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Iraq, report shock:"Americani hanno addestrato jihadisti ribelli" dell' ISIS

Ultimo Aggiornamento: 01/05/2023 13:05
17/11/2017 18:10
 
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Liberata Rawa, ultimo bastione dell'ISIS in Iraq

Cade l’ultimo bastione dell’ISIS in Iraq. Questo venerdì le truppe irachene hanno riconquistato Rawa, città nella provincia di Anbar, al confine con la Siria. Il Comando per le operazioni congiunte iracheno ha comunicato che il blitz per riprendere la città è cominciato all’alba e si è concluso nel giro di poche ore. La caduta di Rawa apre una nuova fase nella guerra all’autoproclamato Stato Islamico. “Rawa è stata riconquistata, ma dopo questa battaglia la guerra diventerà qualcosa di diverso”, è l’opinione di Fadhil Abu Raghef, esperto militare. “Cambierà forma ed andrà avanti per un lungo periodo. Si trasformerà in una guerriglia nel deserto e in aree montuose. Una zona vasta e geograficamente complicata”. Dall’altra parte del confine le truppe siriane hanno lanciato l’offensiva per riprendere Al-Bukamal, ultimo bastione dell’ISIS nel Paese. Stando all’agenzia di stampa governativa le forze aeree siriane hanno tagliato i collegamenti con la città con pesanti bombardamenti, distruggendo armamenti e uccidendo almeno sei miliziani. Al-Bukamal era già stata riconquistata una prima volta lo scorso 8 novembre, ma qualche giorno dopo una controffensiva dell’ISIS aveva costretto l’Esercito Siriano a lasciare la città.

17/11/2017
it.euronews.com/2017/11/17/iraq-l-esercito-riprende-il-controllo-di-rawa-ultimo-vero-bastione-d...
22/11/2017 03:06
 
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L'Iran annuncia la vittoria:“Lo Stato Islamico è finito”

Lo Stato Islamico in Siria e in Iraq è stato sconfitto. Lo ha annunciato il Generale Qassem Soleimani, Comandante della Brigata Quds dei Pasdaran, gruppo d'élite dei Guardiani della Rivoluzione, in un messaggio all'Ayatollah Ali Khamenei. Il Presidente iraniano Hassan Rohani si è congratulato con Khamenei, con le forze armate e con lo stesso generale:“Oggi possiamo dire che il male di Daesh è stato debellato e che non minaccia più la gente. Con la fine delle operazioni di liberazione di Bukamal, l'ultima roccaforte del Daesh, proclamo la fine di questo albero maledetto”. Soleimani ha sottolineato l'importanza dell'alleanza tra gli sciiti in questa lotta. Un'alleanza resa possibile grazie a tre importanti leader religiosi: l'Ayatollah Seyyed Ali Khamenei, capo spirituale dell'Iran, l'Ayatollah Seyyed Ali Al Sistani, capo spirituale iracheno e Seyyed Hassan Nasrallah, capo spirituale e leader politico libanese. Soleimani ha inoltre detto che il danno peggiore di questa guerra è stato quello che gli sponsor dell'ISIS hanno arrecato alla figura dell'Islam ed alle vite di migliaia di ragazzi e giovani che sono stati ingannati in tutto il mondo e condotti a combattere tra le file dell'ISIS in Siria e Iraq. Secondo il generale iraniano sarebbero infatti seimila i kamikaze che si sono fatti esplodere durante la guerra. Immancancabile l'accusa agli Stati Uniti, definiti il “principale sponsor dell'ISIS”.

Andrea Riva
21/11/2017
www.ilgiornale.it/news/mondo/liran-annuncia-vittoria-stato-islamico-finito-1465...
22/12/2017 14:59
 
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ISIS, il traffico di armi UE dirottate da USA e sauditi

Il primo vero studio, e finora anche il più approfondito, sulle armi dell'ISIS è stato pubblicato a dicembre dall'Ong britannica Conflict Armament Research (CAR), finanziata dall'UE attraverso il progetto i-Trache, e rivela l'ennesimo scenario afghano, tracciato in Siria e in Iraq, dagli Stati Uniti e dall'Arabia Saudita attraverso la riesportazione illegale di armi da parte di governi a gruppi di estremisti islamici salafiti. Con un attore inedito: la Cina come emergente (e grossa) produttrice di armamenti che sta rimpiazzando la Russia nella fornitura di nuove partite. Dirette soprattutto all'Arabia Saudita in pieno riarmo.

La produzione nell'ex blocco sovietico
In tre anni di rilievi in Medio Oriente, tra il 2014 e il 2017, sulle linee del fronte (con oltre 40mila armamenti analizzati, verificati, tracciati), il team di ricercatori del CAR, protetto sul campo dalle forze curde e irachene anti-ISIS, è arrivato a concludere che «circa il 90% di armi e munizioni impiegate dall'ISIS arrivano da Paesi del vecchio Patto di Varsavia, in primo luogo Cina, Russia e i Paesi produttori dell'Est Europa». Tra questi ultimi soprattutto Romania, Ungheria, Bulgaria e Serbia. Armi vecchie e nuove che, dall'esplosione delle rivolte arabe nel 2011, in parte consistente hanno fatto il giro del mondo prima di approdare nel sedicente Califfato.


I maggiori Paesi produttori di armi finite all'Isis

Se nella fase iniziale di conquiste e offensive del 2014 i jihadisti dell'ISIS sono riusciti a impossessarsi di armamenti delle forze regolari irachene, con la presa degli arsenali di Mosul pieni di armi anche americane, e di armamenti di origine soprattutto russa sottratti alle forze regolari siriane, nella fase successiva il flusso ha avuto canali diversi. Partite di armi, e in particolar modo munizioni, sono risultate di «produzione recente», «trasferite da attori esterni, inclusi gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita, a disparate forze d'opposizione al regime di Bashar al Assad». Materiale poi «entrato rapidamente in possesso dell'ISIS».

Dall'UE all'ISIS

Con prove inconfutabili allegate al dossier, il CAR denuncia, «attraverso molti di questi spostamenti», che rappresentano una «significativa fonte di armamento dell'ISIS», la «violazione dei termini di vendita e di export tra agli esportatori (in primis Stati UE) e i destinatari in Arabia Saudita e negli USA». «Chiari esempi di dirottamenti», sottolinea il gruppo di ricercatori, «con i quali i governi recettori hanno rotto gli accordi sull'utilizzo finale di armi e munizioni che gli stessi non avrebbero potuto riesportare senza precedentemente chiederne il consenso ai governi primi esportatori».


Armi leggere dell'ISIS rinvenute in Siria

Lo studio non ha, per sua stessa ammissione, la pretesa di essere esaustivo: le armi dell'ISIS rinvenute e tracciate sono infatti solo una «parte di migliaia di forniture» in mano al sedicente Stato Islamico. Ma dai reperti ritrovati e analizzati (occasionalmente il CAR ha usato informazioni e fotografie tratte dai social media, ma le sue investigazioni non si basano su di esse, per la difficoltà di verificarne la provenienza), Stati Uniti e Arabia Saudita sono risultati i «maggiori fornitori di materiale senza autorizzazione». Armi acquistate da Stati UE dell'Est che non sono stati informati del successivo ri-export. In diversi casi, i dipartimenti USA e di altri governi non hanno evaso le richieste di chiarimenti del CAR.

Transito dalla Turchia

Il Qatar, accusato da più parti di essere con la Turchia il primo finanziatore delle Primavere Arabe e addirittura il finanziatore dell'ISIS, non risulta né il produttore né il fornitore di alcuna arma intercettata. Alla Turchia sono riconducibili «piccole quantità di armi e munizioni dell'esercito regolare» (fucili, granate e lanciagranate, dispositivi per il lancio di razzi, proiettili e altre munizioni), non si sa come finiti nelle mani del sedicente Califfato, visto che il governo di Ankara non ha finora risposto al team di ricercatori. Ma soprattutto la penisola anatolica è emersa, con la Giordania, come il principale hub per il passaggio di armi verso la Siria e l'Iraq.


Il lanciamissile bulgaro dell'Isis traferito in Siria dagli Usa nel 2015

La Turchia spicca anche come il primo bacino d'acquisto da parte dell'ISIS di agenti chimici, presenti però sul mercato civile, per confezionare esplosivi artigianali. I precursori utilizzati per gli ordigni improvvisati (IED), come il nitrato o la pasta d'alluminio, sono comunemente usati come fertilizzanti agricoli (un export aumentato del 260%) o come materiali industriali. Anche quasi 13 tonnellate di fertilizzante a base di nitrato, parte di una commessa italiana Biolchim partita nel 2013 e interamente consegnata a un distributore Green Land in Giordania, che ne aveva poi rivenduto una partita a commercianti iracheni, sono state rinvenute nel 2016 in uno dei territori sottratti all'ISIS.

Il corridoio libico
Una discreta parte delle armi entrate nel sedicente Califfato proveniva anche dagli arsenali in Libia: il corridoio via mare dal Maghreb alla Siria, inizialmente destinato alle brigate dei ribelli, era tra le rotte più usate all'inizio delle rivolte. Successivamente è aumentato il materiale in arrivo dal Sudan e, in misura minore, da altri Paesi destabilizzati da gruppi di estremisti islamici come l'Afghanistan e il Pakistan. È stato anche tracciato l'impiego di note compagnie private di intermediazione, già contractor del Pentagono dalla guerra USA in Iraq del 2003, per le triangolazioni illegali di armi da Paesi UE. Spuntate anche in altri Stati falliti come la Somalia.


I siti di armi dell'ISIS ispezionati

Durante la battaglia di Ramadi, tra il 2015 e il 2016, la polizia federale irachena ha per esempio rinvenuto sul campo un tubo lanciamissili dell'ISIS che la Bulgaria ha confermato essere stato esportato nel 2015 al Dipartimento USA per le armi, attraverso la compagnia di intermediazione americana Kiesler Police Supply. La partita di lanciamissili, che per contratto sarebbe dovuta rimanere negli USA, era stata successivamente avvistata anche in una serie di fotografie diffuse dai ribelli del Libero Esercito Siriano d'opposizione, Jaysh al Nasr, dichiaratamente riforniti dagli USA di missili anti-tank.

I contractor USA
Altri broker identificati dal CAR per i dirottamenti di armi dai Paesi UE ai teatri di guerra in Siria e in Iraq (anche con forniture destinate alle forze di sicurezza regolari irachene), sono il Blane International Group, che equipaggia il commando USA per le operazioni speciali, il Purple Shovel e la Culmen International. Le armi di questi ultimi, legati all'invio di armi americane alle fazioni di ribelli siriani, sono state «ripetutamente dirottate dalle partite prodotte nell'UE» e «rapidamente finite in quantità significative in custodia dell'ISIS». Complessivamente il team di CAR ha ispezionato 84 siti in Iraq e 27 in Siria in 111 giorni di missione.

Barbara Ciolli
15 dicembre 2017
www.lettera43.it/it/articoli/mondo/2017/12/15/armi-isis-usa-arabia-saudita-russia...
03/02/2018 02:10
 
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Contrabbandiere-Capo dell'ISIS viene arrestato in Iraq prima che potesse rifugiarsi tra le 'braccia' dei suoi amici curdi

L'Iraq é libero dall'ISIS nel senso di occupazione territoriale e oppressione dei suoi cittadini, ma, purtroppo, come mostrano anche altre recenti notizie (https://palaestinafelix.blogspot.it/2017/12/il-predicatore-takfiro-abu-omar-star-di.html), l'Iraq non é ancora libero da tutti gli ex-militanti e sostenitori dell'ISIS. Uno di essi, conosciuto come Abdelghani Zargham Abdelsama, é stato catturato nel nord-ovest della Provincia di Ninive, prima che potesse attraversare il confine con la Siria. Guarda caso, con la parte di Siria temporaneamente occupata dai 'curdacci' col sostegno dei loro amici americani. E' un caso, ovviamente! Abdelsama gestiva quasi tutto il traffico di petrolio rubato dall'ISIS ed esportato tramite la Turchia verso israhell e l'Europa. Potrà fare quindi utili rivelazioni su questi argomenti.

Suleiman Kahani
2 febbraio 2018
palaestinafelix.blogspot.it/2018/02/contrabbandiere-capo-dellisis-vi...
24/04/2018 02:35
 
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Raid iracheno in Siria, Baghdad: ucciso "il numero 2 dell'ISIS"

Nel raid aereo compiuto in Siria dall'aviazione irachena lo scorso 19 aprile "è rimasto ucciso il numero due dell'organizzazione terroristica dello Stato Islamico" (ISIS): lo riferiscono media iracheni. "Le forze aeree irachene sono riuscite a eliminare il numero due di Daesh, noto come Abu Lukman al Suri (il siriano) in una raid aereo compiuto in territorio siriano a seguito di precise informazioni d'Intelligence su una riunione in un edificio all'interno della Siria", ha detto alla TV satellitare curda Rudaw una fonte dell'Intelligence irachena.

23 aprile 2018
www.diariodelweb.it/ultimora/notizie/?nid=20180423-14319
[Modificato da wheaton80 24/04/2018 02:39]
11/06/2018 05:45
 
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Esperti: la Cina ha vinto la battaglia con gli USA per il petrolio in Iraq

Dopo la guerra con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, in Iraq la Cina è diventata il più grande importatore di petrolio iracheno e i piani americani per stabilire il controllo sull'industria petrolifera irachena sono falliti. Lo hanno affermato gli esperti russi e cinesi intervistati da Sputnik. Uno degli obiettivi principali degli Stati Uniti in Iraq era il petrolio, la principale ricchezza del Paese. Il calcolo è stato fatto per ottenere il controllo sulla sua produzione, l'esportazione, così come la privazione del libero accesso ai loro principali concorrenti nel mercato mondiale, in particolare la Cina. Successivamente, gli USA si sono posti un obiettivo simile in Libia e in Siria. In Iraq hanno fallito e la Cina è diventata il principale importatore di petrolio iracheno, comprando più della metà della produzione locale. Quasi tutte le maggiori compagnie cinesi lavorano nei giacimenti iracheni. "La Cina non interferisce negli affari interni dell'Iraq, si occupa solo di petrolio. Pechino persegue solo interessi economici… I cinesi in Iraq, come in molti Paesi, in particolare in Africa e in Medio Oriente, conducono una tranquilla espansione economica. L'influenza cinese è in crescita in tutto il mondo… e gli Stati Uniti non possono farci nulla, perché le aziende occidentali non possono offrire le condizioni favorevoli che danno le imprese cinesi", ha detto il politologo russo Igor Shatrov. La Cina è riuscita a volgere a proprio favore le sfide della guerra americana in Iraq per migliorare le relazioni tra Pechino e Baghdad, pensa Ji Kaiyun dell'università del Sud-Ovest.

"Il governo cinese ha trasformato la crisi e le sfide in una forza trainante… Ha condannato l'invasione ingiusta e ingiustificata della coalizione anglo-americana in Iraq. Inoltre, ha liberato il Paese da una parte del debito e, nonostante i rischi politici interni, la Cina ha continuato ad investire nello sviluppo dell'economia irachena e la ricostruzione post-bellica… Le importazioni consentono all'Iraq di ricevere i fondi necessari per proteggere la sua indipendenza e la sua unità", ha spiegato l'esperto. "Le relazioni tra Pechino e Baghdad sono basate sul pragmatismo economico. Cioè sulla partecipazione allo sviluppo dell'industria petrolifera in Iraq e alla promozione degli investimenti cinesi, sugli interessi finanziari e politici. Questa politica porta profitto alla Cina. Gli Stati Uniti non possono impedire la crescita dell'inflenza cinese nella regione, malgrado stiano imponendo la loro con la forza", pensa Boris Dolgov dell'Istituto di Studi Orientali dell'Accademia Russa delle Scienze. Gli esperti ritengono che in Siria, come a suo tempo in Iraq, è possibile in un prossimo futuro attendersi l'attivazione della diplomazia economica della Cina. Nonostante i rischi politici e commerciali e militari il capitale cinese è in grado di conquistare anche il mercato siriano. Soprattutto quello petrolifero.

20.03.2018
it.sputniknews.com/economia/201803205800102-esperti-cina-petrol...
10/09/2018 17:09
 
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Iran conferma di aver bombardato sede di partito curdo ribelle in Iraq

Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica ha confermato di aver compiuto un attacco missilistico contro la sede nel territorio iracheno del Partito Democratico del Kurdistan Iraniano, considerato clandestino in Iran. Lo ha segnalato l'agenzia di stampa Tasnim riferendosi ad un comunicato delle forze armate di Teheran. "Sabato è stata condotta un'operazione di successo contro il quartier generale, dove si trovavano i leader di uno dei gruppi più feroci e criminali, centro di addestramento di terroristi. Sono stati lanciati 7 missili di classe 'terra-terra' a corto raggio", si afferma nel comunicato del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica. Secondo il testo del documento, i militari iraniani sono riusciti a "distruggere un centro di cospirazione contro la sicurezza nazionale dell'Iran e eliminare e ferire diverse decine di leader e militanti di primo piano del gruppo". In precedenza il canale televisivo curdo-iracheno Rudaw aveva riferito che l'8 settembre i militari iraniani avevano bombardato la sede del Partito Democratico del Kurdistan Iraniano, che si trova nel territorio iracheno, uccidendo almeno 9 persone e ferendone 30. L'attacco è stato effettuato in un centro ad est di Erbil, la capitale del Kurdistan autonomo iracheno. Secondo il canale, tra i feriti c'è il Segretario Generale del movimento politico curdo Mustafa Mavludi.

09.09.2018
it.sputniknews.com/mondo/201809096470724-terrorismo-cospirazione-curdi-sicurezza-difesa-confine-Iran-Tehera...
14/02/2019 12:14
 
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Oltre duecento terroristi dell'ISIS arrestati dall'antiterrorismo iraqeno in una colossale retata nell'ovest del Paese

Queste foto assolutamente esclusive per l'Italia arrivano direttamente da Ramadi, nella Provincia di Anbar, nell'ovest dell'Iraq, grazie alle nostre affidabili fonti. Mostrano una parte dei terroristi dell'ISIS e dei loro complici e fiancheggiatori che sono rimasti presi nella "pesca a strascico" effettuata negli ultimi giorni dall'unità di élite antiterrorismo iraqena (i cosiddetti "Falchi") nella cittadina occidentale di Ramadi e nei suoi dintorni.





Secondo i particolari a nostra disposizione, la retata é scattata quando un fermento di attività ha iniziato a percorrere la rete takfira nell'ovest della Mesopotamia; pare infatti che fosse arrivato l'ordine di approntare covi e rifugi dove disperdere e tenere al sicuro terroristi fuggiaschi dalla Siria che sarebbero stati portati "in qualche modo" attraverso il confine. Visto che il confine terrestre con la Siria é ampiamente presidiato dalle Forze Armate di Baghdad e dalle Unità della Mobilitazione Popolare, non v'é chi non inferisca che tali 'fuggiaschi' avrebbero dovuto scavalcare la frontiera a bordo di elicotteri USA, come più volte é successo, e documentato anche su queste pagine. Viene anche insistentemente ripetuto che questo "exploit" dell'antiterrorismo iraqeno non sarebbe stato possibile senza la cooperazione e la consulenza di esperti di Intelligence iraniana.

12 febbraio 2019
palaestinafelix.blogspot.com/2019/02/oltre-duecento-terroristi-dellisis.html?fbclid=IwAR3N5Chv0t7x9TNF6XxkPAkn5e6cm9Tjj7O4uJvdS8-No2Ej4mq...
13/07/2019 14:37
 
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Arresti 'eccellenti' in Iraq: catturati a Mosul e Diyala due ex-leader dell'ISIS responsabili di stragi e massacri

Due famigerati terroristi dell'ISIS che hanno commesso esecuzioni di massa sono stati arrestati a Mosul e Diyala, riferiscono fonti iraqene. Le forze di polizia iraqene nella provincia di Ninive hanno arrestato un leader chiave del 'Daash', della cosiddetta corte religiosa del gruppo terroristico, nella città di Achhaleh, nella parte meridionale di Mosul, ha dichiarato il portavoce del Ministro degli Interni irakeno Sa'ad Ma'an a Sumeriya News. Il terrorista catturato dall'ISIS era stato incaricato dell'esecuzione di un gran numero di civili e forze di sicurezza iraqene, ha aggiunto. Nel frattempo, il sito di notizie al-Ma'aloumeh ha citato un organismo di sicurezza iraqeno dicendo che le forze di sicurezza del Paese hanno catturato il famigerato comandante dell'ISIS Seraj Kamel al-Azawi, nome di battaglia Abu Riyaqdh al-Askari, nella città di Uldoz in provincia di Kirkuk. Al-Azawi era un noto comandante dell'ISIS nella regione di al-Azim, nella provincia di Diyala. Al-Azawi è stato responsabile dell'attacco del 2014 nella regione di al-Azim e ha compiuto rapimenti e massacri di civili nella regione di Anjaneh. In uno sviluppo pertinente alla fine di giugno, un importante esperto di sicurezza iraqeno ha avvertito della trama statunitense di trasferire i terroristi dell'ISIS nelle zone di confine con la Siria in collaborazione con le tribù dei due Paesi. Il sito di notizie al-Ma'aloumeh in lingua araba ha citato Hossein al-Kanani dicendo che gli Stati Uniti tentano di trasferire i terroristi dell'ISIS nelle aree confinanti dell'Iraq e della Siria e di costruire rifugi sicuri per loro attraverso il coordinamento con un certo numero di leader tribali corrotti e traditori.

Suleiman Kahani
7 luglio 2019
palaestinafelix.blogspot.com/2019/07/arresti-eccellenti-in-irak-catturati.h...
05/01/2020 21:09
 
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L'Iraq decide: via tutte le truppe americane

170 deputati del Parlamento di Baghdad hanno votato ieri per il ritiro immediato di tutte le truppe americane dall'Iraq. Erano necessari almeno 150 voti. La gran parte delle fazioni irachene, che, fino a ieri, erano divise, hanno dunque deciso assieme la cacciata degli americani. La richiesta, sotto ogni profilo storica, è diventata nazionale. Circa 5.000 soldati USA sono attualmente sul territorio iracheno. La decisione è stata presa in base all'art. 58 della Costituzione, come protesta per l'azione "illegale" degli Stati Uniti e come riaffermazione della sovranità e dell'orgoglio nazionale. Resta da vedere dove andranno a dislocarsi i 20.000 soldati USA che il Pentagono annuncia di voler inviare in Medio Oriente.

Giulietto Chiesa
www.facebook.com/PANDORATV.IT/photos/pb.596490170438785.-2207520000../2738356876252093/?type=3&...
20/03/2020 00:38
 
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Le truppe della coalizione a guida statunitense si ritirano dalla base in Iraq occidentale

Le truppe della coalizione guidata dagli Stati Uniti si sono ritirate giovedì da una base nell'Iraq occidentale come parte di una prevista riduzione, hanno dichiarato funzionari iracheni e della coalizione, mentre le attività di addestramento della coalizione sono state sospese a causa delle preoccupazioni per il coronavirus. Le forze della coalizione si sono ritirate da al-Qaim, al confine tra Iraq e Siria, con altre pianificate in Iraq nelle prossime settimane. Il piano era in corso dalla fine dell'anno scorso, ha detto un alto funzionario della coalizione, parlando a condizione di anonimato. "Il ritiro è stato concordato tra il governo iracheno e le forze della coalizione", ha detto il Brigadiere Tahseen al-Khafaji, che era a una cerimonia di ritiro. Un altro alto funzionario militare iracheno ha dichiarato di aspettarsi che la coalizione lasci due basi nel nord dell'Iraq nelle prossime settimane, tra cui Qayara a sud di Mosul e K1, nella provincia di Kirkuk. I funzionari che hanno parlato a condizione di anonimato lo hanno fatto in linea con i regolamenti. Ci sono circa 7.500 truppe della coalizione in Iraq che assistono e forniscono addestramento alle loro controparti di sicurezza irachene per combattere il gruppo dello Stato Islamico. La riduzione arriva a causa degli attacchi missilistici contro le basi militari irachene che ospitano le truppe statunitensi. Tre attacchi separati nel giro di una settimana hanno colpito le basi di Camp Taji e Basmaya, uccidendo tre militari della coalizione, tra cui due americani. Il funzionario della coalizione ha affermato che gli attacchi, ritenuti perpetrati da gruppi della milizia appoggiata dall'Iran, non hanno tenuto conto della decisione di ritirarsi. L'Esercito Iracheno ha anche messo in pausa le attività di addestramento con la coalizione a causa delle preoccupazioni per il coronavirus, ha dichiarato il funzionario della coalizione.

Samya Kullab, Qassim Abdul-Zahra
March 19, 2020

Traduzione: Wheaton80
www.washingtontimes.com/news/2020/mar/19/us-led-coalition-troops-pull-out-of-base-in...
06/04/2020 17:06
 
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Le forze della Coalizione americana consegnano la base di Kirkuk all'Esercito Iracheno

Domenica le forze della coalizione americana in Iraq hanno consegnato ufficialmente una base aerea a Kirkuk alle forze di sicurezza irachene. Durante una cerimonia tenutasi presso la base aerea K1, 300 truppe americane sono state le ultime partenze della coalizione multinazionale che aveva utilizzato la base nelle operazioni anti-ISIS dal 2017. "K1 è stato un luogo fondamentale per la coalizione, le forze di sicurezza irachene e il servizio antiterrorismo nella lotta per trovare e distruggere i luoghi di rifugio dell'ISIS", ha detto il Brigadiere Generale americano Vincent Barker. La cerimonia fa sì che K1 sia la terza base militare da cui le truppe americane si sono ritirate, dopo la base di al-Qaim, che si trova vicino al confine siriano, e la base di Qayyarah nell'Iraq occidentale. I ritiri arrivano dopo mesi di intensa escalation a seguito dell'attacco statunitense tramite droni che ha ucciso il Generale iraniano Qassem Soleimani. Domenica la coalizione ha dichiarato che la decisione di riposizionare le truppe è stata "pianificata a lungo" e "non correlata ai recenti attacchi alle basi irachene che ospitano le truppe della coalizione, né all'attuale situazione COVID-19 in Iraq". Sebbene le ultime proprietà territoriali dell'autoproclamato "califfato" dello Stato Islamico siano state decimate nel marzo del 2019, i resti del gruppo militante sono stati in grado di proseguire la ribellione nascondendosi nelle aspre montagne di Hamrin, a circa 70 chilometri a sud della contesa città di Kirkuk. "È difficile stabilire il numero dei militanti dell'ISIS presenti in Iraq o in Siria, ciò su cui ci concentriamo è la loro capacità", ha detto a Rudaw English il Colonnello americano Myles Caggins III.

"L'ISIS deteneva 110.000 chilometri quadrati di territorio. Ora si sono azzerati e abbiamo stimato come non possa più impadronirsi di altro territorio fisico, pur essendo in grado di portare avanti un'insurrezione di basso livello in cui può commettere crimini, molestare persone e condurre piccoli attacchi", secondo Caggins. Circa 7.500 truppe straniere sono in Iraq come parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti per aiutare le truppe locali a combattere i resti dell'ISIS, ma questi numeri sono stati significativamente ridotti questo mese. Mentre l'Esercito Americano sta riposizionando le truppe lontano dalla battaglia con l'ISIS, il Pentagono ha ordinato ai comandanti di prepararsi per un possibile scontro con le milizie sostenute dall'Iran nell'Iran stesso, secondo quanto riportato dal New York Times venerdì. Il controllo sulla base di Kirkuk ora è nelle mani delle forze di sicurezza irachene, che affermano di aver seguito i movimenti dell'ISIS nella catena montuosa di Hamrin. Finora i combattenti dell'ISIS sono stati in grado di sfruttare il divario di sicurezza presente tra le forze curde Peshmerga e l'Esercito Iracheno, nascondendosi in mezzo alle aspre caverne montuose durante il giorno ed emergendo di notte per condurre attacchi sfruttando i luoghi. "Sappiamo che stanno conducendo attività criminali, principalmente per ottenere denaro", ha dichiarato Caggins, portavoce della Coalizione. "L'ISIS è al verde. Non possono pagare i loro combattenti, quindi rubano le mucche, rubano le pecore, rapiscono le persone e le trattengono per riscatto".

Shawn Carrié
29-03-2020

Traduzione: Wheaton80
www.rudaw.net/english/middleeast/iraq/290320201
07/04/2020 16:50
 
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Iraq-USA - Coalizione trasferisce a Forze Armate Irachene controllo base di al-Habbaniyah

La Coalizione Internazionale contro lo Stato Islamico guidata dagli Stati Uniti ha trasferito ufficialmente il controllo della base aerea al-Taqaddum, ad al-Habbaniyah, nella provincia occidentale di Anbar, alle Forze Armate Irachene dopo un accordo fra le parti. È quanto si legge in una nota dell’Operazione Inherent Resolve. “Grazie al successo delle forze di sicurezza irachene nella campagna contro Daesh (acronimo per Stato Islamico dell’Iraq e del Levante), la coalizione sta adattando il suo posizionamento in Iraq. Questi movimenti militari sono stati pianificati a lungo in coordinamento con il governo iracheno. Questi trasferimenti di base pre-programmati non sono collegati ai recenti attacchi contro le basi irachene che ospitano le truppe della Coalizione, o alla diffusione del Covid-19 in corso in Iraq”, precisa la nota. "Il trasferimento della base aerea di al-Taqaddum (al-Habbaniya) è un altro passo avanti nel partenariato in corso tra le forze di sicurezza irachene e la coalizione militare internazionale contro lo Stato Islamico”, ha dichiarato il Generale Vincent Barker, responsabile per il supporto dell’Operazione Inherent Resolve. "Nell'ultimo mese abbiamo trasferito quattro basi sotto il pieno controllo delle Forze Armate Irachene. Ciò non sarebbe possibile senza la comprovata capacità delle forze irachene di portare avanti la lotta contro lo Stato Islamico. La coalizione continuerà a sostenere i nostri partner contro i mali di Daesh”, ha aggiunto.

Dal 2015, la base di al-Taqaddum ha ospitato i militari statunitensi, e di altre forze della coalizione, che hanno addestrato i soldati iracheni impegnati nella lotta contro lo Stato Islamico. La base di al-Taqaddum era principalmente gestita dai marines statunitensi, ma ospitava anche forze italiane, canadesi e spagnole. All'inizio del 2016, i consiglieri della coalizione hanno sostenuto l'Esercito Iracheno nella riconquista di Ramadi e Falluja, occupate dallo Stato Islamico. Secondo quanto riferisce la nota, la coalizione trasferirà e consoliderà personale e attrezzature da diverse basi irachene per tutto il 2020. Le Forze Armate Irachene stanno conducendo sempre più operazioni indipendenti nella lotta contro i terroristi dello Stato Islamico, tra cui le campagne "Heroes of Iraq" del 2020 e "Will of Victory" del 2019. Nella nota, la coalizione precisa di restare in Iraq su invito del governo iracheno e che continuerà a fornire consulenza contro il terrorismo. Attualmente, le operazioni di addestramento sono temporaneamente sospese a causa delle precauzioni contro la pandemia di coronavirus. “La coalizione opererà da un numero minore di sedi, ma rimane impegnata a sostenere i nostri partner nella loro lotta contro Daesh”, si legge nel comunicato, secondo cui le truppe della coalizione lasceranno la base dopo il completamento dei trasferimenti di equipaggiamento alle Forze Armate Irachene, nei prossimi giorni.

04 aprile 2020
www.agenzianova.com/a/5e8c8dfd2205f9.31063374/2881958/2020-04-04/iraq-usa-coalizione-trasferisce-a-forze-armate-irachene-controllo-base-di-al-habbaniya...
[Modificato da wheaton80 07/04/2020 16:50]
04/02/2021 00:21
 
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Iraq - Eliminato a Kirkuk il vice capo dello Stato Islamico



I Servizi Segreti iracheni, in collaborazione con la CIA, hanno eliminato mercoledì scorso a Kirkuk il vice capo dello Stato Islamico, Wali Jabbar Salman Ali al-Issawi, alias Abu Yasser, alias Abu Abdullah Al-Hafez. Lo ha annunciato il Primo Ministro iracheno, Mustafa al-Khadhimi, in una conferenza stampa tenutasi a Baghdad. "In un’operazione di Intelligence di alta qualità", ha dichiarato, "abbiamo eliminato Abu Yasser al-Issawi, leader del Daesh in Iraq, considerato vice capo dell’organizzazione guidata da Abu Ibrahim al-Hashimi al Qardash al-Qurashi”. L’eliminazione di Abu Yasser al-Issawi e di altri 10 comandanti locali dell’ISIS è stata resa possibile da un’azione delle Forze Speciali irachene portata a termine nell’area di Kirkuk, in coordinamento con le forze statunitensi a capo dell’alleanza anti-Califfato, che hanno effettuato alcuni raid aerei “preparatori” all’incursione dei militari di Baghdad.

La scalata al gruppo terroristico da parte del vice capo dello Stato Islamico
Jabbar al-Issawi, nato nella regione occidentale irachena di Fallujah, era stato identificato nel 2020 dagli analisti di Intelligence come il più alto funzionario ISIS del Paese. La scalata nelle gerarchie del Daesh è stata ottenuta grazie alle esperienze maturate sui vari campi di battaglia, dalla Siria all’Iraq, dove si è distinto grazie alle sue doti di combattente e capo militare. Il Premier iracheno, nel dare l’annuncio dell’operazione portata a termine, ha tenuto a precisare che “abbiamo promesso e mantenuto. Ho dato la mia parola di perseguire i terroristi di Daesh e abbiamo dato loro una risposta possente”. Questo in risposta all’attacco condotto la scorsa settimana da due attentatori suicidi nel centro di Baghdad, che aveva provocato la morte di 32 persone e il ferimento di almeno altre cento. L’attentato era stato rivendicato dall’ISIS con una dichiarazione dell’agenzia “al Amaq”. L’azione degli jihadisti dello Stato Islamico è stata la prima dopo tre anni di relativa calma, sul fronte degli attentati, almeno nei centri urbani dell’Iraq. Le autorità irachene avevano dichiarato che l’attacco era un possibile segno della ripresa del gruppo dopo la sua sconfitta militare nel 2017.

Gli attacchi suicidi contro obiettivi civili erano una tattica quasi quotidiana degli insorti, principalmente musulmani sunniti, durante l’occupazione statunitense dell’Iraq dopo l’invasione che ha rovesciato il regime di Saddam Hussein nel 2003. Numerosi miliziani, impegnati nella guerra di liberazione dell’Iraq, sono stati poi reclutati nelle fila dello Stato Islamico. Nel 2017, tuttavia, l’alleanza guidata dagli USA ha di fatto sconfitto le forze del Califfato liberando i territori infestati dai miliziani di Abu Bakr al Baghdadi. Lo stesso Califfo è stato eliminato durante un raid statunitense condotto in Siria nel 2019. Da allora, le azioni dei miliziani dello Stato Islamico sono drasticamente diminuite, almeno nel Paese mediorientale, ma numerose cellule di combattenti hanno continuato a condurre sporadici raid nelle zone montuose e desertiche, oltre che a decentrarsi verso il Maghreb e i Paesi asiatici, dove hanno stabilito nuove basi per dare continuità ai dettami del Califfato islamico globale imposti dalla Sha’aria.

Davide Racca
29/01/2021
ofcs.report/internazionale/iraq-eliminato-a-kirkuk-il-vice-capo-dello-stato-i...
27/02/2021 17:54
 
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Biden affida il comando anti ISIS all'Italia. Ritirati i militari USA dall'Iraq

Biden affida il comando anti ISIS all'Italia. Ritirati i militari USA dall'Iraq. Sul fronte militare arriva una grande novità. L'ha decisa il neo Presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Gli Stati Uniti abbandonano il fronte militare in Iraq. Nella lotta all'ISIS al comando del contingente NATO non ci saranno più gli USA, ma a coordinare le operazioni sarà l'Italia. Quattromila militari europei e canadesi, incaricati di coordinare e addestrare le truppe che in Iraq combattono la rinascita dell'ISIS. Insomma, una spedizione inedita e doppiamente difficile, destinata ad avere come protagonista l'Italia, visto che, si legge su Repubblica, sarà il contingente più numeroso e perché, quando raggiungerà lo schieramento completo, prenderà il comando delle operazioni. Su questo fronte è arrivata la nomina del nuovo Capo di Stato Maggiore dell'Esercito: Mario Draghi ha scelto Pietro Serino, un altro tassello per rafforzare l'atlantismo. Nell’ultimo anno, prosegue Repubblica, il Ministro Lorenzo Guerini è stato quattro volte in Iraq e nel vertice atlantico di tre giorni fa ha preso la parola subito dopo il nuovo responsabile del Pentagono, Lloyd Austin. Le sue raccomandazioni hanno trovato il consenso degli alleati, inclusa la candidatura italiana a prendere il comando, sostituendo i danesi quando lo schieramento sarà pienamente operativo. Quello ottenuto da Guerini è un riconoscimento alle capacità della nostra Difesa e all’impegno sulla linea della NATO, che arriva subito dopo l’insediamento del Governo Draghi e va a marcare il perimetro dell’interesse nazionale illustrato dal Premier: l’Iraq è il confine orientale del “Mediterraneo allargato” dove si gioca la partita chiave per le risorse energetiche e per la sicurezza dal terrorismo.

23 febbraio 2021
https://parstoday.com/it/news/middle_east-i240690-biden_affida_il_comando_anti_isis_all'italia.ritirati_i_militari_usa_dall'iraq#
[Modificato da wheaton80 27/02/2021 17:58]
22/04/2021 15:46
 
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Cellula del Mossad nascosta presso la marmaglia curda di Irbil distrutta dalla Resistenza iraqena

Altro che inesistenti "attentatuni" a Natanz! I clown di Tel Aviv prendono schiaffi e bastonate in Iraq, figuriamoci se possono solo avvicinarsi all'impenetrabile Repubblica Islamica! L'agenzia criminale sionista nota come 'Mossad' è stata attaccata in Iraq, dicono fonti della sicurezza, con un certo numero di persone uccise e ferite in quello che è stato descritto come un "duro colpo" al regime ebraico che occupa la Palestina. Il quotidiano iraqeno Sabereen News, citando fonti di sicurezza, ha riferito martedì in ritardo che una struttura affiliata all'agenzia di spionaggio sionista del Mossad era stata attaccata da "forze di resistenza sconosciute" nel nord del Paese. I media iracheni hanno detto che l'attacco ha provocato la morte e il ferimento di un "numero di cospiratori sionisti", infliggendo un "duro colpo" al regime e alla sua agenzia di spionaggio. Le fonti non sono state in grado di fornire dettagli sulla posizione dell'attacco e sull'entità del danno, tuttavia, Sabereen ha affermato:"Domani condivideremo alcune immagini dell'operazione". Reagendo all'incidente, un alto comandante militare iracheno ha dichiarato in un'intervista alla rete televisiva russa RT di non aver ricevuto finora alcuna notizia sull'attacco. Il Sabereen News, citando fonti di sicurezza, ha riferito martedì in ritardo che una struttura affiliata all'agenzia criminale del Mossad era stata attaccata da "forze di resistenza sconosciute" nel nord del Paese. Secondo fonti dell'Intelligence, l'attacco al centro operativo e di informazione speciale del Mossad ha provocato il ferimento e l'uccisione di 10 sionisti, tre dei quali identificati. Essi avevano lavorato per diversi mesi presso il centro affiliato al Mossad a Irbil, sotto la protezione della marmaglia curda, e ci sono informazioni dettagliate sulla posizione e sul tipo di attività dell'Intelligence del Mossad che saranno rilasciate se necessario, ha detto Sabereen News. Nel frattempo, l'ufficio del Primo Ministro sionista Benjamin Netanyahu ha rifiutato di commentare le notizie. L'incidente è avvenuto poche ore dopo che una nave di Tel Aviv è stata attaccata nel porto degli Emirati di Fujairah, provocando danni ma nessuna vittima. Non c'era alcuna rivendicazione immediata di responsabilità per l'attacco, ma il canale 12 sionista ha citato funzionari del regime anonimi che incolpavano l'Iran per l'attacco. L'Iran ha categoricamente respinto l'accusa. La nave, chiamata Hyperion Ray e battente bandiera delle Bahamas, era in rotta verso gli Emirati Arabi Uniti dal Kuwait.

Suleiman Kahani
15 aprile 2021
palaestinafelix.blogspot.com/2021/04/cellula-del-mossad-nascosta-presso...
03/02/2022 16:51
 
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Blitz USA in Siria: ucciso al-Qurayshi, leader dell'ISIS dopo al-Baghdadi



"La notte scorsa, sotto la mia direzione, le forze armate degli Stati Uniti hanno condotto con successo una operazione antiterrorismo. Grazie al coraggio delle nostre forze armate, abbiamo eliminato dal campo di battaglia Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, leader dell'ISIS": così il Presidente USA Joe Biden, in un tweet. L'operazione, nel nord-ovest della Siria, è stata la più consistente dall'attacco americano dell'era Trump che portò all'uccisione dell'allora leader dell'ISIS Abu Bakr al-Baghdadi. Il blitz, condotto dalle forze speciali USA, è durato due ore e ha interessato il villaggio di Atmeh, vicino al confine con la Turchia, un'area costellata da campi profughi siriani. I primi soccorritori hanno riferito che 13 persone sono state uccise, inclusi sei bambini e quattro donne. Un alto funzionario dell'amministrazione ha dichiarato che al-Qurayshi è morto all'inizio dell'operazione, quando ha fatto esplodere una bomba che avrebbe ucciso lui e membri della sua stessa famiglia, comprese donne e bambini. Al-Qurayshi, riporta il New York Times, aveva assunto la guida dell'ISIS il 31 ottobre scorso, pochi giorni dopo la morte di al-Baghdadi. Secondo le ricostruzioni, anche lui morì allo stesso modo, facendosi saltare in aria durante il raid USA nel 2019. Il Presidente americano parlerà alla Nazione alle 9.30 (le 15.30 in Italia) per riferire i dettagli dell'operazione. La Casa Bianca ha postato una foto su Twitter che ritrae Biden, la vicepresidente Kamala Harris e i membri del team per la sicurezza nazionale mentre osservano nella Situation Room l'operazione anti terrorismo.

03 febbraio 2022
www.huffingtonpost.it/esteri/2022/02/03/news/isis-8651701/
13/03/2022 19:23
 
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Attacco missilistico iraniano a una base del Mossad



L’attacco è stato effettuato dall’Iran impiegando 6 missili Fateh-110. L’Iran riferisce che l’attacco è stato effettuato contro le strutture del Mossad in Iraq. Secondo i rapporti, l’attacco missilistico iraniano a Irbil e la distruzione dei centri di spionaggio israeliani non ha nulla a che fare col martirio di due ufficiali dell’IRGC in Siria; è solo la risposta al sabotaggio israeliano contro l’Iran da tali centri. L’IRGC rivendica l’attacco missilistico a Irbil, contro le strutture dell’Intelligence israeliane in Iraq. Uno degli obiettivi era un complesso di edifici nei pressi del nuovo consolato nordamericano in costruzione. Confermata l’efficacia del lancio del missile balistico Fateh-110. Dichiarazione del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche sugli attacchi missilistici nell’area irachena di Irbil:“Ieri sera il centro strategico (di spionaggio) delle cospirazioni sioniste è stato sottoposto a potenti lanci del CGRI. L’attacco era una risposta ai recenti crimini di “Israele. Avvisiamo ancora una volta il regime criminale sionista che la ripetizione di azioni ostili sarà accompagnata da una risposta dura, decisa e distruttiva”. Gli attacchi hanno colpito due centri di spionaggio del Mossad israeliano e il consolato statunitense a Irbil. Le forze della Resistenza Irachena hanno attaccato tre convogli dei rifornimenti nordamericani in Iraq. Inoltre, l’Iran ha sospeso i negoziati sulla normalizzazione delle relazioni con l’Arabia Saudita per le esecuzioni di massa di musulmani sciiti.

Traduzione di Alessandro Lattanzio (rivista da Wheaton80)
13 marzo 2022
aurorasito.altervista.org/?p=23178
28/10/2022 23:25
 
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Il colosso francese Lafarge, accusato di sostegno all'ISIS, patteggia 778 milioni di dollari

Una sanzione pesante quella imposta negli Stati Uniti al colosso francese delle costruzioni Lafarge, sussidiaria della società quotata svizzera Holcim, che si è dichiarato colpevole davanti ad un tribunale di New York di aver fornito supporto materiale all'ISIS avendo mantenuto in attività una fabbrica in Siria dopo l'esplosione del conflitto nel 2011. Per archiviare le accuse, l’azienda ha patteggiato di pagare una somma di 778 milioni di dollari. Si tratta dell'accordo più grosso mai pagato da una società privata per aver dato sostegno a una organizzazione terrorista. Il caso concerne le indagini del Dipartimento di Giustizia (DoJ) americano sulle attività di Lafarge e della sua, nel frattempo chiusa, filiale siriana (Lafarge Cement Syria, LCS). Alcuni dirigenti della società erano nel mirino degli inquirenti perché avrebbero versato denaro all’ISIS e ad altri gruppi armati fra il 2013 e il 2014 allo scopo di mantenere in funzione il suo stabilimento di Jalabiya, nel nord del Paese, nel pieno della guerra civile. "La vicenda non ha coinvolto Holcim, che non ha mai operato in Siria, né le operazioni o i dipendenti di Lafarge negli Stati Uniti, ed è in netto contrasto con tutto ciò che Holcim rappresenta", si legge in un comunicato diffuso dalla multinazionale con sede a Zugo che nel 2015 si è fusa con il gruppo francese.

18/10/2022
www.rainews.it/articoli/2022/10/il-colosso-francese-lafarge-colpevole-di-sostegno-allisis-patteggia-778-mln-di-dollari-79dcaad6-5646-48c0-92b9-7b48e4a80...
01/12/2022 06:07
 
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È morto il leader dell'ISIS

L'ISIS ha annunciato la morte del suo leader, Abu al-Hasan al-Hashimi al-Qurashi, nominato a capo dell'organizzazione terrorista lo scorso marzo. "Sono dispiaciuto di annunciare ai musulmani e ai soldati del Califfato Islamico la morte del principe dei credenti, Abu al-Hasan al-Hashimi al-Qurashi, durante una battaglia in cui stava combattendo i nemici di Allah", ha detto il portavoce dell'ISIS, Abu Omar al-Mohajer, parlando al network Al Furqan, affiliato ai jihadisti. L'ISIS ha nominato Abu al-Hussein al-Hussein al-Qurashi come il nuovo 'califfo'. Abu Hassan al-Hashimi al-Qurashi, è stato ucciso dall'Esercito Siriano Libero, una formazione ribelle avvicinatasi alla Turchia nel corso della guerra civile. Lo riferisce il comando militare statunitense in Medio Oriente (Centcom). "Questa operazione è stata condotta a metà ottobre dall'Esercito Siriano Libero nella provincia siriana di Daraa", si legge nella nota del Centcom, la quale aggiunge che "la morte di Abu Hassan al-Hachimi al-Qurashi è un altro colpo per l'ISIS".

30 novembre 2022
www.agi.it/estero/news/2022-11-30/morto-leader-isi-al-qurashi-1...
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