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e riguardo alla relatività..

Ultimo Aggiornamento: 18/11/2011 09:13
19/12/2006 09:50
 
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In poche parole....
Il contributo di Einstein e stato quello di dare alla fisica una base "coerente" per tutti i livelli energetici e di semplificare il concetto di energia in una equazione breve e corretta da un punto di vista del calcolo correggendo un errore di fondo della fisica classica.....sostanzialemnte ha tradotto diversi linguaggi che non erano in grado di comunicare esattamente tra di loro in un solo linguaggio comune comprensibile a tutti......

Non una cosa da poco.....
19/12/2006 11:34
 
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Scienze esatte????
Ed io che pensavo che 2+2 facesse 4 [SM=x268919] [SM=x268919] !!!!!
Ed invece mi accorgo che anche tra le cosidette "scienze esatte" ci sono pareri discordanti....ma forse è anche giusto così...almeno si cerca di scavare sempre più nel profondo per arrivare più vicini alla "realtà"....ma quale realtà [SM=x268933] ????
19/12/2006 14:21
 
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QUALE REALTA......
Beh se parliamo di realta all'interno "del limite umano" 2+2=4

poi possiamo andare verso l'infinitamente piu grande dell'uomo e verso l'infinitamente piu piccolo dell'uomo e 2+2 puo assumere forse altri valori....forse.....ma qua si va verso fisica e scienza piu complesse che pero sono partite da quel famoso E=mc2....e cioe dal 2+2=4.....come anche scritto su wikipedia cambiando determinato fattori analizzando i diversi livelli energetici ogni 2 va scomposto tenendo conto delle condizioni in cui si trova....per cui 2 sara uguale a qualcosa di diverso da come lo sarebbe in una realta definita secondo il limite umano.....

Ma ripeto se parliamo di quale realta passiamo dinuovo alle teorie e alle filosofie che possono dire tutto o niente....

Pero il merito di persone come Einstein e quello di aver portato le teorie e le filosofie ad un livello "pratico" calcolabile e applicabile.....ovvero al E=mc2......cosa che chiunque di noi non e in grado di fare.....
19/12/2006 16:31
 
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Re: Mezmerize

Scritto da: LiviaGloria 18/12/2006 20.46
...e cosa mi dici del "suono"?




Salve.. non ho capito la domanda......


"Si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti …quasi come un cappellaio…e per fortuna io lo sono! La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità!"
19/12/2006 17:11
 
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Re: Re: Mezmerize

Scritto da: Mezmerize 19/12/2006 16.31



Salve.. non ho capito la domanda......




...hai ragione [SM=g27823] ...sono stata troppo vaga...e quello che volevo intendere...forse non era per il soggetto di questo topic.... [SM=x268933] ...non ho resistito alla tentazione... [SM=g27828]

La mia voleva essere una "semplice" domanda "nascosta" tra luce e "suono"...cioé "luce" e "verbo"...Genesi.

Ma se mi vuoi rispondere conviene farlo in spiritualitá con un nuovo topic.



Scusate a tutti per l interruzione!Pardon!! [SM=g27821]
19/12/2006 17:11
 
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Re: Re: Re: Mezmerize

Scritto da: Mezmerize 18/12/2006 17.01


luce = onde elettromagnetiche

è questo il paradosso... dipende da che tipo di osservazione si fà....ovvero: la luce viaggia nello spazio come un 'onda ma quando viene rilevata appare come una particella (fotone)
ed un singolo fotone viaggia in linea retta... anche tanti singoli fotoni viaggiano in linea retta..!!!!
quindi la relatività di Einstein al momento non è perfetta.... [SM=g27817]



Ma che dici?
E allora spiegami come mai, quando accendi la luce in una stanza,
la luce c'è anche sotto il tavolo, per esempio....
Semplicemente perchè non viaggia in linea retta, ma si
"propaga" naturalmente....

[SM=x268940]
19/12/2006 17:23
 
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Re: Re: Re: Re: Mezmerize

Scritto da: Alounak 19/12/2006 17.11


Ma che dici?
E allora spiegami come mai, quando accendi la luce in una stanza,
la luce c'è anche sotto il tavolo, per esempio....
Semplicemente perchè non viaggia in linea retta, ma si
"propaga" naturalmente....

[SM=x268940]



[SM=g27833] [SM=g27833] [SM=g27833]
è uno scherzo vero?

[Modificato da Mezmerize 19/12/2006 17.32]



"Si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti …quasi come un cappellaio…e per fortuna io lo sono! La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità!"
19/12/2006 17:53
 
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Re: Re: Re: Mezmerize

Scritto da: LiviaGloria 19/12/2006 17.11
...hai ragione [SM=g27823] ...sono stata troppo vaga...e quello che volevo intendere...forse non era per il soggetto di questo topic.... [SM=x268933] ...non ho resistito alla tentazione... [SM=g27828]

La mia voleva essere una "semplice" domanda "nascosta" tra luce e "suono"...cioé "luce" e "verbo"...Genesi.

Ma se mi vuoi rispondere conviene farlo in spiritualitá con un nuovo topic.



Scusate a tutti per l interruzione!Pardon!! [SM=g27821]



"Si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti …quasi come un cappellaio…e per fortuna io lo sono! La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità!"
19/12/2006 18:08
 
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Il fotone
In fisica, il fotone (dal greco f?? "phos", che significa luce) è un quanto del campo elettromagnetico. È considerato una delle particelle elementari del modello standard. Il termine fotone fu coniato da Gilbert Lewis nel 1926.

Simbolo
Normalmente è associato al simbolo ? (gamma), anche se nella fisica delle alte energie viene usato solo per i fotoni ad alta energia (i fotoni con livello di energia immediatamente inferiore ad esempio vengono indicati con X e chiamati raggi X).


[modifica] Proprietà
I fotoni vengono spesso liberamente associati con la luce visibile, alla quale sono correlati solo per uno stretto spettro di frequenze. In realtà i fotoni sono associati ad ogni tipo di radiazione elettromagnetica. Ma anche qui, la radiazione si incontra comunemente allo stato quantico, che non corrisponde a fotoni puri, ma a superposizioni di differenti fotoni, ivi comprese le superposizioni coerenti (dette anche stati coerenti) che descrivono la luce coerente, come quella emessa da un laser ideale, o le superposizioni caotiche (dette anche stati termici) che descrivono la luce in equilibrio termico (radiazione del corpo nero). Apparecchiature speciali come i micromaser possono creare una luce composta da fotoni puri.


[modifica] Dualismo onda-corpuscolo
Sotto alcuni aspetti il fotone agisce come una particella, ad esempio quando viene rivelato da un fotomoltiplicatore (effetto fotoelettrico). Sotto altri aspetti, esso si comporta come un'onda, ad esempio quando viene osservato dalla strumentazione ottica (fenomeni di diffrazione e interferenza). In accordo con il così detto dualismo onda-corpuscolo in meccanica quantistica, è naturale per il fotone mostrare uno dei due aspetti della sua natura, a seconda della strumentazione usata.


[modifica] Produzione
I fotoni possono essere prodotti in molti modi, inclusa l'emissione da elettroni che cambiano di stato o di orbitale. Possono essere anche creati per transizione nucleare, annichilazione particella-antiparticella o qualsiasi fluttuazione del campo elettromagnetico.

Stato quantistico
Lo stato quantico associato ad un fotone è lo stato di Fock, indicato con |n>, che significa n fotoni nel campo elettromagnetico modale. Se il campo è multimodo, il suo stato quantico è un prodotto tensoriale degli stati fotonici, ad esempio,


con ki il possibile momento dei modi e nki il numero di fotoni in un dato modo.


[modifica] Vita media
I fotoni, come già detto, sono ritenuti particelle fondamentali. La loro vita è infinita: possono infatti essere creati e distrutti interagendo con altre particelle, ma non è noto che possano decadere spontaneamente.


[modifica] Spin e Massa
Hanno spin 1 e sono quindi classificati come bosoni. Essi mediano l'interazione elettromagnetica; costituiscono i bosoni di gauge dell'Elettrodinamica quantistica (QED), che è una teoria di gauge U(1). Hanno massa invariante pari a zero ma una quantita di energia definita (e finita) alla velocità della luce. Nonostante ciò, la teoria della relatività generale dice che sono influenzati dalla gravità, e questo è confermato dalle osservazioni.

Una particella non relativistica di spin 1 è dotata di tre possibili proiezioni dello spin (-1, 0 e +1). Tuttavia, le particelle di massa nulla, come il fotone, hanno solo due proiezioni di spin, in quanto la proiezione zero richiede che il fotone sia fermo, e questa situazione non esiste, in accordo con la teorie della relatività. Tali proiezioni corrispondono alle polarizzazioni circolari destra e sinistra delle onde elettromagnetiche classiche. La più familiare polarizzazione lineare è data dalla sovrapposizione delle precedenti.

[modifica] Fotoni nel vuoto
Nel vuoto, i fotoni si muovono alla velocità della luce c, definita pari a 299.792.458 km/s (ovvero dove le costanti e0 e µ0 sono la costante dielettrica e la permeabilità magnetica, nel vuoto, come dedusse Maxwell), o circa 3x108 m/s. La relazione di dispersione è lineare e la costante di proporzionalità è la costante di Planck h; ciò porta alle utili relazioni: E = h ? (con E l'energia del fotone e ? la frequenza del fotone) e p = h ? / c (p è il momento).


[modifica] Fotoni nella Materia
Nella Materia, si accoppiano alle eccitazioni del mezzo e si comportano differentemente. Ad esempio quando si accoppiano ai fononi o agli eccitoni producono i polaritoni. La loro dispersione li permette di acquisire una massa effettiva, e quindi la loro velocità scende sotto quella della luce nel vuoto.


[modifica] Interazione Radiazione-Materia
Esistono diversi meccanismi di interazione Radiazione-Materia. A seconda dell'energia dei fotoni incidenti, gli effetti più probabili possono essere schematizzati come segue:

1 eV–100 keV Effetto fotoelettrico,
100 keV–1 MeV Effetto Compton,
1,022 MeV in poi Produzione di coppia.

Da Wikipedia
19/12/2006 18:10
 
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Notare.....
la velocita dei fotoni varia a seconda che siano nel vuoto o in interazione con la materia e quindi a loro volta abbaino una massa....

Massa velocita energia....E=mc2?

Ma grazie a chi possiamo spiegare queste cose?.....grazie ad un certo Einstein?....
19/12/2006 18:24
 
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Re: Notare.....

Scritto da: @Yoghurt@ 19/12/2006 18.10
la velocita dei fotoni varia a seconda che siano nel vuoto o in interazione con la materia e quindi a loro volta abbaino una massa....

Massa velocita energia....E=mc2?

Ma grazie a chi possiamo spiegare queste cose?.....grazie ad un certo Einstein?....






Scusa la domanda.... questa affermazione secondo te è corretta o no?

Scritto da: Mezmerize 18/12/2006 17.01
la luce viaggia nello spazio come un 'onda ma quando viene rilevata appare come una particella (fotone)
ed un singolo fotone viaggia in linea retta... anche tanti singoli fotoni viaggiano in linea retta..!!!!
quindi la relatività di Einstein al momento non è perfetta....

[Modificato da Mezmerize 19/12/2006 18.28]



"Si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti …quasi come un cappellaio…e per fortuna io lo sono! La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità!"
19/12/2006 18:30
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Mezmerize

Scritto da: Mezmerize 19/12/2006 17.23


[SM=g27833] [SM=g27833] [SM=g27833]
è uno scherzo vero?

[Modificato da Mezmerize 19/12/2006 17.32]




No, non è uno scherzo, meglio che studi un pò meglio
la cosa.... [SM=x268930]
19/12/2006 18:33
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Mezmerize

Scritto da: Alounak 19/12/2006 18.30


No, non è uno scherzo, meglio che studi un pò meglio
la cosa.... [SM=x268930]



Illuminaci....


"Si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti …quasi come un cappellaio…e per fortuna io lo sono! La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità!"
19/12/2006 21:38
 
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Luce
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La luce (dal latino, lux, lucis) è l'agente fisico che rende visibili gli oggetti. Il termine luce si riferisce alla porzione dello spettro elettromagnetico visibile all'occhio umano, ma può includere altre forme della radiazione elettromagnetica. Le tre grandezze base della luce (e di tutte le radiazioni elettromagnetiche) sono la luminosità (o ampiezza), il colore (o frequenza) e la polarizzazione (o angolo di vibrazione). A causa della dualità onda-particella, la luce mostra simultaneamente proprietà che appartengono sia alle onde che alle particelle.

20/12/2006 11:10
 
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Re: QUALE REALTA......

Scritto da: @Yoghurt@ 19/12/2006 14.21
Beh se parliamo di realta all'interno "del limite umano" 2+2=4


Ma ripeto se parliamo di quale realta passiamo dinuovo alle teorie e alle filosofie che possono dire tutto o niente....

Pero il merito di persone come Einstein e quello di aver portato le teorie e le filosofie ad un livello "pratico" calcolabile e applicabile.....ovvero al E=mc2......cosa che chiunque di noi non e in grado di fare.....





Specie gli scienziati credono che sia possibile dividere tra loro valori unitari senza aver con ciò delle false verità, che non valgono per tutti.
Prova a pensare che, in tutto, vi siano 100 mele e che, in tutto, vi siano 2 bambini. Se vuoi il rapporto esatto mele/bambino devi dividere 100 per 2, ed ottieni 50 mele per bambino.
Ora 100, il tutto, è un assoluto paragonabile ad un 100/0 indeterminato, nella sua specifica relazione. Se vuoi che questo 100 sia espresso in modo unitario, all'interno di un TUTTO che non ti consente di assumere altre unità, all'infuori delle 100, non puoi far altro che assumere una mela come unità del confronto delle residue 99. A questo punto il conteggio "unitario" dell'assoluto quantitativo delle 100, è dato dal rapporto interno al 100 ed unitario come lo è il 99/1 tra le 99 misurate da una di esse.
Se, in presenza anche dell'assolutezza dei 2 baminini in tutto puoi solo conteggiarli unitariamente come 1/1, e poi passi al rapporto tra le mele per ogni bambino, controllato dal rapporto unitario di una mela per ogni bambino, ottierni che 99/1 : 1/1 ti dà 99 mele per bambino, rtapporto controllato dal rpporto unitario 1 mela / 1 mambino.
Per restare allora in questa REALTA' ASSOLUTA di 100 mele e 2 bambini, al povero bimbo che tocca di dare l'immagine unitaria di 1 mela per ogni bambino tocca una sola mela, mentre all'altro bambino ne toccano 99. Che GIUSTIZIA è mai questa?

Se ti sembra una pura BARZELLETTA, il 6,022 e rotti (anziché 6 netto) del numero di Avogadro è proprio la conseguenza di rapporti non assoluti, ma unitari.
La stessa cosa tocca alla famosa C velocità della luce.
Essa, se ASSOLUTA, ti PRESENTA la realtà a indice 3, del volume, alla dimensione 10^8 della libertà di 10^2 (la sezione del tempo) nelle 10^10 unità atomiche contenute in un metro. Pertanto il quantitativo ASSOLUTO, ossia TUTTO, è di 100.000.000 in ogni componente xyz, e 300.000.000 in TUTTO.
Ma l'uomo effettua computi UNITARI, e casca l'asino, perché in questo ASSOLUTO volume che messo in linea come un solo vettore viaggia esattamente a 300 milioni di m/s, sono assunti 207.542 m/s come la dimensione ideale unitaria che conteggia SOLO IL RESIDUO (come fossero le 99 mele ogni bambino).
207.542 metri sono il MODELLO di moto alle dimensioni 10^6, sommata alla 10^5, sommata alla 10^4, sommata alla 10^3, sommata alla 10^2, sommata alla 10.
Alla D. 1.000.000 sono 2^8 quelle della realtà complessa in base 2 e dimensione 100.000 ciascuna. Il moto è 1.000.000 -800.000 = 200.000.
Alla D. 100.000 (elettro-magnetismo) tutto il tratto è occupato, 50.000 dal magnetismo e 50.000 dall'elettricità, dunque il moto di 100.000 che occupa tutto il 100.000 è in uno spazio residuo che è 0.
Alla D. 10.000 (realtà) quella del volume è 3.000 e si sposta solo di 7.000 nel 10.000.
Alla D. 1.000 (della massa-del volume), grazie all'antimateriale -500 si osserva la massa materiale +500, muoversi di 500.
Alla D. 100 (assoluta, dell'area trasversale del moto) i 60 vettori spaziali dell'intorno si muovono solo del residuo 40.
Alla D. 10 (del ciclo lineare) il complesso 2^3 si muove in tutto di 2.
Pertanto, tutti i moti PIENI, qalle varie dimensioni, sono, tutti espressi in metri, 200.000 +0 +3.000 +500 +40 +2 = 207.542 m ogni secondo, e sono il MODELLO UNITARIO desunto nei 300 milioni di metri per conteggiare solo I RESIDUI 299.792.458 che risultano essere TUTTI ... ma che non lo sono, avendo tolto quelli usati nel computo unitario.

La VELOCITA' ASSOLUTA della luce come unitariamente misurata nel vuoto, oggi, alla velocità sua, NON E' rappresentativa del TUTTO, ma solo del RESIDUO. Il rapporto 1m/1s si è evidenziato reqalmente come quello di 1 mela/1 bambino, e oggi si sta facendo un errore ASSOLUTO! Il perché lo hai capito.

Come vedi, l'eccelso EINTSTEIN, che non si è posto la domanda su cosa sia da considerare ASSOLUTO e cosa RELATIVO, ha portato all'attuale MANCANZA di UNIFICAZIONE tra le Energie gravitazionali e quelle elettromagnetiche.

Sfido! E (energia in potenza di assumere ammassamento o espansione come il LAVORI opposti dell'energia) deve essere uguale al prodotto degli opposti, come ti rivela il rapporto tra materia e antimateria, che la ANNICHILISCE in pura energia in potenza. Ma, per l'incapacità dei FISICI di campire che l'espansione assoluta e l'antimateria sono la stessa cosa che espande assolutamente l'ammassamento materiale, IMPEDISCE LA RAGIONEVOLEZZA della Fisica, e tanti GENI diventano persone che sembrano tutti veri IMBECILLI!
20/12/2006 11:11
 
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Ricapitolando
GALILEO E IL PRINCIPIO DI RELATIVITA'
Nel suo "Dialoghi sui Massimi Sistemi" Galileo Galilei dà una descrizione molto chiara del cosiddetto "principio di relatività galileiana". Egli immagina uno sperimentatore, rinchiuso nella stiva di una nave, che esegue una serie d'osservazioni sulla caduta dei gravi. Galileo spiega, molto chiaramente, come in nessun modo sia possibile per quest'osservatore trarre alcun'indicazione sulla velocità del moto (uniforme) della nave mediante esperimenti che si svolgano esclusivamente nel suo interno. La formulazione galileiana originale è descrittiva e segna tuttavia l'ingresso nella fisica moderna del concetto di relatività: "E' impossibile mettere in evidenza il moto assoluto di un oggetto e si può solamente parlare di velocità relativa di due oggetti". Il principio di relatività è verificabile nella vita di tutti i giorni; seduti nello scompartimento di un treno che sta partendo dalla stazione, con un altro treno a fianco, facciamo fatica a capire se ci stiamo muovendo noi o l'altro treno. La relatività galileiana è in perfetto accordo con la meccanica di Newton e con la legge di gravitazione universale. Non è dunque possibile stabilire lo stato di moto assoluto misurando la forza gravitazionale tra corpi. Il mondo relativistico può essere codificato da un'infinità potenziale d'osservatori, detti inerziali, e in moto relativo uniforme. Nessuno di questi ha preminenza sugli altri e le leggi della fisica si scrivono nello stesso modo per tutti. Nella relatività ristretta non sono ammessi osservatori in moto non uniforme e sarebbe invero possibile avvertire il moto della nave con il mare mosso. L'esistenza d'osservatori inerziali è un fatto empirico e al momento non discende da alcun principio superiore. La relatività galileiana è rimasta in ottimo accordo con i dati osservativi, sino alla fine dell'Ottocento, e continua a essere usata con successo per trattare i fenomeni non relativistici, ossia quelli che si svolgono con velocità molto inferiori a quella della luce (c = 299.792,458 km/s). A velocità prossime a c - dette relativistiche - essa si rivela invalida e occorre usare la relatività einsteiniana.

NEWTON E CONTEMPORANEI

Newton era convinto di poter dare una definizione di moto e di spazio e tempo assoluto usando un sistema di riferimento (o osservatore) ancorato rispetto alle stelle fisse. Nei Principia di Newton si legge che "Si postula l'esistenza di un corpo di riferimento, (o spazio di riferimento tridimensionale, rispetto cui studiare i fenomeni fisici che in esso si svolgono) di natura "sui generis", caratterizzato a priori dalle seguenti proprietà fisiche e geometriche: 1. Per definizione fisso, inerte rispetto all'evolversi in esso dei fenomeni fisici, rigido e trasparente alla penetrazione ottica. 2. Le sue proprietà geometriche si identificano con quelle di uno spazio euclideo tridimensionale." Tale corpo di riferimento è chiamato "PIATTAFORMA SPAZIALE" Inoltre si legge ancora che "Si postula l'esistenza di un ente fisico unidimensionale, che fluisce uniformemente ed indipendentemente dai fenomeni naturali e dallo stato di quiete o di moto della sede in cui essi si svolgono. Tale ente fisico è idoneo a stabilire senza ambiguità: 1. Se due eventi A e B sono simultanei oppure uno di essi precede o segue l'altro; 2. La durata di un fenomeno, intesa come intervallo temporale che separa due eventi.". Newton propose anche un esperimento concettuale con un vaso ruotante pieno d'acqua per mettere in evidenza il moto assoluto. Come fu osservato, questo metodo evidenzia solamente i moti accelerati. Un enunciato molto chiaro del principio di relatività si trova in Christiaan Huygens, che nel 1669 scriveva: "La quiete e il moto possono venire considerati solo relativamente e lo stesso corpo che uno dice in quiete rispetto a certi corpi può venir detto in movimento rispetto ad altri e ritengo che non ci sia più realtà di movimento nell'uno piuttosto che nell'altro".

ELETTRICITA' E MAGNETISMO

H.C. Oersted fu il primo a osservare la deviazione indotta sull'ago di una bussola da un filo conduttore percorso da corrente elettrica, mettendo così in luce una connessione nuova e profonda tra fenomeni elettrici e fenomeni magnetici. Dobbiamo a M. Faraday uno studio sistematico e profondo dei fenomeni elettromagnetici e una prima formulazione della teoria dei campi attraverso il concetto di linee di forza. La sintesi finale per i fenomeni elettromagnetici fu portata a termine da J.C. Maxwell nel 1865. Le equazioni di Maxwell mostrarono che la luce è un fenomeno elettromagnetico, permisero a H.R. Hertz di provare sperimentalmente l'esistenza delle onde radio, aprirono la strada alla relatività ma anche a una serie straordinaria di conquiste tecnologiche e scientifiche che non ha confronti nella storia. Secondo la convinzione corrente in quel tempo, e condivisa da Maxwell, il campo elettromagnetico altro non era che un modo molto preciso di descrivere le deformazioni, tensioni interne e propagazione ondosa in un mezzo ipotetico chiamato etere. In sostanza la luce si sarebbe propagata nell'etere in modo analogo alla propagazione del suono nell'aria. Ma poiché la velocità della luce è altissima, circa un milione di volte quella del suono, ne seguiva che l'etere doveva essere un mezzo allo stesso tempo rigidissimo e leggerissimo, e che doveva permeare tutti i corpi, anche i solidi, come prova il fatto che la luce e i campi elettromagnetici passano attraverso i vetri più densi. Le equazioni di Maxwell segnano l'inizio della crisi che ha condotto alla scoperta della relatività.

L'ESPERIMENTO DI MICHELSON E MORLEY

L'esistenza dell'etere agì come meccanismo di rottura e crisi entro la fisica tradizionale rappresentata dalla relatività galileiana. Si ragionava nel seguente modo: se l'etere esiste, allora dovrebbe essere possibile sostituirlo alle stelle fisse di Newton e dichiarare fermo in assoluto l'osservatore immobile rispetto all'etere. Quello che ci si attendeva era che quei fenomeni fisici che dipendevano dal moto dell'etere (o meglio rispetto all'etere) potessero venire usati per stabilire il moto assoluto dell'osservatore in contrasto con il principio galileiano. Tra questi fenomeni fisici il più adatto era la propagazione della luce. Se soffia vento sappiamo che dobbiamo sottrarre la velocità del vento a quella del suono se questo si propaga controvento, e dobbiamo aggiungerla se questo si propaga sottovento. Sostituendo la luce al suono e l'etere all'aria vediamo che in presenza di movimento rispetto all'etere (o "vento d'etere") la luce dovrebbe propagarsi con velocità diversa nelle varie direzioni. A.A. Michelson e E.W. Morley decisero appunto di misurare la velocità della luce in funzione della direzione nella speranza di mettere in evidenza il vento d'etere. Utilizzarono un interferometro costituito da una serie di specchi posti su due bracci ortogonali e di ugual lunghezza. L'apparato doveva mettere in evidenza il tempo impiegato dalla luce per percorrere (andata, riflessione e ritorno) un dato braccio e confrontarlo con quello impiegato a percorrere l'altro braccio. Il vento d'etere doveva causare una variazione nei tempi di transito che cadeva entro i limiti di precisione dell'apparato. L'intero apparato poteva ruotare su di una piattaforma in modo da scambiare il ruolo dei due bracci. L'esperimento fu ripetuto più volte ma nel 1887 dette un risultato nullo con grande delusione dei due sperimentatori e sorpresa nel mondo accademico. L'esperimento fu poi ripetuto con altre tecniche ma con gli stessi risultati.

LA CONTRAZIONE DI LORENTZ

H.A. Lorentz fu il primo a raggiungere una spiegazione del fallimento e una prima, sia pure incompleta, formulazione della relatività. Secondo Lorentz, che credeva nell'etere, il vento d'etere aveva anche altre conseguenze di rilievo. Egli concepiva i corpi materiali come composti da particelle dotate di cariche opposte e tenute insieme dalle forze elettromagnetiche. Se queste forze sono propagate dall'etere, dipendono dal vento d'etere (come d'altronde la propagazione della luce), allora anche la forma dei corpi deve dipendere dal loro stato di moto rispetto all'etere. In base ad alcune assunzioni sulle forze elettromagnetiche, egli dimostrò che il vento d'etere doveva produrre un accorciamento dei corpi lungo la direzione del vento. Questo accorciamento, pure predetto da G.F. Fitzgerald, alterava i tempi di percorso della luce entro l'apparato di Michelson e Morley in modo da nascondere completamente l'effetto cercato. L'etere possedeva dunque una proprietà straordinaria, quella di rendersi completamente inosservabile. Nel corso delle sue ricerche Lorentz dimostrò che il vento d'etere doveva alterare il ritmo degli orologi. Se dunque spirava il vento d'etere le misure convenzionali di spazio e tempo risultavano alterate ed erronee in modo tale da simulare una realtà fisica in cui l'etere appariva sempre immobile e la velocità della luce era ancora la stessa in tutte le direzioni. Questo risultato di Lorentz va sotto il nome di "principio degli stati corrispondenti". In sostanza asserisce l'esistenza dell'etere e di un sistema di riferimento privilegiato ancorato all'etere anche se non rilevabile attraverso esperimenti di natura elettromagnetica. In questo senso esso è in contrasto con il principio di relatività galileiano. Nella teoria di Lorentz, il moto dell'etere induceva delle distorsioni nell'apparato di misura per cui le trasformazioni di Galileo andavano corrette. Da questa analisi Lorentz dedusse delle nuove trasformazioni che portano il suo nome e che tengono conto del moto dell'etere e delle distorsioni da esso indotte. La teoria di Lorentz contiene molti dei punti essenziali della relatività einsteiniana ma rimane rivolta al passato.

LA RELATIVITA' RISTRETTA

Il lavoro di Albert Einstein ribaltò completamente il punto di vista di Lorentz e portò la crisi della fisica classica a compimento. Einstein abbandonò completamente il concetto di etere abbracciando la nozione positivista secondo cui un ente che in linea di principio non è osservabile non ha diritto all'esistenza. L'asserzione di Lorentz era tuttavia più debole e non escludeva a priori la scoperta di nuove forze o interazioni non elettromagnetiche capaci di rendere osservabile l'etere; in Einstein la non osservabilità dell'etere era invece elevata a principio costitutivo. Secondo Einstein le misure distorte di Lorentz erano quelle vere e la trasformazione di Lorentz soppiantava completamente quella di Galileo. La velocità della luce era una costante universale c, indipendente dallo stato di moto dell'osservatore; il principio di relatività veniva eletto a principio costitutivo; le contrazioni delle lunghezze e la dilatazione dei tempi erano parte essenziale della geometria dello spazio-tempo, una geometria nuova la cui natura precisa fu poi stabilita da H.Minkowsky. La nuova geometria si adattava perfettamente alle equazioni di Maxwell.

SINCRONISMO DEGLI OROLOGI

Una prima conseguenza di rilievo della relatività riguarda il sincronismo degli orologi. Consideriamo un aereo in volo da Milano a Reggio Calabria alla velocità v. Giunto a metà tragitto il pilota lancia un messaggio radio alle due città. Per il personale di terra i messaggi viaggiano alla velocità c in ambedue le direzioni e poiché devono percorrere la stessa distanza essi giungono nello stesso istante. Nella relatività galileiana e per il pilota la velocità dei messaggi verso Reggio Calabria risulta c-v e quella verso Milano c+v, in modo tale da compensare esattamente il moto delle città relativamente all'aereo: quindi i messaggi arrivano ancora sincroni come impone il buon senso ma non la fisica. Nella relatività einsteiniana la velocità della luce vale sempre c per cui il messaggio arriva prima a Reggio Calabria e poi a Milano; ne segue che alterando il nostro stato di moto perdiamo il vecchio sincronismo degli eventi e ne acquistiamo uno nuovo. Il pilota che si muove verso Reggio Calabria vede accadere in anticipo gli eventi reggini e in ritardo quelli milanesi (rispetto al personale di terra). Eventi simultanei per un osservatore non sono più tali per un altro in moto relativo. La differenza è minima alle velocità per noi usuali. Questo dissincronismo è legato agli altri effetti e non è possibile considerarlo separatamente.

COMPOSIZIONE DELLE VELOCITA'

Una conseguenza dei postulati della relatività einsteniana è che, quando si ha che fare con velocità prossime a quella della luce, le velocità non si sommano in maniera normale. Consideriamo una persona che cammina sui vagoni. Supponiamo, inoltre, che il treno corra a 80 km/h e che la persona cammini verso la testa del treno a 5 km/h; egli, rispetto al suolo, avrà allora una velocità di 85 km/h, pari alla somma della sua velocità e di quella del treno. Se camminasse verso la coda, la sua velocità sarebbe di 75 km/h, perché il suo spostamento sarebbe contrario a quello del mezzo in cui si trova. Supponiamo che adesso il nostro osservatore si trovi su un treno molto speciale, che viaggia alla velocità della luce (300.000 km/h) e supponiamo anche che indossi delle scarpe a razzo che gli consentano di spostarsi sui vagoni a 20.000 km/h orari. Secondo il senso comune, la sua velocità rispetto al terreno sarà allora di 320.000 km/h. Questo però non può accadere, perché andrebbe contro il primo postulato della relatività. La natura fa sì che un qualsiasi corpo non possa essere accelerato a una velocità maggiore di c, qualunque energia gli si trasmetta. La costanza della velocità della luce rappresenta il punto di rottura con la fisica tradizionale e con il nostro (erroneo) buon senso basato sulla nostra limitatissima esperienza quotidiana. Se accettiamo questo fatto siamo obbligati ad accettarne le conseguenze. Tra queste ritroviamo la contrazione di Lorentz e la dilatazione dei tempi.

CONTRAZIONE DELLE LUNGHEZZE E DILATAZIONE DEI TEMPI

Anche la contrazione delle lunghezze può essere esaminata con gli stessi criteri qualitativi. Per il pilota in volo Reggio Calabria è in anticipo e Milano in ritardo. Dunque Reggio Calabria ha avuto più tempo a sua disposizione per avvicinarsi all'aereo e Milano meno tempo per allontanarsi. Ne segue che la distanza tra le due città è minore per il pilota di quanto appaia a terra. Consideriamo infine un orologio posto sull'aereo e uno posto a terra. Per il pilota il viaggio è più breve perché la distanza Reggio Calabria-Milano è minore e il suo orologio indica una durata minore del viaggio di quanto faccia un orologio identico posto a terra. Il personale di terra ha dunque l'impressione che l'orologio dell'aereo vada a rilento e che i secondi da esso scanditi siano più lunghi e dilatati rispetto a quelli dell'orologio a terra. Dunque anche la dilatazione dei tempi è connessa agli altri effetti relativistici. La scelta tra relatività galileiana ed einsteiniana è un fatto empirico poiché ambedue hanno un elemento interno di coerenza assoluto ed entrambe sono esenti da paradossi interni. Solo l'esperimento poteva decidere tra le due e ha deciso in favore della relatività ristretta. Avvicinandosi alla velocità della luce il fattore di contrazione tende ad annullarsi; se v > c la formula perde significato, una chiara indicazione che la velocità della luce non è superabile.

IL PARADOSSO DEI GEMELLI

L'accettazione della teoria non fu immediata e ancora oggi esistono oppositori. Tra i vari paradossi apparenti ideati per mostrare delle contraddizioni nella teoria della relatività ristretta il più noto è quello dei gemelli. Il paradosso si presenta nel modo seguente. Sulla Terra vivono due gemelli, Mimmo e Sonia che al momento dell'esperimento hanno 20 anni e possiedono entrambi un orologio e un calendario. Supponiamo che Sonia decide di diventare astronauta mentre Mimmo rimane a terra. Sonia parte su di una astronave che viaggia a una velocità prossima a quella della luce; sull'astronave lei vede scorrere il tempo sul proprio orologio in modo normale e allo stesso modo vede scorrere i giorni sul calendario. Quando Sonia torna sulla Terra, però, ha una sorpresa imprevista: Mimmo, è molto più vecchio di lei! La differenza di età dipende da quanto tempo è durato il viaggio e dalla velocità alla quale si è svolto: più la velocità dell'astronave è stata vicina a quella della luce, maggiore è la differenza nel tempo sperimentata da due gemelli; addirittura Mimmo potrebbe essere morto da tempo e Sonia potrebbe ritrovarsi in quello che potremmo definire il suo "futuro". Il paradosso nasce dal ruolo apparentemente simmetrico dei due gemelli: ambedue possono sostenere, in base alla relatività del moto, di essere rimasti a riposo mentre l'altro faceva il viaggio. Ambedue possono sostenere che l'orologio dell'altro va a rilento. Esiste tuttavia una differenza fondamentale tra Sonia e Mimmo: Mimmo è un osservatore inerziale mentre Sonia non lo è poiché frena e inverte la marcia per tornare sulla Terra. Il paradosso descritto è provato scientificamente. Naturalmente non è ancora possibile costruire astronavi che viaggiano alla velocità della luce, però è stato compiuto un esperimento, all'inizio degli anni '70, che ha consentito di misurare la dilatazione temporale. Due orologi atomici straordinariamente precisi sono stati sincronizzati; uno dei due è stato collocato a bordo di un velocissimo jet, mentre l'altro è rimasto a Terra. Al ritorno del volo, l'orologio sull'aereo era in ritardo rispetto a quello a Terra; naturalmente il ritardo era minimo perché la velocità di un aereo è molto piccola rispetto a quella della luce, tuttavia è stato possibile misurarlo. Il tempo, perciò, scorre in modo diverso se misurato in sistemi di riferimento diversi. Questo fatto è davvero sorprendente e rappresenta uno dei risultati più importanti della fisica eisteniana.

LA METRICA DI MINKOWSKY E IL TEOREMA DI PITAGORA

Più illuminante e profondo risulta il concetto di metrica introdotto da Minkowsky e che qui analizziamo in forma molto semplificata. In sostanza esso appare come una variante del teorema di Pitagora in cui il ruolo dell'ipotenusa è svolto dalla durata soggettiva del viaggio, detta anche tempo proprio. Più precisamente, secondo Minkowsky il quadrato del tempo proprio vale la differenza tra il quadrato del tempo trascorso sulla Terra e quello del percorso misurato in anni luce. Queste ultime due variabili giocano quindi il ruolo dei cateti con l'avvertenza fondamentale che occorre sostituire la somma con la differenza dei quadrati dei cateti. Se Sonia viaggiasse alla velocità della luce tale differenza sarebbe per definizione nulla e così pure la durata soggettiva del suo viaggio per cui il tempo rimarrebbe per lui congelato. Se Sonia tentasse di superare la velocità della luce diventando un tachione la differenza dei quadrati diventerebbe negativa e il concetto di tempo proprio perderebbe ogni significato.

L'EFFETTO FOTOELETTRICO

Fino alla fine del XIX° secolo si pensava che la luce fosse un fenomeno esclusivamente ondulatorio, secondo la teoria di Huygens. Nel 1887 il tedesco H.R. Hertz scoprì l'emissione di elettroni da parte di una sostanza colpita da una radiazione luminosa ("Effetto fotoelettrico"). Dall'analisi di questo fenomeno Einstein dedusse che l'energia della luce poteva essere assorbita o emessa solamente sotto forma di quanti o fotoni (atomi di luce) proponendo un ritorno all'ipotesi corpuscolare di Newton. Un fotone non può rallentare e non possiede massa e quindi energia di riposo. L'energia di un fotone è proporzionale alla frequenza della luce: diminuendo la frequenza e aumentando la lunghezza d'onda il fotone perde energia. In tutte le reazioni che coinvolgono particelle elementari dotate di carica vengono emessi fotoni la cui presenza va tenuta da conto nel valutare il bilancio energetico del processo.

L'EFFETTO DOPPLER

L'effetto Doppler fu previsto per la prima volta da C. Doppler per le onde sonore e si può rilevare con facilità confrontando il suono acuto di una sirena che si sta avvicinando con quello di una sirena che si sta allontanando. Esso rappresenta un cambiamento nella frequenza di un'onda rilevato quando la sorgente dell'onda e l'osservatore sono in movimento l'uno rispetto all'altro. L'effetto Doppler sussiste per un qualsiasi fenomeno ondoso e in particolare per la luce. Le linee dello spettro di un corpo luminoso, come una stella, risultano spostate verso il violetto, se esso si sta avvicinando alla Terra, e verso il rosso se si sta allontanando; misurando questo spostamento è possibile calcolare il moto relativo della stella rispetto al nostro pianeta. L'analisi degli spettri della radiazione proveniente da corpi celesti portò a risultati estremamente importanti in astrofisica, quali ad esempio la scoperta di stelle doppie non distinguibili neanche mediante strumenti ad alta risoluzione. La teoria della relatività introduce tuttavia delle correzioni che non hanno un analogo nel caso sonoro e che sono dovute al rallentamento dei tempi per la sorgente in moto. Per esempio una stella che si muove lateralmente mostra ancora uno spostamento verso il rosso che non sussiste per il suono. La misura dell'effetto Doppler rimane lo strumento principale per valutare la velocità di oggetti astronomici, stelle o galassie.

LA RELATIVITA' GENERALE

Nel 1915 Einstein formulò la teoria della relatività generale ampliando il principio di relatività, stabilendo che le leggi fisiche devono restare invariate passando da un osservatore ad un altro in moto qualsivoglia rispetto al primo, vale a dire per sistemi in moto accelerato l'uno rispetto all'altro. Essa trae origine dalla necessità di dare un'interpretazione razionale delle azioni gravitazionali, ponendo i suoi fondamenti nella geometria di Bernhard Riemann. Il tema centrale della teoria della relatività generale è la nozione che la materia influenzi la geometria dello spazio introducendo una curvatura che la fa discostare da quella euclidea. La costruzione completa e soddisfacente di una teoria relativistica della gravitazione fu raggiunta solamente alla fine della prima guerra mondiale. Sin dal 1907, Einstein si interessò alla gravitazione e si rese conto dell'importanza del principio di equivalenza, dette così una prima formulazione dello spostamento verso il rosso di natura gravitazionale ma ne fu poi in parte distratto dalle sue riflessioni sui fotoni (o quanti di luce) per i successivi quattro anni. Nel 1912 ritornò a Zurigo e incontrò il matematico M. Grossmann e C.F. Geiser, dai quali fu iniziato allo studio delle coordinate curvilinee di Gauss e alle loro generalizzazioni. Da lui apprese l'algoritmo del calcolo differenziale assoluto sviluppato dai matematici italiani G. Ricci e Tullio Levi-Civita. Dopo molti tentativi incompleti la versione finale della teoria fu pronta nel 1916; un anno dopo Karl Schwarzschild trovò la soluzione isotropa che porta il suo nome, la prima esatta mai ottenuta delle equazioni del campo, che descrive il campo gravitazionale generato da un corpo avente simmetria sferica e popolarmente nota come la soluzione del buco nero. La teoria ebbe una conferma sperimentale spettacolare nel 1919 durante una spedizione all'isola del Principe, nei mari del Sud, in cui venne misurata la deflessione dei raggi luminosi di alcune stelle sul bordo del Sole durante un'eclissi totale. Negli anni Venti la teoria fu applicata dallo stesso Einstein, da A.A. Friedmann alla cosmologia e condusse, sotto la spinta delle osservazioni di Edwin Powell Hubble, a nuove e sconvolgenti visioni sulla struttura a grande scala dell'universo. Nonostante questi successi la relatività generale ebbe sempre oppositori. Il successo straordinario della relatività generale indusse Einstein a tentare la costruzione di una teoria unificata in cui le interazioni gravitazionali ed elettromagnetiche apparissero come un tutto unico. Questi tentativi sono falliti ma rimane la spinta verso l'unificazione finale. Si pensa che fenomeni in cui l'elettromagnetismo e le forze tra particelle elementari sono direttamente collegati alla gravità possano essere osservati solamente a una scala di energie totalmente al di fuori della tecnologia attuale, la cosiddetta scala di Planck, miliardi di miliardi di volte più elevata di quella finora raggiunta dai più grandi acceleratori. Nelle collisioni ad altissima energia si ricreano per un istante brevissimo le stesse condizioni che caratterizzavano l'universo primordiale una frazione di secondo dopo il Big Bang. La fisica delle altre energie ci ha fornito dati essenziali per valutare più realisticamente i fenomeni che avvenivano all'inizio della storia universale. Viceversa è anche accaduto che dati cosmologici confermassero ipotesi (quali il numero di neutrini) elaborate nella fisica delle alte energie. La Teoria della relatività generale ha ottenuto conferme sperimentali ed attualmente è alla base dello studio della cosmologia e dell' astrofisica, con particolare riferimento a sistemi astronomici quali: pulsar, quasar e buchi neri.
20/12/2006 11:27
 
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Amoram
Io credo che ad un certo punto della storia,l uomo ha dovuto o voluto mettere nella scienza,dei punti fissi...e non solo nella fisica...ma nel tempo e altro...

Questo é successo,penso,perché voleva andare "avanti" con il "progresso" e quindi si é trovato a dover stabilire...diciamo dei punti fermi...
Quello che ho sempre affermato...é che la scienza oggi é a "metá"...cioé...siccome in passato ha dovuto mettere dei limiti...ha escluso a priori altre ricerche in certe direzioni...e questo ha provocato uno "sbilanciamento" nell evoluzione scentifica...
Io credo che in quel tempo...non si doveva scartare...ma portare avanti tutte le "teorie scoperte" che erano giá in atto...
Invece si é voluti fare una "selezione"
Forse ci sarebbe voluto piu tempo per far congiungere i due rami delle diverse "teorie" di allora...ma se si continuava...forse oggi o in futuro avremmo trovato il punto di collegamento tra due teorie "apparentemente "differenti".

Cosa dici Amoram...tu ravvisi questo punto storico dove la scienza a voluto mettere...diciamo dei confini ben decisi....???...come nel calcolo del tempo,date storiche...come nella fisica...come nella storia...ecc???
20/12/2006 11:36
 
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Amoram
...scusa...volevo chiederti cosa pensi personalmente anche di Todeschini...lo hai letto? [SM=g27823]
20/12/2006 12:47
 
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Einstein disse.....
"Puoi dire di aver capito qualcosa quando sei in grado di spiegarlo a tua nonna"......

Chi e in grado di spiegare la fisica in qualsiasi sua forma a sua nonna?....

Ecco sta qua il punto....se non si trovano dei modi per spiegare i fenomeni che siano comprensibili almeno a quella parte dell'umanita che e interessata a comprenderli si puo tranquillamente buttare nella spazzatura tutto quello per cui si e fatto la fatica di studiare.....

La scienza non puo arrivare immediatamente alla comprensione dei fenomeni senza fissare dei paletti che consentano di dire...."abbiamo capito qualcosa"......altrimenti e complicato poi andare avanti e approfondire......con E=mc2 e la teoria della relativita si e posto un paletto che definisce il legame intrinseco nell'universo dei fenomeni tra massa energia e velocita.....almeno di quella parte dell'universo dei fenomeni fino ad allora conosciuto.....e in poche parole ci spiega che non possiamo fare cio che ci pare con la fisica....con la fisica quantistica si e incominciato ad esplorare un nuovo universo di fenomeni....che ha sconvolto regole classiche come a sua volta aveva fatto la teoria di Einstein.....

Ma la fisica quantistica e gia un bel grattacapo per i Fisici figuriamoci per le loro nonne....inoltre bisogna capire che si va ad esplorare un "mondo" che e strutturato diversamente da quello a dimensione "umana".....che pero ha anch'esso le sue regole e si confronta con i concetti di massa energia velocita....

Io credo che noi siamo piu vicini alla realta delle 100 mele diviso per due bambini uguale piu o meno 50......altrimenti diventa molto difficile stabilire quali siano i veri fattori che determinano un fenomeno fisico ed una sua possibile applicazione.....se tutto diventa troppo realtivo rischiamo di perderci....

20/12/2006 17:00
 
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Re: Luce

Scritto da: Alounak 19/12/2006 21.38
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La luce (dal latino, lux, lucis) è l'agente fisico che rende visibili gli oggetti. Il termine luce si riferisce alla porzione dello spettro elettromagnetico visibile all'occhio umano, ma può includere altre forme della radiazione elettromagnetica. Le tre grandezze base della luce (e di tutte le radiazioni elettromagnetiche) sono la luminosità (o ampiezza), il colore (o frequenza) e la polarizzazione (o angolo di vibrazione). A causa della dualità onda-particella, la luce mostra simultaneamente proprietà che appartengono sia alle onde che alle particelle.






Non sei nemmeno in grado di capire ciò che citi.....


"Si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti …quasi come un cappellaio…e per fortuna io lo sono! La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità!"
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