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COME IL DNA SI DIFENDE DA DARWIN

Ultimo Aggiornamento: 13/04/2006 23:51
10/03/2006 09:17
 
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Io in quei 2 trafiletti....
non ci leggo niente di scandaloso.....solo delle affermazioni che rafforzano il valore della teoria evoluzionistica.....il senso di quei due trafiletti per essere capito dovrebbe essere letto insieme al resto del contesto....visto che non c´e scritto "L´evoluzionismo deve essere preferito al creazionismo che invece deve essere eliminato perche altrimenti danneggia i nostri progetti di dominio del mondo" ma ripeto io ci leggo solo l´affermazione che l´evoluzionismo e una teoria da appoggiare perche oltre a definire un legame tra tutti gli esseri viventi puo dare anche un contributo al progresso dell´umanita.....qualcosa contro il progresso?....e poi ripeto i 2 trafiletti sono parte di un discorso piu ampio....
Inoltre l´UNESCO come l´ONU e un´ente internazionale che hanno potere = 0 sulle decisioni dei governi nazionali.....perche se l´ONU non ha nessun potere ma e solo uno strumento di legittimazione delle azioni intraprese a livello internazionale dagli USA....allora pure l´UNESCO non e tutto sto ente che comanda.....
Inoltre mi pare che in Italia si sia dato un grosso colpo alla ricerca scientifica in campo genetico attraverso un referendum nazionale e non attraverso le decisioni dell´UNESCO.....
L´UNESCO non decide nulla e quei due trafiletti non mi fanno pensare assolutamente a nessun complotto......
10/03/2006 11:05
 
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Cosa si puo trovare a favore....
Evoluzione delle specie
L'evoluzione delle specie non è semplicemente dovuta alla selezione naturale, ma ad una molteplicità di fattori che interagiscono e si influenzano a vicenda; è per questo che l'evoluzione ha normalmente tempi lunghissimi ed è difficile da riprodurre in laboratorio. Uno dei pochi fenomeni di evoluzione osservabili, per via della estrema brevità dei cicli vitali in gioco e quindi della rapidità con cui è possibile osservare la successione delle generazioni, è quello relativo alla progressiva resistenza agli antibiotici da parte dei batteri. E' necessario utilizzare sempre nuovi antibiotici per assicurare trattamenti efficaci e ciò è dovuto al fatto che i batteri, come tutte le specie, mutano, e in un ambiente a loro ostile come un corpo umano in terapia antibiotica, sopravvivono semplicemente quegli individui le cui mutazioni determinano una maggiore resistenza a quello specifico antibiotico. L'uso diffuso degli antibiotici (sia sugli uomini che sugli animali) non fa che selezionare i ceppi batterici più resistenti, con drammatica diminuzione dell'efficacia. L'introduzione di un nuovo e più potente antibiotico non farà che riproporre lo schema già descritto: tra le infinite mutazioni ve ne saranno sempre alcune che daranno un vantaggio riproduttivo (che renderanno cioè più "adatti") agli individui che le hanno subite. Anche i virus mutano rapidamente, producendo sempre nuovi ceppi, cosa che rende ancor più difficile cercare di contrastarli. Per questo motivo è difficile riuscire a produrre vaccini definitivamente efficaci contro l'influenza, visto che i tempi di mutazione del virus sono paragonabili ai tempi necessari per mettere in commercio un vaccino.




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Storia
Sin da prima che Charles Darwin, il "padre" del moderno concetto di evoluzione biologica, pubblicasse la prima edizione de L'origine delle specie, le posizioni degli studiosi erano divise in due grandi correnti di pensiero che vedevano, da un lato, una natura dinamica ed in continuo cambiamento, dall'altro una natura sotanzialmente immutabile (La Scala Naturae di Linneo definiva le varie specie come entità create e incapaci di modificarsi o capaci entro ben determinati limiti). Su questo tema oggi il mondo scientifico non é più diviso: le scoperte di Mendel e Morgan nel campo della Genetica, i progressi della paleontologia e della biogeografia hanno conferito validità scientifica all'evoluzione delle specie.

Il dibattito si è così spostato su un altro tema: ci si interroga sulle modalità e le dinamiche dell'evoluzione e quindi sulle teorie che la possono spiegare.

Oggi sappiamo che l’evoluzione della specie è avvenuta in seguito a trasformazioni, selezionate poi dall’ambiente; per arrivare a questa affermazione ci sono voluti molti anni. Infatti alla fine del 1700 lo scienziato Linneo sosteneva la teoria della fissistà, cioè l’immutabilità delle specie.

Solo all’inizio del XIX secolo iniziavano a sorgere i primi dubbi: negli strati geologici più antichi mancavano totalmente tracce (fossili) degli esseri attualmente viventi. Nel 1809, il naturalista Lamarck presentò per primo una teoria evoluzionistica secondo cui gli organismi viventi si modificherebbero gradualmente nel tempo adattandosi all’ambiente: l’uso o il non uso di determinati organi porterebbe con il tempo ad un loro potenziamento o ad un’atrofia. Tale ipotesi però conteneva quello che oggi viene considerato l'errore di fondo: l’ereditabilità dei caratteri acquisiti (esempio: un culturista non avrà necessariamente figli muscolosi. La muscolosità del culturista è infatti una manifestazione fenotipica, cioè morfologica, derivante dall'interazione dello sportivo con l'ambiente -il continuo sollevare pesi-, ma il particolare sviluppo muscolare non è dettato dal suo patrimonio genetico (genotipo)).

Lamarck trovò opposizione in Georges L. Chretien Cuvier, il quale aveva elaborato la 'teoria delle catastrofi naturali' secondo la quale la maggior parte degli organismi viventi nel passato sarebbero stati spazzati via da numerosi cataclismi e il mondo infatti sarebbe stato ripopolato dalle specie sopravvissute.

Dopo cinquant’anni Darwin formulò una nuova teoria evoluzionistica; il noto naturalista, durante il suo viaggio giovanile sul brigantino Beagle, fu colpito dalla variabilità delle forme viventi che aveva avuto modo di osservare nei loro ambienti naturali intorno al mondo. Riflettendo sugli appunti di viaggio e traendo spunto dagli scritti dell’economista Thomas Malthus, Darwin si convinse che la “lotta per la vita” fosse uno dei motori principali dell’evoluzione intuendo il ruolo selettivo passivo dell'ambiente sulle specie viventi. L'ambiente, infatti, non può essere la causa primaria nel processo di evoluzione (come nella teoria di Lamarck) in quanto tale ruolo è giocato dalle mutazioni genetiche, in gran parte casuali. L'ambiente entra in azione in un secondo momento, nella determinazione del vantaggio o svantaggio riproduttivo che quelle mutazioni danno alla specie mutata, in poche parole, al loro migliore o peggiore adattamento (fitness in inglese).

I principali meccanismi che partecipano in queste situazioni sono:

meccanismi genetici
meccanismi ecologici



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La sintesi moderna (neodarwinismo)
La moderna teoria dell'evoluzione (detta anche "Sintesi moderna" o "Neodarwinismo") è basata sulla teoria di Charles Darwin, che postulava l'evoluzione delle specie attraverso la selezione naturale, combinata con la teoria di Gregor Mendel sulla ereditarietà biologica. Altre personalità che hanno contribuito in modo importante alla sviluppo della Sintesi moderna sono: Ronald Fisher, Theodosius Dobzhansky, J.B.S. Haldane, Sewall Wright, Julian Huxley, Ernst Mayr,George Gaylord Simpson e Motoo Kimura.

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Rapporti filogenetici
La maggior parte dei biologi credono nella discendenza comune: che tutta la vita presente sulla Terra discenda da un comune antenato. Questa conclusione si basa sul fatto che molte caratteristiche degli organismi viventi, come il codice genetico, in apparenza arbitrari, sono invce condivisi da tutti gli organismi anche se qualcuno ha ipotizzato origini multiple della vita.

I rapporti di discendenza comune tra specie o gruppi di ordine superiore si dicono rapporti filogenetici, e il processo di differenziazione della vita si chiama filogenesi. La paleontologia dà prove consistenti di tali processi.

Organi con strutture interne radicalmente diverse possono avere una somiglianza superficiale e servire a funzioni simili: si dicono allora analoghi. Esempi di organi analoghi sono le ali degli insetti e degli uccelli. Gli organi analoghi dimostrano che esistono molteplici modi per risolvere problemi di funzionalità. Nello stesso tempo esistono organi con struttura interna simile ma che servono a funzioni radicalmente diverse (organi omologhi).

Confrontando organi omologhi di organismi dello stesso phylum, ad esempio gli arti di diversi Tetrapodi, si nota che presentano una struttura di base comune anche quando svolgono funzioni diverse, come la mano umana, l'ala di un uccello e la zampa anteriore di una lucertola. Poiché la somiglianza strutturale non risponde a necessità funzionali, la spiegazione più ragionevole è che tali strutture derivino da quella del comune progenitore. Inoltre, considerando gli organi vestigiali, risulta difficile ammettere che siano comparsi fin dall'inizio come organi inutili, mentre se si ammette che avessero una funzione in una specie progenitrice la loro esistenza risulta comprensibile.

La mutazione (termine introdotto all'inizio del Novecento) consiste nella comparsa improvvisa, casuale ed ereditabile, di caratteristiche non possedute da antenati degli individui che le presentano. La ricombinazione genetica può aver luogo sia durante la meiosi (riproduzione sessuata) sia per trasferimento di materiale genetico da una cellula all'altra (coniugazione o trasformazione batterica).

Con cladismo si intende la ramificazione evolutiva già figurata da Darwin nell'Origine della specie del 1856. Attualmente fonda la classificazione sulla prospettiva filogenetica. La paleontologia aiuta a comprendere con numerosi esempi come una specie madre dia origine a due specie figlie, per ramificazione dicotomica, utilizzando la distinzione fra caratteri primitivi e innovativi.

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Sopravvivenza differenziata delle caratteristiche
Con questo termine si intende quali caratteristiche sono presenti in una popolazione e se la frequenza di presenza aumenta o diminuisce (anche fino alla totale scomparsa). Due processi fondamentali determinano la sopravvivenza di caratteristiche:

Selezione naturale
Deriva genetica.
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Selezione naturale
La selezione naturale, è il fenomeno per cui organismi della stessa specie con caratteristiche differenti determinano, in un dato ambiente, un diverso successo riproduttivo, e quindi le caratteristiche che tendono ad "avvantaggiare" la riproduzione diventano più frequenti di generazione in generazione. Si ha selezione perché gli individui hanno diversa capacità di utilizzare le risorse dell'ambiente e di sfuggire a pericoli presenti (predatori, avversità climatiche etc.); infatti le risorse a disposizione sono limitate, e ogni popolazione tende ad incrementare la sua consistenza in progressione geometrica, per cui i cospecifici competono per le risorse (non solo alimentari).

È importante notare che mutazione e selezione, prese singolarmente, non possono produrre un'evoluzione significativa.

La prima, infatti, non farebbe che rendere le popolazioni sempre più eterogenee. Inoltre, per il suo carattere casuale, nella maggior parte dei casi essa è neutrale, oppure nociva, per la capacità dell'individuo che la esibisce di sopravvivere e/o riprodursi. La selezione, dal canto suo, non può introdurre nella popolazione nessuna nuova caratteristica: tende anzi ad uniformare le proprietà della specie.

Solo grazie a sempre nuove mutazioni la selezione ha la possibilità di eliminare quelle dannose e propagare quelle (poche) vantaggiose. L'azione di selezione e mutazione viene analizzata quantitativamente dalla Genetica delle popolazioni.

È anche importante sottolineare che la selezione è controllata dall'ambiente, che varia nello spazio e nel tempo e comprende anche gli altri organismi. La selezione naturale fornisce anche il meccanismo che permette alla vita di pertpetuarsi. Infatti gli ambienti sono in continuo cambiamento e le specie scomparirebbero se non fossero in grado di sviluppare adattamenti che permettono di sopravvivere e riprodursi nell'ambiente cambiato.

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Deriva genetica
La "deriva genetica" è la variazione, dovuta al caso, delle frequenze geniche in una piccola popolazione. Nelle piccole popolazioni derivanti da una più vasta è anche importante l'effetto del fondatore, per cui esse possono avere casualmente frequenze geniche significativamente diverse da quelle della popolazione originaria. Grazie a questi due fenomeni piccole popolazioni possono "sperimentare" combinazioni genetiche improbabili in quelle grandi.

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La speciazione
Affinché specie oggi distinte possano discendere da un progenitore comune è necessario che le specie in qualche modo "si riproducano". Ciò richiede che una parte della specie subisca un'evoluzione divergente dal resto, in modo che ad un certo punto si siano accumulate tante variazioni da poterla considerare una specie distinta.

Ogni specie (a meno che non sia in via di estinzione o residuale) è formata da più popolazioni mendeliane. Esse non coincidono con le popolazioni ecologiche e sono definite come parti della specie al cui interno si ha un'ampia possibilità di incrocio. La speciazione è possibile quando tra popolazioni o gruppi di popolazioni si instaura un isolamento riproduttivo, ossia vi è uno scambio genetico pressoché nullo.

Se si realizza l'isolamento per un tempo abbastanza lungo, è impossibile che per puro caso si abbia la stessa evoluzione nelle due parti della specie. La divergenza evolutiva è ancor più marcata se i due gruppi vivono in ambienti diversi poichè la selezione agisce su di loro in modo diverso.

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Speciazione allopatrica
La speciazione allopatrica avviene quando l'evoluzione di parti diverse della specie madre avviene in territori diversi. È necessario che l'areale della specie sia discontinuo, ossia che sia diviso in porzioni disgiunte, separate da zone in cui la specie non può vivere. Si ha quindi un isolamento geografico. Più che l'isolamento geografico, il meccanismo di speciazione allopatrica sembra principalmente legato all' isolamento periferico: in seno ad una piccola subpopolazione, vivente ai margini dell'areale di distribuzione della specie in condizioni non ottimali, avviene la rapida differenziazione evolutiva e segregazione di una nuova specie in seguito al limitato scambio genetico con la popolazione principale.

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Speciazione simpatrica
Si ha speciazione simpatrica quando due popolazioni si evolvono separatamente pur vivendo nello stesso territorio. L'isolamento riproduttivo senza separazione geografica si può avere in due modi.

L'isolamento ecologico è dovuto al fatto che le popolazioni occupano nicchie ecologiche differenti. Un esempio classico sono i fringuelli delle Galápagos, che han dato origine a specie diverse per alimentazione.
L'isolamento genetico è causato da riarrangiamenti cromosomici stabilizzatisi in un piccolo gruppo, che non si può più incrociare con i cospecifici pur avendo inizialmente lo stesso fenotipo (criptospecie).
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Prove
Oggi l'evoluzione è considerata, dalla stragrande maggioranza dei biologi, un "fatto" supportato da una mole impressionante di prove di varia natura. Si tratta, perlomeno sino ad oggi, della migliore spiegazione razionale (quindi criticabile e modificabile) della diversità dei viventi.

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Prove paleontologiche

Evoluzione di ammoniti Mercaticeratinae (Hildoceratidae). Le conchiglie si sono modificate nel tempo per realizzare maggiore idrodinamicità; esempio di adattamento funzionale. (Tratto da Venturi e Rossi, 2003, libro sul M. Subasio, Umbria)I dati della Paleontologia mostrano non solo che gli organismi fossili erano diversi da quelli attuali, ma anche che man mano che andiamo indietro nel tempo le differenze con gli organismi viventi sono maggiori.

Ad esempio, fossili abbastanza recenti possono essere attribuiti generalmente a generi attuali, mentre quelli man mano più antichi sono sempre più diversi e sono attribuibili ad altri generi; permangono talora caratteristiche di base, per cui possono essere spesso attribuiti agli stessi gruppi tassonomici di ordine elevato attuali. Ciò si accorda bene con l'ipotesi generale, che, arretrando nel tempo, ci avviciniamo alla radice dell'albero filogenetico.

La paleontologia mostra prove concrete dell'evoluzione, quando i fossili sono trovati nelle successioni stratigrafiche sedimentarie in abbondanza, laddove è rispettato il principio fondamentale geologico della sovrapposizione; una testimonianza significativa è quella degli ammoniti Hildoceratidi del Lias superiore (Giurassico) nell'Appennino umbro - marchigiano, che mostra passaggi tra genere e genere.

Qui, all'interno dell'unità litostratigrafica di origine marina del Rosso Ammonitico, è stata studiata una serie fossile raccogliendo varie centinaia di campioni, strato per strato, dimostrando che si è avuto un adattamento funzionale verso una sempre maggiore idrodinamicità, e giustificando l'idea darwiniana della selezione naturale. Questa evoluzione è da considerare simpatrica perché i suoi documenti sono presenti esclusivamente nell'area tetidea mediterranea. Per altro esiste una grande variabilità all'interno dei vari generi qui figurati; dal basso Praemercaticeras, più antico, poi Pseudomercaticeras, Mercaticeras e Merlaites.

Naturalmente sono conosciute serie evolutive fossili di altri organismi animali, vertebrati e invertebrati. I fossili dentro le rocce sedimentarie marine sono diffusi in tutte le parte del mondo e permettono indagini stratigrafiche molto dettagliate.

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Prove biogeografiche
La distribuzione geografica delle specie viventi, anche alla luce delle conoscenze sulla deriva dei continenti, ben si accorda con l'evoluzione organica.
L'enorme varietà di adattamenti dei Marsupiali australiani, ad esempio, può essere spiegata col fatto che la separazione dell'Australia dagli altri continenti precede la comparsa degli Euteri, per cui i Marsupiali terrestri australiani hanno potuto adattarsi a nicchie ecologiche per cui non dovevano competere con altri ordini di Mammiferi.

Anche la presenza di grossi Uccelli non volatori in grandi isole porta alle medesime conclusioni. Infatti, visto che esse erano già separate dai continenti alla comparsa degli omeotermi, solo gli Uccelli hanno potuto raggiungerle ed occupare nicchie terrestri solitamente occupate da Mammiferi.

Alle prove biogeografiche si possono aggiungere quelle paleobiogeografiche. la paleobiogeografia si occupa della posizione paleogeografica dei fossili, a partire da quella geografica attuale. L'argomento ha enorme importanza quando i fossili sono molto antichi (per es. quelli del Paleozoico e del Mesozoico), e talora danno indizi di speciazione allopatrica per migrazione. Tali studi, ancora poco sviluppati, devono essere eseguiti con il concorso della Biostratigrafia; in tal caso possono dare risultati eccezionali. un caso diverso è quello della presenza degli stessi fossili in aree oggi separate; Sudamerica e Africa infatti presentano in successioni rocciose simili, di origine continentale, fossili di rettili Sinapsidi simili del Permiano, 250 milioni di anni fa, a testimoniare che i due continenti erano uniti nel supercontinente Gondwana in quel lontano periodo.

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Prove matematico/informatiche
Gli algoritmi genetici sono delle metaeuristiche per la ricerca della soluzione ottima di un problema basate sulla logica del modello evoluzionistico. Studiando questo metodo si è visto come, partendo dalle ipotesi del modello evoluzionistico, si può arrivare all'evoluzione di più specie.

Sono stati realizzati molti programmi per computer che simulano un ecosistema per diversi scopi (divertimento, studio dei meccanismi evolutivi naturali, studio degli algoritmi genetici). Anche questi hanno dimostrato la plausibilità del modello evoluzionistico.

Come si è detto chiaramente, né la matematica né l'informatica provano che sia andata così ma solamente che è possibile che sia andata così, ovvero che il modello evoluzionistico non contiene difetti logici.

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Il problema dell'evoluzionismo di fronte alla fede
Prima di imbarcarsi nel Beagle, Darwin aveva trascorso un periodo della sua vita in seminario, cambiando poi prospettiva ai suoi progetti futuri. Come il monaco Mendel, uno fra i padri della genetica, fu grande biologo.

Nella sua vita e nella storia della biologia più in generale, è coesistita una componente religiosa, che si ritrova anche nel pensiero darwiniano. Nella prima come nell'ottava ed ultima riedizione del libro, Darwin critica l'approccio creazionista di una determinazione divina di ogni evento del mondo, con l'argomentazione che questo non è proprio di una intelligenza divina come quella cristiana.

Egli non nega, anzi pare credere, a una creazione iniziale dell'universo che poi avrebbe seguito le leggi dell'evoluzionismo; nega, invece, la possibilità di una creazione continua di tutto quello che uomini, piante e animali fanno.

L’opera di Darwin L’origine delle specie ebbe subito un enorme successo e avviò un dibattito che vide soprattutto lo scienziato Thomas Henry Huxley schierato a favore di Darwin e il mondo ecclesiastico schierato contro di lui. Infatti, gli ecclesiastici ritenevano che la teoria di Darwin fosse in contrasto con la Sacra Scrittura. Lo stesso Darwin, interpretando quest’ultima alla lettera, credeva che essa sostenesse la creazione diretta di ciascuna specie da parte di Dio. Perciò, quando si convinse del trasformismo, perse la fede.

Darwin proseguì nelle sue ricerche, arrivando alla conclusione che anche l’essere umano non si sottrae alla legge della trasformazione delle specie. Nel 1871, nell’opera La discendenza dell’uomo, il principio darwiniano viene esteso dalle specie sub-umane all’uomo stesso. L’uomo, secondo Darwin, non è stato creato direttamente da Dio, ma deriva da una specie di animale inferiore, dai quadrumani, cioè dalle scimmie, gli animali costitutivamente più vicini all’uomo.

Darwin applica la legge dell’evoluzione anche alle caratteristiche morali e intellettuali dell’uomo. Anche le facoltà umane più elevate, che si manifestano nel campo della conoscenza, della morale e della religione, sarebbero, secondo Darwin, il frutto di progressive acquisizioni, tramandatesi in virtù dell’ereditarietà di generazione in generazione, in modo da determinare un effettivo progresso sia fisico sia spirituale.

Darwin, inoltre, estende l’evoluzionismo persino all’ambito storico-sociale. Secondo lui, la dinamica conflittuale che è ancora largamente presente fra le nazioni civili dipenderebbe dalla legge della selezione naturale. Ma Darwin non spinge molto più in là le conseguenze sociali dei suoi principi, come faranno, invece, gli esponenti del cosiddetto "darwinismo sociale". Il darwinismo sociale spiegherà, se non giustificherà, il colonialismo e lo sterminio delle popolazioni selvagge da parte delle nazioni civili in termini di "sopravvivenza del più adatto". Secondo i sostenitori del darwinismo sociale, la società si dividerebbe in "adatti" e "non adatti", in "forti" e "deboli". E i primi avrebbero il diritto naturale di dominare i secondi.

Per quanto riguarda i rapporti fra il darwinismo e la religione, oggi la teoria di Darwin è accettata dai teologi cattolici "evoluzionisti", che si rifanno addirittura a S. Agostino, il quale effettivamente sostenne che Dio non ha creato il mondo nelle identiche condizioni in cui questo si trova attualmente. Secondo S. Agostino, infatti, Dio ha creato il mondo in una condizione più semplice e più rudimentale, fornito però di speciali capacità (dette "ragioni seminali") di svilupparsi ed evolversi nei modi in cui di fatto si è in seguito sviluppato e perfezionato.

I teologi evoluzionisti, però, allo scopo di restare nei limiti dell’ortodossia cristiana, e cioè al fine di conformarsi a quanto la Bibbia narra circa l’origine dell’uomo, fanno queste due importanti considerazioni:

L’evoluzione è da intendersi solo come relativa al corpo dell’uomo. Pertanto, quando la Bibbia dice che Dio, per creare l’uomo, plasmò il suo corpo con "fango della terra", si deve intendere che Egli, a tale scopo, ha preso non propriamente "fango", bensì il corpo di un animale, non molto diverso da quello dell’uomo attuale, sufficientemente evoluto e tale, quindi, da poter accogliere l’anima spirituale.
Si deve escludere che l’evoluzione abbia interessato anche l’anima spirituale dell’uomo, cioè si deve escludere che l’anima umana sia il frutto della spinta evolutiva del corpo umano. Anche accettando l’evoluzione, bisogna sempre ammettere l’intervento speciale di Dio nella creazione dell’uomo. Tale intervento consiste nell’infusione dell’anima spirituale nel corpo del predetto animale.
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Critiche e teorie alternative
Sono molte le critiche all'evoluzione oggi. Secondo i critici, la teoria di Darwin non è spiegata, mentre dall'altra parte molti pensano che tali teorie siano sostanzialmente un ritorno di oscurantismo medievale, con il ricorso alla fede invece che alla ragione.

Sono state anche proposte teorie che ipotizzano un'evoluzione in direzioni predeterminate, o comunque tendente ad un fine (ortogenesi).

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La teoria di Lamarck
Una teoria evolutiva fu proposta prima di Darwin dallo zoologo Jean-Baptiste Lamarck. Lamarck dava una notevole importanza ad un ruolo attivo degli organismi nel modificarsi in risposta agli stimoli ambientali. Per "ambiente" egli intendeva l’influenza del clima, del luogo naturale, dell’altitudine, del cibo, etc. Riteneva che l’uso degli organi, richiesto dall’ambiente, poteva modificare l’organo stesso (in base al principio secondo cui la funzione crea l’organo). Queste modifiche si sarebbero trasmesse alle generazioni successive per ereditarietà, e l’accumularsi dei caratteri acquisiti avrebbe determinato l’evoluzione delle specie. Questa ipotesi non fu esclusa da Darwin, ma oggi attraverso lo studio della genetica si sa che i caratteri acquisiti per adattamento all’ambiente non si ereditano. Il merito di Lamarck è più che altro quello di aver insistito sulla dottrina generale dell’evoluzione. La teoria evolutiva lamarckiana, anche se superata e dimostrata falsa, è comunque una costruzione basata su presupposti scientifici e non religiosi.

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Il creazionismo
Per quanto privo di ogni dignità scientifica, il creazionismo viene sostenuto in ambiente religioso, in particolare nel mondo cristiano e negli USA. Il creazionismo cozza frontalmente con il rasoio di Occam e con tutta l'impostazione moderna della scienza, in particolare non soddisfa il paradigma della falsificabilità o almeno emendabilità.

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Disegno intelligente
La teoria del disegno intelligente (dall'inglese intelligent design) da intendersi come "progetto intelligente", ed è anche noto come creazionismo evolutivo. La comunità scientifica infatti ritiene che sia stato introdotto per motivi che esulano dalla scienza, ma che hanno più a che fare con il sostegno della fede cristiana e di una certa politica americana.1

Questa ipotesi è nata da una critica alle lacune del Darwinismo che lo stesso Darwin aveva descritto nel capitolo "Dubbi" del suo lavoro più noto, L'origine delle specie. La teoria del disegno intelligente si fonda inoltre sul concetto di complessità irriducibile. L'inventore del concetto, il biochimico Michael Behe, illustra questo concetto tramite l'esempio della trappola per topi. Essa è composta di pochi semplici elementi senza uno dei quali essa non funziona affatto: è dunque "irriducibile". Si tratta in pratica di una moderna riproposizione dell'esempio dell'orologio ("supponiamo che io abbia trovato per terra un orologio, e mi si chieda come abbia fatto a trovarsi lì. Difficilmente potrei dare la stessa risposta di prima, e cioè che, per quanto ne sappia, l’orologio si trova lì da sempre.") portata da William Paley (1743-1805), arcidiacono di Carlisle, nel libro Teologia Naturale (1802).

Applicando questo principio a vari organismi e organi presenti in natura se ne desume che è impossibile che essi siano lo "stadio evoluto" di qualcosa che c'era prima. Ciò fa ritenere probabile (assai più che sotto un'ipotesi di pura casualità) che questi organismi siano apparsi in questo stadio perfetto e funzionante da un momento in poi e non abbiano avuto "progenitori". Esempi portati a sostegno di questo argomento sono i batteri unicellulari, l'occhio, il sangue, i reni.

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Il pastafarismo
Il Flying Spaghetti Monsterism (detto anche Pastafarismo) è una parodia di religione creata per protestare contro la decisione del consiglio per l'istruzione del Kansas di insegnare la creazione affiancata all'evoluzione nei corsi di scienze.

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La crisi della visione teleologica e il principio antropico
Da un punto di vista filosofico, l’evoluzionismo, nell’interpretazione darwiniana, sembra escludere l’esistenza di un fine o di uno scopo nella natura, e cioè sembra negare la visione teleologica (o finalistica) del mondo. Secondo la visione teleologica, esisterebbe un piano divino che governa l’economia degli esseri viventi. Infatti, gli organismi viventi risultano perfettamente adattati al loro ambiente. Questo perfetto adattamento, in apparenza, rivela un disegno. Il disegno, secondo i sostenitori del teleologismo, deve avere un disegnatore e questo disegnatore è Dio. Invece, Darwin dimostra che l’adattamento degli organismi al loro ambiente è il prodotto del tempo e delle circostanze, senza la necessità di introdurre la nozione di Dio.

Più in particolare, secondo Darwin, il fatto che gli animali e le piante siano così ben adattati alle loro funzioni è il prodotto dell’esistenza di piccole variazioni organiche, della lotta per la vita, della selezione naturale, della sopravvivenza del più adatto e della trasmissione ereditaria delle variazioni vantaggiose.

Nonostante queste critiche rivolte all’argomento teleologico dall’evoluzionismo darwiniano, recentemente alcuni filosofi e scienziati hanno cercato di difendere una variante di tale argomento, nota come il principio antropico. Secondo questa concezione, le probabilità che il mondo si rivelasse adatto alla sopravvivenza e allo sviluppo degli uomini erano così scarse che si può concludere che il mondo sia comunque il lavoro di un architetto divino. Perciò, il fatto che gli esseri umani si siano evoluti e siano sopravvissuti ci fornirebbe una prova dell’esistenza di Dio. Dio deve aver esercitato un controllo sulle condizioni fisiche del nostro universo e deve averle regolate in modo tale da permettere l’evoluzione della forma di vita umana.

Più in particolare, se si calcola il tempo che lo sviluppo biologico richiederebbe, in base alle sole leggi del caso, per costituire la forma biologica umana completa a partire dalle forme biologiche più elementari, anzi, a partire dalla materia inorganica, si ottengono 10n anni, con n talmente elevato da essere praticamente incalcolabile. Già i tempi che si ottengono da calcoli statistici che ipotizzano una formazione "a caso" anche solo delle forme biologiche più elementari, sono inimmaginabilmente lunghi. E sono enormemente più lunghi i tempi che riguardano la presunta formazione "a caso" di organi estremamente complessi come quelli che permettono la vista, l’udito, la struttura delle vene, del cuore, del sangue, dell’apparato alimentare, riproduttivo, etc. e il loro armonico e complementare comportamento. Invece, il fenomeno evolutivo che ha prodotto sulla Terra l’essere umano intelligente completo si è svolto in un numero di anni pari a 1010, cioè in un tempo (relativamente) molto breve. Il valore di 10, di fronte al valore incalcolabile di 10n, necessario per giustificare il prodursi "a caso" dell’albero biologico, equivale praticamente a zero. Dunque, secondo i sostenitori del principio antropico, l’evoluzione dell’uomo è avvenuta troppo rapidamente per essere frutto del caso, e ha dovuto richiedere l’intervento di Dio. Chi accetta questa concezione, pensa che l’evoluzione cosmica sia finalizzata da Dio all’avvento dell’uomo. L’uomo rappresenterebbe il culmine e il fine dell’universo. Infatti, con l’avvento dell’uomo, l’universo, cioè la natura, si autoriconosce, prende coscienza di sé.
10/03/2006 11:06
 
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e altro contro.....
STORIA DELL'EVOLUZIONISMO
Una teoria nata in salotto e costruita a tavolino
La teoria dell'evoluzione non derivò i suoi concetti fondamentali da nuove scoperte o indagini effettuate nel campo delle discipline biologiche - come qualsiasi nuova teoria biologica scientificamente postulata - ma venne concepita nella forma mentis dell'illuminismo razionalista e del liberalismo progressista, soprattutto a partire dagli anni violenti della rivoluzione francese.

Tutti gli elementi che si ritrovano nell'opera di Charles Darwin - presentata nel 1859 - erano già presenti nel mondo culturale fin dal primo decennio del XIX secolo; lo studioso pertanto rappresentò la conclusione piuttosto che l'inaugurazione di una determinata linea di pensiero.

La stessa teoria di Darwin che si fa scaturire dalle sue osservazioni naturalistiche effettuate durante il famoso viaggio sul Beagle non sono originali di Charles, ma del suo nonno Erasmus, uomo dotato di vastissima erudizione ed intellettualmente legato ai circoli culturali francesi di indirizzo massonico - rivoluzionario; le sue opere sull'evoluzione avevano già trovato larga diffusione.

Ciò fa anche comprendere come la teoria darwinista non sia derivata - così come tendono a riportare le ricostruzioni storico - scientifiche - da osservazioni naturalistiche del giovane Charles, ma siano state formulate indipendentemente da ogni studio e solo dopo si siano cercate evidenze che potessero in qualche modo convalidarle.

Alla base di questa linea serpeggiava uno stato di profonda insofferenza ed ostilità nei confronti della visione del mondo tradizionale.

Secondo tale visione, la realtà fisica, naturale, percepita dai sensi, non era tutta la realtà, bensì un semplice aspetto o espressione particolare di una realtà indefinitamente più vasta, metafisica, supernaturale; perciò non poteva trovare la sua completa spiegazione in se stessa, ma unicamente nell'ambito della logica di tale più ampia realtà.

In urto con tutto questo, lo spirito dell'età rivoluzionaria mirava a spiegare tutte le cose naturali, senza uscire dall'ambito della natura stessa, reputata come la sola ed unica realtà.

La teoria evoluzionistica così si presentava come un utilissimo strumento per colpire la reputazione stessa della Chiesa Cattolica ed il sentimento religioso in generale.

E' per questo infatti che, pur essendo presentata come teoria scientifica, la presentazione della stessa non fu effettuata come pubblicazione in ambienti scientifici, ma si rivolse al grande pubblico con un libro che raccoglieva in forma ordinata un numero svariato di esempi ed argomentazioni non dimostrabili, ma invece suscettibili di far presa sul grosso pubblico.

La formulazione della teoria della selezione naturale è stata formulata combinando alcune tesi del liberalismo economico con i metodi degli allevatori del bestiame domestico, rielaborando un'ingenua concezione dell'ereditarietà in base al common sense britannico (1).

In quanto abbiamo detto è evidente la natura ideologica dell'intera teoria evoluzionistica. E' infatti tipico dell'ideologia forzare l'interpretazione: quando lo schema non si adatta alla realtà, invece di ammettere questa evidenza, pretende che la realtà si adatti allo schema.
10/03/2006 11:09
 
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oppure...
Ma è davvero non scientifica la teoria dell'evoluzione? Si rifletta su alcuni punti:

- per l'evoluzionismo le specie che vissero nel passato sono differenti dalle specie che vivono ora (questa tesi ha avuto corroborazioni empiriche importanti);

- per l'evoluzionismo vi è una trasformazione (più o meno graduale) fra le specie che vissero nel passato e quelle che vivono ora (questa tesi ha avuto corroborazioni empiriche importanti);

- per l'evoluzionismo vi è un aumento della biodiversità (questa tesi ha avuto corroborazioni empiriche importanti);

- per l'evoluzionismo vi fu un'unica specie ancestrale e tutte le specie vissute e viventi hanno elementi comuni derivanti da essa (questa tesi ha avuto corroborazioni empiriche importanti);

- per l'evoluzionismo vi è variazione fra gli individui, fra gli individui e la loro discendenza e fra la loro discendenza (questa tesi ha avuto corroborazioni empiriche importanti);

- per l'evoluzionismo solo le variazioni ereditabili sono importanti (questa tesi ha avuto corroborazioni empiriche importanti);

- per l'evoluzionismo la selezione naturale è la forza motrice principale (questa tesi ha avuto corroborazioni empiriche importanti).

E' interessante notare che le corroborazioni di cui sopra provengono da campi molto diversi, come l'etologia, la paleontologia, la biogeografia, la geologia, l'embriologia, la sistematica, la biologia molecolare, l'anatomia e la fisiologia comparate eccetera.

Si può sempre obiettare che si è parlato di conferma e ogni teoria metafisica è sempre confermata, mentre una teoria scientifica dovrebbe poter anche essere smentita (Popper, ahimé, docet). Facciamo finta che questa parodia della scientificità sia corretta. Ma se si trovasse un fatto empirico che andasse contro una delle tesi sopra enunciate, non si smentirebbe forse la tesi stessa? E allora è veramente non falsificabile? E quindi (per questa parodia della scientificità) è veramente non scientifica?

Comunque sia, nessuno vuole sostenere che l'evoluzionismo sia vero in assoluto (la Verità non è umana), ma negare che sia scientifica è assai duro perché bisognerebbe:

1. formulare una buona teoria epistemologica sulla scientificità (cosa estremamente difficile se non ci si accontenta di parodie della scientificità);

2. mostrare che quella teoria della scientificità è, dal punto di vista epistemologico, la migliore;

3. mostrare che l'evoluzionismo non soddisfa i criteri lì considerati;

4. spiegare perché, nonostante non soddisfi tali criteri, riesca a essere una buona concezione che organizza i dati biologici a disposizione e permette di predire risultati empirici che possono essere osservati di principio o di fatto.

Certo, ci si potrebbe riuscire, ma sembra difficile. Tuttavia finché non ci si riesce bisognerebbe smettere di affermare che l'evoluzionismo non è scientifico: si potrebbe venir tacciati di dilettantismo epistemologico. Accusa tuttavia non grave nell'Italia di oggi, dove il dilettantismo e il trombonismo invadono ogni livello del sapere e della gestione del sapere
10/03/2006 11:13
 
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e ancora....
La vita è [...] oggi costituita da un sistema binario in cui l'informazione è contenuta negli acidi nucleici che la trasmettono alle proteine; queste a loro volta esplicano tutte le funzioni in seno all'organismo, compresa quella di ricostruire, al momento della riproduzione, gli acidi nucleici rispettando la loro struttura" (5).

L'informazione per la vita è contenuta in acidi nucleici che per la teoria dell'evoluzione si sarebbero formati per puro caso. Wilder Smith critica questa ipotesi basandosi sulle moderne teorie dell'informazione. Le sue argomentazioni sono spesso complicate e presuppongono conoscenze specifiche. Alcuni esempi, però, sono significativi e facili da comprendere.

Battendo a caso sulla tastiera di una macchina da scrivere è possibile che a un certo punto venga scritta una parola che abbia un senso, per esempio "pani". A questo punto si potrebbe andare in visibilio per il fatto che il caso ha creato informazione. Ma se all'esperimento fossero presenti stranieri che non conoscono l'italiano, questi rimarrebbero perplessi, perché per loro la parola "pani" non significa assolutamente nulla. Però, se vi fosse un polacco, anche questo potrebbe essere stupefatto dall'esperimento, giacché "pani" in polacco significa "signora". Questo esempio mostra chiaramente come la trasmissione di una informazione necessiti di un codice e di una convenzione preesistenti. La successione degli acidi nucleici fornisce il substrato all'informazione, così come la successione delle lettere fornisce il substrato alla parola, però il significato della parola dipende da un codice, e a seconda del codice una sequenza può non avere alcun significato oppure averne anche di differenti.

Inoltre, è necessaria anche l'esistenza di un sistema capace di leggere, interpretare ed eventualmente mettere in pratica le informazioni codificate nella sequenza degli acidi nucleici, cioè "una relazione fra acidi nucleici e la formazione di proteine specifiche. Purtroppo a questo punto non è facile trovare una soluzione al problema" (6), come è costretto ad ammettere un convinto evoluzionista.

Un postulato dell'evoluzione è costituito dalla mutazione: cioè, da errori di trascrizione del patrimonio genetico delle cellule si avrebbe, in alcuni casi, la formazione di esseri viventi, che meglio si adattano all'ambiente di quelli originari. Anche questa concezione contraddice - secondo Wilder Smith - le attuali teorie dell'informazione, secondo cui da un errore della trasmissione di una informazione scaturirebbe un aumento dell'informazione.

È come ammettere che, facendo copiare infinite volte lo schema di una radio, venga commessa una serie di errori. Le radio costruite in base a questi schemi "mutati" sarebbero in alcuni casi addirittura migliori di quelle costruite secondo lo schema originale e avrebbero maggiore successo sul mercato (selezione). Da una serie di errori di copiatura (mutazioni) e dalla situazione di mercato (selezione) si svilupperebbero radio sempre più complesse, e, ovviamente dopo un congruo numero di sbagli, ne uscirebbe addirittura un televisore!
10/03/2006 11:16
 
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e ancora...
Proteine utilizzabili per strutture viventi non si possono formare per caso

Le proteine sono grosse molecole formate da lunghe catene di aminoacidi. Queste catene non sono casuali, ma la sequenza degli aminoacidi, la lunghezza e la forma sono del tutto specifiche e conferiscono individualità a ogni essere o specie vivente.

Secondo la teoria evoluzionista, sulla terra si sarebbero formati per caso aminoacidi, che si sarebbero accumulati in soluzione nell'oceano, e dalla sintesi casuale di più aminoacidi si sarebbero formate le prime proteine.

Aminoacidi si possono formare spontaneamente in natura in particolari condizioni e si può senz'altro ammettere che si siano formati sulla terra prima della comparsa di esseri viventi. Però, qui sorge una difficoltà: gli aminoacidi hanno strutture tridimensionali, che hanno come centro un atomo di carbonio. Di ogni aminoacido esistono due forme simmetriche che, in base a particolari caratteristiche, vengono definite destro o levogire. Queste forme simmetriche hanno, in parte, le stesse caratteristiche; però, in certe reazioni o strutture, è utilizzabile solo l'una o l'altra forma. Gli aminoacidi che si formano spontaneamente sono per il 50% destrogiri e per il 50% levogiri, mentre le catene proteiche degli esseri viventi utilizzano esclusivamente forme levogire. Questo fatto costituisce una grande difficoltà per la teoria dell'evoluzione: le proteine sono costituite da decine e centinaia di aminoacidi, ed è sufficiente l'inserimento di un solo aminoacido destrogiro per rendere la catena proteica inutilizzabile per la vita! Come si può pretendere che, in una soluzione contenente in pari quantità forme destro e levogire, si formino per sintesi casuale

catene di soli aminoacidi levogiri? Gli evoluzionisti hanno finora cercato invano di dare una risposta soddisfacente a questo quesito. Per quanto riguarda, poi, la sintesi delle catene proteiche, vi è un'altra difficoltà. Le reazioni chimiche non avvengono a caso, ma sono soggette a una serie di leggi: una di queste è la legge di azione di massa. Se dalla reazione A+B si originano le sostanze C e D, la reazione può andare anche in senso inverso, cioè da C+D si possono formare A e B. La direzione della reazione, o il suo equilibrio, dipende da una serie di fattori. Nel caso della sintesi di due aminoacidi si ha la produzione di una molecola di acqua: se dal sistema ove avviene la reazione si toglie acqua, la reazione di sintesi viene facilitata; se

invece nel sistema è presente molta acqua, gli aminoacidi tenderanno a rimanere in soluzione. Ma dove vi è più acqua che nell'oceano? Eppure gli evoluzionisti ammettono che la sintesi delle grosse molecole proteiche sia avvenuta proprio nell'oceano, nonostante la legge di azione di massa. E Wilder Smith può affermare che "quasi l'ultimo posto su questo pianeta, dove le proteine della vita si potrebbero formare spontaneamente da aminoacidi è proprio l'oceano. Eppure quasi tutti i manuali di biologia insegnano questo errore, per giustificare la teoria dell'evoluzione e la biogenesi spontanea. Si deve conoscere molto male la chimica organica, o ignorarla di proposito, per non prendere in considerazione i fatti accennati" (7).
10/03/2006 11:26
 
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Yoghurt
Ciao Yo..., hai visto ieri sera il servizio sul telegiornale di Rai2?
Una famiglia di 5 persone che camminanano a 4 zampe, non riescono a restare in piedi, e camminare come comuni cristiani.
Mi sono sembrati un pò dementi è mi hanno fatto una gran pena.
Gli scienziati, affermano che potrebbe essere causa di evoluzione e vogliono studiare il caso.
Ora io dico questo, secondo Darwin quanti milioni di anni fa l'uomo era in quelle condizioni?
Secondo me la tv esagera, per me si tratta di uno strano fenomeno famigliare, tu che dici?

[Modificato da GEBURAH 10/03/2006 11.28]

10/03/2006 11:29
 
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per finire...
Le proteine
Tutte le cellule posseggono una componente proteica. Il loro peso molecolare può essere molto variabile in funzione del numero di monomeri di cui è costituito il polimero (il peso molecolare medio di un amminoacido è 115). Se la proteina è costituita da poche unità di amminoacidi (in genere non più di 15 - 20) viene definita un oligopeptide. In genere, un oligopeptide non ha una ben definita organizzazione tridimensionale in soluzione ma, essendo molto flessibile, la cambia continuamente. E' bene chiarire subito che una proteina nella sua organizzazione nativa, e quindi funzionalmente attiva, può esistere solo in soluzioni saline diluite (molto simili, per composizione, a quelle esistenti nei sistemi acquosi cellulari). La sua struttura dipende esclusivamente dalle caratteristiche chimico-fisiche della soluzione acquosa in cui si trova (pH, presenza di ioni salini, temperatura, pressione, presenza di composti organici come urea, alcoli, ecc.). Il variare di questi parametri può determinare delle modifiche nella struttura (cambi strutturali o conformazionali) che possono alterare le proprietà funzionali, fino ad annullarle (proteina denaturata).

[modifica]
Costituenti elementari
La molecola proteica risulta costituita da carbonio, ossigeno, idrogeno e azoto; quasi costantenemente contiene zolfo e spesso fosforo e metalli come ferro e rame. I costituenti essenziali delle proteine sono gli amminoacidi, legati tra loro dai cosiddetti legami peptidici, per formare catene la cui lunghezza può essere molto variabile, da un centinaio a molte migliaia di amminoacidi.

CARBONIO OSSIGENO IDROGENO AZOTO......ecco il materiale base della vita.....perche poi queste abbiano deciso di combinarsi per dare origine ad essa eh bel mistero.......

Ossigeno e idrogeno....ma non sono le molecole che compongono anche l´acqua?....
10/03/2006 11:33
 
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Mah....
secondo me hanno trovato il modo di far parlare di se.....magari diventano famosi e si beccano un sacco di soldi....oppure si sono magiati il loro cane cotto nel forno a microonde e vedi che e successo......i geni del cane si sono fusi con i loro...bel caso di mutazione.....spero che a furia di mangiar pollo non incominci a sbattere le braccia come ali e a beccare per terra...
10/03/2006 11:37
 
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@Yoghurt@
Interessantissimo contributo!

Inutile dirti che sto dalla parte di Linneo e del bravissimo scienziato George Cuvier.

Ci sono però delle inesattezze: i rapporti filogenetici non sono mai stati dimostrati dalle prove paleontologiche infatti ancora oggi non è mai stato trovato, ripeto mai, un solo anello di congiunzione tra una specie e l'altra negli strati geologici.

Le specie sembranno fisse come diceva Linneo( e come dimostra il dna oggi, che è un componente biologico immutabile).

Le analogie non provano nulla perchè c'è un bella differenza tra un ala di insetto ed una di un uccelllo...si dimostra solo che c'è un "progetto comune"...

Poi come vedi anche gli evoluzionisti sanno che la loro teoria non funziona...


..." È importante notare che mutazione e selezione, prese singolarmente, non possono produrre un'evoluzione significativa.

La prima, infatti, non farebbe che rendere le popolazioni sempre più eterogenee. Inoltre, per il suo carattere casuale, nella maggior parte dei casi essa è neutrale, oppure nociva, per la capacità dell'individuo che la esibisce di sopravvivere e/o riprodursi. La selezione, dal canto suo, non può introdurre nella popolazione nessuna nuova caratteristica: tende anzi ad uniformare le proprietà della specie. "...
????????

QUI MENTONO SPUDORATAMENTE

..." La paleontologia mostra prove concrete dell'evoluzione, quando i fossili sono trovati nelle successioni stratigrafiche sedimentarie in abbondanza, laddove è rispettato il principio fondamentale geologico della sovrapposizione; una testimonianza significativa è quella degli ammoniti Hildoceratidi del Lias superiore (Giurassico) nell'Appennino umbro - marchigiano, che mostra passaggi tra genere e genere.

Qui, all'interno dell'unità litostratigrafica di origine marina del Rosso Ammonitico, è stata studiata una serie fossile raccogliendo varie centinaia di campioni, strato per strato, dimostrando che si è avuto un adattamento funzionale verso una sempre maggiore idrodinamicità, e giustificando l'idea darwiniana della selezione naturale"...



Le conchiglie sono e rimangono conchiglie e in milioni di anni sono sempre rimaste conchiglie...qui si scambia un semplice mutazione genetica come SALTO DA UNA SPECIE ALL'ALTRA ALLUCINANTE!!
"Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino.

Suor Lucia Dos Santos



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10/03/2006 11:41
 
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Re: per finire...

Scritto da: @Yoghurt@

CARBONIO OSSIGENO IDROGENO AZOTO......ecco il materiale base della vita.....perche poi queste abbiano deciso di combinarsi per dare origine ad essa eh bel mistero.......

Ossigeno e idrogeno....ma non sono le molecole che compongono anche l´acqua?....

Perchè secondo te è un mistero che si siamo unite?
Cosa sono i famosi 4 Elemeti? l'una è indispensabile all'altra ed ha bisogno dell'altra. se viene a mencare un solo elemento, la vita non prende forma. Questo che sto scrivendo non l'ho scoperto io ma salomone. ora nell'acqua nascono i primi esseri viventi, ma chi è che contiene l'acqua? la terra no. e chi è che riscalda o raffredda la terra? il sole. chi è che trasporta i raggi sulla terra? L'aria. Su ogni pianeta esiste questa catena di vita. nello spazio vuoto, la condensazione (acqua) e la solidificazione (terra).
10/03/2006 11:42
 
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@Yoghurt@
Ancora più interessante questo sulla chimica e sulla microbiologia!
Dove l'hai trovato?
"Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino.

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10/03/2006 11:46
 
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GEBURAH
Peccato non ho visto il servizio...forse hanno trovato finalmente il famoso anello mancante tra noi e le scimmie!! AH AH AH AH
"Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino.

Suor Lucia Dos Santos



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10/03/2006 11:52
 
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Ghergon
Ho pensato anch'io la stessa cosa. un'evoluzione al contrario.
Magari tra mille anni diventermo di nuovo pesci.
A chi piace il mare: ah..ah..ah..ah..ah.. :D :D :D :D
E magari verremo mangiati dai nostri parenti!ah..ah..ah..ah.. :D :D :D :D :D
10/03/2006 12:04
 
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Per quanto riguarda......
definizioni ho trovato velocemente su Wikipedia sia per quanto riguarda la teoria dell´evoluzionismo sia per quanto riguarda la spiegazione della proteina.....

Ti faccio notare che per quanto riguarda la ricerca sull definizione della teoria dell´evoluzione...se la fai in inglese ti da parecchie pagine riferite all definizione della teoria e poi successivamente riferimenti a controteorie.....se la fai in italiano....gia dalla prima pagina a parte 2 o 3 link tra cui quella di Wikipedia trovi gia link che fanno riferimento a contro teorie o critiche alla teoria dell´evoluzionismo sopratutto gestite da enti cattolico cristiani......ma non ti suona un po strano...a me si.....
10/03/2006 12:14
 
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Concludo....
dicendo che io non voglio ne difendere ne accusare nessuno.....volevo solo capire con voi se era il caso o no gia di sventolare questa o quella bandiera quando ancora e spero di averlo chiarito si e ben lontani dalla meta.....quello che non approvo se da un lato c´e l´arroganza di scardinare teorie che non possono ancora essere definite ancora valide perche necessitano di approfondimenti che potrebbero anche modificarle o sostituirle totalmente dall´altro lato non accetto che li dove ci siano ancora dei vuoti da colamre li si riempia mettendo Dio o qualsiasi altra cosa soprannaturale che in realta non dimostrano assolutamente nulla......entrambi questi atteggiamenti non danno nessun contributo alla ricerca e non fanno fare uno ma nemmeno un passo avanti all´umanita...entrambi bloccano il processo perche non contribuiscono a far proseguire l´afflusso di dati e di informazioni necessarie per approfondire e risolvere i problemi....ci vuole tanto tempo per arrivare ad una risposta completa ma intanto per arrivarci si ha bisogno di tante piccole risposte incomplete da combinare insieme......
E poi speriamo veramente di non diventare dei pesci....PERCHE IO DENTRO UNA SCATOLETTA DA ESPORRE NEL SUPERMERCATO NON CI VOGLIO FINIRE....
10/03/2006 12:16
 
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@Yoghurt@
Beh, devi considerare che Darwin è considerato quasi un eroe nei paesi anglosassoni...e il nostro comunque rimane, non so ancora per quanto, un paese Cattolico!
"Ciascuno deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che Dio ha posto sul suo cammino.

Suor Lucia Dos Santos



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A me mi suona strano che in questi ultimi duecento anni si sono fatto esperimenti...migliardi di esperimenti in una direzione sola...nell altra poche...
E come dire che oggi hanno le "prove"(che sembra non hanno)perché hanno fatto migliardi di ricerche prove,sviluppi....e invece in ducento anni hanno fatto poco o niente sulle altre teorie...
Non ti sembra obbiettivamente impari?Non sembra obbiettivamente "obbligato"?

Gatta ci cova....!
10/03/2006 14:33
 
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Purtroppo è cosi, difatti la ricerca corre sempre dove più fa comodo e dove ci sono i maggiori interessi IDEOLOGICI e finanziari.
Poi ci sono quelle persone in malafede che addirittura se non trovano le prove...se le inventano, come il famoso uomo di Piltdown(vedi sopra)
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Suor Lucia Dos Santos



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