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Appello, ora la moratoria per l’aborto

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2024 19:11
05/03/2008 09:52
 
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Farmaci con feti abortiti
mercoledì, 20 luglio 2005 ¦ Permalink
categoria : bioetica, aborto, embrione
Un documento del Vaticano che disapprova i vaccini preparati con feti abortiti.

La organizzazione Children of Gof for Life ha fatto conoscere un documento della Pontificia Accademia per la Vita nella quale si condanna l'estrazione e l'uso di linee cellulari prelevate da feti abortiti. Il documento di otto pagine è intitolato "Riflessioni morali circa i vaccini preparati da cellule di feti umani abortiti", e si trova nel sito web della organizzazione: www.cogforlife.org/vaticanresponse.htm .

Secondo quanto scritto, chi si dedica a questo nella industria farmaceutica è moralmente responsabile del fatto, e il livello di gravità è quasi pari a quella degli abortisti. Chiede, inoltre, che si persegua un rigoroso controllo dei produttori dei farmaci. E' doveroso avvalersi della obiezione di coscienza, da parte dei medici e delle famiglie, e opporsi in ogni modo possibile a quei vaccini creati in questo modo, facendo pressione perchè ne siano creati altri che non abbiano relazione alcuna con feti abortiti.

Il Dr. Stephen White, presidente della Catholic Medical Association, ha detto che la industria farmaceutica deve dare ai consumatori informazioni più dettagliate sulle origini dei vaccini per rendere possibile che questi possano scegliere liberamente, tenendo in conto le informazioni e la propria coscienza morale.

scritto da stranocristiano | Comments | Trackback

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05/03/2008 10:06
 
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La Bibbia condanna chiaramente chi uccide intenzionalmente un essere umano innocente. Il sesto comandamento recita "Non uccidere" (Esodo 29:13). Uccidere un essere umano, fatto ad immagine di Dio, è un crimine serio. Poiché l'uomo è creato ad immagine di Dio, l'omicidio è un attacco contro Dio. Questa è una questione molto seria. Dio non la tratta con leggerezza e neppure noi dovremmo.

L'aborto è una procedura introdotta dall'uomo che ha come scopo la soppressione della vita di un essere umano non ancora nato.

Ci sono vari modi di uccidere chi non è ancora nato. Lo si può uccidere risucchiandolo mediante uno strumento ripulitore, oppure tagliuzzandolo con uno strumento affilato. Lo si può uccidere mediante l'uso di una forte soluzione salina o una droga. Ma in tutti i casi, l'aborto è una procedura che inizia con l'intenzione di uccidere chi non è ancora nato. Quindi è un omicidio volontario.

L'aborto è omicidio volontario di un essere umano innocente.

Ci rendiamo conto che il non nato non ha ancora commesso alcun crimine sociale che possa meritargli la morte secondo la giustizia umana, infatti esso non è ancora venuto al mondo. Ma prima che possa venire la mondo e mentre non può difendersi, altri esseri umani, che possono essere la madre o l'istituzione sanitaria (stabilita anch'essa da uomini), intenzionalmente decidono di togliergli la vita.



Oggi muoiono in tutto il mondo circa 50 milioni di creature all'anno a causa di aborto volontario. Questa cifra equivale al numero delle vittime complessivo della seconda guerra mondiale e come per tutte le guerre, le vittime dell'aborto sono le più innocenti ed indifese.

Molte donne non vogliono rinunciare al "diritto a decidere del loro ventre" e non vogliono rinunciare alle loro comodità a causa di una gravidanza indesiderata. Così si combatte una guerra totale sotto una copertura umanistica, ma non contro altri poteri, o contro eserciti, o contro terroristi, bensì contro bambini indifesi. E com’è sempre successo che per gli artefici delle guerre ci sono state delle conseguenze terribili, così sarà per coloro che favoriscono e causano le morti di creature innocenti non ancora nati: per i governi che legalizzano l'aborto; per i mariti che costringono le loro mogli ad abortire; per i medici e gli scienziati che abusano degli embrioni a scopo di ricerca; per le donne che urlano: "La mia pancia appartiene a me!", per una società che minimizza l'uccisione di bambini non ancora nati.

ALCUNI DATI



- L'aborto è una delle cause di morte più frequenti che non viene neanche riportata nelle statistiche ufficiali;

- Il rapporto tra gli aborti e le nascite è di 1/6,7, cioè ad almeno 1 bambino su 7 viene negato il diritto alla vita;

- Circa il 95% di tutti i decessi di bambini, sino al 9° anno di vita, ha luogo nel grembo materno;

- In diverse nazioni si causano circa 50 aborti al giorno;

- Solo dal 10% al 30% delle donne che richiedono l'aborto hanno problemi economici;

- I casi di aborti volontari sono aumentati proprio nelle nazioni dove è stata legalizzata l'interruzione della gravidanza.



DEFINIZIONE DELLA VITA



Chi non è ancora nato è un essere umano o qualcosa di inferiore?

Secondo la Bibbia, la vita umana comincia col concepimento. Davide disse: "Mia madre mi concepì nel peccato". Questo non soltanto fa cominciare la vita umana al concepimento ma il peccato, nella vita umana, comincia già a quel punto; un salmista scrisse: "I mentitori sono traviati sin dal seno materno" (Salmo58:3). La Bibbia dice che il seme di Levi esisteva nei lombi del suo bisnonno Abramo (Ebrei 7:9-10). Infatti, tutti gli uomini hanno peccato in Adamo quando egli peccò (Romani 5:12).



Il profeta Geremia fu conosciuto da Dio e scelto mentre era ancora nel seno della madre (Geremia 1:5). Giovanni Battista esultò per la gioia (Luca 1:44) e fu riempito di Spirito Santo quando era ancora nel seno della madre (Luca 1:15). Gesù Cristo fù concepito dallo Spirito Santo (Matteo 1:20) nel seno di Maria e le Scritture ci dicono che, in quel momento, si ebbe l'inizio della sua natura umana.

Il salmo 139 ci dà uno specifico resoconto dell'embrione umano come una sostanza che viene formata da Dio. Con belle immagini viene descritto l'embrione come qualcosa che viene formato e tessuto da Dio (versetti 15 e 16). Secondo il salmo, Dio ha scritto nel suo libro i giorni dell'embrione, quando esso non era ancora nato. La bibbia non lascia alcun dubbio sul fatto che Dio fa l'uomo a sua immagine e somiglianza prima della nascita.

C'è una notevole concordanza tra la Bibbia e la scienza medica sul momento iniziale della vita umana. L'embrione umano è il frutto dell'incontro tra lo sperma e l'ovulo e questo è il concepimento. Meno di un mese dopo il concepimento, il feto ha il suo cuore; dopo un mese e mezzo, emette la propria onda cerebrale che manterrà per tutta la sua vita. Prima dei due mesi, il feto ha tutti gli organi interni dell'adulto, e dopo un'altra settimana ha tutti gli organi esterni. In poco tempo il feto diventa un minuscolo essere umano in crescita.



GLI ARGOMENTI USATI DAGLI ABORTISTI PER GIUSTIFICARE L'ABORTO E LE RELATIVE RISPOSTE



1) Nessuno conosce quando comincia la vita umana.

Se nessuno conosce quando comincia la vita umana, essa potrebbe cominciare anche all'atto del concepimento. E se essa comincia all'atto del concepimento l'aborto è un omicidio. Possiamo noi giustificare l'assassinio di qualcosa che potrebbe essere umano? L'incertezza non ci autorizza ad uccidere dei feti. Non possiamo uccidere dei feti anche se non siamo sicuri che si tratta di esseri umani.

Attualmente sappiamo che la vita comincia all'atto del concepimento. Lo spermatozoo con 23 cromosomi non è un essere umano come non lo è l'ovulo femminile con i suoi 23 cromosomi, ma quando essi si uniscono formano 46 cromosomi, ed è il risultato di un essere umano. Questo è un fatto scientifico. Geneticamente questo ovulo fertilizzato è un essere umano con le sue caratteristiche e la sua identità. Da questo punto è solo questione di crescita, non di genere.



2) La madre ha il diritto di controllare il suo corpo.

Il bambino non è una parte del corpo della madre. E' un essere umano individuale con un suo corpo separato. La madre alimenta il suo bambino mentre è nel suo seno e questo non gli da diritto di decidere per la sua vita o per la sua morte. Come la madre ha il dovere di provvedere all'alimentazione del proprio figlio dopo la nascita, altrimenti sarebbe colpevole di omicidio per fame, allo stesso modo non ha diritto di troncare la vita del proprio figlio prima di nascere.

Anche se il nascituro fosse parte del corpo della madre, ella non avrebbe il diritto di fare ciò che vuole con il suo corpo, non avrebbe il diritto di mutilarsi tagliandosi una mano o un piede. Ella non ha neanche il diritto di togliersi la vita mediante il suicidio.



3) Un nascituro non è realmente umano finché non è nato.

Se un bambino non è umano prima della nascita, quando lo è?

Certamente non è un minerale o un vegetale. Le mucche danno vita alle mucche e le cavalle ai cavalli. Nessuno ha difficoltà nell'identificare un cane nascituro come un cane o un maiale nascituro come un maiale. Perché si dovrebbe porre la questione per i nascituri umani?

I nascituri umani sono identificati umani per il cambiamento di luogo? Cioè che dall'utero materno passano alle braccia materne? La differenza tra i bambini che sono nati e quelli che non sono ancora nati non è la loro natura, ma il luogo (essere nell'utero ed esserne fuori) e la loro misura. Certamente delle caratteristiche accidentali o circostanziali come quelle relative al luogo e alla misura, non determinano se un essere è umano o meno.



4) I bambini non sono esseri personali coscienti.

Secondo questa obiezione uno deve essere cosciente per essere umano. Ma se la coscienza determina l'umanità, allora gli adulti che dormono non sono umani. Inoltre, se la coscienza determina l'umanità, allora quelli che cadono in coma perdono la loro umanità.

La logica conclusione di questo discorso sarebbe che uccidere esseri senza coscienza non sarebbe commettere omicidio, allora tutti gli assassini dovrebbero semplicemente far perdere la coscienza alle loro vittime prima di ucciderle.

Inoltre, i bambini sono coscienti prima di nascere. Un mese e mezzo dopo il concepimento, essi hanno le proprie onde cerebrali che poi manterranno per tutta la vita. L'assenza di queste onde è considerata un segno della morte, perché allora la loro presenza non è considerata un segno della vita?

Verso i tre mesi reagiscono agli stimoli e possono avere coscienza di un senso di oppressione, di dolore e di gioia.

La coscienza di sé (non la consapevolezza) distingue l'uomo dagli animali, anche da quelli di grado superiore. Tuttavia la coscienza di sé non si manifesta finché un bambino non arriva ad un anno e mezzo circa. Così, secondo la logica degli abortisti, si può giustificare l'aborto prima di quel periodo.



5) Ogni bambino ha diritto a una vita piena.

Quali sono i criteri per stabilire se una vita è piena o meno e chi può stabilire questo?

Questo genere di ragionamento si è spinto talmente oltre che alcuni giudici hanno condannato dei genitori per aver messo alla luce bambini sapendo che erano deformati in base ai test prenatali.

Questo ragionamento potrebbe far credere che è possibile rinviare la nascita di un figlio a migliori circostanze, per cui lo si può uccidere ora. Non è così. Togliere la vita a questo nascituro significa togliere l'unica possibilità, che questo essere ha, di venire al mondo. Egli non avrà alcuna altra circostanza migliore per venire alla vita. Perciò la scelta non è fra una vita deforme e una sana, la vita è una sola e non c'è scelta. Ognuno ha diritto alla vita che egli ha, non tenere conto di questo significa attentare all'unica possibilità di vita.

Anche secondo questa logica, si dovrebbe poi uccidere tutti gli esseri umani deformi, anche al di fuori dell'utero materno (cosa che alcune menti diaboliche, in parte, hanno messo in atto nel corso della storia). Così questa logica abortista condurrebbe all'infanticidio e all'eutanasia, ed alcuni abortisti ammettono che queste due possibilità discendono dalla stessa logica. Secondo questi ultimi è più giustificabile togliere la vita a chi è deforme che togliere la vita a chi potrebbe esserlo secondo test prenatali.





6) E' meglio abortire che esporre un figlio a maltrattamento.

Secondo ciò il non abortire figli indesiderati conduce al maltrattamento. Statisticamente è l'opposto. I casi di figli malmenati sono aumentati con l'aumentare degli aborti. Apparentemente il disprezzo per la vita umana, riflesso nell'accettazione dell'aborto, si estende dalla fase prenatale a quella post-natale. Erroneamente questa obiezione fa ritenere che l'aborto non è un grande maltrattamento.

Attualmente l'aborto è il peggiore maltrattamento che può essere inflitto ad un essere umano: porta la morte. Per impedire che il bambino subisca maltrattamenti gli infliggono un maltrattamento peggiore. Questo è semplicemente grottesco.

Inoltre, se si può uccidere il nascituro per evitare potenziali oltraggi, perché non uccidere il già nato che viene attualmente malmenato? I milioni di bambini che vivono nella denutrizione si possono togliere di mezzo tranquillamente secondo questa logica. In altre parole, se noi proteggiamo il nato che viene maltrattato, quanto più dovremmo proteggere il nascituro che è ancor più indifeso?



7) Noi dobbiamo fermare la sovrappopolazione o moriremo tutti di fame.

L'alternativa fra l'aborto e la sovrappopolazione è falsa. Ci sono altre alternative. Il controllo della nascite può limitare la sovrappopolazione senza omicidi e questo si può fare con la prevenzione.



8) Non possiamo legiferare sulla moralità.

Se fosse così dovremmo sbarazzarci delle legislazioni che si basano sulla moralità. Dovremmo cominciare ad eliminare le proibizioni riguardo all'assassinio, alla crudeltà, al maltrattamento dei bambini, all'incesto ed a tutti quei casi in cui la morale è la base dalla formazione delle leggi applicate. Dovremmo eliminare anche le leggi antischiaviste e tutte le altre leggi sui diritti civili. Anche queste leggi riguardano il comportamento morale della persona. Questo sarebbe chiaramente sbagliato e pochi abortisti suggerirebbero di abolirle. Ma se è così, perché non dovremmo avere delle leggi per proteggere i diritti morali del nascituro?

Inoltre, le attuali leggi che permettono l'aborto su richiesta, sono di natura morale, perché in effetti affermano che togliere la vita a un essere umano, non ancora nato, è moralmente giusto.

E' impossibile evitare di legiferare secondo i criteri della moralità. Al fine di avere una buona legislazione bisogna incorporare nelle leggi ciò che è moralmente giusto. Per questo, è assolutamente ingiusto di togliere ad un essere umano innocente il suo diritto alla vita. Perché il diritto alla vita è il diritto dei diritti. Senza vita non c'è alcun diritto.



9) I bambini mentalmente ritardati non dovrebbero essere fatti nascere.

E' interessante notare che nessuna organizzazione di genitori con figli mentalmente ritardati ha mai sostenuto l'aborto. Tutte le famiglie, che io ho conosciuto, sono affezionati ai loro figli mongoloidi perché mostrano un amore schietto.

I bambini mentalmente ritardati sono umani, ucciderli equivale a commettere omicidio. A maggior ragione, non si deve uccidere quelli che non sono ancora nati perché sono ancora più indifesi. La logica con cui gli abortisti giustificano l'aborto terapeutico, sarebbe valida anche per l'infanticidio.



10) Perché una donna violentata dovrebbe essere forzata a portare un figlio indesiderato?

La violenza carnale è una delle cose più indegne che una persona possa subire. Bisogna avere grande compassione per le vittime, tuttavia bisogna tenere presente alcune cose: primo, non c'è alcun modo di disfare il fatto, ricorrere all'aborto non significa cancellare l'oltraggio; secondo, non viene fatta giustizia punendo la creatura che nasce a causa del ratto. Due errori non fanno una verità. La colpa di ricorrere all'omicidio (aborto) non aiuterà la madre.

Il ratto non è un crimine per la vittima, ma uccidere un innocente è un crimine.

Sebbene raramente le vittime di ratto danno alla luce dei figli, quei pochi bambini che vengono concepiti hanno tutto il diritto di vivere.

Chi non è stato benedetto ascoltando la musica gospel della famosa cantante negra Ethel Waters? Sua madre fu una vittima di ratto, all'età di tredici anni. Forse che ella doveva abortire e non far nascere Ethel? Perché punire un frutto innocente anche se frutto di episodio di violenza carnale? Bisogna colpire il colpevole della violenza, il violentatore e non la più innocente creatura.



11) Gli aborti vengono svolti comunque, meglio allora legalizzarli.

Dovremmo legalizzare il ratto e la violenza sui bambini solo perché esistono delle persone che commettono queste atrocità? Dovremmo legalizzare l'incesto e la crudeltà solo perché esistono delle persone che li commettono? Legalizzare delle cose malvagie non le rende moralmente giuste. Legalizzare un'attività illecita non ne frena necessariamente l'abuso, anzi qualche volta lo favorisce. Questo è attualmente il caso degli Stati Uniti.

D'altro canto, cambiare le leggi può aiutare a cambiare l'attitudine verso un certo illecito, come hanno dimostrato le leggi abolizionisti della schiavitù.

Le leggi in sé non possono forzare le persone ad essere buone, ma rafforzare le buone leggi può aiutare a frenare le persone nel fare il male.



12) Legalizzare l'aborto salverà la vita delle madri in quanto renderà gli aborti più sicuri.

Le statistiche dicono che la maggior parte degli aborti avvengono ancora al di fuori degli ospedali. La Corte Suprema degli USA ha decisamente bocciato progetti di legge che erano atti ad assicurare un minimo di igiene nelle fabbriche dell'aborto. Così, se un carro bestiame si parcheggiasse in strada mettendo su un cartello con scritto: "qui si operano aborti", il governo non soltanto non impedirebbe l'operazione, ma non insisterebbe neanche che gli abortisti sterilizzassero i loro strumenti!

Inoltre, la legalizzazione dell'aborto in USA, non ha salvato vite, ma ha fatto perdere vite: 16 milioni nei primi dodici anni dal momento dell'approvazione da parte della Corte Suprema.

Anche se il governo sarebbe in grado di garantire migliori condizioni igieniche per effettuare l'aborto, significherebbe semplicemente assicurare l'igiene nell'omicidio. Sapere che si è trattato di un uccisione pulita è una ben magra consolazione per la vittima.





13) Non dobbiamo proiettare la nostra moralità sugli altri.

Se è così, chi sono gli abortisti che proiettano la loro moralità su chi non è ancora nato? E come se essi dicessero ai non ancora nati: "Il mio credo morale è che voi non dovete vivere". Questa non è una proiezione di moralità, ma una proiezione di immoralità. Infatti, noi dobbiamo influenzare con la nostra moralità i convincimenti degli abortisti. Se non lo fanno quelli che sono capaci di influenzare con la giusta moralità per proteggere le vite innocenti, chi lo farà mai?

Proiettare le nostre giuste convinzioni morali sugli altri non è sbagliato, è sbagliato distruggere i diritti morali degli altri. L'aborto distrugge il diritto morale alla vita che hanno gli innocenti.



14) L'aborto è la soluzione per le gravidanze indesiderate.

Una soluzione migliore è l'adozione. E' difficile affidare un bambino agli altri, ma è meglio che ucciderlo.

La madre che ha abortito è spesso depressa, sia quando arriva il tempo che avrebbe dovuto partorire che in seguito a rimorsi di coscienza ed altro. Questa depressione talvolta ricorre per anni ed anni in occasione del compleanno del bambino. Qualche volta la depressione è così forte che la madre sfiora il suicidio.

Le madri con gravidanze indesiderate hanno di bisogno di incoraggiamenti per trattenere il figlio e non incoraggiamenti per uccidere il figlio. Un metodo efficace è la realizzazione e l'accoglienza in cliniche per consultazioni ed aiuti, non di cliniche per aborti.



15) Nessun bimbo indesiderato dovrebbe mai nascere.

Secondo questa asserzione, ogni concepimento indesiderato dovrebbe automaticamente comportare un figlio indesiderato. Capita però che molte madri cambiano il loro atteggiamento dopo aver superato il trauma iniziale della gravidanza indesiderata. Spesso cambiano il loro atteggiamento anche quando avvertono o vedono con l'ecografia che portano un essere vivente nel loro grembo. Accade anche che molte madri cambiano idea dopo che i loro figli sono nati.

Se la madre non vuole allevare il bimbo, ci sono molte altre famiglie che, non possono avere figli e che sono disposte a riceverli. Nel mondo ci sono più persone che desiderano avere figli di figli che si possono adottare.

Il solo fatto che non si desidera che qualcuno venga alla vita non ci dà il diritto di ucciderlo. I nostri desideri non debbono intaccare i diritti degli altri, specialmente il diritto di vivere. Davanti a Dio e davanti agli uomini una madre con un figlio sono due persone.



"A questo punto vi voglio raccontare di una ragazza che seppe di essere gravida. Era fidanzata, ma il fidanzato non era il padre del bimbo. La sua famiglia era povera, perciò era duro per la famiglia mantenere un'altra bocca da sfamare. La sua famiglia aveva una buona reputazione ed ella non voleva che si spettegolasse. Abortire avrebbe potuto essere una soluzione al suo problema. Ma ella non volle abortire. Partorì un bimbo, un maschietto, e lo chiamò Gesù."



di NORMAN L. GEISLER






Bobbio: ecco perché sono contro l'aborto
Giulio Nascimbeni


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Alla vigilia del referendum sull'aborto, il «Corriere della sera» dell'8 maggio 1981 pubblicò un'intervista di Giulio Nascimbeni a Norberto Bobbio. Il filosofo, tra i massimi esponenti della cultura laica del dopoguerra, spiega così le sue ragioni a favore della vita.

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Sono con Norberto Bobbio nel suo studio di Torino, fra scaffali gremiti e tavoli coperti da giornali e riviste. «Non parlo volentieri di questo problema dell'aborto» mi dice. Gli chiedo perché. «È un problema molto difficile, è il classico problema nel quale ci si trova di fronte a un conflitto di diritti e di doveri».

Quali diritti e quali doveri sono in conflitto?

«Innanzitutto il diritto fondamentale del concepito, quel diritto di nascita sul quale, secondo me, non si può transigere. È lo stesso diritto in nome del quale sono contrario alla pena di morte. Si può parlare di depenalizzazione dell'aborto, ma non si può essere moralmente indifferenti di fronte all'aborto».

Lei parlava di diritti, non di un solo diritto...

«C'è anche il diritto della donna a non essere sacrificata nella cura dei figli che non vuole. E c'è un terzo diritto: quello della società. Il diritto della società in generale e anche delle società particolari a non essere superpopolate, e quindi a esercitare il controllo delle nascite».

Non le sembra che, così posto, il conflitto fra questi diritti si presenti pressoché insanabile?

«È vero, sono diritti incompatibili. E quando ci si trova di fronte a diritti incompatibili, la scelta è sempre dolorosa».

Ma bisogna decidere.

«Ho parlato di tre diritti: il primo, quello del concepito, è fondamentale; gli altri, quello della donna e quello della società, sono derivati. Inoltre, e questo per me è il punto centrale, il diritto della donna e quello della società, che vengono di solito addotti per giustificare l'aborto, possono essere soddisfatti senza ricorrere all'aborto, cioè evitando il concepimento. Una volta avvenuto il concepimento, il diritto del concepito può essere soddisfatto soltanto lasciandolo nascere».

Quali critiche muove alla legge 194?

«Al primo articolo è detto che lo Stato "garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile". Secondo me, questo diritto ha ragione d'essere soltanto se si afferma e si accetta il dovere di un rapporto sessuale cosciente e responsabile, cioè tra persone consapevoli delle conseguenze del loro atto e pronte ad assumersi gli obblighi che ne derivano. Rinviare la soluzione a concepimento avvenuto, cioè quando le conseguenze che si potevano evitare non sono state evitate, questo mi pare non andare al fondo del problema. Tanto è vero che, nello stesso primo articolo della 194, è scritto subito dopo che l'interruzione della gravidanza non è mezzo per il controllo delle nascite».

E se, abrogando la legge 194, si tornasse ai «cucchiai d'oro», alle «mammane», ai drammi e alle ingiustizie dell'aborto clandestino? L'aborto è una triste realtà, non si può negarla.

«Il fatto che l'aborto sia diffuso, è un argomento debolissimo dal punto di vista giuridico e morale. E mi stupisce che venga addotto con tanta frequenza. Gli uomini sono come sono: ma la morale e il diritto esistono per questo. Il furto d'auto, ad esempio, è diffuso, quasi impunito: ma questo legittima il furto? Si può al massimo sostenere che siccome l'aborto è diffuso e incontrollabile, lo Stato lo tollera e cerca di regolarlo per limitarne la dannosità. Da questo punto di vista, se la legge 194 fosse bene applicata, potrebbe essere accolta come una legge che risolve un problema umanamente e socialmente rilevante».

Esistono azioni moralmente illecite ma che non sono considerate illegittime?

«Certamente. Cito il rapporto sessuale nelle sue varie forme, il tradimento tra coniugi, la stessa prostituzione. Mi consenta di ricordare il Saggio sulla libertà di Stuart Mill. Sono parole scritte centotrent'anni fa, ma attualissime. Il diritto, secondo Stuart Mill, si deve preoccupare delle azioni che recano danno alla società : "il bene dell'individuo, sia esso fisico o morale, non è una giustificazione sufficiente"».

Questo può valere anche nel caso dell'aborto?

«Dice ancora Stuart Mill: "Su se stesso, sulla sua mente e sul suo corpo, l'individuo è sovrano". Adesso le femministe dicono: "Il corpo è mio e lo gestisco io". Sembrerebbe una perfetta applicazione di questo principio. Io, invece, dico che è aberrante farvi rientrare l'aborto. L'individuo è uno, singolo. Nel caso dell'aborto c'è un "altro" nel corpo della donna. Il suicida dispone della sua singola vita. Con l'aborto si dispone di una vita altrui».

Tutta la sua lunga attività, professor Bobbio, i suoi libri, il suo insegnamento sono la testimonianza di uno spirito fermamente laico. Immagina che ci sarà sorpresa nel mondo laico per queste sue dichiarazioni?

«Vorrei chiedere quale sorpresa ci può essere nel fatto che un laico consideri come valido in senso assoluto, come un imperativo categorico, il "non uccidere". E mi stupisco a mia volta che i laici lascino ai credenti il privilegio e l'onore di affermare che non si deve uccidere».



www.acquaviva2000.it
05/03/2008 11:20
 
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la continua lotta tra il bene e il male
conduce le nostre menti alla lotta
la lotta tra di noi x gli emendamenti
la lotta x combatter il potere di turno
la lotta x decidere delle nostre vite
la lotta x decidere delle vite dei nostri figli

come se i figli fossero cani da adottare
e non doni del cielo

ancora una volta siamo intrappolati e
aspettiamo che POLICAMENTE si decida x il nostro bene
senza mai porsi un esame di coscienza
atto alla vera decisione sull'ESSERE
noi abbiamo questa prerogativa
noi abbiamo la capacità di scindere
tra L'AMORE E L'ODIO
nessuna legge potrà mai decretare le nostre scelte
dettate solo dalla profonda consapevolezza delle nostre azioni
finchè ci sarà violenza ogni campo sarà infestato
ogni subdolo potere potrà giocare l'eterno gioco del dettare
ma al nostro ESSERE supremo, al nostro sè
niente potrà tangere + di quanto non possa farlo Dio
e Dio non ha mai giudicato nè decretato le nostre azioni

05/03/2008 16:06
 
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sono d´accordo.....
l´aborto e una scelta non una imposizione.....

il partorire e una scelta non una imposizione....

la seconda scelta e piu giusta della prima ma sono entrambi "scelte"....

le scelte nascono da una liberta....

le imposizioni dall´oppressione.....

le scelte nascono da un pensiero.....

le imposizioni da un autoritarismo.....

sono le possibilita d iscelta che rendono l´uomo libero le imposizioni lo rendono schiavo....



05/03/2008 17:45
 
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Re: sono d´accordo.....

ugualmente, 5.3.2008 16:06:

l´aborto e una scelta non una imposizione.....


il partorire e una scelta non una imposizione....
L aborto é una scelta e non-scelta(consapevolezza?!)...ma sicuro per il BAMBINO é imposizione...cioé il piu "forte,la madre,si IMPONE sul bimbo....cioé il piu indifeso soccombe sulla "libertá del piu forte...ne piu ne meno di tante problematiche sociali...


la seconda scelta e piu giusta della prima ma sono entrambi "scelte"....



Scelte della madre,non di chi deve morire,il figlio.


le scelte nascono da una liberta....



Non esiste libertá dove vi é morte...e la libertá di essere ucciso...questo?


le imposizioni dall´oppressione.....



Le imposizioni nascono nel momento che una scelta lede un altra via:imposizione é per assassini,ladri,pedofili e tanto altro...ma non si vorrá dire che é ingiusto??!!...infondo anche loro hanno diritto ad una "scelta-libera"...un percorso della loro vita...oppure no?



le scelte nascono da un pensiero.....



...e prima del pensiero...vi sono le emozioni...


le imposizioni da un autoritarismo.....



L imposizione nasce da un DOVERE di difesa...visto la PLURALIT8 di vite e di modi di percepire la "giustizia"


sono le possibilita d iscelta che rendono l´uomo libero le imposizioni lo rendono schiavo....



La libertá non é data da una scelta,anch essa prestabilita...la libertá é sapere di non essere libero per amore di un altro...questa é vera "libertá"....la libertá del donarsi....

La libertá che tanto si decanta come un ideologia da favole...dovrebbe allora prevedere la libertá del nascituro...oppure é di serie ?...se di serie B mi si spieghi perché...






05/03/2008 18:10
 
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nutro profondo rispetto per tutte le forme di vita e trovo che il posizionare gli umani in cima alla piramide dell'importanza, sia del tutto arbitrario.
non per giustificare l'aborto, ma Livia, tu sei proprio sicura che il feto sia un essere umano?
e cosa è un essere umano?
uccidiamo tutti i giorni o siamo complici di uccisioni tutti i giorni..

...sperando che si mettano in moto dinamiche non violente...
[Modificato da Salidum 05/03/2008 18:11]
Ognuno in cuor suo, sa cosa è giusto e cosa è sbagliato
05/03/2008 20:44
 
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Re:
Salidum, 5.3.2008 18:10:

nutro profondo rispetto per tutte le forme di vita e trovo che il posizionare gli umani in cima alla piramide dell'importanza, sia del tutto arbitrario.
non per giustificare l'aborto, ma Livia, tu sei proprio sicura che il feto sia un essere umano?
e cosa è un essere umano?
uccidiamo tutti i giorni o siamo complici di uccisioni tutti i giorni..

...sperando che si mettano in moto dinamiche non violente...



...se lo lasci crescere...cosa diventa? [SM=g27823]

Il fatto che un cuore giá batte ad un mese...e lo si spegne...come si chiama?

Quando i cromosomi si uniscono...é giá nata l unicitá di quel vivete,cioé il futuro essere umano...cioé giá esistente ancora prima che i nostri occhi vedano...non é forse che cio che veramente ci fá vivere a noi umani,non é certamente cio che gli occhi vedono.....ma cio che é oltre l occhio?


www.novena.it/teresa/fioretto1.htm [SM=g27823]

Lei é la Santa,la donna piu eccezzionale che il mio cuore riceve...
Lí in quel sito ci sono tante frasi e scritti di lei...sono acqua per i cuori assetati...sono un segno che si puo fare...che ce la possiamo fare....ci vuole amore...e non solo,insegnarlo anche a chi nel momento particolare della vita,si sente con le spalle al muro,senza via d uscita e magari senza qualcuno che la ami...
Non con la morte di un altro si dá la vita ad un altro...tanto meno quando questo é quel immenso legame madre-figlio...

05/03/2008 20:48
 
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L’EMBRIONE UMANO: COME VA CONSIDERATO?
Che cos’è l’embrione?



E’ il frutto della fusione di due cellule germinali, una della madre (ovocita) e l’altra del padre (spermatozoo). Tale processo di fusione si chiama fecondazione /concepimento, da cui ha inizio il ciclo vitale di un individuo umano.



Quale dignità gode l’embrione?



Esso gode della dignità di essere umano e, quindi, del proprio diritto alla vita fin dai suoi primi giorni di intensa e autonoma attività secondo la legge scritta nel suo piano-programma inciso nel DNA.



Dove si fonda tale affermazione?



Sulla scienza anzitutto, e poi anche sulla fede cristiana.



La Scienza che cosa dice circa l’embrione umano?



Alcuni dati di carattere scientifico, medico, genetico illustrano l’identità dell’embrione umano a partire dal suo concepimento. La ricerca scientifica ha mostrato come l’embrione possieda una propria identità individuale sin dal concepimento. È attraverso la fecondazione che inizia la vita individuale - e, dunque, personale - di ciascuno di noi. Lo documentano innumerevoli studi di citologia e citogenetica, genetica molecolare, biologia della riproduzione e dello sviluppo, e ostetricia.

La conoscenza della verità biologica dell’embrione umano e la riflessione razionale sopra il suo reale stato ontologico conducono pertanto ad affermare che l’embrione umano non è qualcosa, ma qualcuno.

Infatti:

- Dal punto di vista biologico, la formazione e lo sviluppo umano appare come un processo unico, continuo, coordinato e graduale sin dalla fecondazione, con la quale si costituisce un nuovo organismo umano dotato di capacità intrinseca di svilupparsi autonomamente in un individuo adulto. I più recenti contributi delle scienze biomediche apportano preziose evidenze sperimentali alla tesi dell’individualità e continuità dello sviluppo embrionale.

- Dal momento in cui l’ovulo è fecondato, si inaugura una vita che non è quella del padre o della madre, ma di un nuovo essere umano che si sviluppa per proprio conto. Non sarà mai reso umano se non lo è stato fin da allora. Questa dottrina rimane valida e viene peraltro confermata, se ve ne fosse bisogno, dalle recenti acquisizioni della biologia umana, la quale riconosce che nello zigote derivante dalla fecondazione dei due gameti si è già costituita l’identità biologica di un nuovo individuo umano.

- Per il fatto che è concepito, in quello stesso istante l’essere umano è dotato non solo di un codice genetico, ma anche di un valore antropologico unico e del diritto fondamentale alla vita.

- Le stesse tecniche di fecondazione artificiale - facendo avvenire il concepimento sotto osservazione microscopica in un laboratorio - documentano con inesorabile evidenza che chi si impianterà e crescerà nel grembo della madre, l’embrione, si è formato e ha già iniziato a svilupparsi dal momento della fecondazione. Quello che si realizza in laboratorio è lo stesso processo che avviene naturalmente nell’ampolla tubarica della madre.

- Paradossalmente, sono proprio i fautori della fecondazione artificiale e della sperimentazione sull’embrione umano, che intenderebbero giustificare la sua manipolazione e distruzione negandone l’identità di essere umano, ad avere mostrato con le loro ricerche scientifiche e pratiche cliniche che l’embrione umano è uno di noi perché ciascuno di noi è stato uno come lui, all’inizio della propria vita. Questa affermazione trova la forza della sua ragionevolezza nel fatto (indubitabile) che, se la nostra esistenza fosse stata interrotta quando eravamo un embrione, non avremmo mai visto la luce.

- L’ovocita fecondato è un essere umano fin nelle prime fasi del suo sviluppo, opera come un individuo distinto dalla madre ed è intrinsecamente orientato verso una precisa evoluzione individuale. Tutto questo impone la difesa assoluta dell’embrione, nei confronti di ogni intervento che impedisce il proseguimento della gravidanza.

Non è qui in gioco la fede, bensì la ragione, e dunque la risposta vale per tutti, credenti e non credenti.



Quali caratteristiche ha, pertanto, l’embrione, secondo la Scienza?



L’embrione:

è già un essere singolare, opera come un individuo distinto dalla madre, con una precisa individualità somatica. Cioè, ci troviamo di fronte a una entità biologica che ha una sua precisa «individualità» nel corpo (soma): I’embrione evidenzia una individualità sua, ben riscontrabile all’analisi del citogenetista che lo osserva. Ora, oggi noi siamo molto attenti alla nostra «individualità somatica», cioè alla nostra identità corporea, non diciamo più «io ho un corpo», ma «io sono il mio corpo»;

si presenta assolutamente unico e irripetibile. Cioè, ogni embrione umano è «unico», non esiste sulla faccia della terra la possibilità che nasca un embrione identico a quello, non è mai esistito in passato uno identico a lui, e non esisterà mai, sin dal primo istante futuro, uno che possa essere come lui. Ora, ciò è proprio quello che antropologicamente chiamiamo la dignità dell’uomo: ogni uomo è un unico, ogni uomo può dare al mondo ciò che nessun altro potrà mai dargli, ogni uomo per la sua irripetibilità è degno dell’amore degli altri perché potranno ricevere da lui ciò che nessun altro potrà mai dare loro. Sbagliano coloro per i quali l’embrione sarebbe qualcosa di ‘indifferenziato’ nei suoi primi giorni di vita, e sarebbe ‘indifferenziato’ perché, messo in ambienti diversi, potrebbe diventare molte cose diverse dall’esser uomo. E’ come se dicessero: un uomo vivente è indifferenziato perché se invece di lasciarlo a casa sua lo mettiamo sul fuoco egli diventa cenere, o se, vivo come si ritrova, lo mettiamo sotto terra diventa polvere…

è un essere umano in sviluppo secondo un progetto fissato già nel concepimento: tale sviluppo è da intendersi non nel senso di una trasformazione ontologica, qualitativa, ma nel senso di una evoluzione omogenea, di sviluppo armonico. Si tratta di presenza di un essere umano con una capacità attiva ed intrinseca di sviluppo, e non di una mera possibilità di vita. Cioè tutto ciò che l’embrione da quel momento in poi è, tutta la sua storia biologica è già tutta presente in codice. Tutto ciò che si formerà successivamente è già presente nel genoma dell’embrione, sin dal primo istante. Per questo non si potrà mai accettare che l’embrione è un essere umano «in potenza», perché in potenza non è l’embrione in quanto l’embrione è già tutto ciò che è: ma in potenza è soltanto il suo sviluppo. Cioè ci troviamo di fronte non a un essere umano in potenza, che in atto ancora non lo è, ma di fronte a un essere umano che ha già in sé tutte le future potenzialità di sviluppo;

è un terminus a quo già destinato ex natura sua a tradursi nel terminus ad quem del dinamismo intrinseco; e non in un qualsiasi terminus ad quem , ma soltanto in quello che corrisponde alle indicazioni ontologiche della sua natura;

è un essere differente dall’adulto, ma tali differenze vanno viste all’interno di una concezione della vita umana che riconosce diverse tappe dall’infanzia alla vecchiaia;

esso, anche dal punto di vista strettamente biologico, non è solo recettore passivo, ma interagisce con il suo ambiente vitale;

è portatore di una dignità antropologica: in forza dell’unità sostanziale del corpo con lo spirito, l’embrione non ha soltanto un significato biologico; esso è portatore di una dignità antropologica, che ha il suo fondamento nell’anima spirituale che lo pervade e lo vivifica;

è un essere umano che è figlio, fin delle primissime fasi della sua esistenza, e cioè fin dal momento in cui i patrimoni genetici del padre e della madre si uniscono. Tutto questo segna e condiziona la sua appartenenza alla specie umana, il legame ereditario e le note biologiche e somatiche dell’individualità. La sua influenza nella struttura dell’essere corporeo è determinante dal primo albore del concepimento fino alla morte naturale;

è il più debole di tutte le creature umane.



L’embrione è persona?



La scienza non può dire nulla al riguardo, essendo il concetto di persona una nozione che va al dà della competenza scientifica. Anche la Chiesa non dice espressamente che l’embrione è persona. Tuttavia occorre riaffermare che tale valore di persona non è riconosciuto al soggetto umano dai genitori, dalla società o dallo Stato, oppure perché egli l’acquisisce con l’età. Viceversa, l’essere persona è una prerogativa connaturale all’essere umano. Il “concetto”, il “valore” di persona accompagna l’individuo dall’alba fino al tramonto naturale. Sussiste in lui sempre, anche quando non ha la facoltà di intendere e di volere; quando è nel grembo della madre, quando dorme, quando è in coma.

La Chiesa Cattolica non esclude certo a priori che l’embrione sia persona, ma non lo afferma definitoriamente. Dice che va trattato COME una persona. L’istruzione Donum Vitae della Congregazione per la Dottrina della Fede afferma che “l´essere umano è da rispettare - come una persona - fin dal primo istante della sua esistenza”.



Che cosa afferma la fede cristiana circa l’embrione?



La fede cristiana accoglie la concezione scientifica, sopradescritta. Le conclusioni di natura scientifica sono assunte dal Magistero della Chiesa non come prove incontrovertibili, ma come un’indicazione preziosa per discernere razionalmente una presenza umana fin dal primo comparire di una vita umana. La prospettiva teologica, a partire dalla luce che la rivelazione proietta sul senso della vita umana e sulla dignità della persona, conforta e sostiene la ragione umana nelle sue conclusioni scientifiche, senza pregiudicare la validità delle acquisizioni raggiunte mediante l’evidenza razionale.

La fede cristiana va oltre, completa le suddette positive acquisizioni scientifiche. Infatti essa afferma che:

- l’uomo fin dal grembo materno, appartiene a Dio che tutto scruta e conosce, che lo forma e lo plasma con le sue mani, che lo vede mentre è ancora un piccolo embrione informe e che in lui intravede l’adulto di domani, i cui giorni sono contati e la cui vocazione è già scritta nel «libro della vita» (cfr. Sal 139, 1.13-16). Anche quando è ancora nel grembo materno, -come testimoniano numerosi testi biblici (cfr. Ger 1, 4-5; Ps 71, 6; Is 46, 3; Gb 10, 8-12; Ps 22, 10-11, oltre ai testi di Luca)-, l’uomo è il termine personalissimo dell’amorosa e paterna provvidenza di Dio;

- l’essere umano ha la dignità di una creatura che Dio ha voluto per se stessa;

- l’embrione umano, in quanto essere umano, è in una speciale relazione con Dio. L’embrione è così relazionato non solo a coloro da cui provengono le componenti originarie che lo costituiscono (i suoi genitori), ma anche alla sorgente ultima di ogni vita, che il cristiano riconosce in Dio.

L’unicità e irripetibilità dell’embrione ha anche un valore teologico: come Dio nella sua identità più profonda è assolutamente unico e irripetibile, così ha talmente amato l’uomo da iscrivere nella nostra carne - nella nostra struttura genetica - la Sua immagine.

D’altra parte nella fecondazione umana si tratta della generazione di un essere umano. I suoi genitori non sono vegetali o animali. Dunque sin dall’inizio l’embrione è ordinato per natura sua a ricevere da Dio l’anima spirituale.

Il fatto che l’embrione ha una sua individualità somatica, ha anche un valore teologico: Dio ha talmente amato la nostra corporeità, da scegliere di incarnarsi nel Suo Figlio Gesù Cristo, di farsi corpo come noi, perché noi potessimo conoscere Lui.



Quali effetti produce questa speciale relazione che Dio ha con l’embrione?



Dio, donando la vita all’embrione, lo crea a propria immagine e somiglianza.



In che senso l’uomo è creato a «immagine di Dio»?



“L’uomo è creato a immagine di Dio nel senso che è capace di conoscere e di amare, nella libertà, il proprio Creatore. È la sola creatura, su questa terra, che Dio ha voluto per se stessa e che ha chiamato a condividere, nella conoscenza e nell’amore, la sua vita divina. Egli, in quanto creato a immagine di Dio, ha la dignità di persona: non è qualcosa, ma qualcuno, capace di conoscersi, di donarsi liberamente e di entrare in comunione con Dio e con le altre persone” (Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 66).

“Dio stesso, creando l’uomo a propria immagine, ha iscritto nel suo cuore il desiderio di vederlo. Anche se tale desiderio è spesso ignorato, Dio non cessa di attirare l’uomo a sé, perché viva e trovi in lui quella pienezza di verità e di felicità, che cerca senza posa. Per natura e per vocazione, l’uomo è pertanto un essere religioso, capace di entrare in comunione con Dio. Questo intimo e vitale legame con Dio conferisce all’uomo la sua fondamentale dignità” (COMPENDIO DEL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA, n. 2).

Dio dona all’embrione umano l’anima spirituale, la quale non viene dai genitori, ma è creata direttamente da Dio ed è immortale.

Il frutto della generazione umana, dal primo momento della sua esistenza, esige il rispetto incondizionato che è moralmente dovuto all’essere umano nella sua totalità corporale e spirituale.

La vita fisica umana è un bene morale primario e fondamentale, che reclama di essere promosso, difeso e rispettato, pur attendendo il compimento della sua perfezione che si realizzerà nella condizione soprannaturale ed eterna.

Il riconoscimento della vita come dono creato da Dio orienta l’uomo a vivere la sua esistenza come un bene da donare al suo Creatore e ai fratelli.

I genitori - non escluso il paterfamilias - non hanno potere assoluto sui figli. La vita del nascituro è sotto il dominio di Dio, l’unico che può darla e che può toglierla.



Da dove deriva il dovere di rispettare l’embrione?



L’atteggiamento etico di rispetto e cura della vita, della dignità e della integrità dell’embrione:

- è richiesto dalla presenza di un essere umano che deve essere considerato come una persona

- è motivato da una concezione unitaria dell’uomo (Corpore et anima unus) che va riconosciuta sin dal primo sorgere dell’essere umano

- è giustificato dal fatto che ogni essere umano non può mai venire ridotto a un mezzo, ma è sempre un fine

- è motivato dal fatto che l’embrione è essere umano e quindi sacro, essendo vita umana: la vita umana è sacra perché fin dal suo inizio comporta “l’azione creatrice di Dio” e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Il nascituro è un qualcuno la cui dignità va sempre onorata e difesa in tutte le sue fasi che riguardano la sua crescita e sviluppo fino al raggiungimento della pienezza della condizione adulta.

Il dovere di rispettare l’embrione umano come persona umana deriva, pertanto, dalla realtà delle cose e dalla forza dell’argomentazione razionale e non esclusivamente da una posizione di fede.

Va rilevato peraltro che la posizione della Chiesa non è un’imposizione fatta in nome della fede che professa, contribuendo con tale comportamento - come si cerca di far credere - a impedire il progresso scientifico; ma è, al contrario, come afferma espressamente l’Istruzione Donum vitae della CDF, un intervento «ispirato all’amore che essa deve all’uomo aiutandolo a riconoscere e rispettare i suoi diritti e i suoi doveri».

Riconoscimento dettato dalla ragione, cioè dall’uomo che riflette su se stesso e sulle sue azioni, derivandone le proprie responsabilità.



Che cosa bisogna rifiutare per proteggere l’embrione?



Va rifiutata la tesi di coloro che sostengono che l’embrione umano sarebbe:

- un «insieme di cellule» umane, il quale, tuttavia, non costituirebbe un reale individuo umano, ma lo sarebbe soltanto «in potenza» per diventare tale a un dato momento, da stabilire per convenzione, nel processo del suo sviluppo

- un prezioso strumento tecnologico sotto l’egida di una «buona azione» medica, con i pretesti del progresso della scienza, della tecnologia e della medicina in particolare, in vista di importanti nuove vie terapeutiche a servizio dell’uomo. Si avrebbe così uno sfruttamento dell’embrione, sfruttamento tanto più biasimevole perché spesso alimentato da mire commerciali

- un puro «materiale biologico», senza una propria identità nel quadro della vita e senza la dignità propria dell’essere umano, e pertanto può essere trattato come un «oggetto»

- non meritevole di alcuna particolare attenzione morale, né di uno statuto speciale in quanto potenziale essere umano, ma tutt’al più di un rispetto proporzionale al suo grado di sviluppo, rispetto controbilanciato, soprattutto negli stadi iniziali, dai benefici potenziali derivanti dalla ricerca.

Va rifiutato:

- ogni intervento sul genoma che non sia rivolto al bene della persona, intesa come unità di corpo e spirito, o che ne violi l’integrità e la dignità

- ogni tipo di manipolazione che metta a grave rischio la vita dell’embrione: analisi, crioconservazione (“congelamento”) in alternativa al trasferimento in utero, sperimentazioni scientifiche sull’embrione in particolare quando si trova fuori dal corpo della madre (“in provetta”), selezione dei concepiti attraverso la diagnosi genetica prima del loro impianto in utero…

- la distruzione volontaria dell’embrione, la quale è un aborto, un omicidio. E va notato che “la libertà di uccidere non è una vera libertà, ma è una tirannia che riduce l’essere umano in schiavitù” (BENEDETTO XVI).



Come la chiesa considera la soppressione dell’embrione?



La Chiesa ha sempre considerato un delitto particolarmente crudele la soppressione deliberata del concepito. «Del resto, tale è la posta in gioco che, sotto il profilo dell’obbligo morale, basterebbe la sola probabilità di trovarsi di fronte a una persona per giustificare la più netta proibizione di ogni intervento volto a sopprimere l’embrione umano. [...] L’essere umano va rispettato e trattato come una persona fin dal suo concepimento» (Evangelium vitae, n. 60).



Che cosa pensa la Chiesa Cattolica dell’embrione, frutto di una fecondazione artificiale?



L’embrione, anche se concepito attraverso la fecondazione artificiale (non accettabile moralmente), ha tutti i diritti e doveri di qualsiasi altra persona, ha la stessa dignità, merita lo stesso rispetto di ogni altro essere umano.



Qual è il compito dello Stato?



Gli stati e le leggi positive hanno il compito di riconoscere, non di creare una definizione di essere umano, in quanto non è l’autorità, ma la verità che fa il diritto. E la verità è che dal momento della fecondazione inizia un processo continuo di sviluppo di un nuovo individuo, che non può essere arbitrariamente diviso in fasi con un valore diverso, e quindi con un grado diverso di protezione, e che il suo patrimonio genetico è quello dell’individuo adulto che si svilupperà. Non spetta al diritto positivo definire l’ontologia dell’essere umano.

Dal punto di vista giuridico, il nodo cardinale del dibattito sulla tutela dell’embrione umano non concerne la reperibilità di soglie di umanità più o meno tardive rispetto alla fecondazione, ma riguarda il riconoscimento dei diritti umani fondamentali in ragione del fatto di essere uomo ed esige anzitutto in nome del principio di uguaglianza il diritto alla vita e all’integrità fisica fin dal primo momento della sua esistenza. Esistono dei diritti del nascituro, che vanno tutelati anche dalla legislazione umana, tanto più che il nascituro appartiene alla categoria dei deboli e degli indifesi. Esiste ad esempio il diritto del nascituro ad avere un padre e una madre noti; il diritto a una identità biologica, anagrafica ed affettiva.



La Chiesa è contraria alla ricerca scientifica?



No certamente, e la storia lo dimostra. La Chiesa è contraria a un certo tipo di ricerca da parte della scienza, che degradi ad esempio l’embrione a strumento di laboratorio. La ricerca scientifica in campo genetico va incoraggiata e promossa, ma, come ogni altra attività umana, non può mai essere esente da imperativi morali.

Le buone e autentiche conquiste della scienza svelano sempre più la grandezza del Creatore, perché consentono all’uomo di constatare l’ordine insito nel creato e di apprezzare le meraviglie del suo corpo, oltre che del suo intelletto, nel quale, in qualche misura, si riflette la luce del Verbo “per mezzo del quale tutte le cose sono state create” (Gv. 1,3)

La scienza, e in particolare lo scienziato, deve rispettare le norme morali, quali ad esempio:

- non tutto ciò che è scientificamente, tecnicamente fattibile è anche moralmente accettabile

- non è giusto ottenere un bene attraverso il male

- il fine non giustifica i mezzi: pertanto il servizio alla vita va realizzato con mezzi leciti

- quanto alla vita (sia del nascere, sia del vivere, sia del morire) non siamo nè padroni, nè creatori, ma amministratori

- occorre salvaguardare il contesto sacro della vita (soprattutto nel suo nascere e morire).

È incisivo il ricordo che Giovanni Paolo II lasciava ai membri della Pontificia Accademia delle Scienze il 29 ottobre 1994: «Non bisogna lasciarsi affascinare dal mito del progresso, come se la possibilità di realizzare una ricerca o mettere in opera una tecnica permettesse di qualificarle immediatamente come moralmente buone. La bontà morale si misura dal bene autentico che procura all’uomo considerato secondo la duplice dimensione corporale e spirituale».




06/03/2008 11:45
 
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ripeto
se si vuole abolire l´aborto non lo si fa imponendolo....

l´aborto e stata una scelta e resta una scelta....

non e un imposizione legislativa quindi non lede il diritto delle madri quando queste decidono di portare a compimento la nascita del bambino....

ma se la madre non vuole portare a compimento questa nascita la legge gli concede l´utlilizzo dello strumento abortivo....che volendo puo essere portata anche personalmente all´insaputa di chiunque tramite uno strumento farmaceutico....cioe io abortisco con o senza la legge...

allora esiste una scelta concessa che riconosce il desiderio di una donna anche quando questa va contro un valore universale come il "diritto alla nascita".....perche esiste anche un diritto a "non voler la nascita" espressa da un altro individuo ovvero quello che porta a compimento il concepimento.....

abbiamo diritti da entrambi le parti....la decisione puo nascere da motivazioni valide citate nei post precedenti quindi vanno raggionate pure quelle e considerate.....

la gravidanza non e un obbligo.....e non lo si puo imporre se la persona ha deciso diversamente....e un´imposizione autoritaria che non puo essere giustificata in nome di nulla.....

Ora si parla di volonta diritto alla vita del nascituro......bene volgiamo garantire la vita del nascituro.....allora si metta in condizione chi non vuole portare a termine la gravidanza di portarla a termine e poi la societa si fa garante del nascituro....

E un abbandono autorizzato ma non si lede il diritto alla vita....la societa "garantisce la vita del nascituro"....ovvero lo nutro lo veste lo manda a scuola lo fa crescere si preoccupa di lui quando non torna a casa in orario....

La vita non e solo la nascita....e tutto il percorso esistenziale di una persona fino alla sua morte.....e chi dice che noi abolendo l´aborto li garantiamo "il diritto alla vita".....

se si parla di diritto alla vita allora deve essere in toto non solo quando nasce e poi viene abbandonato a se stesso....

ma le adozioni vengono gia concesse a norma di legge....quindi io posso far nascere il bambino e poi lasciarlo in adozione.....

ma non tutti i bambini vengono adottati molti crescono orfani....eppure essere orfano non e un diritto.....

Se si parla di diritti si parla di tutti i diritti dell´individuo non si attacca solo l´aborto.....

e questo che non mi va giu.....si attacca na legge che non impone nulla solo perche e una cosa scritta che si puo cambiare ma in realta comporta tante condizione tristemente reali che non si cambiano solo cancellando una legge....

Vengono calpestati tanti "diritti alla vita" quotidianamente ma consci di non poterci fare nulla ci si sfoga su di una legge.....

Il diritto alla vita se si vuole tutelarlo richiede un cambiamento della societa non di una legge....

E imporre una eliminazione di una legge scavalcando un processo legislativo che prevede una consultazione di tutti i cittadini di una nazione e una scelta assolutista non democratica......

06/03/2008 11:50
 
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la vita...
non e solo venire al mondo...



domanda...io prendo un farmcao per abortire lo faccio all´insaputa di chiunque....il bambino non nasce.....

Quindi?....

Che si fa?.....


aboliamo il farmaco che uccide....e come mai non aboliamo le armi?....

Tutela al diritto alla vita...

belle parole
06/03/2008 12:05
 
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Re: la vita...
ugualmente, 06/03/2008 11.50:

non e solo venire al mondo...



domanda...io prendo un farmcao per abortire lo faccio all´insaputa di chiunque....il bambino non nasce.....

Quindi?....

Che si fa?.....


aboliamo il farmaco che uccide....e come mai non aboliamo le armi?....

Tutela al diritto alla vita...

belle parole


condivido.
abolire, punire, vietare serva a poco...

occorrerebbe mettere in moto dinamiche non violente.



Ognuno in cuor suo, sa cosa è giusto e cosa è sbagliato
06/03/2008 12:42
 
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voi siete NATURA.

Come radici.

se vi autoestirpate negate alla casualità una determinata occasione.

in effetti nessuno sa se una radice estirpata anzitempo, sarebbe divenuta in seguito una meravigliosa pianta dai dolcissimi frutti, o un rovo di spine avvelenate.

in natura molte creature animali hanno una madre che uccide i piccoli se consapevolmente si rende conto che non potrà nutrirli, anche se molto probabilmente quei piccoli o molti di loro sarebbero sopravissuti comunque.


perchè dovreste essere diversi quindi da questi animali ?

la vostre differenze risiedono nei principi emotivi per i quali si decide di fare figli oppure non farli oppure abortirli.

immaginate di svegliarvi una mattina in un mondo dove non nascono piu' bambini da oltre 10 anni.

poi passano altri 10 anni e l'umanità sempre piu' vecchia.

che valore avrebbe l'uomo piu' giovane della terra ? cioè quello che ha 20 anni ?


poi una mattina improvvisamente nella disperazione umana, si sente un vagito.


CHE VALORE AVREBBE QUEL BAMBINO ?
06/03/2008 15:22
 
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Re: ripeto

ugualmente, 6.3.2008 11:45:

se si vuole abolire l´aborto non lo si fa imponendolo....


Come fu imposto come legge tramite raggiri,é giusto che questa imposizione cessi...anche perché,in veritá,non ottemparno a tutta la legge...non danno le giuste informazioni alle future madri,i media non dicono cos é realmente l aborto e il feto....ci scommetti che se in ogni consultorio dove una donna vá per abortire,mettessero dei filmati per parcondition,molte madri cambierebbero idea???
La veritá,ugualmente...é che le donne NON sono informate.




l´aborto e stata una scelta e resta una scelta....



L aborto é stata una truffa mediatica...e non é stata una scelta...se scelta vuole dire essere informati e poi scegliere.
Come mai se é una scelta onu fa pressioni di non dare aiuti ai paesi poveri se non inseriscono l aborto?...una scelta?
E poi,permettimi...dov é la scelta del nascituro?...lui ha forse scelta?



non e un imposizione legislativa quindi non lede il diritto delle madri quando queste decidono di portare a compimento la nascita del bambino....



Lede il diritto del piu debole!...il bambino....


ma se la madre non vuole portare a compimento questa nascita la legge gli concede l´utlilizzo dello strumento abortivo....che volendo puo essere portata anche personalmente all´insaputa di chiunque tramite uno strumento farmaceutico....cioe io abortisco con o senza la legge...



Sí,la legge ti permette la sopressione...ma chi dice che una legge,perché legge,é giusta?...non vi sono forse tante leggi che non son giuste? Non ne abbiamo dimostrazione ogni giorno?
Lo conosci il vecchio detto "fatta la legge,fatto l inganno"?
Resta il fatto che mi si mette davanti sempre la madre...e quando si parla di figlio...si sorvolano i discorsi.
Ripeto...qualcuno chiede qualcosa a quella creatura?



allora esiste una scelta concessa che riconosce il desiderio di una donna anche quando questa va contro un valore universale come il "diritto alla nascita".....perche esiste anche un diritto a "non voler la nascita" espressa da un altro individuo ovvero quello che porta a compimento il concepimento.....


Hai detto giusto...riconosce un "desiderio" a discapito di un altro,la soppravivemza della vita...
Sai,lo stesso diritto l hanno i parenti che hanno subito una morte per assassinio quando vogliono la pena di morte...é nel loro diritto,ma se volessero,col perdono...potrebbero lasciargli il diritto di vita....la base é sempre quella...NESSUNO ha diritto togliere a nessuno la vita...
Non vi sono mi e ma...diritti di legge o no...vi é solo il diritto alla vita che é superiore a qualsiasi altro diritto...


abbiamo diritti da entrambi le parti....la decisione puo nascere da motivazioni valide citate nei post precedenti quindi vanno raggionate pure quelle e considerate.....



Permettimi...ma non vi é diritto da entrambe le parti...quelle del bimbo NON vi sono...


la gravidanza non e un obbligo.....e non lo si puo imporre se la persona ha deciso diversamente....e un´imposizione autoritaria che non puo essere giustificata in nome di nulla.....



Quando per legge,si é puniti...é imposizione autoritaria?
Se uno ruba una mela...é piu grave di una che abortisce?


Ora si parla di volonta diritto alla vita del nascituro......bene volgiamo garantire la vita del nascituro.....allora si metta in condizione chi non vuole portare a termine la gravidanza di portarla a termine e poi la societa si fa garante del nascituro....



Condivido assssolutamente...ed infatti dovrebbe essere questa la vera battaglia!!!...e non che la societá si scarica le responsabilitá e della madre e del figlio...fá la legge per abortire...comodo!
Questa é la battaglia per cui alzare le vosi...ma purtroppo fá piu comodo a tutti non battagliare...perché é impegno delle famiglie,della societá e dello stato...
E altra battaglia in concomitanza...l amore per sé stesse e il corpo...cioé la vita.


E un abbandono autorizzato ma non si lede il diritto alla vita....la societa "garantisce la vita del nascituro"....ovvero lo nutro lo veste lo manda a scuola lo fa crescere si preoccupa di lui quando non torna a casa in orario....



Sí,é un abbandono autorizzato...trovi che sia peggio un abbandono o spegnere una vita?


La vita non e solo la nascita....e tutto il percorso esistenziale di una persona fino alla sua morte.....e chi dice che noi abolendo l´aborto li garantiamo "il diritto alla vita".....

se si parla di diritto alla vita allora deve essere in toto non solo quando nasce e poi viene abbandonato a se stesso....



Il diritto alla vita é uno...si respira,vive e si hanno scelte...
Quello che dici tu é la dignitá dell uomo che ha in questa terra:cioé i diritti all interno di una comunitá.


ma le adozioni vengono gia concesse a norma di legge....quindi io posso far nascere il bambino e poi lasciarlo in adozione.....

ma non tutti i bambini vengono adottati molti crescono orfani....eppure essere orfano non e un diritto.....

Se si parla di diritti si parla di tutti i diritti dell´individuo non si attacca solo l´aborto.....


Il diritto alla vita,cioé respiro...é uno....il diritto alla dignitá é appunto la VERA battaglia da fare!!!Tutti!
Essere orfano é sicuramente meglio che essere morto...non credi?



e questo che non mi va giu.....si attacca na legge che non impone nulla solo perche e una cosa scritta che si puo cambiare ma in realta comporta tante condizione tristemente reali che non si cambiano solo cancellando una legge....


Caro ugualmente,le realtá tristi non dipendono da un figlio o meno...le realtá tristi sono ovunque e in ogni luogo...non l aborto risolverá la tristezza dell uomo...anzi...
Come madre e donna...e che conosce altre donne e madri di tante situazioni...ti garantisco che dopo...quando una madre a suo figlio...mai e poi mai tornerebbe indietro per abortire...


Vengono calpestati tanti "diritti alla vita" quotidianamente ma consci di non poterci fare nulla ci si sfoga su di una legge.....

Il diritto alla vita se si vuole tutelarlo richiede un cambiamento della societa non di una legge....


Sono d accordo con té....ma intanto che aspettiamo che la societá si "sviluppi",non credi sia meglio la salvezza di tutte quelle vite?
Il fatto che la societá non sia pronta,non giustifica la soppressione di una vita...giustifica invece la lotta che si deve sostenere...e poi se lo stato é giá "pigro",credi forse che giá con una legge che gli risolve un cosí grande problema e spesa...fará mai qualcosa?...non credo...tanto abortire é veloce,non implica lo stato economicamente,fá anche un po di "trattenuta demografica" [SM=g27825]
Vedi...lo stato é economia...vuole dire che economicamente deve fare il possibile per spendere meno...tradotto,vuole dire che se trova la strada piu "breve",praticherá quella.
Lascia stare le indorature che danno a livello "filosofico"...quelle sono solo velature per far accettare ai popoli cio che dovrá essere.
Idem per handiccapati e malati gravi...ma sai che risparmio!!!!
Vuoi mettere quanto costerebbe allo stato far nascere un bambino per poi curarsene se per legge desse questa possibilitá?...altro che "ideologia"!!!..denaro,caro ugualmente...vile denaro!


E imporre una eliminazione di una legge scavalcando un processo legislativo che prevede una consultazione di tutti i cittadini di una nazione e una scelta assolutista non democratica......





Io spero che avrai letto il post sopra di quel fondatore e promotore dell aborto nei suoi albori...allora,dimmi...quale scelta?...
Ma credi veramente di avere scelta ad alti livelli?
Forse avrai scelta in qualcosa della tua vita...ma se ci guardi bene sono molto poche le cose che puoi scegliere...a partire dal lavoro,dalle tasse,dai doveri,alle leggi,...anche il corpo non ha scelta...deve fare cio che deve fare...
La libertá ugualmente...é in spirito,solo in spirito...

06/03/2008 15:25
 
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Re: la vita...
ugualmente, 6.3.2008 11:50:

non e solo venire al mondo...



domanda...io prendo un farmcao per abortire lo faccio all´insaputa di chiunque....il bambino non nasce.....

Quindi?....

Che si fa?.....


aboliamo il farmaco che uccide....e come mai non aboliamo le armi?....

Tutela al diritto alla vita...

belle parole




All insaputa di tutti é una questione della propria coscienza...ma non ha il mio benestare...
In Cina vi é la pena di morte all insaputa di molti...perché effettivamente non si sá quante siano le pene...ma cio non giustifica che io NON do il mio consenso.


Il fatto che ci siano tanti mali al mondo,tipo le armi,non giustifica il fatto di farne altri...anzi!

06/03/2008 16:12
 
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rimane una scelta. senza conoscerne le conseguenze universali.
se l'uomo si pone il problema, il problema esiste.

quindi universalmente produce delle conseguenze, che incatenandosi fra loro nel corso degli anni cambiano radicalmente gli istinti primari dell'uomo.

cio' che ieri era un problema oggi è normalità.

se l'uomo uccide le SACRE BALENE.
la conseguenza è che loro cesseranno di esistere sul vostro pianeta.
la concatenazione degli effetti farà capire alla natura stessa che l'uomo non puo' vivere con le balene. esse quindi cesseranno di nascere.

ESSE QUINDI CESSERANNO DI NASCERE.


l'autoeliminazione dell'uomo e della propria coscienza parte proprio da questo.

ESSI CESSERANNO DI NASCERE.


chi vuole quindi questo realmente sul vostro pianeta ?


questa è la domanda piu' importante.


DA CHI SI VUOL FAR PRENDERE IL POSTO L'UOMO?
06/03/2008 17:48
 
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bacioatomico
Mi fai venire in mente una profezia..."e quando i figli non nasceranno piu da donna,allora sará tempo..."

E da notare che non vi é scritto che non nasceranno piu bambini...ma non nasceranno da donna..."perché é arrivato lui,osiride..."

Direi che oggi abbiamo fatto "grandi" passi "avanti" su questo discorso...sia a livello d "imposizione" mentale sociale,sia a livello scentifico...

e che dire "quando i bimbi nacseranno con i capelli grigi"??...come dire giá "vecchi" cioé giá calcolati...cioé giá senza "spontaneitá,programmati sia nel tempo che nella scelta della fisionomia....

...ma queste sono solo mie "interpretazioni"...
10/03/2008 14:48
 
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è un tantino lungi la possibilità che gli esseri umani non si riproducano più...siamo piuttosto numerosi in questo piccolo pianeta.
non oserei mai dire troppi, perchè qualcuno potrebbe dire che potrei essere io quello di troppo [SM=g27827]


e della pillola del giorno dopo che ne pensate?

Ognuno in cuor suo, sa cosa è giusto e cosa è sbagliato
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