Gli Emirati Arabi Uniti si ritirano dalla Somalia, dove arruolavano disperati africani per mandarli a morire in Yemen
Sapevate che da diversi anni una "missione militare" degli Emirati Arabi Uniti era presente in Somalia? Bene, adesso che lo sapete (nel caso) aggiungete a questa nozione il fatto che non vi sarà più, visto che in seguito a una serie di tesi incidenti aeroportuali, il governo degli Emirati ha deciso di terminare le sue attività e farla rientrare in patria il prima possibile. Ma cosa ci facevano gli emiratini in Yemen? Bé, fondamentalmente due cose. Innanzi tutto diffondere l'estremismo wahabita nel Paese-fallito del Corno d'Africa (per contrastare la politica di aiuto iraniano verso la popolazione e istigarla contro Teheran), secondariamente per reclutare mercenari (dopo 'adeguata' fanatizzazione religiosa e un approssimativo addestramento militare) per inviarli a combattere contro gli yemeniti. I nostri lettori più attenti ricorderanno che gli UAE, dopo aver subito perdite devastanti, hanno ritirato le loro forze di terra dallo Yemen circa due anni fa, ma continuano a incrudelire contro il Paese tramite l'aviazione, strangolandolo con la loro marina e, appunto, pagando mercenari yemeniti o africani. Il primo incidente somalo-emiratino è avvenuto all'aeroporto di Mogadiscio, quando le forze governative somale hanno sequestrato da un aereo degli UAE ben dieci milioni di dollari che servivano a pagare i mercenari estremisti. Il secondo decisivo incidente ha avuto invece luogo all'aeroporto internazionale di Bosaso, quando, in una situazione simile, i militari emiratini, armi in pugno, hanno impedito ai somali di confiscare i bagagli dove, con ogni evidenza, erano contenuti altri milioni di
dollari.
Suleiman Kahani
16 aprile 2018
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