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Se il partito Comunista Cinese implodesse dall’interno? Il movimento Tuindang

Ultimo Aggiornamento: 13/04/2024 19:02
26/12/2022 12:15
 
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La Gestapo cinese sotto esame dopo la morte del suo fondatore

La famigerata polizia segreta della Germania nazista è scomparsa da tempo, ma i suoi crimini non sono stati dimenticati. Ma ciò che è meno noto è che anche il regime comunista cinese ha un’agenzia simile alla Gestapo, la cui unica missione è quella di perseguitare civili innocenti considerati nemici dello Stato. L’agenzia, chiamata ‘Ufficio 610’, esiste dal 1999. Nel corso degli anni, le vittime hanno raccontato l’atteggiamento spietato di coloro che lavorano in questo oscuro ente. «In assenza di testimoni, nessuno saprà mai se ti ho picchiato a morte», ha affermato Wang Xin. membro del personale dell’Ufficio 610 della contea nella provincia nord-orientale dello Shangdong, e noto per aver picchiato brutalmente le sue vittime e averle sottoposte all’alimentazione forzata. «Potrei mandarti a un corso di lavaggio del cervello», ha dichiarato nel 2015 Zheng Guolun, dipendente presso l’Ufficio 610 di Chongqing, nella Cina centrale. «Domani è Capodanno e non sarete lasciati in pace fino al Capodanno lunare cinese». Xie Shinong, dell’Ufficio 610 di Chengdu, nel sud-ovest della Cina, ha affermato:«Non seguiamo la legge». «Ecco 4.000 yuan (545 euro). Se non li volete, non riceverete nient’altro. È inutile che lo portiate a qualsiasi altra autorità», ha affermato Lei Yancheng, un vicedirettore regionale, alla famiglia di Liu Shufen, dopo che quest’ultimo è morto a causa della persecuzione nel 2003. Hu Shaobin, ex direttore dell’Ufficio 610 di Wuhan, nella Cina centrale, ha apertamente riconosciuto che l’agenzia per cui lavorava era una Gestapo dei giorni nostri, con il potere di mobilitare funzionari dell’esercito, della polizia, della magistratura e della pubblica sicurezza.

Queste parole inquietanti erano tutte state dette dai membri dell’Ufficio 610 (la Gestapo cinese) a cittadini cinesi che praticavano una disciplina spirituale nota come Falun Gong. Le loro dichiarazioni sono state riportate da Minghui.org, un’organizzazione di volontari con sede negli Stati Uniti che si occupa di denunciare la persecuzione di questa pratica in Cina. L’Ufficio 610, i cui crimini sono stati documentati per anni, è ora di nuovo sotto esame, dopo che il fondatore dell’agenzia simile alla Gestapo, l’ex leader del regime cinese Jiang Zemin, è deceduto il 30 novembre per leucemia e disfunzione multiorgano, all’età di 96 anni. Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una pratica spirituale che consiste in esercizi meditativi e insegnamenti morali incentrati sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Molti cittadini cinesi hanno abbracciato questa pratica dopo che è stata introdotta al pubblico nel 1992. Alla fine del decennio, secondo le stime dell’epoca, gli aderenti in Cina erano tra i 70 e i 100 milioni. «Jiang Zemin vedeva in questo fenomeno una minaccia per la sopravvivenza del Partito, che non poteva tollerare l’esistenza di una struttura sociale al di fuori del suo controllo», ha scritto un think tank militare francese in una relazione pubblicata l’anno scorso. Di conseguenza, l’allora leader del Partito Comunista Cinese (PCC), il 10 giugno 1999 ha creato l’Ufficio 610, il cui nome deriva proprio dalla data di fondazione. Poco più di un mese dopo, ha lanciato ufficialmente una brutale campagna di persecuzione dei praticanti del Falun Gong, destinando innocenti a violenze e abusi, in quello che gli esperti hanno descritto come un genocidio.

Ufficio 610
L’Ufficio è un’organizzazione extralegale del Partito con filiali in tutta la Cina, comprese aziende e università statali. La sua stessa esistenza è illegale, poiché non è mai stata approvata ufficialmente dall’Assemblea Nazionale del Popolo, l’organo legislativo di controllo della Cina, né dal Politburo composto da 24 membri dell’élite del Partito. Ciononostante, l’ufficio detiene un enorme potere, esercitando influenza su quasi tutte le agenzie governative, comprese le forze dell’ordine, i tribunali, le procure e la Magistratura. L’Ufficio 610 è stato accusato di aver commesso una serie di crimini contro i praticanti del Falun Gong, tra cui rapimenti, detenzioni illegali, torture e prelievi forzati di organi sanciti dallo Stato. Il numero dei suoi dipendenti non è noto al pubblico. Sarah Cook, direttore di ricerca per Cina, Hong Kong e Taiwan presso l’organizzazione no-profit Freedom House, con sede a Washington, ha stimato nel 2011 che almeno 15mila agenti lavoravano per l’Ufficio, secondo un’estrapolazione dei dati basata sui numeri a livello distrettuale presenti sui siti WEB dei governi locali. Il regime cinese ha anche fornito ampi finanziamenti all’ente.

Nel 2017, Freedom House ha stimato nel suo rapporto che il budget annuale per tutti i suddetti uffici in Cina era di circa 879 milioni di yuan (120 milioni di euro). L’Ufficio 610 trae la sua autorità dal legame con la Commissione per gli Affari Politici e Legali (PLAC), un tempo potente organo del Partito che controllava l’intero apparato di sicurezza cinese, dominato da funzionari del PCC fedeli a Jiang. La commissione esiste ancora, anche se il suo potere è stato indebolito dall’attuale leader cinese Xi Jinping. Dal 1999 al 2012, i primi tre capi del gruppo dirigente del PCC che supervisionava l’Ufficio 610, Li Lanqing, Luo Gan e Zhou Yongkang, erano tutti fedeli a Jiang. Mentre erano a capo dell’Ufficio, Luo e Zhou erano anche a capo del PLAC. Documenti interni ottenuti da Epoch Times mostrano che l’Ufficio 610 è stato sciolto tra il 2018 e il 2019 e le sue funzioni sono state fuse in altri organi del PCC, tra cui il PLAC e il Ministero della Pubblica Sicurezza (MPS). «Dal consolidamento del 2018, l’Ufficio 4 (del MPS) ha assunto le responsabilità e le funzioni dell’ex Ufficio Centrale 610», ha scritto il Centro Informazioni Falun Dafa in un rapporto pubblicato a maggio. «I riferimenti all’Ufficio 610 continuano ad apparire su alcuni siti WEB locali e nei resoconti delle vittime, ma molto meno che in passato». Il rapporto dice anche che «diversi milioni» di praticanti del Falun Gong sono stati imprigionati dal 1999. «Ci sono almeno 100mila casi di tortura documentati da Minghui.org e c’è ragione di credere che il numero reale sia molte volte superiore».

Gli addetti ai lavori
Alcuni ex funzionari dell’Ufficio 610 si sono fatti avanti, rivelando i dettagli di ciò che hanno fatto nella persecuzione dei praticanti del Falun Gong. Uno di loro ha raccontato il suo coinvolgimento in una lettera inviata a Minghui nel 2016, in cui si rammarica di aver preso parte alla repressione del regime. Non ha fornito il suo vero nome, ma ha dichiarato di aver ricoperto il ruolo di impiegato e che il suo compito principale era quello di collaborare con la polizia locale. «Il nostro Ufficio 610 non solo ha danneggiato fisicamente i praticanti del Falun Gong, ma ha anche spregevolmente tagliato le loro fonti di reddito», ha scritto l’uomo. «C’era una coppia di anziani che era proprietaria di un ottimo hotel. Poiché erano praticanti del Falun Gong, abbiamo portato la polizia a molestarli, con veicoli della polizia che apparivano spesso davanti alla porta d’ingresso». «Alla fine, l’hotel non ha potuto mantenere le sue normali attività e la famiglia ha perso i suoi mezzi di sostentamento», ha aggiunto. Una volta, insieme ad altri membri dell’Ufficio, ha rintracciato un’anziana praticante in un villaggio remoto, che aveva dovuto abbandonare la sua vita in città a causa delle molestie subite:«Ci ha detto che il suo corpo era fragile, ma che la pratica del Falun Gong le aveva permesso di diventare sana», ha continuato l’uomo. «Ma noi l’abbiamo intimidita, minacciata e le abbiamo detto di consegnare i suoi libri del Falun Gong, impedendole di continuare a essere una praticante». «Poiché non poteva praticare il Falun Gong in condizioni normali, la sua salute è peggiorata rapidamente. Ha avuto una ricaduta della malattia cardiaca, aveva sangue nelle urine e le sue gambe si sono gonfiate come quelle di un elefante», ha aggiunto l’uomo. «Alla fine ho visto che la sua famiglia l’ha mandata in ospedale per un trattamento d’emergenza». L’uomo ha aggiunto che ora è lui stesso diventato un praticante del Falun Gong dopo aver appreso da un suo amico il vero significato di questa pratica:«Attraverso un’analisi razionale, ho capito gradualmente che ero stato ingannato dalla propaganda del Partito del male. Il Falun Gong non è come dice la televisione statale cinese», ha scritto. «Sono i poveri membri dell’Ufficio 610, ad aver subito il lavaggio del cervello».

Incentivi
Un altro informatore è Hao Fengjun, che un tempo lavorava per l’Ufficio 610 della città di Tianjin, nel nord della Cina, e che nel 2005 è fuggito in Australia perché non voleva più partecipare alla persecuzione. Hao ha riferito che nel 2005 alcuni dei suoi ex colleghi vedevano la persecuzione come un modo per fare soldi:«Nell’Ufficio 610, ovviamente, c’erano persone che lavoravano molto duramente, perché più praticanti del Falun Gong arrestavano, più bonus ricevevano». Ancora più redditizia degli arresti, in Cina, era la raccolta di informazioni sui praticanti del Falun Gong all’estero. Secondo Hao, le informazioni di base sulla vita personale dei praticanti, se ritenute preziose, potevano valere fino a 50mila yuan (6.800 euro). L’Ufficio 610 ha offerto molto denaro a coloro che erano disposti ad accettare un lavoro. Secondo i documenti trapelati e ottenuti da Epoch Times, nel 2018 i membri del personale che lavoravano presso l’Ufficio 610 di Harbin, nel nord-est della Cina, avevano uno stipendio medio annuo di circa 200mila yuan (27mila e 200 euro), circa sette volte superiore allo stipendio medio dei residenti della città in quell’anno. Per incoraggiare gli agenti di polizia ad arrestare più persone di fede, il PCC ha anche istituito un sistema di quote. Secondo la rivista online Bitter Winter, che si occupa di persecuzione religiosa in Cina, nel 2018 l’Ufficio per la Sicurezza Nazionale di Dalian, nel nord-est della Cina, ha istituito un «piano trimestrale di valutazione delle prestazioni» per combattere le credenze religiose per le stazioni di polizia nella sua giurisdizione. «La valutazione si basa su un sistema di punteggi specifici assegnati a ciascun credente arrestato a seconda della sua fede», ha riferito Bitter Winter. A una stazione di polizia sono stati assegnati 10 punti per l’arresto di un praticante del Falun Gong e 5 punti per la sua detenzione. Il capo di qualsiasi stazione rischiava di perdere il lavoro in caso di mancato raggiungimento della quota. Anche i normali cittadini sono incoraggiati ad aiutare. Inoltre il PCC premia coloro che sono disposti a denunciare chiunque pratichi il Falun Gong. Nel luglio dello scorso anno, un cittadino cinese di nome Xu ha ricevuto 2.000 yuan (270 euro) per aver fornito informazioni alla polizia che hanno portato a settembre 2020 all’arresto di due praticanti del Falun Gong, secondo quanto ha riferito Bitter Winter. «Ci chiediamo se Xu si renda conto che per 270 euro ha mandato due concittadini in prigione e molto probabilmente alla tortura, che è un destino comune per i praticanti del Falun Gong», ha scritto Bitter Winter. «C’è qualcosa di profondamente sbagliato in un sistema che ti incoraggia a vendere la vita e la libertà dei tuoi vicini per 270 euro».

Canada e Stati Uniti
Hao ha anche rivelato che in Canada ci sono più di 1.000 spie che lavorano sul Falun Gong. Non solo: un Ufficio 610 della Cina ha preso persino piede nel Paese. Secondo i documenti trapelati nel 2018 ottenuti da Epoch Times, il PLAC del distretto Fangshan di Pechino ha dato istruzioni ai suoi funzionari di recarsi a Montreal, Ottawa e Toronto, dove avrebbero condotto lezioni per promuovere la propaganda di odio del Partito contro la pratica spirituale. «Dei seminari sul contrasto alle religioni eretiche sono stati tenuti con le comunità [cinesi, ndr] delle tre città per far conoscere le leggi e i regolamenti cinesi relativi alle religioni eretiche e le conoscenze di base sul contrasto alle religioni eretiche», si legge nel documento, che sottolinea inoltre che tali seminari avrebbero in effetti raggiunto lo scopo prefissato:«I cittadini locali hanno una chiara comprensione del Falun Gong e di altre organizzazioni religiose eretiche, e la esprimono con il non credere in esse, il non promuovere e con il non partecipare alle loro attività». L’anno scorso, il Dipartimento di Stato ha annunciato sanzioni contro Yu Hui, ex Direttore dell’Ufficio 610 di Chengdu, nel sud-ovest della Cina. Yu è stato sanzionato «per il suo coinvolgimento in gravi violazioni dei diritti umani, in particolare la detenzione arbitraria di praticanti del Falun Gong per il loro credo spirituale», ha dichiarato il Segretario di Stato Antony Blinken in un comunicato. In seguito all’annuncio, il senatore Marco Rubio (R-Fla) si è rivolto a Twitter per congratularsi con l’amministrazione statunitense per la sua decisione. «Per oltre 20 anni, il PCC ha perseguitato milioni di praticanti del Falun Gong, arrestandone 6.600 solo nel 2020», ha scritto Rubio. «Sono necessarie più sanzioni per punire i funzionari che violano la libertà religiosa in Cina, Xinjiang e Tibet».

Frank Fang
18 dicembre 2022
m.epochtimes.it/news/la-gestapo-cinese-sotto-esame-dopo-la-morte-del-suo-fo...
[Modificato da wheaton80 26/12/2022 12:16]
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