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LUOGHI ESOTERICI FAMOSI

Ultimo Aggiornamento: 04/09/2007 00:53
22/05/2006 18:26
 
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Torino città magica




Torino: Citta’ Magica Per gli appassionati di magia, Torino è senza dubbio il centro italiano dell’occulto. Le sue piazze sono, da sempre, teatro di fenomeni inspiegabili e di eventi soprannaturali. Perché maghi e profeti di ogni tempo hanno scelto di vivere proprio qui? La risposta potrebbe oggi venire da una nuova e affascinante ipotesi sulla geometria della città, una risposta fatta di raggi laser. Prima, però, è necessario ripercorrere la storia magica di Torino, e attraversare la sua leggenda

Secondo alcuni storici, Torino fu fondata dagli antichi Egizi: Fetonte, figlio di Iside, avrebbe scelto l’incrocio sacro tra i due fiumi (la Dora e il Po) per erigere un centro di culto al dio Api, proprio il dio-Toro. Torino sarebbe inoltre il vertice dei due triangoli geografici individuati dagli studiosi di esoterismo: quello di magia bianca che la legherebbe a Praga e a Lione e quello di magia nera che la congiungerebbe a Londra e a San Francisco. Ma non è tutto: la sua pianta romana pone le quattro porte d’ingresso in corrispondenza dei quattro punti cardinali e tutta la città è allineata sul 45° parallelo, segnato dall’obelisco che domina Piazza Statuto.

Piazza Statuto è uno dei numerosi punti magici della città: proprio a pochi metri da qui visse Nostradamus, il più famoso profeta esoterico della storia. La piazza sorge sopra l’ultima necropoli romana, un’antica “città dei morti” e successivamente per secoli ospitò il cruento patibolo di Torino. Esiste una Torino considerata sacra e luminosa...

La magia positiva di Torino nasce dal cuore bianco di piazza Castello alla fontana dei Tritoni, dal duomo che custodisce la sacra Sindone alla Grande Madre dove una delle due statue esterne indicherebbe il luogo dove riposerebbe il Graal, fino alla Mole che indica il cielo. Nessun edificio di Torino sembra dunque essere stato costruito a caso: è come se tutta la città obbedisse ad un unico, misterioso progetto. Un architetto austriaco sembra però, oggi, aver trovato una chiave per decifrare questo invisibile disegno. Le cinque residenze sabaude se collegate fra loro formano una stella e ognuno di questi luoghi nasconde una storia inquietante. La basilica di Superga, che ospita le tombe dei Savoia, fu il luogo del drammatico disastro aereo in cui perse la vita l’intera squadra del Torino. Il castello di Moncalieri, invece, fu una delle sedi dei cavalieri Templari. I custodi del Santo Graal.

I 5 luoghi corrispondono architettonicamente ai 5 elementi del cerchio costruttivo: Superga-terra, Moncalieri-metallo, Stupinigi-acqua, Rivoli-aria, Venaria-fuoco

Il progetto studiato dall’architetto Muller prevede che da ognuno dei 5 vertici venga acceso un raggio laser. I 5 laser, incontrandosi in cielo, disegnerebbero allora una stella a 5 punte che dominerebbe l’intera città di Torino. Ma la stella a 5 punte è un chiaro simbolo esoterico: cosa nasconde questa inquietante coincidenza?

L’uomo vive in un recinto ben definito, incastrato in un quadrilatero, fra due linee, fra le coordinate del tempo (asse Superga-Rivoli) e dello spazio (asse Moncalieri-Stupinigi). L’elevazione della stella, è simbolicamente la chiave per una nuova cultura, in cui l’uomo è in contatto con la propria parte spirituale (il triangolo verso Venaria)

Ma questa nuova teoria è in grado di spiegare perché proprio a Torino abbiano scelto di vivere i più grandi personaggi esoterici della Storia? Era questo il tesoro spirituale, a cui ambivano maghi e profeti giunti qui da tutta Europa?

Dagli alchimisti Paracelso e Fulcanelli al leggendario Cagliostro, dal filosofo Friederick Nietzche ai medici John Dee e Cesare Lombroso, dall’immortale Conte di Saint Germain al famoso sensitivo Gustavo Rol. Tutti scelsero di abitare a Torino. Nostradamus vi giunse nel 1556 e visse nella “Domus Morozzo”, devastata poi in un incendio. Tra le fiamme bruciò anche una misteriosa incisione lasciata dal profeta di Saint-Remy: "Nostradamus ha alloggiato qui, dove c’è il Paradiso, L’Inferno e il Purgatorio. Io mi chiamo la Vittoria. Chi mi onora avrà la gloria; chi mi disprezza avrà la rovina intera". Secondo alcuni studiosi, è in questi versi che sarebbe nascosta la chiave per decifrare tutte le quartine di Nostradamus

Torino appare insomma come un complicato puzzle di storie, luoghi e leggende.

Ma, come in ogni puzzle che si rispetti, ogni tessera deve avere un ruolo preciso e unico.

Che la soluzione sia proprio in una stella laser proiettata nel cielo?


Voyager

Altre notizie interessanti:
Torino città magica

[Modificato da Ghergon 25/05/2006 12.17]

"Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino.

Suor Lucia Dos Santos



TURRIS EBURNEA



LIBRI CATTOLICI













22/05/2006 20:25
 
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Grazie Ghergon! bello quello che hai postato
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PARIS


E' l'Île de la Cité, il cuore di Parigi.
Le vestigia delle antiche popolazioni preistoriche vibrano ancora in quest'area, testimoniando una continuità d'insediamenti dal Neolitico in poi.
Nella zona compresa tra la chiesa di Saint-Merri (dove una curiosa tradizione vuole sia raffigurato sul portale principale il Baphomet dei Templari) e rue Saint-Dominique - dietro l'Hôtel de Ville - sono stati anche ritrovati megaliti del tardo Neolitico, l'epoca in cui la pietra era considerata un accesso privilegiato per l'altra dimensione e segnalava un luogo sacro per i sacrifici rituali o, ancora, il punto in cui le anime dei morti potevano estendere il loro dominio di protezione nel mondo circostante.
a pietra era il simbolo della Grande Madre, la Terra, fertile e ricca di contatti con l'acqua che la bagnava. E fu proprio l'acqua ad attirare i successivi popoli, che videro nella Senna, oltre che un simbolo della rigenerazione e della purificazione, anche un'importante via di scambi per introdurre lo stagno proveniente dal Nord.
Con l'Età del Ferro furono i Celti a giungere nell'area attorno a Parigi, portando con sé l'eco delle loro tradizioni e della loro magia, che si manifestava attraverso tre emanazioni, la Forza, il Sapere e l'Amore. I loro templi erano i boschi, le radure o le acque che costituivano il loro centro cosmico religioso, dove la natura era la Grande Madre della Vita.
Tutto era parte di un Tutto, non esisteva il sacro o il profano e la morte era solo uno stato si passaggio tra un mondo e l'altro. Ciò fece ipotizzare che i Celti credessero nella reincarnazione, intesa come esperienza riservata agli illuminati.
La massima espansione si verificò con la tribù dei Parisii, nel 250-225 a.C., quando l'Île de la Cité divenne Lutetia, il rifugio privilegiato di queste popolazioni in tempo di guerra.
Nel 52 a.C. la città fu conquistata da un generale di Giulio Cesare (100 ca-44 a.C.), a seguito della celebre battaglia di Lutetia, toponimo che divenne il nome della città gallo-romana.
Con l'epopea dei Romani, Parigi cambiò il suo assetto urbano, con nuove costruzioni che seguirono l'impianto cittadino ortogonale tipico dei conquistatori. In quest'impianto si riversò tutta la sacralità della religione romana, desunta da quella etrusca, dove il luogo in cui si abitava doveva avere caratteristiche speculari al cielo, punto magico di perfezione ed armonia.
Attorno alle impervie sponde della Senna si organizzò la navigazione ed il commercio. All'epoca di Tiberio (42 a.C.-37 d.C.) esisteva già una Magistratura di Navigatori, la cui opera era resa evidente dal simbolo di una nave isiaca e da un pilastro eretto agli inizi dell'era cristiana, dedicato a Tiberio e a Giove, il dio supremo, garante di un ordine cosmico, che doveva contagiare la pax terrena.
Si iniziò ad abitare la riva sinistra della Senna, mentre quella destra - poco accogliente per via di paludi inospitali - restò spopolata, sigillando il nome del quartiere che sorse in seguito in quel luogo: il Marais (termine che significa palude).
L'attuale rue Saint-Denis, sulla riva destra, era l'antico cardo dell'impianto stradale romano, che proseguiva sulla riva sinistra con rue Saint-Jacques, segnando così i cardini della terra da Nord a Sud.
La particolarità di Lutetia stava nel fatto che mancava invece il decumano. Le due strade, intersecandosi, avrebbero creato il contatto sia col mondo infero, sia col mondo superiore, facendo così divenire l'Île de la Cité un simbolo assiale.
Probabilmente i templi di Marte e Mercurio erano a Montmartre mentre la necropoli si trovava lungo la via principale verso il Nord.
Il foro romano fu collocato sulla collina di Sainte-Geneviève - dall'attuale boulevard Saint-Michel a rue Saint-Jacques - dove sorse anche un nuovo nucleo urbano dotato di acquedotto, innovativa invenzione del mondo latino, che portava il prezioso elemento liquido al centro della vita cittadina.
Le terme rappresentarono per i Romani il dono più prezioso che potevano concedere ad una colonia, furono per questo costruite vicino al centro della città, dove il connubio tra i magici elementi Acqua e Fuoco (necessario per scaldare gli ambienti e l'acqua stessa), rendeva sacra l'area su cui sorgevano. A Parigi si contano ben tre luoghi dedicati alle terme cittadine, tra queste ricordiamo le terme settentrionali di Cluny. Le vestigia di epoca romana sono oggi diventate un museo e sono ancora oggi visibili.
Le altre terme si trovavano vicino al Collège de France a Est e a Sud, presso la rue Gay-Lussac.
Un anfiteatro ed un teatro coronavano l'opera.
Vi era anche un'arena e un tempio dedicato ad Iside, situato sul luogo ove successivamente sorse l'abbazia di Saint-Germain des Prés.
Le Arènes di Lutetia - situate in rue Monge - furono restaurate nel 1869. L'anfiteatro aveva forma ellittica e poteva contenere fino a 1500 persone che assistevano a rappresentazioni teatrali e a giochi circensi.

Ernesto Fazioli

22/05/2006 20:39
 
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La Sainte Chapelle, costruita tra il 1245 e il 1248 per accogliere le reliquie della Passione provenienti da Gerusalemme.Anche nel portale "del Salvatore"nella cattedrale di Amiens,sarebbero individuabili simboli alchemici,Fulcanelli ne aprofitta per diffondere i suoi insegnamenti con il tipico linguaggio metaforico ed ermetico dell’alchimia.

Così scrive su questo importante simbolo della pratica:"La cattedrale di Parigi, come la maggioranza delle basiliche metropolitane, è posta sotto l'invocazione della benedetta Vergine Maria o Vergine Madre. In Francia il popolino chiama queste chiese le Notre-Dame. In Sicilia esse hanno un nome ancora più espressivo, quello di Matrici. Si tratta, quindi, proprio dei templi dedicati alla madre (lat. mater, matris), alla Matrona nel senso primitivo, questo termine, per corruzione, è diventato poi Madone (ital. Madonna), mia Signora e, per estensione, Notre-Dame. Essa rappresenta la materia elementare alchemica (lat. "materea", radice "mater", madre). Le litanie c'insegnano che la Vergine è il vaso che contiene lo Spirito delle cose: Vas spirituale)".(riportato da E.Danese in "LA VITA-La Grande Opera")


adieu
23/05/2006 11:55
 
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PRAGA CITTA' ESOTERICA

"Praga magica" intitolava tanti anni fa il suo libro il grande boemista Angelo Maria Ripellino.

E Praga magica lo è davvero.

Lo è per la sua architettura, tra barocco italianeggiante e rococò asburgico, tra art nouveau e liberty, lo è per le sue viuzze, per gli incomparabili scorci, per i sontuosi edifici nobiliari. O forse, ancora, per il misterioso incontro tra est e ovest, o per l’influenza storica della forte presenza ebraica. O anche, può darsi, perché è effettivamente una delle capitali riconosciute di maghi e magie.


...E’ qui che nacque la leggenda del Golem, è qui che tra le stradine del quartiere ebraico ancora si respira l’aria del mistero e dell’occulto.
E’ qui che operavano numerosi alchimisti nel ‘600, impegnati nel sovrumano compito di creare l’oro attraverso uno strano miscuglio di chimica e magia.

Il quartiere Josefov

Tutto il fascino della Praga esoterica si respira nel cuore del quartiere ebraico. Anche questa volta l’ingresso è segnato da un orologio. Ruota in senso antiorario, da destra verso sinistra come la scrittura ebraica e i numeri sono indicati con le lettere dell’alfabeto. Come è nella tradizione giudaica.

Josefov un tempo era il ghetto ebraico di Praga. Fondato nel 1100, è stato incorporato nella città solo 600 anni più tardi.
Il nome ricorda l’Imperatore Giuseppe II che nel ’700 pose fine alle discriminazioni contro gli ebrei.

Il quartiere è oggi molto cambiato soprattutto in seguito alla distruzione delle vecchie case e alla loro sostituzione con edifici in stile art nouveau che avvenne verso la fine dell’Ottocento. Questo quartiere tuttavia mantiene ancora i segni, e spesso le ferite, di secoli di persecuzioni.

Il cuore di Josefov è sicuramente il cimitero ebraico di Praga,
il più antico in Europa. È una tappa obbligata nel percorso
di conoscenza di Praga.
Qui sono state sepolte, nel corso dei secoli, oltre 100mila persone, anche se le lapidi, oggi, non sono più di 12mila.

Le lapidi sono spesso decorate a forma di pigna, anfora o grappolo d’uva, simboli che raccontano una storia, un’appartenenza. Ancora oggi i visitatori ebrei osservano l’usanza di porre delle pietre sulle tombe come segno di rispetto. Sono gesti rituali che qui come altrove servono a mediare il difficile rapporto che le comunità intrattengono
con gli scomparsi.



...e non finisce qui...
Trojan


23/05/2006 11:58
 
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PRAGA - OROLOGIO ASTRONOMICO




Trojan


23/05/2006 12:15
 
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PRAGA - IL GOLEM




... e Dio disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza..." e creò Adamo, modellando una massa, senza forma, che in ebraico viene denominata Golem, fatta, cioè, di terra e di acqua.

La creazione dell'uomo non poteva non dar vita a tutta una serie di leggende che, se pur non menzionate nella Bibbia, hanno trovato, ognuna, una appropriata collocazione in molti antichi testi di tradizioni ebraiche ed in particolare in quelli che riguardano la Creazione: la possibilità di dare vita, come Dio, a un Golem - un impasto di argilla un Adamo, creato però dall'uomo. Una condizione essenziale si imponeva, per animare la statua di argilla, ed era quella di inserire nel petto, all'altezza del cuore, o nella fronte, una pergamena con la trascrizione di uno dei tanti misteriosi "nomi di Dio" e che solo pochi maestri, chiamati ßaal Shem, "i maestri del nome", perché addentro ai segreti della Kabalàh, conoscevano.

I rituali per plasmare i Golem, poi, erano tenuti nella massima segretezza perché la creatura, una volta animata, rispondeva ciecamente soltanto agli ordini di colui che, dandogli la vita, diventava il suo padrone, a tutti gli effetti.

Si racconta che fra i tanti Golem, il più famoso fosse, senza ombra di dubbio, quello realizzato verso la fine del 1600 dal rabbino Judah Low Bezaleel, conosciuto come il "Gran Maestro Low", nel ghetto di Praga, città in cui le tradizioni occulte ebraiche erano intense e fiorenti.

Diverse sono le leggende legate ai giganti d'argilla. Fra tutte, vale la pena di raccontare le due più accreditate e più note.

La prima racconta di Rabbi Low e di come utilizzasse un gigantesco Golem, dotato di una forza mostruosa che gli consentiva di lavorare nei campi, senza mai stancarsi, tutti i giorni di lavoro escluso il sabato. Rabbi Low, temendo di profanare lo "shàbat", il giorno sacro dedicato al riposo e alla meditazione, aveva ben cura di togliere ogni venerdi sera, dal petto del Golem, la stella di Davide contenente le misteriose lettere componenti il nome di Dio. Una volta terminata l'operazione il gigante si bloccava per incanto diventando, di colpo, una massa di argilla senza vita. Un venerdì sera, però, Rabbi Low, distratto da altri problemi, dimenticò di togliere il talismano. Accortosi dell'accaduto, e non trovando la gigantesca creatura in casa, corse per strada alla ricerca del Golem riuscendo a raggiungerlo nei pressi della Sinagoga. Sebbene affannato per la lunga corsa, Rabbi, con un movimento lesto, riuscì ad estrarre la stella dal petto del gigante d'argilla che in un baleno cadde a terra in mille pezzi.

La versione più accreditata della leggenda del Golem, in verità, è quella ambientata nel periodo delle persecuzioni antiebraiche a Praga, durante il regno dell'imperatore Rodolfo di Asburgo (16831710).

Il rabbino capo Low, capo spirituale della comunità ebraica del ghetto, preoccupato per l'editto dell'imperatore che imponeva l'allontanamento di tutti gli ebrei da Praga decise - extrema ratio - di dare vita a un gigante di argilla, al fine di difendere la comunità.

Rabbi Low si diede alla febbrile ricerca della formula misteriosa e, una volta trovatala, non esitò ad animare il Golem, secondo il rituale arcano. Chiese udienza all'imperatore e una volta ottenutala si recò a corte, accompagnato dal silenzioso e fedele servitore, per chiedere l'annullamento dell'editto persecutorio. Rodolfo d'Asburgo, a cui avevano molto parlato delle conoscenze iniziatiche dei rabbino Low ben Bezaleel, gli chiese una dimostrazione di tali poteri. Indescrivibile furono lo stupore e il timoroso silenzio da cui furono presi i cortigiani, turbati, dal susseguirsi delle visioni legate alla storia di Israele: Mosè, il Mar Rosso e il peregrinare, nel deserto, dei figli di Abramo, come in un film tridimensionale.

Ad un certo punto, però, qualcuno cominciò a ridere contagiando tutti, imperatore compreso.

In tutto il salone del castello, ben presto, non echeggiarono che sonore risate e commenti irriguardosi. A dire il vero, non furono i soli a sentirsi. Sinistri scricchiolii e fragore di vetri infranti accompagnarono il distacco dei decori dalle pareti generando, in un attimo, terrore e scompiglio: tutto sembrava fosse in procinto di crollare.

L'imperatore, terrorizzato da quanto stava accadendo, supplicò il rabbino Low di perdonare l'irriverenza promettendo, in cambio della salvezza, la revoca del provvedimento. Il Golem, allora, dopo aver ricevuto un comando dal Rabbi, sorresse il travone centrale che reggeva la volta del salone, consentendo a tutti di salvarsi.

Da quel momento in poi, però, Low non riuscì più a controllare la gigantesca creatura che, quasi impazzita, gli impedì l'asportazione dell'amuleto: il Golem si era reso conto che la sua umanizzazione dipendeva proprio da quella misteriosa stella che portava nel petto e respingendo tutti, incominciò a girovagare per Praga, seminando panico e travolgendo, con la sua mole, ogni cosa. A un certo punto, però, il Golem s'imbatté in un bambino, per nulla spaventato di quanto stava accadendo, e afferratolo con le sue possenti mani, lo sollevò per guardarlo meglio, rimanendo indeciso sul da farsi. Non si accorse, però, che il luccichio della stella di Davide aveva attratto l'interesse del bambino. La mano del bimbo, allora, si tese verso l'amuleto e lesta, in un attimo, lo strappò dal petto del Golem, determinando la sua conseguente caduta al suolo, tra un rovinio di pezzi informi di argilla.

Malgrado siano trascorsi da quel giorno tanti anni, ancora oggi, specialmente in coincidenza del cambio delle stagioni, sono in molti a giurare di veder vagare, nei vicoli del ghetto di Praga, un uomo gigantesco, con una stella di Davide sul petto, silenzioso e docile, pronto ad accorrere, talvolta, in aiuto di chi, trovandosi in difficoltà, lo chiama.

Tutte le leggende legate ai Golem, stranamente, non possono non sollecitare alcuni interrogativi destinati, purtroppo, a rimanere senza risposta alcuna. Perché mai "i maestri del nome", coloro che potevano creare i giganti d'argilla, hanno sempre impedito la completa umanizzazione delle loro creature? Eppure il Golem, pur di pervenire alla dimensione umana, allo stadio evolutivo dei loro "creatori", contravvenendo alla regola dell'obbedienza, si era ribellato determinando, così, la sua fine.

La biblica favola della "creazione dell'uomo", dell'Adamo scacciato dal Paradiso terrestre, che, ciò nonostante, induce l'Uomo ancora oggi a sfidare "l'ordine precostituito della natura", non è molto simile... a quella del Golem?

(da MASSONERIA OGGI Anno V n. 1 Gennaio-Marzo 1998 - Ed. Erasmo, Roma)

Trojan


23/05/2006 12:29
 
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Sí...il bambino...Gesu...che ha in mano i cuori umani "la via,la vita,la veritá".... [SM=x268930]
23/05/2006 19:14
 
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Medhelan, il santuario dei Celti Insubri-Mediolanum
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Questo è il nome che Livio riporta, già tradotto dal celtico Medhelan, dove medhe (poi medio) sta per "centro" e lanon significa "santuario", rimasto nei toponimi gaelici attuali come llan, "chiesa", llawn "perfezione". Il sanscrito madhya-lan significa "la terra sacra del mezzo". La fondazione non riguardò quindi una città, bensì un centro religioso, un centro sacro, che si univa alle proto-città di Como e Golasecca. Il nostro "storico insubre" non informa Livio sul significato del nome o sulla particolarità della fondazione, il che confermerebbe, secondo il racconto di Polibio del II sec. a.C., scritto dopo la conquista romana, che il santuario si era già trasformato in un centro abitato, probabilmente in seguito alle successive invasioni o migrazioni del IV secolo a.C. Quindi Mediolanum era diventata una metropoli dall'inizio del IV sec. a.C., ma c'era stato un tempo, forse proprio nel VI secolo, in cui era stata solo un Medhelan.

Il “centro di perfezione”

Nel mondo celtico si conoscono diversi luoghi sacri, divisi essenzialmente tra nemeton e Medhelan . Il termine latino nemus (gr. nemos) indica una foresta in cui sono compresi dei pascoli, un boschetto e un bosco sacro . A sua volta il bosco sacro comprendeva una radura, con gli alberi venerati messi in evidenza. La radice *nem- contiene l'idea di separazione, di isolamento per cui un nemus è uno spazio separato e riservato al dio; ma per i Celti *nem- indicava soprattutto il "cielo", per cui il nemeton celtico viene ad essere il "paradiso terrestre" o un "frutteto meraviglioso" , come risulta dalle leggende celtiche. Il nemeton è quindi uno spazio aperto e coperto d'erba in una foresta e contemporaneamente il tempio druidico, con o senza foresta.

C.J. Guyonvarc'h sottolinea il carattere celeste e interpreta il nemeton come "curvatura, volta", ossia uno spazio che ripropone ritualmente la volta siderale coi suoi fenomeni. Per fondare un santuario si cominciava col riconoscere i campi celesti, poi li si identificava nella geografia terrestre. Il nemeton andava "cosmizzato" con riti che ripetevano simbolicamente l'atto della creazione per tener fuori il caos.

Un Medhelan è un santuario al centro di una serie di coordinate terrestri e astrali al quale confluiscono i druidi e la popolazione in particolari momenti celebrativi. Il centro è già in sé un'origine, il punto di partenza di tutte le cose; se è all'interno di un cerchio, il centro è il simbolo del principio e il cerchio quello del mondo. Un Medhelan può essere circondato da un nemeton.

In Europa esistono un centinaio di Mediolanum, per i quali non è stata ancora avviata una ricerca sistematica di raffronto archeologico e di tradizioni locali. Certo è che l’interpretazione del nome “mediolanum” come di “in mezzo alla pianura” non regge al confronto con gli altri centri omonimi europei.





La più grandiosa Cattedrale Gotica del mondo


Storia di Milano

Milano misteriosa

[Modificato da Ghergon 23/05/2006 19.15]

[Modificato da Ghergon 25/05/2006 12.20]

"Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino.

Suor Lucia Dos Santos



TURRIS EBURNEA



LIBRI CATTOLICI













24/05/2006 15:03
 
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rennes le chateau
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B é r e n g e r S a u n i è r e
1852 - 1917

"Esistono due storie: la storia officiale, bugiarda, poi la storia segreta…"
Honoré de Balzac



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Rennes-le-Chateau

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24 gennaio 1917; nel piccolo cimitero di Rennes-le-Chateau, alcune rare persone osservano in silenzio la lenta discesa della bara di Bérenger Saunière. Tra queste persone, quante conoscono realmente il segreto che il carismatico sacerdote si sta portando dietro?

Ecco una domanda che per mezzo secolo non torturerà molto le persone che seguono questa sepoltura. Bisognerà attendere gli anni 60 perché qualche spirito (astuto?) si sforzerà di rimetterla in luce, risvegliando cosi di colpo la curiosità di numerosi ricercatori.

Da allora, il fenomeno non cesserà di crescere, provocando cosi un dilagare letterario dal contenuto a volte solforoso, ma purtroppo senza portare chiarimenti concreti quanto al mistero insondabile che circonda la fortuna improvvisa di Bérenger Saunière.

Questo sito a per oggetto innanzi tutto di presentare un insieme d'ipotesi esistenti come gli ultimi sviluppi che riguardano Rennes-le-Chateau, ma anche di aprire un dibattito permettendo lo scambio dei punti di vista tra i ricercatori su questi questioni appassionanti sotto forma di forum di discussioni accessibili a tutti.

Benvenuti su questo sito!





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CHARTRES - PERCORSI LABIRINTICI


La città di Chartres sorge sul fiume Eure, a meno di cento chilometri da Parigi. Ciò che dà importanza a questa cittadina francese è la presenza di uno dei più grandi simboli dell'architettura medievale: la sua bellissima cattedrale.
In quest'area, prima che i Celti vi giungessero portando le loro antiche tradizioni, gli abitanti costruirono un dolmen chiuso in un tumulo di pietra. Per molto tempo questo luogo venne considerato sacro e si diceva che vi fosse attiva una potente energia risanatrice.
In tempi successivi i sacerdoti dei Celti, i Druidi, realizzarono intorno al dolmen uno dei loro maggiori centri, in relazione proprio alle favorevoli correnti telluriche presenti in quella zona.



Giunse, da fonti apocrife, la notizia che i Druidi avevano avuto una visione riguardante una Vergine che stava per partorire un bambino. Venne, quindi, intagliata un'effige di legno di pero, raffigurante una signora con il suo bimbo, e venne posta all'interno del monumento di pietra.
Nel terzo secolo giunsero in zona i primi cristiani, i quali ritrovarono la statua, ormai annerita dal tempo, e la venerarono come la Vergine Nera. Venne, quindi, costruita una chiesa dedicata alla Madonna, come spesso accadeva in quei tempi. La cavità nella quale venne posta la Vergine venne chiamata "Grotta dei Druidi" e venne annessa alla chiesa. In seguito, in quel luogo sorsero sei chiese; di esse cinque vennero distrutte dal fuoco, la sesta è la cattedrale gotica giunta fino a noi.

L'inizio della sua storia è messo in relazione con BERNARDO di CHIARAVALLE, il fondatore dei monaci cistercensi.
La regola di questi monaci era molto rigida: essi producevano tutto ciò che era loro utile. La loro vita era dedicata al silenzio e alla preghiera, ed erano anche valenti amanuensi, che ricopiavano gli antichi manoscritti.
Venne fatto anche riferimento all'ordine dei CAVALIERI TEMPLARI, perché fu proprio a partire dal loro ritorno in Terra Santa, nel 1128, che in Francia vennero realizzati circa ottanta monumenti gotici, nel corso di un secolo.



La cattedrale di Chartres fu costruita nel quinto secolo; bruciata nel 1194, venne ricostruita in soli venticinque anni. Alla ricostruzione partecipò tutta la popolazione. Furono applicate le tecniche costruttive più avanzate del tempo, con uno sforzo (anche finanziario) molto elevato. Da allora niente è più stato in grado di danneggiarla; né le guerre di religione, né la Rivoluzione Francese, e nemmeno la seconda guerra mondiale.
Il suo aspetto attuale è quello realizzato nel 1220. Quando venne ricostruita la cattedrale, a Chartres vi erano diecimila abitanti e si voleva costruire una chiesa che fosse in grado di contenerli tutti. Le pietre necessarie per la sua ricostruzione furono estratte dalla cava di Bercheres; alcune di esse erano molto pesanti e ci vollero moltissimi uomini per riuscire a smuoverle.
Dal 1200 al 1236 una folla di operai e artigiani lavorarono senza posa alle splendide vetrate. La loro caratteristica principale è data proprio dalla loro particolare costruzione: esse possono essere tolte dal loro posto completamente intere e poi posizionate dove si trovavano precedentemente. Questa loro caratteristica ha fatto sì che durante la guerra esse furono spostate e, quindi, vennero salvate, specialmente durante i bombardamenti della prima guerra mondiale.






Sul pavimento della cattedrale, al centro, è intarsiato lo schema di un labirinto. Esso simboleggia il cammino di redenzione che compie colui che desidera raggiungere la conoscenza.
Il labirinto veniva percorso dai pellegrini in ginocchio; in circa un'ora essi ne compivano tutto il percorso, lungo ben 262 metri! Compiere questa penitenza costituiva un mezzo per ottenere, dalle autorità ecclesiastiche, un certo numero di indulgenze ed equivaleva, spiritualmente, ad un pellegrinaggio in Terra Santa.
Inoltre per percepire la grande energia presente all'interno della cattedrale era necessario che il fedele la percorresse, oltre che in ginocchio, anche in piedi, senza scarpe, e doveva seguirne tutto il percorso, arrivando fino al centro. Questo rituale ricorre spesso, ancora oggi, nelle quattro celebrazioni annuali che si compiono, all'interno della cattedrale, in onore della Vergine.



L'interno della chiesa è permeato di simboli esoterici che si ripetono spesso, intarsiati sulle colonne e sui capitelli: la morte, l'abbondanza, la pudicizia e la vita. Vengono poi ripetuti altri simboli, come la peste, la carestia, altre immagini come il leone, il drago e il serpente. In realtà, tutta la struttura della cattedrale ed il suo orientamento richiamano l'attenzione di chi è sensibile all'esoterismo nell'architettura.
Il centro della costruzione, per esempio, si trova proprio tra la seconda e la terza campata del coro e coincide con il punto esatto in cui era collocato l'altare originale, spostato poi nel sedicesimo secolo. Il pozzo sotterraneo ha il livello dell'acqua proprio a 37 metri di profondità sotto l'altare. Sopra, alla stessa distanza, si trova il pinnacolo della volta, dove si incontrano le ogive incrociate. Un altro numero che si ripete è il 72. Per altre notizie su Chartres e il suo labirinto, cliccate qui.

I misteri della cattedrale sono molti; tra i tanti si parla di un lastrone di pietra rettangolare posto obliquamente rispetto alle pietre che costituiscono il pavimento dell'ala ovest della cattedrale.
E' interessante osservare che, a mezzogiorno del solstizio d'estate, un raggio di sole penetra attraverso una vetrata che raffigura S. Apollinare ed illumina, con molta precisione, la lastra di pietra. Questo fa immaginare un accordo tra l'architetto, il vetraio e il tagliapietre; accordo regolato da conoscenze astronomiche che, per motivi simbolici a noi sconosciuti, vennero prese in considerazione.
Per quanto riguarda il simbolismo dei numeri, ricordiamo che la pianta della cattedrale venne concepita secondo le regole che riguardano il numero aureo ( 1,618); infatti le distanze tra le colonne e la lunghezza delle navate, dei transetti e del coro, sono tutti multipli di tale numero.

Nel grande complesso di decorazioni che riguardano la cattedrale di Chartres, c'è stato chi ha indicato le tracce per rinvenire l'ARCA DELL'ALLEANZA che, secondo la leggenda, venne portata in Occidente dai Cavalieri Templari.

Molti misteri e leggende fanno parte, quindi, di questa splendida cattedrale gotica. Al di là di tutto è vera, comunque, una cosa: all'interno della cattedrale si respira un'aria di mistero e di spiritualità. Essa non lascia indifferenti; tocca le nostre corde interiori in modo veramente sensibile. E' uno di quei luoghi dove alita lo spirito divino, dove nasce nell'uomo il desiderio del contatto con Dio, e dove tale contatto diventa più forte ed intenso, e si desidera ristabilire un legame con il sacro
Trojan


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IL LABIRINTO DI CHARTRES





Il simbolo del labirinto compare fin dai tempi più remoti della storia umana ed è molto comune in Europa e in Asia. Già nelle pitture rupestri si trovano spirali, cerchi concentrici intervallati da linee e perfino labirinti a forma di ellisse che dovrebbero rappresentare il moto dei pianeti.
Il più famoso è il labirinto di Cnosso, fatto costruire dal re Minosse come prigione per il Minotauro, mostro mezzo uomo e mezzo toro. Secondo il mito, il Minotauro riceveva un tributo periodico di sangue da Atene: alcuni giovinetti ateniesi venivano rinchiusi nel labirinto per servire da pasto al mostro. Questi fu ucciso dall’eroe Teseo, che si sostituì ad una delle vittime sacrificali. Egli ritrovò la strada verso l'uscita grazie ad Arianna, figlia di Minosse, che gli aveva dato un grosso gomitolo di filo da svolgere durante il percorso di andata. Dedalo, l’ingegnere ateniese che era il costruttore del labirinto e che aveva dato ad Arianna il consiglio del filo, per punizione vi venne rinchiuso da Minosse col figlio Icaro; riuscirono a fuggire per mezzo di ali di cera, ma Icaro volò troppo in alto, il calore del sole fuse la cera ed il ragazzo precipitò a terra.

Il labirinto più antico che si conosca nell’area mediterranea è quello vicino al lago Moeris, in Egitto, costruito parzialmente sotto il lago, che è un bacino artificiale alimentato dalle acque del Nilo. Scrittori classici, come Erodoto, Diodoro Siculo, Plinio e Strabone, lo descrivono immenso, con un piano sotto e due sopra la terra, con aree riservate agli iniziati di un rito non ben specificato.
Secondo Platone, il primo labirinto della storia umana sarebbe quello di Atlantide, fatto di cerchi concentrici alternati di terra e di mare, con la parte di terra unita da ponti. In Italia il più noto è quello attribuito a Porsenna, che si troverebbe nei sotterranei della città di Chiusi.

Da sempre il labirinto simboleggia un percorso interiore attraverso il quale lo spirito si può evolvere e innalzare ad un livello superiore; il centro del labirinto, secondo Mircea Eliade, rappresenterebbe la sacralità. Il cammino tortuoso per arrivarci assumerebbe quindi una funzione di protezione del sacro nei confronti dei profani, essendone riservato l’accesso ai soli iniziati: la difesa di un luogo sacro, di un tesoro molto prosaico (fatto di denaro o di beni materiali) o spirituale (immortalità, virtù, elevazione al divino, conoscenza di sé).
Il labirinto è stato utilizzato anche come sistema di difesa alle porte delle città fortificate; per esempio, era tracciato sulle piante delle antiche città greche. Voleva simboleggiare la difesa della città o della casa che si considerava al centro del mondo. La difesa era rivolta sia verso gli avversari umani, sia contro le influenze malefiche.


Nel Medioevo le più famose rappresentazioni del labirinto si trovano sul pavimento delle cattedrali gotiche, tra cui quella di Chartres.
I percorsi del labirinto delle cattedrali, chiamati anche Chemins à Jérusalem, erano sostituti del pellegrinaggio in Terra Santa; bisognava percorrerli in ginocchio, con un rosario al collo, pregando per la salvezza della propria anima.
Un canonico della cattedrale di Chartres, Jean Baptiste Souchet, vissuto nel 1600, era convinto che il labirinto non fosse altro che "un gioco senza senso, una perdita di tempo". Invece il labirinto è uno dei simboli più antichi e profondi che si conoscano ed in particolare i labirinti cristiani vogliono significare che la morte non costituisce la fine, ma la porta attraverso la quale l'uomo può giungere alla contemplazione della Gerusalemme Celeste.
Per altre informazioni sulla cattedrale di Chartres, cliccate qui.

Il labirinto di Chartres è uno dei meglio conservati ed è il più grande giunto dall'epoca medievale ai nostri giorni.
Complessivamente raggiunge il diametro di 12,87 metri, mentre il suo percorso interno è di 261,5 metri. Il suo classico disegno circolare ha un'entrata, un percorso ed un punto di arrivo al centro.



Proprio al centro c'era una placca di bronzo, rimossa e fusa nel 1702 durante le guerre napoleoniche. Secondo ciò che affermano gli esperti, questa placca avrebbe rappresentato Teseo che combatteva contro il Minotauro ed alle spalle dei combattenti Arianna con in mano il famoso gomitolo di filo. La lotta tra Teseo e il Minotauro simboleggia la lotta tra bene e male: una lotta che si compie nella nostra anima, lungo il percorso che costituisce il labirinto della nostra vita. Una lotta che ha avuto inizio con il peccato originale di Adamo ed Eva, riprodotto in una vetrata posta nell'abside meridionale della cattedrale, proprio al di sopra del labirinto.
Il centro del labirinto verrà raggiunto da colui che è iniziato, colui che, attraverso le prove, avrà dimostrato di essere degno di accedere alla rivelazione misteriosa.

Il labirinto ha anche un significato solare. Nella tradizione cabalistica ha una funzione magica ed è uno dei segreti attribuiti a Salomone; nella Bibbia ne viene descritto uno nel cortile davanti al Tempio di Salomone. Per questo motivo alcuni labirinti presenti nelle cattedrali, fatti da una serie di cerchi concentrici interrotti in alcuni punti, sono chiamati "Nodi (o labirinti) di Salomone". Secondo gli alchimisti il percorso conduce all'interno di se stessi , verso una specie di santuario interiore e nascosto. L'arrivo al centro introduce in una dimora invisibile, che ciascuno può immaginare secondo il proprio intuito. All'interno di questo centro si opera una vera e propria trasformazione dell'io, che si afferma sulla via del ritorno, nel passaggio dalle tenebre alla luce.

La cattedrale di Chartres è una delle più belle della Francia ed anche una delle più ricche di simbolismo, in particolare di quello legato al culto della Vergine. Nella sua cripta si trova la famosa Notre-Dame-de-sous-Terre, che ha una storia antichissima.



La cattedrale fu eretta su di un poggio, dove si trovavano le vestigia di un antico tempio, a sua volta costruito sul perimetro di un bosco sacro druidico. Nella cripta c’è la statuetta della Vergine nera col bambino, trovata in una caverna detta “grotta del druido”, scolpita in legno di pero, con una scritta latina sul basamento: Virgini pariturae (alla vergine che partorirà), risalente ad almeno un secolo prima di Cristo.
I piedi della statua poggiano su di un serpente. Nel simbolismo cristiano il serpente rappresenta il Diavolo e la tentazione, ma presso i Celti era l’incarnazione della wouivre, la corrente tellurica che serpeggia nel sottosuolo. Secondo alcuni, una serie di "linee sacre" collega i luoghi di culto, che sarebbero stati tutti costruiti tenendo conto delle correnti magnetiche che passano proprio nei luoghi scelti.

Dal punto di vista del simbolismo delle cattedrali gotiche, il Portale dei Re è il più importante. Vi si esalta la maestà del Cristo, che viene celebrato in una costruzione piena di luce e svettante verso il cielo, simbolo di vicinanza a Dio e di resurrezione spirituale. Le cattedrali gotiche sono state costruite per celebrare la gloria divina in modo sontuoso.



A differenza delle chiese romaniche, quelle gotiche si ergono altissime, con torri e guglie, luminose, piene di colore nelle stupende vetrate, ampie, fatte per contenere innumerevoli fedeli, per le processioni solenni.
Le cattedrali gotiche, in genere costruite proprio nei luoghi ritenuti sacri nel passato e legati al culto della Grande Madre, hanno l'abside rivolto verso sud-est e la facciata rivolta a nord-ovest, mentre i transetti del braccio trasversale sono orientati lungo l'asse nord-est/ sud-ovest in modo che il fedele entrando possa guardare verso l'Oriente, la Terra Santa, luogo di nascita del Cristianesimo.

Fulcanelli, studioso di architettura antica e di alchimia, afferma che proprio a causa di questa disposizione si verifica un gioco di luci ed ombre sui rosoni. Il rosone a Nord non è mai illuminato dal sole, quello a Sud prende luce a mezzogiorno, il rosone principale del Portale dei Re, volto a Ovest, riceve i raggi del sole al tramonto, cosicché nelle cattedrali gotiche si succedono i colori della Grande Opera alchemica, secondo un cammino che va dalle tenebre alla luce. Ed il giorno del Solstizio d'Estate un raggio di sole entra da un piccolo spazio vuoto nella vetrata di Saint Apollinaire e va a colpire una pietra bianca, incastrata di sbieco rispetto alle altre del pavimento (file aggiornato nel Dicembre 2005).

Trojan


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TRADIZIONE ESOTERICA DI CHARTRES


La venerata cattedrale è un centro di azione spirituale. Si dice che abbia il potere di trasformare gli uomini, di farli assurgere a uno stato spirituale più elevato, proprio come gli alchimisti trasmuterebbero il vile metallo in oro. Giunti alla Grande Porta Ovest, ossia alla soglia della cattedrale, alcuni pellegrini scoprono di aver assunto una positura più eretta, con il capo sollevato. Pare infatti che la struttura interna della chiesa produca sul corpo un tangibile effetto di innalzamento, quasi a preparano a ricevere le emanazioni telluriche dal basso e l’ispirazione divina dall’alto. Louis Charpentier, il ricercatore francese che indaga sui misteri di Chartres, afferma che “dal punto di vista fisiologico, le correnti, telluriche o di altro genere, possono penetrare nell’uomo solo attraverso una colonna vertebrale diritta e verticale. L’uomo può innalzarsi di stato solo mantenendosi ben ritto”.

Il pellegrino avanzava senza scarpe lungo la navata fino al labirinto largo 13 m iscritto nelle lastre del pavimento.
Danzando in tondo fino a raggiungerne il centro, un rituale che ricorre spesso nelle quattro fiere annuali tenute in onore della Vergine, il devoto diventava sempre più sensibile all’energia accumulata nel vasto spazio della cattedrale.
Nella sua progressione verso il punto mediano, dove i transetti incrociano la navata, si riteneva che il devoto fosse investito dalla forza alchemica dell’intensa luce che traspariva dai tre rosoni a vetri colorati.

In realtà, per quel che riguarda la nostra esperienza in loco, le cose non stanno così: riuscite ad immaginare dei monaci guerrieri come i templari, ballare per raggiungere una conoscenza che dimostrano già di possedere, viste le enormi analogie alchemiche disseminate in tutta la cattedrale? Chi ha già conosciuto il canale diretto all’Uno, può arzigogolare verso strade che rallentano la presa della “Sophia”? E perché fra tutti gli esperti di geometria sacra, nessuno ha mai cercato il punto d’incontro dei 3 rosoni che non è il Labirinto, ma bensì un luogo centrale della chiesa sul quale hanno costruito un altare moderno ed in teoria non più accessibile ai fedeli (dico in teoria perché noi chiaramente abbiamo scavalcato i cordoni di sbarramento ed abbiamo potuto constatare di persona)? Cosa c’era prima al posto dell’altare? Sono stati davvero studiati bene i rosoni?


Se avvertiva pienamente il fascino solenne della cattedrale, voleva dire che i suoi sensi avevano colto tutte le proporzioni musicali e geometriche e tutti i numeri e le linee espressi dall’interno dell’edificio.
Scopo del visitatore infatti non era tanto adorare la Vergine Maria o inginocchiarsi in segno di ossequio, quanto attingere tramite la Madonna a una maggiore consapevolezza, ricaricarsi di energia spirituale e ritemprare la sua anima.

Ma vi pare possibile che un pellegrino intraprendeva un viaggio del genere per caricarsi di energia e per ritemprare la propria anima? O forse, come è più probabile, i templari avevano generato un percorso iniziatici e chi si trovava su tale sentiero avrebbe potuto valutare la sua idoneità e la sua preparazione nel sentiero del ritorno alla casa del Padre. Sicuramente un altro dato è il fatto che ormai è stato provato storicamente che la loro intenzione segreta era lò’unione delle religioni sotto un'unica bandiera di fratellanza

Il grande lastrone rettangolare è posto di traverso sul pavimento dell’ala ovest del transetto sud. Nessuno sa perché sia lì, nessuno sa quale sia la sua funzione.
Ma a mezzogiorno del solstizio d’estate viene illuminato da un raggio di sole che filtra attraverso il vetro trasparente della finestra a pannelli decorati colorati di Sant’Apollinare (oggi, con gli spostamenti astronomici ciclici e con l’ora legale ciò accade verso le 14).
Tutto ciò da quasi 900 anni. La pianta della Cattedrale inoltre è stata concepita su precise regole matematiche derivanti dalla regola del Numero Aureo (1,618): le distanze tra le varie istallazioni interne (colonne, transetti, il coro, ma anche della navata stessa) sono tutte multiplo del Numero Aureo.
Ma cosa c’era nelle intenzioni dell’architetto, del vetraio, del tagliapietre e dell’astronomo? Possiamo fare delle soltanto delle congetture, nulla più, e anche piuttosto banali: un calendario astrale per segnare ogni l’inizio dell’estate?
Parrebbe la soluzione più plausibile. Ma in un contesto come quello della Cattedrale di Chartres nulla è immediato, chiaro e scontato.
Probabilmente dovremo accontentarci di questa superficiale ma logica interpretazione, non abbiamo altri elementi che ci aiutino a scoprire la realtà.
Se di realtà possiamo parlare per la Cattedrale di Chartres

Il labirinto sulla navata centrale

Al centro della navata c’è lo schema di un labirinto, il cui tracciato è lungo 262 metri, simbolo del tortuoso cammino che intraprende il fedele che intende raggiungere la conoscenza.
Un tempo, ma succede ancora oggi, il labirinto veniva percorso in ginocchio dai pellegrini per ottenere dalle autorità ecclesiastiche indulgenze.
In alcune epoche aveva addirittura lo stesso valore spirituale di un viaggio in Terra Santa.
Ancora oggi, come già accennato, i pellegrini percorrono a piedi nudi il tracciato del labirinto durante le celebrazioni in onore della Vergine.

Simbolismi esoterici, non cristiani

All’interno della chiesa troviamo simboli esoterici ovunque, rappresentazioni allegoriche della morte e della vita ricoprono i capitelli e le colonne di tutta la Cattedrale.
Inoltre troviamo simboli della peste, della carestia, di animali feroci (leoni, serpenti, draghi). Un vero e proprio pozzo di simbolismi che richiamano violentemente l’attenzione di coloro che sono per natura sensibili alla scienza esoterica: la struttura e la posizione stessa della Cattedrale sono un capolavoro di esoterismo applicato all’architettura
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Bretagne
La foresta del Mago Merlino
A cura di Ev@



Esiste davvero e si trova in Bretagna. Fuori dagli usuali percorsi turistici, una regione di boschi fitti e silenziosi, di stagni profondi custodisce il segreto del Mago Merlino e del suo amore per Viviane....

Chi non ha mai sentito parlare delle leggende di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda! Tantissimi sono i personaggi che prendono parte a questa immensa saga, ma tra di loro la significativa figura del Mago per eccellenza : Merlino .

Beh, nella Haute Bretagne a sud est di Rennes, tra il Morbihan e l'Ile-et-Vilaine, esiste un paese chiamato Paimpont, che si trova nel cuore della foresta magica di Brocéliande : la foresta di Paimpont è quanto resta dell'antica Foresta Armoricana che copriva tutta la Bretagna centrale (per ben 140 Km) e, soprattutto, è la foresta delle leggende dei Cavalieri della Tavola Rotonda, della Fontana di Barenton e della Valle senza Ritorno dove Merlino si ritirò con la sua amante Viviana.
Sì, perché questa foresta nasconde il segreto dell'amore tra il Mago Merlino, incantatore e profeta, amico e consigliere del giovane Re Artù, e Viviane, la Dama del Lago, nata in questa foresta e figlia di Lord Comper (il cui castello si erge sulle rive del lago in mezzo alla foresta).

Il castello di Comper
Merlino era solito vivere in Bretagna, nella foresta della Brocéliande, e un giorno, recatosi come faceva sempre a meditare vicino alla fontana di Barenton, incontrò Viviane.
Merlino ne fu ammaliato e a poco a poco le trasmise anche tutto il suo sapere, fino a rivelarle la formula per chiudere per sempre un uomo in una prigione invisibile ed inviolabile. Formula che Viviane usò su Merlino stesso, per averlo con sé per sempre, in una prigione d'aria, che nessuno può vedere né potrà aprire, fino alla fine dei tempi.

Questi i versi con i quali Alfred Tennyson immortalò l'amore tra i due :
"A storm was coming, but the winds were still,
and in the wild woods of Broceliande,
Before an oak, so hollow, huge and old
It looked a tower of ivied mason work,
At Merlin's feet the wily Vivien lay."
"Merlin and Vivien" - Sir Alfred Lord Tennyson
Si narra che Merlino morì in questa foresta ed il suo corpo fu sepolto sotto un albero di agrifoglio che esiste ancora oggi ed è meta di persone che lì amano lasciare le loro preghiere e i loro voti, chiedendo al Mago un incantesimo d'amore.

La tomba del Mago Merlino


Jean-Max Peteau et Michèle Laurence hanno realizzato un film incentrato proprio su questa magica foresta : "Brocéliande entre Légendes et Réalité".
*** ***
E per quando visiterete questi magici luoghi ecco una poesia di Jean-Louis Latsague.

Que la mousse des bois soit douceur à vos pieds,
Et vos pas résonnants en traversant le pont,
La colombe de paix viendra faire des ronds.
Les elfes iront devant annoncer comme il sied.
Vos échanges enjoués raisonnants au grand bois,
Vous serez entraînés au sentier des secrets
Que tous les grands anciens ont conservés parfaits.
Au pays des mystères, vous y serez les rois.
Que la paix de ces lieux, aux symboles chargés
De gloire et puis d'amour, vous inonde le coeur.
Profitez des moments, profitez de chaque heure,
Pour revenir confiants mais sans être changés.
Porte de tous les temps, espace initiatique,
Expérience voulue, les arbres sont magiques
Et les oiseaux gardiens de l'immense jardin
Qui abrite toujours le coeur du grand Merlin.
Jean-Louis LATSAGUE
Come arrivare
A Paimpont vi conviene arrivare prendendo un aereo che vi porterà all'aeroporto di Rennes, poi potrete proseguire in autobus.
Se siete in macchina percorrete la statale N12 da Rennes e prendete la congiunzione con la N24 in direzione Paimpont.
Buon viaggio!
Alcuni links utili
Cultura, leggende, artignanato di Brocéliande

Foto gallery e info pratiche

Indirizzi utili

8 Comuni di Brocéliande

Dormire nella foresta di Brocéliande

Paimpont

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