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Maximulta Antitrust a Roche e Novartis: accordo per spartirsi mercato, con danno ai malati

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    wheaton80
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    00 05/03/2014 16:56

    Big Pharma pensa a incassare miliardi, non a guarire i malati. Due colossi mondiali del farmaco, Roche e Novartis, si sono messi d'accordo per spartirsi i miliardi dalla vendita di due farmaci identici ma con nomi diversi (Avastin e Lucentis) e soprattutto a prezzi diversi. A danno dei malati, del servizio sanitario pubblico, delle assicurazioni private. A danno di tutti gli altri, insomma. Uno scandalo che ora l'Antitrust italiano ha sanzionato con una multa esemplare: 180 milioni di euro. All'inizio c'è la scoperta di uno scienziato italiano, Napoleone Ferrara, che nei laboratori della California della Genentech (prima che questa venisse rilevata al 100% dalla Roche) individua un principio che blocca il fattore della crescita dei vasi sanguigni. Un principio attivo che con Avastin serve per la cura di alcuni tumori molti gravi, mentre con Lucentis serve per guarire dalla degenerazione maculare senile, malattia che conduce alla cecità e che nei Paesi industrializzati minaccia un over 60 su tre. Il farmaco è lo stesso ma mentre una dose di Avastin ha un prezzo tra i 15 e gli 80 euro, Lucentis costa più di 900 euro a dose. Cosa fanno Roche e Novartis? Si mettono d'accordo per spartirsi il mercato. La Roche (che controlla Genentech) non registra il farmaco per la cura della malattia agli occhi e incassa alte royalties dalla Novartis per la commercializzazione del Lucentis. E siccome Novartis controlla oltre il 33% del capitale di Roche incassa, oltre ai proventi dalle vendite, la propria quota di utili.

    Uno scandalo senza esclusione di colpi: le due multinazionali (ci sono incontri, scambi di mail, telefonate collusive che lo documentano) si sono spartite i compiti per creare l'allarme presso i pazienti sull'uso di Avastin nelle cure oftalmiche, e per sabotare il valore di ricerche indipendenti che dimostrano invece l'assoluta equivalenza terapeutica dei due farmaci. Poi c'è il lavoro di lobby sulla stampa specializzata, sulle commissioni parlamentari, sugli organismi del ministero. Per il servizio sanitario nazionale tutto questo si è tradotto, per il solo 2012, in una maggiore spesa di 45 milioni di euro. La Regione Emilia Romagna ha calcolato che con il costo sostenuto per acquistare dosi di Lucentis avrebbe potuto assumere 69 medici, oppure 155 infermieri, oppure 193 ausiliari, oppure, infine, effettuare 243.183 visite specialistiche. E ancora: secondo la Società oftalmologica italiana (Soi) ci sono circa 100 mila pazienti che, a causa dei costi elevatissimi di Lucentis spesso non compatibili con i budget dei singoli ospedali, non riescono ad avere accesso alla cura. Se Avastin dovesse essere del tutto sostituito da Lucentis il costo potenziale per il servizio sanitario pubblico sarebbe, per il 2014, di 678,6 milioni contro i 63,5 stimati in mancanza di sostituzione. La Francia, Paese simile all'Italia, ha adottato esclusivamente il Lucentis e il costo per le casse pubbliche è stato non inferiore ai 700 milioni di euro. Queste sono le regole di Big Pharma. Che però, per una volta, potrebbe non farla franca.

    La replica alla notizia è arrivata di buona mattina da Novartis, che "respinge in maniera decisa le accuse relative a pratiche anti-concorrenziali messe in atto assieme alla Roche in Italia" e annuncia la presentazione del ricorso in appello dinanzi al Tar contro la decisione dell'Antitrust di sanzionare l'azienda con una multa da 92 milioni di euro. Anche Roche "respinge con fermezza" le conclusioni del procedimento condotto dal Garante. L'azienda ribadisce in un comunicato che "le accuse sono prive di qualsiasi fondamento" e che "ricorrerà in appello presso tutte le sedi deputate, a tutela della propria immagine e dei propri diritti, certa delle proprie ragioni". L'Agenzia italiana del farmaco definisce invece storica la decisione dell'Antitrust: "Si tratta di una sentenza storica per tutta l'Europa e non solo - sottolinea l'Aifa - che getta luce su un problema globale che ha costretto l'EMA e tutte le Agenzie europee ad approfondire i rischi connessi all'uso off-label su larga scala di farmaci non studiati per specifiche indicazioni terapeutiche, e per i quali la farmacovigilanza si è dimostrata carente".

    Roberto Mania
    5 marzo 2014
    www.repubblica.it/economia/2014/03/05/news/roche_novartis-8...
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    wheaton80
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    00 27/04/2014 03:05
    Case farmaceutiche e corruzione: lo scandalo planetario della Glaxo Smith Kline

    La Glaxo Smith Kline è con le spalle al muro. La casa farmaceutica inglese sta collezionando accuse di corruzione in giro per il mondo, senza tregua. Le ultime arrivano da Libano e Giordania. Il 16 aprile il Wall street journal scrive che è entrato in possesso di mail secondo cui lo staff dell’azienda avrebbe corrotto i medici locali con viaggi e campioni di farmaci in omaggio che avrebbero potuto vendere direttamente ai pazienti. Appena due giorni prima un’inchiesta del programma Panorama della Bbc rivela che in Polonia il manager regionale della Glaxo Smith Kline e 11 dottori sono sotto indagine per un presunto giro di mazzette versato ai camici bianchi in cambio della prescrizione del farmaco antiasmatico Seretide. L’episodio risale a quattro anni fa e a denunciarlo è un ex rappresentante della ditta, Jarek Wisniewiski. Proprio in quel periodo (dal 2010 al 2012) il colosso del farmaco inglese dichiara di essere impegnato in un programma di formazione sull’asma. Ma Wisniewiski smentisce: i soldi investiti in realtà servono a pagare i dottori compiacenti che assicurano di aumentare gli ordini del farmaco. Ai microfoni della Bbc l’ex dipendente va giù schietto: “Al meeting ho detto che ho pagato il corso e che ho bisogno di più prescrizioni di Seretide. Così hanno capito esattamente per quale motivo stavo pagando”.

    Un altro ex rappresentante della Gsk, che però preferisce rimanere anonimo, racconta che da una parte l’azienda remunera con denaro i medici per tenere lezioni inesistenti e dall’altra, i medici fanno schizzare le vendite del farmaco. Un do ut des papale papale. Wisniewiski conferma: “Cento sterline dovevano fruttare oltre cento prescrizioni del prodotto”. E aggiunge che non si comporta così di sua spontanea volontà: l’ordine di fare i giochi sporchi è impartito dal manager regionale. Anzi, a lui non sta bene, lo fa presente all’azienda ma i capi minacciano di licenziarlo o di emarginarlo. La Gsk in effetti ammette di avere ripreso e punito un suo impiegato nel 2011. In un report pubblicato sul sito web della multinazionale si legge che solo nel 2013 sono state commesse dallo staff 161 violazioni delle politiche di marketing e vendita e 113 segnalazioni. Con il risultato che 48 persone sono state licenziate o hanno lasciato volontariamente il posto di lavoro. Ancora in aprile, il 6: una persona informata degli affari di Gsk in Medioriente rivela al Wall street journal che in Iraq l’azienda di nascosto arruola come sui rappresentati di vendita 16 medici e farmacisti che lavorano nel Governo. A questi paga anche le trasferte per le conferenze internazionali. In più, dà delle tangenti sostanziose ad altri medici in cambio delle prescrizioni dei suoi prodotti.

    Come da copione, la Gsk vince un contratto con il ministero della Salute iracheno per la fornitura del vaccino Rotarix contro la gastroenterite e i funzionari del ministro con le loro famiglie se ne vanno in vacanza in Libano spesati dall’azienda. A luglio 2013 scoppia lo scandalo in Cina. Qui la multinazionale inglese spende 320 milioni di sterline per corrompere la classe medica con denaro e favori sessuali. La strategia ogni volta è fare finta di cadere dalle nuvole. Per questo qualche giorno fa la Gsk invia dei nuovi dirigenti per controllare che le vendite siano fatte in modo pulito tentando di salvarsi la reputazione. Come se la pratica del comparaggio dipendesse soltanto dai singoli rappresentanti e non dai vertici. Il record è negli Stati Uniti: nel 2012 l’azienda paga tre miliardi di dollari di multe per aver corrotto i dottori in cambio della prescrizione di antidepressivi per indicazioni non autorizzate. Lo scorso dicembre Andrew Witty, l’amministratore delegato della Gsk, intervistato dal New York Times promette che la sua azienda d’ora in poi farà la brava e non darà più soldi sottobanco ai dottori. Ma i danni ormai sono fatti e nessuno ci assicura che non siano ripetuti.

    Chiara Daina
    26 aprile 2014
    www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/26/case-farmaceutiche-e-corruzione-lo-scandalo-planetario-della-glaxo-smith-kline...
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    wheaton80
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    00 01/05/2014 01:40
    Case farmaceutiche, gli scandali delle lobby tra venditori e mazzette

    Big Pharma sta uscendo allo scoperto per quello che è: una lobby planetaria, una casta di intoccabili che fa i miliardi sulla pelle dei cittadini, accumula scandali uno dietro l’altro, inventa le malattie prima di sfornare la pillolina miracolosa e ovviamente è impermeabile alla crisi. Glaxo Smith Kline, gigante britannico dei farmaci, si è comprata i medici di mezzo mondo. Solo ad aprile è stata accusata di corruzione in Libano, Giordania, Iraq e Polonia, dove il manager regionale dell’azienda e 11 dottori sono sotto indagine per un presunto giro di mazzette in cambio della prescrizione del farmaco anti-asmatico Seretide. Nel luglio 2013 è stata incastrata in Cina, dove ha sganciato 320 milioni di sterline per ingraziarsi la classe medica con regali di lusso e prostitute. Il botto negli Stati Uniti, anno 2012: 3 miliardi di dollari di multe per aver pompato le vendite di antidepressivi per indicazioni non autorizzate. La Roche spaccia il Tamiflu come il farmaco del secolo contro l’aviaria nel 2006 e tre anni dopo l’influenza suina (il virus A/H1N1) ma i ricercatori della Cochraine Collaboration, entrano in possesso dei risultati delle ricerche chiusi negli archivi, dimostrano che è un finto antidoto per una finta pandemia. Poi il cartello con l’altro colosso svizzero, Novartis, per favorire la diffusione del Lucentis, cioè il farmaco più costoso per la cura della maculopatia (1400 euro) contro l’analogo low cost Avastin (15 euro), con maxi-multa dell’Antitrust italiana da 180 milioni di euro. Solo per citare i casi più freschi. La magistratura ha messo la marcia. I media hanno rotto il tabù. Il tema è così scottante che anche il cinema pensa che valga la pena parlarne. Così ha fatto per la prima volta Il venditore di medicine, il film di Antonio Morabito al cinema da stasera, che denuncia la pratica del comparaggio, cioè quando gli informatori scientifici sono disposti a tutto pur di convincere i medici a far prescrivere le loro molecole. Il Fatto Quotidiano ha intervistato in anonimato tre informatori scientifici che raccontano cosa significa giocare sporco quando c’è in ballo la nostra salute. Il presidente dell’Associazione nazionale di categoria, Carmelo Carnovale, ha invitato più volte il Parlamento ad affrontare quello che le aziende non dicono mai, ma fanno da sempre: “Negli ultimi tre anni – spiega – ci sono state circa 50 interrogazioni parlamentari”, risolte sempre con un nulla di fatto. Dentro alle ditte del farmaco le regole da rispettare sono misere eccezioni, al contrario le anomalie sono all’ordine del giorno. Carnovale fa qualche esempio: “Ci sarebbe il divieto di consentire al medico la vendita diretta del farmaco e l’obbligo di quattro o cinque visite ma ogni informatore in realtà incontra il dottore dalle 12 alle 20 volte”. All’estero chi fa questo mestiere è detto ‘rappresentante di farmaci’, solamente in Italia ‘informatore scientifico’. Il nostro compito è spiegare ai medici come funziona un farmaco, i suoi benefici, gli effetti collaterali e il costo” continua il presidente. Dal 2005 le aziende ne hanno mandati a casa 15 mila su 30 mila attivi. “Il business comincia dalla determinazione del prezzo: perché gli antitumorali costano così tanto? Non sono dei salvavita solo dei compassionevoli – conclude Carnovale –. Comunque ogni volta che la magistratura ci mette il naso il colpo va sempre a fondo, ma poi i casi finiscono in prescrizione o patteggiamento”.

    Chiara Daina
    29 aprile 2014
    www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/29/medicine-venditori-e-mazzette-gli-scandali-delle-lobby-farmaceutiche...
    [Modificato da wheaton80 01/05/2014 01:57]
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    wheaton80
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    00 15/05/2014 00:43
    “Il venditore di medicine”, arriva nelle sale il grande inganno di Big Pharma



    Big Pharma colpita al cuore: farmaci inutili, malattie costruite a tavolino, medici comprati con soldi, cene, telefonini, viaggi di lusso in cambio della prescrizione del farmaco. “Il venditore di medicine” di Antonio Morabito (prodotto da Amedeo Pagani in collaborazione con Rai Cinema), in 50 sale italiane dal 29 aprile, per la prima volta nella storia del cinema racconta quello che le case farmaceutiche non dicono ma fanno ogni giorno: il comparaggio, pratica illegale affidata agli informatori scientifici dell’azienda per convincere medici e primari e aumentare le vendite. A spese della nostra salute. La corruzione non è soltanto un affare dei piani alti, è vicina a noi, entra direttamente nello studio del medico di famiglia. Il protagonista è Bruno (Claudio Santamaria), un informatore scientifico disposto a tutto pur di far profitti. Il suo unico comandamento è rispettare la regola dell’11: ogni regalo deve fruttare undici volte il valore dei farmaci smerciati. A ordinarglielo è il suo capo area (Isabella Ferrari). C’è anche un cammeo di Marco Travaglio, il vicedirettore del Fatto quotidiano, nei panni di un primario colluso e conteso da due ditte diverse. “Le mie fonti sono stati medici e rappresentati farmaceutici: ne ho incontrati tantissimi, avevano una gran voglia di sfogarsi – dice il regista – anche se all’inizio è stato difficile ottenere la loro fiducia. Ovviamente vogliono rimanere anonimi, altrimenti perderebbero il posto di lavoro”. La ditta farmaceutica è come una piovra e i suoi tentacoli arrivano ovunque. Con la complicità dei farmacisti, che svelano quali e quante confezioni un medico prescrive, i medici vengono schedati e bollati con epiteti “aggressivi”: “Nel film – spiega Morabito - ho usato “Regina” per indicare il medico che ha in carica tanti pazienti, “squalo” per i primari, “dottorino” per chi conta poco”. L’informatore che non porta a casa i risultati attesi viene silurato dall’azienda in tanti modi, “il più umiliante consiste nel cedere interi rami della ditta a società inferiori, appositamente create e fallimentari”.

    Chiara Daina
    29 aprile 2014
    www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/29/il-venditore-di-medicine-nelle-sale-il-grande-inganno-di-big-pharma...
    [Modificato da wheaton80 15/05/2014 00:44]
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    wheaton80
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    00 29/05/2014 00:33
    Il Ministero contro Roche e Novartis: chiesti 1,2 miliardi di risarcimento

    Una richiesta di risarcimento danni pari a 1,2 miliardi di euro in tre anni. È quella fatta dal ministero della Salute alle aziende farmaceutiche Novartis e Roche per la vicenda relativa l’ipotesi di `cartello´ tra i due colossi del farmaco, a fini economici, per incentivare l’utilizzo di un farmaco per gli occhi più costoso, Lucentis, rispetto ad un altro di pari efficacia, Avastin, meno costoso ma utilizzato come farmaco off-label, ovvero fuori dalle indicazioni previste. Sia Roche che Novartis si sono difese definendo non reale le cifre indicate dal ministero della Salute e ricordando entrambe che non c’è ancora alcuna sentenza. Una richiesta danni pari a 14 milioni di euro è stata invece avanzata dal ministero all’azienda Pfizer. La richiesta danni alla Pfizer si riferisce, spiega il dicastero, al «comportamento di abuso di posizione dominante in relazione alla commercializzazione del farmaco Xalatan». In seguito invece alla delibera AGCM del febbraio 2014, che ha qualificato il comportamento delle società F.Hoffmann-La Roche Ltd, Roche Spa, Novartis AG e NOVARTIS Farma S.pA. come «un’intesa orizzontale restrittiva della concorrenza finalizzata alla commercializzazione del farmaco Lucentis molto più costoso del farmaco Avastin, ad esso equivalente», il ministero ha richiesto a queste società «il risarcimento di tutti i danni patrimoniali (circa 45 milioni nel 2012, 540 milioni nel 2013 e 615 milioni nel 2014) e non patrimoniali arrecati illecitamente al SSN». La richiesta danni a Novartis e Roche si aggiunge ai 180 mln di multa comminati dall’Antitrust alle aziende per la stessa vicenda. Intanto, Roche e Novartis hanno oggi rinunciato a richiedere la sospensiva della multa erogata due mesi fa dall’Antitrust per la contrapposizione Avastin versus Lucenti, messa in discussione questa mattina presso il TAR del Lazio. A renderlo noto è la Società Italiana di Oftalmologia, la Soi, parte attiva nella vicenda e nella denuncia dell’accordo sanzionato dall’Autorità. «Evidentemente la memoria tecnico scientifica presentata in giudizio da Soi - afferma Matteo Piovella, Presidente della Società - è stata sicuramente articolata e circostanziata meglio tra quelle presenti sotto il punto di vista medico scientifico e ha suggerito la predetta decisione poiché in caso contrario molto probabilmente il TAR avrebbe respinto quanto richiesto da Roche e Novartis». Il merito del giudizio per giungere alla sentenza definitiva è stato fissato per i primi giorni di novembre. Nel frattempo, dunque, la decisone dell’Antitrust rimane efficace e la sanzione pecuniaria dovrà essere pagata dalle case farmaceutiche. La motivazione della decisione precisa è chiarita dalla stessA Novartis in una nota: «Presentare istanza di sospensiva della decisione adottata dall’Antitrust è una facoltà processuale delle parti; Novartis ha deciso autonomamente di rinunciare a discutere tale istanza di sospensiva poiché interessata a giungere ad una definizione sul merito del giudizio circa la illegittimità della decisione assunta dall’Antitrust in tempi brevi, considerata la rilevanza e la complessità del caso», precisa l’azienda.

    28/05/2014
    www.lastampa.it/2014/05/28/economia/il-ministero-contro-roche-e-novartis-chiesti-miliardi-di-risarcimento-JslSRFdXzHOyEczD5MrduO/pag...
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    wheaton80
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    00 16/06/2014 20:40
    BAYER – Ecco alcuni dei suoi crimini



    L’Ape Maia grida Vendetta
    Un’inchiesta che non ti aspetti, anni di silenzio durante i quali il PM Raffaele Guariniello della Procura di Torino ha studiato il fenomeno della moria di API ed ha appena concluso l’indagine incriminando la Bayer e la Syngenta, rispettivamente produttori e distributori di potenti pesticidi a base di clothianidina.I principi attivi di questi pesticidi mandano in tilt il sistema nervoso dei preziosi insetti. Le api non riescono così a fare ritorno agli alveari e vanno incontro a morte certa. L’accusa è di danni al patrimonio zootecnico nazionale. Negli anni duemila metà delle api sono scomparse e già in altri paesi la Bayer, potentissima multinazionale tedesca, leader in più settori (salute, agricoltura, polimeri, chimica) con vendite stimate oltre i 30 miliardi di dollari, è stata chiamata in causa. ”Secondo il centro di ricerca sulle piante coltivate, 29 su 30 api esaminate erano morte dopo essere entrate in contatto con la sostanza incriminata, che insieme all’imidaclopride viene usata nella coltivazione della rapa, della barbabietola da zucchero e del mais (aggiungo i vigneti e agrumeti). I due insetticidi vengono esportati in 120 paesi, con il risultato che la Svizzera si è ritrovata con il 25% di api in meno, e l’Italia, la Germania e la Francia con metà delle api morte; in Francia, dove l’imidaclopride è vietata dal 1999 e l’approvazione della clothianidina è stata appena respinta, in dieci anni sono morte 90 miliardi di api, con un calo della produzione di miele attorno al 60%. Il fenomeno si è registrato anche negli Stati Uniti con proporzioni ancora più catastrofiche: 60-70% di api morte. ”E proprio negli Stati Uniti si palesa la capacità corruttiva del gruppo grazie ad una nota interna[4] dell’EPA, resa pubblica da WikiLeaks, la quale conferma che l’Agenzia Ambientale statunitense EPA ha ignorato gli avvertimenti dei suoi stessi scienziati, in aperta collusione con la Bayer, per autorizzare illegalmente la clothianidina, l’insetticida che ha consentito così al colosso della chimica di realizzare un business di 183 milioni di € (circa 262 milioni di $) nel solo 2009.

    Il potere della Bayer è immenso più di una nazione
    “Essa opera in quattro distinti settori: salute, agricoltura, polimeri (plastiche, gomma sintetica) e chimica. Ha recentemente acquisito Aventis CropScience, la controversa industria di scienza dei raccolti, facendone una azienda cardine in sviluppo, commercializzazione e vendita di organismi geneticamente modificati. Nella sua massiccia partecipazione per oltre 125 anni in questi quattro settori chiave, la Bayer ha accumulato una notevole storia di crimini multinazionali, che vanno dalla fabbricazione di sostanze mediche controverse (eroina, Ciproxin, Baycol), allo sviluppo di veleni e agenti chimici per uso bellico (Chlorine gas, Zyklon B e VX), all’utilizzo del lavoro forzato durante la seconda guerra mondiale, a numerosi casi di avvelenamenti, effetti collaterali e inquinamento ambientale, collegati ai suoi prodotti chimici e farmaceutici. Nel dicembre 2001 Multinational Monitor ha classificato la Bayer tra le prime dieci peggiori compagnie dell’anno. Non c’è paese al mondo in cui la Bayer non sia presente. Le vecchie aziende sussidiarie della IG FARBEN, ovvero BASF, Bayer e HOECHST dominano tra le industrie chimiche europee e tedesche e hanno un fatturato annuo complessivo di 90 miliardi di Euro. Nessun governo, uomo politico o istituzione può sfuggire all’influenza di un blocco tanto potente. Le critiche alla Bayer valgono in generale per le compagnie multinazionali e in particolare per quelle del settore chimico. ”In Italia, nonostante si vada di rinvio in rinvio, l’impiego dei neonicotinoidi per la concia delle sementi è attualmente proibito sino a fine anno. Intervistata nel merito, il Sottosegretario alla Salute On. Francesca Martini ha dichiarato:“Auspico che entro quella data vengano prodotti dati scientifici condivisi con le Regioni e con le Associazioni dei produttori per arrivare ad una valutazione congiunta che porti ad una posizione definitiva sulla questione che tuteli tutte le produzioni agricole”. Non capendo quali altri dati occorrano rimane il fatto che ancora oggi sono in commercio 43 formulati la cui composizione è basata sul principio attivo imidacloprid, il cui impiego non corretto è spesso alla base dei fenomeni di morte delle api e di costante inquinamento, a dosi sub letali, degli alveari.

    La Bayer è inoltre accusata di altre vicende non ancora del tutto chiarite, ovvero di aver finanziato indirettamente la guerra civile nella Repubblica Democratica del Congo partecipando al commercio para-legale di columbite-tantalite, un minerale per l’estrazione del tantalio, chiamato colloquialmente coltan infanticidio. L’insetticida Folidol finì poi “accidentalmente” nel latte dei bambini in una scuola sulle Ande ad Auccamarca, in Perù, causando 25 morti. Per Greenpeace vi furono carenze di informazioni da parte di Bayer sulla contaminazione da riso OGM sperimentale per la quale è stata condannata al pagamento di 750 milioni di dollari. Ci fu inoltre lo sversamento di sostanze tossiche quale l’Acido Diluito nel mare del Nord. Fu quindi accusata di omicidio, di attentato alla salute pubblica e di falsificazione di documenti a seguito dell’avvelenamento di olio da tavola per colpa del pesticida Nemancur 10 che causò circa 650 morti e 25.000 ammalati. 9460 decessi e decina di migliaia di intossicati furono causati dal Parathion, un composto organofosforato messo a punto dal dr. Schrader. Questo pesticida della Bayer è riconosciuto ufficialmente come la causa di questi 9.460 decessi tra il 1953 e il 1969: “Governo giapponese, ministero della Sanità e del Benessere, Avvelenamento da organofosforati 1954-1970, Tokyo 1971, in Greunke y Heimbrecht, op. cit., p. 91”. La produzione di gas da guerra dal 1915 fu dapprima portata avanti dal trust IG Farben, che produrrà il famoso gas Zyklon B nei campi di sterminio, poi, in seguito allo smantellamento dovuto alla sconfitta, fu prodotta nuovamente in modo indipendente fino ai nostri giorni e alla sua nota entrata nel mercato dell’ambiente. La Bayer fu anche responsabile della diffusione del virus dell’ HIV e di quello dell’ Epatite C dopo l’uso di prodotti a base di plasma sanguigno in 22 paesi del mondo, inclusa l’Italia. Recentemente la Bayer è stata condannata nel merito con un accordo di indennizzi vincolato al segreto. Quando leggi Bayer sulle medicine pensa a tutto questo.

    Pjmanc
    16 giugno, 2014
    www.ilfattaccio.org/2014/06/16/bayer-alcuni-dei-suoi-crimini/
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    wheaton80
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    00 03/09/2014 15:49
    Farmaceutica: il colosso Novartis colpevole di gravi irregolarità

    TOKYO (WSI) - Nuova grana per Novartis in Giappone: il gigante farmaceutico renano, già nel mirino per la vicenda dei test clinici manipolati, ha ammesso di non aver correttamente segnalato al ministero della sanità 2579 casi di effetti secondari gravi provocati dai suoi medicinali. Uno di essi ha avuto esito mortale. Il 31 luglio - indica oggi Novartis - l'autorità nipponica sulla sicurezza farmaceutica e alimentare ha ordinato a Novartis Pharma Japan di migliorare le sue procedure dopo aver constatato una violazione delle regole relative alla divulgazione degli effetti secondari. I trattamenti in questione risalgono sino al 2002 e concernono soprattutto tre farmaci: il Glivec, il Tasigna e l'Afinitor. Novartis ha presentato venerdì alle autorità i risultati delle sue indagini interne illustrando nel contempo le misure intraprese affinché quanto successo non si ripeta. Come noto la filiale giapponese di Novartis è stata al centro di diversi problemi, che hanno portato al siluramento dei principali dirigenti.

    2 settembre 2014
    www.wallstreetitalia.com/article/1727308/farmaceutica-il-colosso-novartis-colpevole-di-gravi-irregolar...
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    wheaton80
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    00 06/10/2014 23:47
    Farmaci: medici e strutture sanitarie riempiti di soldi dalle case farmaceutiche

    Basilea - Un database che è stato reso pubblico in Svizzera e che riguarda il mercato farmaceutico a livello mondiale, ha dimostrato che le aziende farmaceutiche con sede a Basilea, Roche e Novartis, hanno pagato decine di milioni di euro a medici e ospedali. Il gigante farmaceutico Roche si attesterebbe al primo posto avendo pagato più di tutte le aziende farmaceutiche attraverso donazioni in denaro o altri benefici a medici e ospedali negli Stati Uniti, vale a dire l'esorbitante cifra di 218.000.000 milioni di dollari pari ad oltre 174 milioni di euro. La ricerca è stata pubblicata su un quotidiano elvetico in virtù di un nuovo database che rivela per la prima volta l'entità di tutte le donazioni. Il gigante farmaceutico basilese Novartis, non è da meno avendo pagato 91 milioni dollari, poco meno di 78 milioni di euro.La banca dati specifica anche che i pagamenti in totale sarebbero stati di 3,5 miliardi dollari da parte di tutte le multinazionali del mondo. Di questa esorbitante cifra, ben quattro società svizzere, Roche, Novartis, Actelion e Nobel Biocare avrebbero complessivamente contribuito con 315.000.000 di dollari, ossia il 9% del totale. Con la divulgazione dei pagamenti il Dipartimento della Salute degli Stati Uniti mette sotto pressione l'industria farmaceutica ed i medici che erano stati esposti al sospetto generale di essere in qualche modo corrotti. Questo tipo di donazioni sono principalmente quelle borse che non hanno nulla a che fare con la ricerca, ad esempio le spese di viaggi di lusso, inviti a pranzi luculliani o in alloggi di alberghi costosi. Alla luce di quest'inchiesta, nuovamente l'industria delle multinazionali farmaceutiche si pone nell'occhio del ciclone, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti ”, che da anni sostiene che alle società in questione, a partire dall'Europa, dovrebbe essere vietato completamente la possibilità di qualsiasi tipo di donazione nei confronti degli operatori e delle strutture sanitarie con sanzioni pesantissime per chi viola alcune semplici regole al fine di evitare che a comandare nel settore della ricerca farmaceutica siano sempre gli stessi e che quindi possano decidere la sorte di milioni di persone nel mondo.

    06/10/2014
    www.osservatoreitalia.it/index.asp?art=2098
    [Modificato da wheaton80 06/10/2014 23:47]
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    00 08/10/2014 18:26
    John Rengen Virapen. Confessioni di un ex-dirigente di Big Pharma

    [Modificato da wheaton80 08/10/2014 18:26]
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    00 27/10/2014 23:03
    Big Pharma, accuse di corruzione. "Pagano tangenti anche in Italia"

    NEW YORK - Pagavano governanti, medici, agenti di commercio. Pagavano e forse continuano a pagare ancora per vedersi autorizzare un farmaco, riuscire a fare approvare una medicina, costringere a scegliere un prodotto invece di un altro. Le pratiche della malasanità, si sa, non sono confinate negli angusti confini d'Italia. Ma in Italia possono avere trovato terreno sicuramente fertile i boss di Big Pharma a cui adesso l'amministrazione degli Stati Uniti sta finalmente cominciando a presentare il conto. Dalla Merck (la Merck & Co nordamericana, Merck Sharp & Dohme in Europa) alla Bristol-Myers Squibb, dalla GlaxoSmithKline all'AstraZeneca i grandi nomi dell'industria farmaceutica per una volta ci sono tutti nell'inchiesta del Dipartimento di giustizia e della Sec, la Consob americana. Obiettivo: scoprire se e come le Quattro Sorelle dei farmaci ungevano i governi di mezzo mondo per inondare il mercato con i loro prodotti. L'inchiesta è davvero globale. Tra i paesi sotto esame ci sarebbero Brasile, Cina, Germania, Polonia, Russia, perfino Arabia Saudita. E l'Italia, appunto. I contenuti del blitz rivelato dal "Wall Street Journal" non sono noti e al momento non è ancora chiaro a che livello nei vari paesi si sia spinta la corruzione. Ma l'indagine individua almeno quattro tipi di possibili violazioni. Mazzette ai medici dipendenti dal governo per spingerli a comprare farmaci. Pagamento agli agenti di commercio di "commissioni" da passare a medici dipendenti dai governi. Mazzette a cliniche e ospedali per spingere l'acquisto di farmaci particolari. Mazzette ai politici e alle commissioni sanitarie per far approvare l'uso dei farmaci. L'indagine per ora non ha nessun aspetto penale ma gli investigatori non escludono di aprire nuovi fascicoli. Il governo si è mosso sulla base di una legge del 1977 che vieta alle compagnie quotate in Borsa negli Usa (ecco quindi l'intervento congiunto della Sec) di pagare funzionari degli altri paesi per fare business: è il cosiddetto Foreign Corrupt Pratices Act. Ma un'inchiesta potrebbe conseguentemente essere stata aperta anche nei paesi coinvolti in queste contrattazioni: e quindi anche in Italia. Le compagnie sotto accusa hanno ricevuto una lettera del Dipartimento di Giustizia che chiede di giustificare i movimenti di denaro. Gli uomini di Big Pharma replicano che stanno già collaborando. Ma è fuori di dubbio che la mossa rientra nella battaglia con cui il governo di Barack Obama, già odiato dalle grandi compagnie per la riforma sanitaria che cancella decenni di privilegi e sprechi, ha promesso di fare pulizia di certe pratiche. Qualche tempo fa un'indagine simile ha portato alla luce i metodi di corruzione per la vendita in mezzo mondo di apparecchi medici. E nello sforzo di moralizzazione i funzionari Usa minacciano di passare alla denuncia degli stessi manager invece che delle sole aziende. L'industria farmaceutica è particolarmente esposta ala tentazione delle mazzette internazionali, spiegano gli esperti, perché a differenza che negli Usa all'estero - come in Italia - i governi hanno molta più voce in capitolo nella regolazione dei farmaci. Il giro d'affari della corruzione, invece, non è ancora stato quantificato. Ma basta considerare che il business di Big Pharma all'estero è un terzo del suo totale: più di 103 miliardi di dollari.

    Angelo Aquaro
    6 ottobre 2010
    www.repubblica.it/esteri/2010/10/06/news/big_pharma-7761955/
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    wheaton80
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    00 15/11/2014 21:39
    Condannate 2 case farmaceutiche per aver messo in commercio farmaci cancerogeni. Ma nessuno lo sa

    La Takeda Pharmaceutical Co. e la Eli Lilly & Co. sono state condannate al pagamento di una multa di 9 miliardi di dollari per aver tenuto nascosto a medici e autorità la pericolosità del loro farmaco, (l’effetto cancerogeno del loro farmaco per diabetici durante i test per l’approvazione negli Stati Uniti). L’Actos -commercializzato anche in Italia-, che provocherebbe tumori. Il medicinale in questione, commercializzato anche in Italia sotto il nome di Actos, aumenta infatti il rischio di tumore nei pazienti che lo assumono. A sollevare il polverone sono stati 2.700 soggetti americani che, dopo aver assunto il farmaco, hanno contratto il cancro. Per questo, la corte federale della Lousiana, presieduta dal giudice Rebecca Doherty, ha deciso di condannare le due aziende farmaceutiche al pagamento della maxi multa, la settima più onerosa di sempre. Non è comunque la prima condanna in cui la Takeda e la Eli Lilly & Co. si imbattono. Sempre per aver tenuto nascosti gli effetti cancerogeni dell’Actos, infatti, hanno ricevuto già 10 sentenze di colpevolezza: tutte recitano che le aziende hanno coscientemente esposto i loro clienti al rischio di contrarre tumori, nascondendo il pericolo sia ad autorità che a medici. Le due società, infatti, hanno ammesso la pericolosità del farmaco solo dopo 7 anni che questa è divenuta nota. Sfortunatamente, i precedenti dimostrano come, a fronte di multe così onerose, i colpevoli riescano a spuntarla e non pagare l’intera somma.

    8 aprile 2014
    www.articolotre.com/2014/04/farmaci-cancerogeni-ma-ai-pazienti-viene-tenuto-nascosto-9-miliardi-d...
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    wheaton80
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    00 03/02/2015 22:37
    Il New England Journal of Medicine denuncia l’inganno delle case farmaceutiche e la corruzione di molti medici


    Marcia Angell

    Marcia Angell non è un medico qualunque, ma è stata vice-direttrice e direttrice nientemeno che del New England Journal of Medicine, uno dei più famosi e rispettati giornali medico-scientifici del mondo (assieme a The Lancet, British Medical Journal, Journal of the American Medical Association). Lei stessa è stata una delle più famose e rispettate giornaliste medico-scientifiche. La sua indiscussa esperienza sul campo l’ha lasciata delusa e fortunatamente anche piena di una gran voglia di fare chiarezza e di dire la verità. E così ha scritto il libro “The Truth About the Drug Companies: How They Deceive Us and What to Do About It” (“La verità sulle aziende farmaceutiche: come ci ingannano e cosa fare al riguardo”) ed alcuni lunghi articoli di denuncia della moderna medicina farmaceutica e specialmente della psichiatria. Vedi “The illusions of psychiatry" ("L’illusione della psichiatria") e "Drug companies & doctors: a story of corruption” (“Aziende farmaceutiche e dottori: una storia di corruzione”). Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sulla veridicità di quanto appena asserito, può avere l’ennesima conferma leggendo la recensione del suo libro proprio sul sito del New England Journal of Medicine:

    www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJM200410073511522

    Quante volte è stata annunciata la scoperta del secolo, per fare marcia indietro dopo pochi anni? Viene da chiedersi come sia possibile che gli enti responsabili diano il via libera a prodotti che poi si rivelano inutili o persino nocivi. Tra le possibili risposte ci sono i trial truccati perché sponsorizzati dalla sola industria, e le azioni di lobby su politici, medici e persino associazioni di pazienti. A rivelarlo è Marcia Angell, per anni direttore del New England Journal of Medicine, che ha appena pubblicato su Jama, la rivista della American Medical Association, un articolo dal titolo eloquente:“Industry Sponsored Clinical Research”, ovvero “La ricerca clinica sponsorizzata dall’industria”. Già nel suo illuminante “Farma & Co.” (Il Saggiatore), Angell aveva denunciato alcuni trucchi per pilotare i risultati degli studi: comparare i nuovi farmaci con placebo invece che con altri già sul mercato; scegliere campioni selezionati, per esempio arruolando solo giovani anche se i farmaci sono destinati agli anziani.

    Oppure presentare solo i risultati favorevoli. “E’ quanto avvenuto per l’antinfiammatorio rofecoxib della Merck”, segnala Angell su Jama. Com’è possibile tutto questo? Da uno studio del Center for Public Integrity risulta che le industrie del farmaco hanno speso, dal gennaio 2005 al giugno 2006, quasi 182 milioni di dollari in attività di lobby per influenzare la legiferazione degli Stati Uniti. Per esempio per proteggere i brevetti o per vietare l’importazione di prodotti meno costosi dal Canada. Oltre cento milioni dal 1998 al 2006 sarebbero stati dati dalle case farmaceutiche a sostegno alle campagne federali (www.publicintegrity.org/rx/report.aspx?aid=823). Persino il New York Times riporta un articolo sulla Dr. Marcia Angell dal titolo “Un dottore mette l’industria farmaceutica sotto il microscopio”, dove riporta storie di corruzione tra aziende farmaceutiche e dottori; eccone un passo tradotto:“Recentemente il senatore Charles Grassley, senatore Repubblicano che fa parte della commissione finanziaria del Senato, ha indagato sui legami finanziari tra l’industria farmaceutica e i medici accademici che determinano in larga misura il valore di mercato dei farmaci che vengono prescritti.

    Non ha avuto bisogno di indagare troppo a fondo. Prendiamo il caso del Dr. Joseph L. Biederman, professore di psichiatria all’Harvard Medical School e primario di psicofarmacologia pediatrica del Massachusetts General Hospital ad Harvard. Grazie soprattutto a lui, bambini in giovane età, perfino di appena due anni, vengono adesso diagnosticati come sofferenti di disordine bipolare e trattati con un cocktail di potenti farmaci, molti dei quali non sono stati approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) per quello scopo e nessuno dei quali è stato approvato per l’uso in bambini di meno di dieci anni. I farmaci che sono già stati approvati per un particolare scopo, possono essere legalmente utilizzati dai medici per qualsiasi altro scopo che essi decidano, ma un tale utilizzo dovrebbe essere basato su valide prove scientifiche già pubblicate. Non sembra che questo sia successo in tale frangente. Gli stessi studi di Biederman sui farmaci che egli promuove per trattare il disordine bipolare nei bambini erano, come risulta dal riassunto delle opinioni delle fonti esperte del The New York Times,“così mal congegnati da essere largamente inconcludenti”. (1)

    A giugno il Senatore Grassley ha rivelato che le aziende farmaceutiche, incluse quelle che producono i farmaci che egli promuove per il disturbo bipolare dei bambini, hanno pagato a Biederman 1,6 milioni di dollari per consulenze e conferenze tra il 2000 ed il 2007. Due suoi colleghi hanno ricevuto simili somme [di denaro]. Dopo la rivelazione, il presidente del Massachusetts General Hospital ed il dirigente della sua organizzazione dei medici hanno spedito una lettera ai medici dell’ospedale esprimendo non lo sgomento riguardo all’enormità dei conflitti di interesse, ma la simpatia per i beneficiari [di quelle somme]:“Sappiamo che questo è un momento incredibilmente doloroso per questi dottori e per le loro famiglie, ed i nostri cuori sono con loro”.

    (1) Gardiner Harris and Benedict Carey, “Researchers Fail to Reveal Full Drug Pay” (“Ricercatori non rivelano per intero i pagamenti da parte delle aziende farmaceutiche”) The New York Times, June 8, 2008

    2 febbraio 2015
    www.dionidream.com/il-new-england-journal-medicine-denuncia-linganno-delle-case-farmaceutiche-e-la-corruzione-di-molti...
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    00 21/11/2015 23:57
    Novartis: colosso farmaceutico multato per tangenti pagate alle farmacie

    La giustizia americana ha inflitto una multa di 390 milioni di dollari alla divisione statunitense di Novartis, accusandola di aver pagato tangenti e offerto sontuose cene a medici per incoraggiarli a prescrivere le medicine contro l’ipertensione e altre malattie, invece che preparati della concorrenza. I pagamenti effettuati da Novartis Pharmaceutical erano iscritti come onorari per i dottori per la loro partecipazione a programmi educativi, nei quali dovevano mostrare slide e istruire altri medici sui medicinali usati. Il Dipartimento di Giustizia statunitense aveva depositato, a fine giugno, ad una corte federale di Manhattan (New York) una causa che chiedeva al gigante farmaceutico pagamenti fino a 3,35 miliardi di dollari. La pena, inflitta venerdì, è nettamente inferiore alla richiesta e mette le parola fine all’inchiesta USA. Le presentazioni, secondo le accuse, non erano però altro che uscite sociali per i medici. Inoltre Novartis avrebbe incoraggiato dal 2005 i farmacisti a vendere il Myfortic, versando loro ristorni illegali. Queste commissioni occulte erano mascherate come ribassi e ristorni, si legge nella denuncia depositata presso un tribunale di Manhattan. Per spiegare l’intreccio di interessi che univa la Novartis alle farmacie coinvolte, il Dipartimento della Giustizia USA cita un caso emblematico: a Los Angeles, per “spronare” il titolare di una farmacia a “convertire” tra i 700 e i 1000 pazienti al Myfortic, la Novartis gli avrebbe garantito il 5% sulla vendita del farmaco assicurandogli in tal modo proventi di milioni di dollari aggiuntivi all’anno. Il successo di questo tentativo avrebbe fatto capire alla Novartis che con questo metodo, anche pagando tangenti del 10% o del 20%, i suoi profitti sarebbero comunque aumentati. La logica era che i costi nel breve termine si sarebbero presto trasformati in guadagni nel lungo periodo. Il sistema americano dell’assicurazione malattia per gli over-65 (Medicare) e per i più poveri (Medicaid) ha dunque versato decine di milioni di dollari in rimborsi per questo medicamento, secondo la denuncia, milioni di dollari pagati di troppo, per un sistema di concorrenza sleale. Il Ministero pubblico americano esigeva da Novartis una compensazione finanziaria e il pagamento di una multa a cui ora è stata condannata. Il Myfortic viene assunto nei casi di trapianto di rene, per impedire al sistema immunitario dell’organismo il rigetto. Questa condanna alla multa per un importo molto cospicuo, per Giovanni D’Agata, Presidente dello “Sportello dei Diritti” (http://www.sportellodeidiritti.org/) sottolinea la dicotomia profonda di come gli interessi delle case farmaceutiche prevalgono sul diritto alla salute dei cittadini.

    21 novembre 2015
    www.pugliain.net/novartis-colosso-farmaceutico-multato-per-tangenti-pagate-alle-f...
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    wheaton80
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    00 27/11/2015 11:32
    AIFA, sospeso il Presidente. “Troppi conflitti d’interesse”

    Trema il palazzo dell’AIFA, la potente Agenzia Italiana del Farmaco, che determina prezzi e rimborsabilità dei medicinali. Un potere di vita e di morte su un mercato che vale qualcosa come 30 miliardi di euro. A creare scompiglio e far tremare i polsi a più d’una casa farmaceutica è il presunto conflitto d’interessi del Presidente dell’Agenzia, il professor Sergio Pecorelli, alla guida dell’AIFA dal 2009, nonché Rettore dell’Università di Brescia, in forze al comitato di programmazione del Ministero della Salute, una poltrona nel CDA dell’Istituto Superiore di Sanità e presenze in varie società scientifiche.

    Farmacopoli?
    E’ ancora troppo presto per dire se siamo alla vigilia di una “farmacopoli 2”, ma certo è che la Finanza sta per mettere il naso nella vicenda, che potrebbe avere strascichi giudiziari dagli esiti imprevedibili. Ma andiamo con ordine. Pecorelli, uomo dai mille incarichi, da tre giorni è però sospeso da quello di maggior potere all’AIFA, con provvedimento del Direttore Generale della stessa Agenzia, Luca Pani. Una decisione inevitabile dopo che il “comitato per la valutazione sui conflitti di interesse”, interno all’Agenzia e composto anche da carabinieri dei NAS e tecnici dell’Economia, ha dichiarato «un conflitto di interessi di livello 3, che non consente di svolgere alcun tipo di attività». Gli atti sono stati trasmessi al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che a breve dovrà decidere se «dichiarare la decadenza dell’incarico ai sensi dell’articolo 9, comma 2 del decreto ministeriale del 20 settembre 2004». Il Ministro ne avrà di carte da consultare: perché la documentazione raccolta dal comitato ne ha trovati parecchi di conflitti di interesse e strani giri di denaro. Tant’è che il Ministero dell’Economia avrebbe già girato la documentazione alla Finanza. Primo conflitto d’interessi: fino a tre giorni fa il professore risultava essere advisor di un fondo di investimenti, il “Principia SRG”, che finanzia industrie del settore sanitario e farmaceutico in particolare, per un giro d’affari di 400 milioni. Come dire: ti consiglio su quale industria del farmaco puntare, mentre con l’altra casacca di Presidente dell’AIFA posso deciderne le sorti su prezzi e ingresso nel paradiso dei medicinali rimborsabili. Da tre giorni il nome di Pecorelli è sparito dal sito del fondo e il professore si sarebbe difeso dichiarando di non aver mai firmato un formale contratto di consulenza. Fatto non smentito dall’AD di “Principia”, Antonio Falcone, che però al comitato avrebbe ammesso di aver firmato un accordo di riservatezza con Pecorelli. Riservatezza su cosa dovrà essere quest’ultimo a chiarirlo. Seconda incompatibilità: il Presidente dell’AIFA è a capo anche della “Healthy Foundation”. Qui più di un’industria farmaceutica avrebbe finanziato con 80mila euro una pubblicazione sui vaccini dello stesso professore, che nel sito della fondazione appare accanto all’allenatore della Juve, Max Allegri, alla presentazione di una app su “preparazione, tattica, tecnica e salute”.

    La fondazione
    Terzo conflitto d’interessi: la presidenza e una poltrona nel board scientifico della fondazione “Lorenzini” (l’attenzione alla i finale è d’obbligo). Nella “mission” anche il compito di “effettuare, promuovere e divulgare studi e ricerche nel campo farmacologico”. Pochi mesi fa la fondazione ha lanciato il primo “piano triennale per la prevenzione”, che punta anche a propagare tra genitori e ragazzi “tutti i benefici delle vaccinazioni”. Cosa buona e giusta. Ma i vaccini, fino a prova contraria, li produce l’industria della pillola. La stessa che finanzia in parte l’Agenzia del Farmaco e che dalle sue decisioni dipende. «I vertici dell’AIFA fanno acqua da tutte le parti», commenta la capogruppo dei pentastellati in commissione affari sociali alla Camera, Giulia Grillo. «Da un lato il Presidente è sotto la lente per presunti conflitti d’interesse. Dall’altro - aggiunge - ci sono aspetti della gestione dell’Agenzia che consideriamo molto discutibili». Da qui la richiesta di «azzeramento dei vertici». La tempesta avrà strascichi anche in Parlamento.

    Paolo Russo
    27/11/2015
    www.lastampa.it/2015/11/27/italia/cronache/aifa-sospeso-il-presidente-troppi-conflitti-dinteresse-c3I5c0qua52FXBngsKc4bI/pag...
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    wheaton80
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    00 27/02/2016 00:21
    Daily Mail: La Grande Industria Farmaceutica sta uccidendo decine di migliaia di persone nel mondo. La parola di alcuni importanti medici

    Il britannico Daily Mail pubblica gli allarmanti commenti di alcuni esponenti di spicco della scienza medica sull’inaffidabilità e pericolosità di molti farmaci in circolazione (http://www.dailymail.co.uk/health/article-3460321/How-Big-Pharma-greed-killing-tens-thousands-world-Patients-medicated-given-profitable-drugs-little-proven-benefits-leading-doctors-warn.html). Purtroppo la grande industria farmaceutica, ovviamente guidata dal profitto e non dal bene pubblico, riesce a comprarsi la complicità dei media, delle autorità pubbliche e talvolta della stessa scienza medica, per commercializzare farmaci e procedure che portano essenzialmente danno ai pazienti. Il risultato sono decine o centinaia di migliaia, se non perfino milioni, di morti, sofferenze e casi di invalidità in tutto il mondo (l’imminente entrata in vigore del TTIP, con la giusta - si fa per dire - dose di pressioni lobbistiche da parte delle grandi industrie, non potrà fare altro che peggiorare questa situazione in Europa e in America). La produzione di risultati scientifici ad hoc è spesso parte fondamentale di questa nefasta prassi. Chi lavora nella ricerca scientifica ha certamente presente ciò che scrisse Richard Horton, Editor capo della celebre rivista medica The Lancet, appena l’anno scorso:“Gran parte della letteratura scientifica, forse la metà, può semplicemente essere falsa. Afflitta da tanti problemi – studi con campioni di piccole dimensioni, effetti molto piccoli, analisi esplorative non valide e palesi conflitti di interesse, insieme a un’ossessione per il perseguimento di mode di dubbia importanza – la scienza ha preso una piega verso il buio […]. Si possono aggiustare le pratiche scientifiche sbagliate? Una parte del problema è che nessuno è incentivato a comportarsi correttamente […]”.

    Articolo del Daily Mail
    L’ex medico personale della Regina ha chiesto che si faccia con urgenza un’inchiesta pubblica sulle “oscure” pratiche delle aziende farmaceutiche. Sir Richard Thompson, ex Presidente del Royal College of Physicians, nonché medico personale della Regina per 21 anni, stasera ha avvertito che molti farmaci potrebbero essere meno efficaci di quanto si pensi. Thompson è membro di un gruppo di sei noti medici che oggi hanno messo in guardia sull’influenza che le case farmaceutiche hanno nella prescrizione dei medicinali. Gli esperti, guidati dal cardiologo Aseem Malhotra, del sistema sanitario nazionale, sostengono che troppo spesso ai pazienti vengono date medicine inutili – e talvolta dannose – di cui possono fare a meno. Affermano che le case farmaceutiche sviluppano medicinali da cui trarre profitto più che medicinali che abbiano effettivamente il maggiore beneficio per i pazienti. I sei medici accusano inoltre il sistema sanitario nazionale per la sua incapacità di opporsi ai giganti dell’industria farmaceutica. Thompson ha detto:“È venuto il tempo di fare un’inchiesta pubblica che sia ampia e trasparente sul modo in cui viene rilevata la reale efficacia dei medicinali. C’è il concreto pericolo che alcuni trattamenti farmaceutici siano molto meno efficaci di quanto si pensasse finora”. Ha detto poi che questa campagna mette in luce “la base debole, e talvolta oscura, del modo in cui si valuta l’efficacia e l’uso dei medicinali, specialmente nel caso degli anziani”. Scrivendo al MailOnLine, il dottor Malhotra ha detto che il conflitto d’interesse commerciale sta contribuendo a “un’epidemia di medici e pazienti disinformati e fuorviati nel Regno Unito e non solo”.

    Ha aggiunto anche che il sistema sanitario nazionale nel suo complesso sta somministrando un’eccessiva quantità di farmaci ai suoi pazienti, e afferma che gli effetti collaterali dell’eccesso di medicine stiano causando una quantità innumerevole di morti. Sostiene poi che studi empirici sulle statine – farmaci contro il colesterolo somministrati a milioni di persone – non sono mai stati pubblicati, e che simili dubbi sorgono anche sul Tamiflu, un farmaco che è costato al sistema sanitario nazionale quasi 500 milioni di sterline. Il gruppo dei sei medici ha chiesto di essere convocato presso la Commissione Parlamentare per l’audizione pubblica al fine di svolgere un’inchiesta indipendente sulla sicurezza delle medicine. Essi affermano che i finanziamenti pubblici vengono spesso forniti alla ricerca medica sulla base del fatto che questa potrà essere redditizia, non sul fatto che sarà utile ai pazienti. Il dottor Malhotra ha detto: “Non c’è dubbio che alla base dell’assistenza sanitaria ci sia una cultura del tipo ‘più medicine è meglio’, il che è esacerbato dagli incentivi finanziari all’interno del sistema stesso, che portano a prescrivere sempre più farmaci e a mettere in atto sempre più procedure mediche. Ma c’è anche un altro inquietante ostacolo alla crescita di consapevolezza su – e dunque alla risoluzione di – questi problemi, ed è qualcosa di cui tutti dovremmo essere preoccupati.

    Si tratta dell’informazione che viene fornita ai medici e ai pazienti al fine di guidare le decisioni sul trattamento”. Malhotra ha accusato le aziende farmaceutiche di “ingannare il sistema” spendendo in pubblicità e marketing il doppio di quanto spendano in ricerca medica. Malhotra ha detto che la prescrizione di farmaci fa spesso più male che bene, e i rischi maggiori li sopportano gli anziani. Un ricovero ospedaliero su tre negli over 75 è dovuto alla reazione avversa a un farmaco, ha detto. Oltre che da Richard Thompson, il dottor Malhotra è sostenuto anche dal professor John Ashton, Presidente della Facoltà di Scienze della Salute, dallo psichiatra J.S. Bamrah, presidente della British Association of Psysicians of Indian Origin, dal cardiologo Rita Redberg, editore della rivista medica JAMA Internal Medicine, e infine dal professor James McCormack, scienziato farmaceutico. Il dottor Malhotra, che ha lanciato la campagna a titolo personale, è capo del think tank per la salute del King’s Fund, membro dell’Academy of Medical Royal Colleges, e consigliere del Forum Nazionale sull’Obesità. Le sue critiche si rivolgono in particolare alla recente drammatica crescita delle prescrizioni di statine. NICE (l’ente del sistema sanitario nazionale deputato al razionamento dei farmaci) nel 2014 ha deciso di abbassare la soglia per la prescrizione di statine in modo da incoraggiare i medici a prescriverle a più persone. È poi emerso che sei dei dodici membri della commissione ricevevano finanziamenti da case farmaceutiche – in parte tramite pagamenti diretti in cambio di “consulenze” o seminari, e in parte tramite fondi di ricerca. Il dottor Malhotra sostiene che uno studio completo e definitivo sull’efficacia delle statine e sui loro effetti collaterali non è mai stato pubblicato.

    Lo stesso dice dell’efficacia del Tamiflu, un farmaco contro l’influenza per il quale il sistema sanitario ha già pagato 473 milioni di sterline. Un resoconto del 2014 di un gruppo di noti ricercatori ha concluso che il Tamiflu non risultava maggiormente efficace del comune paracetamolo [anche noto come Tachipirina, NdT]. Il dottor Malhotra cita anche un’indagine della rivista medica BMJ, che all’inizio del mese ha suggerito che Rivaroxaban, importante farmaco anticoagulante, non è così sicuro e privo di rischi come gli studi pubblicati suggerivano, per quanto le autorità difendano l’uso del farmaco. Scrive: “Per amore della nostra futura salute e della sostenibilità del sistema sanitario nazionale, è tempo che si metta in campo una vera azione collettiva contro l’eccesso di medicine, iniziando dalla Commissione Parlamentare per l’audizione pubblica, affinché lanci un’inchiesta indipendente sull’efficacia e la sicurezza dei farmaci“. Il professor Ashton ha aggiunto:“La salute pubblica dipende da un’ampia e accurata base di evidenza empirica che tenga conto anche della convenienza, al fine di garantire che vengano prese decisioni in base alla migliore ricerca disponibile, decisioni finalizzate a migliorare e proteggere la salute delle persone, nonché a stabilire nel modo migliore quale sia la priorità della cura per ciascun paziente”.

    Esclusivo per Mailonline: il commento del dottor Malhotra

    [Tutto il resto dell’articolo riporta per esteso il commento del dottor Malhotra, ma alcune parti erano state già trascritte nell’articolo precedente, per questo ci limitiamo a tradurre le parti nuove. NdT]

    Alcune settimane fa parlavo alla conferenza annuale della British Association of Physicians of Indian Origin a Birmingham. Tra gli altri presenti al convegno c’era il Presidente del Royal College of General Practitioners, presidente del BMA e Amministratore Delegato del sistema sanitario inglese, Simon Stevens. Nel mio discorso ho avvertito delle molte cose che mi preoccupano riguardo le condizioni della medicina contemporanea. In breve ho menzionato:

    * Una distorsione nel finanziamento alle ricerche – che vengono finanziate perché si presume siano redditizie, anziché per i benefici ai pazienti
    * Una distorsione nella propensione a pubblicare gli studi da parte delle riviste scientifiche di ambito medico
    * Il conflitto d’interesse commeriale e l’incapacità di medici e pazienti di capire le statistiche sanitarie e i rischi

    Tutte queste cose stanno contribuendo a un’epidemia di medici e pazienti disinformati nel Regno Unito e oltre. Ma, cosa più preoccupante di tutte, questa disperata situazione sta costando decine di migliaia di vite umane in tutto il mondo. Oltre a questo, sta causando inutili sofferenze a milioni di persone e costando miliardi alle economie nazionali. Alcuni mesi fa il direttore medico del sistema sanitario inglese, Sir Bruce Keogh, ha ammesso che un trattamento sanitario ogni sette – incluse le operazioni chirurgiche – è inutile e non dovrebbe essere condotto sui pazienti. Negli USA si stima che un’attività sanitaria ogni tre non porti alcun beneficio ai pazienti. Ciò è sostenuto anche dall’argomento dell’ex editor del New England Journal of Medicine, la dottoressa Marcia Angell.
    In una conferenza del 2009 presso l’Università del Montana, la Angell ha affermato che delle 667 nuove medicine approvate dalla Food and Drug Administration tra il 2000 e il 2007, solo l’11% erano effettivamente delle innovazioni o dei miglioramenti rispetto ai farmaci già esistenti. I tre quarti erano essenzialmente delle semplici copie dei vecchi farmaci.

    Riempire le tasche dell’industria farmaceutica
    Dato che la preoccupazione fondamentale delle case farmaceutiche è quella di fornire profitti agli azionisti – non certo di curare la salute dei pazienti – questo stato di cose non è affatto sorprendente. A parte l’enorme spreco di risorse finanziarie che deriva dal fatto di rilanciare la stessa medicina due volte – e dunque spendere il doppio in pubblicità e marketing rispetto a quanto si spenda in ricerca e sviluppo – quello che ci preoccupa di più è l’enorme danno che viene fatto ai pazienti. La Food and Drug Administration riporta che gli effetti negativi causati dalle medicine prescritte sono più che triplicati negli ultimi dieci anni negli Stati Uniti. Ciò ha implicato oltre 123.000 morti nel 2014 e 800.000 casi di gravi conseguenze sulla salute – tra cui ricoveri ospedalieri e disabilità con pericolo di vita. Ma anche questa è probabilmente una stima al ribasso. Una persona che da tempo è esplicita sui pericoli delle medicine moderne è Peter Gotzsche, professore di progettazione e analisi della ricerca all’Università di Copenhagen. Gotzsche stima che la prescrizione di medicinali sia la terza maggiore causa di morte dopo le malattie cardiache e il cancro. In particolare, è profondamente preoccupato per l’impatto delle medicine psichiatriche, tra cui farmaci antidepressivi e antidemenza. In un articolo per il BMJ, ha calcolato che questi farmaci siano responsabili di oltre mezzo milione di morti avvenute tra gli over 65 negli Stati Uniti e in Europa. Questo è dovuto ai suicidi ma anche all’eccessivo trattamento dei pazienti e agli effetti collaterali. Sono gli anziani ad essere maggiormente a rischio di sindrome polifarmaco – quella che si verifica quando il paziente prende molte medicine diverse contemporaneamente.

    Pazienti gonfiati di pillole
    Il problema della sindrome polifarmaco è che più farmaci prendi, e più è probabile che presenti qualcuno degli effetti collaterali, che potrebbe essere poi interpretato dal medico o dall’infermiere come sintomo di una malattia per la quale servono ulteriori medicine. Ho perso il conto dei pazienti anziani che ho dovuto trattare per eccesso di cure mediche, inclusi casi in cui ai pazienti venivano fatti prendere tre o quattro farmaci per la pressione sanguigna, che gli davano le vertigini al punto che non stavano più in piedi. È un circolo vizioso, e costa vite umane ogni anno. Gli anziani sono particolarmente vulnerabili alla sindrome polifarmaco, e un ricovero ospedaliero su tre fra gli over 75 è la conseguenza delle reazioni negative dei farmaci. Molti pazienti cadono e si causano delle fratture per gli effetti collaterali dei farmaci, e un quarto di questi casi porta alla morte. Ma la cosa più inquietante è che il professor Gotzsche afferma che il comportamento dell’industria farmaceutica, per quanto riguarda l’eccessiva prescrizione di farmaci, soddisfa i criteri per definire la “criminalità organizzata” secondo la legge statunitense. Tra il 2007 e il 2012 la maggior parte delle dieci più grandi case farmaceutiche sono state multate per diversi reati tra cui pubblicità finalizzata a divulgare l’uso di farmaci al di fuori del loro uso terapeutico, rappresentazione fuorviante dei risultati della ricerca e occultamento dei dati sui danni collaterali. Ma in quale misura le multe agiscano effettivamente da deterrente è più che discutibile, poiché la motivazione principale è sempre e comunque il profitto. Nel 2012 la Glaxo Smith Kline ha ricevuto una multa da 3 miliardi di dollari – la più grande della storia del sistema sanitario USA – per marketing illegale di diversi farmaci, tra cui antidepressivi, antidiabetogeni e un antiepilettico. Eppure, nel periodo in cui è durato il processo, la Glaxo ha accumulato profitti per oltre 25 miliardi di dollari dalla sola vendita di questi stessi farmaci. Le riviste mediche e i media possono essere manipolati non solo come mezzi di marketing per l’industria, ma anche per diventare complici nel silenziare tutti quelli che chiedono maggiore trasparenza e un esame più indipendente dei dati scientifici. Consideriamo di seguito un articolo scientifico pubblicato sul Medical Journal of Australia (MJA) lo scorso giugno.

    Non sappiamo la verità sulle statine
    Questo articolo afferma che un programma condotto nel 2013 – che metteva in discussione i benefici della prescrizione delle statine a coloro che hanno un moderato rischio di attacco cardiaco – può aver portato fino a 2.900 persone a soffrire di un attacco di cuore o alla morte a seguito dell’interruzione del trattamento. Mi è stato chiesto di andare in onda su ABC News Australia per discutere questo fatto, ma sfortunatamente la mia intervista è stata cancellata appena 30 minuti prima. Se avessi avuto l’opportunità, avrei detto come la penso – e cioè che l’articolo non fornisce alcuna solida evidenza dell’aumento dei ricoveri ospedalieri o delle morti dei pazienti. Al contrario, il documentario sotto accusa è uno dei migliori pezzi di giornalismo medico che io abbia visto in tempi recenti. Questa idea è condivisa dal Vicepresidente della Facoltà di Scienze della Salute, il professor Simon Capewell, che ha descritto il documentario come “informativo, trasparente, e che solleva legittimi dubbi”. Come abbiamo fatto notare entrambi in un editoriale pubblicato due settimane fa nella rivista medica BMC Medicine, studi condotti sulla popolazione comune mostrano che quasi il 75% dei nuovi utenti smette di assumere statine entro un anno dalla prescrizione, e il 62% motiva la propria scelta sulla base di un effetto collaterale. In effetti l’evidenza che sta emergendo suggerisce che, nel migliore dei casi, i benefici delle statine sono stati grossolanamente esagerati, e gli effetti collaterali trascurati. Nelle ultime settimane, due gruppi di ricerca indipendenti in Giappone e in Francia hanno messo in discussione l’affidabilità di molti dei precedenti studi, sponsorizzati dall’industria farmaceutica, che sostenevano i benefici delle statine. In effetti la ricerca giapponese si è spinta al punto da suggerire che le statine siano una delle cause dell’aumento dei casi di insufficienza cardiaca nella popolazione. Nel frattempo il noto cardiologo francese Michel De Lorgeril ha affermato che tutti gli studi pubblicati dopo il 2006 “non mostrano alcun beneficio” delle statine per la prevenzione del rischio cardiovascolare, in nessuno dei gruppi di pazienti. Sono perfettamente d’accordo con lui nel chiedere una completa rivalutazione delle statine tramite studi empirici, e fino ad allora “i medici devono essere consapevoli che le attuali asserzioni sull’efficacia e la sicurezza delle statine non sono basate sull’evidenza”. Dobbiamo anche chiedere che la Clinical Trial Service Unit dell’Università di Oxford ci dia i dati grezzi raccolti sull’uso delle statine per condurre un esame indipendente. Si tratta di questi studi scientifici finanziati dall’industria che hanno portato alla prescrizione delle statine a milioni di persone nel mondo, costruendo un’industria multi-miliardaria.

    Farmaci che non sono all’altezza della loro campagna pubblicitaria
    Ma torniamo alla visione d’insieme. Sono passati poco più di dieci anni da quando John Iannidis, professore di medicina e politiche della salute all’Università di Stanford, ha pubblicato un articolo fondamentale che spiegava perché la maggior parte degli studi medici pubblicati sono probabilmente falsi. Ma non si tratta solo di studi con un cattivo disegno sperimentale, o le cui statistiche sono state manipolate. Lo studioso si è spinto a dire che “più è grande l’interesse finanziario in un dato campo, meno è probabile che i risultati della ricerca siano veri”. Sfortunatamente ci sono stati numerosi esempi recenti che mettono in luce come le autorità deputate a sorvegliare sulla nostra salute, come NICE e MHRA, sono male attrezzate per affrontare questi problemi. O meglio, come l’ex Presidente del Royal College of Physicians, Sir Richard Thompson, mi ha detto, “sono parte del problema più che parte della soluzione”. NICE è stato chiamato in causa quando molti importanti medici, tra cui Thompson, hanno scritto alla Segreteria di Stato per la Salute sollevando grosse preoccupazioni sull’imparzialità del gruppo che sviluppava le linee guida per l’uso delle statine, spiegando che 8 sui 12 membri dichiaravano collegamenti con le industrie farmaceutiche che producevano le statine stesse e altri farmaci collegati. Nell’aprile 2014 scienziati indipendenti della Cochrane Collaboration – considerato il corpo scientifico più importante e indipendente – hanno concluso che la Gran Bretagna stava sprecando oltre 500 milioni di sterline nell’acquisto di Tamiflu, il farmaco anti-influenza. Dopo avere avuto accesso ai dati clinici che venivano prima trattenuti, la Cochrane Collaboration ha trovato che Tamiflu non era meglio del comune paracetamolo nell’alleviare i sintomi dell’influenza, e aveva degli effetti collaterali potenzialmente gravi tra cui problemi renali e disturbi psichiatrici. NICE è stata criticata anche per non aver ottenuto il pieno accesso ai dati grezzi delle industrie farmaceutiche prima di dare la loro (frettolosa) approvazione. A quel tempo, però, era il produttore di farmaci Roche a dire di aver raccolto abbondanza di dati riguardo il Tamiflu. Nel frattempo un’indagine di BMJ ha rivelato che il dispositivo per il test di coagulazione del sangue usato in uno studio pubblicato dal New England Journal of Medicine era truccato, e forniva dati indebitamente bassi sulla fluidificazione del sangue rispetto al farmaco di confronto, il warfarin. Ciò ha “gettato dubbi sui risultati portati a sostegno dell’uso del farmaco anti-coagulante per via orale più venduto nel mondo, il Rivoroxaban”, scrive la rivista. Certo, NICE non poteva sapere del dispositivo truccato, ma bisogna chiedersi quanto affidabili siano i suoi giudizi nel raccomandare l’uso di un certo farmaco basandosi su uno studio pubblicato dalla stessa casa farmaceutica che lo vende, quando ora si sta parlando di ritirare quell’articolo dalla pubblicazione.

    Abbiamo bisogno di un’inchiesta pubblica
    Il fatto che le prescrizioni siano al massimo storico assoluto, con oltre un miliardo di medicinali prescritti ogni anno – numero che è raddoppiato nell’ultimo decennio – dovrebbe essere visto esso stesso come segno della crisi nella sanità pubblica. Ora, quando viene da me un paziente e mi riporta dei nuovi sintomi, la prima cosa che mi chiedo è se questi possano essere l’effetto collaterale di qualche farmaco. Il sistema è marcio e non si può aggiustare solamente gettando altri soldi in pasto all’avidità delle aziende farmaceutiche e ai sistematici fallimenti politici che hanno messo in ginocchio il sistema sanitario nazionale. Senza la piena trasparenza e responsabilità, nessun medico può fornire ciò che tutti noi abbiamo imparato faticando a lungo nelle scuole mediche, e ciò a cui i nostri cuori e le nostre anime dovrebbero tendere – cioè fornire la migliore cura possibile per i nostri pazienti. La scorsa settimana, rispondendo a una serie di recenti scandali, inclusa l’incapacità delle istituzioni e delle università britanniche di impedire le cattive pratiche di ricerca scientifica, l’ex Editor di BMJ, Richard Smith, ha scritto:“C’è qualcosa di marcio nello stato di cose della medicina britannica, qualcosa di marcio da molto tempo”. Per amore della nostra futura salute e della sostenibilità del sistema sanitario nazionale è tempo di intraprendere una vera azione collettiva contro la tendenza all’eccesso dei farmaci. Possiamo iniziare con la Commissione Parlamentare per l’audizione pubblica, affinché lanci un’inchiesta pubblica sull’efficacia e la sicurezza delle medicine. Penso ci sia un grande scandalo di fondo, che potrebbe far apparire minuscolo lo scandalo del sistema sanitario del Mid Staffordshire, dove molti pazienti morirono a causa delle cattive cure mediche, secondo quanto concluso da un’inchiesta pubblica. La scienza medica ha preso una piega verso il buio. E solo la luce del sole potrà disinfettare questa situazione.

    Anna Hodgekiss (Mailonline), Ben Spencer (corrispondente medico del Daily Mail)
    23 febbraio 2016
    vocidallestero.it/2016/02/25/daily-mail-la-grande-industria-farmaceutica-sta-uccidendo-decine-di-migliaia-di-persone-nel-mondo-la-parola-di-alcuni-importanti...
    [Modificato da wheaton80 27/02/2016 00:23]
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    00 30/06/2017 19:15
    USA, 76 morti per meningite: condannato a 9 anni proprietario dell'azienda farmaceutica



    È stato condannato a 9 anni di carcere Barry Cadden, co-fondatore del New England Compounding Center, per aver favorito un’epidemia di meningite che ha ucciso 76 persone e provocato centinaia di infezioni debilitanti. Era il 2012 quando un numero eccessivo di contagi sollevò un polverone sull’azienda farmaceutica, dando l’avvio alle indagini che misero al centro Cadden. Prima in Tennessee, poi in Virginia e ancora in altri Stati: meningite e infezioni fungine si diffusero a macchia d’olio. Allora i sanitari ricondussero le malattie ad un gruppo di metilprednisolone acetato privo di conservanti, uno steroide usato per trattare il dolore alla schiena, prodotto proprio dal New England Compounding Center di Framingham. Accusato di frode, il 50enne è responsabile di aver venduto alle farmacie di tutto il Paese medicinali non approvati e non sterilizzati, prodotti in condizioni non sufficientemente igieniche: Cadden ha ignorato la normativa a scopo di lucro. L’accusa aveva chiesto la pena più severa ammissibile, ovvero 35 anni, sostenendo la consapevole volontà di Cadden di trascurare la vita dei pazienti. Il Washington Post racconta che l’imputato, in lacrime, ha dichiarato in occasione del processo:«Come capo di una società che ha fatto droghe che hanno ucciso e maledetto queste persone, dico con sincerità che mi si spezza il cuore nel leggere quanto dolorose siano state le loro morti».

    Rachele Grandinetti
    28 Giugno 2017
    www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/usa_76_morti_meningite_condannato_9_anni_proprietario_azienda_farmaceutica-2529...
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    wheaton80
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    00 28/07/2017 00:36
    Operazione dei NAS in tutta Italia:«Soldi dalle case farmaceutiche ai medici»

    Il 20 luglio 2017 i carabinieri del NAS di Milano hanno effettuato un’operazione nelle province di Milano, Monza e Brianza, Lecco, Varese, Vercelli, Verona, Piacenza, Bologna, Roma, Firenze, Latina e Palermo. Ciò nell’ambito dell’indagine nota con il nome di “Dominio”. A riferirlo è il Ministero della Salute, che sottolinea come siano state eseguite «29 perquisizioni locali, 21 ordini di esibizione di documentazione e 4 informazioni di garanzia, disposte dalla Procura della Repubblica di Milano, che ha pienamente condiviso le risultanze investigative emerse nei confronti di persone fisiche e giuridiche, ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di corruzione, induzione indebita a dare o promettere denaro o altre utilità, abuso d’ufficio, truffa e riciclaggio». Le indagini erano state avviate nel corso dell’autunno del 2016 e, prosegue il Ministero, «hanno consentito di individuare all’interno di una delle ASST (Agenzie Socio Sanitaria Territoriale) di Milano, un illecito e clientelare modus operandi organizzato e gestito da alcuni tra medici e funzionari della struttura sanitaria i quali, abusando delle loro funzioni di pubblici ufficiali, in primo luogo, condizionavano alcuni concorsi pubblici, favorendo l’assunzione di medici e paramedici da loro prescelti per meri interessi personali; in secondo luogo, percepivano dalle case farmaceutiche somme di denaro come premio in cambio dell’incremento della prescrizione dei loro farmaci, nonché per finanziare le assunzioni». La nota del Ministero aggiunge che «il sistema corruttivo prevedeva l’illecito finanziamento, da parte delle case farmaceutiche, di convegni scientifici, corsi di aggiornamento e borse di studio con enormi elargizioni di denaro, mascherate come sponsorizzazioni per l’attività di ricerca medica che, allo Stato, non risulta svolta. Per nascondere i legami corruttivi, il denaro ottenuto veniva indirizzato verso alcune società “provider di servizi” compiacenti che formalmente organizzavano gli eventi, ma di fatto distraevano il denaro ottenuto dalle società farmaceutiche, per ridistribuirlo nei conti correnti dei medici, ricompensati anche con beni di varia natura (cellulari, computer, ecc…)».

    24 Lug 2017
    farmaciavirtuale.it/operazione-dei-nas-in-tutta-italia-soldi-dalle-case-farmaceutiche-a...
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    wheaton80
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    00 13/10/2017 21:25
    La Glaxo nel 2015 ha dato 11 milioni di euro a medici e ricercatori italiani

    La EFPIA - European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations (https://www.efpia.eu/) è una associazione delle industrie farmaceutiche che incoraggia i propri affiliati alla trasparenza. Per ottemperare alle sue richieste, la Glaxo-Smith-Kline ha reso pubblici, fra le altre cose, anche gli elenchi dei medici italiani che nel 2015 hanno ricevuto finanziamenti dalla GSK. Questi finanziamenti appaiono sotto la voce generica di “consulenze”, senza alcuna informazione specifica. Il totale elargito dalla GSK ai nostri medici e ai nostri ricercatori, nel 2015, supera gli 11 milioni di euro. Chissà a cosa servono tutti questi soldi? Ecco il rendiconto completo di tutti i nominativi, scaricabile direttamente dal sito della GSK:

    efpiadisclosurecode.gsk.com/GSK_IT_2015_EFPIA_HCPO_Disclosure_Re...

    Oppure da qui:

    www.byoblu.com/wp-content/uploads/2017/10/GSK_IT_2015_EFPIA_HCPO_Disclosure_Re...

    Chissà se fra i medici elencati c’è anche il vostro pediatra di fiducia? I nominativi sono in ordine alfabetico, prima il nome e poi il cognome.

    P.S.
    La Glaxo è quella della tangente da 600 milioni di lire al Ministro della Salute Francesco De Lorenzo, che proprio in quella legislatura mise obbligatorio il vaccino contro l’epatite B, prodotto dalla Glaxo stessa.

    Claudio Messora
    11 ottobre 2017
    www.byoblu.com/post/minipost/la-glaxo-nel-2015-ha-dato-11-milioni-di-euro-a-medici-e-ricercatori-...
    [Modificato da wheaton80 13/10/2017 21:26]
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    wheaton80
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    00 30/10/2017 03:28
    Wall Street: Trump scatena 'crociata' contro oppioidi, produttori soffrono



    Nel giorno in cui Donald Trump ha dichiarato la dipendenza da oppioidi un'"emergenza per la salute pubblica", i produttori di farmaci antidolorifici come il Fentanyl, l'Ossicodone e l'Idrocodone soffrono in borsa. Il Presidente ha detto di avere ordinato il ritiro immediato dal mercato degli oppiodi più pericolosi ma non ha fatto nomi. Spiegando che le morti causate da overdosi di oppiacei sono superiori a quelle provocate da incidenti d'auto e violenza da armi da fuoco, Trump ha detto:"Possiamo essere la generazione che mette fine all'epidemia di oppioidi". Con la mossa odierna, i fondi esistenti usati per disoccupati e persone con HIV/AIDS saranno destinati anche a chi soffre di dipendenza da oppioidi. Trump intende fare pressing per rendere più diffusi gli antidolorifici che non creano dipendenza. Il tonfo maggiore a Wall Street lo subisce Insys (-17,25%), ma soprattutto per via del fatto che il Dipartimento americano della Giustizia ha accusato il suo fondatore di crimini organizzati e frodi. Si tratta di John Kapoor, che lo scorso gennaio ha lasciato la carica di CEO del gruppo. E' accusato di avere pagato tangenti ai medici per prescrivere un farmaco contenente fentanyl raggirando i gruppi assicurativi. Allergan cede l'1,6%. Endo International lascia sul terreno il 3,7%. Johnson & Johnson e Teva Pharmaceutical Industries limitano i cali intorno allo 0,3%.

    26 ottobre 2017
    finanzamercati.ilsole24ore.com/azioni/analisienews/tuttelenews/newsradiocor/newsradiocor.php?PNAC=nRC_26.10.2017_2...
    [Modificato da wheaton80 30/10/2017 03:34]
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    wheaton80
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    00 20/12/2017 02:31
    Canada, Toronto - Trovati morti il re dei farmaci Barry Sherman e la moglie



    Giallo in Canada per la morte di un noto imprenditore miliardario e di sua moglie, i cui corpi senza vita sono stati trovati nella loro elegante villa in un esclusivo quartiere nord di Toronto, nell'Ontario. I cadaveri di Barry Sherman, fondatore del gigante farmaceutico Apotex, e di sua moglie Honey, si trovavano nel seminterrato della casa, che gli Sherman avevano messo in vendita.

    Ipotesi omicidio-suicidio
    Due giornali canadesi dicono che si potrebbe trattare di omicidio-suicidio, secondo quanto riferiscono fonti di polizia anonime. Gli investigatori ipotizzano che il magnate abbia ucciso la moglie appendendo il suo corpo, e che poi si sia impiccato sul bordo della piscina.

    L'allarme
    A dare l’allarme un agente immobiliare che si era recato nell’abitazione per prepararla in vista di una “open house” con un gruppo di potenziali clienti. Non si conoscono ancora le cause dei decessi, anche se la polizia considera il caso “sospetto”. Lo ha reso noto il portavoce della polizia David Hopkinson. Le forze dell’ordine hanno fatto sapere, inoltre, che non c’era nessun segno di forzatura nell'abitazione e che non sono alla ricerca dei sospetti.

    L’Apotex

    Sherman ha fondato l'Apotex nel 1974 con solo due dipendenti. Attualmente, la società è una delle più floride del Canada: è il più grande produttore farmaceutico del Paese e produce più di 300 farmaci generici. “Tutti in Apotex sono profondamente shockati e rattristati da questa notizia e i nostri pensieri e le nostre preghiere sono per la famiglia”, ha fatto sapere la società. Negli ultimi anni, sia Barry Sherman che Apotex sono stati coinvolti in contenziosi giudiziari con parenti e altre aziende farmaceutiche.

    Il cordoglio del Premier Trudeau
    Il Premier canadese Justin Trudeau ha espresso il suo cordoglio per la morte della coppia con un messaggio su Twitter. Anche il Ministro della Sanità dell'Ontario Eric Hoskins ha fatto le sue condoglianze sul social network.

    16 dicembre 2017
    www.tgcom24.mediaset.it/mondo/canada-toronto-trovati-morti-il-re-dei-farmaci-barry-sherman-e-la-moglie_3112417-20170...
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