Argentina. E’ morto Benjamin Menéndez; aveva rapito, torturato, stuprato ed ucciso bambini
Luciano Benjamin Menéndez, militare e famigerato aguzzino torturatore durante la dittatura militare in Argentina, detentore del triste record mondiale di 13 condanne per crimini contro l’umanità, è morto oggi all’età di 90 anni. Era stato incriminato in circa 800 casi per vari crimini commessi durante la dittatura. Come Capo del Distaccamento di Intelligence 141 General Iribarren, in provincia di Córdoba, ha avuto sotto il suo controllo il centro di detenzione clandestino di La Perla, dove sono passati 2.500 detenuti. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, Menéndez ha assistito a esecuzioni, interrogatori e sessioni di tortura. L’ultima condanna all’ergastolo l’ha ricevuta nel 2016 nella provincia di San Luis, per 29 atti di privazione della libertà aggravata e tortura e 11 omicidi. Menéndez stava scontando gli arresti domiciliari quando è stato ricoverato in ospedale per una crisi cardiaca grave, mentre era in attesa dell’esito di altri due procedimenti in cui è stato incriminato per i crimini commessi durante la dittatura (1976-1983), di cui era uno dei principali aguzzini. L’ex Capo del Terzo Corpo dell’Esercito (1975-1979) è stato condannato per sparizioni, omicidi, torture, stupri e rapimenti di bambini. Lo “Sciacallo” o “Iena”, alcuni dei suoi pseudonimi, fu l’esecutore del piano sistematico di repressione della dittatura in 10 delle 23 province del Paese, ed è considerato come l’ideologo del cosiddetto “patto di sangue”, con il quale ha costretto i suoi ufficiali a partecipare a rapimenti ed esecuzioni per garantirsi il loro silenzio in futuro sui crimini durante la dittatura.
27 febbraio 2018
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