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Vilnus: l’Ucraina non firma, Unione Europea sconfitta

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2024 21:12
21/05/2023 12:58
 
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Il Presidente russo Vladimir Putin si è congratulato con i combattenti del PMC Wagner per la liberazione di Artemovsk

Il leader russo Vladimir Putin si è congratulato con le unità d’assalto del Wagner PMC per la cattura di Artemovsk. La città è completamente liberata dalla presenza delle truppe ucraine. Lo ha riferito il 21 maggio nel servizio stampa del Presidente della Russia. Il Cremlino ha aggiunto che tutti i combattenti illustri saranno presentati per i premi statali. “Vladimir Putin si congratula con i distaccamenti d’assalto Wagner per il completamento dell’operazione per liberare Artemovsk”, si legge nel messaggio. La città di Artemovsk è stata liberata dai soldati delle forze armate ucraine il 20 maggio. Al termine dell’operazione, i combattenti della Wagner PMC hanno piantato una bandiera russa su uno degli edifici. Le battaglie per Artemovsk erano continuate per 224 giorni.

Fonte: riafan.ru/24065070-prezident_rossii_vladimir_putin_pozdravil_boitsov_chvk_vagner_s_osvobozhdeniem_ar...

Traduzione: Mirko Vlobodic
www.controinformazione.info/il-presidente-russo-vladimir-putin-si-e-congratulato-con-i-combattenti-del-pmc-wagner-per-la-liberazione-di-ar...
22/05/2023 16:22
 
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Ucraina. Il Patriot colpito, più di un miliardo di dollari in fumo



“I missili Patriot non salveranno l’Ucraina”. Titolava così una nota del National Interest del 9 maggio. Ieri, l’ennesima arma magica inviata a Kiev è stata distrutta/danneggiata dai russi. Era ovvio, lo spiegava il NI che, senza una rete difensiva più ampia (jet, altre difese) i Patriot non solo non avrebbero protetto le città ucraine, ma erano essi stessi “vulnerabili”.

Incrinata la magia dei Patriot
Questa la smentita del portavoce dell’aeronautica ucraina Yuriy Ihnat:“Distruggere il sistema con un Kinzhal è impossibile. Tutto quello che dicono [i russi], può restare nel loro armamentario propagandistico” (Reuters). Ma l’America ha confermato i danni.

www.nytimes.com/live/2023/05/16/world/russia-ukraine-news#:~:text=in%20southern%20Ukraine.-,U.S.%20officials%20confirm%20damage%20to%20a%20Patriot%20air%20defense%20system,but%20say%20it%20remains%20operational.&text...

Possibile che nell’attacco sia morto qualche americano, dal momento che il Patriot necessita di 90 operatori e certo non avranno affidato un sistema d’arma tanto sofisticato e che costa più di un miliardo di dollari esclusivamente al personale ucraino, tirato su in fretta da fine gennaio (CNN). Per inciso, il PIL del Burundi è di 2.7 miliardi di dollari… Zelensky continua a recitare la sua parte e, dopo il danno, ha chiesto più armi. Forse ciò solleciterà l’arrivo dell’Iron Dome made in Israel in forza all’US Army, come promesso la settimana scorsa dal comandante della Difesa Spaziale e Missilistica, Generale Daniel Karbler (Jerusalem Post). Peccato che nel recente conflitto di Gaza, come rileva Haaretz, l’Iron Dome si sia rivelato un pò fallace. Cosa nota, Repubblica del maggio 2021, spiegava che “dopo dieci anni di successi, il mito della ‘Cupola d’acciaio’ viene messo in discussione” (non per nulla Tel Aviv nell’ultimo conflitto ha schierato un’altra difesa, la Fionda di David). E in Ucraina, l’Iron Dome non dovrà vedersela con i razzi artigianali di Hamas… Evidentemente gli USA hanno trovato un altro modo per dimostrare il loro impegno pro-Kiev e smaltire scorte obsolete.



Di interesse altri cenni del National Interest:“I Patriot non porranno fine alla guerra ucraina né consentiranno a Kiev di negoziare o riprendere la Crimea o il Donbass. Dimostrano solo un falso impegno americano, che può solo prolungare la carneficina”. “Pochi benefici” dai Patriot, conclude il NI, “Tuttavia, Washington può ancora svolgere un ruolo chiave per porre fine alla guerra. I mezzi tattici non possono raggiungere questo fine strategico; i sistemi d’arma non si dimostreranno decisivi, ma il potere diplomatico sì. Washington può ancora ottenere molto facendo meno. La via per raggiungere la pace in Ucraina non dovrebbe essere lastricata di armi, ma di intelligenza diplomatica“.

Diplomazia
Quanto alla diplomazia, nulla si sa dell’inviato di pace cinese, che ieri era a Kiev. Ma alla sua missione si è affiancata un’inusuale mediazione africana guidata dal Sudafrica, oggi arrivata a Mosca (Reuters). Ed è forse per creare difficoltà a tale missione che l’ambasciatore USA a Pretoria, alcuni giorni fa, aveva lanciato l’esilarante allarme su un’asserita fornitura di armi sudafricane alla Russia. Intanto, Seymour Hersh lancia una notizia bomba: secondo fonti di intelligence USA, la Polonia, uno dei Paesi più coinvolti nel sostegno a Kiev, si farebbe portavoce di altri Paesi confinanti con l’Ucraina (Ungheria, Lituania, Estonia, Cecoslovacchia e Lettonia) per far pressioni su Zelensky affinché avvii negoziati. Da ultimo, Politico ricorda che i fondi stanziati dal Congresso USA per l’Ucraina finiranno a metà estate. Ai falchi urge un nuovo stanziamento, ma gli UsA sono alle prese con una difficile trattativa tra i due opposti partiti per alzare il tetto del debito dello Stato (che altrimenti andrà in default). In pratica il Congresso deve produrre una Legge di bilancio nella quale dovrebbe trovare posto un altro stanziamento per Kiev. Ma si prevedono difficoltà, data la pattuglia di repubblicani che si oppone a tale capitolo di spesa.

17 maggio 2023
www.piccolenote.it/mondo/ucraina-il-patriot-colpito-piu-di-un-miliardo-di-dollari...
28/05/2023 02:15
 
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Visione TV - Altre voci da Artyomovsk



Da Artyomovsk altre testimonianze da parte di due rifugiate, Olga e sua mamma. In una breve intervista hanno raccontato cosa devono affrontare i rifugiati che provano a fuggire in Ucraina e quale tipo di "solidarietà incontrano". Parleremo anche della situazione a Mosca. C'è paura dopo l'attacco con i droni di qualche settimana fa? Come vive la gente?

Francesco Toscano intervista il giornalista Andrea Lucidi

12/06/2023 14:16
 
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“La famosa controffensiva ukraina”

Il posto di comando/osservazione ucraino/NATO nei pressi di Krasny Liman è stato obliterato insieme allo Stato Maggiore degli ufficiali incaricato dell’operazione offensiva. Secondo dati non confermati, presenti anche ufficiali stranieri, presumibilmente della NATO. Vicino a Belogorovka, in direzione Krasny Liman nella RPD, la ricognizione russa ha scoperto oggi il posto di comando/osservazione ucraino/NATO. Le coordinate sono state trasmesse a un battaglione di obici motorizzati, che ha lanciato il benservito.

09 giugno 2023
www.maurizioblondet.it/la-famosa-controffensiva-ukraina/
15/06/2023 23:35
 
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Il Vaso di Pandora - 007 italiani e agenti del Mossad sul Lago Maggiore



Un naufragio poco chiaro, dai contorni misteriosi e dalle implicazioni potenzialmente clamorose. Un naufragio poco chiaro a partire dalle morti eccellenti avvenute sul lago Maggiore Domenica 28 maggio: la 50enne di nazionalità russa Anya Bozkhova, moglie del co-pilota dell’imbarcazione, due italiani e un israeliano. Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi, entrambi appartenenti al comparto intelligence italiano, e l’israeliano Shimoni Erez, ex responsabile dei servizi segreti in pensione. TV e giornali l’hanno trattato come un tragico fatto di cronaca e quindi ne hanno progressivamente ridotto i resoconti e non ne stanno più parlando. Il Corriere della Sera l’ha documentato in modo diverso, riportando della presenza a bordo del battello di 007 italiani e agenti del Mossad. Abbiamo intervistato il giornalista d’inchiesta e scrittore Franco Fracassi, che sta seguendo questa vicenda.

Conduce Carlo Savegnago
23/06/2023 03:17
 
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Stefano Orsi:"La controffensiva ucraina è già fallita"

02/07/2023 01:26
 
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Ucraina - Mosca, 'uccisi due generali ucraini in attacco a Kramatorsk'

L'altro ieri l'Esercito Russo ha ucciso due generali ucraini e fino a 50 ufficiali delle forze armate ucraine a Kramatorsk. Lo ha reso noto il Ministero della Difesa russo. "Secondo informazioni aggiornate", ha dichiarato il Ministero, "a seguito di un attacco ad alta precisione il 27 giugno nella città di Kramatorsk, nella Repubblica popolare di Donetsk, nel punto di dispiegamento temporaneo della 56a brigata di fanteria motorizzata separata delle forze armate dell'Ucraina, sono stati uccisi due generali partecipanti a una riunione del quartier generale, fino a 50 ufficiali delle forze armate ucraine, nonché fino a 20 mercenari stranieri e consiglieri militari", ha affermato il Ministero.

29 giugno 2023
www.ildubbio.news/adnkronos/ucraina-mosca-uccisi-due-generali-ucraini-in-attacco-a-kramatorsk-...
20/07/2023 16:30
 
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Ucraina - Il Partito della Guerra nel caos

Il Partito della Guerra non trova gli appoggi sperati. “Nonostante tutti gli sforzi di Biden per mostrare al mondo uno spettacolo felice, Vilnius sarà ricordata come il vertice della NATO in cui le tensioni sono scoppiate”. Così David Saks in un tweet che ricorda quanto avvenuto al summit.

twitter.com/DavidSacks/status/1679229577732792320

Un vertice caratterizzato dall’intemerata di Zelensky contro i leader dell’Alleanza Atlantica per non aver ammesso l’Ucraina; dalla rabbia dei suoi interlocutori, che gli hanno detto di darsi una calmata; e poi quella dei falchi, furiosi contro l’Amministrazione Biden per tale decisione. Infine, l’incontro Zelensky-Biden alquanto mesto, tanto da essere passato quasi inosservato nonostante dovesse essere il clou dello spettacolo. Cose note e riferite più o meno da tutti i media d’Occidente, al netto degli eufemismi del caso, necessari per non far crollare miseramente il teatrino che va in scena da un anno e mezzo.

Nel Partito della Guerra iniziano a sbranarsi
Interessante la conclusione di Saks:“La controffensiva ucraina non è riuscita a soddisfare le aspettative, il campo di battaglia è disseminato da enormi quantità di costosi armamenti occidentali, ridotti in rottami fumiganti, il numero delle vittime ucraine è orribile e gli Stati Uniti hanno esaurito i proiettili di artiglieria da 155 mm, tanto da essere costretti alla scelta degradante di inviare le bombe a grappolo. Lo sforzo bellico è sempre più un caos e nel Partito della Guerra stanno iniziando a sbranarsi l’un l’altro”. Il punto è che il Partito della Guerra non sa più che fare, essendo crollate tutte le loro utopie rivendute al mondo come dogma inappellabile. Naviga a vista, come denota l’arrivo a sorpresa del Presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol a Kiev, l’ennesimo colpo di teatro che al massimo riuscirà a sbloccare la richiesta degli armamenti sudcoreani finora negati, come da cenno della BBC, che andranno in fumo come gli altri. Il punto è che finora “Washington ha tentato di evitare le scelte difficili”, come scrive George Beebe su Responsible Statecraft. Infatti, “abbiamo escluso qualsiasi compromesso che possa favorire le possibilità di una pace negoziata con la Russia, credendo di poter imporre ai russi una resa a buon mercato senza rischiare un coinvolgimento molto più profondo della NATO”. Tale strategia è fallita.

Lo stallo e le scelte difficili
Nel Partito della Guerra sanno che la situazione per le forze ucraine è drammatica. Lo sanno perfettamente, meglio di altri. Lo ha detto chiaramente anche il Capo di Stato Maggiore dell’Intelligence del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti John Kirshhofer, il quale, interpellato da Bloomberg, ha dichiarato:“Siamo in una situazione di stallo”. E sanno che le armi NATO, dalle bombe a grappolo ai missili Storm Shadow ad altre diavolerie simili, non cambieranno la situazione. Ancora Kirshhofer:“Nessuna di queste armi, purtroppo, è il Santo Graal che gli ucraini stanno cercando per riuscire a sfondare”. Di fronte al fallimento palese delle teorie finora dominanti, la NATO avrebbe dovuto rivedere la sua strategia, continua Beebe, in modo che abbinasse alle iniziative in difesa dell’Ucraina e dell’Europa un impegno diplomatico per chiudere la guerra. “Non abbiamo visto un tale cambiamento a Vilnius”. Conclude Beebe:“La fallita ribellione dei mercenari della Wagner il mese scorso ha fatto sperare a Washington che la Russia potesse implodere, perdere la guerra in Ucraina e consentire agli Stati Uniti di evitare difficili compromessi. Ma la speranza, come si suol dire, non è una strategia”.

15 luglio 2023
www.piccolenote.it/mondo/ucraina-il-partito-della-guerra-...
[Modificato da wheaton80 20/07/2023 16:33]
25/07/2023 17:23
 
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Russia: Ucraina ha perso oltre 26mila militari durante controffensiva

Il Ministro della Difesa russo ha affermato che le forze armate ucraine hanno perso più di 26mila soldati e più di 3mila pezzi di equipaggiamento militare durante la cosiddetta controffensiva. “Le perdite dell’avversario a partire dal 4 giugno hanno raggiunto oltre 26mila militari e 3mila pezzi di armamento”, ha dichiarato martedì ai giornalisti il Ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu. Secondo Shoigu, durante il periodo riportato, le forze russe hanno distrutto 21 aerei, 5 elicotteri, 1.244 carri armati e altri veicoli corazzati, 17 carri armati Leopard prodotti dalla Germania, cinque carri armati AMX prodotti dalla Francia e 12 veicoli da combattimento Bradley prodotti dagli Stati Uniti. Inoltre, le forze russe hanno distrutto 914 equipaggiamenti per veicoli speciali, due sistemi di difesa aerea, 25 sistemi di razzi a lancio multiplo MLRS, 403 cannoni e mortai di artiglieria da campo. I sistemi di difesa aerea russi hanno abbattuto 176 razzi HIMARS, 27 missili da crociera aerei Storm Shadow e 483 droni delle forze armate ucraine. Le forze russe continuano ad attaccare le riserve del nemico e l’equipaggiamento militare fornito dall’Occidente con le loro armi altamente precise, riducendo così il potenziale offensivo delle forze armate ucraine.

Russia: aiuti militari occidentali non faranno altro che prolungare la guerra
Secondo Shoigu, i servizi di intelligence stranieri, principalmente le forze statunitensi e della NATO, monitorano e analizzano da vicino le operazioni di combattimento della Russia e notano “l’elevata efficacia delle nostre linee di difesa e dei campi minati di barriera, e il lavoro professionale dell’aviazione dell’esercito e degli aerei da attacco al suolo”. Nonostante i ripetuti avvertimenti della Russia secondo cui gli aiuti militari occidentali non faranno altro che prolungare la guerra, gli Stati Uniti e i Paesi europei continuano a fornire all’Ucraina armi letali. Dall’inizio della guerra, hanno fornito all’Ucraina decine di miliardi di dollari di armi, inclusi sistemi missilistici, droni, veicoli corazzati, carri armati e sistemi di comunicazione.

17/07/2023
ilfarosulmondo.it/russia-ucraina-perso-oltre-26mila-militari-durante-controf...
06/09/2023 14:42
 
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Il Ministro Reznikov rimosso dalla Difesa ucraina

Il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha annunciato il 4 settembre la rimozione del Ministro della Difesa Oleksiy Reznikov, da tempo per sua stessa ammissione prossimo a lasciare l’incarico sotto il peso dei numerosi scandali legati a corruzione e malaffare che hanno colpito il suo ministero, portando a dimissioni e rimozioni di un vice ministro, di un numero di funzionari e di tutti i direttori regionali che curavano gli arruolamenti. La decisione era trapelata sulla stampa ucraina da alcuni giorni ed è stata giustificata da Zelensky con l’esigenza di attuare “nuovi approcci” al conflitto contro la Russia, in atto da 550 giorni. “Credo che il ministero abbia bisogno di nuovi approcci e di altri formati di interazione sia con le forze armate che con la società nel suo insieme”, ha detto il presidente.

Zelensky ha confermato l’intenzione di assegnare la guida del Ministero della Difesa all’imprenditore e investitore Rustem Umerov, già vicecapo della delegazione permanente presso l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa e Direttore del Fondo per le Proprietà Statali. “La Verkhovna Rada conosce questa persona molto bene. Il signor Umerov non ha bisogno di ulteriori presentazioni. Mi aspetto che il parlamento sostenga questo candidato”, ha detto Zelensky. Il parlamento ha infatti ratificato oggi la rimozione di Reznikov. “Ho presentato la mia lettera di dimissioni a Ruslan Stefanchuk, Presidente del parlamento ucraino. È stato un onore servire il popolo ucraino e lavorare per le forze armate negli ultimi 22 mesi, il periodo più difficile della storia moderna dell’Ucraina”, ha scritto su X (Twitter) Reznikov.

Reznikov era a capo del Ministero della Difesa ucraino dal 4 novembre 2021, meno di quattro mesi prima dell’inizio dell’invasione russa, scatenata alla fine di febbraio 2022. In precedenza, è stato vice primo ministro e Ministro per la Reintegrazione dei Territori Temporaneamente Occupati tra marzo 2020 e novembre 2021. Sia Reznikov che Umerov sono considerati due fedelissimi di Zelensky. Il 28 agosto Reznikov aveva dichiarato di aver discusso con il Presidente la possibilità di trasferirsi in un altro incarico, probabilmente quello di ambasciatore in Gran Bretagna, Nazione dove Reznikov ha rapporti molti stretti con esponenti del governo e della Difesa. Reznikov è originario di Leopoli (Lvov), prestò servizio come paracadutista nell’esercito sovietico prima di laurearsi in giurisprudenza. Nel 2004 ha rappresentato legalmente il candidato presidente Viktor Yushchenko nella causa per ribaltare le elezioni falsificate, assicurandosi un nuovo voto vinto da Yuschenko. In seguito è stato vicesindaco di Kiev, e nel 2019 membro della delegazione ucraina al Gruppo di Contatto Trilaterale, negoziando con la Russia e gli osservatori dell’OSCE per porre fine alla guerra nel Donbass. Nel 2020 viene nominato dal Zelenskyj prima vice primo ministro responsabile della reintegrazione dei territori temporaneamente occupati dai secessionisti, poi, nel novembre 2021, Ministro della Difesa.

Rustan Umerov è un tataro di Crimea nato nel 1982 a Samarcanda, nell’Uzbekistan all’epoca sovietico, dove Stalin aveva fatto deportare molti tatari (musulmani e turcofoni) di Crimea che nella Seconda Guerra Mondiale si erano uniti ai nazisti. Partecipò quando era liceale al programma del Dipartimento di Stato americano Future Leaders Exchange e frequentò per un anno una scuola negli Stati Uniti, ospite di una famiglia. Laureato in Economia, con un master in management, Umerov ha fondato una società di telecomunicazioni (Astem) nel 2013. Dal 2019 è deputato del parlamento ucraino per il partito liberale ed europeista Holos. E’ stato co-presidente della Piattaforma Crimea, che coordinava gli sforzi diplomatici contro l’annessione russa della penisola nel 2014, e per molto tempo consigliere del leader storico dei tatari di Crimea, Mustafa Dzhemilev. Dal settembre 2022, Umerov guida il Fondo per il Demanio che controlla la privatizzazione dei beni pubblici, un ente al centro di scandali di corruzione prima della sua gestione. Attivo per la tutela dei tatari fuggiti dalla Crimea occupata dai russi, Umerov è un negoziatore. Nel 2017 trattò la liberazione di due tatari detenuti in Russia; nel marzo 2022 ha partecipato ai falliti negoziati di pace con Mosca subito dopo l’invasione russa e successivamente ha fatto parte della delegazione di Kiev per l’accordo sui corridoi del grano nel mar Nero, sotto l’egida di Turchia e ONU.

Fredda la reazione di Mosca all’avvicendamento ai vertici della Difesa ucraina. “Non commentiamo, è un affare interno ucraino”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Non possiamo commentare in alcun modo…. Non pensiamo che ora eventuali nomine possano in qualche modo influenzare l’essenza del regime di Kiev nel suo insieme” ha detto Peskov.

05 settembre 2023
www.analisidifesa.it/2023/09/il-minisdtro-reznikov-rimosso-dalla-difesa-...
[Modificato da wheaton80 06/09/2023 14:44]
06/09/2023 14:52
 
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Il magnate ucraino Ihor Kolomoisky arrestato per accuse di frode

Un tribunale ucraino ha messo agli arresti per due mesi l’uomo d’affari miliardario Ihor Kolomoisky con l’accusa di frode e riciclaggio di denaro come parte della repressione della corruzione del Paese devastato dalla guerra. Sabato il tribunale ha dato a Kolomoisky la possibilità di pagare una cauzione di oltre 509 milioni di grivnie, equivalenti a più di 13 milioni di dollari. Con un riferimento indiretto ai procedimenti legali contro il magnate degli affari, sabato il Presidente Volodymyr Zelenskyy ha ringraziato le forze dell’ordine per aver assicurato alla giustizia casi di lunga data. “Ringrazio le forze dell’ordine ucraine per la loro determinazione nel portare a un giusto risultato ognuno dei casi che sono stati ostacolati per decenni”, ha detto Zelensky nel suo discorso video notturno.

Rob McBride di Oltre La Linea, da Kiev, ha detto che la decisione della corte ha colto molte persone di sorpresa. “Questo è stato un grande shock qui a Kiev. E’ tutto il giorno che se ne parla sui social. Kolomoisky è uno degli oligarchi ucraini più ricchi e di alto profilo del Paese. Era un sostenitore della candidatura presidenziale di Volodymyr Zelenskyy nel 2019. È soggetto a sanzioni statunitensi dal 2021”, ha detto McBride. “Ciò avviene nel contesto di una campagna del governo ucraino per contrastare la corruzione e per mostrare che sta combattendo la corruzione. Al momento nel Paese prevale la sensazione che il governo stia combattendo la corruzione. Un certo numero di funzionari sono stati licenziati e anche processati”, ha aggiunto.

Oligarchi che accumularono enormi fortune

Sabato scorso, la principale agenzia di sicurezza ucraina, il Servizio di Sicurezza dell’Ucraina (SBU), ha nominato Kolomoisky come sospettato in un’indagine penale. “È stato stabilito che nel periodo 2013-2020 Ihor Kolomoisky ha legalizzato più di mezzo miliardo di grivnie [$14m] ritirandoli all’estero e utilizzando l’infrastruttura delle banche sotto [his] controllo”, ha affermato la SBU in una nota. Non è stato possibile raggiungere Kolomoisky, che in precedenza aveva negato le accuse di illeciti, per un commento. La SBU ha pubblicato sull’app di messaggistica Telegram le foto di un gruppo di investigatori davanti alla porta di casa sua, mentre Kolomoisky riceveva documenti e li firmava.

L’uomo d’affari è visto come uno di quella classe di oligarchi che ha accumulato enormi ricchezze industriali dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991 e che ha esercitato un’enorme influenza politica ed economica. Prima dell’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio dello scorso anno, Zelensky e il suo team hanno cercato di tarparsi le ali con una legislazione che imponeva agli oligarchi di registrarsi e di rimanere fuori dalla politica. La guerra ha eroso il loro potere poiché i lucrosi beni industriali sono stati distrutti nell’est e nel sud, e i loro canali televisivi hanno trasmesso secondo un segnale centralizzato di guerra.

La repressione della corruzione in Ucraina
Prima di vincere la presidenza, Zelensky è diventato famoso come comico e ha interpretato il ruolo di presidente in uno spettacolo trasmesso su un canale televisivo di proprietà di Kolomoisky. Nega che Kolomoisky abbia avuto alcuna influenza sul suo governo. Durante la guerra, Zelensky ha voluto sottolineare la repressione della corruzione da parte dell’Ucraina mentre Kiev chiedeva di aderire all’Unione Europea. Spera di ottenere decine di miliardi di dollari per aiutare a ricostruire il Paese dopo 18 mesi di guerra di cui non si vede la fine. Due deputati, Yaroslav Zheleznyak e Iryna Gerashchenko, hanno suggerito su Telegram che la mossa contro Kolomoisky mirava a generare pubblicità positiva tra i sostenitori stranieri dell’Ucraina e tra il pubblico in patria, stanco della guerra e preoccupato per il problema della corruzione radicata.

L’annuncio della SBU di sabato non è la prima mossa in tempo di guerra che coinvolge Kolomoisky. A novembre, lo Stato ha preso il controllo delle partecipazioni in importanti società strategiche, alcune delle quali erano associate a lui, invocando le leggi in tempo di guerra per aiutare lo sforzo bellico. Quest’anno, gli agenti della sicurezza hanno perquisito la casa di Kolomoisky nell’ambito di un’indagine separata su appropriazione indebita ed evasione fiscale presso le due più grandi compagnie petrolifere del Paese, parzialmente di proprietà dell’uomo d’affari. Kolomoisky è l’ex proprietario della principale banca ucraina PrivatBank, nazionalizzata alla fine del 2016 come parte di un’importante pulizia del sistema bancario.

Ha posseduto una serie di asset nei settori energetico, bancario e in altri settori, incluso uno dei canali televisivi più influenti dell’Ucraina. Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a Kolomoisky nel 2021 “a causa del suo coinvolgimento in una significativa corruzione”. Le autorità statunitensi hanno anche affermato che Kolomoisky e un partner commerciale hanno riciclato fondi rubati attraverso gli Stati Uniti. Kolomoisky ha negato qualsiasi addebito.

Daniele Bianchi
05 settembre 2023
oltrelalinea.news/il-magnate-ucraino-ihor-kolomoisky-arrestato-per-accuse-d...


13/10/2023 15:27
 
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L’Ucraina ha “nemici” anche ad ovest

Si aggrava di giorno in giorno la crisi tra l’Ucraina e le nazioni mitteleuropee ai suoi confini occidentali: Polonia, Slovacchia e Ungheria. La vittoria dei socialdemocratici guidati da Robert Fico nelle elezioni slovacche sta determinando un terremoto politico. Nell’Unione Europea e pure in Italia i partiti “gemelli” (come il PD) dello Smer-SD slovacco chiedono l’espulsione del partito slovacco dal Partito Socialista Europeo per le posizioni “filo-russe” assunte già in campagna elettorale. «Robert Fico, leader del Partito Direzione-Socialdemocrazia e vincitore delle elezioni anticipate in Slovacchia è incompatibile con i valori e i principi del socialismo europeo e mi auguro che la dirigenza dei socialisti europei decidano la sua espulsione», ha detto Stefano Graziano, capogruppo del PD in Commissione Difesa della Camera. «Le recenti esternazioni di Fico nei riguardi dell'Ucraina sono gravissime e in profonda contrapposizione con le decisioni assunte in tutte le compagini del socialismo europeo».

Fico, ora impegnato a formare un governo trovando almeno altri 34 parlamentari oltre ai 42 del suo partito, ha ribadito dopo l’affermazione elettorale le posizioni nette sul conflitto in Ucraina basate sullo stop alle forniture militari a Kiev e sull’avvio di trattative con la Russia per concludere il conflitto che tanti danni economici sta determinando soprattutto in Mitteleuropa. Gli ambienti di Bruxelles sono sempre preoccupati quando il popolo si esprime col libero voto in una Nazione dell’Unione e hanno rispolverato per l’ennesima volta l’ombra della disinformazione e degli agenti russi dietro al successo di Fico che ha ribaltato i risultati previsti dagli exit poll. Sul tema è intervenuto il Ministro degli Esteri ungheresi Peter Szijjarto, respingendo le accuse di presunta interferenza della Russia nelle elezioni parlamentari in Slovacchia ed accusando Bruxelles di avere etichettato come “spie russe” tutti i politici che non seguono la corrente principale liberal europea. «Quando un politico patriottico o una famiglia politica che mette al primo posto gli interessi nazionali e si oppone alla corrente liberal di Bruxelles vince le elezioni o almeno ha la possibilità di partecipare alle elezioni, Bruxelles inizia immediatamente a esercitare pressioni, attacchi ed etichette», ha detto Szijjarto al quotidiano ungherese Magyar Nemzet.

Non è un caso che l’affermazione dello Smer-SD a Bratislava abbia coinciso con gigantesche manifestazioni a Praga e Varsavia contro i rispettivi governi per il sostegno finora accordato all’Ucraina. Un sostegno che, almeno in Polonia, sembra vacillare in modo rapido da alcune settimane. Dopo le dure reazioni di Kiev allo stop alle importazioni di cereali ucraini in Polonia, il Premier Mateusz Morawiecki aveva annunciato lo stop alle forniture militari all’Ucraina, dichiarazione parzialmente rettificata dal Presidente Andrzej Duda ma nei fatti probabilmente confermata da un elemento rilevante emerso nei giorni scorsi. La Polonia non era infatti presente al Forum delle Industrie della Difesa in Ucraina tenutosi il 29 settembre nei pressi di Kiev, che ha raccolto l’adesione di 30 nazioni e circa 250 aziende del settore Difesa. Pur se invitato da Kiev, il governo polacco avrebbe deciso di non partecipare forse per protesta contro i crescenti legami militari tra Ucraina e Germania, inizialmente tempestosi ma ora sempre più stabili e ulteriormente consolidatisi con l’accordo tra l’azienda di Stato ucraina Ukrobronoprom e la tedesca Rheinmetall per realizzare in Ucraina uno stabilimento per produrre e riparare mezzi, armi, munizioni e veicoli.

Tutta l’iniziativa politica e strategica polacca è impostata come alternativa alla Germania (i vertici polacchi esultarono alla distruzione dei due gasdotti North Stream) e Il 2 ottobre Morawiecki ha messo in guardia l’Ucraina dallo stabilire una stretta alleanza con la Germania. In un discorso tenuto a Katowice in vista delle elezioni parlamentari del 15 ottobre, Morawiecki ha rivolto un monito a Volodymyr Zelensky. «Sembra che avrà ora una stretta alleanza con la Germania. Lasciate che lo avvisi: Berlino vorrà sempre cooperare con i russi al di sopra dei Paesi dell’Europa centrale», ha detto Morawiecki sottolineando che «è stata la Polonia ad accogliere sotto i suoi tetti qualche milione di ucraini: sono stati i polacchi ad accogliere gli ucraini e siamo stati noi ad aiutare di più, quando i tedeschi volevano inviare 5.000 elmetti a Kiev assediata», ha dichiarato Morawiecki. «Vale la pena non dimenticarlo, Presidente Zelensky».

Anche l’Ungheria ha assunto toni sempre più duri nei confronti dei leader di Kiev ma anche delle politiche di UE e NATO. Il 25 settembre, parlando davanti al parlamento di Budapest, il Primo Ministro Viktor Orbán ha aspramente criticato il governo ucraino affermando che l’Ungheria «non sosterrà l’Ucraina su nessuna questione internazionale» fino a quando non saranno ripristinati i diritti linguistici di una consistente minoranza ungherese nella regione occidentale della Transcarpazia. Orban ha poi inferto un altro schiaffo a Zelensky affermando che non verranno estradati i rifugiati ucraini con obbligo di leva militare arrivati in Ungheria, come richiesto da Kiev a tutte le Nazioni europee che ospitano rifugiati. "Decine di migliaia di rifugiati dall’Ucraina hanno trovato sicurezza e casa in Ungheria. Gli ungheresi e gli ucraini della Transcarpazia sono ugualmente benvenuti", ha detto Orban. I rifugiati della guerra hanno trovato sicurezza in Ungheria: donne, bambini e uomini. L’Ungheria non si atterrà alla richiesta del governo ucraino e non rimanderemo nessuno in Ucraina con la forza».

Lo stesso giorno Orban ha contestato decisamente le valutazioni di NATO e UE. Circa la prima ha detto che Budapest «non ha fretta» di ratificare la richiesta della Svezia di aderire all’Alleanza Atlantica, sottolineando che «niente minaccia la sicurezza della Svezia» e che l’Ungheria quindi non ha «nessuna fretta» di ratificare la sua adesione alla NATO. Posizione comune a quella della Turchia, che non ha ancora ratificato la richiesta di Stoccolma perché chiede in cambio il supporto svedese per l’adesione di Ankara alla UE e la chiusura dei rapporti con le organizzazioni indipendentiste curde. Anche sulla politica della UE e sull’esportazione di cereali ucraini, Orban non ha usato mezzi termini, dichiarando che l’Ungheria è stata «ingannata» dal piano dell’Unione. «Bruxelles ha affermato che senza il grano ucraino, una grave carestia minacciava i Paesi africani. Dopo che il transito attraverso il Mar Nero è stato reso impossibile dalla guerra, l’Ungheria ha aperto, su richiesta di Bruxelles, un corridoio di transito solidale. in modo che il cibo potesse arrivare in Africa dall’Ucraina e attraverso l’Ungheria. Diciamolo chiaro: ci hanno ingannato». Orbán ha sottolineato che il grano ucraino, più economico, ha inondato i mercati ungheresi, creando un eccesso di offerta che ha danneggiato la sua industria agricola. Insieme alla Slovacchia e alla Polonia, l’Ungheria ha istituito il 15 settembre il divieto di importazione di 23 prodotti agricoli ucraini, ma continuerà a consentirne il trasferimento su altri mercati attraverso il suo territorio.

Il 29 settembre Orban, che si è congratulato con il “patriota” Fico per la vittoria a Bratislava, ha messo in guardia Bruxelles dall’apertura dei negoziati per l’adesione dell’Ucraina alla UE. «È opportuno avviare negoziati con un Paese in guerra? Non conosciamo le dimensioni del territorio a causa della guerra in corso, né la dimensione della sua popolazione dato il flusso di profughi», ha dichiarato in un’intervista radiofonica, aggiungendo che «senza conoscere questi parametri sarebbe una decisione senza precedenti». Il 3 ottobre il Ministro degli Esteri ungheresi Szijjarto è tornato sul tema criticando l’approccio della UE al conflitto in Ucraina e le sue conseguenze. «Posso dire che il mondo fuori dall’Europa guarda già con ansia la fine di questa guerra, perché non capisce molte cose. Non capisce, per esempio, come sia possibile che quando la guerra non è in Europa, l’Unione Europea, guardando dall’alto con superiorità morale, invita le parti alla pace, sostiene i negoziati e la fine immediata della violenza, ma quando c’è una guerra in Europa, l’Unione Europea fomenta il conflitto, fornisce armi e chiunque parli di pace viene immediatamente stigmatizzato», ha detto Szijjarto in un’intervista al quotidiano Magyar Nemzet.

Secondo il Ministro, altre Nazioni non capiscono perché l’Europa abbia «reso questo conflitto globale» e perché le persone che vivono in Asia, Africa e America Latina devono pagarne le conseguenze a causa della crescente inflazione, dei prezzi dell’energia e dell’instabilità delle forniture alimentari. Szijjarto ha quindi aggiunto che la posizione dell’Ungheria sulla questione (Budapest non pone sanzioni a Mosca, chiede negoziati di pace e non invia armi a Kiev) è valutata con «grande rispetto» al di fuori dell’UE, cosa che ha potuto constatare più di una volta durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Nella guerra in Ucraina sembra quindi aprirsi un forse da molti inatteso “fronte mitteleuropeo” che minaccia da un lato la stabilità degli aiuti all’Ucraina e dall’altro rischia di minare un’Unione Europea sempre più inadeguata a gestire le sfide che la attanagliano.

Gianandrea Gaiani
05 ottobre 2023
lanuovabq.it/it/lucraina-ha-nemici-anche-ad-ovest
16/10/2023 17:12
 
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Putin - La controffensiva dell'Ucraina è completamente fallita

Le forze russe hanno migliorato la loro posizione quasi ovunque lungo la linea del fronte e la controffensiva dell'Ucraina, in corso dall'inizio di giugno, è completamente fallita, ha detto il Presidente russo Vladimir Putin. In una breve intervista, rilasciata domenica dal canale Rossiya 1, a Putin è stato chiesto di commentare le recenti dichiarazioni di alcuni funzionari ucraini, i quali hanno riconosciuto che la loro operazione era in fase di stallo e non riusciva a rispettare il programma di Kiev. "Per quanto riguarda la controffensiva, presumibilmente in fase di stallo, è completamente fallita ", ha risposto il leader russo. Mosca sa che Kiev “sta ancora preparando nuove operazioni offensive attive. Lo vediamo. Lo sappiamo. E noi stiamo reagendo adeguatamente", ha sottolineato. "Per quanto riguarda ciò che sta accadendo ora lungo tutta la linea di contatto, si chiama difesa attiva e le nostre forze [russe] stanno migliorando le loro posizioni quasi ovunque in quest'area ", ha detto Putin. L'Esercito Russo sta guadagnando terreno vicino alla città di Kupyansk, nella regione ucraina di Kharkov, così come nella regione russa di Zaporozhye, nell'area di Avdeevka, nella Repubblica Popolare di Donetsk e in altre località, ha aggiunto.

"Voglio ringraziare le Forze Armate, la leadership militare e, prima di tutto, i nostri combattenti in prima linea per il loro coraggio ", ha detto il Presidente. Giovedì, Kirill Budanov, capo della direzione principale dell'intelligence ucraina, ha dichiarato al quotidiano Ukrainskaya Pravda che le forze di Kiev non solo erano in ritardo sulla tabella di marcia nella controffensiva, ma erano completamente "fallite" dopo che diverse cose non erano andate "per il meglio", come avevano sperato le autorità ucraine. Quando è stato chiesto di commentare la valutazione di Budanov dal Canale 24 ucraino, Mikhail Podoliak, consigliere senior del Presidente Vladimir Zelenskyj, ha affermato che la controffensiva era “da sei a nove mesi in ritardo rispetto al programma ”. Podoliak ha accusato i sostenitori occidentali di Kiev che, secondo lui, sono stati troppo lenti nel fornire all'Ucraina le armi necessarie. L'Ucraina ha lanciato la tanto pubblicizzata controffensiva con l'obiettivo di tagliare il ponte terrestre tra la Russia e la Crimea nei primi giorni dell'estate. Tuttavia, Kiev finora ha potuto denunciare solo la cattura di una manciata di piccoli villaggi situati a una certa distanza dalle principali linee di difesa russe. Putin ha dichiarato la settimana scorsa che le vittime dell'Ucraina dall'inizio dell'operazione ammontano a “oltre 90.000 persone”, 557 carri armati e 1.900 veicoli blindati.

Fonte: www.rt.com/russia/584955-ukraine-counteroffensive-completely...

16 ottobre 2023
sadefenza.blogspot.com/2023/10/putin-la-controffensiva-dellucraina-e.h...

19/10/2023 12:27
 
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Ucraina - La sconfitta dei neocon e dell'Europa

“Stiamo entrando nella fase finale della debacle trentennale dei neoconservatori statunitensi in Ucraina. Il piano neoconservatore di circondare la Russia nella regione del Mar Nero attraverso la NATO è fallito”. Così Jeffrey Sachs in un articolo pubblicato su Consortium News.

consortiumnews.com/2023/10/04/jeffrey-sachs-beyond-the-neocon-debacle-in-...

“Quattro eventi hanno infranto le speranze dei neoconservatori per l’allargamento della NATO verso est, verso l’Ucraina, la Georgia e oltre”, dettaglia Sachs.

Guerra persa, territori persi
Il primo è che la Russia sta vincendo la guerra, Il secondo è il “crollo in Europa del sostegno alla strategia neoconservatrice statunitense. La Polonia non parla più con l’Ucraina. L’Ungheria si oppone da tempo ai neoconservatori. La Slovacchia ha eletto un governo anti-neoconservatore” e nei vari Paesi della UE il sostegno ai leader appiattiti sulla linea neocon sta crollando. Il terzo fattore è rappresentato dalle difficoltà per l’America a continuare a finanziare l’Ucraina, difficoltà evidenziate dalla recente vittoria dei repubblicani trumpiani alla Camera. Infine, il quarto è rappresentato dall’eventualità di una controffensiva russa, resa possibile dal fatto che le forze ucraine sono state decimate in assalti sconsiderati. Sull’ultimo punto si può opinare che ai russi non conviene attaccare perché potrebbero subire perdite difficilmente gestibili. Ma la possibilità c’è. I russi potrebbero tentare un attacco limitato e potente per ottenere una vittoria simbolica con perdite limitate. Una pedina che potrebbero giocare nel corso delle presidenziali americane per mettere alle strette i candidati alla Casa Bianca. Una sconfitta secca, pur se simbolica, dell’Ucraina nel teatro di guerra calerebbe come una mannaia sulla campagna elettorale di Biden o di un suo eventuale sostituto, perché suonerebbe come uno scacco della strategia tenuta dai democratici nei riguardi di Kiev. E, ovviamente, favorirebbe un eventuale candidato repubblicano avverso agli aiuti all’Ucraina, perché tale sviluppo darebbe ragione a tale diniego (al momento, chiunque sia il candidato per i repubblicani, dovrà tenere tale linea se vuole attirarsi il voto dei trumpiani, che sono tanti).

Ma al di là del particolare, la considerazione di Sachs sulla sconfitta “dell’unilateralismo neoconservatore” nei riguardi dell’Ucraina appare esatta. Più interessante ancora quanto scrive sui disastri prodotti dall’ingerenza neocon in Ucraina in questi anni. Così Sachs:“I neoconservatori statunitensi hanno gran parte della colpa per aver indebolito i confini dell’Ucraina [stabiliti con l’indipendenza] del 1991”. “La Russia non ha rivendicato la Crimea se non dopo il rovesciamento del Presidente ucraino Viktor Yanukovich, [golpe] alimentato dagli Stati Uniti nel 2014. Non solo, la Russia non ha annesso il Donbass dopo il 2014, chiedendo invece all’Ucraina di onorare l’accordo di Minsk II, sostenuto dalle Nazioni Unite, basato sull’autonomia del Donbass. Ma i neoconservatori hanno preferito armare l’Ucraina per riconquistare il Donbass con la forza piuttosto che concedere l’autonomia” alla regione. Se si tiene presente tale dinamica, si comprende come la cessione del Donbass ai russi, che oggi appare destino manifesto, non giungerà a coronamento dell’aggressività, o successo che dir si voglia, delle forze russe, ma discenderà dagli errori dei neoconservatori e della leadership ucraina che ha obbedito supinamente ai loro diktat.

La relatività del dogma dell’integrità territoriale
E ancora, se da una parte l’Occidente in questa guerra brandisce l’integrità territoriale come fosse un dogma irrevocabile, da cui l’impossibilità di riconoscere come possibilità la cessione di parte dei territori ucraini ai russi, la relatività di tale dogma è dimostrata dalla storia recente. “La NATO”, ricorda Sachs, “nel 1999 ha bombardato la Serbia per 78 giorni fino a quando questa non ha ceduto la regione a maggioranza albanese del Kosovo. E nel 2008 gli Stati Uniti hanno riconosciuto il Kosovo come Nazione sovrana. Allo stesso modo, il Governo degli Stati Uniti ha sostenuto l’insurrezione del Sud Sudan per staccarsi dal Sudan“, riconoscendo successivamente il nuovo Stato. Al catalogo si può aggiungere anche il riconoscimento da parte degli Stati Uniti della sovranità israeliana sul Golan, che in realtà è siriano. E tanto altro. Peraltro, tutte queste decisioni sono state prese o accolte con entusiasmo dagli stessi ambiti, neocon e liberal, che oggi propugnano il dogma suddetto. In altra parte del suo scritto, Sachs delinea alcune prospettive per uscire dal conflitto e ricostruire un’architettura di sicurezza europea. Non le riportiamo perché è ancora presto per dare per chiusa la criticità ucraina e perché le prospettive delineate per l’Europa appaiono un pò ireniche. Infatti, l’unilateralismo neoconservatore non ha devastato solo l’Ucraina, che rischia di essere cancellata dalle carte geografiche, ma anche gli Stati europei che hanno seguito, o sono stati costretti a seguire, le strategie irrealistiche quanto perdenti proprie di questo idealismo militante. Così la sconfitta dell’Ucraina è anche la sconfitta dell’Europa, che pagherà cara questa disfatta, in termini di decrescita economica e depotenziamento geopolitico (Parigi ha già perso la Françafrique…). Tutto ciò porterà un’instabilità politica nel Vecchio Continente che si spera resti contenuta, pena la genesi di mostri sia di stampo eversivo che autoritario (due facce, in genere, della stessa medaglia). Vedremo.

05 ottobre 2023
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01/11/2023 22:20
 
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Ucraina: guerra persa, ma non si può dire

L’elezione di Mike Johnson a presidente della Camera degli Stati Uniti, dopo la sconfitta seriale di altri candidati, rimette la guerra ucraina sotto i riflettori perché ritorna il tema dei finanziamenti a Kiev, che l’amministrazione Biden ha associato a quelli in favore di Israele. I media americani ricordano come Johnson abbia più volte votato contro gli aiuti all’Ucraina, ma ora tutto è diverso.

Fino all’ultimo ucraino
Legare gli aiuti all’Ucraina a quelli verso Israele, di cui Johnson, e l’ultra-destra del partito repubblicane che rappresenta, è acceso sostenitore, rende tutto più complesso ed è da presumere che la risoluzione verrà approvata. Anche perché, se non accadesse, la guerra ucraina sarebbe sic et simpliciter finita. E non sembra che l’America sia pronta a chiudere la partita. L’approvazione di nuovi aiuti prolungherà ulteriormente l’agonia dell’Ucraina, costretta dalla sua leadership e dai Paesi anglosassoni a proseguire fino all’ultimo uomo un conflitto che non può vincere, così da tenere impegnata la Russia per disturbarne l’azione nel più ampio agone globale. La guerra è persa e lo sanno tutti, in Ucraina e nel mondo, ma gli schiavi ucraini devono continuare a immolarsi a maggior gloria dell’Impero d’Occidente. Se tale esito era evidente in precedenza ora lo è diventato ancora di più. Tanti, infatti, i segnali in tal senso. Anzitutto l’offensiva russa su Avdiivka, fronte orientale, vicino Bakmut, diventata focus recente degli scontri, è ormai prossima a essere completata. L’ex consigliere dell’ufficio presidenziale Aleksey Arestovich ha dichiarato: “La mia analisi è triste: sono sicuro che perderemo Avdiivka”. La caduta della città “sarà uno shock”, ha aggiunto e suonerà come un verdetto per il sistema ucraina, dal momento che proseguendo nello stesso “schema stiamo perdendo la settima città consecutiva”.

Incenerito il sogno della controffensiva ucraina
Non solo, tale sviluppo pone definitivamente fine al sogno, che in realtà non ha mai avuto alcuna consistenza, di un’offensiva di successo sul fronte meridionale, tale da riuscire a tagliare la linea di collegamento tra la Crimea e la Russia, obiettivo dichiarato della controffensiva ucraina. “La situazione è tragica", ha infatti dichiarato Arestovich. "Tutti i militari sanno che le truppe del fronte meridionale sono state trasferite ad Avdiivka. Ciò significa addio all’offensiva sul fronte meridionale”. Una disfatta dal punto di vista strategico, ma anche dal punto di vista delle risorse, con l’Esercito Ucraino sempre più degradato. Così recita Strana:

“La situazione al fronte sta diventando sempre meno trionfale per le forze armate ucraine [eufemismo forzato ndr]. E la motivazione della popolazione per combattere sta diminuendo. Lo si può vedere dai video dei soldati ucraini indignati per le ‘retrovie rilassate’, parlano di grandi perdite e che sono necessari nuovi soldati al fronte”.
- ctrana.news/news/448809-situatsija-pod-avdeevkoj-hotovy-li-ukraintsy-k-dolhoj-vojne-ssha-predlozhili-moskve-perehovory-it...

Tanto che la leadership ucraina, non paga della macelleria alla quale ha sottoposto la popolazione, reputa necessaria una nuova e più allargata coscrizione, forse addirittura una mobilitazione generale, estremo che però Strana giudica di difficile attuazione a causa del “tacito contratto sociale” che vige nel Paese, la cui essenza è “noi non ti disturbiamo e tu non disturbi noi”. Nuovi finanziamenti, nuove armi, non cambieranno tale situazione, ma daranno certamente nuovo ossigeno alla propaganda, che non smette di parlare di vittoria. Ciò nonostante il degrado delle forze armate e l’evidente divario sul piano degli armamenti.

Le armi magiche hanno perduto la loro magia
Le ultime armi magiche consegnate all’Ucraina, i missili a lungo raggio ATACMS, che avevano galvanizzato i sostenitori di Kiev, hanno già perso la loro magia. Di ieri l’annuncio che la Russia ne ha intercettati due, segno che ha trovato le contromisure in tempi record. Scrivevamo in altre note che l’introduzione nel teatro di guerra di tali missili riecheggiava l’ingresso in campo delle V2 alla fine della Seconda guerra mondiale, che pur incrementando il volume di fuoco della Germania nazista non mutò il destino del conflitto. Non solo i missili, anche l’aviazione ucraina, almeno quel che ne restava, sta subendo perdite catastrofiche. Riportiamo, sempre da Strana: il ministro della Difesa “Shoigu ha affermato che negli ultimi cinque giorni la Federazione Russa avrebbe abbattuto 24 aerei ucraini utilizzando ‘nuovi sistemi’. I media russi chiariscono che stiamo parlando dei complessi S-400, che operano in tandem con gli aerei di rilevamento radar a lungo raggio A-50”, che riescono a rendere invisibili i missili lanciati contro gli aerei nemici. Kiev, riferisce Strana, ovviamente non ha confermato, ma non ha nemmeno smentito. Un silenzio assenso più che significativo. Tale innovazione va a frustrare anche le speranze suscitate dalla prossima arma magica, gli F-16 promessi dalla Nato, il cui arrivo nel teatro di guerra è stato via via posticipato.

Guerra persa e Stato fallito, ma non si può dire
Dopo tale sviluppo, la NATO ci penserà ancora di più prima di inviare gli F-16: non può rischiare di vedere i suoi magici jet abbattuti come mosche. Ne va del suo prestigio e della commercializzazione dei velivoli. Resta, infine, il nodo munizioni, che da tempo scarseggiano negli arsenali NATO e di conseguenza a Kiev. Con la necessità di stornare verso Israele parte degli aiuti promessi all’Ucraina, scarseggeranno ancora di più. Insomma, le prospettive perché Kiev realizzi i suoi annunci trionfalistici sono zero. E anzi, deve fare i conti con una realtà sempre più degradata, che fa dell’Ucraina uno Stato fallito. Una situazione dalla quale non si riprenderà per i decenni a venire. Tale il destino al quale l’ha consegnata la strategia neocon di farne la punta di diamante del confronto tra gli Stati Uniti e Mosca e la cieca sudditanza a tale disegno della sua dissennata leadership. La guerra è persa, ma non si può dire. Gli Stati Uniti non potranno ammetterlo, non in campagna elettorale. Da qui la spinta per altri inutili aiuti, che, se approvati, saranno salutati dall’usuale stolida esultanza di quanti hanno mandato allegramente al macello un intero popolo. Per salvare il salvabile servirebbe aprire un negoziato con la Russia, ma ciò non è ancora all’orizzonte.

26 ottobre 2023
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03/11/2023 16:53
 
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Offensiva russa in Ucraina distrugge depositi di armi e attrezzature consegnate dalla NATO all’Esercito Ucraino

Le Forze Armate della Federazione Russa continuano a respingere gli attacchi delle formazioni ucraine e a infliggere danni da fuoco alle strutture militari ucraine e ai luoghi in cui sono concentrati il personale e le attrezzature delle Forze Armate ucraine. Ciò risulta dal tradizionale rapporto sull’area dell’operazione militare speciale pubblicato dal Ministero della Difesa della Federazione Russa. Nella direzione sud di Donetsk, le forze armate russe hanno sventato 8 tentativi di rotazione delle forze nemiche nelle aree di Novomikhailovka, a nord di Nikolsky, Staromayorsky, Novozlatopol, Malinovka e a nord di Priyutny. L’artiglieria delle forze armate russe ha sparato contro le posizioni delle Forze Armate ucraine. Come risultato dei combattimenti, il nemico ha perso 2 veicoli corazzati, 1 sistema di difesa aerea Stormer, 1 cannone semovente Gvozdika, 3 equipaggi di mortai. Le perdite nemiche in questa direzione ammontano a un massimo di 160 persone. Nella direzione di Zaporozhye, gli scontri principali si sono verificati nelle zone di Verbovoy e Rabotino. Durante il giorno qui il nemico ha perso fino a 80 persone, 2 automobili e 3 veicoli blindati, riferisce il dipartimento militare. Inoltre, le truppe russe hanno distrutto il sistema di artiglieria M777, i cannoni semoventi Krab di fabbricazione polacca e l’obice D-30. Nella direzione di Donetsk, la situazione più tesa è nei settori Avdeevskij e Artemovsky del fronte. Nel settore Artemovsky, le Forze Armate russe hanno inflitto danni da fuoco al personale e all’equipaggiamento militare della 28a, della 93a brigata meccanizzata e della 3a brigata d’assalto delle Forze Armate ucraine. Il nemico ha perso qui fino a 245 persone, 3 carri armati, 3 auto e 2 obici D-30. È interessante notare che tra i carri armati distrutti c’è un Leopard di fabbricazione tedesca. Le forze russe continuano ad avanzare in direzione di Kupyansk. Qui sono stati respinti 2 attacchi da parte di distaccamenti d’assalto della 57a Brigata Meccanizzata delle Forze Armate ucraine nell’area di Sinkovka.

Le perdite nemiche ammontano a 245 militari, due veicoli, 2 sistemi di artiglieria M777, 1 cannone semovente Krab di fabbricazione polacca, un obice Msta-B e 2 cannoni semoventi Gvozdika. Le truppe russe hanno distrutto i depositi di munizioni della prima brigata separata delle forze speciali ucraine vicino a Volchansk e Ogurtsovo, nella regione di Kharkov. Un’altra direzione importante è Krasnolimanskoe. Qui, le truppe russe hanno respinto 2 attacchi nemici vicino a Petrovsky (Repubblica Popolare di Lugansk) e nella silvicoltura di Serebryansky. Nella zona di Chervona Dibrova, unità della 63a Brigata Meccanizzata delle Forze Armate ucraine sono state colpite dal fuoco. Il nemico ha perso fino a 200 soldati, 3 veicoli e 1 cannone semovente AS-90 di fabbricazione britannica. Infine, in direzione di Kherson, a seguito del lavoro dell’aviazione e dell’artiglieria delle Forze Armate russe, il nemico ha perso fino a 80 persone e 3 veicoli. Inoltre, gli aerei da combattimento delle forze aerospaziali russe hanno abbattuto altri due aerei Su-27 dell’aviazione ucraina nelle aree degli insediamenti di Kuroyedovka e Novoselovka della Repubblica Popolare di Donetsk e hanno distrutto 48 veicoli aerei senza pilota. Le forze russe hanno ripreso l’iniziativa su tutte le linee del fronte e puntano a conquistare una fascia di sicurezza in profondità intorno ai territori di Donetsk e Lugansk.

Fonte: en.topwar.ru/229332-minoborony-rf-rossijskie-vojska-unichtozhili-sklady-boepripasov-brigady-specnaza-vsu-u-volchanska-i-ogurcovo-v-harkovskoj-obla...
Traduzione: Luciano Lago

www.controinformazione.info/offensiva-russa-in-ucraina-distrugge-depositi-di-armi-e-attrezzature-consegnate-dalla-nato-allesercito-...


02 novembre 2023
10/11/2023 03:07
 
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Ucraina - Il crepuscolo degli dei, Zelensky vs Zaluzhny

“Funzionari statunitensi ed europei hanno iniziato a parlare in maniera esplicita con il governo ucraino su quali possibili negoziati di pace con la Russia si potrebbero intraprendere per porre fine alla guerra, riferisce un importante funzionario americano e un ex funzionario, altrettanto importante, che ha familiarità con i dialoghi in corso”. Così la NBC News.

www.nbcnews.com/news/world/us-european-officials-broach-topic-peace-negotiations-ukraine-sources-rc...

A quanto pare, l’America ha preso coscienza che l’Ucraina sta “esaurendo le forze, mentre la Russia ne ha una riserva apparentemente infinita”, come annota sempre la NBC. All’Ucraina, a quanto pare, è stata data anche una scadenza. Infatti, le stesse fonti hanno “affermato in via riservata che l’Ucraina probabilmente avrà tempo solo fino alla fine dell’anno, o poco dopo, prima che inizino trattative più stringenti sui negoziati di pace. I funzionari statunitensi hanno condiviso le loro opinioni su tale tempistica con gli alleati europei”. La NBC ha aggiunto che ormai sul fronte c’è una situazione di stallo, cosa peraltro riconosciuta anche dal Capo di Stato Maggiore ucraino Valery Zaluzhny in un intervento sull’Economist (in realtà, la Russia continua a degradare l’esercito di Kiev, ma è un particolare). Di tale intervista avevamo scritto il 26 ottobre, in una nota dal titolo “La guerra è persa, ma non si può dire“. A quanto pare, ora si può iniziare a dire. Non siamo ovviamente profeti, bastava semplicemente stare alla realtà. Anche il Time dice che siamo al The End.

time.com/6329188/ukraine-volodymyr-zelensky-interview/

A decretare tale esito non è solo la stanchezza degli alleati, il deficit di armi e munizioni, ma soprattutto il fatto che non esiste più neanche l’Esercito Ucraino. Così il media americano:“Dall’inizio dell’invasione, l’Ucraina si è rifiutata di rendere pubblico il numero ufficiale di morti e feriti. Ma secondo le stime statunitensi ed europee, il bilancio ha superato da tempo le 100.000 persone per ciascuna delle parti in guerra [le vittime ucraine dovrebbero essere ormai superiori alle 300mila ndr]”.

L’Esercito Ucraino non esiste più
“[La guerra] ha eroso così gravemente i ranghi delle forze armate ucraine che gli uffici di leva sono stati costretti a richiamare persone sempre più anziane, ciò porta l’età media dei soldati ucraini a circa 43 anni. ‘Sono uomini adulti ormai, e non sono poi così in salute’, dice uno stretto collaboratore di Zelensky”. “[…] In alcuni rami dell’esercito, la carenza di personale è diventata ancora più grave del deficit di armi e munizioni. Uno degli stretti collaboratori di Zelensky mi dice che anche se gli Stati Uniti e i loro alleati fornissero tutte le armi promesse, ‘non abbiamo più uomini per usarle'”. Questo anche il destino degli F-16, ultima arma magica destinata a Kiev, semmai arriverà sul campo di battaglia (probabilmente no: troppa la paura dei fornitori di vederli abbattuti come mosche). Ma a colpire è che finalmente si accenna alla catastrofe dell’esercito di Kiev, i cui ranghi si sono ulteriormente ridotti nelle ultime settimane nello scontro di Avdiïvka, dove le truppe ucraine sono state destinate all’usuale macelleria contro le preponderanti forze russe. A gennaio, dunque, si dovrebbe arrivare al redde rationem, e ciò perché si teme che l’Esercito Ucraino, ormai alle corde, crolli improvvisamente e i russi dilaghino. Ma sul punto c’è opposizione. Le forze che hanno spinto Kiev a immolarsi contro i russi non vogliono ammettere la sconfitta, da cui la strenua resistenza di Zelensky. Infatti, su tale prospettiva si registra lo scontro tra la leadership militare e l’entourage del Presidente, come annota anche Strana:“Vengono segnalati casi in cui i militari si rifiutano di eseguire gli ordini di attacco impartiti dalla leadership politica del Paese, affermando di non avere né risorse umane né materiali”. Lo scontro ormai è aperto, come segnala l’intervista del Capo delle Forze Armate, Valery Zaluzhny, all’Economist che, di fatto, è un’autocandidatura alla successione di Zelensky per gestire le difficili trattative con Mosca. Avendo egli dichiarato che il fronte è ormai in stallo, ha di fatto detto che è ora di passare a un’altra fase. Certo, nell’intervista all’Economist il Capo delle Forze Armate ucraine parla ancora di possibilità belliche e astrusità similari, ma è chiaro che lo stallo condanna il conflitto a un congelamento in stile coreano. La possibilità di una successione di Zaluzhny a Zelensky era ventilata da tempo nel segreto e ora è diventata pubblica. E lo scontro è aperto. Lo racconta nel dettaglio un articolo del sito Reporter, che ricorda il lungo scontro tra il Presidente e le forze armate, fattosi incandescente al tempo della battaglia di Bakhmut, che il Presidente volle difendere a tutti i costi (e i costi furono altissimi), mentre i militari volevano ripiegare per evitare una carneficina inutile, dal momento che la battaglia era evidentemente persa.

it.topcor.ru/31546-zelenskij-protiv-zaluzhnogo-na-bankovoj-podumyvajut-o-fizicheskom-ustranenii-glavkoma-...

Zelensky vs Zaluzhny: Il crepuscolo degli dei
Ma, se segnaliamo la nota di Reporter, è per il titolo e la data:“Zelensky vs Zaluzhny: Bankova sta valutando l’eliminazione fisica del Comandante in Capo delle Forze Armate ucraine”, articolo del 29 ottobre (per Benkova s’intende l’ufficio presidenziale, sito appunto in Benkova Street). Ieri è stato arrestato per frode l’ex vice-ministro della Difesa, Vyacheslav Shapovalov, riaprendo il verminaio delle ruberie al Ministero della Difesa che fu scoperchiato mesi fa e che aveva come obiettivo il Ministro della Difesa e lo stesso Zaluzhny, che intervenne nel segreto per chiudere il caso. Sempre ieri, la rimozione del Capo delle Forze Speciali Viktor Khorenko, decisa dal Presidente senza consultare il Capo delle Forze Armate, e il pacco bomba scoppiato in faccia al braccio destro di Zaluzhny, Gennady Chastyakov, morto sul colpo (era un regalo di compleanno…). Tante coincidenze sfortunate si incrociano in questo ambientino niente male, esaltato per mesi come faro della democrazia contro il buio dell’autoritarismo russo. Allo scontro partecipa anche l’ex consigliere del presidente Alexei Arestovich, da tempo critico della leadership ucraina, che in un post ha rinnovato la sua avversità a Zelensky, spiegando che il problema non sono le critiche dell’opposizione, ma le sue defaillance. Così l’Ucraina si avvia a un periodo di torbidi, degno crepuscolo degli dei, come è ovvio che fosse questo Endgame della guerra, tanto scontato quanto lontano dai sogni di gloria spacciati per verità rivelata dalla leadership ucraina e dai media d’Occidente proni alla propaganda NATO. Guerra persa, dunque, anche se Zelensky lotterà sino alla fine, sempre che riesca a conservare gli appoggi esteri necessari a resistere. Da questo punto di vista, il suo destino appare identico a quello del Premier israeliano Netanyahu: ambedue sanno perfettamente che, appena le spade saranno rimesse nel fodero, una di esse resterà sguainata, quella che i loro oppositori useranno per tagliar loro la testa. Per inciso, anche se la sconfitta sarà accreditata agli ucraini, si tratta di una débacle netta della NATO, che ha perso a ogni livello questa guerra per procura contro la Russia che ha incenerito la derelitta Ucraina, sacrificata sull’altare dell’egemonia globale americana. Ci torneremo.

07 novembre 2023
www.piccolenote.it/mondo/crepuscolo-degli-dei-zelensky-vs-...
18/11/2023 12:34
 
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La Russia avanza e salta il piano B degli USA

Ancora pessime notizie per Washington: le truppe russe stanno entrando ad Avdeevka nonostante il regime di Kiev vi abbia consumato alcuni fra i migliori reparti, ma dappertutto lungo il fronte stanno cominciando a passare dalla semplice difesa volta a “consumare” le truppe ucraine mandate inutilmente al macello dalla NATO a un atteggiamento più attivo e aggressivo senza minimamente impegnare le riserve. Forse potrebbe sembrare poca cosa dopo quasi due anni di guerra, ma in realtà tutto questo costituisce un brutto colpo per l’Amministrazione Biden, che sperava di poter congelare il fronte per prendere tempo e magari anche per arrivare a un cessate il fuoco utile a salvare la faccia e cercare di nascondere la sconfitta epocale subita. Questa ipotesi faceva parte di una soluzione cosiddetta “coreana”, cui è stato dato un credito tanto ampio quanto più erano scarse le probabilità che si realizzasse. Infatti, come era facile immaginare, si sono fatti i conti senza l’oste, ovvero la Russia, che ha ormai decimato l’Esercito Ucraino, che ha decuplicato la propria produzione bellica e che ha messo in linea diversi nuovi sistemi d’arma, tanto da non avere alcun interesse o necessità a congelare il fronte e che probabilmente sta mettendo a punto un colpo a sorpresa.

Nessuno sembra chiedersi come mai i russi non abbiano distrutto i ponti sul Dnepr vicino a Kherson grazie ai quali gli ucraini cercano di approdare sull’altra riva giusto per avere titoli sui giornali, visto che in realtà non hanno più riserve e non potrebbero nemmeno sfruttare il successo. Forse quei ponti serviranno ben presto a qualcosa? In ogni caso questa specie di piano B d’emergenza che Washington ha messo in piedi grazie alle teste sopraffine che si ritrova, quello del congelamento del fronte non funziona più e deve lasciare spazio a un piano C, che a questo punto diventa molto arduo perché non ci sono molte altre soluzioni se non la guerra mondiale o la calata di braghe. Del resto tutte le previsioni fatte in occidente sulla Russia si sono rivelate clamorosamente sbagliate e frutto di ideologismi miserabili ma presi per oro colato: basti pensare alle stronzate di Brzezinski che hanno influenzato 30 anni di diplomazia americana. Così adesso Medvedev ha fatto capire con chiarezza che la Russia non intende accontentarsi dei territori già conquistati, ma vuole coprire tutta l’area russofona di questo Paese assemblato dopo la rivoluzione sovietica:“L’Occidente deve ammettere che non solo il Donbass e la Crimea non sono Ucraina, ma anche Odessa, Nikolaev, Kiev e praticamente tutto il resto”. Ma soprattutto Mosca esclude assolutamente che l’Ucraina, anche se in dimensioni ridotte, possa aderire alla NATO; sempre Medvedev ha risposto all’ex Segretario dell’Alleanza Atlantica, Trombone Rasmussen:“Cosa dovremmo concedere allora alla NATO? Ebbene, possiamo accettare la città di Lemberg con i suoi dintorni, se davvero insistono”.

Lemberg è il nome tedesco di Leopoli, che che fino al 1918 era l’estremo lembo orientale dell’impero austroungarico, capitale di una piccola regione chiamata Galizia, dove si sono sviluppati il nazionalismo e il nazismo che hanno provocato una profonda frattura nella storia del Paese e che hanno spadroneggiato in Ucraina dopo Maidan. Tanto per curiosità è probabile che Buzzati collocasse proprio lì la fortezza Bastiani del suo Deserto dei Tartari. Adesso perciò diventa abbastanza urgente la sostituzione di Zelensky, che fino ad ora è stato il loro “figlio di puttana”, così almeno da far credere che a lui si debba la sconfitta, nonostante non abbia mai avuto alcuna voce in capitolo e i fili venissero tirati a Washington. La richiesta di un tavolo di trattativa potrebbe sembrare meno vergognosa per l’egemone ferito nel suo disonore sebbene siano stati proprio gli USA a far saltare i colloqui di pace nel 2022. Solo che c’è grande incertezza e scontro su chi dovrebbe sostituire il duce di Kiev, perché si teme che qualcuno possa agire nell’interesse dell’Ucraina e non degli USA.

16 novembre 2023
ilsimplicissimus2.com/2023/11/16/la-russia-avanza-e-salta-il-piano-b-de...
10/12/2023 12:59
 
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Il Senato USA boccia gli aiuti all'Ucraina. Zelensky vacilla

Il Senato ha rigettato la tranche di aiuti destinati a Ucraina e Israele, 111 miliardi di dollari, con voto contrario dei repubblicani e del democratico Bernie Sanders, perché avverso a un sostegno incondizionato a Israele: “La maniera più efficace per cambiare la politica militare israeliana è chiarire a Netanyahu che non gli daremo soldi senza vincoli”, ha affermato il senatore del Vermont. I repubblicani, invece, hanno votato contro perché vorrebbero che parte di quei soldi siano impiegati per rendere meno permeabile il confine. Il voto potrebbe avere un peso storico perché senza gli aiuti americani la guerra ucraina finirebbe. Da qui le fortissime pressioni sul Congresso perché approvasse la legge.

Le delegazioni pro-ucraina negli USA e la sparizione di Zelensky
Pressioni che si sono concretizzate con il viaggio negli States di una delegazione ucraina di alto profilo formata da Andrii Yermak, Capo dell’Ufficio del Presidente, Ruslan Stefanchuk, Presidente della Verkhovna Rada, e Rustem Umierov, Ministro della Difesa, che hanno incontrato membri del Congresso ed esponenti dell’Amministrazione Biden. Una visita preceduta da quella della delegazione degli Amici Conservatori dell’Ucraina (CFU), guidata da Liz Truss, che esponeva il punto di vista dei guerrafondai britannici… E qui si poteva intuire che le cose sarebbero andate male, dato che la povera donna sembra portare un pò sfortuna, anzitutto a se stessa, data la fulminate (o fulminata che dir si voglia) quanto brevissima avventura da Premier, terminata dopo la morte della regina Elisabetta, defunta poco dopo la sua visita (tanto che è stata licenziata dopo l’accoglienza ricevuta dal figlio, re Carlo, che nel vederla entrare per rendere omaggio al nuovo monarca, mormorava:“È tornata…“). Peraltro, dovendo sostenere la causa dell’Ucraina nella sua guerra contro la Russia, si spera che qualcuno abbia dato qualche lezione di geografia alla povera Truss, avendo la signora scambiato dei territori russi per territori ucraini nel corso di una visita ufficiale a Mosca (con corredo di imbarazzante correzione dell’ambasciatore britannico presente). Peraltro, il voto al Senato era stato preceduto da un articolato dossier del Washington Post, che prendeva atto del fallimento della controffensiva ucraina e ne addossava tutta la colpa a Kiev, evitando di enunciare le tante responsabilità della NATO.

www.washingtonpost.com/world/2023/12/04/ukraine-counteroffensive-us-planning-rus...

Insomma, la moral suasion dell’Ucraina era nata sotto una cattiva stella, come si è accorto anche il povero Zelensky, che ha dovuto annullare all’ultimo minuto il suo preannunciato intervento virtuale al Senato, nel quale avrebbe dovuto perorare la sua causa. I sostenitori della guerra infinita non hanno preso bene l’affondamento del disegno di legge. Pressato dai suoi, Biden ha addirittura scomodato lo spettro della terza guerra mondiale, affermando, dopo la bocciatura, che una vittoria della Russia in Ucraina avrebbe portato Mosca a una guerra contro la NATO e quindi a uno scontro diretto con gli Stati Uniti (variazione del tema della teoria del domino ideata al tempo del Vietnam… Vecchi arnesi della propaganda, tornano sempre utili). I giochi potrebbero essere fatti, la guerra finita, perché nessuno crede che l’Europa possa sopperire nel caso di un ritiro statunitense. Ma sembra che ci sia ancora spazio di manovra per quanti vogliono proseguire a ogni costo la mattanza degli ucraini. Infatti, Biden si è detto disposto a raggiungere un compromesso che tenga conto delle richieste dei repubblicani per quanto riguarda i confini statunitensi. Vedremo, tanti gli scogli da superare.

La fronda contro Zelensky
Intanto, in Ucraina la fronda contro Zelensky monta. In altre note abbiamo dato conto dell’opposizione ormai aperta del Capo delle Forze Armate Valerij Zaluzhny, supportato dall’ex consigliere di Zelensky, Oleksij Arestovyc e dal Capo dell’Intelligence Militare Kyrylo Budanov (peraltro, nel corso della succitata visita a Washington, il ministro della Difesa Umerov ha criticato pubblicamente Zaluzhny). A questo manipolo si è aggiunto il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, che negli ultimi giorni ha definito Zelensky un “autocrate”, e l’ex Presidente Petro Poroshenko, costretto a restare in patria dalla SBU e ad annullare un incontro programmato con il Presidente ungherese Viktor Orban (visita interessante ed è ovvio il motivo del diniego: l’ex cioccolataio voleva iniziare a trattare data la prossimità di Orban a Putin). Il caso Poroshenko ha destato scalpore in Ucraina, data la restrizione pubblica. Resta che si sapeva che i due non erano sulla stessa lunghezza d’onda di Zelensky, il dato significativo è che siano venuti allo scoperto, segno che ora si può fare. L’ex comico diventato presidente è debole dati gli evidenti fallimenti militari; e la querelle sugli aiuti americani, grazie ai quali intendeva rilanciarsi, non lo aiuta. Tutto ciò mentre per la campagna militare non si vede l’uscita dal tunnel. Per fare un piccolo esempio, la Russia ha annunciato di recente un nuovo missile in grado di abbattere anche l’ultima arma magica che dovrebbe essere fornita dalla NATO, l’F-16, il cui arrivo nel teatro di guerra è infatti continuamente rimandato… Resta che l’Amministrazione Biden deve continuare a sostenere Kiev per non arrivare alle elezioni con il marchio della sconfitta, mentre i falchi neocon non riescono nemmeno a immaginare che la loro guerra infinita abbia termine. Ma, come recita una poesia di Eliot, “Fra l’idea – E la realtà – Fra il movimento – E l’atto – Cade l’Ombra…" ("Gli uomini vuoti"). Vedremo.

07 dicembre 2023
www.piccolenote.it/mondo/senato-usa-boccia-aiuti-zelensky...
[Modificato da wheaton80 10/12/2023 12:59]
28/12/2023 18:50
 
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La liberazione di Maryinka mostra come le truppe russe contiuino ad avanzare

Le recenti notizie sulla liberazione di Maryinka hanno dimostrato che i russi continuano ad avanzare sul campo di battaglia, nonostante la lentezza dei combattimenti. Inoltre, la città è estremamente strategica e consente il processo di liberazione totale della Repubblica Popolare di Donetsk, consolidando il controllo territoriale russo nelle Nuove Regioni. L'annuncio della vittoria a Maryinka è stato dato il 25 dicembre dalle autorità russe. Il fatto è stato riconosciuto dallo stesso Governo Ucraino, che ha confermato che le sue truppe si sono ritirate dalla città e si stanno ora trincerando nei dintorni. Maryinka, essendo parte di Donetsk, è già legalmente territorio russo dai referendum del 2022, tuttavia, la regione era ancora contesa militarmente, con la presenza fino ad allora delle forze ucraine nella città. Maryinka si trova nell’estremo ovest di Donetsk, e il suo controllo è essenziale per consentire l’espulsione definitiva dei soldati ucraini dall’oblast recentemente integrato. Maryinka è stata bombardata quotidianamente dall’inizio del conflitto. La sua posizione strategica ha portato a pesanti attriti sul suo controllo dal 2014, quando sono iniziati gli scontri tra separatisti di etnia russa e militanti ucraini. A quel tempo, gli ucraini riuscirono a costruire fortificazioni nella regione e a mantenere una posizione solida, che è stata distrutta dai russi. Secondo il Ministero della Difesa russo, le forze di Kiev avevano costruito una vasta rete di tunnel sotterranei e bunker. Ciò spiega perché i combattimenti siano stati così intensi e lunghi, considerando la difficoltà di condurre operazioni militari in regioni occupate da canali sotterranei che consentono al nemico di nascondere e immagazzinare attrezzature. In questo senso, distruggendo la fortificazione militare ucraina nel sud-est di Donetsk, i russi riescono a infliggere gravi danni alle forze di Kiev, aggravando ulteriormente la debolezza dell’Ucraina.

In effetti, il controllo delle città alla periferia di Donetsk sembra essere oggi una priorità russa. Liberando le zone di confine delle nuove oblast, i russi riescono a espellere il nemico e consolidare le proprie posizioni nei territori che già fanno parte della Federazione. In questo senso, il successo di Maryinka suona come una grande vittoria per Mosca e mostra come gli obiettivi militari e politici russi continuino a essere raggiunti, nonostante il conflitto appaia “lento” e senza grandi cambiamenti territoriali. Dall’inizio dell’operazione militare speciale, la Russia ha optato per una strategia di movimenti “lenti ma sicuri”. L'obiettivo delle forze di Mosca non è mai stato quello di avanzare rapidamente sul campo di battaglia e conquistare quanti più territori possibile; al contrario, la Russia ha cercato di mantenere solide linee di difesa, proteggendo le zone già liberate e mantenendo una distanza di sicurezza tra queste e le zone controllate dagli ucraini. Nello stesso senso, i russi fanno molto affidamento sull’uso dell’artiglieria per neutralizzare il nemico, mobilitando le truppe sul terreno solo dopo aver inflitto danni sostanziali al nemico. In questo modo viene protetta anche la vita dei soldati russi. È possibile affermare che salvare vite militari e civili è stata la massima priorità della Russia durante l’intera operazione. In pratica, ciò allunga i tempi dei combattimenti e genera nell’opinione pubblica un sentimento di “paralisi” sul campo di battaglia. Tuttavia, si tratta di un metodo efficace e comprovato per salvare vite umane senza causare perdite militari e territoriali.

Il tempo non è il nemico della Russia in questo conflitto; al contrario, il tempo corre contro Kiev, che perde sempre più soldati, attrezzature e territori e non ha la capacità di invertire questo scenario. In un’altra recente dichiarazione del Ministero della Difesa russo, si afferma che l’obiettivo principale dell’operazione militare speciale nel 2023 è quello di neutralizzare la “controffensiva” ucraina. Ovviamente l’obiettivo è stato raggiunto con successo, e il conflitto entra ormai in una nuova fase, nella quale le forze ucraine non sembrano avere più alcuna possibilità nemmeno di tentare una reazione o un contrattacco. In questa nuova fase delle ostilità, le forze russe hanno il controllo assoluto su come condurre le loro avanzate, poiché le truppe ucraine sono estremamente indebolite e non saranno in grado di mantenere le posizioni per molto tempo. Da un punto di vista militare, la liberazione di Maryinka può essere vista come l’inizio di un’ondata di liberazioni nelle regioni frontaliere di Donetsk. Si ritiene che la Russia avvierà azioni mirate ad ottenere il controllo totale dei nuovi territori, eliminando definitivamente la presenza militare ucraina in queste aree. Considerando la strategia adottata finora, è possibile che i conflitti si prolunghino e che gli obiettivi richiedano tempo per essere raggiunti, ma ciò avverrà sicuramente a causa dell’interesse stesso della Russia ad evitare perdite umane e non per la capacità di difesa dell’Ucraina.

Traduzione: Wheaton80
27 dicembre 2023
southfront.press/liberation-of-maryinka-shows-russian-troops-continue-to-...
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