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Usa, Agenzia per la sicurezza sotto accusa. «Spia le telefonate di milioni di cittadini»

Ultimo Aggiornamento: 03/02/2024 17:57
14/09/2013 05:11
 
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"Così spiavamo le vite degli altri"
Sono stati per decenni in servizio nell'intelligence Usa. Poi hanno denunciato abusi nel programma per controllare i dati di tutti i cittadini. Ora Thomas Drake e Bill Binney parlano. E accusano: la Casa Bianca ha violato la Costituzione


William Binney


Thomas Drake

In un quartiere di Washington, elegante, due uomini alti e dal piglio deciso si presentano a un appuntamento con "l'Espresso". Sulla cinquantina uno, vicino ai settanta l'altro. Entrambi cordiali. Dall'intelligenza brillante. Uno ha i modi sciolti ed energici dell'uomo d’azione, l'altro è quieto, riflessivo, dall'aria più intellettuale. E' settembre, nel 2012, e l'incontro avviene in presenza del loro avvocato in un ufficio a due passi dalla Casa Bianca: quando attaccano con il racconto sembra quasi di calarsi in un film di Robert Redford sull'America e il lato oscuro del potere. Thomas Drake e Bill Binney sono due ex senior executive dell'agenzia americana National Security Agency (Nsa): grande tre volte la Cia, assorbe un terzo delle risorse di bilancio per l'intelligence, che nel 2010 hanno superato gli 80 miliardi di dollari. E' «la più grande, la più costosa e la più tecnologicamente sofisticata organizzazione di spionaggio che il mondo abbia mai conosciuto», ha scritto il "New Yorker". Ed è l'agenzia finita questa settimana al centro delle cronache mondiali dopo che Edward Snowden - ventinovenne ex assistente tecnico della Cia poi passato a lavorare per la Nsa - ha passato al quotidiano inglese "Guardian" una serie di documenti top secret sul programma di intercettazioni di massa che è stato autorizzato da George W. Bush dopo l'11 settembre, ma che viene portato avanti ancora oggi dal presidente Obama. E' il "Datagate": una sorveglianza globale su centinaia di milioni di telefonate, di mail, di pagamenti con carta di credito realizzate da cittadini statunitensi e non. Uno scandalo che sta investendo direttamente la Casa Bianca, accusata di avere spiato indiscriminatamente l'intera popolazione. E, stando alle notizie trapelate sui media, anche la Gran Bretagna, il Canada, la Nuova Zelanda e l'Australia avrebbero in qualche maniera collaborato con questa operazione di intelligence planetaria. E' stata coinvolta anche l'Italia? Tutte le telefonate, le e-mail, le carte di credito degli italiani sono sistematicamente spiate dalla Nsa? E' questo uno dei nodi che cerchiamo di sciogliere con Binney e Drake.

Bill Binney ha lavorato 36 anni alla Nsa, poi improvvisamente nell'ottobre del 2001 ha scelto di lasciare. E' un tecnico, «uno dei migliori matematici ed esperti di crittografia che l'agenzia abbia mai avuto nella sua storia», ha scritto il "New York Times". Ha dedicato la vita a decifrare le comunicazioni criptate, penetrare i codici cifrati, raccogliere dati, ma soprattutto ad analizzarli in modo da farli parlare: rivelare intenzioni, risorse e strategie dei rivali degli Stati Uniti, dall'Unione Sovietica della Guerra fredda alla criminalità di alto livello con i suoi trafficanti di ogni tipo, droga, armi, esseri umani. Anche Thomas Drake ha trascorso decenni ad ascoltare le comunicazioni del nemico: è un criptolinguista, decifrava e ascoltava. Ed è stato un ufficiale operativo: dal 1979 al 1989 è stato in servizio nell'aeronautica militare (Us Air Force) che lo ha spedito in giro per il mondo a bordo dei suoi aerei spia. Ogni tanto qualcosa andava storto, qualche aereo veniva abbattuto e l'equipaggio catturato e torturato per farlo parlare: per questo motivo quelli come Drake venivano preparati a fronteggiare le situazioni più drammatiche come il waterboarding, in cui il prigioniero viene tenuto sott'acqua fino al limite dell'asfissia, che lui racconta con orrore di aver subìto due volte durante gli addestramenti.

Ottenere informazioni dettagliate sui numeri della Nsa da Binney e Drake non è facile. Quanti impiegati ha? «Tra 30 mila e 40 mila quelli civili, poi ci sono i militari e i contractor», risponde Binney. E quanti sono i contractor privati che ricevono appalti dall'agenzia? «Nell'ordine di decine o forse centinaia di migliaia». Tutta gente che per lavorare deve garantire i massimi standard di sicurezza, ovvero ottenere l'autorizzazione per accedere ai documenti oltre il top secret. Contractor e segretezza sono due dei grandi problemi dell'agenzia, che incoraggia i suoi dipendenti a sposarsi fra loro, in modo che le coppie possano minimamente comunicare: anche le mogli di Binney e Drake lavorano per l'Nsa. Tutto funziona secondo compartimenti stagni, con regole ferree. «Per poter affrontare un problema non devi solo avere l'autorizzazione per accedere al livello top secret, ma anche quella per esaminare i dati del singolo compartimento che si occupa della questione», spiega Binney, «e questo è un guaio, perché così non puoi mai avere la visione completa». E chi può averla? «Di fatto, nessuno: neppure i leader, che devono fidarsi di quello che viene detto loro (dai singoli capi compartimento, ndr.). E' un'organizzazione disfunzionale, anomala e inefficiente. A che serve proteggere le informazioni, se poi non sei in grado di utilizzarle? Non puoi connettere i dati tra loro».

Gli attriti dei due con l'agenzia cominciano proprio a ridosso dell'11 settembre, quando Binney mette a punto "ThinThread", che lui descrive come un sistema che permetteva di assemblare tutti i dati intercettati dalla Nsa - telefonate, e-mail, transazioni finanziarie - e analizzarli in modo automatico. Perché il nocciolo della questione è proprio questo: miliardi di dati non servono a nulla, se dai singoli pezzetti di informazioni, conversazioni, movimenti delle carte di credito, non si trova il modo di ricostruire il mosaico completo per scoprire reti terroristiche e criminali, capire che capacità hanno, con chi collaborano, cosa pianificano nell'ombra. Per fare questo servono gli analisti, ma visto l'enorme quantità di dati, se non si trova il modo di automatizzare il processo con procedure informatiche, servirebbero eserciti di analisti e tempi biblici. Bill Binney racconta di avere scoperto in seguito anche come risolvere questo problema e inserire la funzione in "ThinThread". E la cosa fondamentale, dichiara, era che la sua creatura permetteva di lavorare rispettando la privacy dei cittadini, perché aveva incorporato un sistema che consentiva di acquisire i dati in modo anonimo fino a un certo punto: solo quando l'analisi delle informazioni faceva emergere elementi rilevanti su un individuo, allora si toglieva la protezione sulle identità e ci si concentrava sui sospetti.

«Era uno strumento brillante», spiega Tom Drake, che conosce bene il lavoro di Bill Binney, «potevamo prendere interi database e buttarli dentro "ThinThread" per vedere cosa tiravamo fuori. Così scoprimmo con orrore elementi di intelligence operativa su al Qaeda anteriori e posteriori agli attacchi alle Torri Gemelle che non erano stati individuati. E' a quel punto che il programma fu fermato». Fermato? Perché? «Non posso parlarne: è una questione di massima segretezza», replica Drake, spiegando di aver testimoniato su questa vicenda davanti alla commissione del Congresso statunitense creata per far luce sui lati oscuri dell'11 settembre, ma la sua deposizione è stata secretata e ancora lo rimane. Comunque è un dato di fatto che il sistema "ThinThread" fu scartato. L'agenzia scelse "Trailblazer", un programma alternativo da 4 miliardi di dollari appaltato ai contractor: un progetto che però non arrivò da nessuna parte e fu abbandonato nel 2006.

Subito dopo lo choc delle Torri Gemelle, racconta Drake, prese il via il programma globale di intercettazione "Stellar Wind" che includeva anche l'acquisizione di tutte le telefonate interne agli Stati Uniti: «Era basato su accordi super-segreti con certe compagnie telefoniche per avere tutte le telefonate, incluse quelle dei cittadini americani, senza alcun mandato», dichiara Drake. Ci sono state intese anche con aziende di telefonia italiane per trasmettere i dati alle autorità statunitensi? L'ex funzionario dell'Nsa pesa le parole una a una. Poi risponde: «Direi che nel corso degli anni sono stati fatti accordi con un certo numero di aziende, incluse quelle non americane o con sede negli Stati Uniti». Anche Binney è molto cauto nel parlare di "Stellar Wind": «Nel 2001 è iniziato con le compagnie telefoniche, poi nel 2003 si è esteso alle aziende Internet. Era un'attività illegale, un crimine che per il presidente poteva portare a conseguenze gravi, qualcosa come l'impeachment. Il sistema di pesi e contrappesi della nostra Costituzione è stato annullato, sovvertito, non semplicemente violato. Per questo crearono un compartimento (nella Nsa, ndr.) separato proprio per gestire "Stellar Wind"».

Quello che spinse Bill Binney a lasciare l'agenzia nell'ottobre 2001, dopo 36 anni di servizio, fu lo scoprire che alcune caratteristiche della sua creatura "ThinThread", ufficialmente rifiutata, erano state in realtà usate e, anzi, abusate dalla Nsa per spiare tutti senza alcuna protezione, ovvero eliminando i sistemi di "anonimizzazione" previsti per tutelare la privacy. Oggi, secondo lui, la Nsa è in grado di incamerare un numero mostruoso di telefonate, e-mail e informazioni dalle carte di credito. A Bluffdale, nello Utah, l'agenzia sta costruendo un enorme centro di immagazzinamento dati. Ogni computer "Narus" usato dalla Nsa è in grado di processare l'equivalente di 100 miliardi al giorno di e-mail da mille caratteri. Le dimensioni della struttura di Bluffdale portano Bill Binney a stimare che in quel centro possano venire attivati almeno 12.150 computer Narus, «questo significa che saranno in grado di immagazzinare le comunicazioni dell'intero mondo per i prossimi cento anni». Ma Binney racconta anche che la Nsa non sa automatizzare il processo di analisi per interpretare i dati in modo automatico. La sua creatura invece riusciva a farlo, sottolinea. E allora perché la Nsa non l'ha adottata? «Perché non vogliono risolvere il problema, altrimenti i fondi smetterebbero di arrivare», risponde.

I guai di Binney e Drake sono cominciati quando il primo ha presentato una denuncia sulla vicenda del sistema "ThinThread" all'ispettore generale del dipartimento della Difesa. E Drake lo ha aiutato e sostenuto. L'esposto è del 2002, ma le cause legali vanno avanti ancora oggi: sono difesi dall'avvocato presente al nostro incontro Jesselyn Radack, in prima linea nell'assistere chi rivela gli abusi delle agenzie governative. Drake, che ha lasciato la Nsa nel 2008, è stato perfino incriminato per spionaggio, accusa poi crollata, ma che lo ha portato alla bancarotta economica, costringendolo a lavorare in un Apple store. E se adesso la Nsa le chiedesse la soluzione che lei ritiene giusta per automatizzare l'analisi dei dati, gliela concederebbe? Bill Binney è lapidario: «No, perché la userebbe contro la nostra gente. I terroristi non hanno distrutto il nostro stile di vita, siamo stati noi a farlo. Ed ecco le conseguenze: marciamo verso uno Stato totalitario»

di Stefania Maurizi
17 giugno 2013
espresso.repubblica.it/dettaglio/cosi-spiavamo-le-vite-degli-altri...
[Modificato da wheaton80 14/09/2013 05:14]
14/09/2013 17:10
 
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'L'intelligence Usa? Rastrella tutto, senza criterio'
Considerato uno dei più grandi esperti in materia di National Security Agency, James Bamford parla dei programmi di intercettazione di massa dell'Agenzia


James Bamford

E' considerato uno dei più grandi esperti in materia di National Security Agency, ha rivelato i piani di costruzione del grande centro di Bluffdale, nello Utah, che la Nsa sta costruendo e dove si prepara a incamerare tutte le comunicazioni del mondo per i prossimi cento anni. In questa intervista con 'l'Espresso', James Bamford ha accettato di parlare dell'agenzia, di Edward Snowden e di cosa rischia il giovane ex contractor.

E' rimasto sorpreso dai programmi di intercettazione di massa dell'Agenzia?
«Ne ho scritto per anni, quindi non sono poi così sorpreso. Mi hanno stupito, però, due cose: primo, che qualcuno sia riuscito a portare fuori i documenti; secondo, che la Nsa raccolga tutti i metadati delle conversazioni telefoniche, perché mi sembra una cosa insensata».

Perché insensata?

«Perché quello che dovrebbe fare è focalizzarsi sulle comunicazioni internazionali. Dopo l'11 settembre non sono riusciti a prevedere il tentativo di attacco a Times Square, l'attentatore con l'esplosivo nelle mutande e l'attentato di Boston».

E non hanno previsto neppure l'attacco al consolato Usa in Libia...
«Sì, sembra che stiano trascurando le comunicazioni internazionali per quelle interne, qualcosa che non li porterà lontano...».

Perché secondo lei questo interesse per le comunicazioni interne?
«Credo che lo facciano semplicemente perché hanno il potere di farlo. Prendono tutto. Le posso dare un esempio dell'inutilità del loro modo di intercettare comunicazioni: fino al 2011, raccoglievano tutti i metadati delle email, e il motivo per cui hanno smesso di farlo va ricercato non nel fatto che abbiano deciso di smettere, quanto piuttosto nel fatto che il senatore Ron Wyden ha chiesto loro di dimostrare l'utilità di quello che facevano. E poiché loro non sono stati in grado di dimostrarla, hanno dovuto darci un taglio. Ma se quel senatore non avesse chiesto, avrebbero semplicemente continuato, anche se non serviva a nulla».

Bill Binney, che ha lavorato 36 anni per la Nsa, ha detto che la Nsa non è in grado di automatizzare le ricerche nei database dei dati raccolti con le intercettazioni e quindi per ora quello che può fare è incamerarli, in attesa del processo automatizzato, perché altrimenti ci vogliono eserciti di analisti. Non crede che incamerare miliardi di dati personali sia una tecnica che mette la Nsa nella posizione di poter ricattare chiunque su questo pianeta, viste le informazioni che ha in mano?
«Si possono fare tante cose con i dati immagazzinati e io non ho alcuna evidenza che la Nsa usi il ricatto, ma quando si immagazzinano tanti dati, i problemi che si possono creare sono tanti. Prima di tutto, se anche la Nsa non facesse nulla di male, i pirati informatici possono fare tanti danni. Prendiamo il caso Snowden: se qualcuno è riuscito ad andarsene portando via tutti quei documenti significa che le protezioni sono molto deboli».

E quindi è un sistema che si presta ad abusi sia interni sia esterni...
«Certo. E dopo che è venuto fuori che Bradley Manning aveva quasi un milione di documenti segreti, le agenzie di intelligence e la Nsa avevano detto: abbiamo risolto il problema, non succederà più. E invece, due anni dopo è successo di nuovo ed è ancora una fuga di documenti ancora più seria perché questi file sono top secret, mentre quelli di Manning erano secret».

Secondo lei, qual'è la differenza tra il programma di sorveglianza della Nsa sotto Bush e sotto Obama?

«Credo che siano la stessa cosa, l'unica differenza è che quello di Bush era illegale, perché violava la legge. Tutto quello che hanno fatto è stato di continuare a fare le stesse cose cambiando la legge. E se c'è una differenza è che sotto Obama, da questo punto di vista, è andata peggio, anziché meglio».

Il programma sembrerebbe ancora più esteso di quello di Bush...
«La differenza è che prima raccoglievano tutti i metadati delle e-mail e hanno smesso di farlo nel 2011, ma non perché l'amministrazione Obama abbia stoppato la raccolta, quanto per la pressione del Congresso. Continuano a espandere sempre di più questa sorveglianza, introducendo programmi come Prism, Upstream. Non solo: ora il direttore della Nsa, il generale Keith Alexander, è a capo anche del Cyber Command e quindi può spiare tutti ma anche lanciare una cyberguerra. E' la persona più potente nella storia dell'intelligence americana».

Lei si aspettava questo da Obama?

«Credo che avesse due modi per farsi rieleggere: uno era convincere la base liberal degli elettori a votare per lui: e per questo ha dato loro misure come la riforma sanitaria. Due: impedire che un concorrente repubblicano vincesse. E da questo punto di vista, Obama sapeva benissimo che un candidato repubblicano puntava a certe questioni, come quella militare. Quello che lui ha fatto è stato di andare più a destra di Bush, di diventare più Bush di Bush stesso. E così ha esteso le capacità dell'intelligence. Tutto questo ha veramente poco a che fare con la sicurezza degli Stati Uniti e molto a che fare con la carriera politica di Obama».

Dai documenti di Snowden emerge che la Nsa accede direttamente ai server dei giganti di internet come Microsoft, Google, Yahoo! Crede che questo succeda anche per le telefonate in Usa e all'estero?

«Credo che la Nsa abbia accesso direttamente ai cavi a fibra ottica»

Esattamente quello che ha rivelato il 'Guardian'...

«Sì, il 90 percento delle comunicazioni internet passa per gli Usa e quindi gli Usa vi hanno accesso. Circa quindici anni fa, la Nsa intercettava le comunicazioni via satellite in giro per il mondo. Quando il mondo è passato alle comunicazioni via fibra ottica sotto il mare o sotto la terra, l'unico modo di continuare a intercettarle era stabilire accordi segreti con le compagnie telefoniche, perché intercettare i cavi a fibra ottica è difficile, è molto più semplice ordinare alle compagnie telefoniche americane di cooperare e stringere accordi con quelle non americane. Per esempio le comunicazioni che vanno dal sud America agli Stati Uniti e all'Europa passano tutte attraverso uno stesso edificio a Miami e quindi la Nsa ha accesso a quell'edificio e può accedere a quelle informazioni».

Lei conosce molto bene la cultura che si respira all'interno della Nsa: cosa crede che l'Agenzia sia disposta a fare per fermare le rivelazioni di Snowden?
«Credo che stiano cercando di usare le tecniche cyber per distruggere qualunque cosa Edward Snowden possa avere depositato in un eventuale cloud o su un database nelle profondità di internet. Ma posso anche immaginare che possano fargli una 'rendition', come fanno con i terroristi».

Cosa crede che faranno per fermare i nuovi Snowden?
«Credo che prima del caso Snowden arruolassero persone con capacità di hackerare, ma ora controllano i comportamenti sui social media, Facebook; per capire se una persona è a rischio di comportarsi come Snowden e se emerge qualche elemento, non lo arruolano. Ritengo che sorveglieranno di più chi lavora per la Nsa».

Ma devono comunque continuare a lavorare con esseri umani oltre che con le macchine e quando ci sono di mezzo gli essere umani, non c'è modo di fermare il loro agire secondo coscienza.
«Credo che sia difficile; Manning si è arruolato nell'esercito volontariamente e poi ha rivelato i documenti e così Snowden: è un problema per la Nsa».

Pensa che queste rivelazioni innescheranno un cambiamento, oppure la Nsa è semplicemente troppo potente per fermare il suo programma di sorveglianza?
«Personalmente, non credo che molto cambierà. La Nsa è troppo potente, e dopo le rivelazioni del programma di intercettazioni illegali [nel 2005, sotto Bush, ndr] ha continuato a fare quello che faceva e hanno cambiato la legge per consentirglielo. Sì, succederà qualcosa, ma la Nsa continuerà a fare semplicemente quello che fa adesso. Sono pessimista quando mi si chiede della possibilità di cambiamento nella Nsa».

espresso.repubblica.it/dettaglio/lintelligence-usa-rastrella-tutto-senza-criterio/...
21/09/2013 12:32
 
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Brasile: una nuova Internet contro le spie di Obama
Il Brasile sfida Washington sullo spionaggio online: salta l’incontro e si pensa a una nuova Internet


BRICS

Il Brasile sta pensando a una nuova Internet, sganciata dal controllo statunitense e soprattutto protetta dall’occhio indiscreto della NSA (National Security Agency). La presidentessa Dilma Rousseff, per protesta contro lo spionaggio che ha subito, ha inoltre deciso di cancellare la visita a Washington che era stata programmata per ottobre. Fino a quando Barack Obama farà chiarezza sul tema della sicurezza informatica e sul Datagate, non ci sarà incontro, perché lo spionaggio nei confronti di Rousseff e della compagnia statale del petrolio, Petrobras, non è stato dimenticato. Anzi, il governo di Brasilia sta già valutando una serie di obblighi per i colossi tecnologici statunitensi che operano sul territorio.

Google, Microsoft, Apple e gli altri potrebbero essere costretti a confrontarsi con una nuova dimensione online. Si parla ad esempio della possibilità che i service e content provider stranieri vengano obbligati ad archiviare i dati dei cittadini brasiliani sul suolo nazionale. Il tutto affidandosi a server locali per rispettare la sovranità sulla privacy. È un terreno minato perché, come hanno spiegato i più esperti, si rischierebbe di giungere a una sorta di isolamento digitale. Come se il Brasile decidesse di recintare una porzione di oceano. Per altro i costi sarebbero altissimi e lo stesso Governo si ritroverebbe in mano un potenziale strumento di controllo. Oggi la maggior parte del traffico Internet brasiliano passa attraverso gli Stati Uniti, ma Rousseff pensa che una soluzione al problema potrebbe essere rappresentata dal completamento – ormai vicino – della dorsale BRICS. Una rete in fibra che da Vladivostock (Russia) giunge a Shantou (Cina) e prosegue per Chennai (India), Cape Town (Sud Africa) e Fortaleza (Brasile).

Entro il 2016 dovrebbe poi iniziare la corsa allo spazio, con il lancio del primo satellite di telecomunicazioni. Persino in questo ambito oggi bisogna passare attraverso i servizi di Embratel, la seconda telco brasiliana – proprietà del messicano Carlos Slim. A Wall Street e nei quartier generali dei colossi IT l’autarchia brasiliana spaventa: tutti gli indici indicano il potenziale enorme di quel mercato. YouTube, Facebook e Twitter spopolano. Non è possibile rinunciare a un paese che vanta più di 190 milioni di abitanti. Rousseff ha confermato ad Associated Press di condividere la visione europea sul tema della privacy, e di aver già avviato con altri paesi sudamericani trattative per sviluppare la rete territoriale. Sono previsti inoltre notevoli investimenti per favorire la crescita del settore tecnologico nazionale e l’introduzione di limitazioni agli acquisti hardware e software che non rispettano le specifiche sulla privacy del Governo. Sascha Meinrath, direttore di Open Technology Institute presso il think tank New America Foundation, sostiene che non si possa fare nulla di concreto senza coinvolgere direttamente gli Stati Uniti e le istituzioni internazionali. La NSA ha dimostrato di non aver problemi ad infiltrarsi anche in infrastrutture straniere.

Matthew Green, esperto in sicurezza della Johns Hopkins, parla di un dettaglio sostanziale che gioca a sfavore del Brasile: l’isolazionismo digitale non è in grado di proteggere dalle intrusioni. Senza contare gli effetti collaterali negativi sull’innovazione. “È una sorta di socialismo sovietico informatico”, ha sottolineato. “Il sistema libero funziona meglio”. Le diplomazie stanno cercando di ricucire i rapporti tra Washignton e Brasilia, poiché dietro la battaglia ideologica che si sta consumando in questi giorni vi sono interessi commerciali e politici monumentali: c’è per esempio un ordine (non ancora confermato) da 4 miliardi di dollari per 36 caccia F-18 che sta facendo sudare freddo la Boeing. Rousseff, come Lula, ha il timore che i colossi dell’estrazione mineraria e del petrolio approfittino ulteriormente dell’Amazzonia e delle sue coste Atlantiche. La NSA potrebbe infatti aver scoperto qualcosa sulle prossime aste legate a una serie di concessioni. È un vecchio gioco di equilibri internazionali, ma oggi il Brasile conta di più. Gli errori della NSA rischiano di costare agli Stati Uniti miliardi di euro. La questione immagine non è contemplata.

Dario d'Elia
18 settembre, 2013

Fonte: Reuters
www.tomshw.it/cont/news/brasile-una-nuova-internet-contro-le-spie-di-obama/4923...
15/10/2013 23:00
 
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Datagate e la bulimia informativa della NSA
Nuovi documenti svelano come la NSA collezionasse non soltanto indirizzi email, ma anche liste dei contatti: una trama fitta di email e relazioni

Giacomo Dotta
15 ottobre 2013

Sulla base di nuovi documenti emersi in seno all’affare Datagate, viene a delinearsi meglio tutta la bulimia informativa di cui soffre l’agenzia americana NSA: il lavoro di spionaggio sulla rete alla ricerca di contatti e informazioni, infatti, avrebbe portato nelle mani degli Stati Uniti i dati di utenti in tutto il mondo, ad un ritmo difficilmente immaginabile. Ogni qualvolta un indirizzo email sia stato intercettato tramite caselle di posta o account su instant messenger, infatti, la NSA avrebbe fatto propria anche l’intera lista dei contatti, riuscendo così a ricostruire con maggior fedeltà modelli della struttura complessiva della rete sociale appoggiata al Web. Un documento dell’agenzia avrebbe svelato i numeri di un giorno medio di attività: vengono dichiarati 444743 indirizzi email da Yahoo, 105068 da Hotmail, 82857 da Facebook, 33697 da Gmail e 22881 da altri referenti non precisati. Complessivamente trattasi di un totale stimato pari a 250 milioni di indirizzi all’anno.

Ma non solo: ogni singolo giorno la NSA avrebbe collezionato fino a 500 mila liste di contatti e relazioni, veri e propri “link” tra persone che consentono di costruire una fitta trama su cui i server dell’agenzia avrebbero avuto la possibilità di lavorare nell’ordine di grandezza dei “big data“. Il problema è proprio nella quantità delle informazioni: i contatti, infatti, vanno aggiunti alle telefonate monitorate ed agli altri dati che, sulla base di quanto emerso dal Datagate, gli Stati Uniti hanno raccolto e gestito in questi anni. Il maniacale dossieraggio che J. Edgar Hoover ha portato nei metodi dell’FBI ai tempi della nascita dei “federali” sembra trovare nella NSA la sua naturale evoluzione. A parziale discolpa, la NSA avanza il profilo di sistemi di bilanciamento che sarebbero in grado di gestire al meglio le informazioni raccolte per tutelare la privacy dei cittadini USA. Ma i problemi sembrano andare ben oltre: chi crede ancora a questo tipo di attenuanti? E soprattutto: come sono state gestite le informazioni degli utenti extra-USA? La capacità dei sistemi della NSA di agire in stile “man-in-the-middle” discolpa i grandi gruppi poiché afferma la veridicità di quanto sostenuto: nessun collaborazionismo è mai stato posto in essere dai grandi gruppi nei confronti delle autorità statunitensi (Facebook, Google, Microsoft e altri non possono dunque sapere che l’agenzia sta operando sui dati da loro gestiti se tutto ciò avviene al di fuori dei sistemi stessi dei gruppi coinvolti). Tuttavia è vero anche il contrario: sebbene i gruppi non abbiano collaborato, la NSA ha comunque ottenuto i dati desiderati intercettandoli durante i loro spostamenti sul Web. Se sulle responsabilità si può dunque discutere, sui fatti la questione appare acclarata. E il caso si ingrossa una volta di più.

www.webnews.it/2013/10/15/datagate-e-la-bulimia-informativa-della-nsa/?...
[Modificato da wheaton80 15/10/2013 23:00]
22/10/2013 00:38
 
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Datagate, ora è scontro tra la Francia e gli Stati Uniti
La Nsa avrebbe intercettato anche le telefonate dei francesi. Convocato l'ambasciatore Usa a Parigi

21 ottobre 2013

PARIGI - Le informazioni secondo le quali l'Agenzia di sicurezza nazionale americana (Nsa) ha intercettato le comunicazioni telefoniche dei francesi sono "scioccanti" e "richiederanno delle spiegazioni". Così il ministro degli interni francese, Manuel Valls, ha commentato a Europe 1 le rivelazioni di Le Monde sul Datagate in Francia. Queste rivelazioni "sono scioccanti e richiederanno delle spiegazioni precise dalle autorità americane nelle prossime ore", ha affermato Valls ai microfoni della radio Europe 1. "Con le nuove tecnologie della comunicazione - ha sottolineato - servono regole, questo riguarda tutti i paesi. Se un paese amico, un alleato, spia la Francia o spia altri paesi europei, è del tutto inaccettabile". Il ministro degli esteri francese, Laurent Fabius, ha detto che l'ambasciatore americano dovrà "recarsi stamattina al Quai d'Orsay" per dare spiegazioni sulle rivelazioni pubblicate da Le Monde. "Viste le informazioni su 'Le Monde - ha detto Fabius - ho convocato immediatamente l'ambasciatore degli Stati Uniti e sarà ricevuto questa mattina stessa al Quai d'Orsay". "Siamo stati messi in guardia nel mese di giugno ed abbiamo reagito con forza - ha aggiunto il ministro degli esteri francese - ma visibilmente bisogna andare oltre. Questo tipo di pratiche, che minacciano la vita privata, è totalmente inaccettabile tra paesi partner. E bisogna assicurarsi in ogni caso che esse non siano più praticate". L'agenzia statunitense di controspionaggio Nsa - ha rivelato oggi il quotidiano Le Monde, citando documenti dall'ex consulente della stessa Nsa Edward Snowden - ha intercettato in modo massiccio le comunicazioni telefoniche dei cittadini francesi.. Su un periodo di 30 giorni, dal 10 dicembre 2012 all'8 gennaio 2013, 70,3 milioni di registrazioni di telefonate francesi sono state eseguite dalla Nsa, precisa il sito web Lemonde.fr. "Il futuro spiegherà forse, un giorno, perché Parigi è rimasta così discreta, rispetto a Berlino o Rio, dopo le rivelazioni sui programmi di spionaggio elettronico americano nel mondo. Perché la Francia è stata altrettanto coinvolta e dispone oggi di prove tangibili del fatto che i suoi interessi sono quotidianamente presi di mira", si legge nell'articolo co-firmato dal giornalista di Le Monde Jacques Follorou e da Glenn Greenwald, l'ex columnist del Guardian che per primo ha pubblicato le rivelazioni di Edward Snowden. La Nsa, scrive il sito di Le Monde, "dispone di diversi modi di raccolta. Quando certi numeri di telefono vengono usati in Francia, questi attivano un segnale che fa scattare automaticamente la registrazione di alcune conversazioni. Questa sorveglianza recupera anche gli sms e il loro contenuto in base a parole-chiave". I documenti in possesso del quotidiano francese "forniscono sufficienti spiegazioni da far pensare che gli obiettivi della Nsa riguardano sia persone sospettate di legami con il terrorismo che individui presi di mira per la loro semplice appartenenza al mondo degli affari, della politica o dell'amministrazione francese".

www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2013/10/21/Datagate-Parigi-scioccante-chiederemo-spiegazioni_9492...
[Modificato da wheaton80 22/10/2013 00:39]
22/10/2013 00:54
 
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Obama nei guai: Messico protesta contro gli Usa per spionaggio

Citta' del Messico - Si apre un nuovo capitolo nel caso delle intercettazioni dell'agenzia di intelligence americana, dopo la nuova rivelazione che ha coinvolto la Francia. Anche il Messico ha protestato in relazione all'intercettazione della corrispondenza elettronica dell'ex Presidente del Paese Felipe Calderón da parte dei servizi segreti degli Usa. La rivista tedesca Spiegel ha pubblicato i documenti, presentati dell'ex dipendente della Cia Edward Snowden che testimoniano come la Nsa spiava Calderón quando era ancora Presidente. Il Ministero degli Affari Esteri del Messico ha dichiarato che tale pratica è inammissibile, illegale e contraddice le relazioni amichevoli tra i due Paesi.

21 Ottobre 2013
italian.irib.ir/notizie/politica5/item/133383-obama-nei-guai-messico-protesta-contro-gli-usa-per-sp...
22/10/2013 00:56
 
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Datagate: Casa Bianca, gli Usa spiano come tutti i paesi

WASHINGTON - Gli Stati Uniti spiano le persone come fanno tutti i paesi. E' la risposta della Casa Bianca alle ultime rivelazioni del datagate che ha coinvolto la Nsa americana, accusata di raccogliere informazioni private e sensibili anche in Francia, dove sono state monitorate decine di milioni di conversazioni telefoniche, e in Messico, dove sono state intercettate le email dell'ex presidente Calderon. ''Dal punto di vista politico abbiamo detto con chiarezza che gli Stati Uniti raccolgono informazioni di intelligence nello stesso modo con cui operano tutte le nazioni'', ha detto la portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, Caitlin Hayden. ''Come ha detto il presidente nel suo discorso all'Assemblea generale dell'Onu, abbiamo iniziato una revisione dei metodi con cui gestiamo l'intelligence, in modo da bilanciare le legittime preoccupazioni relative alla sicurezza con la privacy delle persone''.

21 Ottobre 2013
italian.irib.ir/notizie/mondo/item/133406-datagate-casa-bianca,-gli-usa-spiano-come-tutti...
25/10/2013 01:04
 
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Datagate, Italia 'spiata' da Usa e Inghilterra: i servizi sapevano

Mentre in Germania è ancora in pieno fermento il caos scoppiato dopo la notizia che niente meno che il telefono cellulare di Angela Merkel era sotto stretta sorveglianza degli States, l'ex giornalista del Guardian e 'custode' dei documenti trafugati dalla talpa Edward Snowden, Gleen Greenwald, ha rivelato al settimanale L'Espresso (anticipazione del numero che uscirà domani, venerdì) che anche la nostra penisola risulta interessante per le 'orecchie lunghe' degli Usa.

Ma non solo: secondo Greenwald infatti anche un'altra agenzia di spionaggio monitorava mail, telefonate e dati italiani, precisamente il Government Communications Head Quarter (Gchq) britannico, che con il sistema Tempora (analogo al già noto Prism statunitense) ha accesso a informazioni che, molto spesso, esulano dai controlli anti-terrorismo. Secondo l'anticipazione de L'Espresso, infatti, gli 007 di sua maestà intercettavano anche qualsiasi materiale utile a capire le "intenzioni politiche dei governi stranieri", a tutelare "il benessere economico dell'Inghilterra", a scovare "i gravi reati economici" e persino per arrivare a sapere la "posizione dei governi stranieri su determinate questioni militari".

Capitoli decisamente vasti dove è facile far rientrare anche affari alla luce del sole tra aziende italiane e potenze straniere, riuscendo ad avere perciò sotto controllo qualsiasi azione che avesse una benché minima rilevanza. Stando all'ex giornalista del Guardian, inoltre, tutte le informazioni ritenute 'importanti' dai servizi segreti inglesi venivano scambiate senza problemi con i colleghi d'oltre oceano, in un fitto sistema che 'ruba' i dati da tre cavi sottomarini in fibra ottica (SeaMeWe3, SeaMeWe4 e Fea, il primo con uno snodo a Marzara del Vallo e gli altri due a Palermo), di cui due sono proprietà, tra le altre, dell'impresa Telecom Sparkle, controllata di Telecom Italia.

Ma se le rivelazioni fino a questo momento sembrano spazzare via quel clima di 'riappacificazione' che sembrava esserci mercoledì tra John Kerry e il premier Enrico Letta (in un secondo incontro di un tour di 'fuoco' per il segretario di Stato Usa), l'Italia al momento ha ben poco da fare la voce grossa: secondo Greenwald infatti le operazioni di spionaggio operate dai servizi britannici avvenivano con la connivenza degli 007 italiani che avevano stipulato un "accordo di terzo livello" con il Gchq.

Nel frattempo il 'datagate' arriva con tutta la sua irruenza anche a Bruxelles, dove giovedì ci sarà una riunione del Consiglio europeo. Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande si incontreranno a margine della riunione, parlando 'faccia a faccia' di quanto sta uscendo in queste ore e dei continui scandali che dipingono sempre di più gli Stati Uniti come guardoni dal buco della serratura. E mentre in Germania il ministro degli Esteri ha convocato l'ambasciatore Usa per cominciare ad avere delle spiegazioni rispetto all'intercettazione del cellulare del cancelliere, il presidente dell'Ue Herman van Rompuy ha inserito ufficialmente il 'datagate' negli argomenti dell'incontro a Buxelles: "nella bozza di conclusioni del vertice Ue, che i leader discutono oggi, c'è un riferimento alla necessità di approvare la direttiva sulla protezione dati l'anno prossimo, perché è importante ristabilire la fiducia".

Luca Lampugnani | 24.10.2013
it.ibtimes.com/articles/58006/20131024/datagate-italia-intercettazioni-greenwald-nsa-inghilterra-usa-007-servizi.htm#ixzz2...
26/10/2013 01:05
 
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Il governo italiano ci ha venduto al Bilderberg
Letta finge di chiedere spiegazioni sul "datagate" a Kerry. Ma un ex agente dell'Nsa rivela a Popoff che Palazzo Chigi sapeva tutto. Gli Usa ci hanno spiato con il nostro consenso

Di Franco Fracassi
23 ottobre 2013

Milioni e milioni di telefonate intercettate, di email lette, di conversazioni skype ascoltate. Il grande fratello americano ci controlla, ci sorveglia e spia. Ma la cosa peggiore è che lo fa con il nostro consenso. Non nostro di cittadini italiani, nostro del nostro governo. Anzi, di tutti gli ultimi nostri governi. Il ministro degli Esteri Usa John Kerry è a Roma e il presidente del consiglio Enrico Letta ha dichiarato che gli chiederà spiegazioni in proposito del "datagate". Cosa curiosa, visto che molte delle informazioni che l'Nsa ci ha spiato (invadendo la nostra privacy) gli sono state fornite proprio dai nostri servizi segreti. Siamo stati venduti non solo alla Casa Bianca, ma anche alle grandi banche, alle società di Borsa e alle multinazionali, in altre parole: al Club Bilderberg, di cui Letta fa parte, per sua stessa ammissione. Il settimanale tedesco "Der Spiegel" ha scritto che i suoi giornalisti hanno visto documenti cartacei e digitali da cui emerge come la Germania abbia collaborato in maniera massiccia alla raccolta dati da parte dell'Nsa. Secondo il quotidiano britannico "Guardian", lo spionaggio europeo da parte dell'Nsa sarebbe iniziato cinque anni fa.

Jan Philipp Albrecht, deputato dei Verdi tedeschi e specialista di protezione dei dati, intervistato dal "Guardian", ha dichiarato: «Da quello che mi risulta, Regno Unito, Danimarca, Olanda, Francia, Germania, Spagna e Italia hanno tutte firmato un accordo che prevede la fornitura di dati digitali agli Stati Uniti. In altre parole, hanno spiato i propri cittadini per conto di Washington». Informazione, questa verificata dal quotidiano britannico "Observer". Il governo italiano nega. Popoff ha deciso di parlare con un ex funzionario dell'Nsa, Wayne Madsen. Madsen in passato ha fatto rivelazioni scioccanti sull'11 settembre, sul caso Calipari, su Al Qaida e sulla famiglia Bush. Tutte informazioni rivelatesi corrette e dimostrate anche documentalmente.

Madsen: «L'Italia, ma anche la Germania, la Francia e altri paesi europei hanno accordi segreti con gli Stati Uniti per il passaggio di dati personali alla National Security Agency. L'Italia, ma anche la Gran Bretagna, la Francia, la Danimarca, l'Olanda, la Germania, la Spagna e, ovviamente, gli Stati Uniti, hanno accesso al Tat-14, il sistema di telecomunicazioni transatlantico via cavo che consente loro di intercettare un'enorme quantità di dati, incluse telefonate, email e la storia di accesso a Internet degli utenti. E per utenti intendo anche l'Unione Europea, che viene definita dall'Nsa un "target", un obiettivo».

«L'Nsa ha suddiviso i suoi partner, che l'aiutano a reperire informazioni, in tre gruppi diversi, in base al livello di fiducia. Gli Usa sono ovviamente nella prima categoria. La seconda è formata da Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda. La terza è composta da Danimarca, Paesi Bassi, Francia, Germania, Spagna e Italia. In realtà c sarebbe anche un quarto livello. Ma di questo si conoscono solo alcuni Paesi, come Finlandia e Svezia». «La National Security Agency è diventata più potente con il passare degli anni. La guerra al terrore dell'Amministrazione Bush, proseguita da Obama, ha fatto il resto. Oggi l'Nsa è di gran lunga il più potente servizio di spionaggio al mondo».

«Ma lo sapete qual è la cosa più assurda? L'Nsa è il servizio segreto elettronico degli Stati Uniti d'America. Quindi, chiunque giungerebbe alla conclusione che i dati che raccoglie vengano consegnati alla Casa Bianca. Magari fosse così. Lo sapete a chi riferisce le informazioni il direttore Keith Alexander? oltre a Obama, ovviamente. Ebbene, Alexander partecipa alle riunione del Club Bilderberg. Dunque, entrano in possesso dei nostri segreti banchieri, finanzieri, amministratori delegati di multinazionali, generali». «Da quello che mi risulta, l'Italia è stato uno dei Paesi più solerti a fornire informazioni a Washington. Sto parlando di milioni e milioni di dati sensibili e di informazioni personali per ciascuno dei sessanta milioni di italiani. Prendete ad esempio il caso Calipari. Il vostro agente segreto è stato assassinato da una squadra americana d'élite anche grazie alle informazioni fornite dai vostri servizi segreti. Insomma, i vostri governi vi hanno venduto alla Casa Bianca, alle grandi banche, alle grandi società di Borsa, alle multinazionali».

popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=89262&typeb=0&Il-governo-italiano-ci-ha-venduto-al-Bi...
[Modificato da wheaton80 26/10/2013 01:05]
26/10/2013 01:12
 
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Spiati 35 leader mondiali. Asse franco-tedesco contro Usa
Datagate, lo scandalo si allarga: i servizi segreti americani "sono fuori controllo". Torna l'incubo Echelon, timori di spionaggio industriale

BRUXELLES (WSI) - Almeno 35 leader mondiali spiati dalla Nsa americana, in una operazione di "ordinaria amministrazione": un'ulteriore clamorosa bordata agli Usa nell'affaire Datagate arriva in serata dal sito del Guardian, che pubblica un memo riservato parte dell'archivio di Edward Snowden. La nuova tegola piove poche ore dopo l'annunciato impegno di Barack Obama a sapere se si è andati davvero oltre. Se nell'attuare il programma di sorveglianza della più potente agenzia di intelligence americana - la Nsa - in alcuni casi si sia superato, e di molto, il limite e il buon senso.

Arrivando a spiare da una parte all'altra del mondo cellulari ed e-mail di capi di Stato e di governo alleati: da Angela Merkel a Dilma Roussef. La Casa Bianca non vuole commentare le accuse specifiche, come quelle mosse negli ultimi giorni da Parigi e Berlino. Ma l'irritazione del presidente americano per i nuovi clamorosi sviluppi dello scandalo del Datagate è in queste ore pari allo sdegno delle principali capitali europee. Il danno di immagine che l'America sta subendo, e tra i suoi stessi partner storici, è gravissimo. Ma quel che più preoccupa l'amministrazione Usa sono le conseguenze che potrebbe avere una crisi di fiducia nelle relazioni transatlantiche. Vedi la minaccia che arriva da Bruxelles di uno stop alle intese antiterrorismo e ai negoziati la zona di libero scambio Ue-Usa.

"E' nostro interesse mantenere con i nostri partner legami stretti sul fronte dell'economia e della sicurezza, i piu' stretti possibile", ha detto Jay Carney, portavoce del presidente. La Casa Bianca si sgola a rassicurare tutti che la situazione è sotto controllo, e che l'attività di intelligence svolta dagli Stati Uniti è per difendere l'America e gli alleati dal terrorismo. E non differisce poi tanto da quella portata avanti da qualunque altro Paese. E' quello che lo stesso Obama ha ribadito nelle ultime telefonate col presidente francese e la cancelliera tedesca. Ma diventa sempre piu' difficile per lui giustificare un'azione tanto invasiva degli 007 Usa. L'ultimo documento riservato pubblicato dal Guardian rivela che la Nsa ha "incoraggiato i funzionari di altre istituzioni, come la Casa Bianca, il Dipartimento di Stato e il Pentagono, a condividere i numeri delle utenze telefoniche" da intercettare.

Nel documento, che risale all'ottobre del 2006, si nota che un funzionario "ha consegnato 200 numeri, tra i quali quelli di 35 leader mondiali" che sono stati "immediatamente acquisiti dalla Nsa" per iniziare il monitoraggio. Il memo, scrive il Guardian, "suggerisce che questo tipo di sorveglianza non sia isolato, perché è una routine per la Nsa monitorare i telefoni dei leader stranieri, tanto da chiedere l'assistenza di altri funzionari per farlo". Che la situazione sia in parte sfuggita di mano all'amministrazione Obama è ormai più di un sospetto, non solo in Europa ma anche a Washington. "I servizi segreti Usa sono fuori controllo", ha accusato il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. Ecco perchè il presidente Obama è più che mai intenzionato ad accelerare su quella riforma del sistema di intelligence annunciata già mesi fa, subito dopo le prime rivelazioni della 'talpa' Edward Snowden.

Anche perche' a nessuno bastano piu' le rassicurazioni generiche. Merkel e gli altri leader 'spiati' pretendono ora passi concreti da parte dell'amministrazione americana. "Il presidente comprende le preoccupazioni sollevate", e per questo, ha detto Carney, "ha avviato una revisione che è in corso". Lo scopo è quello di aggiustare il tiro, di rivedere a fondo i metodi di raccolta dei dati utilizzati dagli 007 e i meccanismi decisionali che innescano le attivita' di spionaggio. Con l'obiettivo di presentare un piano nei primi mesi del 2014. Ma sotto esame c'e' l'intera attuale struttura dei servizi Usa, disegnata nella legge del 2004 che - dopo le falle che portarono agli attentati dell' 11 settembre 2001 - ha istituito la Director National Intelligence (Dni). Intanto, all'inizio del prossimo anno ci sarà un azzeramento dei vertici della Nsa: lasceranno, prima del previsto, il generale Keith Alexander, da 8 anni a capo della potente agenzia, e il suo vice John Inglis. Forse un primo passo per voltare pagina.

Su iniziativa franco-tedesca "abbiamo preso una posizione forte, unitaria" sul datagate "per avere informazioni nelle prossime settimane" con "un chiarimento e una cooperazione con gli Usa", affinchè questi episodi non si ripetano. Lo ha detto il premier Enrico Letta spiegando che la posizione sarà "annessa alle conclusioni" del summit europeo che ha concluso in nottata i lavori e si aggiorna a domani. La posizione del vertice Ue sul datagate "è stata unitaria", ha ribadito Letta sottolineando che anche da parte del premier inglese David Cameron c'e' stato "un atteggiamento costruttivo e positivo" in risposta a chi gli chiedeva se c'erano stati disaccordi con Londra.

Torna in Europa l'incubo Echelon - Lo scandalo del Datagate riporta alla memoria in Europa lo spettro di Echelon, il programma segreto della National Security Agency ritenuto capace di setacciare comunicazioni in voce e digitali in tutto il mondo, al ritmo di 3 miliardi di contatti al giorno. Il sistema venne scoperto nel 1998, dopo una serie di articoli di stampa: il Parlamento europeo istituì nel 2000 una commissione d'inchiesta speciale, sull'onda delle furenti polemiche. Si ipotizzava infatti che Echelon, e dunque gli 007 Usa, potessero avere accesso addirittura alle carte segrete della Commissione Europea. Nello stesso periodo infatti, l'ex direttore della Cia James Woolsey rivelò che lo scopo principale di Echelon era quello di spiare l'Europa alla ricerca di prove di corruzione. La rete, secondo Woolsey, sarebbe servita soprattutto a raccogliere informazioni di tipo economico, tenendo sotto controllo le comunicazioni nei paesi alleati.

Secondo altre fonti, invece, la raccolta dati aveva un impatto diretto sui grandi appalti, in particolare nel settore dei trasporti aerei o nel mercato automobilistico, per favorire le compagnie americane. Il sistema, nato nel pieno della Guerra Fredda, e basato su sofisticate tecnologie d'analisi in grado di filtrare parole-chiave o nomi ritenuti sospetti, sarebbe articolato in grandi centri di ascolto, collocati anche in Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda - i partner degli Usa nel programma -, e per questo definito nel gergo dell'intelligence il sistema dei "5 occhi". La commissione d'inchiesta del Parlamento Ue, presieduta dal tedesco Gerhard Schmid, pubblicò le sue conclusioni nel luglio 2001. Accerto' che il sistema ''esiste'' e raccomandò alle imprese europee di proteggersi con sistemi di crittografia avanzati. ''Il sistema - disse il relatore - non e' destinato all' intercettazione delle comunicazioni militari, bensi' di quelle private ed economiche'. (ANSA-Rainews)

www.wallstreetitalia.com/article/1636948/spiati-35-leader-mondiali-asse-franco-tedesco-contro-...
[Modificato da wheaton80 26/10/2013 01:13]
30/10/2013 20:47
 
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Datagate, “Vaticano spiato dall’Nsa: Papa Francesco intercettato prima del Conclave”

La National security agency (Nsa) ha intercettato anche il Papa. Lo rivela il numero di Panorama in edicola. Nelle 46 milioni di telefonate tracciate dagli Usa in Italia, tra il 10 dicembre 2012 e l’8 gennaio 2013, ci sarebbero anche quelle da e per il Vaticano. E si teme che siano state captate le conversazioni fin sulla soglia del Conclave. Rivelazioni che però sono state smentite da padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede: “Non ci risulta nulla su questo tema e in ogni caso non abbiamo alcuna preoccupazione in merito”. Tra le telefonate intercettate, secondo l’anticipazione data da Panorama, ci sarebbero anche quelle in entrata e in uscita dalla Domus Internationalis Paolo VI a Roma, dove risiedeva il cardinale Jorge Mario Bergoglio insieme con altri ecclesiastici. Panorama rivela infatti che esiste il sospetto che anche le conversazioni del futuro pontefice possano essere state monitorate.

D’altronde Bergoglio fin dal 2005 era stato messo sotto la lente dell’intelligence Usa come svelato dai rapporti di Wikileaks.
Secondo quanto risulta al settimanale, le telefonate in entrata e in uscita dal Vaticano e quelle sulle utenze italiane di vescovi e cardinali, captate e tracciate dalla Nsa sono state classificate secondo quattro categorie: Leadership intentions, Threats to financial system, Foreign Policy Objectives, Human Rights. C’è il sospetto perciò che siano state oggetto di monitoraggio anche le chiamate relative alla scelta del nuovo presidente dello Ior, il tedesco Ernst von Freyberg. Anche all’ambasciata americana a Roma esisterebbe una cellula Nsa-Cia che avrebbe spiato e forse spia ancora i politici italiani. Lo afferma Panorama, citando un documento del 2010 dell’archivio della “talpa” del “datagate”, Edward Snowden. La Nsa analizzerebbe il traffico voci e dati, intercettando i cellulari delle autorità e seguendo i flussi finanziari. La Cia prenderebbe contatto con i gestori dei sistemi di comunicazione, amministratori di database, banchieri e ingegneri che gestiscono i siti più riservati.

“La Nsa ha spiato Yahoo! e Google”
Secondo l’ultima puntata del Datagate, la Nsa ha monitorato non solo le comunicazioni telefoniche, ma anche quelle via Internet. L’intelligence americana ha messo sotto controllo i data center di Yahoo! e Google, mettendosi nella posizione di poter spiare centinaia di milioni di utenti. Lo rivela il Washington Post citando documenti in possesso di Snowden. Il programma attraverso cui la Nsa controlla i dati di Yahoo! e Google si chiama Muscular, e – spiega il Washington Post – è separato dal programma Prism con il quale l’agenzia ha un accesso agli account Google e Yahoo! con il via libera della giustizia. Muscular è un programma portato avanti con l’omologa inglese della Nsa, la Gchq. Il documento di Snowden è datato 9 gennaio 2013, e mette in evidenza come nei trenta giorni precedenti a questa data sono stati raccolti oltre 181 milioni di nuove informazioni, tra cui contenuti e-mail, messaggi di testo, messaggi audio e video. Ma ad essere raccolti sono anche i metadata, vale a dire le informazioni su chi spedisce, riceve e quando le e-mail.

“Accordo segreto tra Francia e Usa per scambio informazioni”
Tra le notizie riportate dalla stampa che tendono sempre di più a inchiodare la Nsa, prende piede, però, anche un’altra ipotesi. Un articolo di Le Monde di oggi conferma quanto è stato detto ieri dal capo della Nsa, Keith Alexander, ossia che i dati sui cittadini europei non sarebbero stati raccolti dall’intelligence americana, ma forniti dai partner europei. Sarebbe stata la stessa Francia a mettere a disposizione i dati degli utenti francesi alla Nsa, sulla base di un accordo segreto “di amicizia” per lo scambio delle informazioni: è quanto scrive oggi il quotidiano francese, secondo cui gli Usa avrebbero concluso una simile intesa anche con l’Italia. In particolare, secondo Le Monde, l‘intelligence transalpina (Dgse) avrebbe concluso, da fine 2011, “un protocollo di scambio dati con gli Usa. Le informazioni provenienti dall’Africa e dall’Afghanistan – precisa il giornale – transiterebbero attraverso cavi sottomarini via Marsiglia e la Bretagna: un’occasione per la Dgse di intercettarle e stoccarle”. Secondo Le Monde, questo sistema di “baratto” con Washington è in vigore da fine 2011 o inizio 2012. Le informazioni vengono inviate in blocco, “senza una selezione a monte”. Una situazione resa possibile anche grazie all’assenza di uno status giuridico chiaro sui metadati. “Si tratta di dati che riguardano sia i cittadini francesi che ricevono comunicazioni da queste zone geografiche sia di stranieri che utilizzano questi canali”, spiega ancora il giornale francese, aggiungendo che Parigi non avrebbe agito da sola, ma farebbe parte di un’intesa “amichevole” con Washington, insieme a Paesi come Italia, Israele e Svezia.

Per Le Monde, infatti, proprio come in Francia, “cavi sottomarini strategici per gli americani” convergono anche verso questi tre Paesi. “Dal 2011 – sintetizza il giornale – una nuova redistribuzione delle carte della cooperazione in materia di intelligence si è così realizzata basandosi sull’unico fondamento di questa geografia sottomarina“. Le ultime rivelazioni della stampa francese potrebbero essere chiarite a breve dal premier Enrico Letta. Nella settimana che parte lunedì, 11 novembre, si terrà l’informativa del presidente del Consiglio sul Datagate, comunque dopo la convocazione del Copasir in materia. E’ quanto emerso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Anche i servizi segreti spagnoli avrebbero cooperato con la Nsa. Lo rivela oggi El Mundo. L’intelligence spagnola non solo era al corrente del lavoro di spionaggio della Nsa rispetto ai cittadini iberici, ma avrebbe loro facilitato il compito, secondo quanto si evince da vari documenti filtrati da Snowden, pubblicati oggi dal quotidiano spagnolo. I nuovi documenti mostrerebbero come i servizi Usa contano sulla collaborazione di quelli di differenti paesi, fra i quali soprattutto la Spagna, per avere accesso a informazione di intelligence, inclusi i big data”.

Ue: “Analisi su gadget di Putin non rivelano minacce”
Intanto, un’altra clamorosa rivelazione nel mondo di spionaggio pare, almeno finora, non esser stata confermata. “I risultati delle prime analisi non rilevano minacce particolari“. Lo ha detto un portavoce della Commissione europea Frederick Vincent, dopo l’uscita ieri di notizie di stampa, smentite da Mosca, secondo le quali la Russia avrebbe messo “sotto controllo” i leader del G20 di San Pietroburgo attraverso “gadget spia”. Le verifiche sui gadget regalati al G20 “sono ancora in corso”, ha spiegato Vincent, e ad effettuarle sono i servizi di sicurezza sulle telecomunicazioni di Bruxelles. Non è un’analisi eccezionale ma “procedure standard quando i leader vanno in visita in un Paese terzo”, ha aggiunto. Quando rientrano a Bruxelles, vengono controllati tutti gli oggetti che riportano dal viaggio, soprattutto quelli che vengono dati in omaggio e che hanno a che fare con le telecomunicazioni o con l’alta tecnologia. Gli esperti hanno il compito di verificare che “tutto sia perfettamente pulito” prima di chiudere l’analisi. I servizi di sicurezza sono infatti consapevoli della minaccia che può nascondersi dietro oggetti come chiavette usb o accessori per cellulari, ed è per questo che hanno stabilito una regola base per i diplomatici di Bruxelles: quando sono in missione non devono mai utilizzare mezzi di comunicazione forniti da altri, ma sempre strumenti e accessori personali.

30 ottobre 2013
www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/30/datagate-vaticano-spiato-dalla-nsa-futuro-papa-intercettato-prima-del-concalve...
02/11/2013 19:32
 
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Rete di spionaggio anche in Europa. «Servizi italiani fuori perché litigiosi»

I servizi segreti di Germania, Francia, Spagna e Svezia avrebbero messo a punto un sistema di sorveglianza di massa delle comunicazioni telefoniche e internet in stretta collaborazione con il Government Communications Headquarters (Gchq) britannico. Lo riferisce il Guardian.

«CIMICI» NEI CAVI - Lo sviluppo di questa rete risalirebbe a 5 anni fa, secondo i documenti forniti dalla talpa del Datagate, Edward Snowden. Si tratterebbe di un ampio sistema di sorveglianza di massa del traffico telefonico e telematico realizzato inserendo direttamente strumenti di intercettazione nei cavi a fibre ottiche e, secondo il quotidiano britannico, con la collaborazione segreta delle compagnie telefoniche.

AGGIRARE LE LEGGI - Dai file emerge anche che il Gchq, l’equivalente britannico della Nsa americana, svolgeva un ruolo di consulente nell’aiutare i partner europei ad aggirare le leggi nazionali che limitano i poteri dell’agenzie di intelligence.

GLI ITALIANI? TROPPO LITIGIOSI - E l’Italia? Da un’ipotetica classifica di affidabilità dei servizi, ne esce piuttosto male: «Il Gchq ha avuto alcune discussioni in materia di antiterrorismo e internet sia con i servizi di sicurezza per l’estero (Aise) sia interni (Aisi) ma ha trovato la comunità di intelligence italiana frammentata e incapace o riluttante nella cooperazione interna», si legge in uno dei report. Un successivo contatto con l’Aisi, sei mesi più tardi, si era arenato, forse su «problemi legali che potrebbero aver intralciato la loro capacità di aderire» alla rete. Fonti italiane di intelligence, interpellate sull’articolo del Guardian, hanno spiegato che la fase a cui ci si riferisce è quella dell’avvio e della messa in opera della recente riforma dei servizi iniziata nel 2007 e recentemente conclusa.

NOI PIÙ GARANTISTI -
Sabato sera è arrivata attraverso l’agenzia Ansa un’altra presa di posizione, informale: per una volta i documenti di Edward Snowden pubblicati dal Guardian chiariscono che i servizi italiani «sono più garantisti» di quelli di altri Paesi e che «non sono disponibili ad andare al di là di quanto previsto dall’ordinamento». In Italia, infatti, ci sono «limiti legali stringenti» che sono «indubbiamente un fattore di garanzia e rendono non attuabili qui intercettazioni massive su grandi flussi di traffico». Riguardo alla richiesta iniziale di collaborazione «stiamo svolgendo accertamenti per appurare se e cosa eventualmente risulti».

02 novembre 2013
www.corriere.it/esteri/13_novembre_02/datagate-agenzie-europee-spiavano-telefoni-italiani-fuori-giro-perche-troppo-litigiosi-276ca2ba-43d2-11e3-830a-3ecafc6502...
03/11/2013 05:59
 
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Madsen: italiani venduti al Bilderberg, il governo vi spia

Tutti sapevano – anzi, collaboravano – anche se ora fingono di cadere dalle nuvole, nello scandalo senza fine innescato dalle rivelazioni di Edward Snowden. “Der Spiegel” conferma che l’intelligence della Germania ha collaborato per anni alla raccolta clandestina di dati. E il verde tedesco Jan Philipp Albrecht, sul “Guardian”, conferma: «Regno Unito, Danimarca, Olanda, Francia, Germania, Spagna e Italia hanno firmato un accordo che prevede la fornitura di dati digitali agli Stati Uniti. In altre parole, hanno spiato i propri cittadini per conto di Washington». Sicché, appare comica l’intenzione di Enrico Letta di «chiedere spiegazioni» a John Kerry sul Datagate. Curioso, osserva Franco Fracassi, «visto che molte delle informazioni che l’Nsa ci ha spiato (invadendo la nostra privacy) le sono state fornite proprio dai nostri servizi segreti: siamo stati venduti non solo alla Casa Bianca, ma anche alle grandi banche, alle società di Borsa e alle multinazionali. In altre parole: al Club Bilderberg, di cui Letta fa parte, per sua stessa ammissione». La gola profonda è un ex funzionario della Nsa, Wayne Madsen, già autore di rivelazioni scioccanti sull’11 Settembre, sul caso Calipari, su Al-Qaeda e sulla famiglia Bush.

«L’Italia, ma anche la Germania, la Francia e altri paesi europei hanno accordi segreti con gli Stati Uniti per il passaggio di dati personali alla National Security Agency». I nostri paesi hanno accesso al Tat-14, il sistema di telecomunicazioni transatlantico via cavo che consente loro di intercettare un’enorme quantità di dati: telefonate, email e anche la cronologia dei siti Internet visitati dagli utenti, spiega Madsen a Fracassi in un’intervista pubblicata da “Popoff”. Per “utenti”, precisa Madsen, si intende anche l’Unione Europea, che viene definita dall’Nsa un “target”, un obiettivo. «L’Nsa ha suddiviso i suoi partner, che l’aiutano a reperire informazioni, in tre gruppi diversi, in base al livello di fiducia. Gli Usa sono ovviamente nella prima categoria. La seconda è formata da Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda. La terza è composta da Danimarca, Paesi Bassi, Francia,

Germania, Spagna e Italia. In realtà ci sarebbe anche un quarto livello. Ma di questo si conoscono solo alcuni paesi, come Finlandia e Svezia». L’agenzia spionistica digitale, continua Madsen, è diventata sempre più potente con il passare degli anni, fino alla “guerra al terrorismo” inaugurata da Bush e proseguita da Obama. «Oggi l’Nsa è di gran lunga il più potente servizio di spionaggio al mondo». La cosa più assurda? «L’Nsa è il servizio segreto elettronico degli Stati Uniti d’America. Quindi, chiunque giungerebbe alla conclusione che i dati che raccoglie vengano consegnati alla Casa Bianca». E invece? Oltre a Obama, il direttore riferisce a ben altre autorità: «Keith Alexander partecipa alle riunioni del Club Bilderberg. Dunque, entrano in possesso dei nostri segreti banchieri, finanzieri, amministratori delegati di multinazionali». Secondo Madsen, «l’Italia è stato uno dei paesi più solerti a fornire informazioni a Washington: sto parlando di milioni e milioni di dati sensibili e di informazioni personali per ciascuno dei sessanta milioni di italiani». Un nome famoso? Nicola Calipari, ucciso in Iraq da soldati Usa durante la liberazione di Giuliana Sgrena, giornalista del “Manifesto”. «Il vostro agente segreto – accusa Madsen – è stato assassinato da una squadra americana d’élite anche grazie alle informazioni fornite dai vostri servizi segreti».

02/11/13
www.libreidee.org/2013/11/madsen-italiani-venduti-al-bilderberg-il-governo-...
06/11/2013 02:31
 
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Perché il Datagate è una tragedia (e tutti fanno finta di non accorgersene)

Mettendo insieme tutto ciò che è venuto fuori nello scandalo Datagate, ciò che preoccupa davvero non è tanto la violazione della privacy dei cittadini o il controllo cellulare di Angela Merkel. Parliamoci chiaro: l’idea che i servizi segreti americani raccolgano informazioni su tutto e tutti, a ben vedere, è quasi banale. Così come i pesci nuotano e gli uccelli volano, le spie fanno il loro lavoro: spiano. Se poi i servizi segreti tedeschi sono così scarsi da non accorgersi che il telefonino del loro premier è controllato da un “alleato”, la notizia si può tranquillamente derubricare sotto la cartella ‘epic fails‘. La vera notizia è che Internet, per come si è sviluppata e per come la conosciamo, si è letteralmente sgretolata. Anche per i non addetti ai lavori, le sigle Ssl, Tls, Vpn o Aes dovrebbero suonare abbastanza familiari. Vi sarà capitato di incontrarle decine di volte, nascoste tra opzioni di connessione, termini di servizio o menu dei software che usate. Finché rimangono delle sigle, però, il fatto che l’Nsa le abbia fatte a pezzettini non scandalizza più di tanto. Facciamo qualche esempio: Tls è il protocollo di crittografia usato per l’invio delle email.

Se viene violato, significa che chiunque può leggere i messaggi mentre vengono trasferiti, semplicemente ‘sniffando’ la connessione. Le Vpn sono i collegamenti diretti (Virtual Private Network) che permettono (o così si pensava) di trasferire dati e informazioni in maniera sicura attraverso il web. Negli ultimi anni un mucchio di aziende hanno speso un mucchio di soldi per implementarle, contando sulla loro efficacia. Il protocollo Ssl è quello che viene usato per le connessioni ‘sicure’ via web. Per intenderci, è quello usato per i servizi di home banking, per le transazioni con carte di credito e i pagamenti online. Aes è un sistema di crittografia (usato più o meno in tutti i protocolli sopra citati) che, fino a oggi, era considerato come una garanzia di sicurezza. Ecco, i servizi segreti americani (spendendo per giunta milioni di dollari) hanno fatto a pezzi tutto questo. Qui, però, bisogna capirsi: se il problema fosse limitato al fatto che l’Nsa ha la capacità di aggirare tutti questi sistemi di protezione, non saremmo di fronte a una vera tragedia. Tutto sommato, si potrebbe cercare di gestire la cosa a livello diplomatico o legislativo, sperando che il ‘democratico’ Barack Obama decida di non interpretare il ruolo del tiranno globale. Norme, trattati, Il problema, purtroppo, è un po’ più grave. L’agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, infatti, ha avuto un ruolo attivo nella definizione degli standard usati per definire i protocolli di sicurezza che oggi, si scopre, è in grado di violare.

Di più: la sua supervisione è stata addirittura prevista per legge dal Computer Security Act (Csa) del 1987. Quanto emerge dalle rivelazioni di Edward Snowden sembra indicare che dalle parti dell’Nsa, qualcuno non abbia resistito alla tentazione di sfruttare l’opportunità offerta dal Csa per garantirsi un vantaggio nei confronti dei ‘rivali’. In pratica, i servizi segreti hanno manovrato per indebolire deliberatamente i sistemi di crittografia, creando dei punti deboli che potessero funzionare come una backdoor accessibile solo a loro. Per fare un paragone, è come se all’ingegnere che sta progettando un ponte venisse imposto di prevedere deliberatamente che la rimozione di un singolo mattone provochi il crollo dell’intera struttura. Il problema, in tutto questo, è che adesso tutti sanno dell’esistenza del ‘mattone debole’. Quanto tempo ci vorrà perché qualcuno lo trovi? Pochissimo. Per il momento nessuno sa quali siano gli aspetti specifici su cui ha agito l’Nsa, ma quando si cerca una debolezza in un sistema, sapere che questa esiste per certo e che è stata prevista a priori rende il lavoro notevolmente più facile. Per capire a fondo la portata di questo disastro, però, serve considerare un altro aspetto della vicenda: la natura di Internet. La Grande Rete funziona in una maniera tutta sua. Internet è un’accozzaglia di network locali collegati tra loro, gestiti da soggetti differenti e che lavorano senza alcun coordinamento tra loro. Quello che tiene tutto insieme, sono gli standard. Da wikipedia: “Uno standard è una norma accettata, un modello di riferimento a cui ci si uniforma affinché sia ripetuto successivamente”.

Ecco, Internet sta in piedi perché tutti, ma proprio tutti, seguono gli standard. Ora abbiamo scoperto che gli “standard” usati per comunicare via Internet erano taroccati a uso e consumo del governo americano. Abbiamo scoperto che gli investimenti delle aziende in “reti sicure” erano soldi buttati, che il senso di sicurezza di quel piccolo lucchetto visualizzato sul browser quando controllavamo il nostro conto corrente dal computer di casa valeva zero. Che ogni comunicazione, ogni transazione online, ogni scambio di dati è a rischio a causa della deliberata azione di un pugno di 007 che si sono arrogati il diritto di minare alle fondamenta la più grande rivoluzione del terzo millennio. A qualcuno frega ancora del cellulare di Angela Merkel?

Marco Schiaffino
5 novembre 2013
www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/05/perche-il-datagate-e-una-tragedia-e-tutti-fanno-finta-di-non-accorgersene...
18/11/2013 02:54
 
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Datagate, 350 hotel di tutto il mondo spiati dagli 007 britannici

Almeno 350 hotel in tutto il mondo, frequentati da diplomatici e delegazioni di governi, sono stati spiati dai servizi segreti britannici. Lo rivela il giornale tedesco Der Spiegel sul proprio sito on line sulla base di documenti appartenuti a Edward Snowden, l’ex contractor della Nsa attualmente in asilo temporaneo in Russia. Il programma di spionaggio si chiamava 'Royal Concierge' e consentiva di tenere sotto osservazione i piani di viaggio di ambasciatori e capi di Stato e di governo. In questo modo gli 007 britannici riuscivano a entrare nella corrispondenza e-mail degli alberghi e dunque a essere perfettamente a conoscenza degli spostamenti di inviati, funzionari governativi, ministri. Di questa vicenda e delle altre al centro di una polemica tra il governo tedesco e quello americano (tra cui anche lo spionaggio effettuato sul telefonino cellulare di Angela Merkel) dovrebbero discutere il Segretario di Stato americano, John Kerry, e il Cancelliere tedesco. Kerry, riporta la stampa tedesca, sarà in Germania non appena sarà formato e si sarà insediato il nuovo governo federale nel paese europeo.

17 novembre 2013
qn.quotidiano.net/esteri/2013/11/17/983624-datagate-hotel-spia...
24/11/2013 03:55
 
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Nsa, prima del Datagate infettate 50mila reti. Il piano: “Controllare chiunque in ogni momento”

Più passano i mesi più le tecniche dell’Nsa vengono a galla e si scoprono dettagli sempre più oscuri. L’ultima rivelazione arriva dal quotidiano olandese Nrc Handelsblad: 50mila reti informatiche in tutto il mondo sarebbero state contaminate ricorrendo ai malware, software malevoli progettati per dragare dati sensibili dal flusso informatico. Sotto attacco infrastrutture brasiliane e venezuelane ma anche reti mediorientali, russe e network cinesi. Operazioni che trapelano da altri documenti della fonte del Datagate, Edward Snowden, e che negli ultimi cinque anni, fra 2008 e 2012, sarebbero più che raddoppiate, passando da 20 a 50mila. Il metodo, attivo fin dal 1998, è battezzato Cne, computer network exploitation, e ad occuparsene è la Tao, Tailored Access Operations, divisione della National security agency statunitense che si occupa di bersagli e operazioni speciali. Vedi alla voce capi di Stato, tanto per fare un esempio. Oppure d’inquinamento su larga scala, proprio come in questo caso.

A quanto pare non è l’unico dettaglio diffuso nelle ultime ore. Anzi, forse è solo l’ultimo pezzo di un puzzle che, proprio grazie alle indiscrezioni più calde, comincia a dare l’idea di quale sarebbe stato lo scenario. A emergere, infatti, è piuttosto la sempre più pervasiva brama di controllo dell’agenzia Usa. Secondo il New York Times ancora fino a pochi mesi fa l’intento dei vertici, capitanati dal potente generale in scadenza Keith Alexander, era quello di organizzare e sviluppare azioni sempre più capillari. Sembra scontato, il fatto è che i documenti dicono che ci si stava arrivando a grandi passi. Il massiccio piano emerge in particolare da un documento intitolato Sigint Strategy 2012-2016 e datato 23 febbraio 2012: una sorta di road map di quanto sarebbe dovuto accadere se nel frattempo non fosse esplosa la bomba Datagate a sollevare il biasimo mondiale e polemiche a non finire. Sigint sta infatti per “signals intelligence”. L’idea racchiusa nelle pesantissime cinque pagine era dunque quella di “perseguire aggressivamente le autorità legislative” per costruire un meccanismo su misura per l’“era dell’informazione”. Gli 007, insomma, ritenevano di non avere abbastanza margini di manovra per puntare a raccogliere dati “anytime, anyone, ed anywhere”: sempre, da chiunque provenissero e ovunque nel pianeta.

Spie, sistemi di decrittazione degli standard commerciali, malware come nell’ultimo caso svelato dal giornale olandese, condivisione in tempo reale delle informazioni già rubate anche dai singoli individui: ogni mezzo sarebbe stato buono nella guerra per la (presunta) cybersicurezza. L’importante, almeno secondo le ultime rivelazioni riportate dal Nyt, era raggiungere il controllo pressoché totale “dell’infrastruttura globale delle reti di telecomunicazione”. Impossibile controllare il mare magnum di internet, vero: tuttavia la Nsa ci stava andando vicino. Come? Tramite una Treasure Map, questo il nome dell’ennesimo programma top secret che avrebbe dovuto mescolare, e nulla prova che non lo abbia fatto almeno per un periodo, dati provenienti dallo spionaggio commerciale, di sicurezza e sul traffico Web. Uno scandaglio ininterrotto in grado di mettere sotto la lente fra i 30 e i 50 milioni di indirizzi IP al giorno, connessioni Wi-Fi e geolocalizzazioni. Anche grazie all’aiuto di un altro piano, chiamato Packaged Goods, che sarebbe valso all’Nsa l’accesso ad almeno “13 server coperti distribuiti in diversi data center mondiali”. Alcuni dei quali situati in Germania, Polonia, Danimarca, Sudafrica, Taiwan, Russia, Cina e Singapore.

D’altronde, secondo quanto dichiarato da una fonte anonima fra gli alti gradi dell’intelligence Usa al quotidiano della Grande Mela, gli uomini dell’Nsa erano concretamente convinti che i limiti imposti alla loro azione penalizzassero la possibilità di scovare terroristi all’interno del Paese. Paradossalmente proprio quando questi, magari già sotto sorveglianza all’estero, fossero entrati negli Stati Uniti. “In un contesto di continuo cambiamento tecnologico l’agenzia tenta solo di essere all’altezza delle sfide per centrare al meglio gli obiettivi del governo” hanno dichiarato da Fort Meade. E la Treasure map, si giustificano ancora dal Maryland, “non sarebbe stata usata per fini di sorveglianza ma per capire le Reti informatiche”. Quali fossero gli scopi, sembra che ci si sia fermati a un passo da baratro. Questo, infatti, era lo scenario ipotizzato per il 2016.

Simone Cosimi
23 novembre 2013
www.repubblica.it/esteri/2013/11/23/news/nsa_prima_del_datagate_infettate_50mila_reti_il_piano_controllare_chiunque_in_ogni_momento-7...
27/11/2013 02:31
 
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L'NSA spiava gli utenti sfruttando un bug nella fibra ottica

La "talpa" Edward Snowden continua la sua vita da latitante, mentre nessuno dei responsabili della scandalo Datagate ha ancora pagato per l'attività di spionaggio svolta dagli agenti dell'NSA (National Security Agency); eppure le rivelazioni sul caso continuerebbero a circolare. Inizialmente si sospettava che colossi del Web come per esempio Google, Facebook e Yahoo! avessero collaborato volontariamente con le istituzioni americane perché queste ultime potessero accedere senza alcuna autorizzazione ai dati degli utenti. Ora, secondo quanto riportato dai giornalisti del New York Times, i Data center dei giganti di Internet potrebbero essere rimasti sotto chiave, ma l'NSA avrebbe potuto agire comunque senza alcuna connivenza grazie ad un difetto insito nella fibra ottica utilizzata per l'interscambio di dati. Le incursioni sarebbero quindi avvenute attraverso le infrastrutture dei provider, ed in particolare Level 3 che è un fornitore di Mountain View e Sunnyvale, motivo per cui la posizione dei responsabili dell'NSA potrebbe essere ancora più grave rispetto a quanto emerso fino ad ora.

26/11/2013
www.mrwebmaster.it/news/l-nsa-spiava-utenti-sfruttando-bug-fibra-ottica_10...
02/01/2014 01:02
 
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Snowden, ancora rivelazioni sul Datagate:"Nsa spia gli Iphone". Ma Apple nega tutto

Edward Snowden 01 gennaio 2014Stavolta, i documenti della "talpa" Snowden accusano la Apple. Dalle carte in possesso del settimanale Spiegel, nel 2008 - poco dopo l'uscita dell'Iphone - la casa di Cupertino avrebbe lavorato con la Nsa a un sowtware-spia dal nome "Dropoutjeep". Con questo programma-trojan, sarebbe possibile accedere a tutti i dati degli Iphone (messaggi di testo, rubrica, fotografie) e scaricarli. Un'accusa pesantissima che Apple smentisce categoricamente.

Apple nega tutto
Dalla casa di Cupertino arriva un comunicato che nega la cooperazione con l'agenzia di intelligence statunitense. Apple fa di tutto per "proteggere i clienti dagli attacchi esterni - prosegue la nota - e non ha mai lavorato con la Nsa per creare un accesso segreto ai software dei propri prodotti, compreso l'iPhone''.

La Nsa non smentisce
Da parte della Nsa, invece, non arriva una risposta diretta alle accuse bensì una precisazione: con la raccolta di dati, gli Stati Uniti hanno sempre tutelato chi non era coinvolto nelle indagini.

01 gennaio 2014
www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Iphone-spiati-Nsa-Apple-nega-tutto-ac109dd9-ea83-422a-acc7-bb69f6da5...
[Modificato da wheaton80 02/01/2014 01:02]
16/01/2014 01:24
 
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Datagate, la Nsa può spiare anche i pc sconnessi da Internet

New York, 15 gen. 2013 (TMNews) - Fantascienza o realtà? La National Security Agency (Nsa), l'Agenzia statunitense per la sicurezza, avrebbe violato quasi 100.000 computer in tutto il mondo anche senza fare uso di Internet. Così almeno riferisce l'autorevole New York Times, che cita documenti riservati ottenuti da Edward Snowden, l'ex contractor che da mesi sta svelando al mondo le attività segrete dell'intelligence. Secondo quanto riportato, la tecnologia usata dall'intelligence almeno dal 2008 si basa nientemeno che su onde radio segrete che possono essere trasmesse da circuiti molto piccoli, persino da schede Usb inserite nei computer. Componenti che, però, in qualche modo devono essere materialmente installati sui computer da monitorare, da un agente o dallo stesso inconsapevole utente; i dati sono poi trasmessi sulla frequenza radio segreta a una stazione mobile della Nsa. L'Nsa ha definito il suo operato una "difesa attiva" contro gli attacchi informatici dall'estero, piuttosto che come arma offensiva.

www.larena.it/videos/276_video/51077/
24/01/2014 18:31
 
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Six Eyes. Snowden, Israele e la NSA: Cosa ci stanno nascondendo?

Le informazioni rivelate da Snowden hanno portato ad una preoccupazione a livello mondiale, da parte dei cittadini, sugli abusi compiuti sulla loro privacy da parte degli organismi di intelligence. Ancora più interessati sono le reazioni delle stesse agenzie di intelligence che considerano inestimabili le perdite nelle loro future capacità di raccogliere informazioni mediante l'utilizzo di tecnologie segrete, fino ad oggi sconosciute. Una seconda rivelazione fatta da Snowden, molto più importante delle altre da lui raccontate, è stata ampiamente ignorata dalle agenzie di Intelligence americane, dal Congresso degli Stati Uniti e dall'attuale amministrazione americana. La rivelazione, devastante per l'intelligence USA, racconta che tutte le informazioni RAW (dati eterogenei di ogni tipo) raccolte dalla NSA vengono immediatamente e spontaneamente trasmesse alle agenzie di Intelligence Israeliane. Naturalmente, tutti sappiamo ciò da un bel po' di tempo e abbiamo sempre dubitato di varie organizzazioni come l'AIPAC, ADL, B'nai B'rith, SPLC e simili. Esattamente come degli agenti di spionaggio israeliani dentro l'America. Naturalmente tutte queste affermazioni saranno ora più facilmente verificabili e credibili grazie alle divulgazioni di Snowden. Tuttavia, se la gente si informasse un po' meglio scoprirebbe che Tomas Drake, William Binney, Mark Novitsky e altri avevano comunicato le medesime notizie molto tempo prima, ma a quell'epoca nessuno raccolse la loro denuncia. (1)(2)(3) Curiosamente nessuno della NSA, dei membri del Senato, del Comitato di intelligence e persino dei mass media sta raccontando queste cose, né chiedendo l'immediata interruzione di questa condivisione di informazioni con Israele.

In un recente articolo, Gordon Duff ha chiarito come delle aziende, legittimamente in lizza per dei contratti, possano essere danneggiate dall'uso delle informazioni sottratte a loro dagli agenti israeliani ed offerte ai loro concorrenti. (4) Per molti anni il Sistema Americano di spionaggio internazionale è stato indicato come il Five-Eyes (5 occhi), composto da un accordo di condivisione di intelligence tra gli Stati Uniti d'America, Canada, Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda. (5) Questo in realtà è piuttosto sbagliato. Questo sistema dovrebbe effettivamente essere indicato come il sistema a sei occhi (six eyes) perché Israele figura totalmente coinvolta in questo discorso. Come è possibile? Semplicemente perché la NSA trasmette tutti i dati grezzi guadagnati da tutti i mezzi digitali direttamente ad Israele e ad appaltatori privati della difesa che sono in realtà i proprietari dell'intelligence israeliana. Questo rende Israele l'unico paese con un sistema di Intelligence che ha, di fatto, il predominio su tutte le altre agenzie di intelligence del mondo, compresa naturalmente quella americana. Tutto questo meccanismo naturalmente implica l’esigenza di maggiore spionaggio contro l'America e ha seriamente danneggiato l'effettiva sicurezza nazionale americana, ponendo oltretutto Israele in una posizione di privilegio rispetto alle intelligence del mondo intero. Questo permette ad Israele di raccogliere molte info sugli asset di interesse per ricattare cittadini americani quali i giudici della Corte Suprema, i membri del congresso o alti funzionari che hanno scheletri che vogliono rimangano nell'armadio. Questo sistema fornisce una vasta raccolta di proprietà intellettuale di imprese private che può essere rubato, venduto e utilizzati per realizzare enormi profitti, altrimenti non possibili. La condivisione di intelligence permette ad Israele di fornire alle aziende della difesa americana, o meglio alla miglior offerente, tecnologia segreta classificata. Ciò è già accaduto molte volte in passato, ad esempio con aziende private della difesa Israeliana che hanno venduto tecnologia americana e segreti sugli ICBM nucleari ai cinesi. Chiamiamo questa massiccia infiltrazione e questo palese dirottamento dell'intelligence americana a favore di quella israeliana per quello che è: si tratta niente di meno che un grave spionaggio contro tutti gli americani.

Ma è anche da considerare come un TRADIMENTO. E chi sono i loro sostenitori? Sono i doppi cittadini Americani-Israeliani, i NeoCon in posizioni importanti di comando, le commissioni strategiche associate e i gruppi di riflessione, tutte aree che hanno prosciugato l'America a favore della loro fedeltà ad Israele. E' una realtà disgustosa quella per cui molte aziende americane, che lottano ogni giorno legittimamente per ottenere successo, siano state gravemente danneggiate e anche messe fuori dal mercato. Questo succede quando la NSA ruba i loro segreti commerciali e li invia ad Israele, che provvede a renderli accessibili a concorrenti fraudolenti. Queste fonti di intel fraudolente sono diventate estremamente redditizie e hanno ampliato il campo di applicazione a tal punto da essere diventate obbligatorie da avere in certi business. I principali mass media (CMMM) sono di proprietà e/o controllate da società sioniste e servono solamente come propaganda per il governo americano. Non aspettatevi mai alcuna verità dai media. Si parla di tanto in tanto di fatti periferici ma mistificano sempre su questi temi per creare disinformazione e confondere le menti.

Quindi l'unico modo per informarsi alternativamente è attraverso i mezzi d'informazione su Internet e la comunicazmione orale. Ora è il momento di iniziare a parlare ad amici e collaboratori di questa realtà che vede l'intelligence americana completamente penetrata e dirottata da imprenditori israeliani che hanno ingannato e corrotto e comprato tutte le persone necessarie. Questo fatto deve essere portato all'attenzione di tutti e al Congresso degli Stati Uniti le persone si devono vergognare pubblicamente per il loro tradimento verso gli Stati Uniti. Questo spionaggio israeliano all'interno dell'intelligence americana, oltre al dirottamento della NSA e di tutto l'apparato spionistico americano, è il reato più grave mai commesso contro gli Stati Uniti. Per eguagliare un tale atto, bisogna guardare al ruolo di primo piano dei Sionisti negli attacchi dell'11 Settembre (6). Ovviamente, avendo avuto i sionisti accesso ai dati della NSA e non solo, questo li ha aiutati nella gestione e realizzazione dell'operazione 11 Settembre. Questa condivisione di informazione ha inoltre fornito i mezzi per compromettere e ricattare tutti i membri più importanti dell'intelligence americana oltre ai funzionari del governo americano che avevano qualcosa da nascondere. Anche in Europa non se la passano bene, dato che questo stesso sistema internazionale di intelligence dirotta verso gli Israeliani anche le informazioni che riguardano le autorità e i funzionari europei. Questo produce effetti devastanti e profondi anche nell'economia Europea e nei loro sforzi di business e di tutela delle loro difese nazionali.

(1) reason.com/blog/2014/01/12/before-edward-snowden-there-was...
(2) www.whistleblower.org/action-center/save-tom-drake
(3) rt.com/shows/sophieco/american-democracy-snowden-nsa-361/
(4) www.veteranstoday.com/2014/01/21/nsa-wire-for-hire/
(5) www.privacyinternational.org/blog/the-five-eyes-fact-sheet
(6) theinfounderground.com/smf/index.php?topic=5367.0

Preston James
22 gennaio, 2014

Fonte: www.veteranstoday.com/2014/01/22/six-eyes/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=six-eyes&utm_reade...
Tradotto e Riadattato da Fractions of Reality
fractionsofreality.blogspot.it/2014/01/snowden-israele-e-la-nsa-cosa-ci-sta...

[Modificato da wheaton80 24/01/2014 18:32]
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