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Il loro piano sta fallendo: Benvenuti nel Nuovo Disordine Mondiale. Ora tutto dipende da noi

Ultimo Aggiornamento: 22/03/2024 14:35
02/03/2022 19:43
 
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La mossa di Putin sull’Ucraina: la fine del blocco Euro-Atlantico e del Nuovo Ordine Mondiale

Alla fine la decisione di Putin, sotto certi aspetti, è giunta inaspettata. Diversi osservatori sulla carta pensavano che il presidente russo non avrebbe scelto di procedere ad un riconoscimento immediato delle Repubbliche separatiste del Donbass e del Lugansk che si trovano all’estremo confine orientale con l’Ucraina. A due passi dalla Russia. Molti pensavano che Putin avrebbe temporeggiato e preferito rimandare in un altro momento un riconoscimento che comunque prima o poi ci sarebbe stato. Le settimane precedenti erano state letteralmente funestate da una incessante propaganda dei media occidentali che ogni giorno annunciavano una “invasione russa” dell’Ucraina per poi puntualmente procrastinare l’appuntamento in un continuo rinvio che ha finito inevitabilmente per coprire di ridicolo gli stessi media che lo ventilavano. Su tutti c’è stato il caso famigerato di Bloomberg, quotidiano che assieme al Financial Times assume il ruolo di portavoce indiscusso dell’alta finanza internazionale. Bloomberg era persino arrivato a mettere in prima pagina lo scorso 5 febbraio l’annuncio di una invasione russa che non c’era mai stata. La notizia è rimasta lì a galleggiare sul sito del quotidiano americano per trenta minuti buoni, ed è impossibile pensare che la redazione di Bloomberg non si sia accorta di un errore così marchiano. La pubblicazione è stata con ogni probabilità intenzionale e rientrava in una strategia di continue provocazioni nei confronti di Mosca, nella speranza che questa perdesse il controllo dei nervi e commettesse qualche errore. La Russia ha scelto di non raccogliere gli atti provocatori, e ha lasciato che l’isteria mediatica occidentale proseguisse sino allo scorso lunedì. Quello è stato il momento nel quale Putin ha firmato in diretta il riconoscimento delle due Repubbliche separatiste e quello è stato un momento spartiacque nella storia non solo della Russia ma del mondo intero. Quel discorso ha segnato il passaggio da un’epoca, quella nella quale esisteva l’assoluta predominanza del cosiddetto blocco Euro-Atlantico e dell’idea del Nuovo Ordine Mondiale che esso sorregge ad una nella quale la mappa dei rapporti internazionali non è più disegnata a Washington e Londra. E Putin ha proceduto a questa decisione perché ha calcolato perfettamente che non esisteva momento migliore per farlo. L’avversario è debole e diviso, orfano della protezione militare degli Stati Uniti che si sono allontanati dalla sfera atlantica da quando si è instaurata l’Amministrazione Trump nel 2016, e che non vi sono più rientrati per ragioni che abbiamo approfondito in passato e che riprenderemo a trattare successivamente nel corso di questa analisi. Ciò che conta adesso è che Vladimir Putin ha scritto la parola fine alla tirannia guerrafondaia dell’atlantismo e al tempo stesso ha sanato una ferita che si era aperta nel 2014 ai tempi del famigerato Euromaidan.

Euromaidan: l’inizio della nazificazione dell’Ucraina
Ciò che non viene spiegato al pubblico è proprio la storia recente dell’Ucraina. Il disordine e la violenza che ci sono in questo Paese non sono stati certo portati dalla Russia. Prima del golpe dell’Euromaidan, l’Ucraina era un Paese sostanzialmente stabile e non attraversato da laceranti conflitti interni e guerre tra bande come lo è ora. I rapporti con la Russia erano ottimi e questa condizione era, ed è tuttora, migliore nell’interesse di questa Nazione che è parte integrante della Russia, come è stato costretto a ricordare Putin all’Occidente. L’Ucraina moderna è di fatto una invenzione sostanzialmente prodotta dai sanguinari bolscevichi che si instaurarono al potere in Russia nel 1917 soprattutto grazie ai lauti finanziamenti che gli giungevano da Wall Street. È una pagina di storia che pochi conoscono e pochi sanno e che sarà interessante approfondire in un altro contributo. Per restare invece tra le pagine della storia più contemporanea, l’Euromaidan è stato il prodotto di una operazione sovversiva decisa tra le stanze del Dipartimento di Stato diretto dall’Amministrazione Obama nel 2014 e attuato attraverso la rete di ONG sovversive finanziate dallo speculatore e sobillatore George Soros. Soros in questo senso riveste il ruolo di finanziatore delle rivoluzioni internazionali decise dai vertici del potere globalista. L’Euromaidan fu deciso da questi ambienti perché l’Ucraina si stava spostando troppo dalla sfera Euro-Atlantica verso quella della Russia, e ciò era qualcosa che l’atlantismo nella sua ottica di espansione e di dominio del mondo intero non poteva tollerare. Fu per questo che le strade di Kiev in quei giorni di febbraio del 2014 furono tormentate da disordini, violenze e rivolte orchestrate e dirette dal Dipartimento di Stato americano in stretto coordinamento con le fondazioni di Soros. Non c’erano normali ucraini a protestare in piazza, ma piuttosto stranieri e paramilitari addestrati alla rivolta e alla destabilizzazione dei governi. Alla fine, l’allora Presidente Yanukovich fu costretto a cedere. Yanukovich fu costretto alla fuga perché era la sua stessa vita a rischio e fu costretto a cercare riparo in Russia. Al suo posto si instaurò una lunga serie di governi fantoccio telecomandati da Washington di cui Zelensky è soltanto l’ultimo della serie. Il primo Presidente fantoccio fu Poroshenko, un nome che probabilmente molti ricordano per via del suo coinvolgimento nell’inchiesta che era all’epoca in corso su Hunter Biden, figlio dell’allora vicepresidente Joe Biden. Fu Poroshenko ad ordinare di sopprimere quell’indagine che, se fosse proseguita, avrebbe portato ad una probabile incarcerazione di Hunter Biden, coinvolto nei loschi affari della società ucraina del gas, Burisma. A trasmettere l’ordine a Poroshenko fu Joe Biden in persona, che minacciò di chiudere il rubinetto dei finanziamenti americani a Kiev se il Presidente ucraino non avesse eseguito l’ordine. Biden si vantò persino in pubblico del “successo” dell’operazione di fronte alla platea del Council of Foreign Relations, il think tank finanziato dai Rockefeller che ha praticamente deciso in anticipo ogni elezione presidenziale americana, salvo quella di Donald Trump. L’Ucraina dunque è piombata in questo inferno di instabilità permanente per la diretta conseguenza di quanto accaduto otto anni orsono dopo l’Euromaidan.

L’operazione militare di Putin in Ucraina segna la fine dell’atlantismo
Putin sta quindi chiudendo il ciclo di quanto iniziato proprio in questi giorni, nei quali si compie l’anniversario di quel colpo di Stato. Il Presidente russo non aveva alcuna alternativa. Le ONG di Soros, pur di rovesciare Yanukovich, hanno reclutato la feccia dei battaglioni nazisti di Azov, autori di orrendi crimini ai danni della popolazione civile. Sono quei crimini che vengono perpetrati da anni nel Donbass e nel Lugansk nel silenzio della comunità internazionale, che ha chiuso gli occhi di fronte al genocidio delle popolazioni russofone di queste due regioni e che oggi canta in piazza invocando ipocritamente la pace dimenticando invece la guerra che l’Occidente ha portato ieri. Questa è stata la ragione per la quale Putin ha autorizzato una operazione militare molto accurata e precisa per mettere in sicurezza queste due regioni e successivamente per procedere alla denazificazione dell’intero Paese. Proprio in questi giorni stiamo vedendo un profluvio di immagini e video diffusi dai media occidentali, che sono in larghissima parte il risultato di una vera e propria falsificazione di un conflitto che non può definirsi nemmeno “guerra” nel senso classico. Per poter parlare di guerra occorre che ci siano due parti che si scontrino in conflitto. In questo caso invece assistiamo ad un’avanzata delle forze armate russe che avviene attraverso la collaborazione attiva di molti soldati ucraini. Molti militari ucraini sono infatti scontenti del regime di Kiev e non hanno comprensibilmente alcuna intenzione di immolarsi per difendere un governo corrotto al soldo di poteri stranieri che ha portato il Paese nel baratro. L’esempio più famigerato in questo senso della falsificazione in atto ci viene dalle immagini che i media mostrano ossessivamente di una donna con il volto insanguinato che ha alle sue spalle un palazzo ridotto in macerie. L’edificio che c’è alle spalle di quella donna non è però un edificio crollato per un inesistente bombardamento russo ma è un palazzo crollato quattro anni prima a Magnitogorsk, in Russia, in seguito ad una fuga di gas. La macchina della menzogna dei media occidentali ormai è fuori controllo e deve fare di tutto per mettere in cattiva luce la Russia davanti agli occhi del mondo, tanto in alcuni casi da ricorrere alle immagini di un videogioco, come ha fatto l’infausto TG2, per dimostrare che la Russia sta bombardando l’Ucraina quando in realtà non un solo aereo russo si è accostato a Kiev fino a questo momento. Il Cremlino non vuole bombardare e distruggere. Questo è un protocollo seguito dai presidenti dello stato profondo di Washington quali George Bush, o piuttosto Bill Clinton, che bombardò indiscriminatamente Belgrado negli anni’90 uccidendo molti bambini anche attraverso l’assistenza del suo sodale Massimo D’Alema, allora inquilino di Palazzo Chigi. Considerate le condizioni quindi del tutto anomale di quanto stiamo vedendo in Ucraina, la sensazione è che il regime di Zelensky presto cadrà. Non è stimato dalla popolazione, ma piuttosto detestato, e una parte consistente dell’Esercito Ucraino si è già unita ai russi in attesa di liberarsi definitivamente dalla presenza dei nazisti di Azov.

È quindi questa la fine del blocco Euro-Atlantico. È la fine di una pagina di storia iniziata nel 1945, quando vennero poste le basi per erigere tutta l’architettura presente dell’ordine liberale globale fondato sull’assoluta preminenza economica e militare degli Stati Uniti. Quello che però ha dato lo scossone decisivo a questa impalcatura, oltre ovviamente a Vladimir Putin, è stato Donald Trump sei anni prima, all’alba della sua elezione come Presidente degli Stati Uniti. È stata la dottrina del “Prima l’America” di Trump a togliere il pilastro dell’America dal palazzo del Nuovo Ordine Mondiale. E senza quel pilastro portante che sorreggeva su di sé tutto il peso dell’ordine globalista l’edificio ha iniziato inevitabilmente a sprofondare nel terreno. Trump in questo senso ha dato vita ad una vera e propria rivoluzione, o forse sarebbe meglio dire controrivoluzione copernicana dell’assetto dei rapporti internazionali. Gli Stati Uniti si sono separati dall’atlantismo e Trump stesso non ha mai nascosto tutta la sua profonda avversione alla NATO, manifestando il desiderio di uscirne e restituire piena sovranità agli Stati Uniti stessi. I signori del mondialismo lo hanno compreso perfettamente, e per questo hanno attuato la più grande serie di ripetuti golpe e tentati omicidi praticati contro un Presidente. La serie delle operazioni sovversive è iniziata attraverso lo Spygate del 2016, sul quale proprio in questi giorni il Procuratore John Durham ci sta mostrando le prove inoppugnabili del ruolo giocato da Hillary Clinton nello spionaggio illegale praticato contro il Presidente americano anche attraverso la decisiva assistenza dello stato profondo Italiano. La Clinton è stata la mente di questa operazione il cui unico scopo era rovesciare Donald Trump. La serie degli atti sovversivi è poi proseguita attraverso almeno tre attentati alla vita di Trump, due messe in stato di accusa e la più grossa frode elettorale della storia praticata nel novembre del 2020. I poteri globali hanno tentato qualsiasi carta pur di liberarsi di Donald Trump per il semplice fatto che senza il controllo degli Stati Uniti qualsiasi ipotesi di costruire un governo mondiale è semplicemente inattuabile. Non esiste un’altra potenza economica e militare in grado di ingerire e influire negli affari di un altro Paese come possono farlo gli Stati Uniti. Tutta la rete di agenzie dell’Intelligence costruita e finanziata dalle famiglie che rappresentano il vero potere occulto è stata pensata per consentire agli USA di colpire e rovesciare in qualunque momento coloro che si fossero opposti ai disegni del Nuovo Ordine Mondiale. Washington è stata trasformata da questi poteri in una sorta di centrale della sovversione internazionale.

Fu per questo che il Presidente cileno Salvador Allende venne destituito nel 1973 su ordine di Henry Kissinger, uomo forte del Bilderberg. Fu per questo che Aldo Moro venne minacciato di morte da Kissinger nel 1976, e finì poi ucciso dalle BR due anni dopo. E fu per questo che Slobodan Milosevic, Presidente della Serbia negli anni’90, e Muammar Gheddafi vennero rovesciati e uccisi ancora una volta dalla NATO. La NATO in questo senso non ha rivestito in alcun modo il ruolo di un’organizzazione volta a preservare la stabilità e la sicurezza dei Paesi occidentali. La NATO ha rivestito il ruolo di un’organizzazione terroristica che ha eliminato tutti coloro che costituivano un intralcio per il piano di dominio globale voluto dalle élite internazionali. Nulla centrava la retorica del contenimento del blocco sovietico, visto che l’Alleanza Atlantica, piuttosto che sciogliersi dopo il crollo del muro di Berlino, si è espansa incredibilmente ad est. La vera ragione dell’esistenza della NATO è quella di essere il braccio militare del Nuovo Ordine Mondiale ma questa condizione è possibile solamente se gli USA restano sotto l’ala dell’atlantismo. Questa la ragione per la quale il mondialismo ha cercato in ogni modo di riprendersi l’America e questo proposito è fallito anche dopo la frode del 2020. Abbiamo visto ormai come in numerose occasioni il fantoccio Joe Biden non abbia eseguito gli ordini che questi poteri gli avevano prescritto. Al contrario, abbiamo assistito a Biden mentre andava esattamente nella direzione opposta, allontanandosi dalla sfera atlantica, quando ha completato il ritiro delle truppe dall’Afghanistan, e quando in questi giorni si è rifiutato di mandare truppe di militari americani in Ucraina, lasciando quindi a Putin campo libero.

Le ragioni di questa anomalia risiedono nel fatto che Biden in realtà non si è mai realmente insediato quando Trump nel gennaio del 2021 firmò l’Atto contro le Insurrezioni e trasferì il potere ai militari, impedendo così all’Amministrazione Biden di insediarsi in maniera effettiva. Gli Stati Uniti quindi non sono tornati nella sfera del mondialismo ed è questa un’altra ragione che ha portato al fallimento della farsa pandemica, che nell’ottica di Davos avrebbe dovuto portare al Grande Reset, un riordino della società che avrebbe portato ad una messa al bando di tutti coloro che non si fossero inoculati con il siero sperimentale chiamato impropriamente vaccino. Si è manifestato il fenomeno inverso. I governi europei hanno tolto quasi ogni restrizione e la Russia e gli Stati Uniti hanno fatto da apripista in questo senso, uscendo dall'operazione terroristica del coronavirus già lo scorso anno. Alla debole Unione Europea, ultimo flebile baluardo del globalismo, non restava altra scelta. Le altre grandi potenze avevano già affondato il piano di Davos e persino la Cina Comunista, in rotta di collisione con le élite occidentali per interessi radicalmente divergenti, ha voltato le spalle ai poteri globali. Siamo quindi giunti all’ultima conclusione di un atto che è quello che sta scrivendo la parola fine all’ideologia che sottende il neoliberismo economico che ha partorito il mostro della globalizzazione e a quella politica e spirituale, nel senso deteriore del termine, che sottende invece quella massonica del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale. Trump e Putin in questo senso hanno siglato una vera e propria alleanza patriottica che ha impedito la manifestazione e il rilascio della Bestia, l’espressione biblica che identifica quel tiranno globale che un giorno dominerà il mondo. I due presidenti sono stati una sorta di katehon politico che ha impedito la definitiva ascesa del governo totalitario planetario che avrebbe fatto polvere delle Nazioni e perseguitato brutalmente chiunque avesse osato opporglisi.

Allo stesso modo, sotto il piano più strettamente spirituale, stavolta nel senso migliore del termine, è stato l’arcivescovo Carlo Maria Viganò a raccogliere attorno a sé i cattolici smarriti che si sono allontanati dalla falsa chiesa di Bergoglio, prostituita a questa falsa ideologia massonica. L’Ucraina è quindi la chiusura del cerchio. È l’inizio della irreversibile fine di tutto un mondo che era stato concepito molti decenni prima e che i signori del globalismo credevano di veder realizzato in questo frangente storico. L’ininfluente Unione Europea ormai non può più nulla per fermare il meccanismo perché orfana della protezione degli Stati Uniti, che ormai hanno intrapreso un cammino nuovo, in attesa del ritorno ufficiale di Trump, sempre più prossimo, che porterà alla fine ufficiale del mondialismo in ogni sua forma, politica, militare ed economica. L’alba del Nuovo Ordine Mondiale si è definitivamente conclusa. Questa fase storica sembra aver dato inizio piuttosto al suo definitivo tramonto. La beffa per i circoli di Davos è stata tremenda. Sono andati a dormire convinti che l’ordine totalitario globale fosse alle porte e si sono risvegliati scoprendo che il mondo che avevano immaginato è andato definitivamente in mille pezzi.

Cesare Sacchetti
28 febbraio 2022
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