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Rifiuta l'aborto, nasce un bimbo sano:"Ho denunciato l'ospedale per salvare altre donne"

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    wheaton80
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    00 26/03/2014 02:22



    ROMA - Maria stringe tra le braccia il suo bambino, gli accarezza le mani, i piedini, lo culla per farlo addormentare con la pazienza che solo una mamma innamorata può avere:«Edoardo ha tre mesi e mezzo, è un bambino sveglissimo, sorride sempre, ha una vitalità incredibile». Eppure il 4 aprile del 2013, Maria Emanuela Scirè, 32 anni, il suo bimbo ha rischiato di non vederlo mai nascere. Alla quinta settimana di gravidanza preoccupata per alcune perdite di sangue si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale Fatebenefratelli.

    LA DIAGNOSI - E lì ha dovuto affrontare la diagnosi più terribile: «Il feto è morto, il cuore non batte», le dice senza dubbi una giovane dottoressa che le consiglia l’aborto. Ma lei non si fida, segue il suo istinto e decide di andare avanti con la gravidanza: otto mesi dopo nasce un bimbo sanissimo. Edoardo sorride, gorgheggia, «guarda che casino abbiamo fatto - le dice affettuosamente la mamma - sei diventato famoso». E’ felice adesso Maria, questa storia a lieto fine, «poteva trasformarsi in una tragedia e non l’avrei mai saputo», continua a ripetere. Ecco perché assistita dall’avvocato Pietro Nicotera, ha deciso di denunciare i medici dell’ospedale: «Un atto doveroso - ne è convinta - perché fatti del genere non accadano mai più». Già mamma di una femminuccia di due anni e mezzo, coccola Edoardo e ancora si commuove a ricordare quella mattinata: «Cosa sarebbe successo se avessi dato fiducia a quella dottoressa? - ripete - Solo a pensarci mi vengono i brividi. Non ero stata bene, avevo avuto qualche perdita di sangue e sono andata al pronto soccorso per un controllo, quante altre donne ogni giorno fanno la stessa cosa».

    L’ERRORE - «Dopo le analisi hanno deciso di farmi un’ecografia, i medici non avevano dubbi: non c’era traccia di battito, mi hanno detto che avevo avuto un aborto interno e mi hanno consigliato il raschiamento, solo di fronte al mio rifiuto, specificando tutti i rischi a cui sarei andata incontro se non fossi intervenuta subito, mi hanno suggerito un farmaco per provocare l’espulsione del feto». Farmaco che Maria però non assumerà mai. Dopo una settimana la donna ripete l’ecografia e il cuore stavolta batte. «Non mi chieda perché, ma ho sentito che non lo dovevo fare, solo l’istinto di una mamma può capire certe cose. Oggi mi rendo conto che ho salvato la vita di mio figlio, che è nato proprio in quell’ospedale con un tranquillo parto naturale». «A dimostrazione del fatto - chiarisce - che non voglio mettere in dubbio la professionalità dei medici del Fatebenefratelli, tant’è che ho deciso di partorire lì, semmai la superficialità con cui spesso agiscono al pronto soccorso, dove invece il personale dovrebbe essere altamente qualificato. Non si può sbagliare con la vita, bisogna essere più accorti, chissà quante altre mamme a differenza mia non si sono fidate del proprio istinto e senza saperlo hanno messo fine alla vita del proprio bimbo».

    MALASANITÀ - «Spero che l’indagine interna avviata dalla direzione sanitaria dell’ospedale porti a dei risultati ottimali - afferma l’avvocato Nicotera - Dobbiamo evitare che in futuro possano verificano altri episodi del genere all’interno di un pronto soccorso. Questa è una vicenda gravissima, un fatto di malasanità, oggi ne parliamo con il sorriso, ma se non ci fosse stata la testardaggine di una mamma, nessuno ne sarebbe mai venuto a conoscenza».

    Veronica Cursi e Adelaide Pierucci
    25 Marzo 2014
    www.leggo.it/NEWS/ROMA/fatebenefratelli_ospedale_roma_mamma_rifiuta_aborto_medici_bambino_nasce_sano_maria_denunce/notizie/5925...
    [Modificato da wheaton80 26/03/2014 02:23]
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    wheaton80
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    00 26/03/2014 04:47
    Gianna Jessen, sopravvissuta all'aborto



    Testimonianza di Gianna Jessen, sopravvissuta ad un aborto salino, insieme ad altre testimonianze. Dalla trasmissione "Sulla via di Damasco" a cura di Mons. Giovanni d'Ercole del 18/02/2012
    [Modificato da wheaton80 26/03/2014 05:03]
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    wheaton80
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    00 09/07/2014 00:57
    Russia, ulteriore passo contro l’ aborto

    La Russia sta dando prova di essere una delle più grandi realtà provita nel mondo, certamente lo Stato più influente che su questa linea si sta muovendo. Lo scorso dicembre ha approvato una legge che vieta ogni forma di pubblicizzazione dell’ aborto mentre il 1° di luglio il Parlamento russo ha approvato una legge che commina una serie di ammende per l’aborto clandestino, da infliggere sia alla madre (in misura molto blanda, invero: si arriva ad un massimo di 150 Euro circa), al medico e alle strutture all’interno delle quali l’operazione viene svolta (e le multe per questi sono molto più salate). Durante il regime sovietico degli anni '70 ed '80 la Russia era uno degli Stati a più alto tasso di aborti, superiore addirittura alla Cina, senza contare le interruzioni clandestine. Ora la tendenza è cambiata e il cambio di rotta è palpabile. Una delle principali motivazioni, almeno secondo Igor Beloborodov della World Pro-Family Coalition e capo del Dipartimento di Demografia e popolazione dell’Istituto russo per gli studi strategici, è porre in campo un vero sistema di consenso informato che metta nelle condizioni la madre di conoscere le conseguenze delle proprie azioni. Hanno collaborato fattivamente ad addivenire a questa svolta la comunità ortodossa, associazioni familiari e membri del Parlamento, uniti da una comune lotta per la Vita. Gli attivisti ortodossi hanno messo in campo anche una raccolta firme che ha contato più di 100.000 adesioni di cittadini che chiedono alla Presidenza russa non solo di muoversi verso una completa condanna dell’ aborto, anche sotto forma di contraccezione chimica post concepimento, ma anche di proibire l’utilizzo di embrioni per ricerche mediche.

    08/07/2014
    www.notizieprovita.it/notizie-dal-mondo/russia-ulteriore-passo-contro-l...
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    wheaton80
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    00 15/12/2017 01:08
    Aborto, Planned Parenthood: il lato oscuro dell’America

    C’é il più grande gruppo di cliniche specializzate in aborti d’America, che si scopre essere molto poco etica. Grazie ad un gruppo di giornalisti (si definiscono Citizen Journalists, attivisti che usano il giornalismo per fare denuncia sociale) che ha smascherato tante delle nefandezze nascoste. La prima si chiama Planned Parenthood. Il secondo, Center for Medical Progress. La storia che li riguarda entrambi dimostra che il ragionevole dubbio nei confronti di chi oggi pratica la medicina e applica i suoi progressi va sempre esercitato: le proposte choc per ottenere soldi facili sono eternamente dietro l’angolo. Nell’ultimo video pubblicato dal gruppo di Watchdog guidato da David Deleiden, che ha alle spalle un decennio di specializzazione nelle inchieste sull’industria legata agli aborti, si vede la dottoressa Mary Gatter, Presidente del Medical Director’s Council della Planned Parenthood Federation of America, il più grande provider di aborti degli Stati Uniti, che vanta quasi 330mila interruzioni di gravidanza ogni anno. L’anno prima, viene ricordato, era stata già colta, attraverso una telecamera nascosta e l’uso di due attori come compratori, a chiedere una automobile Lamborghini in cambio della vendita di pezzi di tessuto umano. La dottoressa supervisionava la collaborazione tra le cliniche di Planned Parenthood e la Biotech Novogenix. Questa collaborazione è stata oggetto, dopo la pubblicazione del primo video, di una indagine della Commissione Energia e Commercio. Non sono mai stati ammessi dalle due parti, denuncia sempre il Center for Medical Progress, i termini economici della collaborazione. Nel dicembre 2016 il Comitato di Giudizio del Senato (Senate Judiciary Comittee) e l’House Select Panel hanno segnalato Planned Parenthood e Novogenix all’FBI per ulteriori indagini e per persecuzione criminale.

    Ora, nel nuovo video, ancora la Gatter viene invitata a parlare del prezzo di organi ricavati da feti abortiti. E non si sottrae, spiegandone i tariffari: 75 dollari, dice, mentre il finto compratore (uno dei giornalisti del gruppo di Deleiden) le risponde:«Non 50 dollari?». È questa solo una delle denunce del Center for Medical Progress, che è autore dell’inchiesta Capitale Umano, durata ben 30 mesi di lavoro, una vera e propria web serie con testimonianze, interventi di esperti, interviste a testimoni. La vendita dei feti abortiti è un reato gravissimo che viola diverse leggi a livello statale e federale. L’inchiesta ha portato ad alcune prime ammissioni di Planned Parenthood sulle pratiche illegali compiute. Inoltre, grazie alla pressione sull’opinione pubblica (Deleiden è intervenuto su alcuni dei principali canali di news come Fox e CNN), il Congresso ha approvato un disegno di legge che priva il colosso dei fondi federali, trasferendoli a 13mila centri. È stato approvato, inoltre, il “Born Alive Abortion Survivors Protection Act”, che prevede una serie di norme a protezione di un bambino sopravvissuto all’aborto. In particolare, il medico che ne causasse la morte con atto deliberato o omissione di soccorso, rischia l’incriminazione per omicidio volontario, punito fino a cinque anni di carcere. Quello che colpisce, guardando i video in cui parlano i dirigenti di Planned Parenthood, è l’assoluta normalità con cui affrontano questioni gravissime. Il modo in cui deridono drammi che riguardano la vita nascente. Ed è evidente che occorre attuare delle misure per controllare, anche in modo ancora più ufficiale indipendente e slegato da ogni interesse economico, chi si occupa di questo genere di pratiche.

    Francesca Lozito
    01/07/2017
    www.lastampa.it/2017/07/01/vaticaninsider/ita/nel-mondo/aborto-planned-parenthood-il-lato-oscuro-dellamerica-V0TrOM35NZayDcLRW0ndfP/pag...
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    wheaton80
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    00 26/06/2022 01:27
    USA, sono già sette gli Stati che hanno vietato l’aborto. Sit-in in molte città. Anche i pro life in piazza

    Nelle ore successive alla sentenza della Corte Suprema USA contro l’interruzione volontaria di gravidanza, sono già sette gli Stati che hanno subito vietato l’aborto, mentre altri si apprestano a farlo sulla base di ‘trigger law’ già approvate in vista della sentenza. Secondo quanto riporta la BBC, il divieto contro l’aborto è scattato subito in Utah, South Dakota, Kentucky, Louisiana, Oklahoma, Missouri e Arkansas. In altri quattro Stati, Alabama, West Virginia, Wisconsin e Arizona, sono state chiuse le cliniche dove si effettuano interruzioni di gravidanza, in virtù di vecchie leggi, precedenti alla sentenza che liberalizzò l’aborto nel 1973, che ora sono tornate automaticamente in vigore. In altri Stati il divieto scatterà presto, secondo i tempi previsti dalle trigger law. In Wyoming sono previsti cinque giorni di attesa dopo la sentenza e in Mississippi 10. North Dakota, Texas, Tennessee e Idaho aspetteranno 30 giorni. Vi sono poi degli Stati le cui leggi anti aborto sono state bocciate in passato dalla Corte Suprema e che intendono ricorrere per poterle riportare in vigore. Battaglie legali di questo tipo sono previste in Michigan, Ohio, Georgia, Iowa e South Carolina. L’istituto Guttmacher, che si batte in favore dell’interruzione volontaria di gravidanza, prevede che restrizioni all’aborto potranno essere approvate in Florida, Nebraska, Montana e Indiana. Intanto non si ferma il flusso di manifestanti davanti alla Corte Suprema a Washington. Denver, Atlanta, Chicago e Philadelphia sono alcune delle città in cui si stanno svolgendo le dimostrazioni. Ma anche ad Austin, in Texas, uno degli Stati in cui è già in vigore una legge estremamente restrittiva sull’aborto e che si avvia a vietarlo definitivamente nei prossimi giorni. Al momento tutte le manifestazioni si stanno svolgendo in modo pacifico anche laddove, come nella capitale americana, accanto ai dimostranti pro aborto sono scesi in piazza quelli pro-life che festeggiano la sentenza.

    25 giugno 2022
    www.secoloditalia.it/2022/06/usa-sono-gia-sette-gli-stati-che-hanno-vietato-laborto-sit-in-in-molte-citta-anche-i-pro-life-in...
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    wheaton80
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    00 26/09/2022 17:38
    USA, blasfemie a firma Dem e violenze contro i pro life

    Un teenager ucciso, una volontaria colpita da arma da fuoco alla schiena mentre distribuisce volantini pro vita, un altro centro di aiuto alla maternità assalito, nessun arresto di vandali e terroristi abortisti da maggio ad oggi, ma un arresto per un pro life che pregava fuori dalle cliniche abortiste. Questa è l’America dei Democratici che ora imbracciano la blasfemia contro Gesù e la dottrina cattolica. Le invettive e ripetute minacce di questi mesi, le violentissime parole di Biden delle scorse settimane erano destinate a fomentare la violenza:

    lanuovabq.it/it/biden-discorso-per-disunire-la-nazione

    Ed ecco altre conferme. Partiamo dalle ultime vicende. Una volontaria pro vita di 84 anni è stata colpita da un proiettile alle spalle il 20 settembre scorso, mentre si recava (porta a porta) nella sua comunità, per spiegare la gravità delle nuove norme di riforma costituzionale pro aborto in Michigan, duramente criticate dai vescovi cattolici. La volontaria è riuscita a recarsi in ospedale, la polizia del Michigan sta indagando sul caso e trasmetterà i risultati alla Procura della Contea di Ionia. Il 18 settembre, in Nord Dakota, il quarantunenne Shannon Brandt ha falciato con il suo furgone il diciottenne Cayler Ellingson e ha ammesso di averlo ucciso di proposito per le idee repubblicane del ragazzo. Brandt è già stato rilasciato dopo aver pagato la cauzione. Due giorni prima, il 16 settembre, è stato vandalizzato il centro di aiuto alla gravidanza cattolico, Mother and Unborn Baby Care di Southfield (Michigan), con inquietanti messaggi di minacce rivolti ai volontari. Pensate che Biden, Harris, Clinton o Pelosi abbiano speso una parola di commento? No. Hillary Clinton, il 23 settembre, ha invece accusato gli elettori di Trump di essere nazisti e l’ex Presidente degli USA di essere come Hitler. La Harris, durante il suo discorso del 22 settembre alla conferenza dell’Associazione dei Procuratori Generali Democratici, in Wisconsin, ha applaudito gli stessi procuratori generali per aver “affrontato”, con minacciose indagini, i centri di aiuto alla gravidanza nei loro Stati. Un attacco senza sosta ai centri pro life, visto che sette Democratici di spicco, tra cui gli ex candidati alla presidenza, i senatori Cory Booker, Elizabeth Warren e Bernie Sanders, avevano inviato il 19 settembre una lettera all’Amministratore Delegato di Heartbeat International (organizzazione pro life americana che lavora in tutto il mondo), Jor-El Godsey, chiedendo risposte su come l’organizzazione utilizzi i dati che le donne forniscono ai loro centri. Nella lettera si insinua che Heartbeat International potrebbe usare i dati per prendere di mira le donne, accusando l’organizzazione di “attirare le persone incinte… verso le strutture affiliate utilizzando una serie di tattiche false e fuorvianti”.

    I Dem sono infastiditi dal fatto che negli ultimi cinque anni (2016-2020) i centri di aiuto per la gravidanza hanno salvato circa 828.131 vite e, solo nel 2019, hanno assistito quasi due milioni di persone. In difesa e per la protezione dei centri di aiuto alla vita, il parlamentare Repubblicano Chris Smith, con l’appoggio di 28 colleghi, della Conferenza Episcopale statunitense, della Marcia per la Vita e di Susan B. Anthony Pro-Life America, sta promuovendo una legge federale. Strana coincidenza, la decisione del Dipartimento di Giustizia che ha spedito, il 23 settembre, una trentina di agenti FBI e una squadra SWAT (un’unità speciale di polizia, ndr) armata di tutto punto nell’abitazione di Mark Houck, fondatore e Presidente di The King’s Men, che è stato arrestato nella sua casa in Pennsylvania, davanti ai suoi bambini atterriti, per aver presumibilmente violato la Legge sulla libertà di accesso agli ingressi delle cliniche, durante la sua attività di consulenza e preghiera davanti a una clinica abortista nel 2021. Per altro verso, è emblematica la denuncia dell’Amministratore Delegato dei centri pro life CompassCare, perché la polizia dello Stato di New York starebbe nascondendo le prove degli atti vandalici subiti dai propri uffici e nascondendo i filmati delle telecamere che riprendevano i vandali. Le parole dei Dem diventano pallottole e gli arresti e minacce ingiustificate di chiunque si opponga al verbo abortista si moltiplicano a dismisura, fino a trasformarsi in strumentalizzazione blasfema contro Gesù e i Vangeli. Due esempi di questa vergognosa regressione li hanno forniti il Presidente Joe Biden e il Governatore della California Gavin Newsom. Il Presidente degli USA, davanti al Comitato Nazionale Democratico, nel criticare la proposta di legge federale del senatore Repubblicano Lindsey Graham di vietare l’aborto oltre la quindicesima settimana, ha fatto intendere che la “sua” chiesa cattolica sia più permissiva di Graham, quando invece la Chiesa condanna sempre l’aborto procurato, qualificandolo come «delitto abominevole» (cfr. Gaudium et Spes, 51; Evangelium Vitae, 58).

    Il governatore della California ha promosso degli annunci pubblicitari da affiggersi in alcuni degli Stati USA più restrittivi in fatto di aborto (Texas, Oklahoma, Mississippi, Indiana, Carolina del Sud, Dakota del Sud, Ohio), per attirare nel proprio Stato le donne in cerca di aborto. “Hai bisogno di abortire? La California è pronta ad aiutarti”, recita il messaggio; in caratteri più piccoli, gli stessi annunci ricordano le parole di Gesù:“Ama il tuo prossimo come te stesso. Non c'è comandamento più grande di questi. Marco 12:31”. La dura reazione della Conferenza Episcopale californiana non si è fatta attendere, ma quanto dovremo aspettare perché unanimemente l’intera Chiesa cattolica americana ponga fine a questa sporca e ipocrita strumentalizzazione?

    Due buone notizie, per concludere

    La prima: la pubblicazione delle immagini e della ricerca scientifica internazionale sulla vitalità del feto in relazione all’alimentazione della madre, che azzera il falso mito del semplice “grumo di cellule”:

    journals.sagepub.com/doi/10.1177/09567976221105460

    La seconda: la falsificazione medica dell’ennesima accusa lanciata da Democratici e Planned Parenthood, secondo cui il battito cardiaco del feto sarebbe solo una “manipolazione”; invece, la letteratura scientifica conferma che il cuore umano è uno dei primi organi a formarsi e funzionare durante lo sviluppo dell’embrione:

    www.liveaction.org/news/stacey-abrams-prenatal-heartbeats-manufactured-...

    Luca Volontè
    26-09-2022
    lanuovabq.it/it/usa-blasfemie-a-firma-dem-e-violenze-contro-i-...
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    wheaton80
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    00 19/10/2022 19:23
    L’aborto in mare, ovvero: l’abortismo USA è alle corde

    L’evangelista Giovanni nell’Apocalisse parla di una «bestia che sale dal mare», riferendosi all’Anticristo. E dal mare oggi vengono anche gli aborti. Meg Autry, una dottoressa californiana, ostetrica, ginecologa e docente presso l’Università della California, sta cercando di mettere in acqua una abortion boat, una nave per far abortire quelle donne che trovano difficile farlo negli Stati americani dove risiedono, a seguito della sentenza Dobbs della Corte Suprema. La nave ormeggerebbe di fronte alle coste meridionali degli USA, dove vi sono Stati pro life come Alabama, Mississippi, Louisiana e Texas, e in acque federali. In tal modo l’imbarcazione sfuggirebbe al rispetto delle leggi antiaborto varate sul continente. La Autry vorrebbe così replicare l’esperienza di una ONG olandese che al largo di Guatemala e Messico imbarcava donne e nascituri e faceva sbarcare solo le prime. La dottoressa abortista illustra così il suo progetto:«L’idea è di fornire una struttura a bordo di una nave in acque federali che offra aborti chirurgici nel primo trimestre, contraccezione e altre cure. Nel nostro Paese c’è stato un assalto ai diritti delle donne e io sono da sempre una sostenitrice della salute e della scelta riproduttiva. Dobbiamo creare opzioni ed essere premurosi e creativi per aiutare le persone che vivono in Stati con legislazioni restrittive a ottenere l’assistenza sanitaria che meritano». La proposta è solo in fase embrionale e attualmente la Autry sta cercando fondi grazie all’organizzazione no-profit PRROWESS, che, tradotto, sta per «Protezione dei diritti riproduttivi delle donne minacciate dagli statuti statali». Rimarrebbe aperto il quesito se sia più facile per una donna che vuole abortire prendere un treno, un aereo o addirittura un’auto per recarsi in uno Stato che permette l’aborto oppure imbarcarsi su un gommone e raggiungere l’abortion boat. Ma l’iniziativa ha più valore sul profilo della propaganda che su quello della sua efficacia pratica: rendere noto che esiste una clinica abortiva galleggiante dipinge un quadro fosco dove le donne che vogliono abortire vengono rappresentate come naufraghe dopo la collisione con la sentenza Dobbs, in costante pericolo di affogare perché gravate dal peso del loro bambino. Ma ecco l’arca della Autry che le aiuta a sgravarsi di quel fardello e a portarle felicemente a terra.

    L’infelice trovata della clinica per aborti galleggiante ci conferma nell’impressione che il mondo post-Dobbs sia connotato dall’aptofobia. L’aptofobia è la paura di essere toccati. I giudici della Corte Suprema hanno “toccato” la Roe vs Wade e ciò ha comportato profondi isterismi della cultura progressista: proteste di piazza, attacchi fisici e verbali ai pro life, bonus economici da parte delle aziende per le dipendenti che vogliono abortire, un disegno di legge per estendere il diritto di aborto in tutti gli USA, proposte Made in Europe di dichiarare l’aborto diritto universale e ora una nave per superare gli scogli imposti dai giudici. Da noi la Meloni non ha detto di voler toccare la 194, ma solo di volerla sfiorare. Infatti ha affermato che non è sua intenzione cancellare la 194, ma ha dichiarato l’opposto, ossia vuole applicarla integralmente, rendendo così effettive anche quelle parti in cui si propongono soluzioni diverse dall’aborto (purtroppo la leader di FdI non si è accorta che la 194 è costruita in modo tale che l’aborto sia l’unica scelta possibile) ed ecco stracciarsi le vesti e gridare che la salute delle donne è in pericolo, che si ritorna ad un medioevo maschilista per mano di una donna, che i diritti civili sono messi in pericolo dagli estremismi pro life di matrice fascista. Il diffondersi dell’aptofobia in merito ai principi non negoziabili è un bene. Su un certo versante è dunque un buon risultato che gli abortisti siano stati costretti a varare una nave per praticare l’omicidio prenatale. È segno che la terraferma è diventata per loro inospitale. E allora è positivo respingere in mare chi vuole praticare gli aborti. Scacciamo gli abortisti dalle nostre terre, mettiamoli all’angolo, facciamo terra bruciata intorno a loro, costringiamoli all’opposizione in Parlamento e nella vita, a berciare dai loro social, a delirare con montagne di post sempre uguali. Facciamo sì che l’abortismo finisca davvero in alto mare. Se l’aborto, l’eutanasia, la fecondazione artificiale, le unioni civili e molto altro vengono praticati in tranquillità significa che il male ha preso comodamente dimora nelle nostre coscienze ed è stato assorbito pienamente dai nostri cuori. Se al contrario i pro choice schiumano rabbia e si devono inventare l’aborto acquatico è segno che stanno mangiando la polvere. Se poi la Bestia dal mare vorrà tornare sul continente, noi sulla terra ferma saremo pronti a darle filo da torcere.

    Tommaso Scandroglio
    18-10-2022
    lanuovabq.it/it/laborto-in-mare-ovvero-labortismo-usa-e-al...
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    00 06/05/2023 01:12
    Ex capo della Planned Parenthood si suicida perché sospettato di pedofilia. Strano per uno che lavorava al genocidio di bambini…



    Un ex capo della tristemente nota Planned Parenthood del Connecticut si è tolto la vita dopo che la polizia voleva arrestarlo per pornografia infantile. Tim Yergeau, 36 anni, ex direttore delle comunicazioni strategiche presso la filiale del New England meridionale di Planned Parenthood, si è suicidato martedì nel corso di un'indagine sulla pornografia infantile. "La persona che è morta era sicuramente il sospettato in un'indagine sulla pornografia infantile e la persona si è suicidata", ha detto il capo della polizia Karl Jacobson. Per chi non conoscesse la Planned Parenthood, basti sapere che fa montagne di soldi con gli aborti e con gli organi venduti alle industrie chimiche! La tutela della salute delle donne è una cagata pazzesca, perché lavorano per depopolare! Dal 1973 al 2015, solo negli USA, hanno ammazzato 60 milioni di neonati. Questi sono i dati dal 1973; se pensiamo che è stata fondata nel 1916, l'ecatombe diventa impressionante! In ciascuna clinica di Planned Parenthood viene ammazzato un bambino ogni 96 secondi. E i ricavi sono enormi: nel 2014 (dati ufficiali) hanno superato 1,3 miliardi di dollari, ma secondo me sono molti di più! Un genocidio assai redditizio…

    Marcello Pamio
    18 aprile 2023
    disinformazione.it/2023/04/18/ex-capo-della-planned-parenthood-si-suicida-perche-sospettato-di-pedofilia-strano-per-uno-che-lavorava-al-genocidio-di-...