È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Forum NWO Nuovo Ordine Mondiale, illuminati, cospirazioni, controllo globale, spiritualità, scienza di confine, Bilderberg, Lady Diana

Al Gore: la fine di una parabola. Smantellata la sua macchina di propaganda

  • Messaggi
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 299
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Junior
    00 22/04/2013 12:57

    Aveva vinto il Nobel per la pace nel 2007, adesso quasi nessuno sa più chi sia. L’eclissi di un personaggio scomodo che ricorderebbe con la sua stessa presenza un imbarazzante errore delle istituzioni scientifiche. Mai come oggi il mito di Crono che divora i propri figli è stato più attuale, basta scomparire per pochi mesi dai media ed è come se fossero passati anni, tutto appare subito vecchio, quando non proprio caduto nell’oblio.

    Il caso forse più paradigmatico di tutti è quello di Al Gore, vicepresidente degli USA con Clinton negli anni ’90 perse poi per pochi, contestatissimi voti, le elezioni del 2000 contro G. W. Bush. Nel 2006 tornò poi alla ribalta con il film documentario, denuncia del pericolo derivante dal riscaldamento climatico causato dall’Uomo (AGW), “An Incovenient Thruth” col quale vinse il Nobel per la pace, poca considerazione ebbe il fatto che Gore fosse stato sotto l’amministrazione Clinton uno dei principali artefici dei bombardamenti in Serbia e Irak.

    Per dare maggiore incisività alle sue idee nel 2005 fondò la televisione “Current TV“ che presto ebbe sedi in diversi paesi del mondo. Ma poi qualcosa cominciò ad andare storto, le trasmissioni di Current sono state annullate in Italia dal 2011, in Inghilterra nel 2012 e adesso, la notizia è recente,Current USA sta per scomparire, è stata infatti venduta ad Al Jazeera all’inizio del 2013.

    Cosa è successo? Come mai in soli 5 anni si è passati dal trionfo del Nobel allo smantellamento della macchina propagandistica che ruotava intorno ad Al Gore? Il motivo possiamo ipotizzarlo, quando cominciava ormai ad essere chiaro a tutti che l’allarme del’AGW si sarebbe sgonfiato neanche fosse una delle tante bolle speculative, che ogni tanto lasciano dietro di sé una scia di delusi e increduli che si fidavano dei consigli degli esperti, è iniziata una lenta manovra di riposizionamento, una ritirata che deve consentire almeno a qualcuno di rifarsi una verginità e dire “in fondo io non l’ho mai pensato”, semmai parlavo di “cambiamenti climatici…”.

    Ecco allora che la prima cosa che andava fatta era eclissare il principale testimonial della campagna contro l’AGW: Al Gore. E adesso con la fine di Current TV le ultime tracce vengono cancellate, tanto la gente ormai ha la memoria corta. Che i più scaltri si stiano riposizionando è segnalato anche su Climate Monitor nell’articolo Clima e catastrofi, tira vento di cambiamento… del meteorologo Guido Guidi, dove leggiamo:

    “Accade così che qualcuno stia rivedendo gradualmente le sue posizioni, nel tentativo di riconfigurarsi nei confronti di una discussione che sta prendendo una piega diversa da quella della catastrofe prossima ventura che soltanto pochi anni fa, appunto con l’uscita del 4° report IPCC, molti davano per scontata.”

    Così, mentre i grandi protagonisti della politica e dell’informazione stanno correggendo il tiro, vediEconomist, i soliti noti non si accorgono di niente e come oche insipienticontinuano malinconicamente a combattere baldanzosi mentre dietro di loro si comincia a sbaraccare.

    Se ancora non se ne fossero accorti mostriamo loro cosa è che sta facendo preparare ad una precipitosa ritirata i fautori dell’AGW:



    I dati reali indicati dalla linea blu stanno per perforare in basso le più negative delle previsioni nei confronti dell’AGW. Altro che le previsioni di Al gore e dell’IPCC:



    Siamo vicini al “si salvi chi può”. Certo, tutto potrebbe ancora accadere, però mentre si spera nella fortuna meglio preparare le scialuppe di salvataggio. Ma a qualcosa tutto questo è servito: a dimostrare che la scienza, quando sono in gioco interessi economici, è la prima vittima della guerra. Proprio come la verità.

    www.enzopennetta.it/2013/04/al-gore-la-fine-di-una-parabola-smantellata-la-sua-macchina-di-pro...

    [Modificato da wheaton80 22/04/2013 12:58]
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 1.005
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 23/04/2014 23:30
    “Abbiamo la maggior presenza di ghiaccio in Atlantico da decenni a questa parte”, avverte la guardia costiera canadese



    La flotta rompighiaccio della guardia costiera canadese, “affronta alcune delle peggiori condizioni di ghiaccio nell’Oceano Atlantico da decenni a questa parte”, dice l’articolo su cbsnews.ca. Il servizio canadese The Ice, una succursale di Environment Canada, riferisce che c’è la presenza del 10% in più di ghiaccio quest’anno rispetto alla media degli ultimi 30 anni. “Non si vedeva un inverno così brutale per quanto riguarda la presenza di ghiaccio dagli ultimi 25 anni”, ha dichiarato Mike Voight, il direttore della programmazione spedizioni della regione atlantica, riferendosi sia alla quantità di ghiaccio che allo spessore presente. Mike Voight riferisce inoltre che “Il Golfo di San Lorenzo è coperto da una spessa coltre di ghiaccio e alcune zone sono “molto pericolose per la navigazione”. La Guardia Costiera canadese ha emesso questo avviso il 12 marzo 2014. Tuttavia, sembra che i media mainstream, non si sa come, in qualche modo la notizia se la siano “persa”.

    Enzo Ragusa
    22 aprile 2014
    www.cbc.ca/news/canada/nova-scotia/coast-guard-warns-of-bad-ice-year-for-atlantic-canada-ships-1...
    [Modificato da wheaton80 23/04/2014 23:31]
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 2.367
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 31/07/2016 04:32
    Spedizione polare bloccata dai ghiacci: doveva dimostrare che i ghiacci artici erano scomparsi



    Dopo quello che accadde nel 2013 con la spedizione australiana in Antartide, che dovette essere evacuata per l’anomala espansione dei ghiacci polari, la stessa cosa è accaduta in questi giorni ad un’altra spedizione scientifica, che doveva attraversare l’Oceano Artico allo scopo di dimostrare la scomparsa delle superfici ghiacciate. In pratica, tale spedizione doveva partire da Bristol, andare in Alaska, in Norvegia, in Russia attraverso il “Passaggio di Nord Est”, di nuovo in Alaska attraverso il “Passaggio di Nord Ovest”, in Groenlandia, e tornare di nuovo a Bristol. Lo scopo dichiarato di questa spedizione, composta da marinai, avventurieri e scienziati del clima, era di dimostrare che la riduzione del ghiaccio polare era di un livello tale da lasciare libero al transito delle navi quei passaggi che un tempo erano ricoperti ed intransitabili. Ma è subentrato un problema: tale spedizione è rimasta bloccata nel porto russo di Murmansk, a causa della chiusura del “Passaggio di Nord Est” per il troppo ghiaccio esistente! I grafici della temperatura del Polo, del resto, mostrano temperature estive ben al di sotto delle medie, malgrado si continui a parlare di “riscaldamento artico senza precedenti”. Questo blocco della spedizione arriva ad appena un mese di distanza dalla previsione di uno scienziato britannico che aveva previsto un Polo Nord completamente privo di ghiaccio marino entro il mese di settembre. Attualmente sono presenti 10,6 milioni di kmq di ghiaccio. Per rispettare tale previsione, visto l’attuale tasso di scioglimento di circa 60 kmq al giorno, sarebbero necessari 177 giorni, cioè occorrerebbe attendere il mese di gennaio, cosa impossibile visto il nuovo ricongelamento del ghiaccio che comincerà entro un paio di mesi.

    Maria Olivieri
    Fonte: dailycaller.com/2016/07/20/global-warming-expedition-stopped-in-its-tracks-by-arctic-...

    21 luglio 2016
    freddofili.it/14184-spedizione-polare-bloccata-dai-ghiacci-doveva-dimostrare-ghiacci-artici-sc...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 2.462
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 03/10/2016 00:03
    Record storico di crescita dei ghiacci polari in settembre

    Volevate qualche anticipazione su come si comporterà il prossimo inverno? I modelli matematici a portata stagionale difficilmente riusciranno a comprendere con esattezza cosa succederà il prossimo inverno, sospeso tra una Nina che sarà forse molto meno forte rispetto alle previsioni iniziali, una QBO che fa gli scherzi tornando positiva anziché diventare negativa, e così via, esponendoci alla mutevolezza di quegli indici che vengono di solito utilizzati per questo tipo di previsione. Tuttavia, c’è un indizio molto importante, che è quello che deriva dall’espansione o dalla diminuzione dei ghiacci polari nei mesi iniziali della stagione fredda. Probabilmente un Atlantico Settentrionale più freddo del normale sta provocando un incremento del ghiaccio marino polare che è nettamente superiore a quello medio degli ultimi vent’anni. Dal grafico del Servizio Meteorologico Danese, osserviamo che quest’anno la stagione del disgelo artico è finita in anticipo rispetto alla norma degli ultimi anni, mentre il ghiaccio polare sta crescendo ad una velocità che non ha uguali, almeno dal 1998 ad oggi.



    E’ stato superato il record precedente che risaliva al 1987, e questo dopo una lunga serie di anni in cui settembre ha mostrato valori di scarso ispessimento dei ghiacci.



    Questa velocità altissima di congelamento nei mari artici ha forse un significato per la prognosi della prossima stagione invernale? Stiamo forse per avere un inverno all’altezza dei tempi passati su molte zone dell’Emisfero Settentrionale?

    Maria Olivieri
    28 settembre 2016
    www.freddofili.it/14537-record-storico-crescita-dei-ghiacci-polari-se...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 2.940
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 11/11/2017 00:13
    I Nobel dell’ipocrisia e della propaganda

    “Ogni bambino nato in soprannumero rispetto all’occorrente per mantenere la popolazione al livello necessario deve inevitabilmente perire, a meno che per lui non sia fatto posto dalla morte degli adulti... Pertanto... dovremmo facilitare, invece di sforzarci stupidamente e vanamente di impedire, il modo in cui la natura produce questa mortalità; e se temiamo le visite troppo frequenti degli orrori della fame, dobbiamo incoraggiare assiduamente le altre forme di distruzione che noi costringiamo la natura ad usare. Invece di raccomandare ai poveri l’igiene, dobbiamo incoraggiare il contrario. Nelle città occorre fare le strade più strette, affollare più persone nelle case, agevolando il ritorno della peste. In campagna occorre costruire i villaggi dove l’acqua ristagna, facilitando gli insediamenti in tutte le zone palustri e malsane. Ma soprattutto occorre deplorare i rimedi specifici alla diffusione delle malattie e scoraggiare quelle persone benevoli, ma tratte decisamente in inganno, che ritengono di rendere un servizio all’umanità ostacolando il decorso della estirpazione completa dei disordini particolari”
    - Thomas Malthus, “Saggio sui principi della popolazione”

    Albert Arnold Gore Junior e l’I.P.C.C. hanno vinto l’ambito e ‘prestigioso’ Premio Nobel per la Pace! Solamente il Comitato di ‘esperti’ della Fondazione svedese per il Nobel poteva assegnare il premio per la Pace al fasullo e propagandistico riscaldamento globale! La spiegazione ufficiale è che Al Gore Junior e l’IPCC (il Comitato Intergovernativo per i Mutamenti Climatici) sono stati premiati per gli sforzi compiuti al fine di «costruire e divulgare una maggiore consapevolezza sull'impatto del cambiamento climatico causato dall'uomo, e per delineare le misure necessarie a contrastare» gli effetti negativi. Non importano le sempre più numerose evidenze scientifiche che dimostrano la truffa colossale e il terrorismo mediatico e psicologico portati avanti da Gore & C. Poco importa anche che la strategia algoriana sia quella di puntare il dito contro i Paesi in via di sviluppo, colpevoli di una crescita demografica incontrollata (falsa pure questa), che causerebbe il consumo delle risorse mondiali (!?).

    Della serie: non siamo noi occidentali che consumiamo e sprechiamo, ma sono i “morti di fame” del Terzo Mondo! Quindi “maggiore consapevolezza” di cosa? Forse che il milione e mezzo di dollari (soldi che vengono donati assieme al Premio) è stato dato ad un miliardario guerrafondaio, massone di alto rango, che partecipa attivamente alle strategie eugenetiste e razziali statunitensi? Nulla di nuovo all’orizzonte, direbbe qualcuno, visto che perfino Heinz Alfred Kissinger (Henry per gli amici), nonostante i suoi numerosissimi crimini in giro per il mondo, ha ricevuto il premio Nobel per la Pace nel 1973 (alla faccia di Salvador Allende e di tutti i cileni scomparsi e torturati; alla faccia degli abitanti massacrati dell’Iraq, dell’Iran, dell’Indocina, di Cipro, di Timor Est, del Bangladesh, ecc…). Ecco l’ipocrisia dei Nobel…

    Al Gore e il Piano per il Controllo Demografico Globale

    «Alla ricerca di un nuovo nemico che ci unisca, trovammo l’idea che l’inquinamento, la minaccia del riscaldamento globale, dell’esaurimento delle riserve idriche, della fame et similia sarebbe potuta andar bene. […] Tutti questi pericoli hanno come causa l’intervento umano. […] Il nemico reale, quindi, è la stessa umanità»
    - A Report by the Council of the Club of Roma, 1991

    “Una scomoda verità”, il documentario-denuncia di Al Gore, sta girando il mondo come nessun altro prodotto cinematografico degli ultimi anni! Proiezioni dentro le scuole, alle università, conferenze pubbliche in ogni città di ogni Paese del globo. Premiato con ben due Oscar, come miglior documentario e come miglior canzone, la casa di produzione è la Paramount Classics, una divisione della Paramount Pictures! E’ doveroso a questo punto aprire una parentesi storica per meglio comprendere l’indirizzo strategico di questa potentissima casa di produzione (massonica).

    La Paramount è la prima major hollywoodiana, fondata nel 1912 e diretta per vent’anni da Adolph Zukor, un pellicciaio nato in Ungheria. Mentre suo fratello Arthur, adottato dallo zio Kalman Lieberman dopo la morte del padre, sarebbe diventato rabbino della maggiore sinagoga di Berlino, il giovane Adolph abbandona il giudaismo praticante non appena giunge in America.[1] Nel 1966 la Paramount viene assorbita da un grande conglomerato industriale-finanziario, il più grande tra quelli che hanno assorbito le majors: la Gulf-Western Industries Incorporated di Charles Bluhdorn (austriaco immigrato in America). [2] I primi decenni del secolo scorso (e non è cambiato granché oggi, se non qualche fusione tra loro) sono caratterizzati da otto major, le cinque maggiori: Paramount (Zukor), Warner Brothers (i Warner), Loew-Metro Goldwyn Mayer (i Mayer), Twentieth Century Fox (i Fox) e RKO e le tre minori, Universal (Laemmle), Columbia (fratelli Cohn) e United Artists. Tutte e otto sono però consociate nella Motion Picture Producters of America (MPPA) e quindi controllate dal gruppo Rockefeller e/o Morgan. I veri padroni degli oligopoli cinematografici rappresentati dalle maggiori case di produzione sono ancora oggi i grandi finanzieri di Wall Street. I maggiori trust finanziari e bancari statunitensi, le Big Three, sono i gruppi Rockefeller, Morgan e Kuhn Loeb & Co. Ovviamente la Paramount Classics, che ha finanziato il documentario di Al Gore, non fugge da questo controllo economico! Chiudiamo l’analisi di “An inconvenient truth” con il giovane regista Davis Guggenheim, figlio del quattro volte premio Oscar Charles Guggenheim (nato da una famiglia ebrea di Germania).

    Decisamente Al Gore non è quello che si può definire l’ultimo arrivato: membro del C.F.R. (Consiglio per le Relazioni con l’estero, il governo ombra statunitense), della Commissione Trilaterale (fondata da David Rockefeller), nonché vicepresidente degli Stati Uniti d’America sotto William Jefferson Blythe III, detto Bill Clinton, e candidato alle presidenziali del 2000 contro George Walker Bush Junior. Inutile ricordare che Al Gore avrebbe vinto le elezioni se non fosse intervenuto George Walker Herbert Bush (massone del 33° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato) a sistemare il tutto e posizionare il figliol prodigo alla Casa Bianca… Al Gore è l’uomo di punta del movimento New Age che cavalca il cavallo verde dell’ecologia. Ecco perché vedere un Al Gore che indossa la maschera del paladino ecologista dovrebbe farci sorridere, anche perché il portavoce della campagna contro il riscaldamento globale, il cui nome completo è Albert Arnold Gore Junior (per differenziarlo dal paparino Albert Arnold Gore Senior), fa parte di una delle più potenti famiglie statunitensi, paragonabili a quella dei Bush. Il papà di Al Gore, che chiamerò Gore Senior, ha fatto parte del cosiddetto “establishment rosso”. Socio in affari con il famoso imprenditore e collezionista d’arte, Armand Hammer, il quale per primo portò aiuti economici a Vladimir Il'ič Ul'janov, meglio conosciuto come Lenin.

    Il padre Julius Hammer ha fondato il Partito Comunista Americano ed era amico, nonché benefattore, di Gore Senior e addirittura di Joseph Stalin. Armand Hammer (secondo l’FBI statunitense e grazie al FOIA[3]) faceva sporchi affari di importazione ed esportazione con l’Unione Sovietica e ha personalmente negoziato con Lenin durante gli anni ’20; successivamente è entrato nel mondo del petrolio fondando la OXI, Occidental Petroleum Corporation. Politicamente Hammer non guardava in faccia nessuno (come nella migliore delle tradizioni mondialiste): ha finanziato i repubblicani come Nixon, e i democratici come Al Gore Junior! Quindi il neo ecologista Al Gore Junior, che sta girando il mondo denunciando da tutti i microfoni il riscaldamento del globo, è stato finanziato da una corporation petrolifera, e non solo, ma vanta addirittura legami economici con la stessa: possiederebbe infatti 500.000 dollari di azioni della OXI! Potrà anche essersi sbarazzato di queste poco-pulite azioni, intestate magari a un prestanome o devolute in beneficenza, ma il discorso non cambia di un millimetro, perché, come vedremo, le finalità del documentario, dalle stesse parole di Al Gore, rientrano nella campagna per il controllo demografico del pianeta portato avanti da decenni da potenti gruppi controllati dai Rockefeller!

    Prima però analizziamo quali sono questi gruppi e quali soprattutto le finalità. “La premessa indispensabile per una incondizionata accettazione dei programmi di genocidio dei cosiddetti circoli mondialisti, è l’odio per l’uomo, l’odio per il suo diritto divino di procreare e di popolare la terra”.[4] Forse sto esagerando? Assolutamente no. Il 6 e 7 aprile 1968, presso l’Accademia dei Lincei alla Farnesina a Roma, una trentina di persone si sono riunite (con la sponsorizzazione della Fondazione Agnelli) per “cambiare le loro idee sui grandi problemi del pianeta”. Nasce così il “Club di Roma”! Un gruppo di chiaro stampo malthusiano (vedremo in seguito chi fu Thomas Malthus), in cui l’odio contro l’uomo non trova più limiti: l’uomo infatti diventa “un cancro”, “un essere perverso”. Le parole d’ordine, come scrisse il Presidente Aurelio Peccei, nella sua biografia, diventano:“Il diritto di dar la nascita non è un diritto assoluto”. O come disse alla Deutsche Press Agentur, nel 1988, il principe Filippo (Mountbatten) Duca di Edimburgo, massone d’alto rango e Presidente internazionale del WWF:“Nel caso io rinasca, mi piacerebbe essere un virus letale, così da contribuire a risolvere il problema della sovrappopolazione”.

    Nel 1965, il Presidente USA Lyndon Johnson dichiarava a San Francisco, durante il 20° anniversario delle Nazioni Unite, che 5 dollari investiti nel controllo della popolazione valevano quanto 100 dollari investiti nello sviluppo economico. Per non essere da meno, Nixon sottolineò il 18 luglio 1969 al Congresso come le Nazioni Unite:“Dovranno prendere l’iniziativa di reagire contro la crescita della popolazione mondiale”, e nel 1970 la sua amministrazione emise una direttiva che chiedeva una serie di studi per la diminuzione delle nascite. Studio che non tardò ad essere pubblicato. Il 24 aprile 1974, Henry Kissinger firmò il “National Security Study Memorandum 200” e lo inviò al nuovo Presidente Gerald Ford. Questo Memorandum altro non è che “uno studio sull’impatto della crescita della popolazione mondiale sugli interessi strategici americani”, mettendo ben in evidenza quali siano “le implicazioni politiche ed economiche internazionali”. [5]

    Kissinger & C. (creatura dei Rockefeller) raccomanda caldamente il trasferimento della tecnologia contraccettiva, la sterilizzazione, l’aborto, il condizionamento della popolazione e dei leaders politici. Nel 1975 tali raccomandazioni vengono accolte dall’amministrazione americana. Lo spopolamento di intere Nazioni della terra entrava così a far parte della politica estera degli Stati Uniti. A firmare questo atto criminale fu il Direttore del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, Brent Scowcroft. Il primo di una lunga serie di esperimenti fu la guerra civile in Libano (1975-1990)… Passano gli anni ma la situazione non cambia di molto. Il 24 luglio 1980, il Presidente James Earl Carter Junior (noto come Jimmy Carter) firma i risultati di un nuovo studio intitolato:“The Global 2000 – Report to the President”.

    Un rapporto di oltre 1.600 pagine che esordisce così:“Se proseguirà la tendenza attuale, con lo sviluppo demografico ed economico, il mondo del 2000 sarà più popolato, più inquinato, meno stabile ecologicamente e più vulnerabile alla distruzione del mondo in cui viviamo oggi”. Questo Global 2000 è una dichiarazione politica ufficiale di intenti genocidi, secondo la quale i Paesi in via di sviluppo, privati di industrializzazione, dovrebbero regredire e ridurre le loro popolazioni! Guarda caso, la medesima conclusione a cui arriva Al Gore nel suo “documentario ecologista”. La Conferenza dell’ONU sulla Popolazione tenuta a Bucarest nel 1974 e quella del Cairo nel 1994 sono state delle mere speculazioni propagandistiche finanziate dai gruppi mondialisti (uno per tutti la Fondazione Rockefeller), il cui scopo è stato quello di inventare la presunta “sovrappopolazione” nel Terzo Mondo come paravento per saccheggiare le materie prime. La prova di questo è scritta nel “Memorandum 200”.

    Nella conferenza del Cairo, per esempio, si è riproposta la distruzione dell’istituzione della famiglia, che è il fondamento della società umana, camuffando questo con lo slogan della “libertà sessuale”. I metodi proposti? Li possiamo vedere oggigiorno: diffusione generalizzata dell’aborto, sterilizzazione forzata, eutanasia, pornografia e chi più ne ha più ne metta.
    Per non parlare della cancellazione di importanti valori e/o modelli familiari sostituendoli con beceri quanto devianti valori rappresentati perfettamente da star dello spettacolo, della musica e della televisione. Tra il 3 e il 14 giugno del 1992 a Rio de Janeiro si tenne una Conferenza internazionale sull’ambiente. Erano presenti 140 Paesi con 7.892 delegazioni da tutto il mondo, governative e gruppi di ambientalisti, finanziate e sponsorizzate dalle solite fondazioni, come Carnegie, la Rockefeller, la Edmond de Rothschild, la Kettering.[6]

    Sapete da chi era guidata la delegazione statunitense? Proprio da Al Gore in persona, il quale ha presentato il suo libro dal titolo “Earth in the Balance: Ecology and the Human Spirit” (“Terra in equilibrio: Ecologia e Spirito Umano”). Un libro in cui viene lanciata l’idea per un nuovo “Piano Marshall Globale” sotto il controllo dell’ONU, in grado di imporre uno stretto controllo sui consumi energetici e la politica industriale degli Stati.[7]

    Egli ripropone anche la furiosa campagna del governo britannico contro i Paesi inadatti allo sviluppo, ai quali il principe Filippo chiedeva insistentemente di ridurre la propria popolazione. Lo stesso Filippo di prima, il Presidente internazionale del WWF. Gore arriva ad affermare che la minaccia nucleare che aveva caratterizzato gli anni della Guerra Fredda sia stata sostituita “dalla natura strategica della minaccia che ora la civiltà umana pone all'ambiente globale e dalla natura strategica posta alla civiltà dai cambiamenti nell'ambiente globale”. Chiese per tanto ai leader mondiali di non lasciarsi distrarre dall'intraprendere questo nuovo corso, anche se questo avrebbe lasciato “milioni di persone ... a soffrire nella povertà e a morire di stenti, guerre e malattie”. Certamente, in tutto questo, il documentario propagandistico della Paramount Classics gioca un ruolo fondamentale e soprattutto funzionale. E’ bene anche ricordare che dalla fine degli anni ’80 Al Gore Junior promuove l’embargo della tecnologia moderna verso il Terzo Mondo, con la scusa ufficiale che si tratta di “tecnologia duale”, ovvero utilizzabile sia per scopi civili che militari.[8]

    Perché rischiare che questi popoli certamente inferiori si dotino di armamenti? Meglio non dare nulla, per il loro e soprattutto per il nostro bene. Tutto questo nel ricco documentario si può “leggere” se e solo se si hanno gli strumenti conoscitivi adeguati: tra numerosissimi e complicati grafici sull’aumento dell’anidride carbonica nel pianeta, prove fotografiche dello scioglimento dei ghiacciai sia al nord che al sud del globo, che porteranno all’innalzamento del livello dei mari di svariati metri e alla conseguente cancellazione di centinaia di milioni di persone, soprattutto nel sud-est asiatico, Al Gore svela i suoi veri intendimenti, si toglie la maschera e dice:“Stiamo assistendo alla collisione tra la nostra civiltà e la Terra, e sono tre i fattori responsabili di questa collisione.

    Il primo è l’aumento della popolazione! La mia generazione, quella del baby-boom, è nata dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando la popolazione aveva appena oltrepassato la soglia dei 2 miliardi. Ora ho 50 anni e la popolazione ha quasi raggiunto i 6 miliardi e mezzo, ma secondo le aspettative di vita della mia generazione raggiungeremo i 9 miliardi. Ci sono volute 10mila generazioni per arrivare a 2 miliardi di persone, ma se nell’arco di una vita dai 2 miliardi si passa a 9, questo significa che sta accadendo qualcosa di diverso. Stiamo creando sempre più pressione sulla terra, e la maggior parte di questa pressione viene esercitata dalle Nazioni più povere del mondo. C’è una maggiore richiesta di cibo, una maggiore richiesta di acqua, ma le risorse naturali sono limitate”.[9]

    Avete capito dove vuole arrivare? Ho sottolineato appositamente i passaggi chiave che rientrano nel pensiero malthusiano. Secondo il democratico ecologista del Tennessee, la prima causa di tutto questo surriscaldamento globale è da imputarsi all’aumento delle popolazioni e alla pressione esercitata dalle Nazioni più povere! Conclude dicendo che le risorse naturali sono limitate. Ricordate prima quando vi ho accennato a Thomas Malthus? Bene, oltre due secoli fa il reverendo Thomas Robert Malthus elaborò una teoria che pone in relazione la crescita della popolazione con lo sviluppo economico. Il pastore anglicano sosteneva che la tendenza della popolazione di un Paese è di crescere a tasso geometrico (per esempio 1-2-4-16-32), mentre l’offerta di cibo segue invece un tasso aritmetico (per esempio 1-3-5-7-11).

    Quindi, siccome l'offerta di cibo non riesce a tenere il passo della crescita della popolazione, i redditi pro-capite tenderanno a diminuire, sino ad arrivare al livello di sussistenza. Il solo modo per evitare bassi livelli di vita o di assoluta povertà è di limitare il numero di nascite! Ma guarda caso… Non solo, ma per Malthus, come per Al Gore, le risorse sono limitate, e questo implica una sola cosa: se una Nazione vuole mantenere il proprio standard di benessere, come per esempio gli Stati Uniti, dovrà far di tutto per impedire che queste risorse (appunto limitate) vengano distribuite equamente. Ecco le guerre, le carestie e i genocidi. Thomas Malthus è l’ideologo del controllo demografico e le sue teorie demografiche saranno riprese e studiate da Charles Darwin, applicate sulla popolazione da Adolf Hitler e propagandate dal nostro “sempre-verde” Al Gore. L’altra cosa a cui il documentario non lascia spazio è la speranza. Una persona, che non ha le conoscenze adeguate, come la maggior parte dei giovani, dopo aver visto il DVD potrebbe senz’altro pensare e dire:“Non c’è più nulla da fare”. Spegnere la speranza, soprattutto in un ragazzo (l’adulto di domani), è una delle cose più criminali che si possano fare, e naturalmente questo rientra in una strategia deviante creata ad hoc.

    Al Gore dimentica di dire nel suo documentario che la Terra potrebbe sfamare una popolazione molto più numerosa di quella attuale, se solo avvenisse una distribuzione equa delle ricchezze e soprattutto un consumo più consapevole da parte nostra. Utopia? No! Basta snocciolare qualche dato per comprendere che non lo è affatto. Il 70% dell’intera coltivazione cerealitica degli Stati Uniti d’America (il 36% nel mondo!) serve per allevare gli animali da macellazione. Animali che naturalmente non saranno mangiati dai Paesi in via di sviluppo, ma da noi occidentali! Secondo il World Resources Institute gli americani ingurgitano 122 chili di carne a testa ogni anno, mentre noi italiani “solamente” 88 chili! Quasi il 50% dell’acqua consumata, sempre negli Stati Uniti, serve proprio per le coltivazioni che andranno per questi animali. Pensate che per produrre solamente 5 chili di carne bovina serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media (occidentale naturalmente) in un intero anno. Ecco perché, a livello globale, il 70% dell’acqua utilizzata dal pianeta è usato dalla zootecnia e dall’agricoltura!

    Possiamo ancora parlare di utopia? O questo termine è comodo perché ci evita di mettersi tutti davanti allo specchio per intonare un bel “mea culpa”? Ma andiamo avanti. Per produrre un paio di jeans sono richiesti oltre 10.000 litri di acqua e per irrigare 1.000 metri quadrati di tappeto erboso per il golf servono non meno di 670.000 litri di acqua ogni anno! L’elenco sarebbe lunghissimo, ma penso basti per far comprendere come le risorse (in questo caso l’acqua, ma è valido per qualsiasi altro bene) non sono certamente distribuite. Nel mondo infatti 400 milioni di bambini non hanno accesso all’acqua potabile e 2 milioni ne muoiono per la sua mancanza. Ma per fortuna che ci sono le teorie di Malthus e il documentario di Al Gore: d’altronde, che colpa abbiamo noi se le risorse del pianeta sono limitate e se siamo nati in un opulento occidente! Grazie Malthus e soprattutto grazie Al Gore. Non ho voluto commentare i dati riportati dal documentario per non dilungarmi troppo, perché penso sia sufficiente il background di Al Gore per comprendere cosa e soprattutto chi c’è dietro. Comunque sia, recentemente la rivista tedesca Bild [10] ha pubblicato una denuncia sulla presunta catastrofe provocata dalle emissioni di CO2. L’articolo presenta tre tesi che contraddicono quelle di Al Gore:

    - I periodi di caldo e freddo si alternano da sempre a prescindere dalla concentrazione di anidride carbonica

    - Gli inverni caldi non costituiscono la prova di un reale cambiamento climatico. Sono esistiti sempre, come l'estate del 1904, quando l'Europa fu investita da un caldo tropicale, tanto che il grande fiume Elba rimase quasi a secco. L'inverno del 1907 fu così mite che le piante cominciarono a fiorire in dicembre, come in primavera. Il motivo è l'aumento delle radiazioni solari e gli scienziati danesi hanno dimostrato che il sole alla fine del 20mo secolo ha emesso radiazioni tanto intense come non è mai accaduto negli ultimi mille anni

    - La terza tesi afferma che il quantitativo di CO2 nell'atmosfera non dipende quasi affatto dalle automobili, ma che l'attività umana contribuisce solo dall'1 al 4 per cento delle emissioni mondiali. La respirazione degli esseri umani produce 2,5 milioni di tonnellate di C02 e le macchine ne producono 6,7 milioni. Il grosso del CO2 viene dalla respirazione animale e dagli oceani

    Con quanto ho riportato non è mia intenzione far finta di non vedere le gravissime colpe ambientali che ha la nostra società industrializzata. Anzi, l’unica cosa certa che si evince da questa diatriba (non certo sterile dal punto di vista evolutivo), oltre alla strategia dei nuovi demografi malthusiani come Al Gore, è che tutti noi occidentali dovremo rivedere assolutamente il nostro stile di vita in molti dei suoi aspetti fondamentali, ecco qualche piccolo esempio:

    - Consumo alimentare: quanto di quello che mangiamo serve ad una sana nutrizione e quanto è inutile spazzatura chimica indotta dalla pubblicità? E’ davvero fondamentale, per noi italiani, mangiare 88 chili di carne all’anno?

    - Riciclo e riutilizzo: quanti sono gli oggetti che vengono effettivamente riutilizzati e riciclati e che non vanno a finire in discarica inquinando il Paese?
    - Mezzi di trasporto: servono davvero 2/3 automobili e due scooter per famiglia?

    - Spreco di risorse: quanto oro blu (acqua) buttiamo via tenendo aperto il rubinetto durante una bella doccia calda? Oppure quando laviamo i piatti o la macchina?

    Ecc… Ecc… Solo una seria presa di coscienza del problema può dare dei risultati importanti anche a livello planetario, visto che siamo tutti, che ci piaccia o non ci piaccia, nella stessa barca. Dare la colpa ai Paesi poveri del Terzo Mondo, come fa Al Gore & C., denota solo una strumentale e criminale malafede!

    Note
    [1] “Dietro il sogno americano: il ruolo dell’ebraismo nella cinematografia statunitense” di Gianantonio Valli, ed. Barbarossa
    [2] Idem
    [3] FOIA: Freedom of Information Act, la legge sulla libertà d’informazione
    [4] “ONU: gioco al massacro” di Franco Adessa, ed. Civiltà
    [5] Sommario del “National Security Study Memorandum 200”
    [6] “Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia”
    [7] Idem
    [8] Movisol
    [9] “An inconvenient truth”, documentario di Al Gore, prodotto dalla Paramount Classics
    [10] www.movisol.org/07news051.htm

    Marcello Pamio
    10 aprile 2007
    www.disinformazione.it/algore_controllo_demografico.htm
    [Modificato da wheaton80 11/11/2017 00:14]
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 2.963
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 26/11/2017 02:32
    Arrestato Mieczysław Ostojski, Vice Presidente del WMO
    Pagina Wikipedia



    Mieczysław Stefan Ostojski (nato il 1° gennaio 1954 a Sławno), medico abilitato, specialista nel campo dell'ingegneria e della protezione ambientale, negli anni 2006-2015 è stato Direttore dell'Istituto di Meteorologia e Gestione delle Acque dell'Istituto di Ricerca Statale. Il 25 maggio 2011 è stato eletto Vice Presidente del WMO per un mandato di 4 anni [1] ed è stato rieletto nel 2015.

    Carriera scientifica
    Si è laureato alla Gdansk University of Technology, dove nel 1988 ha conseguito anche un dottorato in ingegneria ambientale. Nel 2012 ha conseguito la laurea post-dottorato in Ingegneria Ambientale presso la Facoltà di Ingegneria Ambientale dell'Università di Tecnologia di Wroclaw.
    [2].

    Attività socio-politiche
    Negli anni 1991-1995 M. Ostojski è stato l'organizzatore e il primo Direttore del Consiglio Regionale di Gestione delle Acque a Danzica. Ha lavorato presso il Ministero dell'Ambiente nelle seguenti posizioni: nel 1996 è stato nominato Direttore del Dipartimento di Cooperazione Internazionale di quel ministero, dove ha lavorato fino al 1999. Dal 1999 al 2003 ha diretto il Segretariato della Convenzione sulla Biosicurezza del Mar Baltico a Helsinki (HELCOM) come Segretario Esecutivo. Dopo il suo ritorno da Helsinki nell'agosto 2003, è stato nominato Direttore del Dipartimento delle Risorse Idriche presso il Ministero dell'Ambiente per il periodo da settembre 2003 a maggio 2006. Dal 1° giugno 2006 al 31 maggio 2015 è stato direttore dell'Istituto di Meteorologia e dell’Istituto di Ricerca Statale sulla Gestione delle Risorse Idriche [3]. Mieczysław Ostojski ha anche svolto le seguenti funzioni in istituzioni internazionali e nazionali [3]:

    - Presidente della delegazione della Commissione internazionale polacca per la protezione del fiume
    Oder all'inquinamento (dicembre 2003 - agosto 2006)
    - Presidente della rete europea delle reti di raccolta (2004-2005)
    - Presidente della Rete internazionale delle organizzazioni dei bacini fluviali (1995)
    - Vicepresidente del programma HELCOM PITF (1997-1999)
    - Segretario esecutivo della Commissione di Helsinki - HELCOM (1999-2003)
    - Presidente della delegazione polacca a HELCOM (1996-1999, dal 2003 al 30 giugno 2006)
    - Presidente HELCOM della Commissione di Helsinki dal 1° luglio 2006 al 30 giugno 2008
    - Membro del Comitato esecutivo dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) (2007-2015) e vicepresidente dell'Associazione Regionale Europea WMO - RA VI WMO (2010-2015)
    - Vicepresidente dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale (2011-2015) [4]

    È stato anche membro del Comitato Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) e rappresentante di questa organizzazione presso la Commissione ONU.

    Accuse
    Nel 2016, M. Ostojski è stato arrestato con le accuse di corruzione, di abuso di potere al fine di ottenere proprietà, di frodi e di contraffazioni [5]. Nel 2017, l'Ufficio del Procuratore Distrettuale di Varsavia ha dichiarato i 51 capi d'accusa, tra cui: corruzione, abuso di potere per sfruttare la proprietà, frode, appropriazione indebita di proprietà e falsificazione di documenti [6][7].


    Pubblicazioni

    Brevetto

    Ostojski M., D. Karkosinski: Dispositivo di campionamento di liquidi soprattutto da fogne a cielo aperto. Brevetto PRL n. 148659 (certificato d'autore 253896 datato 9 maggio 1990)

    Altre pubblicazioni

    - Giornata mondiale dell'acqua 2006. Acqua per la vita 2005-2015. Edizione: Water Management Committee dell'Accademia delle scienze polacca, Varsavia, giugno 2006
    - Direttiva quadro dell'Unione Europea sulle acque - stato di attuazione in Polonia. Edizione: Institute of Meteorology and Water Management, Warsaw, 2008
    - Piano d'azione baltico della Commissione di Helsinki. Edizione: Institute of Meteorology and Water Management, Warsaw 2008
    - Politica dell'UE in materia di acque per la protezione del Mar Baltico. Edizione: Institute of Meteorology and Water Management, Warsaw, 2010
    - Armi chimiche affondate nel Mar Baltico a seguito di ostilità. Ed. Istituto di Meteorologia e Gestione delle Acque, Varsavia, 2010
    - Sistema informatico di protezione del Paese da minacce straordinarie. Ed. Consiglio Slesiano NON, Katowice, 2010
    - "Elenco delle stazioni idriche". IMGW PIB. Varsavia, 2011. Lavoro collettivo, in attuazione
    - Catalogo delle sostanze prioritarie nelle acque dei fiumi nell'area del comune. IMGW Publishing House PIB. Varsavia 2010 (IMGW PIB, Centro di monitoraggio della qualità dell'acqua). Lavoro collettivo
    - "Flood Monograph 2010" - Cambiamenti nella qualità dell'acqua - Vistula River Basin. IMGW PIB. Varsavia, 2010. Sotto la supervisione di M. Ostojskiego
    - "Flood Monograph 2010" - Cambiamenti nella qualità dell'acqua - bacino del fiume Odra. IMGW PIB. Varsavia, 2010. Sotto la supervisione di M. Ostojskiego
    - Lo stato di purezza dei fiumi in base ai risultati della ricerca effettuata nell'ambito del monitoraggio ambientale statale negli anni 2007-2009. CIO, Library of Environmental Monitoring. Varsavia, 2010, Lavoro collettivo
    - "Catalogo dei corpi idrici integrati e integrati". CIO, Library of Environmental Monitoring. Varsavia, 2009. Lavoro collettivo
    - Lo stato di purezza dei fiumi in base ai risultati della ricerca effettuata nell'ambito del monitoraggio ambientale statale negli anni 2007-2008. CIO, Library of Environmental Monitoring. Varsavia, 2009. Lavoro collettivo
    - "Riduzione del fosforo e dell'azoto dalla Polonia alle acque del Mar Baltico 2000 - 2006 - 2021". 26ª riunione dei capi di delegazione ai sensi della convenzione HELCOM del 4 maggio 2006. Lavori sotto la direzione di M. Ostojski
    - "Studi dettagliati di monitoraggio per la determinazione della quantità di fosforo e azoto nelle acque fluviali dalla Polonia al Baltico", CIEP. Varsavia, 2008. Lavoro sotto la supervisione di M. Ostojskiego
    - "Valutazione delle variazioni dei carichi inquinanti scaricati nel fiume Baltico da 9 Paesi nel 1995 e nel 2000". CIO, IMGW. Varsavia, 2006. Lavoro collettivo
    - "Bilancio materiale dei lavori nella gestione delle acque - Valutazione della situazione". Ostojski M. Krzysztof Zareba, Wojciech Szczepański. Conferenza del Senato della Repubblica di Polonia, Varsavia, 01.02.2011

    Riferimenti

    1. www.wmo.int/pages/governance/president/2nd_vice_president...
    2. "Bazy danych - Nauka Polska"
    3. Dr Mieczysław S. Ostojski, prof. WSŚ (pol.). Consiglio degli Istituti di Ricerca
    4. Vicepresidente Mieczyslaw S. Ostojski, secondo vicepresidente dell'OMM, Organizzazione Meteorologica Mondiale
    5. Grażyna Zawadka:“L'ex Direttore di IMGW ha ascoltato le accuse” (pol.). Rzeczpospolita, 24-07-2016
    6. Grażyna Zawadka:“Il tornado infuriava nell'Istituto”. Rzeczpospolita, p A7, 2 giugno 2017
    7. Grażyna Zawadka:“51 accuse all'ex capo dell'Istituto di Meteorologia”. Rzeczpospolita, 2017-06-01

    Traduzione dal polacco: Google
    pl.wikipedia.org/wiki/Mieczys%C5%82aw_Ostojski
    [Modificato da wheaton80 26/11/2017 02:35]
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 2.982
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 07/12/2017 00:35
    Da Hitler a Gore, la strategia ecologista dell'Impero Britannico

    “Ogni bambino nato in soprannumero rispetto all’occorrente per mantenere la popolazione al livello necessario deve inevitabilmente perire, a meno che per lui non sia fatto posto dalla morte degli adulti...pertanto...dovremmo facilitare, invece di sforzarci stupidamente e vanamente di impedire, il modo in cui la natura produce questa mortalità; e se temiamo le visite troppo frequenti degli orrori della fame, dobbiamo incoraggiare assiduamente le altre forme di distruzione che noi costringiamo la natura ad usare. Invece di raccomandare ai poveri l’igiene, dobbiamo incoraggiare il contrario. Nelle città occorre fare le strade più strette, affollare più persone nelle case, agevolando il ritorno della peste. In campagna occorre costruire i villaggi dove l’acqua ristagna, facilitando gli insediamenti in tutte le zone palustri e malsane. Ma soprattutto occorre deplorare i rimedi specifici alla diffusione delle malattie e scoraggiare quella persone benevole, ma tratte decisamente in ingannano, che ritengono di rendere un servizio all’umanità ostacolando il decorso della estirpazione completa dei disordini particolari”.
    - Thomas Malthus, “Saggio sui principi della popolazione”

    L'attuale campagna sul riscaldamento globale dell'ex vice Presidente USA Albert Gore trae origine da un altro ben più noto progetto britannico, quello che portò al potere Adolf Hitler in Germania. Fu lanciata negli anni Ottanta dal governo di Margaret Thatcher. La politica ambientalista del governo britannico fu gestita da sir Crispin Tickell, che indusse la signora Thatcher a sollevare il tema del riscaldamento in diverse conferenze, nel tentativo di prevenire qualsiasi opposizione o resistenza in quella che fu un'opera di calcolata erosione delle resistenze da parte degli USA e di altri Paesi. L'Inghilterra, si sa, sponsorizza da sempre la politica “ecologista” in chiave malthusiana, mirante cioè a ridurre la popolazione mondiale e a mantenerne la stragrande maggioranza in uno stato di forzato sottosviluppo. Il primo ideologo di questa politica fu Thomas Malthus che, al soldo della Compagnia delle Indie Orientali, mise a punto l'ideologia del limite delle risorse a fronte della crescita demografica nel quadro dei nuovi strumenti ideologici che questa si dette verso la fine del XVIII secolo per cercare di recuperare i suoi monopoli globali che erano stati infranti dal successo della Rivoluzione Americana. Negli anni Trenta, la politica del genocidio che sottende l'ideologia dei “limiti delle risorse”, fu riformulata nel corso di un incontro tra Adolf Hitler e Lord Lothian, (Philip Kerr), il capo della Tavola Rotonda, o gruppo di Lord Milner, la formazione più direttamente impegnata a sostenere la scalata al potere di Adolf Hitler in Germania.

    Nell'incontro, avvenuto il 29 gennaio 1935, Adolf Hitler disse a Lord Lothian che “Germania, Inghilterra, Francia, Italia, America e Scandinavia... debbono raggiungere un accordo di qualche tipo mirante ad impedire che i rispettivi cittadini o sudditi contribuiscano all'industrializzazione di Paesi come la Cina e l'India. E' suicida promuovere la costituzione di industrie manifatturiere nei Paesi agricoli dell'Asia” (in “Lord Lothian” di James R.M. Butler). Lothian e Hitler s'incontrarono di nuovo nel maggio 1937 per concordare il piano della conquista nazista dell'Europa Orientale. Quella stessa estate fu fondato all'Università di Oxford il Consiglio Mondiale delle Chiese, secondo uno schema messo a punto da Lord Lothian e altri esponenti della Tavola Rotonda (Round Table). A presiedere la Conferenza del Consiglio fu chiamato il Cancelliere di Oxford, il Ministro degli Esteri britannico Lord Halifax, che si occupava delle operazioni di sostegno britannico al regime di Hitler. Il nuovo Consiglio delle Chiese pubblicò un appello a favore di un governo mondialista con un articolo introduttivo di Lord Lothian intitolato “L'influsso demoniaco della sovranità nazionale”. Fu questa stessa “teologia” satanica imperialista che il principe Filippo d'Edimburgo esportò successivamente nelle chiese e nel mondo politico degli USA, sulla scia delle operazioni condotte dai Lord Lothian e Halifax, che si avvicendarono nella carica di ambasciatore inglese a Washington, dal 1938 al 1940 e dal 1940 al 1945. Alla fine della seconda guerra mondiale gli inglesi sfornarono la politica hitleriana dell'eugenetica contro l'industrializzazione dei Paesi poveri, ammantandola di razionalizzazioni “ecologiste”. Per questo si servirono di Julian Huxley, Teilard de Chardin e di altri luminari malthusiani. Nonostante ciò, anche dopo il lavaggio di cervello della “controcultura” degli anni Sessanta, la sostanza della svolta anti-industriale riusciva decisamente indigesta alla stragrande maggioranza della popolazione americana. Per costringerla a superare tale riluttanza fu essenziale il ruolo del governo britannico della Thatcher tra il 1979 ed il 1990.

    Mentre la Thatcher impose la politica delle privatizzazioni e deregolamentazioni selvagge messa a punto dalla Mont Pelerin Society, dall'altra sponda dell'Atlantico ci furono forze che seppero esaltare le sue affinità conservatrici con il Presidente Ronald Reagan, conferendole persino un'aura da scienziato perché aveva una laurea in chimica. In quel periodo, il Principe Filippo, fondatore del WWF, manovrava per fare della riduzione demografica il tema centrale degli affari mondiali. Per questo promosse la carriera politica di Crispin Tickell, ambasciatore inglese alle Nazioni Unite tra il 1987 e il 1990. Tickell indusse la Thatcher ad adottare la truffa del riscaldamento globale, o imposture analoghe, come il “buco dell'ozono”. I discorsi della lady di ferro su questi argomenti furono scritti da Tickell. Parlando alla Royal Society il 27 settembre 1988, la Thatcher affermò:“Da generazioni si ritiene che gli sforzi dell'umanità possano mantenere stabile l'equilibrio fondamentale dei sistemi mondiali e dell'atmosfera. Ma è possibile che con tutti questi enormi cambiamenti (popolazione, agricoltura, impiego dei carburanti fossili) concentrati in un periodo di tempo così breve, abbiamo involontariamente iniziato un esperimento enorme con il sistema del pianeta stesso. Recentemente, tre cambiamenti della chimica atmosferica sono diventati preoccupazione comune. Il primo è l'aumento dei gas serra, del biossido di carbonio, del metano e dei clorofluorocarburi, che ha indotto alcuni a temere che si stia creando una trappola di riscaldamento globale che potrebbe condurre all'instabilità climatica... E la metà del carbonio emesso dall'epoca della Rivoluzione Industriale rimane nell'atmosfera. C'è un ampio programma di ricerca condotto dai nostri uffici meterologici... per lo studio dei cambiamenti climatici...”. La Thatcher decise il finanziamento dello studio del riscaldamento globale condotto dall'Ufficio Meterologico Britannico diretto dal docente di Oxford John Houghton, un “cristiano evangelico” in perfetta sintonia con Lord Lothian.

    Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change - IPCC), presieduto da John Houghton per le valutazioni scientifiche, fu costituito nel 1988. La Thatcher costituì il Centro Hadley per le previsioni climatiche e la ricerca in seno all'ufficio meterologico di John Houghton nel 1990. Il rapporto dell'IPCC, stilato sotto la direzione di Houghton, è alla base degli argomenti di Al Gore e degli altri portavoce del riscaldamento globale. La regina Elisabetta II ha insignito Houghton del titolo di cavaliere nel 1991. Da allora, Sir Houghton si è posizionato come leader dei fondamentalisti religiosi che negli Stati Uniti promuovono la frode del riscaldamento globale sulla scia della “cura del creato” predicata dal principe Filippo d'Edimburgo. Il principe Filippo, fondatore del WWF, pronunciò nel 1990 un discorso intitolato “Crisi demografica”, in cui disse tra l'altro:“Dovrebbe essere ormai ovvio che è indesiderabile un'ulteriore crescita demografica in qualsiasi Paese... Non riesco a capacitarmi di come si possa ancora sostenere che c'è spazio a sufficienza per la popolazione attuale e ancora di più su questo pianeta... Con l'assottigliarsi delle risorse e la qualità dell'ambiente che continua a peggiorare, c'è sempre più gente destinata a vivere in povertà e nel disagio. La cosa migliore per limitare l'aumento delle persone sarebbe riuscire a stabilizzare la demografia mondiale”. “Il nostro pianeta va incontro ad una crisi ecologica... provocata dal genio scientifico e tecnologico umano. L'esplosione demografica, sostenuta dalla scienza e dalla tecnologia... consuma... le risorse... e, soprattutto, condanna all'estinzione migliaia di organismi che vivono con noi”. Il 26 aprile 1991 il principe Filippo presenziò al discorso annuale che sir Crispin Tickell pronunciò nella Cappella di San Giorgio del castello di Windsor, il luogo di culto della famiglia reale, in cui sir Crispin criticò l'idea del mondo cristiana che si fonda sulla convinzione che “il mondo sia stato creato per l'umanità e che con l'autorità divina (e presumibilmente la cooperazione) possiamo governarlo come vogliamo... Dio ha creato il mondo ed ha dato all'uomo il dominio su di esso come scritto nel Genesi... L'idea del dominio è ancora vigente. Ci lusinghiamo del fatto che l'uomo sia creato ad immagine e somiglianza di Dio (sebbene sia più plausibile sostenere che Dio sia creato a immagine e somiglianza dell'uomo)”.

    Tickell si è particolarmente soffermato sul paradigma per comprendere i rapporti della vita umana con i cambiamenti climatici. Ha anche elogiato Thomas Malthus ed ha affermato che “l'aumento demografico” è la causa principale della “sofferenza della natura... Se questo aumento non sarà posto sotto controllo e quindi rovesciato, tutti gli sforzi per ripristinare la stabilità del nostro ambiente saranno invano... Non si può in alcun modo prospettare un aumento dei livelli di vita in tutto il mondo pari a quelli dei Paesi industriali. In tal caso, questa capacità portante della Terra sarebbe intorno ai 2,5 miliardi di persone”. Nel 1990 Sir Crispin Tickell ottenne la Presidenza del Climate Institute, che ha sede a Washington. Avvalendosi della copertura americana di tale entità nel 1991 e nel 1992, sir Crispin “organizzò dei briefing per i Capi di Stato e Ministri di 22 Nazioni e contribuì a gettare le basi per la firma della Convenzione sul Cambiamento Climatico a Rio de Janeiro nel giugno 1992” , si legge sul sito WEB del Climate Institute. Con Crispin Tickell all'ONU e poi al Climate Institute, il “thatcherismo verde” bombardò la nuova amministrazione di Bush padre con i dogmi climatici. Sebbene Bush Senior si mosse in quella direzione, il senatore Al Gore si mise in cattedra per deprecare il fatto che i passi compiuti non erano sufficienti e continuò a spronare la svolta ecologista del suo Paese. Nel 1992 Al Gore pubblicò il suo libro “Earth in the Balance: Ecology and the Human Spirit”, in cui riproponeva la furiosa campagna del governo britannico contro i Paesi inadatti allo sviluppo ai quali il principe Filippo chiedeva insistentemente di ridurre la propria popolazione. Gore arrivò ad affermare che la minaccia nucleare che aveva caratterizzato gli anni della Guerra Fredda fosse stata sostituita “dalla natura strategica della minaccia che ora la civiltà umana pone all'ambiente globale e dalla natura strategica posta alla civiltà dai cambiamenti nell'ambiente globale”. Chiese ai leader mondiali di non lasciarsi distrarre dall'intraprendere questo nuovo corso, anche se questo avrebbe lasciato “milioni di persone... a soffrire nella povertà e a morire di stenti, guerre, e malattie”.

    Mark Burdman (da uno studio di Intelligence del maggio 1991 per l'EIR)
    www.movisol.org/07news044.htm
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.120
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 31/03/2018 17:45
    Clima, l’ONU applaude alla Cina: tagli alle emissioni raggiunti con tre anni d’anticipo

    «Arrivano ottime notizie dalla Cina, molto incoraggianti, in quanto la comunità internazionale cerca di accelerare la transizione verso basse emissioni di carbonio e di accrescere l’ambizione per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi sul clima». Patricia Espinosa, la Segretaria Esecutiva dell’UNFCCC (ovvero la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), cinguetta entusiasta su Twitter la soddisfazione dell’ONU per le notizie che arrivano da est: la Cina è riuscita a tagliare le proprie emissioni di CO2 per unità di PIL del 46% rispetto al livello del 2005, rispettando il suo impegno di riduzione del 40-45% con tre anni d’anticipo rispetto al target fissato nel 2020. La notizia arriva direttamente dall’agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua (http://www.china.org.cn/business/2018-03/28/content_50757398.htm), che riporta i dati diffusi dal rappresentante cinese ai negoziati UNFCCC, ovvero l’inviato speciale del Ministero degli Affari Esteri Xie Zhenhua. “Questo risultato è il riconoscimento degli sforzi a lungo termine condotti dal nostro Paese e del coordinamento raggiunto a livello nazionale e internazionale”, ha dichiarato Xie a Hong Kong dopo aver ricevuto il premio Lui Che Wo per i suoi sforzi nell’affrontare il riscaldamento globale, “passando dall’affrontare la sfida dei cambiamenti climatici alla promozione dell’opportunità storica di raggiungere uno sviluppo sostenibile”.

    Un successo che è stato raggiunto dalla Cina grazie al suo Emissions Trading Scheme (ETS), ovvero un mercato delle emissioni del carbonio che funziona attraverso il meccanismo “Cap&Trade”: si fissa un tetto massimo (“Cap”) al livello complessivo delle emissioni consentite a tutti i soggetti vincolati, ma si permette ai partecipanti di acquistare e vendere sul mercato (“Trade”) diritti a emettere CO2. L’ETS cinese è stato lanciato nel 2011 e comprende oggi settori come la produzione di ferro, acciaio e cemento (oltre che la produzione di energia, aggiunta nel dicembre 2017) in 7 Province e Comuni, tra cui Shanghai. Questo significa che, sebbene sia solo in una fase embrionale, l’ETS cinese copre già emissioni totali di anidride carbonica superiori a 3 miliardi di tonnellate, rendendolo il più grande del mondo e il doppio di quello UE. Una performance che difatti mette purtroppo in ombra i risultati finora raggiunti dall’ETS europeo, il primo al mondo di ampia rilevanza (è nato nel 2005 e riformato nel 2017) ma che ancora oggi sconta prezzi del carbonio troppo bassi e risultati insufficienti. Soprattutto, il risultato raggiunto dalla Cina si mostra significativo se incrociato con i dati economici messi in fila dal gigante asiatico nel corso degli anni.

    Dal 2005 al 2015 l’economia cinese è infatti cresciuta del 148%, mentre allo stesso tempo l’intensità di carbonio (cioè la quantità di emissioni di carbonio “necessaria” per produrre un’unità di PIL) è diminuita del 38,6%, ed è continuata a calare (del 6,6%) nel 2016. Anche l’Italia, per offrire una pietra di paragone, ha visto le proprie emissioni di gas serra diminuire del 16,7% nel periodo 1990-2015, e con tutta probabilità riuscirà a raggiungere l’obiettivo di riduzione al 2020 assegnato dalle direttive europee, ma la performance economica del nostro Paese non è minimamente paragonabile a quella che ha caratterizzato la Cina negli ultimi lustri. Anzi, come certifica lo stesso ISPRA, già dal 2015 le emissioni di gas serra italiane «sono aumentate del 2,3%, come probabile effetto di una ripresa economica», mostrando quanto sia ancora inconsistente il nostro disaccoppiamento tra PIL e gas serra. Buone notizie sul fronte orientale dunque, ma anche un’amara verità che vale la pena ricordare. Al nostro pianeta non interessa con quanta efficacia il genere umano riesca a incrementare il PIL globale riducendo contemporaneamente le emissioni di gas serra. Per contrastare il cambiamento climatico quel che deve calare, drasticamente e rapidamente, sono le emissioni totali di questi gas serra; emissioni che, dopo essere rimaste stabili per 3 anni di fila, nel corso del 2017 sono tornate a crescere. Anche in Cina (dove il PIL è cresciuto del 7% e la CO2 nel comparto energetico dell’1,7%, secondo i dati IEA), che nonostante tutto rimane il principale Paese emettitore al mondo, i progressi sono molto incoraggianti, ma rimane ancora tanto da lavorare.

    Luca Aterini
    29 marzo 2018
    www.greenreport.it/news/economia-ecologica/clima-lonu-applaude-alla-cina-tagli-alle-emissioni-raggiunti-tre-anni-da...

    Nota Wheaton80:
    Tutto il meticoloso lavoro svolto dalle pedine degli Illuminati nell'incastrare la Cina con la bufala del Global Warming (leggere articoli precedenti) è così risultato vano :)
    [Modificato da wheaton80 31/03/2018 17:48]
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.505
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 20/02/2019 02:11
    È morto a 87 anni Wallace Broecker, geofisico che contribuì a rendere popolare l’espressione “riscaldamento globale”



    È morto Wallace Broecker, il geofisico, geologo e climatologo che rese popolare l’espressione “riscaldamento globale”. Broecker è morto lunedì a New York, dove insegnava alla Columbia University nel Dipartimento di Scienze Ambientali. Aveva 87 anni. Nel 1975 pubblicò una ricerca intitolata “Cambiamenti climatici: siamo sull’orlo di un riscaldamento globale annunciato?”, in cui prevedeva l’aumento della temperatura terrestre: l’espressione era già stata usata in passato ma il lavoro di Broecker contribuì a diffonderla anche negli ambienti non specialistici. Broecker era anche noto per aver scoperto il “conveyor belt”, un sistema di correnti oceaniche che fa circolare le masse d’acqua tra i continenti.

    19 febbraio 2019
    www.ilpost.it/2019/02/19/wallace-broecker-riscaldamento-globale-mor...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.676
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 06/07/2019 00:08
    I dati sui livelli dei mari alterati da scienziati per creare la falsa impressione di innalzamento degli oceani

    Mentre i media internazionali ci bombardano di notizie catastrofiche riguardo ai cambiamenti climatici, passano essenzialmente sotto silenzio importanti informazioni di senso opposto. Un esempio lampante è la questione del livello dei mari: mentre i dati mostrano che sono essenzialmente stabili, si vuole dare l’impressione che siano invece in vertiginoso aumento – se occorre alterando anche i dati storici. Si tratta dell’ennesimo tentativo (riuscito) di creare un’inesistente emergenza, in modo da prendere – all’insegna del “fate presto” – sconsiderati ed affrettati provvedimenti, sempre a vantaggio di pochi

    Un articolo scientifico pubblicato da un gruppo di ricercatori australiani ha mostrato una scoperta sorprendente: gli scienziati del Servizio Permanente per il Livello Medio del Mare (PSMSL) hanno “aggiustato” i dati storici sui livelli della marea dell’Oceano Indiano. Le loro attività “decisamente discutibili” hanno dato l’impressione di mari in rapido innalzamento – mentre la verità è che non c’è alcun motivo di allarmarsi. Gli scienziati australiani hanno scoperto che i livelli dei mari sono stabili – e lo sono stati per tutto il ventesimo secolo:

    link.springer.com/article/10.1007/s41748-017-0020-z

    Per dirla semplicemente, gli “scienziati” del PSMSL hanno arbitrariamente alterato i loro dati, per creare l’illusione di un problema che in realtà non c’è. Secondo la squadra di ricercatori australiani, i livelli dei mari nell’Oceano Indiano sono rimasti stabili per decenni. Albert Parker e Clifford Ollier hanno recentemente pubblicato la loro sorprendente ricerca sulla rivista Sistemi Terrestri e Ambiente; il loro ampio studio offre uno sguardo approfondito su come è stato realizzato questo inganno di massa.

    Il PSMSL ha “riallineato” le tendenze stabili dei livelli del mare
    Come riportato dai ricercatori, ci sono diverse prove che mostrano che i livelli del mare nell’Oceano Indiano sono del tutto stabili. Inoltre, i due scienziati spiegano che coloro che hanno alterato i dati al PSMSL hanno raccolto dati sui livelli marini “disallineati o incompleti” (che non mostravano alcun aumento dei livelli del mare, o perfino livelli in diminuzione) e li hanno “riallineati”. Come sostengono Parker e Ollier, “è sempre molto discutibile riferirsi a dati raccolti in un passato remoto senza alcun nuovo materiale comprovato a supporto”. Ma quello che rende ancora più discutibili le alterazioni dei dati del PSMSL è il fatto che i set di dati meno recenti sono stati trasposti in modo da farli sembrare più bassi, mentre tutti i nuovi set di dati dei livelli marini sono stati riconfigurati in modo da farli sembrare più alti

    notrickszone.com/2017/12/04/whistleblower-scientists-psmsl-data-adjusters-are-manufacturing-sea-level-rise-where-none-exists/#sthash.36S66JGp.K5Tjc...

    Considerando complessivamente queste modifiche arbitrarie, si crea la percezione di un aumento significativo e preoccupante dei livelli del mare, un aumento completamente artefatto. Come riportato:“Il livello del mare in India, compreso quello registrato a Mumbai e a Karachi (Pakistan), è stato recentemente analizzato e discusso in Parker e Ollier (2015) e in Parker (2016). In entrambi i casi, è stato dimostrato che le ultime tendenze positive nel PSMSL RLR [Riferimento Locale Rivisto, dati modificati] sono solo il risultato di allineamenti arbitrari, mentre allineamenti alternativi e più legittimi rivelano condizioni del livello del mare molto stabili”. Inoltre, i ricercatori affermano che ci sono dubbi perfino più seri per quanto riguarda i cosiddetti risultati del PSMSL. Così scrivono:“Ciò che è più pericoloso sono le correzioni recentemente introdotte nel passato per amplificare la tendenza o l’accelerazione del livello del mare.

    Come mostrato nella sezione precedente, le alterazioni introdotte dal PSMSL per rendere il RLR [Riferimento Locale Rivisto, o dati modificati] sono arbitrarie ad Aden, Karachi e Mumbai”. In un caso, Parker e Ollier hanno riportato uno studio del 1991 che mostrava che il livello del mare a Mumbai è diminuito in media di 0,3 millimetri all’anno tra gli anni 1930 e 1980. E affermano che nell’ultimo rapporto di PSMSL si dichiara che il livello del mare a Mumbai è aumentato di 0,52 millimetri all’anno durante lo stesso periodo di tempo. In altre parole, il PSMSL ha completamente alterato i dati raccolti decenni fa, per dimostrare che c’è un aumento del livello del mare, anziché la diminuzione che è stata effettivamente registrata all’epoca. Per riassumere, Ollier e Parker hanno scoperto che non c’è motivo di credere che i livelli del mare stiano aumentando e che il PSMSL ha sempre più alterato i dati del livello del mare per creare l’impressione di un problema che in realtà non esiste.

    Gli scienziati utilizzano dati reali per mostrare che i livelli dei mari sono stabili
    Così i ricercatori australiani hanno dichiarato nel loro articolo:“Contrariamente ai dati alterati degli indicatori di marea e ai dati inaffidabili dell’altimetro satellitare, i dati correttamente esaminati, provenienti dagli indicatori di marea e da altre fonti come la morfologia costiera, la stratigrafia, la datazione con il radiocarbonio, i resti archeologici e la documentazione storica, indicano l’assenza di un aumento allarmante del livello del mare negli ultimi decenni per tutto l’Oceano Indiano”. In altre parole, uno sguardo non imparziale dei dati originali degli indicatori di marea indica che non c’è nulla di cui preoccuparsi; i livelli attuali del mare sono ben all’interno di variabilità “normali”. Infatti i due scienziati affermano nella conclusione che il livello del mare in diversi siti dell’Oceano Indiano sono rimasti stabili per “tutto il ventesimo secolo”.

    I due scienziati affermano anche nel loro articolo che tutti i principali punti di raccolta dei dati hanno mostrato un aumento del livello del mare di 0,0 millimetri per almeno gli ultimi 50 anni, il che è un indicatore di stabilità nei livelli oceanici. Un recente rapporto della NASA ha mostrato anche che il livello del mare sta effettivamente prendendo una tendenza al ribasso negli ultimi anni, risultati che si trovano in netto contrasto con il rapporto allarmista del PSMSL sui dati sul livello del mare. C’è stata molta polemica e rumor  sulla presunta minaccia di un innalzamento del livello del mare, ma sembra che gran parte di questo allarme sia basato sulla finzione piuttosto che sulla realtà:

    www.naturalnews.com/2017-07-25-doomsday-climate-change-scare-tactics-now-claiming-coastal-people-will-drown-to-death-from-sudden-ocean-level-r...

    In definitiva, Parker e Ollier hanno concluso che i livelli del mare sono, e sono stati, abbastanza stabili nel corso del secolo scorso.

    Vicki Batts
    18 febbraio 2019
    Fonte: www.newstarget.com/2019-02-18-sea-level-data-altered-by-scientists-to-create-false-impression-of-rising-oce...

    vocidallestero.it/2019/06/30/i-dati-sui-livelli-dei-mari-alterati-da-scienziati-per-creare-la-falsa-impressione-di-innalzamento-degli-oceani/?fbclid=IwAR2ty5o_eeVO-Z1pPqldauR3T3Lv5gE_CzS2rMIe-Yr2rGSaMWU...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.759
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 11/10/2019 17:43
    Clima - La verità in dati e grafici

    Il clima e la discussione alle sue spalle non sono che uno strumento politico, di intervento politico, con finalità politiche. Averlo ammantato di un fondamento pseudoscientifico lo ha reso solo più fumoso. Questo è stato confermato perfino dal cofondatore di Greenpeace:



    Anche il climatologo Franco Prodi, fratello di Romano, ha attaccato l’incredibile superficalità con cui vengono accettate queste tesi senza alcun fondamento scientifico. Ora vi forniamo una raccolta di grafici, con dati provenienti essenzialmente dagli USA, che mostrano come la correlazione fra surriscaldamento e CO2 sia tutta da provare, e come appaia che il clima sia influenzato da ben altri fattori:

    Ondate di calore
    Se consideriamo i dati sulle ondate di calore negli USA, queste sembrano veramente crescere negli ultimi anni ma, come mostra il grafico sottostante, alla fine si tratta di vedere i dati in una prospettiva più lunga: se consideramo due secoli, i dati sulle ondate di calore non sono preoccupanti.



    Incendi boschivi USA

    Anche in questo caso l’aumento c’è stato negli ultimi anni, ma anche perché c'era stato un minimo storico a cavallo degli anni '90 ed il numero attuale non è neanche lontanamente confrontabile con quello degli anni '30.



    Estensione dei ghiacci artici
    Anche in questo caso tutto dipende dall’anno di partenza di questi valori. Se si parte dal 1979 c’è stato un calo, ma questo dopo un anno di picco nell’estensione della calotta polare, e precedentemente questa era meno estesa.



    Per essere precisi, le calotte polari ghiacciate sono un’eccezione dell’ultimo periodo, il quaternario. Prima non vi erano calotte ghiacciate permanente:

    www.geolsoc.org.uk/Education-and-Careers/Ask-a-Geologist/Earths-Climate/How-Long-has-Earth-had-Polar...

    Livello dei mari
    L’allarme è che dagli anni '20 il livello del mare si starebbe alzando. Benissimo, peccato che, da misurazioni fatte nel porto di New York, il processo fosse in corso da metà Ottocento, cioè da quando vengono fatte misurazioni regolari; anzi, da allora il livello sta diminuendo.





    Sempre sul livello marino
    A dir la verità è dalla fine dell’ultima glaciazione, 20mila anni fa, che i mari si stanno sollevando. Un processo legato, appunto, alla fine della glaciazione.



    Attività umana e temperature
    Come mai il periodo dal 1940 al 1975, con uno sviluppo industriale dirompente, avrebbe visto un calo della temperatura mondiale?



    Storia e temperature
    Come mai il picco maggiore di riscaldamento climatico degli ultimi 1.000 anni è in periodo pre industriale, anzi in pieno medio evo? Ci fu un picco ancora più elevato durante l’antichità.



    Anidride carbonica, attività solare e temperatura
    Perché, se partiamo dall’Ottocento, la temperatura segue pedissequamente il grafico dell’attività solare e non quello del CO2?



    Nasce prima l'uovo o la gallina?
    Anche nel breve periodo trattato sembra che sia la temperatura a guidare l’emissione di CO2 e non viceversa. Qual’è la causa e qual’è l’effetto?



    Raggi cosmici e temperatura
    Questo grafico mette in relazione l’inverso dei raggi cosmici ricevuti e la temperatura in un periodo di 500 milioni di anni. Se ci sono molto raggi cosmici la temperatura scende, e viceversa. Le cause sono quindi anche astronomiche.



    Vi siete mai chiesti perchè non vedete mai scienziati parlarvi del riscaldamento globale o del mutamento climatico, ma solo ragazzini e politici? Fatevi una domanda, e datevi una risposta.

    Tyler Durden
    Fonte: www.zerohedge.com/geopolitical/global-warming-fraud-exposed-...

    07 ottobre 2019
    scenarieconomici.it/clima-la-verita-in-dati-e-grafici/?fbclid=IwAR2IY3DwjikT1BhZPSu-klWbFM5XgNspVGA2UByCBzrOCLDXCWG...
    [Modificato da wheaton80 11/10/2019 17:53]
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.784
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 06/11/2019 23:23
    11.000 esperti propongono la "soluzione finale" contro il Global Warming: la riduzione della popolazione mondiale

    Quarant'anni fa, gli scienziati di 50 Nazioni si sono riuniti a Ginevra per discutere di quello che allora era chiamato il "problema CO2-clima". All'epoca, facendo affidamento sui combustibili fossili che avevano contribuito a scatenare la crisi petrolifera del 1979, avevano indicato come il riscaldamento globale sarebbe diventato grande sfida ambientale. "Ora, quattro decenni dopo, un gruppo più ampio di scienziati sta suonando un altro allarme molto più urgente", secondo Bloomberg:

    www.bloombergquint.com/business/scientists-call-for-population-control-in-mass-clima...

    Oltre 11.000 esperti da tutto il mondo si sono uniti per chiedere soluzioni per “l’emergenza climatica", compreso il controllo della popolazione, che "deve essere stabilizzata e, idealmente, gradualmente ridotta, in un quadro che garantisce l'integrità sociale". "Dichiariamo, con oltre 11.000 scienziati firmatari di tutto il mondo, chiaramente e inequivocabilmente, che il pianeta Terra sta affrontando un'emergenza climatica", hanno avvertito gli scienziati nell'edizione di martedì di BioScience, in un rapporto che include molte carte spaventose. La soluzione? Meno persone! Se recepiti in sequenza, i grafici tracciano una tendenza devastante per la salute del pianeta. Dal consumo di carne, dalle emissioni di gas serra e dalla perdita di ghiaccio fino all'innalzamento del livello del mare e agli eventi meteorologici estremi, presentano un triste ritratto di 40 anni di opportunità sprecate.

    Gli scienziati fanno appelli specifici ai responsabili delle politiche affinché attuino rapidamente cambiamenti sistemici nelle politiche energetiche, alimentari ed economiche. Ma fanno un ulteriore passo avanti, chiedendo alla politica di attuare il controllo della popolazione. "Deve essere stabilizzato il numero delle persone e, idealmente, gradualmente ridotto, all'interno di un quadro che garantisca l'integrità sociale", scrivono nella lettera, come riporta Bloomberg. "Siamo incoraggiati da un recente aumento di preoccupazione", si legge nella lettera. "Gli enti governativi stanno facendo dichiarazioni sull’emergenza climatica. Gli alunni sono allarmati. Le cause per ecocidio stanno procedendo in tribunale. I movimenti di cittadini di base chiedono il cambiamento e molti Paesi, Stati, province, città e imprese stanno rispondendo".

    06/11/2019
    www.bloombergquint.com/business/scientists-call-for-population-control-in-mass-clima...
    [Modificato da wheaton80 06/11/2019 23:25]
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.886
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 15/02/2020 16:00
    Rajendra Pachauri, ex Presidente dell'IPCC accusato di molestie sessuali, muore a 79 anni

    L'ambientalista indiano Rajendra Kumar Pachauri, sotto la cui guida un gruppo ONU per i cambiamenti climatici ha condiviso il premio Nobel per la pace del 2007, è morto dopo un recente intervento al cuore. Aveva 79 anni. La morte di Pachauri è stata annunciata giovedì scorso dall'Energy and Resources Institute (TERI), un gruppo di ricerca che ha diretto fino al 2016 a Nuova Delhi. Dal 2002 ha presieduto il gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici fino alle dimissioni nel 2015, dopo che una dipendente della sua società di ricerca lo aveva accusato di molestie sessuali. L'IPCC e l'ex vicepresidente americano Al Gore hanno ricevuto il premio Nobel 2007 per i loro sforzi nell'ampliare le conoscenze sul cambiamento climatico antropogenico e nel gettare le basi per contrastarlo. Pachauri ha subito un intervento chirurgico in un ospedale di Nuova Delhi questa settimana. È morto a casa sua giovedì, secondo quanto riferito dal Press Trust of India. Pachauri ha ottenuto premi civili dal governo indiano nel 2001 e nel 2008. Il Presidente di TERI, Nitin Desai, ha salutato il contributo di Pachauri allo sviluppo globale sostenibile. "La sua guida del gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici ha gettato le basi per le conversazioni sui cambiamenti climatici oggi", ha affermato Desai.

    Le accuse contro Pachauri includevano l'invio di messaggi di testo, e-mail e messaggi WhatsApp suggestivi che molestavano una dipendente di 29 anni nella sua organizzazione. Pachauri aveva negato le accuse e i suoi avvocati affermavano che i suoi messaggi erano stati violati nel tentativo di diffamarlo. La polizia di Nuova Delhi ha presentato una denuncia in tribunale, ma il processo non è stato completato. Il professor Jean-Pascal van Ypersele, vicepresidente dell'IPCC dal 2002 al 2015, ha affermato che Pachauri, che proveniva da un Paese in via di sviluppo, dovrebbe essere accreditato per aver attirato l'attenzione, molto prima degli altri, sull'importanza di trovare sinergie tra politiche climatiche e agenda per lo sviluppo sostenibile. “Purtroppo a volte era troppo sicuro di sé, come quando si è rifiutato di riconoscere e correggere rapidamente un errore insignificante presente in un rapporto IPCC. Ciò ha portato a critiche crescenti e indebite sull'organizzazione da lui presieduta". Pachauri ha lasciato una moglie, un figlio e una figlia.

    Traduzione: Wheaton80
    14 febbraio 2020
    www.theguardian.com/environment/2020/feb/14/rajendra-pachauri-former-ipcc-head-dies...
    [Modificato da wheaton80 15/02/2020 16:03]
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.895
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 22/02/2020 16:37
    Riscaldamento climatico, il geologo Uberto Crescenti:"L'ONU manipola i dati, ma è vietato dirlo"

    L'anno scorso 15 professori universitari italiani hanno sottoscritto una petizione che invitava a non cadere nella trappola dei deliri ambientalisti, in base ai quali il surriscaldamento del pianeta dipenderebbe soprattutto dall'inquinamento creato dall'uomo. In pochi mesi la petizione ha raccolto oltre ottocento adesioni di scienziati di 18 Paesi. Essa è stata inviata al Quirinale, al governo e al Vaticano, ma nessuno ha voluto ricevere i suoi autori. La politica preferisce parlare di ambiente con Greta, che non va più neppure a scuola e si atteggia da santona, piuttosto che con chi da decenni studia il clima. E poi magari a Roma c'è chi ha il coraggio di dire che investiamo poco nell'Istruzione. Abbiamo parlato con tre professori firmatari della petizione. Il geologo Uberto Crescenti, già magnifico rettore a Chieti e Pescara, il climatologo Nicola Scafetta, dell'Università di Napoli, e Francesco Battaglia, chimico dell'Università di Modena. Sono da anni impegnati a riportare il dibattito sull' ambiente su un piano scientifico, libero dalle isterie di massa sollecitate da alta finanza e multinazionali, che cavalcano il tema del surriscaldamento del pianeta per monetizzarlo. Lo schema è chiaro: diffondere il panico sul cambiamento climatico, legarlo all' azione umana con studi finanziati allo scopo, far delegittimare dai media gli scienziati che la pensano diversamente e poi cavalcare i timori del popolo bue, facendoci affari sopra e mettendogli le mani in tasca.

    Professor Crescenti, perché ha firmato la petizione contro il catastrofismo ambientale?
    «Negli ultimi decenni i mass media in tema di clima hanno dato ampio risalto alle opinioni dei catastrofisti, secondo i quali il mondo è destinato alla distruzione se non si attueranno politiche per limitare l'aumento della temperatura terrestre. Nel 1999 la Repubblica titolava che a causa del surriscaldamento il nostro pianeta aveva dieci anni di vita. Ebbene, siamo ancora qui».

    Eppure il catastrofismo ha molti seguaci. Perché?
    «Lo ha spiegato l'economista Enzo Gerelli: è freudiano, la gente crede al catastrofismo perché l'idea cementa e produce solidarietà».

    A lei invece agita?
    «I catastrofisti sostengono che l'aumento della temperatura vada limitato al massimo a due gradi, per evitare l'immane catastrofe, ma in passato ci sono state fasi più calde dell'attuale senza che si sia verificata la fine del mondo. Centomila anni fa in Inghilterra vivevano ippopotami, elefanti, leoni e scimmie. Nel Medioevo la temperatura era superiore di almeno 2-3 gradi rispetto a oggi. Questi dati storici sono sistematicamente ignorati dai catastrofisti».

    Da cosa è causato il riscaldamento del pianeta?
    «Non si hanno dati certi. Il sole è la causa principale mentre non lo è l'anidride carbonica. Non c'è correlazione tra l'aumento di questo gas nell'atmosfera causato dall'uomo e la variazione di temperatura».

    Il catastrofismo però ha tra i suoi adepti anche molti scienziati. Perché?
    «L'economia verde è un business mondiale. L' alta finanza ci ha scommesso e se sei un ricercatore allineato ottieni finanziamenti, altrimenti è difficile anche diffondere le tue opinioni. Gli ambientalisti cercano di impedire i nostri congressi. A volte ci è voluta perfino la polizia per allontanarli».

    Sono accuse pesanti...
    «Legga il libro di Mario Giaccio "Climatismo, una nuova ideologia", è essenziale per capire gli enormi interessi che ruotano attorno al cambiamento climatico».

    Come è stata accolta la vostra petizione?
    «Nel mondo ci sono ottocento scienziati che l'hanno sottoscritta ed è diventata la Petizione dell'Europa sul Clima, dal titolo:"Non c'è emergenza climatica". L' abbiamo indirizzata pure al Quirinale e a vari ministri».

    Avete avuto risposta?
    «Solo il Colle ha risposto, dicendo che per i troppi impegni non poteva riceverci. Non ho potuto fare a meno di replicare che il Presidente aveva avuto il tempo per incontrare Greta, non esperta di clima, mentre non trovava il tempo di ricevere professori universitari».

    Che morale ne trae?
    «Non si tiene conto della scienza ma di iniziative legate a ideologie senza fondamenti scientifici. Suggestioni e politica pesano più di dati e statistiche. Si vuol far credere che il 99% degli scienziati attribuiscono all' uomo la responsabilità del cambiamento climatico, ma in realtà non sono più del 40%».

    Davvero?
    «È stato provato che ricercatori collegati all'ONU taroccavano i dati per renderli utili alle loro idee. Il Climagate è stato lo scandalo scientifico più grave del secolo».

    Pietro Senaldi
    28 gennaio 2020
    www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/13557411/riscaldamento-globale-geologo-uberto-crescenti-onu-manipola-dati-vietato-di...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.906
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 02/03/2020 19:37
    Clima: in Lussemburgo trasporti pubblici gratis

    Trasporti pubblici gratis per tutti dal primo marzo in Lussemburgo. Il Gran Ducato è il primo Paese al mondo ad adottare un provvedimento di questo genere per ridurre l'inquinamento dovuto alla circolazione degli autoveicoli nell'ambito della lotta ai cambiamenti climatici. L'iniziativa fa parte di un piano del governo lussemburghese sulla mobilità, in un Paese dove l'auto regna sovrana e gli ingorghi sono frequenti anche a causa del forte traffico di pendolari che lavorano in Lussemburgo ma abitano in Belgio, Francia e Germania. Solo il biglietto ferroviario di prima classe resterà a pagamento. Il costo totale del mantenimento della rete pubblica, circa 500 milioni di euro l'anno, sarà quindi a totale carico dello Stato.

    29 febbraio 2020
    www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2020/02/29/clima-lussemburgo-trasporti-gratis_da21b7cd-bba7-4c55-befa-f75a75b3d...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 4.162
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 17/10/2020 19:18
    Contrordine compagni! Pare che il “Riscaldamento globale” renda il Sahara più verde!

    Il mantra dei verdi e soprattutto degli europeisti più spinti, quelli che stanno spingendo per il distruttivo Green Deal, afferma che il surriscaldamento globale, chiamato ora “cambiamento climatico”, perché di surriscaldamento c’è poco, sarebbe alla base di una crescita della desertificazione e della distruzione degli habitat naturali. Peccato che stia succedendo esattamente l’opposto, il tutto comprovato da pubblicazioni su riviste scientifiche mainstream. Un articolo apparso su Nature di Martin Brandt, basato sulle osservazioni satellitari, viene a recitare:"Una grande quantità di alberi e arbusti delle zone aride (di seguito denominati collettivamente alberi) crescono isolati, senza chiusure della chioma. Questi alberi non forestali hanno un ruolo cruciale nella biodiversità e forniscono servizi ecosistemici come stoccaggio del carbonio, risorse alimentari e riparo per esseri umani e animali. Tuttavia, la maggior parte dell’interesse relativo agli alberi è dedicato alle foreste e gli alberi al di fuori delle foreste non sono ben documentati. Qui mappiamo le dimensioni della corona di ogni albero di dimensioni superiori a 3 metri quadrati su un’area terrestre che si estende per 1,3 milioni di chilometri quadrati nel Sahara dell’Africa occidentale, nel Sahel e nella zona subumida, utilizzando immagini satellitari a risoluzione inferiore al metro e apprendimento profondo. Abbiamo rilevato oltre 1,8 miliardi di alberi singoli (13,4 alberi per ettaro), con una dimensione mediana della corona di 12 metri quadrati, lungo un gradiente di pioggia da 0 a 1.000 mm all’anno… Sebbene la copertura della chioma complessiva sia bassa, la densità relativamente alta di alberi isolati sfida le narrative prevalenti sulla desertificazione delle zone aride, e persino il deserto mostra una densità di alberi sorprendentemente alta. La nostra valutazione suggerisce un modo per monitorare gli alberi al di fuori delle foreste a livello globale e per esplorare il loro ruolo nella mitigazione del degrado, dei cambiamenti climatici e della povertà".
    - www.nature.com/articles/s41586-020-2824-5

    Quindi, sorpresa sorpresa, nonostante il cambiamento climatico, cresce il numero di alberi nelle zone subsahariane e predesertiche. Quindi, o il cambiamento climatico non fa così male, oppure tutte le valutazioni fatte sino ad ora sul suo impatto sono completamente sbagliate. Del resto più calore è anche più umidità e quindi precipitazioni maggiori. Tra l'altro la crescita di alberi, per ora isolati, ma comunque importanti, costituisce un anticipatore sia per la creazione di un importante habitat per la fauna selvatica sia, potenzialmente, per aree esplorative a vantaggio di un incremento delle superfici agricole. Nonostante questo stanno per imporvi, a suon di voti antidemocratici ed a-scientifici, una pesantissima manovra recessiva in nome delle emissioni zero. Pagherete caro una specie di ritorno al medioevo per “Salvare il pianeta” che, in realtà, si salva benissimo da solo.

    Guido da Landriano
    17 ottobre 2020
    scenarieconomici.it/contrordine-compagni-pare-che-il-riscaldamento-globale-renda-il-sahara-pi...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 4.183
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 07/11/2020 03:45
    Il colpo mortale alla scienza climatica

    Il riscaldamento globale è spesso definito una bufala. Non sono d'accordo, perché una bufala ha l' intento umoristico di punzecchiare la pomposità. Nella scienza, come accaduto con l'inganno dell'uomo di Piltdown, ciò è stato fatto per smascherare coloro che hanno una fede fervente ma cieca. L'argomento secondo cui il riscaldamento globale è dovuto agli esseri umani, noto come teoria antropica del riscaldamento globale (AGW), è una frode deliberata. Ora posso fare questa affermazione senza timore di contraddizioni a causa di un notevole hacking di file che ha fornito non solo una pistola fumante, ma un'intera batteria di mitragliatrici. Qualcuno è entrato nei file della Climatic Research Unit (CRU), con sede presso l'Università dell'East Anglia. Un file molto grande (61 MB) è stato scaricato e pubblicato sul WEB. Phil Jones, Direttore della CRU, ha riconosciuto che i file appartengono a loro. Contengono carte, documenti, lettere ed e-mail. Queste ultime sono le più dannose e contengono informazioni schiette sul grado di manipolazione della scienza climatica in generale e del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici in particolare.

    La scienza climatica dirottata e corrotta da questo piccolo gruppo di scienziati
    I nomi dominanti coinvolti sono quelli che ho seguito per tutta la mia carriera, inclusi Phil Jones, Benjamin Santer, Michael Mann, Kevin Trenberth, Jonathan Overpeck, Ken Briffa e Tom Wigley. Ho visto la scienza climatica dirottata e corrotta da questo piccolo gruppo di scienziati. Questa piccola comunità d'élite è stata nominata dal professor Wegman nel suo rapporto alla National Academy of Science (NAS). Ho avuto il piacere di incontrare il fondatore della CRU, il professor Hubert Lamb, considerato il padre della climatologia moderna, in un paio di occasioni. Ha anche revisionato una delle mie prime pubblicazioni. So che sarebbe mortificato di ciò che è stato rivelato negli ultimi due giorni. Jones afferma che i file sono stati ottenuti illegalmente, come se ciò assolvesse il contenuto. Non è così ed è abbastanza per distruggere tutte le loro carriere. Jones ha dato un assaggio del suo comportamento nel 2005. Warwick Hughes aveva chiesto i dati e il metodo da lui utilizzato per la sua affermazione di un aumento della temperatura di 0,6° C dalla fine del diciannovesimo secolo. Jones ha risposto:“Abbiamo investito circa 25 anni nel lavoro. Perché dovrei metterti a disposizione i dati quando il tuo scopo è cercare di trovare qualcosa che non va?". Da allora ha fatto ostruzionismo. Il motivo principale è che ciò è stato utilizzato come argomento chiave nei rapporti del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) per convincere il mondo che gli esseri umani hanno causato un rapido riscaldamento nel 20° secolo. Le e-mail ottenute sono un record spaventoso di arroganza e inganno, ben oltre il suo sforzo del 2005.

    Un altro sguardo a ciò che rivelano i file e le e-mail ha fatto emergere il rapporto del professor Deming, che ha scritto:“Con la pubblicazione di un articolo su Science (nel 1995) ho acquisito sufficiente credibilità nella comunità degli scienziati che lavorano sul cambiamento climatico. Pensavano che fossi uno di loro, qualcuno che avrebbe pervertito la scienza al servizio di cause sociali e politiche. Quindi uno di loro ha abbassato la guardia. Una persona importante che lavora nell'area del cambiamento climatico e del riscaldamento globale mi ha inviato un'e-mail sorprendente che diceva:"Dobbiamo sbarazzarci del periodo caldo medievale". La persona in questione era Jonathan Overpeck e le sue e-mail, ancora più rivelatrici, fanno parte di quelle smascherate dall'hacker. Ora è molto chiaro che l'accusa di Deming era precisa. Hanno pervertito la scienza al servizio di cause sociali e politiche. Il professor Wegman ha mostrato come in questa "comunità di scienziati" si pubblicasse insieme e si esaminassero a vicenda i lavori. Sono sempre stato sospettoso sul perché la peer review fosse così importante. Ora tutti i miei sospetti sono confermati. Le e-mail rivelano come abbiano controllato il procedimento, con ad esempio la manipolazione di alcune delle principali riviste come Science e Nature. Sappiamo che l'editore del Journal of Climate, Andrew Weaver, era uno della "comunità". Hanno organizzato elenchi di revisori quando richiesto, assicurandosi di dare all'editore solo nomi favorevoli. Hanno minacciato di isolare ed emarginare un editore che credevano fosse recalcitrante.

    Controllo totale
    Queste persone hanno controllato i dati meteorologici globali utilizzati dall'IPCC attraverso le associate Hadley e CRU e hanno prodotto i dati HadCRUT. Hanno controllato l'IPCC, in particolare le sezioni cruciali e la preparazione del Riepilogo per i Responsabili Politici (SPM). Stephen Schneider vi è stato uno dei primi promotori, dai primi rapporti fino a quelli più influenti nel 2001. Avevano anche un'ala sinistra che li conduceva dritti al New York Times. Le e-mail tra Andy Revkin e la comunità sono molto rivelatrici e devono mettere in serio pericolo la sua integrità giornalistica. Ovviamente i rapporti IPCC e in particolare i rapporti SPM sono la base per Kyoto e l'accordo di Copenaghen, ma ora sappiamo che si basano su dati e scienza completamente falsificati e manipolati. Non è più un sospetto. Sicuramente questa è la campana a morto per la CRU, per l'IPCC, per Kyoto, per Copenaghen e per il giochetto dei Carbon Credits della Shell. La CO2 non è mai stata un problema e tutte le macchinazioni e gli inganni esposti da questi file dimostrano che è stato il più grande inganno della storia, ma nessuno ride. È un giorno molto triste per la scienza e soprattutto per l'ambito climatico da me scelto. Come mi aspettavo, ora che è tutto esposto, trovo che non ci sia alcun piacere nel "te l'avevo detto".

    Tim Ball
    21 novembre 2009

    Traduzione: Wheaton80
    www.heartland.org/publications-resources/publications/the-death-blow-to-climate...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 4.185
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 09/11/2020 23:54
    Watergate del clima!

    I media italiani non ne parlano già più; quelli inglesi e americani, il meno possibile. Ma hanno dovuto dare un nome allo scandalo, la cui dimensione cresce di giorno in giorno:«Climagate». Lo scandalo di scienziati ed accademici che, in e-mail fra loro, ammettono di falsare i dati per confermare la teoria del «Riscaldamento Globale provocato dall’uomo». Degli hackers benemeriti hanno rubato, e rivelato al pubblico, 160 megabites di e-mail dai server della Climatic Research Unit (CRU) della East Anglia University, la centrale «scientifica» principale dell’ideologia del Global Warming. Mail ghiottissime. I globalisti parlano continuamente di come hanno manipolato, falsificato, sottratto files e nascosto informazioni sulle temperature. Il professor Phil Jones, capo del CRU, scrive al professor Michael E. Mann, climatologo della Pennsylvania University su come attuare il «trucco (trick) di aggiungere le temperature ad ogni serie (di dati) per nascondere il declino». Il declino, cioé, delle temperature. Che smentiscono la teoria, o meglio l’ideologia degli allarmisti: il riscaldamento globale non c’è, e loro lo sanno. Jones ordina ai corrispondenti di cancellare i dati che smentiscono l’ideologia:«Non diamo agli scettici qualcosa su cui divertirsi!», scrive.

    Kevin Trenberth, un altro cosiddetto scienziato, ammettendo che i loro modelli computeristici sono fallimentari:«Il fatto è che non possiamo dare conto dell’assenza di riscaldamento, per ora... I dati pubblicati da CERES in agosto 2009 mostrano che ci dovrebbe essere ancora più riscaldamento, ma i dati sono sicuramente sbagliati. Il nostro sistema di osservazioni è inadeguato». Il professor Mann ribatte che non è la verità che conta:«Come sappiamo tutti, qui non si tratta di stabilire la verità, ma di (prepararsi a) respingere accuse in modo plausibile». Si accordano su come sottrarsi alla revisione di altri scienziati (Peer Review). Congiurano per far espellere gli scienziati scettici dalle organizzazioni professionali, discutono su come censurarli, su come impedir loro di parlare. Tom Wigley, altro professore, dice:«Se pensiamo che Saiers è nel campo degli scettici dell’effetto-serra, allora se possiamo raccogliere prove documentali di questo, possiamo rivolgerci ai canali dell’AGU per farlo cacciare». Jones dice ai suoi corrispondenti e congiurati:«Un paio di persone mi stanno scocciando perché renda pubblici i dati delle stazioni di rilevamento del CRU: non dite a nessuno che la Gran Bretagna ha una legge sulla libertà d’informazione», ossia che obbliga a rendere noti i dati scientifici.

    Del resto, dice, «L’IPCC è un’organizzazione internazionale, sicché è al disopra di ogni legge sulla libertà d’informazione». Ecco il punto. L’IPCC è l’Intergovernmental Panel on Climate Change, un organo formato dall’ONU appunto per «comprovare», e debitamente allarmare l’opinione pubblica, sul riscaldamento globale. Un organo «autorevolissimo», come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, fonte d’informazione primaria ed oggettiva secondo i giornalisti, ma anche per i politici, i governi ed altri esperti ignari. A rafforzarne l’autorevolezza, i poteri forti transnazionali hanno assegnato nel 2007 all’IPCC il Nobel. Il CRU della East Anglia University lavora a tempo pieno per l’IPCC. Ed ora sappiamo che fornisce dati deliberatamente falsificati, per provare un riscaldamento globale inesistente. Dall’IPCC è uscito nel 2006 il Rapporto Stern, un tomo di 700 pagine compilato dall’economista ebreo-britannico Sir Nicholas Stern e pagato e propagandato dal governo di Tony Blair (ecco perché lo volevano Presidente d’Europa), che descriveva scenari catastrofici se non venivano imposte tasse draconiane internazionali sull’inquinamento e sui gas-serra. I livelli del mare che si alzavano di sei metri, inghiottendo città costiere, mancanza d’acqua, siccità, carestie: il rimedio era un governo mondiale dell’economia, la crescita zero, il commercio dei «diritti d’inquinamento» secondo i protocolli di Kyoto, un grande business del fumo, a cui le banche d’affari affidavano le loro speranze di profitti miliardari.

    «Rapporto shock: l’economia mondiale minacciata dal riscaldamento globale», strillava Il Sole 24 Ore, annunciando il rapporto Stern il 30 ottobre 2006. E continuava:«Se non verrà fatto nulla per arginare le attuali emissioni di Co2 i danni per l’economia globale equivarranno a una perdita complessiva del PIL del 20%, pari all’impatto negativo delle due ultime guerre mondiali messe assieme. L’unico modo per fare fronte all’emergenza è sostenere costi equivalenti all’1% del PIL mondiale entro il 2050. Un esborso oneroso, ma tutto sommato modestissimo rispetto ai danni irreparabili che il pianeta sta subendo (...). Il Cancelliere dello Scacchiere Gordon Brown ha peraltro inviato una lettera all’Unione Europea chiedendo di dare massima priorità al tema ambientale e mettere in atto misure volte a ridurre le emissioni del 30% entro il 2020 e del 60% entro il fatidico 2050. Brown ha nominato oggi Al Gore, l’ex vice-presidente degli Stati Uniti sotto Bill Clinton, suo consigliere speciale in materia ambientale». Al Gore, un altro premio Nobel per il Fumo, nonché fondatore di una finanziaria che si prepara a «generare miliardi di dollari per gli investitori, fra cui lui stesso», vendendo «diritti d’inquinamento» ad aziende costrette a comprarli per produrre. Sono le aziende dell’economia reale, che verrebbero stroncate dalla spesa per risultare «verdi», a favore delle imprese che non inquinano perché non producono niente di fisico. Il giornale della Confindustria non segnalava alcuna preoccupazione per la distruzione dell’industria europea, se i limiti alle emissioni suggeriti da Gordon Brown (meno 30% entro il 2020, meno 60% per il 2050) diventassero legge europea; riduzione del resto completamente inutile, perchè USA, Cina e India rigettano l’ordine di Kyoto. Ed oggi la stampa insabbia e copre l’enorme scandalo di una pseudo-scienza pagata per mentire da enti internazionali, a loro volta governati da potenze anonime e senza volto.

    Il perché è evidente: dal 7 al 18 dicembre 2009 si terrà a Copenhagen la quindicesima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP 15), un vertice mondiale in cui i crescita-zeristi, aiutati dagli «spontanei» movimenti ecologisti, cercheranno di imporre un ampliamento della Convenzione sui Cambiamenti Climatici e la firma di un nuovo accordo sul clima che dovrebbe succedere al Protocollo di Kyoto. Ora i globalisti possono contare sul Presidente Obama, deciso ad imporre (agli altri) quelle misure distruttive dell’economia e di altri milioni di posti di lavoro, in piena depressione economica mondiale. E’ un passo essenziale verso il governo globale con la scusa del riscaldamento, e una nuova fonte di profitto per le banche d’affari transnazionali, che pagano e danno poltrone ai politici ben noti (in Italia, a Prodi e a Draghi) per i loro scopi. Bisogna che l’opinione pubblica non sappia. Che la cospirazione non venga svelata. Che i politici vadano a Copenhagen credendo, o facendo finta di credere, che le informazioni «scientifiche» fornite dall’IPCC sono oggettive, e non invece dei trucchi. Almeno ricordiamocelo, noi pochi. Ricordiamocelo la prossima volta che tirerannno fuori «il processo a Galileo» per pronunciare l’ennesima condanna contro «l’oscurantismo della Chiesa», che voleva bloccare il progresso, ed ostacolare la limpida verità della scienza. O quando derideranno gli aristotelici medievali, che non volevano credere al sistema copernicano. Oggi, è l’ideologia scientista che ci nutre di menzogne e falsità. Qui, viviamo senza difese sotto un oscurantismo massonico globale, modernissimo e forte di dati scientifici falsi, confezionati da scienziati senza un briciolo di moralità e mentitori volontari, animato da un satanico odio per l’umanità.

    27/11/2009
    www.nexusedizioni.it/it/CT/watergate-del-clima-533b2c229c53c
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 4.186
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 11/11/2020 06:17
    Climategate, il meteoscandalo difficile da insabbiare

    Colpo di scena metereologico! Ignoti hackers hanno rubato un archivio di e-mail di scienziati impegnati della diffusione della tesi del riscaldamento globale causato da attività umane, e le hanno rese pubbliche. Sorpresa: in privato gli scienziati non condividevano le loro opinioni pubbliche, e discutevano su come tacitare gli scienziati che dissidevano sull’argomento… E’ uno scandalo di proporzioni notevoli quello che sta montando nel vero teatro moderno dell’informazione (Internet) e di cui hanno iniziato ad occuparsi alcuni (pochi) grandi media, alcuni seriamente, altri cercando di insabbiare. Sono state rese pubbliche migliaia di e-mail private, nelle quali importanti scienziati, che pubblicamente sostengono a spada tratta la tesi del riscaldamento globale causato dall’uomo, tradiscono in privato opinioni ben diverse, e si confidano di falsare i dati per rafforzare le loro teorie. Non si tratta di scienziati qualunque. Sono scienziati dell'Università della East Anglia Climate Research Unit (CRU), riconosciuta come una delle istituzioni in prima linea nel mondo nella scienza della metereologia e dello studio del riscaldamento globale antropogenico. Insomma, si tratta dei vate che ci illuminano sulle catastrofi climatiche che inevitabilmente ci attenderebbero, e ai quali abbiamo sempre creduto perché dopotutto di chi ci si dovrebbe fidare, se non degli scienziati più autorevoli al mondo nella loro materia? Peccato che dalla lettura delle loro e-mail private adesso si evinca che pur di sostenere la loro tesi essi siano giunti a falsare i dati, una bestemmia scientifica in grado di discreditare completamente e per sempre qualsiasi scienziato.

    E si tratta scienziati di spicco, finanziati (fra l’altro) anche dal Dipartimento Statunitense dell’Energia (nonostante l’istituto faccia capo a Londra), e fortemente implicati nell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). L’istituto ormai sputtanato si difende dalle accuse, sostenendo che la tempistica dell’attacco sia finalizzata a screditare la imminente conferenza di Copenhagen sul tema. Può essere, ma la sostanza delle e-mail non cambia. Qualcosa puzza, e di sicuro abbiamo la dimostrazione che non ci si può fidare neppure dei più rispettati scienziati, anzi soprattutto dei più rispettati scienziati, poiché rispetto e denaro vanno solitamente a braccetto, e a decidere quale tesi scientifica debba venire “dimostrata” dagli scienziati “rispettati” è ormai quasi sempre il committente, colui che paga, come le “spiegazioni scientifiche” ufficiali sui motivi dei crolli delle torri dell’11 settembre ha già ampiamente dimostrato. Il riscaldamento globale ad opera dell’uomo è quindi solo una bufala, un mito creato ad arte finalizzato a bloccare lo sviluppo del terzo mondo e la salvaguardia delle risorse residue (quelle sì, in esaurimento), nonché un pretesto per l’inizio dell’introduzione di un sistema di tassazione globale e transnazionale (a partire dalla cosiddetta “carbon tax”), prodromo dell’avvento di un governo mondiale? Non balzerei a conclusioni affrettate, ma neppure lo escluderei in partenza.

    La lezione da trarne è che in assenza di dati certi lo scetticismo e la sospensione del giudizio vanno esercitati a 360° fino a quando non se ne sappia di più. Ma saperne di più in questo caso è reso difficile dal fatto che come abbiamo visto non puoi credere neppure ai dati presentati dai più autorevoli scienziati. Nelle e-mail incriminate si discute anche su come emarginare, isolare e censurare gli scienziati scettici rispetto alla tesi del riscaldamento globale. E’ curioso che a smascherare la disonestà intellettuale di tali scienziati non siano stati i servizi segreti di alcun Paese, bensì dei semplici hacker, che hanno poi reso disponibili i files su un server russo. E’ probabilmente la prima volta che un hacker riesce dove tutti i giornalisti e i servizi segreti del mondo falliscono, cioé scoprire una verità importante e ben celata e rivelarla al pubblico. Questa primizia è intensamente surreale, poiché l’hacker è tipicamente un’entità anonima, una presenza veggente, ma invisibile, nel Villaggio Globale. Dobbiamo quindi abituarci all’idea dell’hacker come il superdio dell’informazione, un Robin Hood Ontologico che ruba le informazioni ai ricchi delle stesse per distribuirle ai net-peones, gli ignoranti globalvillici, cioè noi? Ad Elio e le Storie Tese l’ardua sentenza (chi altri rimane, quando non si può più credere a scienziati e telegiornali? E anche dei posteri mi sa che c’è poco da fidarsi…).



    08/12/2009
    www.nexusedizioni.it/it/CT/climategate-il-meteoscandalo-difficile-da-insabbiare-di-errequ-533b2...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 4.258
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 06/01/2021 00:47
    Le predizioni false degli estremisti climatici per il 2020

    I Gretini impazzano, purtroppo spesso nei posti di potere. La loro tattica è semplice: distribuire terrore come se non ci fosse un domani, con previsioni catastrofiste degne di film di Hollywood, e infatti spesso ne prendono spunto. Si semina la paura e l’attesa per l’apocalisse per far sì che la gente si pieghi e paghi i costi altissimi delle politiche “Ecologiche” o “Climatiche” di dubbia efficacia, ma economicamente devastanti. Naturalmente il 2020, anno rotondo nel numero, non poteva esimersi dall’essere oggetto di queste previsioni devastanti sul cambiamento climatico. Certo, parlare di surriscaldamento con 20 cm di neve a Milano e 30 nel suo circondario fa abbastanza sorridere, ma vediamo cosa avevano detto negli anni scorsi i climatologi più ascoltati su come sarebbe stata la Terra oggi:

    A) Niente più neve sul Kilimanjaro nel 2020
    Nel 2001, The Vancouver Sun, imboccato dai Gretini di quei tempi, scriveva che “Le nevi del Kilimanjaro svaniranno entro il 2020”. “‘A questo ritmo, tutto il ghiaccio sarà sparito tra il 2010 e il 2020”, diceva Lonnie Thompson, geologo presso la Ohio State University. ‘E questa è probabilmente una stima prudente”. Anche il documentario di Al Gore del 2006 “An Inconvenient Truth” prevedeva che non ci sarebbe stata neve sul Kilimanjaro nel 2020. Eppure, nel febbraio 2020, il Times di Londra ha riferito che "il potere di resistenza della neve del Kilimanjaro sfida le cupe previsioni di Al Gore". Le cime sembrano tutt’altro che brulle e prive di ghiacci…





    "La neve ha sicuramente fatto parlare i miei clienti", ha detto al Times Methley Swai, proprietario della società di trekking Just-Kilimanjaro. "Molte persone hanno fatto del Kilimanjaro una priorità nella lista dei desideri a causa della scadenza di Al Gore, ma quando arrivano qui sono piacevolmente sorpresi di trovare molta neve".

    B) Le temperature saliranno di 3 gradi
    Nel 1987, lo Star-Phoenix di Saskatoon, Saskatchewan, Canada (i canadesi sono molto ecologisti ed un pò creduloni), citò James Hansen del Goddard Institute for Space Studies della NASA a New York. Il suo modello prevedeva un aumento medio della temperatura “tra la metà e un grado Celsius entro la fine degli anni ’90”. “E entro 15-20 anni, la terra sarà più calda di quanto non sia stata negli ultimi 100.000 anni”, ha detto Hansen. Secondo Star-Phoenix, il suo modello prevedeva che “entro il 2020 sperimenteremo un aumento medio della temperatura di circa tre gradi [Celsius], con punte ancora maggiori“. Sarà andata così? L’ex climatologo della NASA Roy Spencer ha raccolto dati che suggeriscono che le temperature globali sono aumentate di 0,64 gradi Celsius dal 1987. La National Oceanic and Atmospheric Association (NOAA) mostra un aumento di circa 0,5 gradi Celsius dal 1987. Altra previsione fallita, perfino per enti vicini agli ecologisti.



    C) La sparizione della Florida
    Nel 1987 Jim Titus dell’EPA, l’agenzia governativa USA per la protezione dell’ambiente, aveva previsto che il mare sarebbe salito di due piedi, circa 60 cm, nel 2020, sommergendo larghe parti della Florida e cambiando completamente la fisionomia dello Stato, come potete vedere dalle immagini soprastanti. Praticamente le Everglades e perfino Miami sarebbero scomparse. In realtà il mare è cresciuto, secondo le misurazioni più estreme, di 9 cm, senza cambiare nulla della conformazione dello Stato e senza far sparire nessuna città. Ecco come agiscono gli estremisti ambientalisti. Fanno previsioni assurde, apocalittiche, rimandate a venti o trenta anni nel futuro, nella speranza che poi la gente se ne dimentichi. Naturalmente queste persone non hanno un’idea di come funzionino i complessi sistemi climatici del nostro pianeta, ma intanto causano danni immediati con l’imposizione di politiche economiche folli. Tanto pagherà sempre qualcun altro.



    Leoniero Dertona
    30 dicembre 2020
    scenarieconomici.it/le-predizioni-falsi-degli-estemisti-climatici-per-...
1