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Oggetti non identificati negli abissi: ecco i nuovi UFO

Ultimo Aggiornamento: 20/06/2020 01:13
28/10/2019 18:32
 
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Negli ultimi mesi la Marina degli Stati Uniti si è trovata costretta ad ammettere l'evidenza riguardo quelli che vengono definiti incontri ravvicinati del "primo tipo" con degli UFO, Unidentified Flying Object. I video, pubblicati dal New York Times, che intervistò i piloti dei caccia F/A-18 che tentarono di intercettarli, sono stati condivisi dai giornali di tutto il mondo; ma ora uno dei piloti, divenuto noto per aver "avvistato" un velivolo a forma di "Tic-Tac" gigante poi scomparso dopo un'accellerazione a velocità insostenibile per l'uomo, ha rivelato i dettagli di un altro inquietante incontro ravvicinato. E questa volta l'oggetto non identificato proverrebbe dalle profondità degli abissi. Il veterano dell'US Navy ad aver raccontato questa storia spettrale è David Fravor, pilota di marina ritiratosi con il grado di Comandante dello Strike Fighter Squadron 41, imbarcato sulla portaerei USS Nimitz e protagonista dell'incidente del novembre 2004 (http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/9e/TIC_TAC_UFO_EXECUTIVE_REPORT_1526682843046_42960218_ver1.0.pdf). Fravor ha riportato, durante una nota trasmissione radiofonica, l'esperienza di un pilota di elicotteri della base navale di Roosevelt Roads che, impegnato nel recupero di bersagli e siluri per il rilevamento di dati telemetrici con il suo MH-53 Sea Dragon, s'imbattè in una "grande massa nera" che sembrava emergere dall'acqua sotto i suoi piedi (l'MH-53 ha una conformazione dell'abitacolo che permette di vedere "sotto"), per poi sparire improvvisamente. Proprio quello che gli ufolofigi ribattezzerebbero come un Unidentified Underwater Object (Oggetto Sommerso Non Identificato, ndr).

Nel primo dei due avvistamenti, uno dei membri a bordo dell'elicottero che era impegnato a recuperare un BMQ, un finto bersaglio aereo che viene lanciato durante le missioni di addestramento e che ha una forma simile a quella di un missile con le ali, avvertì il resto dell'equipaggio che non erano "soli", quando durante la fase di recupero del bersaglio e del sub che si era tuffato in mare per agganciare il cavo del verricello, la "grande massa nera" iniziò a sollevarsi sotto l'elicottero, che volava approssimativamente a 15 metri dal livello dell'acqua al largo della costa orientale degli Stati Uniti. Era la metà degli anni '90. Il pilota avrebbe ammesso di aver visto proprio "una massa scura che risaliva dalle profondità”, gridando:" Che diavolo è quello?", ma subito dopo la massa si sarebbe inabissata. Qualcuno pensò immediatamente a un sottomarino, anche un sottomarino russo al limite, ma il pilota negò questa possibilità:"Non era un sottomarino”, affermò. "Ho già visto sottomarini. Una volta che hai visto un sottomarino non puoi confonderlo con qualcos'altro". Durante il secondo incontro, lo stesso pilota stava recuperando un siluro per rilevamenti telemetrici, quando un grande oggetto sommerso simile a quello avvistato la volta precedente, dalla forma "un pò circolare", risalì per prendere il siluro che venne (letteralmente) "risucchiato", per non essere mai più rivisto. Secondo la testimonianza di Fravor, che non ha rivelato l'identità del protagonista della storia, questo pilota della Marina si rivolse al Times per esporre i fatti, nella speranza che venissero riportati, ma il giornale al tempo si rifiutò di pubblicare la storia. Tuttavia, c'è di più.

Gli altri "incontri ravvicinati"
Dopo la sua rivelazione pubblica, Fravor afferma che una donna di 79 anni lo avrebbe contattato per riportagli la testimonianza di suo padre, un ufficiale della Marina di stanza alla base navale di San Francisco negli anni '50. Da bambina le venne mostrato un documento dove si faceva riferimento a "oggetti non identificati" che erano stati visti "entrare e uscire dall'acqua" a delle particolari coordinate di latitudine e longitudine. Secondo il racconto della donna, suo padre sosteneva che gli oggetti apparissero "sempre nella stessa area". Un'altra testimonianza, sempre legata alla Marina statunitense, sarebbe quella di un operatore della USS Wasp e del suo gruppo di scorta. Nel 1963, sempre al largo delle coste orientali, velivoli per la guerra antisommergibile e cacciatorpedinieri tracciarono un oggetto sommerso sconosciuto che si muoveva ad alta velocità e che avrebbe dato "segnale" per quattro giorni alla proibitiva profondità di 8mila metri.

Le testimonianze di oggetti non identificati sommersi sono numerose, quasi quanto quelle degli oggetti volanti non identificati; secondo la versione dell'ex pilota della Marina David Fravor, l'unica ragione per cui lui stesso è stato protagonista del primo e più famoso avvistamento "confermato" dalla Difesa americana, quello dell'Ufo "Tic-Tac" (noto come avvistamento"Flir1"), è proprio perché si trovava a sorvolare quello che definisce un "misterioso oggetto più grande" che era "stato avvistato sott'acqua", dove la superficie appariva "bollente" o "schiumosa". Secondo questo veterano, a cui gli Stati Uniti hanno affidato il comando di uno squadrone di cacciabombardieri del valore di milioni di dollari per molti anni, e per tutti coloro che gli stanno dando credito, qualcosa si nasconderebbe nelle profondità degli abissi. Proprio come ci mostrò la fantasia di James Cameron nel suo film cult degli anni '80 “The Abyss”.

Davide Bartoccini
22/10/2019
www.ilgiornale.it/news/mondo/oggetti-non-identificati-negli-abissi-i-nuovi-ufo-1773230.html?fbclid=IwAR3ozpyxKcFQOW9g8iJc57CPdAFNMTDiyOX9qJog4recdhxc3Vu...
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Gli UFO e gli USO del misterioso Lago Baikal: torna d’attualità l’incontro ravvicinato nel 1982 di sette sommozzatori russi

Una puntata di Discovery Channel dedicata agli USO (gli UFO acquatici) ci ha spiegato che stanno tornando alla ribalta i misteri del Lago Baikal, tanto simile, quanto ad episodi strani, ai deserti dell’Arizona, del New Mexico e di altre parti degli USA. Prima di tutto, ecco una sintetica “fotografia” del luogo. Il Baikal è nel Sud della Siberia (la più importante città vicina è Irkutsk, a sei ore di volo da Mosca o a cinque giorni di ferrovia Transiberiana): è lungo 636 km e largo in media 48; dopo il Tanganica è il secondo lago di acqua dolce al mondo per estensione, ma è il primo per quantità di acqua. Formatosi tra i 25 e i 35 milioni di anni fa, molto simile a un mare anche per la presenza di spugne, la sua profondità media è di 744 metri, con una punta massima, nella parte centrale, di un chilometro e 700 metri. Gli scienziati hanno poi calcolato che contiene circa un quinto di tutta l’acqua dolce non congelata presente sulla Terra. La bellezza di questi posti, che sviluppano anche un turismo non di massa ma dai numeri ugualmente interessanti, sta poi nella flora e nella fauna (1.400 specie endemiche), nelle spettacolari onde ghiacciate (le temperature sono spesso rigidissime) e nell’originalità delle popolazioni che vivono lì.



Le acque erano purissime (in certe zone si riusciva a vedere fino a -40 metri), oggi lo sono molto di meno: l’inquinamento abusivo è arrivato pure fin qui, tant’è che il Presidente Putin, dopo essersi fatto riprendere in un batiscafo sceso fino al punto di massima profondità, ha promesso bonifiche serrate. Ma a noi il lago siberiano interessa per le sue anomalie ad ampio spettro: dalle sparizioni di imbarcazioni e addirittura di navi, alla comparsa improvvisa di nebbie, al Pesce Drago (una specie di mostro di Loch Ness locale), ai perfetti cerchi nel ghiaccio con diametro dai 30 ai 100 metri (ma in questo caso pare sia stata trovata la spiegazione: si tratterebbe di vortici generati da differenti temperature dell’acqua), agli aggressivi Ithiandler (creature descritte dal folklore russo: sarebbero metà uomo e metà squalo e popolerebbero i grandi laghi e il mare a nord della Russia), al non ritrovamento di persone di cui si erano perse le tracce, agli avvistamenti di luci particolari e di oggetti non identificati. Con questi ultimi arriviamo alla voce dei documenti finalmente declassificati: tra i casi più famosi di una serie di incidenti inspiegabili che hanno coinvolto sia militari sia civili c’è quello di un Tupolev, inabissatosi nel lago dopo essere stato inseguito da un UFO. Gli OVNI avrebbero anche la peculiarità di pattugliare il Baikal e a volte di inabissarsi, diventando quindi degli USO. L’ipotesi è che ci sia proprio una base sul fondo del lago. E negli anni '80 e '90, durante ricerche condotte dalla Marina, i subacquei militari hanno affermato di aver avuto incontri ravvicinati con questi oggetti che si muovevano nel buio dei fondali.



Oggetti e non solo, a detta del rapporto redatto nel 1982 da Alexey Tivanenko, sul quale si è tornati a discutere. La relazione dice questo:“Ad una profondità di 50 metri sono stati avvistati degli strani esseri alti circa 3 metri, tutti vestiti con abiti argentei molto aderenti. Non avevano alcun dispositivo da immersione, ma solo strani caschi sulla testa”. Di questo ne ha proprio parlato la puntata della serie su Discovery Channel. I sommozzatori ricevettero l’ordine di catturare uno di quegli esseri, ma quelle creature si mostrarono ostili e attaccarono i subacquei, che dovettero riemergere velocemente rischiando di morire di embolia per la mancata decompressione. I sommozzatori non poterono essere ospitati tutti in un’unica camera iperbarica perché poteva contenerne solo quattro: tre di loro morirono dunque sulla spiaggia a causa degli effetti provocati dall’embolia. Tivanenko ha accostato le descrizioni di quegli esseri alle antiche incisioni rupestri in cui si possono osservare delle misteriose creature munite di casco che molti attribuiscono alla visita sulla Terra di antichi Alieni. Nell’invitare il nostro Tigrino a farsi vivo (lui ha vissuto a lungo in Russia e ne conosce i misteri ufologici, come ben sappiamo), spero davvero che il “fascicolo Baikal” rimanga aperto: potrebbe esserci ancora tanto da scoprire.

Flavio Vanetti
18 aprile 2020
misterobufo.corriere.it/2020/04/18/gli-ufo-e-gli-uso-del-misterioso-lago-baikal-torna-dattualita-lincontro-ravvicinato-nel-1982-di-sette-sommozzator...
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