Dopo l'attacco dei droni del 14 maggio, che sconvolgeva l'industria petrolifera saudita, Riyadh, col supporto della NATO e d'Israele, sganciava tonnellate di bombe su Sanaa e sullo Yemen, uccidendo e ferendo un centinaio di civili; ma nel frattempo si ampliavano i casi di defezioni di militari e mercenari presso le basi militari della provincia Asir, nell'Arabia Saudita, come conseguenza delle capacità d'attacco di Ansarullah; cadeva così il valico di frontiera di Alab, geograficamente difficile da prendere. Ma nel giro di poche ore, i combattenti yemeniti ne prendevano controllo assieme a diversi siti sauditi.
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