’autopromozione e all’accrescimento del suo ego ipertrofico. Michelona, al contrario, la sua vita l’ha dedicata alla madre di tutte le battaglie: quella per l’egemonia culturale, per la conquista delle anime, per il trionfo del globalismo. È questa la differenza tra un promoter (Saviano) e una militante (Murgia).

Dall’altra parte, il nulla
Ora, ditemi: dove lo trovate, a destra, uno che valga anche solo un’unghia laccata di Michela Murgia? Esatto, non lo troverete. Perché Michelona era una «fanatica» nel senso etimologico del termine: non arretrava di fronte a nulla, mostrava le zanne, tirava fuori gli artigli, si buttava nella mischia, si prendeva i pesci in faccia con una noncuranza commovente. È vero che le sue erano battaglie conformiste, ma comunque ci vuole coraggio per combatterle in prima linea e senza esclusione di colpi. A destra, invece, è tutta una gara a chi si dissocia, a chi ritratta, a chi smentisce, a chi rettifica, a chi è stato frainteso: «blocco navale subito ma sosteniamo l’immigrazione legale», «utero in affitto reato universale ma adozioni gay perché no», «sulla strage di Bologna ho molti dubbi ma rispetto le sentenze». In confronto a Michela Murgia, questa gente non vale un cazzo. Ho sempre pensato che, nel grande circo della postmodernità, la pagliaccia fosse lei, Michelona Murgia. Ma forse devo ricredermi. I pagliacci sono sempre stati gli altri, quelli che cambiano idea in base al palinsesto di La7 o al raffreddore di Formigli. Michela, invece, idea non l’ha mai cambiata: è sempre stata una nemica dell’Italia e della civiltà europea. Pur detestando tutto ciò che sostiene e rappresenta, l’onore delle armi glielo dobbiamo.

Valerio Benedetti
11 agosto 2023
www.ilprimatonazionale.it/cultura/elogio-michela-murgia...
23/09/2023 01:34
 
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Morto Napolitano. Il ritratto di una delle eminenze grigie della politica italiana



È morto Giorgio Napolitano all’età di 98 anni, dopo un lungo ricovero presso una clinica romana. Entrato in Parlamento nel lontano 1953, è stato uno dei protagonisti del Partito Comunista Italiano e della sua controversa trasformazione dopo il 1989. Ministro sotto il primo Governo Prodi e poi doppio mandato come Presidente della Repubblica, Napolitano ha segnato la storia della politica italiana dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino ai giorni nostri. Una figura controversa e contraddittoria che ha avuto ruoli di primo piano durante alcuni dei passaggi più oscuri della storia della nostra Repubblica. Dall’invasione sovietica in Ungheria, passando per il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro e il tramonto del PCI degli anni ’90, fino alla caduta del Governo Berlusconi, al bombardamento sulla Libia e alla trattativa Stato-mafia. Vicende dove il ruolo di eminenza grigia dell’ex inquilino del Quirinale non è mai stato chiarito del tutto, ma che una stampa estremamente generosa ha contribuito a far uscire sempre indenne.

Primo capitolo: il Napolitano fascista
Partiamo da un capitolo della storia di questo personaggio dimenticato da molti: il Napolitano fascista. Prima, infatti, di fare carriera all’interno del PCI, nel periodo dei suoi studi, tra il 1942 e il 1944, Giorgio Napolitano era entrato a far parte del Gruppo Universitario Fascista a Napoli presso l’Università Federico II, dove si era iscritto alla facoltà di giurisprudenza. A guerra finita, nel tentativo di giustificare l’adesione al fascismo, Napolitano ha poi spiegato che i gruppi universitari erano spesso dei consessi di antifascismo mascherato. Una tesi mai confermata dagli storici. In ogni caso nel 1941, sul settimanale per cui collaborava “IX maggio”, ebbe così a scrivere in relazione all’attacco della Germania all’URSS:"L’Operazione Barbarossa civilizza i popoli slavi: dato che il nostro Alleato è lanciato alla conquista della Russia, vi è la necessità assoluta di un corpo di spedizione italiano per affiancare il titanico sforzo bellico tedesco allo scopo di far prevalere i valori della Civiltà e dei popoli d’Occidente sulle barbarie dei territori orientali" (citazione tratta dal libro “Potere massonico” di Ferruccio Pinotti). Il caso volle che nel 1944, dopo l’estromissione di Mussolini, lo sbarco degli alleati e soprattutto la liberazione di Napoli, colui che diventerà Presidente della Repubblica iniziò a frequentare, davvero, circoli antifascisti composti dai personaggi che poi diventeranno i protagonisti del PCI napoletano. E così si chiude il capitolo Napolitano fascista per lasciare spazio al Napolitano comunista.

Secondo capitolo: il Napolitano comunista
Eletto deputato nel 1953, resterà nelle aule del Parlamento per tutta la vita. Uno degli episodi più controversi del Napolitano comunista riguarda sicuramente la repressione attuata dall’Unione Sovietica ai danni dei rivoluzionari ungheresi, tra l’ottobre e il novembre del 1956. Si trattava nello specifico di un’insurrezione antisovietica con l’obiettivo di garantire l’indipendenza dell’Ungheria. In quel caso, per l’ala sinistra del nostro Parlamento, Napolitano compreso, non c’era sovranità che tenesse di fronte all’ingerenza sovietica, che con ingenti fondi rimpinguava le casse del Partito Comunista di casa nostra. Così l’Unione Sovietica inviò armi e carri armati per sedare la rivolta, causando oltre duemila morti. Il tutto con il benestare di quella sinistra che oggi, all’opposto, si straccia le vesti per l’integrità territoriale dell’Ucraina. "L’intervento sovietico in Ungheria, oltre ad impedire che questo Paese cadesse nel caos e nella controrivoluzione, ha contribuito in misura decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell’URSS ma a salvare la pace nel mondo". Questo è un estratto del più ampio discorso che Napolitano fece nel corso dell’VIII Congresso del PCI tenutosi a Roma dall’8 al 14 dicembre 1956. Insomma, carri armati per costruire la pace, un ossimoro che diventerà poi caro alle amministrazioni statunitensi e non è un caso che di lì a poco si aprirà un altro capitolo della vita di Napolitano, questa volta legato a doppio filo con la superpotenza d’oltreoceano.

Un comunista negli Stati Uniti
Arriviamo al 1976, una data cruciale nella storia politica italiana. Il PCI aveva infatti appena raggiunto il massimo risultato storico alle urne: il 34,4% dei voti. È il momento in cui l’allora Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro decideva di aprire a quello che venne conosciuto come compromesso storico, quindi un Governo aperto anche al PCI. Si trattava di mesi in cui l’Italia era osservata speciale dell’intelligence statunitense e qualsiasi passo politico doveva essere prima vagliato dai piani alti della CIA. Nel marzo 1978 successe quello che tutti sappiamo: Aldo Moro fu rapito dalle Brigate Rosse e poi, due mesi più tardi, ucciso. Quello che molti non si ricordano è il viaggio che fece proprio Giorgio Napolitano durante quel periodo. Dal 4 al 19 aprile dello stesso anno, l’allora dirigente del PCI si trovava negli Stati Uniti a tenere conferenze in alcune delle più prestigiose università, ma soprattutto a tessere rapporti con ambienti più riservati come il Council on Foreign Relations. Ed è proprio in questo consesso che pronunciò un discorso di apertura verso la NATO:“Il PCI non si oppone più alla NATO come negli anni Sessanta, mentre lo scopo comune è quello di superare la crisi e creare maggiore stabilità in Italia”. Ricordiamo che secondo le testimonianze della moglie di Aldo Moro, l’allora Segretario di Stato americano Kissinger minacciò direttamente Aldo Moro:“O tu cessi la tua linea politica, oppure pagherai a caro prezzo per questo”. Da allora inizia quindi l’altro capitolo dell’ex inquilino del Quirinale: il Napolitano atlantista.

Terzo capitolo: il Napolitano atlantista
Il viaggio negli Stati Uniti ha infatti dato i suoi frutti e gli anni ’80 rappresentano il trampolino di lancio del PCI per una completa rivoluzione ideologica: non più dipendenti da Mosca, ma da Bruxelles e Washington. In quel periodo Napolitano è infatti uno dei più attivi sostenitori della necessità di una svolta europea del PCI, che poi avverrà puntualmente dopo lo smembramento dell’Unione Sovietica. Arriviamo così al punto più alto della carriera di Napolitano: l’elezione a Presidente della Repubblica il 10 maggio del 2006. Primo Presidente della Repubblica della storia a beneficiare di un secondo mandato, è stato protagonista di uno degli anni più tragici della vita della II Repubblica: il 2011. Nel marzo di quell’anno infatti l’allora Governo Berlusconi si trovò di fronte al bivio se appoggiare o meno l’intervento militare in Libia voluto da Francia, Inghilterra e Stati Uniti. Secondo le ricostruzioni, a far propendere l’Italia sul lato interventista fu proprio l’allora Presidente della Repubblica. Lo confermano le dichiarazioni di Ignazio La Russa, ai tempi Ministro della Difesa, che ha raccontato di una riunione al Teatro dell’Opera dove erano presenti Berlusconi, Napolitano, Frattini e Gianni Letta. In quell’occasione il Presidente della Repubblica ebbe a ricordare l’impossibilità per l’Italia di venire meno agli impegni internazionali. Quelle decisioni portarono all’uccisione di Gheddafi e al caos libico che ancora oggi paghiamo. La parabola di Napolitano non finisce qui.

www.youtube.com/watch?v=wCwiXDriKVI

Il ruolo di Napolitano nell’ascesa di Monti

Perché sempre nel 2011 fu determinante per l’oscura trama che portò la defenestrazione di Berlusconi e l’insediamento di Mario Monti alla Presidenza del Consiglio. Il 9 novembre 2011 Napolitano nominò infatti il professore della Bocconi Senatore a vita, preludio dell’incarico a formare il nuovo governo affidato pochi giorni più tardi, il 16 novembre. Su quella storia tornò anni dopo lo stesso Berlusconi, che ebbe così a dichiarare:“Non intendevo, anche se lasciato solo dal Capo dello Stato, rinunciare alla nostra sovranità, per rispetto alla nostra gente e per ragioni di dignità nazionale. Alla fine mi dimisi perché preferii ritirarmi piuttosto che danneggiare irreparabilmente l’Italia, che era tenuta sotto tiro con la pistola dello spread. Un’arma costruita a freddo per consentire a potenze esterne e interne, extra democratiche, di prendere il timone della nave”. Tutto questo è stato quindi Giorgio Napolitano, personaggio capace di cambiare casacca con estrema disinvoltura e tessere così le fila di una storia repubblicana piena di buchi neri.

22 settembre 2023
Michele Crudelini
www.byoblu.com/2023/09/22/morto-napolitano-nato-fascista-cresciuto-comunista-e-invecchiato-atlantista-il-ritratto-di-una-delle-eminenze-grigie-della-politica-i...
[Modificato da wheaton80 23/09/2023 01:35]
25/09/2023 18:33
 
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Il "Signor Nobel” Geir Lundestad è morto



È morto venerdì, dopo una lunga malattia, all'età di 78 anni, lo storico Geir Lundestad, direttore di lunga data dell'Istituto Nobel norvegese, come ha confermato sabato la sua famiglia al quotidiano norvegese "Aftenposten". In un necrologio, il giornale lo ha onorato come “Mr. Nobel”, come colui che ha dato più significato e dimensione al Premio Nobel per la Pace. L'Istituto Nobel ha confermato la morte di Lundestad in risposta a una richiesta della DPA. La Presidente del Comitato per il Nobel, Berit Reiss-Andersen, e l'attuale direttore dell'istituto, Olav Njølstad, hanno affermato che è con grande tristezza che hanno ricevuto la notizia della sua morte. Lundestad ha svolto un lavoro considerevole per rafforzare la posizione del Premio Nobel per la Pace in Norvegia e nel mondo. Lundestad è stato direttore dell'Istituto Nobel dal 1990 al 2014. In questo ruolo ha agito anche come segretario del Comitato Nobel, che ogni anno assegna il Premio Nobel per la Pace. L'annuncio dei vincitori del Premio Nobel di quest'anno avverrà all'inizio di ottobre. Il 6 ottobre si terrà il Premio Nobel per la Pace, l'unico premio che non verrà assegnato a Stoccolma, ma a Oslo.

23.09.2023
Traduzione: Wheaton80
www.wort.lu/panorama/mr.-nobel-geir-lundestad-gestorben/3337...
26/09/2023 16:09
 
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È morto Matteo Messina Denaro, l'ultimo stragista di Cosa Nostra



Dopo una agonia di alcuni giorni è morto nell'ospedale dell'Aquila il boss Matteo Messina Denaro, l'ultimo stragista di Cosa Nostra arrestato a gennaio dopo 30 anni di latitanza. Il capomafia, 62 anni, soffriva di una grave forma di tumore al colon che gli era stata diagnosticata mentre era ancora ricercato, a fine 2020. Messina Denaro è morto poco prima delle 2. Il corpo del mafioso si troverebbe ora in uno dei sotterranei dell'obitorio dell'ospedale aquilano che dista non più di cento metri dalla camera-cella nella quale era ricoverato dallo scorso 8 agosto. La Procura dell'Aquila, di concerto con quella di Palermo, ha disposto l'autopsia che verrà eseguita nell'ospedale aquilano. Era stato proprio il cancro al colon a portare i carabinieri del ROS e la Procura di Palermo sulle tracce del boss, riuscito a sfuggire alla giustizia per 30 anni. Dopo la cattura, Messina Denaro è stato sottoposto alla chemioterapia nel supercarcere dell'Aquila, dove gli è stata allestita una sorta di infermeria attigua alla cella. Una équipe di oncologi e di infermieri del nosocomio abruzzese ha costantemente seguito il paziente, apparso subito, comunque, in gravissime condizioni.

Nei 9 mesi di detenzione, il padrino di Castelvetrano è stato sottoposto a due operazioni chirurgiche legate alle complicanze del cancro. Dall'ultima non si è più ripreso, tanto che i medici hanno deciso di non rimandarlo in carcere, ma di curarlo in una stanza di massima sicurezza dell'ospedale, trattandolo con la terapia del dolore e poi sedandolo. Prima di perdere coscienza ha incontrato alcuni familiari e dato il cognome alla figlia Lorenza Alagna, avuta in latitanza e mai riconosciuta. La ragazza, che aveva incontrato il padre per la prima volta in carcere ad aprile, insieme a una delle sorelle del capomafia e alla nipote Lorenza Guttadauro, che è anche il difensore del boss, è stata al suo capezzale negli ultimi giorni. Venerdì, sulla base del testamento biologico lasciato dal boss, che ha rifiutato l'accanimento terapeutico, gli è stata interrotta l'alimentazione ed è stato dichiarato in coma irreversibile. Nei giorni scorsi la Direzione Sanitaria della ASL dell'Aquila ha cominciato a organizzare le fasi successive alla morte del boss e quelle della riconsegna della salma alla famiglia, rappresentata da Lorenza Guttadauro e Lorenza Alagna. La Procura dell'Aquila, di concerto con quella di Palermo, ha disposto l'autopsia sulla salma.

26 settembre 2023
www.ansa.it/sicilia/notizie/2023/09/25/e-morto-matteo-messina-denaro_286723f3-1ece-420c-9cdf-0b35af1eba...
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