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Vilnus: l’Ucraina non firma, Unione Europea sconfitta

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2024 21:12
16/07/2016 04:02
 
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In Ucraina il partito filo-russo è oggi il primo partito nei sondaggi

Lui continua a muoversi come se niente fosse, a incontrare capi di Stato esteri, a tessere relazioni diplomatiche che possano garantirgli appoggio politico. Chissà, però, cosa deve aver pensato Petro Poroshenko leggendo le 67 pagine del rapporto “Public opinion survey, Residents of Ukraine”, realizzato dalla società demoscopica Rating con la collaborazione dell’International Republican Institute. Un documento che rappresenta un duro colpo per le ambizioni future del proprietario di Roshen, che mostra come gli ucraini non apprezzino più il suo lavoro, scoraggiati dalle misure di austerità imposte del Fondo Monetario Internazionale con la complicità del governo di Kiev. Ecco nel dettaglio tutti i punti più importanti dell’indagine.

L’Ucraina non sta andando nella giusta direzione
A pensarlo è il 71% degli intervistati, contro il 13% che pensa invece il contrario e il 15% che non riesce a rispondere. Abolire l’immunità di giudici e parlamentari (46%), un chiaro meccanismo anticorruzione con l’introduzione della responsabilità diretta della classe dirigente (38%) e un’ondata di arresti delle personalità più notoriamente corrotte (34%) sono le misure che il Paese dovrebbe prendere per andare “nella giusta direzione”.

La situazione economica dell’Ucraina è peggiorata

Il 78% degli ucraini ritiene che la situazione economica del paese negli ultimi 12 mesi sia peggiorata (il 33% solo “un po’”, il 45% “molto”). Il 2% dichiara di aver percepito un miglioramento della situazione generale, mentre il 15% non nota né miglioramenti né peggioramenti. Per quanto concerne la situazione economica domestica delle famiglie, anche qui il 78% dichiara una situazione economica peggiore (il 38% solo un “po’”, il 40% “molto”). Il 18% parla di situazione invariata e solo il 2% nota un miglioramento. Per il futuro non c’è molto ottimismo. Secondo il 52% la situazione nei prossimi 12 mesi è destinata a peggiorare, per il 9% a migliorare, mentre per il 21% non cambierà.

Il malcontento verso governo e Parlamento è sempre più forte
L’81% degli ucraini disapprova il lavoro del parlamento (35% “un po’”, 46% “molto”). La Rada attualmente mantiene la fiducia solo del 10%, mentre il restante 9% si limita a non rispondere. Non certo migliore la situazione di Volodymyr Groisman. Ad appena pochi mesi dal suo insediamento il 59% degli ucraini disapprova il suo modo di governare. L’ex speaker della Rada mantiene il supporto del 20% della popolazione. Anche il cambio con Yatsenyuk non è stato percepito positivamente. Il 41% degli intervistati crede che l’avvicendamento non risolverà la crisi politica, il 23% che, addirittura, la peggiorerà, mentre solo il 12% si dice sicuro del fatto che risolverà le battaglie interne al Parlamento.

Male il gradimento di Poroshenko, sale l’ex top gun Nadia Savchenko
A giugno il 73% degli ucraini non approva le attività del Presidente. Il magnate trova il supporto solo del 19% della sua popolazione. Tra i leader politici, sempre più in ascesa Nadia Savchenko, che incontra il favore del 45% degli ucraini, Andriy Sadovyi (sindaco di Leopoli) con il 33% e Mikheil Saakashvili con il 26%.

Le priorità per il Paese alle quali le istituzioni dovrebbe pensare, secondo gli stessi cittadini sono: riforma anti-corruzione (44%), nuovi volti nel governo (33%), riforma del sistema sanitario (25%), riforma della giustizia (22%). Mentre le tre cose più importanti a cui pensare sono il conflitto in Donbass (52%), la corruzione degli organi statali (39%) e la disoccupazione (29%).

L’idea di elezioni legislative anticipate ad ogni modo non piace

Solo il 38% della popolazione supporta questa idea, mentre il 47% si dice contrario a un’ipotesi del genere. Se si votasse domenica il 56% dei cittadini si recherebbe alle urne, mentre il 32% rimarrebbe a casa. Solo l’11% attualmente non è in grado di rispondere.

I filorussi primo partito

La frammentazione del blocco europeista e filo-occidentale ha determinato per la prima volta dalla rivoluzione di Maidan il primato di un partito filorusso, il Blocco d’Opposizione, movimento politico nato sulle ceneri del Partito delle Regioni di Yanukovich. Se domenica si votasse per elezioni parlamentari anticipate il 14% degli elettori lo voterebbe (a prescindere da questo c’è da dire che difficilmente potrà conquistare la maggioranza dei seggi. Si tratterebbe dunque di una vittoria di Pirro, ma significativa, se pensiamo che alle ultime elezioni ha preso il 9%). Subito dietro, ex aequo, Patria di Yulia Tymoshenko, il Blocco Poroshenko (11%), Samopomich (9%), Partito Radicale (8%), Svoboda (4%), Partito di Saakashvili (3%). Pravy Sektor, così come il nuovo movimento del suo ex leader Dmytro Yarosh e il Fronte Popolare di Yatsenyuk si fermerebbe all’1%.

La spaccatura nel Paese è evidente

Il 54% della popolazione è favorevole all’ingresso nell’Unione Europea, il 15% all’Unione euroasiatica con Russia, Bielorussia e Kazakhstan. Il dato sull’UE va analizzato nella sua interezza e complessità. Nell’ovest del Paese è favorevole l’82%, al centro il 60%, al sud il 46%, ad est appena il 24% (qui la maggioranza vuole l’Unione Euroasiatica). Significativo anche il dato su un eventuale referendum per l’entrata nella NATO. Il 39% voterebbe a favore , il 32% voterebbe contro, lasciando alta la percentuale degli indecisi. Sarebbe un bel testa a testa. Anche qui il dato va analizzato a seconda della regione. A ovest e al centro vincerebbe il SI’ all’ingresso nell’Alleanza, a sud e ad est prevarrebbero i NO (con percentuali peraltro nette).

Eugenio Cipolla
14/07/2016
www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=16539
20/07/2016 01:09
 
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"L’impunità per queste uccisioni rimane dilagante": Il rapporto ONU che inchioda Kiev

Nonostante il velo di indifferenza caduto sulla guerra in Donbass, in est Ucraina si continua a combattere in maniera incessante, ma soprattutto violenta. L’ultimo bollettino dell’amministrazione presidenziale ucraina, diffuso in mattinata dal portavoce Andriy Lisenko, è piuttosto pesante. Nelle ultime ore sette militari dell’esercito regolare sono morti, mentre quattordici sono rimasti feriti. Stando a informazioni dettagliate fornite dal quotidiano Ukrainska Pravda, quattro di questi sono morti a Zaitsevo, uno a Vodiani e altri due a Krimske. Segno che non si tratta di episodi isolati, ma di una lotta continua che si estende su tutto il fronte. Una considerazione confermata anche dal rapporto diffuso, sempre stamane, dall’agenzia di stampa filorussa di Donetsk. Fonti della DNR parlano di bombardamenti ucraini nella tarda serata di ieri a Yasynuvata, zona industriale a 40 chilometri a nord di Donetsk. «L’Esercito Ucraino – ha detto una fonte delle agenzie di sicurezza dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk – ha sparato nel territorio della zona industriale colpi di artiglieria calibro 122 mm. Non solo, abbiamo registrato colpi di mortaio da 120 mm anche nei quartieri circostanti l’aereoporto di Donetsk».

Negli ultimi giorni, secondo i dati forniti dai filorussi, sono state più di 700 le violazioni del cessate il fuoco da parte dell’Esercito Ucraino e la situazione, con il passare delle settimane, potrebbe via via peggiorare. Per ora si continua a lavorare anche sul fronte diplomatico, con continue riunioni del Gruppo di Contatto e del Quartetto di Normandia, ma le continue violazioni del cessate il fuoco dopo otto accordi siglati dall’autunno del 2014 ad oggi non fanno ben sperare. Come non fa ben sperare il rapporto diffuso nei giorni scorsi dall’Alta Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, intitolato “Responsabilità per le uccisioni in Ucraina dal gennaio 2014 al maggio 2016”. Nelle cinquantuno pagine rese note dall’ONU, contenenti anche sessanta casi specifici, si parla di esecuzioni sommarie di militari ucraini e membri di gruppi armati che si erano arresi, o che avevano in qualche modo smesso di partecipare alle ostilità. La gran parte di questi episodi sono avvenuti nel biennio 2014-2015 e documentano anche uccisioni di civili che non stavano prendendo parte alle ostilità, ma che sono comunque stati giustiziati sulla base di indizi fallaci e senza nessun processo.

Nessuno al momento ha ammesso la propria responsabilità su questi crimini ma, secondo l’ONU, potrebbero essere coinvolti sia l’esercito regolare che i miliziani filorussi. «L’impunità per queste uccisioni – si legge nel rapporto – rimane dilagante, favorendone la perpetuazione e minando le prospettive di giustizia». Queste esecuzioni sono avvenute ai danni di persone favorevoli all’unità del Paese (colpevoli sono i miliziani filorussi) o di affiliati in maniera presunta ai gruppi armati separatisti (colpevoli sono l’esercito regolare e i gruppi di volontari tipo Aydar, Azov, Dnepr). La relazione rileva come ci sia stata una diffusa mancanza di disciplina nei gruppi armati, assemblati frettolosamente, e all’interno delle forze ucraine. «Questi fattori hanno portato alla creazione di una specie di regola che vedeva uomini armati ricorrere prontamente alla violenza con la propria pistola contro chi ‘disobbediva’ ai loro ordini». Non è finita qui. Nel report si documentano anche gli omicidi all’interno dei gruppi armati e delle forze governative.

Ci sono stati almeno 121 casi di omicidio volontario di militari ucraini, alcuni dei quali avevano il compito di fungere da informatori e denunciare il comportamento scorretto dell’esercito regolare nella zona di conflitto. Dal primo giugno 2016, inoltre, 55 persone sono state accusate in relazione alla morte di alcuni manifestanti durante le proteste di Maidan. Tra questi, dieci funzionari governativi di alto livello e 29 ex comandanti militari. Tuttavia l’indagine su queste uccisioni è stata ostacolata da una legge che esenta da responsabilità penali tutte le persone che hanno partecipato a proteste di massa tra il 21 novembre 2013 e il 28 febbraio 2014. In tutto questo, sono 2.000 i civili morti in Donbass dall’inizio della guerra. Il 90% di questi, in base ai dati forniti dall’ONU, sono il risultato del bombardamento indiscriminato di aree residenziali. E intanto l’occidente continua a tacere. La verità, anche quelle dell’ONU che smontano i dogmi del main stream (come “i filorussi sono tutti sporchi, brutti e cattivi”), è troppo scomoda per essere diffusa. Si sa, la guerra è guerra, ma a volte si può far finta di non vedere.

Eugenio Cipolla
19/07/2016
www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=16610
10/08/2016 21:50
 
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Crimea: Servizi segreti russi sventano attentato terroristico organizzato dall’Ucraina



Ecco quanto dichiarano i servizi segreti russi:“Un gruppo di sabotatori è stato avvistato durante la notte del 7 agosto nei pressi della città di Armyansk (nella Repubblica di Crimea) grazie al lavoro di indagine”, ha dichiarato l’FSB, uno dei servizi segreti russi, sul proprio sito web. “Un ufficiale dell’FSB è stato ucciso in uno scontro a fuoco coi terroristi, che sono stati arrestati. Sono stati trovati venti ordigni esplosivi improvvisati, contenenti l’equivalente di più di 40 chilogrammi di tritolo; poi munizioni, bombe magnetiche, granate e armi speciali standard delle forze armate ucraine. I cittadini ucraini e russi che hanno fornito assistenza nella preparazione degli attacchi terroristici sono stati arrestati. Stanno rilasciando una confessione”, ha aggiunto. Secondo l’FSB, uno degli organizzatori degli attacchi terroristici, anch’esso arrestato, è un dipendente della Direzione di Intelligence principale del Ministero della Difesa ucraino. “I controlli di frontiera al confine con l’Ucraina sono stati rafforzati”, afferma l’FSB. La Russia ha introdotto ulteriori misure per proteggere le strutture più importanti e gli obiettivi sensibili. Nel frattempo, un portavoce del Ministero della Difesa ucraino ha negato che vi sia del vero in tali dichiarazioni, ma ha poi rifiutato di rispondere a ulteriori domande postegli dalla Tass. Secondo i servizi segreti russi, gli attacchi erano pensati per colpire le infrastrutture e le strutture chiave della penisola.

“L’obiettivo degli atti di sabotaggio e di terrorismo era quello di destabilizzare la situazione socio-politica prima e durante l’elezione di autorità federali e regionali”, ha dichiarato l’FSB. “Una rete di agenti creata dal Ministero della principale agenzia di intelligence ucraina è stata eliminata”. I servizi segreti russi hanno anche affermato di aver sventato due tentativi d’infiltrazione notturna in Crimea da parte di terroristi filogolpisti. “I tentativi di intrusione sono stati coperti grazie a massicci bombardamenti da parte dello Stato confinante e dalla presenza di veicoli blindati delle forze armate ucraine. Un militare russo è stato ucciso nello scontro a fuoco”. Che dire? L’Europa, ancora una volta (il precedente è il Kosovo, scippato alla Serbia), ha lasciato che gli USA creassero uno stato-canaglia nel continente, una sorta di cloaca massima in cui avviene ogni sorta di atto immondo, e dove il terrorismo, la guerra civile, il traffico di organi umani e droga sono solo una parte del problema, la punta di un iceberg che rischia di affondare il Titanic-Europa. Le continue provocazioni contro la Russia, da parte dell’Ucraina, degli USA, dei vari Paesi europei, non solo non risolvono, in una qualunque direzione, i problemi del nostro continente, ma li aggravano ulteriormente. Agli USA il conflitto perenne va benissimo, o meglio, va benissimo alla lobby degli armamenti americana (e non solo). Ma agli europei va davvero bene?

Massimiliano Greco
10 agosto 2016
www.opinione-pubblica.com/crimea-servizi-segreti-russi-sventano-attentato-terroristico-organizzato-dall...
07/11/2016 19:37
 
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Ucraina, georgiano Saakashvili lascia poltrona governatore Odessa



L'ex Presidente filo-occidentale georgiano Mikheil Saakashvili si è dimesso da governatore della città ucraina di Odessa dopo 18 tumultuosi mesi. Saakashvili è stato un appassionato sostenitore della rivoluzione filo-occidentale del 2014, che depose il Presidente filorusso Viktor Yanukovich e avvicinò l'Ucraina all'Europa. Ma si è scontrato più volte con alcuni membri della cerchia più stretta del Presidente Petro Poroshenko ed è stato accusato spesso di avere ambizioni politiche esagerate. Il 48enne, che parla fluentemente ucraino e considera il Presidente russo Vladimir Putin nemico giurato, sostiene che gli è stato impedito di lottare contro la corruzione nella città portuale e turistica di un milione di abitanti. Saakashvili ha scritto su Facebook che il suo capo della polizia è il primo da anni che "non ha mai preso mazzette". "Ma prima gli hanno tolto gran parte dei poteri, poi hanno cominciato ad attaccarlo su tutti i fronti", ha proseguito. Saakashvili ha detto di non aver avuto altra scelta se non le dimissioni. "La lotta continua", ha aggiunto. L'ex Presidente georgiano ha anche accusato Poroshenko di avergli "mentito" promettendogli di trasformare la regione del Mar Nero in una zona senza dazi sull'export e l'import.

7 novembre 2016
www.askanews.it/polveriera-ucraina/ucraina-georgiano-saakashvililasciapoltronagovernatore-odessa_71193...
[Modificato da wheaton80 07/11/2016 19:38]
10/04/2017 19:39
 
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Governatore Banca Nazionale Ucraina si dimette: accusa di sottrazione fondi



KIEV - Il direttore della Banca Nazionale di Ucraina (NBU), Valerija Gontareva, ha presentato al Presidente ucraino Petro Poroshenko le proprie dimissioni. Lo ha riferito all'agenzia di stampa ''Interfax-Ucraina'' una fonte informata. Il 6 aprile scorso Valerija Gontareva ha annunciato che avrebbe lasciato la carica. "Scriverò una lettera di dimissioni e non nominerò una persona al mio posto", aveva annunciato il funzionario di fronte a un gruppo di manifestanti riuniti intorno alla sua abitazione, secondo quanto riferito dal quotidiano 'Vedomosti'. Il Direttore della Banca Nazionale è coinvolto in indagini di rilevanza penale relative alla sottrazione di fondi. Il 29 marzo funzionari dell'Agenzia anti-corruzione hanno perquisito la sede della banca. Gontareva non aveva escluso le proprie dimissioni dopo la firma del memorandum con l'FMI, avvenuta alla fine della scorsa settimana. Nonostante le accuse di furto e corruzione che gravano su di lei, l'FMI ha firmato l'accordo.

10 aprile 2017
www.ilnord.it/b10085_GOVERNATORE_BANCA_NAZIONALE_UCRAINA_SI_DIMETTE_ACCUSA_DI_SOTTRAZIO...
[Modificato da wheaton80 10/04/2017 19:41]
27/05/2017 00:07
 
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Trump taglia 450 milioni di dollari che Obama regalava all'Ucraina ogni anno

WASHINGTON - La proposta di bilancio per l'anno fiscale 2018 presentata dalla Casa Bianca fissa i fondi del Dipartimento di Stato USA per il sostegno dell'Ucraina a 203,8 milioni di dollari, contro i quasi 668 milioni dello scorso anno. In particolare, la proposta destinerebbe 145 milioni di dollari per il sostegno all'economia e allo sviluppo dell'Ucraina, 13 milioni per la lotta al narcotraffico nel Paese ed altri 10 milioni per la lotta al terrorismo e lo sminamento. La voce ''finanziamento militare straniero'' è vuota, mentre nel 2016 a Kiev erano stati destinati a tale scopo 85 milioni di dollari. La maggior parte del sostegno militare statunitense all'Ucraina, comunque, giunge dal bilancio del Pentagono, piuttosto che da quello del Dipartimento di Stato. Ma resta il fatto che il Pentagono fornisce armi, il Dipartimento di Stato USA, soldi. E Trump smetterà di regalare soldi all'Ucraina. E ora i golpisti che faranno?

24 maggio 2017
www.ilnord.it/b10225_TRUMP_TAGLIA_450_MILIONI_DI_DOLLARI_CHE_OBAMA_REGALAVA_ALLUCRAINA_O...
27/06/2017 19:16
 
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Ucraina: attentato a Kiev, la vittima è un agente dell'Intelligence

In seguito all'esplosione dell'automobile parcheggiata questa mattina nel quartiere Solomenskij di Kiev è rimasta uccisa una delle figure chiave dell'Intelligence del Ministero della Difesa dell'Ucraina, Maksim Shapoval. Lo riferisce il quotidiano "Ukrainskaja Pravda". Secondo quanto diffuso dal Ministero della Difesa di Kiev, la vittima lavorava nella Direzione per l'Intelligence del Ministero della Difesa ucraino, precisa il quotidiano on line "Strana.ua", citando una fonte delle forze di sicurezza. L'identità della vittima è stata stabilita dopo il ritrovamento sul luogo dell'esplosione del suo biglietto da visita. In precedenza, il Ministero dell'Interno ucraino aveva definito l’esplosione come un atto terroristico.

27 giugno 2017
www.agenzianova.com/a/59522fcd953dd6.39500210/1595377/2017-06-27/ucraina-attentato-a-kiev-la-vittima-e-un-agente-dell-inte...
23/07/2017 20:00
 
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Donbass - A Donetsk nasce la Malorossija

Il 12 luglio, i deputati della Duma (il parlamento russo) hanno adottato alla seconda lettura un disegno di legge che facilita l’ottenimento della cittadinanza russa per i residenti dell’Ucraina. Secondo le statistiche, in Russia ci sono non meno di tre milioni di cittadini ucraini. Di questi, più di 700.000 hanno fatto domanda per ottenere la cittadinanza russa. Il Presidente Putin ha espresso il suo sostegno per il disegno di legge e gli esperti prevedono numerose ondate migratorie di cittadini ucraini in Russia. Per molti di loro, questo disegno di legge rappresenterebbe la possibilità di evadere dalla povertà in cui vivono nel loro Paese e di trovare un posto nel mercato del lavoro russo. Il 18 luglio, a Donetsk (Donbass), il capo della Repubblica Popolare di Donetsk, Aleksandr Zakharchenko, ha annunciato la creazione del nuovo Stato di Malorossija. “Noi riteniamo”, ha detto Zakharchenko, “che non sia possibile ripristinare lo Stato ucraino nella sua precedente forma. Il regime di Kiev ha dimostrato di non essere in grado di metter fine alla guerra civile. Noi, rappresentanti delle regioni dell’ex Ucraina, a esclusione della Crimea, proclamiamo la costituzione del nuovo Stato, erede dell’Ucraina. Abbiamo concordato di denominarlo Malorossija, dal momento che la denominazione di Ucraina si è discreditata”. Al congresso del 18 luglio hanno partecipato delegati provenienti da 19 regioni dell’Ucraina. A loro parere, lo Stato ucraino non sarà riformato, e quindi propongono di istituire una nuova Nazione su nuovi princìpi. Tra questi vi è il rifiuto categorico del nazismo e dell’oligarchia ucraina. I fondatori della Malorossija mirano a fondare uno Stato socialmente giusto con elementi di democrazia diretta. Malorossija (“piccola Russia”) è il nome storico di gran parte dell’attuale Ucraina al tempo in cui era parte degli imperi russo e polacco. Il nome Ucraina è comparso relativamente tardi e ha ricevuto la prima incarnazione politica cento anni fa. E, prima ancora, i residenti dell’area si definivano russi o malorossijani.

In epoca sovietica, la stragrande maggioranza dei cittadini ucraini entro le frontiere attuali, create dal regime comunista di Mosca, parlava russo, e soltanto poche persone istruite parlavano dialetti locali nei Paesi dell’Ucraina occidentale, dialetti a volte completamente incomprensibili ai residenti di altre regioni. Nelle sviluppate città industriali dell’est e del sud dell’Ucraina sovietica, la sola lingua parlata era il russo, e la mentalità non differiva da quella delle città russe. La restaurazione della Malorossija, dunque, non sarebbe solo il programma politico del rovesciamento del regime filonazista di Poroshenko, che è salito al potere con un colpo di Stato nel febbraio 2014: si tratterebbe di un programma culturale per il ritorno alle radici storiche, quando russi ed ucraini malorossijani si consideravano come un unico popolo. Queste notizie da Donetsk hanno scatenato una tempesta, e non solo in Ucraina. Una valutazione negativa della decisione è pervenuta anche da Berlino e Parigi. Molti critici considerano la dichiarazione sul ristabilimento della Malorossija una nuova forma di confronto informativo con l’Ucraina. Il punto di vista di Donetsk, invece, è che il processo in atto sia uno “smontaggio” dell’Ucraina pro-nazista e anti-russa. Anche se i rappresentanti delle autorità russe non hanno espresso sostegno al progetto, non lo hanno nemmeno condannato. Mosca non crede che l’Ucraina fermerà la guerra nel Donbass. Pertanto, il Governo Russo sembrerebbe chiudere un occhio sui piani di Donetsk e dei suoi numerosi sostenitori segreti in Ucraina per la creazione della Malorossija. Gli ambienti politici e militari della DPR credono che l’iniziativa di istituire la Malorossija derivi dai risultati dell’incontro tra Putin e Trump, e lo stesso parere è stato espresso da alcuni esperti russi, i quali credono che Mosca sia stanca di aspettare iniziative reciproche dalla nuova amministrazione statunitense e di trattenere gli impulsi offensivi delle Repubbliche del Donbass. L’iniziativa di Donetsk e dei delegati delle 19 regioni ucraine potrebbe realmente accelerare il processo di decadimento dell’attuale Stato ucraino.

Silvia Vittoria Missotti
19 luglio 2017
www.opinione-pubblica.com/donbass-donetsk-nasce-la-malo...
18/11/2017 23:33
 
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La versione dei cecchini sulla strage di Kiev:«Ordini dall'opposizione»

“Tutti hanno incominciato a sparare due o tre colpi alla volta. È andata avanti per quindici, venti minuti. Non avevamo scelta. Ci era stato ordinato di sparare sia sulla polizia, sia sui dimostranti, senza far differenza. Ero totalmente esterrefatto”. Così il georgiano Alexander Revazishvili ricorda la tragica sparatoria del 20 febbraio 2014 a Kiev, quando un gruppo di misteriosi cecchini aprì il fuoco su folla e poliziotti massacrando oltre 80 persone. Quella strage fece inorridire il mondo e cambiò i destini dell'Ucraina, costringendo alla fuga il Presidente filorusso Viktor Yanukovich, accusato d'aver organizzato la sparatoria. Ma la strage cambiò anche i destini dell'Europa e del nostro Paese, innescando la crisi che porterà alle sanzioni contro la Russia di Putin. Sanzioni rivelatesi un boomerang per l'economia italiana. Le confessioni di Revazishvili e di altri due georgiani, raccolte da chi scrive nel documentario “Ucraina, le verità nascoste”, in onda stasera alle 23.30 su Matrix, Canale 5, svelano una verità diversa e sconcertante. La verità di una strage ordita e attuata dalla stessa opposizione che accusò Yanukovich e i suoi alleati russi. Revazishvili e i suoi due compagni, incontrati e intervistati nel documentario, sono un ex membro dei servizi di sicurezza dell'ex Presidente georgiano Mikhail Saakashvili e due ex militanti del suo stesso partito. Ingaggiati a Tbilisi da Mamuka Mamulashvili, consigliere militare di Saakashvili, vengono incaricati di appoggiare, assieme ad altri volontari georgiani e lituani, le dimostrazioni in corso a Kiev in cambio di un compenso finale di 5mila dollari a testa. Muniti di passaporti falsi, arrivano in Ucraina per coordinare le dimostrazioni e provocare la polizia ucraina, inizialmente senza far uso di armi. Le armi entrano in scena il 18 febbraio e vengono distribuite ai vari gruppi di georgiani e lituani da Mamulashvili e da altri leader dell'opposizione ucraina. “In ogni borsa c'erano tre o quattro armi, c'erano pistole Makarov, mitragliatori Akm, carabine.

E poi c'erano pacchi di cartucce”. L'indomani Mamulashvili e i capi della protesta spiegano ai volontari che dovranno fronteggiare un assalto della polizia al Palazzo del Conservatorio e all'hotel Ucraina. In quel caso, viene spiegato, bisognerà sparare sulla piazza e seminare il caos. Ma uno dei protagonisti confessa di aver ricevuto un'altra spiegazione, molto più esauriente. “Quando è arrivato Mamulashvili l'ho chiesto anche a lui. Le cose si stanno facendo complicate, dobbiamo incominciare a sparare. Mi ha risposto che non possiamo andare alle elezioni presidenziali anticipate. Ma a chi dobbiamo sparare?, gli ho chiesto. Lui mi ha risposto che il chi e il dove non importava; bisognava sparare da qualche parte tanto per seminare caos”. “Non importava se sparavamo ad un albero, a una barricata o a chi tirava le molotov”, conferma un altro volontario. “Quel che contava era seminare confusione. Sentivi delle urla”, confessa Alexander. “C'erano morti e feriti. Il mio primo e unico pensiero è stato andarmene in fretta prima che s'accorgessero di me. Altrimenti mi avrebbero fatto a pezzi. Qualcuno stava già gridando che c'erano dei cecchini”. A quattro anni di distanza Alexander e i suoi due compagni raccontano di non aver ancora ricevuto la minima ricompensa e d'aver deciso anche per questo di raccontare la verità su chi li ha usati e abbandonati. «In quel momento non ho realizzato, non ero pronto, poi ho capito. Siamo stati usati. Usati e incastrati».

Gian Micalessin
15/11/2017
www.ilgiornale.it/news/politica/versione-dei-cecchini-sulla-strage-kiev-ordini-1463...
04/02/2018 00:03
 
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L'Ucraina ha perso la metà del PIL a causa delle sanzioni contro la Russia

Le sanzioni di USA e Unione Europea contro la Russia hanno tolto all'Ucraina metà del prodotto interno lordo. Con questa dichiarazione in onda a NewsOne è intervenuto il deputato della Verkhovna Rada Evgenij Muraev. Secondo il parlamentare, la Russia e l'Unione Europea hanno perso solo una piccola percentuale del loro PIL. Invece l'Ucraina per queste sanzioni ha ridotto l'indice della metà. “La pace è necessaria per recuperare almeno i soliti mercati. Queste sanzioni uccidono la Federazione Russa, uccidono l'Europa, ma più di tutto il reddito per i nostri cittadini. Abbiamo perso la metà del PIL. La Russia ha perso il due per cento, l'Europa meno dell'uno per cento, noi la metà. Questa guerra delle sanzioni è contro chi? Contro di noi?”, chiede Muraev. Oltre a questo, il deputato ha espresso rammarico per il fatto che nel Paese si chiudano le imprese, e che al loro posto si creino invece musei. “Abbiamo creato i più sofisticati missili del mondo. Ora in questi impianti si faranno i tour turistici”, ha detto. I paesi occidentali nel 2014 hanno introdotto sanzioni contro la Russia a causa della situazione in Ucraina. Mosca ha adottato misure di ritorsione e introdotto un corso per la sostituzione delle importazioni. Inoltre, la Russia ha ripetutamente affermato che non è parte del conflitto in Donbass ma oggetto degli accordi di Minsk, e parlare con lei nella lingua delle sanzioni è controproducente. Recentemente, nei paesi dell'Unione Europea si sentono sempre più pareri sulla necessità di abolire le sanzioni economiche nei confronti di Mosca.

03.02.2018
sptnkne.ws/gCF4
09/10/2018 17:45
 
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Ucraina, esplosioni in deposito munizioni: 10.000 evacuati

Diecimila persone sono state evacuate a causa di un incendio seguito da una serie di esplosioni in un deposito di munizioni nel nord dell’Ucraina, vicino alla piccola città di Itshnia, a oltre 170 chilometri da Kiev. Al momento non si hanno notizie di vittime o feriti. Il fuoco e le esplosioni hanno avuto inizio verso le 03.30 del mattino all’arsenale n6, che si estende per quasi 700 ettari. Lo spazio aereo entro un raggio di 30 chilometri è stato chiuso, insieme al traffico ferroviario e automobilistico. Questo è il sesto grande incendio in tre anni che riguarda un deposito dell’Esercito Ucraino, impegnato dal 2014 in un conflitto con i separatisti filo-russi nell’est del Paese.

09 ottobre 2018
parstoday.com/it/news/world-i170965-ucraina_esplosioni_in_deposito_munizioni_10.000_...
23/04/2019 14:17
 
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La strategia Zen di Putin per il Donbass

Molti simpatizzanti di Vladimir Putin non capiscono perchè il Capo del Cremlino non sia ancora intervenuto militarmente occupando il Donbass, nell’Ucraina orientale. Dopo che gli ucraini hanno violato gli accordi di Minsk e promosso attentati terroristici nelle repubbliche separatiste, c’era già chi favoleggiava di bombardamenti a tappeto con i caccia Su-57. Invece, Putin adotterà una strategia simile a quella già adottata per la Crimea, anche se utilizzando tattiche molto diverse. Per la penisola di Crimea, nel 2014, il Presidente russo escogitò un referendum protetto da uomini in divisa senza distintivi, occupando l’areoporto di Belbek, vicino a Sebastopoli. Con l’obiettivo di impedire lo sbarco di forze legate alla protesta del Maidan, i russi ed i loro alleati nell’est dell’Ucraina riuscirono a pacificare la Crimea e, di fatto, ad annetterla alla Russia con il referendum. La situazione nelle regioni del Donbass è molto più complessa, e ricorda quanto già accaduto negli anni Novanta in Kosovo. I separatisti, infatti, vivono una situazione di guerriglia, con al loro interno una più forte disorganizzazione e disomogenietà rispetto alla Crimea. Eppoi ci sono gli accordi di Minsk, che Putin intende rispettare. Quale tattica userà allora Putin per togliere il Donbass dalle grinfie dei nazisti ucraini? Un certo numero di residenti nel Donbass ha ricevuto il passaporto russo. Ma, come ha dichiarato il deputato dissidente ucraino Oleinik, stiamo parlando di una questione di “estradizione di massa” che coinvolge centinaia di migliaia di persone. Se inizia la distribuzione di massa di passaporti russi, sorgerà un precedente internazionale. In altri termini, se il Donbass riceverà i passaporti da Mosca, significa che dei cittadini russi vivono su quel territorio. Leggiamo la Costituzione russa:“Un cittadino della Federazione Russa è sotto la protezione dello Stato. Ovunque lui sia”. I cittadini degli Stati Uniti hanno la stessa impostazione legale. Passaporti e territorio sono cose diverse, dopotutto. Il Donbass, de jure, fa parte del territorio dell’Ucraina. Ma il segnale sarà serio e se a Kiev non risolveranno il problema, dovranno agire diversamente. Nel diritto internazionale ci sono aspetti che si contraddicono a vicenda.

Uno, ad esempio, riguarda l’inviolabilità dei confini; l’altro, è il diritto dei popoli all’autodeterminazione, sancito da Woodrow Wilson 100 anni fa e da tutti (a chiacchiere) sostenuto. Se Kiev ed il suo nuovo Presidente Zelensky non riusciranno a mantenere la pace nel Donbass, il divorzio sarà appoggiato dai russi con la tecnica dei passaporti. Non va dimenticato, infatti, che al Donbass non è stato garantito il diritto di voto! Anche sotto il profilo del diritto internazionale, il Donbass potrà dire: non sono state rispettate le regole e ora viviamo e lavoriamo in Russia. Perchè Putin non è già partito spedito con questa tattica? Se le persone che vivono nelle regioni separatiste ricevono i passaporti saranno in grado di ricevere anche prestazioni sociali, ma ciò richiederà una risoluzione speciale da parte di Mosca. Senza di essa, non ci sarà più nessuno di etnia e cultura russa disposto a vivere nel Donbass e molti semplicemente partiranno per la Russia. La cittadinanza, per le persone che vivono in quel casino, è una buona scusa per transitare massicciamente in altre aree della Federazione Russa. I temi in ballo sono dunque tantissimi, e complicati. Un capitolo a parte l’avranno le pensioni, ad esempio. Ci sono molti pensionati che, nel corso degli anni, hanno ancora ricevuto la pensione ucraina. Se devono rinunciare a questi soldi per un libro rosso con aquila bicipite, i pensionati del Donbass non potranno prendere 'sta cosa con piacere. Dopo tutto, non sanno cosa accadrà alle loro pensioni, ma hanno bisogno di ricevere denaro ogni mese solo per sopravvivere. Per contro, la maggior parte della popolazione giovane è più dinamica e se ne va dal Donbass, e dunque il numero di pensionati sta crescendo. La palla passa a Zelensky, che al di là della propaganda di questi giorni elettorali, sembrerebbe più propenso a discutere di queste cose con i russi rispetto al suo fallito predecessore Poroshenko. Se nulla cambierà e continuerà la guerra, Putin comunque non si farà troppe remore e procederà a distribuire i passaporti, con tutto ciò che ne consegue in termini di protezione dei nuovi cittadini russi.

Massimo Bordin
23/04/2019
micidial.it/2019/04/lastrategiazendiputinperildonbass/fbclid=IwAR1sJ6x3UTXhgNfiWVQlw3lUNm2RCLxZqiU7UYSFwPdSCOZMHqi...
08/07/2020 15:44
 
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Ucraina, scandalo Biden-Poroshenko: cosa c’è dietro le registrazioni

Recentemente, negli Stati Uniti è scoppiato uno scandalo sulle “registrazioni di Derkach”. Il 19 maggio, il deputato della Verkhovna Rada (parlamento ucraino) Andriy Derkach ha pubblicato i registri delle conversazioni telefoniche tenutesi tra il 2015 e il 2016 tra il vicepresidente americano Joe Biden e l’allora Presidente dell’Ucraina Petro Poroshenko. Secondo quanto emerge dai nastri, Biden avrebbe offerto un miliardo di dollari di aiuti in cambio del mantenimento della Burisma Holdings, una società operativa nel settore del gas in Ucraina, della quale suo figlio era un membro del Consiglio di Amministrazione, e del licenziamento del Procuratore Generale Viktor Shokin. Shokin, a quel tempo, stava indagando sulle attività della Burisma, indagini a cui non è mai riuscito a porre fine, in quanto nel 2016 è stato licenziato. Lo stesso Biden ha ammesso di avere avuto un rapporto diretto con le dimissioni di Shokin, altrimenti l’Ucraina di Poroshenko non avrebbe ricevuto il prestito di un miliardo di dollari. Questi fatti riflettono l’interesse degli alti funzionari dell’amministrazione democratica americana nelle operazioni della società del gas Burisma. Il membro del consiglio del Burisma era il figlio maggiore di Joe Biden, Hunter Biden. Pertanto, la pubblicazione delle registrazioni può portare lo scompiglio nella campagna presidenziale del candidato democratico. E potrebbe anche servire come materiale per accusare lo stesso Biden e altre persone dall’entourage dell’ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama per corruzione.

Non meno importante è il valore di tali registrazioni per l’Ucraina. Lo stesso deputato Derkach ha dichiarato inequivocabilmente che il Paese era “guidato da Biden”, e non dal Presidente dell’Ucraina. Derkach ritiene che queste conversazioni testimonino fatti di corruzione internazionale e di alto tradimento ai massimi livelli statali. Ha trasferito tutto il materiale all’ufficio del Procuratore Generale dell’Ucraina. Il 20 maggio sono stati avviati procedimenti penali contro Petro Poroshenko in base a due articoli: il comma 1 dell’articolo 111 e il comma 2 dell’articolo 364 (alto tradimento e abuso di potere). Gli esperti affermano che le voci che si sentono nelle “registrazioni di Derkach” sono simili a quelle di Biden e Poroshenko. Pertanto, il tentativo di classificare le registrazioni come dei falsi non ha funzionato. Andriy Derkach è un ex dipendente dei servizi speciali ucraini del Servizio di Sicurezza del Presidente dell’Ucraina, che fa parte del Servizio di Sicurezza dell’Ucraina (SBU). Lo SBU, a sua volta, avrebbe buoni rapporti con la CIA. Esperti ucraini affermano che Derkach avrebbe lavorato a stretto contatto con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, e che la pubblicazione di queste registrazioni potrebbe contribuire alla rielezione di Trump. Tutti gli esperti credono nell’autenticità delle registrazioni.

Il ruolo dell’Ucraina nelle elezioni presidenziali americane
La loro pubblicazione è stata una coincidenza? Negli Stati Uniti vi è una feroce lotta per la presidenza. E il presidente in carica Donald Trump fa il possibile per mettere in cattiva luce i suoi avversari democratici. È possibile che, attraverso canali di servizi speciali o delegazioni dello stesso Trump, a Derkach siano stati consegnate le registrazioni esplosive che potrebbero cambiare il corso della campagna elettorale negli Stati Uniti. Poroshenko ha definito le registrazioni una “prova compromettente” inventata su di lui. A suo avviso, questo è il lavoro di “provocatori filo-russi che cercano di lasciare il Paese faccia a faccia con il Cremlino”. L’ex Presidente ucraino Poroshenko non può apertamente accusare l’inquilino della Casa Bianca, quindi, per abitudine, accusa il Presidente russo Vladimir Putin. Mentre, ovviamente, Joe Biden insiste sulla “pista russa”.

Gli interessi dei Biden in Ucraina e nel Donbass
Nel mezzo delle ostilità nel Donbass (estate 2014), fonti di entrambi i fronti del conflitto (Donbass e Ucraina) sostenevano che lo scopo della guerra fosse quello di ripulire la popolazione del Donbass, dal momento che su quel territorio si dovrebbe svolgere la produzione di gas. Il lavoro sarebbe svolto dalla società internazionale Burisma. Questa società avrebbe scoperto grandi giacimenti di gas proprio nella zona settentrionale del Donbass (Slavyansk, Kramatorsk e altre città), ma due cose interferirebbero con l’obiettivo: una popolazione numerosa e uno sviluppo urbano angusto. Pertanto, avrebbero deciso di avviare una guerra con l’obiettivo di ridurre le milizie e i civili del Donbass (ma nella quale, nel frattempo, soccombono anche militari ucraini). Si tratta solo di un’opinione, ma nell’estate del 2014 sono apparse troppe informazioni su questa misteriosa società Burisma e sui suoi piani per l’Ucraina e il Donbass. A far propendere l’ago della bilancia verso questa teoria è la partecipazione di alti rappresentanti dell’amministrazione democratica statunitense. L’episodio di corruzione da parte di Joe Biden ne sarebbe una prova. Nonostante le registrazioni di Derkach non abbiano avviato uno scandalo su vasta scala, poiché l’elettore americano medio non si sente legato agli eventi della lontana Ucraina, potrebbero giocare un ruolo nella campagna elettorale americana.

Silvia Vittoria Missotti
08 Luglio 2020
www.opinione-pubblica.com/ucraina-scandalo-biden-poroshenko-cosa-ce-dietro-le-registrazioni/?fbclid=IwAR0qdfFj0i4xtRHuOavvw1MwAJZLrsalztOWpSCKeZGztzBjXXQ...
15/10/2020 22:12
 
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Notizia bomba sugli affari dei Biden in Ucraina: Trump esorta a rivelare tutte le informazioni

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha sottolineato oggi, giovedì 15 ottobre, che il suo rivale democratico alle imminenti elezioni, Joe Biden, dovrebbe rilasciare tutte le informazioni relative al suo presunto coinvolgimento negli affari di famiglia alla luce delle lettere pubblicate di recente che indicano i suoi possibili collegamenti con la compagnia energetica ucraina Burisma. "Joe Biden deve rilasciare immediatamente tutte le e-mail, le riunioni, le telefonate, le trascrizioni e le registrazioni relative al suo coinvolgimento negli affari della sua famiglia e alla sua influenza sul commercio mondiale, anche in CINA!", Ha scritto Trump su Twitter. In un tweet successivo, il Presidente si è poi congratulato con il New York Post per aver smascherato quella che ha descritto come "la massiccia corruzione che circonda Sleepy Joe (nomignolo scelto per il rivale)". Le accese osservazioni pubblicate sul social hanno fatto seguito alla pubblicazione di due e-mail da parte del New York Post che Vadim Pozharskiy, un alto funzionario di Burisma, avrebbe inviato al figlio di Biden, Hunter, il quale lavorava anche per la compagnia energetica ucraina. In una delle presunte lettere, Pozharskyi ringrazia Hunter per aver organizzato un incontro con suo padre, mentre nella seconda lettera chiede a Hunter come potrebbe usare la sua "influenza" per sostenere la compagnia ucraina.

Nelle e-mail, che si dice siano state trovate su un laptop MacBook Pro abbandonato in un negozio di computer del Delaware, Hunter sembra sfruttare il fatto che suo padre, Joe Biden, era all'epoca il vicepresidente degli Stati Uniti e sarebbe presto stato in visita a Kiev. Il team per la campagna di Biden ha affermato che il NY Post non ha mai chiesto informazioni sugli elementi centrali della storia e che l'incontro riportato non è mai avvenuto. Le presunte e-mail sono ovviamente in contrasto con le affermazioni del candidato democratico di non avere nulla a che fare con il lavoro del figlio minore per la Burisma. Nel 2019, i tentativi di Donald Trump di convincere Kiev a riaprire un'indagine del 2015 sugli affari di Hunter alla fine avevano portato all'impeachment dello stesso Trump per abuso di potere e i suoi sforzi erano stati denunciati dalla critica come un tentativo di influenzare la corsa presidenziale del 2020, in cui Biden corre contro di lui. I sostenitori del Presidente, al contrario, sostenevano che una simile indagine avrebbe potuto scoprire elementi di sostanziale corruzione.

I giganti dei social media censurano la storia del NY Post

Dopo che il New York Post ha rilasciato la notizia bomba, "le e-mail di Hunter Biden mostrano di sfruttare i contatti con suo padre per favorire la Burisma", e ha iniziato a diventare virale, Facebook e Twitter hanno preso misure per limitarne la diffusione. Il portavoce di Facebook Andrew Stone ha twittato che avrebbero ridotto la distribuzione di tali pubblicazioni sulla loro piattaforma mentre i fact-checker di terze parti del gigante della tecnologia avrebbero verificato se la storia fosse accurata. Coloro che hanno tentato di twittare un collegamento alla storia hanno ricevuto un messaggio di errore che diceva:"Qualcosa è andato storto, ma non preoccuparti, proviamo un altro tentativo". Il tweet originale della storia del NY Post è stato rimosso, con Twitter che ha affermato che il giornale aveva "violato le regole del social". Successivamente, Twitter ha rilasciato un chiarimento, suggerendo che la storia è stata censurata a causa di "materiali compromessi" nell'articolo:"Vogliamo fornire la necessaria chiarezza sulle azioni che abbiamo intrapreso rispetto a due articoli del NY Post che sono stati twittati questa mattina. Le immagini contenute negli articoli includono informazioni personali e private, come indirizzi email e numeri di telefono, che violano le nostre regole", ha twittato il servizio Twitter Safety.

15.10.2020
it.sputniknews.com/mondo/202010159658335-notizia-bomba-sugli-affari-dei-biden-in-ucraina-trump-esorta-a-rivelare-tutte-le-infor...
[Modificato da wheaton80 15/10/2020 22:13]
24/02/2022 15:12
 
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Russia. Esercito Ucraino abbandona armi e postazioni

Le truppe ucraine stanno abbandonando le loro postazioni e stanno lasciando cadere le armi, ha affermato questa mattina il Ministero della Difesa russo in una dichiarazione alla stampa. “Secondo l’intelligence, le truppe e i membri in servizio delle forze armate ucraine stanno lasciando le loro posizioni in gran numero e stanno lasciando cadere le armi. Non sono stati effettuati attacchi sulle postazioni delle unità delle forze armate ucraine che hanno deposto le armi”, si legge nella dichiarazione. Secondo il ministero, le armi di precisione vengono utilizzate per disabilitare le infrastrutture militari, le difese aeree, gli aeroporti militari e gli aerei. Questa mattina, il Presidente russo Vladimir Putin ha annunciato un’operazione militare basata su una richiesta dei capi delle repubbliche del Donbass. Putin ha sottolineato che la Russia non ha intenzione di occupare i territori ucraini.

24/02/2022
ilfarosulmondo.it/russia-esercito-ucraino-abbandona-armi-e-pos...
[Modificato da wheaton80 24/02/2022 15:13]
26/02/2022 02:17
 
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Russia: colpite 118 strutture militari ucraine



Il Ministero della Difesa russo ha riferito che 118 strutture militari ucraine, tra cui 11 piste di atterraggio, 13 punti di comando e comunicazione, 14 sistemi di difesa missilistica S-300 e 36 stazioni radar, sono state distrutte durante l’operazione militare russa in corso.

25/02/2022
ilfarosulmondo.it/russia-colpite-118-strutture-militari-...
01/03/2022 19:34
 
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Il vero significato dell'intervento della Russia in Ucraina



03/03/2022 05:13
 
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"Kherson è caduta". Adesso è in mano ai russi

I russi hanno definitivamente preso la città di Kherson. A poche ore dai colloqui che domani dovrebbero scattare in Bielorussia, Mosca ha messo in tasca una vittoria militare che potrebbe essere decisiva per le sorti del conflitto. Kherson infatti è una città di 300mila abitanti situata a ovest del fiume Dnepr. La sua difesa per gli ucraini era importante perché da qui Odessa dista appena 200 km. Dunque la prospettive per Kiev sono ora di vedere avanzare i russi lungo tutte le sponde del Mar Nero. Le truppe di Mosca sono arrivate in prossimità della città già lo scorso fine settimana. Nelle ultime 24 ore più volte è stata data per caduta. Ma in realtà i russi l'avevano circondata da quasi tutti i lati, prendendo aeroporto, porto e stazione ferroviaria. Si è trattato della prima vera avanzata in territorio urbano dall'inizio del conflitto. In mattinata il Ministero della Difesa russo aveva ufficialmente comunicato la conquista di Kherson. Ma il sindaco Igor Kolykhaev aveva smentito, parlando di territorio effettivamente circondato ma senza la definitiva presenza russa nel cuore della città. Adesso è stato proprio il primo cittadino a confermare la caduta. “La città è circondata, l'esercito ucraino qui non c'è”, le poche ma chiare parole del sindaco riferite dal New York Times. L'accelerazione all'offensiva impressa da Mosca nelle ultime ore ha portato alla conquista della prima grande città ucraina. Ma che qualcosa stava cambiando lo si era visto già martedì sera, con le prime immagini pubblicate su Twitter che ritraevano soldati russi camminare per le strade di Kherson e pattugliare alcune delle vie principali. Il sindaco probabilmente è adesso fuori città. Perché ha riferito di aver ricevuto comunicazione da fonti esterne dell'ingresso di almeno dieci ufficiali russi nel palazzo del Comune. Qui, sempre secondo la versione di Kolykhaev, si starebbe pianificando l'istituzione di una nuova amministrazione per controllare il territorio. La battaglia di Kherson fino ad ora è stata la più dura e sanguinosa della guerra. Diverse fonti militari hanno reso noto come sia russi che ucraini abbiano pianto su questo fronte il maggior numero di caduti dall'inizio del conflitto. Del resto il territorio è molto importante. Per gli ucraini perderlo potrebbe voler significare lasciare una porta aperta all'avanzata russa lungo il Mar Nero. Per i russi la sua conquista potrebbe rappresentare una svolta nella guerra. Di certo, alla vigilia dei nuovi colloqui previsti tra le due delegazioni, la presa di Kherson è un'arma in più in mano a Mosca.

Mauro Indelicato
02 Marzo 2022
www.ilgiornale.it/news/mondo/ucraina-i-russi-sono-entrati-kherson-2014...
04/03/2022 16:42
 
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Il bilancio fornito da Mosca dell’operazione speciale in Ucraina

Il Ministero della Difesa russo ha reso noto ieri il bilancio delle operazioni militari in atto in Ucraina annunciando di aver colpito 1.533 obiettivi militari, dei quali 54 centri di comando, controllo e comunicazione, 39 complessi missilistici antiaerei, oltre 60 aerei, 46 droni e 484 carri armati ucraini. Per la prima volta dall’inizio della “operazione speciale” in Ucraina i russi hanno fornito anche un bilancio delle perdite in vite umane, ammettendo di aver registrato 498 caduti e 1.597 feriti dall’inizio dell’offensiva. Il Maggiore Generale Igor Konashenkov, portavoce del Ministero, in un briefing ha aggiunto che le perdite sofferte dalle forze armate ucraine includono più di 2.870 caduti e 3.700 feriti. Il Governo Ucraino aveva rivendicato l’uccisione, il ferimento o la cattura di almeno 5.840 militari russi. Il rischio di un coinvolgimento diretto della NATO nel conflitto era emerso ieri, quando il Ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha dichiarato che la NATO starebbe “valutando” la possibilità di imporre una no-fly zone sull’Ucraina, su richiesta di Kiev. Fonti dell’Alleanza interpellate dall’ANSA hanno però smentito, affermando che la NATO non prevede di mandare aerei nello spazio aereo ucraino rimandando alle parole pronunciate ieri dal Segretario Generale Stoltenberg, che nel corso della conferenza stampa tenuta insieme al Presidente polacco Andrzej Duda, aveva detto che “il Patto Atlantico è al fianco dell’Ucraina, ma non vuole essere parte del conflitto in corso. Non manderà il suo esercito e non manderà aerei nello spazio dell’Ucraina”.

03 marzo 2022
www.analisidifesa.it/2022/03/il-bilancio-fornito-da-mosca-delloperazione-speciale-in-...
09/03/2022 14:15
 
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Aggiornamento

Una giornata alla centrale nucleare di Zaporozhe. Il complesso era sorvegliato da 240 soldati ucraini, cui è stato ordinato di “combattere fino all’ultima goccia di sangue”, secondo il loro comandante, quando la struttura è stata consegnata all’Esercito Russo. Ora, continua ad essere in servizio presso la centrale nucleare, poiché è sicuro che questo sia il suo dovere verso l’Ucraina, ma si considera già morto. Tutti i soldati ucraini sono stati rilasciati, dopo aver consegnato le armi. E questa è solo una parte.



La bandiera rossa sventola di nuovo sulla centrale nucleare di Zaporozhe. Dopo 30 anni di assenza, la bandiera rossa dei creatori e costruttori della centrale nucleare sventola di nuovo sul complesso.

09 marzo 2022
aurorasito.altervista.org/?p=23062
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