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La causa primaria del Cancro

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    wheaton80
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    00 01/11/2012 23:23
    Warburg, il Premio Nobel dimenticato (per ovvii motivi)




    Pochissime persone in tutto il mondo lo sanno, perché questo fatto è nascosto dall’industria farmaceutica e alimentare. Nel 1931 lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg ha ricevuto il Premio Nobel per la scoperta sulla causa primaria di cancro. Proprio così. Ha trovato la causa primaria del cancro e ha vinto il Premio Nobel. Otto ha scoperto che il cancro è il risultato di un potere anti-fisiologico e di uno stile di vita anti-fisiologico. Perché? Poiché sia con uno stile anti-fisiologico nutrizionale (dieta basata su cibi acidificanti) e l’inattività fisica, il corpo crea un ambiente acido. (Nel caso di inattività, per una cattiva ossigenazione delle cellule.)

    L’acidosi cellulare causa l’espulsione dell’ossigeno. La mancanza di ossigeno nelle cellule crea un ambiente acido. Egli ha detto: “La mancanza di ossigeno e l’acidità sono due facce della stessa medaglia:. Se una persona ha uno, ha anche l’altro”. Cioè, se una persona ha eccesso di acidità, quindi automaticamente avrà mancanza di ossigeno nel suo sistema. Se manca l’ossigeno, avrete acidità nel vostro corpo. Egli ha anche detto:“Le sostanze acide respingono ossigeno, a differenza delle alcaline che attirano ossigeno.” Cioè, un ambiente acido è un ambiente senza ossigeno.

    Egli ha dichiarato:“privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore e’ possibile convertirla in un cancro”. “Tutte le cellule normali, hanno il bisogno assoluto di ossigeno, ma le cellule tumorali possono vivere senza ossigeno”. (Una regola senza eccezioni.) “I tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini.” Nella sua opera “Il metabolismo dei tumori,” Otto ha mostrato che tutte le forme di cancro sono caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidosi del sangue (acido) e ipossia (mancanza di ossigeno). Ha scoperto che le cellule tumorali sono anaerobiche (non respirano ossigeno) e non possono sopravvivere in presenza di alti livelli di ossigeno. Le cellule tumorali possono sopravvivere soltanto con glucosio e in un ambiente privo di ossigeno. Pertanto, il cancro non è altro che un meccanismo di difesa che ha alcune cellule del corpo per sopravvivere in un ambiente acido e privo di ossigeno.

    In sintesi
    Le cellule sane vivono in un ambiente ossigenato e alcalino che consente il normale funzionamento. Le cellule tumorali vivono in un ambiente acido e carente di ossigeno.



    Importante
    Una volta terminato il processo digestivo, gli alimenti, a secondo della qualità di proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali, forniscono e generano una condizione di acidità o alcalinità
    nel corpo. in altre parole ….. dipende unicamente da ciò che si mangia. Il risultato acidificante o alcalinizzante viene misurato con una scala chiamata PH, i cui valori vanno da 0 a 14, al valore 7 corrisponde un pH neutro.” E ‘importante sapere come gli alimenti acidi e alcalini influiscono sulla salute, poiché le cellule..per funzionare correttamente dovrebbe essere di un ph leggermente alcalino(poco di sopra al 7). In una persona sana, il pH del sangue è compreso tra 7.4 e 7.45. Se il pH del sangue di una persona inferiore 7, va in coma. Gli alimenti che acidificano il corpo:

    * Lo zucchero raffinato e tutti i suoi sottoprodotti. (E’ il peggiore di tutti: non ha proteine, senza grassi, senza vitamine o minerali, solo carboidrati raffinati che schiacciano il pancreas)
    Il suo pH è di 2,1 (molto acido)
    * Carne. (Tutte)
    * Prodotti di origine animale (latte e formaggio, ricotta, yogurt, ecc)
    * Il sale raffinato.
    * Farina raffinata e tutti i suoi derivati. (Pasta, torte, biscotti, ecc)
    * Pane. (La maggior parte contengono grassi saturi, margarina, sale, zucchero e conservanti)
    * Margarina.
    * Antibiotici * e medicine in generale.
    * Caffeina. (Caffè, tè nero, cioccolato)
    * Alcool.
    * Tabacco. (Sigarette)
    Antibiotici * e medicina in generale.
    * Qualsiasi cibo cotto. (la cottura elimina l’ossigeno aumentando l’acidita’ dei cibi”)
    * Tutti gli alimenti trasformati, in scatola, contenenti conservanti, coloranti, aromi, stabilizzanti, ecc.

    Il sangue si ‘autoregola’ costantemente” per non cadere in acidosi metabolica garantire il buon funzionamento e ottimizzare il metabolismo cellulare. Il corpo deve ottenere delle basi minerali alimentari per neutralizzare l’acidità del sangue nel metabolismo, ma tutti gli alimenti già citati(Per lo più raffinati) acidificano il sangue e ammorbidiscono il corpo. Dobbiamo tener conto che CON il moderno stile di vita, questi cibi vengono consumati almeno 3 volte al giorno”, 365 giorni l’anno e tutti questi alimenti sono anti-fisiologici.

    Gli alimenti alcalinizzanti

    * Tutte le verdure crude. (Alcune sono acide al gusto, ma all’interno del corpo avviene una reazione è alcalinizzante.”. Altre sono un po acide, tuttavia, forniscono le basi necessarie per il corretto equilibrio). Verdure crude producono ossigeno, quelle cotte no.

    * I Frutti, stessa cosa. Ad esempio, il limone ha un pH di circa 2,2, tuttavia, all’interno del corpo ha un effetto altamente alcalino. (Probabilmente il più potente di tutti)
    (non fatevi ingannare dal sapore acidulo)

    * I frutti producono abbastanza ossigeno.

    * Alcuni semi, come le mandorle sono fortemente alcalini.

    * I cereali integrali: l’unico cereale alcalinizzante è il miglio. Tutti gli altri sono leggermente acidi, tuttavia, siccome la dieta ideale ha bisogno di una percentuale di acidità, è bene consumarne qualcuno. Tutti i cereali devono essere consumati cotti. Il miele è altamente alcalinizzante.

    * La clorofilla la pianta è fortemente alcalina.
    (Da qualsiasi pianta) (in particolare aloe vera, aloe noto anche come)

    * L’acqua è importante per la produzione di ossigeno. “La disidratazione cronica è la tensione principale del corpo e la radice della maggior parte tutte le malattie degenerative.” Lo afferma il Dott. Feydoon Batmanghelidj.

    * L’esercizio ossigena tutto il corpo.
    “Uno stile di vita sedentario usura il corpo.” L’ideale è avere una alimentazione di circa il 60% alcalina piuttosto che acida, e, naturalmente, evitare i prodotti maggiormente acidi, come le bibite, lo zucchero raffinato e gli edulcoranti. Non abusare del sale o evitarlo il più possibile. Per coloro che sono malati, l’ideale è che l’alimentazione sia di circa 80% alcalina, eliminando tutti i prodotti più nocivi. Se si ha il cancro il consiglio è quello di alcalinizzare il piu’ possibile.”

    Inutile dire altro, non è vero? Dr. George W. Crile, di Cleveland, uno dei chirurghi più rispettati al mondo, dichiara apertamente:“Tutte le morti chiamate naturali non sono altro che il punto terminale di un saturazione di acidità nel corpo.” Come precedentemente accennato, è del tutto impossibile per il cancro di comparire in una persona che libera il corpo dagli acidi con una dieta alcalina, che aumenta il consumo di acqua pura e che eviti i cibi che producono acido. In generale, il cancro non si contrae e nemmeno si eredita. Ciò che si eredita sono le abitudini alimentari, ambientali e lo stile di vita. Questo può produrre il cancro. Mencken ha scritto:“La lotta della vita è contro la ritenzione di acido”. “Invecchiamento, mancanza di energia, stress, mal di testa, malattie cardiache, allergie, eczema, orticaria, asma, calcoli renali, arteriosclerosi, tra gli altri, non sono altro che l’accumulo di acidi”. Dr. Theodore A. Baroody ha detto nel suo libro “Alcalinizzare o morire” (alcaline o Die). In realtà, non importa i nomi delle innumerevoli malattie Ciò che conta è che essi provengono tutti dalla stessa causa principale:. Molte scorie acide nel corpo” Dr. Robert O. Young ha detto:“L’eccesso di acidificazione nell’organismo è la causa di tutte le malattie degenerative. Se succede una perturbazione dell’equilibrio e un corpo inizia a produrre e immagazzinare più acidità e rifiuti tossici di quelli che è in grado di eliminare allora le malattie si manifestano.”

    E la chemioterapia? La chemioterapia acidifica il corpo a tal punto che ricorre alle riserve alcaline del corpo immediatamente per neutralizzare l’acidità tale, sacrificando basi minerali (calcio, magnesio e potassio) depositati nelle ossa, denti, articolazioni, unghie e capelli. Per questo motivo osserviamo tali alterazioni nelle persone che ricevono questo trattamento e tra le altre cose la caduta dei capelli. Per il corpo non vuol dire nulla va senza capelli, ma un pH acido significherebbe la morte. Niente di tutto questo è descritto o raccontato perché, per tutte le indicazioni, l’industria del cancro (leggi: industria farmaceutica) e la chemioterapia sono alcune delle attività più remunerative che esistano..Si parla di un giro multi-milionario e i proprietari di queste industrie non vogliono che questo sia pubblicato.

    Tutto indica che l’industria farmaceutica e l’industria alimentare sono un’unica entità e che ci sia una cospirazione in cui si aiuta l’altro al profitto. Più le persone sono malate, più sale il profitto dell’industria farmaceutica. E per avere molte persone malate serve molto cibo spazzatura tanto quanto l’industria alimentare produce. E per avere molte persone malate serve molto cibo spazzatura, tanto quanto ne produce l’industria alimentare. Quanti di noi hanno sentito la notizia di qualcuno che ha il cancro e qualcuno dire: “… Può capitare a chiunque ……”. No, non poteva!

    “Che il cibo sia la tua medicina, la medicina sia il tuo cibo”.
    Ippocrate (il padre della medicina )

    pmbeautyline.wordpress.com/2012/10/21/la-causa-primaria-del...
    [Modificato da wheaton80 01/11/2012 23:24]
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    wheaton80
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    00 20/11/2012 00:07
    Whoops! la Chemioterapia peggiora il Cancro

    Uno studio rivela accidentalmente che la Chemioterapia peggiora sensibilmente il Cancro

    16 novembre 2012

    Un team di studiosi alla ricerca del perché le cellule tumorali sono così resistenti, accidentalmente è inciampato su una scoperta molto più importante. Mentre conducevano la loro ricerca, il team ha scoperto che la chemioterapia in realtà danneggia fortemente le cellule sane e, successivamente, fa scattare in loro il rilascio di una proteina che sostiene e dà combustibile alla crescita tumorale.
    Oltre a ciò, rende il tumore altamente resistente al trattamento futuro .

    Segnalando i loro risultati sulla prestigiosa rivista Nature Medicine, gli scienziati riferiscono che i risultati sono stati ‘del tutto inaspettati’. Avendo trovato evidenza di danno significativo al DNA in sede di esame degli effetti della chemioterapia sui tessuti provenienti da uomini con cancro alla prostata, gli scritti sono uno grande schiaffo in faccia alle organizzazioni tradizionali di medici che stanno spingendo la chemioterapia come l’unica opzione per i malati di cancro da anni. La notizia arriva dopo che è stato già eliminato dal-simile rottura di ricerca che farmaci contro il cancro costosi non solo non riescono a trattare i tumori, ma in realtà li rendono di gran lunga peggiore. I farmaci contro il cancro sono risultati favorire la ‘metastasi’ dei tumori e la loro crescita in maniera massiccia in dimensioni dopo il consumo. Come risultato, i farmaci uccidono i pazienti più rapidamente.

    Conosciuta come WNT16B, gli scienziati che hanno effettuato le ricerche dicono che questa proteina creata dal trattamento chemio aumenta la sopravvivenza delle cellule del cancro ed è la ragione per cui la chemioterapia conclude effettivamente la vita in modo più rapido. Il co-autore Peter Nelson, membro del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, spiega:“La WNT16B, se prodotta, può interagire con le cellule tumorali vicine e farle crescere, invadere, e, soprattutto, resistere alla terapia successiva.”

    Il team ha poi concluso l’istruzione con queste parole:“I nostri risultati indicano che le risposte determinate nelle cellule benigne … possono contribuire direttamente alla cinetica di una maggiore crescita del tumore.”

    Nel frattempo, sostanze naturali depennate dai trattamenti come curcuma e zenzero, che sono sempre stati trovate ridurre efficacemente i tumori e combattere la diffusione del cancro. In una revisione di 11 studi, è emerso per esempio che l’uso di curcuma riduce le dimensioni del tumore cervello di uno scioccante 81%. Ulteriori ricerche hanno anche dimostrato che la curcuma è in grado di arrestare la crescita delle cellule del cancro del tutto. Una donna ha recentemente colpito i titoli principali, rivelando la sua vittoria contro il cancro utilizzato principalmente la curcuma.
    Questa scoperta accidentale cui sono arrivati gli scienziati mostra inoltre la mancanza di vera scienza dietro a molti trattamenti ‘vecchio paradigma’, nonostante quello che i funzionari della sanità molti vorrebbero far credere. La verità della questione è che le alternative naturali non ricevono finanziamenti quanto farmaci e interventi medici, perché semplicemente non c’è alcun spazio per scopo di lucro. Se tutti usassero la curcuma e vitamina D per il cancro (e meglio ancora la prevenzione del cancro), le aziende farmaceutiche più importanti verrebbero a mancare.

    Fonti aggiuntive:
    www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21775121
    www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19138983

    Questo articolo è originariamente apparso in NaturalSociety.com

    www.iconicon.it/blog/2012/11/whoops-la-chemioterapia-peggiora-il...
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    00 03/12/2012 23:38
    Studio shock: le mammografie sono una bufala medica

    DI MIKE ADAMS
    naturalnews.com
    27.11.2012

    Oltre un milione di donne americane danneggiate da “trattamenti” non necessari per tumori che non hanno mai avuto. La mammografia è una crudele bufala medica. Come ho descritto qui su Natural News più di una volta, lo scopo principale della mammografia non è “salvare” donne dal cancro, ma reclutarle come falsi positivi per spaventarle e portarle a sottoporsi a trattamenti costosi e tossici come la chemioterapia, le radiazioni e la chirurgia. Il “piccolo sporco segreto” dell’industria del cancro è che proprio gli stessi oncologi che terrorizzano le donne con la falsa credenza di avere un cancro sono quelli che realizzano enormi profitti vendendo loro i chemioterapici. Il conflitto di interessi e l’abbandono dell’etica nell’industria del cancro lascia senza fiato. Ora, un nuovo studio scientifico ha confermato esattamente quello da cui ho messo in guardia i lettori per anni: la maggior parte delle donne con “diagnosi” di cancro tramite mammografia non hanno mai avuto il cancro, ed è solo l’inizio.

    Il 93% delle “diagnosi precoci” non ha alcun beneficio per il paziente
    Questa è la conclusione del pionieristico studio pubblicato sul New England Journal of Medicine. (1) “Abbiamo riscontrato che l’introduzione dello screening ha portato 1,5 milioni di donne alla diagnosi di cancro alla mammella in fase iniziale” scrive il co-autore dello studio Dr. Gilbert Welch. Ora, a prima vista questa potrebbe sembrare una buona notizia. Potreste pensare “Beh, la diagnosi precoce salva delle vite, proprio come ci hanno detto Komen e le associazioni no-profit riguardo il cancro”. Ma sbagliereste. Come scoperto dal team del Dr. Welch, virtualmente non vi è stata riduzione degli stadi terminali del cancro alla mammella a partire da tutte queste diagnosi precoci, e questo significa che alla maggior parte delle donne a cui è stato detto di avere il cancro alla mammella dopo una mammografia è stato mentito. Così continua il dottore:“Abbiamo scoperto che ci sono state solo 0,1 milioni di donne in meno con una diagnosi di cancro alla mammella in fase terminale. La discrepanza significa che c’è stata molta diagnosi inutile ed esagerata: a più di un milione di donne è stato detto di avere un cancro in fase iniziale –molte delle quali hanno subito chirurgia, chemioterapia o radiazioni per un cancro che non le avrebbe mai fatte stare male. Anche se è impossibile sapere chi siano queste donne, il danno è evidente e serio”. Si, lo è. Infatti, se fate il calcolo, 0,1 milioni di donne in meno con un cancro in fase terminale rispetto ad 1,5 milioni di diagnosi precoci significa che si ha avuto un falso positivo nel 93% dei casi; questo significa che non si sarebbe in ogni caso arrivati alla fase di cancro terminale.

    Chemioterapia, radiazioni e chirurgia oncologica sono in gran parte bufale
    Secondo quanto detto dagli scienziati, “il cancro alla mammella è stato over-diagnosticato (cioè sono stati trovati tumori in fase di screening ma questi non avrebbero mai portato a sintomi clinici) in almeno 1,3 milioni di donne americane negli ultimi 30 anni.” Gli oncologi di queste donne hanno mentito: “se non acconsentite al trattamento, morirete entro sei mesi” (o due anni, o qualsiasi tipo di scansione fraudolenta essi usino). Sotto la minaccia di questa paura, la maggior parte delle donne si piegava e acconsentiva a iniziare il trattamento – spesso nello stesso giorno della falsa diagnosi. Questo cosiddetto trattamento consiste in una iniezione di sostanze chimiche mortali che fanno la fortuna degli oncologi che le vendono ai loro stessi pazienti. Si, è così: le cliniche oncologiche e i centri di trattamento del cancro fanno profitti enormi sui chemioterapici che vendono ai loro pazienti – gli stessi pazienti che spaventano e dirigono verso il trattamento con mammografie falsamente positive. Ignorando il quasi totale fallimento della mammografia da un punto di vista scientifico, la propaganda continua a spingere verso questa tecnica in maniera assordante. Come il Dr. Welch spiega in questo articolo del New York Times (2):“Nessun altro test clinico è stato tanto pubblicizzato come la mammografia – gli sforzi sono andati oltre la persuasione e sono arrivati alla coercizione. E chi la proponeva ha usato le più fuorvianti statistiche di screening a disposizione: i tassi di sopravvivenza. Una recente campagna Komen esemplifica questo aspetto: in breve, dite a chiunque che ha il cancro, e i tassi di sopravvivenza aumenteranno a dismisura.” Komen for the cure, ovviamente, è stata scoperta a mentire sui presunti “benefici” della mammografia (3). Il loro trucco statistico frega la maggior parte delle donne, tristemente, e le convince a subire chemioterapie tossiche per un cancro alla mammella che non hanno mai avuto.

    Lo starnazzare dell’oncologia moderna
    Quando le donne iniziano una chemioterapia per un cancro che non hanno iniziano anche a sperimentare quello che gli oncologi chiamano “sintomi del cancro”. I capelli cadono. L’appetito scompare. I muscoli si atrofizzano. Diventano deboli, confuse e cronicamente stanche. Il dottore del cancro dice poi loro “devi essere forte per sopportare tutto questo mentre le medicine fanno effetto”
    Pure chiacchiere! Potreste fare meglio invocando il voodoo o semplicemente sperando di guarire. Perché tutto quel che gira attorno all’esperienza del cancro nella medicina moderna –la diagnosi, il trattamento, le autorità sanitarie– è maliziosamente fabbricato per generare un profitto all’industria del cancro.

    “Migliori” tecnologie portano a più falsi positivi
    Non c’è miglior esempio delle chiacchiere della medicina moderna che quello dell’industria del cancro. Armato con le ancora-più-precise macchine per la mammografia, il tasso di falsi positivi ha sfondato il soffitto. Come il Dr. Welch scrive sul New York Times (4): “Sei anni fa, un follow up a lungo termine di un trial randomizzato mostrò come un quarto dei tumori riscontrati con lo screening fosse un caso di over-diagnosi. Questo studio rifletteva le potenzialità dei macchinari degli anni 80. I nuovi macchinari digitali riscontrano molte più anormalità e le stime dell’over-diagnosi sono salite compatibilmente: ora siamo probabilmentee tra un terzo e metà dei tumori diagnosticati con questa metodica.” Capito la storia? Molte delle diagnosi di cancro da mammografia sono false. Ma sono un’ottima tecnica di terrorismo per trovare donne-adepte a quello che può solo che esser chiamato “culto del cancro” dove vengono manipolate fino ad auto avvelenarsi con le medicine. Verranno più tardi chiamate “sopravvissute al cancro”, se il veleno non riuscirà ad ucciderle. Queste sopravvissute al cancro, ovviamente, sono vittime di un malizioso culto medico che io chiamo “culto di Komen”. In quasi tutti i casi non è stato il cancro ad ucciderle, ma il trattamento!

    Il culto di Komen
    Le persone di oggi storcono il naso al suicidio di massa del 1978 del culto di Jim Jones pensando “come è possibile che i membri siano stati tanto stupidi da avvelenarsi a morte da soli?”
    Guardatevi attorno gente, perché l’industria del cancro ha preso la stessa formula di quel culto e l’ha moltiplicata per un milione. Il “culto di Komen” è una versione moderna del culto suicida di Jim Jones. Si tratta di un culto dove le persone “credono” nella promessa di salvezza di un indottrinamento chimico ma che in realtà si vedono dare morte, dolore, sofferenza e umiliazione. (Molti chirurghi oncologici hanno letteralmente amputato mammelle a seguito di diagnosi falsamente positive, sfigurando quelle donne per il resto della vita) Una delle caratteristiche chiave di questo culto è l’adorazione dell’auto-mutilazione. Non si tratta solo di donne che vengono manipolate fino a farsi amputare le mammelle dai chirurghi; si tratta anche di donne manipolate fino a farsi iniettare veleni mortali che distruggono i loro reni, i loro fegati e i loro cervelli. L’effetto collaterale numero 1 della chemioterapia, peraltro, è il cancro. Come ogni culto, quello dell’industria del cancro spinge su una propaganda carica di contenuto emotivo e su simboli potenti (i fiocchi rosa). Milioni di donne vengono innocentemente intrappolate in manifestazioni e raccolte fondi, apparentemente senza indizio del fatto che la maggior parte dei soldi per le “cure” finisce col pagare altre mammografie e quindi altre false diagnosi che costringeranno ancora più donne a cadere nel racket. Così, le stesse donne che partecipano alle raccolte fondi in questi eventi promossi dal culto dei fiocchi rosa, stanno partecipando a pagare le macchine per le mammografie che recluteranno altre donne nello stesso culto tramite diagnosi inutili seguite da “campagne di paura e terrore” portate avanti dagli oncologi. Quel che oggi l’industria del cancro sta facendo è, senza mezze misure, un crimine contro le donne. Si tratta anche di una forma di mutilazione culturale nei confronti delle donne, più o meno come abbiamo visto con gli Aztechi, i Maya e varie culture africane durante il corso della storia. Il culto di Komen è un’operazione criminale? Quasi certamente. Su base scientifica? Neanche per sogno. Non esiste nulla di scientifico nella moderna industria del cancro se non la scientifica manipolazione delle paure e delle emozioni femminili.

    Quel che manca a Komen e all’industria in campo etico, scientifico o dei fatti viene ampiamente bilanciato dalle tattiche di influenzamento linguistico, di coercizione e di delibera menzogna sui benefici della mammografia. L’industria del cancro non è un business della cura del cancro, in fin dei conti; di fatto è il business della propaganda del culto del cancro. Come spiega il Dr.Welch:“I sostenitori dello screening incoraggiano il pubblico a credere in due cose false e conosciute come tali. Primo, che ogni donna che ha avuto il cancro diagnosticato con una mammografia ha avuto la sua vita salvata (pensate a quelle T-shirt con scritto “La mammografia salva le vite. Io ne sono la prova”). La verità è che queste “sopravvissute” sono molto più probabilmente vittime di over-diagnosi. Così, tutte quelle donne che marciano indossando le T-Shirt rosa che dicono “la mammografia salva la vita” stanno in realtà dichiarandosi come vittime incoscienti di una campagna scientifica mirata alle donne e tesa a spaventarle e portarle verso trattamenti che non necessitano e che le mutileranno con farmaci tossici o bisturi chirurgici. Se quelle magliette dicessero la verità, dovrebbero dire “Sono sopravvissuta all’industria del cancro”. La grande domanda in tutto questo, ovviamente, è: per quanto tempo la cultura occidentale continuerà a vivere sotto l’influenza del culto di Komen? Quanti altri milioni di donne dovranno sacrificarsi sotto le chiacchiere della mammografia e la truffa dell’oncologia moderna? Ma soprattutto, perché le famiglie consentono alle loro madri, figlie, zie e nonne di essere avvelenate e mutilate proprio davanti ai loro occhi standosene sedute ascoltando le finte autorità mediche che di fatto praticano nulla più che chiacchiere?

    L’oncologia moderna è il medioevo della medicina occidentale
    Verrà il giorno, come ho predetto più volte, in cui la moderna pratica della chemioterapia verrà relegata nei libri di storia come malasanità insieme al respirare vapori di mercurio o al rimuovere chirurgicamente organi del corpo per curare malattie psichiatriche. Fino a quel giorno, un numero incalcolabile di donne innocenti verrà ingannato e portato alla mutilazione, all’intossicazione chimica e alle radiazioni da dottori malvagi che francamente non si interessano minimamente di quante donne mutilano o uccidono fintanto che questo viene loro rimborsato. Questa è la verità sull’industria del cancro che non sentirete da Komen (ne da qualsiasi altro adepto del culto del fiocco rosa).

    La conclusione dagli autori dello studio
    Nonostante il sostanziale incremento delle diagnosi di cancro alla mammella in fase iniziale, lo screening mammografico ha solo marginalmente ridotto il numero di donne che si presentano con un cancro avanzato. Anche se non è chiaro quali fossero le donne realmente affette, questo squilibrio suggerisce una sostanziale over-diagnosi in circa un terzo delle nuove diagnosi e che lo screening ha, nella migliore delle ipotesi, solo un minimo effetto sui tassi di morte da carcinoma alla mammella.

    Mike Adams
    Fonte: www.naturalnews.com
    Link: www.naturalnews.com/038099_mammograms_false_positives_overdiagno...
    Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SEBASTIANO SENO
    [Modificato da wheaton80 03/12/2012 23:41]
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    00 28/08/2013 00:04
    OMS: “La chemioterapia è un agente cancerogeno”

    Non è da poco che l’OMS ha classificato la chemioterapia come agente cancerogeno, ma la notizia rimbalza nuovamente da quando il governo ci ha stupiti con la discutibile scelta di attribuire i costi di due farmaci anti-tumorali direttamente al paziente e non più alla sanità pubblica, per un costo di circa 3 mila euro a settimana. A questo punto i cittadini cominciano a chiedere maggiori risposte alla comunità scientifica che il più delle volte appare spaccata al suo interno e ricca di contraddizioni come quella relativa alle posizioni dell’OMS sull’uso dei farmaci chemioterapici.

    Il paradosso della nostra medicina è proprio quello di voler guarire sapendo di danneggiare. Qualsiasi terapia accreditata potrebbe apportare benefici e, allo stesso tempo, degli effetti collaterali. Tuttavia colpisce comunque pensare che, mentre milioni di donne decidono di curare il cancro alla mammella con chemioterapie, allo stesso tempo stanno inconsapevolmente assumendo sostanze classificate come “cancerogene”. Qualcuno potrebbe obiettare che lo stesso concetto è alla base delle vaccinazioni contro molti ceppi di virus. E’ vero, ma la differenza è che il cancro non è un virus e non andrebbe, in teoria, curato con una vaccinazione a base di sostanze che provocano il cancro. Un parallelismo sicuramente non scientificamente calzante, ma che rende l’idea di quello che da diversi decenni sta accadendo in campo oncologico.

    Il cancro è la seconda causa di morte nei paesi industrializzati. Innumerevoli sono i fattori che possono causare l’insorgenza di questa malattia: in primo luogo l’inquinamento e le diossine che entrano nel ciclo agro-alimentare, le polveri sottili inalate, l’elettromagnetismo, fattori genetici e moltissime altre cause. Qualsiasi sia la causa che ha cagionato l’insorgenza della malattia, la terapia è sempre a base di chemio. Ne esistono di diversi tipi a seconda del tumore. In moltissimi casi vengono somministrati mix di farmaci e, in alcune cliniche, prima della terapia vengono fatte flebo con lo scopo di diminuire l’acidità del sangue. La chemio quindi è la terapia più usata per combattere alcuni tipi di cancro, ma colpisce pensare che la stessa Organizzazione mondiale della Sanità e l’American Cancer Society la classificano come “agente cancerogeno”quantificando il suo reale beneficio in una media del 2,2%.

    E’ stato stimato infatti che in America la media era del 2,1% mentre in Australia del 2,3%. Non solo. Secondo gli studi e le statistiche la Radioterapia è ancora peggiore perchè causa il cancro e lo peggiora. Anzi, la radioterapia sarebbe conosciuta da medici e pazienti come una terapia che causa spesso alcune forme tumorali.
    Siamo di fronte quindi al più grande fallimento della medicina? Di fallimenti ce ne sono stati tanti durante gli ultimi decenni, in campo chemioterapico il primo e più noto fallimento dell’oncologia riguarda il farmaco DES usato per molti tipi di cancro e soprattutto per il cancro alla mammella. Questo farmaco dava effetti collaterali anche nel lungo termine ed era stato già indicato da alcuni oncologi come “farmaco pericoloso”. Correva l’anno 1938. Ma questo farmaco uscì fuori commercio solo nel 1970 lasciando il posto all’oggi discusso TAMOXIFEN. La rete pullula di materiale concernente la tossicità di questo farmaco che per altro presenta una struttura simile al DES e che oggi è ancora il farmaco più prescritto al mondo per il cancro.

    Su vogliovivere.org è scritto esplicitamente che:

    "Il ben conosciuto ricercatore Pierre Blais descrive il tamoxifen come “farmaco spazzatura che si poneva ai vertici del mucchio di immondizia”. Le tremende previsioni di Blais furono ignorate. Il tamoxifen venne dapprima approvato dalla FIDA (Autorità per i medicinali e gli alimenti degli USA, ndt) per essere usato come pillola per il controllo delle nascite, poi per la prevenzione del tumore al seno. Ben presto si rivelò invece come promotore di cancri particolarmente aggressivi all’utero ed al fegato, come causa di fatali coagulazioni di sangue ed ostacolo a numerose altre funzioni".

    Come approcciare quindi a queste posizioni? Come mai la scienza resta sempre un’opinione? La ricerca dovrebbe darci una spiegazione scientifica, cioè formulata con metodo scientifico che risponda quindi a domande universali e che sia caratterizzata da esperimenti ripetibili. Fin quando si troverà risposta a tutte queste domande sarà lecito parlare di eventuali benefici derivanti di terapie nuove e sperimentali spesso piuttosto discusse o ingiustamente temute. Soprattutto alla luce del fatto che, il nuovo decreto legge approvato dal Governo Letta addebita i costi delle cure antitumorali direttamente al paziente e non alla sanità pubblica. I consumatori e i pazienti quindi devono avere una risposta. Abbiamo posto queste domande a validi ricercatori. Presto vi informeremo delle risposte.

    Maria Melania Barone
    16 luglio 2013
    news.you-ng.it/2013/07/16/oms-la-chemioterapia-e-un-agente-canc...
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    00 05/10/2013 22:51
    Camminare previene il cancro. Basta un'ora al giorno per allontanare il tumore al seno
    Camminare per un'ora tutti i giorni riduce il rischio di cancro al seno in modo significativo. E' la scoperta frutto di una ricerca condotta dall'American Cancer Society e riportata sulla rivista Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention

    4 ottobre 2013

    Abitudine salvavita - Lo studio ha coinvolto 73.615 in menopausa tra 50 e 74 anni seguite per moltissimi anni. Ogni due anni le volontarie sono state sottoposte a check up e a questionari per raccogliere dati sui loro stili di vita. E' la prima volta che si riconduce una riduzione del rischio di cancro al seno specificamente all'attività del camminare. Il rischio di ammalarsi si riduce del 14% con sette ore di camminata ogni settimana e si può ridurre ulteriormente con attività più intense. Lo studio è importante non solo perché ribadisce l'evidenza che stili di vita adeguati possono cambiare il "destino" della salute di un individuo; ma anche perché indica come rimedio anticancro un tipo di attività fisica facilmente praticabile da chiunque.

    www.tgcom24.mediaset.it/salute/2013/notizia/camminare-previene-il-cancro_20012...
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    00 19/10/2013 01:54
    Le autopsie rivelano che i tumori…

    Luigi De Marchi, psicologo clinico e sociale, autore di numerosi saggi conosciuti a livello internazionale, parlando con un amico anatomo-patologo del Veneto sui dubbi dell’utilità delle diagnosi e delle terapie anti-tumorali, si sentì rispondere: «Sì, anch’io ho molti dubbi. Sapessi quante volte, nelle autopsie sui cadaveri di vecchi contadini delle nostre valli più sperdute ho trovato tumori regrediti e neutralizzati naturalmente dall’organismo: era tutta gente che era guarita da sola del suo tumore ed era poi morta per altre cause, del tutto indipendenti dalla patologia tumorale»[1]. «Se la tanto conclamata diffusione delle patologie cancerose negli ultimi decenni – si chiese Luigi De Marchi – in tutto l’Occidente avanzato fosse solo un’illusione ottica, prodotta dalla diffusione delle diagnosi precoci di tumori che un tempo passavano inosservati e regredivano naturalmente? E se il tanto conclamato incremento della mortalità da cancro fosse solo il risultato sia dell’angoscia di morte prodotta dalle diagnosi precoci e dal clima terrorizzante degli ospedali, sia della debilitazione e intossicazione del paziente prodotte dalle terapie invasive, traumatizzanti e tossiche della Medicina ufficiale.

    Insomma, se fosse il risultato del blocco che l’angoscia della diagnosi e i danni delle terapie impongono ai processi naturali di regressione e guarigione dei tumori?”.[2] Con quanto detto da Luigi De Marchi – confermato anche da autopsie eseguite in Svizzera su cadaveri di persone morte non per malattia – si arriva alla sconvolgente conclusione che moltissime persone hanno (o avevano) uno o più tumori, ma non sanno (o sapevano) di averli. In questa specifica indagine autoptica (autopsie) fatta in Svizzera, ed eseguita su migliaia di persone morte in incidenti stradali (quindi non per malattia), è risultato qualcosa di sconvolgente:

    - Il 38% delle donne (tra i 40 e 50 anni) presentavano un tumore (in situ) al seno;
    - Il 48% degli uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla prostata;
    - Il 100% delle donne e uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla tiroide.[3]

    Con tumore in situ s’intende un tumore chiuso, chiuso nella sua capsula, non invasivo che può rimanere in questo stadio per molto tempo e anche regredire. Nel corso della vita è infatti “normale“ sviluppare tumori, e non a caso la stessa Medicina sa bene che sono migliaia le cellule tumorali prodotte ogni giorno dall’organismo. Queste, poi, vengono distrutte e/o fagocitate dal Sistema Immunitario, se l’organismo funziona correttamente. Molti tumori regrediscono o rimangono incistati per lungo tempo quando la Vis Medicratix Naturae (la forza risanatrice che ogni essere vivente possiede) è libera di agire. Secondo la Medicina Omeopatica , la “Legge di Guarigione descrive il modo con cui tale forza vitale di ogni organismo reagisce alla malattia e ripristina la salute”.[4] Cosa succede alla Legge di Guarigione, al meccanismo vitale di autoguarigione, se dopo una diagnosi di cancro la vita viene letteralmente sconvolta dalla notizia del male? E cosa succede all’organismo (e al Sistema Immunitario) quando viene fortemente debilitato dai farmaci?

    Ulteriori dati poco conosciuti
    Poco nota al grande pubblico è la vasta ricerca condotta per 23 anni dal prof. Hardin B. Jones, fisiologo dell’Università della California, e presentata nel 1975 al Congresso di cancerologia presso l’Università di Berkeley. Oltre a denunciare l’uso di statistiche falsate, egli prova che i malati di tumore che NON si sottopongono alle tre terapie canoniche (chemio, radio e chirurgia) sopravvivono più a lungo o almeno quanto coloro che ricevono queste terapie. [5] Il prof. Jones dimostra che le donne malate di cancro alla mammella che hanno rifiutato le terapie convenzionali mostrano una sopravvivenza media di 12 anni e mezzo, quattro volte superiore a quella di 3 anni raggiunta da coloro che si sono invece sottoposte alle cure complete.[6] Un’altra ricerca pubblicata su The Lancet del 13/12/1975 (che riguarda 188 pazienti affetti da carcinoma inoperabile ai bronchi), dimostra che la vita media di quelli trattati con chemioterapia è stata di 75 giorni, mentre quelli che non ricevettero alcun trattamento ebbero una sopravvivenza media di 120 giorni.[7]

    Se queste ricerche sono veritiere, una persona malata di tumore ha statisticamente una percentuale maggiore di sopravvivenza se non segue i protocolli terapeutici ufficiali. Con questo non si vuole assolutamente spingere le persone a non farsi gli esami, gli screening e i trattamenti oncologici ufficiali, ma si vogliono fornire semplicemente, delle informazioni che normalmente vengono oscurate, censurate e che possono, proprio per questo, aiutare la scelta terapeutica di una persona. Ma ricordo che la scelta è sempre e solo individuale: ogni persona sana o malata che sia, deve assumersi la propria responsabilità, deve prendere in mano la propria vita. Dobbiamo smetterla di delegare il medico, lo specialista, il mago, il santone che sia, per questo o quel problema. Dobbiamo essere gli unici artefici della nostra salute e nessun altro deve poter decidere al posto nostro. Possiamo accettare dei consigli, quelli sì, ma niente più.

    I pericoli della chemioterapia

    Il principio terapeutico della chemioterapia è semplice: si usano sostanze chimiche altamente tossiche per uccidere le cellule cancerose. Il concetto che sta alla base di questo ragionamento limitato e assolutamente materialista è che alcune cellule, a causa di fattori ambientali, genetici o virali, impazziscono iniziando a riprodursi caoticamente creando delle masse (neoplasie). La Medicina perciò tenta di annientare queste cellule con farmaci citotossici (cioè tossici per le cellule).

    Tuttavia, questa feroce azione mortale, non essendo in grado di distinguere le cellule sane da quelle neoplastiche (impazzite), cioè i tessuti tumorali da quelli sani, colpisce e distrugge l’intero organismo vivente. Ci hanno sempre insegnato che l’unica cura efficace per i tumori è proprio la chemioterapia, ma si sono dimenticati di dirci che queste sostanze di sintesi sono dei veri e propri veleni. Solo chi ha provato sulla propria pelle le famose iniezioni sa cosa voglio dire. «Il fluido altamente tossico veniva iniettato nelle mie vene. L’infermiera che svolgeva tale mansione indossava guanti protettivi perché se soltanto una gocciolina del liquido fosse venuta a contatto con la sua pelle l’avrebbe bruciata. Non potei fare a meno di chiedermi: ‘Se precauzioni di questo genere sono richieste all’esterno, che diamine sta avvenendo nel mio organismo?’. Dalle 19 di quella sera vomitai alla grande per due giorni e mezzo. Durante la cura persi manciate di capelli, l’appetito, la colorazione della pelle, il gusto per la vita. Ero una morta che camminava». [Testimonianza di una malata di cancro al seno]

    Un malato di tumore viene certamente avvertito che la chemio gli provocherà (forse) nausea, (forse) vomito, che cadranno i capelli, ecc. Ma siccome è l’unica cura ufficiale riconosciuta, si devono stringere i denti e firmare il consenso informato, cioè si sgrava l’Azienda Ospedaliera o la Clinica Privata da qualsiasi problema e responsabilità. Le precauzioni del personale infermieristico che manipolano le sostanze chemioterapiche appena lette nella testimonianza, non sono una invenzione. L’Istituto Superiore di Sanità italiano ha fatto stampare un fascicolo dal titolo “Esposizione professionale a chemioterapici antiblastici” per tutti gli addetti ai lavori, cioè per coloro che maneggiano fisicamente le fiale per la chemio (di solito infermieri professionali e/o medici). Fiale che andranno poi iniettate ai malati. Alla voce Antraciclinici (uno dei chemioterapici usati) c’è scritto che dopo la sua assunzione può causare: “Stomatite, alopecia e disturbi gastrointestinali sono comuni ma reversibili.

    La cardiomiopatia, un effetto collaterale caratteristico di questa classe di chemioterapici, può essere acuta (raramente grave) o cronica (mortalità del 50% dei casi). Tutti gli antraciclinici sono potenzialmente mutageni e cancerogeni”.[8] Alla voce Procarbazina (un altro dei chemioterapici usati) c’è scritto che dopo la sua assunzione può causare: “E’ cancerogena, mutagena e teratogena (malformazione nei feti) e il suo impiego è associato a un rischio del 5-10% di leucemia acuta, che aumenta per i soggetti trattati anche con terapia radiante”. In un altro documento, sempre del Ministero della Sanità (Dipartimento della Prevenzione – Commissione Oncologica Nazionale) dal titolo “Linee-guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti a chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario” (documento pubblicato dalle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano) c’è scritto: “Uno dei rischi rilevati nel settore sanitario è quello derivante dall’esposizione ai chemioterapici antiblastici.

    Tale rischio è riferibile sia agli operatori sanitari, che ai pazienti”. Qui si parla espressamente dei rischi per operatori e pazienti. Il documento continua dicendo: “Nonostante numerosi chemioterapici antiblastici siano stati riconosciuti dalla IARC (International Agency for Research on Cancer) e da altre autorevoli Agenzie internazionali come sostanze sicuramente cancerogene o probabilmente cancerogene per l’uomo, a queste sostanze non si applicano le norme del Titolo VII del D.lgs n. 626/94 ‘Protezione da agenti cancerogeni’. Infatti, trattandosi di farmaci, non sono sottoposti alle disposizioni previste dalla Direttiva 67/548/CEE e quindi non è loro attribuibile la menzione di R45 ‘Può provocare il cancro’ o la menzione R49 ‘Può provocare il cancro per inalazione’”. Quindi queste sostanze, nonostante provochino il cancro, non possono essere etichettate come cancerogene (R45 e R49) semplicemente perché sono considerate “farmaci”. Questa informazione è molto interessante.

    Andiamo avanti: “Nella tabella 1 [vedi sotto, ndA] è riportato un elenco, non esaustivo, dei chemioterapici antiblastici che sono stati classificati dalla IARC nel gruppo ‘cancerogeni certi per l’uomo’ e nel gruppo ‘cancerogeni probabili per l’uomo’. L’Agenzia è arrivata a queste definizioni prevalentemente attraverso la valutazione del rischio ‘secondo tumore’ che nei pazienti trattati con chemioterapici antiblastici può aumentare con l’aumento della sopravvivenza. Infatti, nei pazienti trattati per neoplasia è stato documentato lo sviluppo di tumori secondari non correlati con la patologia primitiva”.

    Tabella 1

    Cancerogeni per l’uomo: Butanediolo dimetansulfonato (Myleran) – Ciclofosfamide – Clorambucil – 1(2-Cloretil)-3(4-metilcicloesil)-1-nitrosurea (Metil-CCNU) – Melphalan – MOPP (ed altre miscele contenenti alchilanti) – N,N-Bis-(2-cloroetil)-2-naftilamina (Clornafazina) – Tris(1-aziridinil)fosfinsolfuro (Tiotepa)

    Probabilmente cancerogeni per l’uomo: Adriamicina – Aracitidina – 1(2-Cloroetil)-3-cicloesil-1nitrosurea (CCNU) – Mostarde azotate – Procarbarzina

    Certamente si tratta di un elenco incompleto perché, sfogliando una trentina di bugiardini di chemioterapici, mancano diverse molecole cancerogene per ammissione stessa dei produttori. In conclusione, il documento sulle “linee guida” riporta alla voce “Smaltimento”: “Tutti i materiali residui dalle operazioni di manipolazione dei chemioterapici antiblastici (mezzi protettivi, telini assorbenti, bacinelle, garze, cotone, fiale, flaconi, siringhe, deflussori, raccordi) devono essere considerati rifiuti speciali ospedalieri. Quasi tutti i chemioterapici antiblastici sono sensibili al processo di termossidazione (incenerimento), per temperature intorno ai 1000-c La termossidazione, pur distruggendo la molecola principale della sostanza, può comunque dare origine a derivati di combustione che conservano attività mutagena. È pertanto preferibile effettuare un trattamento di inattivazione chimica (ipoclorito di sodio) prima di inviare il prodotto ad incenerimento. Le urine dei pazienti sottoposti ad instillazioni endovescicali dovrebbero essere inattivate prima dello smaltimento, in quanto contengono elevate concentrazioni di principio attivo”. Queste sostanze, che vengono sistematicamente iniettate nei malati, anche se incenerite a 1000°C “conservano attività mutagena”. Ma che razza di sostanze chimiche sono mai queste?

    La spiegazione tra poche righe. L’amara conclusione, che si evince dall’Istituto Superiore di Sanità, è che l’oncologia moderna per curare il cancro utilizza delle sostanze chimiche che sono cancerogene (provocano il cancro), mutagene (provocano mutazioni genetiche) e teratogene (provocano malformazioni nei discendenti). C’è qualcosa che non torna: perché ad una persona sofferente dal punto di vista fisico, psichico e morale, debilitata e sconvolta dalla malattia, vengono iniettate sostanze così tossiche? Questo apparente controsenso – se non si abbraccia l’idea che qualcuno ci sta coscientemente avvelenando – si spiega nella visione riduzionista e totalmente materialista che ha la Medicina , ma questo è un argomento che affronteremo più avanti.

    In Appendice sono stati pubblicati alcuni degli effetti collaterali (scritti nei bugiardini dalle lobby chimico-farmaceutiche che li producono) di circa trenta farmaci chemioterapici. Uno per tutti: l’antineoplastico denominato Alkeran® (50 mg/10 ml: polvere e solvente per soluzione iniettabile che contiene come eccipiente: “acido cloridrico”) della GlaxoSmithKline. “Un alchilante analogo alla mostarda azotata”. Alchilante è un farmaco capace di combinarsi con gli elementi costitutivi della cellula provocandone la sua alterazione.[9] Dal bugiardino si evince che questa sostanza chimica (usata nei malati tumorali), oltre a provocare la leucemia acuta (“è leucemogeno nell’uomo”), causa difetti congeniti nella prole dei pazienti trattati. Alla voce “Eliminazione”, viene confermato quanto riportato sopra: “L’eliminazione di oggetti taglienti, quali aghi, siringhe, set di somministrazione e flaconi deve avvenire in contenitori rigidi etichettati con sigilli appropriati per il rischio. Il personale coinvolto nell’eliminazione (dell’Alkeran) deve adottare le precauzioni necessarie ed il materiale deve essere distrutto, se necessario, mediante incenerimento”.

    Incenerimento, come abbiamo letto prima, alla temperatura di 1000-1200 gradi! La spiegazione è che queste sostanze sono analoghe alle “mostarde azotate”. Il sito del Ministero della Salute italiano, alla voce “Emergenze Sanitarie”, si esprime così: “Le mostarde azotate furono prodotte per la prima volta negli anni ’20 e ’30 come potenziali armi chimiche. Si tratta di agenti vescicatori simili alle mostarde solforate che si presentano in diverse forme e possono emanare un odore di pesce, sapone o frutta. Sono note anche con la rispettiva designazione militare HN-1, HN-2 e HN-3. Le mostarde azotate sono fortemente irritanti per pelle, occhi e apparato respiratorio. Sono in grado di penetrare nelle cellule in modo molto rapido e di causare danni al sistema immunitario e al midollo osseo (…) che si manifestano già dopo 3-5 giorni dall’esposizione, che causano anche anemia, emorragie e un maggiore rischio di infezioni. Quando questi effetti si presentano in forma grave, possono condurre alla morte”.[10] Per “curare” il tumore oggi vengono utilizzati degli ‘agenti vescicanti’: prodotti militari usati nelle guerre chimiche. Anche se la ”guerra al cancro” viene portata avanti con ogni mezzo dall’establishment, ritengo che ci sia un limite a tutto.

    Mi asterrò dal recar danno e offesa.
    Non somministrerò ad alcuno,
    neppure se richiesto, un farmaco mortale.
    [Giuramento di Ippocrate]

    Marcello Pamio – tratto da “Cancro Spa: leggere attentamente le avvertenze”
    17 ottobre 2013

    [1] Medicina kaput col mito del placebo?, Luigi De Marchi www.luigidemarchi.it/innovazioni/educazione/articoli/01_medicinakaput...
    [2] Idem
    [3] Conferenza “Medicalizzazione della vita e comunicazione sanitaria” del Dottor Gianfranco Domenighetti – già Direttore sanitario del Canton Ticino – tenuta il 22 novembre 2008 al VIII° Congresso nazionale di medicina omeopatica di Verona.
    [4] “Approccio metodologico all’omeopatia”, Dottor Roberto Gava, farmacologo e tossicologo, ed. Salus Infirmorum, Padova
    [5] “Il tradimento della medicina”, Alberto Mondini
    [6] Idem
    [7] Idem
    [8] Per mutageno si intende ogni agente chimico o fisico che agisce sui cromosomi alterandone l’informazione genetica. Per cancerogeno si intende ogni sostanza capace di produrre il cancro.
    [9] Gli alchilanti agiscono direttamente sul DNA di qualsiasi tipo di cellula senza specificità. Possono intervenire sulle basi del DNA oppure rompendo l’intera molecola di DNA o ancora bloccando la trascrizione o la duplicazione. L’azione principale di un alchilante consiste però nel formare un legame trasversale tra due eliche complementari di DNA che porta alla rottura della catena polinucleotidica. Quindi, il DNA viene danneggiato e non è più in grado di duplicarsi e completare la sintesi proteica.
    [10] “Mostarde azotate”, “Emergenze”, tratto dal sito del Ministero della Salute uc6.asimantova.it/index.php?option=com_content&task=view&id=312&I...

    sapereeundovere.it/le-autopsie-rivelano-che-i-tumori/

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    00 06/11/2013 23:33
    La carne è cancerogena e causa malattie degenerative, lo dice Umberto Veronesi

    Umberto Veronesi, illustre scienziato ed oncologo di fama internazionale nel suo libro “Verso la scelta vegetariana – il tumore si previene anche a tavola” ha spiegato quali sarebbero i motivi per cui non vengono evidenti i rischi derivanti dall’eccessivo consumo di carne. Secondo il noto scienziato, esistono alcune ricerche che dimostrano lo stretto rapporto esistente fra lo sviluppo dei tumori ed una dieta ricca di carne, ma il motivo per cui questi studi non vengono diffusi sono svariati e, in parte, dipendono da logiche ed interessi commerciali che legherebbero le industrie farmaceutiche e quelle alimentari. Il Professor Veronesi ha evidenziato che negli Stati Uniti, un solo paziente ammalato di tumore frutta un introito pari a circa 250mila dollari; una cifra enorme che potrebbe spiegare perchè l’umanità viene tenuta all’oscuro sul rapporto fra dieta e sviluppo di tumori. L’oncologo, da sempre, insiste sulla necessità di seguire un’alimentazione sana perchè è questo il primo importante passo per la prevenzione del cancro.

    La causa principale dello sviluppo dei carcinomi sono infatti le cattive abitudini a tavola. Nel 35% dei casi, ci si ammala di tumore per via di una dieta sbagliata; gli altri fattori di rischio comprendono il vizio del fumo, le infezioni e l’inquinamento che incide per circa il 4%. Insomma, se si riuscisse a nutrirsi in maniera migliore si potrebbe disinnescare, almeno in parte, il problema del numero sempre crescente di malati di cancro. Il cibo gioca un ruolo determinante per preservarci in salute. Veronesi sottolinea che alcuni cibi, come la verdura e la frutta, siano indispensabili per prevenire alcune forme tumorali particolarmente aggressive, come il tumore al colon. Questa patologie è diffusa soprattutto nei Paesi ricchi, quelli dove il consumo di prodotti animali è molto frequente; di contro, è meno presente nei luoghi ove si consumano cereali, frutta e verdura. Inoltre, il consumo di carne comporta anche altre importanti conseguenze, non di rado poco note. I grandi allevamenti sono responsabili di una percentuale piuttosto alta di emissioni inquinanti e contribuiscono, in maniera determinante, al riscaldamento della terra.

    Senza dimenticare la questione legata allo spreco idrico. Infine, bisogna tener presente che, in particolare a livello delle grandi industrie, gli animali vengono sottoposti a cure mediche importanti, con il risultato che la carne risulta ricca di sostanze chimiche non benefiche per l’uomo. La carne diventa anche il veicolo attraverso il quale l’inquinamento esterno arriva all’interno del nostro organismo; come sappiamo gli animali si nutrono di foraggi che presentano tracce di vari inquinamenti, non ultimo quello atmosferico. Questi vengono assimilati all’interno dell’organismo dell’animale e quindi poi consumati dall’uomo che mangerà la carne. L’ex Ministro della salute Veronesi sottolinea che la carne dovrebbe essere limitata, quindi consumata con minor frequenza. Questa scelta non comporta danni o problemi alla salute umana perchè, seguendo una dieta variata, è possibile introdurre tutti i nutrienti necessari per vivere in salute. Seguire un’alimentazione prevalentemente vegetariana o con poca carne, significa prediligere la frutta, la verdura e i legumi che favoriscono la riduzione di gravi malattie. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il numero di persone che muoiono a causa di una dieta troppo povera di vegetali arriva a sfiorare i tre milioni.

    Eleonora Casula
    11/09/2013
    www.tuttasalute.net/25017/la-carne-e-cancerogena-e-causa-malattie-degenerative-lo-dice-umberto-veron...
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    00 22/11/2013 00:09
    Shampoo cancerogeno. Sequestrate dal mercato 22 marche conosciute. Ecco quali sono

    Adesso il pericolo cancro viene anche dai prodotti di bellezza. Ognuno di noi, infatti, cerca di curare al meglio possibile i propri capelli e per questo motivo tende ad acquistare prodotti di marche abbastanza conosciute perché crede siano garanzia di qualità. Ma non è sempre così. Diverse aziende infatti, con sede in tutta Italia, e precisamente Bologna, Roma, Napoli e Pisa importavano shampoo dal Brasile per poi rivenderlo in tutto il territorio nazionale come proprio. Peccato che questi shampoo contenessero un elevatissimo contenuto di formaldeide, sostanza tossica in grado di causare problemi cancerogeni; in alcune di queste marche la percentuale di formaldeide superava di 35 volte il valore consentito dalla legge. Una scoperta che ha portato, qualche giorno fa, al sequestro di più di 20mila tonnellate di prodotti, ritirati dal mercato italiano. Ecco tutti i nomi e le marche:

    1 CADIVEU BRASIL CACAU TERMAL RECONSTRUCT 6,558% 6,450%
    2 CADIVEU PLASTICA DOS FIOS 7,700% 7,400%
    3 BIONAZA KERAHAIR PREMERIERE BRASILIAN KERATIN SYSTEM ml. 236 0,737 % 0,850 %
    4 BIONAZA KERAHAIR PREMERIERE BRASILIAN KERATIN SYSTEM ml. 473 2,406 % 2,450 %
    5 BIONAZA KERAHAIR PREMERIERE BRASILIAN KERATIN SYSTEM ml. 946 2,317 % 2,530 %
    6 BIONAZA CHOCOHAIR ml. 473 1,821% 1,440%
    7 BIONAZA CHOCOHAIR BRAZILIAN KERATIN CHOCOLAT ml. 946 1,367 % 1,230%
    8 BIONAZA CHOCOHAIR BRAZILIAN KERATIN CHOCOLAT ml. 119 1,806 % 1,710%
    9 BIONAZA KERA VINO ml. 119 2,571% 2,530%
    10 BIONAZA KERA VINO ml. 473 1,690% 1,680%
    11 BIONAZA KERA VINO PREMIERE BRAZILIAN KERATIN SYSTEM BIONAZA KERAVINO ml. 976 1,523% 1,560%
    12 BIONAZA KERA VINO PREMIERE BRAZILIAN KERATIN SYSTEM BIONAZA KERA VINO ml. 236 0,936% 0,850%
    13 BIONAZA DIAMOND PREMIERE BRAZILIAN KERATIN SYSTEM ml. 236 1,036% 0,980%
    14 BIONAZA DIAMOND PREMIERE BRAZILIAN KERATIN SYSTEM ml. 946 1,027% 0,960%
    15 BIONAZA DIAMOND PREMIERE BRAZILIAN KERATIN SYSTEM ml. 354 1,315% 0,770%
    16 BIONAZA DIAMOND PREMIERE BRAZILIAN KERATIN SYSTEM ml. 119 1,335% 1,680%
    17 CLAUDIA PAZZINI SPAZZOLA PROGRESSIVA FLUIDO 2 ml. 500 1,434% 1,330%
    18 CLAUDIA PAZZINI SPAZZOLA PROGRESSIVA LIFTING RISTRUTTURANTE 2 ml. 500 0,540% 0,270%
    19 CLAUDIA PAZZINI SPAZZOLA PROGRESSIVA FLUIDO GEL EXTRA ml. 1000 1,357% 1,320%
    20 KERATIN COMPLEX SMOOTHING THERAPY INTENSE RX ml. 50 0,814% 0,8%
    21 KERATIN COMPLEX SMOOTHING THERAPY INTENSE RX ml. 473 0,506% 0,780%
    22 KERATIN COMPLEX SMOOTHING THERAPY NATURAL TREATMENT ml. 946 1,534% 1,710%
    23 KERATIN COMPLEX SMOOTHING THERAPY NATURAL TREATMENT ml. 473 1,933% 1,820

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    00 25/11/2013 00:14
    "Cellule Psichiche”: scienziati scoprono che le cellule possono comunicare oltre le barriere fisiche

    Gli scienziati della UCLA e della Charles R. Drew University of Medicine and Science hanno scoperto un possibile metodo attraverso il quale le cellule tumorali e le cellule morenti comunicano con le vicine cellule nervose sane senza essere fisicamente collegate ad esse. Il dottor Keith Norris, principale autore della ricerca e assistente decano per la scienza clinica e traslazionale presso la David Geffen School of Medicine presso la UCLA, ha detto che lo studio contribuisce alla comprensione della comunicazione cellulare, che fino ad oggi era nota per essere realizzata soltanto attraverso il diretto contatto o la stimolazione diretta dei recettori nelle cellule di molecole note come ligandi o in ormoni, fattori sintomatici, nervi e altri sistemi. Sembra ora, affermano i ricercatori, che le cellule siano in grado di comunicare efficacemente attraverso le barriere fisiche. Il loro studio compare nel numero di Gennaio 2013 dell’American Journal of Translational Research, sottoposto a peer review. Per lo studio, Norris e i suoi colleghi hanno riferito di come normali cellule nervose isolate in un ambiente chiuso si comportano durante una nota funzione conosciuta come elaborazione dei segnali di calcio.

    Il team ha scoperto che quando queste cellule nervose isolate erano circondate da altre cellule nervose sane al di fuori della barriera, avevano le stesse capacità di segnalazione di calcio. Tuttavia, quando le cellule nervose sane isolate erano circondate da cellule tumorali o cellule morenti, hanno elaborato i segnali di calcio diversamente, suggerendo che vi era comunicazione provenienti dalle cellule circostanti. La barriera fisica tra le cellule ha impedito la comunicazione tra recettori ormonali, ligandi e altre tradizionali forme di comunicazione cellulare. Gli autori Dr. Christopher Reid e Victor Chaban del Life Sciences Institute della Drew University hanno osservato che questa nuova constatazione può rappresentare una forma potenzialmente più elevata di comunicazione cellulare. Scoprire che le cellule tumorali e le cellule morenti possono avere un metodo di comunicazione ancora sconosciuto con altre cellule può portare a nuovi trattamenti per il cancro, invecchiamento e altre malattie. Sono necessari ulteriori studi per scoprire come si verifica la comunicazione non fisica. "Comprendere i molti modi in cui comunicano le cellule è un importante passo verso lo sviluppo di nuovi approcci per il trattamento della malattia", ha detto il Dott. Steven M. Dubinett, direttore esecutivo della UCLA Clinical and Translational Science Institute (UCLA CTSI).

    Kim Irwin - phys.org
    SchwartzReport, 1 febbraio 2013
    Traduzione a cura della redazione di coscienza.org - Marisa Menna
    www.coscienza.org/_ArticoloDB1.asp?ID=1310
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    wheaton80
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    00 29/11/2013 22:23
    Il cancro al seno si contrasta con un cocktail di curcuma, uva e tofu

    Secondo i ricercatori questo mix di alimenti non produce effetti collaterali ma, invece sono un'arma efficace per contrastare le cellule tumorali. I dati della ricerca sono stati pubblicati su Journal of Cancer, è gli studiosi spiegano che il cocktail di frutta, verdure e spezie ha ridotto dell'80% le cellule tumorali impedendone anche la diffusione. Attenzione, gli studiosi statunitensi hanno chiarito che gli effetti si sono riscontrati se gli alimenti venivano consumati insieme, quando appunto erano miscelati come un cocktail. Per giungere a queste conclusioni i ricercatori hanno analizzato diversi composti presenti nella frutta, le spezie e le verdure. Tutti alimenti di facile reperibilità come i broccoli, l'uva, le mele, il tofu e la curcuma. Per fare qualche esempio, dell'uva è stato considerato il resveratrolo, un potente antiossidante in grado di contrastare lo stress ossidativo delle cellule che possiede, inoltre, una capacità antinfiammatoria. Della curcuma è stata invece analizzata la curcumina, un colorante alimentare già oggetto di attenzione di alcuni studi in vitro e su animali che suggeriscono degli effetti antitumorali, antiossidanti, antiartritici, anti-amiloide, anti-ischemici, e antinfiammatori. Per concludere gli esempi, anche gli isoflavoni presenti nel tofu sono stati oggetto di studio dei ricercatori statunitensi. I ricercatori hanno così analizzato i vari composti valutandone gli effetti sia su pazienti affetti da cancro che su persone sane. In sintesi, questi alimenti se presi singolarmente non produrrebbero gli effetti antitumorali che invece si riscontrano quando vengono assunti insieme.

    28 novembre 2013
    www.vitadidonna.it/news/alimentazione/5261-contro-il-cancro-al-seno-un-cocktail-di-frutta-verdure-e-spe...
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    wheaton80
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    00 05/01/2014 17:22
    Tumori, metodo Di Bella: nuovo studio su Neuroendocrinology Letters

    Un innovativo studio clinico, “The Di Bella Method (DBM) in the treatment of prostate cancer: a preliminary retrospective study of 16 patients and a review of the literature”, è stato pubblicato ieri dalla rivista medico-scientifica internazionale Neuroendocrinology Letters. Lo rende noto il dottor Giuseppe Di Bella, figlio del ricercatore scomparso Luigi Di Bella, inventore del contestato metodo di cura, portato avanti dalla fondazione bolognese che porta il suo nome. Per Giuseppe Di Bella, lo studio evidenzia “un notevole progresso nella cura dei tumori prostatici, documentando una risposta positiva al Metodo Di Bella fino alla completa e stabile remissione a cinque anni di carcinomi prostatici, senza asportazione chirurgica della prostata e senza radioterapia, né chemioterapia ma unicamente col Metodo Di Bella praticato a domicilio e perfettamente tollerato”. Il dato, rende ancora noto Di Bella, è già recensito e reperibile su www.pubmed.gov (digitando www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24378460 si accede all’abstract). “Questo – conclude Giuseppe Di Bella – e’ il decimo studio pubblicato sulla banca dati mondiale su circa 900 casi clinici, che documenta l’efficacia e tollerabilità del MDB a definitiva smentita e delegittimazione della sperimentazione ministeriale del 1998″.

    2 gennaio 2014
    www.meteoweb.eu/2014/01/tumori-metodo-di-bella-nuovo-studio-su-neuroendocrinology-letters...
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    wheaton80
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    00 08/01/2014 21:54
    Graviola, la pianta anti cancro



    L'albero di Graviola viene dal profondo della foresta amazzonica. Ricerche e test di laboratorio hanno dimostrato che con estratti di questa pianta miracolosa è possibile combattere il cancro con una terapia tutta naturale che non causa nausea, perdita di peso e perdita di capelli, proteggere il sistema immunitario ed evitare infezioni mortali, sentirsi più forti e sani durante tutto il corso del trattamento, aumentare l' energia e migliorare la visione della vita. In rete basta digitare "natural antibiotics" e si trovano immediatamente valanghe di testi: la Graviola fa miracoli, è una pianta che potrebbe salvarci dal cancro, si legge. La graviola è un alberello tipico delle calde aree tropicali caratterizzato dalle grandi foglie verdi e dai frutti commestibili giallo-verdi, venduti nei mercatini sud americani con il nome di Guanabana ed utilizzati nella preparazione di bevande dissetanti.

    Tuttavia l'importante utilità della graviola non è da ricondurre alle proprietà organolettiche dei suoi frutti bensì a quelle terapeutiche del suo tronco, delle sue foglie, delle sue radici e dei suoi semi note alle popolazioni autoctone e utilizzate da secoli per le proprietà astringenti, antibatteriche, analgesiche ed ipotensive. I risultati puramente empirici ottenuti per secoli dalla medicina etnica sono stati già dal 1940 affiancati ai primi dati scientifici ottenuti dalla medicina convenzionale, con l'individuazione di particolari principi attivi noti come annonacee acetogenine, protagoniste delle proprietà biologiche di questa pianta. Gli incoraggianti risultati osservati hanno portato in breve tempo ad una florida sperimentazione che conta ad oggi più di 600 studi con ottimi risultati e che purtroppo non è stata affiancata da un altrettanto valido utilizzo in ambito clinico. Il frutto sembra un fragolone verde e il suo sapore e' gradevole. E' un prodotto completamente naturale e non ha alcun effetto collaterale. Questa pianta ha molti benefici anti-cancro. E' anche un agente antimicrobico ad ampio spettro per le infezioni, sia batteriche e fungine, è efficace contro parassiti interni e vermi, abbassa la pressione sanguigna alta e viene utilizzato per i disturbi della depressione, dello stress e del sistema nervoso. Dal 1976, la Graviola ha dimostrato di essere un killer del cancro immensamente potente in 20 test di laboratorio indipendenti, ma nessuno studio randomizzato è mai stato avviato.

    Uno studio pubblicato sul Journal of Natural Products, a seguito di analoga ricerca condotta dall'Università Cattolica della Corea del Sud, ha dichiarato che la Graviola è in grado di uccidere selettivamente le cellule tumorali del colon con una potenza 10.000 superiore al farmaco chemioterapico comunemente usato come la Adriamicina. La relazione dell'Università Cattolica della Corea del Sud afferma che la Graviola ha dimostrato di mirare selettivamente le cellule tumorali, lasciando intatte le cellule sane, a differenza della chemioterapia, che mira indiscriminatamente a tutte le cellule che attivamente si riproducono e che causa gli effetti collaterali spesso devastanti di nausea e perdita dei capelli nei pazienti oncologici. Uno studio della Purdue University di Lafayette (negli Stati Uniti) ha recentemente provato che le foglie della Graviola uccidono le cellule cancerogene tra sei linee di cellule umane e sono particolarmente efficaci contro i tumori della prostata, del pancreas e del polmone. Il Sour Sop (questo il suo nome in inglese), noto in Italia come il frutto della Graviola, è dunque un rimedio miracoloso (e naturale) per debellare le cellule del cancro, 10.000 volte più forte rispetto alla chemioterapia. Test di laboratorio effettuati fin dal 1970 hanno evidenziato la sua efficacia nel colpire e uccidere le cellule maligne in 12 tipi di cancro, tra cui quello del colon, del seno, della prostata, del polmone e del pancreas, ed è fino a 10.000 volte più forte nel rallentare la crescita delle cellule tumorali rispetto all' Adriamicina, un farmaco chemioterapico comunemente usato nella cura del cancro.

    A differenza della chemioterapia, il composto estratto dall' albero di Graviola uccide solo le cellule tumorali senza danneggiare le cellule sane. Una major farmaceutica americana ha investito quindi quasi sette anni a cercare di sintetizzare due ingredienti della Graviola anti cancro. Ma non è stato possibile sintetizzare in alcun modo i principi attivi della Graviola contro il cancro. L'originale semplicemente non poteva essere replicato. Non c'era modo con cui la società farmaceutica in questione avrebbe potuto proteggere i propri interessi, e riavere il denaro investito nella ricerca. Questa società farmaceutica abbandonò quindi il progetto e decise di non pubblicare i risultati della sua ricerca. Ma uno scienziato del team portò alla luce quanto scoperto. Rischiando la sua carriera, contattò una società dedita alla raccolta delle piante medicinali della foresta pluviale amazzonica e denunciò la cosa scatenando roventi polemiche. Il National Cancer Institute ha eseguito la prima ricerca scientifica nel 1976. I risultati hanno dimostrato che le foglie e gli steli della Graviola sono stati trovati efficaci per attaccare e distruggere le cellule maligne. Inspiegabilmente, i risultati sono stati pubblicati in un rapporto interno, ma mai rilasciato al pubblico.

    Guglielmo Vasto
    21 settembre 2012
    www.giornalesentire.it/2012/ottobre/2883/graviolalapiantaantican...
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    wheaton80
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    00 10/01/2014 23:02
    Italia: nuove cellule immunitarie per contrastare i tumori

    Uno studio condotto dalle Università di Verona e Brescia ha identificato nuove cellule del sistema immunitario presenti nelle metastasi dei linfonodi, che potrebbero contrastare le cellule del tumore. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications ed è stato finanziato dall’Airc. Le cellule dette slanDc sono forse la risposta ai carcinomi. Finalmente svelato il ruolo di queste cellule di cui era ignota la funzione fino ad ora. La ricerca è stata effettuata grazie alla collaborazione tra l’équipe veronese, guidata da Marco Antonio Cassatella del Dipartimento di patologia e diagnostica, con la collaborazione di Alessandra Micheletti, Federica Calzetti, Nicola Tamassia e Claudio Costantini, e quella bresciana, diretta da William Vermi del Dipartimento di medicina molecolare e traslazionale, con Silvia Lonardi e Mattia Bugatti. “Le slanDc sono una sottopopolazione di cellule dendritiche mieloidi del sangue identificate pochi anni fa da Knut Schakel dell’università di Heidelberg in Germania. Il loro ruolo nell’ambito della risposta antitumorale non era stato mai suggerito finora, ma analizzando centinaia di campioni clinici i team di Cassatella e Vermi hanno dimostrato che queste cellule si localizzano selettivamente nei linfonodi metastatizzati, per lo più a stretto contatto sia con le cellule tumorali sia con cellule effettrici del sistema immunitario”.

    09 Gennaio 2014
    italian.irib.ir/notizie/scienza/item/151885-italia-nuove-cellule-immunitarie-per-contrastare-...
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    wheaton80
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    00 18/01/2014 19:02
    Tumori, Veronesi dà ragione al metodo Di Bella: le cellule tumorali di un 30enne sono guarite

    ROMA - Ci sono voluti parecchi anni, ma alla fine il metodo Di Bella, la cura anti-tumori a base di farmaci biologici, creata dal medico fisiologo scomparso nel 2003, è stata riconoscita valida da Umberto Veronesi. Uno studio scientifico dell'Università di Firenze e approvato dall'Istituto europeo per l'Oncologia, ha confermato, infatti, la validità del metodo. E viene da sorridere, perchè lo stesso, identico metodo fu bocciato dal ministero della Salute nel lontano 1998. Lo studio dell'Università di Firenze è stato pubblicato sulla celebre rivista European Journal of Pharmacology ed ha avuto il benestare scientifico dell'Istituto europeo di Oncologia, capitanata dal professor Umberto Veronesi. Sotto la lente d'ingrandimento è finito il caso di un ragazzo 32enne di Cosenza, colpito da carcinoma. Dopo la diagnosi si è rifiutato di sottoporsi alle cure tradizionali, e ha deciso di rivolgersi immediatamente a Giuseppe Di Bella, figlio del fisiologo. Due mesi dopo, il medico dell'Istituto europeo di Oncologia, ha notato che: "obiettivamente al controllo odierno, pur mancando un'immagine che consenta un paragone, rispetto alla descrizione della Tac parametro, la lesione appare ridotta da T2 a T1. Il paziente riferisce netto miglioramento della sua patologia." Il giovane ha ottenuto poi una speciale ordinanza del Tribunale, che costringeva la Asl alla somministrazione gratuita della terapia.

    9 Gennaio 2014
    www.leggo.it/SOCIETA/SANITA/tumore_veronesi_metodo_di_bella_ministero_1998/notizie/4360...
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    wheaton80
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    00 21/01/2014 23:05
    Forno a microonde. La ricetta per ammalarsi di cancro

    Esiste da dieci anni una prova, che il tribunale svizzero ha soppresso, che dimostra come il cibo trattato con le microonde possa danneggiare il sangue in modo rilevante. Studi più recenti hanno aggiunto prove evidenti che il forno a microonde è un rischio per la salute. Nel 1989, un nutrizionista svizzero, il Dottor Hans-Urich Hertel fece delle scoperte allarmanti sull'uso del forno a microonde. Ma nonostante ciò per più di dieci anni ha dovuto lottare per avere il diritto di far sapere al mondo che cosa aveva scoperto. Il punto che ha cercato in tutti i modi di rendere noto al pubblico è di interesse vitale per i consumatori : tutti i cibi che vengono cucinati o scongelati nel microonde possono causare dei cambiamenti del sangue che indicano lo sviluppo di un processo patologico presente anche nel cancro. Nonostante ciò, Hertel per tutto questo tempo, è stato preso in giro dai fabbricanti di forni a microonde che hanno usato le leggi svizzere sul commercio per tappargli la bocca al punto di minacciare di rovinarlo. Nel Marzo 1993, il Tribunale per il Commercio di Berna, a seguito di una denunzia della Associazione Svizzera dei Produttori di Apparecchi Elettrici Domestici ed Industriali, ha fatto divieto al Dottor Hertel di dichiarare pubblicamente o per scritto, che i forni a micro-onde sono dannosi alla salute. Non ubbidire a questo ordine avrebbe potuto significare una multa di 5000 Franchi Svizzeri o addirittura un anno di prigione.

    La Corte Federale di Losanna ha confermato questo verdetto nel 1994 giustificandolo sulla base della Legge Svizzera contro la Concorrenza Sleale che proibisce "dichiarazioni discriminanti, false, ingannevoli e dannose contro un produttore e i suoi prodotti" (Giornale delle Scienze Naturali, 1998;1: 2-7) una legge che prende esclusiva-mente in considerazione la facoltà di impedire il commercio in sé e non l'intento di nuocere. Tale legge imbavaglia anche la stampa svizzera poiché qualsiasi osservazione che possa essere considerata una critica del forno a microonde può con facilità portare ad un processo. Le opinioni svizzere sulle scoperte del dottor Hertel non sono condivise dal resto dei paesi europei. Nell'Agosto del 1998, La Corte Europea dei Diritti Umani stabilì che l'ordine del silenzio emesso dalla corte svizzera contro il Dottor Hertel era contrario al diritto di libertà di espressione: La Corte Europea ordinò anche alla Corte Svizzera di pagare un compenso di 40.000 franchi svizzeri come risarcimento. Pur avendo vinto la causa da due anni, il Dottor Hertel è ancora in attesa che il Tribunale svizzero cambi la sentenza precedente e gli tolga la multa di 8000 franchi. Nel frattempo le sue scoperte sensazionali sono state convalidate da testimonianze che spuntano qua e là in tutto il mondo.

    Da dove è iniziato tutto questo? Si ritiene da parte di molti che i forni a microonde siano stati ideati durante la Seconda Guerra Mondiale in Germania per facilitare la preparazione del cibo nei sottomarini; altri dicono che gli stessi scienziati svilupparono tale invenzione per facilitare le manovre durante l'invasione dell'Unione Sovietica. In ogni modo l'invenzione è databile alla Seconda Guerra Mondiale. Dopo la guerra, questa tecnologia fu importata negli USA dove fu sviluppata e come risultato il primo forno a microonde fu messo in commercio nel 1952 dalla Raytheon. Da quel momento in poi, questa tecnologia è stata adottata in tutto il mondo senza che venissero fatte ricerche sui possibili effetti dannosi da parte delle autorità di nessun paese. Solo negli anni '70 cominciarono a comparire dei rapporti che mettevano in dubbio la sicurezza dei cibi cotti a microonde. Studi istologici sui broccoli e le carote cotti a microonde rilevarono che la struttura molecolare dei nutrimenti era deformata a tal punto da distruggere le pareti cellulari quando, nella cucina tradizionale, la struttura cellulare rimane intatta (Journal of Food Science, 1975; 40:1025-9).

    Il funzionamento di un forno a microonde
    Il forno a microonde usa un dispositivo chiamato magnetron, che fa oscillare un fascio elettronico ad una frequenza molto alta, producendo così una radiazione di microonde (MW). Gli apparecchi domestici o industriali usano una frequenza di 2.45 gigahertz (Ghz) ad una potenza di 400-900 watts per un forno domestico standard, la cui alimentazione è progettata per fornire 4000 impulsi al magnetron. La frequenza di 2.45 Ghz si usa perché l'acqua assorbe l'energia elettromagnetica più velocemente e al massimo grado a questa frequenza, dando così modo al cibo che contiene acqua di riscaldarsi rapidamente. Le molecole contenute nel cibo sono costrette ad allinearsi con il campo elettrico molto rapidamente e ad oscillare intorno al proprio asse. Il calore viene prodotto dalla notevole frizione intermolecolare. Le microonde vengono proiettate dal magnetron all'interno del forno, dove riscaldano il cibo dall'interno verso l'esterno, a differenza dei forni tradizionali che fanno il contrario. Il riscaldamento dall' interno può lasciare delle zone fredde e da ciò la necessità di ruotare costantemente il piatto. Il massimo livello di perdita permesso dalle norme attuali corris-ponde a una potenza di densità di 5 milliwatts per centimetro quadrato alla distanza di 5 centimetri dalla porta del forno. Questo valore si basa su misurazioni standard per radiazioni MW che sono oggetto di discussione fra coloro che sostengono che gli effetti atermici delle radiazioni MW dovrebbero essere tenuti in considerazione solo quando i livelli di radiazione registrati sono bassi (come ad esempio con i cellulari). Lo sportello del forno stesso dovrebbe essere controllato periodicamente per assicurarsi che non ci siano eccessive perdite.

    La ricerca di Hertel
    Undici anni fa, il Dottor Hertel, un medico nutrizionista che aveva già lavorato per diversi anni per una società alimentare svizzera, si mise in contatto con il Professor Bernard Blanc dell' Istituto Federale di Tecnologia per sviluppare un programma di ricerca a largo raggio sull'effetto del cibo trattato con microonde negli esseri umani. I due scienziati decisero in seguito di ridurre la loro ricerca ad un livello più limitato, quando il Fondo Nazionale Svizzero non si dichiarò disponibile a finanziare il loro progetto. Selezionarono otto individui dell'Istituto di Macrobiotica di Kientel, in Svizzera, che seguivano una dieta strettamente macrobiotica, compreso anche il Dottor Hertel: questo per ridurre al minimo la presenza di elementi che avrebbero potuto essere considerati fuor-vianti per i loro effetti sull'analisi del sangue. Tutti i volontari avevano un'età compresa fra i 20 ed i 40 anni, tranne Hertel che aveva 64 anni. Come ci racconta Hertel nel suo libro:"Ciò che i dottori non ci dicono", per otto settimane abbiamo vissuto tutti nello stesso albergo e non c'è stato né fumo, né alcol, né sesso. Ad intervalli di 5 giorni, i volontari ricevevano uno degli otto tipi di cibo disponibili a stomaco vuoto: latte crudo biologico; lo stesso latte preparato in modo tradizionale; lo stesso tipo di latte scaldato in forno a microonde; latte pastorizzato in forma tradizionale; verdura da cultura biologica cruda; la stessa verdura cucinata in forma tradizionale; la stessa verdura surgelata e scongelata in forno a microonde e la stessa verdura cucinata in forno a microonde. Ai volontari fu prelevato il sangue immediatamente prima di mangiare e a intervalli fissi dopo avere mangiato i suddetti cibi. Si poterono osservare dei cambiamenti significativi del sangue di coloro che avevano consumato cibo trattato con forno a microonde; mutamenti consistenti in una riduzione di tutti i valori dell'emoglobina e del colesterolo, sia delle lipoproteine ad alta densità (colesterolo "buono") sia di quelle a bassa densità (colesterolo "cattivo") (Nexus, 1995; Aprile/Maggio: 25-7). I linfociti (globuli bianchi) mostravano una diminuzione a breve termine più evidente dopo che era stato consumato del cibo trattato a microonde piuttosto che dopo avere consumato del cibo cucinato in maniera tradizionale. Inoltre, Hertel scoprì un'associazione altamente significativa fra la quantità di energia a microonde nel cibo preso in esame e la luminescenza di quei batteri che si illuminano, se esposti ad una luce speciale, nel sangue di coloro che ne avevano mangiato. Hertel concluse che tale energia poteva essere trasmessa a coloro che mangiavano cibo cucinato a microonde. Oltre agli effetti suddetti, Hertel notò anche effetti non termici che, egli sostiene, alterano la permeabilità della membrana cellulare poiché cambiano i potenziali elettrici fra l'esterno e l'interno della cellula. Le cellule danneggiate diventano quindi facile preda dei virus, dei funghi e di altri microrganismi. I meccanismi naturali di riparazione delle cellule vengono anch'essi alterati, e ciò induce le cellule a ricorrere forzatamente alla riserva di energia in stato di emergenza passando dalla respirazione aerobica (basata sull'ossigeno) a quella anaerobica (priva di ossigeno).

    Invece di produrre acqua e biossido di carbonio, producono perossido di idrogeno e monossido di carbonio. In una situazione di questo tipo, Hertel asserisce, le cellule passano da un processo generatore di energia di "corretta ossidazione" ad uno di "fermentazione" malata. Hertel prosegue e constata che quando il cibo è trattato con microonde, il forno emette una potenza di 1000 watt o ancora di più. La distruzione e la trasformazione delle molecole del cibo che ne risulta produce dei nuovi composti che si chiamano "radiolitici", sconosciuti in natura. E' opinione corrente nei circoli scientifici che i cibi trattati a microonde non contengano livelli significativamente alti di composti radiolitici più dei cibi cucinati in maniera tradizionale, ma i risultati portati da Hertel suggeriscono il contrario. Le analisi del sangue dei volontari hanno confermato che in coloro che consumavano cibo trattato a microonde non tutto andava bene. Campioni presi ogni mattina alle 7:45, 15 minuti dopo che avevano mangiato e due ore dopo, mostrarono che i valori degli eritrociti, dell'emoglobina degli ematocriti e leucociti erano al limite minimo della normalità in coloro che avevano mangiato del cibo trattato a microonde. Tali risultati sono simili a quelli delle persone tendenti all'anemia; i risultati erano più evidenti e significativi statisticamente nel secondo mese della ricerca. Inoltre, in correlazione con la diminuzione dei valori, si erano innalzati i livelli di colesterolo. Non è difficile capire perché la pubblicazione dei risultati della ricerca nel 1992 abbia causato allarme in Svizzera. Comunque, la reazione delle autorità svizzere e dell'industria che portarono Hertel davanti ad un tribunale e lo accusarono e condannarono per Concorrenza Sleale, segna un capitolo vergognoso nella storia della Svizzera. Tale fu la pressione sul Professor Blanc, che si sentì obbligato a dissociarsi pubblicamente dall’interpretazione data nella relazione congiunta che aveva seguito la loro ricerca, subito dopo la sua pubblicazione. Privatamente, egli ammise con il Dottor Hertel che lo aveva fatto perché temeva per la sicurezza della propria famiglia (Journal of Natural Sciences,1998; 2-7). Nonostante tutti i tentativi per metterlo a tacere, la ricerca del Dottor Hertel è disponibile fuori dalla Svizzera per posta o sul sito web (copie disponibili da World Foundation for Natural Science, Box 632, CH-3000, Bern, Switzerland; tel: 0041 33 4381158; fax 437 4816. Sito web: www.wffns.org).

    I russi vietano i forni a microonde

    Dopo la Seconda Guerra Mondiale anche i russi hanno sperimentato il forno a microonde. Dal 1957 fino ad oggi, le ricerche sono state portate avanti dall' Istituto di Radiotecnologia di Klinsk, Bielorussia. Secondo il ricercatore americano William Kopp, che ha raccolto sia le ricerche tedesche che quelle russe, e che è stato inquisito per questo (Journal of Natural Sciences, 1998; 1: 42-3) dal gruppo legale russo, sono stati rilevati i seguenti effetti:

    La carne già cucinata e scaldata nel forno a microonde con calore sufficiente a distruggere un essere umano provoca:

    - D-nitrosoditanolamine (un agente ben conosciuto fra le cause del cancro)
    - Destabilizzazione dei composti biomolecolari della proteina attiva
    - Origine di un effetto binding della radioattività dell'atmosfera
    - Origine di agenti che causano il cancro nelle proteine idrolizzate del latte e dei cereali
    - L'emissione di microonde causava anche alterazioni nel comportamento catabolico (guasto) del glucoside – galattoside, elementi che si trovano nella frutta surgelata se viene scongelata in questo modo
    - Le microonde alteravano il comportamento catabolico degli alcaloidi delle piante se la verdura surgelata, cruda o cotta veniva esposta anche per tempi molto brevi
    - I radicali liberi che causano il cancro si erano formati in alcune strutture molecolari con minerali in traccia nelle sostanze vegetali, specialmente nei tuberi crudi
    - Ingerire cibi trattati a microonde innalzava la percentuale di cellule cancerogene nel sangue
    - A causa delle alterazioni chimiche nelle sostanze alimentari, c'erano delle disfunzioni nel sistema linfatico che causavano una degenerazione della capacità del sistema immunitario di autodifesa contro la crescita del cancro
    - Il catabolismo instabile dei cibi trattati a microonde alterava le loro sostanze elementali, e ciò provocava disturbi della digestione
    - Coloro che avevano mangiato cibi trattati a microonde mostrarono un incidenza statisticamente maggiore di tumori allo stomaco e all'intestino, oltre a una degenerazione generale dei tessuti cellulari periferici ed una graduale perdita delle funzioni digestive ed escretorie

    L'esposizione alle microonde causò una diminuzione significativa dei valori nutrizionali di tutti i cibi studiati particolarmente:

    - Una diminuzione della biodisponibilità delle vitamine del complesso B, della Vitamina C, della vitamina E, dei minerali essenziali e lipotropi
    - Distruzione del valore nutrizionale delle nucleoproteine della carne
    - Diminuzione dell'attività metabolica degli alcaloidi, dei glucosidi, dei galattosidi e dei netrilosidi (tutte sostanze base delle piante presenti nella frutta e nella verdura)
    - Notevole accelerazione della disintegrazione strutturale dei cibi (Perceptions, 1996; Maggio/ Giugno: 30-3)

    Come risultato di tali ricerche i forni a microonde furono vietati in Russia nel 1976, anche se questo divieto fu annullato dopo la Perestrojka.

    Ricerche recenti
    Ancora alcune di queste teorie devono essere verificate, ma altre ricerche in Gran Bretagna e negli USA hanno messo in evidenza altri rischi. Nel 1990 all'Università di Leeds, due ricercatori del Dipartimento di Microbiologia Medica hanno studiato il calore irregolare che i forni a microonde possono causare. Hanno scoperto che il contenuto di sale in una data porzione di puré di patate influiva sulla temperatura interna della vivanda: maggiore era il contenuto di sale, minore era la temperatura. Da ciò i ricercatori hanno concluso che "la scarsa penetrazione di microonde nel cibo preso in esame ad alta concentrazione ionica può essere causato dalla induzione della corrente elettrica/ionica sulla superficie del cibo stesso. Questo spiegherebbe la ragione per cui il cibo confezionato scaldato a microonde di solito è bollente in superficie ma freddo all'interno (Nature,1990; 344: 496). E' riferito il caso di un paziente che nel 1991 in un ospedale di Tulsa, Oklahoma, è morto per crisi anafilattica dopo una trasfusione di sangue che era stato scaldato in forno a microonde. L'irradiazione sembra aver alterato il sangue in qualche modo e avere causato la morte del paziente (Journal of Natural Sciences, 1998; 1: 2-7). Nell'Agosto 1989, una ricerca del governo britannico ha dimostrato che la Listeria ed altri batteri potenzialmente mortali possono sopravvivere nel cibo cucinato a microonde, anche se si seguono le istruzioni (Food Business, 1989; 20:12).

    Un' altra ricerca americana ha dimostrato che l'uso di riscaldare avanzi di cibo nel forno a microonde è potenzialmente pericoloso. I ricercatori che studiavano le cause di una serie di casi di salmonellosi fra le persone che facevano picnic nel 1992, scoprirono che delle trenta persone che riportarono a casa della carne avanzata, i dieci che avevano usato il forno a microonde si erano tutti ammalati. Nessuno dei dieci che avevano usato un forno normale o una padella per riscaldare il maiale si era ammalato. I ricercatori conclusero che, paragonando i metodi convenzionali di riscaldamento, il forno a microonde non dava nessuna protezione all'insorgere di salmonella (American Journal of Epidemiology, 1994; 139: 903-9).

    Non scaldate il latte nel forno a microonde

    Riscaldare o scongelare latte materno nel forno a microonde causa un diminuzione del livello di fattori anti infettivi del latte, anche se si usano basse temperature (20- 53°c)(Paediatrics,1992; 89: 667-9). In uno studio dell'Università di Stanford in California, il riscaldamento a microonde a più di 72°C si dimostrò come la causa di una sensibile diminuzione di tutti i fattori anti infettivi testati.
    Un altro studio, fatto a Vienna, dimostrò che cuocere a microonde causa cambiamenti notevoli delle proteine del cibo, cosa che non si verificava dopo una cottura tradizionale. La D prolina e la cis-D idrossidoprolina furono rinvenute in quantità significative nella formula del latte per neonati scaldato a microonde, mentre di solito solo la L prolina si trova nel materiale biologico. L sta per levogiro, D per destrogiro, riferendosi alla direzione di rotazione degli elettroni sul piano di polarizzazione ottica. Lubec ed i suoi colleghi misero in guardia per il fatto che "la conversione di forme da trans a cis può essere pericolosa perché quando i cis-aminoacidi sono incorporati in peptidi e proteine invece che nei loro transisomeri; ciò può portare a cambiamenti strutturali, funzionali ed immunologici" (Lancet, 1989; 9: 1392-3). Altre ricerche hanno trovato che il latte per neonati trattato con microonde può causare cambiamenti molecolari degli aminoacidi delle proteine del latte, causando in tal modo tossicità o cambiando il valore nutritivo del latte stesso. Però la quantità di proteine cambiate era molto piccola (Journal of the American College of Nutrition, 1994; 13: 209 -10). Non tutte le testimonianze sono comunque negative. Gli scienziati di un laboratorio dell'Istituto di ricerca di Zeist, in Olanda, hanno svolto una ricerca di 13 settimane sugli effetti del cibo, trattato a microonde, sulla composizione del sangue ed altri indicatori sanitari su topi e sembra che non abbiano riscontrato nessun effetto negativo (Food Chemical Toxic ,1995; 33: 245 -56). Comunque va tenuto presente che si tratta di studi su animali e non sempre si possono applicare ad essere umani.

    Attenzione! Perdita di additivi

    Un altro problema del cibo trattato a microonde è che esso ha un colore ed un sapore meno forte se paragonato al cibo cucinato in modo tradizionale, e ciò si verifica soprattutto nei cibi che contengono pasta. Questo fatto ha sviluppato ed incoraggiato la produzione di additivi che possono essere usati nei cibi per forno a microonde e che riproducono artificialmente i colori ed i sapori che i consumatori si aspettano di trovare. Gli studiosi dell' Università Australiana degli stati di Lara e Ashton, nel loro libro, che raccomandiamo caldamente di leggere, "I Pericoli del Progresso" (Zed Books, Londra, 1999), affermano:"Un esempio di un nuovo tipo tecnologico di sapori specialmente destinati ai cibi da cucinare a microonde sono i recettori. Questi sono di solito incorporati nell'involucro dei cibi per microonde e sono usati per raggiungere delle aree ad alta temperatura; questo dà un effetto di rosolatura al cibo durante la cottura a microonde. Un leggero effetto collaterale di alcuni di questi prodotti prima del 1992 significava anche che veniva emessa una piccola quantità di etere bisfenolo aúdiclicide, una sostanza chimica tossica conosciuta come BADGE, che andava nel cibo durante la cottura a microonde. BADGE era un componente dell'adesivo antigelo usato per fissare i recettori all'involucro". Gli autori citano uno studio del 1992 su 52 campioni di pizza in cui nove recettori usati in una marca contenevano BADGE in una con-centrazione che andava da 0,2 -a 0,3%. La sostanza chimica passava nella pizza quando questa veniva cucinata nell'involucro come da istruzioni (Food Additives and Contaminants, 1994; 11: 231-40). Spesso pane e cereali vengono venduti in involucri cerati per poter facilmente essere scaldati a microonde. Ma uno studio recente ha dimostrato che seguendo le istruzioni risultava che il 60% della cera passava nel cibo (Food Additives and Contaminants, 1994; 11: 79 -89). La pellicola in PVC che copre il cibo durante la cottura a microonde lascia particelle di plastica a tal punto che una ricerca del 1996 raccomandava di non usare plastica PVC a diretto contatto con il cibo durante la cottura (AB Badeka, MG Kontominas, 1996; citato da Ashton e Laura,1999, pag.68).

    Come proteggersi dalle radiazioni se si deve continuare ad usare il forno a microonde

    - Controllare periodicamente specialmente lo sportello di chiusura che è la parte più soggetta a perdite
    - Non aprire mai la porta quando il forno è in funzione
    - Stare ad una distanza di almeno circa 90 centimetri (specialmente i bambini) quando il forno è in funzione per evitare effetti cumulativi anche per esposizioni limitate. Il cristallino degli occhi è la parte a maggior rischio per una esposizione alle microonde perché non ha modo di disperdere l'energia termica in altro modo
    - Evitare di cucinare a microonde cibi surgelati o preparati, specialmente se vanno cotti nel loro involucro
    - Non usare contenitori in PVC
    - Non incoraggiare gli adolescenti ad usare cibo scaldato a microonde o ad usare il forno in generale
    - Sappiate che la maggior parte dei ristoranti usa cibo da microonde in grandi forni industriali che risultano ancora avere maggiori rischi per i consumatori, e i clienti dovrebbero esserne informati;

    Il messaggio è abbastanza chiaro. Non cuocete cibi in forni a microonde, specialmente per i bambini, a meno che non ci sia una vera urgenza. Non date ascolto alla pubblicità ingannevole che vi offre "una preparazione veloce" per la vostra vita "piena di impegni". Rendetevi conto che il vostro corpo ha bisogno di cibi genuini preparati nel modo più genuino possibile in modo da farlo funzionare al massimo. Più vengono consumati cibi non genuini e sempre più gli organi del vostro corpo saranno colpiti negativamente verso la degenerazione e la malattia. Trattate il vostro corpo come trattereste una Rolls-Royce, non come un bidone della spazzatura.

    Simon Best, direttore e produttore di "Electromagnetic Hazard Therapy"
    Traduzione: Paola Macelloni

    Punti di vista. Conflitti d'interessi
    Simon Best, il nostro esperto in elettromagnetica, ci ha dato nel testo suddetto una testimonianza agghiacciante dei pericoli dei forni a microonde. Uno dei testi giornalistici più informati su questo argomento specifico sembra un racconto dell'orrore. Una solida testimonianza scientifica ci fa comprendere che scaldare il cibo a microonde lo priva delle parti nutrizionali più importanti. Mangiare del cibo cucinato in questo modo produce dei cambiamenti del sangue, delle cellule e del sistema immunitario rendendo più facile che si verifichino condizioni cancerogene. Il cibo cucinato a microonde ha un sapore così disgustoso tanto che le industrie alimentari hanno dovuto usare additivi, coloranti, sapori artificiali ed altra spazzatura per fare in modo che somigliasse il più possibile al sapore naturale, o come alternativa hanno aggiunto tali sostanze agli involucri e, così facendo, gli additivi chimici passano direttamente nei cibi. Non ci dobbiamo quindi sorprendere se quelle particelle di eleganti risparmia-tempo, come ad esempio i contenitori di plastica pronti per cucinare, finiscono nei cereali della colazione quando si scaldano. Ma se questa tecnologia è così pericolosa perché nessuno ha mai detto nulla? La risposta è che quei pochi che hanno tentato di dire ad alta voce qual’è il problema hanno visto le loro informazioni venire soppresse dalle cosiddette illuminate società occidentali, come ad esempio la Svizzera. Questa non è semplicemente una storia sui pericoli della tecnologia, universalmente venduta al pubblico prima che ne venissero studiati e compresi gli effetti. E' una classica dimostrazione di interessi commerciali in collusione con un governo e con un sistema giudiziario che mette al primo posto i profitti e non l'interesse pubblico.

    Il caso dello scienziato svizzero Dottor Hans-Urich Hertel è un altro capitolo vergognoso della storia della Svizzera. Per 10 anni la Svizzera è riuscita a mettere a tacere la voce del Dottor Hertel usando una legge draconiana che proibisce qualsiasi tipo di critica che possa recar danno al commercio. Anche se questa legge dovrebbe riguardare solo le affermazioni che siano "false o ingannevoli", questo dipende da chi è chiamato a decidere. Quello di cui si può accusare la legge svizzera è l'impedire la libertà di parola e la soppressione di qualsiasi prova che avrebbe potuto potenzialmente essere di ostacolo agli interessi di qualche compagnia o industria. La cosa che da più fastidio è che gli svizzeri proclamano la loro libertà commerciale come sacra e migliore di tutti. Benché il tribunale europeo, quello che dovrebbe avere una voce autorevole più di quello delle singole nazioni, abbia deliberato a favore di Hertel, il tribunale svizzero indugia prima di decidere se intende prenderne atto. Lungi da me applaudire il comunismo, ma l'ironia di questa lunga storia sta nel fatto che un regime totalitario e repressivo come era quello russo degli anni '70 sia stato l'unico a reputare giusto proibire una tecnologia che gli scienziati avevano dichiarato pericolosa. A meno che non crediamo che questo possa succedere in Inghilterra, sta per passare una legge che proibirà di esprimere un giudizio critico su un prodotto se ciò non sarà sostenuto da prove scientifiche. Questo sembra giusto se non consideriamo come potrà essere ricevuta una ricerca come quella di Hertel. Ci saranno dei professori con credenziali che fanno presa sulla gente che probabilmente sosterranno in tribunale che le prove non sono sufficienti e la voce di Hertel potrebbe essere messa a tacere anche qui. Qualche volta le leggi che sembrano fatte per proteggerci sono quelle a cui ci dobbiamo opporre più fortemente. Questa nuova legge che dovrebbe aiutare a farci individuare la verità sui prodotti nuovi e vietare alle multinazionali di fare affermazioni false, potrebbe anche proteggere il commercio dal dover sottomettersi a ricerca scientifica. Solo il tempo ci dirà quanti Hertel inglesi avranno la bocca chiusa da una museruola.

    Lynne McTaggart, editrice della rivista "What Doctors Don't Tell You" (Vol. no, No. 12), Satellite House, 2 Salisbury Road, London SW19 4EZ, Inghilterra. Traduzione: Paola Macelloni

    www.laleva.cc/ambiente/microonde.html
    [Modificato da wheaton80 21/01/2014 23:09]
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    00 01/02/2014 22:39
    Giudice di Lecce obbliga la Asl a fornire la terapia Di Bella

    La terapia Di Bella torna a far parlare di sè e lo fa dalle aule dei tribunali. Oggi il giudice del Lavoro del Tribunale di Lecce ne ha disposto la somministrazione gratuita da parte della Asl, rilevando come la «terapia ufficialmente riconosciuta sia stata inefficace nel caso della paziente», mentre la terapia secondo il protocollo Di Bella «oltre che notevoli benefici di tipo soggettivo, ha prodotto anche un miglioramento obiettivo e iconografico». È un percorso analogo a quello della vicenda Stamina, nella quale più giudici del Lavoro hanno autorizzato strutture pubbliche a infusioni di cellule ottenute con il cosiddetto protocollo Stamina. In entrambi i casi si tratta di terapie che non hanno mai superato l’esame del mondo scientifico. Nel caso Di Bella l’inefficacia è stata anche sancita nel 1998 dalla bocciatura seguita alla sperimentazione clinica. La sentenza del Tribunale di Lecce è stata notificata il 28 gennaio scorso ed ha condannato la Asl a rimborsare a una donna malata di tumore la spesa di 25.000 euro, sostenuta per la terapia «ufficialmente riconosciuta». Secondo il giudice, Francesca Costa, nella donna sono stati certificati miglioramenti sul piano clinico, strumentale e sintomatico, «atteso che dagli ultimi documenti emerge una situazione clinica in cui accanto ad una progressione di malattia sono evidenti riduzioni e addirittura la scomparsa di alcune lesioni con un miglioramento rispetto al periodo pre-trattamento che rende il trattamento stesso insostituibile». Recentemente il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha espresso la preoccupazione che «casi simili a Stamina possano nascere ogni giorno», rilevando l’importanza di «costruire dei sistemi di difesa del Servizio sanitario nazionale» nei quali «il metodo scientifico e il rigore siano riconosciuti da tutti, per rafforzare le istituzioni mediche, che devono avere l’ultima parola». Timori di un nuovo caso Di Bella sono stati espressi più volte anche dal mondo scientifico, che da subito aveva indicato le forti analogie con la vicenda Stamina. Proprio in questi giorni si è espressa anche la Società Italiana di Farmacologia (Sif), a proposito del deposito, presso la Regione Sicilia, di un disegno di legge che prevede uno stanziamento di 5 milioni per somministrare la terapia Di Bella a pazienti malati di tumore. Fra il caso Di Bella e quello Stamina, rilevano gli esperti della Sif, c’è «una comune ‘metodologià che consiste nel sottrarsi al vaglio di sperimentazioni cliniche rigorose e verificabili».

    1 febbraio 2014
    www.online-news.it/2014/02/01/giudice-di-lecce-obbliga-la-asl-a-fornire-la-terapia-di-bella/#.Uu1...
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    00 13/02/2014 01:01
    L'erba magica che distrugge il 98% delle cellule cancerogene in 16 ore



    NEW YORK (WSI) - Il cancro può essere considerato come una delle malattie più mortali sul nostro pianeta, per il quale si sono spesi molti soldi per la ricerca medica, cercando di trovare una cura definitiva. Una delle tante cure è quella nota come "erba magica", per lo più ignorata dalla comunità medica, ma che in realtà distrugge fino al 98% delle cellule cancerogene in sole 16 ore. Secondo quanto riporta Spirit Science and Metaphysic questa tecnica veniva usata nella medicina cinese e il solo utilizzo dell'erba, chiamata Artemisia Annua, riduceva le cellule tumorali del polmone del 28% e, in combinazione con il ferro, sconfiggeva il cancro. In passato l'artemisinina è stata utilizzata come un potente rimedio antimalarico ma ora è dimostrato che questa cura è efficace anche nella lotta contro il cancro. Questo perché quando si aggiunge del ferro alle cellule tumorali infettate, attacca selettivamente le cellule "cattive", e lascia quelle "buone" intatte. Gli scienziati che seguono le ricerche, condotte presso l'Università della California, hanno dichiarato:"In generale i nostri risultati mostrano che l'artemisinina ferma il fattore di trascrizione 'E2F1' e interviene nella distruzione delle cellule tumorali del polmone, il che significa che controlla la crescita e la riproduzione delle cellule del cancro". Utilizzando una varietà resistente alle radiazioni delle cellule del cancro al seno (che aveva anche una elevata propensione per l'accumulo di ferro) l'artemisinina si è dimostrata avere un tasso di uccisione del cancro del 75% dopo appena 8 ore, e uno del quasi 100% dopo appena 24 ore.

    12 febbraio 2014
    www.wallstreetitalia.com/article/1665461/scienza/l-erba-magica-che-distrugge-il-98-delle-cellule-cancerogene-in-16-...
    [Modificato da wheaton80 13/02/2014 01:03]
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    00 15/03/2014 22:56
    «Stiamo preparando la sconfitta del cancro»

    «Ho scoperto di avere un cancro nel giugno 2011. Operato, lotto tra chemio, che mi devasta, e radio, che mi sconvolge». Fin qui l’ammissione di un paziente come tanti altri. Ma il dottor Giulio Bernardoni, dermatologo mantovano, va oltre e denuncia:«Sono adirato nei confronti di stampa e tv. La ricercatrice Roberta Benetti, dell’Università di Udine, ha fatto, nel 2010, una scoperta da premio Nobel, per curare il cancro con l’aiuto di molecole (miR-335) prodotte dal nostro stesso organismo, senza sottoporsi alle attuali devastanti terapie. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista statunitense Cancer Research». Ma allora, si chiede Bernardoni, perché «nessuno parla di questa scoperta?». Nel giro di due anni, «si disse allora, le case farmaceutiche avrebbero messo a punto un farmaco con relativo brevetto. Cosa è successo? Solo silenzio!». La conclusione dello specialista è amara e sconfortante:«Il cancro è diventato una pandemia. Se non si sconfiggono, con i media, le lobby che fanno guadagni immensi usando la chemio, non si troverà mai la cura per guarire senza uccidere l’anima e il corpo… chi parla è un medico che ha visto, in quest’ultimo anno e mezzo di cura, le peggiori porcherie». Quindi, la preghiera rivolta agli organi di informazione: «Pubblicate articoli in prima pagina su questo studio validissimo! Quello che oggi io patisco può toccare a chiunque, anche ai nostri figli!». In effetti, lo studio di cui parla Bernardoni (finanziato dall’Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, coordinato da Benetti e sviluppato con i colleghi dell’Ateneo Friulano e del Laboratorio Nazionale del Consorzio Interuniversitario per le Biotecnologie di Area Science Park) ha aperto la strada alla corretta individuazione della capacità di autoproteggersi dai tumori, attraverso la regolazione dei livelli delle piccole molecole microRna prodotte da tutte le cellule dell’organismo umano. La ricerca ha dimostrato per la prima volta che una delle microRna, la miR-335, è direttamente responsabile nel controllo della generazione e delle funzioni dell’oncosoppressore Rb, gene coinvolto nella protezione dello sviluppo dei tumori. I ricercatori, nel 2010, hanno spiegato che l’espressione della miR-335 influisce in modo diretto nel bilanciare il delicato equilibrio di protezione contro lo sviluppo tumorale, perché «intacca, attraverso l’indiretta influenza anche sull’oncosoppressore p53, gli effetti di due fondamentali proteine note per essere deregolate nella genesi dei tumori». Le parole di Bernardoni hanno raggiunto anche la stessa dottoressa Benetti che, dal 2010, si guarda bene dall’alimentare toni trionfalistici smentendo «sensazionalismi giornalistici incontrollabili» che «in primis, non garantiscono il rispetto ai pazienti colpiti da queste terribile malattia». Ma a distanza di oltre due anni da quel traguardo, a che punto è la ricerca? «Abbiamo dato seguito alle scoperte del 2010 – spiega Benetti – indagando anche il ruolo del miR-335 nelle cellule staminali e pubblicando una recentissima relazione in cui troviamo, associato a questo miRna, un nuovo "percorso" che sembra anche attivo, al momento, soprattutto nei tumori di origine germinale. Speriamo davvero di continuare nella direzione giusta ma non siamo al punto di poter promettere nulla». Insomma, «in termini di applicabilità terapeutica, lo studio è ancora lontano dalla clinica e nessuno di noi ricercatori può affermare che potrà sostituire la chemioterapia». Anche perché i passi per valutare l’effettiva portata della scoperta del 2010 richiedono molto tempo e una sperimentazione, attualmente in atto, sui topi. «Un aspetto critico per i tumori – spiega Benetti – è al momento la loro classificazione e l’identificazione attraverso biomarcatori specifici dei casi a elevato rischio»; un requisito fondamentale, questo, «per poter migliorare le strategie di cura e per guidare le scelte terapeutiche. Il nostro lavoro cerca di fornire un contributo di base proprio in questo ambito. Stiamo cercando di chiarire l’importanza di determinati componenti molecolari, per capire (in ottica ambiziosa) se essi possano risultare associati all’andamento della malattia e, quindi, per poter fornire interessanti futuri bersagli terapeutici. Vogliamo dare speranza alla gente – è l’auspicio della ricercatrice originaria di Monfalcone – e per questo le forze di tutti noi ricercatori, di cui la mia è parte milionesima, sono sempre unite e stimolate, ma vogliamo anche evitare false illusioni».

    Vito Salinaro
    25 gennaio 2013
    www.avvenire.it/Vita/Pagine/stiamo-preparando-la-sconfitta-del-can...
    [Modificato da wheaton80 15/03/2014 22:56]
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    00 16/03/2014 23:36
    Allarme AIFA. Cancro e Sterilità per chi usa il Muscoril e altri 10 farmaci noti. Ecco quali

    L’ AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, in una nota informativa, precisa i potenziali rischi prodotti dal principio attivo contenuto nel farmaco Muscoril che, “se assunto costantemente, provoca un rischio di teratogenicità, embriofetotossicità/aborto spontaneo, compromissione della fertilità maschile e come potenziale fattore di rischio di cancro”. La stessa agenzia, infatti, consiglia un dosaggio limitato. Il medicinale non deve, quindi, essere usato per il trattamento a lungo termine di condizioni croniche ma deve essere limitato a 7 giorni per le formulazioni orali, e a 5 giorni, per quelle iniettabili. Inoltre la posologia non deve superare la dose di 8 mg ogni 12 ore, per le formulazioni orali, e di 4 mg ogni 12 ore per quelle iniettabili. Il Muscoril è solitamente prescritto per alleviare dolori muscolari, dolorose contratture, associate a patologie acute della colonna, negli adulti e negli adolescenti di età superiore a 16 anni. In pratica, quello che succede nell’organismo è che il tiocolchicoside si trasforma in una sostanza che può causare danni alle cellule: tecnicamente si tratta dell’aneuploidia, cioè un’anormalità cromosomica che a sua volta può determinare i rischi di cui abbiamo scritto. Ecco quali sono i farmaci che contengono questo principio attivo e che sono in vendita in Italia:

    · Decontril
    · Miorexil
    · Miotens
    · Moveril
    · Muscoflex
    · Muscoril
    · Relmus
    · Sciomir
    · Strialisin
    · Teraside
    · Tioside
    · Tiocolchicoside generici-equivalenti di varie marche

    www.retenews24.it/rtn24/salute-benessere/allarme-aifa-cancro-e-sterilita-per-chi-usa-il-muscoril-e-altri-10-farmaci-noti-ecc...
    [Modificato da wheaton80 16/03/2014 23:36]
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    00 20/03/2014 04:06
    L’estratto del cetriolo di mare uccide il 95 per cento delle cellule di cancro al seno e rimpicciolisce i tumori al polmone

    Un nuovo studio ha dimostrato che l'estratto di cetriolo di mare uccide fino al 95 per cento delle cellule cancerogene del seno, il 90 per cento delle cellule di melanoma, il 95 per cento delle cellule tumorali del fegato e l’88 per cento delle cellule tumorali del polmone in vitro. L'estratto stimola anche il sistema immunitario contro il cancro e impedisce i processi chiave necessari per lo sviluppo di metastasi. Sebbene la scienza che sta dietro alla medicina occidentale è del tutto inesperta a riguardo, il cetriolo di mare per secoli è stato utilizzato nella medicina cinese.

    L'estratto del cetriolo di mare agisce potentemente su più linee cellulari di cancro
    Studi precedenti hanno dimostrato che gli estratti del cetriolo di mare hanno una potente citotossicità contro il pancreas, il polmone, la prostata, il colon, la mammella, la pelle e le cellule tumorali del fegato, così come la leucemia e il gioblastoma. I ricercatori hanno identificato un composto chiave responsabile delle proprietà anti-cancro dei cetrioli di mare: una triterpeniche noto come "Frondoside A". Un nuovo studio ha ora confermato gli effetti anti-cancro del Frondoside A a un livello completamente nuovo. In laboratorio, ha ucciso fino al 95 per cento di cellule del cancro al seno ER+, il 90 per cento delle cellule di melanoma, il 95 per cento delle cellule tumorali del fegato e del 85-88 per cento di tre diverse linee di cancro ai polmoni. Ma i vantaggi di questo composto non solo inducono direttamente la morte cellulare programmata (apoptosi). Inibisce inoltre l'angiogenesi (la capacità dei tumori di crescere in nuovi vasi sanguigni per nutrirsi) e impedisce lo sviluppo di metastasi del cancro bloccando l'invasione e la migrazione cellulare. Ancora più interessante è la capacità del Frondoside A di attivare cellule naturali killer del nostro sistema immunitario per attaccare le cellule del cancro. Questo è stato dimostrato per il cancro al seno in particolare, ma può valere anche per tutti i tumori, perché coinvolge il sistema immunitario e non direttamente le cellule tumorali. Questo può in parte spiegare perché il Frondoside A era così efficace da ridurre i tumori polmonari nei topi tanto da superare i farmaci chemio in termini di prestazioni.

    Riduzione della massa tumorale del polmone senza gli effetti collaterali della chemio

    Il "Frondoside A" è un citotossico potente per tre diversi tipi di cancro del polmone in vitro, inclusi NCI-H460Luc2, LNM35 (non a piccole cellule cancro ai polmoni) e A459 (adenocarcinoma epiteliale). Quando è stato somministrato in esemplari di topo con cellule xenotrapiantate non piccole di cancro di polmone umano, esso ha ridotto i tumori del 40 per cento in 10 giorni. Ciò si contrappone molto bene al restringimento del 47 percento ottenuto attraverso un farmaco chemio standard. Ma le somiglianze tra i due composti non si fermano qui. Il farmaco chemio utilizzato in questo studio è noto per danneggiare il DNA e causare effetti collaterali negativi potenti, come danni renali e immunosoppressione, e può effettivamente indurre leucemia nel paziente.

    Il futuro dei cetrioli di mare come medicina naturale per il cancro
    L’estratto del cetriolo di mare è una medicina naturale molto promettente per combattere il cancro. Attualmente ci sono due studi clinici condotti che lo stanno utilizzando (con altri estratti naturali) contro il mieloma e il mieloma multiplo, ma ulteriori sperimentazioni contro il cancro al seno e al polmone sono state richieste chiaramente. Intanto, il cetriolo di mare essiccato e in polvere è disponibile in Nord America in integratori "over-the-counter" volti a combattere condizioni infiammatorie (come l'artrite), perché sembra essere una ricca fonte di condroitina.

    Fonti
    www.ncbi.nlm.nih.gov
    www.ncbi.nlm.nih.gov
    www.ncbi.nlm.nih.gov
    www.ncbi.nlm.nih.gov
    www.ncbi.nlm.nih.gov
    www.clinicaltrials.gov
    science.naturalnews.com

    Ethan Evers - NaturalNews.com, 15 Ottobre 2013
    Traduzione di Marisa Menna
    www.coscienza.org/_ArticoloDB1.asp?ID=1333
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