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No World Order. Migliaia di vaccini ritirati

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2024 16:49
03/02/2014 17:13
 
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Le vaccinazioni pediatriche non sono più obbligatorie

In punta di diritto la copertura vaccinale imposta ai bambini per far ingrassare le multinazionali chimiche (in particolare la britannica e famigerata Glaxo che organizza anche in Italia convegni che ospitano incredibilmente alcune autorità di controllo condannate con sentenza passata in giudicato) non è più obbligatoria, ma pochi lo sanno e le istituzioni sanitarie nazionali, regionali e locali, sovente al soldo delle aziende farmaceutiche, tacciono, invece di tutelare concretamente il diritto alla salute dei minori. Anche l’obbligo scolastico può essere assolto dai non vaccinati. Ecco come fare per poter esercitare il legittimo diritto alla obiezione vaccinale in modo corretto, e senza conseguenze giuridiche di rilievo (a parte una possibile mini multa comunque contestabile, che molte Regioni ormai nemmeno applicano o hanno abolito). L’articolo 32 della Costituzione (norma fondamentale a cui sono subordinate tutte le altre) stabilisce che:"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana" (http://www.governo.it/Governo/Costituzione/1_titolo2.html). Pertanto, le leggi - L. 6 giugno 1939, numero 891, L. 4 febbraio 1966 n° 51, L. 20 marzo 1968 n° 419, L. 27 aprile 1981, numero 166, L. 27 maggio 1991, numero 165 – sono incostituzionali e vanno abrogate. E’ strano che nessun costituzionalista abbia fatto notare queste palesi incongruenze giuridiche. Come dicevano i latini: “pecunia non olet“. Infatti, la casta dei politicanti italidioti si è venduta mettendo a repentaglio la vita di milioni bambine e bambini. In primo luogo, è fondamentale che il dissenso alle vaccinazioni sia scritto e motivato. Quando arriva la comunicazione dell’incontro fissato per le vaccinazioni, rispondete al mittente (con raccomandata a ricevuta di ritorno) dichiarando, entrambi i genitori, la volontà di non voler vaccinare i propri figli, per le ragioni che seguono:

- Violazione dell’articolo 32 della Costituzione, poiché ai minori viene somministrato l’esavalente e non il quadrivalente, inoculando altri due vaccini non obbligatori;

- Mancata allegazione dei foglietti illustrativi (i cosiddetti bugiardini) dei vaccini, oltre che mancata precisa indicazione dei lotti vaccinali completi di tutti i dati identificativi dei farmaci che si intenderebbero utilizzare;

- Mancata indicazione precisa dei rischi alla salute e delle comuni reazioni indesiderate legati ai vaccini, e mancata promozione della conoscenza della legge 210 del 1992 in materia di danno da vaccino, che deve essere obbligatoriamente portata a conoscenza delle famiglie prima della profilassi vaccinale;

- Impossibilità oggettiva per la ASL di adempiere alla normativa nazionale sulle vaccinazioni obbligatorie, perché sprovvista delle dosi monovalenti degli unici vaccini obbligatori nel nostro Paese, ossia antipolio, antiepatite B antidifterica ed antitetanica;

- Mancata effettuazione di test preventivi di tipo genetico, immunitario, allergologico e di ricerca di intolleranze alimentari su genitori e bambino, indispensabili per verificare una possibile idiosincrasia ai vaccini dell’organismo del soggetto ricevente;

- Presenza di mercurio vietato dalle normative italiane. L’anno scorso l’Infanrix Hexa (prodotto dalla Glaxo Smith Kline e somministrato ancora ai bambini in Italia) è stato messo al bando in alcuni Paesi europei e non (Slovacchia, Spagna, Germania, Francia, Australia).

Ovviamente, non dovete presentarvi all’incontro indicato nella comunicazione della ASL, né firmare alcun modulo, ma limitarvi a spedire la vostra lettera raccomandata con ricevuta di andata e ritorno. In alcune Regioni, in particolare il Veneto, sono in vigore specifiche normative a tutela degli obiettori, ma comunque questa procedura ha valore per l’intero territorio nazionale. Il Decreto Legge 273 del 6 Maggio 1994, convertito con legge 490 del 20 Novembre 1995 ha stabilito che: «l’esecuzione delle vaccinazioni obbligatorie su minori non può essere coercitivamente imposta con intervento della forza pubblica». In altri termini, il deferimento è ancora tecnicamente possibile, ma non porterà alla vaccinazione coatta se i genitori esporranno le ragioni motivate del loro dissenso. Sono rimaste in vigore – e solo in alcune Regioni – le sanzioni pecuniarie, per chi non intende dare seguito alle richieste della Amministrazione Sanitaria. E’ possibile, inoltre, chiedere l’esonero dalle vaccinazioni, ai sensi del comma 4 dell’articolo 9 del citato Decreto, con certificato del pediatra di base o di medico specialista privato, non sindacabile da parte delle Aziende sanitarie locali. Sono previste a livello regionale ulteriori modifiche in positivo della normativa statale in Piemonte, nella Provincia autonoma di Trento, nel Veneto, nell’Emilia Romagna ed in Toscana. Per la cronaca, l’antiepatite virale B fu introdotta a suon di tangenti dall’allora ministro De Lorenzo condannato per aver intascato una grossa mazzetta per far promulgare la legge – 27 maggio 1991, numero 165 – controfirmata da Andreotti e Cossiga. Numerosi pediatri o sono stati comprati (alla voce comparaggio) dal miglior offerente sul mercato della salute, oppure sono ignoranti in materia. Sulla vita dei bambini non si devono fare affari di qualsiasi genere. E’ CHIARO?

Decreto Legge 273 del 6 Maggio 1994, convertito con legge 490 del 20 Novembre 1995 Art. 9

1. A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, l’esecuzione delle vaccinazioni obbligatorie su minori non può essere coercitivamente imposta con l’intervento della forza pubblica.

2. Resta ferma l’operatività delle sanzioni previste a carico di coloro che esercitano la potestà parentale o la tutela sul minore, nonché dei direttori degli istituti di assistenza pubblica o privata in cui il minore è ricoverato o delle persone affidatarie di minori ai sensi della legge 4 maggio 1983, n. 184.

3. I soggetti indicati al comma 2 sono personalmente responsabili di ogni effetto dannoso subito dal minore o da terzi, conseguente all’inosservanza delle disposizioni di legge sulle vaccinazioni obbligatorie.

4. Ai fini dell’esonero dalla obbligatorietà delle vaccinazioni il certificato del medico curante o del medico specialista, presentato dall’interessato, è vincolante per l’unità sanitaria locale.

Le vaccinazioni pediatriche distruggono l’immunità naturale, spesso invalidano a vita i piccoli (alla voce autismo), a volte uccidono e provocano malattie inguaribili come effetti collaterali.

Normative di riferimento

www.edizionieuropee.it/data/html/66/zn98_01_028653.html
www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1995-1...
www.edizionieuropee.it/data/html/49/zn86_06_013.html

Sentenza tribunale di Pesaro del novembre 2013 (riconoscimento dei danni da vaccino che hanno causato autismo):
autismoevaccini.files.wordpress.com/2013/11/sentenza-trib-lav-pesaro-autismo-nov-...
autismovaccini.org/2013/11/14/tribunale-di-pesaro-nuova-sentenza-per-autismo-da-vacci...

Inchieste di Gianni Lannes:
sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=vaccini

Post scriptum

Egregio primo ministro pro tempore Enrico Letta, in ogni caso, le normative in materia di obbligatorietà vanno abrogate in tempi urgenti! La salute è sempre e concretamente al primo posto, mentre il profitto all’ultimo.

CARE ISTITUZIONI SANITARIE E POLITICHE, NON VI PERMETTE PIU’ DI MINACCIARE I GENITORI OBIETTORI IN MATERIA DI INUTILI E PERICOLOSI VACCINI, CHE SERVONO SOLTANTO A FABBRICARE MALATI A VITA.

Gianni Lannes
2 dicembre 2013
www.stampalibera.com/?p=69051
[Modificato da wheaton80 03/02/2014 17:29]
23/03/2014 19:30
 
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Il vaccino contro l’Epatite B: obbligatorio grazie ad una tangente

Il vaccino dell’Epatite B è obbligatorio in Italia dal maggio 1991: a prendere questa decisione è stato l’allora Ministro della Sanità Francesco de Lorenzo. Quest’ultimo, insieme al responsabile del settore farmaceutico del ministero, Duilio Poggiolini, intascò ben 600 milioni di lire dall’azienda Glaxo -SmithKline, unica produttrice del vaccino Engerix B. La somma servì per rendere il vaccino obbligatorio in Italia. Entrambi i ministri sono stati condannati in via definitiva con sentenza della Cassazione per questo e per altri gravi reati. La Corte ha deciso di condannarli “avendo percepito somme da numerose case farmaceutiche, producendo un danno erariale derivato dalla ingiustificata lievitazione della complessiva spesa farmaceutica, determinata dalla violazione degli obblighi di servizio riferibili a ciascuno”. Il vaccino dell’Epatite B viene somministrato ai neonati nei primi mesi di vita e, anche dopo la condanna, continua ad essere obbligatorio. Tante domande sorgono spontanee: il vaccino è sicuro per i nostri bambini? E’ davvero necessario somministrarlo ad una così tenera età? Come possiamo fidarci dello Stato Italiano?

Fonte: www.facebook.com/photo.php?fbid=478388538906496&set=a.234750079937011.57464.233426770069342&am...

www.informarexresistere.fr/2014/03/23/il-vaccino-contro-lepatite-b-obbligatorio-grazie-ad-una-t...
23/03/2014 20:11
 
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Vaccini, procura di Trani apre inchiesta su possibile connessione con autismo

La Procura di Trani ha avviato un’indagine conoscitiva, quindi senza indagati, sulla somministrazione del cosiddetto vaccino “raccomandato” (contro il morbillo, rosolia e parotite). L’inchiesta è condotta dal pm Michele Ruggiero ed è stata delegata ai carabinieri del Nas. Gli accertamenti sono partiti dopo la denuncia dei genitori di due bambini ai quali è stata diagnosticata dai medici una sindrome autistica che, secondo le denunce, potrebbe essere stata causata proprio dai vaccini. L’ipotesi di reato contro ignoti è di lesioni colpose gravissime. Lo scopo dell’inchiesta è capire se esiste una correlazione tra l’insorgere della sindrome e la vaccinazione. I bimbi interessati hanno circa tre anni. In Italia ci sono state diverse sentenze di condanna da parte di tribunali che hanno riconosciuto il nesso di causalità. La correlazione tra vaccino e autismo resta, per ora, un punto interrogativo. E, anche se sono passati diversi anni da quando gli studi che legavano i vaccini all’autismo sono stati ritirati dalle stesse riviste che li hanno pubblicati perché frode deliberata, ancora oggi si vedono gli effetti di quella campagna denigratoria, come nel caso dell’epidemia di morbillo dell’anno scorso in Gran Bretagna, che ha fatto anche un morto. A ribadire l’assenza di un legame è tornata l’Oms, che nel suo ‘vademecum’ pubblicato sul sito alla fine dell’anno scorso ha raccolto le principali domande sulla malattia. ”I dati epidemiologici disponibili non mostrano nessuna evidenza di correlazione tra il vaccino trivalente per morbillo, rosolia e parotite e l’autismo, e lo stesso vale per ogni altro vaccino infantile – si legge -. Studi commissionati dall’Oms hanno inoltre escluso ogni associazione con gli adiuvanti al mercurio usati in alcune formulazioni”. A suggerire un legame furono alcuni studi pubblicati dal medico inglese Andrew Wakefield nel 1998 su riviste come The Lancet e il British Medical Journal, che indagini successive hanno dimostrato essere falsi, tanto da meritare il ‘ritiro ufficiale’ da parte degli organi scientifici. Questi stessi studi sono i più citati dai vari movimenti contro i vaccini che proliferano soprattutto su Internet, le cui idee possono avere effetti molto gravi. I principali soggetti colpiti dall’epidemia nell’area di Swansea in Galles, ad esempio, erano proprio adolescenti che avrebbero dovuto essere vaccinati alla fine degli anno ’90.

23 marzo 2014
www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/23/vaccini-la-procura-di-trani-apre-uninchiesta-su-possibile-connessione-con-autismo...
27/03/2014 01:37
 
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Vaccino esavalente e morte in culla: tribunale di Pesaro riconosce nesso causale

Il tribunale di Pesaro, sezione lavoro, nella persona del dott. Pio Baldi, Giudice del Lavoro, nell'udienza del 1.7.2013 scorso ha pronunziato una sentenza di grande rilevanza per la giurisprudenza di questo paese viene indennizzata ai sensi della L. 210/92, art. 2, la morte in culla (SIDS) di una bambina in seguito al nesso causale con la somministrazione del vaccino (ESAVALENTE). I genitori erano rappresentati e difesi dall'Avv. Luca Ventaloro.

www.informasalus.it/it/data/allegati_docsc/tdl_pesaro_260-13_2013...

Il tribunale di Pesaro ha riconosciuto colpevole il Ministero della Salute e stabilito un risarcimento di 200.000 euro, più un vitalizio di circa 700 euro al mese e un ulteriore indennizzo ancora da quantificare, da destinare alla famiglia della bambina. La bambina, nata nel settembre 2002, è stata sottoposta a vaccinazione il 17.01.2003 ed è deceduta il successivo 07.02.2003. Si tratta di una sentenza in seguito al ricorso proposto dai genitori (28.01.2011) della bambina contro il Ministero che aveva negato l'indennizzo nel classico percorso ad ostacoli che molti genitori intraprendono nel tentativo di veder riconosciuto il loro sacrosanto diritto. Come sempre il Ministero aveva giocato la carta del difetto di legittimazione passiva (mancanza della titolarità del rapporto giuridico dedotto in giudizio) e di infondatezza della domanda della famiglia. Il giudice ha liquidato subito la prima istanza del Ministero: l'art. 123 del D.L. 31.03.1998 stabilisce che “sono conservate dallo Stato le funzioni in materia di ricorsi per la corresponsione degli indennizzi a favore di soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie …”. Questo impianto normativo è stato successivamente confermato dal DPCM 26.05.2000 all'art. 2. Si sono susseguite poi altre Sentenze della Corte di Cassazione dalla quale abbiamo l'ultimo pronunciamento (N. 12538 del 9.6.2011) che ha confermato sussistenza della Legittimazione passiva a carico del Ministero. Nel merito della domanda di indennizzo (fondatezza) il giudice ha nominato all'uopo un CTU. Nel caso concreto, il CTU dott. Fucili ha ritenuto che questo decesso (avvenuto pochi giorni dopo la vaccinazione) possa essere casualmente riconducibile alla stessa in termini possibilistici, per cui la sentenza è perfettamente in linea con lo spirito della L. 210/92. Le valutazioni del CTU sono state definite “frutto di esaurienti ed accurate indagini, immuni da vizi logici o da errori di metodo".

Il CTP (consulente di parte della famiglia) ha ritenuto che, in termini medici, sia altamente probabile che la morte della minore sia da attribuire alla somministrazione del vaccino del 17.01.2003. il Giudice ha fatto proprio questo assunto per i seguenti fondanti motivi:
- non è stato oggetto di contestazione da parte del Ministero che l
- la bambina nei primi tre mesi di vita era cresciuta in modo costante e quindi il suo dato di benessere precedente alla somministrazione del vaccino è un dato certo inconfutabile,
- soltanto dopo la vaccinazione si sono manifestati i problemi di salute che, debitamente documentati, nel giro di venti giorni hanno portato al decesso.

La notizia è stata ripresa da diverse testate giornalistiche, tra cui “Il Resto del Carlino”, nelle pagine di Pesaro e “Viverepesaro”. Come da prassi oramai consolidata si sono levate immediatamente le proteste dei benpensanti difensori ad oltranza delle vaccinazioni: una delle “perle di saggezza” che ci hanno somministrato in questi giorni è quella dell'esimio Prof. Roberto Burioni, virologo e immunologo Università Vita Salute San Raffaele, Milano, il quale, sempre dalle pagine dello stesso quotidiano ci illumina sull'argomento con un articolo dal titolo “Vaccinarsi non uccide”. Il professore ci rassicura in quanto alla pericolosità del vaccino esavalente, che lui stesso definisce “… assolutamente sicura ed è oramai provato oltre ogni ragionevole dubbio che ad essa non sono associati effetti collaterali di una qualunque importanza …”. Una sicurezza imbarazzante!!!

Chi volesse leggere dell'esimio Prof. può consultare la pagina www.unisr.it/persona.asp?id=359, dove potrà trovare, fra la lista di innumerevoli attestati curriculari di cui egli si può fregiare, l'indicazione:

“… È responsabile di un laboratorio di ricerca immunologica volto allo studio della risposta immune contro patogeni umani e alla progettazione di vaccini artificiali, finanziato ininterrottamente dal 1999 fino ad oggi dall'Istituto Superiore di Sanità e dal Fondo per la Ricerca di Base del Ministero della Ricerca Scientifica. È autore di numerosi lavori scientifici su riviste internazionali ed è stato relatore a numerosi congressi internazionali. È titolare di diversi brevetti internazionali relativi a procedure di immunologia molecolare, anticorpi monoclonali umani e a farmaci immunologici …”

Possiamo dire quindi che, se non altro, l'opinione dell'emerito… non dovrebbe essere, in teoria, del tutto disinteressata. Ma il nostro “emerito” non si limita a snocciolare la solita litania: temerario com'è si lancia in un impavido giudizio di merito anche sul giudice del lavoro che viene definito (indirettamente) un IGNORANTE. Per noi invece riserva un appellativo più “scolastico” dandoci dei ‘somari’:“…Nonostante la moltitudine di somari che su internet sostiene senza alcuna prova scientifica il contrario, le vaccinazioni sono sicurissime…”. Dal momento che, probabilmente, l'esimio Burioni non ha nemmeno lui delle forti argomentazioni a sostegno delle sue “opinioni” non trova di meglio che affidarsi ad uno “studio estremamente rigoroso ed ampio pubblicato dal Robert Koch Institute a pagina 2349 della prestigiosissima rivista scientifica Vaccine nel marzo del 2012”, studio dal quale ovviamente si deduce che “il rischio di morte improvvisa non è né aumentato né ridotto dopo la vaccinazione”. Ora, per curiosità, siamo andati a cercarci questo studio “rigoroso” e abbiamo scoperto delle cose abbastanza interessanti!

Innanzitutto si apprende dal Sommario che lo studio è stato condotto nel periodo che va dal luglio 2005 al luglio 2008. Sono stati studiati 254 casi di SIDS per stabilire una eventuale correlazione fra loro e la vaccinazione esavalente. Già questa premessa denota una indagine con un pregiudizio di fondo: non si indagano le morti di SIDS per capirne la causa, bensì per escluderne una in particolare. L'analisi di studio principale, più ulteriori analisi, non hanno mostrato (ovviamente …) un aumento del rischio di morte improvvisa entro una settimana dopo la vaccinazione esavalente. C'è da chiedersi chi abbia stabilito questo criterio temporale “restrittivo” (il caso in questione è avvenuto dopo venti giorni dalla somministrazione del vaccino e non sarebbe mai rientrato in questa statistica …). Ma la cosa più ridicola sono le conclusioni a cui arriva uno studio così “prestigioso”: “Quasi tutti i bambini che sono morti in stretta relazione temporale con la vaccinazione riportavano i fattori di rischio per la sindrome da morte improvvisa del lattante (SIDS): dormire in posizione prona, fumo materno o rischio di ipertermia (bambini troppo vestiti)”.

Dulcis in fundo la presentazione del lavoro ci dona involontariamente un rigurgito di “trasparenza”, quando nel pavoneggiarsi per il prestigio ci informa che “Per questo studio, l'RKI ha avuto il sostegno delle autorità sanitarie locali, istituti di medicina legale e pediatri della Germania. Lo studio è stato sostenuto e sponsorizzato inoltre dal Paul-Ehrlich-Institute (PEI) e dal Ministero federale della sanità (Bundesministerium für Gesundheit). Inoltre è stata fornita la sponsorizzazione di prestigiose aziende farmaceutiche come GlaxoSmithKline Biologicals e Sanofi-Pasteur MSD”. COMPLIMENTI, siamo senza parole!!!

Nello stesso periodo in cui è stato condotto questo studio abbiamo cercato (a campione) altri contributi in rete e abbiamo scovato questo interessante lavoro:

"Sudden infant death syndrome (SIDS)
Standardised investigations and classification: Recommendations

Di Thomas Bajanowski, Åshild Vege, et al., accepted 10 May 2006, published online 28 June 2006.

Abstract
La Sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS) rappresenta ancora una parte considerevole di morti infantili inaspettate in molti paesi. Mentre numerose teorie sono state avanzate per spiegare questi eventi, è sempre più chiaro che queste morti sono la conseguenza di una complessa interazione di fattori endogeni e idiosincratici ereditabili che interagiscono con fattori esogeni… sono emerse contraddizioni e mancanza di consistenza nella letteratura scientifica per diversità di approccio nelle autopsie, applicazioni variabili di criteri diagnostici e l'uso incoerente di definizioni. Viene delineato un approccio alla morte improvvisa del neonato con una discussione sul prelievo dei campioni dei tessuti, indagini accessorie e utilizzo di controlli nei progetti di ricerca. La standardizzazione delle indagini sulla mortalità infantile, con l'applicazione delle definizioni e protocolli uniformi, garantirà una indagine ottimale dei casi individuali e permetterà dei confronti internazionali."

www.fsijournal.org/article/S0379-0738%2806%2900312-4/abstract

Quindi nello stesso periodo in cui veniva effettuato lo studio dell'RKI altri studiosi (non il COMILVA …) si ponevano ancora tutta una serie di interrogativi sulle metodologie di indagine per spiegare questo fenomeno e arrivavano, comunque, ad una conclusione ragionevole, ossia che l'evento fosse una “conseguenza di una complessa interazione di fattori endogeni che interagiscono con fattori esogeni”… e le vaccinazioni sono certamente uno di questi!

Caro Prof. Burioni, noi forse potremo essere anche dei “somari” ma certamente non siamo così sciocchi e disponibili a berci il suo brodino tiepido di corbellerie confezionate tanto per rilasciare un'intervista “riparatrice”. Per quanto riguarda il Giudice e l'offesa che lei le ha maldestramente indirizzato se la vedrà direttamente con chi di dovere. Da parte nostra sappiamo come difenderci, non si preoccupi. Come sempre, persone come lei, quando non sanno come controbattere con “argomentazioni scientifiche” passano direttamente all'offesa generalizzata: grande segno di maturità e spessore morale, non c'è che dire!!!

23/09/2013
Fonte: Comilva
www.informasalus.it/it/articoli/vaccino-morte-culla.php
[Modificato da wheaton80 27/03/2014 01:43]
06/04/2014 05:37
 
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La Dr.ssa Diane Harper, creatrice del vaccino Gardasil, ammette: vaccino inutile e pericoloso

La Dr.ssa Diane Harper è stata ricercatrice nello sviluppo dei vaccini contro il virus del papilloma umano HPV, Gardasil e Cervarix. La dottoressa, dopo aver partecipato alla formulazione ed aver studiato gli effetti che questi due vaccini hanno sulla salute, aggiunge la sua autorevole voce al coro che denuncia la pericolosità di questi vaccini. Pericolosità già testimoniata dai tanti casi di danni riportati da giovani ragazze in conseguenza dell’inoculazione di questi vaccini, e da approfondite ricerche come quella documentata nel VIDEO in fondo all’articolo…

La Dr.ssa Harper ha fatto il suo sorprendente annuncio alla 4 ° Conferenza internazionale sulla vaccinazione pubblica, che si è tenuta a Reston, in Virginia dal 2 al 4 ottobre, 2009. Il suo discorso era atteso come voce favorevole alla promozione dei vaccini Gardasil e Cervarix, ma lei invece ha screditato pubblicamente i vaccini delle aziende per le quali aveva lavorato. Interrogati circa la presentazione, i membri del pubblico presente, hanno sottolineato il fatto di essere venuti via dalla conferenza con la netta sensazione che i vaccini non debbano essere utilizzati.

“Sono venuto via dal colloquio con la percezione che il rischio di effetti collaterali è molto maggiore del rischio di cancro del collo dell’utero, non ho potuto fare a meno di chiedermi quale utilità abbia il vaccino.” – Joan Robinson

La Dr.ssa Harper ha spiegato nella sua presentazione che il rischio di cancro cervicale negli Stati Uniti è già molto basso e che le vaccinazioni non rischiano di avere alcun effetto sul tasso di cancro cervicale negli Stati Uniti. Infatti, il 70% di tutte le infezioni da HPV si risolvono senza trattamento in un anno, e il numero sale a ben oltre il 90% in due anni. Tutti i test dei vaccini sono stati fatti su bambine di età che vanno dai 15 anni in su, malgrado ciò, attualmente tali vaccini sono commercializzati anche per bambine di 9 anni di età. Finora, 15.037 ragazze hanno riportato effetti collaterali negativi causati dal solo Gardasil, registrati dal Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), e questo numero riflette solo i dati riportati da genitori che sono riusciti a superare gli “ostacoli” relativi alla segnalazione delle reazioni avverse. Al momento, è ufficialmente noto che 44 ragazze sono morte a causa di questi vaccini. Gli effetti indesiderati riportati includono la Sindrome di Guillian Barré (paralisi della durata di anni o permanente – che, alle volte, causa soffocamento), lupus, convulsioni, coaguli di sangue e infiammazione del cervello. I genitori di solito non sono a conoscenza di questi rischi. La Dr.ssa Harper, che ha sviluppato questi vaccini, ha affermato che stava parlando apertamente, per poter finalmente “dormire la notte” e fare “sonni tranquilli”, senza scrupoli di coscienza dovuti ai pericoli legati a questi vaccini che lei stessa ha documentato durante i lavori per il loro sviluppo.

“Circa otto donne su dieci, che sono sessualmente attive, avranno l’HPV ad un certo punto della loro vita. Normalmente non ci sono sintomi, e nel 98 per cento dei casi esso si risolve. Ma in quei casi in cui ciò non avviene, e non viene trattato, può portare a cellule precancerose che possono evolvere in cancro cervicale. “ - Dr. Diane Harper

Quando riferisce che i casi non trattati “possono” portare a qualcosa che “potrebbe” portare al cancro del collo dell’utero, in realtà significa che il rapporto è solo una congettura ipotetica che è redditizia se la gente realmente ci crede. In altre parole, non vi è alcuna relazione dimostrata tra la condizione per la quale si è vaccinati e i rari tumori che il vaccino potrebbe prevenire, ma è comunque commercializzato come efficace. Infatti, non vi è alcuna prova reale che il vaccino possa prevenire qualsiasi cancro. Per ammissione degli stessi produttori, il vaccino funziona solo su 4 dei 40 ceppi di una malattia venerea specifica che si risolve da sola in un periodo relativamente breve, quindi la possibilità che esso effettivamente aiuti un individuo è veramente irrisoria. La Dott.ssa Harper ha dichiarato che le morti per Gardasil sono state sottovalutate dal “US Centers for Disease Control and Prevention (CDC)”, che ha dato l’illusione che il vaccino fosse in qualche modo sicuro. Al di là di questo, la dottoressa Harper ha sganciato la sua “bomba” quando ha detto ai giornalisti che il beneficio per la salute pubblica dei vaccinati con Gardasil “è nullo”, aggiungendo che il vaccino non ha portato ad “alcuna riduzione dei tumori cervicali”.

www.youtube.com/watch?v=oX8u2OxzfnM

18 agosto, 2013
laviadiuscita.net/la-dr-ssa-diane-harper-sviluppatrice-del-vaccino-gardasil-ammette-vaccino-inutile-e-per...
[Modificato da wheaton80 06/04/2014 05:37]
08/04/2014 01:42
 
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Il business segreto della vendita dei virus che coinvolge aziende e trafficanti



Un pacco anonimo spedito dall'estero con un corriere postale. Dentro, in una confezione termica, alcuni cubetti di ghiaccio molto speciali: contengono uno dei virus dell’aviaria, l’epidemia che dieci anni fa ha scatenato il panico in tutto il pianeta. Quando il postino lo consegna, il destinatario è assente: è il manager italiano di una grande azienda veterinaria. La moglie lo chiama al telefono: «Cosa devo farci?». «Mettilo subito nel congelatore». Sembra il copione di un film apocalittico, con la malattia trasmessa da continente a continente scavalcando tutti i controlli. Invece è uno degli episodi choc descritti in un’inchiesta top secret della procura di Roma sul traffico internazionale di virus, scambiati da ricercatori senza scrupoli e dirigenti di industrie farmaceutiche: tutti pronti ad accumulare soldi e fama grazie alla paura delle epidemie. Questa indagine svela il retroscena dell’emergenza sanitaria provocata dall’aviaria in Italia. E si scopre che i ceppi delle malattie più contagiose per gli animali e, in alcuni casi, persino per gli uomini viaggiano da un Paese all’altro, senza precauzioni e senza autorizzazioni. Esistono trafficanti disposti a pagare decine e decine di migliaia di euro pur di impadronirsi degli agenti patogeni: averli prima permette di sviluppare i vaccini battendo la concorrenza. L’indagine è stata aperta dalle autorità americane e poi portata avanti dai carabinieri del Nas. Perché l’Italia sembra essere uno snodo fondamentale del traffico di virus. Al centro c’è un groviglio di interessi dai confini molto confusi tra le aziende che producono medicinali e le istituzioni pubbliche che dovrebbero sperimentarle e certificarle. Con un sospetto, messo nero su bianco dagli investigatori dell’Arma: emerge un business delle epidemie che segue una cinica strategia commerciale. Amplifica il pericolo di diffusione e i rischi per l’uomo, spingendo le autorità sanitarie ad adottare provvedimenti d’urgenza. Che si trasformano in un affare da centinaia di milioni di euro per le industrie, sia per proteggere la popolazione che per difendere gli allevamenti di bestiame. In un caso, ipotizzano perfino che la diffusione del virus tra il pollame del Nord Italia sia stata direttamente legata alle attività illecite di alcuni manager.

Indagini Made in USA
Il traffico di virus è stato scoperto dalla Homeland Security, il ministero creato dopo le Torri Gemelle per stroncare nuovi attacchi agli Stati Uniti. Nel loro mirino è finita un’attività ad alto rischio: l’importazione negli States di virus dall’Arabia Saudita per elaborare farmaci, poi riesportati nel Paese arabo. Il presidente e tre vice presidenti della compagnia farmaceutica incriminata per l’operazione sono stati condannati a pene pesanti. Fondamentale per l’indagine è la testimonianza di Paolo Candoli, manager italiano della Merial, la branca veterinaria del colosso Sanofi: l’uomo ha patteggiato l’immunità in cambio delle rivelazioni sul contrabbando batteriologico. Ai detective ha descritto come nell’aprile 1999 si fece spedire illegalmente a casa in Italia un ceppo dell’aviaria tramite un corriere Dhl. A procurarlo era stato il veterinario statunitense di un allevamento di polli saudita, condannato negli Usa a 9 mesi di prigione e 3 anni di libertà vigilata per “cospirazione in contrabbando di virus”. Chiusi i processi, nel 2005 l’Homeland Security ha trasmesso i verbali di Candoli ai carabinieri del Nas. Gli investigatori sin dai primi accertamenti si rendono conto di avere davanti uno scenario da incubo. Infatti, sottolineano i carabinieri, l’arrivo del virus in casa Candoli coincide con l’insorgenza nel Nord Italia, a partire proprio dal 1999, della più grossa epidemia da virus H7N3 di influenza aviaria sviluppatasi negli allevamenti in Italia e in Europa. Già all’epoca le indagini condotte dal Nas di Bologna avevano evidenziato l’esistenza di una organizzazione criminale dedita al traffico di virus ed alla produzione clandestina di vaccini proprio del tipo H7: antidoti che in quel momento venivano somministrati clandestinamente ai polli degli stabilimenti italiani.

Relazioni eccellenti
L’inchiesta dell’Arma si allarga in poche settimane, seguendo le intercettazioni disposte dai magistrati di Roma. Candoli nella capitale sa come muoversi: sponsorizza convegni medici organizzati da professori universitari, regala viaggi e distribuisce consulenze ben pagate e questo gli permette di avere “corsie preferenziali” al ministero della Salute per ottenere autorizzazioni, riesce a far cambiare parere alla commissione consultiva del farmaco veterinario per mettere in commercio prodotti della Merial. Tra i suoi referenti più stretti c’è Ilaria Capua, virologa di fama internazionale, attualmente deputato di Scelta Civica e vice presidente della Commissione Cultura alla Camera. È nota per i suoi studi sul virus dell’influenza aviaria umana H5N1: la rivista “Scientific American” l’ha inserita tra i 50 scienziati più importanti al mondo, “l’Economist” due anni fa l’ha inclusa tra i personaggi più influenti del pianeta. Fino all’elezione alla Camera, era responsabile del Dipartimento di scienze biomediche comparate dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale (Izs) delle Venezie con sede a Padova. E con lei anche altri suoi colleghi della struttura veneta sono finiti nel registro degli indagati. Il risultato degli accertamenti del Nas ha portato il procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, a ipotizzare reati gravissimi. La Capua e alcuni funzionari dell’Izs sono stati iscritti nel registro degli indagati per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, all’abuso di ufficio e inoltre per il traffico illecito di virus. Stessa contestazione per tre manager della Merial. Secondo le conclusioni dei carabinieri, l’azione di Ilaria Capua con la complicità di altri funzionari dell’istituto di Padova avrebbe contribuito a creare un cartello fra due società, la Merial e la Fort Dodge Animal, escludendo le altre concorrenti, nella vendita di vaccini veterinari per l’influenza aviaria. Il marito della Capua, Richard John William Currie, lavorava alla Fort Dodge Animal di Aprilia, attiva nella produzione veterinaria. Anche Currie è indagato insieme ad altre 38 persone. Nell’elenco ci sono tre scienziati al vertice dell’Izs di Padova (Igino Andrighetto, Stefano Marangon e Giovanni Cattoli); funzionari e direttori generali del Ministero della Salute (Gaetana Ferri, Romano Marabelli, Virgilio Donini ed Ugo Vincenzo Santucci); alcuni componenti della commissione consultiva del farmaco veterinario (Gandolfo Barbarino, della Regione Piemonte, Alfredo Caprioli dell’Istituto superiore di sanità, Francesco Maria Cancellotti, direttore generale dell’istituto zooprofilattico di Lazio e Toscana, Giorgio Poli della facoltà di Veterinaria dell’università di Milano, Santino Prosperi dell’università di Bologna); coinvolta anche Rita Pasquarelli, direttore generale dell’Unione nazionale avicoltura. I fatti risalgono a sette anni fa ma molti degli indagati lavorano ancora nello stesso istituto.

Contrabbandieri

Il capitolo più inquietante è quello del traffico di virus, fatti entrare in Italia nei modi più diversi e illegali. Le intercettazioni telefoniche dei Nas di Bologna e Roma sono definite allarmanti: secondo gli investigatori c’è stato il serio rischio di diffondere le epidemie. Oltre ai plichi consegnati a domicilio con il virus congelato in cubetti di ghiaccio, c’erano altri sistemi di contrabbando. Candoli ne parla con alcuni colleghi della Merial di Noventa Padovana. Fra i metodi per importare in Italia agenti patogeni, c’era anche quello di nascondere le provette fra i capi di abbigliamento sistemati in valigia: in questo modo, spiegano, «sembrano i kit del piccolo chimico» e non destano sospetti in caso di controlli. Il manager rivela inoltre che i virus non sono stati fatti entrare illegalmente solo in Italia, ma anche in Francia per la realizzazione di vaccini nei laboratori della Merial a Lione. «In Francia comunque non ci sono mai stati problemi per importare i ceppi», dice Candoli, e aggiunge che lì hanno fatto arrivare anche virus esotici. Un altro dirigente dell’azienda spiega al telefono: «Ascolta Paolo, noi facciamo delle cose, molto più turche nel senso di difficoltà logistica, tu sai che facciamo il Bio Pox con il Brasile per cui figurati se ci fermiamo davanti a un problema che è praticamente un terzo di quello che facciamo con i brasiliani». Secondo gli investigatori del Nas, anche la Capua e l’Istituto Zooprofilattico sono coinvolti nel traffico illegale: la scienziata sarebbe stata pagata per fornire agenti patogeni. In una conversazione registrata è la stessa virologa a farne esplicito riferimento, sostenendo di aver ceduto ceppi virali in favore di un veterinario americano. Per i carabinieri, da alcune intercettazioni “appare evidente come il contrabbando dei ceppi virali dell’influenza aviaria, posto in essere dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, nelle persone di Ilaria Capua, Stefano Marangon e Giovanni Cattoli, con il concorso del marito della dottoressa Capua, Richard William John Currie, costituisca di fatto un serio e concreto pericolo per la salute pubblica per il mancato rispetto delle norme di biosicurezza”.

Corsa all’antidoto
Mettere le mani sui ceppi patogeni nel modo più rapido possibile, evitando la burocrazia sanitaria e le misure di sicurezza, è fondamentale per essere i primi a inventare e commercializzare gli antidoti. Nel caso del virus H7N3, sulla base di un’intercettazione, gli inquirenti ritengono che il ceppo sia stato fornito da Ilaria Capua. Una dirigente della Merial parla con Candoli e gli dice che sarebbe stato comprato a Padova:«Lo pagai profumatamente come tutti gli altri ceppi che abbiamo comprato da quella... ». Per i Nas “testimonia in maniera esplicita la condotta corruttiva di Capua”. Gli interlocutori sottolineano spesso i modi decisi della scienziata nelle questioni economiche. E lei stessa non nasconde al telefono di aver effettuato in passato consulenze che le avrebbero fruttato un guadagno giornaliero oscillante fra i mille e i millecinquecento euro. La donna racconta che quando è andata in Giappone si è fatta pagare in nero quattromila euro al giorno, tutti cash, così si è comprata il divano e l’armadio. «L’ho fatto perché, ti spiego, un consultant normale prende tipo, dai mille ai millecinquecento euro al giorno, e io più volte l’ho fatto, tipo per le mie like...». Poi spiega che si è fatta portare in giro con l’aeroplanino e di essersi fatta pagare più volte. Contattata da “l’Espresso”, Ilaria Capua conferma di conoscere Candoli, «ma di non aver mai venduto ceppi virali. Sono dipendente di un ente pubblico e non vendo nulla personalmente». E spiega: «I ceppi virali che si isolano in istituto sono di sua proprietà e io non ho venduto nulla a nessuno». Subito dopo la produzione del medicinale, in provincia di Verona scatta la vaccinazione d’emergenza per l’aviaria: il Ministero della Sanità autorizza proprio la Merial a fornire i farmaci. Gli investigatori fanno notare che pochi mesi prima, quando erano comparsi i focolai di un virus del tipo H7N1 negli allevamenti di polli di Lombardia e Veneto, il ministero aveva bloccato un’altra ditta, perché fabbricava il farmaco all’estero e non aveva spiegato l’origine del ceppo. Invece nessuno fa storie alla Merial, “nonostante questa avesse prodotto il vaccino in laboratori a Lione”.

Il brevetto d’oro

La Capua e i colleghi Marangon e Cattoli, lavorando all’Izs delle Venezie, scoprono un sistema che permette di individuare gli animali infetti. È un risultato molto importante, che diventa la strategia di riferimento della Fao e dell’Unione Europea per contrastare l’influenza, che dopo i volatili sembra minacciare anche gli umani. Lo chiamano Diva e ne registrano il brevetto. Le intercettazioni rivelano che firmano un contratto di esclusiva per cederlo a Merial e Fort Dodge. Secondo la ricostruzione degli investigatori, intorno a Diva la Capua e i suoi partners riescono a costruire grandi affari, chiudendo accordi internazionali, compresi quelli con i governi di Romania e Olanda. Questo è un capitolo controverso dell’indagine. Per gli inquirenti i tre scienziati sono funzionari pubblici perché dipendenti dell’Istituto zooprofilattico e quindi stipulare un contratto con Merial “appare del tutto indebito”, come “indebita appare la registrazione del brevetto”, perché il kit per il test Diva è stato realizzato “nell’ambito di un’attività istituzionale”. Il contratto con le due aziende viene considerato “del tutto illecito e contrario ai doveri di ufficio”: il 70 per cento delle royalties andrà, attraverso lo Zooprofilattico di Padova, ai tre funzionari, mentre solo il 30 rimarrà all’Istituto. Inoltre la stipula del contratto tra le due aziende e l’Izs, con la cessione di tutti i diritti sul brevetto, per gli investigatori costituisce una sorta di cartello che taglia fuori le altre ditte farmaceutiche. Dice la virologa al suo avvocato: «Se il brevetto viene concesso alle altre ditte, scusa la volgarità che non si confà a una signora, tanto più citata dal Sole24Ore, gli facciamo un culo che non la smette più». Adesso a “l’Espresso” spiega: «Abbiamo ceduto all’Istituto i diritti di sfruttamento del brevetto Diva e per questo, i tre inventori ad oggi non hanno mai preso alcuna somma di denaro. Le royalties sono negoziate dall’Istituto». Il giro d’affari che scaturisce da Diva è così forte che, come rivelano le conversazioni intercettate, spinge il marito della Capua a dedicarsi a tempo pieno a questa nuova attività, che chiamano “The Company”: l’uomo conclude affari in tutto il mondo, meritandosi il soprannome di “globale” e rappresenterebbe l’anello di congiunzione tra la struttura pubblica veneta e le aziende farmaceutiche. Capua in una conversazione con Marangon sostiene che Richard gli ha detto di scrivere che «hanno la disponibilità di un baculo virus N1 italiano, mentre quello asiatico lo stanno “cloney”» ossia clonando, ed appena sarà disponibile glielo daranno. Marangon replica: «Ma va bene, 50 mila per due, gli diamo il coso e buona notte al secchio». È una «svolta affaristico-commerciale»: «Ho parlato dell’affare con i romeni a Richard, il quale si è eccitato come una scimmia. Quando ha saputo che l’ordine era da un milione e 300 mila euro gli è venuta una mezza paralisi e ha detto che adesso svilupperà un business plan». L’emergenza aviaria avanza nei continenti, la paura passa dalle aziende di polli alla salute delle persone. E per la “Company” i contratti si moltiplicano. Marangon sembra preoccupato, dice che bisogna usare prudenza, lasciando intendere che “vi siano tra l’altro accordi paralleli e non ufficiali con alcuni personaggi delle autorità sanitarie romene”. Di questo sembra essere convinta anche Capua, che comunque vede un mercato in espansione «finché esiste gente come i romeni». La virologa afferma che ai romeni può essere data qualunque cosa: il timore dell’epidemia sta creando un mercato nuovo dove alcuni paesi come Romania, Turchia o stati del Medio Oriente e dell’Africa devono trovare a tutti i costi sistemi per contenere il rischio di contagio. E la struttura di Padova diretta dalla Capua ha le credenziali migliori: coordina progetti di ricerca finanziati dal ministero della Salute, dalla Ue e da altri organismi internazionali come la Fao.

L’affare della pandemia
Uno dei capitoli più inquietanti dell’inchiesta condotta dai Nas ricostruisce la diffusione dell’allarme sul pericolo di contagio umano per l’aviaria nella primavera 2005. Gli inquirenti hanno esaminato i documenti ufficiali e le iniziative delle aziende, sostenendo che l’emergenza «sia stata un problema più mediatico che reale». Dietro il paventato rischio di epidemia per il virus H5N1 – scrivono i carabinieri – si potrebbe celare una “strategia globale” ispirata dalle multinazionali che producono i farmaci. Nel dossier investigativo vagliano il ruolo dell’Organizzazione mondiale della sanità, la massima autorità del settore, che in un documento del 2004 raccomandava di fare scorte di Oseltamvir (Tamiflu) prodotto dalla Roche. Dopo un anno anche in Italia cominciano a venire pubblicati articoli sull’epidemia in arrivo, “inevitabile ed imminente”. Si consiglia il vaccino per proteggersi comunque dall’influenza stagionale e l’uso di farmaci antivirali, incluso il Tamiflu, contro l’aviaria: in poco tempo le vendite del prodotto Roche aumentano del 263 per cento. Molte delle informazioni allarmistiche – sostengono i carabinieri – sono emerse da un convegno tenuto a Malta nel settembre 2005, sponsorizzato dalle aziende che confezionano vaccini contro l’influenza e farmaci antivirali. Due settimane dopo, c’è una correzione di tiro. L’Istituto Superiore di Sanità afferma che un ceppo virale di H5N1 “che potrebbe scatenare la prossima pandemia influenzale globale mostra di resistere al Tamiflu”, che tanti paesi (inclusa l’Italia) cominciavano ad accumulare. Ed ecco la svolta, sottolineata da diversi articoli: «Fortunatamente, il ceppo virale non è però risultato resistente all’altro antivirale in commercio, Relenza della Glaxo». I carabinieri sostengono che l’allarme è stato alimentato nonostante di fatto non stesse accadendo nulla. Anche Candoli al telefono definisce la diffusione delle notizie «una forma di vero e proprio terrorismo informativo» ma poi commenta positivamente la vendita in un solo mese di un milione e mezzo di dosi di vaccino anti-influenza prodotto dalla sua azienda: «Anche certe industrie farmaceutiche che producono vaccini umani hanno un business mica da noccioline sebbene non ci sia nulla di diverso rispetto a sei mesi, un anno o addirittura cinque anni fa. L’unica cosa di diverso è che adesso stanno ragionando sulla possibilità che vi sia una pandemia, che non è scritta da nessuna parte».

Lirio Abbate
03 aprile 2014
espresso.repubblica.it/attualita/2014/04/03/news/salute-quel-business-segreto-della-vendita-dei-virus-...
[Modificato da wheaton80 08/04/2014 01:46]
12/04/2014 00:29
 
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Inutili i farmaci per l'Aviaria, miliardi spesi nel Tamiflu

Abbiamo dovuto attendere un po’, ma finalmente il British Medical Journal ci conferma che il tam tam sulla pandemia d’influenza A causata dal virus H1N1, serviva soltanto a nascondere un enorme business, legato alla commercializzazione di due prodotti della classe degli inibitori della neuraminidasi, il Tamiflu e lo Zelene. Il team di Cochrane, un’organizzazione non profit che lavora in oltre 120 Paesi del mondo per produrre credibili informazioni sanitarie accessibili, e che è libera da sponsorizzazioni commerciali e altri conflitti d’interesse, ha condotto una campagna durata oltre tre anni insieme al British Medical Journal of Medicine, (BMJ), in cui ha avuto accesso a tutte le relazioni di studi clinici sui risultati terapeutici degli inibitori della neuraminidasi. Tom Jefferson e Peter Doshi hanno scritto un articolo per spiegare che la nuova revisione sistematica ha trovato e dimostrato che le decisioni su questi farmaci sono state fatte senza avere alle spalle dati certi e veritieri. I nostri lettori si ricorderanno che erano gli inizi del 21esimo secolo, quando si diffuse nel mondo una ventata di paura per un prossimo arrivo di una pandemia influenzale, dapprima l’aviaria e poi la suina, che avrebbe provocato, se non contrastata subito, milioni e milioni di morti, con uno scenario che avrebbe fatto impallidire il ricordo della pandemia di febbre Spagnola. Nel mondo molti governi e molte organizzazioni internazionali, spinte da dichiarazioni provenienti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità o dal CDS (Centers for Disease Control and Prevention) degli Stati Uniti d’America, una delle agenzie di spicco nel mondo della sanità, acquistarono miliardi di dosi di un farmaco, il Tamiflu, prodotto dalla casa farmaceutica svizzera Roche, che veniva indicato come quello che, insieme al Relenza, farmaco prodotto dalla Glaxo, era la unica risorsa farmaceutica per combattere la violenza del virus. Credo che in tutto il modo siano stati spesi miliardi di euro per acquistare il Tamiflù, un farmaco che oggi sul British Medical Journal è definito, in forma elegante, una truffa perpetrata ai danni di molti Paesi che sono stati ingannati da presentazioni basate su dati falsi, delle capacità dei farmaci della Roche e della Glaxo a combattere la presunta pandemia che sarebbe arrivata.

Personalmente ricordo che in quei giorni dirigevo un programma delle Nazioni Unite in Serbia, e ricevetti, come tutti i miei colleghi, una serie d’informazioni sulla pandemia, inviataci dall’OMS con l’ordine di acquistare un numero di dosi di Tamil sufficienti a proteggere i nostri impiegati e le loro famiglie, cose che feci, spendendo qualche migliaio di dollari. Già da allora molti erano i dubbi sull’arrivo di una pandemia catastrofica, che poi puntualmente non arrivò, ma in pochi, a quel tempo, avevano messo in dubbio che quei farmaci non fossero utili per combattere la pandemia influenzale da virus H1N1, molto meglio sicuramente di un normale paracetamolo, anche perché i dati provenivano da due organismi mondialmente accreditati come l’OMS ed il CDS. Secondo gli autori dello studio, entrambi i farmaci riducono il tempo necessario per avere la prima riduzione dei sintomi influenzali di circa mezza giornata, ma questo non era certamente il motivo per cui il mondo intero fu indotto a comperare miliardi di dosi del farmaco e a stoccarlo, in attesa dell’arrivo della pandemia influenzale. Il motivo vero era solamente una maledetta questione di soldi. Negli ultimi dieci anni, quindi, la decisione di continuare ad acquistare e a creare riserve di grossi quantitativi di questi farmaci, in attesa della pandemia che sarebbe arrivata, presa dai responsabili sanitari in varie parti del mondo, si sono basate su dati falsi trasmessi dalle case farmaceutiche. Ora la cosa può essere accettata o compresa, se la decisione è stata presa da un politico che si fida di ciò che gli dicono gli esperti, ma rimane forte il dubbio su come l’OMS e la CDS, a cui si aggiunsero poi varie altre organizzazioni nazionali che si occupano di farmaci, siano giunti al massiccio acquisto di questi prodotti. Ci sono alcune domande che gli autori della studio hanno fatto e che vi riportiamo affinché anche voi possiate farvi un vostro giudizio, anche se io credo che ve lo siate già fatto.

Gli autori si chiedono, retoricamente:

· Era appropriato per l’OMS accettare i consigli di esperti che avevano legami economici e di ricerca con case farmaceutiche produttrici di antivirali e di vaccini per l’influenza?

· Perché la guida principale dell’OMS è stata scritta da un esperto d’influenza che aveva ricevuto pagamenti per altro lavoro dalla Roche, produttrice dell’Oseltamivir, Tamiflu, e dalla Glaxo Smith Kline, produttrice dello Zanamivir, Relenza?

Gli autori nel concludere il loro articolo, dicono che la loro battaglia, durata tre anni e mezzo per avere i dati dai produttori di farmaci con tutte le relazioni di studi clinici, ha svelato una storia in cui nessuno ha assunto la piena responsabilità di garantire la validità delle prove alla base delle sue decisioni. Tom Jefferson e Peter Doshi hanno aggiunto “Ci auguriamo che la pubblicazione della nostra revisione sistematica degli studi, insieme a tutte le relazioni sugli studi clinici di origine, cambierà il modo con cui tali decisioni vengono prese”. Rimane in me una profonda amarezza per aver scoperto, in modo inequivocabile, che anche io nel mio piccolo venni ‘fregato’ dalle case farmaceutiche che avevano creato un meccanismo perfetto. Prima la paura dell’arrivo di una nuova “peste”, inoculata lentamente nella gente, poi come i bravi venditori di pozioni per far ricrescere i capelli, la messa in vendita del farmaco miracoloso. Questa storia mi fa tornare in mente una frase che trovai nel libro di Filippo Ongaro, nel libro ‘Mangia che ti passa’, libro che io consiglio di leggere e che diceva: ”L’istinto che guida Big Pharma non è la cura del paziente ma quella del prodotto che va venduto”.

11 Aprile 2014
Antonio Luzi
www.vitadidonna.org/salute/11073-inutili-i-farmaci-contro-l-influenza-aviaria-miliardi-buttati-dai-gove...
12/04/2014 00:39
 
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Il farmaco inutile contro l'aviaria pagato dai governi oltre tre miliardi

ROMA - Il costoso farmaco Tamiflu che ci avrebbe salvato dall'aviaria, che avrebbe impedito il passaggio dell'influenza dai polli all'uomo su scala mondiale e combattuto un'epidemia che nei grafici clinici avrebbe potuto fare 150mila morti soltanto in Italia, non è servito a niente. Solo a gonfiare i bilanci della Roche spa, multinazionale svizzera che grazie alle ondate di panico collettivo ha venduto nel mondo, solo nel 2009, confezioni per 2,64 miliardi di euro. Due miliardi e sei per un solo farmaco che, si calcola, a quella data è stato utilizzato da 50 milioni di persone. Inutilmente. Già. Un gruppo di scienziati indipendenti - Cochrane collaboration - ha ripreso in questi giorni un suo studio realizzato nel 2009 sul rapporto tra l'antivirale Tamiflu e l'influenza suina (seimila casi mortali nel mondo). E se allora l'organizzazione medica no profit sosteneva che non c'erano prove a sostegno dell'utilità del medicinale per la suina, ora si spinge oltre e lo stampa sul British medical journal: per l'influenza aviaria (62 morti accertati, fino al 2006) l'antivirale della Roche è stato inutile. Lo si certifica adesso, ma per dieci anni una teoria di stati nel mondo, sull'onda della speculazione emotiva, ha accumulato milioni di confezioni, buttato valanghe di denaro pubblico e, dopo cinque stagioni, buttato anche le confezioni scadute. Secondo la controricerca il Tamiflu (dai 35 ai 70 euro a scatola, secondo richiesta e Paese) contrappone alle influenze gli stessi effetti del più conosciuto paracetamolo. Non ha prevenuto la diffusione della pandemia, né ha ridotto il rischio di complicazioni letali. Ha attenuato solo, nei primi quattro giorni del contagio, alcuni sintomi. Una tachipirina, non certo la panacea per epidemie da kolossal.

Ecco servito un nuovo caso di inganno Big Pharma, segnalato da ricercatori che hanno rilevato errori e mancanze in ogni stadio del processo: la produzione, le agenzie di controllo, le istituzioni di governo. Gli uffici stampa della Roche hanno tempestivamente replicato, ieri: la ricerca è incompleta e frammentaria. È un fatto, però, che il Tamiflu passerà alla storia della farmaceutica contemporanea come il medicinale più gonfiato e redditizio. L'influenza aviaria venne descritta per la prima volta in Piemonte, nel 1878, ma è dal 1996 che si è scoperta pericolosa per l'uomo. Da allora e per dieci anni focolai hanno toccato cinque continenti. Hong Kong l'origine, poi l'approdo in Australia, Cile, Centro America, Olanda, Belgio, Germania, quindi Canada, Stati Uniti, Sudafrica, di nuovo Sud-Est asiatico, il resto dell'Asia, ancora Europa. Centocinquanta milioni di volatili contagiati e, alla fine, 62 umani morti (in media un normale ceppo influenzale, ogni anno, provoca nel mondo 700 mila decessi). Grazie all'Organizzazione mondiale della sanità, spinta dai centri di controllo medico americani, a metà dei Duemila il Tamiflu Oseltamivir diventa il farmaco elettivo per il trattamento dell'influenza aviaria. Nel novembre 2005 il presidente George W. Bush richiede al congresso 7,1 miliardi di dollari per prepararsi a una pandemia, 1,4 miliardi sono necessari per acquistare farmaci antivirali. Si scoprirà che uno degli articoli su cui si basavano le evidenze scientifiche per lanciare il Tamiflu era uno studio fatto su un solo paziente. Si scoprirà, soprattutto, che il brevetto del farmaco è stato dal 1997 al 2001 della società Gilead, il cui presidente era Donald Rumsfeld, segretario di Stato americano dell'amministrazione Bush dal 2001 al 2006: Rumsfeld mai ha lasciato il pacchetto di azioni Gilead e tutt'oggi riceve il 22 per cento dei profitti derivanti dalla vendita del Tamiflu. In quei giorni di allarmi a comando, il segretario di Stato impose la somministrazione obbligatoria del suo farmaco alle truppe nordamericane.

E i governi occidentali si superarono negli ordinativi alla Roche, che faticò a star dietro alle richieste: 2,3 milioni di dosi la Svizzera, 5,4 milioni il Canada, 13 milioni la Francia, 14,6 milioni la Gran Bretagna. L'Italia, governo Berlusconi, Storace ministro della Salute, autorizzò l'acquisto di antivirali per il 10 per cento della popolazione: sei milioni di confezioni. La Roche spa, tra il 2003 e il 2005, quadruplicò le vendite nel mondo. Sull'allarme aviaria, ha rivelato l'ultimo numero dell'Espresso, la procura di Roma sta indagando su un'ipotesi impaurente: il virus esistente, in Italia, fu trasformato ad arte in un'epidemia in procinto di esplodere. Psicosi generata da ricercatori e industrie farmaceutiche (in questo caso la Merial di Noventa Padovana) che portò il governo Berlusconi a spendere 50 milioni per vaccini poi rimasti inutilizzati. Per ora è stata indagata per associazione a delinquere, insieme ad altre 38 persone, Ilaria Capua, virologa di fama internazionale, deputato di Scelta civica.

Corrado Zunino
11 aprile 2014
www.repubblica.it/salute/medicina/2014/04/11/news/il_farmaco_inutile_contro_l_aviaria_pagato_dai_governi_oltre_tre_miliardi-8...
13/04/2014 16:00
 
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MMR: la Vittoria di una Madre. La Storia di Valentino

Riportiamo di seguito la traduzione dell’articolo apparso sul Daily Mail lo scorso 15 giugno in merito alla vicenda della famiglia Bocca, protagonista della clamorosa Sentenza n. 148/2012 del 15.3.2012 del Tribunale del lavoro di Rimini (http://www.comilva.org/node/12919). La famiglia ha autorizzato la pubblicazione di questa traduzione integralmente e per questo ringraziamo Maurizio e Antonella per il loro coraggio e la loro testimonianza. Questa testimonianza toccante la vogliono offrire a tutti i genitori italiani perché possano mantenere viva la speranza di vedere riconosciute prima o poi le loro istanze e ottenere il giusto riconoscimento del danno subito. Nessun compenso economico potrà mai ridare a queste famiglie parole, sorrisi, emozioni di una vita spezzata, nulla potrà lenire le loro sofferenze e la loro amarezza per quanto accaduto, che non sarebbe mai dovuta accadere. Potranno solamente prendere atto, finalmente, di una forma di giustizia che tarda a farsi strada prima di tutto nella mente e nella coscienza dei nostri governanti, nelle istituzioni sanitarie cieche e sorde verso un’evidenza sempre più forte agli occhi dell’opinione pubblica: le vaccinazioni hanno un ruolo chiave nell’ impressionante sviluppo dell’autismo. L'articolo fa molti riferimenti alla realtà inglese perché l'opinione pubblica inglese è stata lungamente sensibilizzata in questi anni sulla vicenda che ha visto come protagonista il dott. Andrew Wakefield, con particolare riguardo al suo lavoro sulla correlazione MMR-Autismo, vicenda che ha scatenato infinite polemiche e una corsa senza precedenti all'insabbiamento da parte delle autorità sanitarie inglesi, a partire dall'ordine dei medici (GMC, General Medical Council).



All’età di nove mesi, Valentino Bocca era un bimbo bellissimo e sano. In una delle foto preferite di famiglia, scattata dal papà, sorride alla telecamera in braccio alla mamma. I suoi genitori conservano gelosamente questa preziosa fotografia. E' un ricordo di come fosse il loro unico figlio prima che, in una mattina di primavera, lo accompagnassero presso la locale azienda sanitaria per somministrargli una vaccinazione infantile considerata di routine. Dopo quell'iniezione Valentino non è più stato lo stesso. Ha sviluppato l'autismo e, con una sentenza che possiamo definire storica, un Giudice ha riconosciuto che la sua grave disabilità è stata provocata proprio dall'inoculazione del vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (MMR in inglese, in italiano MPR). Questa sentenza emessa da un Tribunale di una provincia Italiana mette in discussione le teorie dominanti nell’ambiente scientifico ufficiale secondo il quale non esiste alcuna correlazione fra il vaccino MMR e l’autismo, e potrebbe avere profonde implicazioni in Inghilterra e in tutto il mondo. Ai genitori di Valentino, Antonella, 44 anni, e Maurizio, 43, sono state assegnate 140.000 sterline, che dovranno essere versate dal Ministero della Salute e gli stessi intendono in seguito avviare una causa civile per il danno biologico contro il Governo Italiano che potrebbe doverli risarcire di altre 800.000 sterline”.





“Naturalmente i soldi non restituiranno la salute al nostro bambino, perfettamente sano com'era a 15 mesi, prima che i medici gli somministrassero il vaccino”, ha detto sua madre questa settimana, quando ci ha ospitato nel piccolo e grazioso appartamento a Riccione, nel nord Italia, dove attualmente vive la famiglia. “Oggi abbiamo un altro Valentino. Lo amiamo tantissimo, ma la nostra vita non potrà mai più essere la stessa. Ha nove anni, ma non parla, riesce solo un pò a cantare. Non riesce a impugnare una matita. Ha un insegnante di sostegno a scuola che lo aiuta ed è difficile per lui stare insieme agli altri bambini. Cosa riserva il futuro per lui, o per noi, non lo sappiamo”. La storia di Valentino Bocca è tragica. La sua famiglia ha accettato di rendere pubblica la propria identità per la prima volta da quando la sentenza è diventata di dominio pubblico. Hanno scelto di parlare in esclusiva con il Daily Mail perché credono che gli altri genitori di tutto il mondo debbano sapere cosa è successo al loro figlio. L'autismo comprende un vasta gamma di disordini dello sviluppo che interessano la comunicazione, le abilità sociali e la capacità del bambino di condurre una vita normale. Le famiglie con bambini gravemente autistici dicono che le loro vite sono distrutte. Prendersi cura dei pazienti con questo tipo di disturbo costa allo Stato Inglese miliardi di sterline l’anno. Il numero dei casi di autismo è aumentato vertiginosamente negli ultimi quarant'anni e nelle ultime statistiche i ricercatori hanno stimato che un bambino inglese ogni 64 ha una patologia che rientra nello spettro autistico. Si sono fatte svariate ipotesi sulla causa di questo dramma capitato a così tante famiglie. Negli anni '80 solo 4 bambini ogni 10.000 manifestavano un qualche segno di autismo. Alcuni genitori sospettano da tempo il vaccino MPR, un cocktail dei tre virus di morbillo, parotite e rosolia, anche se il Dipartimento di Salute e il Servizio Sanitario Nazionale sostengono assolutamente che siano solo un miglioramento dei criteri diagnostici e dei fattori ambientali i responsabili di questa straordinaria crescita del numero di casi di autismo. Nel 1998, un articolo pubblicato sulla rivista medica The Lancet, scritto dal Dr. Andrew Wakefield, ha messo in collegamento il vaccino MPR e l'autismo. I suoi metodi di ricerca sono stati in seguito screditati, ma la conseguenza è stata che moltissimi genitori inglesi hanno rifiutato di far vaccinare i loro figli e i casi di morbillo sono aumentati. Ma il morbillo è comunque una malattia infettiva che molto raramente e solo in determinate condizioni di salute è mortale. Negli ultimi anni i genitori hanno ripreso fiducia nei confronti dell'MPR ma questa sentenza di un Tribunale Italiano riapre la polemica. Questa settimana, Luca Ventaloro, avvocato della famiglia Bocca, specializzato nelle cause sui danni da vaccino, ha affermato che la sentenza di Rimini è stata la “prima ammissione pubblica” in Italia che il vaccino MPR può, in alcuni casi, causare l'autismo in un bambino sano.

Determinante è stata la perizia di Antonio Barboni, il medico legale nominato dal Giudice, la quale afferma che “in assenza di altre condizioni preesistenti” esiste una “ragionevole probabilità scientifica” che l'autismo di Valentino possa essere stato “scatenato dalla somministrazione del vaccino MPR effettuata in una struttura sanitaria”. Le deduzioni del Dr. Barboni hanno confermato le perizie di altri due illustri medici che hanno visitato Valentino e approfondito la sua storia medica. Il Giudice Lucio Ardigò ha riconosciuto il risarcimento alla famiglia condividendo le tesi dei medici. Nella Sentenza stabilisce definitivamente che il disordine autistico associato con un ritardo cognitivo medio di cui soffre Valentino è collegato alla somministrazione del vaccino, come affermato dal Dr. Barboni. L'Avvocato Ventaloro ha spiegato ieri:“Questo è molto importante per l'Inghilterra, che usa, e ha usato, un vaccino MPR con gli stessi componenti di quello iniettato a Valentino. E' sbagliato che Governo ed Autorità Sanitarie esercitino forti pressioni sui genitori affinché sottopongano i loro figli al vaccino MPR, ignorando che questo vaccino può causare autismo”. Claudio Simion, presidente del COMILVA, ha aggiunto:“La sentenza di Rimini è di vitale importanza per i bambini di tutto il mondo. La diffusione dell'autismo è in aumento ed è terribile che le autorità chiudano ancora gli occhi sul collegamento tra vaccino MPR e questa sindrome”. Senza alcun dubbio queste affermazioni sono in perfetto accordo con il pensiero della famiglia di Valentino. La famiglia Bocca, dopo che al loro bambino, che all'epoca aveva cinque anni, è stato diagnosticato definitivamente l'autismo, si è rivolta al COMILVA per ricevere delle informazioni sulla possibilità di avere un risarcimento, perché certa che la vaccinazione fosse la causa di tutto. Inizialmente, per cercare di capire perché il bambino piangeva per ore tutte le notti, rifiutava di mangiare tutto eccetto il pane, non riusciva a stare fermo e a concentrarsi e non guardava più negli occhi, hanno deciso di ricoverare Valentino presso un Istituto di Ricerca presso Milano, in Lombardia, clinica rinomata in tutto il mondo.

Dopo 14 giorni di test genetici per escludere una eventuale connessione familiare con la malattia, un neurologo ha messo per iscritto la diagnosi. “Ci hanno dato una grossa cartella con il nome di Valentino stampato sopra con la parola ‘autismo’” ricorda mamma Antonella. “Avevamo avuto il sospetto che di autismo si trattasse, ma tutti i medici e gli specialisti che lo avevano visitato non lo avevano espresso chiaramente”. Il padre Maurizio aggiunge:“Quando parlavamo dei nostri sospetti sul vaccino MPR e raccontavamo come Valentino fosse stato un bambino normalissimo e felice prima del vaccino, questi medici ci guardavano come fossimo dei visionari”. Mentre parlano nel giardino vicino alla loro casa, con Valentino che li tiene entrambi per mano, Antonella e Maurizio ci raccontano come è iniziato il loro incubo. La coppia era sposata da un anno quando, nel 2002, è nato Valentino. Tutto era andato bene e loro erano entusiasti di tornare a casa con il loro bambino. Antonella, che lavora come impiegata part-time in una azienda tessile, e Maurizio, geometra presso un’azienda costruttrice di infrastrutture, hanno sempre accompagnato entrambi Valentino a tutti gli appuntamenti del calendario vaccinale. Era uno degli ultimi giorni di Marzo del 2004 quando al bambino venne somministrato l'MPR. Valentino, diceva già “Mamma” e “Papà”, muoveva già i primi passi e le due nonne erano incantate dalla sua voglia di comunicare. I genitori hanno posticipato di un mese il vaccino MPR (normalmente somministrato a 13 mesi) perché Valentino aveva avuto un brutto episodio di gastroenterite virale, che era stato segnalato alla pediatra. Antonella aveva informato anche il medico che materialmente fece il vaccino dell’episodio e chiese se era il caso di vaccinare Valentino. Il dottore le rispose che non c'era “alcun problema”. “Dopo l'iniezione ha pianto” ricorda Maurizio. “Ci hanno detto di aspettare mezz'ora nella sala di attesa per essere sicuri che andasse tutto bene e, quando i medici ci hanno avvisato che potevamo andare, siamo tornati a casa“.

Se ne sono andati, inconsapevoli che da quell’istante le loro vite sarebbero cambiate per sempre. Maurizio continua:“Pochi giorni dopo, Valentino ha smesso di usare il cucchiaio per mangiare. Abbiamo iniziato a doverlo imboccare. Sembrava fosse tornato improvvisamente indietro nello sviluppo”. “Era come se fossimo andati a vaccinare il nostro bambino e ce ne avessero dato un altro da portare a casa”. “Valentino non era più interessato a quello che stava succedendo intorno a lui. Non riusciva a concentrarsi su nulla”. Ma il peggio doveva ancora venire. Il bambino non dormiva più di notte. Si svegliava urlando dal dolore. Durante il giorno correva senza fermarsi mai. I suoi genitori erano esausti e non riuscivano a capire cosa stava succedendo. Maurizio spiega:“Circa due settimane dopo il vaccino, ha iniziato ad urlare ogni notte. Si svegliava tre o quattro volte e piangeva. Sembrava di assistere ad una scena del film L'esorcista. Stava molto male e noi non potevamo fare nulla per consolarlo”. I Genitori hanno informato i medici di quanto stava accadendo. “Non volevamo essere troppo apprensivi, ma chi ci ascoltava sembrava non capire la gravità della situazione” aggiunge Antonella. “Ci hanno consigliato solo una crema lenitiva da mettere sulla pelle di Valentino”. Dopo sei mesi senza alcun miglioramento e seguendo trattamenti inefficaci, hanno portato Valentino al pronto soccorso dell' ospedale, più volte. Per la prima volta Antonella ha accennato che il vaccino MMR poteva essere stato la causa scatenante di quella situazione. “Mi hanno risposto che non era possibile”, racconta. Disorientata, la coppia ha continuato a cercare una spiegazione di quella situazione. Valentino intanto urlava ancora di notte ed era iperattivo durante il giorno. Quando aveva quasi due anni e mezzo (14 mesi dopo il vaccino), i genitori hanno contattato un neuropsichiatria (una dottoressa) per una visita specialistica e hanno ribadito anche in quella occasione che il loro bambino era cambiato dopo la vaccinazione. Antonella ricorda:“Lei non ha scritto quello che le stavo dicendo. Ha minimizzato la situazione, anche se ha riconosciuto che il bambino non si stava sviluppando in modo normale per la sua età. Ma lei non poteva darci alcuna motivazione e ha supposto che poteva essere una situazione temporanea in un bambino così piccolo…”. Disperati, i genitori hanno cominciato a informarsi autonomamente. Improvvisamente, dopo aver letto di esperienze di altri genitori, hanno iniziato a convincersi che Valentino poteva essere affetto da autismo. Dopo la conferma della diagnosi della clinica pediatrica di Milano e non avendo alcuna indicazione riguardo il trattamento dei dolori fisici che Valentino manifestava, hanno incontrato, la settimana successiva, un famoso medico bolognese che ha prescritto una dieta al bambino, senza latte e senza glutine. “Entro una settimana, Valentino è tornato a dormire di notte e a non urlare più dal dolore”, ci racconta Maurizio. “Ha poi ricominciato a guardarci negli occhi per la prima volta dopo la vaccinazione. Ha ripreso ad alimentarsi normalmente. Il progresso era lento, ma alla fine c'era qualche speranza”. Purtroppo, era troppo tardi per trovare una cura per un completo recupero di Valentino. Oggi ha nove anni, non riuscirà mai più a condurre una vita normale, e avrà bisogno di cure per il resto dei suoi giorni. Tuttavia, la Sentenza del Tribunale di Rimini ha portato ai suoi genitori un pò più di conforto, perché, per la prima volta è stato affermato pubblicamente che la vaccinazione MMR ha causato l'autismo del loro bambino. Nel Regno Unito, questo tanto discusso collegamento non è mai stato stabilito da un tribunale. Nel 2010, un ragazzo di nome Robert Fletcher ha ricevuto 90.000 sterline di risarcimento dal programma governativo per i gravi danni cerebrali provocati dalla vaccinazione MMR. Ma non aveva l'autismo. Negli Stati Uniti, quasi 5.000 famiglie accusano il vaccino MMR di aver provocato l'autismo dei loro figli, nonostante le continue rassicurazioni del mondo medico e scientifico che non ci sia evidenza di ciò.

Nel 2008, a una bambina di nome Hannah Poling sono stati assegnati 1,5 milioni di dollari come risarcimento da parte del governo degli Stati Uniti. Un tribunale aveva riconosciuto che la sua condizione autistica era stata causata da nove vaccini somministrarti in un solo giorno (compreso l’MMR). Ma la corte aveva affermato anche che Hannah aveva un disordine mitocondriale latente, e che la sua condizione era stata aggravata dalle vaccinazioni, manifestandosi in seguito come autismo. La sentenza italiana ha importanti implicazioni per l'Inghilterra per una serie di motivi. In primo luogo, la vaccinazione somministrata a Valentino - denominata MMR II - contiene gli stessi principi attivi contro il morbillo, parotite e rosolia e gli stessi quantitativi della MMRVaxPro, uno degli unici due vaccini MMR autorizzati nel Regno Unito che viene utilizzato su centinaia di migliaia di bambini ogni anno (prima dell'introduzione del MMRVaxPro nel 2006, MMR II era stato usato dal 1988 anche nel Regno Unito). La composizione analoga è stata confermata dal “Green Book”del Dipartimento di Sanità - una sorta di guida per i medici sulla vaccinazione contro le malattie infettive - e da informazioni precise sui vaccini MMR rilasciate dall'Agenzia europea del farmaco EMA”. In secondo luogo, nel Regno Unito, come per l'Italia, la vaccinazione MMR non è obbligatoria. Tuttavia, il Giudice, nel caso di Valentino, ha affermato che, poiché il Governo Italiano, attraverso il Ministero della Salute, raccomanda caldamente la vaccinazione dei bambini contro morbillo, parotite e rosolia, lo Stato deve assumersi la responsabilità per il danno irreversibile causato a Valentino. La posizione del Giudice è stata poco tempo dopo confermata dalla Corte Costituzionale (l'equivalente della Corte Suprema inglese), che ha stabilito che il Governo Italiano deve pagare gli eventuali risarcimento per i bambini danneggiati dalle vaccinazioni anche se queste non sono obbligatorie ma solo raccomandate. Oggi, Antonella e Maurizio credono che questo sia profondamente giusto per le famiglie. “Le autorità sanitarie ci hanno fortemente raccomandato di vaccinare il nostro piccolo Valentino”, ricorda Antonella. “Ci sono arrivate numerosissime lettere di invito da parte dell’Azienda Sanitaria. Hanno iniziato ad arrivare quando aveva tre mesi. Le lettere che ci sono state inviate, così come a tantissimi altri genitori, ci hanno fatto sentire in obbligo di vaccinare il nostro bambino con l’MMR per proteggerlo da una malattia definita terribile”. Non sapevano, purtroppo, che poco dopo la vaccinazione il loro bambino avrebbe improvvisamente sviluppato una condizione di gravissima disabilità irreversibile. In Inghilterra i medici non spiegano come mai i sintomi di autismo emergono improvvisamente e inspiegabilmente in un periodo che coincide con la somministrazione dell’MMR. La maggior parte dei medici continua a sostenere che questo collegamento è temporale e che non c'è nessuna evidenza medico scientifica di un nesso con la vaccinazione. Il Dipartimento della Salute insiste: "l’MMR rimane la migliore protezione contro morbillo, parotite e rosolia; è riconosciuto dall' Organizzazione Mondiale della Sanità come un vaccino sicuro e c'è una grande quantità di studi che dimostrano come i bambini che hanno ricevuto il vaccino MMR non sono più a rischio di autismo rispetto a quelli a cui non è stato somministrato". Tuttavia, la Sentenza italiana suggerisce chiaramente che questo importante dibattito è lontano dall'essere concluso.

Sue Reid
16 giugno 2012

Fonte: www.dailymail.co.uk/news/article-2160054/MMR-A-mothers-victory-The-vast-majority-doctors-say-link-triple-jab-autism-Italian-court-case-reignite-controversial-deb...

www.comilva.org/danno_da_vaccino/mmr_vittoria_di_madre
[Modificato da wheaton80 13/04/2014 16:01]
20/04/2014 22:24
 
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Lo scandalo dei vaccini ai militari. Condannato il ministero della Sanità

ROMA - Non basterà una sentenza a riportare alla vita un figlio morto a 20 anni, ma il verdetto servirà a restituire dignità alla sua famiglia che da dieci anni porta avanti una battaglia impari contro ministeri e case farmaceutiche per dimostrare che quel ragazzo era sano e forte prima che gli venisse somministrata una serie di vaccini con tempi e modalità sbagliate. Vaccini che hanno portato al collasso il suo sistema immunitario fino a causargli una malattia letale. Per la prima volta, una sentenza italiana riconosce il nesso di causalità tra il cancro e le vaccinazioni fatte con tempi, modalità e controlli sbagliati. Il ministero della Salute è stato condannato dal Tribunale di primo grado di Ferrara, a indennizzare la famiglia di Francesco Finessi, militare che nel 2002, a 22 anni, è deceduto per un linfoma non Hodgkin. Circa 150mila euro, secondo l'avvocato Francesco Terrulli. Durante il servizio militare, Francesco Finessi fu sottoposto a vaccini numerosi e troppo serrati, come testimoniato sia dal libretto vaccinale che dalle relazioni di diversi esperti. Come lui molti altri. La sentenza, emessa dal giudice Alessandra De Curtis di Ferrara crea un precedente atteso da tanti: migliaia, secondo le associazioni di familiari, ma sui numeri non è mai stata fatta chiarezza dai ministeri di Salute e Difesa che finora non avevano mai riconosciuto neanche il nesso.

Repubblica per prima si era occupata di questi casi. Dall'inchiesta scaturirono diverse interrogazioni parlamentari e il cambiamento dei protocolli vaccinali di parte delle forze armate. La madre di Francesco, Santa Passaniti è commossa:"Dopo più di 10 anni di battaglie e tanti, troppi ragazzi morti, tanti silenzi, dopo essere stati messi ai margini, addirittura minacciati, finalmente arriva una giustizia nella quale abbiamo sempre sperato. Ma questo non basta, avremo pace solamente quando anche il medico militare che ha somministrato male i vaccini a mio figlio e ad altri sarà condannato". Già a novembre era stato condannato a tre anni di carcere, dalla corte penale di Belluno, Nicola Marchetti, il capitano medico degli alpini accusato di aver falsamente attestato, nel libretto sanitario di alcuni militari di leva, di aver eseguito le visite mediche necessarie. Si scioglie uno dei nodi finora rimasti insoluti su questi casi, quello delle documentazioni carenti, di libretti vaccinali incompleti o addirittura scomparsi, di nomi di medici responsabili coperti da segreto o ignorati.

Santa Passaniti aveva raccontato in un'intervista a Repubblica: "Questa ricerca negli anni è diventata la mia ragione di vita. Ho un archivio di documentazione enorme, sono in contatto ormai con tutti quelli che hanno storie analoghe. Ho fatto viaggi, telefonate, riunioni interminabili, speso giornate e notti intere solo per questo. Tra spese di laboratorio, perizie, spese legali, in dieci anni abbiamo già speso centomila euro, siamo una famiglia semplice, le nostre risorse economiche sono limitate, questo è significato tante rinunce ma non conta. Mio figlio è morto per una malattia provocata, il senso di ingiustizia che proviamo io e mio marito è immenso. Mio figlio è all'interno di un elenco lunghissimo che è stato definito strage dei militari, un elenco in cui troviamo più di 3000 ragazzi malati che non sono mai usciti dall'Italia". La battaglia continua quindi, oltre che sul fronte civile anche su quello penale, su cui stanno indagando varie Procure. Molta della letteratura scientifica che dimostra il collegamento tra vaccini eseguiti senza l'adeguata anamnesi e in tempi troppo brevi, in passato era stata addirittura secretata della commissione del Senato che se ne occupava. "Ora sono sotto gli occhi di tutti - commenta l'avvocato della famiglia Finessi, Francesco Terrulli - c'è una perizia d'ufficio che ha analizzato finalmente tutta la documentazione, i libretti vaccinali e le gravissime mancanze che sono avvenute nel caso di Francesco Finessi. E tutto è stato collegato anche alla letteratura scientifica internazionale che per anni sembrava si volesse ignorare in Italia".

Petizione: www.change.org/it/petizioni/ministro-della-difesa-chiarezza-sui-militari-vaccinati-a-morte-per-evitar...

Vittoria Iacovella
27 gennaio 2014
inchieste.repubblica.it/it/repubblica/repit/2014/01/27/news/la_sentenza_lo_scandalo_dei_vaccini_ai_militari_il_ministero_della_sanit_condannato-7...
09/05/2014 01:56
 
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Vaccini e autismo. Storia di Flavia e di una mamma coraggio

San Severo – “‘RAGGWUPPA pev cinque e disponi in tabella‘. Fulvia legge il testo dell’esercizio di matematica. Per oggi è la seconda cosa che non ha prezzo.” In questa prima battuta c’è la storia della mamma di Fulvia, 13 anni, bimba affetta da autismo con esordio tardivo all’età di 2 anni. Lei si chiama Mariella Di Monte. Nel lavoro Direttore amministrativo dell’Ufficio del Giudice di Pace di un comune di Capitanata. Nella vita mamma impegnata insieme all’”Associazione nazionale genitori di soggetti autistici” (Angsa) nella lotta ad alcuni disturbi del neurosviluppo, come l’autismo, sulle cui cause si conosce poco o nulla. “Era nata sana e lo è rimasta fino a circa due anni – racconta Mariella in una intervista rilasciata a Stato – il suo autismo ha esordito, in maniera repentina e drammatica, come reazione al vaccino trivalente [1]. Tre giorni di febbre altissima, che per alcune ore ha superato i 40.5°. Poi non si reggeva più in piedi. La mettevamo a terra e ricadeva sul sederino. Non riusciva più a reggere il biberon, non ci guardava più, non parlava più. Abbiamo sospettato fin da subito una reazione avversa, venendo però commiserati, ove non derisi, dalle decine e decine di pseudo-specialisti che negli anni ci hanno rubato soldi e speranze.”

Voi genitori, siete stati messi al corrente di eventuali e potenziali effetti della vaccinazione trivalente?
Non ci sono state fornite indicazioni di alcun genere sugli effetti collaterali del vaccino trivalente. Non siamo stati nemmeno informati sul fatto che fosse facoltativo, in quanto è stato inoculato in unica seduta insieme a quelli obbligatori. Ovviamente, nessuno è disposto ad ammettere che l’autismo sia causato da un vaccino, ma molte famiglie hanno intentato causa per risarcimento danni e sono arrivate, anche in Italia, le prime sentenze di accoglimento. In relazione all’autismo, si continua a ‘menare il can per l’aia‘ con la storia di qualche variazione genetica, anche se non si capisce quale sarebbe. I medici ai quali, nel corso degli anni, abbiamo esposto i nostri dubbi, vista l’insorgenza dei sintomi immediatamente a ridosso della somministrazione del trivalente, hanno sempre detto che si trattava di una pura casualità. Le cose hanno cominciato a girare quando abbiamo contattato il dottor Montinari [2] e cominciato la dieta senza glutine e senza caseina. Abbiamo fatto analisi specifiche, dagli anticorpi del morbillo alla tipizzazione delle immunoglobuline e si è visto che c’era più di qualcosa che non quadrava. Ora stiamo decidendo se cominciare l’iter per il risarcimento dei danni”.

La ricerca disperatissima di una cura – “Abbiamo provato di tutto. Fulvia lentamente ha ricominciato a fissare lo sguardo, ad usare l’indice per chiedere qualcosa. La prima parola intellegibile, ad otto anni passati, è stata ‘Pinguì’. Non ‘mamma’ e nemmeno ‘papà’. Eppure non ci siamo mai fermati. La maggior parte dei progressi li ha compiuti perché noi genitori abbiamo creduto che potesse farli. Le ho tolto il pannolino a tre anni. Sembrava impossibile”.

I primi miglioramenti - “Ho rifiutato di insegnarle a comunicare con i Pecs. Credevo che potesse imparare a parlare, prima o poi. E’ avvenuto. Abbiamo fatto terapia cognitivo-comportamentale, spendendo una quantità di soldi inimmaginabile. A qualcosina è servita, ma pochissimo in relazione ai costi sostenuti ed allo sforzo di modificare le modalità di relazione di una intera famiglia, in cui c’è anche un figlio neurotipico di appena due anni più grande, bisognoso comunque di presenza ed attenzioni genitoriali. Non abbiamo mai pensato di aver trovato la verità”.

Una nuova cura che sembra funzionare – “Un anno fa l’inizio della terapia chelante e, finalmente, le cose hanno cominciato a muoversi davvero. Neppure adesso, però, crediamo di aver in tasca nessuna verità. L’unica cosa che mi sento di dire ai genitori nella nostra situazione è: non fermatevi”. “In materia di autismo non c’è alcuna verità precostituita e, soprattutto, non è assolutamente detto che i presunti specialisti della materia, neuropsichiatri e psicologi dell’età evolutiva, ne sappiano davvero qualcosa. La nostra personale esperienza ci ha dimostrato che avevamo visto giusto: i vaccini sono pericolosissimi”.

La terapia chelante, è una terapia in fase sperimentale, o risulta già assicurata e accreditata dopo superamento della fase clinica?
“Tra le altre analisi cui si è sottoposta la bambina, abbiamo fatto il tricogramma per valutare l’eventuale intossicazione da metalli pesanti. I vaccini ne contengono una notevole quantità, soprattutto di mercurio, il più dannoso di tutti, visto che distrugge la guaina mielinica dei neuroni ed impedisce la formazione delle sinapsi. A quel punto abbiamo cominciato la terapia chelante, che – per quanto riguarda l’autismo – non è riconosciuta come metodo di cura. Ovviamente, paghiamo tutto di tasca nostra e, solo per somministrargliela, ogni ventotto giorni andiamo e torniamo da Settimo Milanese. La terapia chelante ha lo scopo di legare i metalli pesanti presenti nei tessuti con specifici reagenti, in modo da poterli poi eliminare dall’organismo. E’ ampiamente sperimentata per le intossicazioni acute, ma per l’autismo non è assolutamente riconosciuta, anche se tutti quelli che la stanno facendo hanno trovato dei miglioramenti. Prima abbiamo provato le terapie cognitivo-comportamentali, senza risultati apprezzabili ma con grandi uscite di denaro, dato che i terapisti si pagano non meno di 25 euro l’ora ed occorrerebbero, minimo, da quindi a venti ore settimanali.”

In che modo e a quali risultati è orientata l’ “Associazione nazionale genitori di soggetti autistici” (Angsa) di cui fai parte?
“In questi anni, a titolo personale e/o come rappresentante di varie associazioni di genitori, ho partecipato a molti incontri con i vertici della sanità pubblica foggiana. Ricordo benissimo l’interesse dimostrato a suo tempo da Donato Troiano e la grande onestà intellettuale di Ruggiero Castrignanò e di Leonardo Trevisano, che si presero la briga di informarsi minuziosamente sui trattamenti che stavamo facendo e sui risultati ottenuti. Castrignanò, in particolare, era intenzionato a convocare un tavolo tecnico sulla questione, essendosi fatto persuaso che la materia fosse da sottrarre al mortale abbraccio della psichiatria e ne andassero, invece, indagate le componenti biochimiche e, dunque, metaboliche. Con l’attuale Direttore Generale della Asl [3], invece, la problematica non si è voluta prendere nemmeno in considerazione. Ho capito anche, purtroppo, che spesso all’ombra di queste tematiche allignano interessi tutt’altro che nobili. Ho visto la politica pronta ad infilarsi in certe discussioni, magari con la prospettiva di sistemare questo/quella professionista, e poco importa se con l’autismo avessero poco a nulla da spartire. Ho incontrato brave persone e soggetti che ti circuiscono per venderti i pacchetti Aba. Fulvia ha avuto ottime insegnanti, che purtroppo sono durate solo un anno, ed altre che è meglio dimenticare. Non ci siamo fermati. Mai!”.

Quale ricetta anche se farcita da un disilluso ottimismo consiglieresti a genitori che vivono gli stessi sospetti, le stesse problematiche legate a figli affetti da autismo?
“In tema di vaccini, dopo quel che mi è capitato, consiglio a tutti di non far vaccinare i propri figli, anche perché molte vaccinazioni sono volte ad assicurare (ma è proprio così?) una immunizzazione da malattie assolutamente blande, come il morbillo, la parotite e la pertosse, che molti di noi hanno tranquillamente affrontato. A fronte della possibilità di diventare autistici, e ormai la media è di un autistico ogni 80-85 nuovi nati, cosa saranno mai certi piccoli malanni dell’infanzia? A guardare la solerzia con cui i pediatri caldeggiano ogni tipo di vaccinazione (e poi si scopre che ricevono consistenti benefits dalle case farmaceutiche), si ha la sgradevole sensazione che della salute dei nostri figli non interessi niente a nessuno. I segnali dell’autismo sono particolari, ma non sfuggono all’occhio di nessuna madre. Consiglio a chiunque abbia dubbi, anche minimi, di non perdere tempo. La diagnosi precoce è fondamentale. Mia figlia è dovuta arrivare a quattro anni e mezzo solo per averla, la diagnosi di autismo. Poi di non farsi ingannare dalle chiacchiere sulle terapie cognitivo-comportamentali. L’autismo è una patologia con eziologia biochimica. I disturbi cognitivi e relazionali sono solo un effetto dei dismetabolismi e dell’accumulo di metalli pesanti. Se si procede a curare l’aspetto biochimico, le terapie cognitivo-comportamentali possono essere di grande aiuto nel recupero delle altre funzioni, ma da sole non servono praticamente a nulla”.

Se volessi tracciare un sottile, anche se precario bilancio, oggi…

“Undici anni di autismo pericolosamente vissuti, tutti insieme, Fulvia, la sua mamma, il suo papà, suo fratello, i suoi nonni. A volte ci è sembrato di impazzire. Ma siamo ancora qui, vivi, vegeti e temprati. Non ci siamo fermati davanti a nessuna difficoltà. Abbiamo, da ultimo, rivoluzionato le abitudini alimentari di tutta la famiglia. Ne è valsa la pensa. Fulvia è ancora autistica, ma il suo autismo diventa ogni giorno un pochino più funzionale. La cosa più pericolosa, per quelli come noi, sono i ‘portatori della verità rivelata’, quelli che sostengono che c’è un solo ed unico metodo valido, che ad oggi sarebbe, a loro dire, l’Aba. L’Aba, che deriva dagli insegnamenti di Lovaas, è un metodo tutt’altro che nuovo e niente affatto rivoluzionario. Può essere utile come approccio educativo ma, di certo, non indaga la natura della patologia e non è risolutivo. Non fermatevi. E credete nelle potenzialità dei vostri figli. Piercarlo Morello, detto Pier, ce l’ha fatta. Si è laureato, pur essendo un autistico gravissimo e non verbale. Nel suo caso è stata fondamentale la scrittura facilitata con operatore, che pure suscita molte perplessità. Ognuno di noi, ed ognuno dei nostri figli, potrebbe trovare una strada diversa”.

Ines Macchiarola
07 maggio 2014

Note
[1] Vaccino Trivalente o Vaccino MPR di immunizzazione contro morbillo, parotite e rosolia.
[2] Dott. Massimo Montinari(medico chirurgo), Gastroenterologo, pediatra, con nomina di esperto per l’autismo dall’Istituto Superiore della Sanità, Medico Principale della Polizia di Stato Dirigente l’Ufficio Sanitario dell’ VIII Reparto Mobile di Firenze, membro permanente della C.M.O. del Centro medico legale di Firenze, nominato consulente della Legione Carabinieri Toscana. Dott.ssa Lucia D’Amato, responsabile scientifico progetto Scuolaba Onlus. (http://www.mednat.org/curriculum_montinari.htm)
[3] Ingegnere Attilio Manfrini

Letture consigliate
1) Il danno da vaccini è una causa documentata di autismo Nuova revisione di studi sul ‘Journal of Immunotoxicology’ di Helen Ratajczak, autrice, e ricercatrice della Boehringer Ingelheim Pharmaceuticals che ha pubblicato, come autrice o coautrice, 41 articoli su PubMed. E’ anche stata coautrice nel 2006 di uno studio per l’FDA e, nello stesso anno, è stata eletta Presidente della sezione Nord Est dell’Istituto di Tossicologia. E’ una scienziata seria e rispettata che, in questa recensione. Discute la presenza di DNA di feti umani nell’ MMR II e nei vaccini Varivax (http://www.rescuepost.com/files/theoretical-aspects-of-autism-causes-a-review1.pdf)
2) www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Vaccino-trivalente-e-autismo-La-procura-di-Trani-apre-un-inchiesta-caa8413e-aa60-44d2-83b5-e47350cd6...
3) Trani, inchiesta sul vaccino trivalente “Sintomi di autismo in due bambini”. Ma per l’Oms non esiste alcuna correlazione (http://www.lastampa.it/2014/03/23/italia/cronache/trani-inchisesta-sul-vaccino-trivalente-sintomi-di-autismo-in-due-bambini-fGHatZiyT8R9lipCFvhdsJ/pagina.html)

www.statoquotidiano.it/07/05/2014/vaccini-autismo-storia-flavia-mamma-coraggio...
[Modificato da wheaton80 09/05/2014 01:59]
31/05/2014 23:29
 
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Quei bimbi uccisi dall' antipolio

VERONA - Nel 1971 morì Marco, che aveva sei anni. Nel 1980, morì Andrea, che ne aveva quattro. Nel 1995, dei tre figli di Giorgio Tremante, geometra veronese, resta soltanto Alberto, il gemello di Andrea, studente, immobilizzato su una sedia a rotelle, con le cannule dell' ossigenatore sempre infilate nel naso perché altrimenti non respirerebbe. Un quarto di secolo ha impiegato Tremante per dimostrare che i suoi figli erano vittime della vaccinazione contro la poliomielite, obbligatoria dal 1966. I medici gli davano del matto. Sbagliavano. In questi giorni la commissione del ministero della Sanità incaricata di esaminare il caso ha stabilito "un nesso di causalità" tra l' antipolio Sabin, il decesso di Marco e Andrea e i danni subiti da Alberto. Per legge, la famiglia Tremante ora avrebbe diritto a un risarcimento: cinquanta milioni per ciascun figlio deceduto, 14 milioni annui per quello sopravvissuto. Ma l' indennizzo scatta dal momento in cui viene presentata la domanda. "Nel mio caso, dal 1993, visto che la legge fu varata soltanto nel 1992. Una beffa anticostituzionale", accusa il geometra. E’ già pronto a dare nuovamente battaglia. Marco, primogenito di Giorgio e Franca Tremante, riceve l' antipolio a tre mesi dalla nascita, nel 1965. E subito comincia a stare male. Tremori diffusi, difficoltà di deambulazione, rallentamento della parola. Il calvario dura fino all' 11 ottobre 1971, quando muore. Cinque anni dopo nascono Andrea e Alberto, gemelli. Anche loro vengono vaccinati, nonostante l' opposizione dei genitori. La stessa patologia che s'è portata via il primo figlio non tarda a manifestarsi. "Deficit immunologico e drammatico quadro di insufficienza respiratoria", si legge nel pronunciamento della commissione ministeriale. Andrea non ce la fa. Alberto si salva ma resta handicappato. Giorgio Tremante lascia il lavoro di grafico pubblicitario e comincia la sua lotta solitaria. Sembra il copione del film “L' olio di Lorenzo”. Come Augusto Odone, l'italo-americano che trovò la cura per il figlio condannato a morte, passa le notti sui testi universitari. Bussa alla porta di Rita Levi Montalcini "che appena udì la parola "vaccinazione", me la richiuse subito in faccia", ricorda. Si fa ricevere a Maranello da Enzo Ferrari, che gli dona un prodotto naturale contro la distrofia muscolare, importato dal Perù, da somministrare ad Alberto. Infine l' incontro risolutivo con il professor Giulio Tarro. Il virologo napoletano, già allievo di Sabin, nel 1990, anticipa la diagnosi: encefalopatia da poliovirus vaccinico. "In Italia, almeno ottomila bambini hanno subìto la stessa sorte”, calcola Giorgio Tremante. Io non sono contrario alle vaccinazioni: mi batto perché non siano obbligatorie. Se lo Stato intende mantenerle tali, si assuma anche l' onere di un' indagine preventiva sulla risposta del sistema immunitario".

Lorenzetto Stefano
6 maggio 1995
archiviostorico.corriere.it/1995/maggio/06/Quei_bimbi_uccisi_dall_antipolio_co_8_9505061...
03/06/2014 00:36
 
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Il vaccino trivalente MPR è insicuro: i genitori hanno ragione a fare la rivoluzione

Un nuovo studio, pubblicato dai Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta, conferma che la maggior parte dei casi osservati nel corso di una recentissima epidemia di parotite nei Paesi Bassi, tra il 2009 e il 2012, si è sviluppata prevalentemente fra persone che avevano ricevuto due dosi del vaccino trivalente. La notizia getta nuova luce sulla necessità di una maggiore sicurezza del vaccino nei Paesi Bassi e nel mondo, e saremmo curiosi di capire cosa ne pensano i signori che tanto si stanno prodigando a gettare fango sui genitori che dichiarano apertamente la correlazione dell’Autismo dei propri figli con la vaccinazione trivalente e le vaccinazioni più in generale. Tuttavia, l’articolo del CDC è fortemente di parte e sembra suggerire una terza dose di vaccinazione MMR per arginare le complicazioni generate da parotite. Un consiglio scriteriato che fa venire la pelle d’oca a pensare che nonostante la maggior parte delle persone erano vaccinate [circa il 67%] comunque si ritenga una forma sicura ed efficace per moderare le complicanze. Anche di fronte all’evidenza si prosegue a giustificare un programma vaccinale scandaloso anziché sollevare dei dubbi. Ricordiamo che, sempre più spesso, nelle scuole americane sono riportati casi di epidemie di parotite in soggetti vaccinati con due dosi del vaccino trivalente [ripetiamo] più scandaloso sulla faccia della terra. Ricordiamo che la Merck è in procinto di essere accusata per frode dal Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti per aver falsificato i dati di efficacia, efficienza, e sicurezza del proprio vaccino trivalente MMR. Ricordiamo che, prima della tiritera riguardante il caso del Dr. Wakefield, in Gran Bretagna si erano verificati numerosi casi di encefaliti, encefalopatie e meningiti asettiche post vaccinali a causa della componente della parotite Urabe 9-Am. Ricordiamo che da noi in Italia è in commercio un vaccino MPR prodotto da colture cellulari provenienti da feti abortiti [Priorix della GSK].

L’analisi del Changepoint di disordine autistico ha dimostrato una correlazione temporale con gli eventi associati a residui di DNA umano nei vaccini. I livelli di DNA residuo presenti nei vaccini sono ben oltre i limiti raccomandati dalla FDA. Negli ultimi anni, i produttori di vaccini hanno ripetutamente attirato l’attenzione su di essi per i numerosi scandali che spaziano dai metodi di ricerca immorali agli insabbiamenti sistematici degli effetti collaterali e delle complicazioni. Il problema non è limitato ai Paesi Bassi, oppure alla Magistratura di Trani, ma è un problema mondiale, in cui gli scienziati indipendenti, e sempre più operatori sanitari che escono allo scoperto [tra i quali ci siamo anche noi], stanno avvisando la popolazione dei problemi di sicurezza del vaccino e dei danni che ricevono [scusate il termine] i consumatori, oltre coloro che evitano di base le vaccinazioni, perché gli attuali vaccini sono insicuri e, col passare del tempo, acquisiscono sempre più la pessima reputazione di essere generalmente pericolosi. Un recente studio, pubblicato sulla rivista di ricerca della American Medical Association ha concluso che oltre la metà degli americani non si fidano del loro governo e dei medici per quanto riguarda la sicurezza del vaccino. Un Freedom of Information Act [atto legislativo che riconosce il diritto di libertà d’informazione e permette la divulgazione totale o parziale di informazioni e documenti inediti controllati dal governo] presentato nel Regno Unito, ha rivelato 30 anni di cover up attivo degli effetti avversi, dei rischi e della mancanza di efficacia dei vaccini (http://www.jabs.org.uk/bsem-march-2011---the-healt.html). L’insabbiamento coinvolge sia i produttori di vaccini, che funzionari governativi ed esperti di sanità pubblica. Il testo integrale del verbale è disponibile alla fonte del JVCI del Regno Unito (https://www.gov.uk/government/groups/joint-committee-on-vaccination-and-immunisation#minutes). Ulteriori informazioni riguardanti l’impatto della vaccinazione sull’incidenza delle malattie prevenibili da vaccino nel Regno Unito è disponibile anche nei capitoli del Green Book del JVCI. Gli esperti hanno ripetutamente messo in guardia che la legislazione, che esenta i produttori di vaccini di aderire a severe norme sulla produzione di prove di sicurezza e l’esonero dalla responsabilità penale delle lesioni cagionate, sono alla radice del problema.

Oltre a questo, gli esperti mettono in guardia in merito ai problemi sistemici globali legati alla sicurezza dei farmaci e al fatto che l’industria è pervasa dalla corruzione. Quando la maggior parte delle persone utilizza un prodotto farmaceutico, è lecito pensare che è stato valutato in modo indipendente, sia in termini di sicurezza che di efficacia prima di essere immesso sul mercato. Ma la realtà è molto diversa. In alcuni casi, le aziende farmaceutiche finanziano studi clinici e rilasciano i dati e report che supportano in modo selettivo i loro obiettivi di marketing (http://nsnbc.me/2013/12/08/all-trials-because-no-test-should-go-unheralded/). Molti degli studi pubblicati nelle riviste mediche inviate ai medici, sui quali si basano per ricevere opinioni in merito ai prodotti farmaceutici, sono scritti da persone con fortissimi legami finanziari con le aziende farmaceutiche. In alcuni casi, le pubblicazioni sono addirittura create da “ghost writers” [scrittori fantasma], ovvero persone impiegate attivamente nelle aziende farmaceutiche. In breve, la letteratura medica e la mole dei dati sono massicciamente compromessi dal marketing farmaceutico. Tutto ciò legittima la rivoluzione messa in atto da parte dei genitori con figli danneggiati da vaccino, e spiega altresì come più della metà delle persone nei Paesi Bassi, tra il 2009 e il 2012, che erano state vaccinate “due volte” con un vaccino “approvato” hanno comunque avuto gli orecchioni. L’indagine della Magistratura di Trani si pone all’interno di un’ampia questione in cui, prima o poi, i legislatori dovranno agire al riguardo; e se non lo fanno loro, dovranno essere i genitori/cittadini ad aprire il confronto. Condizione indispensabile per essere in grado di farlo è, ovviamente, essere sostenuti da media indipendenti che informano circa i problemi di sicurezza dei vaccini. Noi ci siamo!

30 marzo 2014
autismovaccini.org/2014/03/30/il-vaccino-trivalente-mpr-e-insicuro-i-genitori-hanno-ragione-a-fare-la-rivo...
04/06/2014 03:05
 
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Autistici per colpa dei vaccini. Il servizio che fa polemica
Nel servizio della puntata de Le Iene del 28 maggio 2014 si racconta la storia di due bambini autistici.

notizie.virgilio.it/tecnologia/vaccini-autismo-iene-fanno-scoppiare-bufera-vi...
08/06/2014 21:35
 
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Paralizzata dal vaccino, la Regione Piemonte condannata a pagare due milioni



Se Alessandra Martinelli, 31 anni, di Bardonecchia, è rinchiusa nella prigione del coma vegetativo da 26 anni, la colpa è del vaccino anti difterite e anti tetano che le fu iniettato quando aveva 5 anni, ed era una bambina normale e in salute. Non ci sono più dubbi e la Cassazione ha confermato la sentenza che nel luglio 2012 fece notizia per un risarcimento record da un milione e 800 mila euro per il danno provocato. Sarebbe bastato somministrarle del cortisone per evitare la terribile reazione al vaccino. "Nonostante le pressanti richieste di intervento della madre alla guardia medica di Susa e al medico di base appena sorti i primi sintomi, il caso fu trattato in modo sbrigativo, come se si trattasse di una semplice convulsione da febbre". Ad oggi, tra interessi maturati, per ripagare il danno di quella tragedia si è arrivati alla cifra di 1.940 mila euro. Ma nessuno, né l'Asl né la Regione, ha ancora pagato quanto dovuto ad Alessandra Martinelli e alla madre Antonella Scarpanti per la sofferenza patita. Il direttore dell'Asl competente per la gestione liquidatoria dell'ex Usl 36 (poi Asl To5 e ora To3) non ha ancora provveduto ad eseguire il bonifico. La Regione Piemonte si è premunita di fare tutti i ricorsi necessari per cercare di ribaltare la decisione dei giudici. E anche ora che sono stati passati tutti i gradi di giudizio, nessuno ha contattato la famiglia o gli avvocati dello studio Ambrosio e Commodo per chiedere un numero di conto corrente su cui versare il denaro. "Noi non vogliamo fare una battaglia contro i vaccini - ha spiegato l'avvocato Renato Ambrosio - ma speriamo di non dover fare altre battaglie giudiziarie: sono troppi anni che questa famiglia aspetta il risarcimento, e questo rappresenta già una sconfitta".

Sarah Martinenghi
7 giugno 2014
torino.repubblica.it/cronaca/2014/06/07/news/la_regione_piemonte_deve_pagare_due_milioni_per_il_vaccino_sbagliato-8...
21/06/2014 00:29
 
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Truffa, perquisite sedi Novartis. Inchiesta sulla fornitura del vaccino anti influenza

La procura di Siena ipotizza nei confronti di un manager del gruppo farmaceutico Novartis il reato di truffa aggravata nell’ambito della fornitura al ministero della Salute, nel 2009, del vaccino contro l’influenza suina. Venerdì mattina i Nas di Firenze hanno perquisito le sedi dell’azienda a Siena e a Origgio (Varese), per cercare prove a carico dell’indagato, l’ad della divisione vaccini dell’azienda, Francesco Gulli. Gli investigatori ipotizzano un danno all’erario di oltre 16 milioni di euro legato al risarcimento da 19,8 milioni che nel 2012 lo Stato versò a Novartis, a cui nel 2010, in seguito al cessato allarme sulla pandemia, il ministero aveva chiesto l’interruzione della fornitura. Secondo l’accusa la cifra dovuta fu calcolata sulla base del prezzo fittiziamente gonfiato da Novartis di un componente essenziale del vaccino, l’adiuvante MF59. Il costo sarebbe stato incrementato grazie a una serie di sovra-fatturazioni fra le società dal gruppo. Da una verifica fiscale eseguita dall’Agenzia delle entrate emergerebbero “evidenti profili d’illiceità fiscale”. Durante la pandemia del 2009, il governo Berlusconi aveva sottoscritto con la multinazionale del farmaco un contratto per la fornitura di 24 milioni di dosi di vaccino contro il virus A-H1N1, per un corrispettivo previsto di 184 milioni. Accordo finito subito nel mirino della Corte dei Conti perché l’esecutivo avrebbe accettato clausole troppo favorevoli all’azienda, come l’assenza di penali per il mancato rispetto delle date di consegna. Novartis, in una nota, comunica di aver sempre operato “nel rispetto della legge” e “rinnova la sua disponibilità a collaborare pienamente con le autorità competenti, verso le quali nutre la massima fiducia”. Per la multinazionale del farma non si tratta però della prima tegola che arriva dalla giustizia italiana. Il 28 maggio il ministero guidato da Beatrice Lorenzin ha chiesto alla stessa Novartis e a Roche un risarcimento da 1,2 miliardi per i presunti comportamenti anticoncorrenziali nella vendita di farmaci per la cura degli occhi. Secondo l’Antitrust le due società svizzere avrebbero infatti fatto cartello per ostacolare la diffusione di un medicinale più economico, Avastin, a vantaggio di uno molto più costoso, Lucentis, differenziandoli in maniera artificiosa.

20 giugno 2014
www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/20/truffa-perquisite-sedi-novartis-inchiesta-sulla-fornitura-del-vaccino-anti-influenza/...
23/06/2014 00:21
 
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Macerata, alpino morto e vaccini killer. La storia di Francesco vince al Tar

POTENZA PICENA - Andrea Rinaldelli, padre-coraggio a un passo dalla vittoria nella sua battaglia contro i vaccini-killer, racconta: «Il Ministero della Difesa ha respinto la mia richiesta tre volte, ma il Tar di Trieste mi ha dato ragione. Ora serve una norma che permetta ai militari di essere riconosciuti come vittime di malattie contratte in seguito ad un errata pratica vaccinale». La storia di Andrea Rinaldelli, è quella di un genitore che non si è mai arreso, affrontando il terribile dolore per la perdita di un figlio, con ostinazione e carattere. La sua sete di giustizia, non si è mai placata, da quell’ormai “lontano” 2008. E’ quello l’anno in cui è muore Francesco Rinaldelli, l’alpino di Potenza Picena, scomparso all’età di 26 anni, a causa di un linfoma di Hodgkin, quando prestava servizio al petrolchimico di porto Marghera, nel periodo delle maggiori emissioni di diossina. «Ho fatto richiesta al Ministero della difesa - spiega per ottenere i benefici spettanti alle vittime del dovere, allegando la documentazione, con la storia delle vaccinazioni, le ricerche le analisi e le perizie, ma è stata respinta in ben tre istanze». Poi continua: «Così ho fatto ricorso al Tar del Friuli ed è stato accolto. I tempi sono stati brevissimi, la prima udienza c’è stata l’11 giugno e la sentenza è stata emessa venerdì. Il giudice ha di fatto cancellato il diniego proveniente dal comitato di verifica del Ministero, chiedendo un riesame delle argomentazioni da noi presentate. Queste riguardano in particolare la somministrazione dei vaccini senza adeguate anamnesi e senza rispettare i tempi tra un vaccino e l’altro e la complessa questione del servizio prestato da Francesco al petrolchimico, in seguito alla missione Domino. Si tratta di uno specifico sito ad alto impatto tossico». Un ottimo risultato che sa di rivincita. «Il giudice del Tar- continua Rinaldelli - ha evidenziato come le mie argomentazioni siano state già approfondite nella relazione stilata dal Ministero della Difesa all’interno del progetto Signum (Studio impatto genotossico nelle unità militari), e proprio per questo chiede di riesaminare la mia richiesta». La sua lotta alla verità ha portato Rinaldelli ad avere nel tempo sempre maggiori consensi, come l’appoggio di numerose famiglie, che con lui hanno fondato il gruppo “Genitori per la vita”, quello di alcuni esponenti della politica tra cui il senatore Pd Mario Morgoni e il consigliere regionale Ncd Francesco Massi, e perfino della commissione parlamentare d’inchiesta: «Ci siamo quasi. Questo è l’ultimo atto, mi aspetto che il Ministero accetti la mia richiesta, ma anche se la verità è ormai sempre più evidente, lo stesso Ministero non può muoversi, senza che la politica non sciolga l’ultimo nodo. Serve una norma che tuteli i militari e che palesi chiaramente la correlazione esistente tra l’insorgere di patologie tumorali e l’errata somministrazione dei vaccini».

Alessandra Bruno
22 Giugno 2014
www.ilmessaggero.it/marche/tar_trieste_francesco_rinaldelli_andrea_rinaldelli_vaccini_killer_alpino_morto_militari/notizie/7592...
26/06/2014 23:59
 
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Morì dopo vaccini, genitori 17enne denunciano ministro Lorenzin

I genitori di una ragazza di Barletta, morta a 17 anni per le conseguenze di più vaccini che le erano stati somministrati sin da quando aveva un anno, hanno presentato una denuncia-querela alla Procura della Repubblica di Roma nei confronti del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e di dirigenti dello stesso dicastero perchè da due anni attendono il pagamento di un indennizzo di poco più di 151mila euro, riconosciuto loro con sentenza di primo grado e d'appello. La denuncia-querela è stata presentata dall'avv. Francesco Terruli, del foro di Taranto, per conto della coppia, Luigi Giovanni Tupputi, di 51 anni, e Mariangela Dibenedetto, di 47 anni, genitori di Marianna, deceduta il 24 ottobre 2007. I genitori di Marianna, che hanno inutilmente tentato di ottenere il pagamento dell'indennizzo attraverso pignoramenti, ipotizzano nei confronti del ministro e dei dirigenti del ministero il reato di omissione di atti d'ufficio (art.328 del codice penale). Il nesso di causalità, viene ricordato nella denuncia, tra "le somministrazioni vaccinali e le conseguenti patologie neurologiche di cui era risultata affetta la minore Marianna Tupputi", era stato accertato già nel giudizio di primo grado con una consulenza tecnica eseguita da un medico legale e disposta dal Tribunale di Trani. La sentenza di condanna in primo grado del ministero della Salute, che stabilisce anche l'indennizzo per i genitori della ragazza deceduta, è stata emessa il 18 aprile 2012, e confermata dalla Corte di appello di Bari, dopo ricorso dell'Avvocatura distrettuale dello Stato di Bari, il 24 aprile scorso.

26 giugno 2014
bari.repubblica.it/cronaca/2014/06/26/news/mor_dopo_vaccini_genitori_17enne_denunciano_ministro_salute-9...
08/07/2014 01:27
 
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Vaccini-autismo, l'avvocato:”In arrivo decine di esposti”

Non solo Trani. ''Torino, Genova, altre Procure sono pronte a muoversi, viste le decine di esposti in arrivo''. Non è una previsione astratta quella dell'avvocato Luca Ventaloro, 50 anni, esperto in diritto sanitario minorile, all'indomani dell’indagine aperta a Trani su un possibile legame tra il vaccino trivalente e la sindrome autistica. Uno studio a Rimini e uno a Roma, Ventaloro ha al suo attivo una quarantina di cause vinte proprio sul legame tra vaccinazioni e varie patologie, sei delle quali negli ultimi anni riguardano l'autismo. ''Questa mattina la mia posta è andata in tilt - dice a Ign, testata on line del Gruppo Adnkronos - Un centinaio di mail da parte di colleghi e genitori di bambini che mi avvisavano che stavano andando a depositare esposti in Procura''. Nessuno stupore davanti al fascicolo, per ora contro ignoti, aperto a Trani. ''Vista la mole di casi del civile, era inevitabile che anche la giustizia penale si accorgesse di questa correlazione potenziale tra vaccino e autismo o altre patologie, ormai è diventata un'emergenza nazionale. Abbiamo un caso di autismo su 80 nascite, in bambini sani. Nascono con un indice di vitalità APGAR altissimo e dopo le vaccinazioni iniziano a stare male. Non possono più negare l'evidenza''.
Davanti a quello che rischia di diventare l'ennesimo caso di una via giudiziaria per arrivare a una verità scientifica, l'Organizzazione mondiale della sanità ribadisce che dai dati epidemiologici disponibili non esiste alcune legame tra vaccini e autismo. Un'opinione non condivisa da Ventaloro. ''Negli ultimi due anni la giustizia, soprattutto civile, ha prodotto molte sentenze sulla relazione tra vaccini e autismo o altre patologie - insiste l'avvocato - Sentenze frutto di approfondimenti medici accurati mentre la Sanità ufficiale è un po' più arroccata. Negano l'evidenza, anche per ragioni di opportunità sociale, non tenedo conto di una emergenza che bisogna valutare meglio. Ma ormai queste cose girano, la gente è stanca perché si gioca sulla loro pelle''. L'ultima causa vinta da Ventaloro sul danno da vaccinazione riguardante l'autismo, risale a novembre 2013, a Pesaro contro il Ministero della Salute. Prima c'era stata quella di Busto Arsizio nel 2009, Urbino nel 2011, Rimini nel 2012, Ravenna nel 2012 e Milano nel 2013. ''Un ragazzino di 15 anni, nato con un APGAR molto alto (era 9 su10) - racconta l'avvocato spiegando l'ultima causa - All'inizio tutto bene: filmini e foto. Dopo la vaccinazione, a un anno e mezzo, cambia tutto: regresso immediato del linguaggio, il bambino entra in una bolla tutta sua, iniziano i gesti ripetuti, diventa un soggetto autistico non più cognitivamente presente. I genitori iniziano l'iter riabilitativo ordinario finché vengono in contatto con altri soggetti danneggiati che avevano già iniziato percorsi legali. Iniziano le indagini con esami molto approfonditi, dai quali emerge una stretta correlazione diagnostica tra vaccinazione e malattia. Un medico legale mette nero su bianco nella perizia il 'danno da vaccinazione' e da lì inizia la procedura. Per un annetto iniziamo l'iter con il Ministero che nega tutto. A quel punto siamo costretti a rivolgerci al Tribunale. Nel giro di otto mesi arriva la sentenza. Nomina di un controllo medico che rileva un nesso di causa tra vaccinazione e patologia, E come previsto dalla legge 210/1992 arriva l'indennizzo''.

24/03/2014
www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2014/04/30/vaccini-autismo-avvocato-arrivo-decine-esposti_J9g2ow7pXuvHNC3DrjP...
24/07/2014 03:02
 
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La cupola dei vaccini esiste

Esiste una cupola dei vaccini, che ha trasformato in business la lotta a virus pericolosi, garantendo l'arricchimento e la carriera di funzionari pubblici. È la conclusione della procura di Roma, che ha chiuso l'istruttoria durata otto anni, confermando l'inchiesta pubblicata da “l'Espresso” nello scorso aprile. Nella lista dei 41 indagati, che ora rischiano il processo, ci sono nomi di primo piano che hanno gestito nell'ultimo decennio la sicurezza veterinaria. Tra loro, c'è la virologa Ilaria Capua, ora parlamentare di Scelta Civica, che ha sempre respinto le accuse. E c'è soprattutto Romano Mirabelli, promosso poche settimane fa dal ministro Beatrice Lorenzin all'incarico di segretario generale del ministero della Salute nonostante “l'Espresso” avesse rivelato il suo coinvolgimento nella vicenda. I pm romani guidati dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo hanno diviso il procedimento in due filoni. Il primo riguarda i provvedimenti per combattere l'aviaria, l'epidemia dei polli che in alcune forme può contagiare anche l'uomo. Il secondo invece è relativo alla lingua blu, una malattia che colpisce soprattutto gli ovini e ha decimato gli allevamenti in Sardegna. Proprio su questo fronte i pm ipotizzano che l'introduzione nel 2003 di un vaccino di produzione sudafricana mai sperimentato in Italia abbia contribuito a spargere l'epidemia nel nostro Paese “cagionando la diffusione in gran parte degli allevamenti italiani del virus provocando ingenti danni al patrimonio zootecnico nazionale”. Una decisione che sarebbe stata presa da Mirabelli, all'epoca direttore generale del dipartimento veterinario del ministero, e da Vincenzo Caporale, direttore dell'Istituto zooprofilattico dell'Abruzzo e del Molise. Le contestazioni di corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio e falsità ideologica sono invece legate alle campagne per combattere la “lingua blu” negli anni dal 2006 al 2009. Durante le quali secondo i pubblici ministeri sarebbe stata favorita l'azienda Merial Italia, anche con “false attestazioni” attraverso la vendita di “ingenti quantitativi di vaccino non necessari al fabbisogno nazionale, ed in particolare alla Regione Sardegna, causando un danno patrimoniale di due milioni e mezzo di euro». Inquietante anche il capitolo sull'aviaria, in cui viene chiamata in causa la Capua e l'attività dell'Istituto zooprofilattico delle Venezie di Padova. I magistrati ritengono che ci fosse un'associazione per delinquere finalizzata all'uso di “virus altamente patogeni dell'influenza aviaria del tipo H9 e H7N3, di provenienza illecita, al fine di produrre in forma clandestina, senza la prescritta autorizzazione ministeriale, specialità medicinali ad uso veterinario procedendo successivamente, sempre in forma illecita, alla loro commercializzazione e somministrazione ad animali avicoli di allevamenti intensivi». È proprio il traffico di virus, fatti arrivare di nascosto da altri paesi, che “l'Espresso” ha denunciato nella sua copertina.

L'indagine è nata da una segnalazione delle autorità americane, che avevano scoperto come dalla filiale italiana della multinazionale Merial venisse fatti arrivare negli Usa virus senza controllo raccolti anche in paesi arabi. L'obiettivo era quello di preparare vaccini da immettere sul mercato prima della concorrenza, in modo da moltiplicare i profitti. Di fronte agli investigatori il manager Paolo Candoli aveva ammesso il traffico, poi era rientrato in Italia proseguendo la sua attività. Ma il rapporto trasmesso dagli Usa nel 2005 ha fatto scattare gli accertamenti dei carabinieri del Nas, che grazie anche a lunghe intercettazioni telefoniche, hanno rivelato le attività nel nostro paese di questa “associazione per delinquere”. Per i carabinieri, da alcune intercettazioni “appare evidente come il contrabbando dei ceppi virali dell’influenza aviaria, posto in essere dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, nelle persone di Ilaria Capua, Stefano Marangon e Giovanni Cattoli, con il concorso del marito della dottoressa Capua, Richard William John Currie, costituisca di fatto un serio e concreto pericolo per la salute pubblica per il mancato rispetto delle norme di biosicurezza”. Adesso dopo la decisione della procura di Roma si moltiplicano le richieste perché il ministro Lorenzin sospenda Mirabelli dall'incarico di segretario generale. La senatrice di Sel Loredana De Petris ha sottolineato come le indagini svelino l'esistenza di una cupola “che ha orientato le scelte nel campo dei vaccini a esclusivo vantaggio di un'azienda privata”. Sulla stessa linea Mauro Pili, deputato sardo ex Pdl e ora leader di Unidos, che parla di “scandalo di gravità inaudita perché costruito con il silenzio di molti, sia a livello nazionale che regionale”. Pili con un'interrogazione urgente domanda il commissariamento della gestione delle misure contro la lingua blu. «Ormai non si contano più le occasioni sprecate dal Ministro Lorenzin, e questa è solo l’ultima» insiste Claudio Giustozzi, segretario dell’associazione “Giuseppe Dossetti: «il suo silenzio sulle responsabilità in particolare del suo ministero, è sconcertante e preoccupante. Riteniamo che tutti coloro i quali dovessero ricevere avvisi di garanzia abbiano il senso civile e morale di autosospendersi dall’incarico».

14 luglio 2014
espresso.repubblica.it/inchieste/2014/07/14/news/la-cupola-dei-vaccini-...
[Modificato da wheaton80 24/07/2014 03:03]
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