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libertà

Ultimo Aggiornamento: 29/03/2023 08:26
12/01/2009 22:12
 
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La_risultante_riflex

Spesso si è dissertato intorno alla diversità e all’eguaglianza e ci si potrebbe tornar sopra prendendo a ragionare sul significato della cosiddetta “risultante”.
Probabilmente, l’accostamento che si farà nei ragionamenti, potrà far pensare a personali esperienze e a relazioni attinenti le proprie specifiche occupazioni ma è altrettanto probabile che in generale, alla fine, si possa intravedere tale accostamento come un’applicazione compatibile con moltissime diverse condizioni.
Bene, mi capita di non riuscire a rinunciare al tempo libero che il mio impiego lavorativo mi concede. Oggi, in tale ambiente, la maggioranza invece preferisce occuparlo effettuando orario straordinario di servizio.
Queste due righe di preambolo devono bastare, senza esagerare con specificazioni, a sviluppare quel che si diceva circa la risultante, vero e superiore obbiettivo di questo discorso.
In questo caso, quindi, la condizione di diversità è rappresentata dal fatto che qualcuno considera privilegio, ed agio non indifferente, poter sfruttare e godere di quel tempo libero che lo statuto gli consente e, di contro, ritiene addirittura offensivo non accettare simile provvidenza.
In maniera diametralmente opposta, qualcun altro considera sprezzante ed offensiva, la non accettazione dell’opportunità di guadagnare più in denaro.
Ovvero la differenza consiste esattamente nella cognizione del valore. Quindi, dal condizionamento che si è portati a nutrire nei sui confronti.
Qualcuno considera molto alto (o inestimabile se non dipendesse dal contesto) il prezzo per la vendita della propria vita e qualcun altro, invece, sembra sempre più disposto a svenderla (e non ci si riferisce a tutti i casi obbligati appunto dal contesto).
A questo punto si può tentare di lasciare ancora un poco di più al loro destino i significati più prettamente materiali, per tentare di liberare la capacità di guardare al concetto di valore.
È la sua relazione con la necessità che lo rende ciò che è e questa va tenuta ben presente nelle considerazioni su tale concetto.
E dove si stabiliscono i criteri di valore? Nella mente. Il più intimo dei campi di battaglia dell’essere umano. Il luogo dove rimescolano e si fondono continuamente essenza e formazione.
Nel caso che si è preso in considerazione, si è detto che alcuni preferiscono il valore in un modo, malgrado non possano soddisfare il bisogno economico, e che altri lo preferiscono in altra maniera, malgrado non soddisfino bisogni di natura diversa da quella economica.
Come il primo non gode di questa cosa, il secondo non gode di quell’altra.
Il fatto è che il primo non gode di un valore visibile e toccabile da tutti, mentre il secondo non gode di valori che iniziano ad esistere solo se si permette loro di maturare.
Valori che realizzano la loro “visibilità o tangibilità” attraverso adeguati tempi.
È semplice concludere, allora, che di quanto nel primo tipo separa il valore dalla compera, nel secondo non v’è più traccia.
Così, diventa addirittura naturale, ma appare più idoneo dire logico, che quest’ultimo, per aumentare la capacità di compera, continui a sottrarsi quei tempi, appunto, necessari a maturare la giusta sensibilità verso le accennate diverse tangibilità o visibilità.
(chiaramente, come già accennato in parentesi precedenti, in quanto si sta dicendo è indispensabile presupporre condizioni di vita che garantiscano almeno i livelli minimi di soddisfazione ai bisogni umani basilari. La mancanza di questi minimi, aprirebbe a tutta una serie di considerazioni che per la loro complessità è bene lasciare ad un altro scritto).
In altre parole il primo tipo può ancora fare riferimento alle essenzialità, il secondo invece, è dipendente da quanto si è costruito intorno ad esse.
Cioè, il primo riesce a vedere, o almeno a percepire nell’offuscamento, quel che concerne le essenzialità, mentre il secondo ha perso quella percezione, per orientarsi esclusivamente attraverso tutta una serie di superficialità che rivestono la realtà.
Il primo sembra possedere la bussola quando le strutture scricchiolano. Il secondo, al contrario, prova terrore al solo pensiero che le strutture vengano ispezionate.
Allora: giudicare semplicemente quale sia il tipo che detiene la verità, non appare né efficace, né corretto e la drasticità dovrebbe essere terreno esclusivo di pochi veri saggi, così, per giungere ad alcune deduzioni, si proverà a sottolineare alcuni aspetti che riguardano le “forze” e la “risultante”, tanto che ognuno possa strutturare mediante il proprio attuale stato di essenza e formazione.
Ebbene: la risultante, è la direzione e la potenza della forza, calcolata tra tutte le direzioni e le potenze delle forze che agiscono su di un punto.
La risultante oggigiorno, nelle associazioni umane, vede la maggioranza delle forze che la determinano, agire come il tipo che preferisce vendere sempre maggiori tempi della propria vita in cambio di sempre maggiori potenzialità d’acquisto monetario.
Eppure, tale risultante, per quanto uniformandosi sempre più nella direzione e potenziandosi sempre più nella forza, tiene conto di variazioni quantunque piccole.
Anche una sola forza, per quanto piccola, determina una variazione sufficiente a rendere delle differenze nella risultante.
Ora, se continuiamo a riferirci all’esempio del tempo di impiego lavorativo, come non comprendere che la standardizzazione del senso del valore è una potente forma di oppressione nei confronti dell’umanità?
Benché si discuta spesso di diritti umani o di crimini contro l’umanità, l’uomo ultimo permette una forma di tirannia come quella di unificare il concetto di valore.
Chi, se non i casi che vivono nella garanzia dei bisogni basilari, può preoccuparsi di emancipare lo stolto?
Chi, se non questi privilegiati, dovrebbe preoccuparsi di rammentare a tutti che le promesse di emancipazione da antiche oppressioni, nella risultante, si sono manifestate nella dittatura del materialismo?
Chi, se non tutti quelli che possono appagare almeno i sensi del proprio corpo, dovrebbe preoccuparsi di evidenziare che, per quanto importante sia la condizione economica, non si può relegare e costringere il significato di “benessere”!
Nonostante i criteri mercantili appaiano gli unici riferimenti ai quali rapportare tutto il resto e sia innegabile la condizione di esserne fatalmente soggiogati, per quale motivo non dovrebbe essere prioritario impegno della singola mente quello di una accurata ispezione? Quale sarebbe il motivo che determina la variazione del significato di libertà quando l’emancipato, sotto detto giogo, non può liberarsi dell’inganno chiamato “benessere”?
Se non ci si persuade che è la mente umana a dar valore a questa o a quella cosa, non ci si rende conto che troppo spesso si subiscono i valori della risultante.
Se si schiudessero alcuni fondamentali passaggi, che a qualcuno possono apparire oltremodo risaputi, si noterebbe immediatamente quanto auspicabile sia per l’uomo dei tempi ultimi, la ricerca del valore che egli considera tale dentro di se.
Meno auspicabile, invece, è proseguire a contribuire alla costituzione ed al rafforzamento delle strutture, mediante il consapevole od inconsapevole accorpamento alla risultante, la quale potrebbe rivelarsi, un infausto giorno, nel calcolo della somma delle forze senza più variazioni di direzione.
Ecco perché, sebbene si dica il contrario, la libertà non è stata mai tanto subdolamente inquinata come nell’ordine ultimo. Ordine che può permettersi dispacci immediati a quantità di masse mai immaginate, per definire standard di azioni e pensieri. Ordine travestito da buon amico, che non può avere nessuna colpa in quanto democratico.
Quantità enormi di masse trafitte di un lampo, fino al più lontano dei suoi elementi.
Per la verità, dovrebbe essere, sempre meno auspicabile questa voglia di uguaglianza, quantunque l’ordine prescriva di amarla.
(Per la verità, l’ordine non si preoccupa mai di insegnare ai suoi figli la meraviglia delle differenze ed il rispetto verso le stesse)

Stef –19 settembre – 15 dicembre 2008 – relpubblic@yahoo.it

La_risultante_riflex

Muy frequente, en pasado, se hablò sobre a la diversidad y a la igualdad y se podrìa volver a hacerlo tomando el discurso imaginandose la que se le dice “resultante”. (en Italia termino tecnico)
Probablemente el razonamiento podrà hacer pensar a experiencias muy relacionadas a especificas ocupaciones personales, pero todavia es tambien probable que se vean significados muy compatibles con varias condiciones.
Bien, quiero solo decir que no logro renunciar al tiempo libre que me deja mi empleo. Hoy, en el mismo ambiente la mayoria prefiere ocuparlo con orarios extraordinarios de trabajo.
Dos linea que deben alcanzar, sin exajerar con detalles, a desarrollar el asunto sobre “la resultante”, verdadero objettivo de este escrito.
En cuanto dicho en el preambulo, entonces, la condicion de diversidad està representada en el echo que alguien considera privilegio poder disfrutar de el tiempo libre que le deja la organizacion por la cual trabaja y considera hasta una ofensa rechazar simejante suerte.
Opuestamente, algunos otros consideran despreciante y ofensivo no aceptar la oportunidad de ganar mas dinero.
La diferencia està esactamente en la idea del valor.
Alguien considera muy alto (hasta inestimable si no dependerìa del contexto) el precio para la venta de su propia vida y otros parecen cada vez mas despuestos a estar de rebajas (sin hacer referencia a todos los casos obligados por el ya nombrado contexto).
A este punto se puede intentar de dejar un poco mas a sus destinos los significados mas materiales, y probar a liberar la capacidad de concentrarse sobre el concepto de valor.
Ahora: sus relaciones con las necesidades son lo que lo rinden lo que es y esas relaciones hay que tenerla bien en cuenta mientras se opina sobre este concepto.
Bien. Donde se establecen los parametros del valor? En la mente.
El mas intimo de los campos de batalla del ser umano.
El lugar donde sin parar se mezclan esencia y formacion.
En el caso que se ha tomado como ejemplo, se ha dicho que hay quien prefiere el valor de un modo, a pesar de no poder satisfacer mucho lo economico, y hay alguien que entiende el valor de otra manera, a pesar de no poder satisfacer necesidades de natura distinta de la economica.
Como el primero no goza de una cosa, el segundo no goza de la otra.
El echo està en que el primero no goza de un valor visible y tocable por todos, mientras el segundo no goza de valores que empiezan a existir solamente si se le permite de madurar. Valores que solo a traves de tiempos adecuados pueden realizarse en visibles y tocables.
Pues, es muy simple concluir que: de lo que en el primero divide el valor de la compra, en el segundo ya no existe para nada.
Por eso, està claro que este ultimo tipo, queriendo aumentar la compra, sigue quitandose esos tiempos necesarios a la maduracion de la justa sensibilidad para ver y tocar otros valores.
(como ya dicho, es obvio que en todo esto hay que presuponer condiciones de vida que garantizan niveles minimos de satisfacion a las necesidades umanas basilares. La falta de esta presuposicion, abriria a una serie de consideraciones tan complejas que es mejor escribir algo separado de este escrito).
En otras palabras el primero puede todavia referirse a lo esencial, el segundo solo puede referirse a cuanto esta costruido al rededor de lo esencial.
El primero logra ver, o almeno a percibir en el humo y en las nieblas, lo que partenece a lo esencial, mientras el segundo perdiò esa percepcion, para manejarse (orientarse) solo a traves de lo que recubre la realidad.
Uno parece poseer la brujula cuando se escuchan crujidos en las estructuras, el otro se asusta al solo pensar que estas puedan ser ispeccionadas.
En fin, juzgar simplemente quien de los tipos tenga razon, no parece correcto ni eficaz, y asì, para llegar a algunas concluciones, se intentarà ese asunto sobre las “fuerzas” y la “resultante”, para que cadauno pueda estructurar en el actual estado de esencia y de formacion.
Pues: la resultante es la direccion y la potencia de la fuerza, calculada entre todas las direcciones y las potencias de las fuerzas que actuan sobre un punto.
Hoy en dia, en las asociaciones umanas la resultante vee la mayoria de las fuerzas que la determina, actuar como ese tipo que prefiere vender siempre mas tiempos en cambio de mayor capacidad de compras.
Pero, por mas que la resultante se uniforme, siguen existiendo fuerzas, aunque pequeńas, que determinan variaciones de direcion.
Aunque fuera una sola fuerza, lo mas pequeńa, en los resultados, determina diferencia.
Ahora, si seguimos con el ejemplo del tiempo de empleo de trabajo, ¿como no entender que estandardizar el sentido de valor es una poderosa forma de opresiòn hacia la umanidad?
Y que es el hombre ultimo, a pesar de que frecuente hable de derechos umanos o de crimenes contra la umanidad, a pirmitir esa forma de tirania!
¿Quien, si no los casos que viven en la garantìa de las necesidades basilares, que puede preocuparse de emancipar el necio?
¿Quien, si no estos privilegiados, deberìa preocuparse de recordar a todos que las promesas de emancipacion de antiguas opreciones, en la resultante se manifestaron en la dictadura del materialismo?
¿Quien, si no todos aquellos que pueden satisfacer el cuerpo, deberìa preocuparse de evidenciar que, a pesar de la importancia de la condicion economica, no se puede relegar y apretar el significado de “bienestar”?
No obstante los criterios mercantiles parescan las unicas referencias a las cuales relacionar todo, y que no se pueda negar esta condicion de sumisiòn, ¿porquè no deberìa ser prioritario, por el individuo, un intimo empeńo en una cuidadosa ispeccion?
¿Y al fin cual serìa la causa que determina la variacion del significado de libertad cuando el emancipado, bajo esa sumisiòn, no puede liberarse de esa trampa dicha “bienestar”?.
Si no nos persuadimos de que es la mente umana a dar valor a esa o a aquella cosa, no nos podemos dar cuenta que muy frecuente, los valores de la resultante no se comparte, se sufren. En esto no hay nada raro. Lo raro està en empezar a creerselos y a defenderlos.
Si se abririan algunos pasajes, que muchos consideran muy bien conocidos, se notaria cuanto deseable seria por el hombre de los ultimos tiempos, la busqueda del valor que lleva adentro de si mismo.
Meno deseable, al contrario, seria seguir reforzando la estructura resultante, sea conscientemente que inconscientemente, la cual podria revelarse, un amargo dia, mediante el calculo de las potencias de las fuerzas pero sin mas ninguna variacion de direcion.
Por eso, si bien se diga todo lo contrario, la libertad nunca fue tan engańosa y ingeńosamente contaminada como en el orden ultimo. Orden que, mucho mas de los precedentes, pudo lograr estandardizar acciones y pensamientos. Orden que se disfrasò de buen amigo. Orden que no puede tener ninguna culpa por ser democratico.
Orden que puede alcanzar masas increibles de gentes con la rapidez de un flash (y de una vez)... y llegar hasta el mas lejo de sus elementos: el individuo.
En verdad, deberìa ser siempre meno deseable esta gana de igualdad, a pesar de que el orden nos manda de inorgullirse de amarla.
(En verdad, el orden nunca se preocupa de enseńar a sus hijos que lindas son las diferencias y aprender a respectarlas.)

Stef –19 settembre – 15 dicembre 2008 – relpubblic@yahoo.it
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“Il modello” fa di ognuno il tiranno di se stesso...
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