Daniele Penna - Corona Virus: Il nuovo messia

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wheaton80
00domenica 11 dicembre 2022 21:48
Twitter Files: la censura colpiva anche le critiche alla gestione Covid

Nuove rivelazioni fanno luce sulla censura operata da Twitter nella gestione dei contenuti considerati scomodi prima dell’acquisizione del social da parte di Elon Musk. “Da nuova indagine emerge che i team dei dipendenti di Twitter costruivano liste nere, impedivano ai tweet sfavoriti di diventare di tendenza e limitavano la visibilità di interi account o addirittura di argomenti di tendenza”, ha spiegato in un thread pubblicato su Twitter Bari Weiss, ex giornalista del New York Times e del Wall Street Journal, e ora direttrice di Free Press. Il quotidiano The Epoch Times ha riferito che Weiss sta lavorando con Musk e il giornalista indipendente Matt Taibbi per divulgare al pubblico i documenti interni di Twitter, rivelando le pratiche della piattaforma Big Tech prima dell’acquisizione della società da parte di Musk. La nuova tranche di rivelazioni, dopo il caso del PC di Hunter Biden, figlio del Presidente americano, fa luce anche sulla censura operata sulle posizioni contrarie alla gestione del Covid 19. È il caso del dottor Jay Bhattacharaya, professore della Stanford University School of Medicine, che ha criticato i vaccini e le norme anti-Covid. Secondo The Epoch Times, “Bhattacharya è stato inserito nell’elenco perché ha affermato che i bambini sarebbero stati danneggiati dai lockdown. Questa azione ha impedito ai suoi tweet di fare tendenza“. Altri account presi di mira per la censura includevano quelli di Libs of TikTok, sospeso sei volte per incitamento all’odio nonostante un documento interno dimostri che i gestori della pagina non hanno mai violato il regolamento interno di Twitter. Poi ancora il conduttore di talk show conservatore Dan Bongino, che è stato inserito in una “lista nera di ricerca”, stessa sorte riservata all’attivista conservatore Charlie Kirk, fondatore di Turning Point USA. Una tecnica, quella utilizzata dagli ex dirigenti di Twitter, chiamata Visibility Filtering, “filtraggio di visibilità”, che porta all’oscuramento di alcuni utenti o contenuti attraverso l’azione censoria portata avanti da quello che Weiss definisce un “gruppo segreto“, che prende il nome di Strategic Response Team - Global Escalation Team, di cui facevano parte ex dirigenti di Twitter. “Siamo solo all’inizio del nostro rapporto“, ha detto la direttrice di Free Press, annunciando a breve la pubblicazione di una nuova serie di documenti. Intanto il nuovo Amministratore Delegato del social, Elon Musk, continua la sua riforma, per così dire, delle politiche di gestione degli account per ristabilire un criterio equo della diffusione dei contenuti e per riabilitare gli utenti oscurati:“Twitter sta lavorando a un aggiornamento software che mostrerà il vero stato del tuo account, così saprai chiaramente se sei stato bannato, il motivo e come fare ricorso”, ha cinguettato ieri in un post l’impreditore sudafricano.

Elisabetta Barbadoro
10 dicembre 2022
www.byoblu.com/2022/12/10/twitter-files-la-censura-colpiva-anche-le-critiche-alla-gestion...
wheaton80
00domenica 29 gennaio 2023 19:34
I funzionari del CDC USA fornirono dati falsati sulla mortalità infantile da Covid, ma non si scusano con il pubblico

I funzionari sanitari statunitensi, che hanno diffuso dati gonfiati sulla mortalità infantile del Covid 19 in riunioni pubbliche, si sono scusati per i dati falsi, ma non con il pubblico, come dimostrano le e-mail ottenute di recente. Le dottoresse Katherine Fleming-Dutra e Sara Oliver, dei Centri Statunitensi per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC), hanno offerto dati falsi nel 2022, mentre i funzionari statunitensi stavano valutando la possibilità di concedere un’autorizzazione d’emergenza per i vaccini Covid 19 per i bambini a partire dai 6 mesi. Lo studio citato è stato pubblicato prima della revisione paritaria da un gruppo composto principalmente da autori britannici. Lo studio è stato corretto dopo la revisione accademica, cosa che accade, ma loro ne avevano già utilizzato i dati errati. Le e-mail ottenute da The Epoch Times mostrano che Fleming-Dutra e Oliver sono stati avvisati di aver diffuso informazioni errate, ma né i funzionari né il CDC hanno informato il pubblico di questo fatto:

www.theepochtimes.com/exclusive-cdc-officials-told-they-spread-misinformation-but-still-didnt-issue-correction-emails_4826...

Le e-mail ottenute di recente mostrano che i funzionari si sono scusati con Seth Flaxman, uno degli autori dello studio, e si sono persino offerti di vedere se lo studio potesse essere pubblicato nella quasi-rivista del CDC, ma non hanno reso pubblico il proprio errore. “Ritengo… che ti dobbiamo delle scuse”, ha scritto Oliver a Flaxman il 27 giugno, circa 10 giorni dopo che lei e Fleming-Dutra avevano falsamente affermato che in America c’erano stati almeno 1.433 decessi attribuiti principalmente al Covid 19 tra i giovani di 19 anni. “Attiriamo l’attenzione di una serie di persone con le riunioni dell’ACIP e ci scusiamo che questa volta siate stati coinvolti”. “Mi dispiace anche che siate stati coinvolti nell’attenzione che si è creata intorno alle riunioni del VRBPAC e dell’ACIP”, ha aggiunto Fleming-Dutra. La dottoressa aveva presentato i dati al Comitato Consultivo per i Vaccini e i Prodotti Biologici Correlati, che consiglia la Food and Drug Administration statunitense, e al Comitato Consultivo sulle Pratiche di Immunizzazione, che consiglia il CDC. Utilizzando i dati del CDC, Flaxman e i suoi coautori hanno affermato che negli Stati Uniti ci sono stati almeno 1.433 decessi attribuiti principalmente al Covid 19 tra i soggetti di età compresa tra 0 e 19 anni. Il numero reale era di 1.088, hanno riconosciuto gli autori nella versione corretta dello studio. I dati hanno avuto un impatto oggettivo. Hanno dimostrato “che non si tratta di una malattia minore nei bambini”, disse all’epoca la dottoressa Katherine Poehling, uno dei membri dell’ACIP. Quanti altri dati sono stati manipolati e forniti in modo falsato al pubblico negli ultimi anni? Forse non lo sapremo mai.

Guido da Landriano
26 gennaio 2023
scenarieconomici.it/i-funzionari-del-cdc-usa-fornirono-dati-falsati-sulla-mortalita-infantile-da-covid-ma-non-si-scusano-con-il-p...
wheaton80
00mercoledì 22 febbraio 2023 16:32
Per la comunità scientifica è tempo di autocritica. Con buona pace di Burioni

Nei giorni scorsi, sulle pagine de La Stampa è andata in scena una vivace polemica tra Mattia Feltri e l’onnipresente Roberto Burioni. Motivo del contendere: il trionfo di Novak Djokovic agli Australian Open. Ad accendere la miccia ci ha pensato Feltri che, ritenendo ingiustificate le intemerate riservate all’asso serbo, nel suo Buongiorno si è scagliato contro “le enunciazioni imperiose” di alcuni esperti, particolarmente esposti sul piano mediatico (tra cui proprio Burioni), condivisibili, a suo parere, solo quando eravamo in emergenza (su questo punto resta la forte perplessità di chi scrive).

Buongiorno, Feltri
Ora, invece, con il virus ormai endemico e molto meno pericoloso, “insistere con le enunciazioni imperiose segnala che, sulle libertà e sul mondo in cui viviamo, stavolta a non capirci più nulla sembrano gli imperiosi enunciatori”. Be’, Feltri solleva una questione che i lettori di Atlantico Quotidiano conoscono alla perfezione: la persistenza della narrazione tremendista pure a pandemia terminata. Meglio tardi che mai, verrebbe da osservare. Tuttavia, pure quella che appare come un’affermazione di buon senso ha urtato la suscettibilità di Burioni, il quale ammette che il virus è nella fase terminale ma non ci sta ad ammainare la bandiera.

Burioni non si arrende
Djokovic, con il suo comportamento, è diventato un idolo per i pericolosi complottisti che non credono alla medicina e la sua vittoria sportiva un gagliardetto da sventolare in faccia a chi in questi mesi della scienza si è fidato, consentendoci con questo comportamento di tornare a una relativa normalità. Soprattutto non troppo zelo, gli avrebbe suggerito il principe Talleyrand se solo avesse conosciuto il nostro Burioni. Ma lui è inflessibile e non arretra di un millimetro dalla trincea pandemica:”L’anno scorso Djokovic si è fatto cacciare dagli Open di Australia per non farsi somministrare un farmaco efficace e sicuro che avrebbe protetto la sua salute e quella degli altri (siamo dalle parti del “Green Pass è garanzia di ritrovarsi tra persone non contagiate o non contagiose” di draghiana memoria, ndr)”. E, quindi, così ha concluso:“Insomma, i toni potranno pure essere eccessivi, ma è pur vero che ci sono Campioni e campioni”. Ecco, secondo Burioni, Djokovic è un campione con la “c” minuscola perché non ha seguito i precetti del credo pandemico, difendendo la sua libertà di scelta anche a costo di rinunciare a importanti tornei. Perciò, viene trattato alla stregua di un miscredente, di un eretico, di un blasfemo. Eppure, se solo il tennista serbo intendesse replicare, potrebbe allegare un recente articolo di Newsweek, che si aggiunge a quello del Wall Street Journal di cui abbiamo dato conto la scorsa settimana.

Ora riconoscere gli errori
L’autorevole rivista statunitense ha ospitato un intervento del ricercatore Kevin Bass dal titolo assai eloquente:“È tempo per la comunità scientifica di riconoscere di aver sbagliato sul Covid e che questi errori sono costati vite”. La critica dello scienziato texano è stata indirizzata alle massime autorità sanitarie del suo Paese, ree di aver fuorviato i cittadini strumentalizzando le informazioni su aspetti cruciali della vicenda, come la sottovalutazione della immunità naturale rispetto a quella indotta da farmaco, l’eccessiva enfatizzazione della chiusura delle scuole come strumento per rallentare il contagio, la diffusione del virus attraverso l’aerosol, l’insistenza sulle mascherine obbligatorie e sulla campagna di vaccinazione estesa anche ai più giovani nonostante i rischi di reazioni avverse. Tutte indicazioni dogmatiche che sono state puntualmente smentite da successivi studi scientifici. Bass ha scritto che, nelle fasi inziali, qualche abbaglio poteva essere anche giustificato, ma adesso non più.

Demonizzazione e censura

Poi, si è soffermato anche sul trattamento riservato a chi ha fortemente criticato questa strategia o a che si è mostrato semplicemente scettico:"Abbiamo dipinto coloro che si opponevano ai nostri sforzi come individui ignoranti, egoisti e malvagi. Abbiamo reso la scienza uno sport di squadra e, così facendo, l’abbiamo resa non più scienza. Si è trasformata in un noi contro di loro, e “loro” hanno risposto nell’unico modo in cui chiunque potrebbe aspettarselo: resistendo". Non è mancato il passaggio sulle prestigiose voci scientifiche che sono state incredibilmente silenziate:"I professori di Stanford di fama mondiale John Ioannidis, Jay Bhattacharya e Scott Atlas, o i professori dell’Università della California di San Francisco Vinay Prasad e Monica Gandhi, hanno dovuto affrontare una severa censura da parte di folle implacabili di critici e detrattori".

Danni collaterali
Insomma, secondo lui, un approccio meno rigido e meno arrogante avrebbe salvato più vite e non avrebbe provocato la pericolosa radicalizzazione della società che si è pure manifestata con l’aumento dei crimini e di episodi di violenza. Per non dire dei disastri sul piano sanitario certificati dalle sindromi depressive e dagli stati di ansia moltiplicati a dismisura nella popolazione post pandemica. Così come non si può tacere sul crollo dei risultati scolastici tra i più giovani per effetto di chiusure e didattica a distanza.

Perdita di fiducia
Bass, più in generale, ha parlato di una perdita di fiducia delle persone nei confronti delle autorità scientifiche e di quelle politiche, queste ultime colpevoli di aver cospirato con i big dell’informazione mainstream per sopprimere le contestazioni ed esporre i dissidenti al pubblico ludibrio bollandoli come scientificamente analfabeti. L’effetto collaterale di questa impostazione autoritaria è stata la disintegrazione del tessuto civile delle società occidentali.

Una seria autocritica
Solo una seria autocritica potrebbe correggere tutte le storture evidenziate da Bass, il quale teme però che non si arrivi mai ad ammettere l’approccio sbagliato per il timore di doversi assumere delle responsabilità davanti all’opinione pubblica. Tuttavia, seppure con questa nota di pessimismo conclusiva, il coraggioso ragionamento del ricercatore americano non fa una grinza e sarebbe utile per aprire un ampio dibattito anche laddove i tabù sanitari sono ancora incrollabili. Dovrebbe, in definitiva, servire da lezione per quelli che Feltri ha definito “imperiosi enunciatori”. Per loro, lo zelo non è mai troppo.

Gianluca Spera
04 febbraio 2023
www.nicolaporro.it/atlanticoquotidiano/quotidiano/politica/per-la-comunita-scientifica-e-tempo-di-autocritica-con-buona-pace-di-...
wheaton80
00mercoledì 22 febbraio 2023 16:53
Cadute le basi scientifiche delle restrizioni, ora gli USA chiedono l’amnistia pandemica



Ora che è stato comprovato che i vaccini anti Covid 19 non proteggono da infezione e trasmissione, c’è chi chiede un libera tutti per “perdonarci a vicenda per quello che abbiamo fatto e detto quando eravamo all’oscuro del Covid”. “Dichiariamo un’amnistia pandemica”, titola un articolo del magazine The Atlantic scritto dall’economista americana Emily Oster:

www.theatlantic.com/ideas/archive/2022/10/covid-response-forgiveness...

Ora che la falsa narrazione scientifica su cui si sono basate le restrizioni e l’imposizione del vaccino sono crollate, Emily Oster sottolinea:“La maggior parte degli errori sono stati commessi da persone che stavano lavorando seriamente per il bene della società”. Per questa presunzione di serietà e di innocenza degli esperti che brancolavano “al buio”, la docente di Economia della Brown University chiede la grazia:“Dobbiamo mettere da parte queste lotte e dichiarare un’amnistia per la pandemia (…). Dobbiamo imparare dai nostri errori e poi lasciarli andare. Dobbiamo perdonare anche gli attacchi”. La Oster conclude così l’articolo:“Soffermarsi sugli errori della storia può portare anche a un ciclo di sventura ripetitivo. Riconosciamo di aver fatto scelte complicate di fronte a una profonda incertezza, quindi, cerchiamo di lavorare insieme per ricostruire e andare avanti”. I governi hanno giustificato le restrizioni proprio su quel brancolare “al buio” dei virologi e degli immunologi, i quali però non erano completamente all’oscuro sulla questione, visto che erano già stati pubblicati studi scientifici che evidenziavano che le restrizioni e i vaccini non erano efficaci nell’impedire la diffusione del virus. Troppo semplice ora chiedere l’amnistia a favore di chi ha imposto che i malati morissero soli negli ospedali, ha tolto lavoro e dignità a milioni di persone, ha obbligato alla vaccinazione i ragazzi che dovevano andare a scuola con i mezzi pubblici, ha chiuso in casa per mesi i bambini negando loro il diritto allo studio. Nessuna amnistia, ci vogliono serie condanne nei confronti di chi ha imposto leggi liberticide basate sul nulla scientifico.

Quando era la Oster a spingere i vaccini





Analizzando il profilo Twitter di Emily Oster viene da chiedersi se la richiesta di amnistia sia motivata anche da motivi personali. Il 14 luglio del 2021, l’economista scriveva in un post:“La mia opinione impopolare del giorno è che penso che potremmo raggiungere i limiti della motivazione del vaccino basata sulla paura. E ci sono aspetti negativi nel continuare a seminare paura tra coloro che hanno già paura. Cosa potrebbe funzionare? La completa approvazione della FDA (Food and Drug Administration, ndr) e l’obbligo vaccinale per i lavoratori”. Quando, secondo la Oster, si brancolava ancora “al buio”, la FDA avrebbe dovuto approvare in via definitiva i vaccini e gli Stati Uniti avrebbero dovuto imporre la vaccinazione per i lavoratori. Già il 20 aprile del 2021, la Oster si era detta favorevole all’obbligo vaccinale per gli studenti. “Selvaggiamente impopolare e politicamente irrealizzabile, ma: penso che i governatori dovrebbero prendere in considerazione un lockdown totale a breve termine durante la settimana del Ringraziamento”, scriveva la Oster il 13 novembre del 2020, quando era già palese che il lockdown non riuscisse a bloccare la diffusione del virus. Nel luglio del 2020, Emily Oster affermava che “le scuole non sono i principali vettori” della diffusione del virus. Ma come? Solo nove mesi dopo, sperava in un obbligo vaccinale per gli studenti. Anche la docente della Brown University brancolava “al buio”, come quegli esperti che, secondo lei, ora dovrebbero beneficiare di un’amnistia.

Amnistia per chi ha introdotto imposizioni liberticide, fango per chi poneva dei leciti dubbi sulla gestione pandemica
“Dobbiamo perdonarci a vicenda per quello che abbiamo fatto e detto quando eravamo all’oscuro del Covid”, sarebbe stata utile una simile esternazione quando i televirologi, i giornali e i sedicenti fact-checker diffondevano allarmismo e screditavano fino alla diffamazione i medici che avevano suggerito posizioni differenti. Negli ultimi tre anni, il confronto è stato censurato e contrastato perché doveva esistere un’unica narrazione, altrimenti si era tacciati di essere contro la scienza. Quella stessa scienza è stata vilipesa, trasformata in un dogma perché bisognava “credere” come dei devoti fedeli. La scienza è umile perché si alterna tra cadute e traguardi raggiunti. Nessuna clemenza potrà essere concessa a chi ha denigrato la scienza per scopi lontani anni luce dalla salute delle persone. Nessuna amnistia a favore di chi, nonostante stesse brancolando “al buio”, ha perseguitato milioni di persone.

Francesca Totolo
03 novembre 2022
www.ilprimatonazionale.it/cronaca/cadute-basi-scientifiche-restrizioni-usa-chiedono-amnistia-pandemica...
wheaton80
00mercoledì 1 marzo 2023 20:35
Trieste come Wuhan: viaggio nel laboratorio del mistero

Il Science Park pensa in grande e presto includerà un laboratorio di livello P4 come quello di Wuhan, la metropoli cinese dove si registrarono i primi casi di Covid 19. Le telecamere di "Fuori dal Coro" sono andate nel centro di ricerca nascosto tra le alpi Carsiche, al confine con la Slovenia. Sulle attività che si svolgono all'interno della struttura aleggia il mistero. Il Science Park di Trieste gode di finanziamenti ingenti sia pubblici sia privati. A maggio il governo Draghi ha rifinanziato il centro per 10 milioni di euro e ha esteso l'immunità per tutti i funzionari che vi lavorano. Ma sulle garanzie di sicurezza sanitaria montano la proteste di residenti e associazioni civili locali. Perché in Italia c'è la corsa a costruire i biolaboratori P3 e P4 come in Ucraina? Secondo Joseph Tritto, Presidente dell'Accedemia Mondiale Tecnologie Biomediche, una volta che i laboratori diventano di categoria P4 l'ingerenza di tipo militare è immediata perché hanno scopi difensivi e militari. Resta l'incognita sulla sicurezza per la salute:"Avere un laboratorio P4 in un territorio densamente popolato comporta un rischio altissimo e poco controllabile", dice Tritto. Non solo Trieste: a Pesaro è nato un comitato di protesta contro l'ipotesi di costruzione di un laboratorio sperimentale P3.

01 marzo 2023
www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/friuli-venezia-giulia/trieste-wuhan-laboratorio_61700318-20230...
wheaton80
00giovedì 2 marzo 2023 20:14
Dipartimento USA conferma origine artificiale SARS COV 2: ora chiedete scusa a Montagnier!

Lentamente, con molta calma, stanno salendo sempre più persone sul carro dell’origine artificiale del SARS COV 2. Gli ultimi in ordine di tempo sono due importanti realtà degli Stati Uniti d’America. Da una parte abbiamo il Wall Street Journal, giornale di riferimento dell’establishment finanziario americano, dall’altro abbiamo il Dipartimento Statunitense dell’Energia.

“Virus uscito dal laboratorio”
Il quotidiano americano ha infatti riportato i dati preliminari dell’indagine svolta dal dipartimento in merito all’origine del SARS COV 2:

www.wsj.com/articles/covid-origin-china-lab-leak-807b7b0a

Un’analisi che diverse agenzie pubbliche statunitensi stanno portando avanti dietro l’input del Presidente Joe Biden e del Congresso. “Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha concluso che la pandemia di Covid molto probabilmente è nata da una fuga di laboratorio, secondo un rapporto di Intelligence classificato recentemente fornito alla Casa Bianca e ai membri chiave del Congresso”, così scrive il Wall Street Journal. Il parere del Dipartimento dell’Energia non è considerato di secondo piano negli Stati Uniti, tutt’altro. L’agenzia ha infatti una notevole esperienza scientifica e sovrintende a una rete di laboratori nazionali statunitensi, alcuni dei quali conducono ricerche biologiche avanzate. Nei prossimi giorni potranno essere resi pubblici i dati che hanno portato il dipartimento a giungere verso questa conclusione. Quest’ultimo giudizio fa il pari con quanto aveva già affermato un’altra importante agenzia americana: l’FBI. Anche in quegli uffici sono piuttosto convinti che il SARS COV 2 sia uscito dall’Istituto di virologia di Wuhan.

I fact checker sbugiardati
Con il passare del tempo saranno sempre più frequenti le prese di posizione verso questa ipotesi: si sa, il tempo è galantuomo e ad emergenza finita diventa anche mediaticamente più facile assumere determinate posizioni. Ricordiamo infatti come all’inizio dello scoppio dell’emergenza sanitaria, l’unica teoria ritenuta accettabile era quella della zoonosi, ossia della trasmissione del virus da un pipistrello, attraverso un animale ospite fino all’uomo. Le tempistiche estremamente ridotte per questo salto di specie, la mancata identificazione dell’animale ospite insieme alla presenza di un laboratorio di massimo sicurezza proprio nella città di Wuhan avevano però fatto storcere il naso a diversi scienziati di fama internazionale. Tra questi Luc Montagnier, che nell’aprile 2020 così si esprimeva:“La storia del mercato del pesce è una bella leggenda ma non è possibile che sia solo un virus trasmesso da un pipistrello, probabilmente è da questo che sono partiti, poi lo hanno modificato”. Un’ipotesi che era stata oggetto di derisione dei soliti noti fact checker, che avevano portato anche alla censura sui social network di qualsiasi contenuto che potesse fare riferimento all’ipotesi dell’origine artificiale. Ora, tre anni dopo, il Wall Street Journal insieme al Dipartimento dell’Energia americana danno ragione a Montagnier, smentendo i fact checker.

Il ruolo, mai chiarito, della EcoHealth Alliance
Come abbiamo più volte raccontato su Byoblu, l’origine del SARS COV 2 non coinvolge solo l’istituto di virologia di Wuhan, ma anche una ONG americana, la EcoHealth Alliance. Un’organizzazione che ha ricevuto nel tempo finanziamenti dal Dipartimento della Salute guidato da Anthony Fauci per effettuare sperimentazioni sul coronavirus che avevano tutta l’aria di essere del tipo “gain of function”. L’aspetto più preoccupante di questa vicenda è che, nonostante le prove ormai schiaccianti, non si sia ancora posto un freno agli esperimenti di guadagno di funzione sui virus. Solo lo scorso ottobre in un laboratorio della Boston University gli scienziati americani avevano combinato la variante omicron con il ceppo originale di Wuhan, creando così una versione del SARS COV 2 altamente letale. Forse sarebbe ora di mettere definitivamente al bando qualsiasi tipo di sperimentazione in questo senso.

Michele Crudelini
27 febbraio 2023
www.byoblu.com/2023/02/27/dipartimento-usa-conferma-origine-artificiale-sars-cov-2-ora-chiedete-scusa-a-mon...
wheaton80
00mercoledì 8 marzo 2023 03:17
Fuori dal coro, Mario Giordano disintegra Conte e Speranza sul Covid



L'inchiesta sui primi giorni del Covid in Italia ha travolto anche l'ex Premier, Giuseppe Conte, e l'ex Ministro della Salute del suo governo, Roberto Speranza. Se la pandemia non si poteva prevedere, gli inquirenti stanno, però, valutando se ci sia stata qualche sottovalutazione di quello che stava accadendo in provincia di Bergamo. Nell'occhio del ciclone il governo giallo-rosso all'epoca a Palazzo Chigi. A questo tema delicato è stata dedicata l'apertura della puntata di "Fuori dal coro" in onda il 7 marzo su Rete4. Come sempre attraverso le parole del conduttore Mario Giordano. "Io lo so che c'è qualcuno che dice che non si poteva prevedere. Ma non si può prevedere neanche quando uno è sull'autostrada e un camion gli taglia la strada. Però deve prevedere di avere i freni in ordine perché, se non ha aggiustato i freni, quando il camion gli attraversa la strada gli va a sbattere dentro. Ecco, ci hanno fatto andare sull'autostrada del Covid con i freni rotti. Ci hanno fatto andare in guerra con le scarpe di cartone. Questa è solo un'inchiesta, sono tutti innocenti".

mediasetinfinity.mediaset.it/video/fuoridalcoro20222023/puntata-del-7-marzo_F31233620...

07 marzo 2023
www.iltempo.it/personaggi/2023/03/07/news/fuori-dal-coro-mario-giordano-contro-giuseppe-conte-roberto-speranza-covid-3...
wheaton80
00mercoledì 8 marzo 2023 03:21
USA, Covid:"Prove" di pressioni di Fauci su comunità scientifica

In USA la sottocommissione sulla pandemia di Covid della Camera dei Rappresentanti ha dichiarato di disporre di "prove" secondo cui l'immunologo di riferimento della Casa Bianca, Anthony Fauci", "indusse" la scrittura di un articolo scientifico per confutare la teoria relativa all'origine della pandemia nel laboratorio cinese di Wuhan. L'accusa non è nuova: Fauci, nella veste di Direttore dell'Istituto Nazionale di Allergologia e Malattie Infettive USA, avrebbe fatto leva sulla concessione dei fondi pubblici per la ricerca per distogliere l'attenzione dal laboratorio cinese, dove si svolgevano ricerche sul coronavirus da lui personalmente autorizzate.

06 marzo 2023
www.tgcom24.mediaset.it/mondo/usa-covid-fauci-pressioni-comunita-scientifica_61893334-20230...
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00domenica 12 marzo 2023 18:49
Lockdown, una decisione politica e non scientifica

Cosa si dicevano, fra loro, i membri del governo durante le decisioni fondamentali prese durante la pandemia di Covid 19, quando ci venne ordinato di stare a casa? Quasi in contemporanea sono state pubblicate le conversazioni in chat di Whatsapp sia italiane che inglesi. Dove è la notizia? Si scopre veramente poco di nuovo, almeno finora, sui cambi di strategia, anche improvvisi, da parte dei maggiori decisori di allora. Emerge, come era prevedibile, anche la leggerezza e il cinismo di dirigenti e politici ai massimi livelli, che ironizzano sulle questioni più terribili e scherzano anche nel mezzo della tragedia. Piccole e grandi meschinità, tipiche di ogni epoca, che sicuramente faranno sensazione presso l’opinione pubblica e alimenteranno la polemica politica ancora per molto. Ma il vero nocciolo della questione è un altro. Dalle conversazioni “private” dei personaggi pubblici, sia italiani che inglesi, emerge chiaramente che le decisioni sul lockdown vennero prese per motivi politici, molto più che scientifici. Ciò è evidente soprattutto nei “Lockdown Files” britannici, come li chiama il quotidiano Telegraph, dove emerge chiaramente come l’allora Premier Boris Johnson cambiasse idea, anche passando da un eccesso all’altro, a seconda di come andavano i sondaggi. Contò anche molto l’esperienza personale. Boris Johnson, prima di essere ricoverato con il Covid 19, prima di rischiare seriamente di morire, era scettico sul lockdown, quando non apertamente contrario. Dopo la sua guarigione cambiò atteggiamento e divenne un sostenitore zelante delle chiusure. Ma l’opinione pubblica determinò tutti i successivi cambi di strategia, nei tre lockdown nazionali britannici. Come consulenti vennero chiamati, non solo epidemiologi, ma esperti di comunicazione politica, strategia elettorale e sondaggisti. Dai Lockdown Files apprendiamo anche che alcune decisioni vennero prese pur sapendo che fossero discutibili o del tutto sbagliate, dal punto di vista scientifico. In un messaggio, ad esempio, Johnson ammette che il secondo lockdown fosse stato deciso sulla base di dati “completamente sbagliati”. In una conversazione fra l’allora Ministro dell’Istruzione, Gavin Williamson e quello della Salute, William Hancock, il primo ammette candidamente che i sindacati degli insegnanti non vogliono tornare alle lezioni in presenza e “prendono tutte le scuse per non riaprire... Semplicemente odiano lavorare”. Mentre l’obbligo delle mascherine a scuola è stato introdotto “per evitare liti con Nicola Sturgeon”, l’allora Premier della Scozia. Di scientifico, in queste decisioni, si trova poco o nulla. Il lockdown è stata una strategia scelta, per motivi politici, per gestire il panico dilagante. In Italia non è andata molto diversamente da quel (poco, per ora) che emerge dalle conversazioni ormai pubbliche di dirigenti e ministri in carica nel 2020, pubblicate nell’ambito dell’indagine sulla gestione della pandemia nella provincia di Bergamo. Il Corriere della Sera riporta quel che diceva Giuseppe Ruocco, Segretario Generale del Ministero della Salute, ad una funzionaria, sul rischio di decisioni pericolose:“Sulle scelte non si può sindacare. Devono arrestare prima i ministri e lo staff di 190 Paesi che hanno fatto meno di noi. Gli altri non hanno isolato nessuno”.

Questo discorso è molto significativo: è un governo spinto a “fare qualcosa” di fronte ad un nemico ancora sconosciuto, una gara a farsi vedere più interventisti degli altri. È politica, questa, non scienza. La stessa che traspare in modo ancor più diretto nella conversazione fra Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto dell’allora Ministro della Sanità, Speranza, con Pierluigi Bersani, allora segretario del PD:“Penso che sia evidente che da Ruocco in giù i nostri non sono stati all’altezza”, scriveva Bersani. “Le persone che rientravano transitando da qualunque aeroporto del mondo dalla Cina andavano messe in quarantena. Questo non ci avrebbe messo al riparo dal virus totalmente ma dalle responsabilità sì”. Se abbiamo scoperto che il lockdown è stato adottato per motivi politici, più che sanitari, la nostra domanda però è: perché questa strategia e non altre? E perché non sono stati seguiti i piani pandemici precedentemente studiati e pubblicati, nessuno dei quali prevedeva di chiudere la gente in casa, su scala nazionale? L’indagine italiana sulla provincia di Bergamo, addirittura, pensa di condannare chi non è stato abbastanza tempestivo ad imporre le chiusure, senza mettere in discussione queste ultime . Nell’inchiesta britannica, difficilmente si arriverà a conclusioni diverse. Sono domande che si pone l'editorialista Esther McVey, del Telegraph:“Non ho ancora sentito una valida risposta alla domanda sul perché la Strategia di preparazione alle pandemie del 2011, rivista nel 2014, sia stata apparentemente scartata nel 2020 senza una buona ragione. Le chiusure non hanno mai fatto parte dei piani degli altri 27 Paesi europei, tutti pubblicati dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie il 5 febbraio 2020. La Svezia ha avuto il coraggio di attenersi al piano e non solo i suoi tassi di mortalità sono sostanzialmente migliori dei nostri, ma ha anche evitato alcuni dei danni collaterali delle chiusure, che continuano ad affliggere la Gran Bretagna”. Eppure… quanto fango ha dovuto subire la Svezia, attaccata dai media notte e giorno per tutto il 2020! Dalle inchieste vorremmo averla, prima o poi, questa risposta. Perché il lockdown? Perché abbiamo applicato una strategia cinese, tipica di un regime totalitario, nelle nostre società libere? Perché i media hanno sistematicamente aggredito chi non la imponeva (Svezia) o chi esprimeva dubbi (Johnson all’inizio, Trump, Bolsonaro)? Perché ci siamo inflitti questo danno economico, sociale, sanitario (per tutti coloro che non sono stati curati per altre malattie, ad esempio), nel nome di cosa?

Stefano Magni
07 marzo 2023
lanuovabq.it/it/lockdown-una-decisione-politica-e-non-sci...
wheaton80
00lunedì 27 marzo 2023 16:54
“La Fabian Society e la pandemia”: ecco chi prova ad approfittare del Covid per avanzare la sua agenda politica



Esistono società politiche molto più influenti dei partiti che siamo abituati a conoscere. Società che costituiscono una sorta di “stanza di compensazione” fra la politica, gli intellettuali, i giornalisti e il mondo dell’alta finanza internazionale. Sono luoghi nei quali si progetta il futuro al riparo dalle piccole beghe quotidiane di palazzo e dalle competizioni elettorali. Il libro scritto da Davide Rossi (autore di vari articoli su Atlantico Quotidiano), “La Fabian Society e la pandemia”, pubblicato da Arianna Editrice, accende i riflettori su uno di questi circoli elitari, appunto la Fabian Society. Il lavoro di ricerca è iniziato cercando di capire da quali ambienti arrivi e da quali logiche è mosso colui che, nel nostro Paese, ha gestito e sta gestendo politicamente l’emergenza sanitaria, ossia il Ministro Roberto Speranza.

L’uomo che, inspiegabilmente, occupa il ministero chiave della sanità. Che ad un partito inesistente nel Paese e minuscolo in Parlamento quale è LEU (Liberi E Uguali), sia stato assegnato nel governo Conte 2 (quello formato da PD, Cinque Stelle e appunto LEU) un posto di tale importanza è a dir poco strano. Incomprensibile, poi, che sia stato addirittura confermato nel successivo governo Draghi. Mancato aggiornamento del piano pandemico, nessun potenziamento dei posti letto ospedalieri, protocollo sanitario anti-Covid che evita, in modo letale per tanti pazienti, le fondamentali cure domiciliari. Il “nostro” Ministro della Salute è stato capace solo di chiudere tutto, imperterrito. Perché proprio lui? Abbiamo già visto che viene da una formazione politica numericamente irrilevante, non ha di suo un carisma o una forte personalità, non si è mai occupato di sanità in vita sua. Insomma, apparentemente non c’è una ragione logica per la quale sia stato nominato in quel ruolo e ne sia stato confermato dopo la rovinosa gestione dell’emergenza. Nel libro si ricorda come la John Hopkins University abbia certificato che l’Italia è il Paese al mondo con il più alto numero di morti per Covid per 100.000 abitanti. Un disastro, al quale sarebbe dovuta conseguire una cacciata con ignominia, ed invece ha avuto il premio e sta ancora lì.

Così, per comprendere, l’autore si è messo sulle tracce della carriera di Speranza e di quella del suo padrino politico, Massimo D’Alema. Sono emersi legami internazionali, rapporti di potere e di denaro ed intrecci imprevisti. Soprattutto, sono emersi collegamenti fra questi personaggi ed un mondo che da oltre cento anni cerca di condizionare la vita delle persone e persegue il controllo delle masse: quello appunto della Fabian Society. Alcuni membri dell’élite vittoriana di fine ‘800, fra i quali lo scrittore e spiritista Frank Podmore e l’aristocratico Henry Hyde Campione, diedero vita alla Fabian Society. Questo nome, Fabian, è ispirato a Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore, il console romano noto per aver combattuto Annibale e per la sua tattica militare. Era detto il Temporeggiatore perché logorava le forze nemiche, evitando scontri in campo aperto, cercando invece una guerra tattica, fatta di atti di guerriglia, di nascondimenti, di avanzamenti e arretramenti. Un prendere tempo per arrivare a colpire in maniera decisiva solo al momento opportuno. In questo modo il generale romano riuscì a sconfiggere Annibale nella battaglia di Naraggara (presso Zama) nel 202 a.C. che mise fine alla Seconda Guerra Punica e segnò, in pratica, la irreparabile sconfitta dei Punici.

È esattamente questa, secondo l’autore, la via attraverso la quale i Fabiani intendono imporre una dittatura collettivistica, uno Stato socialista mondiale che stabilisca il nuovo ordine. Vogliono instaurare un socialismo guidato da una ristretta aristocrazia del potere, ma non attraverso un atto rivoluzionario immediato, quanto piuttosto attraverso il gradualismo, un prendere il potere un pò alla volta, con riforme da attuare inserendosi man mano nei gangli delle istituzioni esistenti trasformandole, in modo quasi impercettibile, dall’interno. Solo quando si saranno realizzate le condizioni ottimali, allora occorrerà dare la zampata finale, colpire duro e, se necessario, usare anche la violenza per completare l’opera. George Orwell, l’autore del romanzo distopico “1984”, era uno dei Fabiani più illustri. Quante volte, da quando è scoppiata la pandemia, lo avete sentito citare? Forse è perché la spaventosa società del controllo da lui descritta in “1984” è quanto di più simile a quanto ci sta accadendo negli ultimi due anni. Il socialismo tecnocratico, della sorveglianza e della manipolazione delle masse è quello che viene descritto da Orwell nelle sue opere ed è, come viene accuratamente spiegato da Rossi nel libro, l’ossessione dei Fabiani.

Un libro che ha due obiettivi. Il primo è quello di delineare il pensiero politico della Fabian attraverso alcuni cenni storici e verificando quali siano gli attuali uomini e le donne di potere che le afferiscono. Il secondo è di analizzare come e quanto la visione del mondo dei Fabiani coincida con quell’epocale tornante della storia nel quale ci è toccato di vivere: la drastica svolta autoritaria imposta al mondo occidentale attraverso l’utilizzo politico dell’emergenza Covid. Sarebbe stato solo un esercizio culturale, per quanto interessante, quello di un mero approfondimento sulla storia e il potere della Fabian Society. Questo è invece anche un libro politico, che intende entrare e scavare nel pieno dell’attualità per evidenziare la concreta applicazione delle idee fabiane in questa gigantesca sospensione delle nostre libertà fondamentali. L’autore si è determinato a scrivere questo libro proprio perché la realtà che stiamo vivendo è vicinissima, quasi coincidente, a quella progettata dai Fabiani fin dalla loro fondazione.

23 ottobre 2021
www.nicolaporro.it/atlanticoquotidiano/recensioni/la-fabian-society-e-la-pandemia-ecco-chi-prova-ad-approfittare-del-covid-per-avanzare-la-sua-agenda-p...



wheaton80
00sabato 8 aprile 2023 16:35
“Covid, vi svelo tutto l’inganno”

Da tempo cullavo l’idea di intervistare Fabio Franchi sulla pandemia. O meglio, sulla “Catastrofe provocata dal virus che non c’è”, parafrasando il titolo del suo ultimo libro (Ed. Youcanprint, 20 euro, PDF gratuito). Ora, che si discute molto dell’indagine della Procura di Bergamo e che in qualche modo si cerca di riflettere su quanto accaduto negli ultimi tre anni, è arrivato il momento. Chi è Franchi. È stato per decenni dirigente medico agli Ospedali Riuniti di Trieste. È specializzato in Igiene, Medicina Preventiva e Malattie infettive. Poco prima di concludere il percorso di studi, alla Specialità di Infettivologia, ha rischiato di essere estromesso per le sue posizioni (che però mantenne anche in seguito). Nel 1996 pubblicò, assieme al prof. Luigi De Marchi, il libro “AIDS, la grande truffa”, oltre a numerosi articoli critici verso la versione mainstream e contro l’utilizzo dell’AZT per curare l’AIDS.

Lei criticò le spiegazioni ufficiali sull’AIDS ma non è stato né perseguitato né allontanato dall’Università.
Qualche problema lo ebbi, ma erano altri tempi, ora posso dire di essere stato fortunato, essendo il mio caso fra i pochi al mondo. Dimostrai ogni mia affermazione ma allora come oggi non ottenni contestazioni efficaci, solo un’efficace censura.

Oggi, lei va dicendo (anzi lo afferma da tre anni) che il virus SARS-CoV-2 non è mai stato isolato.
Il virus è un’entità ben precisa, non ha solo il codice genetico ma pure un particolare involucro. La sua esistenza va provata. Per ragionare scientificamente occorre partire da dati veri, altrimenti le conclusioni rischiano di essere false.

Secondo la sua teoria, questo virus fisicamente non esiste in alcun laboratorio; allora cosa c’è?
Non è una teoria solo mia, beninteso. L’isolamento virale è stato standardizzato negli anni ‘70, all’Istituto Pasteur di Parigi; vi sono procedure specifiche da seguire e ciò non è stato fatto. Per dettagli tecnici su questo particolare punto, si può leggere la mia replica alla prof.ssa Maria Rosaria Capobianchi, biologa e direttrice del laboratorio di Virologia dello Spallanzani di Roma, la quale aveva risposto ad una richiesta di fornire documenti a prova dell’isolamento virale.

t.me/dissensomedico/191

Sottoposi la questione al prof Giulio Tarro, il quale mi mandò uno dei primi lavori cinesi sull’isolamento…
Sul presunto isolamento. Quello che è mostrato è un isolamento virtuale, elaborato al computer partendo da una ipotetica sequenza di nucleotidi. È mancato il primo passaggio, la prova che la catena nucleotidica appartenesse a un nuovo virus, separato e purificato da altro materiale in quantità adeguate per poter essere studiato. Il programma del computer elabora milioni di sequenze partendo dalla combinazione di piccoli segmenti, ritrovati nel materiale eterogeneo sotto esame, con lavoro di taglia e cuci. Se tra le varie combinazioni ipotizzate trova quella desiderata, allora conclude per l’identificazione di un virus intero (un virus per modo di dire: le varianti registrate sono arrivate ad oltre 15 milioni!). Glielo spiegò in un’intervista sul blog il prof. Ariberto Fassati.

blog.ilgiornale.it/locati/2020/08/08/il-lockdown-sono-piu-efficaci-disciplina-e...

Perché nessuno la segue in questo ragionamento?
A onor del vero anche altri in Italia, in particolare il prof. Stefano Scoglio, e più recentemente l’endocrinologo Alessandro Buccieri sono giunti alle stesse conclusioni, e molti altri studiosi stranieri. Ho interpellato noti ricercatori e nessuno ha risposto alle mie obiezioni, da Loretta Bolgan a Paolo Bellavite, da Joseph Tritto a Giovanni Frajese a Massimo Citro, mentre io ho contestato precisamente le loro affermazioni. Isolamento a parte, i fatti hanno dimostrato che ho ragione in ogni altro aspetto, compreso quello epidemiologico. Non c’è necessità di alcun nuovo virus per spiegare tutto.

Quali fatti?
Per esempio che abbiano brevettato le sequenze “specifiche” per il SARS-CoV-2 e che abbiano iniziato a preparare un vaccino specifico anni prima che nascesse: L’ipotesi del virus ingegnerizzato e poi liberato al momento opportuno decade per altri motivi. Poi, pochi sanno che il 50% circa delle polmoniti interstiziali definite Covid era negativo al test molecolare PCR, a Wuhan come in Italia. Perfino Fabrizio Pregliasco lo ha ammesso in un’intervista e in una pubblicazione scientifica. Un test positivo non è necessario né sufficiente per la ‘nuova’ infezione respiratoria acuta grave.

Le avrei chiesto: senza un virus considerato responsabile di che cosa ci si ammala?
Le polmoniti, come le influenze, non sono provocate da un unico microorganismo. Spiegai già che le sindromi influenzali sono determinate da almeno 200 agenti conosciuti. L’influenza vera (quella per la quale viene preparato un vaccino annuale) rende ragione solo dell’11% circa delle sindromi influenzali. Per una grossa quota di queste ultime non si riesce ad accertare la causa. Inoltre bisogna tener ben presente che “COVID” è un termine che induce confusione, infatti può essere di tutto…”.

Però durante i primi mesi di Covid le persone morivano in poche ore.
In poche ore… a partire da quando? Va detto che in clinica i casi eccezionali ci sono, però, nella situazione creata allora, moltissimi non venivano visitati, i malati sono stati letteralmente abbandonati nelle loro abitazioni per molti giorni fino a peggioramento, e poi ricoverati quando le condizioni erano già aggravate. Nelle terapie intensive spesso venivano intubati, si praticavano talvolta pressioni respiratorie incongrue e li si bombardava di farmaci non scevri di pesanti eventi avversi…

Sta dicendo che chi veniva intubato subiva pressioni respiratorie incongrue?
Sì, come riportato da alcuni noti intensivisti, per esempio il dott. Luciano Gattinoni (Università di Goettingen, Germania) ed il dott. Samuele Ceruti (Lugano, Svizzera). Conosco miei colleghi che hanno curato molte polmoniti a domicilio, senza guardare al risultato del test e per ciascun malato modulavano la terapia, dopo aver effettuato visita medica e diagnosi differenziale. C’era chi aveva bisogno di antibiotici, chi di ossigeno e così via. Le polmoniti di varia natura esistevano anche prima del 2019 e nella stagione fredda talvolta mettevano in crisi le terapie intensive. Ma nel 2020 è stato proibito ai medici di visitare i malati, non era mai accaduta una cosa simile… La Sanità ha mostrato di voler creare il problema, piuttosto che risolverlo.

Per quale altra malattia è stato vietato dare un saluto ai familiari morti, fare loro un’ultima carezza o vestirli?
Nessuna.

Quando è accaduto che i morti fossero infilati nei sacchi della spazzatura?
Mai. C’era rispetto per i defunti.

Perché afferma che la Sanità abbia dimostrato di non voler risolvere il problema?
Per esempio hanno subito additato come cialtroni e allontanato i medici che erano capaci di risolverlo. Ci sono anche altri motivi. Molti colleghi con i quali mi sono confrontato erano spaventati, altri sentivano il peso di dover obbedire alle direttive insensate, altri han trovato comodo non visitare.

Lei ha passato tanti anni al reparto Malattie Infettive; per quali altre malattie siete stati costretti a non visitare i malati?
Nessuna. Non ci è mai passato per la testa di non visitare i pazienti, fossero ricoverati per polmoniti, meningiti, AIDS, TBC, epatiti, encefaliti o infezioni di origine sconosciuta. Si prendevano le precauzioni del caso, spesso molto semplici e, se si trattava di malattie respiratorie, si curava il ricambio d’aria nella stanza. Mai abbiamo contratto infezioni ospedaliere, i miei colleghi ed io.

Oggi il Covid sembra una malattia diversa, meno virulenta degli esordi; cos’è cambiato?
Dovremmo prima chiederci cosa si intende per Covid. Secondo la definizione dell’OMS, dei CDC, dell’EMA e dell’AIFA, si ha un caso di Covid accertato “quando il tampone PCR è positivo indipendentemente dai sintomi clinici” (quindi non è necessaria la polmonite, va bene anche l’unghia incarnita, o la perfetta salute). È chiaro che una definizione così generica è fatta apposta per prestarsi ad abusi. Nel mio saggio ho pubblicato diversi casi eclatanti suffragati da ritagli di giornale. Il Resto del Carlino di Bologna, il 13 maggio 2020, titolò “Muore di Covid a 30 anni: è la vittima più giovane”. Sottotitolo:“Michele Grauso, finanziere, era in coma da tre anni, un collega gli sparò accidentalmente”. Altro titolo. “Coronavirus. Quattordici nuovi positivi in Abruzzo. Tra i morti il 41enne annegato a San Salvo”.

Sì, ancora oggi, in Italia, i decessi per tutte le cause diventano Covid se nelle ultime ore di vita il malato, ricoverato o no, diventa positivo al virus. Che spiegazione si è dato?
Questa definizione e questa prassi sono utili ad allargare la platea dei malati. La prova ce l’ha fornita la Cina. che in dicembre ha cambiato la definizione di malattia. Dopo aver liberato gli abitanti dalle pesantissime segregazioni, la diagnosi di Covid è stata ristretta soltanto alla polmonite interstiziale (e risultato positivo al test, la cui sensibilità può essere regolata a piacere).

Parliamo dei test. Nel libro vi sono diverse testimonianze di persone risultate positive in una regione e negative nell’altra. Qualcuno anche nello stesso giorno a distanza di poche ore.
Fra questi c’è Elon Musk, che ha fatto 4 test nello stesso giorno nello stesso laboratorio: due negativi e due positivi. Il problema è che questi test non sono stati né validati né standardizzati, come riconosciuto anche da Giorgio Palù, presidente AIFA. Devono esseri usati con lo stesso criterio, altrimenti c’è il caos. In Italia ad esempio ce sono centinaia, ognuno ha parametri diversi, ogni kit è garantito da chi lo produce.

Cosa si trova allora con il test PCR?
Sequenze di nucleotidi attribuiti senza prova ad un nuovo virus. Se ci si basa su un test non validato, non si possono fare che affermazioni false, non si può spiegare una malattia, né risalire alle cause di morte.

Insomma, il Covid può essere tutto, i test non sono attendibili, eppure c’è qualcosa che fa ammalare.
Non ho mai detto che non esistono le malattie, ma che l’impostazione era ed è totalmente irrazionale. Niente di nuovo sotto il sole, se non un cambiamento dell’approccio, che ha permesso di aggravare quello che negli anni precedenti si risolveva senza tante sceneggiate. Non solo. Abbiamo già parlato anche sul blog della presenza di anticorpi (specifici per il SARS-CoV-2) trovati nel sangue di una quota rilevante di pazienti anni prima del supposto arrivo del Covid (https://blog.ilgiornale.it/locati/2021/09/11/il-virus-circolante-prima-del-dicembre-2019-e-le-difficolta-delloms/). Quindi ci sono due possibilità:

A) I test anticorpali sono affidabili e il nuovo virus è un virus vecchio già diffuso abbondantemente nella popolazione e che non aveva dato luogo a nessuna pandemia negli anni precedenti il 2019

B) Il nuovo virus è un artefatto di laboratorio, nel senso che i test (con risultati in disaccordo tra loro) sono aspecifici e danno risultati erratici (io propendo per il B)

La prima SARS e la MERS scomparvero presto e restarono circoscritte ai Paesi asiatici, furono isolati quei virus?
Non furono isolati. Ma la differente definizione fece sì che la malattia scomparisse. Si era malati solo con polmonite interstiziale e sintomi respiratori gravi oltre al test positivo.

Oggi non si teme più il Covid.
Ormai le persone sono stufe di sentir parlare della pandemia; all’inizio erano terrorizzate, poi la paura è diminuita tanto che, paradossalmente, molti hanno cercato di “ammalarsi” per poter avere il Green Pass. Perfino Bassetti, il portabandiera dei virus a oltranza, ha visto cadere nel vuoto i suoi ultimi tentativi di creare allarmismo, dal virus dei cammelli a quello delle scimmie al ritorno dell’aviaria. Infatti, di recente, ha detto che “siamo tornati alla normalità grazie all’eroismo dei sanitari e ai vaccini”. È importante capire cosa è successo e seguire cosa sta accadendo perché queste situazioni seguono schemi che verranno riproposti in futuro con piccole variazioni. La gente tende a dimenticare…

Quali situazioni, gli allarmi pandemici?
Sì, dall’aviaria del 2005 alla suina del 2009, una farsa via l’altra. Nel 2005 si parlò di “salto di specie” per il virus degli uccelli (H5N1) senza che fosse mai dimostrata la trasmissione da uomo a uomo. Bastò ritrovare qualche cigno e qualche pappagallo morto per far partire il circo mediatico; si distrussero interi allevamenti di volatili, ogni giorno per mesi i giornali riportavano notizie della pandemia in prima pagina. All’epoca, ricordo, andai ad un corso di aggiornamento e fuori conferenza un rappresentante di una casa farmaceutica ci disse che i vaccini erano già pronti per il lancio in grande scala (pur non essendo ancora nato il virus aviario umano). Rinunciarono perché la preparazione della popolazione non era stata ottimale dal loro punto di vista.

Ci fu un tentativo di creare il panico anche con la suina ma la popolazione non si preoccupò quando si accorse che si trattava di un’influenza, più benigna che negli anni precedenti.
Anche in quel caso l’Italia acquistò milioni di vaccini che poi dovette buttare via o regalare al Qatar. Per il Covid, in base agli accordi segreti, come scritto da lei, ne avremo 175 milioni da utilizzare entro il 2023: 2-3 dosi a testa entro dicembre, ce le faremo?.

blog.ilgiornale.it/locati/2023/01/19/per-i-vaccini-questanno-spenderemo-650milioni-ma-abbiamo-da-consumare-ancora-91-milioni-di-dosi-d...

Lei scrive che “le pandemie sono il pensiero fisso di certi miliardari”; pensa che quest’ultima sia stata programmata?

Tutte lo sono. Ci sono le prove. Bill Gates si ostinò a prevederne già dal 2015, poi nel 2018 (“33 milioni di morti in sei mesi”, disse) e nel 2019, attraverso l’Event 201, da lui finanziato, ne prospettò con assoluta sicurezza una con 65 milioni di morti in 18 mesi (si trattò di una simulazione di pandemia da coronavirus al John Hopkins Center nell’ottobre 2019 e che si trattasse di pura coincidenza non ci credette nessuno). Il refrain era sempre lo stesso:‘Non sappiamo quando arriverà, sappiamo solo che arriverà e sarà devastante’. Per inciso, nella nostra epoca le malattie infettive virali non rappresentano un problema di salute pubblica nel mondo sviluppato.

La popolazione è stata indubbiamente condizionata. La paura ha attecchito più nella parte di mondo sviluppata che in quella sottosviluppata. Ma a che pro tutto questo, solo per vendere i vaccini?
Jacques Attalì, nel 2009, scrisse:“Una piccola pandemia permetterà di instaurare un governo mondiale”.

Si riferisce a un modello cinese esteso su scala globale?
L’identità digitale permette di controllare i cittadini; con un clic si fermano i conti correnti. È già successo in Canada ai camionisti che protestavano contro il Green Pass. I governi decideranno chi sono i bravi cittadini anche dal numero delle vaccinazioni fatte. Da noi sono già stati sdoganati i principi che i figli appartengono allo Stato e non ai genitori e che ci si deve iniettare farmaci per un fantomatico bene collettivo.

Ma non è detto che ogni dettaglio di questo disegno globale vada in porto…
No, non è detto. Le ultime scandalose rivelazioni sul complotto (La Verità), oltre a confermare in pieno quanto da noi detto fin da subito, rendono meno probabile che molti vi credano ancora.

Gioia Locati
10 marzo 2023
blog.ilgiornale.it/locati/2023/03/10/covid-vi-svelo-tutto-l...
wheaton80
00mercoledì 10 maggio 2023 02:39
Stramezzi in diretta da Bruxelles ▷ "Restiamo cauti, ma ci sono belle novità sugli effetti avversi"



Tre giorni di confronto, dibattito, scienza con la S maiuscola. E' al via l'International Covid Summit di Bruxelles: non la solita informazione che sa di propaganda, ma uno scambio di idee per vederci chiaro su ciò che è stato e che sarà. Già, perché tanti problemi degli ultimi tre anni ce li portiamo ancora dietro, e medici come il Dottor Andrea Stramezzi non si sono certo lasciati alle spalle un periodo come quello della pandemia. Dalle prime cure a domicilio al tentativo di intervenire sugli effetti avversi del vaccino: l'opera di divulgazione continua e lo fa anche in questa tre giorni di Bruxelles. Oggi l'incontro a porte chiuse al Renaissance Hotel, domani il confronto in aula:"Un collega ci ha fatto vedere dei pazienti trattati da lui con un piccolo apparecchio che utilizza onde elettromagnetiche con risultati fantastici sugli effetti da vaccino". Scienza, non miracoli:"Ovviamente approfondiremo, abbiamo visto video di pazienti che non riuscivano più a camminare o che non avevano più equilibrio, gambe totalmente annerite a causa di piccoli trombi che impedivano l'arrivo del sangue. In pochi giorni sono tornati normali, ma è chiaro che bisogna essere molto cauti. Io sono contrario a colleghi che propongono soluzioni miracolose". "Abbiamo ascoltato una brillante analisi di Louis Fouché", continua Stramezzi ai microfoni di Fabio Duranti. "Il collaboratore del prof. Didier Raoult ha analizzato i trial di Pfizer e Moderna, tutte le sostanze contenenti, e ci ha posto tutti i dubbi. E' un'analisi di quelli che potrebbero essere i motivi di questi eventi avversi, uno studio molto tecnico che probabilmente qualcuno potrebbe non capire a meno che non sia un biochimico o un medico, ma devo dire che stanno uscendo cose molto molto interessanti". Novità che meriterebbero di essere ascoltate anche nel Parlamento nostrano:"Chiediamo al Ministero e al Presidente del Consiglio di poterci audire". L'occasione sarebbe nel corso della Commissione d'Inchiesta non appena sarà insediata:"Se riuscissimo a raccogliere 500mila firme non potrebbero dirci di no".


Il prof. Fouché le canta all''OMS in Europarlamento ▷ "Prima del 2020 non avevano dubbi sulle mascherine"



"Probabilmente verrò querelato in Francia per quello che sto per dire". Collaboratore del prof. Didier Raoult (tra i più alti H Index al mondo) e già additato di complottismo, Louis Fouché parla però dati alla mano, a differenza di tanti altri esperti proposti sui palinsesti generalisti. Lo fa a proposito delle mascherine, che ci siamo messi in faccia anche all'aperto sotto obbligo di legge. Che abbiamo comprato inizialmente dalla Cina spendendo soldi che potevano essere risparmiati, in parte per competitor interni che le vendevano a molto meno, in parte per tutto ciò che si è evinto in seguito relativamente alla vera efficacia. "Non hanno rallentato l'epidemia e i numeri lo dimostrano", dice il medico anestesista rianimatore. "Fino al 2019 l'OMS non aveva dubbi circa la loro efficacia per la popolazione. Venivano usate in sala operatoria, ma neppure lì c'è certezza su quanto servano effettivamente, figurarsi per le persone in strada". L'intervento nel corso dell'International Covid Summit tenutosi a Bruxelles in Europarlamento è l'ennesima trave nell'occhio di istituzioni che, prima o poi, dovranno fare chiarezza sulla coercizione usata con misure tutt'altro che sicure ed efficaci. Ecco i numeri mostrati in audizione.

wheaton80
00venerdì 26 maggio 2023 20:13
Cure e vigile attesa: ammissioni choc di Palù

I morti di Covid si potevano evitare se non si fosse deciso di applicare lo sciagurato protocollo ministeriale della Tachipirina & vigile attesa. A dirlo non è il solito sito complottardo no vax, ma niente meno che il Presidente di AIFA Giorgio Palù. Invitato a Porta a Porta per la trasmissione celebrativa (roba da bollettino della vittoria) della fine della pandemia il 10 maggio scorso, ha detto cose condivisibili sugli errori della strategia ministeriale e comunicativa utilizzata in pandemia. Peccato che Palù sia un complice di quel sistema di potere che ha negato fermamente ogni tipo di cura, mettendo alla gogna anche i medici bravi che le portavano avanti sul territorio, per unirsi alla narrativa ufficiale del vaccino come unica salvezza a disposizione. E con quanto emerge dagli AIFA Leaks, sappiamo a che cosa fosse finalizzato tutto questo: cioé ad affermare i benefici dell’inoculo persino accettando il rischio di accantonare gli effetti avversi che via via emergevano. Ebbene, tutto ha inizio quando Bruno Vespa gli chiede se sono stati commessi degli errori e se dobbiamo rimproveraci qualcosa. E lui ha risposto in qualità di virologo qual'è, quasi come se tra lo scienziato e la guida dell’ente di controllo del farmaco, ci fossero due anime in un corpo solo.

www.raiplay.it/video/2023/05/Porta-a-Porta-669a6517-e839-4dfb-a9f3-5d375650f...

“Gli errori si fanno”, esordisce. “Era una malattia sconosciuta che colpiva l’umanità, è inevitabile che la scienza, progredendo per ipotesi e conferme, in alcune cose abbia fallito”. E in particolare su che cosa avremmo fallito? "Non abbiamo dato ascolto ai governatori che dicevano di vigilare alle frontiere", dice sperando di ingraziarsi il governo, visto che quello delle frontiere chiuse era un leitmotiv di Lega e Fratelli d’Italia. Poi però, il discorso di Palù fa riferimento ad alcuni aspetti più medici. "Non abbiamo considerato – per esempio parlo di studi clinici che negavano l’efficacia di un farmaco già dimostrato molto attivo nei confronti di precursori del Sars Cov 1 e Maers". Non tragga in inganno la doppia negazione e la successione delle parole secondo uno stile colloquiale. Palù qui si sta riferendo al cosiddetto Lancet Gate, il caso dello studio di Lancet, che smontava l’utilizzo dell’idrossiclorochina nella cura del Covid. Lo studio poi fu ritirato dalle pubblicazioni per molti vizi, primo dei quali quello legato al fatto che fosse completamente assente di verifiche. Ma ormai il destino del farmaco era segnato per sempre e uscì da tutti i protocolli di cura nonostante i successi evidenti testimoniati da molti curanti. Insomma, detta così, en passant, il capo dell’AIFA ammette che fu sbagliato non considerare l’utilizzo dell’idrossiclorochina nel trattamento del Covid.

Eppure, di medici che la utilizzarono con successo ce ne furono, e tra questi veri e propri simboli della lotta al Covid, come il dottor Paolo Gulisano e il professor Luigi Cavanna di Piacenza, che fu tra i primi a curare precocemente a domicilio proprio con il tanto dileggiato farmaco guadagnandosi nel maggio 2020 la copertina del Time. Poi Palù prosegue e fa altre due importanti ammissioni. "In alcune condizioni si sarebbe potuto capire prima che il virus era a diffusione nosocomiale" e cita ancora una volta il Sars Cov 1:"Lo capimmo subito nel 2003, quando tutto l’ospedale di Toronto si era infettato". Eh sì, la diffusione in spazi angusti e comuni sembra essere stato il veicolo principale della diffusione del virus. E noi che cosa abbiamo fatto? Abbiamo chiuso la gente in casa in lockdown in modo che si contagiasse per bene, poi non abbiamo curato come si sarebbe dovuto e abbiamo così costretto il paziente ad andare in ospedale dove l’effetto contagio è decuplicato. In questo modo abbiamo contagiato sanitari e pazienti non positivi che hanno preso il Covid in ospedale. Ma è con la terza affermazione che Palù raggiunge la vetta. Ed è quando dice che i medici finalmente "capirono che si soffocava per tromboembolia e quando si è capito che bisognava usare gli antinfiammatori, che sono stati un aiuto importantissimo. Non serviva certo la Tachipirina e la vigile attesa". Eureka, verrebbe da dire. O: meglio tardi che mai.

Peccato che, nel frattempo, mentre lo sciagurato protocollo del Ministro Speranza veniva applicato e confermato anche a campagna vaccinale già iniziata, lasciando la gente ammalarsi progressivamente in casa e arrivare in ospedale quando ormai i giochi erano fatti, i tantissimi medici che curavano davvero secondo queste stesse indicazioni fornite oggi da Palù come fossero la scoperta dell’America, siano stati letteralmente messi alla gogna. Insultati, dileggiati, vilipesi e in alcuni casi anche indagati ingiustamente. I medici che hanno curato precocemente il Covid, per spegnere l’infiammazione e non arrivare alla tempesta citochinica, sono stati ostacolati in tutti i modi dai media, che hanno costruito attorno a loro la leggenda nera di essere degli stregoni; messi sotto procedimento degli ordini dei medici; umiliati dai Burioni, che negando (chissà se davvero liberi da condizionamenti o pressioni) le cure precoci, li hanno infangati; Distrutti professionalmente dalle istituzioni che hanno sempre e instancabilmente ribadito che contro il Covid non ci fosse cura perché l’obiettivo era quello di introdurre il vaccino sperimentale, proprio perché in assenza di cure ufficiali e accettate.

Forse non se n’è accorto, ma con queste parole Palù ha detto che i morti di Tachpirina & vigile attesa si potevano evitare. Eppure, Palù era quel virologo che al termine della prima ondata si disse favorevole a sviluppare un protocollo che cestinasse la vigile attesa e promuovesse l’utilizzo di antinfiammatori in fase precoce. Ma era il Giorgio Palù virologo, non il Giorgio Palù Presidente di AIFA che fece il suo debutto nell’agenzia del governo proprio portando avanti la battaglia in Consiglio di Stato contro i medici che curavano con l’idrossiclorochina. Un caso di sdoppiamento di persona davvero unico. O forse, molto più semplicemente, solo la convenienza nello sposare quello che faceva più comodo? Su una cosa Palù ha sicuramente ragione: quando dice che gli errori nella vita si fanno. Perfetto, ma, aggiungiamo noi, si pagano anche.

Andrea Zambrano
17 maggio 2023
lanuovabq.it/it/cure-e-vigile-attesa-ammissioni-choc-di-palu
wheaton80
00sabato 3 giugno 2023 16:25
Il film “Making A Killing” sulle conseguenze dei protocolli Covid negli ospedali USA

Il governo federale le ha dato 9mila dollari per pagare il funerale del marito morto di Covid in ospedale, e lei ha realizzato un film su quello che è successo a lui ed ad altre persone negli ospedali, durante il periodo della pandemia. “È quasi come se avessero normalizzato la crudeltà”, commenta una persona nel film che ha perso la madre. “Il disprezzo che hanno mostrato a mia madre quando hanno scoperto che non era vaccinata è stato incredibile”, dice Dayna. “L’hanno derisa e ridicolizzata. Le infermiere le hanno detto che i pazienti che non sono vaccinati non dovrebbero ricevere ossigeno. È quasi come se avessero normalizzato la crudeltà. Non me lo permettevano, così ho chiamato la polizia”. Tutti gli sforzi di Dayna sono falliti: la madre è stata sedata e poi è morta a 59 anni. Dov’è finito il “non nuocere”?, si chiede la regista.

La storia del marito della regista
Tragicamente, Tony è stato inserito nel registro dei decessi dell’ospedale; egli era passato dal Remdesivir al ventilatore in fasi prevedibili mentre era isolato dalla famiglia e gli venivano negati acqua, ghiaccio o cibo. Patty racconta la sua storia in modo ossessivamente diretto in Making a Killing, notando che il personale medico aveva interrotto arbitrariamente i suoi trattamenti con il ventilatore. Patty ha realizzato un’impresa insolita: ha convinto il personale a sottoporre Tony a Ivermectina, che ha migliorato notevolmente le sue condizioni. Ma il suo successo è stato di breve durata: lo staff si è poi rifiutato di continuare a somministrare il farmaco perché non approvato dalla FDA. Tony Myers è morto il 9 settembre 2021, quasi quattro settimane dopo essere stato ricoverato all’Orlando Health Hospital. Aveva 55 anni.

Alcuni politici iniziano a prendere posizione
Il senatore Ron Johnson, in Making a Killing, condanna i “rigidi protocolli dall’alto verso il basso” che hanno causato questo disastro. “I pazienti hanno perso tutta la loro libertà quando sono arrivati in ospedale”, ha detto. E Robert Hall, un senatore del Texas, ha detto a Patty:“Gli ospedali hanno rifiutato il trattamento precoce, hanno trattato il paziente in modo sbagliato e troppo tardi. E hanno ricevuto enormi incentivi finanziari per una lunga degenza in ospedale”.

Come venivano distribuiti i soldi durante la pandemia negli USA
“Quando ho iniziato a girare questo film, non sapevo che il protocollo fosse finanziato dal governo federale. Ora lo so”, mi ha detto Patty, in una intervista a Uncut-news. “I fondi federali erano giganteschi, inondando gli ospedali di denaro, e si tradussero in profitti da record. Un nuovo rapporto di Open the Books ha rilevato che i 20 maggiori ospedali senza scopo di lucro in America hanno ricevuto oltre 23 miliardi di dollari di finanziamenti federali dal 2018 al 2021 e “il loro patrimonio netto cumulativo è aumentato da 200,6 miliardi di dollari nel 2018 a 324,3 miliardi di dollari nel 2021”. Uno sviluppo meraviglioso per i massimi dirigenti ospedalieri; quel sontuoso denaro dei contribuenti ha permesso a molti di loro di guadagnare 10 milioni di dollari o più all’anno. Ma come ha scoperto Patty, tutto quel dolce denaro federale aveva un problema: c’erano incentivi per alcuni trattamenti medici per Covid che si sono rivelati fatali. Se l’ospedale ti registra con una diagnosi di Covid, avrà più soldi! Se ti “curano” con Remdesivir, un farmaco che ha dimostrato di essere mortale, ottengono un bonus del 20% sull’intero conto! Se l’ospedale utilizza la ventilazione meccanica che ha causato polmonite batterica secondaria e sei in ospedale, sei morto di Covid (anche se non sei morto direttamente di Covid). “L’ospedale chiedeva oltre 500.000 dollari per il trattamento di Tony e non riuscivano nemmeno a trovare nessuno che gli desse dell’acqua”, ha detto Patty. Mi viene in mente che Patty non può parlare a lungo di Tony senza scoppiare in singhiozzi. “Lui era il mio migliore amico. Era il mio compagno. Abbiamo fatto tutto insieme”.

I media hanno taciuto, l’accusa
I media sono riusciti a soffocare le voci delle persone in lutto, sopprimendo le loro storie e ignorando gli omicidi. Fino ad ora, solo organizzazioni di attivisti come American Frontline Nurses, FormerFedsGroup Freedom Foundation e Protocol Kills hanno permesso ai familiari sconvolti di raccontare le loro storie. Ma le loro voci potrebbero finalmente sfondare ora che sono entrati nell’arena legale. In molti hanno fatto causa agli ospedali.

Patty Myers sta lavorando sodo per finire "Making a Killing 2"
“Dopo l’uscita del film, così tante infermiere mi hanno contattato e mi hanno chiesto di condividere la loro storia. Vogliono raccontare cosa hanno vissuto e come sono state vittime di bullismo per rimanere in silenzio. E stiamo seguendo la traccia dei soldi dei registri dell’ospedale per vedere come ha funzionato. Scaviamo in profondità”.

Qui potete vedere il film in inglese:



Fonte: uncutnews.ch/der-film-making-a-killing-zeigt-die-toedlichen-folgen-der-covid-protokolle-in-krankenh...

25 maggio 2023
presskit.it/2023/05/25/il-film-making-a-killing-sulle-conseguenze-dei-protocolli-covid-negli-osped...
wheaton80
00lunedì 12 giugno 2023 14:26
Zuckerberg svuota il sacco:“Sul Covid abbiamo censurato informazioni vere”

Mark Zuckerberg lo ha ammesso: Facebook si è sbagliato, la censura operata durante gli anni dell’emergenza sanitaria è stata tutt’altro che corretta. “Sul Covid 19 penso che l’establishment scientifico si sia confuso su un mucchio di fatti e abbia chiesto di censurare un sacco di cose che, in retrospettiva, sono finite per essere discutibili o vere”, ha dichiarato il presidente di Meta. Ed ecco che tutto il castello di carte sulla lotta alla disinformazione crolla in un colpo. Con le sue parole Zuckerberg mette in discussione il comportamento che ha avuto la scienza durante la crisi Covid e con essa il ruolo dei fact-checkers, sinora considerati detentori della verità nel mondo social. Non solo, ammette anche l’ingerenza esterna. Dopo i Twitter Files, le dichiarazioni di Zuckerberg confermano infatti come il governo statunitense e i suoi “esperti” abbiano fatto pressioni sui social per manipolare l’opinione pubblica. Insieme al bieco collaborazionismo dei media generalisti, i ban e le censure erano quindi strumento utile a limitare il dibattito sul Covid 19. Virus uscito da un laboratorio? Lockdown dannosi? Green Pass e vaccini inefficaci? Impossibile. Qualsiasi dubbio postato sui social veniva prontamente nascosto. E così tuttora accade. A distanza di tre anni, Mark Zuckerberg sembra finalmente voler confessare il vero ruolo avuto dai suoi social. È Lex Fridman, ricercatore russo-americano, fra i massimi esperti di intelligenza artificiale, ad aver strappato tali ammissioni al fondatore di Facebook. Nella sua intervista non si è limitato a porre le solite domande “comode”, ma ha chiesto anche come distinguere, per esempio, i fatti dalle opinioni.

twitter.com/KanekoaTheGreat/status/1667011470406860803?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1667011470406860803%7Ctwgr%5E83f79790ab66499771e6d6f34cda36dd44260324%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.foxnews.com%2Fmedia%2Fzuckerberg-says-establishment-asked-facebook-censor-covid-misinfo-ended-true-undermin...

"È complicato", ha risposto Zuckerberg. “Noi siamo pratici: ci limitiamo a domandarci se quell’informazione causa danni alle persone oppure no". Ma davvero possiamo credere che un algoritmo sia in grado di operare correttamente e decidere se una affermazione causi danni ad altri? L’opera di censura attuata dai social ha generato danni gravissimi dividendo la società e soffocando il dibattito pubblico su temi medico-scientifici, facendoci rendere sempre più consapevoli che fin quando saranno le compagnie multinazionali private a decidere cosa sia giusto è possibile dire, un Paese non sarà mai davvero libero. Sono certamente molteplici i motivi per cui scusarsi, chissà se anche i governi avranno mai il coraggio di ammettere i propri errori, intervenendo su questa coltre di censura e ripristinando la libertà di parola e di opinione nel proprio Paese.

Arianna Graziato
10 giugno 2023
www.byoblu.com/2023/06/10/zuckerber-svuota-il-sacco-sul-covid-abbiamo-censurato-informazio...
wheaton80
00lunedì 3 luglio 2023 12:16
Toh, con i risultati delle autopsie crollano i morti Covid

Chi l’avrebbe detto: dove sono state fatte le autopsie i decessi Covid diminuiscono di 4 volte. E dove sono stati pubblicati i dati sulla mortalità generale (per tutte le cause) dei periodi pre e post pandemia, utili al confronto epidemiologico, si scopre che i morti Covid sono insignificanti e ricalcano quelli delle polmoniti. Guardiamo l’abstract appena pubblicato sull’American Journal of Forensis Medicine and Pathology.

journals.lww.com/amjforensicmedicine/Abstract/9900/Medical_Examiner_Surveillance_of_the_COVID_19...

Non è ancora disponibile il testo completo. Ma la sintesi è comunque illuminante. Dalle autopsie fatte sui cosiddetti deceduti Covid emerge che solo il 25.4% è morto di Covid; la stragrande maggioranza era solo stata trovata positiva al virus. Si tratta di uno spaccato americano, e i dati arrivano dal medico legale della contea di King, a Seattle. La sorveglianza è stata condotta nelle case di riposo; gli autori hanno anche rilevato che i veri morti Covid avevano anche altre patologie:“Il confronto dei risultati autoptici dei deceduti per Covid 19 con quelli positivi al virus ma deceduti per altre cause ha dimostrato un aumento del rischio per i soggetti con malattie preesistenti”. Da noi un lavoro simile non è ancora stato fatto e chissà se si farà. Ricorderete che le autopsie furono proibite e, a questo punto, a meno che le motivazioni non vengano chiarite dalla Commissione di Indagine Parlamentare, non sapremo nemmeno il perché. Nella contea di King sono state fatte autopsie a 418 persone decedute positive al virus su 744. Di queste (solo) 106 erano morte per Covid come prima causa oppure come concausa. 106 su 418, ossia il 25%. Se ne deduce che se le autopsie fossero state fatte anche da noi, invece di 180.000 morti in tre anni, oggi ne conteremmo 45.000 (!). Il professor Stefano Petti, che ringraziamo per averci inviato l’abstract, ha indagato ancora, trovando uno studio di coorte danese che permette di capire quanti siano i decessi Covid grazie a un confronto con la mortalità per tutte le cause. Ci ha spiegato Petti:“Il sistema di sorveglianza danese, al contrario del nostro che ha iniziato a raccogliere dati dopo l’inizio della pandemia, riporta la mortalità nei residenti delle case di cura da parecchi anni, e infatti questo lavoro scientifico mostra la mortalità per tutte le cause (Covid e non Covid) a partire dal 2015”. Ecco qui: mortalità per tutte le cause per anno (morti per 1.000 residenti nelle case di riposo suddivisi per anno):

2015 - 35,3
2016 - 34,8
2017 - 35,7
2018 - 38,3
2019 - 37,0
2020 - 37,5
2021 - 38,5

Questo studio nazionale ha incluso i 135.501 residenti in case di cura danesi tra il 2015 e il 6 ottobre 2021. Gli autori hanno scritto:“Il risultato principale di questo studio su scala nazionale è stato che, anche se un’alta percentuale di casi mortali di Covid 19 in Danimarca si è verificata tra i residenti delle case di cura, la mortalità annuale dei residenti delle case di cura nel periodo 2018-2021 ha avuto solo variazioni minime. Tuttavia, negli anni non pandemici dal 2015 al 2017 è stata osservata una mortalità leggermente inferiore rispetto agli anni precedenti. Per i singoli residenti delle case di cura, l’infezione da SARS-CoV-2 ha aumentato il rischio di morte sia nei residenti vaccinati che in quelli non vaccinati”. Emerge subito che non appaiono le impennate di mortalità descritte da noi nel 2020. “Non solo", ha aggiunto Petti. "La mortalità del 2020 (37.5) è risultata assai più bassa che nel 2018 (38.3) e, sorprendentemente, nel 2021, con l’arrivo delle vaccinazioni, è risultata più alta di tutti (38.5). Se ne deduce che i morti Covid sono tutti deceduti per altre cause, altrimenti nel 2020 avremmo visto un picco di mortalità (morti per le solite cause + i morti Covid) e invece il picco l’abbiamo visto nel 2021, durante la campagna vaccinale…”. Chissà chi risponderà alla più logica delle domande: come mai non si trovano gli stessi dati per l’Italia?

Gioia Locati
31 maggio 2023
blog.ilgiornale.it/locati/2023/05/31/toh-con-i-risultati-delle-autopsie-crollano-i-mort...
wheaton80
00lunedì 11 settembre 2023 03:27
Il governo britannico ha manipolato la BBC e i social network sul Covid

All’inizio della pandemia il governo britannico ha istituito un’Unità per la Lotta alla Disinformazione (Counter Disinformation Unit – CDU) [1]. Un’inchiesta parlamentare ha dimostrato che quest’organismo pubblico ha censurato le opinioni dissidenti. La CDU è diretta da Sarah Connolly, specialista dei Diritti dell’Uomo all’Università di Cambridge. Non si conoscono le risorse di cui dispone, ma si parla di almeno 50 dipendenti, cui vanno aggiunti gli operatori di una società d’intelligenza artificiale subappaltatrice. Secondo il Daily Telegraph, dallo scorso 1° settembre fanno parte della CDU anche rappresentanti dei servizi segreti (MI5, MI6, GCHQ) e della BBC [2]. Violando il principio di libertà di espressione, la CDU ha fatto rimuovere dalla rete e dalle emissioni radio e televisive della BBC opinioni dissidenti sul Covid, come quelle del professor Carl Heneghan, di Molly Kingsley e del dottor Alexandre de Figueiredo sulle misure riguardanti i minori. L’agenzia ha segretamente esercitato pressioni sui social network in generale, ma avrebbe incontrato ostacoli su Twitter.

Note
[1] www.gov.uk/government/publications/counter-disinformation-unit-open-source-information-collection-and-analysis-privacy-notice/counter-disinformation-unit-open-source-information-collection-and-analysis-privac...
[2] www.telegraph.co.uk/news/2023/09/01/secretive-covid-disinformation-unit-security-s...

Traduzione: Rachele Marmetti
05 settembre 2023
www.voltairenet.org/article219648.html#nb1
wheaton80
00sabato 16 settembre 2023 20:04
Spiegateci perché

Perché dobbiamo vaccinare i nostri cari (fragili) con un vaccino che non è formulato sulla nuova variante? Perché, mentre i CDC avvisavano di una nuova variante del Sars-Cov-2 in circolazione, la Commissione Europea ha approvato il nuovo vaccino contro una variante “vecchia”, già ora poco diffusa? Spiegateci perché. La settimana scorsa la Commissione Europea ha approvato il vaccino contro Omicron XBB.1.5, detta anche Kraken. Notizia riportata da Reuters il 5 settembre.

www.medscape.com/s/viewarticle/996052?ecd=mkm_ret_230912_mscpmrk-OUS_InFocus_etid5828992&uac=36383CT&impID...

Il prodotto a mRna è autorizzato per adulti, bambini e neonati dai sei mesi in su e verrà somministrato anche insieme al vaccino anti-influenzale. (Gli studi sui benefici e/o eventi avversi della co-somministrazione? Non pervenuti…). Una dose basta, precisa EMA, sia per chi ne abbia fatte due, quattro, cinque o nessuna, e di qualsiasi brand. Il portale Sanità-informazione il 7 settembre scriveva che la Kraken è assai poco diffusa in Italia.

www.sanitainformazione.it/salute/covid-in-italia-prevale-eris-pronto-vaccino-contro-le-nuove-varianti/#:%7E:text=Vaccino%20Moderna%20efficace%20contro%20Pirola,protegge%20contro%20Pirola%20...

Dai CDC intanto si apprende che la variante che sta circolando è la BA.2.86 (identificata l’ultima settimana di agosto e soprannominata Pirola), “molto diversa da quella presente nel vaccino”, al punto da far ipotizzare gli esperti che la vaccinazione sarà un fiasco (!). Questo nuovo ceppo è portatore di oltre 30 mutazioni, e “significa che potrebbe comportarsi in modo molto diverso rispetto alle versioni precedenti del virus”.

www.medscape.com/s/viewarticle/995810?ecd=mkm_ret_230912_mscpmrk-OUS_InFocus_etid5828992&uac=36383CT&impID...

Le ipotesi sono diverse:

- Si dice che Pirola potrebbe colpire di più
- Che colpirà in modo leggero
- Che risponde alla cure (le cure!)
- Che non vi è alcuna prova che causi una malattia più grave
- Che colpirà di più chi è già guarito
- Che colpirà di più i vaccinati
- Che è simile a Omicron
- Che è un déjà vu

Quindi la stessa agenzia (i CDC) riconosce che la nuova variante potrebbe eludere i vaccini (formulati su altre varianti). Diteci perché ora dobbiamo vaccinare i fragili, gli anziani, gli ospedalizzati, gli ospiti delle RSA con un vaccino superato, che non serve (dunque anche la risposta classica, “evita la malattia grave”, non vale). Vorremmo una risposta dagli scienziati, altresì esseri umani in carne e ossa che lavorano per il bene della salute pubblica al Ministero. Il nostro ringraziamento, nel frattempo, a Stefano Petti che ci ha segnalato le news.

Gioia Locati
12 settembre 2023
blog.ilgiornale.it/locati/2023/09/12/spiegateci-perche/
wheaton80
00sabato 28 ottobre 2023 19:36
E' morto a 60 anni Wu Zunyou, il massimo esperto cinese di malattie infettive



Wu Zunyou, il massimo esperto cinese di malattie infettive, è morto oggi all'età di 60 anni, in base a quanto riferito dal Centro Cinese per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, noto come China CDC. Wu era un volto divenuto popolare perché, durante la crisi del Covid-19, appariva sui media e in pubblico per giustificare i blocchi draconiani di Pechino, i test di massa e le lunghe quarantene. Le misure hanno inizialmente soffocato la diffusione del nuovo coronavirus, ma hanno fallito di fronte all'apparizione delle varianti ad alta capacità di diffusione, fino alla loro caotica e improvvisa rimozione agli inizi di dicembre 2022 in scia alle proteste di massa e l'impossibilità accertata di contenere le infezioni. Wu è deceduto a Pechino "dopo che le cure mediche per una malattia si sono rivelate infruttuose", ha affermato il CDC in un necrologio sul suo sito WEB. "In segno di rispetto per la volontà del defunto di una semplice cerimonia funebre, non avrà luogo alcun evento pubblico". Diversi media statali, citando fonti del CDC, hanno affermato che la causa della morte sarebbe stato il cancro al pancreas. Nato nel 1963, Wu ha lavorato in una stazione di prevenzione delle malattie nella sua provincia natale di Anhui prima di conseguire un dottorato in malattie infettive presso l'UCLA negli USA.

27 ottobre 2023
m.dagospia.com/e-morto-a-60-anni-wu-zunyou-il-massimo-esperto-cinese-di-malattie-infettive-che-aveva-lavorat...
wheaton80
00venerdì 1 dicembre 2023 12:50
“Ho il Covid, è un’emergenza!” Il post (ridicolo) di Crisanti scatena una bufera: gli utenti lo massacrano così

Da mesi, ormai, una parte del mondo della scienza è tornato alla carica sostenendo che siano necessari interventi decisi per arginare per tempo una nuova emergenza Covid, invocando vaccinazioni e misure restrittive. Tesi smentita da alcuni virologi, che hanno sottolineato invece come la situazione sia più che normale, con il virus ridotto ormai al rango di semplice influenza. Al momento, il governo guidato da Giorgia Meloni ha scelto di non muoversi, senza imporre per fortuna nuove restrizioni. Ma c’è chi continua a martellare in senso opposto. Hanno fatto discutere, a tal proposito, le ultime dichiarazioni del microbiologo Andrea Crisanti, divenuto senatore del PD dopo le ultime elezioni. Crisanti ha annunciato su X di essere positivo al virus e si è lamentato per le mancate misure di contenimento. Inevitabile una bufera di commenti negativi, raccolti dalla testata The Social Post. “Sono positivo al Covid con leggero raffreddore e con una carica virale elevatissima". Questo il post di Andrea Crisanti che sta scatenando un putiferio social. "Grazie all’eliminazione delle misure di contenimento, potrei andare liberamente in giro a diffondere l’infezione con il rischio di causare una malattia grave in una persona fragile”.

“Guardi, Crisanti, che quello che ha detto lei è esattamente quello che facevano i vaccinati infetti con il greenpass”, ha fatto notare qualcuno, con riferimento al mancato effetto dei vaccini nel prevenire i contagi. “Lei è fuori dal mondo", lo ha bacchettato un altro utente. "Con l’influenza siamo andati a lavorare perchè non potevamo permetterci di restare a casa, imbottiti di zerinol anche con 39 di febbre e non siamo morti. Si curi come ci si cura da sempre e pensi a quanti morti non sono stati curati con tachipirina e vigile attesa”. “Ma da quando in qua abbiamo contenuto una popolazione di 60 milioni di persone per salvare 1.000 immunodepressi? Se toglie le persone delle RSA, chi è estremamente fragile va protetto. Gli altri devono fare una vita normale, anche col naso che cola, come si è sempre fatto”, si legge ancora tra i commenti. La percezione degli italiani, insomma, sembra chiarissima.

Tommaso Croco
01/12/2023
www.ilparagone.it/attualita/covid-crisanti-post-nuove-restrizioni-post-p...
wheaton80
00mercoledì 13 dicembre 2023 02:49
E in Scozia arrivò l’ordine:“Non rianimate i disabili”

Dell’inchiesta parlamentare sulla pandemia approvata il 10 novembre dal Senato al momento si sa molto poco. Qualche commento sui giornali però c’è stato, giusto per chiarire su cosa non si indagherà. Intanto, come ha messo bene in chiaro la Procura di Roma, i ministri non hanno responsabilità di nulla (che li paghiamo a fare…). Ma avremo modo di parlarne. Al contrario, l’inchiesta scozzese sul Covid sta scoperchiando l’inferno. Sì, proprio l’inferno di cui ci parlavano da bambini: si vede che lo creiamo noi per noialtri e Dio ce ne scampi… Da Glasgow la notizia: l’indagine condotta da Lord Brailsford sta mostrando che gli ospedali hanno ricevuto precisi ordini di non rianimare i pazienti disabili. Queste direttive tenute segrete si chiamano DNR. Pare che sin dall’inizio della pandemia gli addetti alla reception dei medici di base abbiano chiamato le persone con disabilità per cercare di convincerle a firmare il modulo con l’avviso di non essere rianimati in caso di emergenza.

www.dailymail.co.uk/news/article-12781471/Disabled-people-secretly-given-Not-Resuscitate-orders-Scottish-Covid-19-inquiry-he...

Tressa Burke, Amministratore Delegato della Disability Alliance che segue 5.500 persone con disabilità, ha raccontato che “molti scozzesi sono stati costretti a firmare un DNR inserito poi nella cartella clinica” e che la giustificazione messa per iscritto sulla fine vita di queste persone era “che avevano una condizione preesistente”, come se questo in qualche modo svalutasse il loro vivere e dovessimo aspettarci che tutte le persone disabili muoiano comunque, e non vale la pena salvarle”. L’inchiesta sta divulgando anche le esperienze di persone a cui è stato detto che non sarebbero state portate in ospedale se avessero contratto il Covid e non avrebbero avuto accesso ai ventilatori. Fra i racconti quello di una famiglia “rimasta inorridita dopo che la loro anziana madre ha ricevuto una chiamata dall’ambulatorio del suo medico di famiglia e ha accettato un DNR perché “aveva capito che l’addetto alla reception glielo stava chiedendo”. Anziani come bambini. La responsabile dell’organizzazione benefica ha detto:“È stata sostenuta dalle figlie per riuscire a ottenere un intervento chirurgico che ha cambiato poi il decorso. Ma quante persone si sono convinte (per ingenuità, per solitudine o perché hanno creduto vere le parole 'non esistono alternative') o sono state d’accordo?”. Eccolo l’inferno in terra. Mistificato da mille scuse, l’emergenza, il caos, le direttive superiori (pronunciate da chi sarà sempre assolto, of course). La disumanità come nuova normalità. Le legge applicata senza valori di riferimento solo per amministrare e “arrivare all’obbiettivo”. Ci si chiede quale sarà l’obbiettivo… Da noi invece cosa è successo ad anziani e disabili? Sappiamo che i secondi sono stati chiamati per primi a ricevere la vaccinazione. Sappiamo che chi ha sviluppato eventi avversi si è sentito rispondere che i malesseri più o meno severi “sono dipesi dalla sua condizione”. Secondo il principio diffuso dal prof. Burioni in cattedra ai corsi di aggiornamento per giornalismo, 18 mesi prima dello scoppio della pandemia, “su un vaccino non si deve mai indagare perché non nuoce mai”.

blog.ilgiornale.it/locati/2018/10/29/ipocrisia-tossica/

E gli anziani? Chi ha avuto la sfortuna di avere avuto un parente ricoverato nei tre anni di pandemia ha sperimentato anche da noi l’inferno in terra (proibite le visite o i controlli dei parenti; sedazioni ogni oltre limite; cibo inadeguato; immobilità e piaghe sul corpo). La mancanza di una sepoltura dignitosa e di un’ultima carezza hanno scavato ancor più l’abisso. Domanda ai parlamentari: anche su questo scempio tutti immuni? Così chi ha più bisogno di amore, l’anziano che si ritrova solo o la persona che ha convissuto con handicap e malattie, ha ricevuto un calcio in faccia in nome dell’emergenza, se non un vero e proprio viatico per la morte. Ricordate la rupe Taigeto? Gli spartani ci gettavano i bambini deformi. Quanto ci manca per arrivare lì?

L’Estonia boccia l’OMS
Vorrei concludere con una bella notizia divulgata da Dentro la Notizia: il parlamento estone ha notificato il rifiuto della politica sanitaria dell’OMS, quella che potrebbe capitare anche a noi con le prossime pandemie. L’Estonia fa parte dell’Unione Europea… Coraggio, si può fare.

t.co/P96WSMpq4W

Il docufilm sui morti abbandonati in Italia
Infine un avviso per i lombardi: il 5 dicembre a Garbagnate Milanese (teatro Italia, via Varese 25, ore 20.30, ingresso con offerta libera) verrà proiettato il film "La morte negata" di Alessandro Amori di Playmastermovie, l’autore di "Invisibili", che ha registrato l’overbooking in tutta Italia. In questo lavoro, Amori affronta proprio il tema della morte di migliaia di persone da sole negli ospedali, senza il conforto dei propri cari. Nel docufilm il regista e attore Antonio Bilo Canella darà un’interpretazione spirituale. Dopo la proiezione discuteranno: Elisabetta Stellabotte, Presidente comitato L’Altra Verità-Vittime Covid 19; Andrea Stramezzi, medico chirurgo e volontario nella cura del Covid 19; Barbara Balanzoni, medico chirurgo e giurista; Monica Zentellini del Comitato Nazionale Psicologi per l’Etica, la Deontologia e le Scienze Umane. Modera: Don Diego.

Gioia Locati
26 novembre 2023
blog.ilgiornale.it/locati/2023/11/26/e-in-scozia-arrivo-lordine-non-rianimate-i-d...
wheaton80
00venerdì 19 gennaio 2024 13:47
Misure senza basi scientifiche e bugie sull’origine del virus: ammissioni di Fauci

Ben 14 ore in due giorni, tanto è durata la testimonianza a porte chiuse di Anthony Fauci davanti alla Commissione sulla Pandemia di Coronavirus istituita dal Congresso USA. Molte le ammissioni, le mezze verità, le giravolte, e un centinaio di “non ricordo”, che provano sostanzialmente due cose che avevamo a lungo sostenuto: molte delle politiche sanitarie adottate, di grande impatto economico e sociale, non erano supportate da basi scientifiche e sull’origine del virus è stata fatta una vera e propria opera di disinformazione.

Obblighi vaccinali
Il Presidente della Commissione, Brad Wenstrup, che è anche medico, ha concluso che la testimonianza “ha rivelato fallimenti sistemici nel nostro sistema sanitario pubblico e ha fatto luce su gravi problemi procedurali con la nostra autorità sanitaria pubblica”. Tra questi fallimenti, l’imposizione di obblighi vaccinali nelle scuole e nelle imprese, che potrebbero aumentare l’esitazione vaccinale nei prossimi anni, ammette oggi Fauci, mentre nel 2021 sosteneva che “quando si rende difficile la vita alle persone, queste dimenticano le loro stronzate ideologiche e si vaccinano”. Ed è chiaro che “le opinioni dissenzienti spesso non venivano prese in considerazione o venivano soppresse completamente. Se dovesse verificarsi una futura pandemia, la risposta dell’America dovrà essere guidata da fatti scientifici e dati certi”, ha aggiunto Wenstrup.

Distanziamento sociale
Il dottor Fauci ha ammesso che la raccomandazione sul distanziamento sociale di due metri sostenuta da lui e da alti funzionari della sanità pubblica “probabilmente non era basata su dati scientifici“: semplicemente sembrava avere senso. Eppure, proprio in conseguenza di quelle regole, contestate sia da studi che da altri scienziati e funzionari sanitari, le scuole a livello nazionale sono rimaste chiuse fino al secondo anno di pandemia. “Decisioni prese dai distretti scolastici”, si è difeso Fauci. I distretti però si sarebbero esposti a cause legali se non avessero seguito le indicazioni fornite dal governo federale. Alla domanda su uno studio del 2021 condotto nelle scuole del Massachusetts che ha rilevato che solo un metro di distanza tra gli studenti aveva portato a tassi di infezione “simili”, ha risposto che lo stesso mese i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie stavano esaminando “molto attentamente” i dati e “probabilmente” li avrebbero aggiornati.

L’origine del virus
Fauci ha poi riconosciuto che l’ipotesi della fuga dal laboratorio del Wuhan Institute of Virology non era affatto una teoria del complotto, come invece veniva affermato nel famigerato articolo “Proximal Origin”, fatto pubblicare quattro anni fa, il cui scopo era proprio delegittimare e diffamare quell’ipotesi. Fauci ha inoltre rivelato di essere stato d’accordo con il divieto di viaggi dalla Cina imposto dall’ex Presidente Donald Trump, nonostante inizialmente si fosse opposto, e di aver sostenuto le radicali restrizioni di viaggio nei confronti dei Paesi europei all’inizio della pandemia.

Gli esperimenti di Wuhan
Fauci ha invece difeso la sua precedente controversa testimonianza in cui aveva affermato che il National Institutes of Health (NIH) non ha finanziato ricerche sul guadagno di funzione a Wuhan, pur giocando con la definizione di guadagno di funzione nel tentativo di evitare di ammetterlo. “Quindi quello che hai fatto è cambiare la definizione sul tuo sito WEB per cercare di pararti il culo, in pratica”, lo ha incalzato il senatore Rand Paul, protagonista di altri epici scontri con Fauci. Il dottor Fauci è apparso non essere nemmeno pienamente a conoscenza di cosa accadesse al National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) sotto la sua guida. Ha ammesso infatti di aver firmato ogni sovvenzione NIAID straniera e nazionale senza rivedere le proposte e non è stato in grado di confermare se il NIAID avesse un qualsiasi meccanismo per condurre la supervisione dei laboratori stranieri finanziati.

Federico Punzi
12 gennaio 2024
www.nicolaporro.it/atlanticoquotidiano/rubriche/chinavirus/misure-senza-basi-scientifiche-e-bugie-sullorigine-del-virus-ammissioni-d...
wheaton80
00mercoledì 7 febbraio 2024 16:24
"Uccisi dai ventilatori", almeno 561 vittime. Adesso sono guai per la Big Pharma. Cos'hanno deciso i giudici

Tra le variegate attività in cui sono impiegati i capitali di Exor, la holding della famiglia Agnelli saldamente nelle mani di John Elkann, che vanno dalle assicurazioni al calcio all’editoria (oltre che all'automobile), i guai, al netto delle scintille con il governo per la questione incentivi, vengono da quello che sembrava il settore più “sicuro”. Lo scorso anno, sborsando 2,6 miliardi di euro, Exor ha acquisito un consistente pacchetto azionario della Philips, il 15%, con la possibilità di portare la partecipazione fino a un limite massimo del 20%. Anche la multinazionale di Eindhoven, infatti, non produce solo televisori, anzi, è all’avanguardia nel mondo per un ramo ben preciso delle proprie diversificate attività: quello delle tecnologie medicali. La multinazionale del settore salute e tecnologia è nell’occhio del ciclone negli Stati Uniti e, come vedremo in seguito, anche in Italia qualcosa si sta muovendo. Procediamo con ordine. Philips si è trovata costretta a sospendere la vendita dei nuovi ventilatori per il trattamento dell’apnea notturna “Respironics” negli Stati Uniti, dopo avere raggiunto un accordo con la Food and Drug Administration (FDA), che ha stimato almeno 561 vittime: l’accordo ha fatto seguito al ritiro di milioni di dispositivi nel 2021, che si erano rivelati potenzialmente tossici, e al pagamento di una multa da 400 milioni di dollari. Ma non è tutto finito, giacché solo negli stessi Stati Uniti sono ben 116mila le denunce raccolte per il cattivo funzionamento dei respiratori. Ma ora, anche in Italia, sorgono gravi problemi: La Corte d’Appello di Milano ha dato ragione ai pazienti che avevano denunciato la nocività dei respiratori Philips, a seguito di una puntata della trasmissione Report del giugno 2022, intitolata “La polvere nel ventilatore”.

www.rai.it/programmi/report/inchieste/La-polvere-nel-ventilatore--9e71f461-e6be-4c50-ac68-8819ef068...

I respiratori, utilizzati anche durante il Covid 19, contengono, infatti, come si è scoperto, una schiuma fonoassorbente che si degrada e può finire nelle vie aeree. Il materiale, oltre al particolato irritante, emette anche composti organici volatili. Ne è seguita una class action promossa da ADUSBEF e dall’Associazione Apnoici Italiani, per conto di più di 100mila pazienti. La Corte milanese, il primo febbraio, ha emesso la sentenza per cui Philips deve pagare una penale di 20mila euro per ogni giorno di ritardo nel ritiro e nella sostituzione dei suoi prodotti a partire dal 30 giugno 2023. Proprio le traversie che il colosso olandese stava attraversando avevano rappresentato il momento perfetto per investire, quantomeno questo doveva essere il piano iniziale di John Elkann.

Antonio Oliverio
06/02/2024
www.ilparagone.it/attualita/scandalo-respiratori-tribunale-milano-condanna-philips-exor...
wheaton80
00mercoledì 3 aprile 2024 22:12
Covid in Germania, toh… quante somiglianze

Tutto il mondo è paese. Proprio vero. Si guardi alla vicina Germania e con quale precisione il governo retto da Angela Merkel fino al dicembre 2021, e poi da Olaf Scholz, ha affrontato la pandemia. Sulla piattaforma Substack è comparso il resoconto critico di un autore che ha scritto svariate volte di pandemia e si firma Eugyppius. Utile, oltre che per i commenti, ad aggiornarci sui fatti.

www.eugyppius.com/p/rki-protocols-reveal-pandemic-managers

Due settimane fa un tribunale tedesco ha imposto al Robert Koch Institute (il nostro Istituto Superiore di Sanità) di rendere noti i protocolli interni degli incontri del “Covid Crisis Team” tra gennaio 2020 e aprile 2021:“Il disvelamento delle decisioni di allora è tuttora in corso ma i principali media stanno dicendo con notevole enfasi che non emergerà nulla”, scrive l’autore. Die Zeit titola:“Un regalo ai teorici della cospirazione”; Der Spiegel che “i protocolli hanno suscitato grande entusiasmo ma contengono poco”. Qui l’autore commenta che “tutti questi articoli sono molto lunghi ma assai brevi nelle citazioni dirette ai documenti in questione”. E che “quando si tratta di lockdown e vaccinazioni di massa, l’incuriosità dei nostri giornalisti non conosce limiti”.

(Da noi nessun giudice ha chiesto chiarimenti sulle decisioni della Cabina di Regia ma è facile immaginare che, se dovesse accadere, molti giornali scriverebbero che i “magistrati strizzano l’occhio ai no vax”)

Leggiamo poi che i protocolli svelati stanno mostrando che “i gestori della pandemia sopravvalutarono il rischio Covid su indicazioni esplicite dei loro supervisori politici nel Ministero della Salute” e che il “fattore R fu adattato allo scopo, passando da moderato ad alto” (si tratta dell’indice che stabilisce la contagiosità di un agente infettivo). Insomma, sta venendo fuori che i dati della scienza hanno celato di fatto una “manipolazione” chiesta dai politici. Per quale scopo?

(E da noi?)

L’autore prosegue definendo “Karl Lauterbach, il Ministro della Sanità più stupido d’Europa” e dicendo che “sta attraversando un momento particolarmente brutto”.

(Anche Speranza non se la passa bene, costretto a uscire dalla porta di servizio quando si presenta a un evento pubblico; ha pure ritirato la sua candidatura alla Presidenza della Basilicata dicendo di averlo fatto “perché perseguitato dai no vax”. Di fatto, a pedinarlo sono i danneggiati dal vaccino anti Covid in carrozzella. Magari per loro fossero stati no vax, da lui pure offesi)

Il Ministro della Salute tedesco si sta giustificando pubblicamente affermando che “i protocolli sono stati ampiamente modificati per proteggere i dipendenti dall’odio e dall’agitazione delle persone per cui lavorano” e che “il Robert Koch Institute ha lavorato “indipendentemente dalla politica” e “ha salvato molte vite durante la pandemia”, poi, su X, (ex Twitter) ha accusato “governi stranieri (non dice quali) di promuovere teorie del complotto”. Eugyppius riferisce di un virologo che ha osservato che “intere pagine relative ai vaccini sono state oscurate”. E di un esponente del partito liberal democratico che ha chiesto maggior trasparenza e l’accesso ai documenti. Quest’ultimo ha quindi ri-chiesto che il Koch Institute pubblichi un suo studio ancora segreto, “Stop Covid”, che secondo Lauterbach dimostra che la gestione tedesca della pandemia è stata un successo e ha salvato tante vite “ma che per qualche motivo ha rifiutato a chiunque di leggere”. Qualcuno nel governo ha accusato Lauterbach di dare una pessima immagine del Paese, così che il ministro si è lasciato andare a nuove promesse: renderà pubblico lo studio e i documenti.

Ma per ora, scrive Eugyppius, si tratta solo di promesse. Apprendiamo che il governo tedesco della pandemia è “ampiamente detestato” e che politici del partito liberal democratico stanno rivolgendo pesanti accuse al Koch Institute. Non solo. La Sahra Wagenknecht Alliance (BSW) afferma:“Una commissione di studio non basta. È necessaria una commissione d’inchiesta per far luce sul periodo con le maggiori restrizioni dei diritti fondamentali nella storia della Repubblica Federale”. La popolazione ha il diritto di venirne a capo. “In particolare, occorre esaminare la chiusura degli asili nido e delle scuole nonché l’esclusione delle persone non vaccinate, anche per trarre conclusioni per le future pandemie”, ha dichiarato Wagenknecht a un’agenzia stampa. L’autore conclude dicendo che molti lettori si chiedono quali siano le ragioni di aver esagerato la pandemia e imposto i lockdown e da chi venissero queste pressioni. Risposta:“La storia è in qualche modo diversa in ogni Paese, ma in Germania è chiaro che si è trattato di un virus culturale che ha travolto la stampa e l’élite politica prima ancora che gran parte degli scienziati”.

P. S.
Fra le Nazioni che stanno indagando sulla pandemia con Commissioni di Inchiesta, oltre al Regno Unito, ci sono Australia e Nuova Zelanda. Eugyppius ha poi ricordato che l’establishment epidemiologico internazionale ha passato anni a predicare contro la chiusura delle frontiere in caso di pandemia. Già, ma poi è successo qualcosa che ha fatto cambiare idea. A tutti insieme, non appassionatamente.

Gioia Locati
01 aprile 2024
blog.ilgiornale.it/locati/2024/04/01/covid-in-germania-toh-quante-somi...
wheaton80
00domenica 21 aprile 2024 02:12
Le mascherine non servivano a niente! Anche Bassetti deve ammetterlo. La sentenza che fa giustizia

Mentre Francesco Borgonovo sta rivelando le carte del processo sulla gestione del Covid nel quale è stato incredibilmente archiviato Speranza, rivelando anche tutto il marcio che c’è nel sistema che ha trovato il modo di autoassolversi, c’è un’altra sentenza che ora fa discutere e riaccende i fari su un tema altrettanto importante: l’obbligo di mascherina. È quella del tribunale militare di Roma, che potrebbe ribaltare diversi processi e cause ancora in corso sull’obbligo dell’utilizzo della mascherina sia durante sia dopo la pandemia. Si tratta della sentenza che ha portato all’assoluzione con formula piena di L. M., un sottoufficiale dell’Aeronautica di Guidonia Montecelio. Il militare si era infatti rifiutato di mettere una mascherina chirurgica durante un concorso pubblico in un enorme hangar dell’aeroporto di Pratica di Mare il 12 ottobre del 2022, quando l’emergenza pandemica era finita ormai da mesi. Quello che è interessante è che il giudice ha riconosciuto la validità della consulenza tecnica dell’infettivologo genovese Matteo Bassetti. Già proprio lui… E qui viene il bello di questa vicenda. Nella sua consulenza Bassetti ha evidenziato come “l’efficacia protettiva delle mascherine nei confronti della trasmissione area di Sars-Cov-2” fosse “ancora un argomento dibattuto […]” e che “un utilizzo appropriato di tale strategia non si è dimostrato sufficiente a bloccare completamente la trasmissione del virus”. La questione nasce dal fatto che i superiori del sottufficiale avevano deciso di denunciarlo per aver deciso di non indossare la mascherina, nel 2022, quando tutti gli obblighi erano già decaduti. L. M. è finito a processo per disobbedienza militare pluriaggravata. Ma il giudice Daniela Melchiorre lo ha assolto con formula piena perché il fatto non sussiste: l’ordine era illegittimo in quanto emesso da autorità incompetente (non sanitaria) e comunque dopo che era cessato il periodo acuto pandemico. La vicenda l’ha raccontata Alessandro Da Rold su La Verità. L’avvocato del militare, Massimiliano Strampelli, professore a contratto di Diritto Militare alla Link Campus University, che aveva deciso di avvalersi della consulenza tecnica di Bassetti, infettivologo di Genova diventato famoso in TV durante la pandemia, spiega al giornale:“Sarebbe servita la prova scientifica, oltre ogni ragionevole dubbio, che l’uso della mascherina in luogo di lavoro tra soggetti sani avesse idoneità a ridurre in modo significativo, statistico, il rischio di contagio”. Cosa che non è stata dimostrata. Lo stesso Bassetti, pensate un pò, nella consulenza ha scritto:“Sulla base di tali dati in letteratura, è possibile affermare che non ci sono sufficienti dati a supporto dell’utilizzo della mascherina come unico intervento di infection control nel prevenire la trasmissione dei virus respiratori”.

Gabriele Angelini
12/04/2024
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