vorrei un aiuto nell' analisi di questo lungo articolo

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hhh.
00giovedì 3 febbraio 2011 08:45
Re:
Heleneadmin, 02/02/2011 20.51:

Infatti hhh...quando di parla di modernismo e non di CVII le cose sono diverse,ma non perchè non vi possano essere all'interno del CVII dei punti da rivalutare,non tutto,ma perchè il modernismo è ciò che nella Chiesa,fedeli e gerarchie hanno sviato.
Poi anche un altro discorso è il rischio che si correva col CVII,ma cio non esclude l'ubbedienza e far entare le critiche nei giusti punti e giuste cose.

Per esempio ,come hai scritto distinuguere ex cattedra,che però dovrebbe essere fatto per documenti passati,poi distinguere le frasi nel contesto e distinguere se dette da vescovi o preti o Papi.

Poi conoscere l'intento vero del CVII in tutte le sue parti,e l'uso iniquo che ne è stato fatto.
Distinguere bene,insomma...condannare in toto porta a non avere luce in quei punti in cui luce c è e sinceramente,non fà vedere quel buio che c è,perchè la Chiesa è Santa e peccatrice e ne và da sè che gli umani che partecipano hanno luci e ombre.

Il problema è che certe correnti troppo "dure",invece di aiutare la causa di illuminare dove VERAMENTE c'è bisogno di illuminare,mettono nel buio tutto,portando così fedeli adirittura a scappare da certi gruppi,ottengono l'effetto contrario,cioè l'opposto di ciò che volevano ottenere....

Io stessa,che non sono modernista,vengo accusata di questo,comunque quando leggo certi siti e certe cose,mi viene di scappare a gambe levate,non tanto per alcune cose che ritengo vere,ma per un metodo di fare che non approvo e secondo mè non viene da Dio,non nelle sue "ideologie",perchè questo poi diventa...

Insomma,credo che per ogni frase che ci scandalizza sarebbe da andare a controllare,cercare,ecc

Io,personalmente,spero che la prima COSA,ORA,CHE LA cHIESA DEBBA FARE,SONO ORGANI DI CONTROLLO MOLTO,MA MOLTO PIù CAPILLARI,COSì DA TRATTENERE QUEI PRETI E QUEI VESCOVI CHE SCANDALIZZANO PER LE LORO POSIZIONI...MA SIA DA UNA PARTE CHE DALL'ALTRA




QUOTO TUTTO!!!
[SM=g27811]
hhh.
00giovedì 3 febbraio 2011 08:52
Re:
Heleneadmin, 31/01/2011 21.23:

e già il

Io piu leggo cio che scrivi,più mi butterei tra le braccia dei VERI modernisti,se non fosse che pure loro fanno lo stesso gioco vostro,ma in parte contraria.





un consiglio a ghergon,penso che questa frasedi helen e' da chiarire,perche' fa' notare che capisce l'errore modernista ma nello stesso tempo ti fa' notare che per le tue parole avrebbe potuto scegliere la parte sbagliata.



Io piu leggo cio che scrivi,più mi butterei tra le braccia dei VERI modernisti





Heleneadmin
00giovedì 3 febbraio 2011 09:11
Giovanni Paolo

“Non è stato un male in edizione piccola… È stato un male di proporzioni gigantesche, un male che si è avvalso delle strutture statali per compiere la sua opera nefasta, un male eretto a sistema" (pag. 198). Il male è forse invincibile? È la vera ultima potenza della storia? A causa dell'esperienza del male, la questione della redenzione, per Papa Woytiła, era diventata l'essenziale e centrale domanda della sua vita e del suo pensare come cristiano. Esiste un limite contro il quale la potenza del male s'infrange? Sì, esso esiste, risponde il Papa in questo suo libro, come anche nella sua Enciclica sulla redenzione

Da sempre...

il grande dottore della Chiesa, san Basilio, fa della situazione della Chiesa dopo il Concilio di Nicea: egli la paragona ad una battaglia navale nel buio della tempesta, dicendo fra l'altro: “Il grido rauco di coloro che per la discordia si ergono l’uno contro l’altro, le chiacchiere incomprensibili, il rumore confuso dei clamori ininterrotti ha riempito ormai quasi tutta la Chiesa falsando, per eccesso o per difetto, la retta dottrina della fede …” (De Spiritu Sancto, XXX, 77; PG 32, 213 A; SCh 17bis, pag. 524). Emerge la domanda: Perché la recezione del Concilio, in grandi parti della Chiesa, finora si è svolta in modo così difficile? Ebbene, tutto dipende dalla giusta interpretazione del Concilio o – come diremmo oggi – dalla sua giusta ermeneutica, dalla giusta chiave di lettura e di applicazione. I problemi della recezione sono nati dal fatto che due ermeneutiche contrarie si sono trovate a confronto e hanno litigato tra loro


Heleneadmin
00giovedì 3 febbraio 2011 12:39
Heleneadmin
00giovedì 3 febbraio 2011 15:06

Papa wojtyla, O.R., 2.9.1991: «…la Chiesa non ha modelli da proporre.
»



Anche qui un altro e palese esempio di sviamento e di cambiamento della frase!Metodologia usata di frequente

Questo il discorso e la frase originale!


L’amore rende capaci di proporre il bene. Gesù «fissò con amore» il suo giovane interlocutore nel Vangelo e gli disse: «Seguimi». Questo bene, che possiamo proporre ai giovani, si esprime sempre in questa esortazione: “Segui il Cristo”! Noi non abbiamo un altro bene da proporre; nessuno ha un bene maggiore da proporre. “Segui il Cristo” vuol dire, innanzitutto, cerca di ritrovare te stesso nel modo più profondo ed autentico possibile. Cerca di ritrovare te stesso come uomo. Infatti il Cristo è proprio colui che – come insegna il Concilio - «svela…pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione». (GS 22)
E dunque: segui il Cristo! Il che significa “cerca di ritrovare quella vocazione, che Cristo mostra all’uomo: quella vocazione nella quale si realizzano l’uomo e la dignità a lui propria. Solo alla luce di Cristo e del suo Vangelo possiamo comprendere pienamente che cosa voglia dire che l’uomo è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio stesso. Solamente seguendo Lui, possiamo riempire questa immagine eterna con un contenuto di vita concreta. Questo contenuto è multiforme; molte sono le vocazioni e i compiti della vita, nei confronti dei quali i giovani devono precisare la loro propria strada. Tuttavia, su ciascuna di queste vie si tratta di realizzare una vocazione fondamentale: essere uomo! Esserlo da cristiano! Essere uomo «nella misura del dono di Cristo». (Ef 4,7)



www.fratellidisanfrancesco.it/index.php?option=com_content&view=article&catid=10:accompagnamento-vocazionale&id=74:13-dimensione-umana-dellapproccio-voca...
Heleneadmin
00giovedì 3 febbraio 2011 15:56

Papa wojtyla, O.R., 4.9.1996: «La Chiesa, riconoscendo la libertà
di culto per ogni essere umano è favorevole a tali legislazioni…»



www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/messages/migration/documents/hf_jp-ii_mes_26081996_world-migration-day...

La Chiesa, riconoscendo la libertà di culto per ogni essere umano, è favorevole a tali legislazioni. Anzi, nutrendo stima e rispetto per gli aderenti alle varie religioni, desidera instaurare con essi fattivi rapporti di collaborazione e, in un clima di fiducia e di dialogo, intende cooperare per la soluzione dei problemi emergenti nell' odierna società.





Oggi la tendenza del movimento migratorio si è come invertita. Sono i non cristiani che, sempre più numerosi, si portano nei paesi di tradizione cristiana in cerca di lavoro e di migliori condizioni di vita, e lo fanno non di rado nella condizione di clandestini e rifugiati. Ciò pone problemi complessi e di non facile soluzione. La Chiesa, per parte sua, sente il dovere di farsi accanto, come il buon samaritano, al clandestino e al rifugiato, icona contemporanea del viandante derubato, percosso ed abbandonato sul ciglio della strada di Gerico (cfr Lc 10, 30). Gli va incontro, versando «sulle sue ferite l'olio della consolazione e il vino della speranza» (Messale Romano, Prefazio comune VII), sentendosi chiamata ad essere segno vivo di Cristo, venuto perché tutti abbiano la vita in abbondanza (cfr Gv 10, 10).



3. L' urgenza di soccorrere i migranti nelle precarie situazioni in cui spesso versano non deve, tuttavia, frenare l'annuncio delle realtà ultime, su cui si fonda la speranza cristiana. Evangelizzare è rendere conto a tutti della speranza che è in noi (cfr 1 Pt 3, 15).


L' impegno della Chiesa per i migranti ed i rifugiati non può ridursi ad organizzare semplicemente le strutture di accoglienza e di solidarietà. Questo atteggiamento mortificherebbe le ricchezze della vocazione ecclesiale, chiamata in primo luogo a trasmettere la fede, che «si rafforza donandola» (Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, n. 2). Al termine della vita saremo giudicati sull' amore, sulle opere di carità compiute verso i fratelli «più piccoli» (cfr Mt 25, 31-45), ma anche sul coraggio e sulla fedeltà con cui avremo saputo rendere testimonianza a Cristo. Nel Vangelo Egli ha detto: «Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch' io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli» (Mt 10, 32-33).


4. «Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4, 4). Il vero pastore, anche quando è assillato da enormi problemi pratici, non dimentica mai che i migranti hanno bisogno di Dio e che molti lo cercano con cuore sincero. Come i discepoli di Emmaus, tuttavia, i loro occhi non sono spesso capaci di riconoscerlo (cfr Lc 24, 16). Anche a loro, pertanto, va offerta una presenza che, accompagnandoli ed ascoltandoli, faccia risuonare la Parola di Dio, faccia vibrare di speranza il loro cuore e li guidi all' incontro col Risorto. Ecco il cammino missionario della Chiesa: andare incontro agli uomini di ogni razza, lingua e nazione con simpatia ed amore, condividendone le condizioni con spirito evangelico, per spezzare loro il pane della Verità e della Carità.

il Servo di Dio Paolo VI, nell'Esortazione Apostolica Evangelii nuntiandi, affermava: «La complessità dei problemi non è per la Chiesa un invito a tacere l'annunzio di Cristo di fronte ai non cristiani. Al contrario, essa pensa che queste moltitudini hanno il diritto di conoscere la ricchezza del mistero di Cristo, nella quale noi crediamo che tutta l'umanità può trovare, in una pienezza insospettabile, tutto ciò che essa cerca a tentoni su Dio, sull'uomo e sul suo destino, sulla vita e sulla morte, sulla verità» (Paolo VI, Evangelii Nuntiandi, n. 53).


La Chiesa è chiamata a stabilire un intenso dialogo con gli uomini non solo per trasmettere loro autentici valori, ma soprattutto per svelare il mistero di Cristo, perché solo in Lui la persona raggiunge la sua dimensione più vera. «Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12, 32).
Heleneadmin
00giovedì 3 febbraio 2011 16:07
Card. Sodano, O.R., 7.12.1994: «…la
separazione delle Chiese dallo Stato in sé
legittima…»


chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/43322


bell'articolo
Ghergon
00giovedì 3 febbraio 2011 17:44

boh....
Ghergon
00giovedì 3 febbraio 2011 18:04
http://nullapossiamocontrolaverita.blogspot.com/2011/01/alla-fine-dellincontro-padre-pio.html





Alla fine dell’incontro, Padre Pio abbracciò Don Villa e gli disse: «Coraggio, coraggio, coraggio! Perché la Chiesa è già invasa dalla Massoneria » aggiungendo: «La Massoneria è già arrivata alle pantofole del Papa ». (Paolo VI!)





a cura dell’Ing. Franco Adessa:
Su richiesta di molte persone
dall’Italia e dall’estero, e dopo più di vent’anni
di collaborazione con questo coraggioso Sacerdote,
ho deciso di scrivere questa
breve biografia di Don Luigi Villa,
perché ritengo non sia più possibile tacere sulla
indescrivibile e interminabile persecuzione
subìta da questo anziano, fedele e
incorruttibile Ministro di Dio!
Padre Pio chiamò Don Luigi e lo fece entrare nella sua cella. Qui, rispose alle sue 12 domande e gli parlò per oltre una mezz’ora, dandogli un incarico: dedicare tutta la sua vita per difendere Chiesa di Cristo dall’opera della Massoneria, soprattutto quella ecclesiastica.

Ecco da chi ha ricevuto il mandato di scovare i massoni ecclesiatici, Don Luigi Villa...Cosi' i tanti denigratori e i pusillanimi si tapperanno la bocca sull'attendibilita' delle sue denuncie.

 CHIESAVIVA.COM 

CHIESAVIVA.ORG

Heleneadmin
00giovedì 3 febbraio 2011 21:10
www.vatican.va/holy_father/pius_xi/encyclicals/documents/hf_p-xi_enc_11121925_quas-primas...


Pio XI, Quas Primas


E gli altri Profeti non discordano da Isaia: così Geremia, quando predice che nascerà dalla stirpe di Davide il "Rampollo giusto" che qual figlio di Davide «regnerà e sarà sapiente e farà valere il diritto e la giustizia sulla terra» [8]; così Daniele che preannunzia la costituzione di un regno da parte del Re del cielo, regno che «non sarà mai in eterno distrutto... ed esso durerà in eterno»


E questi gli conferì la potestà, l’onore e il regno; tutti i popoli, le tribù e le lingue serviranno a lui; la sua potestà sarà una potestà eterna che non gli sara mai tolta, e il suo regno, un regno che non sarà mai distrutto»


Da quando l'eterno Padre costituì Cristo erede universale [18], è necessario che Egli regni finché riduca, alla fine dei secoli, ai piedi del trono di Dio tutti i suoi nemici [19].


Gesù Cristo è Re per diritto di natura e di conquista

Ben a proposito Cirillo Alessandrino, a mostrare il fondamento di questa dignità e di questo potere, avverte che «egli ottiene, per dirla brevemente, la potestà su tutte le creature, non carpita con la violenza né da altri ricevuta, ma la possiede per propria natura ed essenza» [20]; cioè il principato di Cristo si fonda su quella unione mirabile che è chiamata unione ipostatica. Dal che segue che Cristo non solo deve essere adorato come Dio dagli Angeli e dagli uomini, ma anche che a Lui, come Uomo, debbono essi esser soggetti ed obbedire: cioè che per il solo fatto dell'unione ipostatica Cristo ebbe potestà su tutte le creature.


Eppure che cosa più soave e bella che il pensare che Cristo regna su di noi non solamente per diritto di natura, ma anche per diritto di conquista, in forza della Redenzione? Volesse Iddio che gli uomini immemori ricordassero quanto noi siamo costati al nostro Salvatore: «Non a prezzo di cose corruttibili, di oro o d'argento siete stati riscattati... ma dal Sangue prezioso di Cristo, come di agnello immacolato e incontaminato» [21]. Non siamo dunque più nostri perché Cristo ci ha ricomprati col più alto prezzo [22]: i nostri stessi corpi sono membra di Cristo [23].


Natura e valore del Regno di Cristo

Volendo ora esprimere la natura e il valore di questo principato, accenniamo brevemente che esso consta di una triplice potestà, la quale se venisse a mancare, non si avrebbe più il concetto d'un vero e proprio principato

Le testimonianze attinte dalle Sacre Lettere circa l’impero universale del nostro Redentore, provano più che a sufficienza quanto abbiamo detto; ed è dogma di fede che Gesù Cristo è stato dato agli uomini quale Redentore in cui debbono riporre la loro fiducia, ed allo stesso tempo come legislatore a cui debbono obbedire [24].



Regno principalmente spirituale

Che poi questo Regno sia principalmente spirituale e attinente alle cose spirituali, ce lo dimostrano i passi della sacra Bibbia sopra riferiti, e ce lo conferma Gesù Cristo stesso col suo modo di agire.

In varie occasioni, infatti, quando i Giudei e gli stessi Apostoli credevano per errore che il Messia avrebbe reso la libertà al popolo ed avrebbe ripristinato il regno di Israele, egli cercò di togliere e abbattere questa vana attesa e speranza; e così pure quando stava per essere proclamato Re dalla moltitudine che, presa di ammirazione, lo attorniava, Egli rifiutò questo titolo e questo onore, ritirandosi e nascondendosi nella solitudine; finalmente davanti al Preside romano annunciò che il suo Regno "non è di questo mondo".


Leone XIII, che Noi qui facciamo Nostre: «L'impero di Cristo non si estende soltanto sui popoli cattolici, o a coloro che, rigenerati nel fonte battesimale, appartengono, a rigore di diritto, alla Chiesa, sebbene le errate opinioni Ce li allontanino o il dissenso li divida dalla carità; ma abbraccia anche quanti sono privi di fede cristiana, di modo che tutto il genere umano è sotto la potestà di Gesù Cristo» [28].


Col tributare questi onori alla dignità regia di nostro Signore, si richiamerà necessariamente al pensiero di tutti che la Chiesa, essendo stata stabilita da Cristo come società perfetta, richiede per proprio diritto, a cui non può rinunziare, piena libertà e indipendenza dal potere civile, e che essa, nell’esercizio del suo divino ministero di insegnare, reggere e condurre alla felicità eterna tutti coloro che appartengono al Regno di Cristo, non può dipendere dall’altrui arbitrio.
Heleneadmin
00giovedì 3 febbraio 2011 21:34

Alla fine dell’incontro, Padre Pio abbracciò Don Villa e gli disse: «Coraggio, coraggio, coraggio! Perché la Chiesa è già invasa dalla Massoneria » aggiungendo: «La Massoneria è già arrivata alle pantofole del Papa ». (Paolo VI!)

Allora,senza negare la massoneria nella Chiesa,un conto è la certezza della quantità,piu meno...chi lo sà,infatti vi è il segreto.
Dopo questa chiarificazione rispondo

Villa è un umano pure lui,con verità e pareri personali e esperienze.
Indubbiamente da lodare il suo operato,ma anche lì come in tutto è da vagliare,vagliare non è negare.

Padre Pio è un Santo,ma anche lui un uomo,ma grande uomo.

Cosa penseresti se sapessi che Padre Pio non escludeva la possibilità dell'esistenza di extratrrestri?

Questo è per dire che si deve ascoltare,vagliare e trattenere cio che è buono e scartare cio che è giusto.

Chi puo vagliare così da poter fare questo in modo capillare?
Certo Dio..e poi,la Chiesa,comunque,qualunque cosa e sempre la Chiesa,essa è a difesa delle parti buie umane,non solo delle luci interiori,poi arrivano gli eclesiastici,ma non soli,singoli,ma uomini di studi vari,di differenze di fede varie,quindi un uomo,uno solo...cosa potrà vagliare?Se pur nel suo vagliare c è cosa buona,se è solo e non in COMUNIONE con gli altri,ha forte rischio che col buono unisca passionalità umana,e questo non è da Dio.

Per questo i grandi Santi,seppur con forti opposizioni,si guardarono bene di stare unita alla Chiesa

Poi specifico....le "pantofole"indicanoo ai piedi,non ai vertici,non il Papa,cioè non esclude assolutamente la massoneria,ma ne dà un limite,il limite stesso che Gesù diede anche Lui "le porte dell'inferno non prevarranno" riferendosi alla Chiesa,non prevarranno stà ad indicare un entrata,non una vittoria dei vertici e conquista,Gesù avverte di questo,ma tranquillizza

Bisogna fidarsi di Dio...

E dire che un Papa è massone,è come dire che Gesù non mantiene le promesse,è come dire che la sucessione è interrotta...e quindi è come dire "non mi abbandono a tè,Signore,perchè faccio con forze umane"
Heleneadmin
00giovedì 3 febbraio 2011 21:38

Ecco da chi ha ricevuto il mandato di scovare i massoni ecclesiatici, Don Luigi Villa...Cosi' i tanti denigratori e i pusillanimi si tapperanno la bocca sull'attendibilita' delle sue denuncie.



Quindi,se don Villa ha ricevuto il suo mandato da Padre Pio...da chi ha avuto mandato la Chiesa...?
hhh.
00venerdì 4 febbraio 2011 12:59
x helen
tu hai scritto a ghergon


Io piu leggo cio che scrivi,più mi butterei tra le braccia dei VERI modernisti

vorrei una risposta da parte tua,sono rimasto molto addolorato da questa tua dichiarazione ,perche' conosco le buone intenzioni di ghergon per come dici tu se ottiene questo effetto su di te ,allora il suo apostolato oltre ad essere inutile potrebbe diventare dannoso per le anime?
mi sembra un po' troppo ma conoscendo la tua buona fede ,vorrei una risposta.
Ghergon
00venerdì 4 febbraio 2011 15:09
Davanti all'evidenza di chi vuole riabilitare il diabolico Lutero, che amoreggia con chi è fuori dalla comunione dei Santi, che eretizza affermando che lo Spirito Santo soffia al di fuori dei battezzati, che accetta nel suo seno sette eretiche come neocatecumenali e carismatici, offensivo inganno per i fedeli, una chiesa che svende gli ordini di Cristo e la sua stessa identità ..e che ha tolto la scomunica ai massoni (eh Helen!)...non parliamo di mediugorie, va tutto bene?
E così che si difende la Fede, coprendosi gli occhi?
Permettendo tutto senza batter ciglio?
Se in alto si sbaglia spetta dal basso darsi da fare!

Si vede che i difensori della tradizione sono tutti stupidi mentre chi svende tutto alla massoneria e all'islam, e che prega coi demoni(Assisi) sono bravi e santi. [SM=x268931]

ps: Padre Pio è un Santo, non uomo normale, lui viveva innalzato nella natura, era nella soprannatura, non minimizziamo la sua figura per tirare tacitarci la coscienza.







Ghergon
00venerdì 4 febbraio 2011 15:15
Studiamo insieme


IL DIRITTO ALLA CRITICA

L’autodemolizione della Chiesa: Il diritto di una resistenza
pubblica anche per dei semplici fedeli. Il “diritto”,
cioè, di potere fare delle “critiche” – sia pure rispettose – a
certi atti della Gerarchia della Chiesa. Anche al Papato!
Chi conosce, infatti, anche solo un poco di Teologia e di
Diritto Canonico sa che il Papa gode del carisma dell’infallibilità
solo in certi atti del Magistero, e anche questo in
condizioni ben definite. Quindi, l’adesione a degli insegnamenti
non infallibili non fa perdere il diritto di non essere
d’accordo col Papa – naturalmente per ragioni ben fondate! –
per atti concreti praticati e sostenuti da Lui.
Queste nostre affermazioni sono comunque sostenute da
numerosi documenti di celebri teologi.
Ne cito i principali:

1) Il celebre card. Cajetano sostiene che «si deve resistere
di fronte a un Papa che, pubblicamente, distrugge la
Chiesa».1


2) Anche François de Vitoria, grande teologo e canonista
del XVI secolo, insegna: «Se egli (un Papa) volesse consegnare
tutti i tesori della Chiesa (…) ai suoi parenti, se
volesse distruggere la Chiesa o altre cose simili, non si
dovrebbe permettere che egli agisse in tal modo, ma ci
sarebbe l’obbligo di opporsi a lui con resistenza. La
ragione di ciò è che Egli non ha il potere di distruggere,
per cui, se lo fa, è più che lecito resistergli» (ibidem,
p. 487). E più avanti scrive: «Da tutto questo risulta che
se il Papa, mediante suoi ordini e suoi atti, distruggesse
la Chiesa, gli si può resistere e impedirgli l’esecuzione
dei suoi comandi» (ibidem, p.487).
Ed ecco un altro suo testo: «Per diritto naturale, è lecito
respingere la violenza. Ora, (per ordini ingiusti) il
Papa esercita la violenza quando egli è contro il Diritto
(…). Perciò, è lecito resistergli. Osserva Cajetano:
«come noi non affermiamo questo nel senso che non appartiene
a qualcuno il diritto di essere il giudice del Papa,
o di avere autorità su di Lui, bensì nel senso che è lecito
difendersi. In effetti, a chiunque appartiene il diritto
di resistere a un atto ingiusto, di cercare di impedirlo
e di difendersi» (ibidem, pp.486-487).

3) Anche il grande Suarez, di poco posteriore a Vitoria, afferma:
«Se Egli (il Papa) dà un ordine contrario ai buoni
costumi, non gli si deve ubbidire. Se egli si prova di
fare qualcosa manifestamente contrario alla giustizia e
al bene comune, è lecito resistergli!
Se egli attaccasse con la forza, con la forza può essere respinto,
con la moderazione propria alla giusta difesa
(«cum moderamine inculpatae»)».2

4) Anche il grande card. Bellarmino Roberto, s.j., campione
dei diritti del Papato, nella lotta contro il protestantesimo,
scrive: «(…) come è lecito di resistere al Pontefice
che attacca i corpi, così è anche lecito resistere a colui
che aggredisce le anime, o chi turba l’ordine civile, o,
soprattutto, a chi si sforza di distruggere la Chiesa. Io
dico che è lecito resistergli, non facendo quello che egli
ordina, e impedendo l’esecuzione della sua volontà.
Tuttavia non è lecito di giudicarlo e di punirlo o di destituirlo,
perché questi sono atti propri di un superiore».

5) Anche il card. Journet, nel suo Trattato “L’Eglise du
Verbe Incarnè” (vol. 1, p. 839 ss.) ammette la dottrina
dei maggiori teologi, secondo la quale un Papa può anche
divenire “scismatico”. Per cui i fedeli possono e
devono resistergli!

6) L’esempio di S. Pietro e di S. Paolo:
L’episodio lo racconta lo stesso S. Paolo (Gal. 2,11-14).
S. Pietro, cioè, per paura di dispiacere ai molti giudei battezzati,
se ne avesse dato l’esempio lui stesso, favorì, la
posizione dei “giudaizzanti”. S. Paolo, allora, in vista
del danno che quel gesto di Pietro avesse significato per
la Fede, “restitit in faciem Coefae”. Lo apostrofò in
pubblico. Davanti alle sue obiezioni, S. Pietro riconobbe
d’aver torto e si sottomise, umilmente.
L’episodio, naturalmente, sollevò, nei “commentatori”
delle questioni: dunque, ci sono dei “casi” in cui è legittimo
“resistere in faccia” anche a un Papa e a un Vescovo!
Quali sono questi “casi”?
Il Principe dei Teologi, S. Tommaso d’Aquino, risponde:
secondo lui, in certe circostanze, si ha il diritto di
resistere pubblicamente a una decisione del Pontefice
Romano, (…) se c’è un danno prossimo per la Fede, i
Prelati (Papa compreso!) devono essere interpellati anche
pubblicamente, per questi loro atti, dai sudditi, i fedeli.
Come S. Paolo, che era soggetto a S. Pietro, lo contraddisse
pubblicamente, a causa di un danno imminente di
scandalo in materia di Fede, S. Agostino glossa: «S. Pietro
stesso ha dato l’esempio a quelli che governano,
perché non ricusino, se allontanati da retto sentiero,
una correzione fatta dagli stessi loro soggetti, e non la
reputino indegna!».3

S. Tommaso, poi, sottolinea che quell’episodio contiene
delle lezioni valide, sia per i Prelati che per i loro soggetti.
«Ai Prelati - scrive - fu dato l’esempio di umiltà, affinché
non abbiano a rifiutare di accettare dei rimproveri
da parte dei loro inferiori e soggetti; e ai soggetti
fu dato l’esempio di zelo e di libertà, affinché non temano
di correggere i loro Prelati, specie quando il crimine
è pubblico e torna a danno di tante persone».4

7) Il famoso Cornelio a Lapide, grande esegeta del XVI e
XVII secolo, scrive che, secondo S. Agostino, S. Ambrogio,
S. Beda, S. Anselmo e molti altri Padri, la resistenza
di S. Paolo a S. Pietro fu pubblica perché, così, lo
scandalo pubblico dato da S. Pietro, fu corretto, rimediato
con una riprensione pure pubblica».5
E in un altro scritto, Cornelio a Lapide, dice: «(…) I Superiori
possono essere ripresi, con umiltà e carità, dagli
inferiori, affinché la verità sia difesa» (Gal. 2,11). S.
Agostino, S. Cipriano, S. Gregorio, S. Tommaso e altri
sopra citati, insegnano chiaramente che S. Pietro, benché
fosse superiore, fu richiamato da S. Paolo (…). S. Agostino
afferma (Epist. ad Hieronymum): insegnando che i superiori non devono rifiutarsi di lasciarsi richiamare
dagli inferiori. S. Pietro ha donato alla posterità un
esempio più inusato e più santo di quello di S. Paolo, il
quale insegna che, nella difesa della verità e con carità,
egli appartiene agli inferiori nell’avere l’audacia di resistere
senza paura ai superiori».6

(N.B.: tra i padri Orientali si può consultare, su questo punto,
S. Giovanni Crisostomo, S. Giovanni Damascene, Teodoreto…).






Ghergon
00sabato 5 febbraio 2011 13:40
IL COMMONITORIO
DI SAN VINCENZO DA LERINO
– un’Opera per i tempi di crisi –

San Vincenzo fu un monaco di Lerino, verso la fine del
V secolo. La sua biografia l’abbiamo da Gennadio di Marsiglia,
in “De Scriptoribus Ecclesiasticis”.
Nel “Commonitorio” l’Autore ci offre “una Regola a canone”,
per riconoscere con certezza le eresie sorte nella Chiesa.
Ecco la “Regola”:

«NON È SICURAMENTE CATTOLICA, E QUINDI VA
RESPINTA, OGNI NOVITÀ IN CONTRASTO CON
QUANTO SEMPRE E DOVUNQUE È STATO CREDUTO E
INSEGNATO NELLA CHIESA CATTOLICA».


Naturalmente, il fondamento del canone vincenziano è
l’infallibilità della Chiesa, la quale, per questo, non può contraddirsi.

Quindi, quando nella Chiesa sorge una novità in
contrasto con quanto Essa ha sempre insegnato, non è
buon grano, ma è la zizzania dell’errore, seminata
dall’“inimicus homo”.


In tempi di eretici, come oggi, che richiedono una maggiore attenzione, il canone vincenziano fissa
il criterio per discernere l’errore, per cui il canone possiede
una validità indiscutibile ed intramontabile.

San Vincenzo, comunque, non esclude che si possa «comprendere
più chiaramente ciò che già si credeva in maniera
molto oscura, per cui le “generazioni future” potrebbero rallegrarsi
d’aver compreso “ciò che i loro padri avevano venerato
senza capire”».

Dopo aver spiegato, nel “Commonitorio”, al N° 22, l’ammonizione
paolina: «O Timoteo, custodisci il “deposito”, richiama
che il deposito (della Fede) è ciò che ti è stato affidato,
non trovato da te! (…) non uscì da te, ma a te venne;
nei suoi riguardi tu non puoi comportarti da autore, ma da
semplice custode! (…). Non spetterà a te dirigerlo, ma è tuo
dovere seguirlo».


Al N° 23, San Vincenzo formula l’oblazione: «Forse
qualcuno dirà: “Nessun progresso della religione è allora
possibile nella Chiesa di Cristo?” e risponde: “Certo che il
progresso ci deve essere e grandissimo! Chi sarebbe tanto
ostile agli uomini e avverso a Dio di tentare di impedirlo?” A
condizione, però, che si tratti veramente di progresso per la
Fede, non di modificazione.

Caratteristica del progresso è
che una cosa si accresca, rimanendo sempre identica a sé stessa;
della modificazione, invece, è che una cosa si trasformi in
un’altra».


Progresso, dunque, sì, ma «“in eodem sensu et in eadem
sententia” (nello stesso senso e nella stessa formula), perché,
se così non fosse, avremmo la sgradita sorpresa di vedere i rosai
della dottrina cattolica trasformarsi in cardi spinosi e la
zizzania spuntare dai germogli del cinnamomo e del balsamo»
(N° 23).

San Vincenzo, quindi, non esclude lo sviluppo dottrinale,
ma ne fissa i limiti, affinché si collochi di sostanziale identità
con l’antico!cadaverica, perché offre delle immagini efficienti e appropriate
del carattere vivo della Tradizione e della sua sostanziale
immutabilità.


Leggiamo quanto scrive San Vincenzo al N° 23: «Che la
religione delle anime imiti il modo di svilupparsi dei corpi,
i cui elementi, benché col progredire degli anni evolvano e
crescano, rimangono, però, sempre gli stessi (…), e se qualche
cosa di nuovo appare in età più matura già preesisteva
nell’embrione, cosicché nulla di nuovo si manifesta nell’adulto
che non si trovasse in forma latente nel fanciullo».
In quelle righe, il Santo lerinese mostra l’intuizione dello
sviluppo dottrinale come esplicazione omogenea del dato
rilevato (explicatio Fidei).
Se, invece, con l’aumento dell’età
«la forma umana prendesse un aspetto estraneo alla sua specie,
se le fosse aggiunto o tolto qualche membro, necessariamente
tutto il corpo perirebbe e diventerebbe mostruoso o perlomeno
si debiliterebbe».

«Le stesse leggi di crescita devono seguire il dogma cristiano…
senza ammettere nessuna perdita delle sue proprietà,
nessuna variazione di ciò che è definito». È, insomma, il grano
di senape del Vangelo che, per diventare albero, resta sempre
di senape.

Ora, questo è sempre il “principio di non contraddizione”
o di identità sostanziale, che consente di distinguere
tanto la verità cattolica dall’errore quanto il legittimo sviluppo
della corruzione dottrinale.

Il Vaticano I, al capo 4, ha sancito questo principio, riprendendo
testualmente dal N° 23 del “Commonitorio” la
norma canonica dello sviluppo dottrinale “in eodem sensu, in
eadem sententia” (Conf. Denz. 1800, 11 capo, p. 5-6).
È chiaro, perciò, che San Vincenzo di Lerino aveva un
vivissimo senso della Chiesa.

Per Lui, la Sacra Scrittura va letta con la Chiesa, «perché
la Scrittura, causa della sua stessa sublimità, non è da tutti intesa in modo identico e universale. Si potrebbe dire che
tante siano le interpretazioni quanti i lettori (…). È dunque
sommamente necessario, di fronte alle molteplici e aggrovigliate
tortuosità dell’errore, che l’interpretazione dei Profeti
e degli Apostoli si faccia a norma del senso ecclesiastico e
cattolico» (N° 2).

La Tradizione è “la Tradizione della Chiesa cattolica”,
ossia è la fede della Chiesa universale, attestata dagli antichi
Concilii ecumenici, dal consenso unanime dei Padri che «rimasero
sempre nella comunione e nella fede dell’unica
Chiesa cattolica e ne divennero maestri approvati» (N° 3).

Comunque, San Vincenzo ritiene anche che la ricerca di
un criterio, per discernere la verità cattolica dall’errore, ha
tutta la ragione di essere nella Chiesa, affinché il Magistero si
possa pronunciare, così che il cattolico sia difeso dall’errore,
magari proposte da persone investite di autorità nella Chiesa,
fattesi “Maestri della Chiesa”, come Nestorio, patriarca
di Costantinopoli; come Fotino, eletto alla sede episcopale di
Sirmio (Pannonia) «con la più grande stima di tutti» (N° 11).

Può anche darsi che novità eretiche tentino di «contagiare
e contaminare la Chiesa intera», come nel caso dell’eresia
ariana, in cui le verità più sicure vengono sovvertite,
negate, messe in dubbio «per l’introduzione di credenze
umane al posto del dogma venuto dal cielo», «per l’introduzione
di un’empia innovazione, e così l’antichità, fondata
sulle più sicure basi, viene demolita, vetuste dottrine
vengono calpestate, i decreti dei Padri lacerati, le definizioni
dei nostri maggiori annullate, per una sfrenata libidine
di novità profane da annullare la Tradizione sacra ed
incontaminata» (N° 4).

«L’antichità, quindi non può essere turbata da nessuna
nuova menzogna» (N° 3).



Concludendo, diciamo che la regola dataci da San Vincenzo
di Lerino è una regola oggettiva, perché il giudizio
che ne deriva è un giudizio cattolico, fondato sulla Fede costante
e immutabile della Chiesa cattolica, ben diverso dal giudizio
soggettivo protestantico.

Ascoltiamo ancora quest’altre parole di San Vincenzo:
«Ciò che dobbiamo massimamente notare, in questo coraggio
quasi divino dei confessori della Fede, è che essi
hanno difeso l’antica fede della Chiesa universale e non la
credenza di una frazione qualunque (…). È nei decreti e
nelle definizioni di tutti i Vescovi della Santa Chiesa, eredi
della verità apostolica e cattolica che essi hanno creduto,
preferendo esporre sé stessi alla morte piuttosto che tradire
l’antica fede universale» (N° 5).

E poi al N° 6 scrive: «Essi, raggiungendo a guisa di candelabro
settuplo la luce settenaria dello Spirito Santo, hanno
mostrato ai posteri, in maniera chiarissima come in futuro
dinanzi a ogni iattanza parolaia dell’errore, si possa
annientare l’audacia di empie innovazioni con l’autorità
dell’antichità consacrata».
Sono parole di un teologo serio, preciso e ben informato,
quale fu San Vincenzo di Lerino col suo “Commonitorio”,
le cui pagine vigorose e vibranti di autentica fede cattolica ci
spronano a collaborarci nella Fede, la prima virtù teologale,
condizione indispensabile della nostra salvezza!
(c.p. 6-7).







Heleneadmin
00domenica 6 febbraio 2011 12:37
Queste che scrivi sono deduzioni,non realtà,di una parte molto piccola di voi,ma la Chiesa non siete voi.

Se anche poteste avere qualche verità,la superbia porta ad avere molte più falsità e questo avviene perchè non siete in comunione con la Chiesa,com è sempre successo nella Chiesa,choi si stacca s'indurisce

Quindi il metodo e i fatti sono di base maligni perchè prevale lo spirito di dissubidienza,di ribellione e superbia e ne consegue che non vengono accettate neppure le cose giuste e vere,quindi vi ponete in posizione scismatica,contorcendo documenti,prendendone solo in pezzi,sezionando e tralasciando appositamente altre parti.

Come tyi ho fatto notare,ogni scisma è nato dal non riconoscere un qualche concilio e voi siete su quella strada,perchè...la differenza è nel non accettare alcune cose e alcuni comportamenti di ecclesiali...e altro è non accettare in toto....ravvedetevi.

Inoltre la non obbiettività di vedere che sempre,anche in passato,nella Chiesa vi sono stati dei mali,vi sono stati concili in cui delle affermazioni vennero riprese e cambiate del concilio precedente e questo perchè prendete per valide tutte le parole dei Papi prima del CVII senza guardare i documenti validi e quelli meno validi o con possibilità di discussione,mentre per il dopo concilio vi appellate a ex cattedra,escludendo i discorsi dei Papi tutti.
Questo metodo di confronto evidente nella sua mala fede,vi porta a non voler accettare il peccato e lo sbaglio nella Chiesa passata e il voler vedere il peccato solamente in quelle dopo CVII

Questo modo di fare vi porta inevitabilmente a dare contro a cio che vorreste difendere e che Papi antecedenti al CVII hanno stabilito,andando in contraddizione e non solo,vi mettete nella posizione di andare contro le parole di Dio stesso mettendovi voi a giustizia di Dio,voi che predicate tanto la sofferenza,penitenza e cordicelle ...e tanto vi dimentate per non soffrire con la Chiesa,non accettate le sferzate mettendo la vostra giustizia e così facendo mettete in pratica su voi stessi la frase di Gesù che dice "mettete sulle spèalle del popolo pesi che voi stessi NON volete portare"

Ecco da dove nasce la superbia,non accettare la fustigazione che Dio permette per la puruficazione...e non accettando,in un certo senso,negate il mistero che da sempre esiste sulla Chiesa,anche in passato,e cioè "Santa e peccatrice"...quel peccato della Chiesa che antecedente al CVII nascondete,mentre per il dopo CVII volete solo vedere quello.

Ecco perchè dico siete di parte e le vostre ipotesi e studi sono tendenziosi,non di fede,ma di umani che si ribellano ai piani di Dio per la BARCA di Pietro.
e non solo,il Papa vi tende la mano,come Gesu fece con i farisei,ma non l'accettate,volendo unicamente cio che IMPONETE voi senza cercare la giusta via,dove è,in verità solo nella Chiesa UNITA

Andate in contraddizione su molti punti...e se vuoi un consiglio,per non cadere in contraddizione avete solo una scelta:rientrare nella Chiesa
Heleneadmin
00domenica 6 febbraio 2011 12:42
Tu confondi il diritto alla critica con la RIBELLIONE...con la CALUNNIA e con IDEOLOGIA
e la unisci al non riconoscere i Papi e quindi vi porta,ripeto,in CONTRADDIZIONE.


Heleneadmin
00domenica 6 febbraio 2011 13:06
Re: x helen
hhh., 04/02/2011 12.59:

tu hai scritto a ghergon


Io piu leggo cio che scrivi,più mi butterei tra le braccia dei VERI modernisti

vorrei una risposta da parte tua,sono rimasto molto addolorato da questa tua dichiarazione ,perche' conosco le buone intenzioni di ghergon per come dici tu se ottiene questo effetto su di te ,allora il suo apostolato oltre ad essere inutile potrebbe diventare dannoso per le anime?
mi sembra un po' troppo ma conoscendo la tua buona fede ,vorrei una risposta.




Purtroppo,il modo e metodo di operare di certi gruppi,porta all'allontanamento perchè si percepisce non correzione,ma astio...e assieme all'ammonizione non vi è misericordia ma solo giudizio,oltretutto da gruppi che sono scismatici e quindi,su questo ne sono certa,NESSUN decreto della Chiesa dice di SEGUIRE gli scismatici.

perchè loro giocano,come altri gruppi del passato,sull'ignoranza del popolo cattolico su molte questioni,scandalizzando con affermazioni che ,ai giorni di oggi,potrebbero avere effetto o presa per il periodo storico in cui viviamo,ma non l'unico,dove ci sono due rischi quando mancano i valori nella società...un pericolo è attaccarsi a gruppi più intransigenti,politici o religiosi,per sentire quella protezione che non sentono nella società e quindi portano la ideologia come cattolicità.
L altra tendenza è buttarsi a capofitto nell'esercitare misericordia senza conoscere i limiti ben stabiliti,così che per un amore proclamato senza confini,si spera di recuperare le persone che si sento spaesate.

Ma comunque tutte e due vogliono fare che la Chiesa sia ideologia e non religione e sinceramente,hanno scelto un ideologia a cui vogliono PER FORZA attaccarci la Chiesa....

Ma tutto questo nasce da un denominatore comune:la PAURA e la paura si sviluppa,nel credente dalla mancanza di fiducia in Dio,il famoso abbandonarsi,che non è non testimonianza,ma la certezza che oltre gli sbagli è comunque Dio che tiene le redini.

La paura è come il carnevale,si nasconde dietro alle più disparate facce,ed ogni uomo ha la sua paura per questo ci vuole obbedienza e abbandono,perchè solo con essa si puo superare o avere paura ma restando comunque in Dio.

La paura è l'espressione,appunto di quelle parti in ombra che Dio ci lascia per esercitare:il libero arbitrio,la volontà,l'obbedienza,la misericordia e la fedeltà...prove neccessarie per spurgarsi.

Quando si ha l'abbandono e la certezza,si lotta con vera giustizia e vera misericordia,ma sempre tenendo presente che non tutti hanno gli stessi doni e quindi si deve esercitare l'umiltà per comprendere in quale dono Dio ci ha dato per poter esercitare nella Chiesa,perchè se uno sconfina dal dono concesso,cade in superbia e con la superbia in ribellione e con la ribellione l'allontanamento da Dio

Per questo Gesù disse,riferito a chi CREDEVA in Lui


I veri discepoli

[21]Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. [22]Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? [23]Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.

[24]Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. [25]Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. [26]Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. [27]Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande».


La roccia...straripamenti,pioggie,venti fanno parte dell'economia di Dio per portare l'umanità alla fine dei tempi,ma solo chi ha fondato sulla roccia resta saldo.


[17]E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. [18]E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. [19]A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». [20]Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

NON LA CARNE...cioè la Chiesa non è guidata da carne,questa è la verità di SALVEZZA a cui bisogna ubbedire!

Pietro,la pietra,la Chiesa la roccia...pietra angolare,Cristo...pietra d 'inciampo per molti che saranno sfracellati....l'obbedienza e l'umiltà portano a non andare in contrasto con la pietra,con la roccia perchè in verità "Chi ha conosciuto in profondità i piani di Dio"?

Ghergon
00domenica 6 febbraio 2011 14:12
Re: Re: x helen
Heleneadmin, 06/02/2011 13.06:




Purtroppo,il modo e metodo di operare di certi gruppi,porta all'allontanamento perchè si percepisce non correzione,ma astio...e assieme all'ammonizione non vi è misericordia ma solo giudizio,oltretutto da gruppi che sono scismatici e quindi,su questo ne sono certa,NESSUN decreto della Chiesa dice di SEGUIRE gli scismatici.

perchè loro giocano,come altri gruppi del passato,sull'ignoranza del popolo cattolico su molte questioni,scandalizzando con affermazioni che ,ai giorni di oggi,potrebbero avere effetto o presa per il periodo storico in cui viviamo,ma non l'unico,dove ci sono due rischi quando mancano i valori nella società...un pericolo è attaccarsi a gruppi più intransigenti,politici o religiosi,per sentire quella protezione che non sentono nella società e quindi portano la ideologia come cattolicità.
L altra tendenza è buttarsi a capofitto nell'esercitare misericordia senza conoscere i limiti ben stabiliti,così che per un amore proclamato senza confini,si spera di recuperare le persone che si sento spaesate.

Ma comunque tutte e due vogliono fare che la Chiesa sia ideologia e non religione e sinceramente,hanno scelto un ideologia a cui vogliono PER FORZA attaccarci la Chiesa....

Ma tutto questo nasce da un denominatore comune:la PAURA e la paura si sviluppa,nel credente dalla mancanza di fiducia in Dio,il famoso abbandonarsi,che non è non testimonianza,ma la certezza che oltre gli sbagli è comunque Dio che tiene le redini.

La paura è come il carnevale,si nasconde dietro alle più disparate facce,ed ogni uomo ha la sua paura per questo ci vuole obbedienza e abbandono,perchè solo con essa si puo superare o avere paura ma restando comunque in Dio.

La paura è l'espressione,appunto di quelle parti in ombra che Dio ci lascia per esercitare:il libero arbitrio,la volontà,l'obbedienza,la misericordia e la fedeltà...prove neccessarie per spurgarsi.

Quando si ha l'abbandono e la certezza,si lotta con vera giustizia e vera misericordia,ma sempre tenendo presente che non tutti hanno gli stessi doni e quindi si deve esercitare l'umiltà per comprendere in quale dono Dio ci ha dato per poter esercitare nella Chiesa,perchè se uno sconfina dal dono concesso,cade in superbia e con la superbia in ribellione e con la ribellione l'allontanamento da Dio

Per questo Gesù disse,riferito a chi CREDEVA in Lui


I veri discepoli

[21]Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. [22]Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? [23]Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.

[24]Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. [25]Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. [26]Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. [27]Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande».


La roccia...straripamenti,pioggie,venti fanno parte dell'economia di Dio per portare l'umanità alla fine dei tempi,ma solo chi ha fondato sulla roccia resta saldo.


[17]E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. [18]E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. [19]A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». [20]Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

NON LA CARNE...cioè la Chiesa non è guidata da carne,questa è la verità di SALVEZZA a cui bisogna ubbedire!

Pietro,la pietra,la Chiesa la roccia...pietra angolare,Cristo...pietra d 'inciampo per molti che saranno sfracellati....l'obbedienza e l'umiltà portano a non andare in contrasto con la pietra,con la roccia perchè in verità "Chi ha conosciuto in profondità i piani di Dio"?




Purtroppo helen scrivi ancora seguendo il tuo personal "sentimento" invece di impegnarti per comprendere la Verità nelle sue evidenze.
Da amico ti voglio dire che stai sbagliando.
Moltissimo.
Hai scritto cose che distorcono i doveri del cattolico, (un obbedienza fittizia a tutti i costi) hai scritto cose tue personali ben lontane dalla dottrina cattolica.
Da amico ti riprendo, stai sbagliando.

I paurosi sono coloro che da "pecore" si fanno portare al macello dal nemico, senza un minimo di discernimento, complice senz'altro la grave ignoranza catechetica summenzionata.
Il dovere del cattolico, quando vede che il pastore è corruttore, lupo travestito, non è certo quello di concordare con l'errore e farsi trascinare nella disgrazia, ma è quello di agire come San Vincenzo da Lerino, che è un Santo, o come San Roberto Bellarmino, Santo e anche dottore della Chiesa, hanno profeticamente spiegato.

Questi Santi, questi uomini suscitati da Dio ci hanno spiegato come comportarci una volta arrivata la fine dei tempi.
Pensi che Dio non ami le sue creature?
Che non ci dia i mezzi di discernimento?


Dio non semina l'errore ingannando i fedeli e non semina il veleno: se si beve il veleno e si vive nell'errore in piena coscienza allora non si è in grado di distinguere il bene dal male.
E allora cosa siamo pecore o discepoli di Cristo nella Verità?

La colpa di quello che accade è la nostra assertività, la nostra ignoranza dottrinale, la nostra voglia di mondo...

Parli di obbedienza?
Ma tu fai dell'obbedienza un velenoso senso unico, non si obbedisce al male, e l'errore e la distorsione della Verità, sono il male.
E' la nostra moralità che deve intervenire e la moralità ce l'ha data Cristo stesso.

Non ci si faccia complici degli avvelenatori, non si semini il veleno con baldanza seguendo un istinto errato.













hhh.
00domenica 6 febbraio 2011 18:10
Re: Re: x helen
Heleneadmin, 06/02/2011 13.06:




Purtroppo,il modo e metodo di operare di certi gruppi,porta all'allontanamento perchè si percepisce non correzione,ma astio...e assieme all'ammonizione non vi è misericordia ma solo giudizio,oltretutto da gruppi che sono scismatici e quindi,su questo ne sono certa,NESSUN decreto della Chiesa dice di SEGUIRE gli scismatici.

non bisogna mai abbandonare la chiesa come sta' scritto nel catechismo di S.PIO X E METTERSI IN POSIZIONE SCISMATICA,anche S.PAOLO protesto e contesto pubblicamente in una circostanza S.PIETRO
senza accusarsi pero' reciprocamente di scisma e sedevacante.


perchè loro giocano,come altri gruppi del passato,sull'ignoranza del popolo cattolico su molte questioni,scandalizzando con affermazioni che ,ai giorni di oggi,potrebbero avere effetto o presa per il periodo storico in cui viviamo,ma non l'unico,dove ci sono due rischi quando mancano i valori nella società...un pericolo è attaccarsi a gruppi più intransigenti,politici o religiosi,per sentire quella protezione che non sentono nella società e quindi portano la ideologia come cattolicità.
L altra tendenza è buttarsi a capofitto nell'esercitare misericordia senza conoscere i limiti ben stabiliti,così che per un amore proclamato senza confini,si spera di recuperare le persone che si sento spaesate.


hai descritto bene gli opposti estremi sentimentalisti.

Ma comunque tutte e due vogliono fare che la Chiesa sia ideologia e non religione e sinceramente,hanno scelto un ideologia a cui vogliono PER FORZA attaccarci la Chiesa....


quindi la chiesa e' circondata da queste correnti estreme oltre alle accuse del mondo?

Ma tutto questo nasce da un denominatore comune:la PAURA e la paura si sviluppa,nel credente dalla mancanza di fiducia in Dio,il famoso abbandonarsi,che non è non testimonianza,ma la certezza che oltre gli sbagli è comunque Dio che tiene le redini.

quindi secondo te ghergon non ha tanta fiduncia in dio?






Heleneadmin
00lunedì 7 febbraio 2011 21:12
Re: Re: Re: x helen

Purtroppo helen scrivi ancora seguendo il tuo personal "sentimento" invece di impegnarti per comprendere la Verità nelle sue evidenze.
Da amico ti voglio dire che stai sbagliando.
Moltissimo.
Hai scritto cose che distorcono i doveri del cattolico, (un obbedienza fittizia a tutti i costi) hai scritto cose tue personali ben lontane dalla dottrina cattolica.
Da amico ti riprendo, stai sbagliando.




La mia risposta,adeso,sarebbe come quella di molti cattolici,la maggioranza,ma tu come puoi convincermi non essendo in comunione con la Chiesa?Come puoi convincermi se non segui più il magistero?Come fai a convincermi dello sbaglio della mia fede,quando accusi gratuitamente Papi,autorità della Chiesa?
Pensaci....


I paurosi sono coloro che da "pecore" si fanno portare al macello dal nemico,



La differnza è...mi faccio portare al macello da Cristo [SM=x268930] ed infatti sono una sua pecora,come Lui ci ha sempre defiito.Chi non crede,abbandona la barca alle prime onde della tempesta..ma il Capitano non l'abbandona e nemmeno i fedeli di Esso.
Quindi il Papa è nemico...???



senza un minimo di discernimento, complice senz'altro la grave ignoranza catechetica summenzionata.



Discernimento...voi rischiate l'eresia,e accusi altri di ignoranza



Il dovere del cattolico, quando vede che il pastore è corruttore, lupo travestito, non è certo quello di concordare con l'errore e farsi trascinare nella disgrazia, ma è quello di agire come San Vincenzo da Lerino, che è un Santo, o come San Roberto Bellarmino, Santo e anche dottore della Chiesa, hanno profeticamente spiegato.

Questi Santi, questi uomini suscitati da Dio ci hanno spiegato come comportarci una volta arrivata la fine dei tempi.
Pensi che Dio non ami le sue creature?
Che non ci dia i mezzi di discernimento?



Queste sono opinioni tue,assolutamente tue e di pochi altri
Quindi i Santi sono più di Gesù e cio che dice...sono più del Papa,anzi DEI Papi...
Io credo che stai confondendo discernimento umano e dello Spirito



Dio non semina l'errore ingannando i fedeli e non semina il veleno:



infatti,l'hai detto...


se si beve il veleno e si vive nell'errore in piena coscienza allora non si è in grado di distinguere il bene dal male.



esatto,l'hai detto....


E allora cosa siamo pecore o discepoli di Cristo nella Verità?




Io sono sia pecora che discepola...e tu?



La colpa di quello che accade è la nostra assertività, la nostra ignoranza dottrinale, la nostra voglia di mondo...



ribellione...tu confondi fedeltà con asservimento... [SM=x268930]


Parli di obbedienza?
Ma tu fai dell'obbedienza un velenoso senso unico, non si obbedisce al male, e l'errore e la distorsione della Verità, sono il male.
E' la nostra moralità che deve intervenire e la moralità ce l'ha data Cristo stesso.



VVoi non siete fedeli,in senso di fedeltà,per questo cadete in disobbedienza,il confine è sottile,ma molto,molto netto


Non ci si faccia complici degli avvelenatori, non si semini il veleno con baldanza seguendo un istinto errato.



questo si puo dire di voi?...












De Spiritu Sancto

l grande dottore della Chiesa, san Basilio, fa della situazione della Chiesa dopo il Concilio di Nicea: egli la paragona ad una battaglia navale nel buio della tempesta, dicendo fra l'altro: “Il grido rauco di coloro che per la discordia si ergono l’uno contro l’altro, le chiacchiere incomprensibili, il rumore confuso dei clamori ininterrotti ha riempito ormai quasi tutta la Chiesa falsando, per eccesso o per difetto, la retta dottrina della fede …”
(De Spiritu Sancto, XXX, 77; PG 32, 213 A; SCh 17bis, pag. 524)


rifletti...ALLORA come oggi...















Ghergon
00martedì 8 febbraio 2011 17:46
Re: Re: Re: Re: x helen
Heleneadmin, 07/02/2011 21.12:


Purtroppo helen scrivi ancora seguendo il tuo personal "sentimento" invece di impegnarti per comprendere la Verità nelle sue evidenze.
Da amico ti voglio dire che stai sbagliando.
Moltissimo.
Hai scritto cose che distorcono i doveri del cattolico, (un obbedienza fittizia a tutti i costi) hai scritto cose tue personali ben lontane dalla dottrina cattolica.
Da amico ti riprendo, stai sbagliando.




La mia risposta,adeso,sarebbe come quella di molti cattolici,la maggioranza,ma tu come puoi convincermi non essendo in comunione con la Chiesa?Come puoi convincermi se non segui più il magistero?Come fai a convincermi dello sbaglio della mia fede,quando accusi gratuitamente Papi,autorità della Chiesa?
Pensaci....


I paurosi sono coloro che da "pecore" si fanno portare al macello dal nemico,



La differnza è...mi faccio portare al macello da Cristo [SM=x268930] ed infatti sono una sua pecora,come Lui ci ha sempre defiito.Chi non crede,abbandona la barca alle prime onde della tempesta..ma il Capitano non l'abbandona e nemmeno i fedeli di Esso.
Quindi il Papa è nemico...???



senza un minimo di discernimento, complice senz'altro la grave ignoranza catechetica summenzionata.



Discernimento...voi rischiate l'eresia,e accusi altri di ignoranza



Il dovere del cattolico, quando vede che il pastore è corruttore, lupo travestito, non è certo quello di concordare con l'errore e farsi trascinare nella disgrazia, ma è quello di agire come San Vincenzo da Lerino, che è un Santo, o come San Roberto Bellarmino, Santo e anche dottore della Chiesa, hanno profeticamente spiegato.

Questi Santi, questi uomini suscitati da Dio ci hanno spiegato come comportarci una volta arrivata la fine dei tempi.
Pensi che Dio non ami le sue creature?
Che non ci dia i mezzi di discernimento?



Queste sono opinioni tue,assolutamente tue e di pochi altri
Quindi i Santi sono più di Gesù e cio che dice...sono più del Papa,anzi DEI Papi...
Io credo che stai confondendo discernimento umano e dello Spirito



Dio non semina l'errore ingannando i fedeli e non semina il veleno:



infatti,l'hai detto...


se si beve il veleno e si vive nell'errore in piena coscienza allora non si è in grado di distinguere il bene dal male.



esatto,l'hai detto....


E allora cosa siamo pecore o discepoli di Cristo nella Verità?




Io sono sia pecora che discepola...e tu?



La colpa di quello che accade è la nostra assertività, la nostra ignoranza dottrinale, la nostra voglia di mondo...



ribellione...tu confondi fedeltà con asservimento... [SM=x268930]


Parli di obbedienza?
Ma tu fai dell'obbedienza un velenoso senso unico, non si obbedisce al male, e l'errore e la distorsione della Verità, sono il male.
E' la nostra moralità che deve intervenire e la moralità ce l'ha data Cristo stesso.



VVoi non siete fedeli,in senso di fedeltà,per questo cadete in disobbedienza,il confine è sottile,ma molto,molto netto


Non ci si faccia complici degli avvelenatori, non si semini il veleno con baldanza seguendo un istinto errato.



questo si puo dire di voi?...












De Spiritu Sancto

l grande dottore della Chiesa, san Basilio, fa della situazione della Chiesa dopo il Concilio di Nicea: egli la paragona ad una battaglia navale nel buio della tempesta, dicendo fra l'altro: “Il grido rauco di coloro che per la discordia si ergono l’uno contro l’altro, le chiacchiere incomprensibili, il rumore confuso dei clamori ininterrotti ha riempito ormai quasi tutta la Chiesa falsando, per eccesso o per difetto, la retta dottrina della fede …”
(De Spiritu Sancto, XXX, 77; PG 32, 213 A; SCh 17bis, pag. 524)


rifletti...ALLORA come oggi...



















Io convincerti?
Amica mia ti sono state postate le eresie con tanto di magistero tradizionale affianco, se non le leggi mi spiace solo per te.
Per Provvidenza la gente vede.










Heleneadmin
00martedì 8 febbraio 2011 21:32
Il magistero che proponi non è in continuazione col magistero della Chiesa,infatti per tale motivo non siete in comunione sotto certi punti.

In quanto a leggere,mi pare che sia tu a non farlo,visto che ripeti sempre le stesse cose e non vi è un giusto discutere.

Quindi consiglio vivamente andare a fare discussioni in ambienti più consoni a tale metodo...
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