È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Forum NWO Nuovo Ordine Mondiale, illuminati, cospirazioni, controllo globale, spiritualità, scienza di confine, Bilderberg, Lady Diana

Salute: cellulare favorisce il cancro? Per i giudici sì

  • Messaggi
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 2.710
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Veteran
    00 24/04/2017 14:40

    TORINO – La notizia è destinata a far discutere e sicuramente accende il dibattito sull’utilizzo del telefono cellulare. Il tribunale di Ivrea ha condannato l’INAIL a pagare una rendita perpetua ad un dipendente Telecom, costretto a usare per motivi lavorativi il cellulare per più di 3 ore al giorno per circa 15 anni e poi colpito da neurinoma, un tumore benigno che interessa il nervo acustico. Come ha raccontato lo stesso dipendente, Roberto Romeo:“Non voglio demonizzare l’uso del telefono cellulare ma per evitare quello che mi è successo bisogna saperlo utilizzare in modo corretto. All’inizio pensavo di essermi preso un’infezione all’orecchio ma poi ho capito che la cosa era ben più grave (…). Per 15 anni ho fatto innumerevoli telefonate anche di venti e trenta minuti, a casa, in macchina. Poi ho iniziato ad avere la continua sensazione di orecchie tappate, di disturbi all’udito. E nel 2010 mi è stato diagnosticato il tumore. Ora non sento più nulla dall’orecchio destro perché mi è stato asportato il nervo acustico”. Un giudice quindi riconosce quanto già fatto dal 2001 dalla IARC, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, secondo cui le onde elettromagnetiche del telefonino hanno un effetto cancerogeno. L’Agenzia difatti ha classificato le onde elettromagnetiche tra i possibili cancerogeni e in questa lista (gruppo 2B) si ritrovano tutti gli agenti per i quali al momento esiste solo qualche sospetto di pericolosità per l’uomo. Il perito di parte nella causa, il professore Angelo Levis, ha esortato nel documento depositato in tribunale l’urgenza di revisionare le attuali linee guida finalizzate alla fissazione di limiti di esposizione realmente cautelativi. “I risultati delle indagini (…) non lasciano dubbi circa l’esistenza di un rapporto causa-effetto tra esposizione abituale e per lungo tempo ai telefoni mobili (TM – cellulari e cordless, analogici e digitali) e rischio – almeno raddoppiato e statisticamente significativo al 95% di probabilità – di tumori ipsilaterali alla testa: gliomi cerebrali, meningiomi e neurinomi acustici”.

    Alessandra Caparello
    21 aprile 2017
    www.wallstreetitalia.com/salute-cellulare-favorisce-il-cancro-per-i-giu...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.677
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 06/07/2019 16:32
    Via libera al 5G (senza studi)

    Non la abbiamo votata. Non da cittadini, non da parlamentari italiani, non in Europa. Eppure è bastata una delibera dell’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) e, da gennaio, in 120 comuni italiani, sono state impiantate le antenne per il 5G, l’ultima tecnologia a radio frequenze millimetriche che permetterà connessioni super veloci. Il Belgio per il momento l’ha rifiutata e la Svizzera ha chiesto di sospendere le nuove installazioni (https://www.rsi.ch/news/svizzera/5G-dubbi-per-la-salute-11828612.html). Il motivo? “Non se ne conoscono gli effetti sulla salute. Non si sa se il livello delle radiazioni che nei prossimi anni interesserà la superficie terreste e l’atmosfera ci farà male oppure no. E se dovesse danneggiarci, quanto potrebbe farlo e in che forma”. Qui l’elenco dei comuni sperimentatori:

    www.ilcambiamento.it/articoli/pericolo-elettrosmog-ecco-i-primi-120-comuni-dove-si-sperimen...

    Carenza di studi
    “Sul 5G non esistono studi in vitro (cellule), in vivo (cavie) ed epidemiologici”, ci spiega Livio Giuliani, dirigente di ricerca e biofisico, uno dei massimi esperti dell’argomento nonché estensore della prima legge italiana che nel 1998 fissò il tetto limite delle radiofrequenze. Allora c’era il 2G. “Da sempre sono previste cautele all’esposizione elettromagnetica; nel 1998 abbiamo revisionato gli studi scientifici esistenti e costruito la legge fissando per la prima volta un limite di esposizione (sei Volt metro per ogni intervallo di 6 minuti). Abbiamo aperto una strada sulla protezione ambientale che è stata poi seguita da molti Paesi. Durante il governo Monti però (effetto di un decreto) il nostro limite di sicurezza è stato “allentato” e l’esposizione calcolata nell’arco delle 24 ore. Così l’irradiazione consentita potrebbe aumentare di 1.440 volte in un intervallo di 6 minuti”:

    www.pandoratv.it/il-mondo-nuovo-pnt-23-il-5g-e-linternet-delle-cose-livio-giu...

    Nessuno ha protestato?

    “No, il provvedimento non ebbe risonanza: la misura venne inserita nel “decreto crescita”. È stata la prima volta che un organismo tecnico come la CEI (al quale ci siamo ispirati per costruire la nostra legge che in Italia detta le norme per fare le misure elettriche e magnetiche) è stato soppiantato da una decisione politica”.

    Perché occorre prudenza riguardo all’esposizione ai campi elettromagnetici? Che cosa si sa oggi?
    “Già gli esperimenti condotti negli anni ‘70 sui pulcini mostrarono l’effetto tossico dei campi elettromagnetici sulle cellule, in particolare si osservò un’alterazione della pompa del calcio intracellulare. Significa che le onde interagiscono con i fondamenti della vita. Nel 2011 la IARC (l’agenzia dell’OMS che ricerca le sostanze cancerogene) stabilì che le radiazioni comprese fra i 30 kHz e i 300 Ghz (quindi anche i 2,6 Ghz del 4G e i 27,5 Ghz del 5G) sono possibili cancerogeni per l’uomo (Gruppo 2B). Sono almeno 10.000 gli studi che supportano il principio di precauzione (perfino il 27% di quelli finanziati dall’industria della telefonia)”.

    Studi IARC: www.iarc.fr/wp-content/uploads/2018/07/pr208_E.pdf

    Gli studi sul 2 e 3 G
    Dopo il 2011 sono stati condotti due importanti studi sperimentali sul 2G e sul 3G dall’istituto Ramazzini italiano e dal National Toxological Program (NTP) americano. Entrambi sono arrivati agli stessi risultati analizzando diverse frequenze. È emersa nei topi un’incidenza maggiore di glioblastomi al cervello e di un raro tumore delle cellule del sistema nervoso di cuore e cervello (Schwann). Combinazione sono i due tipi di tumore emersi anche da uno studio epidemiologico sulla popolazione (Philps et al. Regno Unito): dopo 10 anni di utilizzo di telefono per almeno tre ore al giorno. “Una coincidenza tra studi osservazionali e sperimentali a migliaia di chilometri di distanza non può essere dovuta al caso”, ha fatto notare Fiorella Belpoggi, direttrice dell’Area Ricerca dell’Istituto Ramazzini e responsabile dello studio italiano:

    www.ramazzini.org/comunicato/ripetitori-telefonia-mobile-listituto-ramazzini-comunica-gli-esiti-del-suo...

    “Nei forti utilizzatori di cellulari sono state colpite le aree temporale e frontale, quelle più coinvolte durante l’uso del telefonino”, ha spiegato Belpoggi durante un’audizione parlamentare nel mese di febbraio.

    L’incidenza
    “L’evidenza degli studi in laboratorio e sull’uomo mostra un cancerogeno di bassa potenza”, ha aggiunto Belpoggi. “Ma si deve considerare che il numero delle persone esposte è altissimo, sono miliardi di persone in tutto il globo. È un problema di salute pubblica, dato che molte migliaia (se non milioni) potrebbero essere le persone suscettibili ai danni biologici da radiofrequenze”.

    La lezione del passato
    La ricercatrice del Ramazzini ricorda che “amianto, fumo di tabacco, benzene, formaldeide e altre sostanze hanno mostrato cancerogenicità in studi sperimentali decenni prima che le agenzie regolatorie prendessero provvedimenti restrittivi, fino al bando”. Che il benzene fosse coinvolto in tutte le leucemie, ad esempio, si sapeva dal 1979. Eppure…

    Le aziende di tecnologia non sono tenute a presentare studi di sicurezza
    “La telefonia è inspiegabilmente una zona franca. Per le normative mondiali qualsiasi prodotto abbia un impatto sulla salute deve essere corredato da studi di sicurezza. L’industria chimica produce corposi dossier di valutazione del rischio per ogni nuova sostanza immessa sul mercato, altrettanto bisognerebbe fare per le radiofrequenze. Anche l’industria automobilistica oggi è soggetta a valutazioni sulla sicurezza meccanica e delle emissioni, perché no la telefonia mobile? Se mi metto alla guida di un mezzo, a certe condizioni, so che potrei rischiare, ma appunto ‘so’ e mi assumo il rischio. Non solo. Tutti gli elettrodomestici devono superare i test di certificazione ma se non vi sono limiti chiari per il 5G come potranno certificare? Ai governi ricordo che oggi abbiamo tutti i mezzi per condurre studi adeguati, perché non ci impegniamo?”.

    Sconti miliardari alle compagnie di telefonia

    Livio Giuliani fa notare che la gara per il 5G porterà nelle casse dello Stato la metà dei miliardi che arrivarono nel 2000 per il 3G. “Evidentemente sono l’unico a stupirsi, nel 2000 l’Italia incassò 13,6 miliardi per concedere le frequenze alle varie compagnie. Quest’ultima gara ne porterà poco più di 6. Ho sentito esponenti del governo esultare e non ne capisco le ragioni…”.

    L’Internet delle cose
    Grazie al 5G si sperimentano i droni che volano sulle nostre teste; le spie nei cassonetti dell’immondizia (segnalano il momento di svuotarli); i sensori sui palazzi all’Aquila che al minimo tremolio chiudono i rubinetti del gas e lanciano l’allarme; le ambulanze smart. Arriveranno le auto senza conducente, i frigoriferi che mostrano quando un alimento è scaduto, gli elettrodomestici che si azioneranno a distanza e i campi di grano che diranno al contadino quando devono essere annaffiati. Il prezzo da pagare sono onde elettromagnetiche dappertutto, giorno e notte. Perché il 5G viaggia su frequenze altissime, ma che ha una “portata” di viaggio limitata. Richiede mini antenne disposte a distanza ravvicinata, ogni cento metri per poter connettere fino a un milione di oggetti per chilometro quadrato.

    L’invito alla prudenza
    Fiorella Belpoggi, intervistata da Massimo Mazzucco, rilancia il suo appello ai governi:“Non si tratta di tornare indietro e respingere in blocco le nuove tecnologie ma di conoscerle per darsi delle regole. Questo è lo sviluppo sostenibile: impostare le decisioni politiche sulla ricerca. Dopo una valutazione attenta si potrebbe decidere cosa dotare di strumenti super efficienti. Se ha senso un ospedale smart, magari non lo hanno un frigorifero o un pannolino da neonato dotato di 5G. Mi prendo la responsabilità di quello che conosco: quei tumori li ho visti. E tacere oggi è da criminali” (https://youtu.be/XJLFdzzu3vE).

    Come difenderci

    Da un lato vi sono le misure che possono mettere in atto i governi. Livio Giuliani ricorda che “le nostre leggi prevedono il principio di precauzione (legge quadro 36 del 2001) e, in Europa, la Risoluzione Ambientale del 2009, ove si osserva con orgoglio che 9 Paesi europei hanno rispettato i limiti di sicurezza stabiliti da noi. Questi testi sono il risultato di anni di battaglie e dimostrano che ha prevalso l’attenzione alla salute. Si tratta di un successo italiano nella protezione ambientale”.

    Già, ma il 5G ha ottenuto il via libera con un decreto
    “Occorre ricordare ai governi che non siamo al punto zero. E che abbiamo già gli strumenti per tutelarci”. Per quanto riguarda la protezione individuale ecco alcuni accorgimenti da privilegiare: meglio parlare al telefono con il viva voce tenendolo a 15-20 centimetri di distanza (come riportato nel foglietto illustrativo); l’auricolare con il filo, per un verso riduce l’esposizione, per l’altro funge da antenna. Quello senza filo si comporta come una radio. Non tenere lo smartphone nella tasca dei pantaloni, si è visto che le onde agiscono sulla motilità degli spermatozoi; non dare ai bambini iPad o telefonini connessi (soprattutto sui mezzi in movimento come treni, autobus o automobili), piuttosto scaricare film e canzoni e spegnere la connessione; abitudine, quest’ultima, da adottare durante la notte.

    Gioia Locati
    11 giugno 2019
    blog.ilgiornale.it/locati/2019/06/11/via-libera-al-5g-senz...
    [Modificato da wheaton80 06/07/2019 16:33]
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.685
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 12/07/2019 16:55
    Il Progetto “5G-Monarch”, ovvero il 5G secondo Telecom Italia
    A cosa serve il 5G? Ve lo dicono nel logo…



    Il progetto europeo per il 5G si chiama appunto “Monarch”: come la farfalla “monarca” e come un terribile progetto di “ricondizionamento mentale” sperimentato nei decenni passati. L’acronimo è: MoNArch = Mobile Network Architecture. Ma la lettera ‘A’ della parola Monarch è un compasso: che tutti sanno essere il simbolo principe massonico. Il logo la dice lunga e non può essere casuale. Secondo molti studi, infatti, i campi elettromagnetici influenzano i pensieri. La tecnologia del 5G andrà quindi potenzialmente in qualche modo ad influire sul libero arbitrio? È probabilissimo che sia così. “5G MoNArch” non può non richiamare il famoso “Progetto Monarch”, creato dalla CIA tra gli anni ’50 e ’60, che veniva testato su civili e militari, con tecniche come l’elettroshock, l’ipnosi e le droghe e serviva per la disgregazione totale del soggetto psichico per farlo diventare uno “schiavo obbediente”. Oltre 2 milioni di americani (dati stimati dagli studiosi) sarebbero stati sottoposti a questo orribile trattamento. Il 5G, invece, sottopone la popolazione globale ad una sperimentazione con una roadmap intuibile grazie a questo video:



    Il “Progetto Monarch”
    Svolto all’ombra del popolo credulone, attraverso una moltitudine di mezzi manipolati, si trova una delle più diaboliche atrocità perpetrate su un segmento della razza umana, una forma di controllo mentale sistematico, che ha permeato ogni aspetto della società per quasi cinquant’anni. “Monarch”, monarca (in riferimento non solo, come molti credono, alla farfalla, simbolo dell’anima), è una parola chiave-accesso legata alla programmazione mentale e un progetto segreto di controllo mentale, inizialmente creato e supervisionato della Central Intelligence Agency e da specifici scienziati che studiarono la mente umana sotto tortura, deprivazione, ecc... Solo in seguito, sono entrati nella sperimentazione anche specifici battaglioni militari specializzati nella guerra psicologica, creando le truppe “delta” impiegate sui campi di battaglia (super-assassini senza emozioni). Altri soggetti vennero impiegati nei servizi segreti vaticani e per un sottobosco di persone dedite al satanismo, alla pedofilia, alla pornografia, creando lo “schiavo beta” (schiavi sessuali, solitamente bambini e donne, le cosiddette “bambole presidenziali”, molto richieste dalla Casa Bianca fin dai tempi dei Kennedy, fino ad arrivare ai Bush).

    Nel progetto di controllo mentale MK-Ultra, da cui è derivato il Progetto Monarch, si sono impiegate molteplici droghe e successivamente anche frequenze acustiche, luminose e poi frequenze su etere (solitamente a onde corte). Tecnologia di controllo mentale su radiofrequenze o ad alta frequenza in cui riversare nel sistema parietale e nel lobo visivo immagini, parole, comandi, ecc... Oramai ci sono decine e decine di brevetti e forse il 5G non è altro che la messa in opera di uno o più brevetti con lo scopo di “arma silenziosa” con cui il Grande Fratello inizierà a riprogrammare la mente umana via etere. Tutto questo è ormai noto e confermato da documenti declassificati del governo USA, da individui precedentemente collegati all’Intelligence degli Stati Uniti, da scritti storici, da ricercatori ed esperti in controllo della mente, da pubblicazioni da parte di operatori della salute mentale, da interviste prese dai sopravvissuti, involontariamente sottoposti ad una forma altamente complessa di trauma e controllo mentale, conosciuta come “Programmazione Monarch”.

    Fonti
    www.telecomitalia.com/tit/it/innovazione/la-rete-5G-in-italia/5G-MoNA...
    www.nogeoingegneria.com/librifilms/il-progetto-5g-monarch/

    8 Luglio 2019
    www.conoscenzealconfine.it/il-progetto-5g-monarch/
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.692
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 19/07/2019 23:15
    5G Apocalypse



    Documentario sui pericoli del 5G sottotitolato in italiano (segnalo una traduzione molto imprecisa in vari passaggi, ma cmq il tutto risulta comprensibile. E data l'importanza dell'argomento ne consiglio quindi l'attenta visione)
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.711
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 06/08/2019 18:13
    I sindaci contro il 5G

    Il complotto del 5G si arricchisce di nuovi protagonisti: i sindaci. I primi cittadini di alcuni dei 120 Comuni scelti per la sperimentazione si sono messi di traverso. Pompu, Segariu e Noragugume, i tre paesini-laboratorio della Sardegna, hanno fermato il 5G. Poi è stata la volta di Cogne (Aosta), Ricaldone e Solonghello (Alessandria). L’ultimo a vietare le antenne è stato il sindaco di Scanzano Jonico, in Basilicata. Racconta oggi La Stampa:“Anche il CODACONS si è unito alla rivolta e ha annunciato «una crociata contro la nuova tecnologia. Abbiamo scritto agli ottomila sindaci italiani chiedendo loro di adottare provvedimenti simili». L’associazione dei consumatori ha anche presentato un esposto a 104 procure della Repubblica per indagare sui rischi per la salute. Il guru della rivolta è Maurizio Martucci, Presidente del Comitato Stop 5G:«Di questa nuova tecnologia si sa poco o nulla. Qualora ci sia anche un solo dubbio deve sempre prevalere il principio di precauzione per tutelare la salute dei cittadini». Il tam tam sui social ha diffuso numerose bufale sul 5G. Una semplice ricerca su Google ne svela decine (una su tutte:«Le radiazioni porteranno all’estinzione del genere umano»). I tecnoribelli, però, presentano come prove due studi scientifici indipendenti, uno dell’Istituto Ramazzini di Bologna e uno dello statunitense National Toxicology Program:«Entrambi attestano il nesso tra i campi elettromagnetici creati da 2G e 3G e il cancro», sostiene Martucci. Gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità ribattono che quelle ricerche non sono applicabili al 5G. Intanto, il dibattito su internet ultraveloce sta creando imbarazzo all’interno del M5S, creando una spaccatura. Cataldo Curatella, Presidente della Commissione «Smart Cities» nel Consiglio comunale di Torino e grillino della prima ora, ricorda le battaglie del Movimento delle origini per la tutela della salute:«Fa parte del nostro DNA. Da un anno proviamo a parlare con i nostri deputati ma ci hanno detto che sul 5G si è già deciso e non si torna indietro». La deputata Mirella Liuzzi, da parte sua, liquida le polemiche:«L’implementazione del 5G è stata approvata dalla base su Rousseau»”.

    5 agosto 2019
    www.nextquotidiano.it/sindaci-contro-5g/
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.735
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 02/09/2019 18:03
    Apple e Samsung citati in giudizio per “rischio di cancro” causa radiazione di cellulari

    Apple e Samsung dovranno affrontare un'azione collettiva per l’ipotesi sulle emissioni di radiofrequnza fino al 500% sopra la soglia stabilita dalle autorità statunitensi. Nel frattempo si accende il dibattito sui danni alla salute dagli smartphone. La causa è stata presentata nel distretto settentrionale della California dopo un’indagine del quotidiano Chicago Tribune che ha stabilito che il livello delle emissioni di radiofrequenza dei cellulari di Apple e Samsung, in particolare iPhone 8, iPhone X e Galaxy S8, “supera di gran lunga i limiti federali”. I rischi di tali livelli di radiazioni, continua il rapporto, includono “aumento del rischio di cancro, stress cellulare (…), danni genetici, peggioramento delle capacità di apprendimento e memoria, disturbi neurologici” e un elenco di altri problemi salutari. La Commissione Federale per le Comunicazioni (Federal Communications Commission) degli Stati Uniti esamina i telefoni in base al loro “tasso di assorbimento specifico”, misurato in watt di energia assorbita per chilogrammo di tessuto corporeo. Nessun cellulare acquistabile negli USA può superare 1,6 w/kg, mentre le leggi europee consentono 2w/kg. Tuttavia, gli attivisti della salute ritengono che questi limiti siano obsoleti.

    In effetti, le norme furono stabilite dalla Commissione Federale per le Comunicazioni nel 1997 e si basarono in gran parte sui test condotti dalle forze armate degli USA che coinvolsero dei soldati da 100 kg. I bambini possono assorbire oltre il 150% di radiazioni telefoniche in più rispetto agli adulti e fino a dieci volte più radiazioni attraverso i loro crani. I ricercatori dicono che applicare ai bambini le norme del tasso di assorbimento specifico che non danneggiano l’elite dell’esercito non è un atteggiamento adeguato. Praticamente nessuno dei querelanti nella causa afferma di aver sofferto di malattie o problemi di salute. Eppure stanno facendo causa a Apple e Samsung con l’accusa di averli indotti in errore nell'acquistare dispositivi potenzialmente pericolosi. L'imminente lancio delle infrastrutture di telefonia mobile 5G ha generato dei campanelli d'allarme. I ripetitori 5G usano onde radio più corte rispetto a quelli della attuale generazione, il che significa che più città americane si adegueranno all'uso del 5G, più ripetitori dovranno essere costruiti per garantirne la copertura. Tuttavia, queste onde più corte viaggiano ad una frequenza molto più alta rispetto alle precedenti, risultando in una maggiore esposizione degli utenti alle radiazioni.

    31.08.2019
    it.sputniknews.com/mondo/201908318023729-apple-e-samsung-citati-in-giudizio-per-rischio-di-cancro-causa-radiazione-di-cellulari/?fbclid=IwAR3Z4d0k8aLTbQQWgRz1-7cUDCE0M1V3IDLO7fh0dJiveydnMbj...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.741
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 07/09/2019 18:31
    Conte Bis, atto primo: scatta lo scudo speciale sul 5G

    Le prime mosse del Governo Conte Bis attivano lo scudo sulle tecnologie 5G. Il Consiglio dei Ministri numero uno ha esercitato il Golden Power, i poteri speciali istituiti nel 2012 per proteggere aziende strategiche da acquirenti stranieri ed esteso a fine marzo alle reti di quinta generazione, su contratti e acquisti di cinque compagnie telefoniche: Vodafone, Tim, Fastweb, Linkem e Wind Tre. Una mossa in extremis, quella dell’esecutivo Movimento 5 Stelle-Partito Democratico, visto che lunedì 9 settembre lo scudo introdotto dal decreto legge 22 dello scorso 25 marzo sarebbe scaduto. Questa, insomma, era l’ultima occasione per dire la propria sulle scelte degli operatori in merito alle forniture per il 5G. Specie quelle dalla Cina, finite nel mirino degli Stati Uniti, che ha caldeggiato gli alleati europei a un giro di vite sulla tecnologia orientale. E il verdetto è arrivato. Il neo Ministro dello Sviluppo Economico (MISE), Stefano Patuanelli, ha esercitato il Golden Power su contratti per “l’acquisto di beni e servizi” da parte di Linkem, poi su un’operazione di Vodafone, sulle forniture di Huawei e ZTE, i due campioni cinesi delle telecomunicazioni, rispettivamente a Wind Tre e Fastweb. Anche TIM è finita nel mirino della manovra. Osservati speciali sono “accordi conclusi prima del 26 marzo”, quindi prima dell’entrata in vigore del decreto sul Golden Power rafforzato, per “apparati e sistemi di comunicazione rispetto ai quali la tecnologia 5G può essere considerata una naturale evoluzione”.

    Cosa prevede il Golden Power

    Il nuovo Golden Power impone alle aziende di telecomunicazioni di notificare gli acquisti da aziende extra-europee per costruire le reti di 5G. Il governo ha l’ultima parola sui contratti: può accettarli in toto, bloccarli o imporre condizioni o prescrizioni. Come ha fatto, in questo caso, con Vodafone e Wind Tre, per esempio. Di fatto, l’obiettivo dello scudo è di monitorare tecnologie critiche come quelle di comunicazione, specie per il 5G, prima che siano installate. La partita sulle future tecnologie di comunicazione in Italia si gioca tra cinque operatori: le europee Nokia ed Ericsson, la statunitense Cisco e ZTE e Huawei dalla Cina. Il timore degli operatori è che possa rallentare la corsa alle reti di quinta generazione, che vede l’Italia tra i Paesi più avanzati in Europa. A luglio Thomas Miao, Amministratore Delegato di Huawei in Italia, ha chiesto “regole trasparenti e uguali per tutti”. E un accorciamento dei tempi per il rilascio delle autorizzazioni, che passano attraverso il vaglio del MISE, chiamato a leggere le carte dei componenti da installare. Le regole, tuttavia, potrebbero presto cambiare. Il Golden Power così com’è stato scritto a marzo, senza legge di conversione, scade il 9 settembre. I poteri, tuttavia, non sembrano destinati a essere cancellati, ma saranno ripristinati sotto altra forma, per esempio attraverso il veicolo della legge sulla cybersecurity.

    Luca Zorloni
    5 settembre 2019
    www.wired.it/internet/tlc/2019/09/05/5g-golden-power-conte-bis/?ref...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.795
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 16/11/2019 18:17
    RAI - Cosa sta per succedere con il 5G

    www.youtube.com/watch?v=ip5jqWy70t0&feature=emb_title
    [Modificato da wheaton80 16/11/2019 18:17]
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.796
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 16/11/2019 20:14
    ITALIA STOP 5G, atti ufficiali per la precauzione

    Questa pagina elenca tutti gli atti ufficiali presentati in qualsiasi sede istituzionale italiana per fermare il pericoloso 5G. Qui c'è la lista aggiornata al 15 Novembre 2019 di tutti gli atti prodotti tra Parlamento, Regioni, Province e Comuni in nome del principio di precauzione: question time, interrogazioni, delibere, mozioni, ordini del giorno ed ordinanze sindacali.

    L'elenco è suddiviso tra gli atti presentati e quelli poi ufficialmente approvati:

    www.alleanzaitalianastop5g.it/443193497
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.809
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 30/11/2019 17:18
    Digitale a scuola, si fa marcia indietro:«Troppa tecnologia»

    Digitale a scuola, dopo la sbornia si fa marcia indietro. E si punta sugli aspetti umani. Sono le incredibili conclusioni di una ricerca condotta dall’Università Bocconi e dall’Università di Padova insieme all’associazione ImparaDigitale, che verrà presentata domani agli Stati Generali della Scuola Digitale a Bergamo: condotta su 1.499 studenti dai 6 ai 16 anni, 848 genitori, 80 consigli di classe, 134 insegnanti, che hanno portato oltre 600mila risposte, dimostra che di digitale ce n’è fin troppo nella vita dei bambini e dei ragazzi, e che quindi la scuola deve concentrarsi su altro. “È la prima volta che vengono incrociate le risposte dei figli con quelle dei genitori, e che si ha la percezione netta di come madri e padri non siano abbastanza consapevoli dell’uso che i figli fanno dei mezzi tecnologici”, spiega Francesco Sacco, curatore della ricerca. Persino sull’età a cui i ragazzi hanno avuto accesso ad un cellulare le risposte divergono: il 30% dei figli dice di averlo ricevuto tra i 6 e gli 8 anni, contro il 19% dei genitori; lo 0,5% dei ragazzi dice di averlo avuto prima dei 3 anni, cosa che ammette solo lo 0,2% dei genitori. Sul tempo di utilizzo si tende al ribasso: le 3 ore dichiarate in media a settimana non tornano con il resto delle risposte. Alle primarie tutti dicono di non portare il telefonino in classe, ma gli insegnanti testimoniano di averlo visto: a scuola il 23% lo usa di nascosto, per lo più per copiare. “C’è un gap generazionale che condiziona il rapporto docente alunno. Ma non esiste più neanche un controllo reale da parte dei genitori”, spiega Dianora Bardi, professoressa e Presidente di ImparaDigitale.

    Come dice il prof. Matteo Lancini dell’Università Bicocca, esiste la mamma virtuale, che pensa con i messaggini di poter controllare i propri figli, mentre il padre autorevole/autoritario non esiste più, sostituito dal padre simbolico, che preferisce puntare sul dialogo”. Un dialogo che però non sembra sempre funzionare. Persino sulle regole di utilizzo della tecnologia ci sono reazioni diverse: i genitori sono convinti di aver messo paletti stretti (81%), ma solo una parte degli studenti (69%) li riconosce, e l’11% dice di non rispettarli. Del resto, la maggior parte dei ragazzi ha ricevuto uno smartphone solo per omologazione agli altri: lo ammette l’88% dei genitori. Lo schermo è pervasivo nella vita dei ragazzi, anche dopo cena: i bimbi della primaria lo usano fino alle 23.10, i ragazzi delle medie fino alle 23.40, quelli delle superiori fin oltre mezzanotte. E questo nonostante il 52% dei genitori dica di non aver autorizzato l’uso in camera. “Portare il telefono in camera implica un aumento della perdita di ore di sonno”, sottolinea nelle considerazioni Daniela Lucangeli, esperta di psicologia dell’apprendimento e prorettore dell’Università di Padova.

    E la stanchezza va a braccetto con l’ansia fisiologica, l’irrequietezza: insonnia, mal di testa, stanchezza, nausea, che, come evidenzia Lucangeli, sono correlati all’uso delle tecnologie. Lo studente trascura le attività per usare le tecnologie, prende brutti voti, dà risposte brusche mentre usa tablet o telefonino. E non è vero che, come vorrebbero credere i genitori, il cellulare è alleato dello studio: il 68% lo usa poco o mai per i compiti. Le conseguenze? L’ambizione degli studenti è sempre più modesta, il 58% fa il minimo. Ma allora, il digitale va usato a scuola, sì o no? “Dobbiamo ricrederci. Non si può pensare che si possa parlare di innovazione focalizzandoci solo sul digitale senza un contesto progettuale più ampio”, conclude amara Bardi. “Il vero cambiamento si potrà attuare se il docente non avrà paura di ascoltare gli studenti, far sviluppare i talenti, supportarli rispettando i tempi di apprendimento, renderli davvero liberi di scegliere, e di sbagliare, per diventare autonomi. Per salvare il digitale, insomma, dobbiamo dimenticare il digitale».

    27 novembre 2019
    www.corriere.it/scuola/medie/19_novembre_27/digitale-scuola-si-fa-marcia-indietro-troppa-tecnologia-cf4c3072-1153-11ea-957c-6caba63f0e63.shtml?fbclid=IwAR3PPiS3yzt5kZYuRakQMDhoIIKicg-pkK7REMdbLfVZ1mdc99341jQM3N8&refre...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.822
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 14/12/2019 20:31
    Il 5G (ora) è (pure) un problema democratico: 100 Comuni d’Italia sono ufficialmente Stop 5G - Ecco la lista, unica in Europa

    Un piccolo miracolo italiano in difesa della salute pubblica. A soli 9 mesi dell’approvazione della Risoluzione di Vicovaro nel consenso del 1° meeting nazionale Stop 5G promosso il 2 marzo 2019 dall’Alleanza Italiana Stop 5G, oggi ben 100 Comuni d’Italia sono ufficialmente Stop 5G. Prima di Vicovaro il vuoto: nelle amministrazioni locali dello tsunami del wireless di quinta generazione non se ne parlava affatto, ignorato completamente il rischio, mentre adesso, a meno di 300 giorni dal primo storico evento, una marea montante di consapevolezza nella rivendicazione di un diritto sancito dall’art. 32 della Costituzione, richiamato l’europeo principio di precauzione, dilaga senza sosta dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, dalla provincia di Bolzano a quella di Caltanissetta e Nuoro, passando per le città di Roma (Municipio XII), Torino, Catania, Firenze e Bologna. E siamo solo all’inizio. In rapida sequenza sono stati approvati atti per la precauzione e la moratoria, mozioni e delibere di giunta e consiglio comunale, ordini del giorno, sospensioni tecniche e regolamenti con diniego all’installazione dell’Internet delle cose, emendamenti con stanziamento di bilancio per la ricerca scientifica indipendente, ma soprattutto ordinanze urgenti e contingibili emanate dal Sindaco come massima autorità sanitaria sul territorio: in molti documenti, la Risoluzione di Vicovaro è esplicitamente richiamata e citata, così come le audizioni in commissione parlamentare dei medici di ISDE Italia e degli scienziati dell’Istituto Ramazzini.

    Un grande riconoscimento all’immenso lavoro profuso da ogni componente dell’alleanza che rema unito nella stessa direzione. Attraverso il sito ufficiale, l’Alleanza Italiana Stop 5G rende nota la lista completa dei primi 100 Comuni per la prevenzione dei danni da elettrosmog, un risultato unico in Europa, conseguito grazie all’azione capillare condotta dal basso tra gli enti locali, dall’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia, dagli attivisti, militanti e cittadini consapevoli, dalle innumerevoli raccolte firme, dalle manifestazioni unitarie, ma anche da organizzazioni, comitati e associazioni indipendenti; un risultato straordinario conseguito soprattutto grazie alla sensibilità e tenacia di sindaci coraggiosi, encomiabili assessori e consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione, di qualsiasi collocazione partitica. Sia chiaro: il dato parziale dei primi 100 è frutto di un aggregato che fonda su un approccio eterogeneo e diversificato, centrato sull’unanime denuncia nei rischi per ambiente e umanità derivabili dal 5G. Perché ogni mozione ha una storia a sé, un iter diverso dall’altro, un contenuto diverso dall’altro. Così come una mozione approvata in Consiglio o Giunta Comunale, o magari una delibera o un ordine del giorno approvato da maggioranza o unanimità di consiglieri o assessori, in realtà sono meri atti di indirizzo non in grado di arrestare il 5G sul territorio, trattandosi esclusivamente di protocolli formali per impegnare il sindaco a proteggere i suoi concittadini in maniera più concreta. Cosa diversa sono invece le Ordinanze urgenti e contingibili sindacali, cioè l’emanazione di una decisione assunta dal primo cittadino, responsabile della tutela socio-sanitaria sul territorio amministrato. L’ordinanza sindacale, giurisprudenza amministrativa alla mano, è infatti l’unico strumento capace di fermare il 5G. Ma deve essere motivata, ben istruita dall’ufficio tecnico, corredata da sufficienti elementi probanti in grado di reggere in un’eventuale ricorso alla magistratura amministrativa a cui potrebbe ricorrere, evidentemente, chi ha interessi legittimi divergenti rispetto all’esclusiva linea ispirata al principio di precauzione.

    Il dato è importante: se 100 amministrazioni per la precauzione hanno espresso perplessità e opposizione al 5G, sono solo 13 invece quelle dove si sta sperimentando con approvazione e avallo di sindaci negazionisti dei rischi, con “progetti sia pubblici sia privati (il 24% dedicato alla sicurezza pubblica, il 20% a temi legati alle smart city)”. Emblematici i numeri dello scollamento democratico in atto, tra Comuni Stop 5G (100) e Comuni Pro 5G (13), evidenziati nel doppio grafico della Net.Consulting (https://inno3.it/2019/12/09/5g-le-barriere-da-rimuovere-nel-2020-in-italia/), opposto a quello per la moratoria diffuso dall’alleanza. Uno per uno, ecco la lista completa dei primi 100 Comuni d’Italia ufficialmente Stop 5G, che del lato oscuro di Biga Data ne fa ora un vero e proprio problema di democrazia: il Governo Conte non può più continuare ad ignorare la secessione dal wireless. Per tutti, appuntamento poi il 25 gennaio 2020 per scendere ancora una volta nelle piazze, aderendo alla prima manifestazione mondiale unitaria Stop 5G:

    oasisana.com/2019/11/27/25-gennaio-2020-stop-5g-tutti-in-piazza-mobilitazione-nazionale-unitaria-ognuno-nella-propri...

    Atti di sindaci, giunte e consigli comunali

    1. Comune di Alife (Caserta) DELIBERA APPROVATA
    2. Comune di Arco (Trento) MOZIONE APPROVATA
    3. Comune di Amorosi (Benevento) DELIBERA APPROVATA
    4. Comune di Avolasca (Alessandria) DELIBERA APPROVATA
    5. Comune di Baceno (Verbania-Cusio-Ossola) DELIBERA APPROVATA
    6. Comune di Belluno ORDINE DEL GIORNO APPROVATO
    7. Comune di Bologna ORDINE DEL GIORNO APPROVATO
    8. Comune di Bronzolo (Bolzano) DELIBERA APPROVATA
    9. Comune di Calderara di Reno (Bologna) MOZIONE APPROVATA
    10. Comune di Camponogara (Venezia) MOZIONE APPROVATA
    11. Comune di Capistrano (Vibo Valentia) MOZIONE APPROVATA
    12. Comune di Capriati a Volturno (Caserta) DELIBERA APPROVATA
    13. Comune di Cassano delle Murge (Bari) DELIBERA E MOZIONE APPROVATA
    14. Comune di Castano Primo (Milano) DELIBERA APPROVATA
    15. Comune di Castello D’Agogna (Pavia) DELIBERA APPROVATA
    16. Comune di Catania MOZIONE APPROVATA
    17. Comune di Chieti REGOLAMENTO APPROVATO CON DINIEGO AL 5G
    18. Comune di Cinto Euganeo (Padova) DELIBERA APPROVATA
    19. Comune di Città di Castello (Perugia) MOZIONE APPROVATA
    20. Comune di Città S. Angelo (Pescara) APPROVATA VARIANTE REGOLAMENTO
    21. Comune di Cervaro (Frosinone) DELIBERA APPROVATA
    22. Comune di Conca Casale (Isernia) APPROVATA MOZIONE
    23. Comune di Cuneo ORDINE DEL GIORNO APPROVATO
    24. Comune di Durazzano (Benevento) MOZIONE APPROVATA
    25. Comune di Egna (Bolzano) MOZIONE APPROVATA
    26. Comune di Finale Ligure (Savona) DELIBERA APPROVATA
    27. Comune di Filacciano (Roma) DELIBERA APPROVATA
    28. Comune di Firenze MOZIONE APPROVATA
    29. Comune di Fonte Nuova (Roma) MOZIONE APPROVATA
    30. Comune di Fresagrandinaria (Chieti) MOZIONE APPROVATA
    31. Comune di Gallo Matese (Caserta) DELIBERA APPROVATA
    32. Comune di Gambugliano (Vicenza) MOZIONE APPROVATA
    33. Comune di Giussago (Pavia) MOZIONE APPROVATA
    34. Comune di Introdacqua (L’Aquila) ORDINE DEL GIORNO APPROVATO
    35. Comune di Isasca (Cuneo) ORDINE DEL GIORNO APPROVATO
    36. Comune di Ladispoli (Roma) MOZIONE APPROVATA
    37. Comune di Loiano (Bologna) ORDINE DEL GIORNO APPROVATO
    38. Comune di Lonigo (Vicenza) ORDINE DEL GIORNO APPROVATO
    39. Comune di Laghi (Vicenza) DELIBERA APPROVATA
    40. Comune di Lauco (Udine) DELIBERA APPROVATA
    41. Comune di Malles Venosta (Bolzano) MOZIONE APPROVATA 
    42. Comune di Marigliano (Napoli) MOZIONE APPROVATA
    43. Comune di Modugno (Bari) DELIBERA APPROVATA
    44. Comune di Mola di Bari (Bari) SOSPENSIONE TECNICA
    45. Comune di Mongrando (Biella) ORDINE DEL GIORNO
    46. Comune di Montagna (Bolzano) MOZIONE APPROVATA
    47. Comune di Montegallo (Ascoli Piceno) MOZIONE APPROVATA
    48. Comune di Montesilvano (Pescara) APPROVATA VARIANTE REGOLAMENTO
    49. Comune di Monticelli Pavese (Pavia) DELIBERA APPROVATA
    50. Comune di Monte San Pietro (Bologna) MOZIONE APPROVATA
    51. Comune di Montesilvano (Pescara) MOZIONE APPROVATA
    52. Comune di Montemarzino (Alessandria) DELIBERA APPROVATA
    53. Comune di Noli (Savona) DELIBERA APPROVATA
    54. Comune di Noragugume (Nuoro) DELIBERA APPROVATA
    55. Comune di Ora (Bolzano) DELIBERA APPROVATA
    56. Comune di Palmi (Reggio di Calabria) REGOLAMENTO APPROVATO
    57. Comune di Pontestura (Alessandria) DELIBERA APPROVATA 
    58. Comune di Prata Sannita (Caserta) DELIBERA APPROVATA
    59. Comune di Policoro (Matera) MOZIONE APPROVATA
    60. Comune di Quarto (Napoli) MOZIONE APPROVATA
    61. Comune di Raviscanina (Caserta) DELIBERA APPROVATA
    62. Comune di Riccione (Rimini) MOZIONE APPROVATA
    63. Comune di Robecchetto con Induno (Milano) DELIBERA APPROVATA
    64. Comune di Rocca di Papa (Roma) DELIBERA APPROVATA
    65. Roma Capitale (Municipio XII) MOZIONE APPROVATA
    66. Comune di Sambuco (Cuneo) DELIBERA APPROVATA
    67. Comune di San Gregorio Matese (Caserta) VIETATA INSTALLAZIONE
    68. Comune di San Potito Sannitico (Caserta) DELIBERA APPROVATA
    69. Comune di San Salvatore Telesino (Benevento) DELIBERA APPROVATA
    70. Comune di Sant’Angelo D’Alife (Caserta) MOZIONE APPROVATA
    71. Comune di Savignano Irpino (Avellino) DELIBERA APPROVATA
    72. Comune di Sesto Fiorentino (Firenze) MOZIONE APPROVATA
    73. Comune di Solonghello (Alessandria) DELIBERA APPROVATA
    74. Comune di Sovizzo (Vicenza) MOZIONE APPROVATA
    75. Comune di Telese Terme (Benevento) DELIBERA APPROVATA
    76. Comune di Torino MOZIONE APPROVATA
    77. Comune di Torremaggiore (Foggia) MOZIONE APPROVATA
    78. Comune di Tortoreto (Teramo) ORDINE DEL GIORNO APPROVATO
    79. Comune di Trento EMENDAMENTO APPROVATO + RICERCA SCIENTIFICA
    80. Comune di Villafranca Padovana (Padova) DELIBERA APPROVATA
    81. Comune di Villaromagnano (Alessandria) DELIBERA APPROVATA

    Ordinanze dei Sindaci

    1. Comune di Baone (Padova) ORDINANZA EMANATA
    2. Comune di Caneva (Pordenone) ORDINANZA EMANATA
    3. Comune di Caresana (Vercelli) ORDINANZA EMANATA
    4. Comune di Camponogara (Venezia) ORDINANZA EMANATA
    5. Comune di Cogne (Aosta) ORDINANZA ANNUNCIATA – DA EMANARE
    6. Comune di Castiglione Cosentino (Cosenza) ORDINANZA EMANATA
    7. Comune di Delia (Caltanissetta) ORDINANZA EMANATA
    8. Comune di Dozza (Bologna) ORDINANZA EMANATA
    9. Comune di Longare (Vicenza) ORDINANZA EMANATA
    10. Comune di Lozzolo (Vercelli) ORDINANZA EMANATA
    11. Comune di Marsaglia (Cuneo) ORDINANZA EMANATA
    12. Comune di Montecorvino Pugliano (Salerno) ORDINANZA EMANATA
    13. Comune di Montegrotto Terme (Padova) ORDINANZA EMANATA
    14. Comune di Perloz (Aosta) ORDINANZA EMANATA
    15. Comune di Quarto (Napoli) ORDINANZA EMANATA
    16. Comune di Ricaldone (Alessandria) ORDINANZA EMANATA
    17. Comune di San Lazzaro di Savena (Bologna) ORDINANZA EMANATA
    18. Comune di Scanzano Jonico (Matera) ORDINANZA EMANATA
    19. Comune di Torreglia (Padova) ORDINANZA EMANATA
    20. Comune di Tortoreto (Teramo) ORDINANZA EMANATA
    21. Comune di Tribano (Padova) ORDINANZA EMANATA

    10 dicembre 2019
    Maurizio Martucci
    oasisana.com/2019/12/10/il-5g-ora-e-pure-un-problema-democratico-100-comuni-ditalia-sono-ufficialmente-stop-5g-ecco-la-lista-unica-in...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.828
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 22/12/2019 17:55
    “Il 5G è un rischio altissimo”. L’allarme della Rete Sostenibilità e Salute

    Tutta la popolazione è attualmente esposta a Campi Elettro Magnetici (CEM) ad alta e bassa frequenza, che hanno fatto aumentare, nei paesi industrializzati, il livello di esposizione in ambienti interni di 5.000 volte dal 1985 al 2005; a questo si aggiunge ora il 5G (“5th Generation”), che userà le bande 700 MHz, 3.4-3.8 GHz, 26 GHz e, successivamente, le bande comprese nella gamma tra 24.25 e 86 GHz (Fonte: AGCOM). Tale tecnologia è già stata autorizzata su circa 4 milioni di cittadini italiani senza alcuna autorizzazione specifica da parte dei Ministeri competenti, in particolare di quello della Salute. I limiti attualmente vigenti in Italia, che pur vanta una delle legislazioni più cautelative a livello internazionale, anche se dal 2012 i livelli di esposizione vengono calcolati come media delle 24 ore e non puntuali, non sono tuttavia adeguati a proteggere la salute umana, in quanto sono basati sul solo effetto acuto di riscaldamento dei tessuti, secondo le indicazioni dell’organizzazione privata “International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection” (ICNIRP), discussa per i conflitti di interesse di molti dei suoi componenti. Come Rete Sostenibilità e Salute non possiamo ignorare le migliaia di studi che attestano come gli effetti biologici dei CEM vadano ben oltre la sola azione di riscaldamento acuto e siano principalmente riferibili a: stress ossidativo, alterazione dei canali del Calcio, alterazione della conformazione delle proteine (“misfolding protein”), alterazioni nell’espressione genica, con conseguenze cliniche sia di tipo cancerogeno che non cancerogeno.

    Per quanto attiene le onde del 5G, non disponiamo di studi epidemiologici (come per le altre frequenze) ma di studi sperimentali sia su animali che su linee cellulari che attestano l’insorgenza di effetti biologici potenzialmente pericolosi. La loro azione è stata oggetto di una recente ampia revisione. Data la loro bassa penetranza (10 mm), le ricadute possono essere locali (cellule cutanee, terminazioni nervose, microcircolo) ma anche sistemiche, in seguito al rilascio di mediatori infiammatori. Come documentato ormai da una vastissima letteratura scientifica, l’esposizione alle radiofrequenze rappresenta un rischio per tutte le forme di vita, comprese api ed insetti utili, così come è particolarmente inquietante l’azione sui batteri, in cui è stata dimostrata l’insorgenza di antibiotico resistenza. Nell’uomo sono stati descritti disturbi neuro-comportamentali e del neurosviluppo, alterazioni neurologiche, alterazioni spermatiche, disturbi metabolici ed endocrini, alterazioni del ritmo cardiaco.

    Per quanto attiene l’azione cancerogena, i CEM sono stati classificati come cancerogeni possibili (2B) nel 2011 dalla IARC (aumentato rischio di gliomi cerebrali e neurinomi). Ampie metanalisi di studi caso/controllo pubblicate dopo il 2011 hanno dimostrato che per uso prolungato (10 anni) o per esposizione oltre 1640 ore al telefono mobile vi è un incremento statisticamente significativo di tumori cerebrali, in particolare glioblastomi, variabile dal +32% al + 44%. Studi in vivo condotti dal National Toxicology Program e dall’Istituto Ramazzini, pur se condotti con esposizione degli animali a tipi diversi di radiofrequenze (telefoni cellulari per lo studio NTP e stazioni radio base per lo studio Ramazzini) hanno dimostrato incremento negli animali della medesima tipologia di tumori a livello cardiaco e delle guaine nervose.

    A seguito di queste recenti acquisizioni la riclassificazione della cancerogenicità delle radiofrequenze è stata inserita fra le priorità dalla IARC. Consideriamo inoltre che in Italia nel 2012 è stata riconosciuta la causa di servizio per un neurinoma di un nervo cranico insorto dal lato in cui veniva usato il telefono mobile per 5-6 ore al giorno per 12 anni per ragioni professionali. Facciamo nostre le raccomandazioni del Comitato Europeo per i Rischi da Radiazioni (ECRR), che, tenendo conto degli studi pubblicati nel 2018 dal National Toxicology Program (NTP) e dall’Istituto Ramazzini, propone che anche per le radiofrequenze (come per le radiazioni ionizzanti) vengano adottati limiti che tengano conto dell’effetto cumulativo e utilizzino fattori correttivi legati alla frequenza, all’età e alla tipologia delle persone esposte. Sempre a proposito dei limiti intendiamo stigmatizzare anche il comportamento “schizofrenico” dell’Europa, perché da un lato il Consiglio d’Europa raccomanda agli Stati membri di fissare soglie preventive che non superino gli 0,6 Volt/metro e di ridurre questo valore a 0,2 V/m, ma dall’altro, la Commissione Europea spinge per la commercializzazione su larga scala del 5G, con cui si prevede un aumento dei limiti fino a 61 V/m.

    In particolare appare urgente conoscere il rischio di tumori cerebrali in bambini e adolescenti in relazione all’esposizione ai telefoni cellulari, il cui uso è sempre più massivo ed avviene in età sempre più precoce. A questo proposito ribadiamo con forza la richiesta che vengano al più presto resi pubblici i risultati di Moby Kids, ampio studio caso-controllo condotto con fondi pubblici europei in 14 Paesi, compresa l’Italia, che sono stati inviati alla Commissione Europea il 17 gennaio 2017, quasi tre anni fa. Per concludere, il 5G è una forma di sperimentazione preliminare, in assenza di qualunque studio di valutazione ambientale o di salute e di fatto viene installato:

    – Violando palesemente il principio di precauzione della legislazione europea, senza svolgere la dovuta, e preventiva, valutazione ambientale strategica (VAS)

    – Senza alcuna consultazione pubblica o consenso informato pubblico, violando l’atto dei diritti umani delle Nazioni Unite e la Convenzione del 2007 sui diritti umani per le persone e le disparità funzionali ed il Codice di Norimberga del 1947

    – Senza adeguati limiti di esposizione basati sugli effetti biologici e su esposizioni croniche

    – In assenza di strumenti tecnici e normativi utili al monitoraggio di questo specifico standard di trasmissione/ricezione

    – In presenza di una massiccia quantità di studi indipendenti che dimostrano che le radiazioni elettromagnetiche artificiali, provenienti dal 2G, dal 3G, dal 4G, già in essere e a cui il 5G si aggiungerà, e da una serie di altri simili fonti, sono dannose alla salute pubblica e all’ecosistema

    Rispetto ai rischi per la salute sopra delineati la Rete Sostenibilità e Salute, appellandosi al principio di precauzione, si associa alla richiesta di moratoria avanzata a più riprese da ISDE Italia, richiedendo di non promuovere l’utilizzo del 5G su ampia scala sino a quando non saranno effettuati seri studi indipendenti che documentino in maniera definitiva la nocività o meno per la salute umana di questa tecnologia e sino a quando non si renderanno disponibili strumenti tecnici e normativi adeguati alla tutela della salute pubblica. Come scrisse oltre 30 anni fa Lorenzo Tomatis:“Adottare il principio di precauzione e quello di responsabilità significa anche accettare il dovere di informare, impedire l’occultamento di informazioni su possibili rischi… evitare che si consideri l’intera specie umana come un insieme di cavie sulle quali sperimentare tutto quanto è in grado di inventare il progresso tecnologico”.

    "Rete Sostenibilità e Salute: chi siamo?"
    Siamo un insieme di associazioni che da anni si impegnano in maniera critica per proteggere, promuovere e tutelare la salute. Ogni associazione ha la sua storia e le sue specificità, ma siamo accomunati da una visione complessiva della salute e della sostenibilità.

    1. AsSIS – Associazione di studi e informazione sulla salute 2. Associazione Dedalo 97 3. Associazione Frantz Fanon 4. Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia 5. Associazione per la Decrescita 6. Associazione Scientifica Andria 7. Centro Salute Internazionale-Università di Bologna 8. Federspecializzandi 9. Fondazione Allineare Sanità e Salute 10. Fondazione per la Salutogenesi ONLUS* 11. Giù le Mani dai Bambini ONLUS 12. Italia che Cambia 13. Medicina Democratica ONLUS 14. Movimento per la Decrescita Felice 15. NoGrazie 16. Osservatorio e Metodi per la Salute, Università di Milano-Bicocca 17. People’s Health Movement 18. Psichiatria Democratica 19. Rete Arte e Medicina 20. Rete Mediterranea per l’Umanizzazione della Medicina 21. Saluteglobale.it 22. Slow Food Italia 23. SIMP Società Italiana di Medicina Psicosomatica 24. Sportello Ti Ascolto – Rete di Psicoterapia sociale 25. Vivere sostenibile.

    20 dicembre 2019
    www.italiachecambia.org/2019/12/rete-sostenibilita-salute-5g-rischio-al...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.852
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 14/01/2020 20:55
    “C’è un nesso tra l’uso del cellulare e i tumori”. La conferma dalla Corte d’Appello

    “Nuoce gravemente alla salute. A meno che non venga utilizzato correttamente”. È questa l'etichetta che Roberto Romeo vorrebbe apporre sulle scatole dei cellulari. Dipendente di Telecom Italia, ha passato la sua vita con il telefonino appiccicato all'orecchio. Anche per 4 o 5 ore al giorno. Poi si è ammalato. Ha scoperto di avere un neurinoma dell'acustico, tumore benigno, ma invalidante.

    Il nesso
    Tra le giornate passate al cellulare e il tumore al cervello c'è un nesso. Ad affermarlo è la Corte d'Appello di Torino, che ha confermato la sentenza di primo grado del Tribunale di Ivrea con cui, nell'aprile 2017, i giudici avevano condannato l'INAIL a corrispondere a Romeo una rendita vitalizia da malattia professionale. “Una sentenza storica, come lo era stata quella di Ivrea, la prima al mondo a confermare il nesso causa-effetto tra il tumore al cervello e l'uso del cellulare”, spiegano gli avvocati Stefano Bertone e Renato Ambrosio dello studio Ambrosio&Commodo di Torino, che hanno seguito la vicenda. “La nostra è una battaglia di sensibilizzazione sul tema. Manca informazione, eppure è una questione che interessa la salute dei cittadini”.

    Il rischio
    Basta usare il cellulare 30 minuti al giorno per otto anni per essere a rischio. “Le persone”, aggiungono gli avvocati, “devono conoscere le possibili conseguenze di un utilizzo prolungato del telefonino, così da poter analizzare con consapevolezza il loro rapporto, e quello dei loro figli, con i cellulari e altri strumenti dannosi per la salute”. La CODACONS, che commenta la sentenza della Corte d’Appello, chiede di inserire sulle confezioni dei telefoni cellulari indicazioni sulla pericolosità per la salute umana, come viene fatto sui pacchetti di sigarette. “Ancora una volta”, afferma il Presidente Carlo Rienzi, “viene confermata la pericolosità dei cellulari per la salute umana. Dallo IARC all'OMS, passando per i recenti studi condotti dal National Toxicology Program degli Stati Uniti (NTP) e dall'Istituto Ramazzini, tutti gli enti di ricerca affermano senza ombra di dubbio come l'esposizione alle onde elettromagnetiche prodotte dai telefonini sia potenzialmente cancerogena”. “I cittadini”, conclude Rienzi, “hanno ora il diritto di essere informati riguardo i rischi che corrono, e per tale motivo non basta avviare campagne informative: serve apporre sulle confezioni dei telefonini avvisi circa i rischi per la salute, al pari di quanto già avviene con i pacchetti di sigarette”.

    Il parere dell’Istituto Superiore della Sanità
    L'uso prolungato dei telefoni cellulari, su un arco di 10 anni, non è associato all'incremento del rischio di tumori maligni (glioma) o benigni (meningioma, neuroma acustico, tumori delle ghiandole salivari). E’ quanto è emerso dall'ultimo Rapporto Istisan “Esposizione a radiofrequenze e tumori”, curato dall'Istituto Superiore di Sanità, da Arpa Piemonte, ENEA e CNR-IREA, pubblicato lo scorso agosto, che arriva ad una conclusione differente rispetto a quello della Corte d'Appello di Torino, secondo cui l'uso prolungato del telefono cellulare può causare tumori alla testa. I dati attuali, tuttavia, si precisa nello studio, “non consentono valutazioni accurate del rischio dei tumori intracranici e mancano dati sugli effetti a lungo termine dell'uso del cellulare iniziato durante l'infanzia”. Si tratta del più recente studio pubblicato sul tema, ma le ricerche in merito all'eventuale nesso tra telefonini e tumori sono in corso da oltre 20 anni.

    14 gennaio 2020
    www.lastampa.it/torino/2020/01/14/news/scrivete-sui-cellulari-che-il-loro-uso-prolungato-e-non-corretto-puo-far-male-alla-salute-1....
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.853
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 14/01/2020 20:58
    "5G Apocalypse" riproposto (data cancellazione)

  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.894
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 21/02/2020 16:18
    Le Marche dicono no al 5G, approvata la mozione Bisonni

    Approvata la mozione del Consigliere Regionale dei Verdi Sandro Bisonni contro la tecnologia di comunicazione 5G, in sperimentazione dal 2017, per i potenziali rischi per l’uomo. “Nell’atto vengono riportate informazioni dettagliate sulle possibili ripercussioni che potrebbe determinare l’applicazione della tecnologia in questione, soprattutto per quanto riguarda il rischio di collegamento con alcuni tipi di tumore”, si legge in una nota diffusa dal consigliere. “Il 5G opererà su frequenze più elevate di quelle sino ad ora utilizzate dai sistemi di radiotelefonia e renderà necessaria l’installazione in area urbana di numerosissimi ripetitori, con inevitabile aumento della densità espositiva”, scrive Bisonni. Intanto cresce la preoccupazione di molti sindaci italiani ed aumentano le sentenze che riconoscono la correlazione tra elettrosmog e cancro, quando ci si trova esposti in una condizione multipla e cumulativa. “Abbiamo applicato il principio di precauzione, visto che con il 5G in Italia si è deciso di condurre una 'sperimentazione' su 4 milioni di italiani senza autorizzazione preventiva di alcun comitato etico”, continua Bisonni, “eludendo il consenso informato e la necessaria informazione sui potenziali rischi, seguendo l’esempio di Bruxelles, che è stata la prima città a bloccare la sperimentazione del 5G per le preoccupazioni degli effetti sulla salute”.

    La mozione impegna Presidente e Giunta Regionale a lanciare una campagna informativa pubblica, affinché i cittadini siano messi al corrente dei rischi che corrono utilizzando i cellulari in modo inappropriato, cercando in tal senso anche un impegno delle compagnie telefoniche. Si chiede inoltre “di intervenire presso il Governo italiano ed i Ministeri competenti affinché non siano attivati aumenti del valore di attenzione e dei limiti di esposizione previsti dal DPCM del 2003 e di sollecitare i Comuni per l’adozione dei Piani delle Antenne, così come indicato nella legge regionale del 2017”. “L’ultimo impegno contemplato nella mozione”, conclude Bisonni, “riguarda l’ARPAM, chiamata, prima di rilasciare pareri sulle installazioni con tecnologia 5G, ad acquisire preventivamente le indicazioni delle autorità sanitarie competenti in materia relativamente ai possibili rischi per la salute della popolazione esposta”.

    19 febbraio 2020
    www.cronachemaceratesi.it/2020/02/19/le-marche-dicono-no-al-5g-approvata-la-mozione-bisonni/...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.956
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 10/04/2020 12:45
    Nessuno come l’Italia: oltre 200 comuni sono ufficialmente Stop 5G e 76 sindaci l’hanno vietato

    A 13 mesi dell’approvazione della Risoluzione di Vicovaro nel consenso del 1° meeting nazionale Stop 5G promosso il 2 Marzo 2019 dall’Alleanza Italiana Stop 5G, ben 204 Comuni d’Italia sono oggi ufficialmente Stop 5G. Prima di Vicovaro il vuoto, nelle amministrazioni locali dello tsunami del wireless di quinta generazione non se ne parlava affatto, ignorato completamente il rischio, mentre adesso, a poco più di un anno dal primo storico evento che ha avviato il dibattito in Italia, avanza inarrestabile una marea montante di consapevolezza nella rivendicazione di un diritto sancito dall’art. 32 della Costituzione, richiamato l’europeo principio di precauzione dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, dalla provincia di Bolzano a quella di Caltanissetta e Nuoro, passando per le città di Roma (Municipio XII), Torino, Catania, Firenze, Piacenza e Bologna, dove vere e proprie roccaforti con decine di amministrazioni contrarie a Big Data si contano tra i piccoli centri in Alto Adige, Campania, Abruzzo e Puglia. A queste, si aggiungono anche la Regione Toscana e la Regione Marche: i consigli regionali hanno infatti approvato mozioni precauzioniste. In rapida sequenza sono stati approvati atti per la precauzione e la moratoria, mozioni e delibere di giunta e consiglio comunale, ordini del giorno, sospensioni tecniche e regolamenti con diniego all’installazione dell’Internet delle cose, emendamenti con stanziamento di bilancio per la ricerca scientifica indipendente, come promosso dall’Alleanza Italiana Stop 5G nel progetto “Noi per la ricerca”, ma soprattutto ordinanze urgenti e contingibili emanate dal sindaco come massima autorità sanitaria sul territorio: in molti documenti, la Risoluzione di Vicovaro è esplicitamente richiamata e citata, così come le audizioni in commissione parlamentare dei medici di ISDE Italia e degli scienziati dell’Istituto Ramazzini.

    www.youtube.com/watch?v=OxCHwhr3maU

    Attraverso il sito ufficiale, l’Alleanza Italiana Stop 5G rende nota la lista completa dei 204 comuni per la prevenzione di danni da elettrosmog, un risultato unico in Europa e nel resto del mondo, conseguito grazie all’azione capillare condotta dal basso tra gli enti locali, dall’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia, dagli attivisti, militanti e cittadini consapevoli, dalle innumerevoli raccolte firme, dalle manifestazioni unitarie, ma anche da organizzazioni, comitati e associazioni indipendenti, un risultato straordinario conseguito soprattutto grazie alla sensibilità e tenacia di Sindaci, assessori e consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione, di qualsiasi collocazione partitica. Sia chiaro: il dato parziale dei primi 200 è frutto di un aggregato che fonda su un approccio eterogeneo e diversificato, centrato sull’unanime denuncia nei rischi per ambiente e umanità derivabili dal 5G. Perché ogni mozione ha una storia a sé, un iter diverso dall’altro, un contenuto diverso dall’altro. Così come una mozione approvata in Consiglio o Giunta Comunale, o magari una delibera o un ordine del giorno approvato da maggioranza o unanimità di consiglieri o assessori, in realtà sono meri atti di indirizzo non in grado di arrestare il 5G sul territorio, trattandosi esclusivamente di protocolli formali per impegnare il sindaco a proteggere i suoi concittadini in maniera più concreta.

    www.youtube.com/watch?v=VNPtuBYrUGM

    Cosa diversa sono invece le Ordinanze urgenti e contingibili sindacali, cioè l’emanazione di una decisione assunta dal primo cittadino, responsabile della tutela socio-sanitaria sul territorio amministrato. L’ordinanza sindacale, giurisprudenza amministrativa alla mano, è infatti l’unico strumento capace di fermare il 5G. Ma deve essere motivata, ben istruita dall’ufficio tecnico, corredata da sufficienti elementi probanti in grado di reggere in un’eventuale ricorso alla magistratura amministrativa a cui potrebbe ricorrere, evidentemente, chi ha interessi legittimi divergenti rispetto all’esclusiva linea ispirata al principio di precauzione.

    Maurizio Martucci
    9 aprile 2020
    oasisana.com/2020/04/09/ecco-la-lista-nessuno-come-litalia-oltre-200-comuni-sono-ufficialmente-stop-5g-e-76-sindaci-lhanno-vietato/?fbclid=IwAR2zXY0KIM1DDcpkWdiqdQiTVu9hR5sJgt6Kl1GMzEj11a6_mI2...
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 3.973
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 24/04/2020 18:43
    L'intero management di Huawei si è dimesso, compreso Ren Zhengfei, AD e fondatore



    Fonte: www.resignation.info/list
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 4.047
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 17/06/2020 01:59
    Tabella dimissioni vertici Huawei (scomparsa nel post precedente)

    www.resignation.info/list?q=huawei
  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 4.048
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 17/06/2020 02:02
    Aumentano a 500 i comuni italiani No 5G

  • OFFLINE
    wheaton80
    Post: 4.084
    Registrato il: 21/11/2007
    Città: ROMA
    Età: 43
    Sesso: Maschile
    Utente Master
    00 17/07/2020 13:36
    Huawei bandita dal 5G e dal mercato delle telecomunicazioni britannico

    La società cinese di telecomunicazioni Huawei è stata bandita dal Regno Unito il 14 luglio con un provvedimento che le impedirà non solo di partecipare alla realizzazione della rete 5G britannica, ma tutte le apparecchiature dell’azienda cinese dovranno essere rimosse dalle infrastrutture di telecomunicazioni del Paese. Si tratta di una inversione di rotta da parte del governo di Londra destinata ad avere conseguenze sulle relazioni tra Londra e Pechino, già surriscaldate dalla questione Hong Kong, con l’offerta della cittadinanza britannica a una platea potenziale di circa 3 milioni di cittadini dell’ex colonia di Sua Maestà. Parlando in Parlamento, il Ministro della Cultura dei Media e dello Sport Oliver Dowden ha annunciato che da fine anno gli operatori non potranno più acquistare apparecchiature da Huawei e avranno tempo fino al 2027 per eliminare le apparecchiature dell’azienda cinese dalle reti esistenti 4G e 3G oltre a quelle già installate per il 5G.

    Una scadenza che tiene conto del monito lanciato nei giorni scorsi da British Telecom e Vodafone UK, secondo cui per rimpiazzare le apparecchiature Huawei nelle loro reti mobili ci vorranno tra i 5 e i 7 anni. A gennaio Londra aveva dato a Huawei un accesso limitato alle reti mobili di quinta generazione, permettendo agli operatori di ridurre la quota del kit Huawei nelle parti non core della loro infrastruttura al 35% entro il 2023. Le nuove sanzioni imposte dagli Stati Uniti a Huawei a maggio hanno complicato lo scenario: la società cinese non sarà più in grado di procurarsi apparecchiature chiave per chip da fornitori americani di fiducia. Una mossa che aveva spinto il National Cyber Security Center britannico ad avviare una revisione urgente delle procedure.

    Dowden ha ammesso che l’iniziativa ritarderà lo sviluppo della rete 5G britannica, stimato in tre anni e con costi per due miliardi di sterline. La decisione, anticipata dai media, è stata formalizzata in una riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale presieduta dal Premier Boris Johnson, prima che venisse illustrato alla Camera dei Comuni dal Ministro Dowden. “Non è stata una decisione facile, ma era quella giusta da prendere”, ha detto il Ministro, invocando alla base della svolta le raccomandazioni aggiornate dell’Intelligence di Sua Maestà: chiamate a rivedere la questione in seguito alle sanzioni aggiuntive imposte dall’alleato americano all’azienda asiatica sui semiconduttori. “Abbiamo sempre valutato Huawei come un fornitore ad alto rischio”, ha puntualizzato, “e siamo stati chiari dal principio che il National Cyber Security Centre avrebbe riesaminato” le cose “se necessario”. L’ambasciata cinese in Gran Bretagna ha ventilato l’ipotesi di ripercussioni commerciali di fronte a un Regno che “parrebbe dimostrare di non avere una politica estera autonoma” dagli USA e di voler “diventare nemico” della Cina.

    Huawei ha definito la decisione di Londra “una cattiva notizia per chiunque abbia un telefono cellulare nel Regno Unito”. La scelta, ha detto, “minaccia di spostare la Gran Bretagna nella fila lenta del digitale e di approfondire il digital divide”, ha commentato Ed Brewster, portavoce di Huawei nel Regno Unito. “Purtroppo, il nostro futuro in questo Paese è diventato politicizzato”, ha aggiunto. “Si tratta della politica commerciale degli USA e non di sicurezza”. Il governo di Boris Johnson si allinea quindi con Washington, che dalla Casa Bianca ha espresso soddisfazione per l’iniziativa e sta reiterando le pressioni su Italia, Germania, Francia e altri Paesi UE e NATO affinché assumano iniziative drastiche come quella britannica nei confronti di Huawei.

    17 luglio 2020
    www.analisidifesa.it/2020/07/huawei-bandita-dal-5g-e-dal-mercato-delle-telecomunicazioni-britannico/?fbclid=IwAR064ck7svAxtIjN4iRLFu9wW_rHuQZCMFsX_o6MvWT7aHD7tcD...
1