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Usa, Agenzia per la sicurezza sotto accusa. «Spia le telefonate di milioni di cittadini»

Ultimo Aggiornamento: 03/02/2024 17:57
18/11/2015 22:04
 
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New York Times:“La sorveglianza di massa non è la risposta per combattere il terrorismo”

Dopo gli attentati di Parigi, nel cuore dell’Europa, il tema delle restrizioni delle libertà in nome della sicurezza ritorna al centro dell’attenzione da parte della politica e non solo dell’Intelligence. Qualcosa si muove anche in Italia. Il procuratore nazionale antiterrorismo, Franco Roberti, su Radio 24, ha affermato che, alla ricerca di un punto di incontro tra l'esigenza di sicurezza e la tutela della privacy, "il tema delle intercettazioni e del controllo delle conversazioni telematiche e informatiche dovrà tornare all'attenzione del Parlamento. Non si tratta di frugare nei computer dei cittadini o cedere una parte delle libertà, ma accettare una compressione dei diritti di privacy in nome della sicurezza". Il direttore della CIA, John Brennan, in un intervento al Center for Strategic and International Studies' Global Security Forum, ha parlato di "un campanello d'allarme" che deve farci riflettere su crittografia e sorveglianza elettronica. Le preoccupazioni riguardano il diffondersi dell'utilizzo di questa tecnologia anche in sistemi operativi come Apple iOS 8 e sistemi di messaging come Whatsapp, che rendono più difficili le indagini, tanto che il direttore dell'FBI, James Comey, ha fatto pressioni sulle società tecnologiche affinché aggiungano "backdoors" (letteralmente "porte sul retro") che permettano l'accesso degli investigatori alle conversazioni. Il New York Times ha aperto oggi il dibattito sul tema con un editoriale secondo il quale la sorveglianza di massa non è la risposta per combattere il terrorismo. In particolare, il quotidiano ha attaccato proprio John Brennan. Secondo il New York Times, il direttore della CIA rientra tra quelli che "non perdono tempo e sfruttano a fini personali la tragedia". "Ricordando — ha proseguito l'editoriale — le bugie pronunciate da lui e dal suo capo, James Clapper, Direttore dell'intelligence statunitense, è difficile credere a quello che dice Brennan. Quello che è successo a Parigi, come ha detto un esperto dell'antiterrorismo francese, ha mostrato che "la nostra Intelligence è abbastanza buona, ma la nostra capacità di agire è limitata dai grandi numeri", visto che la maggior parte degli attentatori era già conosciuta dalle Intelligence di Francia e Belgio. In altre parole, il problema in questo caso non è stato una mancanza di dati, ma l'incapacità di agire in base alle informazioni che le autorità avevano già. La raccolta indiscriminata di dati — prosegue l'editoriale — non è stata utile e l'Intelligence non ha dimostrato di aver sventato un attacco terroristico grazie a quel programma". Duro il monito del quotidiano internazionale:"L'intelligence deve avere i poteri necessari per sventare gli attacchi terroristici, naturalmente, ma questo non significa accettare senza riserve tattiche inefficaci e molto probabilmente incostituzionali che riducono le libertà civili senza rendere il pubblico più sicuro".

18.11.2015
it.sputniknews.com/mondo/20151118/1568362/NYT-sorveglianza0massa-non-risposta-terrori...
[Modificato da wheaton80 18/11/2015 22:05]
25/02/2016 00:59
 
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Così la NSA spiava il governo di Silvio Berlusconi:"Le parole non bastano più"

“Un incontro tenutosi il 22 ottobre tra la Cancelliera Angela Merkel, il Presidente francese Nicolas Sarkozy e il Primo Ministro italiano Silvio Berlusconi è stato definito nei giorni seguenti come teso ed estremamente duro verso il governo di Roma dal consigliere personale per le relazioni internazionali del Primo Ministro italiano, Valentino Valentini. Merkel e Sarkozy, che evidentemente non tolleravano scuse sull'attuale situazione difficile dell'Italia, hanno fatto pressioni sul Primo Ministro affinché annunciasse forti e concrete misure e affinché le applicassero in modo da dimostrare che il suo governo è serio sul problema del debito”. Questo rapporto top secret dell'ottobre 2011, che WikiLeaks pubblica in esclusiva con l'Espresso e con un team di media internazionali, dimostra che, oltre a Germania e Giappone, anche il governo italiano era spiato e riapre il caso del complotto ai danni dell'allora Presidente del Consiglio, che aveva spinto i fedelissimi di Berlusconi a chiedere una commissione d'inchiesta. I cablo di WikiLeaks riportano frasi dettagliate dei protagonisti di quelle intercettazioni:«Sarkozy avrebbe detto a Berlusconi che, mentre le affermazioni di quest'ultimo sulla solidità del sistema bancario italiano, in teoria, potevano anche essere vere, le istituzioni finanziarie italiane potrebbero presto “saltare in aria” come il tappo di una bottiglia di champagne e che “le parole non bastano più” e che Berlusconi “ora deve prendere delle decisioni”.

Non solo: il 24 [ottobre] Valentini ha indicato che il Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha sollecitato l'Italia ad adottare misure finalizzate a ridurre l'impressione all'interno dell'Unione Europea che l'Italia sia oppressa da un enorme debito, in un momento in cui sta lottando anche con una bassa produttività e la sua economia sta mostrando poco dinamismo». L'incontro del 22 ottobre avviene a Bruxelles, al Consiglio Europeo. Il giorno dopo c'è la famosa conferenza stampa di Sarkozy e Merkel, con scambio di sorrisi ironici davanti alle telecamere, quando viene nominato il Premier italiano. Qualche giorno dopo, il 12 novembre, Berlusconi si dimetterà. Che cosa accadde nell'autunno più cupo per l'Italia, in cui lo spread viaggiava a ritmi insostenibili per l'economia italiana, e gli scandali sessuali di Berlusconi, da Ruby Rubacuori alle olgettine, facevano il giro del mondo? Cosa esattamente ha portato alla caduta del governo Berlusconi, aprendo così la strada all'esecutivo non eletto di Mario Monti? Una cosa è certa: quello che accadeva in quei giorni è stato puntualmente ascoltato e trascritto dalla più potente agenzia d'intelligence del mondo: la National Security Agency (NSA), come rivelano questa intercettazione e altri documenti top secret pubblicati da WikiLeaks e dall'Espresso (https://www.wikileaks.org/nsa-italy/).

Secondo questi file, Silvio Berlusconi, il suo fidato consigliere personale Valentino Valentini, il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Bruno Archi – uno dei testimoni del processo Ruby, insieme a Valentini – il consigliere diplomatico di palazzo Chigi, Marco Carnelos, e il rappresentante permanente dell'Italia alla NATO, Stefano Stefanini, sono stati tutti nel mirino della «più grande, più potente, più tecnologicamente sofisticata agenzia di spionaggio che il mondo abbia mai conosciuto», secondo la definizione del prestigioso magazine americano “New Yorker”. Si tratta, ancora una volta, della NSA, l'organizzazione del governo americano i cui piani di sorveglianza di massa sono stati rivelati tre anni fa da Edward Snowden. I documenti rivelano che nel marzo 2010, Silvio Berlusconi è stato addirittura spiato nei suoi colloqui con il leader israeliano Benjamin Netanyahu, nel momento di massima crisi tra Stati Uniti e Israele, quando l'annuncio di Netanyahu di costruire mille e seicento case a Gerusalemme est fece sprofondare Washington e Tel Aviv in un gelo diplomatico senza precedenti.

A quel punto, secondo quanto ricostruisce un rapporto top secret della NSA, Netanyahu contattò vari paesi europei, tra cui l'Italia, nel tentativo di smussare il conflitto con gli USA. «Parlando con il Primo Ministro italiano, Silvio Berlusconi», si legge nella trascrizione delle intercettazioni NSA, «il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha insistito che la scintilla che ha innescato la disputa – la decisione di Israele di costruire 1.600 case nei territori contesi di Gerusalemme est – era totalmente in linea con la politica nazionale fin dai tempi dell'amministrazione di Golda Meir, e ha dato la colpa della cattiva gestione di questo caso a un funzionario del governo dotato di scarsa sensibilità politica. L'obiettivo adesso – ha detto Netanyahu – è evitare che i palestinesi usino questa vicenda come una scusa per bloccare la ripresa dei colloqui o per avanzare pretese irrealistiche che potrebbero affondare una volta per tutte le negoziazioni di pace. Continuando, ha affermato che la tensione è stata solo aggravata dalla mancanza di un contatto diretto tra lui e il Presidente degli Stati Uniti.

In risposta, Berlusconi ha promesso di mettere l'Italia a disposizione di Israele, nell'aiutare a rimettere a posto le relazioni di quest'ultima con Washington». Questa intercettazione dei colloqui Berlusconi-Netanyahu, che risale al marzo 2010, è una di quelle che la NSA classifica come condivisibile con i “Five Eyes”, ovvero i “cinque occhi”: Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda, le potenze con cui gli USA hanno accordi di Intelligence speciali, che permettono all'alleanza di condividere informazioni segrete che non passerebbero ad altre nazioni. L'intercettazione di Valentino Valentini, dell'ottobre 2011, è invece top secret/noforn, ovvero non rilasciabile a nazioni straniere. Entrambe le registrazioni sono state condotte da quella che probabilmente è la divisione più sensibile in assoluto della NSA: lo Special Collection Service (SCS), un'unità speciale che opera sotto copertura diplomatica nelle ambasciate e nei consolati americani in giro per il mondo, per sorvegliare governi amici e nemici, lavorando spesso in collaborazione con la CIA. Obiettivo del team SCS è raccogliere intelligence fresca e facilmente “deperibile” sulla leadership del Paese in cui si trova l'ambasciata o il consolato in cui sono basati. Questo compito è facilitato dalla presenza e dall'operatività del team nelle ambasciate delle grandi capitali mondiali.

Già nel 2013, grazie ai file di Snowden, l'Espresso aveva rivelato come l'Italia fosse, secondo un documento top secret della NSA datato 2010, l'unico Paese europeo, insieme alla Germania, ad avere sul proprio territorio due team dello Special Collection Service: uno a Roma e l'altro a Milano. Nell'intercettazione NSA del colloquio Berlusconi-Netanyahu, lo Special Collection Service viene menzionato esplicitamente, mentre in quella di Valentino Valentini si scrive che è stata raccolta con mezzi “non convenzionali”, un termine che nella maggior parte dei casi si riferisce alle attività di intercettazione condotte dall'SCS. Che un consigliere fidato di Silvio Berlusconi come Valentino Valentini potesse essere oggetto della sorveglianza NSA era in qualche modo immaginabile: in un cablo del 2009 della diplomazia americana, pubblicato da WikiLeaks, Valentini è definito come «una figura in qualche modo nell'ombra, che opera come l'uomo chiave di Berlusconi in Russia, senza alcuno staff o anche solo una segretaria». Per gli americani non era chiaro cosa Valentini facesse esattamente a Mosca, «ma si vocifera ampiamente che curi gli interessi di Berlusconi in Russia». Nel cablogramma, la diplomazia di via Veneto riferiva che i contatti degli USA sia nel partito dell'allora Premier sia nel centro-sinistra credessero che «Berlusconi e i suoi compari stessero approfittando personalmente e lautamente di molti degli accordi nel settore energetico tra l'Italia e la Russia».

Nei nuovi documenti sul nostro Paese rivelati da WikiLeaks sono presenti due intercettazioni NSA trascritte, rispettivamente quella di Berlusconi e quella di Valentini, e anche tre “selectors”, ovvero i numeri di telefono usati dalla National Security Agency per i suoi programmi di sorveglianza e ascolto. I tre selectors corrispondono ai numeri di telefono di Stefano Stefanini, rappresentante permanente dell'Italia alla NATO dal 2007 al 2010; del consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, Marco Carnelos, diventato poi consigliere diplomatico della Regione Lazio nel 2011 e oggi ambasciatore italiano a Baghdad, e infine del consigliere per la sicurezza nazionale, Bruno Archi, negli anni del governo Berlusconi. Il primo selector è un numero fisso e, ancora oggi, permette di collegarsi direttamente all'ufficio di rappresentanza permanente della NATO a Bruxelles, mentre gli altri due sono cellulari: chiamando quello di Carnelos è ancora oggi possibile raggiungere direttamente il diplomatico. Già nel 2013, l'Espresso aveva rivelato, grazie ai file di Snowden, i piani di sorveglianza di massa della NSA contro l'Italia. Dai documenti top secret emergevano: la presenza in Italia di due team dello Special Collection Service a Roma e a Milano, le due operazioni NSA “Bruneau” e “Hemlock” per spiare le comunicazioni della nostra ambasciata a Washington e, infine, la massiccia raccolta dei metadati degli italiani.

I file dettagliavano come in un solo mese, dal 10 dicembre 2012 al 9 gennaio 2013, la NSA avesse raccolto i metadati di 45.893.570 di telefonate degli italiani, dove i “metadati” sono quelli che in Italia comunemente si chiamano “tabulati telefonici”, ovvero chi chiama chi, a che ora, per quanti minuti, da dove. Sebbene la Costituzione Italiana tuteli esplicitamente la riservatezza delle comunicazioni e le leggi del nostro Paese prevedano che sia possibile intercettare e raccogliere i dati delle comunicazioni dei cittadini solo in modo mirato e non massivo, e solo dietro un mandato e sotto la stretta supervisione dell'autorità giudiziaria, ad oggi, nessuna procura ha ritenuto di dover aprire un'inchiesta su queste rivelazioni. Quanto al governo italiano, si è sempre distinto per il suo silenzio e i suoi dinieghi assoluti, con il Presidente Matteo Renzi che ha completamente ignorato lo scandalo e con l'ex Presidente Enrico Letta che, nei mesi in cui il caso Snowden infuriava, dichiarava alla Camera:«In base alle risultanze dell'Intelligence e ai contatti internazionali avuti, non risultano compromissioni della sicurezza delle comunicazioni dei vertici del governo, né delle nostre ambasciate. Non risulta che la privacy dei cittadini italiani sia stata violata». Dopo la rivelazione di questi nuovi documenti pubblicati da WikiLeaks, sarà più difficile fare finta di nulla.

Stefania Maurizi
23 febbraio 2016
espresso.repubblica.it/inchieste/2016/02/22/news/cosi-la-nsa-spiava-il-governo-di-silvio-berlusconi-...
[Modificato da wheaton80 25/02/2016 01:02]
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Pokemon Go! Atto finale del controllo globale



Si chiude il cerchio sull'Uomo. #POKÉMON GO è la nuova APP - catena con cui riusciranno a metterci al guinzaglio. Basta uno smartphone e un programma di geolocalizzazione e il nostro occhio sarà al servizio dell'occhio che tutto vede. La banalità del male è oggi a portata di tutti... e gratis!
27/11/2016 20:15
 
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“Snowden” di Oliver Stone ci apre gli occhi sulla sorveglianza di massa



“Perché vuoi entrare nella CIA?”. “A me sembra molto fico avere accesso ai sistemi di sicurezza”, è la risposta di Edward Snowden (Joseph Gordon-Levitt) alla domanda posta da quello che sarà il suo capo Corbin O’Brian (Rhys Ifans). Un momento prima, alla stessa domanda, Snowden aveva risposto con un più classico e retorico:“Perché voglio aiutare il mio Paese a migliorare il mondo”. La successiva sincerità gli procurerà l’ingaggio, perché la CIA, sempre stando a quanto afferma O’Brian, ha bisogno di cervelli straordinari come quello di Snowden. Aver comunque assunto chi ha dato una risposta sincera ma così semplice, quasi adolescenziale, si rivelerà però un errore fatale per l’intera macchina dell’Intelligence. Snowden, agente operativo della CIA e informatico di alto rango per l’NSA, a vederlo è un ragazzo come tanti. Ma forse è fatto di opposti. Delicato e gentile, intelligente e geniale ma al tempo stesso un pò banale e un pò ovvio, aperto ma dalle idee conservatrici, innamorato di una ragazza intelligente e progressista, apprende la verità suo malgrado. Ma in seguito, e proprio suo malgrado, diventerà un altro uomo, un grande uomo, nella semplicità e umiltà assoluta. Cosa ha portato all’incontro tra Oliver Stone e Edward Snowden? A quanto pare il produttore storico di Stone, Moritz Borman, è stato contattato da Anatoli Kucherena, legale russo di Snowden. Dopo infinite difficoltà nel trovare finanziamenti, e dopo infiniti rinvii dell’uscita negli Stati Uniti, il film, tratto dai libri “Snowden” (Newton Compton) del britannico Luke Harding, giornalista del Guardian, e “Time of the Octopus” dello stesso Kucherena (oltre ai dialoghi tra Snowden e Stone), è ora anche nelle sale italiane, patrocinato da Amnesty International. Non sappiamo quanto Stone abbia romanzato la vicenda, ma per esempio il personaggio di O’Brian è probabilmente il frutto di una sintesi di più persone, cosa che al cinema accade spesso, ancora più spesso nei film di Stone, quando la storia è molto complessa. E questa è una vicenda complessa. Una sintesi pubblicata da Le Monde (http://www.lemonde.fr/bigbrowser/article/2016/09/20/edward-snowden-la-grace-presidentielle-et-le-debat-sur-le-statut-de-traitre_5000833_4832693.html) riassume le polemiche scatenate da un rapporto pubblicato dal Congresso statunitense, la dura presa di posizione del Washington Post, che di Snowden chiese l’incarcerazione, l’inchiesta del Guardian che quasi ridicolizza il Washington Post e rende poco credibile il dossier del Congresso. In un altro articolo, invece, Libération (http://www.liberation.fr/futurs/2016/09/15/soutenir-edward-snowden-maintenant_1498220) spiega bene la posta in gioco per Snowden e la strana coincidenza di alcune date, tra cui l’uscita nelle sale statunitensi del film.

La New Hollywood è lontana

”Snowden” di Oliver Stone è un film politico, non nel senso più nobile del termine. “Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità”, diceva Morpheus all’hacker Neo in “Matrix” (1998). Evidentemente non siamo nel cinema post-assassinio di Kennedy (la lista di film sull’argomento è infinita) e nemmeno in quello post-Watergate di Sydney Pollack (“I tre giorni del condor”, 1975), o di Alan J. Pakula (“Tutti gli uomini del presidente”, 1976) né tantomeno in quello più raffinato di “La conversazione” (1974, Palma d’Oro al festival di Cannes) di Francis Ford Coppola, capolavoro-paradigma della paranoia nixoniana, perfetto esempio del cinema combattivo quanto sperimentatore della New Hollywood dei Bogdanovich, dei Coppola, dei De Palma, Demme, Penn, Scorsese, eccetera, nata dalle ceneri dello studio system e di cui Oliver Stone, allievo di Martin Scorsese, è chiaramente figlio. L’epoca della New Hollywood è lontana, e lo sembra anche di più nell’attuale contesto di regressione di gran parte della produzione a un conformismo politico e visivo dettato dal dominio del marketing e del politicamente corretto. E da un certo punto di vista non siamo neanche nel cinema di Oliver Stone, anche se per altri versi ci siamo in pieno e all’ennesima potenza. Ma anche se non così adulto e a volte elementare, alcuni esempi di quel cinema che si è affermato nel corso degli anni ottanta succedendo alla New Hollywood hanno forse lasciato il segno nella coscienza dei giovani spettatori contribuendo inaspettatamente ad ampliarne l’orizzonte. Il nuovo lungometraggio di Oliver Stone, che consigliamo di vedere in lingua originale, si ricollega proprio a quel cinema d’intrattenimento che ha appassionato il pubblico adolescente e non solo negli ultimi quarant’anni, senza però quella gradevole e rassicurante patina di fanciullesca ingenuità.

E a pensarci si tratta di un percorso speculare a quello di Edward Snowden. Ecco qualche esempio, cercando di evitare, quanto possibile, gli spoiler. I giovani cervelloni dell’NSA, un gruppo di ragazzi brillanti e simpatici, ricordano un pò l’hacker in erba di “Wargames. Giochi di guerra”, film del 1983 di John Badham con Matthew Broderick, uscito in piena recrudescenza della guerra fredda, quando Reagan lanciava la triste utopia di uno scudo stellare. Là però il contesto è più simpatico e si vede almeno un generale buono o al limite ragionevole. In “Snowden” non ce n’è nemmeno l’ombra. Quella dell’adolescente è una tipologia rappresentata in modo non così lontano in tutti e due i film. La stessa stanza delle intercettazioni dell’NSA si potrebbe confondere con la War Room del NORAD, tenendo conto dei decenni trascorsi. Ma lì la guerra alla fine era un gioco. Qui la guerra informatica è un vero mostro che si autoalimenta. Si pensa anche a “Spy Game” (2001) di Tony Scott. In quel caso lo Snowden di turno, interpretato da Brad Pitt, è sinceramente convinto che le azioni clandestine della CIA possano aiutare l’America e il mondo a diventare migliori. È quindi il racconto di un idealista che perde le sue illusioni, di un “idealista disilluso”, per citare la definizione che John Kennedy dava di sé. Però in “Spy Game”, quando il capo di Pitt (interpretato da Robert Redford) si trova a scegliere, sceglie l’amicizia malgrado tutto. In “Snowden” non accade. Sembra esserci qualcosa che lega sotterraneamente Snowden a O’Brien. Ma le scene in cui Snowden ascolta il suo capo che sovrasta la sua figura minuta, e il primo piano di O’Brian che sembra sapere tutto di certe conversazioni del suo agente, sono affascinanti quanto spaventose. Fanno pensare a un grande fratello all’ennesima potenza.

Una realtà “poco credibile”

Queste scene rimandano tanto a “Matrix” quanto a “The Truman Show” (1998) di Peter Weir, in cui il mondo diventa un reality show. Questi due film, insieme a “Wargames”, portano alla domanda su come e dove distinguere la realtà dal virtuale più che dalla finzione, la verità dalla simulazione, computer e uomini, confondendosi. Nel recente “Kingsman. Secret Service” (2014), con Colin Firth, Samuel L. Jackson e Michael Caine, per la regia di Matthew Vaughan, una strana agenzia a metà strada tra massoneria (a cui gli anelli rimandano molto) e servizio segreto parallelo (aristocratico), lacerata tra progressisti e conservatori, è “sistemata” da un ragazzino proveniente dai quartieri poveri. A questo punto tutto si confonde non solo con l’antesignano del genere, cioè James Bond, e già basterebbe, ma perfino con i suoi grandi nemici della Spectre. La quale nella realtà del film di Stone viene fregata da un ragazzino. Se questa storia raccontata da Stone non fosse reale, ci crederemmo? O penseremmo che sia il frutto di una fantasia adolescenziale-virtuale? Sia chiaro: sono forse tutte invenzioni di regia di Stone, ma quello che visualizza è la sostanza di qualcosa di reale. Siamo allora nella realtà, e quanto rivelato è spaventevole: i servizi segreti statunitensi, prima che Snowden rivelasse tutto, auscultano ogni cittadino del mondo fin nelle sue chat. Rivela Snowden:“Il terrorismo è solo una scusa. Quello che conta è il controllo economico e sociale. La supremazia del tuo governo”. Potenzialmente è tutto pronto per una dittatura orwelliana globalizzata. Magari, la domanda può venire legittima, con la spinta crescente della marea di poveri e profughi, è possibile che arrivino al potere con voto democratico governi autoritari. Non vogliamo spaventare troppo: le cose sono sempre più imprevedibili di quanto si creda, come dimostra proprio la vicenda qui raccontata. Ma è un pericolo potenziale. È evidente che nel mondo di oggi, in cui è forse legittimo temere che un voto democratico porti al potere un governo autoritario, altre tematiche trattate dal regista come il tentativo di individuare i reali mandanti dell’omicidio di Kennedy, sembrano poca cosa. Non perché meno gravi, ma perché quanto rivelato in “Snowden” rivaleggia con la fantasia. Non sembra realistico eppure è la verità.

Intanto, le rivelazioni del dissidente Snowden hanno svegliato il Congresso su un sistema d’intercettazioni degno dei migliori incubi fantapolitici del cinema (per citare un vecchio film, si veda “Sette giorni a maggio” di John Frankenheimer, 1964), che lo stesso Congresso ignorava e che ora ha reso illegale. Snowden e i suoi ex colleghi si rendono conto benissimo della differenza tra meccanismi davvero dediti alla sicurezza nazionale e quello che invece è autoreferenziale e dedito al suo mantenimento e, stando al film, agli scopi di pochi. “Snowden” di Oliver Stone pone questioni fondamentali. A che livello disubbidire a ordini “sporchi” diviene punto d’onore? A che punto azioni compiute in nome della sicurezza nazionale danneggiano i diritti civili e diventano una minaccia per la democrazia? Il film rovescia l’assioma di un mondo fondato sulla paura. E la sequenza con il colloquio pubblico via internet con Snowden rovescia anche l’assioma tecnologia nemica dell’uomo. Tutto dipende dagli indirizzi politici ed economici. Ma “Snowden” è anche il ritratto di un uomo, del suo percorso verso la consapevolezza. Quella di Edward Snowden è la dolorosissima via crucis che porta alla perdita totale d’innocenza, la trasformazione di un adolescente in uomo adulto che però, messo a dura prova, mantiene tutti gli ideali, la purezza e la freschezza dell’adolescente. Non dimentichiamo neanche che quella di Snowden è una vicenda aperta. Mentre scorrono i titoli di coda durante i quali si sentono fuori campo le voci di Hillary Clinton – “Quando rientra dovrà prendersi le responsabilità delle sue azioni” – e di Bernie Sanders – “Quanto fatto da Snowden rappresenta da tempo la più coraggiosa azione a tutela delle libertà civili”– non si pensa che il film di Stone sia espressione di un cinema sottile dentro a un’apparenza fisica. Non si pensa che sia un film visionario su una realtà ormai divenuta paradossale, né un film all’apparenza didattico, che fa gentilmente il verso al cinema complottista più leggero. O meglio, pensiamo tutto questo. Ma prima di tutto pensiamo: “Snowden” di Oliver Stone è un film civico.



Francesco Boille
24 ottobre 2016
www.internazionale.it/opinione/francesco-boille/2016/11/24/snowden-film-re...
[Modificato da wheaton80 27/11/2016 20:21]
11/01/2017 21:30
 
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Cyberspionaggio: massoneria e giochi di potere dietro i fratelli Occhionero



ROMA - Sono l'ingegnere nucleare Giulio Occhionero, 45 anni, e la sorella Francesca Maria, 49, le due persone arrestate per presunta attività di cyberspionaggio ai danni del Premier Matteo Renzi come della Banca d'Italia, della Camera e del Senato. Ma dalle carte dell'inchiesta, dietro i loro nomi e profili professionali legati alla consulenza finanziaria e bancaria, muovono legami con la massoneria, e ciò rende l'attività di spionaggio messa in atto torbida e tutta da decifrare nei suoi reali obiettivi. I fratelli Occhionero erano residenti a Londra ma domiciliati a Roma e molto noti nel mondo dell'alta finanza capitolina. Vengono loro contestati i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato e intercettazione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche. Secondo l'accusa, da anni, almeno dal 2012, avrebbero infettato i computer delle loro vittime con il malware denominato Eyepiramid per sottrarre informazioni. Il direttore del servizio di polizia postale, Roberto Dilegami, ritrae Giulio Occhionero come personaggio di cultura elevata, "ossessionato dalle informazioni".

Augurandosi poi che sia l'arrestato a chiarire cosa volesse fare di tutta quella mole di dati. Soprattutto alla luce della accertata militanza nella massoneria. Laureato alla Sapienza di Roma, Giulio Occhionero riassume su Linkedin il suo profilo definendosi un "analista impegnato e professionale (...) autore di un approccio innovativo alla descrizione dei fenomeni randomici basato sulle sue personali ricerche sull'equazione di Boltzmann". A cui si aggiungono "solide esperienze nello sviluppo del business, la costruzione di partnership, nei processi di automazione e implementazione di DevOps attraverso Windows". L'ingegnere conclude la descrizione dicendosi "impegnato a fornire servizi di standard eccezionale con esperienza nel raggiungimento degli obiettivi richiesti attraverso strategie e concetti innovativi".

Quanto alla Westland Securities, la società dei fratelli Occhionero finita a sua volta nell'inchiesta, l'ingegnere la definisce "una start-up privata nata per lo sviluppo di strumenti quantitativi per la consulenza bancaria e finanziaria, in seguito impegnata in iniziative di private equity e gestione delle risorse". Proprio il GIP Tomaselli ricorda come proprio attraverso Linkedin sia confermato e assuma "particolare rilievo che la società Westland Securities ha fornito consulenza al governo statunitense in un operazione commerciale per la costruzione di infrastrutture nel porto di Taranto". Francesca Maria Occhionero, laureata anche lei alla Sapienza, evidenzia sul social i "circa quindici anni" in cui "ha ricoperto ruoli direzionali all’interno di diverse società e in consigli di amministrazione, occupandosi e maturando quindi esperienza nei settori tipicamente connessi alla start-up di nuove aziende, alla gestione aziendale in genere (gestione del personale, dell’amministrazione, del contenzioso legale societario, amministrativo e giuslavoristico) che in quelli più direttamente legati alla gestione delle relazioni con la clientela".

E' invece l'ordinanza di custodia cautelare a certificare nero su bianco i legami di Giulio Occhionero "con gli ambienti della massoneria italiana, in quanto membro della loggia 'Paolo Ungari - Nicola Ricciotti Pensiero e Azione' di Roma, nella quale in passato ha ricoperto il ruolo di maestro venerabile, parte delle logge del Grande Oriente d'Italia". Il giudice "ritiene che l'interesse che Giulio Occhionero nutre nei confronti dei suoi fratelli massoni possa essere legato a giochi di potere all'interno del Grande Oriente d'Italia, come d'altra parte testimoniato dal tenore di alcune conversazioni oggetto di captazione". E tra i personaggi "hackerati" da Occhionero "risultano elementi di vertice della massoneria italiana", compreso il Gran Maestro Stefano Bisi, oltre a membri di logge del GOI del Lazio. Mentre gli indizi raccolti in altre inchieste (P4, ndr) lasciano intendere che la vicenda di spionaggio "non sia un'isolata iniziativa dei due fratelli ma che, al contrario, si collochi in un più ampio contesto dove più soggetti operano nel settore della politica e della finanza secondo le modalità" adottate da Giulio e Francesca Maria Occhionero.

10 gennaio 2017
www.repubblica.it/cronaca/2017/01/10/news/cyberspionaggio_occhionero_chi_sono_i_due_arrestati-15...
09/03/2017 00:38
 
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Wikileaks: la CIA spia telefonini, tablet e TV. Pubblicati migliaia di file riservati

Wikileaks annuncia su Twitter di aver pubblicato migliaia di documenti riservati che provengono dal Center for Cyber Intelligence della CIA. Di recente - spiega l'organizzazione fondata da Julian Assange - la CIA ha perso il controllo di gran parte del suo cyber-arsenale, compresi malware e virus di ogni genere. "Questa straordinaria collezione, che conta diverse centinaia di milioni di codici, consegna ai suoi possessori l'intera capacità di hackeraggio della CIA", sostiene Wikileaks. "L'archivio - si spiega ancora - è circolato senza autorizzazione tra ex hacker e contractor del governo USA, uno dei quali ha fornito a Wikileaks una parte di questa documentazione".

"La CIA spia attraverso telefoni e TV"

Smartphone, computer, dispositivi elettronici di ogni tipo, perfino televisori, nelle loro versioni più moderne, le cosiddette 'Smart TV'. La CIA è in grado di hackerare, controllare a distanza e spiare tutti questi sistemi attraverso un vero e proprio arsenale informatico composto da software malevoli, virus e trojans. Secondo Wikileaks, l'agenzia di intelligence USA è in grado di penetrare all'interno della struttura degli smartphone e accedere alle informazioni criptate da servizi di messaggistica come Telegram, WhatsApp, Signal e Wiebo. Si tratta di tecniche che "permettono alla CIA di superare la cifratura" di tali servizi 'hackerando' gli smartphone su cui sono installati e intercettando il traffico audio e di messaggistica prima che questo venga criptato.

"Anno Zero"
Il progetto dei nuovi 'leak' pubblicati dal sito fondato da Julian Assange si chiama "Vault 7" ed è definito "la più grande pubblicazione di documenti confidenziali dell'agenzia". La prima parte di Vault 7, denominata "Year Zero" (Anno Zero), è composta da 8.761 documenti e file provenienti da un network segreto di massima sicurezza situato all'interno del Center for Cyber Intelligence della CIA, nel quartier generale dell'agenzia a Langley, in Virginia.

wikileaks.org/ciav7p1/

Omessi strumenti informatici e nomi degli agenti
Tra il materiale diffuso da Wikileaks non sono presenti gli strumenti informatici usati dalla CIA per le operazioni di hackeraggio, così come sono stati omessi i nomi degli agenti coinvolti nelle operazioni descritte nei documenti. "Quando una singola 'arma' informatica viene 'liberata' può diffondersi in tutto il mondo nel giro di pochi secondi, per essere utilizzata da Stati rivali, dalla cyber mafia e anche da hacker adolescenti", afferma Wikileaks nel motivare la sua scelta.

"Consolato USA a Francoforte base hacker CIA"
Il consolato americano a Francoforte è usato come base sotto copertura dagli hacker della CIA. E' quanto emerge dai documenti diffusi da Wikileaks, secondo i quali gli hacker della CIA coprivano da Francoforte l'Europa, il Medio Oriente e l'Africa. Da Francoforte, grazie all'area di libera circolazione Schengen, possono inoltre spostarsi in molti altri Paesi europei.

CIA: Non commentiamo autenticità e contenuti dei documenti
"Non commentiamo l'autenticità e il contenuto" dei documenti di Wikileaks, afferma Dean Boyd, un portavoce della Central Intelligence Agency, citato dal New York Times.

07 marzo 2017
www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Wikileaks-su-Twitter-ubblicati-migliaia-di-documenti-Cia-36a28fec-fa79-446c-87f3-f699072d520d.html?re...
08/05/2017 19:21
 
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NSA ha raccolto oltre 151 milioni di telefonate di americani nel 2016

WASHINGTON - La National Security Agency (NSA) ha raccolto oltre 151 milioni di telefonate di americani lo scorso anno, anche dopo che il Congresso aveva ridimensionato la sua capacità di intercettare una grande quantità di chiamate. E' quanto emerge da un rapporto annuale depositato dal Direttore della National Intelligence Dan Coats in base al Freedom Act, che ha limitato la raccolta dei dati ai sospetti di terrorismo. Ma dal rapporto viene fuori che nel 2016 la NSA aveva ricevuto dalla Secret Foreign Intelligence Surveillance Court l'autorizzazione a spiare solo 42 persone sospettate di terrorismo. Secondo fonti dell'Intelligence, le 151 milioni di telefonate registrate sarebbero un numero ristretto se comparato con quello precedente allo stop dei programmi di sorveglianza rivelati dall'informatore di WikiLeaks, Edward Snowden.

03 maggio 2017
www.repubblica.it/esteri/2017/05/03/news/nsa_ha_raccolto_oltre_151_milioni_di_telefonate_di_americani_nel_2016-16...
08/05/2017 23:12
 
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Gli “attacchi della NSA” finiscono online: a rischio alcuni utenti Windows e banche

Un misterioso gruppo di hacker di nome The Shadow Brokers, che dallo scorso agosto ha pubblicato a più riprese documenti e strumenti di attacco informatico attribuiti alla NSA, l’Agenzia di Sicurezza Nazionale americana, ieri ha diffuso online il blocco di file più consistente e incisivo. A essere colpiti dalla diffusione di queste informazioni riservate - e soprattutto di una serie di exploit, codici di attacco, che ora potrebbero essere usati da chiunque - soprattutto Microsoft e una parte del sistema di comunicazioni e transazioni interbancario Swift. Secondo molti ricercatori internazionali, i documenti e i software malevoli pubblicati negli ultimi mesi da The Shadow Brokers sarebbero stati sottratti (non è chiaro ancora in che modo) a una entità nota come Equation Group, in ultima analisi riconducibile alla NSA. E del resto, nei documenti di ieri, compaiono espliciti riferimenti all’agenzia di Intelligence americana, anche se non ci sono state conferme o smentite ufficiali sulla autenticità degli stessi.

Un attacco ai fornitori di servizi Swift

Ma veniamo al rilascio di ieri, in assoluto il più pesante fino ad ora. Il dato più clamoroso è che, stando al materiale, la NSA avrebbe penetrato una parte del sistema bancario internazionale, entrandoci attraverso l’anello debole dei servizi offerti e gestiti da terze parti. In questo modo, la NSA sarebbe riuscita a visionare da dentro le transazioni di decine di banche e istituti del Medio Oriente, in Kuwait, a Dubai, nel Bahrein, in Giordania, Yemen e Qatar. In base ai documenti usciti, e all’analisi di ricercatori come Matt Suiche, gli americani avrebbero hackerato EastNets, una società di Dubai che gestisce le transazioni del sistema interbancario Swift per decine di banche della regione. EastNets è una delle aziende accreditate con Swift per offrire una serie di servizi alle banche senza che queste debbano avere le competenze necessarie internamente. Tra questi servizi anche la possibilità di gestire transazioni Swift, ovvero gli ordini di pagamento inviati da una banca all’altra. “Lo sfondamento di una società che offre servizi Swift è il dato più problematico dei materiali pubblicati”, commenta a La Stampa Claudio Guarnieri, noto ricercatore di sicurezza internazionale che ieri stava lavorando, come altri, all’analisi del leak. “Fondamentalmente, hanno scoperchiato la società”. Anche Suiche, sul suo blog, ritiene che la NSA abbia cercato di catturare l’ossatura del sistema finanziario internazionale per avere una visione onnisciente di uno specifico fornitore di servizi Swift, «potenzialmente della stessa rete globale Swift». Su quest’ultimo aspetto però Swift - la società cooperativa con sede in Belgio che gestisce l’omonimo sistema di transazioni interbancario per 11mila istituti di credito - non sembra essere d’accordo. «Non c’è impatto sulla infrastruttura o i dati Swift, anche se capiamo che le comunicazioni tra alcuni fornitori di servizi e i loro clienti potrebbero essere state compromesse. Tuttavia non ci sono prove che suggeriscano che vi sia stato un accesso non autorizzato al nostro network o ai servizi di messaggistica», precisa la cooperativa belga in una dichiarazione rilasciata a La Stampa. In pratica, ci spiegano ulteriormente fonti Swift, il rischio sarebbe solo per i clienti (ovvero le banche) di quei fornitori di servizi che sono stati compromessi. EastNets, dal suo canto, ieri ha negato di aver rilevato di recente una compromissione dei propri sistemi. Anche se la documentazione pubblicata ieri al riguardo, notano vari ricercatori, è molto esplicita (riferendosi probabilmente a qualche anno fa).


Alcune delle banche clienti EastNets monitorate o attenzionate presumibilmente dalla NSA, in base ai documenti pubblicati

Ad ogni modo la preoccupazione da parte della comunità che si occupa di sicurezza informatica resta, specie alla luce degli episodi che negli ultimi due anni hanno riguardato proprio la compromissione di ordini di pagamento Swift, attraverso la violazione di specifiche banche. Ricordiamo, fra tutti, il colpo da 80 milioni di dollari alla banca del Bangladesh, e altri furti che abbiamo raccontato in questa nostra inchiesta:

www.lastampa.it/2016/09/02/italia/cronache/la-folle-storia-delle-cyber-rapine-che-spaventano-le-banche-5xn1bIjr1wFs0tydRdSOEN/pag...

Gli attacchi per Windows
Il secondo dato eclatante dei materiali diffusi ieri consiste in una serie di exploit, codici di attacco, per sistemi Windows. Che ora sono a disposizione di chiunque. Senz’altro uno shock per il team di sicurezza della multinazionale del software, anche se va detto che dopo poche ore Microsoft riusciva a pubblicare un chiarimento sulla questione. E dunque la situazione attualmente è questa: ci sono 9 exploit in libertà che però Microsoft aveva già aggiustato con un aggiornamento, ma che possono essere utilizzati contro chi non aveva fatto l’update. Quindi il suggerimento per gli utenti è di aggiornare quanto prima. Qua le indicazioni di Microsoft:

blogs.technet.microsoft.com/msrc/2017/04/14/protecting-customers-and-evaluati...

E poi ci sono tre exploit per i quali Microsoft non ha ancora una «pezza» da metterci, ma che riguarderebbero versioni che non godono più di supporto. Quindi il consiglio dell’azienda in tal caso è di passare a una versione supportata. Qualcuno nota che Microsoft avrebbe chiuso alcune falle poco tempo fa (a marzo, giusto in tempo), pur dichiarando ai media di non aver ricevuto comunicazione da alcuno al riguardo:

twitter.com/josephfcox/status/853146979379105792

Gli effetti della pubblicazione
Il rilascio di exploit ha riportato in primo piano la discussione su come gestire vulnerabilità software da parte di uno Stato - tema che avevamo affrontato qua:

www.lastampa.it/2017/03/15/esteri/vita-e-costi-di-uno-zeroday-nuovi-dettagli-sul-mercato-dei-cyberattacchi-8RJgf1iGQJrPDUQs6A31PJ/pag...

In sostanza, si sono chiesti molti ricercatori, perché l’NSA, che dallo scorso agosto aveva almeno sentore di aver perso il controllo sui suoi strumenti di attacco, non ha avvisato per tempo le aziende, e nello specifico Microsoft, in modo da accelerare la chiusura delle falle e la sensibilizzazione degli utenti al riguardo? La vicenda di ieri dunque segna una debacle per l’Intelligence americana (ricordiamo che in contemporanea e in modo indipendente ieri Wikileaks rilasciava dei documenti sull’infrastruttura di backend usata dalla CIA per gestire suoi malware, ma nulla in confronto a quanto buttato online da The Shadow Brokers). Suona un allarme ulteriore per le banche e per Swift, già messe sull’avviso dopo il colpo del Bangladesh, ricondotto da alcuni alla Corea del Nord, e altre violazioni in giro per il mondo. Mette in difficoltà Microsoft, anche se, rispetto al panico delle prime ore, l’azienda ne esce meglio del previsto. Riporta in primo piano il tema di come gestire in modo responsabile vulnerabilità informatiche, specie da parte di agenzie statali. E infine lascia un grande punto interrogativo su chi siano e cosa vogliano ottenere questi fantomatici Shadow Brokers, sbucati dal nulla lo scorso agosto e in possesso di materiali così preziosi. Vanno inquadrati nell’ambito delle tensioni digitali fra Russia e Stati Uniti, esplose proprio la scorsa estate? Sono espressione di qualche altro Stato o sua Intelligence? Certo, malgrado l’inglese abborracciato, non sembrano degli sprovveduti. E nel loro messaggio finale avvisano:«Chi sa cosa avremo la prossima volta?».

Carola Frediani
15/04/2017
www.lastampa.it/2017/04/15/tecnologia/news/gli-attacchi-della-nsa-finiscono-online-a-rischio-alcuni-utenti-windows-e-banche-gqt1KTZJMBTvPYiZB0YGrM/pag...
[Modificato da wheaton80 08/05/2017 23:25]
05/01/2018 00:09
 
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Situazione turbolenta all’NSA. I dipendenti si dimettono in massa

La National Security Agency (NSA) degli Stati Uniti sta perdendo i suoi dipendenti più talentuosi, che si dimettono disillusi dalla guida del servizio di spionaggio, da una riorganizzazione impopolare e da cattivi pagamenti. Sia gli attuali che gli ex funzionari degli Stati Uniti hanno affermato che, dal 2015, l’NSA ha perso centinaia di hacker, ingegneri, scienziati e ha avvertito che questa diminuzione del personale potrebbe avere un impatto “significativo” sulla sicurezza del Paese degli Stati Uniti. Con sede a Fort Meade, nel Maryland, la NSA ha circa 21.000 dipendenti ed è la più grande delle 17 agenzie di Intelligence dedicate alla raccolta di dati. Le persone che hanno lasciato questa agenzia di spionaggio sono state responsabili della raccolta e dell’analisi dei dati di Intelligence e del monitoraggio di una vasta gamma di altri problemi relativi agli hacker della Corea del Nord, della Russia e del gruppo terroristico ISIL (Daesh, in arabo). “L’agenzia sta perdendo un numero incredibile di tecnici di talento”, ha detto Ellison Anne Williams, ex investigatrice principale dell’NSA, che ha lasciato l’agenzia nel 2016, citata dal Washington Post martedì:

www.washingtonpost.com/world/national-security/the-nsas-top-talent-is-leaving-because-of-low-pay-and-battered-morale/2018/01/02/ff19f0c6-ec04-11e7-9f92-10a2203f6c8d_story.html?utm_term=.cbe2...

Il giornale osserva che la NSA non rivelerà il numero delle sue offerte di lavoro, ma è noto che vi è un tasso di dimissioni del 5,6% tra il personale specializzato in scienza, tecnologia e matematica. Allo stesso modo, la situazione attuale della NSA è “turbolenta”. L’agenzia continua a sfidare la sfiducia pubblica dopo le rivelazioni condotte dall’ex contraente dell’Intelligence statunitense Edward Snowden nel 2013, relative alla portata delle operazioni di spionaggio delle agenzie statunitensi. Gli agenti della NSA si sono demoralizzati dopo queste rivelazioni e non si sono completamente ripresi. Inoltre, recentemente, questa forza lavoro è stata scossa da attacchi informatici contro i suoi strumenti di hacking. “In questo momento, la NSA sta vivendo uno stress costante”, avverte un altro ex funzionario dei servizi segreti.

Fonte: www.hispantv.com/noticias/ee-uu-/364559/empleados-tecnicos-inteligencia-ns...
4 Gennaio 2018

Traduzione di Mondo Informazione Geopolitica
mondoinformazionegeopolitica.wordpress.com/2018/01/04/situazione-turbolenta-allnsa-i-dipendenti-si-dimettono-i...
12/07/2019 16:43
 
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Google ha ammesso di ascoltare i comandi degli utenti all’assistente vocale

Google ha ammesso che i suoi specialisti ascoltano i comandi che gli utenti danno all’assistente vocale dei dispositivi. Google condivide estratti di conversazioni tra gli utenti e il servizio Google Assistant con esperti in tutto il mondo. "Questa è una parte fondamentale del processo di creazione della tecnologia audio, che è necessaria per la creazione di prodotti come Google Assistant", osserva il colosso dell’IT. Il motivo della dichiarazione speciale è stata la fuga di dati riservati da parte di uno degli esperti coinvolti nella ricerca. A questo proposito, la società promette di condurre un'indagine e prendere le misure necessarie. Google osserva che la quota di registrazioni audio destinate all'analisi non supera lo 0,2% della gamma totale dei comandi fornita dall'Assistente Google. Inoltre, agli esperti è vietato decifrare le conversazioni ascoltate sullo sfondo dei comandi e altri suoni estranei.

12.07.2019
it.sputniknews.com/mondo/201907127871574-google-ha-ammessodiascoltareicomandidegli-utenti-allassistente-...
31/08/2019 13:01
 
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Ascoltava le conversazioni con Siri: Apple si scusa e licenzia 300 lavoratori

Apple si scusa con gli utenti di Siri, la sua assistenza vocale, ammettendo di non essere stata in grado di essere all'altezza dei suoi standard per la privacy. Le scuse si sono rese necessarie dopo l'esame condotto da Apple sulla scia di indiscrezioni riportate dalla stampa, in base alle quali l'azienda ha usato le registrazioni di Siri per migliorare il riconoscimento vocale. Secondo il Guardian, alcuni contractor terzi hanno anche ascoltato in alcuni casi conversazioni private e "registrato coppie che facevano sesso". Così per i 300 assunti per verificare la presenza di errori nelle registrazioni di Siri è scattato il licenziamento di massa.

Le scuse per aver ascoltato conversazioni con Siri
"Come risultato della nostra revisione abbiamo realizzato di non essere stati interamente all'altezza dei nostri alti ideali e per questo ci scusiamo", afferma Apple, annunciando nuove pratiche per tutelare la privacy. Già dal 2 agosto la società statunitense aveva sospeso il programma di grading (classificazione) che stava svolgendo, dopo le accuse di aver ascoltato conversazioni private durante le verifiche dei suoi dipendenti; tra queste c'erano informazioni mediche e coppie impegnate in rapporti sessuali.

Licenziamenti di massa nelle sedi europee

Così centinaia di persone, assunte per verificare la presenza di errori nelle registrazioni di Siri, hanno perso il lavoro da un momento all'altro. Come riferisce il Guardian, che per primo aveva denunciato la violazione della privacy da parte di Apple nell'ascoltare le conversazioni private registrare dal suo assistente intelligente, sono 300 solo nella struttura di Cork i dipendenti mandati a casa.

29 agosto 2019
www.tgcom24.mediaset.it/tgtech/ascoltava-le-conversazioni-con-siri-apple-si-scusa-e-licenzia-300-lavoratori_3228643-20190...
20/02/2020 17:20
 
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SpaceX Falcon 9 si è schiantato in mare: a bordo 60 satelliti

Il razzo SpaceX Falcon 9 si è schiantato in mare dopo il lancio nello spazio mirato al trasporto di una serie di satelliti Internet. Il razzo trasportava per l’esattezza 60 satelliti Starlink, lanciato con successo nello spazio da Cape Canaveral. Nonostante il lancio senza alcun intoppo, Falcon 9 ha perso quota. Ha quindi cercato di tornare indietro e atterrare su una zona nel mare cercando di ridurre l’impatto, rendendone possibile l’utilizzo in un secondo momento. Purtroppo, però, nonostante gli sforzi e i tentativi per salvare la situazione, Falcon 9 si è schiantato in acqua provocando danni irreversibili. SpaceX lavora sodo per essere in grado di far atterrare i razzi, è una parte chiave del lavoro svolto dall’azienda, con il tentativo di rendere i viaggi nello spazio più economici e più semplici. L’idea di farli atterrare in mare per poi essere rinnovati e riutilizzati permette di eseguire lanci meno costosi successivamente. Non sempre, tuttavia, le cose vanno come previsto.

Schiantato in acqua il razzo SpaceX Falcon 9 dopo quasi 80 giorni dal suo lancio nello spazio

L’ultimo razzo caduto in acqua è stato lanciato nello spazio appena 72 giorni fa. Non è chiaro il motivo per cui l’ultimo lancio non sia riuscito. “Questa volta non abbiamo chiaramente fatto l’atterraggio come avremmo dovuto”, ha detto l’ingegnere di SpaceX Lauren Lyons in diretta streaming. Dopo una serie di guasti iniziali, gli sbarchi hanno avuto un notevole successo. I satelliti Starlink che trasportava il razzo Falcon 9 si sono dimostrati controversi. Sebbene la compagnia affermi che formeranno insieme una “mega constellation” che fornirà connessioni internet veloci alle persone sulla Terra, gli astronomi hanno sostenuto che stanno intasando lo spazio, rendendo le osservazioni tradizionali piuttosto complicate.

Rosalba Varegliano
18 febbraio 2020
www.tecnoandroid.it/2020/02/18/spacex-falcon-9-schiantato-in-mare-60-satelliti-a-bordo-674737?fbclid=IwAR1Alo9YYNBCFStuysuGH1Jurme2vayDHM3aJn-4FyM_qYi1LKS...
05/09/2020 00:33
 
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Aveva ragione Snowden. Tribunale USA giudica illegale la massiccia raccolta di dati da parte della NSA

Ieri una Corte d'Appello Federale degli Stati Uniti ha stabilito che il programma di sorveglianza della National Security Agency (NSA), che raccoglieva metadati da miliardi di telefonate dei cittadini americani, era illegale e forse incostituzionale. Una giuria di tre giudici della Corte d'Appello del Nono Circuito ha rilevato che il programma, rivelato nel 2013 dall'ex appaltatore della CIA e della NSA Edward Snowden e ufficialmente terminato nel 2015, violava le leggi sulla sorveglianza degli Stati Uniti e "potrebbe aver violato" il quarto emendamento alla Costituzione.

"Illegale e inefficace"
Snowden, che è stato più volte citato nella decisione della corte, ha ricordato sul suo account Twitter che sette anni fa, quando è stato "accusato di essere un criminale per aver detto la verità", non avrebbe mai immaginato "che sarebbe vissuto fino a vedere i 'tribunali americani' condannare le Attività della NSA come illegali e nella stessa sentenza attribuirgli il merito di averle segnalate. La corte ha ritenuto che il programma fosse illegale e inefficace", ha scritto Snowden in un altro tweet, in cui ha assicurato che "la sentenza del tribunale ribalta le vecchie difese della sorveglianza di massa". Da parte sua, l'American Civil Liberties Union (ACLU) ha commentato che la sentenza, "che conferma ciò che abbiamo sempre saputo", è "una vittoria per il nostro diritto alla privacy". La sentenza è arrivata in risposta a una sfida legale intentata da quattro immigrati somali condannati nel 2013 in un caso di raccolta fondi per terrorismo, in parte basato su prove raccolte nell'ambito del programma di sorveglianza della NSA. Anche così, il tribunale ha confermato le condanne nella sua sentenza, sostenendo che "la raccolta di metadati, anche se incostituzionale, non ha contaminato le prove presentate dal governo al processo".

03/09/2020
www.lantidiplomatico.it/dettnews-aveva_ragione_snowden_tribunale_usa_giudica_illegale_la_massiccia_raccolta_di_dati_da_parte_della_nsa/82_37106/?fbclid=IwAR02AqOdLqvggzvNpmDgn7NZwDid_7ymwEN_rWGIYp_jPPxkiR5...
01/01/2022 23:02
 
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Smart TV: chi guarda chi? - Report 27/12/2021



Film, serie televisive, documentari, cartoni animati, partite di calcio: l'obiettivo è non spegnere mai lo schermo. Nei laboratori dell'Imperial College, a Londra, Report ha testato ogni funzione e ogni piattaforma per scoprire che sono proprio le Smart TV quelle che più di tutti contattano terze parti, condividono informazioni sensibili e, soprattutto, tracciano ogni nostra attività. Ma cosa sanno di noi queste piattaforme? Siamo sicuri che siamo solo noi a guardare la TV o è lei, ormai, a guardare noi?
02/02/2022 18:03
 
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“Borse di denaro” per spiare i cellulari. L’ultima accusa alla società di Pegasus

Secondo una denuncia presentata al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, la società israeliana NSO, produttrice del software spia Pegasus e ora nella lista nera americana, avrebbe offerto “borse di denaro” in cambio dell’accesso a SS7, la rete cellulare globale. Lo rivela un whistleblower, un ex dirigente della società californiana Mobileum di nome Gary Miller, in una lettera inviata alle autorità federali e al deputato americano Ted Lieu, che ha parlato di denuncia “altamente inquietante”. Da una parte, come riassume il Washington Post, ci sono società di sorveglianza come NSO, che cercano di accedere alle reti di comunicazione per geolocalizzare gli obiettivi e fornire altri servizi di spionaggio. Dall’altra, aziende come Mobileum che cercano di prevenire tali intrusioni limitando l’accesso alla rete SS7:

www.washingtonpost.com/technology/2022/02/01/nso-pegasus-bags-of-c...

L’interesse dell’FBI
L’FBI ha acquistato e testato per anni Pegasus. Era il 2019 e gli abusi compiuti tramite Pegasus, al centro di uno scandalo di spionaggio mondiale di politici e VIP, erano già ben documentati. Questo, rivela un’indagine del New York Times, non impedì all’FBI di procedere con l’acquisto e alla CIA di comprarlo per il governo di Gibuti per combattere il terrorismo, ignorando i timori sugli abusi dei diritti umani, inclusa la persecuzione di giornalisti e la tortura di dissidenti:

www.nytimes.com/2022/01/28/magazine/nso-group-israel-spyw...

L’inserimento nella lista nera USA
Pegasus è stato al centro di un ampio dibattito fra il dipartimento di Giustizia, i legali del governo e l’Fbi per due anni e due amministrazioni: alla fine nell’estate del 2021, prima delle nuove rivelazioni sul suo utilizzo da parte del consorzio Forbidden Stories, gli Stati Uniti hanno deciso di non usarlo. Nel novembre dello stesso anno il Dipartimento del Commercio ha poi inserito Nso nella lista nera delle entità coinvolte in “attività contrarie agli interessi della politica estera e della sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.

La reazione di Gerusalemme
L’annuncio ha suscitato l’ira di Israele, che ha considerato la mossa di Washington non solo come uno sfregio ad uno dei suoi gioielli della corona ma come un attacco al Paese stesso. A far infuriare gli israeliani, secondo le ricostruzioni del New York Times, sarebbe stata “l’ipocrisia americana”: l’inserimento nella lista nera arrivava infatti dopo anni di test segreti su Pegasus in casa e dopo averlo messo nelle mani di almeno un Paese, Gibuti.

Le “ammissioni” della polizia israeliana

Intanto, la polizia israeliana ha fatto delle “scoperte aggiuntive” sul presunto uso improprio di Pegasus per infiltrarsi nei telefoni dei civili senza giustificazione. Si tratta di dati che “cambiano le cose, in alcuni aspetti”, ha spiegato la polizia, che fa marcia indietro rispetto a quanto dichiarato in precedenza. Dopo le rivelazioni del sito informativo Calcalist lo scorso gennaio, il Procuratore Generale uscente Avichai Mandelblit ha ordinato l’apertura di un’indagine sulle indiscrezioni secondo cui la polizia avrebbe fatto per anni un uso diffuso dello spyware Pegasus della NSO contro i civili israeliani, comprese persone non sospettate di alcun crimine, sfruttando una scappatoia legale e mantenendo la sorveglianza sotto stretta segretezza, senza la supervisione di un tribunale o di un giudice.

Al via la battaglia legale in Europa

La Hungarian Civil Liberties Union, una ONG attiva dal 1994 nel campo della protezione dei diritti umani, ha avviato un’azione legale per conto di sei persone dinanzi alle autorità ungheresi, alla Commissione Europea, alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a Strasburgo e in Israele in relazione al caso Pegasus. Tracce del controverso spyware “sono state trovate sui telefoni di diversi obiettivi ungheresi, che ovviamente non rappresentano alcun rischio per la sicurezza nazionale, ma che sono stati fonte di disturbo per il governo” di Viktor Orbán, ha ricordato l’organizzazione sul suo sito WEB.

Federica De Vincentis
02/02/2022
formiche.net/2022/02/pegasus-nso-borse-di-denaro/
29/10/2022 17:57
 
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Smascherate le psico-operazioni degli Stati Uniti: Washington non si preoccupa della moralità, ma di essere stato beccato

Una ricerca investigativa del Washington Post ha rivelato che il Pentagono sta conducendo una “revisione interna completa di come conduce la sua guerra d’informazione sotterranea”:

www.washingtonpost.com/national-security/2022/09/19/pentagon-psychological-operations-facebook-...

In precedenza è stato scoperto un gran numero di account di social media utilizzati da agenti a contratto del Pentagono per mirare a un pubblico straniero con elaborati sforzi di guerra psicologica. Questi account violavano le regole delle piattaforme di social media e alla fine sono stati indagati e rimossi dai social network da esperti interni. Il consigliere per la politica di difesa Colin Kahl avrebbe chiesto che ogni dipartimento del Pentagono coinvolto in “operazioni psicologiche online” presenti un rapporto completo sulle proprie attività entro ottobre. Ciò è dovuto alle preoccupazioni dei vertici che il Dipartimento della Difesa stesse cercando di “manipolare un pubblico all’estero” e stesse chiaramente oltrepassando il limite. Questi timori sono stati apparentemente alimentati dalla pubblicazione, in agosto, di uno storico rapporto della società di analisi dei social media Graphika e dello Stanford Internet Observatory:

public-assets.graphika.com/reports/graphika_stanford_internet_observatory_report_unheard_v...

Questo studio ha rilevato che negli ultimi cinque anni centinaia di account di social media hanno diffuso narrazioni pro-occidentali (come nell’attuale blitz di propaganda con narrazioni avanzate contro la Russia, tra cui le critiche alla guerra del Cremlino in Ucraina) e sono stati probabilmente gestiti dall’unità Centcom del Pentagono. Il Centcom è responsabile delle operazioni militari di ogni tipo in 21 Paesi del Medio Oriente, del Nord Africa e dell’Asia Centrale e Meridionale. Secondo il rapporto di Graphika, tra gli account cancellati c’era un’agenzia di stampa fittizia in persiano che condivideva contenuti ripostati dalle piattaforme di propaganda Voice of America Farsi e Radio Free Europe, gestite dallo Stato americano. Un account ha pubblicato contenuti in cui si affermava che i parenti di rifugiati afghani deceduti avevano riferito che i corpi dei loro cari erano stati restituiti dall’Iran con organi mancanti. Lo scopo apparente di tale operazione era quello di evitare che gli afghani fuggissero nel Paese vicino. Il motivo non è chiaro, anche se un funzionario della difesa ha dichiarato al Washington Post che tale attività sarebbe “assolutamente una violazione della dottrina e delle pratiche di addestramento”. Il giornale ha inoltre appreso in modo indipendente che nel 2020 Facebook ha bandito in modo permanente i falsi account creati dal Centcom per contrastare le affermazioni secondo cui il coronavirus potrebbe essere sfuggito dal laboratorio statunitense di armi biologiche di Fort Detrick. In altri casi, questi account hanno diffuso informazioni che i verificatori hanno giudicato false.

Il problema sta nel fatto di essere stati beccati
L’audit ordinato da Kahl è approfondito e completo. Vuole sapere “quali tipi di operazioni sono state condotte, chi hanno preso di mira, quali mezzi sono stati utilizzati e perché i comandanti militari hanno scelto quelle tattiche e quanto sono stati efficaci con esse”. Il Washington Post, senza ironia, solleva preoccupazioni sulle tattiche di guerra psicologica del Pentagono, che minacciano in primo luogo la presunta “altezza morale” di Washington nel mondo, citando un diplomatico senza nome:“In generale, non dovremmo usare le stesse tattiche dei nostri avversari. Siamo una società costruita su determinati valori. Promuoviamo questi valori in tutto il mondo e quando usiamo tattiche come questa, non facciamo altro che minare le nostre affermazioni su chi siamo”. I residenti del Sud globale, tra cui molti dei Paesi che ricadono sotto la giurisdizione del Centcom, potrebbero essere poco inclini a parlare di “valori”, visto come gli Stati Uniti hanno operato nei loro Paesi per decenni attraverso interventi palesi e interferenze illegali. Come si spiega allora l’improvviso aumento della preoccupazione interna per gli eccessi del Pentagono nella guerra psicologica? Gli indizi si trovano in altri punti del rapporto del Washington Post. In un passaggio curioso del testo, ad esempio, si afferma che i rappresentanti di Facebook e Twitter hanno contattato direttamente il Pentagono per avvertirlo che avrebbero tolto i suoi account sui social media. Nell’estate del 2020, David Agranovich, responsabile dell’Intelligence sulle Minacce Globali di Facebook, che ha trascorso sei anni al Pentagono e poi come Direttore dell’Intelligence presso il Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, ha contattato i suoi ex colleghi. Ha avvertito che “se Facebook può rintracciarli, possono farlo anche gli avversari degli Stati Uniti”. Il suo punto di vista era:“Ragazzi, siete stati scoperti. Questo è un problema”. I dirigenti dei principali social network considerano chiaramente perfettamente accettabile l’uso delle loro piattaforme come armi nella guerra dell’informazione, purché si tratti di agenti militari e di Intelligence statunitensi e non vengano scoperti. In quali altre occasioni Facebook, Twitter & Co. abbiano fornito suggerimenti utili alle spie americane su come migliorare la loro sicurezza operativa sui social media e nascondere e portare avanti in modo più efficace le loro attività nefaste è una questione aperta.

Non si avvicini troppo a me
In modo ancora più rivelatore, il Washington Post osserva che la legislazione ratificata dal Congresso nel dicembre 2019 ha reso il Pentagono dilagante nel condurre “operazioni psicologiche segrete”, cosa che in precedenza gli era vietato fare. Questo ha fatto sì che i servizi di alto livello fossero “molto eccitati” e “molto desiderosi” di utilizzare queste nuove funzionalità. Gli appaltatori della difesa erano anche “altrettanto ansiosi di ottenere lucrosi contratti segreti per consentire operazioni di influenza sotterranea”. Nel processo, le tattiche di mascheramento del Pentagono potrebbero aver sconfinato in ciò che la CIA rivendica come sua autorità segreta, il che ha portato ad essere “preoccupati” a Langley. Anche se il Washington Post non lo afferma esplicitamente, questo è stato senza dubbio l’elemento che ha condannato il Pentagono. Le agenzie di spionaggio sono notoriamente protettive nei confronti del proprio territorio. I battibecchi tra la CIA e l’NSA sono un fenomeno ricorrente ben noto, assieme ad attriti, sfiducia e dispute su chi dei due debba essere ritenuto responsabile di alcune delle mancanze dell’Intelligence che avrebbero portato all’11 settembre. Un’altra entità che invade il suo territorio non sarebbe tollerata da Langley, quindi è comprensibile che la CIA, che il 18 settembre ha festeggiato il suo 75° compleanno, abbia ritenuto necessario togliere dal gioco il suo nuovo rivale. Graphika, che ha scoperto le operazioni di manipolazione online del Pentagono, è una società estremamente ben interconnessa che ha svolto lavori di alto livello per numerose agenzie governative. Sarebbe facile per Langley indicare ai suoi ricercatori la giusta direzione, o almeno fornire loro una sorta di traccia di briciole di pane da seguire. Nel dicembre 1963, l’ex Presidente degli Stati Uniti Harry S. Truman, sotto il quale la CIA era stata fondata quando aveva promulgato l’Ordinanza sulla Sicurezza Nazionale del 1947, espresse grande preoccupazione per la trasformazione della CIA:

ia801309.us.archive.org/20/items/LimitCIARoleToIntelligenceByHarrySTruman/Limit%20CIA%20Role%20To%20Intelligence%20by%20Harry%20S%20Tr...

Inizialmente aveva previsto un efficace servizio di Intelligence che avrebbe fornito regolarmente alla Casa Bianca informazioni per prendere decisioni di politica estera. Ben presto, però, si è preoccupato che il “braccio silenzioso dell’Intelligence del Presidente” fosse stato rapidamente allontanato dal suo compito originario e si fosse trasformato in “un braccio operativo e a volte politico del governo”. Notando che “questo potrebbe aver portato a problemi e aggravato le nostre difficoltà in diverse aree problematiche”, Truman chiese che la CIA venisse controllata e riportata alla sua visione originale. Le sue richieste furono ignorate: oggi la CIA è per molti versi il vero governo degli Stati Uniti. E nemmeno l’onnipotente Pentagono ne è al riparo.

Felix Livschitz
Fonte: www.infowars.com/posts/us-psy-ops-exposed-washington-isnt-concerned-about-morals-its-worried-about-getting...

03 ottobre 2022
www.nogeoingegneria.com/motivazioni/sociale/smascherate-le-psico-operazioni-degli-stati-uniti-washington-non-si-preoccupa-della-moralita-ma-solo-di-venire-...
04/03/2023 12:56
 
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Fuga da TikTok e dai social per i palazzi del potere, dati in viaggio senza passaporto e rischio privacy sullo smartphone

Nella settimana che ci stiamo per buttare alle spalle, a proposito delle “cose dei dati”, poche notizie hanno tenuto banco come quelle (e sono state tante) relative alla libera, meno libera o nient’affatto libera circolazione dei dati in giro per il mondo e dei rischi connessi. Le danze le ha aperte la Commissione Europea, che ha ordinato ai suoi dipendenti di disinstallare TikTok dai propri dispositivi per non meglio precisate ragioni di sicurezza, che appaiono, comunque, legate al rischio che il Governo cinese, alle cui leggi la società proprietaria dell’app evidentemente è soggetta, possa ficcanasare nei dati degli utenti. A cominciare, ovviamente, da quelli, oltre che personali e politicamente sensibili, di chi lavora per il governo europeo. E alla Commissione ha fatto eco, con analoga decisione, il Parlamento Europeo. Ma negli stessi giorni, anche la Casa Bianca ha chiesto ai suoi dipendenti di disfarsi delll’app cinese e ha dato disposizioni ai suoi uffici competenti per verificare che l’ordine sia rispettato. E non si è parlato solo di TikTok.

Ha fatto discutere, per restare allo stesso problema, anche la decisione del governo tedesco di resistere alle richieste dell’Autorità Garante Privacy Federale, che, per ragioni analoghe (questa volta legate al rischio che l’intelligence americana abbia ancora un pò troppa autonomia nell’accedere ai dati personali anche degli utenti europei) gli aveva chiesto di chiudere ogni pagina e profilo su Facebook. “Restiamo perché riteniamo che sia utile ai cittadini”, è stata la risposta del Governo di Berlino.

Ma la notizia protagonista assoluta della settimana sul versante della circolazione transfrontaliera dei dati personali è, indiscutibilmente, quella arrivata martedì da Bruxelles, con la pubblicazione da parte del Comitato dei Garanti Europei per la Protezione dei Dati Personali del proprio parere sul draft di decisione di adeguatezza dell’ordinamento americano a quello europeo in fatto di protezione dei dati personali. Per intenderci, si tratta della decisione con la quale avrebbe dovuto essere risolta l’annosa questione relativa, appunto, al trasferimento dei dati personali tra Europa e Stati Uniti, (ri)apertasi dopo che il 16 luglio 2020 la Corte di Giustizia ha annullato la precedente decisione di adeguatezza, nota come “Privacy Shield”, e, nella sostanza, dichiarato gli Stati Uniti un approdo non sufficientemente sicuro per i dati personali dei cittadini europei. Il parere apprezza i passi avanti fatti dal governo americano per risolvere il problema, ma dice anche che ancora non ci siamo e che persistono una serie di perplessità che impediscono, per lo meno allo Stato, di accendere la luce verde al transito dei dati personali tra Europa e Stati Uniti.

Insomma, chi pensava che fossimo alla vigilia della soluzione, dovrà, almeno per ora, avere un pò di pazienza in più. Il tema, tanto che si guardi a est, quanto che si guardi a ovest, è gigantesco perché Internet è globale e per funzionare ha bisogno che i dati, inclusi quelli personali, circolino da una parte all’altra del mondo. Qualche eccezione è, naturalmente, sostenibile, ma se le eccezioni in questione si chiamano Stati Uniti e Cina, l’affare si complica. Ma, al tempo stesso, ovviamente, non si può neppure accettare l’idea che per tenere Internet aperta le regole europee di protezione dei dati personali siano travolte, ignorate o disattese. Questo, infatti, vanificherebbe gli sforzi enormi che abbiamo fatto sin qui per rivendicare la centralità della persona, della dignità umana e dei diritti fondamentali (a cominciare proprio dal diritto alla privacy) nell’ecosistema digitale.

Guido Scorza
03 marzo 2023
startupitalia.eu/192649-20230302-privacy-weekly
03/02/2024 17:57
 
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“Ecco come la CIA spiava”: Joshua Schulte punito con 40 anni di carcere

Avrebbe inviato a WikiLeaks informazioni riservate della CIA: per questo Joshua Schulte, ex dipendente dell’agenzia di spionaggio statunitense, è stato condannato a 40 anni di carcere.

Joshua Schulte invia a WikiLeaks le carte sullo spionaggio della CIA
Il 35enne lavorò per sei anni come ingegnere informatico: un ruolo che diede a Schulte la possibilità di entrare in possesso di migliaia di documenti scomodi per la CIA. Le informazioni avevano confermato che l’agenzia, in collaborazione con i servizi segreti britannici, aveva preso il controllo di cellulari e televisori connessi a internet, attivando microfoni e videocamere per spiare soggetti considerati come avversari. Questo avrebbe inoltre permesso di rubare dati personali. Riunite in un file chiamato Vault 7, le carte furono divulgate nel 2017 da WikiLeaks, il sito fondato da Julian Assange, il giornalista detenuto a Londra e che rischia fino a 175 anni di carcere per aver diffuso documenti militari riservati. In quel caso, le informazioni mettevano in luce la condotta non proprio limpida, per usare un eufemismo, degli americani negli scenari di guerra in Afghanistan, Iraq e Yemen.

“Danno catastrofico per gli USA”: Joshua Schulte nega il reato pedopornografico
Quello causato da Joshua Schulte è stato definito dai giudici come un “danno catastrofico per la sicurezza degli Stati Uniti e la più grande perdita di dati”. Secondo l’autorità, Schulte avrebbe agito per un risentimento personale. L’ex dipendente della CIA, in carcere dal 2018, è stato condannato a 40 anni per questi reati: raccolta e divulgazione di informazioni sulla difesa; oltraggio alla corte e false dichiarazioni; infine, quella di detenzione di materiale pedopornografico. Joshua Schulte ha negato tutto e ha accusato il governo di aver inserito i contenuti pedopornografici nel suo computer. L’ex dipendente della CIA ha denunciato di essere stato in cella senza acqua, riscaldamento, con un rumore costante e con la luce sempre accesa.

Andrea Murgia
02 febbraio 2024
www.byoblu.com/2024/02/02/ecco-come-la-cia-spiava-joshua-schulte-punito-con-40-anni-di-...
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