catechesi per la domenica

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benefabio62
00sabato 8 gennaio 2011 18:58
preparazione per il 09/01/11 Il battesimo dello spirito

Riparto dall’ultima catechesi con le letture della domenica successiva che erano:
PRIMA LETTURA Dal libro del profeta Isaìa 42, 1-4.6-7
SECONDA LETTURA Dagli Atti degli Apostoli 10, 34-38
VANGELO Dal Vangelo secondo Matteo 3, 13-17
In questo caso specifico l’approfondimento per lo studio avrebbe preveduto per la prima lettura Isaìa 42, 1-4.6-7 una estensione a Isaia 42, 1-9 perché se sfogliavate la bibbia vi sarete accorti che comprendeva così tutto il Primo canto del servo del Signore, la seconda lettura Dagli Atti degli Apostoli 10, 34-38 una estensione a Dagli Atti degli Apostoli 10, 34-43 per prendere tutto il Discorso di Pietro presso Cornelio e il vangelo Dal Vangelo secondo Matteo 3, 13-17 invece sarebbe rimasto uguale perché già prevedeva tutto il Battesimo di Gesù.
Fatta questa precisazione in generale su come dovrebbe essere fatta la prima analisi delle letture appare chiaro come il tema principale di questa celebrazione è il battesimo di Gesù, ma se noi pensiamo al battesimo di Gesù in se stesso che pensiamo? Che Gesù come noi è stato battezzato in acqua, più precisamente nelle acque del fiume Giordano. Adesso con la mia preparazione cerco di attualizzarlo alla vita di tutti i giorni.

La prima lettura è del profeta isaia ed è Dio che parla per bocca del profeta, parla del suo servo, che egli sostiene, del suo eletto in cui si compiace, dice che ha posto il suo spirito in lui e porterà la giustizia nel mondo, ma non alzerà la voce come invece spesso facciamo noi per farci sentire, non spezzerà nemmeno una canna incrinata e non spegnerà nemmeno la fiamma fioca di uno stoppino, nel senso che accetterà sempre la volontà del padre e non forzerà mai la mano con violenza per cambiarla come invece facciamo noi che sempre non accettiamo la nostra storia e vogliamo continuamente cambiarla ma stabilirà il diritto e il suo insegnamento senza stravolgere la vita di nessuno ma soltanto aprendo gli occhi e liberando dalle catene della schiavitù del peccato. Poi ad un certo punto Dio spiega i motivi per cui chiama a conversione le persone e dice: ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano, ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo, veramente quando il signore ci chiama a conversione è come che ci prendesse per mano e piano piano ci forma, ci plasma alla sua parola, ma questo perché? Perché dobbiamo sentirci santi e bravi e immacolati? No solo perché il signore vuole servirsi di noi per essere suoi strumenti per l’evangelizzazione: perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, ovviamente non è che tutti i momenti dobbiamo stare ad evangelizzare ed ad aprire gli occhi perché si perderebbe il senso, bisogna sempre aspettare l’ispirazione del signore per il resto e per qualunque situazione è meglio pregare e rimettere a dio la salvezza delle persone e la loro conversione.

Nella seconda lettura tratta dagli atti degli apostoli Pietro prende la parola e sottolinea che Dio non fa preferenze di persone, non chiama quelli più santi o quelli più bravi ma chiama tutti e fra questi potrebbe esserci anche qualcuno con un passato burrascoso che magari non è bravo per niente, anzi la mia esperienza mi ha portato a pensare che è più facile convertirsi per chi è veramente lontano piuttosto di chi invece va a messa e si sente bravo, perché come ricorda Pietro poi è Dio stesso che consacra in spirito santo e che come lo ha fatto con Gesù è sempre pronto a farlo con chiunque si metta al suo servizio, perché questo spirito deve continuare a vivere anche in questa generazione e deve continuare a passare per continuare a risanare tutti coloro che stanno sotto il potere del diavolo, questo compito è della chiesa ma è di tutti i cristiani che fanno parte di questo corpo.

Il vangelo è di Matteo ed è il momento del battesimo di Gesù, c’è un momento importante in cui Giovanni il battista voleva impedire a Gesù di battezzarsi perché pensava giustamente che era Gesù che doveva battezzare lui, ma dio nella sua storia della salvezza dell’uomo ha voluto che l’uomo partecipasse a questo evento e quindi è Giovanni un uomo che battezza Gesù, quindi il problema nostro della nostra umanità è di pensare a Gesù come a qualcosa lontano dalla nostra vita, si va bene Gesù esiste però ha altro da fare che pensare a me o alla mia situazione, figuriamoci poi se la chiesa o il prete può in qualche modo interferire fra il rapporto fra me e Gesù, e invece è proprio il prete e la chiesa che ha questa facoltà di far scendere su di noi lo spirito santo, come dopo aver battezzato Gesù subito scende lo spirito di dio, così anche per mano della chiesa dopo la confessione, dopo la comunione ecco che scende lo spirito di dio su di noi e abbiamo la possibilità di partecipare a questo corpo di cristo risorto ognuno con le proprie qualità, perché quando dio sceglie non sceglie mai a caso, sicuramente c’è un aspetto di noi che è fondamentale per la storia della salvezza dell’uomo che dio vuole realizzare e sta a noi affidarci a Dio per scoprire qual’è questo aspetto, per esempio quando iniziavo a camminare nella fede mai avrei pensato di poter avere un rapporto così stretto con la parola, quindi oggi la chiesa viene a rompere questa nostra umanità che ci fa guardare sempre alle cose carnali, cioè che noi al fondo non siamo degni di fare niente per il signore ma che dovrebbe essere sempre il signore a fare qualcosa per noi, ma Dio invece ha voluto il contrario, ha voluto che noi partecipassimo pienamente al suo piano a cui concretamente tutti noi siamo chiamati a rispondere proprio in questa celebrazione con un amen.

Le letture della prossima domenica sono:

Dal libro del profeta Isaìa Is 49,3.5-6

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1Cor 1,1-3

+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 1,29-34

Questa volte oltre a fare il solito lavoro di estensione se avete difficoltà a capire guardate i riferimenti al lato delle letture , quelli a destra o a sinistra o quelli sotto, che rimandano ad altre letture, per fare ulteriori estensioni su frasi specifiche se in qualche senso se ne avverte la necessità di approfondire.

benefabio62
00sabato 15 gennaio 2011 15:29
Preparazione per il 16/01/11 Il nostro battesimo dello spirito

La prima lettura è del libro di Isaia e presenta 2 momenti importanti che poi verranno sviluppati nel vangelo, il primo momento in cui Isaia annuncia che Israele è il servo del signore su cui manifesterà la sua gloria, e questo aspetto ci riguarda molto da vicino perché sempre stiamo parlando in queste catechesi di servire il signore, di mettersi al servizio del signore di fare quel servizio per il signore, quindi c’è una prima fase in cui il signore verifica le nostre buone intenzioni, se veramente vogliamo essere chiamati a conversione, se veramente lo mettiamo al primo posto se abbiamo fatto in cuor nostro la scelta di cambiare vita, di fare un’altra vita, quando il signore capisce che effettivamente da parte nostra c’è questa volontà, perché ha visto in noi un impegno, una costanza, una volontà a seguirlo si passa al secondo momento che come dice la lettura il signore per bocca di Isaia dice : è troppo poco che tu sia mio servo io ti renderò luce, perché il senso del cristiano non è solo servire il signore ma la cosa fondamentale è essere luce, ma chi è la vera luce? Solo Gesù cristo risorto è la vera luce capace di illuminare la via giusta , la via santa quella che porta alla Gerusalemme celeste, quindi il nodo fondamentale di tutti i cristiani è passare dalla fase del servizio al signore alla fase di incontro con lo spirito di Gesù Cristo risorto e una volta che si incontra il signore per forza ci si illumina di luce splendente perché il suo spirito si incarna in noi.

La seconda lettura della prima lettera di san Paolo apostolo ai corinzi ci fa presente come risolvere questo nodo importante, come incontrarci con il signore, come passare da avere uno spirito di servizio ad avere anche uno spirito di luce che illumini le genti, come incontrarci con il signore, chissà che pensiamo noi per incontrare il signore che cosa serve, forse di essere bravi o di fare qualche opera buona o di comportarci bene, di non dire parolacce, di non fare peccati, di non rispondere male o anche pensiamo che andando a messa incontriamo il signore, ma qui viene detta una cosa importante: a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del signore nostro Gesù Cristo, quindi per incontrare il signore basta invocarlo in ogni luogo, ma non così tanto per dire signore ti invoco, ma concretamente, vedi signore in quel fatto della mia vita come sono debole aiutami, perché il signore non si vuole manifestare nell’astratto di idee che rimangono nell’aria ma si vuole manifestare nei fatti concreti della nostra vita vuole intervenire dove noi stiamo in difficoltà e farsi presente con tutta la sua dolcezza, solo che se noi non lo invochiamo lui non interviene perché ci rispetta profondamente, e invocare il signore non è così facile come si pensa perché noi mentalmente siamo abituati a risolvere i nostri problemi da soli escludendo dalla nostra vita la mano di dio, perché pensiamo di essere noi il dio della nostra vita e pensiamo che siamo abbastanza adulti e vaccinati per prendere decisioni.

Il vangelo di Giovanni è tutto incentrato sulla figura di Giovanni il battista che in maniera dettagliata ripropone il suo incontro con Gesù e fa presente questi due aspetti separati ma uniti, il battesimo dell’acqua e il battesimo dello spirito, dove il battesimo dell’acqua sta nelle mani dell’uomo ma il battesimo dello spirito sta nelle mani di dio e allora per chiudere la catechesi di oggi la chiesa annuncia questo fatto: a Dio è piaciuto il nostro comportamento, è piaciuta la nostra attenzione alle messa, alla comunione e alla confessione, ha visto che stiamo stati costanti nel nostro battesimo dell’acqua che era rappresentato dalle sette sante immersioni di cui una volta avevamo parlato, che veramente abbiamo fatto questo percorso con spirito di servizio e allora oggi per chi lo crede ma soprattutto per chi invocherà con il cuore il nome del Signore Gesù Cristo c’è la possibilità di fare questo incontro nei fatti concreti della nostra vita, c’è la possibilità di essere battezzati nello spirito, in questa lettura specifica è Giovanni il battista a dire di averlo visto e testimoniato ma nella nostra vita concreta dovremmo essere noi poi a dirlo e a testimoniarlo.

Le letture della prossima domenica sono:

PRIMA LETTURA Dal libro del profeta Isaìa 8, 23b-9, 3
SECONDA LETTURA Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
1, 10-13.17
VANGELO * Dal Vangelo secondo Matteo 4, 12-23
oggi l'indicazione che do è di prendere un foglio A4, metterlo in posizione orizzontale e dividerlo in 9 riquadri, praticamente facendo due linee equidistanti sia orizzontali che verticali, a questo punto dopo aver letto e approfondito le letture cercate di mettere nei primi tre riquadri verticali le tre cose che vi hanno colpito nella prima lettura, potete iniziare magari facendo tre piccoli riassunti della lettura dividendo la lettura in tre e riassumendo, o mettere anche tre frasi o pensieri, poi fate lo stesso con la seconda lettura e lo stesso anche per la terza in modo da avere il foglio completo con tre riflessioni per ogni lettura.
benefabio62
00sabato 22 gennaio 2011 14:56
preparazione per il 23/01/11 Peccato morale e miracolo morale.

La prima lettura è del profeta Isaia e descrive come l’intervento di dio nella vita di un popolo fa passare dal camminare nelle tenebre su terra tenebrosa ad un momento in cui questa terra si illumina perché appare una grande luce, questa luce nella nostra vita è cristo che è venuto fondamentalmente a spezzare il giogo che ci opprimeva e a spezzare anche il bastone dell’aguzzino che era il bastone del demonio che ci costringeva a fare la sua volontà, ma la sua volontà, ossia il peccato morale cioè il pensare che la felicità possa venire dall’assicurarsi il pane, dall’avere sempre il frigorifero pieno e gli armadi colmi di vestiti alla moda, dall’avere un lavoro tranquillo e stabile, dal desiderare un rapporto di coppia senza patemi, dal volere sempre una storia migliore di quella che realmente abbiamo, desiderare genitori più comprensivi, colleghi più intelligenti e simpatici, figli che facciano tutto quello che gli diciamo, una casa più grande e confortevole, una macchina più bella e grande per passare alle ricchezze esagerate vere e proprie, dicevo questo peccato morale di cui abbiamo fatto esperienza ci ha fatto comprendere una cosa importante: che queste cose non ci davano la felicità, sempre ci mancava qualcosa, che questi idoli erano idoli freddi che mai potevano riempire in qualche modo il nostro vuoto esistenziale, il nostro abisso profondissimo, e allora la chiesa oggi viene a spezzare questo legame che abbiamo con lo spirito del male e viene a dire che la felicità, la pienezza, la completa realizzazione del nostro essere profondo ce la può dare solo il signore, solo il signore ha la forza di rompere questo legame che noi abbiamo con la nostra vita e di farci vedere le cose alla giusta luce.


La seconda lettura della prima lettera di san Paolo apostolo ai corinzi pone l’accento sulle divisioni e sulle discordie che si erano create all’interno della comunità, le divisioni e le discordie sono proprio l’aspetto più importante con cui il demonio si fa presente nella nostra vita, mentre il signore unisce nell’amore, il demonio divide nell’odio e non pensiamo che questo sia un aspetto lontano della nostra vita perché è molto più facile per noi fare esperienza della divisione del demonio che dell’unione in cristo, il discorso della prima lettura sul peccato morale si collega molto bene a queste divisioni e discordie proprio perché quando cerchiamo la felicità nel frigorifero pieno e nei vestiti alla moda poi inorridiamo di fronte alla povertà e non la vogliamo nemmeno vedere, e questo ci divide, se desideriamo una macchina bella e grande poi questo sarà motivo di divisione con chi non può averla, se la nostra casa sarà grande e bella poi giudicheremo male chi vive in 10 in una stanza, se ci circondiamo di gente simpatica e intelligente poi disprezzeremo e non ameremo chi invece è stupido e scontroso, ma questo non in maniera netta e decisa ma sempre in maniera subdola perché questo peccato morale nella nostra vita si insinua strisciando e sempre in modo intelligente come il serpente che era il più astuto e intelligente tra tutti gli animali, se pensiamo di sconfiggere satana con la nostra intelligenza siamo fregati, lui è molto più furbo e intelligente di noi, l’unico che può spezzare il suo giogo e il suo bastone è il signore, e l’unico che può unirci nell’amore è cristo con il suo spirito che conferisce a noi appunto la fratellanza nello spirito.

Il vangelo tratto da Matteo presenta il momento in cui il signore comincia a predicare, e le prime parole che dice sono: convertitevi, perchè il regno dei cieli è vicino, se oggi il signore ci viene a dire che il regno dei cieli è vicino è perché effettivamente nella nostra vita siamo vicini a questa meta, e questa meta è la Gerusalemme celeste, e convertirsi significa fare una conversione nella nostra vita, accettare che il signore rompa la nostra convivenza con il peccato morale che ci porta solo ad infelicità, divisioni e discordie e accettare invece di fare parte del miracolo morale che è la chiesa, il vedere che nasce una comunione, perché Gesù prima dice convertitevi ma poi dopo comincia a chiamare gli apostoli prima chiama Pietro e Andrea poi Giacomo e Giovanni, quindi rompere con il peccato morale e unirsi al miracolo morale è quello che oggi la chiesa chiede e noi nella nostra libertà siamo sempre liberi di dire o no il nostro amen.

Le letture della prossima domenica 30/01/11 sono:
Prima lettura Dal libro del profeta Sofonìa Sof 2,3; 3,12-13
Seconda lettura Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1Cor 1,26-31
Vangelo Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5,1-12a
L’indicazione di oggi è riferita a quello schema di nove riquadri che vi ho detto di fare la volta scorsa, quel foglietto quando è completo è la base per la vostra catechesi, averlo davanti completo serve per avere un quadro generale delle tre letture e su quello cominciare a fare le vere riflessioni, come prima riflessione cercate di vedere come e dove si realizza la vita di cristo in tutte le letture, nel vangelo questo risulta più ovvio.
benefabio62
00sabato 29 gennaio 2011 19:06
preparazione per il 30/01/11 cercare il signore

La prima lettura è tratta dal libro del profeta Sofonia e inizia dicendo :cercate il signore, perché certamente il signore va cercato, non è che scende dal cielo solo per farci un favore perché vogliamo avere un rapporto privilegiato con lui e prosegue dicendo cercate la giustizia e l’umiltà voi poveri della terra, ma noi ci sentiamo poveri? E cerchiamo l’umiltà? Niente di questo, noi non ci sentiamo per niente poveri anzi ci sentiamo ricchi di noi stessi della nostra intelligenza del nostro senso di giustizia e non siamo per niente umili perché se diventiamo umili poi pensiamo che qualcuno si approfitta di noi e ci frega in qualcosa, ma la lettura insiste e dice lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero che non commetterà iniquità e non proferirà menzogna e non si troverà più nella loro bocca una lingua fraudolenta, ma come sarà possibile passare dalla nostra superbia dove ci sentiamo padroni di tutto e che tutti ci portino rispetto altrimenti ci facciamo sentire, dalla nostra ricchezza dove pensiamo di avere cultura e intelligenza sufficienti per gestire la nostra vita come meglio vogliamo, dalle nostre bugie che ci servono per mettere delle maschere, delle facciate ai nostri fallimenti al nostro non senso, dove preferiamo sorridere e fare i simpatici anche se dentro siamo vuoti e insoddisfatti, come sarà possibile dicevo passare invece a questa situazione concreta?

La seconda lettura della prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinti ci da una indicazione per iniziare a cercare veramente il signore e fa una premessa interessante, non ci sono molti sapienti, ne molti potenti ne molti nobili fra di voi, questo per premettere che fondamentalmente il signore chiama persone semplici, normali in cui tutti noi ci possiamo immedesimare, perciò dio sceglie sempre quello che è debole, quello che è disprezzato, quello che è nulla perché nessuno si vanti di fronte a dio, quindi la sapienza, l’umiltà, la povertà è Cristo stesso e allora Cristo va cercato nei deboli, in quelli che vengono disprezzati, nei poveri, in quelli che non valgono niente perché li sta il signore e li lo si può incontrare, ma questo nella nostra vita concreta significa anche che il signore va cercato nella nostra debolezza, cioè il riconoscere che siamo deboli che siamo poveri, che veramente abbiamo uno spirito debole e povero, che veramente meriteremo di essere disprezzati da dio, che veramente ci siamo allontanati da lui e abbiamo voluto essere noi il dio della nostra vita, cioè il signore in poche parole vuole che scendiamo prima giù da cavallo che smettiamo di sentirci forti e sicuri e magari di combatterlo come faceva S. Paolo, infatti S. Paolo fu buttato giù da cavallo con violenza accecato da un lampo, allora il signore ci butta lui giù da cavallo, essere buttati giù da cavallo equivale ed essere scossi, vivere un’esperienza che ha la forza di scuoterci del nostro torpore esistenziale, se stiamo belli dritti sul nostro cavallo magari in posa su un bel piedistallo e guardiamo tutti dall’alto in basso allora la nostra conversione per forza di cose passerà per la stessa esperienza di S. Paolo.

Il vangelo di Matteo ci presenta il discorso della montagna in tutta la sua interezza manca solo l’introduzione e la parte finale ma le beatitudini ci sono tutte. Questo è un vangelo duro che ci inchioda alla nostra realtà di peccatori, ossia di persone che non possono incarnare nella loro vita questa parola, perché questa parola è talmente esatta, perfetta, giusta nel descrivere lo spirito del signore, dell’uomo nuovo che se ce l’hai va bene ma se non ce l’hai allora ti fa presente che questa parola attualmente può essere solo profetica e la vedremo realizzata solo alla fine del nostro cammino dove verremo battezzati da dio in spirito santo e farà discendere su di noi lo spirito di cristo risorto, solo in quel momento potremo compiere questa parola nella nostra vita, perché questa parola senza lo spirito di cristo non si può compiere, si ci possiamo sforzare umanamente e mentalmente di compierla ma se faremo questo sarà la parola stessa a schiacciarci perché il peso di queste azioni è assurdo se stanno fuori dallo spirito di cristo, quindi prima bisogna cercare il signore come diceva chiaramente la prima lettura e poi una volta trovato bisogna cominciare a seguirlo ricordando sempre che si segue uno che va verso il monte, che ha una missione, e che questa missione è amare nella dimensione della croce e risorgere per mettere i piedi nella Gerusalemme celeste, nella città santa, nel paradiso terrestre rovesciato sulla terra e quando sentiremo che quello che stavamo guardando, quello che stavamo seguendo non stava davanti e fuori da noi, ma stava dentro al nostro cuore allora saremo pronti per amare in quella dimensione perché il nostro cuore a quel punto non sarà più un cuore di pietra incapace di amare ma sarà un cuore nuovo, un cuore pieno dell’amore di dio, alimentato da un fuoco eterno capace di incendiare il mondo del suo amore.

Le letture della prossima domenica 06/02/11 sono:
Prima lettura Dal libro del profeta Isaia Is 58,7-10
Seconda lettura Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1Cor 2,1-5
Vangelo Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5,13-16
L’indicazione di oggi è riferita a quello schema di nove riquadri che vi ho detto di fare la volta scorsa, quel foglietto quando è completo è la base per la vostra catechesi, averlo davanti completo serve per avere un quadro generale delle tre letture e su quello cominciare a fare le vere riflessioni, come seconda riflessione cercate di vedere come e dove si realizza la vostra vita in tutte le letture, nel senso se vedete un fatto o una situazione della vostra vita dove il signore è intervenuto.
benefabio62
00sabato 5 febbraio 2011 18:34
preparazione per il 06/02/2011 manifestare lo spirito

La prima lettura è del profeta Isaia ed è la risposta che dio da a chi faceva digiuni fra litigi e alterchi a chi mentre faceva il digiuno curava gli affari angustiando gli operai, a chi si lamentava di fare il digiuno senza che dio lo vedesse o lo sapesse e allora arriva puntuale la risposta di un dio che ci tiene a fare chiarezza, e questo avviene sempre nella nostra vita, dio ci tiene sempre a fare chiarezza non ci lascia mai nel dubbio e chiarisce che il digiuno che lui preferisce è, ma questa parte nella lettura è omessa, che lui vuole che si sciolgano le catene inique, che vengano tolti i legami del giogo e liberati gli oppressi, poi arriva la parte della lettura che tocca praticamente in che consiste il digiuno preferito dal signore: dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri, vestire uno che vedi nudo, ma noi pensiamo di poter fare tutte queste cose? Sinceramente penso di no, ossia con il nostro spirito difficilmente penseremo di dividere qualcosa con qualcuno, ma questa è soprattutto una parola profetica nel senso che se la crederemo la vedremo realizzata pienamente nella nostra vita soprattutto nella seconda parte dove appare un dio pronto a soccorrerci in qualsiasi difficoltà, ma come si potrà realizzare questa parola nella nostra vita? Solo con lo spirito del signore, solo con quello spirito potremmo chinarci sugli affamati, sui poveri sui senzatetto altrimenti rischiamo se pensiamo di portare avanti il nostro cristianesimo con il nostro spirito, dicevo rischiamo di fare come quelli che digiunavano controvoglia lamentandosi e comportandosi con violenza.

La seconda lettura è tratta dalla prima lettera di san paolo apostolo ai corinzi e sottolinea, paolo che lui quando ha iniziato a predicare lo ha fatto con voce trepidante e con molto timore basando i suoi discorsi non sulla sapienza ma solo sulla manifestazione dello spirito, quindi la prima cosa che dobbiamo mettere da parte è la nostra sapienza che è solo un ostacolo alla nostra fede e fondare tutte le nostre azioni sullo spirito, ora abbiamo parlato spesso del battesimo dello spirito ma se qualcuno si accorge di non avere lo spirito santo allora pensi subito di riprenderlo se l’ha mandato via con qualche peccato grave, e i peccati gravi si vedono dai dieci comandamenti non rimanga troppo tempo in quella situazione e ritorni allo spirito del signore, precedentemente parlai delle sette sante immersioni riferite al battesimo attuato da Giovanni il battista e di come personalmente preferisco associarle non ai sette sacramenti come di solito si fa ma preferisco associarle alla confessione, penitenza, andare a messa, ascoltare la parola di dio, proclamare le preghiere, fare un’offerta, fare la comunione, è solo questo il modo per ritornare sulla retta via e ricominciare il nostro rapporto con il signore e allora in questo caso certo che possiamo ricominciare a manifestare lo spirito del signore ma se lo perdiamo perché stupidamente siamo caduti che manifesteremo? Manifesteremo che non abbiamo più un cuore che pulsa ma che siamo ritornati al cuore di pietra duro come un sasso e freddo come il ghiaccio.

il vengelo è di Matteo ed è il momento in cui Gesù dice ai suoi discepoli: voi siete il sale della terra e la luce del mondo che le vostre opere risplendano davanti agli uomini affinchè gli uomini vedendo rendano gloria al padre, ma noi sappiamo anche che gesù soffiò sulla fronte degli apostoli e infuse il suo spirito su di loro e fu proprio in base a questo aspetto importante che gli apostoli furono in grado di evangelizzare perchè portavano lo spirito del signore risorto, quindi oggi la chiesa ci viene a proporre di rinunciare alla nostra sapienza , al nostro modo di pensare le cose e anche alla nostra idea di religione che sicuramente ci vede aggrappati ad un dio a cui chiedere sempre qualcosa o sulla famiglia o sul lavoro o sulla salute e invece a cercare un rapporto diverso con il signore che ci porterà a realizzare nella nostra vita la profezia di isaia proprio con lo spirito stesso del signore che in noi vuole continuare a compiere la sua missione: mostrare al mondo il suo volto e amare nella dimensione della croce

Le letture della prossima domenica 13/02/11 sono:
Prima lettura Dal libro del Siràcide Sir 15,16-21
Seconda lettura Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
1Cor 2,6-10
Vangelo dal Vangelo secondo Matteo Mt 5,17-37

una volta che avete terminato queste operazioni avete tutti gli elementi per farvi la preparazione personale ma manca l'ispirazione, quella dovete cercarla in qualche modo voi trovando il modo giusto ognuno come si sente, o pregando o digiunando o chiedendo aiuto allo spirito santo, vedrete che l'ispirazione giusta verrà ed è su quella che va poi sviluppata la preparazione.
benefabio62
00sabato 12 febbraio 2011 18:45
preparazione per il 13/02/11 la sapienza di dio in cristo

La prima lettura e tratta dal libro del Siracide e parla della libertà umana, nel senso che noi siamo liberi di scegliere fra il bene e il male ma inevitabilmente scegliamo il male anche a volte pensando di fare il bene, la premessa che manca alla lettura riguardava il fatto che spesso si accusa dio nel momento di scegliere il male e invece non si riconosce la cosa più importante ossia che senza la visione di dio siamo obbligati a scegliere il male e comincia un accenno alla sapienza di dio che vede ogni cosa e come questa sapienza sia forte e soprattutto potente, bene l’uomo avrà bisogno di questa sapienza per uscire dal circolo vizioso del peccato e del male dove è incatenato e in cui pur potendo scegliere non fa mai esperienza di libertà.

Nella seconda lettura che è della prima lettera di san Paolo apostolo ai corinzi è presentata proprio questa sapienza e di come questa sapienza venga nascosta ai dominatori del mondo e per molti rimane un mistero ma a noi cristiani dio ha voluto rivelare questa sapienza e l’ha rivelata cosa ancora più importante per mezzo dello spirito santo, allora se noi non accettiamo questo mai potremmo conoscere la sapienza di un dio che non è soltanto un dio a cui chiedere le cose quando qualcosa non va ma è un dio che sostanzialmente vuole salvare il genere umano dal peccato, dal male e dalla perdizione eterna ed ha bisogno di un corpo che è la chiesa per far vivere il suo figlio anche in questa generazione e realizzare il suo piano di salvezza per l’umanità, è ovvio che la testa di questo corpo ossia la parte più importante sono i sacerdoti ma anche noi cristiani normali abbiamo un compito importante in questo corpo.

Bene il vangelo di Matteo fa parte sempre del discorso della montagna e parla sempre dell’uomo nuovo , l’uomo che deve nascere in noi con il cammino di fede e quest’uomo è il signore stesso che vuole abitare in noi con il soffio dello spirito santo, potremmo noi compiere quelle opere senza lo spirito del signore e senza la sapienza di dio? Noi che sempre desideriamo le donne degli altri e sempre giuriamo il falso e sempre ci adiriamo con gli altri anche per futili motivi potremmo mai avere uno spirito diverso? Cioè lo spirito del signore? Potremmo avere noi la sapienza di dio? Certo che potremmo avere tutto questo ma solo se crediamo a questa parola, che è sempre profetica e se qualcuno ha la stoltezza di credere e di aggrapparsi a questa parola la vedrà realizzata pienamente nella propria vita, senza doppi sensi o interpretazioni: vedrà la sapienza di dio e verrà ricoperto dallo spirito di cristo, se c’è qualcuno che non ha più niente da credere, che ha visto che la vita non lo riempe, che si sente vuoto e perso il signore oggi viene a dirci che dove noi abbiamo fallito cioè nell’amare in maniera totale, incondizionata, lui non ha fallito che lui può amare in noi in un’altra dimensione che è la dimensione della croce sempre amando e perdonando e non ridendo come facciamo noi quando vediamo la difficoltà degli altri o ridiamo dentro se qualcuno fallisce in qualcosa, il signore non ha riso quando eravamo lontani e peccatori ma pazientemente ci ha aspettato, ci ha incoraggiato, ha salato la nostra vita, ed è quello a cui siamo chiamati noi, mostrare il suo volto misericordioso, cioè mostrare agli altri come il signore si è comportato con noi e dare corpo a questo spirito che non vuole solo stare in noi ma vuole anche vivere e compiere in noi le sue opere.

Le letture della prossima domenica sono:

Dal libro del Levìtico Lv 19,1-2.17-18

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1Cor 3,16-23

+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5,38-48

sul trovare l'ispirazione giusta vale sia in senso generale di trovare il filo del discorso ma anche in particolare poi di cogliere una ispirazione specifica per ogni lettura e di come in cascata si colleghino fra loro, il foglietto a nove riquadri va fatto fino a che non si prende dimistichezza poi si può anche non fare o al limite si fa solo quando ci si trova in difficoltà, nel senso che si fa fatica a trovare sia le riflessioni che le ispirazioni.
benefabio62
00sabato 19 febbraio 2011 23:40
preparazone per il 20/02/11 l'amore al nemico

La prima lettura è tratta dal Levitico e presenta un aspetto della legge mosaica più precisamente nell’osservanza delle prescrizioni morali riferite in questo caso all’odio e al rancore, secondo la legge mosaica gli ebrei non potevano covare rancore o odio verso gli abitanti del loro stesso popolo ma dovevano essere santi come santo era il loro dio, e allora dovevano pensare a risolverla subito la questione cercando subito un chiarimento con la persona con cui stava per nascere un problema e all’ultimo appare il comandamento dell’amore al prossimo, ma per gli israeliti il prossimo era sempre riferito agli appartenenti al popolo ebraico perché riguardo agli altri popoli c’era proprio la prescrizione di non aiutare i peccatori , i lontani che erano in odio al signore, e se qualche israelita aiutava un lontano finiva per il contaminarsi del peccato altrui e diventare immondo agli occhi di dio.

La seconda lettura è della 1 lettera di s.paolo apostolo ai corinzi in cui viene ribadito il concetto di santità e presentato l’aspetto che noi , come chiesa, siamo il tempio di dio e che lo spirito abita in noi, parte anche un ammonimento a non distruggere questo tempio a non fare peccati così grandi che potrebbero essere motivo di scandalo tali da mettere in crisi l’esistenza stessa della chiesa, e troviamo un accenno al fatto di rinunciare alla nostra sapienza perché la nostra sapienza è stoltezza agli occhi di dio, ora se il peccato che è il vero cancro, tumore dell’anima ci trasforma come diceva s. rita ad immagine e somiglianza del demonio così anche la chiesa con la pastorale sacramentale ci trasforma a immagine e somiglianza di cristo figli di una nuova creazione e ci mette nella condizione di essere santi perché l’unico santo è cristo e se noi abbiamo lo spirito di cristo siamo anche noi santi.

Il vangelo è tratto da matteo ed è l’ultimo tratto del primo capitolo, per esattezza il 5 del vangelo di matteo, del sermone della montagna, gli altri capitoli del sermone della montagna sono il 6 e il 7, e in questo brano il signore elimina citandola , la legge del taglione, praticamente eliminando la violenza di quella legge che prevedeva addirittura la morte se qualcuno uccideva un uomo, e la sostituisce con il comandamento per eccellenza: l’amore al nemico, dice anche di porgere l’altra guancia in caso di schiaffo, anticamente colpire con il dorso della mano rappresentava un’offesa grave, forse la peggiore, quindi il signore si riferisce agli atteggiamenti che dobbiamo avere se vogliamo essere suoi discepoli: quindi per prima cosa eliminare la violenza ma anche rinunciare a reagire con violenza sia fisica sia verbale se riceviamo un’offesa, poi ci chiede anche di rinunciare alle ricchezze, di non metterle al primo posto e di andare incontro agli altri, perché è quello che fa il signore e allora se vogliamo portare con noi il suo spirito poi dobbiamo dargli anche la possibilità di compiere le sue opere, che non saranno mai le nostre opere che rimarranno sempre le sue ma che il signore vuole compiere il noi, possiamo noi compiere questa parola senza il suo spirito? No sarebbe uno sforza assurdo, disumano, ma oggi il signore ci chiede di rinunciare alla nostra umanità, al nostro senso di vedere le cose ed affidarci a lui.
benefabio62
00sabato 12 marzo 2011 20:29
Preparazione per 13/03/11 Periodo quaresimale

La prima lettura è tratta dal libro della Genesi e presenta tre momenti importanti: la creazione dell’uomo da parte di dio, il momento in cui appare la tentazione e la inevitabile caduta dell’uomo nel peccato, questi tre momenti sono sempre presenti nella vita dell’uomo di oggi nel senso che Dio sempre è disposto con noi a fare una nuova creazione a rimetterci in cammino a ridarci la verginità dell’anima ma sempre nella nostra vita dovremmo fare i conti con la tentazione del demonio che ci abbandonerà solo al momento della nostra morte e sempre sentiremo la convivenza del peccato sulla nostra carne, però è molto difficile entrare nella nostra realtà sia di figli di dio che di tentazione e di peccato perché sempre il demonio ci confonde e non vuole che abbiamo le cose chiare e ci farà vedere che al fondo siamo bravi e che non facciamo nulla di male e che dio non esiste perché ci dice dove sta Dio che nemmeno lo vedi? Dato che il serpente in questa lettura è presentato come il più astuto di tutti gli animali se vogliamo combattere e resistere alla tentazione del demonio con la nostra intelligenza siamo fregati in partenza perché su quel piano il demonio è molto più forte di noi, ma possiamo fare una cosa cominciare a riconoscerlo, vedete che in questa lettura il demonio parte con una menzogna e dice è vero che dio ha detto che non dovete mangiare di nessun albero? Ma questo non era vero perché dio aveva detto che potevano mangiare di tutti gli alberi tranne che dell’albero della conoscenza del bene e del male ma questo serve al demonio per insinuare nella nostra testa il dubbio che Dio ci sta limitando in tutto, che se non possiamo fare qualche cosa al fondo non possiamo fare niente, è questo l’inganno profondissimo su cui fa leva il demonio per tentarci con tutte le sue tentazioni ovviamente riferite poi ai peccati, quindi ogni cosa che ci limita ci distrugge e ci da infelicità perché ci fa presente esattamente questo fatto che siamo limitati, ma questo è solo quello che ci vuol far credere satana perché il vero motivo per cui siamo infelici non è che siamo limitati da dio ma è la nostra convivenza con il peccato che di infelicità e morte spirituale ma anche questo ossia il fatto di convivere con il peccato non è molto facile da vedere e capire perché bisogna essere illuminati dalla fede.

La seconda lettura è della lettera di san Paolo apostolo ai Romani che ricorda che con il peccato nel mondo è entrata la morte spirituale ossia l’infelicità, ma da questa infelicità cioè da questa convivenza con il peccato se ne può uscire perché come ricorda l’apostolo dall’opera di Cristo si ha il dono di grazia e la giustificazione si riversa su tutti, quindi per uscire dalla convivenza del peccato non dobbiamo cercare di risolverla con la nostra intelligenza magari sforzandoci a comportarci bene, a non rispondere male, peraltro cose giustissime, ma l’impegno andrebbe messo a seguire la strada disegnata da cristo seguendone gli insegnamenti e la vita e proprio in merito alle tentazioni Cristo da un esempio attuale per la nostra vita.
In questo periodo di quaresima verremo portati nel deserto delle nostre aridità dei nostri peccati ed è un momento importante ma anche difficile, perché Dio permette al demonio di tentarci in maniera più forte e diretta, ma questo Dio lo fa solo per farci vedere i nostri peccati e per farceli mettere in bella evidenza in maniera tale da uscire dalla confusione a cui il demonio ci vuole portare ingannandoci e dicendoci che invece siamo santi e bravi e darci la possibilà di cominciare a combattere le tentazioni e i peccati con le armi giuste che la chiesa oggi ci consegna, ma attenzione a non ricadere fortemente nelle tentazioni perché ripeto il signore ce le fa vedere solo per combatterle e non vuole certo che ritorniamo a stringere vecchie alleanze con gli idoli e con chi li adora, perchè poi arriverà il momento, se stringiamo alleanze, di offrire sacrifici agli idoli come fanno i pagani e Dio è un Dio geloso e vuole stare lui al primo posto nella nostra vita.

Il vangelo di oggi e di Matteo e presenta le tre tentazioni del deserto di Gesù, vediamo che qui gesù viene portato dallo spirito santo nel deserto e dopo aver digiunato 40 giorni nel momento di massima debolezza ecco che appare il tentatore e comincia con la tentazione del pane, di a queste pietre che diventino pane, quello che costantemente succede a noi, da una parte il pane rappresenta il bisogno di assicurarci la vita al bisogno costante che abbiamo di avere tutto sotto controllo, che nessuna cosa ci sfugga, a pensare soprattutto a soddisfare i nostri bisogni corporali sia quelli legati al mangiare sia quelli legati al divertimento ma anche e soprattutto alla convivenza con il peccato, perché è proprio il peccato il pane dell’uomo, ma noi non assumiamo nessun combattimento su queste tentazioni e le subiamo ma Gesù assume questo combattimento e dice: non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di dio e la chiesa quindi presenta le prime armi per combattere questa tentazione: il digiuno sia fisico che dal peccato e la parola di dio, poi parte la seconda tentazione, la tentazione della storia, il diavolo invità Gesù a fare qualcosa di eclatante di buttarsi dal punto più alto del tempio così gli angeli verranno a sorreggerlo e tutti vedranno allora che lui è il figlio di dio, e questo nella nostra vita avviene sempre quando il demonio ci invita a cambiare la nostra storia a non accettarla, cambia moglie che quella non va bene, cambia lavoro, cambia vita, non accettare i tuo genitori che se avevi genitori diversi forse adesso ti ritrovavi in una situazione migliore, non accettare la tua malattia e quella dei tuoi familiari, perché il demonio sa che Dio con la nostra vita ci parla in un dialogo profondisso ma mentre noi sottovalutiamo la tentazione della storia e la subiamo Gesù assume il combattimento e risponde dicendo: non metterai alla prova il signore dio tuo e la chiesa presenta la seconda arma per combattere questa tentazione: la preghiera.
All’ultimo c’è la tentazione delle ricchezze dove il diavolo offre a Gesù tutte le ricchezze della terra però in cambio chiede di essere adorato, ora spesso nella nostra vita ci capita di mettere il denaro al primo posto, di dipendere dal conto in banca, di aspettare con ansia lo stipendio e se qualcuno ci chiede qualche cosa già la giornata comincia male, se nella metro o per strada il mendicante ci allunga la mano li esce tutta la nostra aridità ma il Signore non è venuto per giudicare ma per amare ed anche se siamo così lui ci ama profondamente e vuol darci un cuore nuovo un cuore che pulsa capace di amare, allora di fronte a questa ultima tentazione Gesù non adora il demonio ma ricorda che bisogna adorare solo Dio e la chiesa consegna l’ultima arma: l’elemosina, quindi fare l’elemosina non è un favore che facciamo al signore ma è usare l’arma che ci da la chiesa per assumere il giusto combattimento contro la tentazione delle ricchezze, come pregare è assumere il giusto combattimento contro la tentazione della storia e riconciliarci con essa, come digiunare e ascoltare la parola di dio è combattere e vincere la tentazione del pane, ovviamente tutto questo lo propone la chiesa e sta a noi dire amen accettarlo e vivere questo tempo seguendo gli insegnamenti di cristo o rifiutarlo.
benefabio62
00sabato 19 marzo 2011 18:10
preparazione per il 20/03/11 Elezione rivelata

La prima lettura è del libro della genesi ed è il momento in cui Dio dice ad Abramo di lasciare tutto e di mettersi in cammino verso una nuova terra, sappiamo che Abramo è il padre della fede e questa piccola lettura rappresenta l’elezione di Dio verso chi è chiamato, ma chi è chiamato? Tutti i cristiani sono chiamati a partire per il viaggio di fede, parlavo l’altra volta del momento della quaresima e di come ogni cristiano è chiamato a vivere questo momento, ma qualcuno potrebbe dire ma perché devo andare nel deserto delle mie aridità dei miei peccati a soffrire? A vedere che il demonio mi tenta forte? Perché devo digiunare, pregare fare le offerte? Ma non me ne potrei stare qui a casa mia a giocare con la playstation o a vedermi un bel film o ad andare in discoteca a divertirmi? Perché come dice la lettura il Signore ha grandi progetti per noi, vuol rendere grande il nostro nome, vuole benedire tutto quello che facciamo in pratica ci fa presente che c’è un’elezione di Dio su di noi e allora dato che in questo periodo lo spirito del signore viene portato dallo spirito santo nel deserto anche noi che siamo parte del corpo mistico di Cristo siamo chiamati ad accompagnare il signore e a vivere lo stesso periodo.

La seconda lettura tratta dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo ci ricorda però giustamente che la nostra chiamata, la nostra vocazione non ci è stata data perché siamo bravi e santi o migliori di qualcuno ma soltanto e esclusivamente per un progetto divino per la salvezza dell’uomo ed è una grazia che ci viene concessa, e questa grazia questo progetto ci è rivelato nel momento stesso che nella nostra vita incontriamo il signore, questo è un aspetto importante perché molti invece pensano di essere migliori di altri e più santi forse perché pensano che la santità derivi dal fatto di pensare che basta essere battezzati, andare qualche volta a messa per credersi cristiani per poter essere di Cristo, ma si è di Cristo solo quando si incontra il Signore concretamente e lo si lascia vivere nella propria vita cioè quando si comincia a vedere che Dio interviene con mano pesante nella nostra vita come è presentato benissimo nella vita di Abramo che potrebbe raccontare la sua fede con fatti concreti.

Il vangelo di Matteo chiude il discorso dell’elezione con dei fatti che questa volta è Gesù a compiere, dato che il signore sa che noi siamo duri a convertirci e senza il suo forte intervento sicuramente ci perderemo nelle innumerevoli distrazioni del mondo allora prende l’iniziativa e porta sul monte Pietro, Giacomo e Giovanni e mentre parlavano e discutevano sul fatto che erano apparsi Mosè ed Elia ad un certo punto appare una nube luminosa e da quella nube esce una voce che dice: questi è mio figlio, l’amato in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo
E dato che era la voce di Dio agli apostoli quasi prende un colpo al punto che caddero con la faccia a terra, ma subito Gesù toglie loro la paura e dice: alzatevi e non temete ma raccomanda anche di non parlare di quella visione almeno fino al momento che il figlio dell’uomo non sia risorto dai morti, anche questo racconto riguarda la nostra elezione, perché tanto si potrebbe parlare per ore ma se il signore non interviene concretamente nella via di ognuno di noi, noi mai ci convertiremmo, se il Signore non ci porta concretamente in un luogo alto, lontano dai rumori del mondo e da quelle che sono le nostre abitudini e se non ci fa sentire la voce tumultuosa di Dio che ci dice: Ascoltatelo, se non ci fa prendere un colpo anche a noi, che quando abbiamo la certezza di stare veramente vicino a Dio ci prende la tremarella dalla paura, ma questo è necessario per la nostra conversione, per non stare a pensare che si cammina verso l’ignoto ma che la nostra meta è Gesù Cristo risorto, allora tutti siamo chiamati a sentire questa elezione su di noi ed ad avere se lo desideriamo le nostre conferme, la chiesa però propone sempre: lo vogliamo questo, vogliamo veramente che questo si realizzi nella nostra vita, crediamo che questa parola possa essere profetica ed incarnarsi concretamente nella nostra vita? Ognuno nella propria libertà provi a dire il proprio amen.
unCRISTIANO2
00lunedì 25 aprile 2011 20:10
BUONA PASQUA 2011


a te fabio

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