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Il loro piano sta fallendo: Benvenuti nel Nuovo Disordine Mondiale. Ora tutto dipende da noi

Ultimo Aggiornamento: 22/03/2024 14:35
13/06/2014 20:24
 
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Sono ottimista. Il mondo può cambiare ma tutto dipende da noi. I poteri forti sono spaccati al loro interno come non mai, indeboliti da guerre intestine. Barcollano, urtano le corde e spesso finiscono all’angolo. Si salvano perchè difronte a loro non hanno ancora qualcuno capace di incalzarli, penetrare la guardia bassa e sferrare il colpo del Ko. Chi li contrasta non ha ancora fatto fronte comune e quindi disperde forze ed energie ed è incapace di vedere che il nemico non è più fiero e solido come sempre. C’è poco che noi potremmo fare se non si stessero indebolendo e combattendo tra di loro. Se Putin non avesse lanciato un macigno sul sentiero verso il nuovo ordine mondiale creando un vero e proprio disordine totale. Ma ciò sta avvenendo. Non sto sognando, analizziamo gli eventi. Prendiamo un esempio: Timothy Geithner che denuncia il complotto europeo.

www.repubblica.it/politica/2014/05/27/news/caso_geithner_la_procura_di_roma_apre_fascicolo_sul_complotto_anti-berlusconi-8...

Ma sapete chi è Timothy Geithner? oltre ad essere stato il Segretario del Tesoro americano nell’amministrazione Obama e presidente della Federal Reserve di New York. Lui è membro del Gruppo dei 30 insieme a Trichet e Draghi.

www.group30.org/members.shtml

Avete capito bene è membro dello stesso gruppo che ha causato il golpe nel 2011, proprio il Gruppo che ha creato il vademecum per favorire l’uso dei derivati in modo che le maggiori banche ed istituzioni che da loro prendono istruzioni avrebbero cominciato a diffonderli come un virus letale per l’intero sistema finanziario globale. Membro dei 30 insieme ai due uomini che scrissero la lettera al governo Berlusconi per causarne la caduta e la sostituzione con Monti imposto dal Bilderberg e dalla Trilaterale le due lobby delle quali Geithner è membro proprio come Draghi e Trichet. Un clan mafioso lo sconfiggi solo se esce il pentito che comincia a parlare. Geithner non è pentito ma parla per lanciare segnali al fronte europeo del clan che forse sta prendendo troppe iniziative, che forse ha aperto troppo alla Russia, che forse sta trattenendo troppo per se i proventi del racket agli stati. Qualcosa di simile era già successa con il meno rilevante Alan Friedman le cui dichiarazioni sul complotto dicono che abbiano addirittura causato la caduta del governo Letta?

www.iltempo.it/politica/2014/02/17/grillo-letta-scaricato-dopo-il-libro-di-friedman-1...

Ma voi c’avete creduto? Monti, De Benedetti e Prodi che confessano alcuni aneddoti ai microfoni di un famoso giornalista statunitense e poi fingono di meravigliarsi di averle ritrovate in un libro. Ma secondo voi è credibile o Friedman è stato mandato per recapitare un messaggio? Possibile che un giornalista del calibro di Friedman che proviene da tutte le sedi del potere sia a conoscenza dell’incontro a Saint Moritz nell’estate del 2011 tra Monti e De Benedetti e non sia a conoscenza del’incontro sempre nel’estate del 2011 e sempre a Saint Moritz tra Monti e i 120 uomini più potenti del mondo alla riunione annuale del Bilderberg?

www.bilderbergmeetings.org/participants_2011.html

Ma dai su, ma non vi sentite offesi nella vostra intelligenza e nella vostra dignità a leggere queste cose? E’ ovvio che il giornalista americano doveva solo recapitare un messaggio, un pizzino con la complicità degli attori da lui interpellati: Fate i bravi o in America cominciano a parlare. Era questo in breve il contenuto del pizzino. Messaggio ricevuto. Cambio di governo. Putin ha reso tutti nervosi, ed incapaci di sedersi attorno ad un tavolo in 30 e trovare una strategia comune come hanno sempre fatto. Quest’anno l’amministrazione Obama per la prima volta non ha mandato nessun rappresentante al Bilderberg in Danimarca. Non si guardano neanche più in faccia tra di loro secondo me. L’Europa è tra l’America e la Russia e non sa questa volta quale sarà il carro del vincitore su cui saltare, quindi tentenna un po di qua e un po di la ed i gruppi si spaccano, si fanno ripicche, si minacciano a vicenda. L’Inghilterra silura Juncker alla Commissione europea. Christine Lagarde corre al Bilderberg per cercare di prendere il suo posto. La Merkel chiede il parere di Hollande per lanciarne la candidatura dell’esile direttrice del Fondo Monetario Internazionale ma lui la boccia.

www.huffingtonpost.it/2014/06/03/lagarde-commissione-europea-merkel-hollande_n_5439...

Intanto in Francia vince Le Pen, in Inghilterra Farage ed in Italia rischia di crollare il mito Cinquestelle il che non è positivo nell’ottica del contenimento della protesta che a questo punto potrebbe esplodere con gli italiani che pretenderanno posizioni più forti e nette contro l’Europa. Intanto Putin minaccia di tagliare il gas agli europei disobbedienti e di mandare in cantina il dollaro americano come moneta di riferimento negli scambi, preparando la creazione di un sistema di pagamenti completamente indipendente e protetto dal dollaro e dalle speculazioni omicide delle grandi istituzioni finanziarie occidentali. Come se non bastasse, firma un accordo di fornitura di gas alla Cina senza precedenti.

www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/21/gas-la-russia-e-la-cina-firmano-accordo-per-fornitura-valore-400-miliardi...

Ingloba la Crimea alla Russia mettendo a tacere Obama e l’Unione Europea.

news.panorama.it/esteri/Crimea-Putin-Obama-referendum-an...

E si prepara a creare una nuova Banca Mondiale per i paesi emergenti insieme ai Brics, l’incubo più grande delle élite finanziarie americane.

www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/26/brics-nuova-banca-mondiale-per-paesi-emergenti...

La tensione sale. I poteri forti americani diventano vulnerabili e commettono errori su errori quelli Europei abituati a saltare sul carro del vincente, avendo sempre perso loro, sono disorientati e cominciano a spaccarsi. Benvenuti nel nuovo disordine mondiale.

Ps: Ora tocca a noi, dobbiamo unirci, inseguirli all’angolo, conquistare il centro del ring. Non aspettiamo che suoni la campana e che tornino a prendere fiato. Incalziamoli. E’ il nostro momento.

Francesco Amodeo
francescoamodeo.net/2014/06/12/il-loro-piano-sta-fallendo-benvenuti-nel-nuovo-disordine-mondiale-ora-tutto-dipende...
[Modificato da wheaton80 13/06/2014 20:24]
27/03/2020 05:30
 
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Dal coronavirus un nuovo colpo a una globalizzazione già malata

Dirlo adesso è facile, con Trump che chiude gli aeroporti all'Europa, l'Italia alla Cina, l'Austria i confini all'Italia, eccetera. Ma la Grande Deglobalizzazione era iniziata prima della pandemia del coronavirus e continuerà anche quando tutti saranno tornati a scuola e allo stadio. Il mondo dopo il coronavirus, insomma, non sarà lo stesso, ma non per via del virus. L'epidemia ha solo accelerato e, forse, reso irreversibili processi che già premevano su uno dei tre pilastri della globalizzazione: quello della produzione. Per gli altri due, comunicazioni e finanza, la deglobalizzazione era già in marcia, prima dell'epidemia. Il tessuto connettivo della globalizzazione sono le “catene di valore”, ovvero le filiere di produzione di beni che attraversano confini e Paesi, da un capo all'altro del mondo. La globalizzazione ha comportato una radicale redistribuzione della struttura produttiva a livello globale. Il caso più celebre è quello della Apple. L'iPhone che arriva in America figura come importazione dalla Cina, ma in realtà il valore realizzato in Cina non supera il 5 per cento. Il resto è sparso per il mondo su centinaia e centinaia di fornitori (come la STMicroelectronics italiana): il 97 per cento del valore di un iPhone è realizzato lontano dagli USA (anche se i profitti sono americani). La Apple è, forse, un caso estremo, ma replicato ovunque, in tutti i settori. Negli ultimi anni, tuttavia, si è innestata una marcia indietro.

Catene di fornitori così lunghe impediscono di aggiustare i prodotti velocemente, come richiede la prassi di tenere i magazzini al minimo. E, soprattutto, oggi nella produzione il costo del lavoro (elemento decisivo, una volta, per spingere le imprese a decentrarsi) pesa assai meno. Per quel che pesa, inoltre, il vantaggio comparato di produrre, ad esempio, in Cina, si riduce, man mano che salgono i salari dei lavoratori cinesi. L'epidemia ha mostrato vividamente alle grandi aziende che questa rete è anche fuori dal loro controllo. Si sono rese conto che, in moltissimi casi, non hanno la minima idea di chi fornisca quel particolare componente, dove diavolo stia e se, a questo punto, continuerà a fornire materiale o no. Vicende diverse, in diverse parti del mondo (uno tsunami, piuttosto che una epidemia) possono compromettere questa rete troppo fragile. La globalizzazione, insomma, funziona finché funziona. Se si inceppa è il caos. Le aziende lo avevano già avvertito, prima dell'epidemia, con le guerre delle tariffe di Trump che, con scelte imprevedibili e, a volte, contradditorie, hanno reso, dalla sera alla mattina, perdenti e impraticabili scelte di investimento che sembravano incontestabili. Le aziende si adegueranno, nei prossimi anni, semplificando e accorciando queste “catene di valore”, riportando più vicino a casa le produzioni o riassestandole su base regionale.

Un processo lungo e non indolore. Il 40 per cento dell'export totale americano avviene attraverso quelle catene. Per l'Asia, Cina compresa, si arriva al 50 per cento. Ma il continente che più ne sarà sballottato è l'Europa, dove il 70 per cento dei prodotti che vengono esportati ha alle spalle catene di valore più o meno lunghe. Se le catene di valore sono il tessuto connettivo della globalizzazione, il suo sistema cardiocircolatorio è Internet. E-commerce, social media, comunicazione in tempo reale, i grandi banchi memoria del cloud: globalizzazione e digitalizzazione sono due fenomeni quasi indistinguibili. Ma l'Internet globale di oggi è un sistema cardiocircolatorio che ha due cuori e due reti venose sempre più distinte. Amazon, Google, Facebook da una parte. Alibaba, Baidu, Tencent dall'altra. Dall'e-commerce al cloud sono due sistemi sempre più lontani e sempre più incomunicanti. Infine, il carburante che tiene in piedi il mondo globalizzato: i soldi. Girano sempre meno. Rispetto ai primi dieci anni del secolo, i flussi finanziari che attraversano i confini si sono ridotti di due terzi. Sono soprattutto le banche che prestano malvolentieri a lunga distanza. E' passato un quarto di secolo da quando Tom Friedman magnificava “il mondo diventato piatto”, lisciato dalla globalizzazione. Magari non è tornato rotondo, ma, certo, è molto gibboso.

Maurizio Ricci
14 marzo 2020
www.repubblica.it/economia/rubriche/eurobarometro/2020/03/14/news/coronavirus_deglobalizzazione-25...
20/10/2020 19:32
 
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Scontro globale - “RESET” contro “RESET” - Il cambio epocale è alle porte, chi vincerà?



Gli scenari apocalittici che stiamo vivendo in questo periodo storico vedono uno scontro finale “…tra i figli della luce e figli delle tenebre”, come ha affermato Monsignor Viganò in una sua lettera inviata al Presidente Trump. La maggior parte della popolazione, purtroppo, indottrinata dalla propaganda imposta dal pensiero unico dominante, non riesce a consapevolizzare la portata degli eventi globali che stanno accadendo. Alla fine di questo scontro il mondo non sarà più come lo abbiamo finora conosciuto. Da una parte abbiamo il “Deep State”, quello “Stato Profondo” che determina, con la sua regia occulta, le vere sorti della storia. Un sistema di governo che da secoli opera per portare avanti i suoi loschi obbiettivi. Già nella prima metà dell’800 Honoré de Balzac scriveva:“Vi sono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata ad “usum delphini”, e la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa”. L’attuale propaganda rappresenta la futura storia scritta per i posteri ad “usum delphini”. Ma noi dobbiamo necessariamente andare oltre, scavare dentro le trame degli eventi e consapevolizzare la verità per far vincere quelle forze della luce che stanno operando per destarci dall’oblio in cui siamo caduti. Lo “Stato Profondo” che attualmente domina il mondo e che mira ad imporre il NWO (Nuovo Ordine Mondiale) è infiltrato in tutti gli Stati. Attraverso il suo sistema politico ed economico ha collocato i suoi uomini in tutte le posizioni chiave della politica e della società: ministeri, mass-media, economia, sanità, cultura, università, scuole, spettacolo, cinema e tanto altro.

Nulla è sfuggito al controllo, i suoi tentacoli sono ovunque, nel cuore delle istituzioni. Sono all’interno della politica sia di “destra” che di “sinistra” dei cosiddetti Paesi “democratici” occidentali, come USA ed Europa, in potenze economiche e militari come Russia e Cina e anche in quello Stato del Vaticano che dovrebbe rappresentare l’opera di Cristo nel mondo. Una Chiesa irriconoscibile, modernista, relativista, progressista e con due Papi, fatto storico epocale che dovrebbe farci alzare le antenne sui tempi che stiamo vivendo. Il primo, Benedetto XVI, il vero Papa, che si firma ancora “P.P. XVI”, cioé Pontefice dei Pontefici (Pontifex pontificum), costretto a dimettersi quando l’èlite usurocratica che controlla il circuito dei pagamenti internazionali tramite lo Swift impedì alla banca del Vaticano qualsiasi transazione. Pochi sanno che furono bloccati i conti, lo IOR non poté più effettuare alcuna transazione finanziaria e pagamenti di nessun genere. Il secondo, il cardinale Bergoglio, fatto eleggere grazie all’aiuto della “mafia di San Gallo”. Un “Papa” in perfetta linea con il NWO, che ha glissato la figura di Cristo e ha smesso di occuparsi della salvezza delle anime per occuparsi principalmente della politica terrena. Con il suo operato sta alimentando l’immigrazione clandestina, l’ambientalismo di facciata, sta sdoganando la cultura gender. Con un falso ecumenismo si annulla Cristo negli accordi con l’Islam e si celebra il rito pagano della dea Pachamama in Vaticano; scende perfino a patti con il partito comunista cinese, consentendo loro di gestire la futura “chiesa” operante in Cina, sacrificando quella vera Chiesa storica cinese da sempre fedele al papato. Il “FALSO RESET” economico al quale stanno lavorando i signori del Deep State, con le premesse descritte, pianificate nei loro gruppi di potere come Bilderberg, Commissione Trilaterale e Club di Roma, sono di stampo gattopardiano. Cambiare tutto per non cambiare nulla.

L’ultima riunione dell’èlite globale, tenutasi il 3 giugno a Davos, il “World Economic Forum”, ha stabilito le linee guida della futura economia planetaria. La “quarta rivoluzione industriale” progettata a Davos prevede un esponenziale utilizzo della tecnologia robotica, digitale e della rete 5G per potenziare il lavoro industrializzato, sacrificando milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. Per tale ragione, per anni hanno divulgato le teorie del “Club Di Roma” e del Malthusianesimo per convincerci che siamo troppi sulla terra e che le risorse non sono sufficienti per tutti. Convinte le masse delle loro ragioni, per risolvere il problema, i “geni del male” hanno pensato di dimezzare la popolazione mondiale. Non hanno più bisogno di un eccesso di manodopera. La loro rivoluzione prevede anche l’avanzata del transumanesimo, una riprogettazione dell’uomo attraverso la tecnologia, l’eugenetica, la cultura gender, il controllo totale dei dati di ogni singolo individuo, la cultura ambientalista finalizzata ad accaparrare consensi, l’immigrazione incontrollata per generare nuove popolazioni, apolidi e senza nessuna tradizione storico-culturale funzionale al pensiero unico dominante. Una massa informe disposta a lavorare per pochi centesimi l’ora. Il loro falso “Reset” prevede, a livello finanziario, non un vero azzeramento dei debiti mondiali, come dovrebbe essere se si attuasse un vero giubileo globale, bensì uno spostamento della massa monetaria circolante dall’economia reale verso l’economia tecno-finanziaria, con un trasferimento massiccio del risparmio delle famiglie verso la finanza gestita dall’èlite. Con queste premesse bisogna inquadrare anche la lotta al denaro contante che stanno portando avanti con la scusa della lotta all’evasione fiscale. Il contante sfugge al controllo e questo per loro è intollerabile. Ritornando al concetto gattopardiano, cambiare tutto per non cambiare nulla, rimane inalterato lo strumento primario che hanno a disposizione i “geni del male”, la loro moneta debito, cioé quella “moneta di satana” che ha indebitato tutti i popoli del mondo.

Tuttavia, in questi tempi apocalittici, per i signori del male che stanno mettendo in atto i loro ultimi colpi di coda attraverso la dittatura sanitaria globale strumentalizzando il covid-19 per poi passare molto probabilmente ad una dittatura militare, qualche granello di sabbia si è inserito nei loro loschi ingranaggi. Uomini come Trump e Putin stanno effettivamente, con il loro operato, ostacolando il NWO e lo hanno dimostrato in tutti questi anni con i fatti. Grazie a loro, le guerre in Medio Oriente per ora si sono fermate, Trump ha messo sotto il controllo del Tesoro la Federal Reserve e sta lottando contro il potere delle multinazionali del farmaco, compresa la Big Pharma di Bill e Melinda Gates. La cosa più importante a cui stanno lavorando insieme a tanti altri Paesi è un vero reset globale. Il “VERO RESET”, che auspico si attui, è quello previsto dal progetto GESARA (Global Economic Security and Recovery Act), a cui molti Paesi sembrerebbero già aver aderito. Tale progetto è basato sul “Quantum Financial System” (QFS), un sistema finanziario quantistico mirato a ripristinare le valute globali. Attraverso questo computer quantistico collocato in orbita con dei satelliti, si creerà una nuova valuta, cioé una nuova moneta non emessa più a debito e che sarà basata sulla ricchezza reale dei Paesi aderenti. La massa monetaria sarà quantificata in base alla ricchezza reale generata dalla produttività del Paese, il PIL e anche da tutte le riserve auree e beni che esso possiede.

L’attuale circuito Swift, ora gestito dalle banche centrali e controllato dal Deep State, sarà sostituito da questo nuovo circuito monetario, finalizzato al benessere dei popoli. A tutto questo auspico che la moneta cartacea, comunque sia, non scompaia del tutto, perché rimane sempre uno strumento fondamentale alla libertà di ogni individuo. In conclusione sono sicuro che il Bene alla fine trionferà e per rispondere a tutti i disfattisti che riescono a vedere solo l’opera del male sulla terra, ricordo sempre loro che come esiste il male, così esiste anche il Bene. Viviamo in una dimensione terrena duale, dove la contrapposizione degli opposti serve anche a permettere l’evoluzione spirituale di ogni incarnato su questo pianeta scuola. Il Bene non sapremo mai in anticipo dove, come e quando opererà. Il Bene come il male opera nei cuori di ognuno di noi, al di là delle etichette politiche, associative e religiose che il sistema tende ad affibbiarci. Tutti noi, nessuno escluso, risponderemo sempre alla legge universale del libero arbitrio che ci farà oltrepassare la soglia della morte con il peso delle nostre singole decisioni e non per quelle prese collettivamente. Quel libero arbitrio che rende ciascuna esistenza degna di essere vissuta.

Cosimo Massaro
17 ottobre 2020
scenarieconomici.it/scontro-globale-reset-contro-reset-il-cambio-epocale-e-alle-porte-chi-vincera-di-cosimo-...
03/03/2021 01:24
 
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2021: l’umanità verso il Grande Reset del Nuovo Ordine Mondiale o verso il Grande Risveglio?

La prima reazione che ha travolto molte persone di fronte alle immagini della lunga coda di israeliani che mostravano il loro certificato vaccinale per poter entrare in un centro commerciale è stata certamente quella di disperazione e scoramento:

twitter.com/BattlePatriots/status/1362865586729078784?s=19

Molti hanno avuto la netta sensazione di assistere con i propri occhi al compimento del Grande Reset, ovvero l’accelerazione della crisi terroristica del coronavirus che deve , nei piani delle élite, al compimento del Nuovo Ordine Mondiale. Lo scorso anno già diversi informatori presenti nei vari governi di tutto il mondo, in particolare quello canadese e francese, avevano rivelato il piano per schiavizzare l’umanità intera. Un informatore governativo su Reddit aveva anticipato esattamente quanto si è recentemente verificato in Israele. Il sistema aveva preventivato di rendere gradualmente obbligatoria l’esecuzione dei vaccini contro il coronavirus fino ad escludere dalla società coloro che si rifiuteranno. Non si tratta di una “teoria del complotto”, come qualche ingenuo, o forse qualcosa di peggio, può pensare. E’ realtà fattuale. Il governo israeliano ha allo studio una legge per impedire l’accesso ai luoghi pubblici a tutti coloro che non accetteranno la vaccinazione Covid, fino a compilare una vera e propria lista nera dei “dissidenti”. Quanto aveva annunciato l’informatore canadese è pressoché identico a quanto rivelato a sua volta da un’altra talpa presente nel governo francese, che aveva divulgato la tabella di marcia che le élite avevano consegnato ai vari esecutivi di tutto il mondo. In questo periodo del primo trimestre del 2021, era prevista un’accelerazione verso il Grande Reset attraverso un aumento, artificiale o meno, dei casi da Covid. Sostanzialmente le élite mondialiste avevano già messo in agenda la creazione del Covid-21, che nella fattispecie ha assunto le sembianze della famigerata “variante inglese”. Ovviamente, nel clima di totalitarismo generale, nessuno si è chiesto come il test del tampone riesca ad individuare questa presunta mutazione se questo test non riusciva e non riesce nemmeno ora ad individuare il Covid-19, dato l’enorme numero di falsi positivi, pari al 95%:

twitter.com/robinmonotti/status/1331500903564775426

Non sono ammesse domande di logica o di ragionevoli dubbi nel regime mondialista. C’è solo ormai la cieca obbedienza a quello che è diventato un vero e proprio culto pagano nel quale non esiste altra logica se non quella che prevede l’asservimento cieco a qualsiasi ordine dei custodi del culto, anche quelli più folli e insensati. Si può quindi certamente affermare che Israele ha raccolto in qualche modo il testimone dell’Italia dallo scorso anno, e che ora sia lo Stato ebraico il laboratorio del Nuovo Ordine Mondiale. L’ironia della sorte è che lo Stato che si presentava come l’unica alternativa per mettere al riparo gli ebrei da altre persecuzioni razziali sia diventato esso stesso ciò che aveva giurato di combattere. Per chi conosce da vicino la storia dello Stato di Israele, e come questo sia stato voluto da famiglie come i Rothschild e non tanto dalla popolazione ebraica, che all’inizio del secolo scorso non aveva alcuna intenzione di migrare in Palestina, tutto questo non è affatto una sorpresa. Il disegno che esiste dietro questo Stato non è quello di assicurare in qualche modo la pace e la sicurezza degli ebrei, quanto quello di diventare il quartier generale del Nuovo Ordine Mondiale nel prossimo futuro. Fu uno dei padri fondatori della stessa Israele a dirlo, ovvero l’ex Primo Ministro Ben Gurion che, in un’intervista del 1962 rilasciata alla rivista americana Life, spiegava come lo Stato ebraico sarebbe dovuto diventare un domani nell’idea della cabala globalista la sede del governo unico mondiale, nel quale non ci sarà più posto per le Nazioni, sostituite da una sorta di Leviatano globalista. Tutto questo porterebbe quindi a pensare che il mondo stia marciando a passo sempre più spedito verso la realizzazione del piano delle élite e dei circoli autoritari del mondialismo.

Il Covid è stato concepito per arrivare al Grande Reset
Se si guarda con più attenzione a quanto sta accadendo però si nota che le cose non stanno procedendo esattamente come le avevano programmate i grandi centri di potere che hanno dato vita a questa operazione terroristica. Il Covid è certamente quell’evento catalizzatore che il sistema stava cercando da molto tempo per poter trascinare il mondo verso il governo mondiale. È una operazione che ha tutte le caratteristiche della crisi perfetta di cui parlava David Rockefeller ad un evento delle Nazioni Unite nel 1994. Una crisi così grande e devastante che avrebbe costretto le Nazioni a cedere definitivamente la loro sovranità a favore della dittatura mondiale governata dalle grandi famiglie dei Rockefeller e dei Rothschild:

rightwirereport.com/2020/04/20/david-rockefeller-on-the-verge-of-a-global-transformation-we-need-the-right-major...

Il fatto poi che gli effetti di questa crisi siano in massima parte mediatici, dal momento che il Covid non ha le caratteristiche di un virus letale, poco importa. La massa vive nella realtà virtuale della comunicazione mediatica e il pensiero e i comportamenti della popolazione non sono altro che il risultato di una programmazione mentale delle masse stesse. Le masse non pensano più spontaneamente e hanno rinunciato a ciò che le distingue dagli animali, ovvero il ragionamento. Il popolo della dittatura mondiale non è infatti un popolo di cittadini dotati di intelletto e di umanità verso la società, ma piuttosto una moltitudine di schiavi abbruttiti che non sono in grado di fare altro che obbedire, anche se questo vuol dire distruggere la propria vita e quella del proprio prossimo. È l’esternazione massima del pensiero anticristiano che permea in ogni aspetto il mondialismo, che prima ancora di essere un disegno politico, è un disegno religioso ispirato al culto misterico e occultista della New Age fondata da Madame Blavatsky e Alice Bailey. Per poter però giungere ad un governo mondiale è necessaria la spinta delle più grandi potenze mondiali. Lo spiegò già Winston Churchill nel 1950 in una conferenza tenuta a Copenaghen:

trove.nla.gov.au/newspaper/article/2803089

L’ex Primo Ministro britannico disse chiaramente in quell’occasione che per giungere al governo mondiale erano indispensabili una Europa unita, la Russia, e ovviamente gli Stati Uniti. Al momento, nessuna delle tre condizioni indispensabili per arrivare a questo fine è stata soddisfatta. L’UE ancora non si è convertita negli Stati Uniti d’Europa progettati dal Conte Kalergi negli anni’20. Gli Stati Uniti d’Europa non sono altro che in realtà una anti-Europa dove non esisteranno gli europei, sostituiti da razze asiatiche e africane, e nei quali sparirà la religione cristiana. Per poter arrivare al Nuovo Ordine Mondiale è indispensabile distruggere la culla della cristianità mondiale, dunque l’Europa e soprattutto l’Italia. In una recente intervista, Giulio Sapelli, acceso sostenitore degli Stati Uniti d’Europa, ha confermato chiaramente come la missione di Draghi sia sostanzialmente questa. Draghi dovrà trascinare l’Italia verso il disegno di Kalergi e per poterlo fare dovrà negoziare una trattativa con il blocco Nord-Europeo che ancora appare del tutto recalcitrante a questa eventualità:

www.imolaoggi.it/2021/02/24/sapelli-recovery-stati-uniti...

La Russia resta un saldo baluardo contro il governo mondiale
La Russia invece, da par suo, è completamente fuori dal piano. Al contrario, rappresenta un ostacolo apparentemente insormontabile. Le parole di Vladimir Putin al forum di Davos dello scorso gennaio sono state in questo senso inequivocabili. Il tempo nel quale sono le grandi corporation e l’alta finanza internazionale a dominare la società sta per volgere al termine. Il Presidente russo ha spiegato perfettamente come i grandi monopoli privati nel settore digitale e tecnologico siano diventati delle entità così potenti in grado di superare gli stessi Stati e governi. L’idea della globalizzazione non è stata altro che quella di privatizzare non solo le grandi imprese pubbliche, come accaduto specialmente in Italia, ma soprattutto gli Stati stessi, che oggi sono ridotti a simulacri giuridici nelle mani di quelle corporation denunciate dallo stesso Putin. Nel governo mondiale non esistono gli Stati Nazione tradizionali, nei quali esiste un rapporto diretto o meno tra governi nazionali e i loro rispettivi popoli. Nel governo mondiale esiste una istituzione sovranazionale nelle mani del mondialismo finanziario e tecnocratico che non ha altro scopo se non quello di assicurare i privilegi stessi del vertici del mondialismo. La Russia, la seconda potenza militare al mondo, non partecipa al progetto di Davos e tutto questo rappresenta un enorme problema per i piani alti del mondialismo. Non è certo stato un caso che negli ultimi 15-18 anni in Occidente sia stata condotta una massiccia campagna di demonizzazione e accerchiamento della Russia di Putin. Una volta crollata l’URSS comunista, la Russia negli anni ’90 era ridotta di fatto ad uno Stato satellite nelle mani della NATO e dello stato profondo di Washington, il perno militare del Nuovo Ordine Mondiale dal 1945 in poi.

L’ascesa di Putin e la ricostruzione della Russia come potenza indipendente e sempre più influente sul piano geopolitico non era assolutamente preventivata nei piani delle élite. La guerra permanente al Presidente russo e i tentativi di rovesciare Putin attraverso periodiche rivoluzioni colorate finanziate da Soros sono tutti miseramente falliti. Lo status quo nel Paese non si è infatti spostato di un millimetro, e ora la Russia è già di fatto uscita dall’operazione terroristica del Covid, come la definì proprio il colonnello russo Kvachov. Le restrizioni sui viaggi sono state sollevate, le persone per le strade non portano nessuna mascherina e i mezzi di comunicazione non conducono il programma di violento terrorismo psicologico che viene fatto in Europa Occidentale. Il vaccino Sputnik è stato, tra l’altro, un colpo da maestro, perché Putin ha utilizzato la logica del sistema contro il sistema stesso. Il sistema diceva che il vaccino era l’unica via per mettere fine alla cosiddetta “pandemia” e Putin ha seguito la via del sistema. Ha autorizzato la produzione di un vaccino che ha lievissimi effetti collaterali e dopo il quale non si sono verificati decessi, a differenza di quanto accaduto dopo la somministrazione dei vaccini Pfizer, AstraZeneca e Moderna. Putin non ha nemmeno imposto alcun obbligo vaccinale né ritorsioni contro chi non vuole farlo, a differenza di quanto accade in Israele o in altri Paesi europei.

Gli USA non stanno accelerando verso il Grande Reset: Biden è veramente in carica?

A questo punto, si dovrebbe pensare che gli USA, sotto l’amministrazione Biden finanziata da Wall Street e sostenuta da tutti i circoli del mondialismo, dovrebbero essere già lanciati verso l’applicazione del Grande Reset. John Kerry, ex Segretario di Stato e membro della società segreta occulta “Teschi e Ossa” disse chiaramente che sotto l’Amministrazione Biden il Grande Reset sarebbe stato più veloce e forte di quello che molti potevano immaginarsi:

thehill.com/opinion/energy-environment/528482-john-kerry-revealsbidensdevotiontoradical-great-reset-...

Tutto questo non sta accadendo. Negli USA non si sta andando verso un’accelerazione dei casi come previsto dal piano delle élite. Al contrario, il Covid sta sparendo. I casi sono crollati del 77%. In alcuni Stati degli USA, ad esempio il Nord Dakota, sono state approvate leggi per mettere al bando gli obblighi di indossare mascherine. In Florida, la vita scorre normalmente. L’Amministrazione Biden sulla carta avrebbe dovuto fare ciò che l’establishment globalista si attendeva da lui, ovvero trascinare l’America verso la terza fase della crisi del coronavirus. Non solo Biden non sta facendo nulla di tutto questo, ma non sta esercitando nemmeno le normali funzioni presidenziali. Ad oggi, Biden non si è ancora presentato nella sala stampa della Casa Bianca per tenere una conferenza stampa ufficiale. Non appena si è insediato alla Casa Bianca, il Pentagono si è rifiutato di condividere informazioni riservate con quello che dovrebbe essere il comandante in capo. Un fatto senza precedenti che persino la stampa liberale è stata costretta ad ammettere, così come è stata senza precedenti la decisione, sempre da parte del Pentagono, di non seguire l’ordine del Presidente (?) di distribuire i vaccini ai terroristi detenuti a Guantanamo. Biden non ha tenuto nemmeno il tradizionale discorso dello Stato dell’Unione che tutti i suoi predecessori nella storia moderna americana hanno tenuto entro il mese di febbraio successivo al giuramento presidenziale. Non un leader straniero ha messo piede nella Casa Bianca, quando invece Trump nello stesso periodo d’inizio della sua presidenza, aveva già incontrato almeno tre capi di governo stranieri, tra i quali Theresa May, Shinzo Abe e Justin Trudeau. A questo punto, viene naturale pensare ad un’eventualità presa in considerazione in un precedente articolo. Questa amministrazione non è mai stata veramente in carica:

lacrunadellago.net/2021/02/01/donald-trump-si-e-arreso-o-ha-messo-a-segno-la-piu-geniale-delle-trappole-contro-il-mond...

Quando Trump ha lasciato la Casa Bianca, potrebbe aver consegnato temporaneamente il potere ai militari senza però fare alcun annuncio ufficiale al riguardo. Questo spiegherebbe il massiccio presidio militare a Washington DC, tutt’ora in corso e apparentemente inspiegabile, così come spiegherebbe il fatto che le forze armate non riconoscano Biden come legittimo Presidente. A questo punto, qualcuno potrebbe obbiettare che Biden ha attaccato la Siria e questo dimostrerebbe come in realtà lui sia effettivamente in carica. Se si guarda più da vicino all’attacco in Siria, si notano subito alcune anomalie. La mattina successiva all’attacco, né la Siria né l’Iran confermavano attraverso le loro agenzie di stampa governative che questo bombardamento avesse effettivamente avuto luogo. Solo nel pomeriggio il Governo Siriano ha espresso un atto di condanna, ma né Damasco né Teheran hanno presentato un resoconto ufficiale dei danni subiti da questo attacco. Generalmente, i due Paesi, quando subiscono dei danni in altri attacchi, specialmente da Israele, ci tengono a mettere in risalto i danni ricevuti. Nulla di tutto questo si è verificato in questa circostanza.

Il discorso di Trump alla CPAC presagisce un suo imminente ritorno?
Nel frattempo, mentre Biden sembra un fantasma, è tornato a parlare ufficialmente Donald Trump, il 28 febbraio alla conferenza dei conservatori americani, la CPAC. Non sono stati in pochi a far notare che il discorso di Trump sembrava a tutti gli effetti come un vero e proprio discorso dello Stato dell’Unione. Trump ha messo in rilievo tutti i fallimenti della presunta Amministrazione Biden e sostanzialmente si profila un’ipotesi già presentata in precedenza. Se Joe Biden non è veramente al comando, Trump allora in qualche modo si starebbe servendo di lui per dare vita ad una sorta di demolizione controllata dello Stato Profondo di Washington. In altre parole, Donald Trump sarebbe riuscito a fare ciò che gli si chiedeva di fare senza però ricorrere allo scontro frontale con i suoi tradizionali nemici. In questo caso, Trump avrebbe compiuto un capolavoro di strategia inedita superiore persino all’arte della guerra di Sun Tzu. Servirsi dei suoi nemici per raggiungere meglio il suo scopo, ovvero quello di separare l’America dalle lobby mondialiste che hanno usato questa Nazione per trascinare il mondo verso la dittatura globale. Tutto questo fino a quando il Presidente non tornerà ufficialmente al potere, e se si guarda al discorso di Trump in Florida, non si parla affatto di una tempistica che prevede un suo ritorno nel 2024.

Trump non ha mai fatto menzione esplicita di quella data perché sa benissimo che se non si rovescia il risultato della frode elettorale del 2020 non si avranno mai più regolari elezioni negli Stati Uniti, come ha anche messo in rilievo il Generale Flynn. Per poter tornare Presidente in via ufficiale occorre ripetere le elezioni e annullare ufficialmente la frode dello scorso anno. È a questo che stanno lavorando i suoi uomini ed è questo quanto confermato dallo stesso avvocato Sidney Powell. Non va affatto dimenticato, a questo proposito, il vero scandalo delle elezioni USA, ovvero l’Italiagate, che se dovesse definitivamente esplodere provocherebbe un effetto a catena devastante tale da abbattere non solo lo Stato Profondo di Washington, ma anche quello italiano, direttamente coinvolto nella frode elettorale perpetrata ai danni di Trump. Se non si crede a questo scenario, allora ci si dovrebbe chiedere perché mai il Grande Reset non stia partendo in America, e perché non ci sia ancora stata la definitiva ricomposizione dell’asse globalista liberale tra Washington e Bruxelles. E ci si dovrebbe anche chiedere perché se Trump è davvero fuori gioco, il sistema ha cercato di eliminarlo politicamente prima con una messa in stato di accusa quando era già fuori dalla Casa Bianca, e poi fisicamente lo scorso gennaio in Florida, quando un drone avrebbe sparato contro la finestra della sua camera da letto:

realrawnews.com/2021/02/trump-assassination-attempt-new-details-sugges...

Ad ogni modo, l’unica “potenza” di rilievo che sta forzando la mano per favorire l’avvento del governo mondiale è l’Unione Europea. Stati Uniti e Russia non stanno andando in questa direzione. La primavera che sta per iniziare si annuncia quindi estremamente interessante. Il 2021 è un anno e un periodo storico senza precedenti, perché il mondo in questo frangente temporale saprà quale sarà il suo destino. Da un lato, c’è il Grande Reset e l’avvento del Nuovo Ordine Mondiale, mentre dall’altro c’è il ritorno alla sovranità degli Stati nazionali, senza la quale non può esistere alcuna vera indipendenza. Non c’è libertà senza sovranità. In entrambi i casi, sta alle persone scegliere individualmente quale strada prendere. Sta al singolo individuo scegliere se consegnarsi al mondialismo e abdicare alla propria intelligenza e umanità pagandone un prezzo molto alto, come sta già avvenendo con i casi di persone morte dopo il vaccino, oppure se scegliere di schierarsi contro questo disegno anticristiano che vuole distruggere l’umanità per renderla un ammasso di bestie senza dignità e diritti. Solo chi avrà la forza e il coraggio di difendere la propria libertà ce la farà. Gli altri si annienteranno con le loro stesse mani. Subito dopo la primavera, c’è la Pasqua di Resurrezione e questo potrebbe rappresentare un segno significativo per chi crede. La Resurrezione di Cristo potrebbe finalmente portare alla resurrezione delle sue forze qui sulla Terra dopo un lungo cammino di oscurità, alla fine del quale però si inizia forse ad intravedere un pò di luce e speranza.

Cesare Sacchetti
02 marzo 2021
lacrunadellago.net/2021/03/02/2021-lumanita-verso-il-grande-reset-del-nuovo-ordine-mondiale-o-verso-il-grande-ri...
[Modificato da wheaton80 03/03/2021 01:25]
08/03/2021 21:26
 
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La grande vittoria di Trump: l’attimo fuggente


La sede della BRI a Basilea

Questa settimana Donald Trump è stato in Svizzera e si è recato in BRI, la Banca dei Regolamenti Internazionali, cioè il terreno di incontro tra tutte le banche centrali. Cosa abbia fatto e per quali motivi ci sia andato, non lo so, né posso suffragare questa affermazione con fonti ufficiali. Mi hanno riferito questa notizia due persone operanti ad alto livello in ambito finanziario proprio in Svizzera, e poiché non ritengo avessero motivi per propalare una sciocchezza, ho preso in considerazione questo accadimento. Mi hanno anche riferito che alle 17:45 di mercoledì 3 marzo, Trump avrebbe lasciato la Svizzera, ma non mi hanno detto se fosse di ritorno in Florida o se si recasse altrove in Europa. Tuttavia, poiché i titoli di Stato USA sono crollati nel mercato interbancario tra il 3 e il 4 corrente mese, e la scorsa settimana la FED ha delineato colossali riaggregazioni monetarie del dollaro, esplicitando un M1 (liquidità primaria) di oltre 18,1 trilioni di dollari con oltre 11 trilioni in più rispetto alla precedente aggregazione, avendo tenuto fermi gli aggregati M2 e M3, significa che la FED ha emesso dollari o ha creato conti a fronte di depositi e/o patrimoni concreti prima in M2 e M3. Si tratta di dollari agganciati a collaterali reali e quindi non più a debito, e questa è una grande rivoluzione finanziaria. Cosa verrà fatto di questa enorme massa monetaria liquida, pari a circa il 700% del PIL dell’Italia, io non lo so, ma sono certo che questa massa ha in potenza la forza di squassare il sistema finanziario di Governo del Mondo come mai nessuno ha potuto fare prima nella Storia.

Credo sia in atto un colossale stravolgimento del settore finanziario e ritengo che su questa materia Trump abbia un qualche forte ed astuto controllo, avendolo potuto sottrarre ai banchieri tradizionali sin dall’inizio della primavera dello scorso anno, e non avendolo ‘ereditato’ da Obama, credo che possa averlo mantenuto attraverso forme e giustificativi legali che non sono in grado di spiegare nel dettaglio giuridico. In rete sussistono molte ipotesi, alcune delle quali, prendendo in considerazione la dimensione di corporation di uno Stato e la sua possibilità di fallimento, tutt’altro che strampalate, anche se coraggiosamente politically uncorrect, come piacciono a me. Ma veniamo alla sconfitta-vittoria di Trump. In una dialettica in cui l’intelligenza è fuori moda ed è sepolta in un blob di paroloni ed emozioni da risposte facili e comode, le Presidenziali USA 2020 sono state una finale dei campionati del Mondo di Calcio, che non si vuole dare vinta a chi ha fatto più goal ed è un evidente campione. Il punteggio che hanno constatato tutti quelli che hanno visto la partita è chiarissimo, anche se le annotazioni politically correct sul taccuino degli arbitri taroccato da milioni di buste da lettera anonime, e dal segnapunti elettronico nelle mani di diabolici hacker satellitari, pretendono di poter invertire la realtà. La forza delle solite televisioni con gli anchorman bucanti il video con i loro nasi di Pinocchio, hanno sì confermato l’inversione dei goal e della realtà democratica, ma chi è che ci crede che Biden abbia preso più voti? Moggi diceva che è rigore quando l’arbitro lo fischia ed aveva ragione, ma sono esistite delle eccezioni in cui l’arbitro che fischiava in maniera controversa e veniva fischiato un pò troppo è finito nei guai con Moggi? Non serve a nulla che Biden abbia alzato un trofeo con lo stadio miseramente spoglio, così come le sue urne sporche di fango, e infatti se nessun fan democratico vuole indossare la sua maglietta da campione della democrazia seguendolo in Rete con un numero di like da sindaco di paesone, chi è che alla fine di questa storia si metterà il controverso Trofeo in bacheca?

Ma vi è molto di più da considerare che le coppe di Washington e le faziosità da tifosi di calcio, come quelle di Zingaretti e Renzi, sempre più dilaniati politicamente ultimamente, e se ne staranno rendendo conto proprio in questi giorni di non futuro politico, come è già successo a Conte. Ma non mi soffermerò guardando le piccinerie della provincia italiana né al diritto internazionale o militare, perché in questo secondo caso non ne sarei in grado, bensì chiamerò l’attenzione del lettore sulla possente questione finanziaria. Essa staglia già quella Grande Vittoria di Donald Trump, nei modi e nelle sostanze che spiegherò di seguito. Molte persone non sanno che le banche centrali sono i cardini della Globalizzazione molto più dell’ONU, dell’OMS, delle multinazionali e dei media mainstream. Esse sono istituzioni molto più importanti dei Governi, qualora fossero, come lo sono state negli ultimi anni, totalmente indipendenti dalle Istituzioni politiche statali. Tutti dovrebbero capire che le banche centrali determinano la politica monetaria e, quando il bilancio statale è ingessato da rigidità in forza di trattati internazionali, esse possono indirizzare il Governo di uno Stato, con le buone o con le cattive, a prescindere da quello che vogliano i cittadini e i loro partiti in Parlamento. Il Governo di uno Stato si attua prima di tutto attraverso due ‘manopole’: la manopola della sovranità monetaria e quella della sovranità fiscale, e se esse fossero indipendenti dal Governo riconosciuto dai cittadini, significherebbe che i cittadini percepirebbero come Governo qualcosa che non governa alcunché, semmai potrebbe amministrare conto terzi, imbonire il popolo, intrattenere la gente e perciò ingannare sia i parlamenti, sia i cittadini. Ma questo è il passato e vi spiegherò perché Trump ha conquistato una Grande Vittoria, dopo aver superato lo ‘stato di guerra’ biologica in cui siamo precipitati con la perizia di un capitano, un grande e coraggioso capitano, distintosi tra le onde di una violenta burrasca. Farò partire la mia discettazione dal celebre anno della profezia Maya, il 2012, perché sono italiano e non dimenticherò mai l’offesa che è stata portata ai miei diritti di cittadinanza costringendo alle dimissioni un Governo che si può ampiamente criticare, ma che era in carica legittimamente quando fu malvagiamente buttato a terra mediante la barbarie di un cartello speculativo sui titoli di stato italiano.

Osservo che il fine è stato solo quello di imporre l’abominevole malgoverno di Mario Monti, una serie di governi ottenuti dal PD, benché questo partito fosse sempre battuto alle elezioni, e un gigantesco ladrocinio di alcune centinaia di miliardi in spesa interessi grandemente ingiusta in tutti gli anni immediatamente a seguire il 2012, devastando per decenni l’economia del mio Paese. Non sarete mai perdonati da me! Tuttavia spezzo una piccolissima lancia in favore di venduti, traditori e imbecilli, perché il 30 maggio 2012 il media tedesco Der Spiegel ci raccontava di una “alleanza della nobiltà finanziaria che avrebbe determinato i destini del Mondo”, riprendendo una notizia apparentemente insignificante del Financial Times, sicuramente sfuggita all’attenzione diffusa della gente. Il grande media inglese di controllo dei Rothschild, il Financial Times, la Bibbia giornalistica del capitalismo, aveva annunciato che la società “RIT Capital Partners” aveva preso una quota pari al 35% del colosso “Financial Services”, e ciò avrebbe significato moltissimo per tutti noi, delineando un asse di potere al centro delle élite globaliste. Il primo soggetto dell’asse, la Financial Services, era sostanzialmente costituito nella persona del settantenne Jacob Rothschild, n°1 della famiglia nel 2012, mentre il secondo era il novantenne David Rockfeller, anche egli il numero 1 nella sua famiglia. Con questa operazione i Rothschild, i più potenti banchieri d’Europa e quindi del Mondo, ri-affermarono la loro prepotente presenza a New York, allacciata ad una Europa sotto il loro totale dominio finanziario, così rafforzando un abbraccio di antichissima data tra la loro ‘casata’ e la più potente famiglia del settore petrolifero, dai loro stessi avi creata finanziando alla fine del 1800 il capostipite John David Rockefeller, realizzatore del monopolio petrolifero della Standard Oil. Questo colosso era stato avversato alla fine del penultimo secolo da grandi patrioti americani, i quali riuscirono con lo Sherman Act solo a limitare una certa arroganza ammantata da libero mercato eterodiretto dai salotti Rothschild, scomponendo la multinazionale in 7 più piccoli colossi: l’inglese British Petroleum, l’olandese Shell, la saudita Gulf (Aramco), e le americane Mobil (Exon), Esso, Texaco e Chevron. Noi italiani, oltre 60 anni dopo, abbiamo imparato a conoscere queste mostruose realtà internazionali quando furono denominate ‘le sette sorelle’ da uno dei nostri più insigni patrioti, il Presidente dell’ENI Enrico Mattei, che tra i primi italiani del secolo scorso poté maturare consapevolezza sugli intenti malvagi che possono avere membri di queste élite apolidi, come se essi fossero pregni di una doppiezza di personalità morale da veri e propri dottor Jeckyll e Mr. Hyde. Il senso di voler schiavizzare tutti gli esseri umani attraverso la finanza e il capitalismo ‘aristocratico’ credo non sia visto solo dagli occhi di chi non lo vuole proprio vedere. Oggi sappiamo che Mattei non fu protetto dai suoi connazionali, i quali tra invidie, insofferenze capricciose, protagonismi sterili e piccinerie da piccoli provinciali, ne favorirono un assassinio propinato alle masse nelle forme rassicuranti di uno sfortunato incidente aereo.

Alla luce di questa riflessione, per capire realmente quello che sta succedendo oggi, bisogna mirare a cogliere l’attimo fuggente di un 4 marzo 2021, cosa possibile almeno sfiorando il senso profondo di tutta la storia moderna del Mondo Occidentale, con particolare riguardo al secolo scorso e all’America. Solo chi ci riuscirà potrà capire il come e il perché Trump ha stravinto la Nostra battaglia di Libertà, per poi gustare quel finale cinematografico all’americana di cui vi avevo anticipato in un precedente articolo, e che con questo pezzo intendo esplicitare con minuzia di particolari solo alla fine. Ho assunto posizioni temerarie come quella di anticipare che Conte sarebbe stato cacciato improvvisamente a settembre del 2020 in forza di un input americano, e mi sono sbagliato per un ritardo di 4 mesi: vedrete che anche la ‘Big Victory’ cinematografica che riafferma i valori americani, cioè il finale con l’americanata in grado di spostare con uno strattone divino i piatti della Giustizia, arriverà presto, e saremo anche noi protagonisti in questa vicenda. La giusta chiave interpretativa è insita nel considerare quanto sta accadendo nel Mondo Finanziario, in seno alla istituzione più importante del Mondo, cioè la FED (Federal Reserve System), e a cascata in tutte le banche centrali. Quando si parla di FED bisognerebbe considerare i suoi padrini, una cupola di pupazzi emanati e manovrati dalle summenzionate famiglie, cioé i Rothschild e i Rockefeller. Ancorché questi pupazzi siano persone di per sé potentissime, con patrimoni familiari, come ad esempio i Warburg, pari anche ad alcuni trilioni di dollari, tanto da far apparire multimiliardari come Bill Gates, Jeff Bezos e George Soros dei piccoli pupazzetti squattrinati, i veri dominus del Mondo sono i loro grandi pupari, i Rothschild, alleati dei Gesuiti sin dal '700, e detentori, nelle mani di poche centinaia di persone, del 25/30% di ricchezze occidentali, ma soprattutto di una serie di tecniche e posizioni bancarie internazionali che sono riuscite a indebitare tutto il Mondo per un totale stimato pari a 250 trilioni di dollari. In parole povere, il Sistema è un viluppo in cui ci capiscono in pochi e funziona concretamente così: chiunque non obbedisse ai Rothschild ne avrebbe danno personale e ne produrrebbe in proporzione alla propria sfera di importanza al suo pezzo di Mondo, in un’organizzazione piramidale in cui più si è vicini al vertice, più bisogna obbedire per un bene globale costituito da verità materialiste immutabili e apodittiche. I quattro fantastici anni di Trump hanno sbrogliato il viluppo e soprattutto scassinato questa piramide. Per capire questa enormità, e anche perché l’elezione di Biden non sia più un fatto così importante e lesivo i nostri interessi, ancorché ritengo che venga ribaltata molto presto, occorre capire cosa è che è stato fatto di importante in questi mesi, risalendo storicamente ai fatti significativi. Partiamo dalle cronache più acute negli anni ruggenti ad inizio '900, che ci narrano di una riunione segretissima presieduta da Nelson W. Aldrich, Presidente del Senato USA e membro della National Monetary Commission (comitato speciale che si occupava di riformare il sistema bancario degli Stati Uniti), ma soprattutto suocero del magnate John D. Rockefeller (nonno di quel David novantenne nel 2012 e che imperversò come un satanasso negli anni '70 di Kissinger), oltre che Paul Warburg, un uomo ai più sconosciuto ma di altissimo livello, non solo perché nell’orbita economica stretta dei Rothschild. Per darvi un’idea di chi siano questi ‘pupazzi grossi’, sappiate che Paul Warburg fu il primo Presidente della FED, e insieme a suo fratello Max e all’Amministratore Delegato della Standard Oil, sono stati anche i grandi magnati del settore chimico e farmaceutico tedesco e perciò i ‘capostipiti’ del cartello farmaceutico attuale.

Colossi del calibro della Bayer o di Monsanto, ad esempio, sono epigoni allacciati in perfetta prosecuzione alla IG FARBEN, la multinazionale dei Warburg a sostegno di Hitler negli anni '30, le cui derivazioni post II Guerra Mondiale sono quelle che governano l’OMS ed i suoi laboratori cinesi creatori di virus antidemocratici. Per darvi un’idea di quanto queste persone siano state potenti e di quanto possano esserlo i loro ‘criptati’ eredi di oggi, sappiate che furono proprio i due fratelli Warburg a finanziare il nazismo in Germania, riempiendo di soldi prima le organizzazioni paramilitari SA e poi le SS, facendo ‘pompare’ mediaticamente le doti patriottiche e illuminate di Adolf Hitler dai giornali tedeschi e finanche costruendo fisicamente i campi di sterminio degli ebrei (furono infatti costruiti dalla IG FARBEN accanto alle loro unità produttive), quantunque loro stessi appaiano ai nostri occhi come ebrei. L’inganno di massa è davvero un’arte peculiare alle élite apolidi. Considerate che i Warburg, all’atto di creazione di Hitler, si erano ispirati all'invenzione del fenomeno Mussolini in Italia, un’impresa resa possibile con i soldi delle controllate della Standard Oil e le intercessioni sul nostro Re a cura di Jonh David Rockfeller. Il magnate petrolifero, come sappiamo oggi, suggerì al Re italiano di dare l’incarico a Mussolini dopo la marcia su Roma, e poiché il Re lo fece, possiamo dedurre che le tangenti della Sinclair, controllata Rockfeller, nelle casse di Casa Savoia per le concessioni petrolifere, fossero state molto apprezzate dal nostro Re. Pensate pure che anche l’Unione Europea è ‘Cosa Loro’, e la riprova eclatante è nel primo Presidente della UE, Walter Hallstein, che fu proprio il giurista incaricato da Hitler di redigere gli statuti per governare l’Europa unita sotto la svastica e i campi di concentramento, cosa che lui fece nel 1943, realizzando il grande e oggettivo comune denominatore tra l’Europa della Svastica e quella della corona di stellette gialle, tuttora vigente oggi. Più in generale, quindi, possiamo ritenere che tutte le principali vicende del '900 abbiano un’origine e una sottaciuta doppia identità di mostruosa valenza alla dottor Jekyll e Mr. Hyde: le due guerre, la rivoluzione bolscevica di Lenin, la crisi del '29, le dittature di Mussolini, Hitler, Franco, Salazar, Vargas o Peron, la Guerra Fredda, l’assassinio di Kennedy, la crisi petrolifera del '73, ecc... sono eventi storici che possono essere compresi appieno solo riferendosi ad una cupola di individui che quando non ha determinato certi eventi dalla A alla Z, ha lasciato che si determinassero dando un colpo di manina di qua e uno di là, in maniera sicuramente significativa. Perciò dobbiamo partire da una realtà storica duale, come nel romanzo del dottor Jekyll e Mister Hyde, cioè da una doppiezza morale che fu raccontata dal letterato Stevenson, i cui scritti furono soprattutto divorati dalle élite apolidi del periodo. Stevenson, che ogni anno trascorreva le vacanze in Svizzera a Davos, con il suo L’Isola del Tesoro, realizzò un’esaltazione delle doti dei pirati, i quali nei suoi racconti amavano vivere fuori dalla regole della Terra ferma, da temerari filibustieri e uomini di mare. Non fu un caso, perciò, se la riunione segreta per far nascere la FED nel novembre del 1910, si tenne in un’isoletta in stile ‘pirati a caccia del tesoro’ di nome Jekyll Island, e con alcuni signori che si incontrarono per determinare le dinamiche di sviluppo finanziario del Mondo concependo la creazione della FED, la madre che avrebbe dominato tutte le banche centrali prima dell’avvento di Trump, e con gli unici patemi d’animo al suo dominio che riuscì per poco tempo a causare J. F. Kennedy. Vi chiedo quindi di seguirmi in questa divagazione storico finanziaria assolutamente necessaria per poter comprendere come la vera forza di questa élite apolide non sia nell’elezione truffa di Joe Biden, nella elevazione della sciapa Christine Lagarde ai vertici della BCE, né in tutto quello di profondamente illiberale e antidemocratico insito in ciò che fanno Bill Gates, Mark Zuckerberg, o i burocrati del Partito Comunista Cinese ai margini di quel laboratorio OMS creatore di virus antidemocrazia occidentale, dato che la forza concreta dell’élite apolide è quasi tutta concentrata nella FED.

Oggi la FED è una bestia in trappola e sanguinante a frotte, sangue aristocratico di colore blu, cioè dollari emessi a credito. Per capire cosa significhi di così tanto importante intrappolare la bestia FED, bisogna capire cosa sia la FED e come e perché sia nata. La FED sarebbe dovuta essere una sorta di Banca Centrale degli Stati Uniti, ma non fu chiamata Banca Centrale bensì Riserva Federale, perché altrimenti non sarebbe stata mai accettata dai patrioti americani, poco ammaestrabili dai banchieri. In parole semplici il suo nome è già di per sé un raffinato inganno per celare il potere vero e proprio, una dimensione in cui Trump è stato immenso, facendo finta di essere un fessacchiotto, ma solo per colpire fulmineamente dove più faceva male ai suoi avversari: il potere delle banche centrali. Questo potere è stato ribaltato emettendo la scorsa settimana una massa enorme di oltre 11 trilioni di dollari a credito. Le banche centrali non sanno più come salvarsi, e pensano di creare criptovalute dal nulla per non perdere il loro potere. Ma una massa monetaria enorme con dollari emessi a credito sfascia ontologicamente quelli cui sono poggiati i dollari FED emessi a debito, nonché tutte le altre monete delle banche centrali del Mondo. Molte persone presto se ne renderanno conto apprezzando in futuro i grandi benefici che vedranno arrivarsi addosso dal Cielo, in alcuni casi senza neanche capire il perché, arrivando a ritenere la Libertà finanziaria e il benessere quasi un evento naturale dovuto, senza capire invece che ciò sarà la riedizione di una qualche conquista di Libertà e di civiltà che alcuni uomini hanno ottenuto per i loro fratelli e le loro sorelle. Quando saremo ‘bagnati’ dall’evolversi a cascata di una sorgente finanziaria più equa e rispettosa degli esseri umani, i soldi potranno avere una dimensione umanistica diversa, perché essi, così come possono essere oppressivi, possono anche essere un volano dei benefici delle nostre vite collaborative in comune, magari senza barriere sanitarie, psicologiche o imposte da insane logiche conflittuali, radical e predatorie che ci impoveriscono sia materialmente, sia spiritualmente. Cercherò di divulgare il senso di questo attimo fuggente ben sapendo che divulgare una consapevolezza filosofica e una serie di nozioni tecniche, è difficile senza predisposizione altrui al carpe diem, che giustappunto coincide con quel finale a sorpresa che io mi aspettavo, ma che ovviamente non conoscevo prima del montaggio del ‘film’ di Trump. Come vedrete alla fine dell’articolo, sarà il più bello, spirituale, commovente e profondo finale con americanata che i 4 anni di Trump potessero darci, assimilabile a quello dell’Attimo Fuggente con Robin Williams attore protagonista, il meraviglioso film degli anni '80 di Peter Weir, su cui mi soffermerò a suggello della Grande Vittoria di Trump. L’ethos del film e tutta la sua potenza umanistica non è facilmente apprezzabile di primo acchito e da tutti, come magari succede più facilmente alla fine di Pretty Woman, Una poltrona per due, Rocky, Una Donna in Carriera, L’Avvocato del Diavolo o il Diavolo Veste Prada, ma se si fosse predisposti a riflettere un pò più in profondità, così come se ci si sforzasse di capire le raffinate logiche di potere dietro alla forza delle banche centrali, non solo si potrebbe godere in maniera cinematograficamente celestiale, inondando i pop corn di lacrime di gioia, ma rendere più difficile la vita ai tiranni del futuro, magari anche quando noi tutti non ci saremo più preoccupandoci di lasciare preziosi ricordi a chi sarà dopo di noi sulla Terra.

Normalmente la funzione di una banca centrale sarebbe quella di tenere riserve di denaro e oro a disposizione delle altre banche commerciali attive in una Nazione, per meglio gestirne le funzioni sociali ed economiche di realizzazione del credito, ma questa è la pura teoria, che ha grande valore, sia chiaro, ma solo quando si riesce a considerarne anche tutta l’attuazione pratica. Le banche centrali USA del diciottesimo secolo erano delle proprietà dei vari Stati americani, i quali avevano il potere di amministrare il denaro per le spese pubbliche, di erogare crediti e di pagare armamenti, e allo scopo di superarle e crearne una, ci furono delle serie di lotte clandestine all’ombra di riunioni segretissime promosse del celebre banchiere J. P. Morgan, un uomo Rothschild di grande valore, e al Segretario delle Finanze di Stato Abraham P. Andrew, in un club esclusivo della Jekyll Island, un’isola della Georgia con il nome ‘incastrato’ in un celebre romanzo di Stevenson, Dr. Jekyll e Mr. Hyde, entrato nel nostro immaginario collettivo, come anche L’Isola del tesoro. In Georgia devono addensarsi strane ‘energie’, perché qui lo scorso anno fu anche pianificato il tradimento di una parte dei repubblicani per invertire il risultato delle elezioni presidenziali 2020; sempre in Georgia, oltre 110 anni fa, si pianificò la fondazione della FED, e ancora prima, sempre qui, 160 anni fa, si pianificò di spaccare gli Stati Uniti in due Stati per proteggere le culture dello schiavismo e del razzismo (Tradimento della Georgia). Ma concentriamoci sulla FED, che ha una valenza spirituale oltre che materiale, intrecciata alla radice della Storia degli Stati Uniti e in un senso trascendente si intreccia anche a quella di tutto l’Occidente. Benché il memoriale del Monte Rushmore, così come la Statua della Libertà, siano simboli che appartengono alla Storia degli Stati Uniti, in senso lato sono anche un patrimonio morale che possiamo considerare di tutto l’Occidente moderno. Soffermiamoci sui grandi uomini della Storia e capiremo anche cosa succede oggi.



Il Primo Presidente del Monte Rushmore è George Washington, il Generale che sconfisse gli inglesi di Re Giorgio ma, più in particolare, sconfisse i banchieri europei che nella seconda metà del Settecento volevano sottomettere le laboriose colonie americane sotto una unità monetaria centrale, un tentativo che fu sventato con la Guerra di Indipendenza e la Dichiarazione del 1776. Non tutti sanno che Mayer Amschel Rothschild, il fondatore della potente famiglia, all’epoca dei fatti era il finanziere di fiducia di Guglielmo IX Principe d’Assia (un significativo Land della Germania), e le prime fortune derivarono a questa famiglia portando l’Assia a supportare gli inglesi con un esercito in affitto, operazione che Mayer Amschel de Rothschild concepì con lo scopo di partecipare alla costituzione del sistema finanziario centrale nel Nuovo Mondo. Ma andò così così per i Rothschild, perché Re Giorgio perse e George Washington vinse conquistandosi un posto sul Monte Rushmore. Tuttavia Mayer Amschel cadde comunque su due piedi perché fece un bel pò di soldi spillandoli agli inglesi per il fine di piazzare i 5 figli maschi in ogni angolo di potere in Europa, e soprattutto il primogenito a Londra, dove poi divenne il numero 1 grazie alle guerre napoleoniche. La battaglia in USA riprese poco più di un decennio dopo, e nel 1790 fu creata la First National Bank of the United States, su iniziativa di Hamilton. Per fortuna però subentrò la statura di un grande Presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson, che intuendo la mano arcigna dei banchieri apolidi, ostacolò la sua istituzione riuscendo infine ad impedirla, così conquistandosi il suo posto sul Monte Rushmore. La cosa però non finì lì ovviamente, perché le élite apolidi e sataniste adulatrici del Denaro e della divinità pagana a loro nota come Baal, non intesero di certo abbandonare i loro sogni di potere su di un Mondo minacciato già nell’Ottocento dalla forza di uomini e donne troppo liberi e sempre più ricchi, e nel 1816 fu infatti fondata in America la Second Bank of the United States. Ancora una volta una voce temeraria si levò contro l’istituzione totalitaria: il Presidente Andrew Jackson, uno dei due Presidenti beniamini di Trump insieme a Lincoln, che ne bloccò l’attività nel 1832 senza andare tanto per il sottile. Jackson sarebbe stato un Presidente del Monte Rushmore, ma secondo molti cronisti aveva la mano troppo sciolta sulla fondina, in stile John Wayne per capirci, come peraltro era diffuso all’epoca, e poiché l’America ha in fondo al cuore un culto puritano, il posto sulla Montagna a lui non lo hanno mai dato!

Se è vero che i banchieri non devono nuocere ed ammorbare gli altri, è altrettanto vero che non bisogna spedirli all’Inferno anzitempo con una pallottola in fronte, così come faceva questo popolarissimo Presidente degli Stati Uniti, che aveva un’estrazione popolare e ne era pacchianamente orgoglioso. Tuttavia, quantunque con la sceneggiatura da ‘spaghetti western’, con 4 anni di Andrew Jackson (il cui quadro alla Casa Bianca fu spedito negli 8 anni di Obama in soffitta insieme al busto di Winston Churchill), pure la Second Bank fece la fine della banca centrale precedente e i patrioti respinsero l’offensiva facendo disperare i banchieri apolidi, sempre più consolatisi ammorbando l’Europa, l’Africa e l’Asia. Per molti anni quest’ultimo tentativo non fu ripetuto, anche grazie a personaggi come il Presidente Abramo Lincoln, il 3° volto al Monte Rushmore, e il Presidente Teddy Roosvelt, il 4° volto del Monte Rushmore. Lincoln andò ben oltre la lotta alle arroganze dei banchieri, perché vinse la guerra di secessione e abolì la schiavitù, conquistandosi un posto da gigante assoluto nella Storia dell’Umanità, venendo però infine ucciso da un attentatore politico la cui mano non è difficile intuire da chi potesse essere stata armata. Considerando la fine personale che Lincoln ha fatto, cioé ucciso come Kennedy, anche se portando a compimento il suo disegno politico, possiamo capire perché Trump si sia sempre ispirato a Lincoln ma anche a Andrew Jackson, con buona pace dei cuori troppo puritani. Teddy Roosvelt, invece, subentrò come vice al povero McKinley, anche lui un Presidente subito assassinato per i suoi propositi di combattere i cartelli finanziari e non, e si rivelò per le élite aristocratiche ancora peggio di come forse sarebbe stato McKinley, dimostrandosi molto determinato ed astuto nel sottomettere i poteri forti, agendo con le finezze e le ipocrisie degli uomini dei poteri forti. Sembrava tutto apposto dopo la Presidenza T. Roosvelt, ma la Storia non si ferma e va avanti con gli stessi cicli, che iniziarono a girare in favore dei banchieri apolidi. Negli anni ruggenti, con la Prima Globalizzazione che aveva dato frutti estesi anche a beneficio popolare, come la luce elettrica finanziata da J.P. Morgan e i treni dai banchieri Harriman (entrambe famiglie legate ai Rothschild), le cose iniziarono a girare molto bene per i satanisti, che riuscirono a creare la FED, e grazie ad essa riuscirono a scatenare colossali guerre, crisi finanziarie, colpi di Stato basati su ideologie totalitarie assolutamente folli, sperequazioni macroeconomiche assurde ecc… Come ci riuscirono?

Fino all’inizio del XIX secolo, quando l’economia americana si trovò a dover superare una crisi finanziaria dalle dimensioni enormi ma di fare una banca centrale in USA non se ne parlava più, ci fu un tale Jacob Schiff, banchiere della Kuhn Loeb & Co. e quindi un pupazzo della famiglia Rothschild, esattamente come l’omonimo Adam Schiff, il potente politico Dem accanto a Nancy Pelosi alla House. Schiff, il vecchio, nel 1907 tenne un discorso alla Camera di Commercio di New York in cui caldeggiava la fondazione di una Banca Centrale che il Congresso recepì stupidamente istituendo la National Monetary Commission, cioè un’aula di politici che aveva il compito di analizzare la situazione del sistema monetario americano e risolverne i problemi, e così per i globalisti apolidi si aprì la finestra per entrare furtivamente piazzando il senatore Aldrich, suocero di John D. Rockefeller, come Presidente. Aldrich propose l’istituzione di una riserva federale e non certo di una banca centrale, così ingannando i suoi colleghi, i quali evidentemente non si intendevano bene della materia, oppure erano stati corrotti. Il 22 novembre 1910, nella riunione segreta di Jekyll Island, Rothschild e Rockefeller, mandando avanti Jean Piermont Morgan e il duo Paul e Max Warburg, crearono la FED. I globalisti apolidi, satanisti e manipolatori del Pianeta attraverso inganni e giochi di parole, realizzarono così la banca centrale tanto agognata, che assumeva un aspetto innocuo e benefico, come l’ONU e l’OMS di oggi, ma che in realtà sarebbe stata il centro del potere mondiale più arido e volgare: quello dei soldi a debito. Nel 1912 si era creato un fronte di banchieri democratici pronti a ribaltare la situazione in FED, ma la sciagura del Titanic pose fine alla vita dei tre illustri leader della finanza umanistica, tanto che Hollywood ci ha pure fatto un colossal in cui la storia finisce con Leonardo di Caprio, il rappresentate del Popolo, a pena del suo eroico affogamento, come quello dei tre illustri banchieri che nella realtà si sacrificarono per salvare 3 donne e bambini (non tutti i banchieri sono fatti della stessa pasta). Negli anni ruggenti, con la proposta degli uomini di Rothschild e Rockefeller, la Federal Reserve sarebbe stata ufficialmente sotto il controllo del Congresso degli Stati Uniti, vale a dire del governo americano, così come le prime banche centrali europee erano in origine sotto il controllo delle rispettive Nazioni, ma noi sappiamo che il passo successivo è quello di convincere gli ingenui, con le buone o con le cattive, sulla necessità della indipendenza delle banche centrali dai governi, specie se trattasi di governi con qualche stampo democratico con cui i globalisti non sono mai andati d’accordo, potendo venire fuori leader di uomini con tratti umanistici originali e da loro incontrollabili. E per questo sono partito dal 2012 e dalla sospensione della Costituzione in forza di spread, l’anno in cui io mi sono risvegliato, con il virus Monti e il ‘vaccino’ delle nozze nere di Rothschild e Rockefeller, celebrate da due vegliardi con gli occhi iniettati di sangue. Fu un anno angusto per l’Italia: gli Stati e la Democrazia non avevano più nulla da dire, e allora olé, via libera alle elezioni inutili e alla dittatura del politically correct in cui cultura e intelligenza sono sempre più demodé. Lo so che alcuni benpensanti incapaci di esprimere ragionamenti articolati e nostalgici dei vaffaday a 5 stelle o delle suadenti occhiate di Mariaelena Boschi, mi liquideranno dicendo di me come di un folle “teorico del complotto”, ma non me ne curerò, perché sono certo di aver sempre ricercato la fondatezza di fatti concreti e verificabili facilmente, anche se non semplicemente accendendo la televisione o limitandosi alle prime selezioni di Google.

Io ho la fortuna di avere strumenti per poter capire cosa conti la FED con sede a New York in via Liberty Street 33, molto di più del Fondo Monetario Internazionale, della World Trade Organization, dell’ONU, dell’OMS, dell’UE e della Banca Mondiale, tutte creature Rothschild rese possibili dal controllo arcigno della FED. Per questo io capisco che Trump ha vinto, controllando, come in effetti oggi controlla, la FED in asse con l’Esercito più potente del Mondo, che da sempre è con lui. Trump sta facendo la storia controllando questa potente istituzione, perché tutte queste giostre globali, con cui si controllava il Mondo, sono alle ultime corse senza il dollaro insanguinato che le rafforza. Un diplomatico italiano inoffensivo che viene ucciso in una macchina dell’ONU in Congo, lasciando stare l’aspetto umano e tragico di un connazionale deceduto, cosa significa politicamente? Forse significa che non bisogna più andare in macchine dell’ONU, perché con queste macchine si andava in giro a depredare l’Africa? Concludo con il finale da cinema, con tanto di americanata, ma prendete i fazzoletti di carta oltre che i pop corn, prima di andare avanti. Non è un finale come quello che pensavamo, è di gran lunga migliore. La Verità politicamente corretta con Dominion è che Trump ha perso, così come ha perso il professor Keating (Robin Williams) dell’Attimo Fuggente. Tuttavia abbiamo visto Keating stravincere per sempre sull’orlo della porta della sua aula di letteratura, proprio quando era stato appena cacciato dal Rettore per aver fatto molto bene il suo lavoro. Questo film è la quintessenza della bellezza dell’ethos occidentale, e secondo me andrebbe visto a scuola per forza, come accadde a me, in ragione di una direttiva ministeriale da sovranisti della Prima Repubblica, che oggi impone invece mascherine e mancanza d’aria. Keating, nel corso del film, insegnò ai suoi ragazzi il senso profondo della letteratura occidentale, e per farlo usò i versi di un poeta umanista americano, Walt Whitman, e della sua celebre poesia “O capitano, mio capitano”, che il poeta dedicò al suo eroe, Abramo Lincoln, poco dopo il suo assassinio. Io scorgo in Whitman la migliore risposta letteraria ‘marinara’ alla pur pregevole Isola del Tesoro tanto cara ai satanisti alla dottor Jekyll e Mr. Hyde di fine '800, cresciuti all’ombra delle pagine di Stevenson e dei Monti di Davos. Nella poesia di Whitman viene fatto un parallelo tra il leader politico, un capitano, e lo spirito di ogni marinaio (cittadino), a sua volta un capitano nascosto come lo è l’intima essenza divina della coscienza di ogni essere umano, in una sorta di parallelismo tra la materialità della democrazia fatta dal rappresentante, il rappresentato e lo spirito di fratellanza democratica, e un sottofondo di trascendente cristiano, mutuandolo dal concetto della trinità del padre, del figliolo e dello spirito santo. Whitman si ispirò anche ad alcuni versi di Orazio, nel celebre aforisma latino Carpe Diem, che non significa godere dell’oggi senza pensare al domani, come erroneamente spaccia l’industria dell’ignoranza edonistica, bensì a vivere da protagonisti della propria vita senza paura di cosa accadrà domani e del male proveniente dalle minacce ingiuste. Orazio fu un seguace di Giulio Cesare e scrisse quei versi nel corso delle lotte civili seguite alle Idi di Marzo e all’assassinio di Cesare, lottando per quello che a lui sembrava giusto in quel momento, e non avendo i timori di chi si preoccupava di arrivare a domani.

Erano lotte tra Populares (il popolo di Roma) ed Optimati (le élite romane), e Orazio, quando scrisse i versi, era un populares. Gli allievi di Keating sono giovani della élite ma vengono presi con trasposto dai versi ‘populares’ di Orazio, e da un amore temerario per la letteratura, la poesia e la storia, tanto da andare a scovare nel tempo cosa avevano fatto i loro predecessori nel loro college, e infatti per gioco crearono una setta di poeti estinti, come avevano fatto altri ragazzi del loro college 100 anni prima di loro. Si riunivano in segreto per gioco e per leggere poesie, e così iniziarono un nuovo modo di vedere la realtà leggendo da punti di vista inusitati, tanto che alcuni di questi ragazzi fecero emergere nel film i tratti più brillanti della propria personalità, corteggiando così le ragazze irraggiungibili a persone normali, cioé senza audacia e grande moto di spirito, che in loro sopraggiunse grazie al motto Carpe Diem, facendoli così diventare protagonisti nel corso dello sviluppo del film. Tutto ciò accadde tranne che per uno di loro, il più timido e pauroso ragazzino, impersonato da un giovanissimo Ethan Hawke, la cui crescita personale rimane in sospeso fino alla fine, anche perché lui aveva paura di salire in piedi sulla cattedra per vedere la realtà da un coraggioso punto di vista. La storia è quindi quella di ragazzi che crescono grazie alle letture e alla consapevolezza di essere soggetti volitivi e pensanti, ma ciò crea invidie nei colleghi di Keating e nel Rettore (professore di letteratura anche lui), che lo tacciano di essere uno sciocco rivoluzionario, quando invece aveva solo saputo fare il suo lavoro con fervore da umanista. La trama del film prende però una svolta drammatica sulle vicende del compagno di stanza di Ethan Hawke, l’attore Sean Leonard, che arriverà attraverso la poesia a desiderare di diventare un attore. Lo farà verso la fine del film, recitando in un piccolo teatro in cui eccellerà con talento, facendo però inalberare il padre, che invece lo vedeva indirizzato alla carriera militare, e non distolto da troppa letteratura o arte. Nascerà un conflitto tra volontà del padre e del figlio, da cui sortirà il suicido del ragazzo e lo scandalo al college. Da qui tutte le critiche dei colleghi del professore Keating trovano un appiglio materialista per poter proclamare la verità di un materialismo cinico immutabile, e non la verità misteriosa dell'esistenza umana. Keating è quindi cacciato con infamia, e a farlo sono proprio le testimonianze, scritte su pezzi di carta estorti con le buone e con le cattive, degli allievi più vicini a lui, quelli che avevano ricostituito lo spirito dei poeti estinti.

La tristezza è al massimo del suo apice alla fine, quando Keating è chiaramente il perdente, quando entra in aula per fare il suo scatolone e andare via con massima mortificazione, mentre il Rettore sta spiegando a tutta l’aula la poesia con rigidità tecnica e senza nessun afflato spirituale, il contrario degli insegnamenti di Keating. I ragazzi sono ammansiti come cagnolini bastonati e si vergognano di aver voltato le spalle al professore, ma non sanno cosa fare, perché è così che deve andare il Mondo, governato nella scena finale del film dalla voce stentorea del Rettore autoritario che impartiva ordini in versi. Keating è già sull’uscio dell’aula da cui è stato cacciato, quando il più timido e insicuro dei ragazzi, Ethan Hawke, insorge gridando con una dichiarazione di cuore la verità sulla morte del suo compagno di stanza, nonché sul reale valore della firma che era stato costretto ad apporre contro Keating, ma subito viene zittito dal Rettore. Sembra finita, ma invece non lo è, perché un attimo dopo compare l’Attimo Fuggente, quando il ragazzo più insicuro diventa un gigante e di fronte al Rettore sale sul banco in piedi recitando i versi della poesia di Whitman per Abramo Lincoln:‘O capitano mio Capitano’! Il Rettore si infuria ancora, dice al professor Keating di andare via ordinando al ragazzino, a pena di espulsione, di scendere dal banco, ma l’Attimo Fuggente di Orazio è colto da altri suoi compagni, che scelgono di diventare anche loro protagonisti, e infatti salgono in piedi sul banco divenendo un’immagine di giganti più alti in una scena che sovrasterà il Rettore e l’Autorità del politically correct. La voce del Rettore passerà dai toni fermi e decisi a quelli tremolanti e timorosi, quasi a riconoscere che il professore di Lettere politicamente scorretto aveva tirato fuori la personalità dei ragazzi facendoli diventare gli uomini che avevano il diritto di essere, e a cui nessuno poteva più ordinare loro quello che era giusto riconoscere o meno, dal loro punto di vista. Keating quindi, alla fine del film, non ha perso, ha stravinto, per sempre! Non so se e quando Trump ritornerà ad essere il Presidente, ma ho capito bene la morale del finale del suo film. Tutti quelli che lo hanno seguito, dovranno scegliere se salire sul banco in piedi cogliendo l’Attimo Fuggente quando esso arriverà nelle loro vite, oppure se rimanere a capo chino come cagnolini bastonati con la mascherina ben allacciata alla bocca. Questo in fondo non è un film, ma il tutto o il niente di un’esistenza umana. Per fortuna il mio banco non è stato fabbricato in Cina, e i versi che Whitman scrisse a Lincoln sono anche per me, per Trump, per tutti gli uomini e tutte le donne, ma soprattutto per sempre, senza un domani che possa finire:"O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato; la nave ha superato ogni ostacolo, l’ambito premio è conquistato; vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta…".

Gianmarco Landi
06 marzo 2021
www.databaseitalia.it/la-grande-vittoria-di-trump-lattimo-f...
03/04/2021 06:30
 
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Una nave incagliata provoca perdite colossali: il gigante dai piedi di argilla della globalizzazione



Basta una nave incagliata nel canale di Suez per provocare, secondo Bloomberg, che indica in 9,6 miliardi di dollari al giorno il valore del traffico marittimo bloccato, un autentico disastro commerciale. Una nave incagliata: rendiamoci conto da cosa dipende la nostra economia di carta che al primo evento imprevisto produce perdite enormi. E ci sono centinaia di navi a loro volta strapiene di merci, di petrolio, che sono ferme in attesa di passare per il canale di Suez. E per chi è preoccupato di malattie e simili, ci sono pure una ventina di navi con bestiame; potete immaginare che tipo di problematica si pone a livello sanitario con molti animali ammassati in tali condizioni. Inutile dire che non essendo notizia da Covid, non ha nessuna importanza. Figuriamoci poi cosa interessa l’inferno che staranno patendo gli animali là dentro... Ancora una volta con questo episodio, si dimostra come il sistema della globalizzazione sia un gigante dai piedi di argilla che viene bloccato al minimo problema. Lo abbiamo visto con la questione coronavirus: tutto fermo, tutto paralizzato, con economie distrutte, incapaci di dare qualsiasi minima risposta sensata ed efficace ad un possibile evento esterno, qualsiasi esso sia. Lo abbiamo visto con la crisi del 2008, dove tutto è crollato come un domino in un sistema di società costruite in modo rigido e centralizzato, totalmente dipendenti dalla finanza internazionale.

Con Andrea Strozzi, in tempi non sospetti, abbiamo analizzato efficacemente la situazione e dato soluzioni all’inevitabile, laddove nel libro “Solo la crisi ci può salvare” abbiamo indicato precise azioni su come invertire la rotta finché siamo in tempo. Il perché non potranno che susseguirsi problemi sempre più gravi è presto detto: il sistema della crescita infinita applicato su di un pianeta dalle risorse finite e la conseguente produzione illimitata di merci (in gran parte superflue) da trasportare in tutto il mondo, è impossibile da fare coesistere. In altre parole, è follia allo stato puro. Può essere affidabile una economia che ha perdite colossali per una nave che si incaglia? Il messaggio, per chi vuole capirlo, è chiaro. I conti non si fanno mai senza l’oste, cioè la natura, e l’oste ha sempre l’ultima parola. Io mi affiderei più all’oste piuttosto che ai dilettanti allo sbaraglio, i quali credono di essere i padroni del mondo e poi si bloccano di fronte ad una nave incagliata. Incagliata come la mente di chi pensa che l’infinita produzione di merci che corrono sempre più veloci ovunque nel mondo sia un sistema e modello che ha un qualche futuro. Un sistema che rende “economico” farci arrivare, ad esempio, le pere dall’Argentina, l’aglio dalla Spagna, i kiwi dall’Australia, le noci dalla California, con conseguente produzione stellare di inquinamento. Ma non preoccupiamoci, in qualche modo disincaglieranno la nave, la lezione non servirà a nulla e si proseguirà come se nulla fosse, fino alla prossima inevitabile crisi.

Paolo Ermani
29-03-2021
www.ilcambiamento.it/articoli/una-nave-incagliata-provoca-perdite-colossali-il-gigante-dai-piedi-di-argilla-della-globalizzazione?fbclid=IwAR0cEe88BBR2jIOh70_MDA0HYMXBgcPWONubxRDMLwNzl1GhMiQ...
14/04/2021 14:04
 
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L'Evergreen nel Canale di Suez trasportava bambini e armi

Scoop. Duro colpo inflitto al Deep State, come già annunciato dalla principale rete americana Newsweek, da Freeworldnews, dalla principale emittente araba al Jazeera (notizia poi censurata) e dalla testata tedesca Inteldinarchronicles, l'arenamento della Evergreen è stata un'operazione magistralmente pianificata delle forze speciali militari internazionali, capitanata dalla Space Force americana, denominata operazione ODIN. Apparentemente il capitano della nave era un membro delle forze speciali, non avrebbe nemmeno dovuto deviare la nave dalla sua rotta, in quanto un bug nel software di navigazione avrebbe effettuato la nuova rotta. La nave incagliata da martedi 23 marzo, a detta delle principali testate del MSM, sarebbe stata rimessa in navigazione ed il 31 marzo avrebbe raggiunto la sua destinazione al porto di Rotterdam in Olanda. Molti danni sono stati accusati dal commercio mondiale e dall'alta finanza, presumibilmente oltre nove miliardi di dollari al giorno. La proprietà della nave sarebbe riconducibile al gruppo Walmart ed alla Fondazione Clinton. Il CEO della compagnia sarebbe addirittura il marito della Maxwell, socia e complice di Epstein nello sfruttamento di minori.

Il comandante della nave sarebbe rimasto in cabina di pilotaggio per coordinare l'imbarco degli ispettori che hanno preso il controllo dell'imbarcazione e condotto le perquisizioni. Perquisizioni che hanno permesso di liberare più di 1000 bambini e trovare containers di armi pericolose! Tutti i bambini sarebbero stati evacuati la notte prima della ripartenza, nel silenzio totale dei media! Mentre dagli Stati Uniti la marina militare ha inviato la nave medica USNS Mercy (T-AH-19) per il soccorso dei piccoli.


L'USNS Mercy

Quindi, dopo che il canale è stato reso funzionale, l'Evergreen è stata condotta in uno slargo, chiamato Great Amer Lake, per un'ispezione più approfondita del contenuto dei container. Sarebbe addirittura possibile che i container vengano scaricati a terra per lo smistamento e la confisca di ciò che è illegale.

Agostino Conte
03 aprile 2021
conteago112.wixsite.com/website/post/l-evergreen-nel-canale-di-suez-trasportava-bambin...
14/04/2021 14:11
 
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BREAKING: Turkish News Evergreen Update



Nota Wheaton80
Rivelazioni del giornalista e trader turco Kaan Sariaydin sull'operazione nel Canale di Suez. Secondo lui avrebbe ospitato elementi chimici per attivare un'arma 5G per velocizzare il cambiamento climatico. Il tutto preparato da Bill Gates & Co. per creare un'emergenza alimentare. Il piano, programmato da 30 anni, sarebbe stato però sventato da Forze Speciali di più Paesi.
[Modificato da wheaton80 14/04/2021 14:22]
21/04/2021 15:06
 
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Calcio e politica: cosa c’è da imparare



La buffonata della super lega è durata tre giorni. Di fronte alla reazione violenta delle loro tifoserie, le cosiddette “grandi squadre” del calcio europeo hanno dovuto fare una brutale marcia indietro. Soprattutto in Gran Bretagna, dove i tifosi l’hanno subito soprannominata “supergreed” (super-avidità), la marcia indietro è stata plateale: tutte e sei le inglesi hanno rinunciato nell’arco di poche ore. In Italia si è sfilata anche l’Inter, ed è chiaro che a questo punto l’idea della super lega resta solo un brutto ricordo. Ma come hanno potuto i dirigenti di queste squadre commettere un errore così madornale? Lo hanno commesso perché hanno peccato di presunzione. Hanno pensato che bastasse dire “noi siamo i più forti, e da oggi comandiamo noi” perché il mondo del calcio si inchinasse alla loro potenza complessiva. Invece hanno scoperto una amara verità: i più forti sono i tifosi, perché sono loro che pagano gli ingressi agli stadi e gli abbonamenti ai canali televisivi, con i quali i giocatori si possono permettere stipendi miliardari. Il calcio è diventato una macchina dello spettacolo talmente forte ed arrogante da dimenticarsi che senza i suoi tifosi cessa di esistere in un solo istante. E di fronte alla ribellione di coloro che gli pagano lo stipendio, le grandi superstar hanno dovuto fare marcia indietro. Se solo i popoli delle varie Nazioni si rendessero conto che la stessa identica cosa vale anche per la politica, le nostre condizioni di vita cambierebbero immediatamente in ogni parte del mondo, almeno in quello occidentale. I politici hanno bisogno del nostro voto per andare a governare, esattamente come le squadre di calcio hanno bisogno degli abbonamenti per sopravvivere. Senza il nostro voto, i politici sarebbero soltanto dei manichini vuoti, senza il minimo potere. Il problema è che noi il voto continuiamo a darglielo, anche se soddisfano solo il 5% delle nostre esigenze. E con l’altro 95 ci fottono regolarmente. Finché noi continueremo ad andare a votare “il meno peggio”, resteremo schiavi di questa dinamica. Solo nel momento in cui capiremo che il voto è qualcosa di prezioso, che va dato soltanto di fronte ad impegni e garanzie precise, e non a vaghe promesse fumose, quelli fottuti resteremo sempre noi.

Massimo Mazzucco
21 aprile 2021
www.luogocomune.net/28-opinione/5759-calcio-e-politica-cosa-c%E2%80%99%C3%A8-da-...
26/04/2021 15:11
 
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Stop al Great Reset: due morti sfiorano il Principe Carlo

"Il Principe Carlo ne ha perso un altro", dice Angela Merkel. "Sono due", conferma Vladimir Putin, al telefono con la Cancelliera. "Il primo era il suo preferito, lo sai", aggiunge la Merkel. "Sì, sono stato informato". La tedesca:"Non è una coincidenza". "Sappiamo anche questo", chiosa il russo. Ma chi erano, i due morti menzionati? Il ceco Petr Kellner e il britannico Sir Richard Sutton, beniamini di Carlo d’Inghilterra e descritti come uomini-chiave del cosiddetto Grande Reset. Sono scomparsi nei giorni scorsi a distanza di pochissime ore: il primo caduto insieme al suo elicottero, il secondo accoltellato nella sua abitazione. E il favoloso colloquio telefonico tra Merkel e Putin? Lo pubblica Mitt Dolcino, sia pure prendendolo con le molle: lo definisce “report apodittico”, e lo attribuisce a "una Sorcha Faal in maschera", lasciando intendere che l’autrice del post (sul blog “What Does It Mean”) si avvalga di fonti d’Intelligence:

www.mittdolcino.com/2021/04/15/putin-merkel-concordano-sulla-misteriosa-morte-dei-signori-del-grande-reset-legati-al-principe-carlo-non-e-una-coin...

Né deve stupire la possibilità di una telefonata confidenziale come quella, tra Mosca e Berlino, dato che i capi dei due paesi militano nella stessa superloggia, la Golden Eurasia, dai tempi della Germania Est. Sia pure senza prove, e per di più "in un volutamente pessimo inglese", scrive Franco Leaf su 'Mitt Dolcino', il post di 'Sorcha Faal' "riafferma il legame Merkel-Putin", e soprattutto "ci parla di una strana moria fra gli alti esponenti del Great Reset". La cosa più interessante di quella trascrizione, però, è lo scambio fra il Presidente Putin e la Cancelliera Merkel sulle loro rispettive posizioni, per come sono state articolate al World Economic Forum di Davos. Se la Merkel ha definito la pandemia "il disastro del secolo", che ha messo a nudo "le debolezze della nostra società", secondo Putin "è del tutto pleonastico sostenere che non ci siano paralleli diretti nella storia: alcuni esperti, e io rispetto la loro opinione, stanno paragonando la situazione attuale a quella degli anni Trenta". Putin, poi, sottolinea "le negative conseguenze demografiche della crisi sociale", nonché "la crisi dei valori, che potrebbe portare alla perdita dell’eredità civile e culturale di interi continenti". Durante questo scambio, scrive 'Sorcha Faal', Putin e la Merkel hanno discusso a lungo l’agenda di Davos. La parte più sorprendente sembra mostrarla la trascrizione (dal tedesco) sulle due “perdite” attribuite a Carlo d’Inghilterra, "nelle vesti di uno dei principali sostenitori del programma socialista-globalista The Great Reset".

Due dei suoi più stretti alleati per lo sviluppo di questo programma, si legge su What Does It Mean, erano l’uomo più ricco della Gran Bretagna, Sir Richard Sutton, e Petr Kellner, l’uomo più ricco della Repubblica Ceca". Il Principe Carlo incontrò Kellner per la prima volta quando visitò la Repubblica Ceca nel 1991 e, nel 2009, guidò lo sforzo per farlo selezionare come il “giovane leader globale” del World Economic Forum, si ricorda nel post ripreso da Mitt Dolcino. "Due settimane fa, il 27 marzo, Petr Kellner è morto in un misterioso incidente d’elicottero in Alaska", disastro aereo "analogo a quello di Olivier Dassault", industriale e parlamentare francese, erede dell’impero familiare (Dassault, un colosso dell’aviazione: dai jet privati Falcon ai caccia Mirage e Rafale). Classe 1964, Petr Kellner è deceduto in Alaska sulle montagne a circa 80 chilometri da Anchorage, dove era andato per fare eliski. Kellner ha perso la vita assieme ad altre cinque persone, tra le quali due guide locali e il pilota dell’elicottero. Alla guida del fondo d’investimento PPF, Kellner era stato protagonista della stagione della grande privatizzazione nell’allora Cecoslovacchia post-sovietica. Un operatore di primissimo piano: banche e assicurazioni, energia, immobiliare e grande distribuzione, con interessi anche in Slovacchia, Russia e Bielorussia, Cina, Vietnam e Kazakhstan. Dal 2007 al 2011 era anche entrato a far parte, in Italia, del CDA delle Generali.


Petr Kellner

L’inglese Richard Sutton, un baronetto di 83 anni, è stato invece aggredito il 7 aprile all’interno della sua villa vicino a Gillingham, nel Dorset (una dimora valutata oltre due milioni di euro). Sutton era un imprenditore che gestiva molte proprietà e alberghi importanti del Regno Unito, come l’Athenaeum Hotel di Mayfair e lo Sheraton Grand London di Park Lane. Figurava nella lista del Sunday Times delle persone più facoltose del Paese, al 453esimo posto, e il suo patrimonio era valutato in oltre 300 milioni di sterline (quasi 350 milioni di euro).


Richard Sutton

A queste due morti misteriose s’è aggiunta la notizia che, sempre il 9 aprile, il padre di Carlo, il Principe Filippo di Edimburgo, è morto in ospedale all’età di 99 anni. Durante una conversazione con la Deutsche Press Agentur, come riportato dal tabloid Express, trent’anni fa il Principe Filippo ebbe a dire:"Nel caso in cui mi reincarnassi, vorrei tornare come un virus mortale, per contribuire a risolvere il problema della sovrappopolazione". Una battuta di spirito, che oggi assume un retrogusto quasi inquietante: ricorda i moniti del Club di Roma, che per mezzo secolo ha parlato della crescita demografica come di una calamità planetaria, ben prima che spuntassero i teorici della decrescita e poi personaggi come Greta Thunberg, profeti di sventura trasformati in fenomeni mediatici mondiali. "L’importanza di quanto si son detti il Presidente Putin e la cancelliera Merkel, entrambi d’accordo sul fatto che le morti misteriose degli alleati del Principe Carlo, Sir Richard Sutton e Petr Kellner, non siano una coincidenza, è monumentale", sottolinea 'Sorcha Faal' nel post citato da 'Mitt Dolcino'. Il contatto tra Mosca e Berlino, secondo What Does It Mean, "suggerisce fortemente che queste morti siano in realtà degli omicidi mirati: un messaggio rivolto a chi sostiene il Great Reset". Secondo il post, c’era da aspettarselo:"A fronte dell’agenda socialista-globalista volta a “resettare” il mondo intero, le potenti forze che vi si oppongono non permetteranno mai che ciò accada". E’ anche il motivo, sempre secondo 'Sorcha Faal', per il quale "il Presidente Putin ha avvertito quei pericolosi idioti del WEF che il percorso che stanno battendo è esattamente come quello degli anni Trenta", che portò fatalmente alla Seconda Guerra Mondiale.

15/04/2021
www.libreidee.org/2021/04/stop-al-great-reset-due-morti-sfiorano-il-principe-carlo/?fbclid=IwAR2-1db6QL7xgtIyODAloba3VCCPVvo3AHiJ1wjzK86lEJnZQH8...
27/11/2021 02:17
 
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Evergrande e l'effetto domino sull'economia globale



Evergrande: perchè si comincia a parlare di "caos globale". Il nazionalismo economico e il ritorno al capitalismo di Stato di Xi Jinping; la crisi della globalizzazione parte dalla Cina? Soros considera Xi un terrorista economico, ma conoscendo Soros... Nell'intervista di questa settimana Gabriele Sannino unisce parecchie tessere del mosaico e traccia uno scenario in cui anche noi, individualmente, dovremo prestare attenzione nella nostra quotidianità. Il primo passo fondamentale? Informarsi bene! Conduce Carlo Savegnago.

06/12/2021 13:16
 
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L’avvio della disgregazione dell’Unione Europea

Alla fine della seconda guerra mondiale Winston Churchill ideò un sistema che permettesse agli anglosassoni di mantenere il controllo dell’Europa Occidentale, in modo da impedirle di cadere nelle mani dell’Unione Sovietica: un mercato comune europeo dei Paesi in rovina che accettavano il Piano Marshall [1]. Stati Uniti e Regno Unito procedevano di concerto. In pochi anni gettarono le basi di quello che oggi è il nostro mondo: la NATO, alleanza militare dominata dagli anglosassoni; l’Unione Europea, organizzazione civile degli alleati. I membri di un’istituzione non fanno necessariamente parte dell’altra, ma questo non impedisce che NATO e UE, entrambe basate a Bruxelles, siano facce di una stessa medaglia. Infatti i servizi comuni delle due strutture sono installati con discrezione in Lussemburgo. Dopo la crisi fra Washington e Londra durante la Spedizione di Suez, il Regno Unito, che stava perdendo il proprio Impero, decise di entrare in quella che sarebbe diventata l’Unione Europea. Harold Macmillan fallì nel 1958, ma Edward Heath vi riuscì nel 1973. L’equilibrio delle forze mutò di nuovo, così il Regno Unito lasciò l’Unione Europea nel 2020, volgendosi daccapo al suo vecchio Impero (Global Britain). Tutti i documenti dell’Unione Europea sono tradotti in ognuna delle lingue ufficiali dei Paesi membri, nonché in inglese, lingua ufficiale della UE benché dal 2020 non lo sia di alcuno dei suoi membri. Il motivo non è che i britannici ne hanno fatto parte, ma che l’Unione è sotto il controllo della NATO, come recita l’articolo 42, comma 7, del Trattato di Lisbona, che è stato imposto con la forza in sostituzione del Trattato Costituzionale, respinto dalle popolazioni [2]. La Germania, occupata dai quattro vincitori della seconda guerra mondiale fino al 1990, ossia sin dopo la riunificazione, si è sempre adattata a non essere più una potenza militare. Ancora oggi i servizi segreti tedeschi sono subalterni agli USA, che li hanno riorganizzati con l’ex personale nazista; inoltre il Pentagono possiede in Germania importantissime basi militari fittiziamente extraterritoriali. La Francia vagheggia l’indipendenza militare. Per questa ragione Charles De Gaulle, leader della Francia Libera durante la seconda guerra mondiale, nel 1966 fece uscire il Paese dal comando integrato della NATO.

Ma Nicolas Sarkozy, che nell’adolescenza fu educato dal figlio del creatore della rete stay-behind della NATO (Gladio), nel 2009 lo fece rientrare. Oggi le operazioni esterne dell’esercito francese sono di fatto comandate da ufficiali statunitensi. Per anni Germania e Francia hanno assunto la leadership dell’istituzione che ora si chiama Unione Europea. François Mitterrand e Helmut Kohl progettarono di trasformare il mercato comune in uno Stato sovranazionale (comunque vassallo degli Stati Uniti) in grado di competere con URSS e Cina: l’Unione Europea. Questa struttura, cui gli Stati Uniti pretesero che gli Stati dell’ex Patto di Varsavia aderissero e contemporaneamente raggiungessero la NATO, divenne una burocrazia colossale. Nonostante la parvenza, il Consiglio dei capi di Stato e di governo non è un super-governo, ma un organismo deputato a prendere atto delle decisioni della NATO. Ossia di risoluzioni che, prese dall’Alleanza Atlantica dominata da Stati Uniti e Regno Unito, sono poi trasmesse alla Commissione Europea, indi sottoposte al Parlamento e infine ratificate dal Consiglio. Si pensi che la NATO s’impiccia per vocazione di tutto: dalla composizione del cioccolato (nella razione del soldato c’è appunto una barretta di cioccolato) alla costruzione di ponti (che devono essere utilizzabili dai blindati), passando per i vaccini anti-Covid (la salute dei civili condiziona quella dei militari) o i bonifici bancari (bisogna tenere sotto controllo le transazioni nemiche). Solo la forza militare britannica e francese avevano un certo peso nell’Unione Europea; per questa ragione con i Trattati di Lancaster House del 2010 si riavvicinarono. Ma dopo la Brexit, le forze armate francesi si sono ritrovate daccapo sole, come dimostra la rottura del contratto con l’Australia per la costruzione di sottomarini, a tutto vantaggio di Londra. Alla Francia non rimaneva altra scelta che avvicinarsi alle forze armate italiane, che però sono la metà di quelle francesi: questo è quanto è stato appena deciso con il Trattato del Quirinale (2021). Un’operazione favorita dall’ideologia che accomuna Emmanuel Macron, ex banchiere di Rothschild, e Mario Draghi, ex banchiere di Goldman Sachs, nonché dalla leadership condivisa sulla risposta all’epidemia di Covid. Si noti en passant l’incredibile gergo politicamente corretto, lontanissimo dalle tradizioni latine, con cui il documento è stato redatto [3].

Si dà il caso che, contemporaneamente al Trattato del Quirinale, la cancelliera Angela Merkel lasci il posto a Olaf Scholz, cui non interessano né le questioni militari né i deficit di bilancio di Francia e Italia. L’accordo di coalizione per la formazione del governo [4] allinea la politica estera tedesca punto per punto a quella degli anglosassoni (USA più Regno Unito). Fin qui i governi di Angela Merkel combattevano l’antisemitismo. Ora il governo Scholz va oltre, impegnandosi a sostenere «ogni iniziativa che promuove la vita ebrea e la sua specificità»: promozione di una minoranza, non più protezione. Riguardo a Israele, che Regno Unito e Stati Uniti crearono secondo una logica imperialista [5], il nuovo accordo stipula che «la sicurezza d’Israele è interesse nazionale» della Germania e assume l’impegno di bloccare «i tentativi antisemiti di condanna d’Israele, anche all’ONU». Parimenti dichiara che la Germania continuerà a sostenere la soluzione a due Stati del conflitto israelo-palestinese (ossia si opporrà al principio “un uomo un voto”), nonché si compiace della normalizzazione delle relazioni fra Israele e Paesi arabi. In questo modo il governo Scholz affossa la tradizionale politica dell’SPD, il cui ministro degli Esteri in carica dal 2013 al 2018, Sigmar Gabriel, definiva il regime israeliano «apartheid». Olaf Scholz è un avvocato cui sta a cuore far funzionare l’industria tedesca basandosi su un compromesso fra operai e padronato. Non si è mai interessato molto alle questioni internazionali. Ha designato ministro degli Esteri la giurista dei verdi Annalena Baerbock, che non soltanto è partigiana delle energie pulite, ma è anche persona capace di esercitare influenza per conto della NATO. Sostiene chiaro e forte la fondatezza dell’adesione dell’Ucraina alla NATO e all’Unione Europea. Avversa la Russia, perciò rifiuta il gasdotto Nord Stream 2 e incentiva i terminali per l’importazione del gas degli Stati Uniti con le metaniere, nonostante l’esorbitante costo degli impianti. Inoltre definisce la Cina «rivale sistemico» e appoggia tutti i separatismi: taiwanese, tibetano, uiguro. È prevedibile che le politiche di Berlino e Parigi s’allontanino lentamente fino a far riemergere il conflitto che oppose i due Paesi e che dal 1870 al 1945 causò tre guerre. Diversamente da come viene reclamizzata, e come del resto ho già ricordato, l’Unione Europea non è stata creata per garantire la pace in Europa Occidentale, ma per ancorare durante la guerra fredda la sua popolazione al campo anglosassone. Il conflitto franco-tedesco non è mai stato risolto.

L’Unione Europea, lungi dal favorire la pace, invece di affrontare il contrasto lo ha nascosto sotto il tappeto. Durante le guerre di Jugoslavia i due Paesi si sono scontrati militarmente: la Germania sosteneva la Croazia, la Francia la Serbia. Berlino e Parigi andavano d’accordo all’interno delle frontiere dell’Unione, ma si facevano guerra all’esterno. Gli esperti di operazioni speciali sanno che ci sono stati morti da entrambe le parti. Le politiche estere efficaci sono quelle che esprimono l’identità della nazione. Oggi Regno Unito e Germania vanno per la loro strada, fieri della propria individualità; per contro la Francia è in crisi d’identità. All’inizio del mandato Emmanuel Macron affermava che «non esiste una cultura francese». Poi, sotto la pressione popolare, ha cambiato linguaggio, ma non modo di pensare. La Francia possiede mezzi, ma non sa più quale sia la sua specificità. Insegue la chimera di un’Unione Europea indipendente in grado di rivaleggiare con gli Stati Uniti, ma gli altri 26 Paesi non ne vogliono sapere. La Germania, tuttavia, commette un errore rifugiandosi sotto lo scudo nucleare degli Stati Uniti, ora che questa grande potenza sta disgregandosi. È evidente che siamo entrati nella fase di dissoluzione dell’Unione Europea, struttura a tal punto sclerotizzata che sarà una fortuna per i Paesi membri recuperare la piena indipendenza. Ma la sfida potrebbe volgersi in dramma. Gli Stati Uniti imploderanno su loro stessi e l’Unione Europea perderà il suo sovrano. I Paesi membri dovranno confrontarsi gli uni con gli altri. È estremamente urgente che iniziamo a intenderci, non più come semplici partner commerciali, ma come partner a tutto campo. Non farlo ci porterà alla catastrofe, alla guerra generalizzata. Tutti hanno potuto constatare che i membri dell’Unione Europea, tranne gl’inglesi, che però se ne sono andati, hanno elementi culturali comuni. Elementi condivisi anche dalla Russia, più vicina all’Unione di quanto sia il Regno Unito. È possibile sin da ora ricostruire l’Europa, non come una burocrazia centralizzata, ma come una rete di Stati, aprendosi a Paesi da cui siamo stati artificiosamente separati dagli anglosassoni, che volevano assicurarsi il dominio del continente durante la guerra fredda. Questo intendeva Charles De Gaulle quando, contrapponendosi a Winston Churchill, dichiarava di volere l’«Europa da Brest a Vladivostok».

Fonti

[1] www.voltairenet.org/article14369.html
[2] Articolo 42, comma 7:«Qualora uno Stato membro subisca un’aggressione armata nel suo territorio, gli altri Stati membri sono tenuti a prestargli aiuto e assistenza con tutti i mezzi in loro possesso, in conformità dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Ciò non pregiudica il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di taluni Stati membri. Gli impegni e la cooperazione in questo settore rimangono conformi agli impegni assunti nell’ambito dell’Organizzazione del trattato del Nord-Atlantico che resta, per gli Stati che ne sono membri, il fondamento della loro difesa collettiva e l’istanza di attuazione della stessa»
[3] www.voltairenet.org/article214880.html
[4] www.voltairenet.org/IMG/pdf/koalitionsvertrag_2021-2025.pdf
[5] www.voltairenet.org/article184986.html

Thierry Meyssan
30 novembre 2021

Traduzione: Rachele Marmetti
www.voltairenet.org/article214881.html
18/12/2021 16:30
 
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Evergrande: Standard & Poor's dichiara default selettivo e ritira rating

Evergrande è stata ufficialmente dichiarata insolvente da Standard & Poor's dopo che il secondo sviluppatore immobiliare cinese ha mancato il pagamento di coupon all'inizio di dicembre. "Valutiamo che Evergrande e il suo braccio finanziario offshore Tianji Holding non siano riusciti a effettuare i pagamenti di cedole su bond senior in dollari", ha scritto S&P in una nota, rilevando che la società aveva chiesto che i rating fossero ritirati dopo il declassamento a 'default selettivo' (come già fatto da Fitch), un termine usato per il mancato pagamento su un bond, ma non necessariamente su tutte le obbligazioni.

17 dicembre 2021
www.ansa.it/sito/notizie/economia/2021/12/17/evergrande-s-dichiara-default-selettivo-e-ritira-rating_a862dad0-7620-4b73-9091-0abc21df8...
20/12/2021 07:55
 
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Draghi cancella il debito pubblico italiano - Continua la politica trumpiana d'oltreoceano

20/12/2021 20:40
 
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Allarme rosso in borsa: i miliardari vendono in massa le loro aziende

Diciamolo subito: quello che sta avvenendo negli Stati Uniti sembra proprio l’avvisaglia di un crollo in borsa, ma non è l’unica spiegazione possibile. Tra un pò vedremo nel dettaglio che cosa sta succedendo, ma in estrema sintesi i grandi miliardari americani stanno vendendo in blocco quantità davvero forti delle azioni delle loro stesse società. Tutti insieme, tutti a novembre! E’ veramente impressionante l’elenco dei grandi Tycoon della borsa americana che si stanno liberando delle azioni proprio di quelle società che hanno fondato e che li hanno resi ricchi. A colpire sono sia i nomi coinvolti che i volumi delle vendite. Quali possono essere i motivi di tutto ciò? Le tensioni in borsa non mancano e molti sostengono che la Federal Reserve stia per chiudere i rubinetti. Il dato impressionante di un’inflazione ai massimi dal 1982 ha spinto molti analisti a ritenere che la Federal Reserve a questo punto abbia le spalle al muro.

Volumi che fanno impressione
La Fed deve per forza introdurre condizioni economiche più restrittive e dire addio a quel ciclo espansivo infinito che porta avanti da anni. Ma vediamo nomi e numeri. La Stampa riporta come, secondo gli esperti interpellati, negli ultimi dieci anni non si era mai visto un fenomeno di queste proporzioni. Una vera e propria fuga. Zuckerberg si è liberato di azioni del suo social per il valore mai visto di 4,5 miliardi. Larry Page e Sergey Brin, i due creatori di Google, si sono liberati di azioni della loro azienda per 1,5 miliardi. Satya Nadella, Amministratore Delegato di Microsoft, ha addirittura venduto metà di tutte le sue azioni Microsoft. Ma anche Elon Musk e tantissimi altri in questo mese di novembre si sono dati alla fuga dalle loro stesse aziende. In realtà l’elenco è piuttosto lungo e fa una certa impressione leggerlo. Una spiegazione potrebbe essere il timore di un inasprimento delle tasse sull’azionario, ma i timori di crolli non mancano.

Salvatore Dimaggio
12 dicembre 2021
www.ilovetrading.it/2021/12/12/allarme-rosso-in-borsa-i-miliardari-vendono-in-massa-le-loro-...
05/01/2022 18:50
 
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Evergrande sospesa. L'industria cinese del mattone deve rimborsare 197 mld. Hong Kong in rosso

L'Asia apre in rosso a inizio anno: alle ore 7:00 italiane l'Hang Seng di Hong Kong cede lo 0,7%, l'indice Asia Dow lo 0,13%, mentre Nikkei e Shanghai sono chiusi per festività. L'oro scivola dello 0,12% a 1.826 dollari l'oncia, il petrolio Wti americano guadagna lo 0,86% a 75,86 dollari il barile. E' super dollaro, con l'euro che perde lo 0,19% a 1,135, lo yen lo 0,2% a 115,32, la sterlina lo 0,2% a 1,35. Il T-Bond Usa decennale rende l'1,514%, mentre i futures su Wall Street sono positivi in media per lo 0,4%. Oggi il greggio americano sale verso i 76 dollari al barile, con i mercati in attesa del meeting dell'Opec+ domani, martedì, dove il cartello prevede di attenersi a un previsto aumento della produzione di 400 mila barili al giorno a partire da febbraio. I prezzi del petrolio sono spinti anche dalla notizia che la produzione libica dovrebbe diminuire di 200 mila barili al giorno la prossima settimana mentre si cerca di riparare un oleodotto danneggiato meno di 15 giorni fa quando la milizia ha chiuso il suo più grande giacimento. Oggi Evergrande è stata sospesa dalle negoziazioni in attesa della pubblicazione di "informazioni privilegiate", ha affermato il gruppo carico di 305 miliardi di dollari di debiti, senza fornire ulteriori dettagli. Il colosso immobiliare cinese più indebitato al mondo sta lottando per rimborsare, fra le passività, quasi 20 miliardi di dollari di obbligazioni sul mercato internazionale che sono state considerate in default incrociato dalle società di rating il mese scorso dopo aver mancato diversi pagamenti. Il gruppo del mattone non ha poi rimborsato nuove cedole per un valore di 255 milioni di dollari martedì scorso.

Secondo i calcoli di Bloomberg e le stime degli analisti, l'industria del mattone cinese, che vale il 28% del PIL del Paese, "dovrà trovare a gennaio almeno 197 miliardi di dollari per coprire obbligazioni in scadenza, cedole, prodotti fiduciari e stipendi a milioni di lavoratori". Pechino ha esortato i grandi costruttori come Evergrande a pagare prima di tutto i salari entro la fine del mese per evitare il rischio di disordini sociali. Evergrande ha istituito un comitato di gestione del rischio con molti membri di società statali e ha affermato che si impegnerà attivamente con i suoi creditori. A questo si aggiunga però che, secondo i media locali, l'ammistrazione locale dell'isola turistica cinese di Hainan ha ordinato a Evergrande il 30 dicembre di demolire i suoi 39 edifici residenziali entro 10 giorni, a causa della costruzione illegale. Gli edifici si estendono per oltre 435mila metri quadrati, aggiungono i report. Da ricordare che venerdì scorso Evergrande ha annullato i piani per rimborsare gli investitori dei suoi prodotti di gestione patrimoniale, affermando che ogni creditore di risparmio gestito potrebbe aspettarsi ora di ricevere come rimborso 8mila yuan (1.257 dollari) al mese come pagamento per tre mesi, indipendentemente dalla scadenza dell'investimento. La mossa mette in evidenza la crescente stretta di liquidità del gruppo immobiliare. "Il mercato sta osservando i progressi della cessione di asset da parte di Evergrande per ripagare il proprio debito, ma il processo richiederà tempo", ha spiegato a Reuters Conita Hung, direttore della strategia di investimento di Tiger Faith Asset Management. "E l'ordine di demolizione ad Hainan danneggerà la poca fiducia degli acquirenti di case", ha aggiunto. Evergrande ha dichiarato la scorsa settimana che il 91,7% dei suoi progetti nazionali ha ripreso la costruzione dopo tre mesi. Molti erano stati interrotti in precedenza dopo che il gruppo non era riuscito a pagare i suoi numerosi fornitori e appaltatori. Le azioni del colosso hanno perso l'89% lo scorso anno, chiudendo venerdì a 1,59 dollari locali.

Elena Dal Maso
03/01/2022
www.milanofinanza.it/news/evergrande-sospesa-deve-rimborsare-197-mld-a-gennaio-hong-kong-in-rosso-202201030700151900?utm_source=dlvr.it&utm_medium=...
09/01/2022 12:48
 
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Effetto domino sul mattone cinese. Dopo Evergrande cade Shimao

Fine pena, mai per la Cina. Dopo Evergrande e Kaisa un altro gruppo immobiliare cinese è in difficoltà, a testimonianza della crisi del settore, che vale il 25% del PIL nazionale, della quale non sembra vedersi la fine. Si tratta di Shimao, ritenuto fin qui una delle società immobiliari più affidabili, capace di superare le turbolenze del settore. Almeno fino ad oggi. Il gruppo è risultato inadempiente avendo ripagato solo 147 milioni di yuan di un prestito complessivo del valore di 792 milioni di yuan. Lo scoperto dunque riguarda un controvalore di 645 milioni di yuan, pari a 101 milioni di dollari. Un canovaccio che ricorda molto da vicino un’altra crisi, forse più drammatica, quella di Evergrande, il principale conglomerato immobiliare cinese. Nel dettaglio, il default riguarda un’unità del gruppo, ovvero la Shanghai Shimao Construction. Il crack ha avuto immediate ripercussioni sui titoli quotati in borsa, con le azioni Shimao trattate a Hong Kong che sono arrivate a perdere il 17%, chiudendo poi in calo del 5,4% a 4,70 dollari. E ieri avevano perso un altro 5,15%. Le obbligazioni quotate a Shanghai sono crollate invece di oltre il 20%, tanto che la borsa ha sospeso le contrattazioni di tre bond per le fluttuazioni anomale. Secondo quanto riferisce Reuters, l’unità del gruppo Shanghai Shimao Construction ha proposto un allungamento delle scadenze per due obbligazioni in scadenza nel mese per un totale di 1,17 miliardi di yuan (183,50 milioni di dollari).

Le proposte al mercato vedrebbero la società rimborsare il 10% del capitale a gennaio, il 5% ogni mese da febbraio a novembre e il restante 40% a dicembre. Ma difficilmente incontrerebbero l’approvazione dei detentori delle obbligazioni, e in questo caso si attiverebbero clausole di cross default che coinvolgerebbero altri bond. La notizia è destinata ad alimentare ulteriormente le preoccupazioni degli investitori per la crisi del settore immobiliare che sta travolgendo la Cina. Il gruppo Shimao era infatti considerato fino a poco tempo fa tra le realtà più solide del settore e aveva inizialmente superato indenne le turbolenze che avevano portato all’insolvenza di compagnie rivali come Evergrande e Kaisa. Di sicuro, la pazienza, per il momento, l’hanno persa solo obbligazionisti e risparmiatori legati a Evergrande. I quali hanno protestato, e non è la prima volta, fuori dagli uffici della società di Guangzhou, per il timore di vedere sacrificati i loro investimenti. Un centinaio di persone ha gridato “Evergrande, ridacci i nostri soldi!”, riprendendo un motto utilizzato lo scorso autunno da investitori e fornitori scontenti quando il deterioramento della posizione finanziaria del colosso immobiliare cinese è diventato evidente. Parole al vento, per ora.

Gianluca Zapponini
08/01/2022
formiche.net/2022/01/cina-shimao-bond-evergrande-mattone-huarong/?fbclid=IwAR0K-BqDq0jO3C2LveWXFOel985-fbLCev2I28BUsQfvAd79A0s...
25/01/2022 16:11
 
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Il piano del male ha limiti precisi, non vincerà

La fiaccola della cultura viene trasferita, nel mondo, da una civiltà all’altra. Non voglio arrivare ad Atlantide, che ormai non c’è più, ma insomma: da Atlantide passò ai vedici, poi agli assiro-caldei, poi agli iraniani, poi agli egiziani e infine ai greci e ai romani. Dal tempo dei romani, siamo ancora in un’epoca in cui è l’Occidente a guidare: l’impero inglese e quello francese, prima ancora l’impero spagnolo, e prima ancora il Sacro Romano Impero. Da qualche secolo, siamo nel momento di guida del mondo angloamericano, ma ora stiamo per andare al momento di guida (nel male) del mondo cinese. Tant’è vero che i grandi gruppi, mondialisti, stanno facendo crescere spropositatamente questa Cina per farne lo strumento del nuovo impero. E’ come se i poteri anti-coscienza avessero il compito di crearci l’ostacolo: devono sempre creare il male, perché da quel male, poi, viene un bene (sempre che la gente reagisca). Ma i limiti di questo ostacolo sono già prefissati: non c’è mai stata una guerra che sia durata per sempre, o un’epidemia senza fine. Questo lo impariamo dalla visione spirituale delle cose: che era quella di Dante, di Platone, di Aristotele, di Pitagora, di Socrate, di Omero. E’ lo stesso gruppo, che adotta la medesima interpretazione: sa che ci sono delle guide spirituali del mondo, che stuzzicano gli esseri umani e li fanno imparare sbagliando. Ogni volta che l’umanità affronta certi problemi, diventa più matura. E questo è sempre avvenuto: in tempi recenti, il nostro momento di crescita più bello è stato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Perché ci siamo svegliati di più, molto più di prima, avendo vissuto il fascismo e il nazismo, le bombe atomiche, i Gulag, i campi di sterminio. Il sonno è l’immaturità delle coscienze. Ci si può svegliare anche per presa di coscienza; sta cominciando a funzionare, ma nella maggior parte dei casi la presa di coscienza la raggiungiamo solo quando qualcuno ci malmena. E’ il dolore a spingerci a farci la domanda: perché. Mai come adesso questa domanda ha delle risposte chiare, almeno per una parte importante dell’umanità. E’ la prima volta che tanta gente vede il potere per quello che è. E vivaddio: questo è l’unico risultato di quello che sta accadendo. Ci stanno facendo del male? Certo: è un potere spirituale oscuro, che guida questa battaglia contro la crescita dello spirito umano. Quelli che stanno al governo non se ne rendono neppure conto: non sanno a quanti livelli sopra di loro viene deciso quello che fanno. Loro lo fanno a basta, per carriera e denaro. Ma gli stessi poteri spirituali che li guidano non sanno se poi ci arrivano davvero, alla meta. Era da ingenui, sperare che il governo ascoltasse le richieste di uno come Stefano Puzzer. Ma intanto, Stefano ha ottenuto un grande risultato: ha mostrato che moltissima gente si è finalmente svegliata. In tantissimi hanno visto come si è comportato lo Stato, come si sono comportati i media: è stato un grande disvelamento. La cosa veramente nuova è che la gente si è contata e ha detto: io non credo più a questo sistema. Così è stato conquistato un gradino immortale della coscienza umana.

Certo, noi non possiamo battere il governo: non abbiamo i carri armati, non abbiamo i servizi segreti, non abbiamo i giudici. Però possiamo dire la verità. E possiamo fare qualcosa di efficace. Per esempio: le scuole parentali, i gruppi d’acquisto, il trasporto privato dei ragazzi per bypassare i mezzi pubblici. La nostra coscienza cresce facendo concretamente cose buone, non limitandosi a declamarle. Ecco la vera libertà: fare tutto il bene che voglio. E più mi ostacoli, meglio lo faccio. Il primo passo è sempre la verità. Se voglio il bene di mio figlio, devo sapere esattamente come vive. E viceversa, come faccio a imbambolare milioni di persone? Semplice: racconto falsità. Per esempio: racconto di una malattia mortale, per la quale non esistono cure. E quando tu terrorizzi la gente con questa menzogna, la libertà gliel’hai già tolta. Vale anche per il fronte opposto: a volte è il potere stesso a emettere forme-pensiero studiate appositamente per farsi odiare, perché l’odio mina la lucidità mentale. I giornalisti? Lasciamo perdere. Da ragazzo, io ho fatto l’assistente di Mino Pecorelli: uno che è stato ammazzato, per le cose che raccontava. Oggi i giornalisti sono solo i portavoce del potere. Monica Maggioni? Prima di essere direttrice del TG1 (e prima ancora, presidente della RAI) è stata Presidente della Trilaterale Italia. Mentana? Si è circondato di cosiddetti “fact checker”: tutti figli del potere mondialista. Non sono più giornalisti: sono mercenari, che devono tutto al potere. E infatti la gente non li ascolta più: finalmente s’è capito chi sono, ecco la novità. Certo, le sofferenze inflitte a molti di noi sono tangibili, purtroppo. Non puoi più andare a mangiarti una pizza? Non puoi più prendere il treno? Non puoi più fare l’insegnante o il medico? Questo, comunque, sta risvegliando le persone. E io so che il Cielo non abbandona nessuno: vediamo quel che succederà, nei prossimi anni. Se Draghi teme gli 8 milioni di dissidenti segregati? Ufficialmente non li teme per niente. I suoi padroni oscuri invece sì, li temono: sanno benissimo che, più fanno così, più risvegliano la gente. Intendiamoci: i personaggi come Draghi sono mezze figure. Io li ho frequentati, quegli ambienti, quando lavoravo come analista geopolitico per i governi. Gli ordini arrivano dall’alto, sempre. Alcuni miei allievi, in passato, sono diventati ministri. E dopo un pò me lo confessavano: la stanza dei bottoni non è a Palazzo Chigi. Se l’ordine che arriva è generale, obbediscono tutti. Se invece i partiti litigano, vuol dire che l’ordine è di fingere di litigare, per far credere che la democrazia esista davvero. E invece è un teatrino. Prendiamo oggi: a capo del governo hanno chiamato uno che, qualche anno fa, tre quarti del Parlamento avrebbe buttato a mare. Ora tutti si inchinano davanti a lui. La sinistra si inchina di fronte a Goldman Sachs. Questo significa che l’ordine parte da molto più in alto. E lo accettano: sanno che, a certi ordini, si deve obbedire. Poi il dibattito riprenderà, perché è lo stesso potere a volerlo: la gente se ne accorgerebbe, che qualcosa non va, se il dibattito mancasse per troppo tempo. Però attenzione: questo 10-15% della popolazione sveglia è il lievito dell’umanità, l’umanità futura (gli altri dormono, e neppure il potere si potrà più basare a lungo solo sui dormienti). Io ho smesso di votare, dai tempi di Pecorelli. Lo Stato? Dovremmo essere noi. Invece, la “res publica” ha incollata addosso una sanguisuga, un parassita oscuro. E un pò alla volta, adesso, un numero consistente di persone se lo domanda: ma questi chi sono? Sono degli alieni? Certo, non li voterò mai. Peccato vi sia molto pessimismo, in una parte del popolo in risveglio, solo perché le manifestazioni non hanno dato i frutti sperati. E invece: la parte che ha iniziato ad agire concretamente, intraprendendo iniziative pratiche, è felicemente gioiosa. Perché è concentrata su quello che fa, non su quello che fanno gli altri. Ripeto: la regia è più alta, rispetto al potere. Ci faranno solo quello che gli sarà consentito farci, sempre per risvegliarci. Accadrà solo quello che la regia superiore riterrà necessario, per il nostro bene. A noi tocca fare solo una cosa: mettere in pratica il bene, là dove siamo, senza preoccuparci d’altro.

Fausto Carotenuto
30/12/21
www.libreidee.org/2021/12/carotenuto-il-piano-del-male-ha-limiti-precisi-non-...
06/02/2022 23:24
 
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Immobiliare a picco e crisi economica. Il regime comunista cinese sta entrando in agonia

02/03/2022 19:43
 
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La mossa di Putin sull’Ucraina: la fine del blocco Euro-Atlantico e del Nuovo Ordine Mondiale

Alla fine la decisione di Putin, sotto certi aspetti, è giunta inaspettata. Diversi osservatori sulla carta pensavano che il presidente russo non avrebbe scelto di procedere ad un riconoscimento immediato delle Repubbliche separatiste del Donbass e del Lugansk che si trovano all’estremo confine orientale con l’Ucraina. A due passi dalla Russia. Molti pensavano che Putin avrebbe temporeggiato e preferito rimandare in un altro momento un riconoscimento che comunque prima o poi ci sarebbe stato. Le settimane precedenti erano state letteralmente funestate da una incessante propaganda dei media occidentali che ogni giorno annunciavano una “invasione russa” dell’Ucraina per poi puntualmente procrastinare l’appuntamento in un continuo rinvio che ha finito inevitabilmente per coprire di ridicolo gli stessi media che lo ventilavano. Su tutti c’è stato il caso famigerato di Bloomberg, quotidiano che assieme al Financial Times assume il ruolo di portavoce indiscusso dell’alta finanza internazionale. Bloomberg era persino arrivato a mettere in prima pagina lo scorso 5 febbraio l’annuncio di una invasione russa che non c’era mai stata. La notizia è rimasta lì a galleggiare sul sito del quotidiano americano per trenta minuti buoni, ed è impossibile pensare che la redazione di Bloomberg non si sia accorta di un errore così marchiano. La pubblicazione è stata con ogni probabilità intenzionale e rientrava in una strategia di continue provocazioni nei confronti di Mosca, nella speranza che questa perdesse il controllo dei nervi e commettesse qualche errore. La Russia ha scelto di non raccogliere gli atti provocatori, e ha lasciato che l’isteria mediatica occidentale proseguisse sino allo scorso lunedì. Quello è stato il momento nel quale Putin ha firmato in diretta il riconoscimento delle due Repubbliche separatiste e quello è stato un momento spartiacque nella storia non solo della Russia ma del mondo intero. Quel discorso ha segnato il passaggio da un’epoca, quella nella quale esisteva l’assoluta predominanza del cosiddetto blocco Euro-Atlantico e dell’idea del Nuovo Ordine Mondiale che esso sorregge ad una nella quale la mappa dei rapporti internazionali non è più disegnata a Washington e Londra. E Putin ha proceduto a questa decisione perché ha calcolato perfettamente che non esisteva momento migliore per farlo. L’avversario è debole e diviso, orfano della protezione militare degli Stati Uniti che si sono allontanati dalla sfera atlantica da quando si è instaurata l’Amministrazione Trump nel 2016, e che non vi sono più rientrati per ragioni che abbiamo approfondito in passato e che riprenderemo a trattare successivamente nel corso di questa analisi. Ciò che conta adesso è che Vladimir Putin ha scritto la parola fine alla tirannia guerrafondaia dell’atlantismo e al tempo stesso ha sanato una ferita che si era aperta nel 2014 ai tempi del famigerato Euromaidan.

Euromaidan: l’inizio della nazificazione dell’Ucraina
Ciò che non viene spiegato al pubblico è proprio la storia recente dell’Ucraina. Il disordine e la violenza che ci sono in questo Paese non sono stati certo portati dalla Russia. Prima del golpe dell’Euromaidan, l’Ucraina era un Paese sostanzialmente stabile e non attraversato da laceranti conflitti interni e guerre tra bande come lo è ora. I rapporti con la Russia erano ottimi e questa condizione era, ed è tuttora, migliore nell’interesse di questa Nazione che è parte integrante della Russia, come è stato costretto a ricordare Putin all’Occidente. L’Ucraina moderna è di fatto una invenzione sostanzialmente prodotta dai sanguinari bolscevichi che si instaurarono al potere in Russia nel 1917 soprattutto grazie ai lauti finanziamenti che gli giungevano da Wall Street. È una pagina di storia che pochi conoscono e pochi sanno e che sarà interessante approfondire in un altro contributo. Per restare invece tra le pagine della storia più contemporanea, l’Euromaidan è stato il prodotto di una operazione sovversiva decisa tra le stanze del Dipartimento di Stato diretto dall’Amministrazione Obama nel 2014 e attuato attraverso la rete di ONG sovversive finanziate dallo speculatore e sobillatore George Soros. Soros in questo senso riveste il ruolo di finanziatore delle rivoluzioni internazionali decise dai vertici del potere globalista. L’Euromaidan fu deciso da questi ambienti perché l’Ucraina si stava spostando troppo dalla sfera Euro-Atlantica verso quella della Russia, e ciò era qualcosa che l’atlantismo nella sua ottica di espansione e di dominio del mondo intero non poteva tollerare. Fu per questo che le strade di Kiev in quei giorni di febbraio del 2014 furono tormentate da disordini, violenze e rivolte orchestrate e dirette dal Dipartimento di Stato americano in stretto coordinamento con le fondazioni di Soros. Non c’erano normali ucraini a protestare in piazza, ma piuttosto stranieri e paramilitari addestrati alla rivolta e alla destabilizzazione dei governi. Alla fine, l’allora Presidente Yanukovich fu costretto a cedere. Yanukovich fu costretto alla fuga perché era la sua stessa vita a rischio e fu costretto a cercare riparo in Russia. Al suo posto si instaurò una lunga serie di governi fantoccio telecomandati da Washington di cui Zelensky è soltanto l’ultimo della serie. Il primo Presidente fantoccio fu Poroshenko, un nome che probabilmente molti ricordano per via del suo coinvolgimento nell’inchiesta che era all’epoca in corso su Hunter Biden, figlio dell’allora vicepresidente Joe Biden. Fu Poroshenko ad ordinare di sopprimere quell’indagine che, se fosse proseguita, avrebbe portato ad una probabile incarcerazione di Hunter Biden, coinvolto nei loschi affari della società ucraina del gas, Burisma. A trasmettere l’ordine a Poroshenko fu Joe Biden in persona, che minacciò di chiudere il rubinetto dei finanziamenti americani a Kiev se il Presidente ucraino non avesse eseguito l’ordine. Biden si vantò persino in pubblico del “successo” dell’operazione di fronte alla platea del Council of Foreign Relations, il think tank finanziato dai Rockefeller che ha praticamente deciso in anticipo ogni elezione presidenziale americana, salvo quella di Donald Trump. L’Ucraina dunque è piombata in questo inferno di instabilità permanente per la diretta conseguenza di quanto accaduto otto anni orsono dopo l’Euromaidan.

L’operazione militare di Putin in Ucraina segna la fine dell’atlantismo
Putin sta quindi chiudendo il ciclo di quanto iniziato proprio in questi giorni, nei quali si compie l’anniversario di quel colpo di Stato. Il Presidente russo non aveva alcuna alternativa. Le ONG di Soros, pur di rovesciare Yanukovich, hanno reclutato la feccia dei battaglioni nazisti di Azov, autori di orrendi crimini ai danni della popolazione civile. Sono quei crimini che vengono perpetrati da anni nel Donbass e nel Lugansk nel silenzio della comunità internazionale, che ha chiuso gli occhi di fronte al genocidio delle popolazioni russofone di queste due regioni e che oggi canta in piazza invocando ipocritamente la pace dimenticando invece la guerra che l’Occidente ha portato ieri. Questa è stata la ragione per la quale Putin ha autorizzato una operazione militare molto accurata e precisa per mettere in sicurezza queste due regioni e successivamente per procedere alla denazificazione dell’intero Paese. Proprio in questi giorni stiamo vedendo un profluvio di immagini e video diffusi dai media occidentali, che sono in larghissima parte il risultato di una vera e propria falsificazione di un conflitto che non può definirsi nemmeno “guerra” nel senso classico. Per poter parlare di guerra occorre che ci siano due parti che si scontrino in conflitto. In questo caso invece assistiamo ad un’avanzata delle forze armate russe che avviene attraverso la collaborazione attiva di molti soldati ucraini. Molti militari ucraini sono infatti scontenti del regime di Kiev e non hanno comprensibilmente alcuna intenzione di immolarsi per difendere un governo corrotto al soldo di poteri stranieri che ha portato il Paese nel baratro. L’esempio più famigerato in questo senso della falsificazione in atto ci viene dalle immagini che i media mostrano ossessivamente di una donna con il volto insanguinato che ha alle sue spalle un palazzo ridotto in macerie. L’edificio che c’è alle spalle di quella donna non è però un edificio crollato per un inesistente bombardamento russo ma è un palazzo crollato quattro anni prima a Magnitogorsk, in Russia, in seguito ad una fuga di gas. La macchina della menzogna dei media occidentali ormai è fuori controllo e deve fare di tutto per mettere in cattiva luce la Russia davanti agli occhi del mondo, tanto in alcuni casi da ricorrere alle immagini di un videogioco, come ha fatto l’infausto TG2, per dimostrare che la Russia sta bombardando l’Ucraina quando in realtà non un solo aereo russo si è accostato a Kiev fino a questo momento. Il Cremlino non vuole bombardare e distruggere. Questo è un protocollo seguito dai presidenti dello stato profondo di Washington quali George Bush, o piuttosto Bill Clinton, che bombardò indiscriminatamente Belgrado negli anni’90 uccidendo molti bambini anche attraverso l’assistenza del suo sodale Massimo D’Alema, allora inquilino di Palazzo Chigi. Considerate le condizioni quindi del tutto anomale di quanto stiamo vedendo in Ucraina, la sensazione è che il regime di Zelensky presto cadrà. Non è stimato dalla popolazione, ma piuttosto detestato, e una parte consistente dell’Esercito Ucraino si è già unita ai russi in attesa di liberarsi definitivamente dalla presenza dei nazisti di Azov.

È quindi questa la fine del blocco Euro-Atlantico. È la fine di una pagina di storia iniziata nel 1945, quando vennero poste le basi per erigere tutta l’architettura presente dell’ordine liberale globale fondato sull’assoluta preminenza economica e militare degli Stati Uniti. Quello che però ha dato lo scossone decisivo a questa impalcatura, oltre ovviamente a Vladimir Putin, è stato Donald Trump sei anni prima, all’alba della sua elezione come Presidente degli Stati Uniti. È stata la dottrina del “Prima l’America” di Trump a togliere il pilastro dell’America dal palazzo del Nuovo Ordine Mondiale. E senza quel pilastro portante che sorreggeva su di sé tutto il peso dell’ordine globalista l’edificio ha iniziato inevitabilmente a sprofondare nel terreno. Trump in questo senso ha dato vita ad una vera e propria rivoluzione, o forse sarebbe meglio dire controrivoluzione copernicana dell’assetto dei rapporti internazionali. Gli Stati Uniti si sono separati dall’atlantismo e Trump stesso non ha mai nascosto tutta la sua profonda avversione alla NATO, manifestando il desiderio di uscirne e restituire piena sovranità agli Stati Uniti stessi. I signori del mondialismo lo hanno compreso perfettamente, e per questo hanno attuato la più grande serie di ripetuti golpe e tentati omicidi praticati contro un Presidente. La serie delle operazioni sovversive è iniziata attraverso lo Spygate del 2016, sul quale proprio in questi giorni il Procuratore John Durham ci sta mostrando le prove inoppugnabili del ruolo giocato da Hillary Clinton nello spionaggio illegale praticato contro il Presidente americano anche attraverso la decisiva assistenza dello stato profondo Italiano. La Clinton è stata la mente di questa operazione il cui unico scopo era rovesciare Donald Trump. La serie degli atti sovversivi è poi proseguita attraverso almeno tre attentati alla vita di Trump, due messe in stato di accusa e la più grossa frode elettorale della storia praticata nel novembre del 2020. I poteri globali hanno tentato qualsiasi carta pur di liberarsi di Donald Trump per il semplice fatto che senza il controllo degli Stati Uniti qualsiasi ipotesi di costruire un governo mondiale è semplicemente inattuabile. Non esiste un’altra potenza economica e militare in grado di ingerire e influire negli affari di un altro Paese come possono farlo gli Stati Uniti. Tutta la rete di agenzie dell’Intelligence costruita e finanziata dalle famiglie che rappresentano il vero potere occulto è stata pensata per consentire agli USA di colpire e rovesciare in qualunque momento coloro che si fossero opposti ai disegni del Nuovo Ordine Mondiale. Washington è stata trasformata da questi poteri in una sorta di centrale della sovversione internazionale.

Fu per questo che il Presidente cileno Salvador Allende venne destituito nel 1973 su ordine di Henry Kissinger, uomo forte del Bilderberg. Fu per questo che Aldo Moro venne minacciato di morte da Kissinger nel 1976, e finì poi ucciso dalle BR due anni dopo. E fu per questo che Slobodan Milosevic, Presidente della Serbia negli anni’90, e Muammar Gheddafi vennero rovesciati e uccisi ancora una volta dalla NATO. La NATO in questo senso non ha rivestito in alcun modo il ruolo di un’organizzazione volta a preservare la stabilità e la sicurezza dei Paesi occidentali. La NATO ha rivestito il ruolo di un’organizzazione terroristica che ha eliminato tutti coloro che costituivano un intralcio per il piano di dominio globale voluto dalle élite internazionali. Nulla centrava la retorica del contenimento del blocco sovietico, visto che l’Alleanza Atlantica, piuttosto che sciogliersi dopo il crollo del muro di Berlino, si è espansa incredibilmente ad est. La vera ragione dell’esistenza della NATO è quella di essere il braccio militare del Nuovo Ordine Mondiale ma questa condizione è possibile solamente se gli USA restano sotto l’ala dell’atlantismo. Questa la ragione per la quale il mondialismo ha cercato in ogni modo di riprendersi l’America e questo proposito è fallito anche dopo la frode del 2020. Abbiamo visto ormai come in numerose occasioni il fantoccio Joe Biden non abbia eseguito gli ordini che questi poteri gli avevano prescritto. Al contrario, abbiamo assistito a Biden mentre andava esattamente nella direzione opposta, allontanandosi dalla sfera atlantica, quando ha completato il ritiro delle truppe dall’Afghanistan, e quando in questi giorni si è rifiutato di mandare truppe di militari americani in Ucraina, lasciando quindi a Putin campo libero.

Le ragioni di questa anomalia risiedono nel fatto che Biden in realtà non si è mai realmente insediato quando Trump nel gennaio del 2021 firmò l’Atto contro le Insurrezioni e trasferì il potere ai militari, impedendo così all’Amministrazione Biden di insediarsi in maniera effettiva. Gli Stati Uniti quindi non sono tornati nella sfera del mondialismo ed è questa un’altra ragione che ha portato al fallimento della farsa pandemica, che nell’ottica di Davos avrebbe dovuto portare al Grande Reset, un riordino della società che avrebbe portato ad una messa al bando di tutti coloro che non si fossero inoculati con il siero sperimentale chiamato impropriamente vaccino. Si è manifestato il fenomeno inverso. I governi europei hanno tolto quasi ogni restrizione e la Russia e gli Stati Uniti hanno fatto da apripista in questo senso, uscendo dall'operazione terroristica del coronavirus già lo scorso anno. Alla debole Unione Europea, ultimo flebile baluardo del globalismo, non restava altra scelta. Le altre grandi potenze avevano già affondato il piano di Davos e persino la Cina Comunista, in rotta di collisione con le élite occidentali per interessi radicalmente divergenti, ha voltato le spalle ai poteri globali. Siamo quindi giunti all’ultima conclusione di un atto che è quello che sta scrivendo la parola fine all’ideologia che sottende il neoliberismo economico che ha partorito il mostro della globalizzazione e a quella politica e spirituale, nel senso deteriore del termine, che sottende invece quella massonica del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale. Trump e Putin in questo senso hanno siglato una vera e propria alleanza patriottica che ha impedito la manifestazione e il rilascio della Bestia, l’espressione biblica che identifica quel tiranno globale che un giorno dominerà il mondo. I due presidenti sono stati una sorta di katehon politico che ha impedito la definitiva ascesa del governo totalitario planetario che avrebbe fatto polvere delle Nazioni e perseguitato brutalmente chiunque avesse osato opporglisi.

Allo stesso modo, sotto il piano più strettamente spirituale, stavolta nel senso migliore del termine, è stato l’arcivescovo Carlo Maria Viganò a raccogliere attorno a sé i cattolici smarriti che si sono allontanati dalla falsa chiesa di Bergoglio, prostituita a questa falsa ideologia massonica. L’Ucraina è quindi la chiusura del cerchio. È l’inizio della irreversibile fine di tutto un mondo che era stato concepito molti decenni prima e che i signori del globalismo credevano di veder realizzato in questo frangente storico. L’ininfluente Unione Europea ormai non può più nulla per fermare il meccanismo perché orfana della protezione degli Stati Uniti, che ormai hanno intrapreso un cammino nuovo, in attesa del ritorno ufficiale di Trump, sempre più prossimo, che porterà alla fine ufficiale del mondialismo in ogni sua forma, politica, militare ed economica. L’alba del Nuovo Ordine Mondiale si è definitivamente conclusa. Questa fase storica sembra aver dato inizio piuttosto al suo definitivo tramonto. La beffa per i circoli di Davos è stata tremenda. Sono andati a dormire convinti che l’ordine totalitario globale fosse alle porte e si sono risvegliati scoprendo che il mondo che avevano immaginato è andato definitivamente in mille pezzi.

Cesare Sacchetti
28 febbraio 2022
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