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la teoria quantistica e la teoria della relatività

Ultimo Aggiornamento: 18/11/2011 18:47
27/01/2008 13:03
 
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per quanto riguarda l´etere....
A. A. Michelson e E. W. Morley, effettuarono nel 1881 a Cleveland un classico esperimento.
Il principio su cui si basava la loro esperienza era molto semplice. Essi pensarono che se tutto lo spazio è semplicemente un oceano immobile di etere, allora il moto della terra attraverso l’etere poteva esser scoperto e misurato nello stesso modo con cui i marinai misurano la velocità di una nave sul mare. Come Newton aveva accennato, è impossibile accorgersi del movimento di una nave, su di un mare tranquillo, per mezzo di esperimenti meccanici eseguiti nell’«interno» del bastimento. I marinai misurano la velocità della nave gettando fuori bordo il solcometro ed osservando lo svolgersi dei nodi sulla sagola del solcometro. Allo scopo di individuare il moto della terra attraverso l’oceano di etere, Michelson e Morley lanciarono nello spazio un simile «solcometro»; era questo un raggio di luce. Se la luce si propaga veramente attraverso l’etere, la sua velocità dovrebbe venire influenzata dal flusso di etere suscitato dal moto della terra. Propriamente un raggio di luce, lanciato in direzione del movimento della terra, dovrebbe subire un lieve ritardo a causa del flusso di etere, proprio come un nuotatore prova maggior fatica nuotando contro corrente. Si tratta di una piccola differenza, poiché la velocità della luce (accuratamente determinata già nel 1849) è di 300.000 km. al secondo, mentre la velocità della terra nella sua orbita attorno al sole non raggiunge che i 32 km. al secondo. Perciò un raggio di luce lanciato contro il flusso dell’etere dovrà viaggiare alla velocità di 299.968 km. al secondo, mentre un raggio di luce diretto con il flusso di etere dovrebbe essere lanciato alla velocità di 300.032 km. al secondo. Michelson e Morley con queste precise idee costruirono uno strumento la cui grande sensibilità poteva arrivare a scoprire una variazione fino ad i km. e mezzo per secondo nella enorme velocità della luce. Questo strumento, da loro chiamato « interferometro », consiste in un insieme di specchi così sistemati, che un raggio di luce può venire diviso in due, e lanciato in direzioni diverse allo stesso tempo. L’esperimento fu progettato ed eseguito con tale meticolosa precisione da non lasciar dubbi sul risultato. E questo fu semplicemente che non esisteva alcuna differenza nella velocità dei raggi luminosi, qualunque fosse la direzione in cui essi si propagavano.

Quindi ancora oggi risulta un problema dimostrare l´esistenza dell´etere....
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