Trapassi d'élite

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2, 3, 4, 5
wheaton80
00mercoledì 17 agosto 2016 20:13

Spero che questo topic non sia troppo macabro, ma lo apro per evitare di invadere la sezione News con notizie di decessi :P
wheaton80
00giovedì 18 agosto 2016 01:05
L’aristocratico Tom Cholmondeley muore a 48 anni



Thomas (Tom) Cholmondeley (https://en.wikipedia.org/wiki/Thomas_P._G._Cholmondeley), celebre agricoltore keniano di stirpe britannica, è morto mercoledì pomeriggio all’età di 48 anni. L’aristocratico è morto dopo un intervento di protesi d’anca all’MP Shah Hospital a Nairobi. Era figlio del 5° Lord Delamere, uno dei primi e più influenti coloni britannici in Kenya. Tom è morto mercoledì intorno alle 14:00 di arresto cardiaco dopo essere stato ricoverato martedì. In aprile del 2005, Cholmondeley sparò e uccise un KWS (Kenya Wildlife Service) Game Ranger all’interno del suo ranch a Soysambu, vicino al lago Naivasha. Egli rivendicò l’autodifesa personale, e il caso fu lasciato cadere prima di arrivare al processo. Nel maggio del 2006 l’uomo sparò e uccise anche un sospetto bracconiere. Fu assolto per omicidio, ma giudicato colpevole per omicidio colposo e condannato a otto mesi di carcere. Fu rilasciato nell'ottobre del 2009.

Traduzione: Wheaton80
17 agosto 2016
www.the-star.co.ke/news/2016/08/17/aristocrat-tom-cholmondeley-dies-aged-48_...

Nota Wheaton80:
I Cholmondeley sono imparentati con i Sassoon, i noti banchieri ebrei imparentati a loro volta con i Rothschild
wheaton80
00domenica 28 agosto 2016 02:23
Germania: E’ morto l'ex Presidente Scheel



E' morto l'ex Presidente tedesco Walter Scheel. Aveva 97 anni. Lo riferisce l'agenzia DPA citando un portavoce del Partito Liberale (FDP), di cui Scheel era stato esponente. Scheel fu Presidente della Repubblica Federale Tedesca dal 1974 al 1979. In precedenza, dal 1969, era stato per cinque anni vice-Cancelliere e Ministro degli Esteri di Willy Brandt.

25 agosto 2016
www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2016/08/24/germania-e-morto-lex-presidente-scheel_28f66410-ad53-4a6e-8b81-b7b795609...

Nota Wheaton80: Scheel è stato Presidente del Club Bilderberg negli anni '80
wheaton80
00domenica 28 agosto 2016 11:24
Guido Schmidt-Chiari, banchiere austriaco, è morto a 84 anni



Guido Schmidt-Chiari è nato a Vienna, in Austria, il 13 settembre del 1932 ed è morto il 22 agosto del 2016. Era un banchiere austriaco. E’ stato Amministratore Delegato della banca austriaca Creditanstalt. Era il primogenito di Guido Schmidt. Nel 1974 sposò la Contessa Stephanie Strachwitz, con la quale ebbe sei figli. Era il cugino diretto del produttore discografico americano Chris Strachwitz. Guido Schmidt-Chiari è venuto a mancare a 84 anni.

Deon Hinds
Traduzione: Wheaton80
23 agosto 2016

deadobituary.com/guido-schmidt-chiari-austrian-banker-die...

Nota Wheaton80: Schmidt-Chiari era membro del Comitato Esecutivo della Trilateral Commission
wheaton80
00lunedì 29 agosto 2016 16:01
La morte del Duca di Medinaceli



Soltanto tre anni dopo esser succeduto a sua nonna, Victoria Eugenia Fernandez de Cordoba, diciottesima Duchessa di Medinaceli, morta il 18 agosto 2013, Sua Altezza Serenissima (HSH) il Principe Marco di Hohenlohe-Langenburg, diciannovesimo Duca di Medinaceli, muore il 19 agosto 2016 nell’ospedale Virgen de los Reyes a Siviglia. Il Duca, che è stato malato per qualche tempo, era stato ricoverato nell’ospedale diversi giorni fa.

Nacque a Madrid l’8 marzo 1962, come primogenito del Principe Max Emanuel di Hohenlohe-Langenburg e di Doña Ana de Medina y Fernandez de Cordoba, nona Contessa di Ofalia e tredicesima Marquesa de Navahermosa, la primogenita della defunta Duchessa di Medinaceli. Doña Ana è morta nel 2012.

Il Duca aveva 54 anni. Era stato confermato Duca di Medinaceli nel settembre del 2014. Aveva anche fatto richiesta degli altri titoli di sua nonna, ma questi non erano stati concessi a causa della disputa con suo zio, il Duca di Segorbe. Nel 1996 Marco sposò la tedesca Sandra Schmidt-Polex. Ebbero due figli, la Principessa Victoria (1997) e il Principe Alexander (1999). La coppia divorziò nel 2004. Sebbene Victoria e Alexander fossero nati a Malaga, in Spagna, dopo il divorzio essi seguirono la madre in Germania. Il defunto Duca ha lasciato i suoi due figli, suo fratello il Principe Pablo e sua sorella la Principessa Flavia. L’eredità del titolo ducale è acquisita dalla diciannovenne Principessa Victoria, Contessa di Ofalia. Al momento vive a Madrid ed è studente all’IB Business School. Si gode l’equitazione e parla fluentemente lo spagnolo, il tedesco e l’inglese.

Fonti
www.fundacionmedinaceli.org/index.aspx#
www.abc.es/estilo/gente/abci-fallece-sevilla-duque-medinaceli-54-anos-edad-201608200117_noti...

Traduzione: Wheaton80
19 agosto 2016
royalmusingsblogspotcom.blogspot.it/2016/08/the-death-of-duke-of-medinac...

Nota Wheaton80
La famiglia Hohenlohe è storicamente legata al partito nazista
wheaton80
00sabato 17 settembre 2016 00:10
In morte di Carlo Azeglio Ciampi (1920-2016) - Biografia non autorizzata



E' morto Carlo Azeglio Ciampi, figura controversa e decisiva della fase di transizione e impoverimento dell'Italia. Oggi e nei prossimi giorni verrà incensato dai corifei della stampa di regime come un Padre della Patria. Forse le cose non stanno così. Fortunato beneficiario dell'infame arresto del Governatore della Banca d'Italia Paolo Baffi e del Direttore Generale Sarcinelli, che lo elevarono fino alla massima carica della Banca Centrale. Divenne Presidente del Consiglio nella fase più tragica e oscura della storia italiana repubblicana: l'epoca della trattativa Stato-Mafia sui corpi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il suo Ministro Giovanni Conso tolse il 41Bis a centinaia di mafiosi in circostanze sospette proprio all'ombra di quella trattativa. Ovviamente Ciampi era all'oscuro di tutto, o almeno non abbiamo elementi per porre in dubbio la sua assoluta non conoscenza dei fatti. Il giudizio su un simile Presidente del Consiglio inconsapevole è evidente. Regista della più colossale svendita di beni di Stato mai fatta nel mondo occidentale e seconda in assoluto solo alla svendita dei beni dell'ex URSS. Ha puntato tutta la sua azione politica sull'assunto che solo l'Unione Europea poteva salvarci da noi stessi. I dati sul surplus commerciale della Germania oggi ci chiariscono che se l'Europa ci ha salvati da noi stessi non ci ha certo salvati dalla Germania. Ha raggiunto le massime cariche dello Stato - Ministro del Tesoro, Presidente del Consiglio dei Ministri e Presidente della Repubblica - senza mai aver partecipato nemmeno alle elezioni del suo condominio. È stato pioniere di una prassi sempre più ingombrante, di cui gli è grato erede anche l'attuale Premier. Oggi ci diranno che era un santo, anzi, lo proclameranno Santo di Stato. Secondo noi non lo era: ha commesso errori gravissimi, fino a prova contraria in buona fede, ma piangiamo ancora oggi le conseguenze delle sue scelte.

Felice Fortunaci
16 settembre 2016
megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=126508&typeb=0&inmortedi#carloazegliociampi-1920-2016---biografia-non-aut...
wheaton80
00sabato 1 ottobre 2016 18:02
Morto Bernardo Caprotti, dal primo market al grande impero. Una scalata lunga una vita



Il primo store lo tirò su nel 1957 in viale Regina Giovanna, due passi da Porta Venezia a Milano, al posto di una vecchia officina. In più di mezzo secolo, gli store si sono moltiplicati: oggi sono 152 tra Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Liguria e Lazio. E la società Esselunga dà lavoro a più di 2mila persone, con un fatturato di 7 miliardi di euro. Un impero da «re dei supermercati», come veniva definito Bernardo Caprotti, scomparso ieri all’età di 90 anni (ne avrebbe compiuti 91 venerdì prossimo):«Per espressa volontà del defunto le esequie avverranno in forma strettamente privata e per suo desiderio non dovranno seguire necrologi», la nota della moglie Giuliana. Figlio di Giuseppe, uno dei «ragazzi del ’99» mandati in guerra appena diciottenni dopo la disfatta di Caporetto, e di Marianne Maire, erede di una casata alsaziana, il giovane Bernardo e i fratelli Guido e Claudio ereditano una florida azienda tessile, aperta in Brianza nel 1830 e cresciuta grazie all’utilizzo di telai meccanici di ultima generazione prodotti negli Stati Uniti. Già, gli Stati Uniti: Caprotti ci passa un anno per formarsi come manager. E sempre dagli States arriva pure l’ispirazione per quella che diventerà «la grande Esse». Nelson Rockfeller, proprietario della International Basic Economy Corporation, punta a replicare in Italia il successo dei supermercati tutti sconti e promozioni. I fratelli Caprotti e l’imprenditore-amico Marco Brunelli accettano la sfida e fondano la Supermarkets Italiani: il 13 novembre del 1957 viene inaugurato il primo grande magazzino. La pubblicità di lancio recita così:«La spesa è uguale per tutti». Nasce ufficialmente il colosso Esselunga. Un colosso che resisterà negli anni alla concorrenza dei gruppi francesi, riuscendo a conservare la leadership nel settore: dall’ultimo rapporto realizzato dall’Area Studi di Mediobanca, emerge che Esselunga è la prima azienda nel campo della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), con ricavi per oltre 6,8 miliardi. Al timone c’è sempre lui, Bernardo, che comanda tutto dal terzo piano di un edificio nobiliare dietro piazza Scala, nel cuore della città. Una città alla quale nel 2013 Caprotti fa un regalo: un dipinto di Cristo del suo omonimo Gian Giacomo Caprotti, allievo di Leonardo da Vinci, acquistato all’asta da Sotheby’s per 400mila dollari e poi donato alla Pinacoteca Ambrosiana.

Cosmopolita e poliglotta (il padre gli disse: «Impara l’inglese, perché la guerra la vinceranno gli inglesi e la perderanno i tedeschi»), negli ultimi anni è stato al centro di una sorta di «Dynasty» in salsa meneghina. Tutto ha inizio nel 1996, quando, per non far torti a nessuno, il fondatore intesta ai tre figli, in parti uguali, il 92% dei supermercati. Nel 2004, però, il vecchio Bernardo «licenzia» il primogenito Giuseppe dalla carica di AD e riprende personalmente le redini dell’azienda, aprendo così ufficialmente la guerra. In seguito alla scia di accuse e controaccuse che si scatenano in famiglia, Caprotti dà ordine di estinguere e rimuovere i mandati fiduciari formalmente in essere con i figli aventi ad oggetto le azioni di Supermarkets Italiani SPA e di attivare contestualmente un corrispondente mandato fiduciario, avente ad oggetto le stesse azioni, a beneficio di se stesso. A seguito di quella decisione, partono i giudizi arbitrali sfociati, nel luglio del 2012, nel lodo che accerta la piena ed esclusiva proprietà in capo a Bernardo Caprotti delle azioni di Supermarkets, nel periodo precedente oggetto del mandato fiduciario intestato a Giuseppe e Violetta. Questi ultimi non digeriscono la decisione arbitrale e impugnano il lodo. Fin dall’inizio, però, la giustizia ordinaria prende la direzione del vecchio Bernardo. Nel luglio del 2014, la Corte d’appello respinge l’impugnazione. Giuseppe e Violetta vanno in Cassazione. L’ultimo atto nel febbraio scorso: la prima sezione civile della Suprema Corte boccia il ricorso promosso dai figli nei confronti del padre, che così rimane padrone indiscusso della propria creatura Esselunga. Una creatura che in realtà Caprotti stava pensando di vendere, tanto che aveva già scelto un advisor per vagliare le offerte di CVC e Blackstone. Chissà se ora le cose cambieranno.

1 ottobre 2016
www.ilgiorno.it/milano/cronaca/caprotti-morto-esselunga-1...
wheaton80
00sabato 5 novembre 2016 19:51
Morto Antonio Preto, Commissario AGCOM dopo 20 anni in UE



ROMA - Antonio Preto, Commissario dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, è scomparso la notte scorsa a seguito di un male fulminante. "Una grave perdita per l'Autorità e il mondo delle comunicazioni", dice il Presidente di AGCOM Angelo Cardani. Nato cinquantuno anni fa a Valdagno, Preto ha cominciato giovanissimo la professione di avvocato, subito dopo la laurea a pieni voti in Giurisprudenza all'Università di Bologna. Dal 1992 fu consigliere parlamentare del gruppo PPE a Strasburgo ricoprendo l'incarico di responsabile della Commissione Giuridica e del Mercato Interno. In seguito venne nominato Team Leader per le Politiche Interne dell'UE nell'ufficio di gabinetto del Presidente Hans Gert Poettering. Nel 2008 fu nominato Capo di Gabinetto del Vicepresidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, e nel 2012 ricoprì l'incarico di Consigliere del Segretario Generale del Parlamento Europeo, Klaus Welle: nello stesso anno il Senato lo elesse Commissario dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

04 novembre 2016
www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2016/11/04/morto-antonio-preto-commissario-agcom-dopo-20-anni-in-ue_6ace8fd6-7ca4-43f7-b006-9f136d839...
wheaton80
00sabato 26 novembre 2016 23:10
Lutto. Morto Peter Hans Kolvenbach, già preposito generale della Compagnia di Gesù



Lutto nella Chiesa. All’età di 87 anni si è spento padre Peter Hans Kolvenbach, dal 1983 al 2006 preposito generale della Compagnia di Gesù. Nato a Druten, in Olanda, il 30 novembre 1928, avvicinò i Gesuiti sin da ragazzo, frequentando il liceo in un collegio della Compagnia. Entrato in noviziato nel 1948, alla conclusione degli studi filosofici fu assegnato a Beirut, in Libano, dove ha conseguito il dottorato in teologia. Nel 1961 l’ordinazione sacerdotale. Tra i vari incarichi ricoperti ha insegnato linguistica all’Aja, a Parigi e all’Université de Saint-Joseph di Beirut: nel 1981 è stato nominato rettore del Pontificio Istituto Orientale. Già superiore della provincia medio-orientale della Compagnia (che comprende le comunità di Libano, Siria ed Egitto), dopo le dimissioni di Pedro Arrupe dalla carica di preposito generale dell’ordine e un breve interregno gestito dal delegato papale Paolo Dezza, padre Kolvenbach fu eletto successore di sant’Ignazio il 13 settembre 1983. Nel 2006 manifestò a papa Benedetto XVI la sua intenzione di abbandonare il generalato al raggiungimento degli ottant’anni di età. Gesto che effettivamente compì il 14 gennaio 2008, davanti alla XXXV Congregazione Generale dell’ordine, assumendo il titolo di preposito emerito. Uomo di grande mitezza e semplicità, aveva continuato a dormire per terra su una stuoia anche da superiore generale dei Gesuiti.

26 novembre 2016
www.avvenire.it/chiesa/pagine/morto-kolvenbach
wheaton80
00mercoledì 21 dicembre 2016 22:48
E' morto a Roma Javier Echevarria, prelato dell'Opus Dei



E' morto il prelato dell'Opus Dei, il vescovo Javier Echevarria. Il prelato era stato ricoverato lo scorso 5 dicembre nel policlinico dell'Università Campus Bio-Medico di Roma a causa di una lieve infezione polmonare. Echevarria era sotto cura antibiotica per contrastare l'infezione. Il quadro clinico si è complicato nelle ultime ore provocando una insufficienza respiratoria, che ha provocato il decesso. Echevarria è deceduto a 84 anni di età. Nacque a Madrid nel 1932, dove conobbe san Josemaria, di cui fu segretario dal 1953 al 1975, anno in cui fu nominato segretario generale dell'Opus Dei. Nel 1994 fu eletto prelato. Ricevette dalle mani di Giovanni Paolo II l'ordinazione episcopale il 6 gennaio del 1995 nella basilica di San Pietro. Come prevede il diritto della prelatura, il governo ordinario dell'istituzione ricade ora sul vicario ausiliare e generale. Secondo gli statuti, a lui compete convocare entro un mese un congresso elettorale che elegga il nuovo prelato. Il congresso si dovrà celebrare entro 3 mesi. L'elezione dovrà poi essere confermata dal Papa.

13 dicembre 2016
www.rainews.it/dl/rainews/articoli/morto-a-roma-Javier-Echevarria-prelato-Opus-Dei-0b46f5dc-3bac-47b0-b91e-39d315c77...
wheaton80
00mercoledì 28 dicembre 2016 23:01
Addio a Tietmeyer, n.1 della Bundesbank e padre dell’euro



E’ morto Hans Tietmeyer, una delle figure di spicco della finanza europea e tra i padri dell’euro. Nato 85 anni fa in un piccolo paese della Westfalia, laureato in economia «con disciplina prussiana», ha prima lavorato al Ministero dell'Economia per 20 anni dal 1962, diventando anche segretario di Stato e consigliere personale di Helmut Kohl fino alla fine degli anni Ottanta, in un momento storico molto importante e delicato come quello della caduta del muro e della riunificazione. Sempre negli anni Ottanta, precisamente nel 1982, ebbe un ruolo molto importante sulla scena politica: per l'allora Ministro dell'Economia Lambsdorff redasse il cosiddetto “documento Lambsdorff”, che ha avviato la rottura del governo social-liberale e la caduta del cancelliere Schmidt. Nel 1990 venne poi trasferito alla Bundesbank dopo aver criticato, e non poco, le decisioni di politica economica come il passaggio alla moneta nella DDR nel 1990 nel rapporto di 1:1 definito come un grosso errore. Iniziò quindi a curare la fase della creazione della moneta unica, convinto che per rendere stabile l'euro, condizione imprescindibile fosse un'unione politica europea più forte. E' stato l'ultimo Presidente dell'Istituto di Francoforte, con poteri monetari pieni trasferiti poi alla Banca Centrale Europea. In un comunicato, la Buba (la Bundesbank) ha ricordato il suo contributo “in modo significativo alla formazione dell'unione economica eonetaria”. Difensore ostinato della stabilità dei prezzi, era a livello globale considerato uno dei banchieri più influenti al mondo, tanto che all'inizio la stessa BCE era stata definita un “clone” della Bundesbank, tanto il suo esempio era seguito e apprezzato. Noto per la sua inflessibilità e i suoi implacabili giudizi, pragmatico, assertore della “cultura della stabilità e attento ai dettagli, Tietmeyer, pur essendo andato in pensione nel 1999, non mancava di seguire l'attualità, e proprio recentemente non aveva risparmiato critiche all'operato in Europa:“Avere politiche economiche condivise è condizione necessaria per un'unione monetaria sostenibile, ma purtroppo questo non è accaduto in Europa, nella misura in cui sarebbe dovuto accadere”, era stata la sua acuta osservazione. Grande appassionato di ping pong, e devoto cattolico, nel 1988 sopravvisse ad un attentato della RAF (Rote Armee Fraktion): la pistola del suo aggressore, pare, si fosse inceppata, anche se successivamente furono trovati 10 fori di proiettile nella sua auto.

28 dicembre 2016
www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-12-28/addio-tietmeyer-n1-bundesbank-e-padre-dell-euro-143313.shtml?uuid=...
wheaton80
00sabato 14 gennaio 2017 21:15
La Corte Reale Saudita annuncia la morte del Principe Mohammed bin Faisal



La Corte Reale Saudita ha annunciato sabato la morte del Principe Mohammed bin Faisal bin Abdulaziz Al Saud, secondo la Saudi Press Agency, SPA. Nell’ambito della sua dichiarazione, la Corte Reale ha dichiarato che la preghiera funebre sarà recitata oggi per l’anima del deceduto secondo Ṣalāt al-ʿaṣr presso la Grande Moschea nella città santa di Makkah.

Traduzione: Wheaton80
14 gennaio 2017
www.khaleejtimes.com/region/saudi-arabia/saudi-royal-court-announces-death-of-prince-mohammed-bin-faisal-bin-abdulaziz...
wheaton80
00martedì 14 febbraio 2017 05:28
Cadavere del leader del KKK trovato sulle rive del fiume Missouri, mistero sulla morte



Morto vicino a un fiume in Missouri. Così è stato trovato il leader di un gruppo di suprematisti bianchi legato al Ku Klux Klan, ucciso da un colpo di pistola sparato alla testa e a riferirlo è un giornale locale (http://www.kansascity.com/news/state/missouri/article132273414.html). Il corpo del 51enne Frank Ancona, "mago imperiale" dei Traditionalist American Knights del Ku Klux Klan, è stato trovato sabato da alcuni pescatori vicino alla località di Belgrade. L'uomo era scomparso da mercoledì e la sua auto era stata rinvenuta venerdì in un terreno dell'US Forest Service, l'ente che gestisce foreste e praterie nazionali. Il quartier generale dei Traditionalist American Knights del KKK si trova a Park Hill, una località 100 km a sud di Saint Louis. Ancona era noto per aver postato sul web video di reclutamento con croci in fiamme. Di lui aveva parlato nel 2015 il quotidiano Kansas City Star in una serie di articoli sul terrorismo interno. La sua misteriosa scomparsa ha avuto molta eco sul web, con numerosi messaggi che festeggiavano la sua morte.

13 Febbraio 2017
www.leggo.it/news/esteri/cadavere_leader_kkk_trovato_sulle_rive_fiume_missuri_mistero_sulla_morte-2256...
wheaton80
00sabato 18 febbraio 2017 23:56
Ideò l'attentato del 1993 al World Trade Center: è morto in carcere lo sceicco cieco



Per molti è stato il precursore del terrorismo islamista su scala globale: è morto a 78 anni in un carcere del North Carolina, negli Stati Uniti, Omar Abdel-Rahman, meglio noto come lo 'sceicco cieco', condannato tra gli altri reati anche per aver cospirato per l'attentato del 1993 al World Trade Center. Nonostante la lunga prigionia, era diventato leader spirituale dei musulmani radicali in tutto il mondo, guidando il movimento egiziano Al-Jama'a al-Islamiyya, responsabile di molti attentati. Barba lunga e occhiali da sole neri, era nato il 3 maggio 1938 in un villaggio lungo il Nilo, in Egitto. Cieco fin dalla gioventù, per una forma di diabete, crebbe studiando il Corano in versione Braille. Da adulto si unì ai gruppi radicali e venne accusato di aver emesso una fatwa che portò all'omicidio del Presidente egiziano Anwar Sadat. Giunse a New York dopo che l'ambasciata USA in Sudan gli consentì di avere un visto turistico nel 1990, nonostante il fatto che il suo nome fosse già nella lista del Dipartimento di Stato per i suoi legami con i gruppi terroristici. Nel 1991 ottenne addirittura la green card e lo status di residente. Secondo il New York Times, fu la CIA ad approvare il visto per Abdel-Rahman, che negli anni Ottanta avevo sostenuto i mujaheddin anti-sovietici in Afghanistan. Dagli Stati Uniti continuò i suoi proseliti fino all'attentato del 26 febbraio 1993 al World Trade Center. Quattro mesi dopo venne arrestato e nel 1995 andò a processo con altri sospetti, accusato di aver programmato una serie di attentati coordinati in vari punti strategici degli Stati Uniti, come parte di una "guerra di terrorismo urbano". Gli imputati assieme a lui non erano direttamente accusati di aver condotto l'attacco di New York, ma vennero condannati per aver cospirato con coloro che lo portarono a termine. Tra gli altri attentati che escogitò, anche il tentativo di omicidio del Presidente egiziano Hosni Mubarak durante una visita in USA nel 1993.

18 febbraio 2017
www.globalist.it/world/articolo/212034/ide-l-039-attentato-del-1993-al-world-trade-center--morto-in-carcere-lo-sceicco-ci...
wheaton80
00lunedì 20 marzo 2017 16:23
È morto David Rockefeller, il banchiere aveva 101 anni



MILANO - È morto all'età di 101 anni David Rockefeller. Il banchiere - ha fatto sapere un portavoce della famiglia - si è spento nella sua casa a Pocanto Hills, nello Stato di New York, a causa di un arresto cardiaco. Era l'ultimo nipote ancora in vita di John D. Rockefeller, il fondatore di Standard Oil, l'unico dei cinque figli di John D. Rockefeller Jr a dedicare l'intera vita agli affari, fino a diventare il numero uno di Chase Manhattan Bank, l'istituto che poi ha dato vita a JPMorgan Chase. Nell'ultimo numero di Forbes era stato inserito al 581mo posto tra più facoltosi del pianeta e al primo tra i ricchi più anziani grazie a un patrimonio di 3,3 miliardi di dollari.

20 marzo 2017
www.repubblica.it/economia/finanza/2017/03/20/news/david_rockefeller_morto-16...
wheaton80
00venerdì 19 maggio 2017 03:33
È morto Roger Ailes: addio all'inventore di Fox News



Roger Ailes, l'ex Presidente e creatore - insieme a Rupert Murdoch - di Fox News, è morto: aveva 77 anni. Ne danno notizia i suoi familiari. "Siamo profondamente tristi e affranti. Il suo lavoro nell’intrattenimento, nella politica e nell’informazione ha condizionato la vita di milioni di persone. Anche se osserviamo il lutto, celebriamo la sua vita", ha dichiarato la moglie Elizabeth ai media statunitensi. Ailes era una delle figure più potenti nel mondo televisivo americano. Ha lanciato Fox News nel 1996 e il 22 luglio scorso, in seguito a una serie di accuse per molestie sessuali, si è dimesso da Amministratore Delegato e Presidente della società, in piena campagna elettorale per le presidenziali USA.

19/05/17
www.unionesarda.it/articolo/spettacoli/2017/05/18/morto_roger_ailes_addio_all_inventore_di_fox_news-7-602...
wheaton80
00domenica 28 maggio 2017 20:25
Morto ad 89 anni Zbigniew Brzezinski, ex consigliere sicurezza USA durante guerra fredda



Zbigniew Brzezinski, ex consigliere per la sicurezza nazionale dell'ex Presidente americano Jimmy Carter, si è spento la scorsa notte all'età di 89 anni, ha riferito la figlia Mika. "Mio padre si è spento la scorsa notte in pace", ha scritto la figlia di Zbigniew Brzezinski nella sua pagina su Instagram, riportando allo stesso tempo la notizia della morte del padre su Twitter. Secondo il New York Times, Brzezinski è deceduto in un ospedale della Virginia. L'ex consigliere della Casa Bianca e politologo era nato in Polonia nel 1928, che poco dopo aveva lasciato insieme al padre Tadeusz, un diplomatico polacco, per recarsi negli Stati Uniti, dove aveva poi conseguito una laurea alla McGill University e fatto il dottorato ad Harvard. Brzezinski, come osserva il giornale, era noto per il suo atteggiamento intransigente nei confronti dell'Unione Sovietica. Brzezinski è autore di diversi celebri libri, molti dei quali tradotti in russo. Uno dei più famosi è la “Grande Scacchiera” (“The Grand Chessboard”), in cui ha esposto l'idea secondo cui gli Stati Uniti non dovrebbero consentire a nessun Paese di diventare la potenza dominante nel continente eurasiatico: essenzialmente si riferiva al contenimento dell'Unione Sovietica in Asia Centrale.

27.05.2017
it.sputniknews.com/mondo/201705274548438-Urss-russofobia-Eurasia-geop...
wheaton80
00mercoledì 7 giugno 2017 03:56
È morto Adnan Khashoggi: nel 1980 divenne l'uomo più ricco del mondo



Si è spento al St. Thomas' Hospital di Londra, dopo una lunga degenza, Adnan Khashoggi, famoso per essere diventato all'inizio degli anni Ottanta l'uomo più ricco del mondo. Il 25 luglio avrebbe compiuto 82 anni. Di nazionalità saudita, negli ultimi anni era stato costretto a ritirarsi a causa di alcuni problemi cardiaci. Essendo gli otto figli economicamente indipendenti, si era ritirato nella residenza di famiglia a Riad, ma trascorreva lunghi periodi di riposo e di cura in Europa. L'anno scorso fu colpito da ictus cerebrale che lo aveva costretto sulla sedia a rotelle. Zio di Dodi Al-Fayed, imprenditore egiziano scomparso del 1997 in un incidente stradale insieme alla sua fidanzata Lady Diana, da giovane Khashoggi era diventato un uomo d'affari con forti interessi nel settore delle costruzioni. Fondatore e proprietario della Triad Holding Company, grazie alle buone relazioni tra Usa e Arabia Saudita realizzò diverse speculazioni immobiliari in America, tra cui il Triad Center di Salt Lake City, città dello Utah. Dopo il fallimento della compagnia, confermò e spostò il suo fiuto per gli affari verso il commercio di armi, di cui diventò rapidamente venditore e mediatore. Storico il suo lavoro di broker per la compagnia Lockheed, dalla quale ricevette nei primi anni Settanta commissioni per più di 100 milioni di dollari.

All'inizio si accontentava del 2,5 per cento del valore di ogni operazione, ma il salto di qualità lo fece quando passò a una percentuale di sette volte superiore. Ma Khashoggi non era un uomo che si accontentava di pochi spiccioli. Reinvestì questa cascata di denaro nella creazione di alcune compagnie di intermediazione in Svizzera e Lichtenstein, che gli servirono per instaurare un rapporto di collaborazione e amicizia con membri della Cia e facoltosi imprenditori come Bebe Rebozo, considerato molto vicino all'allora presidente americano Richard Nixon. Ma Khashoggi non pensava soltanto a lavorare. Il suo yacht preferito, chiamato Nabila, era il più grande del mondo e fu utilizzato nel film di James Bond "Mai dire mai", con Sean Connery. Dopo un lungo periodo di tranquillità durato tra gli anni Settanta e Ottanta, in cui piombò in cima alla lista degli uomini più ricchi del pianeta, Khashoggi fu travolto da alcune vicissitudini giudiziarie che lo costrinsero a cedere alcune delle sue attività e soprattutto il suo oggetto preferito, proprio quello yacht che era passato alla storia del cinema: lo acquistò il Sultano del Brunei, prima di un'interminabile sfilza di compravendite che lo fecero passare nelle mani di altri ricchissimi imprenditori, tra cui l'attuale presidente americano Donald Trump.

Gianni Carotenuto
06/06/2017
www.ilgiornale.it/news/mondo/morto-adnan-khashoggi-nel-1980-divenne-luomo-pi-ricco-mondo-1406...
wheaton80
00sabato 17 giugno 2017 03:32
Morto l'ex Cancelliere tedesco Helmut Kohl



Secondo quanto riferisce il Bild, Kohl è deceduto nella sua casa a Ludwigshafen am Rhein. Helmut Kohl nacque nel 1930 a Ludwigshafen nell'ovest della Germania. Verso la fine della Seconda Guerra Mondiale fu arruolato nella Wehrmacht, ma non partecipava alle operazioni militari. Nel 1950 Kohl si iscrisse all'Università di Francoforte dove studiava la giurisprudenza e la storia; nel 1951 continuò gli studi all'Università di Heidelberg. Già a scuola, nel 1947, entrò nella CDU (l'Unione Cristiano-Democratica di Germania) e nel 1973 ne diventò il Presidente. Helmut Kohl fu il Cancelliere della Germania dal 1982 al 1998, cioè fu il più longevo Cancelliere del Paese dopo Otto von Bismarck. Kohl fu uno dei protagonisti dell'unificazione della Germania e dell'Europa. Fu in carica nella Germania Occidentale nei tempi dell'unificazione delle due Germanie per poi diventare il Cancelliere del Paese unito.

16.06.2017
it.sputniknews.com/politica/201706164645196-helmut-koh...
wheaton80
00mercoledì 21 giugno 2017 00:30
Muore il generale Noriega: fu spia della CIA, dittatore a Panama e narcotrafficante



Una vita controversa e una fine segnata: l’ex dittatore di Panama Manuel Noriega è morto. Noriega, che si trovava nell’ospedale Santo Tomás di Città di Panama, dove era stato ricoverato in condizioni critiche lo scorso sette marzo ed era stato sottoposto ad un intervento per rimuovere un tumore benigno al cervello, aveva 83 anni. Il Presidente di Panama, Juan Carlos Varela, ha confermato in un tweet la morte di Manuel Noriega:«La morte di Manuel A. Noriega chiude un capitolo della nostra storia», ha scritto Varela. Per oltre due decenni, nel periodo della guerra fredda, è stato una figura chiave nei rapporti tra l'America Centrale e gli Stati Uniti. Presidente-dittatore di Panama tra il 1983 e il 1989, quando venne deposto dagli Stati Uniti, Noriega fu accusato di riciclaggio e narcotraffico. Condannato a 40 anni di carcere, ha scontato parte della pena negli Stati Uniti ed in Francia. Dal 2011 era in prigione a Panama. A Parigi aveva dovuto scontare le accuse di riciclaggio negli anni '80, per circa 2,3 milioni di euro, fondi provenienti dal cartello della droga di Medellin. Era stato estradato nel dicembre del 2011 da Parigi a Panama, dove venne accusato di diversi delitti, tra i quali anche la sparizione e uccisione di Hugo Spadafora, oppositore al regime di origini italiane, il cui cadavere fu ritrovato, con la testa mozzata, nel settembre del 1985 sotto un ponte al confine con il Costa Rica. Le accuse in patria riguardarono la violazione dei diritti umani, oltre all'ordine dell'uccisione di tre oppositori: la condanna fu di 20 anni di reclusione per ognuno degli omicidi, 60 anni in totale. Uomo delle forze armate panamensi fin dal '62, Noriega entrò nelle grazie dell'allora capo militare Omar Torrijos e alla sua morte (nel 1981) diventò capo delle Forze di Difesa, riuscendo due anni dopo a confermarsi, fino al 1989, leader de facto a Panama City.

Esperto di Intelligence militare, terrorismo, lotta al narcotraffico, cooperò con la CIA nel periodo in cui, nel 1976, l'agenzia era diretta da George H. W. Bush. L'appoggio dei servizi segreti USA avvenne nell'ambito degli sforzi di Washington per evitare che Panama entrasse nella sfera d'influenza sovietica. Ricevette d'altro lato anche encomi per il ruolo svolto nella lotta contro il traffico internazionale di cocaina. E d'altra parte appoggiò operazioni filo-USA di smantellamento delle guerriglie d'ispirazione marxista che ai tempi operavano in Nicaragua e El Salvador. Negli anni in cui fu l'uomo forte di Panama, acquisì sempre maggiore influenza politica, assumendo una posizione anti-USA. "Faccia d'Ananas", come era stato soprannominato all'epoca dai media USA, ha sempre sostenuto di essere stato destituito perché Washington voleva «negoziare il Trattato di Panama con un altro regime». Tesi più volte respinta dagli Stati Uniti. Quando nel 1987 alcuni ufficiali panamensi lo accusarono di essere coinvolto nel traffico di droga, a Miami fu aperta una inchiesta nei suoi confronti. Gli USA gli tolsero definitivamente l'appoggio, dimenticando molto rapidamente che per anni lo avevano considerato come un «amico sincero». Da quel momento cominciò il braccio di ferro con Washington, conclusosi con la deposizione di Noriega in seguito all'operazione Just Cause: l'invasione dei marines americani a Panama avvenuta il 20 dicembre del 1989.

30 maggio 2017
www.globalist.it/world/articolo/1001073/muore-il-generale-noriega-fu-spia-della-cia-dittatore-a-panama-e-narcotraffica...
wheaton80
00mercoledì 19 luglio 2017 20:25
Trovato morto Blesa, il re dei banchieri spagnoli. La polizia:“E’ un suicidio”



Tragica fine di un potente di Spagna. Miguel Blesa, storico Presidente della banca Caja Madrid è stato trovato morto stamattina in una villa vicino a Cordoba, di proprietà di un suo amico. La dinamica, un colpo di fucile nel petto, lascia pensare a un suicidio. Quello che un tempo è stato uno dei più importanti banchieri del Paese era stato coinvolto in molte inchieste sugli istituti spagnoli. Blesa era stato condannato lo scorso marzo a 6 anni per il caso delle carte di credito assegnate a politici e sindacalisti. L’ex Presidente negli ultimi era stato arrestato due volte, in entrambi i casi per pochi giorni, e secondo amici e difensori, viveva nel terrore di tornare in carcere, viste le sentenze in arrivo. Arrivato alla Presidenza di Caja Madrid nel 1996, Blesa è stato un personaggio chiave per molte vicende ancora oscure della storia recente spagnola. Legato al Partito Popolare (centrodestra) di José Maria Aznar, ha vissuto da protagonista l’era del grande boom dell’economia iberica e il crollo del sistema con l’arrivo della crisi finanziaria. La sua caduta in disgrazia, gli insulti fuori dai tribunali, il disprezzo dell’opinione pubblica, hanno segnato la fine di un’era, conclusasi definitivamente stamattina con un colpo di fucile.

Francesco Olivo
19 luglio 2017
www.lastampa.it/2017/07/19/esteri/trovato-morto-bielsa-il-re-dei-banchieri-spagnoli-la-polizia-e-un-suicidio-p2RF0CWRCqKoMoeGxwgtfN/pag...
wheaton80
00venerdì 8 settembre 2017 16:31
Morto Pierre Bergé, mecenate francese ed ex compagno di Yves Saint Laurent



Si è spento questa mattina, all'età di 86 anni, Pierre Bergé, mecente ed ex Presidente e Direttore Generale della Yves Saint Laurent, Presidente con consiglio di vigilanza di ''Le Monde'' e figura di spicco della cultura francese. Bergé, secondo quanto reso noto da Le Monde, è morto a Saint-Rémy-de-Provence (Bouches-du-Rhône). Nato a Saint-Pierre-d’Oléron (Charente-Maritime) arrivò a 18 anni a Parigi, dove incontrò per caso Jacques Prévert, che lo introdusse nella cerchia degli intellettuali parigini: da Cocteau ad Aragon, a Camus. Nel 1954 l'incontro con Yves Saint Laurent, successore di Christian Dior e che divenne suo compagno fino al 1976. Un incontro che cambiò la vita di entrambi, soprattutto quando Bergé aiutò Saint Laurent a creare la sua casa di moda. Grazie al successo conseguito con YSL, Pierre Bergé diventò un punto di riferimento del mondo della moda. Nel 1974 fu eletto Presidente della Camera Sindacale degli Stilisti e, nel 1986, creò l'Istituto francese della moda. Moltissimi e di prestigio gli incarichi via via attribuitigli, come quello di presiedere (dal 1988 al 1993) l’Opéra de Paris, alla cui guida fu chiamato dal Presidente Mitterrand. Sul rapporto che lo legava a Yves Saint Laurent, Bergé, in una intervista a La Stampa, disse: ''L’omosessualità è quello che è, non è una deviazione o una malattia. Yves aveva un pò paura a parlare di questo, era un giovane timido venuto dall’Algeria. Ma io l’ho aiutato ad andare avanti per la sua strada. Volevo che diventasse il centro del mondo”.

8 settembre 2017
www.globalist.it/culture/articolo/2011103/morto-pierre-berga-mecenate-francese-ed-ex-compagno-di-yves-saint-laur...

Nota Wheaton80

Bergé era un industriale mondialista, tra i principali sostenitori e burattinai di Macron che, con Matthieu Pigasse e Xavier Niel, stava tentando di monopolizzare la stampa francese
wheaton80
00venerdì 10 novembre 2017 21:23
Il proprietario di Biltmore Estate muore nella sua casa in North Carolina



ASHEVILLE, N.C. – Il proprietario dell’iconica Biltmore Estate in North Carolina è morto nella sua casa. Funzionari della Biltmore Co. riferiscono che William Amherst Vanderbilt Cecil è morto martedì ad Asheville. Aveva 89 anni. Cecil stava facendo carriera nel settore finanziario, prima di tornare ad Asheville nel 1960, nella speranza di preservare la sua casa natìa, la tenuta privata del nonno George Washington Vanderbilt III. Gli organi di stampa locali riportano che i genitori di Cecil aprirono la Biltmore House al pubblico nel 1930, ma che non ottennero profitti fino al 1969, quando guadagnarono soltanto 17 dollari. Cecil disse:"Mio padre fu molto fiero di questo”. Oggi, la tenuta di 8.000 acri (3.238 ettari), il castello in stile francese e le attrazioni richiamano più di un milione e 400.000 visitatori all’anno.

Traduzione: Wheaton80
2 novembre 2017
www.wsbtv.com/news/trending-now/biltmore-estate-owner-dies-at-his-north-carolina-home/6...

Nota Wheaton80:
Le famiglie Vanderbilt e Cecil sono associate agli Illuminati e la Biltmore Estate è una tenuta piena di simbologia occulta e satanista, secondo le testimonianze degli autori Texe Marrs (morto da poco) e Pamela Schuffert
wheaton80
00venerdì 17 novembre 2017 20:51
E' morto nella notte il boss corleonese, Totò Riina



E' morto questa notte alle 3,37 Salvatore Riina, detto “Totò u curtu”. Era ricoverato, in stato di coma farmacologico, dopo essere stato sottoposto a due delicatissimi interventi chirurgici, presso il reparto detenuti del carcere di Parma. In particolare sarebbe stato durante il secondo intervento che si sarebbero verificate delle pesanti complicazioni che hanno reso necessaria una pesante sedazione. Così si è spento, all'età di 87 (compiuti giusto ieri), il boss corleonese considerato fino a poche ora fa il Capo dei capi. Il “viddano” che fece emergere il lato più feroce della mafia siciliana. Sotto il suo dominio Cosa nNstra portò a termine i principali omicidi eccellenti degli anni '80 e insanguinò le strade di tutto “il continente” con la strategia stragista. Riina è stato rinchiuso al 41 bis dal 15 gennaio '93, quando venne arrestato dopo una latitanza durata 24 anni. Stava scontando 26 condanne all’ergastolo dopo aver commesso stragi (tra cui quella di viale Lazio, gli attentati del ’92 in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e quelli del 1993 a Milano, Roma e Firenze) ed omicidi efferati. In tutto questo tempo non aveva mai manifestato la volontà di collaborare con la giustizia, non si è mai pentito degli omicidi commessi e non ha nemmeno mai tentato di dissociarsi da Cosa Nostra. Un giuramento che aveva ribadito a sua moglie Ninetta Bagarella:“Io non mi pento... a me non mi piegheranno. Io non voglio chiedere niente a nessuno mi posso fare anche 3000 anni no 30 anni". E poi ancora:“Io sono Salvatore Riina... e resterò... e resterò nella storia". Proprio la DIA, lo scorso luglio, nella relazione semestrale, confermava il ruolo del boss corleonese al vertice di Cosa Nostra. Intercettato in carcere durante il passeggio con il compagno d’ora d’aria, Alberto Lorusso, “La belva” (così è soprannominato), oltre a rivendicare le stragi e a vantarsi di aver fatto fare la "fine del tonno" a Falcone, era tornato a minacciare magistrati in vita. Nel 2013 venne infatti intercettato durante l'ora d'aria con il suo compagno di cella Alberto Lorusso mentre additava come prossimo obiettivo a cui far fare “la fine del tonno” il magistrato Nino Di Matteo, PM di punta al processo sulla trattativa Stato-mafia. Ed è proprio in questo processo, ancora in corso, che il Capo dei capi si trovava imputato di minaccia a Corpo politico dello Stato insieme a carabinieri come Mario Mori, Giuseppe De Donno e Antonio Subranni ed ex senatori come Marcello Dell’Utri e Nicola Mancino.

Storia criminale
Ma chi era Riina? “Totò vorrebbe sempre dare morsi più grandi della sua bocca”, diceva di lui Luciano Liggio, il boss di Corleone che negli anni '60 iniziò l'avanzata verso Palermo. Riina, assieme a Provenzano, prese il posto di Liggio all'interno del triumvirato mafioso (di cui facevano parte Gaetano Badalamenti e Stefano Bontade) nel '74, dopo l'arresto di Liggio. Presto si rivelò un boss sanguinario, senza scrupoli, bramoso di potere, manovratore di pedine, pronto a far saltare regole e criteri propri di Cosa Nostra che avevano regolato l'organizzazione criminale fino a quel momento. La “belva” lo chiamava il suo nemico numero uno Giuseppe Di Cristina, boss di Riesi che da subito si scontrò con il viddano di Corleone, che prendeva decisioni senza consultare la Commissione regionale. Dopo aver raccolto una buona somma di denaro con i sequestri di persona (vietati dalla Commissione), iniziò la scalata, garantendosi l'obbedienza di alcuni uomini scelti all'interno delle famiglie mafiose rivali, tessendo con astuzia una rete di persone fidate che rispondevano solo a lui. E così come Di Cristina, divenuto obiettivo da eliminare, fu ucciso nel '78, Riina prima isolò e poi eliminò a tradimento i capifamiglia che non lo vedevano di buon occhio, fino ad arrivare nel 1981 a far uccidere i due storici capi di Palermo: Stefano Bontade e Salvatore Inzerillo. La mattanza scatenata da Riina passerà alla storia come seconda guerra di mafia, anche se non si trattò di uno scontro tra due schieramenti in guerra quanto piuttosto di un numero elevatissimo di omicidi a tradimento. Fu così che il viddano “vinse”, sfruttando l'ambizione di alcuni uomini mafiosi, studiando le possibili brecce su cui far leva all'interno di ogni mandamento e diffondendo la strategia del terrore all'interno di Cosa Nostra. Le sue vittime potevano essere uomini, donne e persino bambini, poco importava a Zio Totò, se questo serviva a mantenere il potere.

Strategia stragista

Con la stessa ferocia affrontò lo scontro con lo Stato, che in quegli anni, grazie ad uomini del calibro di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, stava sferzando un duro colpo alla mafia ed al sistema che la sorreggeva. Il 30 gennaio '92 arrivò la condanna di diversi mafiosi al maxiprocesso e venendo a mancare l'appoggio politico, fino a quel momento rappresentato dalla DC, Riina scatenò una guerra a suon di bombe ricattando lo Stato, che non esitò a "farsi sotto". A parlare di "trattativa" per primo ai magistrati fu Giovanni Brusca nel 1996, ma lo stesso Riina, mentre stava per essere portato nella saletta delle videoconferenze per assistere al processo di Palermo, disse ad alcuni agenti della polizia penitenziaria:"Io non cercavo nessuno, erano loro che cercavano me".

Segreti e misteri
Dopo Provenzano, deceduto nel luglio 2016, anche Riina ora dovrà vedersela con il padre eterno. Con lui se ne va anche la possibilità di conoscere molti misteri che avvolgono la storia italiana. E ancora una volta sono sempre le parole del Capo dei capi a far riflettere in merito:"Totò Cancemi dice che dobbiamo inventare che la morte di Falcone... che ci devi inventare, gli ho detto? Lui ha detto... inc... gli ho detto: se lo sanno la cosa è finita”. Per gli inquirenti questo particolare passaggio del colloquio tra Riina e Lorusso (contenuto nelle intercettazioni trascritte dalla DIA e depositate al processo sulla trattativa Stato-mafia) è alquanto emblematico. Perché Salvatore Cancemi, ex boss di Porta Nuova, nonché fedelissimo di Riina, propone al suo capo di “inventare” qualcosa in merito alla strage di Capaci? Bisogna forse fornire una versione “ufficiale” al popolo di Cosa Nostra per evitare che si scoprano determinati retroscena di quell’eccidio? Perché Riina si preoccupa che “la cosa”, se si venisse a sapere, “è finita”? Forse perché così crollerebbe la sua immagine di capo assoluto che non prende ordini da nessuno, né tanto meno fa accordi con pezzi dello Stato? La verità su tanti fatti, forse, è racchiusa nel famoso archivio di documenti che Riina avrebbe avuto nel suo covo. Documenti che come Totò u curtu ripeteva, secondo quanto detto dai pentiti, “avrebbero potuto far crollare l’Italia” e sui quali sono state fatte diverse ipotesi. Alcuni pensano li abbia in custodia l'inafferrabile Matteo Messina Denaro.

Un anonimo, invece, nel 2012 inviò al PM Di Matteo ben dodici pagine in cui attestava che alcuni esponenti dell'arma avrebbero trafugato dei documenti scottanti dalla cassaforte nel covo di Riina, prima che fosse fatta la perquisizione, per conservarli poi per un certo periodo “in una caserma del centro di Palermo”. Sull'esistenza di questi documenti e sulla loro ubicazione può rispondere solo il ritrovamento o, chissà, forse l'arresto del super latitante Messina Denaro. Quel che è certo è che per 18 giorni il covo del capo dei capi, con il relativo materiale all'interno, non fu perquisito e che non fu sottoposto ad alcuna sorveglianza, dando così il tempo a “picciotti” e famigliari del capo della cupola mafiosa di ripulire con tutta tranquillità la villa dai segreti del boss. Quando il 2 febbraio le forze dell'ordine entrarono finalmente nel covo del boss trovarono addirittura le pareti ridipinte. La spiegazione ufficiale fu che si trattò di un equivoco, di un’incomprensione metodologica fra la Procura di Palermo e il ROS. La verità su cosa successe in quei giorni e perchè fu dato l'ordine di non perquisire subito il covo e di annullare la sorveglianza non è mai stata completamente chiarita e con la morte di Totò Riina si allontana ancora di più la possibilità di conoscerla, lasciando uno dei più incomprensibili buchi neri della storia della mafia e del nostro Paese.

Gli ultimi giorni
Dopo le operazioni a cui era stato sottoposto, con l'induzione al coma farmacologico, con il parere positivo della Procura Nazionale Antimafia e dell’Amministrazione Penitenziaria, il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, aveva firmato il permesso per i figli, la moglie e i parenti più stretti di Riina. Lo scorso luglio il tribunale di sorveglianza di Bologna aveva rigettato la richiesta di differimento della pena per Totò Riina avanzata dai suoi legali. I giudici avevano ritenuto che il boss 87enne fosse curato nel migliore dei modi nell'ospedale emiliano. La decisione ha fatto seguito al provvedimento con cui la Cassazione aveva chiesto alla Sorveglianza di motivare meglio la compatibilità con il regime carcerario del boss malato. Secondo i giudici Riina appariva “ancora in grado di intervenire nelle logiche di Cosa Nostra”, nonostante le sue condizioni di salute e l’età ormai avanzata e “va quindi ritenuta l’attualità della sua pericolosità sociale”. “La lucidità palesata” da Riina e “la tipologia dei delitti commessi in passato (di cui è stato spesso il mandante e non l’esecutore materiale) – si leggeva nell’ordinanza – fanno sì che non si possa ritenere che le condizioni di salute complessivamente considerate, anche congiuntamente all’età, siano tali da ridurre del tutto il pericolo che lo stesso possa commettere ulteriori gravi delitti (anche della stessa indole di quelli per cui è stato condannato)”. Frasi pronunciate appena 3 mesi prima che la Cassazione affermasse l’esistenza di un “diritto a morire dignitosamente”.

Il futuro
Cosa accadrà ora all'interno di Cosa Nostra? Nel gennaio 2015 i boss Santi Pullarà e Mariano Marchese facevano intendere chiaramente come un’eventuale sostituzione al vertice fosse possibile solo con la morte. Cosa accadrà ora? Matteo Messina Denaro è ancora in libertà e a Palermo sono numerosi i capimafia usciti dal carcere pronti a raccogliere l'eredità dello storico padrino e ridiscutere gli equilibri di potere. Certo è che quel "vuoto" non resterà a lungo non colmato.

Aaron Pettinari, Francesca Mondin
16 Novembre 2017
www.antimafiaduemila.com/home/primo-piano/67826-e-morto-nella-notte-il-bosscorleonese-toto-ri...
wheaton80
00lunedì 20 novembre 2017 18:46
Stati Uniti - Morto Charles Manson, uno dei più crudeli serial killer



E’ morto a 83 anni, all’ospedale Bakersfield, in California, a causa di un’emorragia intestinale, Charles Manson, uno dei più crudeli serial killer della storia americana. Noto come capo della setta conosciuta con il nome di «Family», si era reso responsabile, alla fine degli anni Sessanta, dell’assassinio della giovane moglie di Roman Polanski, Sharon Tate, e di altri quattro suoi amici. Manson era stato condannato a sette ergastoli, tanti quante le sue vittime. Charles Manson viene alla luce a Cincinnati nel 1934 da una prostituta sedicenne. L’infanzia è difficile e fin dall’adolescenza Charles compie reati; all’età di sedici anni finisce in riformatorio. Di nuovo libero, incontra l’infermiera Rosalie Jeans Willis, che sposa poco dopo. Riceve una seconda condanna per «trasporto di donne da uno stato all’altro a scopo di prostituzione» e durante i dieci anni di detenzione studia chitarra oltre che esoterismo e magia nera. Dopo essere stato rilasciato su cauzione nel 1967, inizia a viaggiare per gli Stati Uniti in compagnia di un gruppo di giovani, che lo considerano quasi un capo religioso (Manson, peraltro, credeva di essere la reincarnazione insieme di Gesù Cristo e di Satana) a bordo di un autobus scolastico dipinto di nero. Il gruppo venne ribattezzato «La famiglia» o «The Manson Family»: furti e rapine, uso di droga, sesso di gruppo, atti di razzismo nei confronti dei neri sono all’ordine del giorno. La svolta ha luogo il 9 agosto 1969, quando avviene l’irruzione a Cielo Drive, uno dei quartieri più famosi e benestanti di Los Angeles, con l’intento di entrare nella villa del regista Roman Polanski e della giovane consorte, l’attrice Sharon Tate, all’ottavo mese di gravidanza. La sera del 9 agosto Polanski non è presente, ma si trova a Londra, dove sono da poco terminate le riprese di «Rosemary’s Baby». Erano, invece, presenti anche il parrucchiere dell’attrice Jay Sebring, Abigail Folger e Voityck Frykowski, il fidanzato della Folger. Nemmeno Charles Manson era presente al compimento del massacro, nonostante fosse lui il mandante. A compiere gli omicidi, Charles «Tex» Watson, Linda Kasabian, Patricia Krenwinkel e Susan Atkins. Il giorno seguente altri due delitti: vennero uccisi l’imprenditore Leno LaBianca e sua moglie Rosemary. L’ultimo delitto attribuito a Manson e alla sua setta fu quello di un componente della stessa «famiglia», Donald Shea, colpevole di aver contratto matrimonio con una donna nera.

20 novembre 2017
www.lindro.it/stati-uniti-morto-charles-manson-uno-dei-piu-crudeli-serial...
wheaton80
00mercoledì 6 dicembre 2017 18:18
Romania - Morto in Svizzera ex re Michele



BUCAREST - Re Michele di Romania, che ha guidato il suo Paese durante la seconda guerra mondiale, è morto oggi in Svizzera. Aveva 96 anni. Lo rende noto la Casa Reale romena, precisando che l'ex monarca si è spento nella sua residenza di Aubonne. L'anno scorso la sua famiglia aveva annunciato che Michele soffriva di leucemia e di un altro tipo di cancro e pertanto si ritirava dalla vita pubblica, passando le sue responsabilità alla sua figlia maggiore, Margareta. Michele, nipote della regina Vittoria e cugino di terzo grado di Elisabetta II del Regno Unito, salì al trono e regnò sulla Romania nel 1927 al 1930 e ancora dal 6 settembre 1940 fino alla sua deposizione da parte dei comunisti avvenuta il 30 dicembre 1947.

5 dicembre 2017
www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2017/12/05/romaniamortoinsvizzeraexremichele_0032908d-3ced-4802-a7e1-c4d134bd0...

Nota Wheaton80: Re Michele I era uno dei più potenti membri degli Hohenzollern, una delle famiglie al top della piramide Illuminazi, sopra il livello delle 13 famiglie sioniste
wheaton80
00mercoledì 27 dicembre 2017 00:03
Muore Eric Moonman, ex membro parlamentare, accademico e attivista



Eric Moonman, ex politico laburista e di SDP, attivista israeliano e accademico, è deceduto all'età di 88 anni. Nato a Liverpool, rappresentava i seggi dell'Essex alla Camera dei Comuni e si distingueva per essere sia membro del Consiglio di Amministrazione che membro del Consiglio dei Deputati. La sua carriera politica è trascorsa in collegi marginali. Aiutò Harold Wilson ad aumentare la propria maggioranza parlamentare vincendo a Billericay nel 1966, ma fu sconfitto alle successive elezioni. Moonman tornò alla Camera dei Comuni nel febbraio 1974, rappresentando il vicino seggio di Basildon e lo mantenne fino al 1979. Ha lasciato il Labour negli anni '80 per aderire all'SDP, ma non è tornato in parlamento. Ha presieduto la Federazione Sionista tra il 1975 e il 1980. Dopo aver perso il suo seggio, Moonman è stato vicepresidente senior del Board of Deputies in due periodi, dal 1985 al 1991, e di nuovo tra il 1994 e il 1999. È diventato anche membro del Consiglio di Amministrazione della Commissione Affari Pubblici britannici-israeliani nel 1986 ed era conosciuto in tempi recenti come giornalista radiofonico ed esperto in questioni di sicurezza e antiterrorismo. Successivamente tornò alla Federazione Sionista come suo Presidente. "Eric era un deputato di lunga data che ha servito il Consiglio con distinzione. Faceva parte di un gruppo selezionato di deputati che erano membri del Parlamento", ha dichiarato Jonathan Arkush, Presidente del Consiglio dei Deputati degli Ebrei Britannici. "Era assolutamente dedito alla nostra comunità e ad Israele, oltre che alla sua vita parlamentare, ed era un gran lavoratore pubblico. Come ho imparato a conoscerlo nel tempo, si è occupato profondamente di una vasta gamma di problemi nella società ed è stato un oratore eloquente. È diventato un buon amico per me e sento la sua perdita”. I suoi funerali si terranno domenica a Southport.

Gloria Tessler
24 dicembre 2017

Traduzione: Google Traduttore (rivista da Wheaton80)
www.thejc.com/news/uk-news/former-mp-academic-and-activist-ericmoonmandies...

Nota Wheaton80: Eric Moonman, come scritto nell'articolo, era Presidente della Federazione Sionista di Gran Bretagna e Irlanda, il cui leader, ai tempi della famigerata Dichiarazione di Balfour, era il Barone Walter Rothschild
wheaton80
00lunedì 8 gennaio 2018 20:23
L'ex Direttore Generale dell'OMC Peter Sutherland muore all'età di 71 anni



L'ex Direttore Generale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) Peter Sutherland, che era anche Presidente del gigante petrolifero BP e braccio straniero di Goldman Sachs, è morto domenica all'età di 71 anni. Lui, che è stato anche il più giovane Procuratore Generale dell'Irlanda e poi il più recente commissario dell'UE negli anni '80, era malato da tempo, ha riferito il gruppo di media irlandesi RTE, citando una dichiarazione della sua famiglia. "Peter Sutherland era uno statista in tutti i sensi: un irlandese, un europeo impegnato e un fiero internazionalista", ha detto il Primo Ministro irlandese Leo Varadkar in una nota. Sutherland è nato a Dublino nel 1946.

Traduzione: Wheaton80
07/01/18
extra.globo.com/noticias/mundo/ex-diretor-geral-da-omc-peter-sutherland-morre-aos-71-anos-22263...
wheaton80
00domenica 14 gennaio 2018 00:14
Ku Klux Klan, morto l'ex leader Edgar Ray Killen: aveva 92 anni, era il mandante di "Mississippi Burning"



È morto Edgar Ray Killen, predicatore e leader del Ku Klux Klan condannato solo nel 2005 per l'omicidio di 3 attivisti per i diritti civili (James Chaney, Andrew Goodman e Michael Schwerner) uccisi nel 1964, all'età di 92 anni nel penitenziario di Parchman, in Mississippi, dove stava scontando una condanna a 60 anni di carcere. La causa del decesso non è stata resa nota. L'assassinio di James Chaney, Andrew Goodman e Michael Schwerner è stato uno degli episodi cardine nell'epoca delle lotte per i diritti civili e ha costituito il fulcro di un celebre film, 'Mississippi Burning', interpretato nel 1988 da Gene Hackman e Willem Defoe. I 3 attivisti, nel giugno del 1964, raggiunsero la Neshoba County, feudo del Klan, dove una chiesa frequentata dai neri era stata appena bruciata. Gli attivisti, secondo le ricostruzioni, vennero fermati in auto da un vice sceriffo con il pretesto di una multa per eccesso di velocità. Portati in cella, vennero rilasciati alle 10 di sera e sollecitati a lasciare immediatamente la contea. La loro auto venne seguita da due macchine occupate da membri del Klan avvertiti da Killen. Dopo un inseguimento, a circa 3 km dall'abitazione di Killen (non presente sul luogo) i 3 attivisti vennero costretti ad uscire dall'auto e uccisi a colpi di pistola sparati a bruciapelo. I corpi vennero ritrovati solo 44 giorni dopo grazie ad una massiccia operazione dell'FBI che monopolizzò l'attenzione dei media.

La vicenda costituì un punto di svolta nella lotta per i diritti civili: nel giro di due settimane arrivò la firma del Presidente Lyndon B. Johnson sul Civil Rights Act. L'inchiesta federale sul triplice omicidio portò all'arresto di 18 persone, compresi alcuni agenti di polizia e compreso Killen, descritto come il leader della 'cellula' del Klan dalle testimonianze nel processo celebrato nel 1967. Il predicatore, a differenza di altri 7 membri del KKK, non fu condannato: 11 membri della giuria si pronunciarono per la sua colpevolezza, ma a salvarlo dal carcere fu una donna convinta che fosse impossibile condannare un predicatore. Killen fu libero di tornare alla propria vita, lontano dai riflettori dei media. Nel 1968, raccontano le cronache, dopo l'omicidio di Martin Luther King, ricevette la visita di agenti federali impegnati nelle indagini. A loro, chiese se il killer fosse stato già individuato:"Vorrei stringergli la mano". Rilasciò poche interviste, compresa una concessa al New York Times nel 1998:"Quei ragazzi erano comunisti che andavano in una scuola di addestramento comunista. Mi dispiace che siano stati uccisi, ma non posso mostrare rimorso per qualcosa che non ho fatto". 'Mississippi Burning' ebbe il merito di tenere vivo l'interesse per il caso, approfondito negli anni successivi da un giornalista, Jerry Mitchell, del Jackson Clarion-Ledger. Nel 1998, Mitchell venne a conoscenza dell'esistenza di un'intervista registrata in cui Sam Bowers, figura di spicco del Klan, affermava che ''il mandante'' degli omicidi del 1964 era ancora libero. Le nuove indagini hanno riportato Killen al centro della scena. Il 21 giugno 2005, l'imputato 80enne fu condannato a 60 anni di carcere.

13 Gennaio 2018
www.ilmattino.it/primopiano/esteri/ku_klux_klan_morto_ex_capo_leader_13_gennaio_2018-3481...
wheaton80
00lunedì 29 gennaio 2018 23:55
È morto Ingvar Kamprad, il fondatore di Ikea con un passato a tinte “brune”



Si è spento alla veneranda età di 91 anni lo svedese Ingvar Kamprad, uno dei più ricchi e capaci imprenditori del dopoguerra. Nipote di emigrati tedeschi, Ingvar cominciò la sua attività da commerciante già a 5 anni, vendendo fiammiferi. Arrivato all’età di 17 anni, fondò il mobilificio Ikea che, a partire dagli anni Cinquanta, iniziò la vendita di mobili economici da montare direttamente a casa. Questa intuizione di Kamprad lancerà la sua azienda a livelli mondiali e rivoluzionerà tutto il commercio del settore. Kamprad, che ha vissuto a lungo in Svizzera (1977-2014), aveva qualche anno fa lasciato le redini di Ikea in mano ai suoi figli, ritirandosi dunque a vita privata nel suo luogo natio, la piccola cittadina svedese Älmhult (poco meno di 10mila abitanti). Ad oggi Ikea dispone di un fatturato annuo di 34 miliardi di euro e dà lavoro a circa 149mila dipendenti. Il patrimonio privato della famiglia Kamprad, invece, si attesta sui 40 miliardi di euro, frutto di anni di successi imprenditoriali.

Decritto come un tipo austero e riservato, su Ingvar Kamprad pesava il suo passato di simpatizzante nazionalsocialista. Era il 1994, infatti, quando morì Per Engdahl, il leader di Nysvenska Rörelsen (Nuovo Movimento Svedese), un’organizzazione nazionalsocialista attiva nel Paese scandinavo. In quell’occasione si venne a sapere che Kamprad militò nel movimento, rimanendo amico di Engdahl anche nel dopoguerra. Lo stesso Kamprad ammise la sua militanza nazista e il suo filo-fascismo, definendoli «il più grande errore della mia vita». Tuttavia, ci tenne a precisare che le sue simpatie si rivolgevano più ai fascisti europei che non ai nazionalsocialisti, «più a Mussolini che all’altro tipo [Hitler, ndr]». Ciò nondimeno, l’autrice Elisabeth Asbrink ha pubblicato nel 2011 un volume che, sulla scorta di informazioni dei servizi segreti svedesi, mette in luce il coinvolgimento di Kamprad in formazioni di destra radicale anche negli anni Cinquanta inoltrati. Secondo la Asbrink, Kamprad intrattenne rapporti di collaborazione con militanti nazionalsocialisti più a lungo di quanto il fondatore di Ikea non abbia ammesso.

Federico Pagi
28 gennaio 2018
www.ilprimatonazionale.it/esteri/morto-ingvar-kamprad-fondatore-ikea-passato-nazis...
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:59.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com