La denuncia dell’Onu: «Le politiche del Vaticano hanno permesso abusi su bambini»

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wheaton80
00mercoledì 7 aprile 2021 15:49
La Pontificia Accademia per la vita beatifica l'abortista e pro eutanasia Hans Küng



E' morto il teologo Hans Küng, le cui idee eretiche hanno contribuito ad intossicare la Chiesa, ma la Pontificia Accademia per la Vita ha pensato bene di twittare così:«Scompare davvero una grande figura nella teologia dell'ultimo secolo, le cui idee e analisi devono fare sempre riflettere la Chiesa, le Chiese, la società, la cultura».



Pro eutanasia e pro aborto, Giovanni Paolo II, che l'ha condannato, si rivolterà nella tomba. Vergogna. Ma preghiamo per Küng e per la sua salvezza.

06 aprile 2021
blog.messainlatino.it/2021/04/la-pontificia-accademia-per-la-v...
wheaton80
00giovedì 10 giugno 2021 14:48
Recupero del video Don Curzio Nitoglia - L'ideologia nascosta di papa Francesco

wheaton80
00giovedì 10 giugno 2021 14:51
La fossa comune di bambini indigeni scoperta in Canada


Una croce vicino a dove c'era il collegio di Kamloops, in ricordo dei bambini morti

Lo scorso mese, alla Indian Residential School di Kamloops, nella provincia canadese della British Columbia, sono stati trovati i resti sepolti di 215 bambini indigeni. Le campagne per promuovere le indagini nei dintorni della scuola, che era sostanzialmente un collegio cattolico frequentato solo da bambini indigeni, erano iniziate circa vent’anni fa, spinte da inquietanti racconti che circolavano da tempo in Canada e che riportavano storie di violenze fisiche e psicologiche, commesse peraltro in un contesto caratterizzato da pessime condizioni igieniche. La scoperta è stata fatta da un gruppo indigeno locale, Tk’emlúps te Secwépemc First Nation (TteS), utilizzando un georadar, uno strumento che permette di indagare il sottosuolo attraverso l’analisi delle onde elettromagnetiche, senza fare scavi. Secondo Rosanne Casimir, della TteS, uno dei bambini morti aveva 3 anni. Casimir ha anche aggiunto di aspettarsi di trovare altri resti di bambini, dato che i rilevamenti continueranno prossimamente.

Il collegio di Kamloops fu gestito dalla Chiesa tra il 1890 e il 1969 e per un certo periodo fu il più grande del Canada. Poi, quando il sistema scolastico passò completamente sotto la gestione del governo, venne chiuso. I rapporti dell'epoca, eseguiti da personale medico, riportano la presenza di bambini con grossi problemi di malnutrizione, e ci sono racconti simili che riguardano anche gli altri collegi canadesi riservati agli indigeni, in gran parte attivi a partire dalla fine dell'Ottocento. In quegli anni, i discendenti dei coloni canadesi avevano costretto i popoli indigeni a vivere in qualcosa di molto simile alle riserve indiane degli Stati Uniti. Il New York Times scrive che spesso usarono come scusa alcuni accordi dal valore legale dubbio, con i quali si appropriarono della terra dei nativi. Contestualmente, il governo avviò un sistema per assimilarli culturalmente, mandando i figli e le figlie degli indigeni in collegi come quello di Kamloops. I bambini venivano spesso prelevati con la forza dalle famiglie e costretti a perdere gli usi e la lingua del loro popolo, che al collegio venivano vietati.


Una commemorazione all'ex collegio per indigeni di Kamloops, in ricordo dei 215 bambini morti

Il governo canadese da anni sta cercando almeno di far riemergere le storie delle sofferenze di molte persone indigene sopravvissute ai collegi. Una commissione istituita dal governo e dalle comunità indigene come TteS ha impiegato sei anni per raccogliere le testimonianze di 6.750 persone, e nel 2015 ha stilato un rapporto concludendo che il sistema dei collegi per indigeni fu una forma di «genocidio culturale». Adesso la commissione è diventata un centro permanente, il National Centre for Truth and Reconciliation. Alcuni ex studenti dei collegi hanno ricordato episodi sistematici di abusi e violenza sessuale da parte dei preti responsabili dei collegi, che in certi casi portarono a gravidanze indesiderate tra le studentesse. Non è noto con precisione quanti bambini e bambine siano morti nei collegi per indigeni. Il rapporto del 2015 parla di almeno 4.100 tra morti e scomparsi, ma l'ex giudice Murray Sinclair, che ha guidato la commissione, ha detto al New York Times che molto probabilmente sono stati «più di diecimila». Molti di loro morivano per incidenti o nel tentativo di scappare, ma la gran parte a causa di malattie e infezioni. Quando succedeva, i responsabili del collegio fornivano spiegazioni vaghe ai genitori, e di solito i corpi venivano seppelliti a scuola e non consegnati alle famiglie per risparmiare i costi del viaggio.

08 giugno 2021
www.ilpost.it/2021/06/08/canada-collegi-indigeni/
wheaton80
00sabato 13 novembre 2021 17:00
Morto l'ex Gran Maestro Festing, licenziato da Francesco: voleva fare luce sul denaro dello SMOM



Avrebbe compiuto 72 anni il 30 novembre l'ex Gran Maestro dell'Ordine di Malta, Matthew Festing. Il nobiluomo scozzese, uomo integerrimo e rispettato, si è spento improvvisamente dopo essere entrato in coma il 4 novembre scorso a Malta, dove si era recato per prendere parte alla professione religiosa di fra' Francis Vassallo, già Governatore della Banca Centrale di Malta. Una delle ultime fotografie di Festing lo ritrae mentre si trova in carrozzina nella cattedrale e saluta l'arcivescovo Scicluna. Poche ore dopo la funzione solenne si era sentito male e non si era più ripreso. Le sue condizioni di salute da tempo davano problemi: si erano progressivamente deteriorate, giorno dopo giorno, dal gennaio 2017, quando fu costretto da Papa Francesco a firmare le sue dimissioni da Gran Maestro dell'Ordine di Malta (nonostante fosse stato eletto a vita). Da quel momento fu costretto ad andare a vivere in esilio in Northumberland, al confine con la Scozia. Un passaggio che ha vissuto ingiustamente. E da allora la salute è andata peggiorando, e certamente hanno avuto un peso l'emarginazione cui è andato incontro e l'amarezza per quanto accaduto. La sua colpa, a detta di alcuni cavalieri di Malta che gli sono sempre stati vicini, è di aver fatto di tutto per rinnovare l'Ordine di Malta e aver mosso i primi passi per fare luce sulla gestione finanzia interna ma, soprattutto, per aver chiesto indagini sull'origine di una importante eredità milionaria di un nobile francese, tale Jean du Tour, che in realtà nessuno lo aveva mai sentito nominare prima. Festing ipotizzava dietro persino il riciclaggio e lo confidò ad alcuni amici in via riservata. Una delle rare interviste che concesse fu al Messaggero raccontando il momento del licenziamento:«Sono stato convocato da Papa Francesco e mi ha chiesto di dimettermi da Gran Maestro. È stato gentile anche se non mi ha dato alcuna spiegazione circa la richiesta; posso supporre che la Santa Sede mi abbia vissuto come un ostacolo, altra spiegazione non trovo. Come buon cattolico e come religioso ho immediatamente accettato la volontà del Papa. Sono tenuto all'obbedienza. Avevo l'impressione che la Santa Sede non fosse felice della mia insistenza sull'ortodossia, né del mio desiderio di indagare sul denaro dell'Ordine. Per alcuni probabilmente ero una forma di minaccia. Quando ne saprò di più avrò l'obbligo morale di usare ogni mezzo per far sapere». Alla domanda sul perchè avesse allora firmato le dimissioni, Festing aggiunse:«La mia coscienza è pulita dinanzi al Signore e a me stesso. Quando mi fu chiesto un passo indietro non avevo dubbi sul da farsi. Sono un ex soldato abituato a fare ciò che gli viene ordinato dai superiori. Quando il Papa mi disse che voleva le mie dimissioni, accettai senza contrastare la sua decisione».

Le lotte intestine interne tra la corrente guidata dal tedesco von Boeselager, allora Gran Cancelliere, e quelle dei riformisti guidati da Festing hanno fatto da sfondo a una sorta di congiura di palazzo. Nel 2017 la nota ufficiale del Vaticano informava che il Papa aveva accettato le dimissioni esprimendo «apprezzamento e riconoscenza per i sentimenti di lealtà e devozione nei confronti del Successore di Pietro». La realtà invece era un pò diversa. Fra' Matthew Festing, pur essendo stato nominato a vita, fu costretto a lasciare il suo «ufficio» dopo l' udienza con Francesco in un momento drammatico. Lo scontro di potere interno all'Ordine si era infiammato progressivamente anche su questioni di natura dottrinale, visto che Boeselager aveva autorizzato il Malteser, l'organo caritativo dello SMOM, a distribuire nelle zone di guerra anche profilattici, assieme a materiale sanitario di prima necessità. Ne era nato un putiferio in Vaticano, con una commissione che era stata incaricata di dirimere la questione. Festing chiese a Boeselager di lasciare l'incarico ma le cose in Vaticano presero un'altra strada e la situazione finì per ribaltarsi quando il cardinale Parolin decise di appoggiare la corrente dei tedeschi. Alla fine ci rimise la testa anche il cardinale americano ultraconservatore Raymond Leo Burke, «patrono» dell' Ordine, che assieme a Fra' Festing aveva voluto la destituzione del Gran Cancelliere Boeselager. Pietro Parolin scrisse anche due lettere, il 12 e il 21 dicembre:«Sull' uso e sulla diffusione di metodi e mezzi contrari alla legge morale, Sua Santità ha chiesto un dialogo sul modo in cui possano essere affrontati e risolti eventuali problemi, ma non ha mai detto di cacciare qualcuno». Festing era stato ammesso nel più antico ordine cavalleresco al mondo nel 1977, emettendo i voti religiosi nel 1991. E' stato in passato gran priore d'Inghilterra. Discendeva da una delle più antiche famiglie inglesi, da sir Adrian Fortescue, Cavaliere di Malta martirizzato nel 1539. Era stato eletto 79esimo Gran Maestro l'11 marzo 2008. Era cittadino onorario di Rapallo e Pompei. L'ultimo Gran Maestro morto a Malta è stato de Rohan, la cui morte avvenne nel 1797.

Franca Giansoldati
12 Novembre 2021
www.ilmessaggero.it/vaticano/ordine_di_malta_papa_francesco_festing_parolin_tomasi_becciu_morte_inchiesta-6318...
wheaton80
00mercoledì 26 gennaio 2022 19:30
Canada, le tombe anonime dei bambini nativi
Ancora scosso dalla scoperta dei corpi di oltre 200 minori indigeni nei pressi di una scuola cattolica, il Paese del nord America affronta una seconda tragedia collettiva: 751 tombe anonime diseppellite nei pressi di un altro istituto


Bambini indigeni all'Indian Residential School in Canada

“Non una fossa comune ma tombe anonime”, è la dichiarazione del capo della comunità indigena canadese Cowessess durante la conferenza stampa di mercoledì sugli scavi iniziati il 2 giugno nei pressi di un'ex scuola residenziale nella provincia di Saskatchewan, Canada occidentale.

Altri scavi
Tombe anonime, 751 circa, in gran parte di bambini nativi, un ritrovamento che riporta alla recente scoperta di un mese fa dei resti di altri 215 piccoli: autoctoni, alunni della Kamloops Indian Residential School, uno dei più grandi istituti della Nazione, che faceva parte di una rete di scuole fondate dal governo canadese e amministrate dalle Chiese cristiane presenti nel Paese. Gli scavi intorno all'ex scuola residenziale Marieval sono iniziati a fine maggio. Altri siti sono ora oggetto di un'indagine approfondita con l'assistenza delle autorità governative.

I vescovi canadesi e la commozione del Papa
“Le autorità politiche e religiose del Canada”, aveva detto Papa Francesco durante l’Angelus del 6 giugno, “continuino a collaborare con determinazione per fare luce sulla triste vicenda e impegnarsi umilmente in un cammino di riconciliazione e di guarigione”. I vescovi canadesi, che lunedì 21 giugno hanno dedicato una preghiera in occasione della Giornata dei Popoli Aborigeni, starebbero lavorando per realizzare un incontro in Vaticano tra il Papa e i responsabili delle comunità autoctone. Nulla è stato ancora ufficializzato. Parlando alla televisione canadese, l'arcivescovo di Regina, Donald Bolen, ha detto di essere impegnato in un lungo processo:"Sarà un lungo viaggio. Abbiamo a che fare con una storia complicata. Varie forme di abuso hanno avuto luogo nelle scuole residenziali. Dobbiamo camminare a fianco degli indigeni nella loro ricerca di giustizia. Non dobbiamo nascondere nulla e chiedere scusa quando è chiaro che è importante farlo. Dobbiamo continuare con azioni concrete per la giustizia e la riconciliazione”.

Imparare dal passato

Il Primo Ministro Justin Trudeau ha espresso il suo "dolore", dicendo che il suo Paese deve imparare dal passato e lavorare per la riconciliazione. Per il Ministro dei Servizi Aborigeni Marc Miller, questa verità è stata "troppo spesso negata".

Emanuela Campanile
25 giugno 2021
www.vaticannews.va/it/mondo/news/2021-06/canada-tombe-papa-francesco-nativi-scu...
wheaton80
00venerdì 26 agosto 2022 11:44
Monsignor Weakland, morte di un vescovo progressista



Il 22 agosto è morto a Greenfield, negli Stati Uniti, l’arcivescovo emerito di Milwaukee, mons. Rembert Weakland. Il padre gesuita James Martin, ben noto per le sue posizioni controverse sulla morale sessuale e per il suo ruolo di tramite con il mondo LGBTQ, in un tweet (poi rimosso) ha detto che lo considerava un amico e ne piangeva la scomparsa, pur menzionando alcuni aspetti controversi della sua vita, su cui torneremo. Era nato nel 1927. Nel 1945 entra nell’ordine benedettino, studiando teologia, liturgia e musica. All’interno dell’ordine ascenderà a posizioni sempre più importanti, fino a divenirne abate primate. Nel 1977 Paolo VI lo nomina arcivescovo di Milwaukee, posizione da cui si ritira nel 2002. Rembert Weakland è stato uno degli alfieri del cattolicesimo progressista degli ultimi 50 anni, non solo nella teologia ma anche nella liturgia. Egli promosse battaglie per il sacerdozio femminile, contro i divieti sull’aborto, contraccezione, divorzio e celibato per i sacerdoti. Non di secondo piano fu il suo ruolo nella riforma liturgica. Carl Bunderson informa:«Studioso di musica, fu nominato consultore del Consilium, il comitato che interpretava la Sacrosanctum Concilium e che aveva il compito di preparare l'Ordine della Messa rivisto dopo il Concilio Vaticano II, nel 1964. Fu nominato membro del Consilium nel 1968». Questo ci dice già abbastanza sulle influenze sulla riforma liturgica. Per descrivere le sue idee riguardo la musica sacra, il musicologo Ferdinand Haberl, nel 1967, commemtando sul ruolo dell’allora abate primate dei benedettini Weakland durante un congresso di musica sacra cattolica, diceva:«L'abate maggiore Rembert G. Weakland, O.S.B., Presidente della Church Music Association of America, attirò la discussione sul fatto che la musica sacra non deve venir ristretta alla musica vocale, dato che la voce è soltanto una parte dell'uomo. Bisogna tener conto anche di movenze corporali, danza e jazz nella musica liturgica» (Haberl, Ferdinand, and Giulio Cogni. “Il Quinto Congresso Internazionale per la Musica Sacra Cattolica [Chicago, 21-25 Agosto; Milwaukee, 25-28 Agosto 1966], Rivista Italiana Di Musicologia, vol. 2, no. 1, 1967, pp. 162–73).

Paul Likoudis insiste sul ruolo di Weakland nella riforma liturgica:«Il compianto mons. Richard Schuler della Chiesa di Sant'Agnese a St. Paul, Minnesota, ha avuto la sfortuna di osservare da vicino Weakland mentre guidava la squadra di demolitori liturgici che aveva requisito la neonata Church Music Association of America nel 1964. Mons. Schuler ha scritto in A Chronicle of the Reform: Catholic Music in the 20th Century (Sacred Music: 1990) che Weakland e i suoi co-cospiratori in tutto il mondo erano uniti nella loro opposizione al rinnovamento liturgico richiesto dal Vaticano II. Hanno regolarmente ignorato gli appelli della Santa Sede a fermare le loro innovazioni "inutili e dannose". Hanno portato avanti una massiccia campagna di pubbliche relazioni e propaganda sia sulla stampa laica che cattolica, nonché in comunicazioni ingannevoli e ufficiali a sacerdoti e religiosi, distorcendo ciò che la Chiesa desiderava in termini di arte sacra e musica». Ma questo non è tutto. Nel 2002 un ex seminarista, Paul Marcoux, rivela di essere stato l’amante di mons. Weakland circa 20 anni prima e che aveva ricevuto circa 450mila dollari per stare in silenzio in una relazione che, secondo Marcoux, era connotata anche da stupri. In una intervista con il New York Times in occasione della presentazione della sua autobiografia qualche anno dopo, Weakland ammise di sapere della sua omosessualità dall’adolescenza e che aveva avuto relazioni sessuali con vari uomini, pagando a volte con i soldi della diocesi:

www.nytimes.com/2022/08/22/us/archbishop-rembert-weakland-d...

Fu anche violentemente criticato per le sue coperture verso sacerdoti che abusavano minori. Nella sua autobiografia fa una affermazione sorprendente:«Tutti consideravamo l'abuso sessuale di minori come un male morale, ma non capivamo la sua natura criminale». Certo, una cosa del genere da parte di una persona certamente istruita ci lascia esterrefatti. Il rimedio, sempre secondo mons. Weakland, era di coprire l’accaduto perché le vittime si sarebbero fatte una ragione di quello che gli era accaduto. Dio possa avere misericordia di lui, che ne ha davvero bisogno.

Aurelio Porfiri
25-08-2022
lanuovabq.it/it/monsignor-weakland-morte-di-un-vescovo-prog...
wheaton80
00mercoledì 7 settembre 2022 11:02
Commissariato l’Ordine di Malta, i Templari esultano

Bergoglio ha posto fine al contrasto durissimo del Vaticano coi Cavalieri di Malta sciogliendo il secolare Ordine Ospitaliero di San Giovanni. Si tratta d’un provvedimento definitivo, per cui il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta è stato commissariato. Il Papa ha quindi promulgato la nuova Carta Costituzionale e il relativo Codice Melitense disponendone l’immediata entrata in vigore e revocando le alte cariche, decidendo lo scioglimento dell’attuale Sovrano Consiglio e la costituzione di un sovrano consiglio provvisorio formato da tredici membri. Tra essi spicca il nome di Alessandro de Franciscis, Presidente del Bureau des Constatations Médicales di Lourdes, l’istituzione che esamina le guarigioni scientificamente inspiegabili avvenute nella cittadina francese. Il capitolo generale straordinario sarà preparato dal cardinale Silvano Maria Tomasi e dal luogotenente John T. Dunlap, coadiuvati dal Sovrano Consiglio provvisorio. La decisione di Bergoglio trae spunto dalla sentenza emessa dal Tribunale Cardinalizio nel 1953, dove si legge che le “prerogative inerenti all’Ordine come soggetto di diritto internazionale, che sono proprie della sovranità, non costituiscono tuttavia nell’Ordine quel complesso di poteri e prerogative, che è proprio degli enti sovrani nel senso pieno della parola”. Infatti, quello di Malta è “un Ordine religioso, approvato dalla Santa Sede. Esso persegue, oltre la santificazione dei suoi membri, anche fini religiosi, caritativi e assistenziali […]. Le due qualità di Ordine sovrano e di Ordine religioso sono intimamente connesse tra di loro. La qualità di Ordine sovrano della istituzione è funzionale, ossia diretta ad assicurare il raggiungimento dei fini dell’Ordine stesso e il suo sviluppo nel mondo. Quindi”, ha sottolineato Francesco, “essendo un Ordine religioso, dipende, nelle sue diverse articolazioni, dalla Santa Sede”. Il nuovo governo dell’Ordine prevede di arrivare all’elezione del Gran Maestro entro marzo 2023. Gli eleggibili sono circa 35. Il mandato non sarà più a vita, ma di durata decennale rinnovabile una sola volta e comunque con il limite d’età fissato a 85 anni. Le donne sono completamente equiparate agli uomini, l’unica differenza riguarda lo status di consacrati. Esultano i Templari del Sovrano Militare Ordine del Tempio, che parlano esplicitamente di risarcimento morale, poiché al processo di Chinon del 1307-14 che ha condannato i Templari al rogo e l’Ordine allo scioglimento, i Cavalieri di Malta non hanno mosso un dito per difenderli. Anzi, peggio, hanno fatto propri tutti i loro beni. A questo proposito pubblichiamo un comunicato stampa del Sovrano Militare Ordine del Tempio.

“Apprendiamo con soddisfazione che il Sovrano Militare Ordine di Malta è stato commissariato dal Papa. Ciò costituisce un parziale risarcimento per noi Poveri Cavalieri di Cristo che, anche a causa della totale assenza di aiuto da parte dei “Cavalieri di Malta”, abbiamo subito umiliazioni e saccheggi, oltre a essere stati vittime dei tremendi roghi al termine del processo di Chinon del 1307-14 in forza del quale il nostro Ordine è stato sospeso e molti Cavalieri Templari torturati (300 su 30.000, per cui 29.700 Cavalieri hanno continuato a lavorare segretamente) e mandati sul rogo dalla Chiesa di Roma e dal Papa Clemente V. I suoi beni sono stati incamerati dal Re di Francia (la fine della sua miserabile schiatta s’è compiuta il 21 gennaio 1793 a Parigi con la decapitazione di Luigi XVI grazie anche al nostro segreto ma determinante contributo), dalla Chiesa di Roma (il cui atteso giudizio è alle porte) e proprio dai Cavalieri di Malta (allora Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni) che, nonostante gli innumerevoli, fraterni, disinteressati e determinanti aiuti avuti da noi in Palestina tra il XII e il XIII secolo, per cui sono morti sul campo migliaia di Templari per difenderli dalle orde dell’Islam, non hanno sentito il dovere morale di spendersi per noi e di sottrarci al martirio, oltretutto senza opporsi alla criminale e diabolica bolla papale Vox in Excelsio promulgata il 22 marzo 1312 con la quale sono stati decisi la soppressione provvisoria, ovvero senza giudizio né condanna, dell’Ordine Templare e il sequestro dei suoi beni, in gran parte regalati proprio agli Ospitalieri, cioè ai Cavalieri di Malta, che li hanno accettati. A noi Templari non piacciono i conti in sospeso, e quando se ne chiude uno siamo contenti. Ma non basta, anche se in forza della decisione vaticana di ieri ci sentiamo più sollevati. In ogni caso la nostra lotta continua per un Mondo riconsegnato all’Ordine Naturale e a Nostro Signore Gesù Cristo, per il quale combattiamo da 904 anni.

P. S.
Approfittiamo dell’ospitalità degli amici giornalisti per rendere noto a qualche cialtrone e a qualche cialtrona (come quella che scrive dell’esistenza delle templari donne) che si spacciano per studiosi del Medio Evo (credendo di saperla lunga perfino sui Templari, per cui è meglio che lascino perdere), che la banda nera sullo scudo e sul Baussant va in alto (esattamente come ritratto sulla pergamena riprodotta a lato) e non in basso come credono loro in base a rozze ipotesi del tutto campate in aria.

Ad Maiorem Dei Gloriam
Non Nobis Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da Gloriam



P. S.
Se possibile, ricordiamo che il Sovrano Militare Ordine di Malta si è sempre schierato col potere temporale, qualunque esso fosse, come dimostra questo filmato d’antan che alleghiamo alla nostra lettera. Dal filmato si capisce che loro sono stati fascisti e monarchici, noi no. Ringraziamo dello spazio che ci avete concesso e salutiamo con viva cordialità.
- Il Maestro Generale del S.M.O.T.



Lorenzo Mancini
04 settembre 2022
www.alessandriaoggi.info/sito/2022/09/04/commissariato-lordine-di-malta-i-templari-e...
wheaton80
00venerdì 2 dicembre 2022 18:51
La mafia di San Gallo: il piano per sovvertire la Chiesa



Le edizioni Fede & Cultura pubblicano in italiano "La mafia di San Gallo", un libro che ha fatto tanto parlare di sé non appena uscito in America nel 2021. Il sottotitolo traduce alla lettera quello americano: Un gruppo riformista segreto all’interno della Chiesa. Come è noto, l’espressione da cui prende il titolo il libro è stata coniata da un membro del gruppo, il cardinale belga Daneels, in riferimento ad alcuni alti prelati, poi cardinali, che si incontravano sistematicamente a San Gallo, in Svizzera (ma non solo lì), per coordinare gli sforzi in vista di un cambiamento nella Chiesa: lo stesso Daneels, Martini, Kasper, Murphy O’Connor, Lehmann. Il libro mette in sequenza numerosi fatti, incontri, cene nelle trattorie romane avvenuti in prossimità dei due conclavi del 2005 e del 2013; frasi insinuate, depistaggi programmati, rivelazioni tendenziose. Non tutto è dimostrato, alcune ricostruzioni si basano su ipotesi, come quando, durante il conclave del 2005, dopo un colloquio riservato tra Ratzinger e Martini a pranzo, le cose si sbloccarono a tal punto che al pomeriggio stesso di quel giorno fu eletto Benedetto XVI. La lettura del libro, però, rivela molto più di una ricostruzione da giornalismo d’inchiesta. Il suo significato va oltre la dimensione della spy-story tinteggiata di "giallo vaticano". Il lettore percepisce che la ricostruzione è molto verosimile, sostanzialmente attendibile e capace di spiegare un trentennio di storia vaticana. Il libro ha il merito di mettere i dati in ordine, di esporli con chiarezza e completezza e, ci ritorneremo a breve, di inserirli nella più ampia vita della Chiesa. Non è solo gossip da vaticanisti.

Il “gruppo” di San Gallo nasce a metà degli anni Novanta, quando cominciò a manifestarsi la malattia di Giovanni Paolo II, per opporsi all'eventuale elezione di Ratzinger in vista di un futuro conclave. La Meloni ricostruisce le azioni concordate dal gruppo alla morte di Giovanni Paolo II e, soprattutto, l’apparentemente strano comportamento di Martini che, dopo il famoso colloquio a tavola di cui sopra, fece confluire i propri voti su Ratzinger. Proprio Martini che, spiega la Meloni, il gruppo di San Gallo avrebbe voluto come candidato anti-Ratzinger se non avesse contratto il morbo di Parkinson. Nell’impossibilità di candidare Martini, già allora l’attenzione del gruppo si era indirizzata sull’arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio, che nel 2005 emerse come possibile candidato della mafia di San Gallo, ma per la “tenuta” della candidatura di Ratzinger e per la scelta di Martini di confluire su di lui, anche Bergoglio si indirizzò su Benedetto XVI. Una cosa diversa avvenne nel conclave del 2013, dopo le dimissioni di Benedetto XVI. Anche in questo caso l’autrice ricostruisce i fatti, molti dei quali accertati, altri molto probabili ma non dimostrati, come per esempio l’invito a dimettersi che il cardinale Martini avrebbe rivolto a Benedetto XVI. La narrazione si incentra sull’emergenza del primate d’Argentina, Jorge Mario Bergoglio, e sulla convergenza progressiva delle sue prese di posizione con gli auspici del gruppo di San Gallo.

Lascio al lettore queste numerose e interessanti pagine, per segnalare, piuttosto, una delle dimensioni più interessanti del libro. Come dicevo sopra, la Meloni non scrive solo un giallo ecclesiastico, una storia di trame e trabocchetti, da leggersi come un libro di spionaggio. Le azioni del gruppo di San Gallo hanno dietro di sé una visione teologica e sono finalizzate a un “cambio di regime” nella Chiesa, non solo e non tanto sostituendo una persona con un’altra, ma un paradigma con un altro. Il gruppo voleva attuare nella Chiesa la rivoluzione liberale che nel 1972 Karl Rahner aveva espresso nel dettaglio nel suo libro "La ristrutturazione della Chiesa come compito e come chance". Revisione della posizione della Chiesa su sessualità, contraccezione ed omosessualità, celibato dei sacerdoti, diaconato femminile, decentramento dottrinale, comunione ai divorziati risposati, sinodalità: questo il programma della “rivoluzione” del gruppo di San Gallo, già codificato alla sua nascita. La qual cosa ci dice che non si trattava solo di un comitato di adepti clandestini, seppure di alto rango ecclesiastico, ma di un mondo teologico, di un’ampia fetta di Chiesa che da decenni combatteva contro Giovanni Paolo II e Ratzinger per una “svolta” progressista radicale.

Era una “avanguardia” della rivoluzione con dietro a sé molte truppe. Secondo la Meloni, Bergoglio fu eletto nel nuovo conclave del 2013 come esito finale di una lunga macchinazione durante la quale il gruppo aveva dovuto pazientare, aspettare il momento opportuno, rivedere momentaneamente la propria tattica, riposizionarsi, ma senza mollare mai, nemmeno dopo il suo assottigliamento per la morte di Silvestrini prima e di Martini poi. Ed infatti l’autrice elenca i provvedimenti con cui oggi Bergoglio/Francesco sta realizzando tutti i punti dell’agenda del gruppo richiamati sopra. Due sono i criteri tattici seguiti per la “rivoluzione” nella Chiesa, oggi in piena attuazione, secondo la nostra autrice. Il primo è la velocità: Murphy O’Connor diceva che sarebbero bastati quattro anni di Bergoglio per avere una Chiesa diversa. Ne sono passati di più e tutti vedono che si sta procedendo a tappe forzate. La seconda, solo apparentemente contraria, è quella della prudenza. Gettare le basi dei cambiamenti, produrli indirettamente, fermarli temporaneamente quando si fanno troppo dirompenti e, quindi, passibili di una pericolosa reazione, farli camminare sottotraccia per farli poi emergere al momento opportuno.

Stefano Fontana
25-11-2022
lanuovabq.it/it/la-mafia-di-san-gallo-il-piano-per-sovvertire-l...
wheaton80
00giovedì 12 gennaio 2023 17:56
E' morto a 81 anni il cardinale australiano George Pell



E' morto a Roma, all'età di 81 anni, il cardinale australiano George Pell, prefetto emerito della Segreteria per l'Economia, dopo essere stato arcivescovo di Melbourne e di Sydney. Il porporato non ha superato le complicazioni causate da un intervento chirurgico all'anca. Nei giorni scorsi aveva partecipato in Vaticano ai funerali del papa emerito Benedetto XVI. Il cardinale Pell era stato posto da papa Francesco, il 24 febbraio 2014, alla guida della nuova Segreteria per l'Economia e di fatto a capo delle riforme economiche intraprese dal Pontefice. Il 29 giugno 2017, però, la polizia australiana confermò l'imminente stato d'accusa per il cardinale Pell per "gravi reati sessuali" su minori, fra i quali quello di uno stupro, che sarebbero stati commessi negli anni Settanta, quando Pell era parroco nella sua città natale, Ballarat. La Santa Sede contemporaneamente confermò la notizia del rinvio a giudizio del cardinale Pell e la sua partenza per l'Australia "per affrontare le accuse che gli sono state mosse". L'11 dicembre 2018 Pell fu giudicato colpevole di abusi sessuali su due chierichetti di 13 anni dalla giuria della County Court dello Stato di Victoria e il 13 marzo 2019 condannato a una pena detentiva di 6 anni. Il cardinale, che si è sempre dichiarato innocente, ha quindi annunciato il ricorso in appello, che è stato respinto e la condanna confermata. E per il cardinale si sono aperte le porte del carcere Nel mese di novembre, alla luce dei numerosi vizi formali nelle procedure processuali segnalati dal giudice Mark Weinberg, la Corte Suprema dell'Australia ha ammesso la richiesta di appello presentata da Pell. Il 7 aprile 2020 il cardinale è stato prosciolto all'unanimità dalla stessa Corte e rilasciato dopo più di un anno d'incarcerazione. In una recentissima intervista, papa Francesco ha riconosciuto pubblicamente i meriti di Pell a proposito della riforma delle finanze vaticane. “Io ho dato indicazioni soltanto”, ha detto Bergoglio a Canale 5 lo scorso 18 dicembre. “Ma l'organizzare questo che, grazie a Dio, sta andando bene con il Consiglio dell'Economia, con il Segretariato all'Economia, tutto questo lo ha visto chiaro il cardinale Pell, che è quello che ha incominciato questo". "Poi è dovuto rimanere quasi due anni in Australia per questa calunnia che gli hanno fatto, che poi era innocente, ma gliel'hanno fatta brutta poveretto, e si è allontanato da questa amministrazione, ma è stato Pell a fare lo schema di come si poteva andare avanti. È un grande uomo e gli dobbiamo tante cose", ha concluso il Papa.

11 gennaio 2023
www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/01/11/morto-il-cardinale-george-pell-complicazioni-dopo-un-intervento_fbdcb812-23de-4698-9a98-187f18a95...
wheaton80
00lunedì 16 gennaio 2023 19:43
Emanela Orlandi - Quel “dossier” vaticano segreto rivelato dalla Voce nel 2017

Emanuela Orlandi, il caso finalmente si riapre dopo le ennesime richieste da parte della famiglia, che non si è mai rassegnata, soprattutto il fratello Pietro, pur dopo 40 anni di finte inchieste, depistaggi, segreti a iosa, menzogne vaticane e lo zampino dei servizi segreti nostrani, vaticani e americani. Un bel mix! Lo ha deciso il ‘Procuratore di Giustizia’ Alessandro Diddi e vedremo ora se sul serio salteranno fuori le carte & i documenti che, ad esempio, provano come Emanuela fosse viva e vegeta, almeno fino al 1997, quando era ospitata in una casa di cura privata a Londra gestita da suore, sotto lo sguardo vigile del Vaticano. Ora, nelle ultime parole pronunciate da Alì Agca e anche dalla moglie italiana, sposata sette anni fa, la ravennate Elena Rossi, si torna a parlare di un ‘convento a Londra’ e di ‘suore vaticane’.

Nel 2017 “una fonte” rivela alla Voce…
Ne scrisse per la prima volta, in esclusiva, la ‘Voce’ in un’inchiesta pubblicata il 17 settembre 2017 e subito ripresa da alcuni media, tra cui l’Espresso. Nel reportage si faceva anche un esplicito riferimento al cardinal Angelo Becciu, l’uomo di tutti i segreti che sigillò la vicenda con parole che più esplicite non si può:“Il caso è chiuso. Per sempre”. Poi Becciu è salito alla ribalta delle cronache per altre non troppo edificanti vicende ed è entrato in rotta di collisione con Papa Francesco. E vuoi vedere che la più che irrituale, fragorosa rottura era dovuta alla strenua difesa portata avanti con pervicacia da Becciu di ‘seppellire’ il segreto di Emanuela, mentre al contrario Bergoglio voleva far finalmente luce, trasparenza e arrivare alla verità di quanto successe alla povera Emanuela e anche a Mirella Gregori? Misteri vaticani. Staremo a vedere. Ma ecco, di seguito, alcuni passaggi salienti di quella clamorosa inchiesta della ‘Voce’ di sei anni fa, costruita su informazioni super riservate che arrivavano da una più che attendibile fonte interna, cioè vaticana. La potete leggere integralmente cliccando sul link in basso. Così l’incipit:“C’è la prova che il Vaticano sapeva. Finalmente, dopo 34 anni di attesa, si sta per squarciare il velo sul giallo di Emanuela Orlandi. Secondo fonti attendibili, è imminente la ‘bomba’: ossia la rivelazione di documenti custoditi nella super cassaforte della ‘Prefettura della Casa Pontificia’ che svelano non poche trame. E soprattutto dettagliano, per filo e per segno, le spese sostenute dal Vaticano in vicende oscure, compresa la permanenza di Emanuela per un certo periodo a Londra”. Rammentiamo che quella Prefettura era ‘gestita’ dall’arcivescovo Georg Ganswein, fedelissimo dell’appena defunto papa Josef Ratzinger. Così continuavamo la ricostruzione dei fatti:“La prima svolta a metà giugno (2017, ndr), quando la famiglia Orlandi avanza una clamorosa richiesta: ossia un’istanza di accesso, rivolta al Vaticano, di poter visionare atti e documenti relativi al caso, il cosiddetto ‘dossier’ di cui da anni si parla, almeno dal 2012, e di cui nulla è mai trapelato”. “Il dossier conterrebbe notizie fino a tutto il 1997”. “Una sorta di libro mastro delle uscite.

A cominciare dai delicatissimi trasferimenti dei fondi dalla banca privata vaticana, lo IOR, verso istituti lussemburghesi, fino alle spese per la sicurezza vaticana. Tra queste note di spesa c’è un preciso riferimento alla vicenda Orlandi. Ci sono le pezze d’appoggio, tutti i riscontri”. Prosegue il nostro reportage del 2017:“Precisa la fonte:‘In particolare, la nota vaticana conservata nella cassaforte si riferisce alle spese sostenute per il mantenimento di Emanuela Orlandi in una casa di cura privata a Londra, ovviamente sotto falso nome. La circostanza è di enorme rilevanza, perché si tratta di fondi segreti vaticani. Ma soprattutto perché è la prova provata che dentro quelle mura pontificie, ai più alti livelli, sapevano e hanno taciuto. Hanno coperto e non hanno collaborato con la magistratura e soprattutto con la famiglia che cercava disperatamente Emanuela da anni. E che ancora oggi continua a cercarla”. E ancora:“Ecco cosa scrive una nota d’agenzia del 27 giugno scorso:‘La madre di Emanuela, tramite i suoi legali Annamaria Bernardini de Pace e Laura Sgrò, aveva chiesto di vedere il dossier su sua figlia conservato nella Santa Sede. Dopo 34 anni di silenzio assordante, passa poco meno di un’ora dalla presentazione della domanda ufficiale di visionare il fascicolo e il sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, si affretta a rispondere:‘Il caso è chiuso’. Quattro parole per liquidare un calvario di 34 anni. Il linguaggio burocratico per liberarsi diplomaticamente di un caso per cui non si è riusciti neanche a confezionare una verità su misura. Archiviato”. E la madre di Emanuela, a botta calda, replicò:“Emanuela Orlandi non è un caso chiuso. E’ mia figlia. E io la cercherò finchè il Signore mi terrà in vita”.

Gli ultimi segnali
Ma vediamo adesso gli ultimi ‘segnali’ che si sono infittiti proprio a fine anno scorso, dicembre 2022:
- 5 dicembre. Il giornalista Riccardo Annibali riporta la notizia di “una registrazione avvenuta all’insaputa di chi stava parlando, e forse per questo una vera e propria confessione, con nomi e cognomi, fatta da un sodale di Enrico De Pedis (boss della ‘Banda della Magliana’), che lancia accuse pesantissime verso il Vaticano. Il racconto, catturato da un microfono clandestino da Alessandro Ambrosini, il fondatore del blog d’inchiesta ‘Notte Criminale’, potrebbe spalancare una porta nel caso di Emanuela Orlandi, scomparsa quasi 40 anni fa, che ha ritrovato nuovo interesse dopo la chiacchieratissima docu-serie firmata Netflix ‘Vatican Girl’”. E molto significativo è quanto racconta il 13 dicembre scorso un giornalista investigativo di razza come Ferruccio Pinotti:“Alì Agca, l’uomo che sparò a Papa Woytila, propone una sua nuova versione sulla sparizione di Emanuela Orlandi, inviando un ampio documento, che il Corriere della Sera ha potuto visionare, direttamente a Pietro Orlandi, il fratello della ragazza scomparsa”. Dopo una serie di piste indicate da Agcà e altre demolite (come quella ‘bulgara’), passa ad affrontare il caso Orlandi e afferma:“I rapimenti di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori furono decisi dal Governo Vaticano ed eseguiti da uomini del Servizio Segreto Vaticano vicinissimi al Papa. La trattativa pubblica era ovviamente una sceneggiata ben orchestrata da pochi alti prelati operanti all’interno dei Servizi Vaticani”. E poi Agca aggiunge nella missiva inviata a Pietro Orlandi:“Emanuela Orlandi era un fatto tutto vaticano. E’ stata presa in consegna da alcune suore fin dall’inizio, ha compreso l’importanza del suo ruolo e lo ha accettato serenamente. So di lei soprattutto grazie a un Padre spagnolo che mi ha visitato in Italia e anche qui a Istambul”.

Intervistato da Pinotti, Pietro Orlandi fa riferimento ad un altro prete, citato sempre da Agcà:“Agcà mi ha parlato di un certo padre Lucien, colombiano dell’Opus Dei, incontrato tre anni fa in Turchia. Agcà mi ha detto: a Villa Tevere qualcuno ti può aiutare”. Proprio negli stessi giorni, metà dicembre 2022, scrive un inquietante messaggio su Facebook Elena Rossi, la ravennate che Alì Agca ha sposato sette anni fa, dopo una corrispondenza durata mesi (ora vivono in Turchia). Ecco le sue parole:“Bisogna riaprire il caso Gregori-Orlandi. Ci sono tante cose ancora da chiarire e responsabili da sentire dalla parte italiana. Non vengano separati i due casi, altrimenti si va nel fosso”. Parole un pò criptiche, che poi provvede a chiarire nel corso di un’intervista rilasciata poche ore dopo a ‘il Riformista’. Ecco alcuni fatti che Elena Rossi racconta. “Sono convinta che a legarci (lei e Alì, ndr) sia il destino. Alì nella lettera di sei pagine inviata a Pietro Orlandi dice la pura verità. Nella lettera esistono notizie di reato molto precise che dovrebbero essere prese in esame dalla Procura. Spero esista un magistrato onesto e volenteroso disposto a farsi carico di questa patata bollente”. E prosegue lanciando pesantissime accuse in varie direzioni. “In questa brutta storia di cose storte e false ne esistono davvero tante. Certo che Alì è stato manovrato, da uomini del SISDE, dei Servizi Vaticani, della CIA, e per CIA intendo Gladio, quanto c’è di più pericoloso al mondo, secondo Alì. Come ha sempre detto a Pietro Orlandi, Alì ritiene che le ragazze siano state prese direttamente dal Vaticano e che siano state collocate in un convento di clausura. In quanto ad Emanuela, ha avuto rassicurazione fino a tre anni fa, da parte di un sacerdote, che era viva. Sulla storia di Mirella dice che ‘non è chiara’; e il prete che ha visto Alì anche in Turchia dice che ‘su Mirella non è dato sapere’”. E termina con un significativo:“Dopo tanto tempo, questa criminosa omertà dovrebbe finire, almeno sul versante italiano”.

Andrea Cinquegrani
10 gennaio 2023
www.lavocedellevoci.it/2023/01/10/emanuela-orlandi-quel-dossier-vaticano-segreto-rivelato-dalla-voce-n...
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00lunedì 3 aprile 2023 22:26
La sorella di Mino Pecorelli:“Papa Luciani morto dopo aver ricevuto la lista dei prelati massoni”

Durante una lunga trasmissione condotta da Andrea Purgatori sulla storia del giornalista Mino Pecorelli in onda su la7, ha parlato la sorella del fondatore della rivista OP freddato da quattro colpi di pistola, uno dei quali sparato in bocca, come nel codice mafioso si fa con quelli che parlano troppo. Nel corso dell’intervista, Rosita Pecorelli ha rilasciato una dichiarazione dirompente al suo interlocutore, sebbene quest’ultimo non gli abbia dato la rilevanza che forse avrebbe meritato. La donna ha infatti collegato la morte di Papa Luciani all’inchiesta sulla ‘Gran Loggia Vaticana’, pubblicata proprio in quei giorni da Mino Pecorelli, e che quest’ultimo avrebbe anche inviato personalmente al papa. Il giornalista aveva collegamenti con importanti settori dei servizi segreti, era stato assistente del senatore democristiano Egidio Carenini e aveva fondato da prima un’agenzia di stampa che poi si era trasformata in rivista: OP, Osservatore Politico, che godeva di grande credibilità. Era stato autore di inchieste clamorose, come la rivelazione di quello che venne definito lo scandalo MiFoBiali, che svelò uno scambio di petrolio e carburanti tra Italia e Libia, scambio che avveniva in violazione degli accordi tra la l’Italia e la NATO Un’inchiesta che, comprensibilmente, ebbe una grande risonanza e accrebbe. Pecorelli fu anche iscritto alla P2, ma secondo sua sorella fu una specie di infiltrato, cioé si iscrisse solo per venire a conoscenza di segreti che poi avrebbe pubblicato nelle sue inchieste. D’altra parte Licio Gelli fu uno dei maggiori bersagli di OP. Nell’intervista, sua sorella racconta che il papa aveva ricevuto la lista dei prelati “infedeli” inviatagli direttamente da Pecorelli e che aveva intenzione di prendere provvedimenti contro di loro, ma la notte stessa morì. Tra i 121 nomi di alti prelati e cardinali iscritti alla massoneria rivelati da Pecorelli, quattro risulteranno in seguito collegati al caso di Emanuela Orlandi: il cardinale Agostino Casaroli, Segretario di Stato, il cardinale Ugo Poletti, che darà la dispensa per seppellire il boss della Banda della Magliana Renatino De Pedis nella basilica di Sant’Apollinare, Piero Vergari, il priore di Sant’Apollinare e Paul Marcinkus, gestore dello IOR, la Banca Vaticana. Per ammissione dello stesso conduttore della trasmissione, Andrea Purgatori, le circostanze della morte di Albino Luciani, papa Giovanni Paolo I, non sono mai state chiarite. Il suo pontificato di 33 giorni è stato tra i più brevi nella storia della Chiesa. Il boss Anthony Luciano Raimondi aveva scritto nel suo libro di memorie che il papa era stato ucciso con una fiala di cianuro su ordine di Paul Marcinkus. Ora la versione della sorella di Pecorelli potrebbe in parte confermare questa versione dei fatti, ma nessuno sembra intenzionato ad indagare.

Adalberto Gianuario
28 marzo 2023
www.byoblu.com/2023/03/28/la-sorella-di-mino-pecorelli-papa-luciani-morto-dopo-aver-ricevuto-la-lista-dei-prelati-...
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00domenica 10 marzo 2024 05:30
Via il vescovo polacco che coprì un prete pedofilo

Papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Lowicz (Polonia), presentata da monsignor Andrzej Franciszek Dziuba. Lo rende noto un Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede. Dziuba, 73 anni, è stato coinvolto in uno scandalo di pedofilia. Sono state presentate contro di lui alla Santa Sede denunce di negligenza nella gestione di abusi sessuali ai danni di cinque minori. Un'indagine a livello diocesano, secondo i presupposti del motu proprio Vos estis lux mundi, è stata condotta dall'arcivescovo metropolita di Lodz, Grzegorz Rys e nel 2020 i documenti raccolti sono stati presentati alla Santa Sede. Nel 2022, la commissione statale sulla pedofilia ha presentato una notifica alla procura con l'accusa di aver commesso il reato di mancata notifica alle forze dell'ordine degli abusi sessuali a danno di un minore, commessi nel 2016 da un sacerdote a lui subordinato. In un comunicato, la nunziatura di Varsavia rende nota la decisione del Pontefice sottolineando che la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Lowicz presentata da monsignor Dziuba era stata richiesta dalla Santa Sede. "Infatti, si legge nella nota, sono state riscontrate difficoltà nel governo pastorale di S. E. Andrzej Dziuba e in particolare sue omissioni nel trattare casi di abusi sessuali su minori commessi da alcuni sacerdoti, come è emerso da un'indagine condotta dalla Santa Sede, a norma del Motu Proprio 'Vos estis lux mundi'".

Eliana Ruggiero
09 marzo 2024
www.agi.it/cronaca/news/2024-03-09/pedofilia-papa-via-vescovo-accusato-insabbiamento-2...
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