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Novus Ordo Missae e Fede Cattolica

Ultimo Aggiornamento: 09/02/2011 18:09
09/02/2011 18:02
 
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TESTI LITURGICI
A DIRETTO CONFRONTO

Al fine di valutare, come ci siamo proposti all'inizio del nostro
lavoro, se fra il NOM e i riti protestanti – nonostante l'innegabile
avvicinamento ecumenico – permanga una differenza essenziale,
abbiamo esaminato soprattutto l'IGMR alla luce delle posizioni
teologiche storiche dei riformatori. Abbiamo concluso per la permanenza
dei punti discordanti fondamentali: sacrificio vero e proprio; presenza
vera, reale, sostanziale; sacerdozio ministeriale e non soltanto comune.
Occorre tuttavia verificare questo fatto anche nei riti concretamente
celebrati, pur tenendo conto che un rito non è un trattato, e quindi non
vi dobbiamo cercare queste differenze espresse con la precisione di un
enunciato teologico. Già le abbiamo riscontrate in due pratiche rituali:
la Messa celebrata dal solo sacerdote e il culto eucaristico extra Missam.
A cui si potrebbe aggiungere l'applicazione della Messa per i defunti
(solo la Prex eucharistica IV manca di una formula particolare per un
defunto, mentre al n. 316 della IGMR si dice che «ogni Messa... è offerta
tanto per i vivi quanto per i defunti»).
Innanzitutto vedremo, nelle parti essenziali che ci interessano, le
liturgie «storiche» della Riforma: la liturgia di Lutero, quella di Calvino e
quella di Cranmer. Quindi la liturgia di Taizé, come massimo
avvicinamento, anche sul piano rituale alle posizioni cattoliche. Infine le
tre nuove preghiere eucaristiche del NOM e le preghiere eucaristiche V e
VI introdotte nel Rito Ambrosiano.
1. La liturgia eucaristica di Lutero1
Inizialmente Lutero cerca di interpretare i riti tradizionali nel
senso della sua teologia. Nel De captivitate babylonica riconosce che
soprattutto il Canone Romano ha un forte significato sacrificale.
Tuttavia pensa di potere interpretare le espressioni sacrificali
come interamente riferite all'offerta del pane e del vino, materia del
sacramento, o ai sacrifici spirituali dei cristiani, oppure alla preghiera,
«sacrificio delle labbra».
«Anche le parole del canone sembrano esprimere questa opinione
(l'erronea opinione che la Messa sia un sacrificio offerto a Dio), dove è
detto: "Questi doni, queste offerte, questo santo sacrificio", e più giù:
"questa offerta". Similmente in modo chiarissimo si chiede che riesca
accetto a Dio il sacrificio, come fu gradito il sacrificio di Abele, ecc.
Perciò Cristo viene definito vittima dell'altare. Concordano con queste
opinioni le parole dei santi Padri, numerosi esempi ed una lunga
tradizione costantemente mantenuta nel mondo intero. (...) Quali
argomenti dunque contrapporremo al canone della messa e all'autorità
dei Padri? Innanzitutto rispondo che, se non c'è niente da dire, è meglio
negare tutto, piuttosto che considerare la messa come un'opera buona o
un sacrificio, per non andare contro la parola di Cristo, perdendo
insieme la fede con la messa. Tuttavia, per salvare gli argomenti dei
Padri, diremo che dall'Apostolo (1 Cor 11, 18) apprendiamo come i
cristiani erano soliti riunendosi per la messa portare con sé cibo e
bevande che chiamavano collette, da distribuire ai poveri, seguendo
l'esempio degli Apostoli (At 4,34); dalle collette si prendevano il pane e il
vino destinati alla consacrazione. E poiché erano consacrati con parole
e preghiere secondo il rito ebraico, per cui erano levati in alto, come si
legge in Mosè, sono rimaste le parole e il rito di sollevare il pane e il vino
in segno di offerta, pur essendo stato abolito da gran tempo l'uso di
raccogliere i cibi e le bevande da offrire. (...) Perciò le parole sacrificio e
offerta si devono riferire non al sacramento e al testamento di Cristo,
ma alle collette. Perciò è rimasta la parola colletta per le preghiere fatte
durante la messa.
Per il medesimo motivo è avvenuto che il sacerdote, dopo aver
consacrato il pane e il calice, li innalzasse [rito dell'elevazione] non con
l'intenzione di offrire a Dio qualche cosa, poiché neppure con una
parola ricorda la vittima o l'offerta; è anche questo un resto del rito
ebraico, per il quale si levavano in alto quelle offerte che venivano
considerate accette a Dio insieme con il rendimento di grazie (...).
I sacerdoti, in questo secolo di rovina e di dannazione, stiano
attenti, mentre celebrano la messa, innanzitutto a riferire le parole del
canone maggiore e minore, con le collette che apertamente parlano di
sacrificio, non al sacramento, ma al pane e al vino, oppure alle
preghiere; ma quando il pane è stato benedetto e consacrato non può
più essere offerto, ma viene ricevuto in dono da Dio ...»2.
In seguito però Lutero cercò di adattare il rito alle sue concezioni.
Gli scritti nei quali si occupò in modo particolare della riforma liturgica
sono i seguenti: Dell'ordine del servizio divino nella comunità («Von der
Ordnung des Gottesdienstes in der Gemeinde») preparato nel 1523 per
la comunità di Leisnig (Sassonia elettorale) che gli aveva chiesto un
ordinamento per il culto pubblico; la Formula missae et communionis,
del medesimo anno, composta per il predicatore Nicolaus Hausmann di
Zwickau, che si era lamentato con lui della eccessiva varietà di forme
liturgiche esistenti; e la Messa tedesca e ordine del servizio divino
(«Deutsche Messe und Ordnung des Gottesdienstes») del 1526.
La riforma liturgica di Lutero si risolve in una soppressione
radicale del Canone; nel suo «Servizio divino» non si riscontra neppure
la struttura di una preghiera eucaristica. Al suo posto (nella Deutsche
Messe) c'è un prefazio, trasformato in una esortazione, con le parole
dell'istituzione e della comunione. Il nucleo centrale della Messa, con
uno schematismo che riflette meccanicamente la teologia eucaristica
elaborata per es. nel De captivitate babylonica, consta di due parti: a) il
testamento divino, cioè le parole dell'istituzione e b) la distribuzione del
sacramento.
La struttura si articola così: Introito, Kyrie, Colletta, Epistola e
Vangelo, Professione di fede, Omelia, Parafrasi del Pater, Azione
eucaristica (testamento e distribuzione), Inno eucaristico, Sanctus,
Colletta e benedizione.
Riporto qui di seguito la parafrasi del Pater e l'azione eucaristica
che – nella Deutsche Messe – sostituiscono l'offertorio e la Preghiera
eucaristica della Messa cattolica. Le rubriche sono in corsivo:
Dopo la predica deve seguire una parafrasi pubblica del Padre Nostro e una
monizione per quelli che vogliono ricevere il sacramento, nel modo che segue
o in un modo migliore.
Segue una predica che sta al posto dell'Offertorio e del Prefazio
della Messa Romana. Riportiamo solo la fine
.. D'altra parte vi ammonisco nel Cristo, affinché accogliate con retta fede il
testamento di Cristo e soprattutto le parole, nelle quali Cristo ci dà il suo
corpo e il suo sangue per la remissione. Prendetele saldamente nel cuore,
affinché vi ricordiate dell'amore gratuito che ci ha dimostrato, salvandoci
tramite il suo sangue dall'ira divina e dalla morte e dall'inferno e quindi
prendiate esteriormente il pane e il vino, cioè il suo corpo e il suo sangue,
come vostra assicurazione e pegno. Dopo di che vogliamo compiere ed
usare il suo testamento nel suo nome e dietro suo ordine mediante le sue
proprie parole.
... Ma l'ammonizione può diventare una pubblica confessione.
ACTIO EUCHARISTICA
Poi segue l'azione [das Amt] e cioè nel modo che segue.
EXEMPLUM
Nostro Signore Gesù Cristo nella notte in cui fu tradito, prese il pane,
ringraziò e lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli e disse: Prendete e
mangiate. Questo è il mio corpo, che viene dato per voi. Tutte le volte che
fate questo, lo fate in memoria di me. Lo stesso fece col calice dopo la cena
e disse: Prendete e bevetene tutti, questo è il calice, un nuovo testamento
nel mio sangue che viene sparso per voi in remissione dei peccati. Tutte le
volte che fate questo bevete in memoria di me.
La differenza appare con evidenza nell'assenza totale di Preghiera
eucaristica e quindi di riferimento sacrificale.
Quello che Lutero ha inteso principalmente eliminare perché
particolarmente scomoda per la sua teologia è l'anamnesi offerta: «Unde
et memores ... offerimus ...»3, oltre che, naturalmente, le preghiere
dell'offertorio: «Suscipe, sancte Pater» e «offerimus tibi, Domine, calicem
salutaris ...».
L'anamnesi-offerta rimane però nelle tre preghiere eucaristiche
nuove, dando un chiaro e inequivocabile significato sacrificale all'azione
eucaristica. Per rendersi conto di come ci si allontani qui
sostanzialmente dalla teologia di Lutero, basta confrontare l'anamnesi –
offerta della Preghiera II (la più povera di significati sacrificali):
«Celebrando il memoriale (...) ti offriamo, Padre, il pane della vita e il
calice della salvezza ...», con la chiara posizione luterana: «Quando il
pane è stato benedetto o consacrato non può più essere offerto ma viene
ricevuto in dono da Dio»4.
Lutero avrebbe respinto questa formula con lo stesso vigore con
cui respinse l'«Unde et memores ...», perché, pur nella sua povertà,
racchiude il nocciolo della posizione cattolica. Si possono lecitamente
rimpiangere le ricchezze delle preghiere offertoriali soppresse e
l'insistenza delle non inutili ripetizioni, dobbiamo però riconoscere che
le nuove preghiere intendono accompagnare ed esprimere l'offerta di un
sacrificio.
In alcune forme liturgiche luterane attuali la preghiera eucaristica
ha fatto la sua ricomparsa, tuttavia sempre con riferimenti precisi alle
posizioni tipiche del luteranesimo: enfasi particolare nel sottolineare
l'unicità e la sufficienza del sacrificio della Croce, pane e vino come
«segno della presenza di Cristo», presenza di Cristo «nel pane e nel vino»
o «sotto il pane e il vino», ecc.5.
Così, per esempio, nell'attuale liturgia valdese (che ha però come
principale fonte di ispirazione la teologia di Calvino), se ha fatto la sua
ricomparsa una formula che riecheggia l'anamnesi-offerta, essa non
esce dallo schema luterano del testamento-comunione: «Noi vogliamo
ora commemorare il sacrificio del nostro Salvatore, partecipando alla
comunione del suo corpo e del suo sangue nella celebrazione della
santa cena».
L'anamnesi si consuma interamente nella comunione, mentre, se
di offerta si può parlare, essa è soltanto la offerta riconoscente della
nostra vita»6 intesa come ben distinta da quella di Cristo Salvatore.
Così, in un'altra formulazione: «Commemorando il sacrificio unico e
perfetto del Signore nostro Gesù Cristo sulla croce, nella gioia della
risurrezione e nell'attesa della sua venuta, ti offriamo noi stessi in
sacrificio vivente e santo ...»7. Il sacrificio attualmente offerto è dunque
il sacrificio vivente e santo di Rm 12, 1, non il sacrificio unico e perfetto
di Cristo presente sotto i segni sacramentali.
2. La liturgia eucaristica di Calvino8
Per Calvino la predicazione è l'unico mezzo di grazia che comunica
la salvezza, mentre i sacramenti si limitano a confermarla. La sua
riforma liturgica sfocia quindi naturalmente in un culto tutto incentrato
sulla predicazione.
La struttura che prende il «Servizio divino» con la riforma di
Calvino (1553) è la seguente: 1) Preghiera per la Chiesa; 2) Lettura della
narrazione dell'istituzione secondo Paolo; 3) Scomunica dei peccatori
scellerati; 4) Esortazione sulla dottrina della Cena; 5) Comunione; 6)
Ringraziamento; 7) Benedizione finale.
Riportiamo il testo del racconto dell'istituzione con la rubrica che
l'accompagna.
Poi, dopo aver fatto le preghiere e la confessione di fede per testimoniare a
nome del popolo che tutti vogliono vivere e morire nella dottrina e religione
cristiana, dice ad alta voce:
Ministro: Ascoltiamo come Gesù Cristo ci ha istituito la sua santa Cena
secondo che san Paolo lo racconta nell'undicesimo capitolo della prima ai
Corinti ...
Segue il testo di 1 Cor 11, 23-29 che costituisce l'«anamnesi».
È evidente il totale prevalere dell'aspetto di narrazione e quindi di
memoria puramente soggettiva.
Significative, fra tante altre, anche queste espressioni, contenute
nell'esortazione:
Eleviamo i nostri spiriti in alto, dove è Gesù Cristo nella gloria del suo
Padre e dove l'attendiamo in nostra redenzione. E non ci attardiamo su
questi elementi terreni e corruttibili, che vediamo con gli occhi e tocchiamo
con le mani, per cercarlo qui, come se fosse imprigionato nel pane e nel
vino ... Contentiamoci dunque, d'avere il pane e il vino per segni e
testimonianze, cercando spiritualmente la verità dove la parola di Dio
promette che la troveremo.
3. La liturgia eucaristica di Cranmer9
La liturgia di Cranmer è la liturgia anglicana introdotta col
decreto di Edoardo VI (1547), dopo l'approvazione del senato (21
gennaio 1549), nel «Book of the common prayer and administration of
the sacraments and other rites and ceremonies of the churche after the
use of the churche of England». In questa prima edizione Cranmer si
ispira agli ordinamenti luterani e zwingliani. Ne risulta un servizio
liturgico con questa struttura: Introito e Kyrie, Gloria, Collette, Lezioni e
professione di fede, Omelia o esortazione alla comunione, Offertorio,
Prefazio, Preghiera eucaristica, Anamnesi, Preghiera domenicale, Rito
della pace, Confessione prima della comunione, Invocazione
dell'assoluzione, Preghiera prima della comunione, Comunione sotto le
due specie, Canto alla comunione, Rendimento di grazie dopo la
comunione, Benedizione del popolo.
Non c'è elevazione né ostensione del Sacramento per i fedeli. Nella
II edizione del Prayer Book sono eliminate anche le intercessioni che,
tolte dal canone, si riducono alla preghiera dei fedeli e viene soppressa
anche l'anamnesi. Anamnesi che tuttavia, anche nella I edizione,
rispondeva alla dottrina teologica di Zwinglio, che è quella che accentua
maggiormente il carattere soggettivo del memoriale.
Ecco la preghiera eucaristica (le sottolineature sono nostre):
È veramente cosa degna e giusta, nostro dovere rendere grazie in ogni
tempo e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed
eterno. Per questo, con gli angeli e gli arcangeli, e con tutta la santa
compagnia dei cieli, noi lodiamo ed esaltiamo il tuo nome glorioso,
lodandoti senza fine e dicendo Santo, santo, santo, il Signore Dio degli
eserciti. Il cielo e la terra sono pieni della tua gloria! Osanna nel più alto
dei cieli. Benedetto è colui che viene nel nome del Signore: Gloria a te, o
Signore, nei cieli altissimi.
Dio onnipotente e da sempre vivente, che, per mezzo dei tuoi santi
apostoli, ci hai insegnato a rivolgerti preghiere e suppliche e a rendere a te
grazie per tutti gli uomini: noi umilmente ti supplichiamo di ricevere nella
tua grande misericordia queste preghiere che noi offriamo alla tua divina
maestà, supplicandoti di ispirare continuamente la chiesa universale con
lo Spirito di verità, di unità e di concordia; accorda a tutti coloro che
confessano il tuo santo nome di intendersi nella verità della tua santa
parola e di vivere nell'unità e nell'amore divino.
In modo particolare, noi ti preghiamo di salvare e difendere il tuo servo
Edoardo nostro re, in modo che sotto di lui possiamo essere governati nella
pietà e nella tranquillità. Accorda a tutto il suo Consiglio e a tutti coloro
che egli ha provvisto di autorità sotto di sé di amministrare la giustizia
vera ed equa, per punire la malvagità e il vizio e mantenere la divina
religione e la virtù.
O Padre celeste, dona a tutti i vescovi, pastori e parroci la grazia, sia per la
loro vita sia per la loro dottrina, di esporre la tua parola vivente e veritiera
e di amministrare degnamente e fedelmente i tuoi sacramenti; e a tutto il
popolo dona la tua grazia celeste perché, con cuore umile e conveniente
riverenza, esso ascolti e riceva la tua santa parola, servendoti veramente
nella santità e nella giustizia per tutti i giorni della vita. Noi ti
supplichiamo molto umilmente, o Signore, di consolare e soccorrere nella
tua bontà tutti coloro che, in questa vita passeggera sono nel turbamento,
nelle preoccupazioni, nelle necessità, nella malattia o in qualsiasi altra
avversità. Specialmente raccomandiamo alla tua bontà misericordiosa
questa comunità, qui radunata nel tuo nome per celebrare la
commemorazione della gloriosissima morte del tuo Figlio. E ti rendiamo la
più alta lode e le più sincere azioni di grazie per la grazia e la virtù
meravigliosa che hai fatto risplendere nei tuoi santi fin dall'inizio del
mondo; prima di tutto nella gloriosa e sovranamente beata Vergine Maria,
Madre del tuo Figlio Gesù Cristo, nostro Signore e Dio e nei santi
patriarchi, profeti, apostoli, e martiri: sia tua volontà, o Signore, accordarci
di seguire i loro esempi, la loro fermezza nella tua fede, e di osservare i tuoi
santi comandamenti.
Raccomandiamo alla tua misericordia, o Signore, tutti gli altri tuoi
servitori, che ci hanno lasciati con il segno della fede e ora riposano del
sonno della pace: accorda loro, te ne supplichiamo, la tua misericordia e la
pace eterna; nel giorno della risurrezione generale noi e tutti coloro che
appartengono al corpo mistico del tuo Figlio, potremo essere messi insieme
alla tua destra e sentire la sua gioiosa parola: Venite a me, o voi, benedetti
del Padre mio: possedete il regno che vi è stato preparato fin dall'inizio del
mondo; accordacelo, o Padre, per l'amore di Gesù Cristo, nostro unico
mediatore e avvocato.
O Dio, Padre celeste, nella tua commovente misericordia, ci hai dato il tuo
unico Figlio Gesù Cristo perché soffrisse la morte sulla croce per la nostra
redenzione: egli vi ha compiuto (con la sua unica oblazione offerta una sola
volta) un pieno, perfetto e sufficiente sacrificio, oblazione e soddisfazione per
i peccati del 'mondo intero; ha istituito e ci ha comandato nel suo santo
vangelo di celebrare una perenne memoria della sua preziosa morte fino a
che egli ritorni; ascoltaci, o Padre misericordioso, te ne supplichiamo e, con
il tuo Spirito santo e con la tua parola, sia tua volontà benedire e
santificare i tuoi doni qui presenti, queste creature di pane e di vino, in
modo che essi siano per noi il corpo e il sangue del tuo dilettissimo Figlio
Gesù Cristo. Egli, nella notte in cui fu tradito, prese del pane e, avendolo
benedetto e reso grazie, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo:
Prendete e mangiate: questo è il mio corpo dato per voi; fate questo in
memoria di me. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese la coppa e,
avendo reso grazie, la diede loro dicendo: Bevetene tutti, perché questo è il
mio sangue del nuovo testamento, sparso per voi e per molti in remissione
dei peccati: fate questo, tutte le volte che ne berrete, in memoria di me. Per
questo, o Signore e Padre celeste, secondo l'istruzione del tuo dilettissimo
Figlio, salvatore nostro Gesù Cristo, noi tuoi umili servi, celebriamo e
facciamo, alla presenza della tua divina maestà, con questi santi doni che
vengono da te, il memoriale che il tuo Figlio ha voluto che noi compissimo,
ricordando la sua beata passione, la sua possente risurrezione e la sua
gloriosa ascensione, rendendo a te le nostre più sincere azioni di grazie, per
i benefizi innumerevoli che egli ci ha così procurati, desiderando solamente
dalla tua bontà paterna che voglia accettare misericordiosamente questo
nostro sacrificio di lode e di azione di grazie: supplicandoti molto umilmente
di accordare, per i meriti e la parte del tuo Figlio Gesù Cristo, e per la fede
nel suo sangue, che noi e la tua chiesa intera, possiamo ottenere la
remissione di tutti i nostri peccati e tutti gli altri benefici della sua
passione.
E noi, o Signore, qui ti offriamo e ti presentiamo, noi stessi, le nostre anime, i
nostri corpi come sacrificio conveniente, santo e vivente ai tuoi occhi,
supplicandoti umilmente che tutti coloro che parteciperanno alla tua santa
comunione possano ricevere degnamente il preziosissimo corpo e sangue
del tuo Figlio Gesù Cristo, possano essere ripieni della tua grazia e della
tua benedizione celeste ed essere fatti un solo corpo con il tuo Figlio Gesù
Cristo in modo che egli dimori in essi ed essi in lui.
E sebbene noi siamo indegni (per i nostri numerosi peccati) di offrirti
qualunque sacrificio, tuttavia ti supplichiamo di accettare questo nostro
doveroso servizio, e di comandare che queste preghiere e suppliche, per il
ministero dei tuoi santi angeli, siano portate fino al tuo santo tabernacolo,
davanti alla tua divina maestà, non avendo riguardo ai nostri meriti, ma
perdonandoci le nostre offese: per Cristo nostro Signore, per il quale, e con
il quale siano a te, o Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito santo, ogni
onore e gloria, nei secoli dei secoli. Amen.
[Modificato da Heleneadmin 10/02/2011 17:44]
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