Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

 

online dal 19 ottobre 2003

 

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Tolleranza zero pesticidi: prima sentenza storica in Italia (2014)

Ultimo Aggiornamento: 28/04/2024 05:44
14/03/2020 16:32
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 3.924
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Monsanto ha finanziato in segreto studi per impedire il divieto UE del 2017 al glifosato

La Monsanto ha finanziato segretamente studi accademici che indicano “impatti molto gravi” sull’agricoltura e sull’ambiente se il suo controverso diserbante a base di glifosato fosse vietato. È quanto rivela il Guardian, che ha scoperto i retroscena della ricerca utilizzata dall’Unione Nazionale degli Agricoltori (NFU) e da altri organismi per fare pressione con successo contro un divieto europeo nel 2017. A seguito delle rivelazioni, la NFU ha ora modificato le sue informazioni sul glifosato per dichiarare la fonte della ricerca. La Monsanto è stata acquistata dalla multinazionale agrochimica Bayer nel 2018 e Bayer ha affermato che l’incapacità degli studi di rivelare il loro finanziamento ha violato i suoi principi. Da parte loro, gli autori degli studi hanno affermato che il finanziamento non ha influenzato il loro lavoro. Le rivelazioni del Guardian si basano sugli studi pubblicati nel 2010 e nel 2014 dai ricercatori dell’ADAS, una società di consulenza agricola e ambientale nel Regno Unito. Le analisi hanno concluso che “la perdita di glifosato avrebbe avuto un impatto molto grave sull’agricoltura e sull’ambiente del Regno Unito”. Hanno suggerito un calo del 20% nella produzione di grano e colza.

Tuttavia, altri ricercatori di un’altra società di consulenza, l’Andersons Center, hanno dichiarato esagerate queste stime. La ricerca ADAS aveva anche paventato un aumento del 25% delle emissioni di gas a effetto serra a seguito di un eventuale divieto, dato che il diserbante a base di glifosato consente di piantare senza arare, il che aiuta a bloccare il rilascio di carbonio nell’atmosfera. La ricerca ADAS è stata utilizzata dall’NFU per fare pressioni contro un divieto dell’UE nel 2017, quando si stava prendendo in considerazione il rinnovo della licenza per glifosato. Anche il gruppo di lobby industriale, la Glyphosate Task Force (ora ribattezzata Glyphosate Renewal Group), ha usato la ricerca, così come la Crop Protection Association. Nonostante una petizione di 1,2 milioni di cittadini (tra questi molti dei nostri lettori) che avevano chiesto il divieto, la licenza per i pesticidi è stata rinnovata per cinque anni. Il finanziamento segreto degli studi ADAS pubblicato dal Guardian è stato scoperto da un gruppo di campagna per la trasparenza tedesco, LobbyControl.

A dicembre, LobbyControl ha rivelato due studi tedeschi pro-glifosato parzialmente finanziati dalla Monsanto e pubblicati nel 2011 e 2015 senza che il finanziamento fosse dichiarato. “Questa è una forma inaccettabile di lobby opaca”, ha dichiarato Ulrich Müller a LobbyControl. “I cittadini, i media e i decisori dovrebbero sapere chi paga per gli studi su argomenti di pubblico interesse. Gli studi hanno anche utilizzato cifre molto elevate per i benefici del glifosato e per possibili perdite in caso di divieto. Queste cifre estreme sono state quindi utilizzate per orientare il dibattito”. La tendenza dei risultati degli studi scientifici a favorire i loro finanziatori, chiamata distorsione del finanziamento, è ampiamente riconosciuta nella ricerca sulla tossicità chimica, il tabacco e i farmaci, scrive efficacemente Damian Carrington sul Guardian. Un portavoce di Bayer ha dichiarato che la società ha sempre rivelato il proprio finanziamento di pubblicazioni scientifiche di terze parti.

“La mancanza di riferimento al finanziamento di questi studi non soddisfa i principi di Bayer”, ha affermato. E ha aggiunto:“Gli erbicidi a base di glifosato sono stati utilizzati in modo sicuro e con successo per oltre 40 anni. Sono uno dei prodotti più studiati nel loro genere. Non abbiamo motivo di dubitare dei metodi, dei contenuti o dei risultati degli studi condotti da ADAS”. Sarah Wynn, dell’ADAS e una delle autrici degli studi, ha dichiarato:“Come per altre società del nostro settore, è del tutto normale che le organizzazioni esterne finanzino studi di ricerca. Tuttavia, è sempre stato il nostro principio fondamentale che la nostra ricerca non sia mai stata influenzata in alcun modo da coloro che ci finanziano “. ADAS sta ora conducendo un altro progetto sul glifosato che è stato parzialmente finanziato dalla Monsanto.

Riccardo Quintili
14 marzo 2020
ilsalvagente.it/2020/03/14/monsanto-ha-finanziato-in-segreto-studi-per-impedire-il-divieto-ue-del-2017-al-glifosato/?utm_content=buffer683a0&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer&fbclid=IwAR2Zh5FT4K_O8SCvNYsV6MFBX7PF6pdYWvLSyYF95EbkLyVyYeV...
20/05/2020 21:59
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.008
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Morbo di Parkinson, l'esposizione al glifosato aumenta il rischio

Nel 70-80% dei casi colpisce soprattutto i soggetti adulti, mentre è raro negli individui con meno di 40 anni. Dopo l'Alzheimer, il morbo di Parkinson è la malattia neurologica degenerativa più diffusa. Per quanto riguarda l'incidenza, si è osservato che il disturbo non attua grandi distinzioni tra il sesso maschile e quello femminile. Una delle sue caratteristiche peculiari è la progressiva e cronica degenerazione dei neuroni della sostanza nera. Essa, anatomicamente, appartiene a quelle strutture che nel loro insieme costituiscono i cosiddetti gangli della base. Il nome deriva dal fatto che questa sostanza si presenta più scura rispetto all'area cerebrale circostante e, tale colorazione, è legata alla presenza di un pigmento chiamato neuromelanina. Nei cervelli affetti dal morbo di Parkinson è stata riscontrata una minore colorazione brunastra delle suddette zone. Le cellule della sostanza nera producono un neurotrasmettitore, la dopamina, essenziale per l'attività motoria. Lo stesso, in seguito a degenerazione parkinsoniana, risulta fortemente ridotto. Infine, un segno distintivo dal punto di vista anatomo-patologico è rappresentato dai corpi di Lewi, ovvero inclusioni sferiche ialine tipiche, visibili nella sostanza nera. La malattia venne descritta per la prima volta nel 1817 da James Parkinson. Nel famoso libro sulla 'paralisi agitante', il medico si soffermò sui tremori e sulla difficoltà di movimento che la caratterizza.

Non sono ancora note le cause del morbo di Parkinson. Esistono, tuttavia, due fattori di rischio. Quello genetico consiste nella mutazione di alcuni geni fondamentali: alfa-sinucleina, parkina, PINK1, DJ-1, LRRK2 e la glucocerebrosidasi. Ci sono, poi, i fattori tossici, quali l'esposizione a pesticidi e idrocarburi-solventi. Paradossalmente il fumo di sigaretta potrebbe avere un ruolo protettivo. I sintomi principali della patologia includono: tremore a riposo, rigidità, bradicinesia (lentezza nei movimenti automatici) e, in fase avanzata, instabilità posturale. I segni clinici si presentano in maniera asimmetrica, un lato del corpo è infatti più interessato dell'altro. Poiché subdole e incostanti le manifestazioni, agli esordi, spesso non sono riconosciute o vengono scambiate per altri disturbi. Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell'Università Giapponese di Chiba e pubblicato su Science Direct, sembra esserci una correlazione tra l'esposizione al glifosato e il morbo di Parkinson:

www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S030439402030...

Gli scienziati hanno osservato che l'esposizione a questo pesticida è in grado di influenzare la riduzione del trasportatore della dopamina (DAT) e della tirosina idrossilasi (TH) nella sostanza nigra (SNr) del cervello. Tutto ciò in seguito a somministrazione ripetuta di MPTP. Qualche mese fa il tossicologo Christopher Portier aveva condotto una revisione su tredici indagini scientifiche circa gli effetti del glifosato, confermandone la sua potenziale cancerogenicità:

ehjournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12940-020...

In merito alla relazione tra lo stesso, che viene impiegato su oltre 100 colture, e il morbo di Parkinson, serviranno ulteriori studi che, molto probabilmente, vedranno la luce alla fine del 2022.

Maria Girardi
15/05/2020
www.ilgiornale.it/news/salute/morbo-parkinson-lesposizione-glifosato-aumenta-rischio-1863...
[Modificato da wheaton80 20/05/2020 22:01]
14/06/2020 19:53
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.045
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Agricoltura: glifosato vietato anche nelle Marche

Come birilli, una dopo l’altra cadono le autorizzazioni all’uso del glifosato in agricoltura. Il potente prodotto fitosanitario, ritenuto cancerogeno dagli ambientalisti, è al centro di una complessa vicenda giudiziaria internazionale e in Italia fioccano i divieti di utilizzo. L’ultima amministrazione in ordine di tempo è stata la Regione Marche, che ha approvato in via definitiva una legge regionale per impedire ad agricoltori e aziende di usare il pesticida nelle zone vicine alle sorgenti d’acqua potabile. Ad aprire il fronte contrario era stata la Toscana, con un provvedimento che dal 2021 vieta di coltivare i terreni utilizzando glifosato. Una scelta fatta quando ancora la Bayer (più grande produttore al mondo) difendeva il pesticida davanti alle autorità giudiziarie europee e americane. Del resto, il colosso industriale non ha mai ammesso che i prodotti agricoli coltivati con glifosato possano causare danni alla salute. Le regioni agiscono in maniera autonoma su un fronte molto delicato, che muove interessi economici globali. Intanto, il governo viene chiamato in causa per i ritardi nel recepimento della direttiva europea sui fitofarmaci. "La nostra legge", ha detto il Presidente della Commissione Ambiente marchigiana Andrea Biancani, "anticipa il recepimento da parte dello Stato della direttiva comunitaria in materia di fitosanitari, in attesa che venga definito un elenco dettagliato delle sostanze nocive vietate”. Per quanto riguarda l’Unione Europea, poco più di due anni e mezzo fa Bruxelles prese la controversa decisione di rinnovare l’autorizzazione all’erbicida più diffuso al mondo. Il permesso scadrà nel 2022 e da quella data potrebbe partire il bando continentale. I Paesi, però, si muovono in ordine sparso: dopo il ripensamento dell’Austria, il Lussemburgo sarà il primo Stato UE a vietare l’uso dell’erbicida già dal 2021. Una decisione che ha anticipato quelle di Francia e Germania. L’Italia rischia di arrivare impreparata all’appuntamento del 2022, con un piano nazionale ancora in fase di consultazione che non affronta la questione. Nel frattempo Bayer, che commercializza il Roundup, ossia il più noto diserbante-glifosato, starebbe per chiudere con un accordo la metà delle 125mila cause indette per i presunti danni alla salute e all’ambiente causati dal glifosato. Un risarcimento miliardario a valle dell’acquisizione da parte della multinazionale tedesca dell’americana Monsanto, produttrice appunto del Roundup. La notizia è circolata la settimana scorsa negli ambienti finanziari europei, provocando un rialzo del 8,45% del titolo Bayer al Dax tedesco. Nei fatti, fino a quando non ci sarà la parola fine, tra pareri scientifici, sentenze, battaglie politiche, l’azienda non rinuncerà a commerciare prodotti a base di glifosato, che producono un giro d’affari stimato in 5 miliardi di dollari all’anno. Qualcosa di gran lunga superiore alla solitaria battaglia delle regioni italiane.

Nunzio Ingiusto
14 giugno 2020
www.firstonline.info/agricoltura-glifosato-vietato-anche-nelle...
18/06/2020 17:09
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.051
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Bayer a sorpresa rinuncia a 1 miliardo di dollari di investimenti sul dicamba

Un altro mattone che scricchiola nell’oramai traballante business della Bayer AG. È il fronte dicamba, il pesticida che avrebbe dovuto sostituire il glifosato e che invece è diventato rapidamente un altro punto critico negli affari del colosso dell’agrochimica. Tanto da far decidere martedì al big dei pesticidi di eliminare un progetto da quasi 1 miliardo di dollari per produrre l’erbicida negli Stati Uniti. Una svolta clamorosa, proprio nel momento in cui una corte a stelle e strisce aveva ordinato il divieto immediato sull’uso di ciascuno del dicamba, scoprendo che l’EPA (l’Agenzia di Protezione Ambientale) “ha sostanzialmente sottostimato i rischi” di questi erbicidi e “non ha riconosciuto del tutto altri rischi“. Bayer, come ha rivelato stamattina l’agenzia Reuters, ha detto che la mossa non è correlata alla decisione del tribunale federale. Un decisione, peraltro, a cui si era opposta immediatamente l’EPA, che ha ribadito che gli agricoltori potranno continuare a spruzzare gli erbicidi fino alla fine di luglio.

La società tedesca, in quella che appare una guerra legale tra organizzazioni di cittadini da una parte e multinazionali dei pesticidi e Agenzia Ambientale dall’altra, si sta muovendo per mettere da parte le somme necessarie ad affrontare una costosa battaglia legale per combattere le accuse che vengono rivolte da migliaia di utilizzatori malati di tumore al Roundup a base di glifosato. Bayer ovviamente nega questa versione e ha dichiarato di interrompere i lavori sul nuovo impianto di dicamba a Luling, in Louisiana, perché l’eccesso di capacità globale per la produzione della sostanza chimica ha reso l’investimento meno interessante. Ha anche assicurato che continuerà ad acquistare dicamba e produrrà il suo erbicida XtendiMax in un altro stabilimento nello Iowa. “Lo stop a questo impianto ci consente di preservare il denaro e dare priorità ai nostri investimenti in nuove innovazioni per gli agricoltori”, ha affermato Bayer alla Reuters.

La spada di Damocle della IX Corte di appello
Un gruppo di tre giudici della IX Corte d’Appello del Circuito degli Stati Uniti ha stabilito il 3 giugno che l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti ha sostanzialmente sottostimato i rischi legati all’uso del dicamba, che viene spruzzato su semi di soia e cotone che Bayer ha progettato geneticamente per resistere alla sostanza chimica. L’EPA ha immediatamente reagito, decidendo che gli agricoltori possono utilizzare le forniture esistenti di erbicidi a base di dicamba fino al 31 luglio. La Monsanto, che Bayer ha acquistato per 63 miliardi di dollari due anni fa, nel 2015 aveva annunciato piani per più di 1 miliardo di dollari nel suo sito di Luling per produrre dicamba.

Perché il dicamba fa paura
Le prime proteste contro l’erbicida ex Monsanto sono nate dal gran numero di agricoltori che non coltivano piante geneticamente tolleranti al dicamba, ma che hanno dovuto sopportare danni e perdite di raccolto perché l’erbicida tende a volatilizzarsi e ad andare alla deriva per lunghe distanze, dove può uccidere colture, alberi e arbusti non geneticamente modificati per resistere alla sostanza chimica. Le aziende hanno sostenuto che le loro nuove versioni di dicamba non sono in grado di derive del genere come invece accadeva alle formulazioni precedenti. Assicurazioni che non hanno convinto la Corte Federale, che ha appurato più di un milione di acri di danni alle colture non OGM, segnalati l’anno scorso in 18 Stati. Oltre a Bayer, il pesticida è prodotto in grandissime quantità da BASF e DuPont, che al momento non sembrano aver alcuna intenzione di ridimensionare i propri impianti.

Riccardo Quintili
17 giugno 2020
ilsalvagente.it/2020/06/17/bayer-a-sorpresa-rinuncia-a-1-miliardo-di-dollari-di-investimenti-sul-...
15/08/2020 03:52
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.104
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Bayer perde 9,5 miliardi di dollari: pesano le cause legali per i danni del glifosato

Il gigante farmaceutico tedesco Bayer ha registrato una perdita netta di 9,5 miliardi di euro nel secondo trimestre: a pesare sulla cattiva performance finanziaria le cause legali legate al glifosato che, infatti, hanno fatto registrare un incremento. Uno su tutti, l’accordo transattivo che ha siglato per porre fine a 95mila cause legali costato 10 miliardi di dollari. A questo già importante esborso finanziario deve aggiungersi il calo dei prodotti farmaceutici causato dalla pandemia. “Molte procedure mediche non essenziali sono state rinviate e i pazienti sono rimasti lontani dalle sale d’attesa dei medici e dagli ospedali a causa dei timori di infezione”, ha dichiarato la società di Leverkusen in una nota. Anche le vendite di prodotti per l’autocura sono leggermente diminuite, sebbene ciò sia stato attribuito a un “destoccaggio da parte di rivenditori e consumatori” dopo un primo trimestre molto forte.

Valentina Corvino
05 agosto 2020
ilsalvagente.it/2020/08/05/bayer-perde-95-miliardi-di-dollari-pesano-le-cause-legali-per-i-danni-del-gl...
14/10/2020 04:47
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.158
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Francia, stop all’uso del glifosato sulle viti e gli alberi da frutto

La Francia tira dritto verso l’eliminazione del glifosato dalle sue colture. L’ANSES, l’agenzia francese per la salute e l’ambiente, ha pubblicato nei giorni scorsi un documento con il quale impone delle restrizioni all’uso dell’erbicida più famoso al mondo, accusato di essere un potenziale cancerogeno. Le nuove regole stabilite dall'ANSES fanno parte, infatti, di una spinta del governo francese per eliminare gradualmente il glifosato entro il 2021 e riflettono un dibattito globale sulla sicurezza del diserbante, sviluppato per la prima volta da Monsanto (ora Bayer) con il marchio Roundup. Il Presidente Emmanuel Macron nel 2017 si è impegnato a porre fine all’uso del glifosato in Francia entro tre anni, ma il suo governo in seguito ha affermato che avrebbe tenuto conto dell’esistenza di altre soluzioni. In una decisione sui principali usi agricoli e forestali del glifosato, il regolatore ANSES ha affermato che il diserbante non verrà più utilizzato nelle coltivazioni di viti, di alberi da frutto o nei campi coltivati arati. Con qualche eccezione, ovvero secondo l’agenzia l’erbicida può essere utilizzato nei campi dove il diserbo meccanico è poco pratico o costoso. E’ anche consentito nelle aziende agricole che evitano l’aratura per preservare la fertilità del suolo. L’agenzia ha anche ridotto la quantità massima di glifosato autorizzata all’anno, pari al 60% per i frutteti e i campi coltivati e dell’80% per i vigneti. Gli usi professionali non agricoli del glifosato, come la manutenzione degli argini ferroviari, sono consentiti in assenza di alternative non chimiche praticabili.

Valentina Corvino
13 ottobre 2020
ilsalvagente.it/2020/10/13/93468/?utm_content=buffer5dd76&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer&fbclid=IwAR2qKKNJlZ7lYjvbX2o9VjT1njDOPhp11F4ZiPxkUJCB6eZ3EG0...
[Modificato da wheaton80 14/10/2020 04:49]
28/10/2020 23:00
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.171
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Glifosato, confermata la sentenza di risarcimento in favore dell’agricoltore ammalato di cancro

La Corte Suprema della California ha negato una revisione nel caso di Dewayne “Lee” Johnson, l’agricoltore statunitense che si è ammalato di cancro dopo essere stato esposto in maniera prolungata al glifosato. Il processo in questione è uno dei 3 che si sono svolti fino ad oggi e nel corso dei quali i giudici hanno potuto appurare un nesso tra l’uso del RoundUp e l’insorgenza del tumore, in particolare un linfoma non Hodgkin. “Siamo delusi dalla decisione della Corte di non rivedere la decisione della corte d’appello intermedia a Johnson e prenderemo in considerazione le nostre opzioni legali per un’ulteriore revisione di questo caso”, ha detto Bayer in una dichiarazione. Dewayne Johnson aveva ricevuto $ 289,2 milioni (£ 228,4 milioni) nell’agosto 2018 dopo che una giuria di San Francisco stabilì che la sostanza chimica era responsabile del suo linfoma non Hodgkin. Un risarcimento la cui entità è stata ridotta a $ 78,5 milioni (£ 62 milioni) e nella decisione della corte d’appello della California di luglio scorso è stato ridotto ulteriormente a $ 20,5 milioni (£ 16,2 milioni). Sia la Monsanto che Johnson avevano chiesto il riesame della Corte Suprema della California, con Johnson che chiedeva il ripristino di un risarcimento per danni più elevati e Monsanto che cercava di annullare la sentenza del processo. Oggi la decisione della Corte Suprema di non rivedere il giudizio. The Miller Firm, lo studio legale di Johnson con sede in Virginia, ha detto che la decisione della Corte Suprema della California ha negato “l’ultimo tentativo della Monsanto di aggirare la responsabilità” per aver causato il cancro di Johnson.

Valentina Corvino
26 ottobre 2020
ilsalvagente.it/2020/10/26/94235/
04/11/2020 03:09
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.176
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Bayer - Nel III trimestre perde 2,7 miliardi, pesano cause su glifosato

Nel terzo trimestre dell'anno, Bayer ha registrato una perdita netta da 2,74 miliardi di euro. I conti del gruppo farmaceutico tedesco sono stati penalizzati dall'esito delle cause legali in USA sull'erbicida a base di glifosato, accusato di provocare il cancro. Il risultato netto delude le aspettative degli analisti, che indicavano un profitto trimestrale. Nel terzo trimestre, inoltre, Bayer ha registrato vendite in calo del 5,1% su anno a 8,5 miliardi di euro. Il gruppo ha comunque confermato i suoi obiettivi per il 2020.

03 novembre 2020
www.ilsole24ore.com/radiocor/nRC_03.11.2020_08.16_14110141
19/11/2020 01:25
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.197
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Bayer-Monsanto condannata definitivamente per aver intossicato un agricoltore con il diserbante Lasso

La Monsanto è stata condannata in via definitiva per i gravi danni alla salute arrecati all’agricoltore francese Paul François, intossicato dopo aver inalato i vapori del diserbante Lasso. La Corte di Cassazione ha infatti rigettato il ricorso del colosso acquisito da Bayer contro la condanna in secondo grado emessa un anno e mezzo fa. La maratona giudiziaria era iniziata nel lontano 2007. Il nome di Paul François abbiamo imparato a conoscerlo in tutti questi anni. Adesso arriva finalmente l’epilogo, con i tribunali che danno ragione all’agricoltore e condannano la Bayer Monsanto e il suo prodotto Lasso per aver causato danni neurologici all’uomo. Lasso, come sappiamo, è vietato in Francia dal novembre 2007, bandito da Canada, Belgio e Regno Unito, mentre in Italia è ancora autorizzato. Cos’era successo? Paul François è un ex contadino cerealicolo del nord della Charente (poi passato al biologico) che viene in contatto nel 2004 con i vapori del fitofarmaco Lasso. Inizia ad avvertire gravi effetti collaterali, tanto da doversi ricoverare in ospedale per un lungo periodo. Nel 2010, l’uomo fa causa a Monsanto per non aver fornito adeguati avvisi di sicurezza sull’etichetta. Porta il colosso in tribunale: gli viene accertata la malattia professionale, ma non solo.

Il suo è il primo caso di comprovata colpevolezza da parte di una multinazionale attiva nella produzione di pesticidi in merito ad un avvelenamento. Nel 2012 e nel 2015 aveva vinto infatti contro Monsanto, ma poi la Corte Suprema francese aveva rigettato le sentenze e ordinato una nuova udienza. Poi, nell’aprile 2019, la Corte di Appello di Lione aveva ritenuto nuovamente Monsanto responsabile, con la motivazione che il diserbante era un “prodotto difettoso”, con il risarcimento di 1,18 milioni di dollari. Per Paul François, che oggi è anche portavoce della Phyto-Victims, si chiude finalmente un capitolo doloroso. Dopo ben tredici anni di attese, delusioni, ospedali e cure, tutti raccontati nel suo libro "Un paysan contre Monsanto" (Fayard, 2018), questa vittoria può rappresentare davvero una svolta anche per le altre vittime. Ricordiamo infatti che la Monsanto-Bayer è impegnata in tribunale con oltre mille cause in tutto il mondo, molte delle quali ruotano attorno a Roundup, il famoso erbicida a base di glifosato, sostanza ritenuta potenzialmente cancerogena e che, tra una causa e l’altra, ha fatto perdere all’azienda di proprietà della Bayer circa 30 miliardi di euro.

Dominella Trunfio
23 ottobre 2020
www.greenme.it/informarsi/agricoltura/monsanto-condannata-diserbant...
27/01/2021 19:35
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.284
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Nuova ondata di cause contro Bayer… ma stavolta degli azionisti. Finalmente chi investe fa il proprio lavoro

Si prepara una nuova ondata di cause legali contro la Bayer, sempre per il glifosato, ma questa volta non da parte degli utilizzatori finali, che ne lamentano i danni alla salute. Ora è il turno degli azionisti della società, soprattutto di quelli precedenti l’acquisizione di Monsanto, che ha portato in dote il noto pesticida e tutte le relative cause legali. Come riporta Handelsblatt, numerosi azioni della società tedesca hanno intrapreso una causa legale contro il CdA di Bayer, accusandolo di aver ignorato i rischi legali durante l’acquisizione della Monsanto, violando così obblighi previsti dalla legge per gli amministratori. Le prime due azioni sono già state ricevute dal tribunale regionale di Colonia. Uno dei querelanti è la società di investimento statunitense Kingstown, rappresentata dallo studio legale di Berlino Hausfeld. Il rimborso richiesto è pari a 37 milioni di euro per il danno che si dice abbia subito come azionista a seguito delle varie cause legali perse negli USA contro i querelanti per i danni da glifosato. Handelsbatt afferma che queta non è l’unica causa intentata dagli azionisti arrabbiati. Il glifosato era utilizzato nel noto erbicida Monsanto “Roundup”, che negli USA è stato al centro di decine di migliaia di cause per i danni collegati al suo uso, oltre che per pubblicità erronea e falsa etichettatura. I rimborsi sono stati pesantissimi ed hanno porrtato ad un calo del valore azionario dell’ordine del 60% da quando fu deciso l’acquisto di Monsanto per 66 miliardi di dollari. Il management delle multinazionali ragiona in termini di crescita dimensionale, senza porsi le ricadute sugli utili. Al contrario, giustamente, gli azionisti ragionano in termini di utili. Quindi è giusto che, finalmente, gli azionisti facciano il proprio mestiere di controllo e non seguano il management come delle pecore.

Guido da Landriano
27 gennaio 2021
scenarieconomici.it/nuova-ondata-di-cause-con-bayer-ma-stavolta-dagli-azionisti-finalmente-chi-investe-fa-il-proprio...
17/06/2021 00:51
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.461
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Bayer: effetto valanga

Nel mondo si usa sempre più glifosato. Secondo alcune stime, infatti, nel 2027 il valore di questo mercato potrebbe superare i 13 miliardi di dollari. Utilizzato prima di tutto dagli agricoltori (570 milioni nel mondo secondo la FAO) ma anche da utilizzatori non professionali che lo spruzzano nel loro giardino, il glifosato è una sostanza giudicata probabilmente cancerogena dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, IARC. Questo vuol dire che centinaia di migliaia di persone, potenzialmente, nel prossimo futuro (in media passano 15 anni tra l’esposizione e lo sviluppo della malattia), potrebbero ammalarsi. E la Bayer Monsanto, produttrice del Roundup, il cui componente base è proprio il glifosato, potrebbe essere travolta da centinaia di migliaia di contenziosi. Per avere un’idea dell’entità dei risarcimenti che la Bayer si potrebbe trovare ad affrontare, basti pensare che lo scorso giugno la multinazionale ha impegnato 9,6 miliardi di dollari per chiudere circa 95mila reclami e azioni legali avviate dagli utilizzatori di Roundup. Sostenevano che il prodotto avesse già causato il loro linfoma non Hodgkin. Ultima in ordine di tempo una class action intentata in California contro la multinazionale. Per arginare i danni e risolvere le richieste provenienti dagli aderenti, nei mesi scorsi la Bayer aveva proposto un accordo da 2 miliardi di dollari. Prevedeva risarcimenti dai 10mila ai 200mila euro e la possibilità per quattro anni di effettuare screening diagnostici. L’accordo è stato però giudicato inaccettabile dal giudice Chhabria. Le persone esposte, ma al momento sane, se avessero sviluppato la patologia oncologica, avrebbero potuto chiedere risarcimenti solo basandosi su danni detti “compensativi”. Questo però rinunciando a quelli detti “punitivi”, che rappresentano la parte più rilevante. Un’altra critica espressa nell’ordinanza dal giudice Vince Chhabria riguarda l’etichettatura del prodotto, giudicata carente d’informazioni sul rischio di cancerogeneicità e in merito alla necessità di utilizzare adeguati dispositivi di protezione durante l’utilizzo. Una sconfitta per la Bayer: una pesante ipoteca sul futuro della multinazionale. Ha annunciato, infatti, di voler rivedere la formula del Roundup destinato all’uso residenziale, non escludendo la possibilità di utilizzare principi attivi diversi dal glifosato. Al contempo ha “rassicurato” gli agricoltori che nulla cambierà nella formulazione per l’uso professionale. “Nessuna di queste discussioni influenzerà la disponibilità di prodotti a base di glifosato nei mercati per gli utenti professionali e agricoli”. Ad affermarlo è il CEO di Bayer Monsanto Werner Baumann.

16/06/2021
www.cambialaterra.it/2021/06/bayer-effetto-valanga/
21/06/2021 21:05
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.467
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Sequestrate oltre mille tonnellate di pesticidi illegali in Europa che continuano ad avvelenare le nostre tavole

Sono più 1.200 le tonnellate di pesticidi sequestrate in Europa nell’ambito della sesta edizione di Silver Axe, l’operazione annuale di contrasto al commercio illecito di pesticidi dell’Europol, l’Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione giudiziaria. L’anno scorso le tonnellate di pesticidi illegali furono più di 1.300. Tra il 13 gennaio e il 25 aprile 2021, l'Europol ha coordinato la sesta edizione dell’operazione Silver Axe contro il commercio di pesticidi contraffatti e illegali. L’azione congiunta ha coinvolto le autorità di contrasto di 35 Paesi (tutti i 27 Stati membri dell’Unione Europea e 8 Paesi terzi). L’operazione globale è stata supportata dall’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO), dall’Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode (OLAF), dalla DG SANTE della Commissione Europea, dall’Associazione Europea per la Protezione delle Colture (ECPA) e da CropLife Europe. Secondo quanto si legge sul sito dell’Europol, durante l’operazione, le forze dell’ordine hanno analizzato la vendita di prodotti contraffatti, prodotti vietati e importazioni non regolamentate, sia online che offline. Hanno effettuato ispezioni sulle frontiere terrestri e marittime, sui mercati interni, sui fornitori di servizi pacchi e sui mercati online. L’abuso nel commercio di pesticidi illegali varia dal traffico di prodotti contraffatti o etichettati erroneamente all’importazione irregolare di sostanze vietate come il clorpirifos, che è stato specificamente preso di mira durante Silver Axe VI. Mentre l’Asia e l’Asia meridionale rimangono le principali regioni di provenienza dei pesticidi illegali, l'Europol ha notato un aumento delle loro vendite online. Nel complesso, Silver Axe VI ha portato a:

- 12 arresti (7 in Italia e 5 in Spagna)
- 763 infrazioni segnalate
- 268 sequestri, tra cui: 1.203 tonnellate di pesticidi illegali in totale, tra cui 100 tonnellate di pesticidi contraffatti sequestrati a venditori, produttori e aziende di logistica e 82 tonnellate di pesticidi sospettati di contraffazione e attualmente sotto inchiesta

Le sostanze non regolamentate rimangono tra quelle più pericolose per l’ambiente e la salute umana. E non solo: l’uso di prodotti illegali e scadenti più economici ha portato alla devastazione dei campi e di altri ecosistemi, che ha causato gravi danni ai più grandi impollinatori del mondo: le api. Negli ultimi sei anni, l’operazione Silver Axe ha riunito un numero crescente di autorità di contrasto e partner contro coloro che mettono a rischio la nostra salute pubblica e la nostra sicurezza. L’imponente sequestro di oltre mille tonnellate di pesticidi illegali dimostra chiaramente che, insieme, possiamo garantire meglio la sicurezza dei cittadini dell’UE e proteggere l’ambiente oggi e in futuro, conclude Catherine De Bolle, Direttore Esecutivo di Europol. Frattanto, anche un’indagine condotta dai Carabinieri Forestali in Toscana, partita da Pistoia nel 2018, ha portato a più di 20 sequestri penali di pesticidi fuori legge, contenenti sostanze pericolose per la salute umana e l’ambiente. Una questione molto più diffusa di quanto si pensi, insomma, e il bello è che il più delle volte gli agricoltori sono ignari della pericolosità dei pesticidi che utilizzano sui terreni e sulle loro colture agroalimentari e sono indotti da commercianti privi di scrupoli a ricorrere a prodotti chimici illegali che avrebbero dovuto essere invece destinati allo smaltimento come rifiuti speciali.

Germana Carillo
21 giugno 2021
www.greenme.it/informarsi/agricoltura/pesticidi-illegali-europa/?fbclid=IwAR264gSwqWQN1bxYFzcraKcKAKjzoTITU9_aUC19pI4PwkWkyQv...
09/08/2021 15:48
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.495
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Maxi multa a Monsanto: ha conservato illegalmente i dati personali di 200 giornalisti e scienziati

Monsanto ha conservato illegalmente i dati personali di oltre 200 personaggi francesi tra politici, giornalisti, ambientalisti e scienziati. Per questo motivo la CNIL, Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés, ha comminato alla multinazionale una sanzione pari a 400mila euro. La vicenda culminata con la multa ha origini lontane. Nel 2019 i media di tutto il mondo resero nota la lista degli “schedati”: oltre 200 persone che secondo Monsanto avrebbero espresso opinioni lesive della multinazionale. In quegli anni il dibattito europeo sul rinnovo dell’autorizzazione all’uso del glifosato, il principio attivo dell’erbicida RoundUp, tra i più redditizi di casa Monsanto, era in pieno svolgimento e la multinazionale era già finita sotto i riflettori per aver cercato in tutti i modi di ottenere una conclusione favorevole. Una volta pubblicata la lista, la Commissione ricevette sette denunce, in particolare da persone interessate dal fascicolo.

Telefono, e-mail e altro
Dalle verifiche effettuate dalla CNIL è emerso che il censimento era stato effettuato per conto di Monsanto da diverse società specializzate in pubbliche relazioni e lobbying. Ente di appartenenza, carica ricoperta, indirizzo professionale, numero di telefono fisso professionale, numero di cellulare, indirizzo di posta elettronica professionale e, in alcuni casi, l’account Twitter: erano tutte informazioni contenute nel fascicolo. Inoltre, a ciascuna persona era stato assegnato un punteggio compreso tra 1 e 5, al fine di valutarne l’influenza, la credibilità e il sostegno a Monsanto su vari argomenti come pesticidi o organismi geneticamente modificati. La conclusione della Commissione è stata chiara: Monsanto ha violato le norme non informando gli interessati della registrazione dei loro dati nel file. Inoltre, la CNIL ha sanzionato il fatto che la multinazionale non avesse posto in essere le garanzie contrattuali che dovrebbero normalmente disciplinare i rapporti con un subappaltatore. Ha sottolineato che l’obbligo di informare le persone è una misura centrale all’interno del GDPR, in quanto consente loro di esercitare i propri diritti, compreso il diritto di opposizione. Infine, ha osservato che a questa violazione non è stata posta fine fino a diversi anni dopo l’attuazione del trattamento, dopo che diversi media ne avevano rivelato l’esistenza.

Necessaria l’informazione
La creazione di file di contatto da parte di rappresentanti di interessi a fini di lobby non è, di per sé, illegale. Tuttavia, questo file può includere solo persone che possono ragionevolmente aspettarsi, a causa della loro notorietà o della loro attività, di essere oggetto di contatti nel settore. Se non è necessario ottenere il consenso di queste persone, è necessario che i dati inseriti nell’archivio siano stati raccolti legalmente e che le persone siano informate dell’esistenza dell’archivio, al fine di poter esercitare i propri diritti, in particolare il loro diritto di opposizione. La Commissione ha osservato che le persone i cui dati personali erano stati raccolti non sono state informate dell’esistenza del fascicolo contestato fino al 2019, solo dopo che la sua esistenza è stata rivelata dai media. Tuttavia, in questo caso non era applicabile nessuna delle eccezioni all’obbligo di informare le persone previste dal GDPR. Gli interessati avrebbero pertanto dovuto essere informati del trattamento effettuato. Sul punto, la CNIL ha osservato in particolare che Monsanto aveva per quasi tutte le persone informazioni di contatto (indirizzo, numero di telefono o indirizzo e-mail) che avrebbe potuto facilmente utilizzare. La CNIL ha inoltre ricordato che la mancata comunicazione agli interessati dell’esistenza di trattamenti lede necessariamente l’esercizio dei diritti loro conferiti dal GDPR. L’informazione è un diritto essenziale che condiziona l’esercizio di altri diritti (diritti di accesso, opposizione, cancellazione, ecc...) di cui le persone beneficiano: in questo caso, è stato loro impedito di farlo per diversi anni.

Valentina Corvino
02 agosto 2021
ilsalvagente.it/2021/08/02/127827/
10/11/2021 18:58
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.565
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Non tutti i mali vengono per nuocere. “Manca il glifosato”: agricoltori USA in allarme

La crisi delle materie prime e i danni dell’uragano Ida, che hanno danneggiato uno stabilimento Bayer in Lousiana, hanno ridotto la disponibilità degli erbicidi, e in particolar modo del glifosato, il più utilizzato al mondo. E così gli agricoltori statunitensi hanno lanciato l’allarme:“Fate scorta, il prossimo anno finiremo per essere senza glifosato”. A lanciare l’allerta un rappresentante della Growmark, una cooperativa canadese di approvvigionamento agricolo, sul portale di settore C&En. Nel Nord America il tema, tra gli agricoltori e i fornitori di pesticidi, sta tenendo banco e non è escluso che questo potrà avere ripercussione sui prezzi dei trattamenti fitosanitari, ma anche sul modello agricolo stesso. Se infatti in tanti hanno espresso preoccupazione per la penuria di glifosato, si fa largo anche la posizione di chi sostiene che “non è una brutta cosa ridurre la nostra dipendenza dagli erbicid. A volte la necessità guida l’invenzione”. Da un sondaggio condotto dall’Università Purdue nello Stato dell’Indiana tra gli agricoltori è emersa la consapevolezza che l’uso massiccio di glifosato produce resistenza degli infestanti. “Negli ultimi tre decenni”, riporta C&En, “molte erbe infestanti hanno sviluppato una robusta resistenza al glifosato. La carenza di glifosato potrebbe costringere gli agricoltori a prepararsi a un futuro in cui il glifosato sarà molto meno efficace“. La penuria di glifosato potrebbe essere sostituita da altri erbicidi? La risposta sembra negativa. “L’uso di erbicidi più vecchi”, spiegano dalla Growmark, “risulterebbe molto difficoltoso. Molti agricoltori coltivano piante OGM, geneticamente modificate, come il Roundup Ready, che possono tollerare l’erbicida Roundup a base di glifosato di Bayer. Ciò consente loro di spruzzare facilmente il potente erbicida su un intero campo, uccidendo le erbacce senza danneggiare i raccolti. L’applicazione di erbicidi più vecchi non garantirebbe questo tipo di trattamento”.

Ettore Cera
08 novembre 2021
ilsalvagente.it/2021/11/08/manca-il-glifosato-perche-lallarme-degli-agricoltori-usa-e-una-buona-...
12/02/2022 18:21
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.658
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
The Paraquat Papers: ecco come Syngenta ha “coperto” il diserbante più letale al mondo

Centinaia di documenti aziendali segreti e la testimonianza di un insider hanno rivelato come un gigante dei pesticidi, Syngenta, abbia utilizzato dati manipolati e misure di “sicurezza” inefficaci per mantenere il paraquat sul mercato, di fronte a migliaia di morti. E’ quanto rivela una nuova inchiesta Unearthed e Public Eye:

www.greenpeace.org.uk/news/pesticide-giant-ignored-warnings-over-worlds-deadliest-wee...

Vietato in 50 Paesi
Il paraquat è il diserbante più letale nel mercato globale. Basta un sorso per uccidere un essere umano adulto e non esiste un antidoto. Si stima che abbia causato decine di migliaia di morti in tutto il mondo dalla sua introduzione negli anni ’60: è stato ampiamente utilizzato nei suicidi ma è stato anche oggetto di ingestioni accidentali, anche da parte di bambini che lo bevevano erroneamente quando travasato in bottiglie di bevande analcoliche. Il suo uso è vietato in più di 50 Paesi, incluso il Regno Unito. Nonostante ciò, Syngenta produce ancora migliaia di tonnellate di paraquat ogni anno nel suo stabilimento di Huddersfield, che viene poi spedito in altri Paesi del mondo, tra cui India, Sud Africa e Stati Uniti, dove viene utilizzato nelle formulazioni di alcuni diserbanti. Più di 28.000 tonnellate di miscele di paraquat sono state notificate da Syngenta per l’esportazione dal Regno Unito nel 2018.

Una dose esigua di emetico
Per rendere il prodotto “più sicuro”, Syngenta e le società che lo hanno preceduto hanno aggiunto mezzo grammo di emetico, un farmaco che induce il vomito, a ogni litro del suo diserbante a base di paraquat, Gramoxone, dalla fine degli anni ’70. L’idea era di ridurre la tossicità del prodotto inducendo le persone che lo ingerivano a vomitare il paraquat prima che una dose fatale potesse essere assorbita nel flusso sanguigno. Tuttavia, documenti interni visionati dall’unità di giornalismo investigativo di Greenpeace UK, Unearthed, e dall’ONG svizzera Public Eye rivelano come Syngenta e i suoi predecessori sapessero da decenni che l’emetico faceva poco o nulla per prevenire le morti per avvelenamento da paraquat, ma hanno continuato a presentarlo alle autorità di regolamentazione e al pubblico come un prodotto sicuro grazie all’aggiunta di un farmaco emetico. I documenti rivelano:

- Che negli anni ’80 e ’90 non era strategia aziendale quella di apportare “proattivamente” costosi miglioramenti in termini di sicurezza alle sue formulazioni di paraquat
- Che le formulazioni meno tossiche sono state sviluppate e mantenute “sullo scaffale”, per essere offerte solo ai Paesi che minacciavano di vietare o limitare la sostanza chimica
- Che l’additivo emetico brevettato è stato utilizzato come mezzo per bloccare la concorrenza di altri produttori di paraquat
- Che l’azienda ha fatto questo nonostante sapesse di non avere prove che l’emetico avrebbe salvato vite nella concentrazione in cui è stato aggiunto
- Che si è opposta all’introduzione diffusa di misure di sicurezza come la diluizione perché non erano considerate soluzioni “economicamente accettabili” al “problema del suicidio”
- Che è stato ripetutamente detto dai suoi stessi scienziati che la quantità di emetico nel Gramoxone era troppo bassa per prevenire avvelenamenti fatali

La scoperta di Heylings

Il professor Jon Heylings ha guidato il lavoro per sviluppare formulazioni più sicure di paraquat durante i suoi 22 anni di carriera in Syngenta e nei suoi predecessori. I documenti interni mostrano che per primo ha lanciato l’allarme su quello che considera un livello “inefficace” di emetico utilizzato nel Gramoxone nel 1990, dopo aver scoperto quello che il professor Heylings descrive come un rapporto interno “fabbricato” nel 1976. Secondo Heylings il rapporto ha manipolato i dati per suggerire erroneamente che l’emetico era molto più efficace negli esseri umani di quanto non fosse negli animali su cui ICI lo ha testato. In un promemoria inviato ai suoi superiori dell’epoca, il professor Heylings li informò che il rapporto aveva “gravemente fuorviato” l’azienda, che la concentrazione raccomandata era “probabilmente ben al di sotto di una dose di emetico efficace nell’uomo” e che pensava che un forte aumento della concentrazione di emetico nel Gramoxone avrebbe potuto “ridurre il numero di decessi attribuiti all’avvelenamento da paraquat”. Ma la società non condivideva queste preoccupazioni con il pubblico o le autorità di regolamentazione e, fino ad oggi, Syngenta produce ancora Gramoxone con lo stesso livello di emetico degli anni ’70. L’azienda ha anche convinto l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) ad adottare questa concentrazione come specifica globale, nella guida dell’agenzia sugli standard che tutti i diserbanti a base di paraquat dovrebbero soddisfare. Quando Heylings, che ora è professore onorario di tossicologia presso la Keele University, ha scoperto nel 2018 che la FAO stava ancora utilizzando le specifiche emetiche “inefficaci” di Syngenta, ha nuovamente cercato di dare l’allarme, prima negli incontri e nella corrispondenza con Syngenta, poi con FAO e US Environmental Protection Agency (EPA).

“Voglio che non muoia più nessun bambino”
In un’e-mail alla FAO nel 2019, ha scritto:“Non ho niente contro Syngenta. Voglio solo che il prossimo bambino che beve accidentalmente un sorso di paraquat diserbante abbia una possibilità di sopravvivenza vomitando il veleno prima che una dose letale venga assorbita nel sangue e muoia per insufficienza polmonare. “In un’intervista con Unearthed e Public Eye, il professor Heylings ha detto:“Voglio essere in grado di guardare indietro con i miei nipoti e dire:‘Sono contento di averlo fatto’. So che ci è voluto molto tempo per far passare il messaggio. Ho fatto del mio meglio all’inizio degli anni ’90, ma ora sto provando di nuovo a convincere Syngenta che avevano torto a considerare sicura quella concentrazione di emetico. Ed è questo che mi fa andare avanti”.

La versione sicura del Gramoxone
Il professor Heylings ha creato una formulazione diversa, durante il suo periodo a Syngenta, che è stata sperimentata in Sri Lanka all’inizio degli anni 2000. Conteneva un aumento di tre volte dell’emetico, inferiore all’aumento di cinque volte che voleva, ma a cui gli altri in azienda hanno resistito a causa dell’alto costo dell’emetico. Sebbene la formulazione con un contenuto emetico più elevato abbia ridotto leggermente il tasso di mortalità durante uno studio chiave, non ha salvato vite sufficienti per impedire che il paraquat fosse bandito nel Paese. Oggi, il Gramoxone venduto negli Stati Uniti ha un contenuto di emetico circa tre volte superiore al Gramoxone standard. Mentre la formulazione originale a basso contenuto emetico è ancora venduta nella maggior parte degli altri mercati, in particolare nei Paesi a reddito medio-basso, come l’India. Il capo scienziato di Greenpeace UK, Doug Parr, ha dichiarato:"Nonostante le decine di migliaia di vite perse a causa di questo micidiale diserbante, Syngenta non è riuscita a rendere il prodotto più sicuro per proteggere i propri profitti. Le Nazioni più povere sfruttate dall’avidità delle multinazionali non sono una novità, ma questo comportamento abominevole mostra davvero fino a che punto i giganti dei pesticidi sono disposti a spingersi per dare priorità al profitto rispetto alle persone e al pianeta. Né questo può essere liquidato da Syngenta come qualcosa che è accaduto decenni fa: continua ancora oggi. Per lo meno il governo del Regno Unito deve porre immediatamente fine alla produzione e all' esportazione di paraquat, moralmente indifendibili. E alla fine, abbiamo bisogno di un divieto globale di questo pesticida mortale".

Valentina Corvino
29 marzo 2021
ilsalvagente.it/2021/03/29/115925/
12/02/2022 18:22
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.659
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
“Sapeva che provocava il Parkinson ma lo ha nascosto”, la causa che rischia di affossare la Syngenta

Sapevano che il loro pesticida era in grado di provocare il morbo di Parkinson, ma hanno nascosto i dati per continuare a venderlo. Le accuse alla multinazionale svizzera Syngenta, produttrice (ancora) di uno dei pesticidi più temibili del mondo, vietato in Europa ma qui prodotto per continuare ad esportarlo, non sono di certo nuove. A marzo, per ilsalvagente.it, le aveva raccontate Valentina Corvino, dando conto dell’inchiesta giornalistica 'The Paraquat Papers'. La novità è che, così come nel caso di Bayer-Monsanto relativo al glifosato, potrebbero ben presto trasformarsi in un’enorme valanga giudiziaria in grado di piegare le gambe alla Syngenta. Più di 500 querelanti, infatti, con casi depositati presso il tribunale federale del distretto meridionale dell’Illinois negli Stati Uniti, si stanno unendo in una causa nazionale contro la multinazionale svizzera. E l’accusa principale è proprio questa: le vittime affermano che l’azienda era a conoscenza del legame con il Parkinson e altre malattie, lo ha nascosto e ha comunque venduto il prodotto per decenni. Le prime deposizioni inizieranno a febbraio e alcuni processi prenderanno il via a novembre. In risposta alle domande del giornale The Southern, l’avvocato co-responsabile dei querelanti ha inviato una dichiarazione che spiega bene le accuse, terribili, al big dei pesticidi:“Syngenta sapeva del legame del paraquat con il Parkinson e ha deliberatamente nascosto quel rischio al pubblico e alle agenzie di sicurezza governative per decenni. A nome dei numerosi agricoltori e lavoratori agricoli esposti al paraquat mentre si prendono cura dei raccolti del nostro Paese, non vediamo l’ora di portare avanti questo caso e di dimostrare che Syngenta è pienamente responsabile per il danno irreparabile e la sofferenza per tutta la vita che ha causato”. La difesa di Syngenta, invece, punta a evitare risarcimenti milionari. “Al centro di questo problema c’è un disaccordo fondamentale sulla scienza dell’aggiunta della giusta quantità di emetico (la sostanza che additivata al pesticida avrebbe dovuto provocare vomito in tempi brevi, impendendo le intossicazioni, ndr) alle formulazioni del paraquat. È una questione complessa e non così semplice per come è stata fatta. Il moderno parere medico esperto è dalla nostra parte. Nemmeno la FAO/OMS, l’US EPA e altri organismi hanno cambiato le loro raccomandazioni, aggiungendo:“Data la recente attenzione, abbiamo condotto una seconda analisi dell’efficacia dell’emetico, utilizzando i dati di due importanti studi dello Sri Lanka. La nuova analisi ha mostrato che la maggior parte delle persone ha vomitato entro mezz’ora, il che ci consente di ribadire ancora una volta che l’emetico sta fornendo la risposta mirata”. La causa, c’è da scommetterlo, finirà per turbare il sonno della multinazionale elvetica. Ma non solo il suo. Il 24 settembre, infatti, gruppi di contadini, ambientalisti e organizzazioni sanitarie rappresentati da Earthjustice hanno intentato una causa anche contro l’Agenzia per la Protezione Ambientale USA per aver approvato l’uso del paraquat. “Il paraquat è attualmente vietato in 32 Paesi, inclusi gli Stati membri dell’Unione Europea (dove la sostanza chimica viene prodotta ed esportata) e la Cina. A luglio, l’EPA ha riapprovato la registrazione del pesticida per altri 15 anni”, si legge nel comunicato. “Il paraquat è uno degli erbicidi più utilizzati negli Stati Uniti, utilizzato su colture come uva, mandorle, semi di soia, cotone e altro. Il suo utilizzo è cresciuto notevolmente negli ultimi anni, raddoppiando tra il 2012 e il 2017 nonostante i suoi gravi rischi per la salute”.

Riccardo Quintili
25 gennaio 2022
ilsalvagente.it/2022/01/25/sapeva-che-provocava-il-parkinson-ma-lo-ha-nascosto-la-causa-che-rischia-di-affossare-la-s...
06/04/2022 22:57
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.716
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Non solo glifosato, Bayer nel mirino per contaminazione ambientale da PCB

Nuovi guai per Bayer. Come se non bastassero le cause legali da affrontare per i danni alla salute provocati dal glifosato, oggi deve affrontare una causa per contaminazione ambientale per chiudere la quale ha chiesto un patteggiamento da 648 milioni di dollari. Nel mirino dei giudici, i PCB, i bifenili policlorurati, banditi negli Stati Uniti nel 1979 dopo che i ricercatori hanno scoperto che rappresentavano una minaccia per il cancro. L’accordo proposto coprirà più di 2.500 città e contee che hanno rivendicato danni da PCB: Monsanto (acquistata dalla multinazionale tedesca Bayer nel 2018 per 63 miliardi di dollari) è stato il produttore esclusivo di PCB utilizzati per il raffreddamento di apparecchiature elettriche pesanti per oltre 40 anni. Tra le città che hanno citato in giudizio il colosso dell’agrochimica ci sono San Diego e Long Beach, in California. “La valutazione preliminare dell’accordo da parte della corte non rivela motivi per dubitare della sua equità”, ha scritto il giudice distrettuale degli Stati Uniti Fernando Olguin a Los Angeles, che tuttavia non ha ancora approvato l’accordo. “Riteniamo che questa sia una risoluzione equa e non vediamo l’ora di lavorare con la corte e le parti durante il resto del processo di approvazione”, ha dichiarato Nicole Hayes, portavoce di Bayer. In base all’accordo, i comuni riceveranno fondi per ripulire l’inquinamento da PCB e monitorare la salute delle fonti d’acqua locali, i principali danneggiati dall’inquinante. Gli avvocati delle città e delle contee dovrebbero ricevere 98 milioni di dollari in compensi e costi per il loro lavoro sull’accordo, secondo i documenti del tribunale.

Valentina Corvino
16 marzo 2022
ilsalvagente.it/2022/03/16/non-solo-glifosato-bayer-nel-mirino-per-contaminazione-ambientale...
29/06/2022 11:56
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.794
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Glifosato, nuova sconfitta per Bayer: dovrà risarcire 25 milioni di dollari

Nuova sconfitta giudiziaria per la Bayer negli Stati Uniti: la Corte Suprema ha rigettato l’appello della multinazionale che ha acquistato la Monsanto e che dovrà pagare il maxi risarcimento a un agricoltore che per anni ha usato il RoundUp, erbicida a base di glifosato, senza essere avvertito dei rischi di contrare il cancro. Tempi duri per il discusso erbicida, classificato come “probabile cancerogeno” dalla IARC dell’OMS: la settimana scorsa la stessa Corte Federale degli Stati Uniti ha emesso una sentenza con la quale stabilisce che l’EPA, l’Agenzia per la Protezione Ambientale, “non ha valutato adeguatamente se il glifosato causa il cancro e si è sottratto ai suoi doveri” nel 2020 quando, su spinta dell’allora Amministrazione Trump, ha prorogato, seppur in via provvisioria, la licenza del glifosato. Sono oltre 30mila, come ricorda il Financial Times, le cause di risarcimento pendenti negli Stati Uniti contro la Bayer-Monsanto: il colosso dell’agrofarma dal canto suo ha accantonato un maxi fondo di 4,5 miliardi di dollari per far fronte alla valanga di ricorsi giudiziari, alcuni dei quali si sono già conclusi con la condanna della multinazionale. La Bayer ha anche annunciato che smetterà di vendere il Roundup nel 2023. La storia di Edwin Hardeman è emblematica: nel settembre 2016 fece causa all’allora Monsanto (si tratta della prima ad essere istruita presso il tribunale “speciale”, RoundUp MDL, con il giudice Vince Chhabria) perché avrebbe contratto il linfoma di Hodgkin a seguito dell’utilizzo del RoundUp senza che l’azienda (l’allora proprietario era la Monsanto, poi acquisita da Bayer nel 2018) avesse avvertito in etichetta del rischio di contrarre il cancro. Dopo 6 anni è arrivato il verdetto definitivo della Corte Suprema e Bayer dovrà ora risarcire l’agricoltore californiano. Il settantenne Edwin Hardeman e sua moglie vivevano nella contea di Sonoma, in California, su 56 acri che erano usati come rifugio per animali esotici. Il querelante ha iniziato a utilizzare i prodotti RoundUp per trattare la quercia velenosa, le erbacce e la crescita eccessiva nella sua proprietà negli anni '80 e ha continuato l’attività di irrorazione pesante fino al 2012. Tre anni dopo, ha ricevuto una diagnosi di cancro di linfoma non Hodgkin. Nel 2016 si è rivolto al tribunale per chiedere e ottenere giustizia.

Ettore Cera
28 giugno 2022
ilsalvagente.it/2022/06/28/glifosato-nuova-sconfitta-bayer/
13/07/2022 14:40
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.807
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Vietato usare pesticidi nei giardini privati, parchi e alberghi: stretta sui fitosanitari in Francia

I pesticidi non sono soltanto una delle più grandi minacce per la biodiversità. Sono un pericolo anche per la salute delle persone che si espongono, direttamente o indirettamente, a queste sostanze controverse. Secondo quanto riportato nell’ultimo report del WWF, lo scorso anno sono stati circa 11mila i decessi connessi all’esposizione ai fitosanitari. Queste sostanze nocive vengono usate spesso in maniera scriteriata anche negli spazi verdi pubblici e nei parchi in cui giocano i più piccoli. Per proteggere i suoi cittadini, quindi, la Francia ha recentemente introdotto il divieto di impiegare i pesticidi in diversi luoghi, compresi quelli privati. Già dal 2017 nel Paese era stato vietato di impiegarli per la manutenzione di aree verdi, boschi e strade. Dallo scorso 1° luglio, però, con l’entrata del nuovo decreto, la messa al bando dei fitosanitari si estende anche in altri posti, ovvero:

- Case private (compresi spazi esterni)
- Alberghi, ostelli per gruppi, alloggi, campeggi e parchi di divertimento residenziali
- Cimiteri
- Giardini domestici
- Parchi divertimento
- Aree accessibili al pubblico nelle strutture destinate ad attività commerciali
- Strade private, spazi verdi e aree di sosta nei luoghi di lavoro (se non sono necessari per motivi di sicurezza)
- Aree ad uso collettivo degli istituti di istruzione
- Strutture sanitarie, case di cura e centri sanitari (compresi spazi verdi, foreste, strade o passeggiate
accessibili o aperte al pubblico)
- Istituzioni sociali e medico-sociali, ad eccezione delle strutture che erogano corsi di formazione
professionale, o che forniscono un’attività di assistenza al lavoro dove si richiede l’uso di questi prodotti
- Case di accoglienza per minori, compresi i loro spazi verdi
- Aeroporti assegnati principalmente al Ministero dell’Aviazione Civile (ad eccezione delle aree dove il
trattamento è necessario per motivi di sicurezza aeronautica o di sicurezza aeroportuale)
- Strutture sportive diverse da campi da gioco, ippodromi e campi da tennis sull’erba (il cui accesso è
regolamentato, controllato e riservato agli utenti) e campi da golf

Per quanto riguarda questi ultimi impianti sportivi, il divieto entrerà in vigore soltanto a partire dal 1° gennaio 2025. Attenzione, però, la messa al bando non riguarda anche quei prodotti classificati come a basso rischio o autorizzati nel settore dell’agricoltura biologica, che potranno continuare ad essere usati regolarmente. La strategia messa in atto dalla Francia anticipa l’obiettivo della Commissione Europea, che proprio qualche giorno fa ha annunciato di voler impedire l’uso dei fitosanitari vicino a scuole, centri sportivi e parchi giochi entro il 2030.

Rosita Cipolla
12 luglio 2022
Fonte: www.service-public.fr/particuliers/actualites/A15788?xtor...

www.greenme.it/ambiente/vietato-usare-pesticidi-giardini-privati-parchi-alberghi-...
31/10/2022 19:21
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 4.889
Registrato il: 21/11/2007
Città: ROMA
Età: 43
Sesso: Maschile
Utente Master
OFFLINE
Glifosato, Monsanto non ha mai dimostrato la sua “innocenza”

Se in Europa il glifosato ha ricevuto di recente una nuova assoluzione da parte dell’ECHA (secondo cui non è cancerogeno), negli USA, dopo la sentenza della Corte Federale secondo cui l’EPA ha ignorato il rischio cancro associato all’esposizione all’erbicida, la nuova presa di posizione di un giudice texano è destinata ad aprire nuovamente il dibattito sulla pericolosità del RoundUp e soprattutto del suo principio attivo. La sentenza è stata pronunciata nell’ambito del processo a carico della multinazionale intentata da una coppia di cittadini: per Monsanto; l’accusa è quella di aver provocato il linfoma non Hodgkin al marito della coppia. A determinare la patologia, secondo l’accusa, è stata proprio l’esposizione intermittente all’erbicida tra il 1987 e il 2018.

Il giudice: Monsanto doveva dimostrare di essere innocente
La posizione del giudice è chiara:“La Monsanto ha chiaramente dimostrato che i prodotti RoundUp e il principio attivo, il glifosato, erano in vendita, quindi utilizzati in percentuale, e legalmente approvati dal Governo Federale e dall’Agenzia Federale”, ha affermato il giudice Rosenthal. “Ma la Monsanto non ha adempiuto all’onere di dimostrare l’assenza di controversie di fatto rilevanti per determinare se ‘rispettasse tutte le procedure e i requisiti federali pertinenti in materia di licenza e approvazione pre-commercializzazione’ come necessari per avere diritto alla presunzione di innocenza”. In altre parole, secondo il giudice il fatto che un prodotto fitosanitario, in questo caso il RoundUp, è registrato non significa che è sicuro. Per di più, in capo a Monsanto (che adesso è stata acquistata dalla mutinazioanle tedesca Bayer) pesa l’onere di dover dimostrare che le accuse sono infondate. Invece, sostiene ancora il giudice, Monsanto non ha mai testato i prodotti Roundup, non ha mai condotto uno studio epidemiologico per valutare il legame tra formule contenenti glifosato e linfoma non Hodgkin o uno studio a lungo termine sugli animali sul rischio di cancro in presenza di tensioattivi.

La richiesta di Monsanto
La Monsanto aveva chiesto al giudice un giudizio sommario ai sensi dello statuto del Texas, che prevede una presunzione di innocenza quando l’imputato non è responsabile per le lesioni di un ricorrente relative a ‘qualche aspetto della formulazione, etichettatura o design di un prodotto’ che è stato approvato da un’agenzia federale.

La richiesta dei Chapman
Dall’altro lato, la coppia di coniugi, i Chapman, sosteneva che la Monsanto non avesse informato l’EPA della tossicità del suo prodotto e, cosa ben più grave, non avesse indicato in etichetta i rischi connessi all’uso e all’esposizione.

Valentina Corvino
06 settembre 2022
ilsalvagente.it/2022/09/06/glifosato-monsanto-sapeva-i...
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 22:01. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

 

 

Statistiche nwo.it

 

Statistiche Forum