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Trapassi d'élite

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    wheaton80
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    00 02/12/2023 15:42
    Morto “Stranamore”, assassino di massa



    Tutti sanno, o almeno lo sanno i cinefili, che il personaggio centrale del film di Kubrick, Stranamore (Strangelove), si ispirasse a Henry Kissinger, col suo accento tedesco rimastogli attaccato per tutta la vita e ancor più con quell’indole guerrafondaia che era già evidente nel personaggio fin dai suoi primi passi. Passato a miglior vita l’altro ieri a 100 anni. Al tempo del film (era il 1964) Kissinger era solo un professore molto noto negli ambienti politici, ma grazie ai buoni uffici di Nelson Rockefeller era diventato consulente per la politica estera della Casa Bianca fin dal tempo di Eisenhower. Il genio di Kubrick lo individuò bene come uno dei personaggi che sarebbero stati al centro delle stragi americane nel XX e XXI secolo e come fautore della “bomba” e del potere nucleare su cui "Killinger", come qualcuno lo aveva sovrannominato, aveva persino scritto un libro. O forse fu il suo atteggiamento cinico durante la guerra di Corea o ancora il fatto che nell’Harvard International Seminar, di cui era anche cofondatore, si era offerto volontario per spiare i partecipanti per conto dell’FBI e dei suoi colleghi di Harvard. Del resto, nel suo suo lavoro accademico Kissinger insisteva sul fatto che la legittimità dell’ordine internazionale richiedeva solo l’accordo delle grandi potenze e che per quanto riguarda la moralità, sosteneva che fosse irrilevante: per lui “l’indeterminazione morale era una condizione della libertà umana”.

    Nel 1952 Kissinger pubblicò un articolo sulla rivista Confluence, da lui curata, su Ernst von Salomon, un assassino condannato per la sua partecipazione all’assassinio del Ministro degli Esteri della Repubblica di Weimar. I collaboratori ebrei-tedeschi emigrati al giornale, tra cui Hannah Arendt e Reinhold Niebuhr, non erano affatto contenti di questa esternazione e Kissinger scherzò con un amico dicendo che l’articolo era considerato “un sintomo delle mie simpatie totalitarie e persino naziste”. Tanto per riprendere un post di qualche tempo fa sulle origini totalitarie del sionismo. Fu anche direttore dello studio sulle armi nucleari e la politica estera presso il Council on Foreign Relations nel 1955-56, e pubblicò il suo libro "Nuclear Weapons and Foreign Policy" nel 1957, sostenendo che gli Stati Uniti dovrebbero usare regolarmente armi nucleari tattiche in guerra per garantire la vittoria. I critici in seguito lo avrebbero parodiato come “Dr Henry Killinger”, come fece lo spettacolo di cartoni animati Venture Bros negli anni 2000. Alla luce della simpatia di Kissinger per l’uso delle armi nucleari tattiche, fu invitato a visitare Israele nel 1962, e di nuovo nel 1965, molto probabilmente dall’ideatore israeliano del programma nucleare del Paese, Shimon Peres. Documenti recenti rivelano che nel suo rapporto all’ambasciata americana a Tel Aviv nel 1965, basato su incontri con funzionari e scienziati israeliani, egli già credeva che Israele stesse sviluppando armi nucleari, un programma che considerava con “grande comprensione, se non simpatia”. Ciò lo avrebbe portato nel 1969, in qualità di consigliere per la sicurezza nazionale di Nixon, a mediare l’intesa della Casa Bianca ‘per il programma di armi nucleari già sviluppato da Israele.

    Anche se egli riteneva del tutto inutile la guerra degli Stati Uniti in Vietnam, cospirò con la campagna elettorale di Richard Nixon nel 1968 facendo trapelare informazioni dai colloqui di pace di Parigi per prolungare la guerra e per evitare che i democratici vincessero le elezioni. Una volta eletto Nixon, Kissinger salì a bordo come consigliere per la sicurezza nazionale nel gennaio 1969, posizione che mantenne fino al 1975. Determinato a sconfiggere il Fronte di Liberazione Nazionale del Vietnam del Sud e il Vietnam del Nord, Kissinger decise di intensificare il bombardamento tattico segreto della Cambogia, iniziato sotto Johnson nel 1965, in una spietata campagna di bombardamenti a tappeto che continuò fino al 1973. Solo in quell’anno furono uccisi tra 150.000 e mezzo milione di cambogiani. Kissinger supervisionò personalmente gli orari dei bombardamenti e l’allocazione degli aerei da un’area all’altra. Si dice che amasse giocare al “bombardiere”. Quando lui e Nixon iniziarono di nuovo a bombardare il Vietnam del Nord, Kissinger era molto emozionato dalla “dimensione dei crateri delle bombe”. In linea con il suo sostegno all’uso delle armi nucleari, ideò un piano per bombardare il Vietnam del Nord nel 1969 come parte di un’operazione chiamata Duck Hook . E tuttavia la stampa lo trattava come un simpatico personaggio, mentre nelle riviste femminili veniva descritto come “sempre amichevole, soprattutto con le donne”. Nel 1971, Kissinger appoggiò la campagna genocida dell’ex Presidente pakistano Yahya Khan contro il Pakistan orientale (Bangladesh) e nel 1975 appoggiò la guerra genocida del dittatore indonesiano Suharto contro il popolo di Timor Est, in cui fu ucciso un terzo della popolazione. Suharto era salito al potere grazie a un colpo di Stato sostenuto dagli Stati Uniti nel 1965 (sempre, pare, su consiglio di Kissinger) che scatenò massacri contro un milione di indonesiani sospettati di comunismo. Per quanto riguarda i 200.000 morti a Timor Est, Kissinger è rimasto impassibile:“Penso che abbiamo sentito abbastanza parlare di Timor”.

    Quando poi nel 1970, il socialista Salvador Allende venne eletto Presidente del Cile, Kissinger commentò:“Non vedo perché dovremmo restare a guardare un Paese diventare comunista a causa dell’irresponsabilità del suo stesso popolo”. Spinse Nixon a organizzare un violento colpo di Stato contro Allende, sottoponendo il Paese al dominio fascista per i successivi quindici anni, con migliaia di morti da parte della giunta militare appoggiata dagli Stati Uniti. Per quanto riguarda il Medio Oriente, oltre a rafforzare i legami con la colonia di coloni sionisti di Israele, che divenne uno dei principali alleati degli Stati Uniti durante gli anni di Nixon e Ford, Kissinger armò Israele fino ai denti durante la guerra del 1973 per “impedire una vittoria araba". Il suo aiuto militare di emergenza a Israele durante la guerra annullò le prime vittorie degli eserciti egiziano e siriano e assicurò che Israele vincesse la guerra. Ha inoltre assicurato che non si sarebbero potute stabilire relazioni tra gli Stati Uniti e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. È stato anche l’artefice della svendita dei diritti dei palestinesi a Camp David, e ha ideato il cosiddetto “processo di pace” sponsorizzato dagli americani, che ha definito la politica statunitense nei confronti dei palestinesi e di Israele. Si potrebbero citare altri infiniti casi in cui questo sinistro personaggio è intervenuto a fianco dell’ingiustizia, ma il fatto che sia morto proprio mentre la sua arbitraria costruzione in Medio Oriente sta esplodendo, sembra simbolico e buon auspicio per sperare nella pace.

    01 dicembre 2023
    ilsimplicissimus2.com/2023/12/01/morto-stranamore-assassino-d...
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    00 07/12/2023 11:37
    È morto Constantin, figlio minore del Principe del Liechtenstein



    Il Principe Constantin del Liechtenstein è morto inaspettatamente mercoledì all'età di 51 anni. Lo comunica la Segreteria del Principe. Terzogenito di Hans-Adam II, sovrano del piccolo Principato, lascia la moglie e tre figli. Nato il 15 marzo del 1972, il principe Constantin occupava il settimo posto nella linea di successione ed era Presidente del Consiglio di Sorveglianza del Liechtenstein Group AG e membro del Consiglio di Amministrazione del Liechtenstein Group Holding AG. Le cause del decesso sono ancora sconosciute. Il principe è stato Direttore Generale e Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Principe del Liechtenstein, che detiene quasi tutti i beni della famiglia principesca, tra cui una delle più grandi collezioni d'arte private al mondo, il gruppo LGT, un museo e varie proprietà.

    06 dicembre 2023
    www.laregione.ch/estero/estero/1717930/principe-morto-costantino-liechtenstein-co...
    [Modificato da wheaton80 07/12/2023 11:38]
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    00 28/12/2023 18:27
    Germania, morto Wolfgang Schäuble, storico Ministro delle Finanze



    Wolfgang Schäuble, storico Ministro tedesco delle Finanze ed ex Presidente del Bundestag, è morto all'età di 81 anni. Il politico CDU, noto per le sue scelte improntate sull'austerità, influenzò in modo decisivo il percorso dell'Eurozona. Nel 1990 un'aggressione compiuta da un individuo mentalmente instabile lo lasciò sulla sedia a rotelle.

    La riunificazione della Germania
    Schäuble è ricordato per aver preso parte ai negoziati che nel 1990 portarono alla riunificazione della Germania. Come Ministro dell'Interno tra il 1989-1991, nel governo di Helmut Kohl, fu infatti tra coloro che gestirono il Trattato di Unificazione Tedesca dopo la caduta del Muro di Berlino. E' rimasto celebre anche per essere stato una figura centrale negli sforzi per condurre l'Europa fuori dalla crisi sul finire degli anni 2000. La sua morte, comunicata dalla famiglia all'agenzia tedesca DPA, è avvenuta la sera del 26 dicembre mentre si trovava a casa.

    La Grexit e il debito
    Era diventato Ministro delle Finanze della Cancelliera Angela Merkel nell'ottobre 2009, poco prima che le rivelazioni sul crescente deficit di bilancio della Grecia scatenassero la crisi che travolse il continente, minacciando di destabilizzare l'ordine finanziario mondiale.

    Austerità e regole severe
    Sostenitore di lunga data di una maggiore unità europea, Schäuble ha contribuito a condurre uno sforzo durato anni che mirava a un'integrazione più profonda e a regole più severe. Tuttavia in quegli anni la Germania è stata anche criticata a più riprese in quanto sostenitrice di misure di austerity. Dopo otto anni alla guida del Ministero delle Finanze, Schäuble aveva consolidato il suo status di statista anziano diventando Presidente del Parlamento Tedesco.

    La lite con Mario Draghi
    Rimase celebre, nel luglio 2015, una lite tra Schäuble e Mario Draghi durante una riunione dell'Eurogruppo sulla Grecia. "Don't take me for a fool", "non prendermi per stupido", avrebbe detto il politico tedesco a Draghi, anche se poi fu proprio quest'ultimo a cercare di abbassare i toni, smentendo uno scontro verbale con Schäuble.

    L'attentato del 1990

    Nato nel 1942 a Friburgo, è stato il parlamentare tedesco più a lungo presente al Bundestag dal 1972. Nel 1990 il politico cristiano-democratico subì un grave attentato da parte di un folle che gli sparò tre colpi di pistola: Schäuble si riprese ma da allora rimase costretto sulla sedia a rotelle. Nel corso degli anni è stato anche Ministro dell'Interno, Ministro degli Affari Speciali, Presidente della CDU e Presidente del Gruppo Parlamentare CDU-CSU.

    27 dicembre 2023
    www.tgcom24.mediaset.it/mondo/germania-morto-wolfgang-schauble_74977310-20230...
    [Modificato da wheaton80 28/12/2023 18:28]
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    00 28/12/2023 18:31
    Parigi, morto l'ex Presidente della Commissione UE Jacques Delors



    E' morto a Parigi, all'età di 98 anni, l'ex Presidente della Commissione Europea Jacques Delors, politico ed economista francese. A renderlo noto è stata la figlia Martine Aubry, che lo ha comunicato ad AFP. Delors "è morto nella sua casa di Parigi, nel sonno", ha aggiunto il sindaco socialista di Lille. Noto europeista, guidò la Commissione UE dal 1985 al 1995. Favorito nei sondaggi, Delors aveva spento le speranze della sinistra rifiutandosi di candidarsi alle elezioni presidenziali del 1995, una rinuncia trasmessa in televisione davanti a 13 milioni di telespettatori.

    27 dicembre 2023
    www.tgcom24.mediaset.it/mondo/parigi-morto-l-ex-presidente-della-commissione-ue-jacques-delors_74993951-20230...
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    00 10/01/2024 17:42
    Muore César Alierta, ex Presidente di Telefonica ed ex proprietario del Real Zaragoza



    L’imprenditore di Saragozza César Alierta è morto questo mercoledì all’età di 78 anni nel capoluogo aragonese dopo che le sue condizioni di salute si sono aggravate nelle ultime settimane, secondo i media specializzati. Fu uno dei grandi protagonisti dell’economia spagnola all’inizio del secolo come presidente di Telefónicaoltre ad essere massimo azionista del Real Zaragoza dal 2014 al 2022dopo l’ingresso del gruppo di investimento guidato da Jorge Mas. Nato il 5 maggio 1945 e figlio dell’ex sindaco di Saragozza Cesareo Alierta, È balzato in prima linea nell’economia nazionale nel 2000 quando è stato nominato presidente di Telefónica. La sua permanenza in azienda coincise con la massima espansione delle telecomunicazioni e di Internet a livello mondiale. Nel 2016 ha ceduto l’incarico a José María Álvarez-Pallete, che lo ha nominato “telefono d’onore” per il suo impegno nel “fondere il reale con il digitale”. Nella sua terra, La sua ultima grande eredità è stata la salvezza del Real Saragozza nel 2014, dove entrò prima come mecenate della Fondazione Saragozza 2032 e poi come maggiore azionista, dimostrando il suo affetto per il club che suo padre già presiedeva. Dopo otto anni di tentativi di stabilizzare il club, con difficoltà finanziarie e tentativi falliti di riportarlo in Prima Divisione, Alierta ha ceduto il suo pacchetto azionario al gruppo guidato da Jorge Mastra gli altri.

    10 gennaio 2024
    it.eseuro.com/local/1675428.html

    Nota Wheaton80
    César Alierta è stato un membro di spicco del Club Bilderberg

    www.elconfidencialdigital.com/articulo/dinero/Cesar-Alierta-Club-Bilderberg-despues/20160607185434081...
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    wheaton80
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    00 03/02/2024 20:44
    Morto Vittorio Emanuele di Savoia: dall’esilio agli scandali fino all’accusa di omicidio
    La storia del re d’Italia che non riuscì mai a salire sul trono



    È morto il primo re d’Italia che non riuscì mai a salire sul trono. Vittorio Emanuele di Savoia aveva 86 anni. Padre del principe Emanuele Filiberto (che negli ultimi anni è stato pure cantante e concorrente all’Isola dei Famosi), figlio di quell’Umberto II, ultimo re d’Italia da maggio a giugno del '46, e di Maria Josè, Vittorio Emanuele nacque a Napoli, ma visse la sua infanzia a Roma e un mese prima rispetto all’armistizio dell’8 settembre 1943 venne obbligato dal re, il nonno Vittorio Emanuele III, all’esilio con la madre e le tre sorelle in un paese della provincia di Cuneo e, successivamente, quando ancora il risultato del referendum del 12 giugno del '46 non fu reso pubblico (cioé la vittoria della Repubblica come forma di governo sulla Monarchia), seguì tutta la famiglia reale nel lungo periodo di esilio tra Francia e Svizzera, fino a quando, con l’entrata in vigore della Costituzione Repubblicana nel 1948, ai discendenti maschi e alle rispettive consorti di Savoia fu rigorosamente vietato l’ingresso e il soggiorno in Italia. Personaggio controverso e autoritario, Vittorio Emanuele fu in perenne litigio con il padre Umberto, iscritto alla Loggia massonica P2, invischiato in fatti di corruzione, gioco d’azzardo e sfruttamento della prostituzione, ma fu soprattutto accusato dell’omicidio di Dirk Hamer nell’agosto del 1978 sull’isola di Cavallo, in Corsica.

    Alberto Carlo Teodoro Umberto Bonifacio Amedeo Damiano Bernardino Gennaro Maria, questo il suo nome dinastico per esteso, fece imbestialire il padre quando in totale segretezza sposò civilmente a Las Vegas nel 1970 Marina Doria, una sciatrice nautica svizzera di origine italiana, di discendenza nobile ma non reale, dopo un fidanzamento sempre osteggiato da Umberto per 13 anni. Attenzione però, Vittorio Emanuele non agì alla maniera di un ribelle del tempo che rifiuta chissà quali condizioni nobiliari (alla principe Harry per intenderci), anzi. Grazie all’appoggio della massoneria e di pezzi sparsi del Partito Monarchico si autoproclamò Vittorio Emanuele IV Re d’Italia e divenne il riferimento storico e politico di Casa Savoia. Ma è appunto nel 1978 che Vittorio Emanuele finisce in uno scandalo che si riverbererà in tutto il suo mistero per decenni. Dopo il furto di un gommone tra alcuni yacht sull’isola di Cavallo in Corsica, avvenne una sparatoria e dalla sua barca Vittorio Emanuele sparò due colpi di carabina. In una barca vicina venne ferito a una coscia il giovane tedesco Dirk Hamer, che morirà per la conseguenza di quella ferita alcuni mesi dopo. Ne 1991 Vittorio Emanuele fu prosciolto da un tribunale francese dall’accusa di omicidio volontario ma condannato a 6 mesi per porto abusivo d’armi. Il colpo di scena però avvenne nel 2006 quando, a seguito di un’inchiesta della procura di Potenza per associazione a delinquere finalizzata a corruzione, falso e sfruttamento alla prostituzione presso il casinò di Campione d’Italia, finì in carcere e una sua chiacchierata venne intercettata da una microspia. “Anche se avevo torto… devo dire che li ho fregati. È davvero eccezionale: venti testimoni, e si sono affacciate tante di quelle personalità importanti. Ero sicuro di vincere. Io ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua, che era steso, passando attraverso la carlinga”.

    Dichiarazione che i legali del membro della famiglia reale giudicarono contraffatte. In quei mesi, in altre intercettazioni, Vittorio Emanuele mostrò un disprezzo totale e violento per la magistratura italiana. Pur sapendo di essere intercettato continuò in una martellante sfida contro le procure, dando dei pezzenti e morti di fame a giudici, magistrati e semplici impiegati, fino a quando nel 2015 il suo caso venne archiviato e lui chiese, ed ottenne, perfino un risarcimento di 40mila euro. La disputa con il padre aprì una faida interna a casa Savoia su chi fosse l’erede oggettivo di Umberto II. A farsi avanti per il reale riconoscimento decenni fa, fu il cugino di Vittorio Emanuele, Amedeo duca d’Aosta, morto poi nel 2021. Il titolo sarebbe decaduto con il matrimonio con Marina Doria nel 1970, tanto che, secondo l’Annuario della Nobiltà Italiana, né lui né il figlio Emanuele Filiberto, nato nel 1972, risultano aver perso tutti i titoli nobiliari e dinastici dei Savoia. Rimane celebre quella che probabilmente è l’ultima sua testimonianza video nella serie Il Principe su Netflix, diretta da Beatrice Borromeo. Nel fuori onda, dopo aver dichiarato di non aver alcun rimorso e che avrebbe rifatto tutto quello che ha fatto nella sua vita (“a parte Cavallu”, ovvero l’isola di Cavallo), eccolo offrire uno “champagnino” alla troupe che lo intervista.

    Davide Turrini
    03 febbraio 2024
    www.ilfattoquotidiano.it/2024/02/03/morto-vittorio-emanuele-di-savoia-dallesilio-agli-scandali-fino-allaccusa-di-omicidio-la-storia-del-re-ditalia-che-non-riusci-mai-a-salire-sul-trono/...
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    00 27/02/2024 22:41
    È morto Jacob Rotschild, erede della famiglia di banchieri



    È morto a 87 anni lord Jacob Rothschild, finanziere, imprenditore e membro della celebre famiglia di banchieri, nonché membro indipendente della Camera dei Lord britannica, in forza del titolo di IV barone Rothschild, dal 1991 al 1998, anno in cui una riforma, volta a ridimensionare quasi a zero le presenze dei membri della Camera alta per diritto ereditario, lo privò del seggio assieme ad altri. Figlio di Victor III barone Rothschild, e di una donna cristiana anglicana convertita per il matrimonio all'ebraismo osservante, Jacob studiò all'università di Oxford per poi formarsi come finanziere nella banca di famiglia, la NM Rothschild & Sons, a partire dal 1963, e quindi creare una propria società, la J Rothschild Assurance Group, in coppia con sir Mark Weinberg nel 1980.

    Filantropo
    Ricordato dai familiari come un filantropo, ricevette in vita le massime onorificenze britanniche dai reali di casa Windsor ed ebbe anche incarichi pubblici come vicepresidente del gruppo televisivo Sky o presidente del comitato dei garanti della National Gallery, museo simbolo di Londra. "Nostro padre Jacob", hanno scritto i quattro figli in un messaggio, precisando che la sepoltura avverrà in privato secondo il rito ebraico, "è stata una figura eminente per tante persone come finanziere stimato, campione delle arti e della cultura, servitore devoto della cosa pubblica, sostenitore appassionato di attività di beneficenza in Israele e per la cultura ebraica, ambientalista entusiasta, amico, padre e nonno amatissimo". I suoi interessi d'affari hanno riguardato prevalentemente la finanza, ma hanno spaziato pure in altri settori, come quello petrolifero: incluso un accordo sottoscritto nel 2003 per provare a mettere in custodia (invano) asset dell'oligarca russo Mikhail Khodorkovsky, oppositore del Presidente russo Vladimir Putin, prima dell'arresto di questi e della confisca di fatto del suo gruppo, Yukos; o ancora, l'acquisizione nel 2013 dal governo d'Israele, attraverso la società Genie Energy, del diritto esclusivo di sfruttamento di un giacimento di greggio nell'area del Golan siriano occupato.

    26 febbraio 2024
    www.ticinonews.ch/estero/e-morto-jacob-rotschild-erede-della-famiglia-di-banchier...
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    00 27/03/2024 18:00
    La morte di Frédéric Mitterrand, la fine di una “brutta vita”



    I funerali dell'ex Ministro della Cultura Frédéric Mitterrand, morto il 21 marzo all'età di 76 anni, si svolgeranno questo martedì, 26 marzo, nella chiesa di Saint Thomas d'Aquin a Parigi, ha annunciato la sua famiglia all'AFP. La messa, prevista per le 15, è aperta al pubblico. Seguirà nei prossimi giorni la cremazione nell'intimità della famiglia. Nato nei bellissimi quartieri di Parigi nel 1947, uomo televisivo, proprietario di cinema, regista, direttore di istituzioni culturali... Frédéric Mitterrand aveva il curriculum ideale per stabilirsi un giorno in rue de Valois, al Ministero della Cultura. Nel 2009, il suo nome, lo stesso di "Tonton", lo ha reso ancora più il candidato perfetto per entrare in un governo disegnato da Nicolas Sarkozy, alla ricerca di "aperture" simboliche e premi di guerra, giunti come l'ex presentatore di sinistra soprannominato “caviale”. Prendendo il posto di Christine Albanel per farsi carico del dossier Hadopi, contro la pirateria su Internet, che stava slittando, Frédéric Mitterrand si confronta rapidamente con i movimenti sociali. La sua etichetta di “uomo di sinistra” svanirà rapidamente, a causa della sua inerzia e del suo sostegno alla politica economica di Sarkozy. Ai lavoratori dello spettacolo in crisi, ai quali nell'estate del 2009 aveva promesso “che il dramma della precarietà (è) alle nostre spalle”, non fornisce alcuna soluzione. Per quanto riguarda lo sciopero dei dipendenti dei musei alla fine del 2009, si tratta solo di una conferma della riduzione di posti di lavoro voluta da Bercy che, durante il mandato di Frédéric Mitterrand, metterà davvero sotto controllo il Ministero della Cultura. Sotto la sua firma, anche diversi edifici del patrimonio pubblico passeranno al settore privato, come l'Hôtel de la Marine a Parigi.

    "The Bad Life", un edificante racconto dei suoi viaggi sessuali
    Anche il suo passaggio in rue de Valois è segnato da varie polemiche. Come il suo sostegno a Ben Ali (che conobbe, lui che visse in Tunisia per gran parte della sua vita), in piena primavera araba nel 2011, prima della pubblicazione di una lettera di scuse al “popolo tunisino”. O la sua difesa di Roman Polanski, di cui poi sono emersi casi di deviazione di minori, cosa che ha ribadito nel 2020 dicendo di “non credere” alle donne che accusavano il regista di stupro. Questo sostegno ha portato alla luce anche un libro di Frédéric Mitterrand pubblicato nel 2005, La Mauvaise vie, in cui racconta le sue avventure sessuali a pagamento in Thailandia e nel Maghreb, con “giovani”. “Ovviamente ho letto cosa è stato scritto sulla tratta dei ragazzi locali. (…) La povertà ambientale, lo sfruttamento diffuso, le montagne di dollari che porta, mentre i ragazzi ricevono solo le briciole. (…) Ma questo non mi impedisce di ritornarci. Tutti questi rituali delle fiere degli efebi e dei mercati degli schiavi mi emozionano enormemente”, ha scritto in particolare. Di fronte alle polemiche, il Ministro della Cultura ha finito per assicurare, al telegiornale TF1, di non aver avuto rapporti sessuali con minorenni né di aver praticato turismo sessuale, nonostante le numerose e precise descrizioni contenute nel suo libro.

    Un cinefilo in televisione
    Questo scandalo non gli impedì di restare ministro fino alla sconfitta di Nicolas Sarkozy nelle elezioni presidenziali del 2012. Frédéric Mitterrand trovò poi un posto come conduttore radiofonico, poi televisivo, dove si fece un nome nel 1981. Quell'anno, decisamente decisivo in famiglia, Frédéric Mitterrand ha condotto lo spettacolo Étoiles et toiles su TF1. Con la sua dizione particolare, la sua nonchalance, il suo famoso “buonasera” e la sua caratteristica voce nasale, condivide la sua cinefilia, nata fin dall'infanzia. Un amore per il cinema che, dall'età di 12 anni, lo ha spinto a interpretare il ruolo di attore, in Fortunat di Alex Joffé, al fianco di Michèle Morgan e Bourvil. E molto più tardi, nel 1971, a lasciare l'insegnamento e il suo incarico di professore di storia e geografia per un cinema parigino, il Palazzo Olimpico, che programma classici e film indipendenti, e poi a creare una rete di sale. Insieme alle prime visioni, proiettava film di Ingmar Bergman, Kurosawa e Ozu. Frédéric Mitterrand ha realizzato addirittura una decina di film, soprattutto documentari, come l'importante “Lettere d'amore in Somalia”, del 1981. In televisione ha preso parte ad eventi culturali soprattutto negli anni '80 e '90. Nel 1990, ha ricevuto un 7 d'oro come miglior presentatore per il suo spettacolo “Du Côt de Chez Fred”, che era stato appena cancellato. Sul palco posa a terra il trofeo e dichiara:“Qui c’è il servizio pubblico”. Un duro colpo politico per colui che si unì al Movimento della Sinistra Radicale (MRG) tre anni dopo, prima di appoggiare Jacques Chirac nel 1995, lui estimatore di De Gaulle, diviso tra la “fedeltà” allo zio e le sue idee politiche più personali.

    Varie reazioni politiche
    I primi anni 2000 hanno visto il suo insediamento nelle istituzioni culturali, che appaiono in retrospettiva come un trampolino di lancio verso il governo. Prima a capo di diverse commissioni del CNC, poi nel 2008 in quella di Villa Medici, dove era già stato nominato da Nicolas Sarkozy. Quest'ultimo ha reso omaggio giovedì a quest'uomo “profondamente colto e delicato”, membro dell'Accademia di Belle Arti dal 2019. Emmanuel Macron ha anche reso omaggio a una personalità dalle “mille esistenze, tutte intrecciate con un filo conduttore: la cultura per tutti”. Ma, cosa insolita per la morte di un ex ministro, molti leader politici, soprattutto a sinistra, si sono astenuti da qualsiasi reazione. Il motivo sono le sue storie di turismo sessuale, con minori. Anche l’ambientalista eletta a Parigi Raphaëlle Rémy-Leleu si rammarica del fatto che “i leader politici continuano a glorificare un molestatore di bambini e poi fingono di mettere in discussione la cultura dello stupro e dell’impunità».

    Florent Le Du
    21 marzo 2024

    Traduzione: Wheaton80
    www.humanite.fr/culture-et-savoir/cinephilie/mort-de-frederic-mitterrand-la-fin-dune-mauva...
    [Modificato da wheaton80 27/03/2024 18:03]
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    00 28/03/2024 20:29
    È morto Joe Lieberman, fu candidato vicepresidente USA con Al Gore



    Si è spento a 82 anni a New York, ma per tutti era “il senatore del Connecticut”: lo fu per oltre vent’anni, tra il 1989 e il 2013. Joe Liebermann era una figura popolare quanto controversa, nella politica americana. A lungo anima centrista del Partito Democratico, su posizioni “liberal” nel campo dei diritti civili (diritto all'aborto, coppie omosessuali, limiti al possesso di armi) ma anche spesso ammiccante al punto di vista dei Repubblicani. Tanto da sostenere nel 2003 l'invasione dell'Iraq, da correre da indipendente nel 2006 (con successo), perfino poi, nel 2008, da sostenere nella corsa alla Casa Bianca il repubblicano John McCain contro il democratico Barack Obama. Eppure lo si ricorda anche come il primo ebreo americano ad aver corso per la vicepresidenza. Fu al fianco di Al Gore, nel 2000, elezioni ancor oggi ricordate come tra le più caotiche e contestate nella storia del Paese: ci mancò poco, ma vinse George W. Bush. E ancora, rimase famoso nel 1998 il suo discorso furioso in Senato contro il Presidente Bill Clinton, democratico anche lui, al culmine dello scandalo per la relazione con Monica Lewinsky. E però poi votò contro l'impeachment di Clinton. Il suo attuale successore, il senatore democratico del Connecticut Chris Murphy, lo ricorda così:“In un'era di politica fatta con le copie in carta carbone, Lieberman era un uomo unico, ce n'era uno solo”.

    27 marzo 2024
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    [Modificato da wheaton80 28/03/2024 20:30]
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