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Gli huthi hanno preso il potere nello Yemen

Ultimo Aggiornamento: 16/03/2024 17:47
21/01/2022 14:07
 
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Emirati, il prezzo dell'aggressione contro lo Yemen

Con il clamoroso attacco subito lunedì ad Abu Dhabi, gli Emirati Arabi Uniti (EAU) hanno improvvisamente scoperto che l’aggressione contro lo Yemen, condotta dal 2015 assieme all’Arabia Saudita, comporta un prezzo sempre più salato da pagare. L’incursione portata a termine per la prima volta con successo sul territorio emiratino dal governo di resistenza yemenita, guidato dal movimento Ansarullah, ha colpito una parte dell’aeroporto della capitale e un’installazione petrolifera nelle vicinanze, facendo tre vittime e alcuni feriti. Per il regime degli Emirati si tratta di un brusco avvertimento che mette fine alla tranquillità di cui aveva finora goduto, nonostante il coinvolgimento nel massacro in Yemen, e apre una serie di interrogativi sull’opportunità di continuare a perseguire gli obiettivi strategici collegati alle vicende nel più povero dei Paesi arabi. I fatti di lunedì seguono di pochi giorni il sequestro, sempre da parte delle forze affiliate al governo di Sana’a, di un’imbarcazione battente bandiera emiratina nelle acque del Mar Rosso che, secondo le prove presentate dagli al-Houthi, aveva a bordo armi e mezzi di trasporto militari. L’innalzamento del livello qualitativo della controffensiva dei combattenti yemeniti è in realtà una dinamica tutt’altro che recente, ma gli ultimi eventi segnano un ulteriore passo in avanti in concomitanza con il rimescolamento in atto degli equilibri del conflitto. In linea generale, Ansarullah e le forze alleate a questo movimento intendono far pagare tutte le conseguenze del caso non solo al regime saudita, ma sempre più anche a quello degli Emirati, protagonista negli ultimi mesi di un’intensificazione dell’impegno bellico a supporto della propria strategia in Yemen. Gli avvenimenti più significativi sono stati quelli attorno alla provincia di Shabwa, fondamentale per le sorti di un’altra area da tempo al centro di scontri durissimi e a sua volta cruciale per le sorti della guerra, quella di Marib.

Qui gli Houthi sono protagonisti di un assedio per il controllo della città omonima. I loro progressi hanno spinto i sauditi a intensificare la campagna di bombardamenti e, nel contempo, a convincere gli Emirati a investire maggiori risorse nel conflitto. Nel 2019, Abu Dhabi aveva ufficialmente ritirato tutte o quasi le proprie forze di terra dallo Yemen, sia pure conservando una fortissima influenza nel sud del Paese attraverso l’appoggio ai separatisti meridionali e il controllo di formazioni mercenarie. Gli Emirati hanno obiettivi parzialmente diversi dall’Arabia Saudita in Yemen, concentrati in larga misura sul controllo di porti e isole in questo Paese che consentono il predominio delle rotte marittime in direzione est/ovest. Abu Dhabi, in seguito a un’intesa con Riyadh attorno a questioni di carattere amministrativo locale, aveva così dispiegato una brigata mercenaria nella provincia di Shabwa che, grazie anche al supporto dei bombardamenti aerei sauditi, aveva respinto le forze di Ansarullah, riaprendo le vie di comunicazione verso Marib. Questo rinnovato impegno in Yemen ha trovato dunque la risposta del governo di Sana’a, concretizzatosi lunedì nella brillante operazione che ha portato la guerra nel cuore degli Emirati Arabi. L’operazione ha implicazioni serissime per quest’ultimo Paese, la cui prosperità si basa in gran parte sulla stabilità e la sicurezza interna, condizioni imprescindibili per il fiorire di commercio e turismo. La chiusura, anche se per un breve periodo di tempo, dell’importante hub aeroportuale regionale di Abu Dhabi deve avere messo perciò i brividi alla casa regnante, avvertita oltretutto dai vertici di Ansarullah di possibili ulteriori attacchi se l’aggressione contro lo Yemen dovesse proseguire.

21 gennaio 2022
https://parstoday.com/it/news/middle_east-i282420-emirati_il_prezzo_dell'aggressione_contro_lo_yemen
[Modificato da wheaton80 21/01/2022 14:07]
26/02/2022 13:20
 
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Yemen, disertano quattro comandanti pro-Hadi

Quattro alti comandanti delle milizie che combattono per l'ex governo del fuggitivo Abd-Rabbu Mansour Hadi, alleato dell'Arabia Saudita, hanno disertato e si sono uniti all'Esercito Yemenita e ai Comitati Popolari alleati, che continuano a ottenere risultati decisivi nella battaglia contro la coalizione militare a guida di Riyadh. Lo riferisce l'IRIB. I funzionari del Governo di Salvezza Nazionale dello Yemen hanno ricevuto sabato gli ufficiali disertanti, tra loro due colonnelli, durante una cerimonia nella capitale Sana'a, secondo l'agenzia di stampa yemenita.

13 febbraio 2022
parstoday.com/it/news/middle_east-i284940-yemen_disertano_quattro_comandanti_...
16/03/2022 00:58
 
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Yemen. Uccisi soldati arabi e sudanesi

Le forze Houthi in Yemen hanno ucciso almeno 80 soldati sudanesi e 15 sauditi che combattevano all'interno della coalizione araba a guida saudita durante un'operazione militare nella città di Haradh, nel Governatorato di Hajjah, secondo quanto riferito ieri da un canale pro-Houthi. Al-Masirah TV ha citato una fonte militare anonima che ha affermato che le forze Houthi hanno ripulito "dozzine" di villaggi e altri siti a ovest di Haradh durante l'operazione "massiccia" contro le forze della coalizione. L'emittente ha sottolineato come l'operazione militare sia durata due giorni interi, durante i quali gli Houthi hanno preso il controllo di un'area di 54 chilometri quadrati. Secondo la fonte, più di 500 soldati sudanesi e sauditi sono stati uccisi o feriti durante l'operazione. La stessa fonte ha spiegato inoltre che durante l'operazione le forze Houthi hanno sequestrato attrezzature militari, inclusi veicoli corazzati, carri armati e armi pesanti e medie.

Traduzione: Wheaton80
15 marzo 2022
www.middleeastmonitor.com/20220315-yemen-sudanese-and-saudi-soldiers...
[Modificato da wheaton80 16/03/2022 00:58]
09/04/2022 03:10
 
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Lo Yemen dà a Riyad un ultimatum per porre fine alla sua aggressione

La guerra dimenticata dello Yemen ritorna di attualità dopo l’attacco ai depositi dell’Aramco in Arabia Saudita. Lo Yemen dichiara un cessate il fuoco unilaterale di tre giorni e dà un ultimatum all’Arabia Saudita e ai suoi alleati per porre fine all’aggressione contro il popolo yemenita. “Annunciamo la cessazione di tutte le azioni offensive su tutti i fronti per un periodo di tre giorni e affermiamo la nostra disponibilità a trasformare questa cessazione in un impegno definitivo, permanente e duraturo”, ha annunciato sabato il Presidente del Consiglio Politico Supremo dello Yemen Mahdi al-Mashat. Parlando in un discorso televisivo, Al-Mashat ha spiegato che le truppe yemenite fermeranno tutti gli attacchi di missili e droni e tutte le azioni militari contro l’Arabia Saudita via terra, mare e aria per tre giorni. Allo stesso modo, ha affermato che lo Yemen è pronto per un eventuale cessate il fuoco permanente, se l’Arabia Saudita ritira tutte le forze straniere dal territorio yemenita, si rifiuta di sostenere le milizie nello Yemen e pone fine al suo assedio e agli attacchi nel territorio yemenita. Ha anche chiesto all’Arabia Saudita di porre fine al blocco a cui sottopone i territori sotto il suo controllo e di fermare i bombardamenti aerei contro la popolazione yemenita.

Lo Yemen è pronto per uno scambio di tutti i prigionieri di guerra
Al-Mashat ha anche espresso la volontà dello Yemen di scambiare tutti i prigionieri di guerra, compreso il fratello dell’ex Presidente yemenita latitante Abdu Rabu Mansur Hadi e altri prigionieri della coalizione guidata da Riyad contro lo Yemen, in cambio del rilascio di tutti i prigionieri yemeniti. L’alto funzionario yemenita ha chiarito che lo Yemen vuole la pace, invitando i nemici a fermare tutte le azioni che ostacolano la pace. Sono passati sette anni dalla devastante aggressione saudita contro il suo vicino meridionale, lo Yemen. L’aggressione saudita, volta a schiacciare il movimento popolare yemenita Ansarullah e a riportare al potere l’ex Presidente yemenita latitante Abdu Rabu Mansur Hadi, ha provocato la morte di centinaia di migliaia di yemeniti e milioni di sfollati. Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e Israele partecipano attivamente alla campagna di aggressione contro lo Yemen, con appoggio logistico, con fornitura di armi e con truppe speciali sul terreno. Tuttavia, sette anni dopo, nonostante il sostegno delle potenze occidentali, la coalizione degli aggressori non ha raggiunto i suoi obiettivi e, per di più, i progressi militari dello Yemen mostrano che l’equazione è completamente a favore del Paese più povero del mondo arabo. L’attacco più recente dell’Esercito Yemenita è stato venerdì, quando i droni hanno attaccato 18 obiettivi chiave nell’Arabia Saudita meridionale e centrale, comprese le strutture della compagnia petrolifera statale saudita Aramco, una compagnia che tiene il polso dell’economia saudita. L’attacco ha fatto incendiare i depositi dell’Aramco ed ha suscitato il panico fra i sauditi, ha bloccato il pompaggio del crudo ed ha determinato anche una impennata nei prezzi del petrolio.

Fonte: www.hispantv.com/noticias/yemen/539917/alto-fuego-arabia...

Traduzione e sintesi: Luciano Lago
www.controinformazione.info/lo-yemen-da-a-riyadh-un-ultimatum-per-porre-fine-alla-sua-aggr...
29/04/2022 20:32
 
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Wall Street Journal: L'ex Presidente dello Yemen Hadi si è dimesso in seguito all'ordine di Mohammed bin Salman e alle minacce dei funzionari sauditi

Secondo quanto riferito, l'ex Presidente yemenita Abd Rabbuh Mansur Hadi è stato costretto dall'Arabia Saudita a cedere i suoi poteri autoproclamati a un organismo di nuova costituzione, poiché sette anni di guerra volti a reinsediarlo non sono riusciti a raggiungere gli obiettivi. Il 7 aprile Hadi ha annunciato di aver delegato i suoi poteri al consiglio della “leadership presidenziale” e di aver destituito il vicepresidente Ali Mohsen al-Ahmar. Domenica, il Wall Street Journal ha citato funzionari sauditi e yemeniti anonimi, che hanno affermato che il principe ereditario dell'Arabia Saudita Mohammed bin Salman (MBS) ha dato a Hadi un decreto scritto di trasferimento dei suoi poteri al consiglio. Secondo il rapporto, Hadi ha attuato l'ordine dopo che alcuni funzionari sauditi lo hanno minacciato di rivelare ciò che dicevano fosse una prova della sua corruzione. Il WSJ ha dichiarato che i funzionari hanno confinato Hadi nella sua casa a Riyadh e gli hanno negato l'accesso ai telefoni dal giorno in cui ha annunciato le sue dimissioni. L'annuncio ha fatto seguito ai colloqui sul conflitto yemenita tenuti dal Consiglio di Cooperazione del Golfo Persico (PGCC) presso la sede dell'unione regionale a Riyadh. Il popolare movimento di resistenza Ansarullah dello Yemen aveva boicottato il vertice, insistendo sul fatto che non si sarebbe recato in territorio nemico per colloqui. La mossa di Hadi è arrivata anche pochi giorni dopo l'entrata in vigore di una fragile tregua di due mesi, mediata dalle Nazioni Unite. L'Arabia Saudita ha accolto con favore la decisione di Hadi, esortando il consiglio ad avviare negoziati con il movimento Ansarullah. Il regno ha anche affermato che prediporrà 3 miliardi di dollari in sostegno all'economia dello Yemen. Questo mentre il regime saudita è ampiamente accusato dell'attuale catastrofe umanitaria in Yemen, dove circa l'80% dei suoi 30 milioni di abitanti ha bisogno di una qualche forma di aiuto per sopravvivere. Ansarullah ha affermato che la mossa di Hadi ha privato le Nazioni Unite della scusa per continuare a sostenere gli aggressori nella guerra di sette anni a guida saudita.

Traduzione: Wheaton80
18 aprile 2022
parstoday.com/en/news/west_asia-i171688-yemen’s_ex_president_hadi_resigned_following_mbs_order_saudi_officials’_threats_...
25/03/2023 20:00
 
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Yemen, ucciso comandante Al Qaeda nel Nord



Il governo di salvezza nazionale dello Yemen ha annunciato la morte, nel nord del Paese, di un comandante del gruppo terroristico Al Qaeda proveniente dall'Arabia Saudita. Si tratta di Hamad bin Hamoud Al Tamimi, che e' stato colpito nel suo nascondiglio a Marib, nello Yemen settentrionale, ed era a capo del Consiglio di Amministrazione di Al Qaeda. Dopo aver subito numerose sconfitte sul campo di battaglia contro i combattenti dello Yemen, l'Arabia Saudita ha cominciato ad utilizzare elementi\gruppi terroristici come Daesh (ISIS) ed Al Qaeda per lanciare le sue aggressioni militari sul fronte meridionale dello Yemen.

02 marzo 2023
parstoday.ir/it/news/middle_east-i325364-yemen_ucciso_comandante_al_qaeda_...
14/12/2023 11:02
 
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Gli Houthi sono l’incubo delle navi israeliane

Le cose si stanno facendo difficili per Israele non solo nello scontro diretto con Hamas, ma nel contesto generale. E’ di oggi la notizia che la compagnia di navigazione israeliana Zim ha annunciato un aumento dei prezzi per le spedizioni dall’Asia al Mediterraneo a causa della “persistente minaccia alla sicurezza nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden dovuta agli attacchi di droni e missili yemeniti”. La decisione riflette le crescenti tensioni nella regione e le sue implicazioni per il commercio internazionale e così, in risposta alle minacce provenienti dallo Yemen, Zim ha deciso di cambiare la rotta delle sue navi. Invece di passare attraverso Bab el-Mandeb e il Canale di Suez, le navi della compagnia ora circumnavigheranno l’Africa, come si faceva prima dell’apertura del canale. Questo cambiamento nei percorsi comporterà tempi di transito significativamente più lunghi, che si prevede aggiungano fino a 18 giorni ai normali tempi di consegna. Il tempo di viaggio aggiuntivo aumenterà inevitabilmente i costi di spedizione. La società stima che questo aumento di prezzo aggiungerà tra i 20 e i 100 dollari al costo di ciascun container spedito. Zim sottolinea che il problema delle minacce nella regione non riguarda solo la loro azienda, ma anche l’intera attività di trasporto marittimo che opera nella regione, e molte altre aziende israeliane hanno adottato misure simili. L’azienda invita la comunità internazionale e le parti responsabili della libertà di navigazione a impegnarsi più attivamente nella soluzione di questo problema. Ovviamente la decisione delle compagnie israeliane è stata accolta con soddisfazione in Yemen, dove tutto questo rappresentava un obiettivo fondamentale. Da notare che gli americani hanno tentato nelle settimane scorse di offrire un “ombrello” contro i missili Houthi, ma al di là di qualche sbandierato successo è evidente che non può essere fornita una copertura sicura, a parte i sequestri, contro cui si può fare ancora meno.

13 dicembre 2023
ilsimplicissimus2.com/2023/12/13/gli-houti-sono-lincubo-delle-navi-isr...
[Modificato da wheaton80 14/12/2023 11:03]
16/03/2024 17:47
 
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Al-Qaeda nello Yemen annuncia la morte del leader Khalid Batarfi



I qaedisti yemeniti hanno annunciato la morte del loro leader, Khalid Batarfi, e la rapida nomina del successore, Saad bin Atef al Awlaki, al fine di colmarne il vuoto. I mujaheddin non hanno però precisato quali siano state le circostanze del decesso, limitandosi a diffondere un video del corpo avvolto dal sudario. Quarantenne, saudita, veterano del conflitto afghano, Batarfi aveva assunto la guida dopo l’uccisione del suo predecessore, Qassim al Rimi, eliminato da un raid aereo americano nel 2019. Sotto la sua direzione la fazione ha coordinato la sua attività in modo più stretto con la “casa madre” diretta dall’egiziano Seif el Adel, dirigente di grande esperienza, impegnato su molti teatri. I militanti yemeniti hanno partecipato alla guerra civile e sono riusciti a superare momenti difficili, incalzati dagli avversari interni e nel mirino degli Stati Uniti. Anche di recente un nucleo di guerriglieri aveva pianificato la cattura di ostaggi stranieri, un modo per ricattare e cercare in cambio denaro. Un’operazione sventata ma comunque un segnale di rilancio tenuto d’occhio dalle intelligence.

Washington, pur con altre priorità, non ha mai sottovalutato l’organizzazione: ha infatti offerto taglie da sei milioni di dollari sia su Batarfi che su al Awlaki, accusato di aver lanciato appelli a colpire target occidentali. Composta da 3-4 mila tra combattenti e simpatizzanti, al Qaeda nella Penisola arabica è uno dei rami “storici” del movimento di Osama, sicuramente il più pericoloso. E lo ha dimostrato con i fatti ben prima dell’avvento dello Stato Islamico. Nell’ottobre 2000 ha danneggiato con un barchino pilotato da kamikaze la nave militare statunitense Cole (19 morti) nel Golfo di Aden, la stessa zona oggi sotto il tiro degli Houthi: attentato clamoroso condotto con una manovra a sorpresa, tattica adesso ripresa dalla milizia sciita. Successivamente sempre i qaedisti yemeniti hanno organizzato il fallito attacco con le mutande bomba contro un jet americano, hanno messo a punto micro-ordigni occultabili nelle cavità del corpo (l’inventore l’ha testata mandando a morire il fratello), hanno ideato bombe celate in stampanti per computer, hanno rivendicato la strage nella redazione di Charlie Hebdo a Parigi nel 2015, hanno ispirato la strage in una base della Marina in Florida.

Insieme all’aspetto tecnico, i jihadisti dello Yemen hanno curato propaganda e proselitismo. Fondamentale il ruolo di Anwar al Awlaki, nato in New Messico e poi diventato la fonte di esempio per decine di simpatizzanti occidentali grazie alle prediche postate sul WEB: un manuale di lotta che ha convinto molti ad abbracciare la causa estremista. Messaggio sopravvissuto alla sua fine. L’ideologo è stato neutralizzato nel 2011 da uno strike degli americani a Jawf, in Yemen, dove era tornato per prendere parte alla guerra santa, con una evidente proiezione globale e non solo regionale.

Guido Olimpio
11 marzo 2024
www.corriere.it/esteri/24_marzo_11/al-qaeda-yemen-annuncia-morte-leader-khalid-batarfi-facf2bb0-df89-11ee-80e9-75a3581b16...
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