catechesi per la domenica

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benefabio62
00sabato 4 settembre 2010 11:30
catechesi per il 5/09/10 le tre tentazioni e presentazione del carisma
Questa catechesi mi viene incontro da una parte perché mi aiuta a presentarmi nel forum nwo dove da oggi vengono inserite queste catechesi e dall’altra perché in qualche modo, amplificandola, mi consente di fare il punto e tirare le somme dopo 25 catechesi.http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9168133&p=1

La prima lettura è tratta dal libro della Sapienza 9, 13-18 e parla del volere di Dio, di come noi facciamo ragionamenti timidi e incerti e la nostra mente è piena di preoccupazioni e mai potremmo sapere il volere di dio se non fosse dio stesso ad intervenire mandando lo spirito di cristo risorto a rivestirci a darci anzichè timidezza forza, anzichè incertezza sicurezza a far diventare certe le nostre riflessioni a toglierci dalla mente quelle che erano le nostre preoccupazioni, e questa forza questa sicurezza questa certezza la ritrovo anche in queste catechesi che posso fare perché avendo fatto il percorso di fede mi sono avvicinato a questa sapienza ed ho avuto modo di rivestirmi dello spirito di cristo, ma questa è la missione di fede di ogni cristiano a cui tutti siamo chiamati, entrare già in questa terra nella città di dio, nella gerusalemme celeste, la città santa che vedremmo scendere davanti ai nostri occhi, che non saranno più i nostri occhi che rimarranno inchiodati all'uomo vecchio, schiavo del peccato e ribelle a dio ma saranno gli occhi dello spirito, partiamo tutti da uno stesso punto: la schiavitù del peccato e dobbiamo arrivare tutti ad una stessa meta che è rivestirci dello spirito di cristo risorto.

Ed è proprio dalla seconda lettura tratta dalla lettera a Filèmone 9b-10.12-17 che possiamo vedere la nostra posizione di partenza che è quella di Onèsimo che schiavo scappa da Filemone per raggiungere Paolo ma poi che fa Paolo? Lo rimanda da Filemone come uomo libero e fratello in cristo, quindi anche noi inizialmente schiavi siamo chiamati da cristo ad essere liberi e come Paolo in questa lettere giustifica e difende Onesimo , Gesù sempre ci difenderà e giustificherà, liberandoci lui dalle nostre schiavitù e tentazioni, vincendole lui e non permetterà mai che il peccato si incarni nella nostra esistenza, ma allora noi che dobbiamo fare niente? Se tutto fa il signore? No il signore vuole che noi diamo il nostro amen, vuole che almeno mostriamo l’impegno a fare i passi nella fede, vuole che assumiamo e vinciamo questo combattimento con il suo spirito e ritornare poi al mondo liberi, anche se sempre tentati, e forti del nostro carisma che insieme allo spirito santo ci accompagnerà nel nostro cammino di fede

Nel vangelo secondo Luca 14, 25-33 vediamo più concretamente come assumere questo combattimento: la folla seguiva Gesù e noi seguimo Gesù ma ad un certo punto Gesù si volta e parla ed oggi il signore si volta e ci parla di tre cose: affettività, la nostra storia, le ricchezze che sono i ceppi fondamentali su cui si innesta la catechesi di satana e con cui lui ci rende schiavi e peccatori.

la tentazione delle affettività: vediamo nella nostra vita che venendo dall’affetto dei genitori poi cerchiamo sempre quella protezione, quella realizzazione perché abbiamo esperienza di un amore che ci proteggeva che ci riempiva e allora cerchiamo negli altri di avere lo stesso tipo di realizzazione, un nuovo amore, una nuova avventura legata al sesso e alla carne da qui tutti i peccati carnali e cerchiamo quindi di essere sempre in forma, sempre belli attraenti, vestiti alla moda con gli occhiali giusti, ma l’esperienza che facciamo è sempre di profonda insoddisfazione perché per quante cose, per quante avventure possiamo mettere dentro al nostro abisso esistenziale non ci sentiremo mai sazi mai appagati e cercheremo solo nuove cose, nuove esperienze perché la nostra anima ha invece solo bisogno di ritrovare l’amore di Dio che ha perso ed essere appagata e riempita da lui, e quella parola che dice chi non mi ama più di sua madre più di suo padre più di suo fratello più di se stesso ci vuole riportare a quell’amore per dio che abbiamo perso a metterlo sempre al primo posto nella nostra vita, nelle nostre azioni, nei nostri dubbi, nelle nostre decisioni: sempre, perché di fatto se non mettiamo dio al primo posto e mettiamo qualcos’altro tipo le affettività, rimarremo delusi, tutto ci deluderà, e per arrivare a mettere dio al primo posto cioè sentirci figlio di dio dobbiamo permettere al signore di rivestirci dello spirito santo perché l’unica via per arrivare a dio è Cristo, la chiesa propone per combattere questa tentazione il digiuno dalla carne e l'ascolto della parola di dio.

La tentazione della storia riferita alla nostra vita: qui gesù dice chi non porta la propria croce non può essere mio discepolo, chi non accetta la propria vita non può seguire il signore, ma noi non accettiamo mai la nostra vita, il lavoro non ci sta bene, i colleghi non ci piacciono anche gli amici ci vengono contro, i genitori ci stanno sempre a riprendere, quella moglie o quel marito non è come volevi tu, quella malattia non la accetti, vogliamo sempre cambiare tutto allora cambiamo il lavoro facciamone un altro, cambiamo la moglie, facciamoci cambiare di stanza perché quel collega è assurdo, miglioriamo i nostri difetti estetici, ma dato che la nostra storia la fa dio ed è la migliore che potesse fare per noi riferita alla nostra storia della salvezza, e con la quale ci parla sempre, noi mettendoci contro la nostra storia continuiamo a metterci contro dio, ma perché non accettiamo la nostra storia? Perché siamo cattivi? no perché siamo schiavi e accettiamo la catechesi di satana che ci dice costantemente la tua vita fa schifo cambiala fatti furbo, ma non è che cambiando la nostra vita e facendoci furbi risolviamo l’insoddisfazione, si forse la novità ci inebria e per un attimo ci distoglie dal malessere esistenziale che poi ritorna prepotente perché la nostra anima è stata creata per essere amata da dio e solo così si realizza pienamente, la chiesa per riconciliarci con la nostra storia propone le preghiere.

la tentazione delle ricchezze, qui gesù in questa lettura da molta importanza a questa tentazione perché vincerla la ritiene alla base per iniziare un cammino di fede, noi non pensiamo di essere schiavi del denaro e delle ricchezza ma proviamo a immaginare la nostra giornata con il conto in banca a zero e senza la sicurezza dello stipendio a fine mese, o vivere senza il nostro appartamento, sarebbe una tragedia, perché invece la nostra vita si basa su quelle sicurezze e a quelle ci aggrappiamo sia per realizzare i nostri desideri sia per pianificare eventi che in qualche modo ci appaghino che ci inebriano che ci facciano non pensare al fatto che camminiamo verso la morte, che ci alienino, perché il pensare alla morte ci distrugge, cerchiamo sempre di fermare il tempo, di non farlo scorrere, essere eternamente giovani, non ammalarci mai, ma la realtà è un’altra il nostro tempo è limitato e allora al tempo bisognebbe dare un valore santo, e dare al tempo un valore santo significa non alienarci con il tutto per non pensare, ma vivere la giornata pensando che sia sempre il signore a provvedere a noi e quindi lasciare che il tempo scorra in santità e lode, chiedendo, ricevendo e ringraziando, quindi essere chiamati a passare da un tempo maledetto che veniva dalla maledizione lanciata da dio agli uomini quando disse ad Adamo maledetto il suolo a causa tua ad un tempo benedetto dallo spirito di Gesù Cristo risorto, per combattere questa tentazione la chiesa come arma presenta le offerte.

Quindi chi è che ha assunto e vinto queste tentazioni? Solo cristo nel deserto tentato da satana le ha vinte e le proposte che da la chiesa sono esattamente il comportamento tenuto da Gesù in quell'episodio e allora noi se vogliamo essere di cristo non possiamo pensare di vincere queste tentazioni senza il suo spirito, da soli, ma quando digiuneremo dal peccato sarà cristo in noi a digiunare e a combattere la tentazione della carne e a darci la forza con l'acolto della parola di dio, quando pregheremo e faremo le lodi sarà cristo in noi a pregare e a riconciliarci con la nostra storia, quando faremo le offerte e le opere di carità sarà cristo che si chinerà sui bisognosi e combatterà per noi la tentazione della ricchezze, perché essere chiesa è fare parte di questo corpo che è Gesù Cristo risorto ognuno con il proprio carisma, ma guardiamo bene queste tre tentazioni e cerchiamo di individuare quella che soffriamo di più, perchè su quella verrà innestato il nostro carisma, se soffriamo di più quella delle affettività e dei peccati della carne il nostro carisma sarà legato al digiuno dal peccato e alla parola di dio se invece nella nostra vita non accettiamo principalmente la nostra storia il nostro carisma sarà legato alla preghiera e alla lode se infine capiamo di essere schiavi delle ricchezze il nostro carisma sarà legato alle offerte e alle opere di misericordia perchè è vero che il nostro carisma è inserito nella storia della salvezza di tutti ma è anche vero che principalmente serve a guarire e a sanare noi stessi, è il regalo di dio per aiutarci nella nostra conversione.
LiviaGloria
00sabato 4 settembre 2010 11:52
Meravigliosa,acqua per la sete....
unCRISTIANO2
00venerdì 10 settembre 2010 14:49
benefabio

grazie anche da parte mia.

Salve, benvenuto; sappi che io vado a messa ogni giorno e ascoltare le omelie mi piace molto.

Sono costretto a venire all'internet point ogni settimana per copiarmi la preghiera dei fedeli, che non trovo nei librettini mensili delle messe.

Un buon motivo per vedere l'andamento del forum. . .


ciao.
benefabio62
00sabato 11 settembre 2010 12:05
catechesi dell'11/09/10 il vitello d'oro, l'immagine dei nostri peccati

La prima lettura è tratta dal libro dell’esodo 32, 7-11.13-14 ed il momento in cui Mosè che sta ancora sul monte viene avvisato da dio che il popolo si è allontanato dalla retta via e che si è costruito un vitello d’oro, questa immagine bellissima del vitello d’oro sono il materializzarsi delle nostre tre tentazioni delle affettività, della storia e delle ricchezze perché queste tre tentazioni il demonio ce le vuole nascondere non ce le vuole far vedere, ci dice che in fondo siamo bravi che non uccidiamo nessuno che non rubiamo che ci comportiamo bene e ci vuole dare anzi un’immagine pulita di noi stessi, immagine di bella famiglia con due bambini tutti presi a mandarla avanti e a rispettare le regole della società, immagine di perfetti al lavoro, immagine di gente che sa stare al mondo rispettando le amicizie e le parentele che non sarebbe niente di sbagliato se il tutto non servirebbe invece per rafforzare la sua catechesi che ci dice costantemente che noi non siamo peccatori, ma siamo bravi e giusti come del resto siamo convinti perché ci ha convinto bene, ma gli ebrei nel deserto devono tirare fuori i peccati nascosti e l’immagine dei peccati nascosti è l’oro che si sono portati dietro dall’egitto che gli egiziani gli avevano tirato pur di vederli uscire, e fanno questo vitello con tutto l’oro che ognuno di loro possedeva, anche noi nel cammino di conversione siamo chiamati a tirare fuori questi peccati e a vederli faccia a faccia riconoscendo che anche noi abbiamo costruito un vitello che adoriamo al posto di Dio e questo vitello è rappresentato dalla nostra schiavitù della tentazione delle affettività e dei peccati della carne, dalla nostra schiavitù della tentazione per il rifiuto della nostra storia e dalla nostra schiavitù della tentazione del denaro e delle ricchezze che nel nostro caso non sono più tentazioni ma sono diventate oggetto di venerazione.
Dio per intercessione di Mosè non interviene e frena la sua ira verso il popolo ebreo e dio viene frenato da cristo e frena la sua ira verso di noi ma se andate avanti prendendo la bibbia con la lettura vedrete che poi ci pensa Mosè a risolvere la questione, quando scende talmente è adirato che spacca e frantuma il vitello d’oro per farlo ingurgitare agli ebrei e successivamente avviene un fatto di sangue: il popolo si è talmente traviato che Mosè ordina a chi sta con lui di prendere la spada e uccidere il proprio fratello, il proprio parente il proprio amico che invece non vogliono più stare con Mosè, quindi l’unico che può frantumare questa nostra venerazione è Gesù che è costretto a fare violenza alla nostra vita e a scuoterci e ci vuole dare questa spada che è la parola di dio che ci metterà contro il nostro fratello , il nostro parente il nostro amico e questa parola personalmente l’ho vissuta pienamente perché al di fuori della chiesa la parola di dio posso usarla con tutti tranne che con mio fratello, i miei parenti e i miei amici, quindi partiamo tutti dalla prima tentazione della affettività e la chiesa ci consegnerà questa spada che è la parola di dio

La seconda lettura è tratta dalla lettera di san Paolo apostolo a Timòteo 1,12-17e ci fa presente che le tre tentazioni di cui siamo schiavi fanno si che noi siamo i nemici della chiesa, come nemico era Paolo prima di convertirsi perché se mettiamo le affettività al primo posto contribuiremo a far si che anche gli altri vedendoci si convinceranno che la strada giusta è quella, rifiutando la nostra storia non faremo altro che avallare la catechesi di satana e anche noi daremo il nostro piccolo contributo alla perdizione delle anime, se continueremo ad essere schiavi del denaro e delle ricchezze rafforzeremo sempre più il potere del demonio, perché se non abbiamo lo spirito di cristo e seguiamo a testa bassa queste tre tentazioni che spirito abbiamo? Facciamo parte anche noi di quello spirito che si è ribellato a dio.

Il vangelo secondo luca 15,1-32 ci presenta tre parabole di gesù che rispondono a queste tre tentazioni: la prima è quella delle cento pecore di cui se ne smarrita una, come dicevo sopra dobbiamo passare da un atteggiamento che va contro la chiesa e che contribuisce sia a smarrire noi ma anche a smarrire gli altri che è l’atteggiamento dello spirito del male ad un altro atteggiamento che è quello di gesù cristo che invece va incontro alla pecora smarrita e se la carica sulle spalle e come già vi ho anticipato la chiesa ci donerà la parola di dio che da un lato ci servirà a vincere la tentazione delle affettività e dei peccati della carne e dall’altro ci metterà nel giusto atteggiamento riferito alla storia della salvezza degli uomini, in tutta questa fase iniziale io non sono altro che un cane da pastore che abbaia solo per richiamare la vostra attenzione ma deve essere cristo che vi si deve caricare sulle spalle e non io e cristo si incarna nella chiesa quindi il cammino dovete farlo all’interno della chiesa perché non c’è cammino spirituale fuori dalla chiesa, anche se le mie catechesi possano sembrare belle se rimangono al di fuori dalla chiesa saranno sterili ed inutili e non sono acqua perché l’acqua che ristora, che rigenera, che rimette in cammino la trovate in chiesa nella pastorale sacramentale li c’è la fonte dove attingere all’acqua della vita eterna

La seconda parabola è quella della donna che avendo 10 monete ne perde una e si mette a cercarla per poi rallegrarsi, anche noi abbiamo perso il valore della vita , perché rifiutando la nostra storia abbiamo rifiutato il valore che dio vuole dare alla nostra vita, quindi accettare la nostra storia non sarà più contribuire alla perdita del valore della vita ed alla non accettazione dell’amore di dio, e metterci noi al posto di dio per decidere come meglio crediamo della nostra vita, ma accettare la nostra storia e riconciliarci con essa ci metterà nella condizione di avere in generale quell’impulso costante per ritrovare invece il vero valore della vita, qui la chiesa che già ci ha consegnato il padre nostro, ci consegnerà altre preghiere associate sempre alla parola di dio da cercare nei salmi.

E l’ultima parabola è quella del figliol prodigo ed è riferita alla tentazione delle ricchezze, sempre il signore da molta importanza a questa tentazione perché sa che è la più dura e sarà quella finale da cui ci libererà, la parabola la conosciamo tutti ed è quella del figlio che prima pretende l’eredità per andarsi a divertire e poi una volta ridotto alla povertà e costretto a fare il guardiano di porci, ma avviene un fatto importante che starà alla base della sua vita futura: decide di tornare dal padre che poi lo riabbraccerà senza esitare, bene dato che noi stiamo in quella situazione perché già ci siamo allontanati da dio e già abbiamo dilapidato tutto, quello a cui oggi dobbiamo guardare è all’atteggiamento del figlio che una volta resosi conto di essersi ridotto a fare il guardiano dei porci prende l’iniziativa di tornare dal padre, quindi vogliamo continuare rimanere a guardare i porci? cioè a guardare le nostre debolezze i nostri peccati e dire: signore aspetta o capito adesso faccio il bravo cerco di comportarmi bene e poi quando sarò pronto tornerò, seguendo questo ragionamento che è un’inganno del demonio non torneremo mai, tornare è dare un colpo di frusta a questo corpo che si è inchiodato e non va più avanti e più indietro, è prendere un’iniziativa concreta e fare quel passo che ci permette di rimetterci in cammino, e qual’è questo passo? È tornare al padre perché Dio ci sta aspettando, e anche se attualmente mettiamo il denaro e le ricchezze al primo posto poi sarà il signore che la risolverà, portando la festa nella nostra vita, perché un altro tema importante di questo vangelo è la festa che è sempre presente in tutte e tre le parabole, il signore è pronto a darci la festa, la gioia della vita se noi prendiamo l’iniziativa di tornare.

Bene, vi ho detto che la chiesa ci offrirà questa spada che è la parola di dio che starà alla base del nostro cammino di conversione, quindi cercate di munirvi di una bibbia, non troppo piccola ne troppo grande ma giusta, chi ce l’ha a casa potrà usare quella, altrimenti ve la dovete comprare, e non credo siano adatte quelle di internet perché servono quelle che lateralmente hanno i riferimenti, il nostro approccio alla bibbia saranno le letture della domenica successiva che dovremmo leggere durante la settimana un pò prima e un pò dopo di come sono presentate per avere un quadro più chiaro e senza dimenticare, di leggere anche il salmo di riferimento, così cominceremo a prendere confidenza con la bibbia che ricordo è un libro chiuso, sigillato, che solo la chiesa può aprire questo sigillo, ovviamente abbiamo bisogno del rito della consegna della bibbia, dato che parto dal presupposto che tutti siamo battezzati, cresimati e c’è chi è sposato presumo che già abbiamo partecipato a quel rito, ma se c’è qualcuno che non ha mai partecipato a quel rito dovrà trovare il modo di farlo nell’ambito della sua parrocchia di riferimento, perché senza l’ufficialità della consegna della bibbia da parte della chiesa la bibbia rimarrebbe un libro inaccessibile e imperscrutabile, quindi intanto procuratevi la bibbia e quando sarà il momento, cioè quando troverò la catechesi adatta, partiremo con la parola di dio.
hhh.
00lunedì 13 settembre 2010 22:27
scusa mi sorgono delle domande.

1 stai nel forum solo per postare catechesi?
2dove le prendi le catechesi?

solo curiosita'
benefabio62
00martedì 14 settembre 2010 12:12
le catechesi le faccio da solo, di solito comincio a leggere le letture di lunedì ma a volte anche la domenica sera, per tirare fuori quelle similitudini rapportate alla mia esperienza religiosa e trovare sia un filo conduttore ma anche un preciso indirizzo catechetico mi ci vuole tempo ma anche ispirazione, il forum non lo conoscevo, su richiesta ho cominciato a postarle anche qui ma ho cominciato altrove, sono troppo preso a farle dato che non sono ne un prete e non ho fatto studi di teologia e quindi ho sempre il timore di sconfinare nell'eresia per questo il mio lavoro è doppio sia a farle ma anche a controllare che siano conformi al messaggio cristico, soprattutto in questa fase dove penso di proporre catechesi più esaustive e complete.
hhh.
00martedì 14 settembre 2010 18:44
Re:
benefabio62, 14/09/2010 12.12:

le catechesi le faccio da solo, di solito comincio a leggere le letture di lunedì ma a volte anche la domenica sera, per tirare fuori quelle similitudini rapportate alla mia esperienza religiosa e trovare sia un filo conduttore ma anche un preciso indirizzo catechetico mi ci vuole tempo ma anche ispirazione, il forum non lo conoscevo, su richiesta ho cominciato a postarle anche qui ma ho cominciato altrove, sono troppo preso a farle dato che non sono ne un prete e non ho fatto studi di teologia e quindi ho sempre il timore di sconfinare nell'eresia per questo il mio lavoro è doppio sia a farle ma anche a controllare che siano conformi al messaggio cristico, soprattutto in questa fase dove penso di proporre catechesi più esaustive e complete.




comunque sei cattolico?mi farebbe piacere vedere le tue opinioni anche nelle tematiche nwo
benefabio62
00giovedì 16 settembre 2010 20:28
Re: Re:
hhh., 14/09/2010 18.44:




comunque sei cattolico?



non ho capito se è una domanda o una affermazione, comunque bella la domanda soprattutto se riferita in generale a tutti noi, che significa essere cattolico? andare a messa? confessarsi? fare la comunione? perchè 25 anni fa facevo già questo ma non ne capivo ne il senso ne il significato escatologico, ed era come non esserlo, quindi per me essere cristiano significa fare tutto quello ma capirne pienamente sia il senso che il significato escatologico e queste catechesi mi aiutano ad andare in quella direzione.
queste catechesi sono la mia preparazione all'ascolto delle letture della domenica valgono per me anche se poi cerco di generalizzarle per tutti, ovviamente chi già fa questo lavoro individualmente troverà queste catechesi inutili, per ricominciare a farle sono dovuto passare per un travaglio spirituale, ma adesso ho ritrovato la parola e per me è più semplice svilupparle, non me ne volete per la mia assenza dalle discussioni del forum ma mentalmente sono molto preso dalla stesura e sviluppo di questi miei piccoli squarci di spiritualità che comunque mi prendono tempo.
l'ultima catechesi era per il 12 e non per l'11 come indicato, purtroppo su questi forum c'è il limite di tempo per correggere e questo un po mi disturba perchè se sbaglio poi non ho la possibilità di modificare.
nwoitaly
00venerdì 17 settembre 2010 08:55
Re: Re: Re:
benefabio62, 16/09/2010 20.28:


... l'ultima catechesi era per il 12 e non per l'11 come indicato, purtroppo su questi forum c'è il limite di tempo per correggere e questo un po mi disturba perchè se sbaglio poi non ho la possibilità di modificare.



Stiamo prendendo in considerazione questa tua osservazione sui tempi di modifica/cancellazione messaggio.
hhh.
00venerdì 17 settembre 2010 10:37
non ho capito se è una domanda o una affermazione,


una domanda visto che non ti conosco e le interpretazioni della bibbia le fanne anche altre confessioni cristiane.


comunque bella la domanda soprattutto se riferita in generale a tutti noi, che significa essere cattolico? andare a messa? confessarsi? fare la comunione? perchè 25 anni fa facevo già questo ma non ne capivo ne il senso ne il significato escatologico, ed era come non esserlo,

capisco quello che dici,la consapevolezza dell'essere cattolico anche se si pratica si puo' avere dal momento del primo catechismo e della prima comunione,si puo' avere dopo 10,20,30 anni e anche mai.


capisco anche il perche' delle tue catechesi.

non me ne volete per la mia assenza dalle discussioni del forum ma mentalmente sono molto preso dalla stesura e sviluppo di questi miei piccoli squarci di spiritualità che comunque mi prendono tempo.


tranquillo non me la prendo
benefabio62
00sabato 18 settembre 2010 12:51
catechesi per il 19/09/10 la nostra migliore virtù: la scaltrezza
mi senbrava chiaro visto il continuo riferimento alla s. messa e alla pastorale sacramentale nonchè alle letture della domenica che fossi cristiano cattolico, il fatto che faccio riferimento sempre ai lontani non deve trarre in inganno perchè per me lontani siamo tutti e la conversione va sempre rinnovata e protetta perchè è un attimo e ti ritrovi lontano da dio.
La prima lettura è tratta dal libro del profeta Amos e descrive esattamente il nostro atteggiamento in merito a tutti i fatti della vita, dove costantemente cerchiamo il nostro interesse e tornaconto passando sopra tutti e tutto, nel lavoro, negli affetti e soprattutto nelle faccende economiche, infatti cerchiamo sempre di scavalcare i colleghi, di passare avanti, nella carriera professionale, nelle grazie del capo, nelle faccende sentimentali poi ce la rigiriamo sempre a nostro comodo e vantaggio mettendocela sempre come ci pare e piace, poi se parliamo di soldi li addirittura i parenti si ammazzano e di sicuro noi non cediamo di un centimetro con nessuno ed in nessuna occasione, e siamo diventati scaltri e sicuri e usiamo la nostra scaltrezza approfittando di tutti, della buona fede altrui, di chi non comprende che lo stiamo scavalcando, di chi non capisce che gli stiamo facendo un danno economico che per noi invece è un vantaggio.
Ma alla fine della lettura c’è una profezia bellissima che fa il signore che dice: di certo non dimenticherò mai le vostre opere, bene oggi la chiesa ci viene a ricordare che il signore non ha dimenticato le nostre opere ma anzi ci da la possibilità di sfruttare questa nostra scaltrezza che nel tempo abbiamo acquisito e di metterla al servizio della storia della salvezza dell’uomo, è il contributo che ci viene chiesto, ed è l’unica cosa che possiamo dare di cui il signore ha bisogno.

La seconda lettura tratta dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timotèo e ci fa capire che questa possibilità ce la da la chiesa perché è per la chiesa che ha pregato e che prega incessantemente ogni giorno , ogni ora, che noi siamo chiamati a conversione, solo per le preghiere della chiesa che fanno si che la nostra vita può cambiare , quindi il nostro debito ce l’abbiamo soprattutto con la chiesa ed è li che siamo chiamati a dare il nostro contributo in scaltrezza plasmando sulla nostra scaltrezza il carisma che il signore ci vuole dare. Già abbiamo parlato dei carismi e dove si innestano, guardando i ceppi fondamentali delle tre tentazioni su cui satana fonda la sua catechesi ossia affettività, rifiuto della storia e ricchezze sarà su una di queste , quella che subiamo di più, che il signore ci donerà il carisma, quindi per la prima: il digiuno dal peccato e dalle carni e la parola di dio, la seconda le preghiere, le lodi e la proclamazione della parola di dio (leggere le letture a messa) la terza le offerte e le opere di misericordia e carità. Quindi cercate il vostro carisma e usatelo bene, plasmandolo con la vostra scaltrezza, non cercate mai in questo la gloria degli uomini perché la gloria degli uomini distrugge il vostro carisma, ma sfuggitela, cercate nel vostro carisma solo la gloria di dio, fatevi piccoli e mettetevi al servizio di tutti, se la gloria degli uomini distrugge il vostro carisma la gloria di dio lo esalta e lo amplifica quindi essere scaltri significa anche confessatevi e fate la comunione prima di affrontare qualsiasi prova legata al vostro carisma e lo vedrete emergere in tutta la sua forza e potenza che non è la vostra forza ma è la forza di dio, il vostro carisma sarà il modo in cui il signore vorrà vivere in voi in maniera più intensa e diretta e sarà legato alla storia della salvezza sia degli uomini che della vostra perché è con quello che metterete il piede nella città celeste che vedrete scendere davanti ai vostri occhi, che vi darà l’assicurazione che il paradiso esiste e che noi non camminiamo verso la morte ma siamo un popolo in cammino verso la resurrezione e la vita eterna.

Il vangelo è tratto dal vangelo secondo luca e presenta la parabola dell’amministratore disonesto che però il padrone alla fine loda per il suo comportamento scaltro, lo dico sempre che la parola è profetica ma noi dobbiamo dire il nostro amen, non è che leggendo queste catechesi dite il vostro amen, ogni domenica la chiesa propone delle profezie ma noi dobbiamo crederle e accettarle, perché c’è sempre un angelo che sta li a registrare il nostro nome, tu dici amen oggi alla catechesi della chiesa? vuoi vederla realizzata nella tua vita? Se si se credi alla stoltezza della predicazione allora comincia a metterti in cammino e camminare significa soprattutto partecipare alla pastorale sacramentale.
Quindi noi che siamo scaltri e disonesti siamo chiamati ad essere gli amministratori di dio, ossia il signore sta cercando gli amministratori e pensa che noi siamo le persona adatte, noi accettiamo di essere gli amministratori del signore? accettiamo di plasmare il carisma che il signore ci vuole dare sulla nostra scaltrezza? perché nel vangelo è detto che i figli del mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce, quindi il signore ha bisogno di noi per realizzare la storia della salvezza dell’uomo siamo quello che manca al suo piano, e noi la nostra scaltrezza non la useremo con la chiesa, con i figli della luce ma la useremo con i lontani, con i nostri pari con i figli del mondo che aspettano di essere chiamati a conversione.
Nell’ultimo tratto del vangelo ci viene ricordato che questa è una parola profetica , cioè se la crederemo la vedremo realizzata, ma che attualmente il nostro padrone è un altro e serviamo lui, cioè ancora stiamo usando la nostra scaltrezza per dimenarci tra le tre tentazioni e al fondo abbiamo il disprezzo solo al pensiero di usare la scaltrezza per metterla al servizio di dio, ma arriverà il momento che disprezzeremo quell’atteggiamento e ameremo stare al servizio del signore.
benefabio62
00sabato 25 settembre 2010 12:38
catechesi del 26/09/10 il risveglio dalle alienazioni

La prima lettura è tratta dal libro di Amos e per arrivarci dobbiamo fare una premessa, sempre venendo dal peccato originale dove, dopo la cacciata dal paradiso, dio maledisse l’uomo con la profezia “maledetto il suolo a causa tua”, noi facciamo costantemente esperienza di questa maledizione, tutto ci viene contro , tutto non è come noi vogliamo, il lavoro, i figli , la moglie, il marito, i parenti, i colleghi, i fatti della vita e su questa nostra esperienza di infelicità primordiale si innestano le tre tentazioni del demonio sulla nostra vita, perché satana oltre a volerci vedere lontano da dio ci vuole distruggere totalmente, noi ingannati dalle tre tentazione sulle affettività, sulla storia e sulle ricchezze finiamo per essere lontani da dio e completamente nelle mani di satana che alla fine ci dice, dato che il mondo fa schifo e che il tempo è un tempo maledetto dove non possiamo nemmeno pensare al fatto che siamo infelici e sentiamo quell’abisso profondissimo dentro di noi che nessuna cosa può riempire, allora dicevo satana alla fine quando siamo profondamente in crisi ci dice alienati, non pensare, e qui arriva la prima lettura di oggi che è l’orgia dei dissoluti di Amos.

Quindi arrivati a questo punto non possiamo fare a meno di alienarci, e alienarsi significa appunto non pensare alla propria realtà ma crearsene un’altra di fantasia dove pensiamo di rifugiarci e sfuggire sia alla maledizione di dio che all’inganno del demonio e finire per chiuderci in un mondo tutto nostro dove poter stare in pace, non essere disturbati e soprattutto avere l’illusione della felicità.
Allora ecco le alienazioni della prima lettura, in cui noi arriviamo non perché siamo cattivi, ribelli o dissoluti ma solo perché siamo totalmente ingannati e ciechi e dove ci ha portato il demonio nell’illusione della felicità, lontano da tutti e tutto ma soprattutto lontano da dio.
E queste alienazioni sono indicate nel canto, cioè nella musica, nel vino, nel bere cioè sono immagine del nostro tentativo di portare la festa nella nostra vita, e ognuno si aliena come vuole e meglio crede, ci stanno persone che corrono dalla mattina alla sera o si chiudono in palestra, ci stanno quelli che vedono sempre la televisione, chi sente sempre la musica chi invece pensa solo a mangiare o a mangiare esclusivamente cibi ricercati, chi va a prostitute, chi si fissa a collezionare qualcosa, chi legge sempre libri, chi cura sempre il corpo con profumi e creme, insomma non c’è un’alienazione in particolare ma ognuno di noi sceglie il modo di alienarsi che preferisce.

Questo è il risultato della catechesi del demonio, ma quando arrivi al culmine dell’alienazione quando vedi che la tua alienazione ti ha isolato e che non era vero che saresti stato felice allora vai in crisi profondissima e saresti capace di tutto anche di gesti estremi, ma oggi la chiesa con la sua catechesi della seconda lettura, tratta dalla prima lettera di S. Paolo Apostolo a Timoteo, viene a distruggere queste alienazioni, lì il signore ci sta aspettando, nel nostro punto massimo di crisi ecco che intravediamo una luce e quella luce è Cristo e mettersi in cammino verso Cristo è cominciare a uscire dalla nostra crisi personale e la promessa che oggi ci fa la chiesa è che invece di dedicarci alle alienazioni in generale ci darà lo spirito giusto per fare invece altre cose: essere giusti, avere fede, essere caritatevoli, avere pazienza, essere miti ma tutto questo si realizzerà quando saremo rivestiti dello spirito di cristo e non lo dobbiamo interpretare, anche se lo facciamo, che dobbiamo sforzarci di essere giusti, di avere fede ecc. ecc perché il cristianesimo non è un moralismo ma è un’incontro con lo spirito di cristo risorto.

Quindi arriviamo al vangelo di luca che descrive questa situazione molto meglio di come ho fatto io , noi siamo come l’uomo ricco, ricchi sia delle nostre tentazioni che delle nostre alienazioni e non possiamo fare niente nemmeno dare una briciola a qualcuno, dato che siamo chiusi , isolati e tutti presi dalla nostra realtà di peccatori che pensano solo a peccare ed alienarsi, ma il risultato qual è, che il ricco quando muore negli inferi sta in mezzo ai tormenti e noi nella nostra vita già facciamo esperienza di questi tormenti, perché essere schiavi delle tentazioni e cercare la felicità nelle alienazioni porta ad un insoddisfazione profondissima da cui è difficile uscire e ci vuole solo un miracolo della chiesa che con le preghiere, le lodi, le suppliche riesce a farci uscire da questo inganno, e cristo piano piano camminando nella fede, ci farà diventare invece come quel povero che non aveva niente, quindi per noi essere poveri sarà non essere più schiavi totalmente ne delle tentazioni ne delle alienazioni e fare esperienza già adesso invece di profonda felicità come fa il povero quando sta in paradiso che è consolato, a noi provvederà il signore a consolarci e quando saremo rivestiti dello spirito di cristo potremmo allora camminare sulla via giusta che è la via della giustizia, pietà , fede, carità, pazienza e mitezza e questa via che porta al paradiso, la Gerusalemme celeste, la città santa è Gesù Cristo risorto.
nwoitaly
00domenica 26 settembre 2010 09:28
Grazie benefabio... [SM=g27823] vado a messa.


benefabio62
00domenica 26 settembre 2010 20:42
ancora non hai capito che devi ringraziare il signore che permette ad un peccatore come me di fare queste catechesi? se vuoi ringraziarmi fai qualche preghiera in più per me, comunque ho la conferma che le catechesi le faccio con impegno e bene e vanno dritte all'obiettivo, anche se questa volta ho un po barato perchè ho chiesto espressamente al signore di poter fare una catechesi melodiosa e dolce come il miele che non sta nelle mie corde e di cui a volte ho bisogno per ritrovare il giusto equilibrio tra ispirazione e concretezza.
benefabio62
00sabato 2 ottobre 2010 16:19
cateches per il 03/10/10 La giustizia divina

La prima lettura è tratta dal profeta Abacuc ed è il grido di aiuto verso il signore per tutte le violenze e iniquità che vediamo nel mondo e nella nostra vita e ci siamo creati un nostro senso di giustizia, sempre considerando che siamo schiavi delle tre tentazioni e cerchiamo rifugio nelle alienazioni poi però facciamo di queste cose la nostra ragione di vita e guai a chi ce le tocca, guai a chi ci tocca la nostra famiglia, i figli , la moglie , il marito l’amante guai a chi ci impedisce di fare i nostri peccati della carne e del sesso, a chi attenta alla nostra carriera a chi ci vuole sminuire nel lavoro, a chi non ci da la giusta importanza a chi ci vuole scavalcare nella carriera professionale e guai soprattutto a chi tocca i nostri soldi, a chi ci vuole fregare, a chi attenta alla nostra parte di eredità e così via e facciamo di questa giustizia che si basa su quella violenza la nostra ragione di vita, fino a che non sono gli altri a mostrare violenza, poi non la vogliamo vedere perché ci fa presente dato che ci sta bella di fronte che siamo noi quelli ingiusti siamo noi quelli iniqui, ma è proprio il signore a mettercela di fronte perché noi cerchiamo di nasconderla e pensiamo di essere bravi allora il signore negli altri ci fa vedere la nostra stessa violenza riflessa solo per farci entrare nella nostra realtà di peccatori.

Bene, nella seconda lettura tratta dalla seconda lettera di S. Paolo apostolo a Timoteo la chiesa ci dice che non siamo chiamati a quella violenza e a quel senso di giustizia terreno ma siamo chiamati a demolire quel castello di carta fatto di tentazioni, alienazioni, violenza e falso senso di giustizia e a trasformare la nostra violenza in forza, la forza dello spirito e a usare questa forza non nel cercare la giustizia terrena ma con questa forza che viene dallo spirito cercare la giustizia divina che nasce dal dare testimonianza del signore nella nostra vita, la nostra risposta alle violenze della vita sarà la misericordia e l’amore di dio, sempre questo quando avremo abbandonato l’uomo vecchio e ci saremo ricoperti dello spirito santo perché sempre interpretiamo che il cristianesimo è un moralismo e allora dobbiamo cercare di sforzarci per essere bravi e sopportare ma non è questo, il cristianesimo è un’altra cosa: è camminare nella fede, lasciare l’uomo vecchio schiavo delle tentazioni delle alienazioni dei peccati di lussuria e perversione preparare il nostro corpo ad accogliere lo spirito e rivestirci dello spirito di cristo risorto che vuole vivere in questa generazione, questo è il senso del cristianesimo.

Nel vangelo, tratto dal vangelo secondo luca, infine c’è questa richiesta bellissima degli apostoli al signore: accresci in noi la fede, che è il senso di quello che abbiamo detto, cioè a noi qual’è la cosa che ci interessa alla fine? È quello che concretamente dobbiamo fare per uscire dalle tentazioni, alienazioni e ricerca della falsa giustizia, e qui è Gesù a rispondere e a dire che per accrescere la fede la prima cosa che dobbiamo fare è metterci al servizio del signore, il considerarci servi di dio, pronti a fare la volontà del padre, quindi la domanda che fa la chiesa oggi è? Siete pronti ad essere i servi dio? Siete pronti a lasciare la ricerca del senso di giustizia terreno e a portare nel mondo la misericordia e l’amore di Dio?

Se vogliamo che questa parola profetica si realizzi concretamente nella nostra vita andiamo a dire il nostro amen alla celebrazione eucaristica, perché ogni volta la chiesa propone ma noi siamo sempre liberi di accettare o rifiutare, il signore chiama e aiuta tutti e per mostrare la forza del suo amore il signore è capace anche di fare un miracolo fisico per la nostra conversione, il signore è come un innamorato che si vuole far conoscere ma se non chiediamo niente come farà il signore ad intervenire? Quindi oggi in base alle letture vi dico che se avete un problema dove pensate di aver subito un’ingiustizia potete chiedere al signore di intervenire e risolvere, non perché il signore debba stare sempre al nostro servizio, ma solo in funzione della nostra conversione per poter vedere la forza di Dio.
benefabio62
00sabato 9 ottobre 2010 14:57
catechesi per il 10/10/10 il giorno della salvezza e perseveranza nella fede.

La prima lettura è tratta dal secondo libro dei re 5, 14-17 ma ho letto tutto il capitolo per presentarla meglio dato che la ritengo fondamentale, Naaman, qui non è scritto, si era ammalato di lebbra e soffriva molto, poi viene catturata da Israele una schiava che viste le sofferenze di Naaman avvisa che in Samaria c’era un profeta che avrebbe sicuramente guarito questa malattia, Naaman va e in un primo momento quando gli viene detto che per guarire si deve immergere sette volte nel fiume reagisce male e non lo fa perché pensava chissà quale guarigione avesse fatto il profeta per lui, pensava che sarebbe uscito e che avesse invocato il signore e poi toccandolo la malattia sarebbe sparita, poi però, e qui entra la lettura di oggi, si convince e si immerge le sette volte e guarisce, bene questa è la nostra realtà, con queste catechesi e con questo cammino ma già vi avevo avvisati, c’è una prima fase dove bisogna discendere nel mare dei nostri peccati che non vediamo e credo che anche con queste catechesi avete adesso le idee più chiare sulle tre tentazioni, sulle alienazioni e su quello che la chiesa propone per assumere un combattimento, e una volta che la fede ci illumina poi vediamo realmente questi peccati che ci cominciano a farci sentire inadatti a farci sentire un fastidio addosso come veramente fossimo lebbrosi, siamo arrivati al punto più basso del fonte battesimale ma da li dobbiamo risalire verso nuove mete, e allora queste sette immersioni sono il segno evidente che oggi la chiesa propone un giorno importante : il giorno della guarigione, della conversione e della salvezza, e non sappiamo se avremo altre possibilità, oggi il signore ci chiama a conversione, oggi il signore vuole che assumiamo questo combattimento, non domani ma adesso, allora le sette immersioni della salvezza ve le presento non come le penso io ma come mi sono state ispirate senza aggiungere altro ma solo presentandole: prima immersione nella parola di dio che serve per combattere la tentazione delle affettività e dei peccati della carne accompagnata dal digiuno dalle carni e dal peccato, seconda immersione nella preghiera che serve per combattere la tentazione della storia, terza immersione le offerte e le opere di carità che servono a combattere la tentazione delle ricchezze, quarta immersione la confessione a cui oggi siamo chiamati, quinta immersione pentimento per i peccati commessi e penitenza della confessione, sesta immersione partecipare alla liturgia eucaristica a cui oggi siamo chiamati, settima immersione fare la comunione, lasciare l’uomo vecchio schiavo dei peccati e rivestirci dell’uomo nuovo che è lo spirito di Cristo risorto, a cui oggi siamo chiamati, quindi vedete che se andate a messa ascoltate le tre letture, fate le preghiere:il credo, le preghiere dei fedeli e il padre nostro, fate l’offerta, fate la comunione, vi manca solo la confessione che dovete fare prima e state a posto con le prime sette immersioni, e anche se inizialmente facciamo come Naaman perché al fondo pensiamo che queste sono cose inutili e vorremmo vedere anche noi un miracolo fisico o il signore che appare per convertirci, cercate in poco tempo di non farvi ingannare troppo da satana che ci dice che invece ci possiamo anche salvare o convertire in un altro modo, non c’è altro modo, facciamo la scelta giusta.

La seconda lettura tratta dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo ci comincia a presentare un altro aspetto molto importate della conversione di oggi e cioè che sempre ci dobbiamo ricordare di questo, di Gesù cristo risorto perché la conversione non è un momento per cui uno inizia bene e poi finisce male ma la cosa più importante è proprio questa: la perseveranza, ossia stare sempre abbracciati al signore e perseverare nelle sette sante immersioni che tutte le domeniche la chiesa ci propone, perché la via del peccato è facile, difficile è la via che porta alla santità, se ogni domenica moriamo con lui, con lui vivremo, se perseveriamo, come è scritto, con lui regneremo ma non dopo quando saremo morti ma adesso.

Il vangelo è tratto dal vangelo secondo Luca e raccoglie in se sia la prima che la seconda lettura, perché presenta i dieci lebbrosi che vanno da Gesù per essere guariti, Gesù gli dice presentatevi ai sacerdoti e oggi Gesù ci dice presentatevi ai sacerdoti, per fare che? Per confessarci, ma poi uno solo torna a ringraziare Gesù e si salva, l’importante quindi non è solo guarire come ci può sembrare apparentemente, ma l’importante sarà salvarci e ci salveremo solo se saremo perseveranti nel ringraziare e seguire sempre il signore.
benefabio62
00sabato 16 ottobre 2010 15:21
catechesi per il 17/10/10 La preghiera

La prima lettura è del libro dell’esodo ed è l’episodio della battaglia degli israeliti contro Amalek, Mosè si mette sulla cima di un colle insieme ad Aronne e Cur e manda Giosuè e gli uomini scelti da quest’ultimo in battaglia, durante la battaglia quando Mosè teneva alte le mani Israele prevaleva quando invece per la stanchezza le abbassava prevaleva Amalek, allora Aronne e Cur prendono una pietra e la mettono sotto Mosè per farlo sedere e si mettono di fianco a sorreggere le braccia, così Giosuè riesce a sconfiggere Amalek, e questo combattimento sarà l’immagine del nostro combattimento di tutta la nostra vita, combattimento che siamo chiamati ad assumere come chiesa nei confronti di satana, dello spirito del male, se alziamo le mani a dio e ci rivolgiamo a lui prevarremo ma se per stanchezza, pigrizia abbassiamo le mani e non preghiamo e non ci rivolgiamo a dio il combattimento lo perdiamo.

La seconda lettura è tratta dalla seconda lettera di San Paolo apostolo a Timoteo e ci presenta concretamente quali sono gli aiuti che la chiesa ci da per tenere alte le mani, come Mosè veniva sorretto dalla pietra e da Aronne e Cur così noi saremo sorretti da quello che abbiamo imparato e che crediamo, insegnamenti che ci vengono dalle sacre scritture e che rappresentano quella pietra su cui ci dobbiamo poggiare, ma il secondo aspetto è ancora più importante perché riguarda la missione del cristiano che da un lato è insegnare, correggere, educare ma non in generale tutti ma chi è piccolo nella fede e ha bisogno di crescere nello spirito e dall’altro è annunciare la parola di dio ai lontani che il signore vorrà chiamare, solo così potremmo assumere in maniera giusta il nostro personale combattimento.

Il vangelo secondo Luca ci presenta la parabola del giudice disonesto che pur non temendo dio e non aver riguardo per nessuno decide di ascoltare e fare giustizia alla vedova solo per la sua insistenza, e Gesù sottolinea questo aspetto dell’insistenza nel chiedere, perché Gesù rimarca questo aspetto? Perché sa benissimo che noi siamo orgogliosi, che non siamo abituati a chiedere aiuto a nessuno tanto meno ad un dio che non vediamo, e chiediamo aiuto solo se stiamo male di brutto noi o qualche parente stretto, ma il signore vuole avere un dialogo continuo con noi, anche se non preghiamo e qui lo posso affermare anche io perché non ho il carisma della preghiera e a volte quando comincio a pregare poi mi ritrovo a ragionare sulla catechesi settimanale, dicevo anche se non preghiamo assiduamente nel senso che non facciamo rosari, non facciamo lodi, non facciamo la liturgia delle ore, però possiamo parlare sempre durante il giorno con il signore e magari dire: lo vedi come sono debole come mi metto in discussioni assurde? Oppure guarda come sono stanco oggi aiutami tu con uno spirito di forza e cominciare quella preghiera che è la più importante: parlare con il Signore.
benefabio62
00sabato 23 ottobre 2010 17:40
catechesi per il 24/10/10 il giusto atteggiamento

La prima lettura è tratta dal libro del Siracide e ci presenta la giustizia di dio collegata alla preghiera, la cosa più importante che viene detta è che dio non fa preferenza di persona e poi si sviluppa tutto un discorso sull’efficacia delle preghiere dei poveri, degli orfani delle vedove e di come chi li soccorre è accolto con benevolenza, ma di che cosa si sta parlando? Saranno mai i poveri, gli orfani le vedove migliori di noi in qualche cosa, saranno per caso queste categorie di persone immuni dalle tentazioni? Dalla schiavitù del peccato che porta alle alienazioni? Certo che no, non è che uno se è povero si salva automaticamente o alla vedova in qualche modo verrà fatto uno sconto o gli orfani entreranno nel regno di dio automaticamente, qui si parla di un’altra cosa, di un altro aspetto che va approfondito. Ho visto in questo cammino, anche se precario, sgangherato, imperfetto, la mano del signore che sempre ci ha accompagnato, in questa fase dove sono state sviscerate le tentazioni le alienazioni e si è scesi nel punto più basso del fonte battesimale che cosa è apparsa? La preghiera, già nell’altra catechesi se ne è parlato presentandola, da me che veramente non sono uno che prega molto, e oggi vedo che il signore punta il dito sul giusto atteggiamento nella preghiera, perché per cominciare a salire i gradini del fonte battesimale bisogna guardare a quelle categorie di persone, ai poveri ma non a quelli che non hanno soldi ma ai poveri in spirito, ma noi prima eravamo ricchi in spirito, ricchi di che? Ricchi di non vedere che eravamo schiavi delle tentazioni, delle alienazioni chi ci portavano a incarnare inconsapevolmente lo spirito del male e a essere noi il corpo di satana e allora la povertà sta innanzi tutto nel vedere alla luce della fede che effettivamente siamo schiavi del peccato e non ne usciamo se non gridiamo al signore di aiutarci a farci uscire da questa situazione e questo grido è la preghiera, siamo come gli orfani che hanno perso sia la madre che per noi è la chiesa, sia il padre che per noi è dio ossia abbiamo perso il rapporto giusto che ci doveva legare a loro e siamo anche come le vedove che abbiamo perso il nostro sposo e nella nostra vita è presente il lamento in cui sempre troviamo sfogo, ma oggi la chiesa ci viene a ricordare che se rivolgiamo al signore le preghiere con il giusto atteggiamento allora la mano di Dio ci darà piena soddisfazione, e come? Che non saremo più poveri in spirito perché avremmo uno spirito nuovo, non saremmo più orfani perché avremmo una madre che ci consolerà e accoglierà e questa madre è la chiesa nella figura di Maria che sempre sarà pronta a donarci questo bambino che deve crescere dentro di noi e essere portato al mondo per compiere la sua missione che è amare nella dimensione della croce, e mostrare al mondo questa forma di amore che è l’unica forma di amore capace di incendiare il mondo dell’amore di dio, che è il fuoco di dio che arde ma non consuma, e non saremmo più come le vedove perché troveremo il nostro sposo in Gesù Cristo che soprattutto trasformerà i nostri lamenti in parole di vita eterna.

La seconda lettura è della seconda lettera di S. Paolo apostolo a Timoteo e riassume la sua vita di cristiano, dato che per lui si sta avvicinando il momento di lasciare la vita, nei due aspetti più importanti del suo cammino: che ha conservato la fede e che ha portato a compimento l’annuncio del vangelo, questi due aspetti sono fondamentali anche per la nostra vita di cristiano e sono strettamente legati alla preghiera, perché la fede non la conserviamo se non chiediamo sempre al signore di farcela conservare e l’annuncio del vangelo non lo facciamo se non chiediamo al signore di farcelo fare, poi dopo una volta che lo abbiamo chiesto con il giusto atteggiamento il signore ci da tutto, ci sta vicino e ci da la forza come all’ultimo dice S. Paolo. Ovviamente anche a noi alla fine del nostro cammino della vita verrà consegnata dal signore la corona della giustizia e ci porterà in salvo nei cieli, nel suo regno ma come ho già ripetuto più volte siamo chiamati da subito a mettere un piede in paradiso e a camminare sulla terra santa.

Il vangelo secondo luca presenta la parabola del fariseo e del pubblicano, il fariseo ringraziava il signore di non essere ladro, ingiusto, adultero, di digiunare 2 volte a settimana e di fare le offerte e di non essere come invece il pubblicano, il pubblicano invece diceva “ o Dio abbi pietà di me che sono un peccatore” che è la preghiera del cuore quella fatta con il giusto atteggiamento, quella fatta da chi è sceso nella propria realtà di peccatore e che si è reso conto che da li se non interviene il signore non ne esce, che ha sperimentato la propria debolezza, che non sta a pensare di giudicare gli altri perché quando la fede ci illumina vediamo che tutti in qualche modo siamo schiavi del demonio che ci costringe a fare la sua volontà, e gli altri che non sopportavamo e giudicavamo ci mostravano soltanto i nostri peccati riflessi, che il signore ci metteva sempre davanti per farceli vedere, per farci capire che anche noi eravamo peccatori e schiavi, e allora accettare gli altri è in fondo accettare se stessi in un aspetto di noi che neghiamo, che non vogliamo vedere, che facciamo fatica ad accettare e questo è un altro aspetto su cui il signore deve lavorare molto con noi.
Mentre il fariseo, si, fa tutte cose giuste ma al fondo dove sbaglia? Perché giudica, è scritto che tutto quello che ti porta sulla strada del giudizio ti viene dal maligno, allora attenti a giudicare, chi giudica non sta nel giusto atteggiamento perché non ha fatto il giusto cammino in discesa e non ha visto la vera realtà degli uomini, quindi se giudichiamo già sappiamo invece che abbiamo bisogno di intraprendere un cammino di fede che ci porti nella giusta tensione della conversione.
benefabio62
00sabato 30 ottobre 2010 15:43
catechesi per il 31/10/10 le 3 iniziative

Le 3 iniziative

La prima lettura è tratta dal libro della sapienza e parla della prima iniziativa che è quella di Dio, iniziativa che si manifesta in tutta la creazione e quando il discorso tocca l’uomo ecco che viene detto che dio ha compassione di tutti, chiude gli occhi sui peccati degli uomini e aspetta il loro pentimento, pentimento di che cosa? Di essersi ribellati a dio ed aver ascoltato la catechesi del demonio che ci ha convinti che noi siamo dio e stiamo talmente lontano da dio che la correzione non può avvenire all’istante ma deve essere data poco a poco, passo dopo passo, e sempre dio nella nostra storia ci parla mettendoci sempre d’innanzi il nostro peccato, che ci disturba, che non vogliamo vedere, che non accettiamo, ecco quando c’è una situazione che ci disturba quando c’è una persona che non sopportiamo li il signore ci sta parlando ci sta dicendo che noi siamo come quella persona, che siamo noi che ci mettiamo in quella situazione che ci porta lontano da dio, quindi la nostra storia ha sempre un senso anche quando c’è una malattia o un lutto, li in quel fatto assurdo il signore ci sta cercando, ci sta scuotendo, ci sta facendo presente che la vita è un attimo e non ci sono tante occasioni per convertirsi, quindi sfruttiamo le nostre occasioni.

La seconda lettura fa parte della seconda lettera di S. Paolo apostolo al Tessalonicèsi e parla della seconda iniziativa che è quella della chiesa, è la chiesa che continuamente prega per la nostra conversione perché Dio ci renda degni della sua chiamata, quindi se noi abbiamo la possibilità di avvicinarci alla fede non è per merito nostro perché noi non abbiamo nessun merito che questo sia chiaro, è per merito della chiesa che continuamente, incessantemente, ripetutamente sta li a chiedere al signore di convertirci, e allora se qualcuno ha qualche dubbio e si interroga sull’utilità della chiesa sappia che è per la chiesa se noi abbiamo una possibilità di arrivare alla fede, senza la chiesa non avremmo avuto nessuna possibilità, quindi se partiamo che abbiamo un debito spirituale con dio il secondo debito più concreto, più terreno lo abbiamo con la chiesa, ma invece che cosa facciamo ? dato che siamo schiavi della catechesi del maligno che ci fa vedere le cose tutte distorte stiamo sempre a criticare la chiesa, a parlare male dei preti a pensare che le suore sono delle dissociate mentali, ma facendo così facendo incarniamo in noi quello spirito del male che vuole distruggere l’opera di dio e ci vuole dannare in eterno.

Il vangelo secondo luca presenta la terza iniziativa, la più importante, è l’iniziativa che deve prendere l’uomo, è l’iniziativa che dobbiamo prendere noi, è il racconto di Zaccheo capo dei pubblicani che quando si accorge che sta passando Gesù fa il diavolo a quattro per vederlo, per toccarlo , per incontrarlo, allora dato che era basso si arrampica in un punto alto, Gesù lo vede e gli dice di scendere che sarebbe passato a casa sua, e una volta che Gesù entra nella sua casa, la prima cosa che fa Zaccheo è quella di dire che avrebbe donato la metà dei sui averi ai poveri e avrebbe restituito quello che aveva rubato, e Gesù annuncia la salvezza per la sua casa, quindi cerchiamo di non stare fermi prendiamo un’iniziativa che ci porti a orbitare intorno alla chiesa, qualsiasi essa sia, anche se siamo piccoli nella fede come piccolo di statura era Zaccheo cerchiamo di elevarci in alto, e come ci si eleva in alto? anche se si è piccoli nella fede ci si può elevare in alto con la pastorale sacramentale ossia confessione e comunione, state tranquilli che il signore ci vede e ci verrà a visitare poi cerchiamo di mettere a posto i nostri debiti, se abbiamo litigato con qualcuno, se portiamo rancore, se non parliamo più con qualche parente se c’è qualcosa che ci separa dagli altri chiediamo aiuto al signore perché di tutte queste situazioni c’è un unico responsabile: lo spirito del male che ci vuole separare da tutto e da tutti.
benefabio62
00sabato 6 novembre 2010 19:12
catechesi del 07/11/10 rappresentazione del fonte battesiale
Questa catechesi mi costa una fatica immensa perchè ho word impallato spero che almeno sia venuta bene.

La prima lettura è del secondo libro dei Maccabèi è presenta il caso dei sette fratelli che presi insieme alla loro madre furono costretti dal re a cibarsi di carni suine proibite, in particolare in questo brano ne sono citati solo i primi quattro ma non è importante, importante è invece il fatto che vengono uccisi, che sperimentano la morte e in quella morte però hanno la certezza di essere risuscitati a vita eterna dal loro dio, bene andando nel concreto oggi la chiesa ci invita a fare il primo passo in discesa verso i gradini del fonte battesimale, e che significa questo? Significa che la chiesa ci sta aprendo gli occhi alla fede e che ci permette di sperimentare che tutti i nostri peccati che vengono dalle 3 tentazioni ci sono imposti dal nostro re che è il demonio e che noi non abbiamo la capacità di reagire e di uscire da questa situazione ma abbiamo comunque la possibilità di vedere che il signore non permette che il peccato si incarni nella nostra vita in maniera profonda, radicale, quindi questi sette fratelli rappresentano i sette gradini in discesa.

La seconda lettura invece è tratta dalla seconda lettera di s.Paolo apostolo ai Tessalonicési dove vediamo che è confermato questo aspetto cioè che l signore permette che scendiamo nella nostra realtà di peccatori ma allo stesso tempo ci confermerà e custodirà dal demonio, questo cammino in discesa serve a noi per vedere che siamo peccatori, e comunque i peccati li commetteremo lo stesso solo che senza la chiesa che ci apre gli occhi non avremmo nemmeno la possibilità di vederli, quindi è uno scendere solo perché noi non sappiamo che siamo peccatori e di quanto lo siamo, ossia infinitamente.

Il vangelo secondo luca invece ci fa presente l’aspetto della salita di questi sette gradini, rappresentati in questa lettura dai sette fratelli che sposano sempre la stessa sposa dato che muoiono in successione, perché se è vero che oggi iniziamo la discesa dato che la parola e profetica c’è la conferma che il signore una volta che ci siamo resi conto della nostra situazione ci rivestirà di un spirito nuovo che è il suo santo spirito che ci permetterà di uscire dalle acque della morte del peccato e saremmo pronti a fare la strada in salita che viene rappresentata dai sette gradini in salita che rappresentano i sette sacramenti e a confermare che lo sposo che da la vita, che muore è sempre lui perché noi siamo la sposa che è la chiesa, e il discorso finale che è veramente complesso, quello riferito a chi prende moglie e marito è riferito al fatto che il nostro sposo attuale è satana e lui certo la vita non ce la da ma ce la toglie e invece lo sposo fedele che muore sempre al nostro posto è cristo, perchè di quello si tratta alla fine, di amare nella dimensione della croce sempre morendo e dando la vita, cioè accettando profondamente gli altri così come sono con tutti i difetti immaginabili e mostrare al mondo il volto di cristo cioè quell'amore di dio che è l'amore del fuoco che arde e non consuma che vuole vivere in questa generazione e che può incendiare il mondo del suo amore, ma se dentro di noi non abbiamo uno sprito che ama in quella dimensione significa che invece abbiamo uno spirito che invece gli altri non li vuole amare per niente ma che anzi alla fine vuole solo odiare e portare rancore e realizzare il suo piano che è la nostra totale infelicità lontani da dio a dal suo amore.
benefabio62
00sabato 13 novembre 2010 18:05
catechesi per il 14/11/10 il sole che sorge

Il sole che sorge

Oggi ho deciso di tornare all’antico e di fare catechesi vecchio stampo, ossia fare uno schema e dedicare un pò più di tempo a fare qualche riflessione in più.

La prima lettura è del libro di Malachia ed è cortissima e ci dice che sta per arrivare il giorno rovente come un forno, ma questo giorno che cos’è? questo giorno è cristo che vuole entrare nella nostra vita o in un modo o in un altro, se non accogliamo il signore verremo bruciati al fuoco dei nostri peccati, perché il peccato consuma l’uomo e forse non avremmo altre possibilità di conversione perchè forse il peccato sarà talmente radicato e incarnato nella nostra esistenza che si potrà fare veramente poco per salvare la nostra anima, ma oggi la chiesa ci da la possibilità di cambiare vita, di fare un’altra vita, di convertirci, conversione significa cambiare rotta, cambiare direzione, e questo sole che sta nascendo, questo sole di giustizia è cristo che anticamente veniva chiamato il sole d’oriente, bene questo sole lo vedrai spuntare nella tua vita e ti sembrerà di guardarlo di seguirlo ma dopo ti accorgerei che questo sole non lo stavi guardando, non lo stavi seguendo, ma questo sole stava crescendo dentro di te, si stava alzando alto e aveva uno scopo, una missione, partiva e arrivava e tu lo dovevi solo portare dentro di te.

La seconda lettura è tratta dalla seconda lettere di S.Paolo apostolo ai Tessalonicesi e ci descrive esattamente e concretamente il perché di questa situazione: perché dobbiamo lavorare per il signore. Il signore ha pronto un lavoro per noi, ognuno di noi avrà un compito, un posto nella chiesa, ed essere cristiani pienamente non è stare fermi e guardare la propria fede ma è un mettersi al servizio degli altri, sempre però portando questo sole, questo fuoco che arde e non consuma, che serve ad incendiare il mondo dell’amore di dio e che è l’esatto contrario del fuoco del peccato che invece consuma e spegne la nostra vita, quindi oggi il signore e la chiesa vogliono portare ordine alla nostra vita alle nostre azioni che devono cominciare ad assumere un significato escatologico, ma c’è sempre il solito problema, lo vogliamo noi questo? Perché siamo sempre liberi di accettare la catechesi della chiesa e dire il nostro amen o continuare ad accettare la catechesi del mondo e del demonio che ci mette davanti sempre le solite cose per renderci schiavi: i peccati, la gloria, le ricchezze.

Il vangelo è tratto da Luca e comincia con una bella profezia sul tempio: verranno giorni che non sarà lasciata pietra su pietra, il signore ha bisogno di scrollare la nostra vita, sa che il nostro spirito è fasullo e piano piano lo deve inchiodare sulla croce, lo deve far morire nelle acque della morte, perché questo? perché ci deve dare il suo spirito, se non smonta il nostro spirito pietra su pietra: ribelle, peccatore, falso, menzognero, ingannatore, che non da importanza alle cose a cui dio tiene come farà a ricostruire il suo tempio in tre giorni? Quindi aspettatevi terremoti nella vostra vita dove sentirete che vi mancherà la terra sotto i piedi perché il signore ve la scuoterà, carestie perché il nostro cibo è il peccato e il signore ti porterà lontano dai tuoi peccati, pestilenze dove ti sentirai ammalato e bisognoso di cure che solo il signore ti può dare, perché non pensiamo che il cristianesimo sia uno stare buoni e tranquilli e fare sempre i sorrisi, il cristianesimo è un’esperienza concreta di incontro con il signore, se così non fosse sarebbe una noia e un assurdo, quindi quale sarà lo scopo di questo sole che vuole venire ad illuminare la nostra vita? Quello che viene detto alla fine: verrà il momento di dare la testimonianza e qui vi assicuro che c’è un aspetto importantissimo, quando il signore dice non mettetevi in testa le parole della vostra difesa, perché le nostre parole, le nostre idee devono rimanere inchiodate nella corona di spine, come i nostri piedi devono rimanere inchiodati sulla croce e non correranno più verso il peccato, come i nostri peccati di malizia e perversione rimarranno inchiodati sulle mani e le nostre affettività verranno trafitte, quindi il dare testimonianza non è raccontare la favoletta del cristianesimo dove pensiamo che Gesù è tanto dolce e buono che ci ha scelto perché siamo bravi e meritiamo qualcosa più degli altri, ma la testimonianza è far sorgere questo sole dentro di noi, lasciare a questo spirito la possibilità di vivere e di compiere la sua missione di amore che è sempre amare in quella dimensione: nella dimensione della croce, sia chiaro che noi non possiamo amare da soli in quella dimensione, perché abbiamo il limite arriviamo fino ad un punto poi esplodiamo perché non possiamo accettare che gli altri ci tolgano la vita, in ufficio ci dobbiamo difendere dal collega che ci vuole fregare, se qualcuno ci pesta i piedi non possiamo permetterglielo e subito ci ribelliamo, a casa se i genitori ci assillano poi arriviamo al punto di reagire, se la ragazza non è come diciamo poi ci arrabbiamo e mettiamo il muso, ma ce ne sarebbero centomila di esempi che dicono che noi non possiamo amare in quella dimensione, ma è solo con l’aiuto della chiesa che abbiamo la possibilità di proseguire questo cammino di fede che ci porterà a lavorare per il signore e a compiere la sua missione che è quella forma di amore.
benefabio62
00sabato 20 novembre 2010 18:58
catechesi per il 21/11/10

L’alleanza con Cristo il re della nostra nuova vita.

La prima lettura è tratta dal secondo libro di Samuele e descrive il momento in cui Davide diventa re d’Israele, vediamo che vengono radunate tutte le tribù che subito riconoscono che loro sono le sue ossa e la sua carne e che lui deve pascere il popolo di Israele e esserne capo, poi vengono gli anziani d’Israele fanno un’alleanza con Davide e lo ungono re d’Israele, anche noi siamo stati radunati oggi dal signore e dobbiamo fare questa alleanza riconoscendo che noi siamo le ossa e la carne di cristo cioè che mettiamo a disposizione il nostro corpo per accogliere questo spirito che deve vivere in questa generazione e che il nostro capo quello che deve pascere il popolo è cristo stesso che è stato scelto da dio.

La seconda lettura della seconda lettera di s. Paolo apostolo ai Colossesi ci aiuta a capire come fare la prima parte del patto e inizia dicendo: ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce è lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati, però per ringraziare nella nostra vita dovremmo aver visto questo, dovremmo aver fatto e vissuto questa esperienza, che eravamo ciechi e stavamo nelle tenebre che non sapevamo e non capivamo nulla, che piano piano il signore ci ha aperto gli occhi e ci ha incominciato a far vedere dove camminavamo: per strade sbagliate, schiavi del demonio che ci obbligava a fare mattoni come gli egiziani agli ebrei e una volta messi in cammino ci siamo scontrati con le tre tentazioni del pane, della storia, e degli idoli, che le tentazioni non le vincevamo ma che sempre ci davano la morte spirituale, fino a che è venuto cristo ad assumere questo combattimento che noi non potevamo vincere e l’ha vinto , l’ha superato e noi con il suo santo spirito abbiamo la possibilità di combattere allo stesso modo e di vincerle e che potevamo percorrere con cristo la sua stessa strada che ci avrebbe portato al monte, ad innalzare il suo spirito sulla croce, a sentire dentro di noi la vertigine da innalzamento ed amare in quella dimensione dove vedi che sei nato per quello, sei nato per quella forma di amore che ti realizza pienamente perché in quello hai la possibilità di ricongiungerti al padre e vedere scendere davanti ai tuoi occhi la Gerusalemme celeste la città santa e mettere un piede nella città di dio e vivere già da subito il paradiso dove ami sempre in quella dimensione, che significa? Che ami i colleghi, che ami tua moglie, che ami i tuoi genitori, che ami il prossimo con lo spirito di cristo risorto che vuole mostrare il suo volto non così all’improvviso come un fantasma ma vivendo nella carne e nelle ossa del cristiano, quindi la redenzione è un dono, una grazia di dio non è una cosa che ci siamo meritati perché eravamo meglio degli altri.
Quindi dopo il ringraziamento bisogna fare la seconda parte dell’alleanza con dio e riconoscere che cristo è l’immagine di dio che è prima di tutte le cose, che è il capo della chiesa, il principio e il primogenito di quelli che risorgono dai morti, che siamo noi che eravamo morti nel peccato e che siamo risorti in cristo, e soprattutto che come viene detto per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, in vista di lui è importante perché è il senso del cammino del cristiano, mostrare il volto di cristo, chi vede questo volto ha la salvezza, perché non può rimanere fermo di fronte a questa forma di amore che non ha mai visto, si interrogherà forse andrà in crisi e la terra sotto i piedi gli mancherà, ma avrà questa possibilità, la possibilità di essere riconciliato a Dio.

Il vangelo secondo luca che conclude queste letture descrive il momento quando Gesù è crocifisso, il popolo stava a guardare, i capi e i soldati lo deridevano, il malfattore accanto sulla croce lo insultava, quindi abbiamo un’immagine di un uomo che viene rifiutato da tutti con diversi atteggiamenti, ma l’altro malfattore rimprovera il primo e dice a gesù: ricordati di me e questa è la fase conclusiva dell’alleanza che facciamo oggi, siamo quelli scelti da dio a difesa di suo figlio, come se dio e cristo avessero bisogno di difesa, la difesa a cui siamo chiamati è solo in funzione della storia della salvezza dell’uomo, quando tutti andranno contro dio e cristo, soprattutto con quel salva te stesso, cioè se sei il figlio di dio scendi dalla croce fai una cosa eclatante che è sempre quello che si pretende dalle religioni e da dio, salva mio figlio da quella malattia, guariscimi da quel male fai un miracolo fisico concreto, noi dovremmo dare la nostra testimonianza a chi sta nella nostra stessa situazione, che soffre per la schiavitù del peccato e dire guardate che non è così, il dio che ho conosciuto io è un dio diverso, che fa una storia di salvezza con gli uomini con fatti concreti, che dona il suo spirito, che sempre mi ha amato anche quando non lo meritavo, che il vero miracolo non è quello fisico che sempre stiamo a chiedere e spesso il signore ci concede ma è quello morale quando nasce una chiesa, quando si crea una comunione quando ci si mette in cammino verso la redenzione e quindi dare il senso a quello che si deve chiedere: non il miracolo fisico ma la conversione, nell’alleanza che facciamo oggi serve che diciamo il nostro amen ma è sempre dio che si impegna a compierla e la compirà anche sopra le nostre debolezze.
nwoitaly
00domenica 21 novembre 2010 11:54
Grazie fabio!

benefabio62
00venerdì 26 novembre 2010 17:36
catechesi per il 28/11/10
Imprevedibilità dello Spirito Santo, lo stare pronti.

La prima lettura è del libro di Isaia 2, 1-5 ed è una visione che ha il profeta, parla e dice: il monte del tempio del signore sarà saldo sulla cima dei monti, ma qual'è questo monte? È il monte dove ogni cristiano deve accompagnare lo spirito del signore a compiere la sua missione poi aggiunge venite saliamo sul monte del signore perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri, con le tre tentazioni abbiamo visto che noi camminavamo per i nostri sentieri che non erano certo i sentieri del signore e solo facendo assumere questo combattimento al signore potevamo vincerle, la prima tentazione del pane, delle sicurezze, delle affettività, dei peccati della carne la potevamo vincere con la parola di dio come dice Gesù nel deserto: non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di dio, con la preghiera potevamo vincere la seconda tentazione quella di voler cambiare sempre la nostra storia di non volerla accettare che è anche la tentazione dei miracoli che continuamente chiediamo: facci questo, facci quello, risolvi quell’altro e l’ultima tentazione la più difficile quella delle ricchezze e degli idoli che potevamo vincere con le opere di carità, le offerte o le elemosine ma sempre con lo spirito di cristo che la chiesa ci donava, non eravamo noi ad ascoltare la parola di dio ma era lo spirito di cristo che stava crescendo in noi ad ascoltarla, non eravamo noi che pregavamo ma era sempre il signore che pregava in noi, non eravamo noi che facevamo le opere di carità o offerte ma era sempre il signore che si chinava sui bisognosi e alla fine questo spirito è cresciuto è diventato adulto come adulta è diventata la nostra fede e alla fine della lettura il profeta Isaia dice venite e camminiamo nella luce del signore

La seconda lettura è tratta dalla lettera di san Paolo apostolo ai romani 13, 11-14a e qui san Paolo dice è ora di svegliarvi dal sonno perché il giorno è vicino, è vicino il giorno che dobbiamo accompagnare il signore alla sua missione e aggiunge indossiamo le armi della luce, ma quali sono queste armi? Sempre quella che amorevolmente la chiesa ci ha consegnato: la parola di dio, la preghiera e le opere di carità.
Se fino adesso abbiamo dormito con le opere di satana è ora che ci svegliamo e abbandoniamo certe abitudini se qualcuno le ha, e qui il riferimento è chiaro: orge e ubriachezze, lussurie e impurità, litigi e gelosie, questo perché in questi ultimi casi lo spirito di cristo non ci potrà certo rivestire ma solo perché avremmo dentro un altro spirito che non abbiamo di certo abbandonato o ucciso o inchiodato sulla croce, questo spirito del male deve essere lasciato come noi lasciamo l’uomo vecchio nelle acque della morte e allora solo in quel caso lo spirito di cristo ci potrà rivestire.

Nel vangelo di Matteo 24, 37-44 Gesù avverte di stare pronti perché noi non lo sappiamo quando questo spirito ci verrà a cercare e fa il riferimento a Noè prima del diluvio quando tutti bevevano e mangiavano e prendevano moglie e marito, ma quando Noè chiuse l’arca e venne il diluvio tutti vennero travolti, se noi cristiani non entriamo nell’arca della chiesa anche noi verremo travolti dallo spirito del male, cioè se noi che dobbiamo essere il sale, la luce il lievito continuiamo a fare la solita vita di routine dove ci alziamo andiamo a lavorare poi torniamo a casa ci dedichiamo ai figli e poi andiamo a dormire e poi la mattina ci rialziamo e non permettiamo al signore di mostrare il suo volto in noi allora anche noi verremo spazzati via dal non senso della vita e non avremmo neanche l’opportunità di mettere un piede in paradiso ed avere la certezza che c’è una città santa che ci aspetta pronta per noi e per tutti, invece essere pronti significa fare un cammino di fede e conoscere le proprie debolezze, peccati e aspettare che sia il signore a far si che noi abbandoniamo l’uomo vecchio schiavo di tutto , mormoratore, menzognero, lussurioso, litigioso, geloso, impuro e ci rivestiamo dell’uomo nuovo che è cristo stesso la strada, la via per il ritorno al padre.
benefabio62
00sabato 4 dicembre 2010 17:32
Preparazione per il 05/12/10 il battesimo dello spirito

Le letture di oggi sono lunghissime ma anche bellissime e ci porteranno in un viaggio meraviglioso dove potremmo vedere tutto quanto il percorso della nostra salvezza che oggi racchiudo in questi tre momenti importanti: conversione, perseveranza, battesimo dello spirito.

stranamente nella prima lettura tratta dal libro del profeta Isaia si comincia proprio dal battesimo dello spirito come che il signore voglia subito chiarire che dei tre aspetti il più importante è il battesimo dello spirito che solo lui può dare e a cui tutti noi dobbiamo aspirare per vedere realizzata nella nostra vita la fede adulta e Isaia in questa lettura prima descrive lo spirito del signore come uno spirito di sapienza, d’intelligenza, di consiglio, di fortezza, di conoscenza e timore del signore ma lo descrive anche come uno spirito di giustizia che veramente riuscirà a guardare al profondo del cuore dell’uomo e soprattutto a guarirlo e a sanarlo proprio dove doveva essere guarito, poi il profeta presenta una convivenza di animali che di per se non potrebbero stare per niente vicini tra loro, fa esempi del lupo insieme all’agnello, della mucca insieme all’orsa, del vitello e del leoncello e altri questo per stare a rimarcare che lo spirito santo appianerà tutte le differenze nell’uomo che uniti nella fratellanza in cristo non staranno più a guardare le differenze che li separavano, l’età, la cultura, lo stato sociale, la politica anche lo sport.

la seconda lettura è della lettera di San Paolo apostolo ai Romani e descrive il Dio delle scritture come il Dio della perseveranza e della consolazione e che questi sentimenti durante il nostro cammino di conversione li dovremmo sempre tenere a mente soprattutto la perseveranza nel cammino, perché tanti discorsi si possono anche non capire, tante sfumature possono anche sfuggire o non si può sentire una fede forte e salda ma la perseveranza vince tutto e tutti e mette soprattutto nella condizione migliore di preparare nel modo giusto la via al signore, ogni giorno quella preghiera, ogni settimana la santa messa, piano piano anche la confessione e la comunione e alla fine non volendo ci si ritrova a camminare con il signore anzi non si sta più camminando con il signore ma quel bambino che la chiesa ci aveva consegnato, quel granello di senape, quella fede iniziale veramente piccola e debole, quel bambino era cresciuto dentro di noi e si era fatto adulto pronto a fare la volontà del padre, quel granello di senape era diventato un albero gigantesco, quella fede piccola era diventata una fede adulta.

Il vangelo di Matteo ci presenta la figura di Giovanni il battista che preparava la via al signore e battezzava in acqua e in questo vangelo egli grida: convertitevi raddrizzate i vostri sentieri, ma dato che lui prepara la via al signore per noi oggi convertitevi significa cambiate via, il dio di Israele è un dio geloso, non può sopportare che noi seguiamo lui, ci affidiamo a lui, e poi nella vita concreta facciamo come ci pare, che ne so io ci diamo alla vita dissoluta, ai vizi, al gioco, al bere ci mettiamo sempre a discutere con gli altri siamo invidiosi di tutti e altro che vi immaginate e in parole povere seguiamo invece altri dei, dicevo conversione come invertire la strada fare una conversione nei fatti e comportamenti concreti della nostra vita, questo perché? Perché dobbiamo preparare la via al signore perché quando nella nostra vita verrà il signore ci verrà a battezzare in spirito santo e fuoco di dio e ci rivestirà del suo spirito, ma come potremmo essere noi il tempio dello spirito se non teniamo bello pulito e lindo il nostro corpo? Quindi oggi cerchiamo soprattutto di cambiare rotta nella nostra vita come ci consiglia Giovanni: raddrizzate i vostri sentieri, le strade dove camminiamo, se abbiamo una dipendenza lasciamola, se beviamo smettiamo, se bestemmiamo idem, se litighiamo evitiamo se siamo invidiosi cerchiamo di non esserlo, se siamo scontrosi cerchiamo di essere cortesi, se siamo attaccati al denaro facciamo elemosine, se non siamo puntuali cerchiamo di esserli, se siamo lavativi nel lavoro impegniamoci e tutto il resto che pensate sempre chiedendo aiuto al signore, vedrete che con la perseveranza nella frequenza la chiesa ci porterà a questo battesimo dello spirito dove sentiremo veramente scendere lo spirito di fuoco su di noi e scoprirci creature nuove, creature di dio.
benefabio62
00sabato 11 dicembre 2010 19:37
preparazione per 12/12/10 promesse di dio e nostro impegno.

La prima lettura è del libro del profeta Isaia parla inizialmente del deserto e della terra arida che si devono rallegrare che esulti e fiorisca la steppa ed è in questo deserto, questa terra arida, questa steppa che noi ci dobbiamo identificare, in che senso? Che senza lo spirito del signore non abbiamo nessuna possibilità di redimerci, perché il nostro cuore è arido, ossia possiamo anche sentirci buoni, ben educati e rispettosi degli altri e potremmo avere anche slanci sinceri verso tutti ma questo non ci salverà perché comunque non potremmo mai da soli amare nella dimensione della croce se non lasciamo vivere il signore in noi, viene detto nella lettura che vedremo la gloria del signore, la magnificenza di dio, le nostre mani fiacche e le nostre ginocchia vacillanti verranno irrobustite e rese salde, ma quando? Forse quando moriremo? No l’esperienza di fede il cristiano la deve vivere in vita, in vita deve fare questa esperienza, in vita deve vedere la gloria di dio che si manifesta con fatti concreti, le mani le deve vedere irrobustite nella preghiera e le ginocchia salde nel chinarsi a dio e riconoscerlo come padre, allora forse dio ci aprirà gli occhi e ci farà vedere dove camminavamo, ci aprirà l’orecchio all’ascolto della parola e dove eravamo zoppi e non potevamo camminare nella fede ci farà fare passi lunghi come il salto di un cervo.
Poi ad un certo punto il profeta dice: ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa, il sentiero è la nostra conversione ma la strada è l’incontro con cristo risorto, è quella che porta alla Gerusalemme celeste, la città di dio, la città santa, il paradiso riportato in terra da dio, non pensate di salvarvi senza percorrere questa strada, perché la Gerusalemme celeste scenderà davanti ai vostri occhi solo quando in voi innalzerete lo spirito di cristo sulla croce e permetterete allo spirito di cristo di amare nella dimensione della croce e mostrare al mondo il suo volto, ma che significa che noi dobbiamo essere messi in croce? Che dobbiamo morire? No, significa amare nella dimensione della croce in tutti i fatti della vita, in famiglia, al lavoro, in qualsiasi situazione, fare presente che cristo è vivo, ma questo va fatto con sforzo? con moralismo? no, anche se chi non ha avuto ancora questo incontro umanamente recepisce che allora uno si deve sforzare a sopportare, ma non è questo.

La seconda lettura dalla lettera di san Giacomo apostolo ci aiuta a capire come prepararci a questo incontro che è la parte più difficile della nostra fede, dice di guardare all’agricoltore che aspetta con costanza il raccolto, quindi rimarca il fatto di essere costanti, ma costanti in che? Costanti nelle preghiere, nella lettura della parola, nella frequentazione della messa, nella comunione, nella confessione, ossia costanza in cose semplici, dice di non lamentarsi aggiungo io se la messa è lunga, se il prete non vi sta simpatico, se quello che legge le letture non fa capire bene, se non abbiamo voglia di andare a messa, se proprio non ci va giù di confessarci, ecco in questo questa lettura ci dice invece di sopportare, quindi la sopportazione non deve essere riferita agli altri come sempre pensiamo, perché li negli altri dovremmo far vivere lo spirito del signore, ma la sopportazione deve essere riferita a noi, alla nostra debolezza, alla nostra ribellione, alle nostre incongruenze, alla nostra poca fede.

Il vangelo secondo Matteo presenta una stretta similitudine tra Giovanni il battista e Gesù, che rappresentano come avevamo già accennato nella prima lettura il sentiero e la strada santa, e Giovanni che era in carcere ha un dubbio, avendo sentito parlare delle opere di Gesù gli manda a chiedere se è lui quello che stavano aspettando o se ne deve venire un altro, che è lo stesso dubbio che abbiamo noi, sarà la nostra fede autentica? ma non è per caso che stiamo andando fuori di testa? Che quello che facciamo al fondo non ha senso? Gesù da una risposta, sempre la chiesa da una risposta chiara ai nostri interrogativi della vita, e oggi come ogni domenica Gesù passa, come passa il sacerdote quando si accinge a celebrare e che dice? Dice: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i morti resuscitano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odano, cioè parla al presente, oggi, adesso chi crede e ha la fede di aggrapparsi a questa parola la vedrà pienamente realizzata nella sua vita, sempre inteso in senso spirituale nel senso che vedrà nella propria vita aprirsi gli occhi alla fede e alla reale situazione dell’uomo, comincerà a camminare nella fede, uscirà dalle morti spirituali e da tutto quello che lo opprime, sentirà la propria vita purificata, comincerà ad ascoltare la parola ma non inteso andare a messa e sentire le letture ma cominciare a capire che c’è un dialogo profondissimo con il signore che non può apparire all’improvviso come un fantasma e parlare ma spesso ci parlerà proprio con le letture.
Poi in chiusura di vangelo Gesù presenta la figura del Battista e ricorda che sempre prima dell’incontro personale che noi dobbiamo avere con lui, manda sempre prima il suo messaggero a preparargli la strada, ma l’aspetto più importante rimane il riferimento al ricoprirsi dello spirito di cristo, quando dice il più piccolo nel regno dei cieli è il più grande di Giovanni il Battista, che ricorda fra i nati di donna non è sorto alcuno più grande, perché per lasciar vivere il signore in noi bisogna farsi piccoli, umili, rinunciare a se stessi, alla propria intelligenza che razionalmente può portare solo lontano dalla fede, alle proprie convinzioni, alle proprie abitudini, e mettersi al servizio di dio totalmente dove e come lui vorrà manifestare il suo amore.
benefabio62
00sabato 18 dicembre 2010 17:57
preparazione per il 19/12/10 il figlio dello spirito

La prima lettura è tratta dal profeta Isaia, nel momento in cui Gerusalemme era assediata dagli Aramei il Signore dice ad Acaz re di Giuda che aveva il suo cuore agitato come lo aveva agitato il suo popolo di chiedere un segno, ma Acaz non lo fa per non tentare il Signore, ma Isaia interviene e dice che comunque il Signore darà questo segno e questo segno è una vergine che concepirà un figlio, ora sempre noi stiamo a chiedere segni a dio della sua esistenza, di guarire qualcuno, di aiutarci in qualcosa, che tutto vada bene, perché siamo come s. Tommaso e vogliamo toccare con mano il senso della nostra fede, il perché dobbiamo credere, ma la chiesa oggi lancia questa parola profetica su di noi, se noi ci sentiamo parte di questa chiesa anche noi concepiremo e partoriremo un figlio e chi avrà la stoltezza di crederla la vedrà pienamente realizzata nella sua vita, ma non un figlio materiale, che sempre qualcuno può anche chiedere, ma un figlio più importante un figlio dello spirito.

La seconda lettura è di S. Paolo apostolo ai Romani e ci spiega il senso della nostra fede, che è per Gesù Cristo e in virtù della sua resurrezione dai morti che siamo chiamati ad essere apostoli ed a annunciare il vangelo, che la fede non ci deve servire per essere bravi e per salvarci ma abbiamo ricevuto la grazia di essere appunto apostoli per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti a gloria del suo nome e non del nostro nome, che dobbiamo imparare a nascondere a non mettere in evidenza perché se cerchiamo la gloria degli uomini sul nostro nome la nostra fede vacillerà e correremo il rischio di perderla, invece la gloria di dio vada agli uomini e la gloria degli uomini torni a dio.

Ma c’è un problema e questo problema sta tutto nel vangelo secondo Matteo dove viene presentato il momento in cui Maria è incinta per opera dello spirito santo e a Giuseppe questo non va giù e sta per ripudiarla perché umanamente non può accettare questo, non lo comprende.
Quindi interviene un angelo del signore che in sogno dice a Giuseppe di non temere che il bambino che sarà generato da Maria viene dallo spirito santo.
Anche noi dobbiamo passare per questo combattimento, accettare il figlio dello spirito, che umanamente non possiamo comprendere, che quasi anche noi vogliamo ripudiare la chiesa, perché vorremmo una fede a misura nostra, una bella famigliola con massimo due figli e la domenica tutti a messa con il vestito della festa, abbiamo in testa un’immagine della fede che è tutta distorta, pensiamo all’apparire, al fare bella figura con i vicini, allo stare a posto con la coscienza ma la chiesa in ogni generazione cerca un corpo per far vivere il suo figlio e fargli compiere la sua missione che è amare nella dimensione della croce ed entrare nella Gerusalemme celeste ossia risorgere nella città di dio fra gli uomini e mostrare quindi la strada per tornare al padre, quindi oggi la chiesa come un angelo fa presente questo fatto: se credi alle parole profetiche della prima lettura non temere di fare parte di questa chiesa, non guardiamo alla nostra umanità, alle nostre debolezze, alle nostre incapacità come ha fatto Giuseppe all’inizio perché la nostra piccola fede o religiosità naturale crescerà, cambierà e diventerà adulta, forte, salda, come questo bambino che nel tempo crescerà e in noi diventerà adulto, ma non perché l’abbiamo voluto noi ma perché l’ha voluto Dio, verrai ricoperto dallo spirito santo, dallo spirito del signore, che è una spirito di forza capace di smuovere le montagne e potrai accompagnarlo alla sua missione, metteremo il nostro corpo, che avremo la premura di mantenere santo, al sevizio dello Spirito.
benefabio62
00sabato 25 dicembre 2010 18:30
preparazione per il 26/12/10 la luce della natività

In questo periodo di natale non voglio sembrare bigotto a fare più di una catechesi, quindi faccio solo ed esclusivamente quella della domenica, un po più forte del solito proprio perché tocca questo periodo del natale, della natività e della sacra famiglia.

La prima lettura è tratta dal Siracide e può sembrare assumere toni ripetitivi tanto si ripetono le parole padre, madre e figlio ripetendo fino allo sfinimento di glorificare di onorare di consolare di non contristare di non disprezzare, ma queste parole pesano come macigni sulla nostra vita perché ci fanno presente il nostro totale fallimento a livello umano ad amare in quella dimensione,perché vediamo che è impossibile compiere quelle parole anche con i propri cari, dove anche li troviamo un ostacolo ad amare in modo totale ma in queste parole già si prefigura l’uomo nuovo, l’uomo dello spirito che porta però in se questa capacità di amare in maniera totale, allora onorare e glorificare il padre in senso spirituale è glorificare e onorare dio che significa fare la sua volontà e la sua volontà è far vivere dentro di noi suo figlio e di darlo alla luce, che è il senso del natale cristiano e non di vivere una festa senza senso dove ci viene detto di essere più buoni e fare regali, sarebbe il trionfo dell’assurdo, onorare la madre è onorare la chiesa e seguire i suoi insegnamenti perché lei ha il diritto sui figli di dio.

La seconda lettura è della lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi e presenta l’uomo nuovo come ho accennato sopra, l’uomo dello spirito, nel senso che per rivestirsi di quei sentimenti: tenerezza, bontà, umiltà, mansuetudine, magnanimità, sopportando e perdonando bisogna aver fatto il cammino di fede, bisogna scendere nella propria realtà di peccato, vivere le tre tentazioni, perderle con la nostra carne ma vincerle con lo spirito di cristo, sentire su di noi la vertigine da innalzamento e amare nella dimensione della croce e vedere così scendere davanti ai nostri occhi la città santa e mettere i piedi nella Gerusalemme celeste, solo dopo aver fatto questa esperienza concreta ci si può rivestire dello spirito di cristo e compiere quei sentimenti bellissimi che sono i sentimenti di dio, ma sforzarci per compiere quei sentimenti è faticoso e pesante, ci si può provare per un periodo ma dopo un pò salirà la sopportazione fino ad esplodere in rabbia e violenza, lo ripeto da soli non possiamo amare in quella dimensione.
In tutto questo cammino, come viene ricordato, la cosa più importante è la parola di dio in tutta la sua pienezza ma viene ricordato qualsiasi cosa facciate in parole ed opere tutto deve avvenire nel nome di Gesù e non nel nome nostro, questo è un passo importante perché il nome nostro, la vana gloria, il sentirsi bravi e santi è un grosso ostacolo alla nostra conversione, allora oggi in virtù di questa parola penso che sia arrivato il momento di consegnarla, tempo fa dissi di procurarsi una bibbia, di prenderla a casa o di comprarla, chi l’ha fatto e segue queste preparazioni può cominciare ad aprirla alla luce della natività che in tutta la sua forza oggi viene ad illuminare le tenebre della nostra vita, che viene a fare luce sulla strade sbagliate dove camminavamo, si tratterà solo di leggere durante la settimana le 3 letture della domenica successiva e fare delle riflessioni, un po quello che faccio io e che continuerò a fare , ma voglio che ognuno le faccia anche per se, il lunedì metterò le letture con il riferimento e qualche indicazione, così in qualche modo se qualcuno si è attaccato a queste catechesi avrà l’opportunità di staccarsi e attaccarsi al vero maestro che è Cristo Gesù risorto.

Il vangelo secondo Matteo presenta i momenti in cui Giuseppe, dopo essere stato avvertito in sogno da un angelo, è costretto ad alzarsi in fretta e in furia e a scappare insieme a Maria e al bambino perché prima Erode cercherà il bambino per ucciderlo e poi in un secondo momento Giuseppe eviterà anche il figlio di Erode, Archelao per paura che potesse anche lui avercela in qualche modo con Gesù.
In tutti questi momenti c’è sempre un angelo del signore che rivolge a Giuseppe una parola: alzati, nella nostra vita ci si alza o quando si dorme o quando si riposa o quando si sta comodamente e tranquillamente seduti: è questo l’inganno più grande della nostra vita pensare alla felicità come il punto da raggiungere avendo tre soli obiettivi primari: la stabilità, la comodità, la tranquillità, ossia è l’inganno che ci ha proposto il demonio e che noi abbiamo accettato, allora per prima cosa un lavoro tranquillo e stabile, anche se oggi forse diventa un’utopia, poi una bella famiglia serena con una moglie buona e comprensiva che non crei problemi di coppia, poi dei sani momenti di relax in cui coltivare le nostre passioni e hobby e fare qualche bella sana vacanza, che nessuno ci crei problemi perché dobbiamo stare in pace e tranquilli, anzi se c’è un problema va risolto subito perché non possiamo neanche vederlo, ma in tutta questa situazione non c’è spazio per il figlio dello spirito che subito in noi uccidiamo, allora la chiesa oggi ci viene a dire di alzarci, di alzarci dalla nostra umanità, dal nostro senso di pensare la felicità, perchè la felicità che ci vuol dare il signore è quella vera quella che non delude, perché se ti fai un quadretto di felicità fatta di comodità di tranquillità e di stabilità poi in realtà non sarai mai felice perché quella situazione non ti darà mai la pienezza a cui sei chiamato e al fondo ti sentirai sempre vuoto, sempre che ti manca qualcosa, e quando qualcuno o qualcosa o un fatto scrollerà il tuo castello, che con cura ti sei costruito allora ti sembrerà tutto assurdo e non basta poi tanto, guarda basta che tua moglie o tuo marito ti lascia, o che ti licenziano a lavoro o che ti prende un brutto male o che ti muore un parente stretto, o un figlio che si droga e anzi subirai sempre la catechesi del demonio che ti dirà: visto che dio non esiste? o se esiste non ti ama e l’inganno proseguirà, allora oggi la chiesa ci dice di partire per nuove terre, per nuove situazioni verso una nuovo senso della felicità, di lasciare la felicità carnale che umanamente avevamo seguito e guardare alla pienezza dello spirito che invece la chiesa ci vuole donare e che comincia ad intravedersi con la nascita di Gesù salvatore proprio perché ci viene a salvare dalle nostre situazioni assurde in cui ci mettiamo, che non sono badate bene che facciamo qualcosa di male o rispondiamo male a qualcuno ma la situazione assurda è che con il nostro senso di felicità giornalmente uccidiamo questo bambino a cui non diamo mai la possibilità di vivere in noi.
benefabio62
00lunedì 27 dicembre 2010 19:28
ho dato uno sguardo alle letture della domenica, sinceramente le trovo lunghe e difficili per iniziare a consigliarne la lettura e le riflessioni, quindi aspetto quelle meno complicate e inizialmente metterò solo quelle che reputo adatte.
benefabio62
00sabato 1 gennaio 2011 17:56
preparazone per il 02/01/11 Il verbo vuole farsi carne

La prima lettura è tratta dal libro del siracide è descrive la sapienza ma non la sapienza che pensiamo noi, cioè il sapere tutte le cose terrene ma la sapienza vera, quella che solo dio può mandare che è riferita alla storia della salvezza degli uomini, non che il sapere umano non sia importante ma rapportato alla sapienza che dio manda al mondo attraverso il suo figlio svanisce, sfiorisce, appare insignificante, ma dove possiamo vedere questa sapienza? Questa sapienza segue l’ordine del creatore che è quello di affondare le radici tra gli eletti del signore e di abitare nella Gerusalemme che è la città di cui tante volte abbiamo parlato, quindi per avere questa sapienza bisogna passare prima per un’elezione , elezione che dio deve fare con noi e poi entrare in questa città santa , solo allora avremmo chiaro il percorso per ritornare al padre e solo allora potremmo avere la vera sapienza.

Nella seconda lettura che è del primo capitolo della lettera di san Paolo apostolo agli efenisi mi sembra importante sottolineare che è vero che dio ci ha scelti prima della creazione per essere santi e immacolati ma è anche vero che san Paolo in questo brano sottolinea che continuamente ricorda gli Efesini nelle sue preghiere affinché dio mandi uno spirito di sapienza, quindi se noi in qualche modo riceviamo questo spirito di sapienza è perché la chiesa continuamente ha pregato per noi e se noi vediamo qualche situazione che non va non dobbiamo sempre cercare di intervenire per correggere, sbagliando, ma quello che al limite dobbiamo fare è pregare continuamente per quella persona o quella situazione affinché sia dio a mandare lo spirito di sapienza a illuminare quel fatto o quella realtà a quella persona, perché spesso si pensa che bisogna agire che bisogna correggere ma il cristianesimo non è questo, il cristianesimo è credere allo spirito santo che tutto risolve, ma bisogna pregare perché il signore se non preghiamo non interviene perché rispetta sempre l’uomo e la preghiera in questo senso serve anche a misurare la nostra fede.

Il vangelo di Giovanni descrive tre momenti importanti della storia della salvezza dell’uomo, inizialmente descrive dio e dice che il verbo era presso di dio e il verbo era dio, ma poi venne un uomo Giovanni il battista che venne come testimone per dare testimonianza alla luce vera che veniva nel mondo, poi venne la luce vera, Gesù, ma il mondo non lo ha riconosciuto e non o ha accolto , però a chi lo ha accolto ha dato potere di diventare figli di dio, e allora il cerchio si chiude, perché il verbo non stava più solo da dio ma è venuto ad abitare in mezzo a noi, è questa la sapienza di dio, il verbo che vuole venire ad abitare in ognuno di noi, ma c’è sempre un grosso scoglio da superare e questo scoglio ce lo fa presente oggi la chiesa, che facciamo noi siamo tra quelli che non riconosciamo e non accogliamo il signore o siamo tra quelli che invece lo accolgono? Che significa che se per caso andiamo in chiesa per sentirci bravi e migliori di qualcun altro o pensiamo che l’andare in chiesa ci deve proteggere da qualche male o da qualche disgrazia o pensiamo di andare in chiesa e trovare compagnia alla nostra solitudine o andiamo a messa solo per chiedere miracoli allora certo non andiamo per riconoscere ed accogliere il signore, perché ogni volta che andiamo in chiesa e ascoltiamo la parola poi questa parola non vuole disperdersi nell’aria e svanire ma vuole vivere vuole incarnarsi nella vita degli uomini, vuole farsi carne, il verbo vuole farsi carne, quindi oggi l’invito della chiesa è quello di guardare all’essenza del cristianesimo, tutti i motivi sono buoni per andare a messa ma quando poi si va a messa l’unico motivo importante è quello di dare la possibilità allo spirito di farsi carne, di permettere che si incarni nella vita di chi lo riceve e chiudere quindi il cerchio per portare il verbo fra gli uomini che non è uno spirito di correzione ma è uno spirito di amore che tutto accoglie e tutto perdona, lasciando sempre a dio la possibilità di illuminare la vita degli uomini.

Allora l’altro lunedì non ho messo le letture perché quando le leggo per la prima volta mi prende sempre un colpo quanto le trovo difficili, quindi cambio sistema, alla fine di ogni catechesi metterò le letture della domenica successiva e chi ne ha voglia potrà cominciare a leggerle dalla domenica sera, ogni volta metterò un’indicazione per aiutarvi in questo lavoro, la prima indicazione che do è di leggere le letture un pò prima e un pò dopo per avere bene il quadro di quello che state leggendo, quindi spingetevi indietro o in avanti quanto lo ritenete necessario, considero questa parentesi non necessaria alle catechesi vere e proprie ma solo un’aggiunta per chi ne sente il bisogno, ecco le letture per domenica 09/01/11.

PRIMA LETTURA Dal libro del profeta Isaìa 42, 1-4.6-7
SECONDA LETTURA Dagli Atti degli Apostoli 10, 34-38
VANGELO Dal Vangelo secondo Matteo 3, 13-17
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