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Anno liturgico

Ultimo Aggiornamento: 30/05/2010 09:37
26/03/2009 21:02
 
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IV SETTIMANA DI QUARESIMA - GIOVEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 104,3-4
Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto.



Lætétur cor quæréntium Dóminum.

Quærite Dóminum et confirmámini,

quærite fáciem eius semper.

Colletta
O Padre, che ci hai dato la grazia di purificarci con la penitenza e di santificarci con le opere di carità fraterna, fa' che camminiamo fedelmente nella via dei tuoi precetti, per giungere rinnovati alle feste pasquali. Per il nostro Signore...



Cleméntiam tuam, Dómine, súpplici voto depóscimus, ut nos fámulos tuos, pæniténtia emendátos et bonis opéribus erudítos, in mandátis tuis fácias perseveráre sincéros, et ad paschália festa perveníre illæsos. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Es 32, 7-14
Signore, desisti dall'ardore della tua ira.

Dal libro dell'Esodo
In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Va', scendi, perché il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d'Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicata! Si son fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco il tuo Dio, Israele; colui che ti ha fatto uscire dal paese di Egitto». Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo e ho visto che è un popolo dalla dura cervice. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li distrugga. Di te invece farò una grande nazione».
Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, divamperà la tua ira contro il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d'Egitto con grande forza e con mano potente?
Perché dovranno dire gli Egiziani: Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra?
Desisti dall'ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo e tutto questo paese, di cui ho parlato, lo darò ai tuoi discendenti, che lo possederanno per sempre».
Il Signore abbandonò il proposito di nuocere al suo popolo.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 105
Perdona, Signore, le colpe del tuo popolo.

Si fabbricarono un vitello sull'Oreb,
si prostrarono a un'immagine di metallo fuso;
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia fieno.

Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
prodigi nel paese di Cam,
cose terribili presso il mar Rosso.

Egli aveva già deciso di sterminarli,
se Mosè suo eletto
non fosse stato sulla breccia di fronte a lui,
per stornare la sua collera dallo sterminio.

Canto al Vangelo Cf Gv 3,16
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito;
chi crede in lui ha la vita eterna.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Vangelo Gv 5, 31-47
Vi accusa Mosè, nel quale avete posto la vostra speranza.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; ma c'è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è veràce.
Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi. Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza. Ma voi non volete venire a me per avere la vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma io vi conosco e so che non avete in voi l'amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste. E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo?
Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c'è già chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza. Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

Sulle Offerte
Dio onnipotente e misericordioso, l'offerta di questo sacrificio guarisca la nostra debolezza dalle ferite del peccato e ci renda forti nel bene. Per Cristo nostro Signore.



Concéde, quæsumus, omnípotens Deus, ut huius sacrifícii munus oblátum fragilitátem nostram ab omni malo purget semper et múniat. Per Christum.

Prefazio di Quaresima IV
I frutti del digiuno

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Con il digiuno quaresimale
tu vinci le nostre passioni, elèvi lo spirito,
infondi la forza e doni il premio,
per Cristo nostro Signore.

Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l'eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell'inno di lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui corporáli ieiúnio vítia cómprimis,

mentem élevas, virtútem largíris et præmia:

per Christum Dóminum nostrum.



Per quem maiestátem tuam laudant Angeli,

adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes.

Cæli cælorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim,

sócia exsultatióne concélebrant.

Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas,

deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Ger 31,33
«Porrò la mia legge nel loro animo,
la scriverò nel loro cuore:
sarò il loro Dio ed essi il mio popolo»,
dice il Signore.



Dabo legem meam in viscéribus eórum,

et in corde eórum scribam eam;

et ero eis in Deum,

et ipsi erunt mihi in pópulum, dicit Dóminus.


Dopo la Comunione
Il sacramento che abbiamo ricevuto, Signore, ci liberi da ogni colpa, perché sollevati dall'umiliazione del peccato possiamo gloriarci della pienezza del tuo dono. Per Cristo nostro Signore.



Puríficent nos, quæsumus, Dómine, sacraménta quæ súmpsimus, et fámulos tuos ab omni culpa líberos esse concéde, ut, qui consciéntiæ reátu constringúntur, cæléstis remédii plenitúdine gloriéntur. Per Christum.



Oratio super populum

Protéctor in te sperántium, Deus, bénedic pópulum tuum, salva, tuére, dispóne, ut, a peccátis liber, ab hoste secúrus, in tuo semper amóre persevéret. Per Christum..

www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 27/03/2009 11:02]
27/03/2009 11:00
 
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IV SETTIMANA DI QUARESIMA - VENERDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 53,3-4
Salvami, o Dio, per il tuo nome,
e nella tua potenza rendimi giustizia.
Ascolta, o Dio, la mia preghiera,
porgi l'orecchio alle parole della mia bocca.



Deus, in nómine tuo salvum me fac, et in virtúte tua líbera me. Deus, exáudi oratiónem meam, áuribus pércipe verba oris mei.


Colletta
Padre santo, che nei tuoi sacramenti hai posto il rimedio alla nostra debolezza, fa' che accogliamo con gioia i frutti della redenzione e li manifestiamo nel rinnovamento della vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo...



Deus, qui fragilitáti nostræ cóngrua subsídia præparásti, concéde, quæsumus, ut suæ reparatiónis efféctum et cum exsultatióne suscípiat, et pia conversatióne recénseat. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Sap 2, 1. 12-22
Condanniamo il Giusto a una morte infame.

Dal libro della Sapienza
Dicono gli empi tra sé con ragionamenti errati:
«Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo
ed è contrario alle nostre azioni;
ci rimprovera le trasgressioni della legge
e ci rinfaccia le mancanze contro l'educazione da noi ricevuta.
Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e si dichiara figlio del Signore.
E' diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti;
ci è insopportabile solo al vederlo,
perché la sua vita è diversa da quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
Moneta falsa siamo da lui considerati,
schiva le nostre abitudini come immondezze.
Proclama beata la fine dei giusti e si vanta di aver Dio per padre.
Vediamo se le sue parole sono vere;
proviamo ciò che gli accadrà alla fine.
Se il giusto è figlio di Dio, egli l'assisterà,
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
Mettiamolo alla prova con insulti e tormenti,
per conoscere la mitezza del suo carattere
e saggiare la sua rassegnazione.
Condanniamolo a una morte infame,
perché secondo le sue parole il soccorso gli verrà».
La pensano così, ma si sbagliano;
la loro malizia li ha accecati.
Non conoscono i segreti di Dio; non sperano salario per la santità
né credono alla ricompensa delle anime pure.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 33
Ascolta, Signore, il grido del tuo povero.

Il volto del Signore contro i malfattori,
per cancellarne dalla terra il ricordo.
Gridano i giusti e il Signore li ascolta,
li salva da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito,
egli salva gli spiriti affranti.
Molte sono le sventure del giusto,
ma lo libera da tutte il Signore.

Preserva tutte le sue ossa,
neppure uno sarà spezzato.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi,
chi in lui si rifugia non sarà condannato.

Canto al Vangelo Cf Lc 8,15
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
in cuore buono e sincero
e portano frutto con la loro perseveranza.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Vangelo Gv 7, 1-2. 10. 25-30
Cercavano di arrestare Gesù, ma non era ancora venuta la sua ora.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne. Andati i suoi fratelli alla festa, vi andò anche lui; non apertamente però, di nascosto.
Alcuni di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora.

Sulle Offerte
La potenza di questo sacrificio ci liberi, Signore, dal peccato e ci faccia giungere più puri alle feste pasquali, principio della nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Hæc sacrifícia nos, omnípotens Deus, poténti virtúte mundátos, ad suum fáciant purióres veníre princípium. Per Christum.


Prefazio di Quaresima IV
I frutti del digiuno

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Con il digiuno quaresimale
tu vinci le nostre passioni, elèvi lo spirito,
infondi la forza e doni il premio,
per Cristo nostro Signore.

Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l'eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell'inno di lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui corporáli ieiúnio vítia cómprimis,

mentem élevas, virtútem largíris et præmia:

per Christum Dóminum nostrum.



Per quem maiestátem tuam laudant Angeli,

adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes.

Cæli cælorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim,

sócia exsultatióne concélebrant.

Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas,

deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Ef 1,7
In Cristo abbiamo la redenzione
mediante il suo sangue,
la remissione dei peccati
secondo la ricchezza della sua grazia.


In Christo habémus redemptiónem

per sánguinem eius,

remissiónem peccatórum,

secúndum divítias grátiæ eius.


Dopo la Comunione
O Padre, questo sacramento che segna per noi il passaggio dall'antica alla nuova alleanza, ci spogli dell'uomo vecchio e ci rivesta del Cristo nella giustizia e nella santità. Per Cristo nostro Signore.



Præsta, quæsumus, Dómine, ut, sicut de prætéritis ad nova transímus, ita, vetustáte depósita, sanctificátis méntibus innovémur. Per Christum.


www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm



Oratio super populum

Réspice, Dómine, super fámulos tuos, et in tua misericórdia confiténtes cælésti prótege benígnus auxílio. Per Christum.
[Modificato da LiviaGloria 27/03/2009 11:02]
29/03/2009 11:32
 
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IV SETTIMANA DI QUARESIMA - SABATO
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 17,5-7
Flutti di morte mi hanno circondato,
mi hanno stretto dolori d'inferno;
nella mia angoscia ho invocato il Signore,
dal suo tempio ha ascoltato la mia voce.



Circumdedérunt me gémitus mortis,

dolóres inférni circumdedérunt me;

et in tribulatióne mea invocávi Dóminum,

et exaudívit de templo sancto suo vocem meam.


Colletta
Signore onnipotente e misericordioso, attira verso di te i nostri cuori, poiché senza di te non possiamo piacere a te, sommo bene. Per il nostro Signore...



Dírigat corda nostra, quæsumus, Dómine, tuæ miseratiónis operátio, quia tibi sine te placére non póssumus. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ger 11, 18-20
Come un agnello mansueto che viene portato al macello.

Dal libro del profeta Geremia
Il Signore me lo ha manifestato e io l'ho saputo; allora ha aperto i miei occhi sui loro intrighi.
Ero come un agnello mansueto che viene portato al macello, non sapevo che essi tramavano contro di me, dicendo: «Abbattiamo l'albero nel suo rigoglio, strappiamolo dalla terra dei viventi; il suo nome non sia più ricordato».
Ora, Signore degli eserciti, giusto giudice, che scruti il cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di loro, poiché a te ho affidato la mia causa.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 7
Signore, mio Dio, in te mi rifugio.

Signore, mio Dio, in te mi rifugio:
salvami e liberami da chi mi perseguita,
perché non mi sbrani come un leone,
non mi sbrani senza che alcuno mi salvi.

Giudicami, Signore, secondo la mia giustizia,
secondo la mia innocenza, o Altissimo.
Poni fine al male degli empi;
rafforza l'uomo retto,
tu che provi mente e cuore, Dio giusto.

La mia difesa è nel Signore,
egli salva i retti di cuore.
Loderò il Signore per la sua giustizia
e canterò il nome di Dio, l'Altissimo.

Canto al Vangelo Cf Gv 3,16
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito;
chi crede in lui ha la vita eterna.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Vangelo Gv 7, 40-53
Il Cristo viene forse dalla Galilea?

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, all'udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Questi è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Questi è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?». E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!». Ma i farisei replicarono loro: «Forse vi siete lasciati ingannare anche voi? Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea». E tornarono ciascuno a casa sua.

Sulle Offerte
Accogli, o Dio, quest'offerta di riconciliazione, e con la forza del tuo amore piega a te, anche se ribelli, le nostre volontà. Per Cristo nostro Signore.



Oblatiónibus nostris, quæsumus, Dómine, placáre suscéptis, et ad te nostras étiam rebélles compélle propítius voluntátes. Per Christum.

Prefazio di Quaresima IV
I frutti del digiuno

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Con il digiuno quaresimale
tu vinci le nostre passioni, elèvi lo spirito,
infondi la forza e doni il premio,
per Cristo nostro Signore.

Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l'eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell'inno di lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui corporáli ieiúnio vítia cómprimis,

mentem élevas, virtútem largíris et præmia:

per Christum Dóminum nostrum.



Per quem maiestátem tuam laudant Angeli,

adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes.

Cæli cælorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim,

sócia exsultatióne concélebrant.

Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas,

deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione 1 Pt 1,19
Siamo stati riscattati
a prezzo del sangue prezioso di Cristo
Agnello senza difetti e senza macchia.



Pretióso sánguine quasi Agni immaculáti

et incontamináti Christi redémpti sumus.


Dopo la Comunione
Padre misericordioso, il tuo Spirito operante in questo sacramento ci liberi dal male e ci renda degni della tua benevolenza. Per Cristo nostro Signore.



Tua nos, quæsumus, Dómine, sancta puríficent, et operatióne sua tibi plácitos esse perfíciant. Per Christum.



Oratio super populum

Tuére, Dómine, plebem tuam, ad sacra ventúra properántem et cæléstis grátiæ largitáte proséquere, ut visibílibus adiúta soláciis ad invisibília bona prómptius incitétur. Per Christum.


www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm

[Modificato da LiviaGloria 31/03/2009 11:14]
29/03/2009 11:33
 
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V DOMENICA DI QUARESIMA
Anno B

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


LETTURE: Ger 31,31-34; Sal 50; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33


Vogliamo vedere Gesù

«Vogliamo vedere Gesù!». La richiesta espressa con tanta speranza dal gruppo dei Greci traduce un'aspirazione che percorre i secoli. La figura di Gesù domina l'orizzonte della storia ed esercita un fascino indiscutibile. Anche chi vorrebbe cancellarne la memoria, ne confessa implicitamente la grandezza. Ma il mistero di Gesù sfugge a chi vuole accostarlo mosso da curiosità, da interesse storico o etico. Per Giovanni «vedere Gesù» indica lo sguardo della fede e l'apertura del cuore: condizioni indispensabili per cogliere l'identità di Gesù ed entrare in comunione con lui.


Chicco di grano che muore...

Con una metafora Gesù spiega il contenuto e il significato dell' « ora » che ormai incombe sulla sua vita: come il chicco di grano egli deve morire perché tutti abbiano la possibilità di entrare in comunione di vita con il Padre. È la logica che permea l'esistenza cristiana: incontrare Gesù implica seguirlo in una scelta di vita che si fa dono per gli altri.
C'è chi pensa che la fede sia una garanzia, una specie di polizza di assicurazione contro gli infortuni della vita, una dottrina che insegna a « comportarsi bene» e a non far male a nessuno. Gesù presenta un quadro radicalmente diverso e una legge molto più esigente: essere cristiani implica seguire Gesù... Che significano infatti quelle parole paradossali: «Chi ama la sua vita la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna»? Chi si aggrappa al proprio egoismo e alle illusioni umane (potere, successo, sensualità...), conoscerà un'esistenza sterile, chiusa. Chi invece sa dimenticare se stesso e offrire con amore la propria vita, se la ritroverà in pienezza. Il valore di una persona è legato a ciò che dona.


Pieno compimento dell'alleanza

La prospettiva della gloria e della pienezza della vita non toglie nulla alla drammaticità della croce. L'ora segnata dal Padre e liberamente accolta da Gesù è anche l'ora della sofferenza che egli non vive in modo imperturbabile. Il progetto omicida del potere che Gesù intravede con sempre maggiore lucidità, produce un profondo turbamento nel suo animo (vangelo e seconda lettura) insieme alla tentazione di sottrarsi a una morte disumana e infamante.
Tuttavia si affida senza riserve all'amore del Padre, con un gesto di totale abbandono che è donazione libera e perciò feconda di vita. Il frutto che scaturisce dall'offerta incondizionata di Gesù è il pieno compimento della promessa divina espressa dal profeta Geremia (prima lettura): la nuova alleanza. Nuova perché il rapporto di comunione che Dio stabilisce con l'uomo è senza precedenti, non è condizionato alla fedeltà dell'uomo, ma unicamente fondato sulla gratuita iniziativa di Dio. Il vincolo di amore che Dio aveva da sempre progettato finalmente si realizza perché in Gesù l'umanità ha pronunciato il suo « sì » più pieno. «Un vincolo così saldo che nulla potrà mai spezzare» (Pregh. euc. della riconciliazione I), perché nel donarsi obbediente di Gesù si instaura una relazione di conoscenza e di amore così intima da togliere il peccato e da far coincidere volontà di Dio e volontà dell'uomo.


Scoprire il volto di Cristo

Se ieri era Filippo che portava a Cristo e questi al Padre, oggi la missione di indicare agli uomini di buona volontà il volto di Cristo tocca alla comunità dei redenti. Tocca a noi che, amando e credendo, cresciamo nell'amore di Dio e del prossimo, indicare dove Cristo è realmente presente: anzitutto tra noi e in noi, nella misura in cui ci amiamo e viviamo nell'amore (ma gli increduli, incontrandoci, vedono in noi la testimonianza dell'amore?); nella gerarchia che, se di Gesù continua la missione docente, di lui deve anche sempre più scoprire l'inebriante fortezza della povertà reale; nell'Eucaristia, dove il pane è il segno di una fraternità ritrovata davanti a un Corpo immolato per amore.
«Vogliamo vedere Gesù»: è il grido inconsapevole del giovane drogato che cerca una salvezza nella illusione della droga; è il grido della ragazzina troppo presto vendutasi per un pezzo di pane o per l'ebbrezza di un'avventura più grande di lei; del disoccupato che cerca lavoro; del prete che vorrebbe lavorare senza troppe formalità; del vescovo e del papa che vorrebbero sentire attorno a sé il calore umano di un presbiterio che si riscopre luogo di comunione per un annuncio che non sia solo professionale, ma esistenziale.
La partecipazione all'Eucaristia è comunione al corpo e sangue del Cristo, è inserimento sempre più profondo in lui; il desiderio di «vedere il Signore» diventa così intima e gioiosa esperienza che fa esclamare: «Abbiamo visto il Signore!» (Gv 20,25).


Celebriamo la vicina festa del Signore con autenticità di fede

Dalle «Lettere pasquali» di sant'Atanasio, vescovo (Lett. 14, 1-2; PG 26, 1419-1420)

Il Verbo, Cristo Signore, datosi a noi interamente ci fa dono della sua visita. Egli promette di restarci ininterrottamente vicino. Per questo dice: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20).
Egli è pastore, sommo sacerdote, via e porta e come tale si rende presente nella celebrazione della solennità. Viene fra noi colui che era atteso, colui del quale san Paolo dice: «Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato» (1 Cor 5, 7). Si verifica anche ciò che dice il salmista: O mia esultanza, liberami da coloro che mi circondano (cfr. Sal 31, 7). Vera esultanza e vera solennità è quella che libera dai mali. Per conseguire questo bene ognuno si comporti santamente e dentro di sé mediti nella pace e nel timore di Dio.
Così facevano anche i santi. Mentre erano in vita si sentivano nella gioia come in una continua festa. Uno di essi, il beato Davide, si alzava di notte non una volta sola ma sette volte e con la preghiera si rendeva propizio Dio. Un altro, il grande Mosè, esultava con inni, cantava lodi per la vittoria riportata sul faraone e su coloro che avevano oppresso gli Ebrei. E altri ancora, con gioia incessante attendevano al culto sacro, come Samuele ed il profeta Elia.
Per questo loro stile di vita essi raggiunsero la libertà e ora fanno festa in cielo. Ripensano con gioia al loro pellegrinaggio terreno, capaci ormai di distinguere ciò che era figura e ciò che è divenuto finalmente realtà.
Per prepararci, come si conviene, alla grande solennità che cosa dobbiamo fare? Chi dobbiamo seguire come guida? Nessun altro certamente, o miei cari, se non colui che voi stessi chiamate, come me, «Nostro Signore Gesù Cristo». Egli per l'appunto dice: «Io sono la via» (Gv 14, 6). Egli è colui che, al dire di san Giovanni, «toglie il peccato del mondo» (Gv 1, 29). Egli purifica le nostre anime, come afferma il profeta Geremia: «Fermatevi nelle strade e guardate, e state attenti a quale sia la via buona, e in essa troverete la rigenerazione delle vostre anime» (cfr. Ger 6, 16).
Un tempo era il sangue dei capri e la cenere di un vitello ad aspergere quanti erano immondi. Serviva però solo a purificare il corpo. Ora invece, per la grazia del Verbo di Dio, ognuno viene purificato in modo completo nello spirito.
Se seguiremo Cristo potremo sentirci già ora negli altri della Gerusalemme celeste e anticipare e pregustare anche la festa eterna. Così fecero gli apostoli, costituiti maestri della grazia per i loro coetanei ed anche per noi. Essi non fecero che seguire il Salvatore: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito »(Mt 19, 27).
Seguiamo anche noi il Signore, cioè imitiamolo, e così avremo trovato il modo di celebrare la festa non soltanto esteriormente, ma nella maniera più fattiva, cioè non solo con le parole, ma anche con le opere.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 42,1-2

Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa
contro gente senza pietà;
salvami dall'uomo ingiusto e malvagio,
perché tu sei il mio Dio e la mia difesa.



Iúdica me, Deus,

et discérne causam meam de gente non sancta;

ab hómine iníquo et dolóso éripe me,

quia tu es Deus meus et fortitúdo mea.



Colletta

Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità, che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi. Egli è Dio...



Quaesumus, Dómine Deus noster, ut in illa caritáte, qua Fílius tuus díligens mundum morti se trádidit, inveniámur ipsi, te opitulánte, alácriter ambulántes. Per Dóminum.



Oppure:

Ascolta, o Padre, il grido del tuo Figlio che, per stabilire la nuova ed eterna alleanza, si è fatto obbediente fino alla morte di croce; fa' che nelle prove della vita partecipiamo intimamente alla sua passione redentrice, per avere la fecondità del seme che muore ed essere accolti come tua messe nel regno dei cieli. Per il nostro Signore Gesù Cristo...



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura Ger 31, 31-34

Concluderò un’alleanza nuova e non ricorderò più il peccato.

Dal libro del profeta Geremìa
Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore.
Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: «Conoscete il Signore», perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato.


Salmo Responsoriale Dal Salmo 50
Crea in me, o Dio, un cuore puro.



Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.

Seconda Lettura Eb 5,7-9

Imparò l'obbedienza e divenne causa di salvezza eterna.

Dalla lettera agli Ebrei

Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito.
Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.


Canto al Vangelo Gv 12,26

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Se uno mi vuole servire, mi segua, dice il Signore,
e dove sono io, là sarà anche il mio servitore.
Lode e onore a te, Signore Gesù!




Vangelo Gv 12,20-33

Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto.

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.


Sulle Offerte

Esaudisci, Signore, le, nostre preghiere: tu che ci hai illuminati con gli insegnamenti della fede, trasformaci con la potenza di questo sacrificio. Per Cristo nostro Signore.



Exáudi nos, omnípotens Deus, et fámulos tuos, quos fídei christiánae eruditiónibus imbuísti, huius sacrifícii tríbuas operatióne mundári. Per Christum.


Prefazio
La penitenza dello spirito


È veramente giusto renderti grazie,
è bello cantare la tua gloria, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno:

Tu hai stabilito per i tuoi figli
un tempo di rinnovamento spirituale,
perché si convertano a te con tutto il cuore,
e liberi dai fermenti del peccato
vivano le vicende di questo mondo,
sempre orientati verso i beni eterni



Per questo dono della tua benevolenza,
uniti agli angeli e ai santi,

con voce unanime cantiamo l'inno della tua lode:



Santo, Santo, Santo il Signore...



Antifona alla Comunione Gv 12,24-25

«Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo;
se invece muore, produce molto frutto» .



Omnis qui vivit et credit in me,

non moriétur in aetérnum, dicit Dóminus.



Jn 8,10-11 Nemo te condemnávit, múlier?

Nemo, Dómine. Nec ego te condemnábo: iam ámplius noli peccáre.



Jn 12,24-25 Amen, amen dico vobis:

Nisi granum fruménti cadens in terram mórtuum fúerit,

ipsum solum manet; si autem mórtuum fúerit, multum fructum affert.


Dopo la Comunione
Dio onnipotente, concedi a noi tuoi fedeli di essere sempre inseriti come membra vive nel Cristo, poiché abbiamo comunicato al suo corpo e al suo sangue. Per Cristo nostro Signore.



Quaesumus, omnípotens Deus, ut inter eius membra semper numerémur, cuius Córpori communicámus et Sánguini. Qui vivit et regnat in saecula saeculórum.

Oratio super populum

Bénedic, Dómine, plebem tuam, quae munus tuae miseratiónis exspéctat, et concéde, ut, quod, te inspiránte, desíderat, te largiénte percípiat. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 31/03/2009 11:14]
30/03/2009 08:58
 
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V SETTIMANA DI QUARESIMA - LUNEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 55,2
Abbi pietà di me, Signore, perché mi calpestano;
tutto il giorno mi opprimono i miei nemici.



Miserére mihi,

Dómine, quóniam conculcávit me homo,

tota die bellans tribulávit me.

Colletta
O Padre, che con il dono del tuo amore ci riempi di ogni benedizione, trasformaci in creature nuove, per essere preparati alla Pasqua gloriosa del tuo regno. Per il nostro...



Deus, per cuius ineffábilem grátiam omni benedictióne ditámur, præsta nobis ita in novitátem a vetustáte transíre, ut regni cæléstis glóriæ præparémur. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dn 13, 1-9. 15-17. 19-30. 33-62
Innocenza di Susanna.

Dal libro del profeta Danièle
In quei giorni, abitava in Babilònia un uomo chiamato Ioakim, il quale aveva sposato una donna chiamata Susanna, figlia di Chelkìa, di rara bellezza e timorata di Dio. I suoi genitori, che erano giusti, avevano educato la figlia secondo la legge di Mosè. Ioakim era molto ricco e possedeva un giardino vicino a casa ed essendo stimato più di ogni altro i Giudei andavano da lui. In quell’anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani: erano di quelli di cui il Signore ha detto: «L’iniquità è uscita da Babilònia per opera di anziani e di giudici, che solo in apparenza sono guide del popolo». Questi frequentavano la casa di Ioakim e tutti quelli che avevano qualche lite da risolvere si recavano da loro. Quando il popolo, verso il mezzogiorno, se ne andava, Susanna era solita recarsi a passeggiare nel giardino del marito. I due anziani che ogni giorno la vedevano andare a passeggiare, furono presi da un’ardente passione per lei: persero il lume della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non ricordare i giusti giudizi.
Mentre aspettavano l’occasione favorevole, Susanna entrò, come al solito, con due sole ancelle, nel giardino per fare il bagno, poiché faceva caldo. Non c’era nessun altro al di fuori dei due anziani nascosti a spiarla. Susanna disse alle ancelle: «Portatemi l’unguento e i profumi, poi chiudete la porta, perché voglio fare il bagno». Appena partite le ancelle, i due anziani uscirono dal nascondiglio, corsero da lei e le dissero «Ecco, le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi bruciamo di passione per te; acconsenti e datti a noi. In caso contrario ti accuseremo; diremo che un giovane era con te e perciò hai fatto uscire le ancelle» Susanna, piangendo, esclamò: «Sono alle strette da ogni parte. Se cedo, è la morte per me; se rifiuto non potrò scampare dalle vostre mani. Meglio però per me cadere innocente nelle vostre mani che peccare davanti al Signore!» Susanna gridò a gran voce.
Anche i due anziani gridarono contro di lei e uno di loro corse alle porte del giardino e le aprì.
I servi di casa, all’udire tale rumore in giardino, si precipitarono dalla porta laterale per vedere che cosa stava accadendo. Quando gli anziani ebbero fatto il loro racconto, i servi si sentirono molto confusi, perché mai era stata detta una simile cosa di Susanna.
Il giorno dopo, tutto il popolo si adunò nella casa di Ioakim, suo marito, e andarono là anche i due anziani pieni di perverse intenzioni per condannare a morte Susanna. Rivolti al popolo dissero: «Si faccia venire Susanna figlia di Chelkìa, moglie di Ioakim». Mandarono a chiamarla ed essa venne con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti. Tutti i suoi familiari e amici piangevano.
I due anziani si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani sulla sua testa. Essa piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore pieno di fiducia nel Signore. Gli anziani dissero: «Mentre noi stavamo passeggiando soli nel giardino, è venuta con due ancelle, ha chiuso le porte del giardino e poi ha licenziato le ancelle. Quindi è entrato da lei un giovane che era nascosto e si è unito a lei. Noi che eravamo in un angolo del giardino, vedendo una tale nefandezza, ci siamo precipitati su di loro e li abbiamo sorpresi insieme. Non abbiamo potuto prendere il giovane perché, più forte di noi, ha aperto la porta ed è fuggito. Abbiamo preso lei e le abbiamo domandato chi era quel giovane, ma lei non ce l’ha voluto dire. Di questo noi siamo testimoni». La moltitudine prestò loro fede, poiché erano anziani e giudici del popolo, e la condannò a morte.
[ Allora Susanna ad alta voce esclamò: «Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me». E il Signore ascoltò la sua voce.
Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Danièle, il quale si mise a gridare: «lo sono innocente del sangue di lei!». Tutti si voltarono verso di lui dicendo: «Che vuoi dire con le tue parole?». Allora Danièle, stando in mezzo a loro, disse: «Siete così stolti, Israeliti? Avete condannato a morte una figlia d’Israele senza indagare la verità! Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei».
Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Danièle: «Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha dato il dono dell’anzianità». Danièle esclamò: «Separateli bene l’uno dall’altro e io li giudicherò».
Separàti che furono, Danièle disse al primo: «O invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, quando davi sentenze ingiuste opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e l’innocente. Ora dunque, se tu hai visto costei, di’: sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?». Rispose: «Sotto un lentisco».
Disse Danièle: «In verità, la tua menzogna ricadrà sulla tua testa. Già l’angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti spaccherà in due». Allontanato questo, fece venire l’altro e gli disse: «Razza di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore! Così facevate con le donne d’Israele ed esse per paura si univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità. Dimmi dunque, sotto quale albero li hai trovati insieme?». Rispose: «Sotto un léccio». Disse Danièle: «In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco l’angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano per spaccarti in due e così farti morire».
Allora tutta l’assemblea diede in grida di gioia e benedisse Dio che salva coloro che sperano in lui. Poi insorgendo contro i due anziani, ai quali Danièle aveva fatto confessare con la loro bocca di aver deposto il falso, fece loro subire la medesima pena alla quale volevano assoggettare il prossimo e applicando la legge di Mosè li fece morire. In quel giorno fu salvato il sangue innocente. ]

Salmo Responsoriale Dal Salmo 22
Con te, Signore, non temo alcun male.

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.

Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincàstro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.

Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.

Canto al Vangelo Mt 5,7-8
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo Gv 8, 1-11
Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?».
Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più».
_________________________________________________________________

Oppure:
Canto al Vangelo Gv 8,12
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Io sono la luce del mondo, dice il Signore,
chi segue me, avrà la luce della vita.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo Gv 8, 12-20
Io sono la luce del mondo.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».
Gli dissero allora i farisei: «Tu dài testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose: «Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado.
Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. Nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera: orbene, sono io che do' testimonianza di me stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi dà testimonianza».
Gli dissero allora: «Dov'è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». Queste parole Gesù le pronunziò nel luogo del tesoro mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora giunta la sua ora.

Sulle Offerte
Signore, concedi ai tuoi fedeli, riuniti per celebrare i santi misteri, di offrirti come frutto della penitenza una coscienza pura e uno spirito rinnovato. Per Cristo nostro Signore.



Concéde nobis, Dómine, quæsumus, ut, celebratúri sancta mystéria, tamquam pæniténtiæ corporális fructum, lætam tibi exhibeámus méntium puritátem. Per Christum..

Prefazio della Passione del Signore I
La potenza misteriosa della Croce

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Nella passione redentrice del tuo Figlio
tu rinnovi l'universo
e doni all'uomo il vero senso della tua gloria;
nella potenza misteriosa della croce
tu giudichi il mondo
e fai risplendere il potere regale di Cristo crocifisso.

Per questo mistero di salvezza,
uniti agli angeli e ai santi,
eleviamo a te un inno di lode ed esultanti cantiamo:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Quia per Fílii tui salutíferam passiónem

sensum confiténdæ tuæ maiestátis

totus mundus accépit,

dum ineffábili crucis poténtia iudícium mundi

et potéstas émicat Crucifíxi.



Unde et nos, Dómine,

cum Angelis et Sanctis univérsis,

tibi confitémur, in exsultatióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Gv 8,10-11 (Quando è stato letto il vangelo dell'adultera)
«Donna, nessuno ti ha condannata?».
«Nessuno, Signore». «Neppure io ti condanno:
d'ora in poi non peccare più».



Nemo te condemnávit, múlier?

Nemo, Dómine.

Nec ego te condemnábo: iam ámplius noli peccáre.

Gv 8,12 (Quando invece è stato letto un altro vangelo)
«Io sono la luce del mondo» dice il Signore.
«Chi segue me, non cammina nelle tenebre,
ma avrà la luce della vita».



Ego sum lux mundi,

dicit Dóminus: qui séquitur me

non ámbulat in ténebris, sed habébit lumen vitæ.


Dopo la Comunione
Padre di infinita misericordia, la forza redentrice dei tuoi sacramenti ci liberi da ogni male, e ci avvii all'incontro con te come discepoli del Cristo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



Sacramentórum tuórum benedictióne roboráti, quæsumus, Dómine, ut per hæc semper emundémur a vítiis, et per sequélam Christi ad te festinánter gradiámur. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.



Oratio super populum

Líbera, Dómine, quæsumus, a peccátis tibi pópulum supplicántem, ut in sancta conversatióne vivens nullis affligátur advérsis. Per Christum.


www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 31/03/2009 11:15]
31/03/2009 11:13
 
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V SETTIMANA DI QUARESIMA - MARTEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 26,14
Stà in attesa del Signore, prendi forza e coraggio;
tieni saldo il tuo cuore e spera nel Signore.



Exspécta Dóminum, viríliter age;

et confortétur cor tuum, et sústine Dóminum.


Colletta
Il tuo aiuto, Dio onnipotente, ci renda perseveranti nel tuo servizio, perché anche nel nostro tempo la tua Chiesa si accresca di nuovi membri e si rinnovi sempre nello spirito. Per il nostro Signore...



Da nobis, quæsumus, Dómine, perseverántem in tua voluntáte famulátum, ut in diébus nostris et mérito et número pópulus tibi sérviens augeátur. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Nm 21, 4-9
Chiunque, dopo essere stato morso, guarderà il serpente di bronzo, resterà in vita.

Dal libro dei Numeri
In quei giorni, gli Israeliti partirono dal monte Cor, dirigendosi verso il Mare Rosso per aggirare il paese di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatti uscire dall'Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c'è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero».
Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti velenosi i quali mordevano la gente e un gran numero d'Israeliti morì. Allora il popolo venne a Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; prega il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita».
Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 101
Ascolta, Signore, il gèmito del misero.

Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido.
Non nascondermi il tuo volto;
nel giorno della mia angoscia
piega verso di me l'orecchio.
Quando ti invoco: presto, rispondimi.

I popoli temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli si volge alla preghiera del misero
e non disprezza la sua supplica.

Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo nuovo darà lode al Signore.
Il Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il gèmito del prigioniero,
per liberare i condannati a morte.

Canto al Vangelo Cf Gv 3,16
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito:
chi crede in lui ha la vita eterna.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo Gv 8,21-30
Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire».
Dicevano allora i Giudei: «Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?».
E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati».
Gli dissero allora: «Tu chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che vi dico. Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui».
Non capirono che egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo. Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

Sulle Offerte
Accogli, Signore, questa vittima di riconciliazione, perdona le nostre colpe, e guida i nostri cuori vacillanti sulla via del bene. Per Cristo nostro Signore.



Hóstias tibi, Dómine, placatiónis offérimus, ut et delícta nostra miserátus absólvas, et nutántia corda tu dírigas. Per Christum.

Prefazio della Passione del Signore I
La potenza misteriosa della Croce

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Nella passione redentrice del tuo Figlio
tu rinnovi l'universo
e doni all'uomo il vero senso della tua gloria;
nella potenza misteriosa della croce
tu giudichi il mondo
e fai risplendere il potere regale di Cristo crocifisso.

Per questo mistero di salvezza,
uniti agli angeli e ai santi,
eleviamo a te un inno di lode ed esultanti cantiamo:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Quia per Fílii tui salutíferam passiónem

sensum confiténdæ tuæ maiestátis

totus mundus accépit,

dum ineffábili crucis poténtia iudícium mundi

et potéstas émicat Crucifíxi.



Unde et nos, Dómine,

cum Angelis et Sanctis univérsis,

tibi confitémur, in exsultatióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Gv 12,32
«Quando sarò elevato da terra,
attirerò tutti a me» , dice il Signore.



Cum exaltátus fúero a terra,

ómnia traham ad meípsum, dicit Dóminus.

Dopo la Comunione
Dio grande e misericordioso, l'assidua partecipazione ai tuoi misteri ci avvicini sempre più a te, che sei l'unico e vero bene. Per Cristo nostro Signore.



Da, quæsumus, omnípotens Deus, ut, quæ divína sunt iúgiter ambiéntes, donis semper mereámur cæléstibus propinquáre. Per Christum.



Oratio super populum

Deus, qui sperántibus in te miseréri pótius éligis, quam irásci, da fidélibus tuis digne flere mala, quæ fecérunt, ut tuæ consolatiónis grátiam inveníre mereántur. Per Christum.


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[Modificato da LiviaGloria 31/03/2009 11:15]
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V SETTIMANA DI QUARESIMA - MERCOLEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 17,48-49
Tu mi liberi, Signore, dall'ira dei miei nemici.
Tu mi innalzi sopra i miei avversari,
e mi salvi dall'uomo violento.



Liberátor meus de géntibus iracúndis.

Ab insurgéntibus in me exaltábis me,

a viro iníquo erípies me, Dómine.

Colletta
Risplenda la tua luce, Dio misericordioso, sui tuoi figli purificàti dalla penitenza; tu che ci hai ispirato la volontà di servirti, porta a compimento l'opera da te iniziata. Per il nostro Signore...



Sanctificáta per pæniténtiam tuórum corda filiórum, Deus miserátor, illústra, et, quibus præstas devotiónis afféctum, præbe supplicántibus pium benígnus audítum. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dn 3, 14-20. 46-50. 91-92. 95
Dio ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi.

Dal libro del profeta Daniéle
In quei giorni, il re Nabucodonosor disse loro: «E' vero, Sadrach, Mesach e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d'oro che io ho fatto innalzare? Ora, se voi sarete pronti, quando udirete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del salterio, della zampogna e d'ogni specie di strumenti musicali, a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatta, bene; altrimenti in quel medesimo istante sarete gettati in mezzo ad una fornace dal fuoco ardente. Qual Dio vi potrà liberare dalla mia mano?».
Ma Sadrach, Mesach e Abdènego risposero al re Nabucodonosor: «Re, noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace con il fuoco acceso e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai eretto».
Allora Nabucodonosor, acceso d'ira e con aspetto minaccioso contro Sadrach, Mesach e Abdènego, ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito.
Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadrach, Mesach e Abdènego e gettarli nella fornace con il fuoco acceso.
I servi del re, che li avevano gettati dentro, non cessarono di aumentare il fuoco nella fornace, con bitume, stoppa, pece e sarmenti. La fiamma si alzava quarantanove cùbiti sopra la fornace e uscendo bruciò quei Caldèi che si trovavano vicino alla fornace.
Ma l'angelo del Signore, che era sceso con Azarìa e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco e rese l'interno della fornace come un luogo dove soffiasse un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia.
Allora il re Nabucodonosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: «Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?». «Certo, o re», risposero.
Egli soggiunse: «Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell'aspetto a un figlio di dèi».
Nabucodonosor prese a dire: «Benedetto il Dio di Sadrach, Mesach e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio che il loro Dio.

Salmo Responsoriale Dn 3,52-56
A te la lode e la gloria nei secoli.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso.
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno.

Benedetto sei tu che pènetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini.
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo.

Canto al Vangelo Cf Lc 8,15

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
in cuore buono e sincero
e portano frutto con la loro perseveranza.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo Gv 8, 31-42
Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi d'avvero.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?».
Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!». Gli risposero: «Il nostro padre è Abramo».
Rispose Gesù: «Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro».
Gli risposero: «Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

Sulle Offerte
Accogli, Signore, questo sacrificio che ci concedi di offrire alla tua santità, e rendilo per noi sorgente di salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Tibi, Dómine, sacrifícia dicáta reddántur, quæ sic ad honórem nóminis tui deferénda tribuísti, ut éadem remédia fíeri nostra præstáres. Per Christum.

Prefazio della Passione del Signore I
La potenza misteriosa della Croce

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Nella passione redentrice del tuo Figlio
tu rinnovi l'universo
e doni all'uomo il vero senso della tua gloria;
nella potenza misteriosa della croce
tu giudichi il mondo
e fai risplendere il potere regale di Cristo crocifisso.

Per questo mistero di salvezza,
uniti agli angeli e ai santi,
eleviamo a te un inno di lode ed esultanti cantiamo:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Quia per Fílii tui salutíferam passiónem

sensum confiténdæ tuæ maiestátis

totus mundus accépit,

dum ineffábili crucis poténtia iudícium mundi

et potéstas émicat Crucifíxi.



Unde et nos, Dómine,

cum Angelis et Sanctis univérsis,

tibi confitémur, in exsultatióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Col 1,13-14
Dio ci ha fatti passare nel regno
del suo Figlio prediletto;
in lui abbiamo la redenzione
per mezzo del suo sangue,
la remissione dei peccati.



Tránstulit nos Deus in regnum

Fílii dilectiónis suæ,

in quo habémus redemptiónem

per sánguinem eius,

remissiónem peccatórum.

Dopo la Comunione
O Dio, fonte della vita, fa' che la partecipazione al tuo sacramento sia per noi medicina di salvezza; ci guarisca dalle ferite del male e ci confermi nella tua amicizia. Per Cristo nostro Signore.



Cæléstem nobis, Dómine, præbeant sumpta mystéria medicínam, ut et vítia nostri cordis expúrgent, et sempitérna nos protectióne confírment. Per Christum.



Oratio super populum

Adésto supplicátionibus pópuli tui, omnípotens Deus, et, quibus fidúciam sperándæ pietátis indúlges, consuétæ misericórdiæ tríbue benígnus efféctum. Per Christum.

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[Modificato da LiviaGloria 04/04/2009 09:48]
02/04/2009 16:18
 
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V SETTIMANA DI QUARESIMA - GIOVEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Eb 9,15
Cristo è mediatore della nuova alleanza
perché, mediante la sua morte,
coloro che sono stati chiamati
ricevano l'eredità eterna che è stata loro promessa.



Novi Testaménti mediátor est Christus,

ut, morte intercedénte,

repromissiónem accípiant,

qui vocáti sunt ætérnæ hereditátis.

Colletta
Assisti e proteggi sempre, Padre buono questa tua famiglia che ha posto in te ogni speranza, perché liberata dalla corruzione del peccato resti fedele all'impegno del Battesimo, e ottenga in premio l'eredità promessa. Per il nostro Signore...



Adésto, Dómine, supplícibus tuis, et spem suam in tua misericórdia collocántes tuére propítius, ut, a peccatórum labe mundáti, in sancta conversatióne permáneant, et promissiónis tuæ perficiántur herédes. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Gn 17, 3-9
Ti renderò padre di una moltitudine di popoli.

Dal libro della Gènesi
In quei giorni, Abràm si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui: «Eccomi: la mia alleanza è con te
e sarai padre di una moltitudine di popoli.
Non ti chiamerai più Abràm ma ti chiamerai Abramo
perché padre di una moltitudine di popoli ti renderò.
E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te nasceranno dei re. Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. Darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Canaan in possesso perenne; sarò il vostro Dio».
Disse Dio ad Abramo: «Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 104
Il Signore è fedele per sempre.

Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiute,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca.

Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
E' lui il Signore, nostro Dio,
su tutta la terra i suoi giudizi.

Ricorda sempre la sua alleanza:
parola data per mille generazioni,
l'alleanza stretta con Abramo
e il suo giuramento ad Isacco.

Canto al Vangelo Cf 2 Cor 6.2
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Ecco ora il momento favorevole,
è questo il giorno della salvezza!
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo Gv 8, 51-59
Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai Giudei: «In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte».
Gli dissero i Giudei: «Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte". Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?».
Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "E' nostro Dio!", e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò».
Gli dissero allora i Giudei: «Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».
Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

Sulle Offerte
Guarda con bontà, o Dio, il sacrificio che ti presentiamo, perché giovi alla nostra conversione e porti la salvezza al mondo intero. Per Cristo nostro Signore.



Sacrifíciis præséntibus, quæsumus, Dómine, placátus inténde, ut et conversióni nostræ profíciant et totíus mundi salúti. Per Christum.


Prefazio della Passione del Signore I
La potenza misteriosa della Croce

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Nella passione redentrice del tuo Figlio
tu rinnovi l'universo
e doni all'uomo il vero senso della tua gloria;
nella potenza misteriosa della croce
tu giudichi il mondo
e fai risplendere il potere regale di Cristo crocifisso.

Per questo mistero di salvezza,
uniti agli angeli e ai santi,
eleviamo a te un inno di lode ed esultanti cantiamo:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Quia per Fílii tui salutíferam passiónem

sensum confiténdæ tuæ maiestátis

totus mundus accépit,

dum ineffábili crucis poténtia iudícium mundi

et potéstas émicat Crucifíxi.



Unde et nos, Dómine,

cum Angelis et Sanctis univérsis,

tibi confitémur, in exsultatióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Rm 8,32
Dio non ha risparmiato il proprio Figlio,
ma lo ha dato per tutti noi:
con lui ci ha fatto dono di ogni cosa.



Próprio Fílio suo non pepércit Deus, sed pro nobis ómnibus trádidit illum: cum illo ómnia nobis donávit.

Dopo la Comunione
Padre misericordioso, il pane eucaristico, che ci fa tuoi commensali in questo mondo, ci ottenga la perfetta comunione con te nella vita eterna. Per Cristo nostro Signore.



Satiáti múnere salutári, tuam, Dómine, misericórdiam deprecámur, ut hoc eódem sacraménto, quo nos temporáliter végetas, effícias perpétuæ vitæ partícipes. Per Christum.



Oratio super populum

Esto, quæsumus, Dómine, propítius plebi tuæ, ut, de die in diem, quæ tibi non plácent réspuens, tuórum pótius repleátur delectatiónibus mandatórum. Per Christum.

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[Modificato da LiviaGloria 04/04/2009 09:48]
03/04/2009 09:14
 
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V SETTIMANA DI QUARESIMA - VENERDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 30,10.16.18
Abbi pietà di me, Signore, perché sono in angustia;
strappami dalla mano dei miei nemici
e salvami dai miei persecutori:
Signore, che io non resti confuso.



Miserére mihi, Dómine,

quóniam tríbulor;

líbera me et éripe me de mánibus inimicórum meórum,

et a persequéntibus me.

Dómine, non confúndar, quóniam invocávi te.


Colletta
Perdona, Signore, i nostri peccati, e nella tua misericordia spezza le catene che ci tengono prigionieri a causa delle nostre colpe, e guidaci alla libertà che Cristo ci ha conquistata. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.



Absólve, quæsumus, Dómine, tuórum delícta populórum, ut a peccatórum néxibus, quæ pro nostra fragilitáte contráximus, tua benignitáte liberémur. Per Dóminum.



Oppure:



Deus, qui Ecclésiæ tuæ in hoc témpore tríbuis benígne, beátam Maríam in passióne Christi contemplánda devóte imitári, da nobis, quæsumus, eiúsdem Vírginis intercessióne, Unigénito Fílio tuo fírmius in dies adhærére et ad plenitúdinem grátiæ eius demum perveníre. Qui tecum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ger 20, 10-13
Il Signore è al mio fianco come un prode valoroso.

Dal libro del profeta Geremìa
Io sentivo le insinuazioni di molti: «Terrore all'intorno!
Denunciatelo e lo denunceremo».
Tutti i miei amici spiavano la mia caduta:
«Forse si lascerà trarre in inganno,
così noi prevarremo su di lui, ci prenderemo la nostra vendetta».
Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso,
per questo i miei persecutori cadranno e non potranno prevalere;
saranno molto confusi perché non riusciranno,
la loro vergogna sarà eterna e incancellabile.
Signore degli eserciti, che provi il giusto
e scruti il cuore e la mente,
possa io vedere la tua vendetta su di essi;
poiché a te ho affidato la mia causa!
Cantate inni al Signore, lodate il Signore,
perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori.

Salmo Responsoriale Salmo 17
Nell'angoscia t'invoco: salvami, Signore.

Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore.

Mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo;
mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti impetuosi;
gia mi avvolgevano i lacci degli inferi,
gia mi stringevano agguati mortali.

Nel mio affanno invocai il Signore,
nell'angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
al suo orecchio pervenne il mio grido.

Canto al Vangelo Cf Mc 10,45
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Gesù Cristo è venuto per servire
e dare la sua vita per la salvezza di molti.
Lode e onore a te, Signore Gesù.

Vangelo Gv 10, 31-42
Cercavano di prendere Gesù, ma egli sfuggì dalle loro mani.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, i Giudei portarono pietre per lapidare Gesù. Egli disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?».
Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre». Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

Sulle Offerte
Il tuo aiuto, Dio misericordioso, ci renda degni di accostarci al santo altare, perché l'assidua partecipazione al divino sacrificio ci ottenga la salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Præsta nobis, miséricors Deus, ut digne tuis servíre semper altáribus mereámur, et eórum perpétua participatióne salvári. Per Christum.


Prefazio della Passione del Signore I
La potenza misteriosa della Croce

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Nella passione redentrice del tuo Figlio
tu rinnovi l'universo
e doni all'uomo il vero senso della tua gloria;
nella potenza misteriosa della croce
tu giudichi il mondo
e fai risplendere il potere regale di Cristo crocifisso.

Per questo mistero di salvezza,
uniti agli angeli e ai santi,
eleviamo a te un inno di lode ed esultanti cantiamo:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Quia per Fílii tui salutíferam passiónem

sensum confiténdæ tuæ maiestátis

totus mundus accépit,

dum ineffábili crucis poténtia iudícium mundi

et potéstas émicat Crucifíxi.



Unde et nos, Dómine,

cum Angelis et Sanctis univérsis,

tibi confitémur, in exsultatióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione 1 Pt 2,24
Gesù portò nel suo corpo i nostri peccati sul legno della croce,
perché, morti ai peccati, vivessimo per la giustizia;
le sue piaghe ci hanno risanati.



Iesus peccáta nostra pértulit in córpore suo super lignum,

ut, peccátis mórtui, iustítiæ vivámus; cuius livóre sanáti sumus.


Dopo la Comunione
Non ci abbandoni, Signore, la forza di questo sacramento che ci unisce a te, e allontani sempre da noi ogni male. Per Cristo nostro Signore.



Sumpti sacrifícii, Dómine, perpétua nos tuítio non relínquat, et nóxia semper a nobis cuncta depéllat. Per Christum.



Oratio super populum

Concéde, quæsumus, omnípotens Deus, ut, fámuli tui, qui protectiónis tuæ quærunt grátiam, liberáti a malis ómnibus, secúra tibi mente sérviant. Per Christum..


www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 04/04/2009 09:48]
04/04/2009 09:47
 
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V SETTIMANA DI QUARESIMA - SABATO
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 21,20.7
Signore, non stare lontano,
affréttati, mia forza, ad aiutarmi,
perché io sono un verme e non un uomo,
un obbrobrio per tutti, lo scherno della gente.

Dómine, ne longe fácias auxílium tuum a me, ad defensiónem meam áspice; quia ego sum vermis et non homo, oppróbrium hóminum et abiéctio plebis.

Colletta
O Dio, che operi sempre per la nostra salvezza e in questi giorni ci allieti con un dono speciale della tua grazia, guarda con bontà alla tua famiglia, custodisci nel tuo amore chi attende il Battesimo e assisti chi è già rinato alla vita nuova. Per il nostro Signore...


Deus, qui omnes in Christo renátos genus eléctum et regále sacerdótium fecísti, da nobis et velle et posse quod præcipis, ut pópulo ad æternitátem vocáto una sit fides córdium et píetas actiónum. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ez 37, 21-28
Farò di loro un solo popolo.

Dal libro del profeta Ezechièle
Così dice il Signore Dio: Ecco, io prenderò gli Israeliti dalle genti fra le quali sono andati e li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nel loro paese: farò di loro un solo popolo nella mia terra, sui monti d'Israele; un solo re regnerà su tutti loro e non saranno più due popoli, né più saranno divisi in due regni.
Non si contamineranno più con i loro idoli, con i loro abomini e con tutte le loro iniquità; li libererò da tutte le ribellioni con cui hanno peccato; li purificherò e saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio.
Il mio servo Davide sarà su di loro e non vi sarà che un unico pastore per tutti; seguiranno i miei comandamenti, osserveranno le mie leggi e le metteranno in pratica. Abiteranno nella terra che ho dato al mio servo Giacobbe. In quella terra su cui abitarono i loro padri, abiteranno essi, i loro figli e i figli dei loro figli, attraverso i secoli; Davide mio servo sarà loro re per sempre.
Farò con loro un'alleanza di pace, che sarà con loro un'alleanza eterna. Li stabilirò e li moltiplicherò e porrò il mio santuario in mezzo a loro per sempre. In mezzo a loro sarà la mia dimora: io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.
Le genti sapranno che io sono il Signore che santifico Israele quando il mio santuario sarà in mezzo a loro per sempre».

Salmo Responsoriale Ger 31,10-13
Il Signore raduna il suo popolo.

Ascoltate la,parola del Signore, o popoli,
annunziatela alle isole lontane e dite:
«Chi ha disperso Israele lo raduna
e lo custodisce come fa un pastore con il gregge».

Il Signore ha redento Giacobbe,
lo ha riscattato dalle mani del più forte di lui.
Verranno e canteranno inni sull'altura di Sion,
affluiranno verso i beni del Signore.

Allora si allieterà la vergine alla danza;
i giovani e i vecchi gioiranno.
Io cambierò il loro lutto in gioia,
li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni.

Canto al Vangelo Cf Gv 3,16
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito:
chi crede in lui ha la vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo Gv 11, 45-56
Gesù doveva morire per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista della risurrezione di Làzzaro credettero in lui. Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto.
Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione».
Ma uno di loro, di nome Càifa, che era sommo sacerdote in quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Gesù pertanto non si faceva più vedere in pubblico tra i Giudei; egli si ritirò di là nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove si trattenne con i suoi discepoli.
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: «Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?».

Sulle Offerte
Dio onnipotente ed eterno, che nel sacramento del Battesimo fai rinascere coloro che confessano il tuo nome, accogli i doni e le preghiere di questa tua famiglia, distruggi le nostre colpe ed esaudisci le speranze di chi crede in te. Per Cristo nostro Signore.

Accépta tibi sint, Dómine, quæsumus, nostri dona ieiúnii, quæ expiándo nos tuæ gratiæ dignos effíciant et ad sempitérna promíssa perdúcant. Per Christum.

Prefazio della Passione del Signore I
La potenza misteriosa della Croce

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Nella passione redentrice del tuo Figlio
tu rinnovi l'universo
e doni all'uomo il vero senso della tua gloria;
nella potenza misteriosa della croce
tu giudichi il mondo
e fai risplendere il potere regale di Cristo crocifisso.

Per questo mistero di salvezza,
uniti agli angeli e ai santi,
eleviamo a te un inno di lode ed esultanti cantiamo:

Santo, Santo, Santo ...


Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Quia per Fílii tui salutíferam passiónem

sensum confiténdæ tuæ maiestátis

totus mundus accépit,

dum ineffábili crucis poténtia iudícium mundi

et potéstas émicat Crucifíxi.



Unde et nos, Dómine,

cum Angelis et Sanctis univérsis,

tibi confitémur, in exsultatióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Cf Gv 11,52
Cristo è stato consegnato alla morte
per riunire insieme i figli di Dio
che erano dispersi.

Tráditus est Christus, ut fílios Dei, qui erant dispérsi, congregáret in unum.

Dopo la Comunione
O Padre, che ci hai nutriti con il corpo e sangue del tuo Figlio, per questo sacramento di salvezza fa' che entriamo in comunione con la tua vita divina. Per Cristo...


Maiestátem tuam, Dómine, supplíciter deprecámur, ut, sicut nos Córporis et Sánguinis sacrosáncti pascis aliménto, ita divínæ natúræ fácias esse consórtes. Per Christum.



Oratio super populum

Miserére, Dómine, deprecántis Ecclésiæ tuæ, et inclinántibus tibi sua corda propitiátus inténde, ut, quos Unigéniti Fílii tui morte redemísti, nec peccátis fíeri permíttas obnóxios, nec ópprimi patiáris advérsis. Per Christum..

www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 04/04/2009 09:48]
06/04/2009 09:27
 
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DOMENICA DELLE PALME E DELLA
PASSIONE DEL SIGNORE

COMMEMORAZIONE DELL'
INGRESSO DI GESU' IN GERUSALEMME

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO



BENEDIZIONE DEI RAMI

I fedeli sono radunati in una chiesa succursale o in altro luogo; portano in mano i rami di ulivo o di palma.
All'arrivo del sacerdote si canta l'antifona seguente o un altro canto adatto.

Antifona d'Inizio Mt 21,9

Osanna al Figlio di Davide.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore:
è il Re d'Israele.
Osanna nell'alto dei cieli.



Hosánna fílio David:

benedíctus qui venit in nómine

Dómini. Rex Israël: Hosánna in

excélsis.

Il sacerdote saluta i presenti e poi con brevi parole illustra il significato dei gesti che stanno per compiere e li invita a una partecipazione attiva e consapevole:

Fratelli carissimi,
questa assemblea liturgica è preludio alla Pasqua del Signore, alla quale ci stiamo preparando con la penitenza e con le opere di carità fin dall'inizio della Quaresima.
Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione.
Accompagniamo con fede e devozione il nostro Salvatore nel suo ingresso nella città santa, e chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce, per essere partecipi della sua risurrezione.



Fratres caríssimi,

postquam iam ab inítio Quadragésimæ corda nostra pæniténtia et opéribus caritátis præparávimus, hodiérna die congregámur, ut cum tota Ecclésia præludámus paschále Dómini nostri mystérium, eius nempe passiónem atque resurrectiónem, ad quod impléndum ipse ingréssus est civitátem suam Ierúsalem. Quare cum omni fide et devotióne memóriam agéntes huius salutíferi ingréssus, sequámur Dóminum, ut, per grátiam consórtes effécti crucis, partem habeámus resurrectiónis et vitæ.

Il sacerdote benedice i rami, che, dopo la processione, saranno portati nelle case come segno di fede:

Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno, benedici questi rami [di ulivo], e concedi a noi tuoi fedeli, che accompagniamo esultanti il Cristo, nostro Re e Signore, di giungere con lui alla Gerusalemme del cielo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



Orémus.

Omnípotens sempitérne Deus, hos pálmites tua benedictióne + sanctífica, ut nos, qui Christum Regem exsultándo proséquimur, per ipsum valeámus ad ætérnam Ierúsalem perveníre. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum. R. Amen.

Oppure:

Accresci, o Dio, la fede di chi spera in te, e concedi a noi tuoi fedeli, che rechiamo questi rami in onore di Cristo trionfante, di rimanere uniti a lui,
per portare frutti di opere buone. Per Cristo nostro Signore.



Auge fidem in te sperántium, Deus, et súpplicum preces cleménter exáudi, ut, qui hódie Christo triumphánti pálmites exhibémus, in ipso fructus tibi bonórum óperum afferámus. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum. R. Amen.

Vangelo - Anno A Mt 21,1-11
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Dal vangelo secondo Matteo

Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma”».
I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!».
Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».
___________________________________________________________________


Vangelo - Anno B Mc 11,1-10
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Dal vangelo secondo Marco

Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito».
Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. E alcuni dei presenti però dissero loro: «Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?». Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare.
Essi condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano:
«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!».

Oppure: Gv 12,12-16

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:
«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore,
il re d'Israele! ».
Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:
"Non temere, figlia di Sion!
Ecco, il tuo re viene,
seduto sopra un puledro d'asina".
Sul momento i suoi discepoli non compresero queste cose; ma quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che questo era stato scritto di lui e questo gli avevano fatto.
___________________________________________________________________


Vangelo - Anno C Lc 19,28-40
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è mai salito; scioglietelo e portatelo qui. E se qualcuno vi chiederà: Perché lo sciogliete?, direte così: Il Signore ne ha bisogno». Gli inviati andarono e trovarono tutto come aveva detto. Mentre scioglievano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché sciogliete il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Via via che egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, esultando, cominciò a lodare Dio a gran voce, per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».
___________________________________________________________________


PROCESSIONE IN ONORE DI CRISTO RE

Il celebrante, o un altro ministro, può fare un'esortazione con queste parole o con altre simili.

Imitiamo, fratelli carissimi, le folle di Gerusalemme,
che acclamavano Gesù, Re e Signore,
e avviamoci in pace.



Imitémur, fratres caríssimi,

turbas acclamántes Iesum,

et procedámus in pace.

Ha quindi inizio la processione verso la chiesa, nella quale si celebra la Messa. I ministranti e i fedeli portano in mano i rami benedetti. Si eseguono i canti seguenti o altri adatti alla celebrazione.

Salmo 23, alternato con la seguente antifona.

Le folle degli Ebrei, portando rami d'ulivo,
andavano incontro al Signore e acclamavano a gran voce:
Osanna nell'alto dei cieli.

Del Signore è la terra e quanto contiene,
l'universo e i suoi abitanti.
E' lui che l'ha fondata sui mari,
e sui fiumi l'ha stabilita.

Chi salirà il monte del Signore,
chi starà nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non pronunzia menzogna,
chi non giura a danno del suo prossimo.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Sollevate, porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e potente,
il Signore potente in battaglia.

Sollevate, porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.



SI PUÒ CANTARE ANCHE IN LATINO



Púeri Hebræórum,

portántes ramos olivárum, obviavérunt Dómino,

clamántes et dicéntes: Hosánna in excélsis.



Psalmus 23



Dómini est terra et plenitúdo eius, *

orbis terrárum et qui hábitant in eo.

Quia ipse super mária fundávit eum *

et super flúmina firmávit eum.



Púeri Hebræórum …



Quis ascéndet in montem Dómini, *

aut quis stabit in loco sancto eius?

Innocens mánibus et mundo corde +,

qui non levávit ad vana ánimam suam, *

nec iurávit in dolum.



Púeri Hebræórum …



Hic accípiet benedictiónem a Dómino *

et iustificatiónem a Deo salutári suo.

Hæc est generátio quæréntium eum, *

quæréntium fáciem Dei Iacob.



Púeri Hebræórum …



Attóllite, portæ, cápita vestra+,

et elevámini, portæ æternáles, *

et introíbit rex glóriæ. Quis est iste rex glóriæ? *

Dóminus fortis et potens, Dóminus potens in prólio.



Púeri Hebræórum …



Attóllite, portæ, cápita vestra, +

et elevámini, portæ æternáles, *

et introíbit rex glóriæ. Quis est iste rex glóriæ? *

Dóminus virtútum ipse est rex glóriæ.



Púeri Hebræórum …


Salmo 46, alternato con la seguente antifona.

Le folle degli Ebrei, lungo la strada stendevano i mantelli,
e acclamavano a gran voce:
Osanna al Figlio di Davide.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Applaudite, popoli tutti,
acclamate Dio con voci di gioia;
perché terribile è il Signore, l'Altissimo,
re grande su tutta la terra.

Egli ci ha assoggettati i popoli,
ha messo le nazioni sotto i nostri piedi.
La nostra eredità ha scelto per noi,
vanto di Giacobbe suo prediletto.
Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.

Cantate inni a Dio, cantate inni;
cantate inni al nostro re, cantate inni;
perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.

Dio regna sui popoli,
Dio siede sul suo trono santo.
I capi dei popoli si sono raccolti
con il popolo del Dio di Abramo,
perché di Dio sono i potenti della terra:
egli è l'Altissimo.



Púeri Hebræórum vestiménta prosternébant in via,

et clamábant dicéntes:

Hosánna fílio David; benedíctus, qui venit in nómine Dómini.



Psalmus 46


Omnes gentes, pláudite mánibus, *

iubiláte Deo in voce exsultatiónis,

quóniam Dóminus Altíssimus, terríbilis, *

rex magnus super omnem terram.



Púeri Hebræórum …



Subiécit pópulos nobis, *

et gentes sub pédibus nostris.

Elégit nobis hereditátem nostram, *

glóriam Iacob, quem diléxit.

Ascéndit Deus in iúbilo, *

et Dóminus in voce tubæ.



Púeri Hebræórum …



Psállite Deo, psállite; *

psállite regi nostro, psállite.

Quóniam rex omnis terræ Deus, *

psállite sapiénter.



Púeri Hebræórum …



Regnávit Deus super gentes, *

Deus sedet super sedem sanctam suam.

Príncipes populórum congregáti sunt cum pópulo Dei Abraham,+

quóniam Dei sunt scuta terræ: *

veheménter elevátus est.



Púeri Hebræórum …


Inno a Cristo Re

Il coro canta le strofe, tutti rispondono con il ritornello.

Gloria a te, lode in eterno, Cristo re, salvatore,
come i fanciulli un tempo dissero in coro: Osanna.

Gloria a te, lode in eterno, Cristo re, salvatore,
come i fanciulli un tempo dissero in coro: Osanna.

Tu sei il re di Israele, di Davide l'inclita prole,
che, in nome del Signore, re benedetto vieni.

Tutti gli angeli in coro ti lodan nell'alto dei cieli,
lodan te sulla terra uomini e cose insieme.

Tutto il popolo ebreo recava a te incontro le palme,
or con preghiere e voti, canti eleviamo a te.

A te che andavi a morte levavano il canto di lode,
ora te nostro re, tutti cantiamo in coro.

Ti furono accetti, tu accetta le nostre preghiere,
re buono, re clemente, cui ogni bene piace.



Hymnus ad Christum Regem



Glória, laus et honor tibi sit,

rex Christe redémptor,

cui pueríle decus prompsit Hosánna pium.



Isræl es tu rex, Dávidis et ínclita proles,

nómine qui in Dómini, rex benedícte, venis.



Glória, laus et honor tibi sit...



Corus in excélsis te laudat cælicus omnis,

et mortális homo, et cuncta creáta simul.



Glória, laus et honor tibi sit...



Plebs Hebræa tibi cum palmis óbvia venit;

cum prece, voto, hymnis, ádsumus ecce tibi.



Glória, laus et honor tibi sit...



Hi tibi passúro solvébant múnia laudis;

nos tibi regnánti pángimus ecce melos.



Glória, laus et honor tibi sit...



Hi placuére tibi, pláceat devótio nostra:

rex bone, rex clemens, cui bona cuncta placent.



Glória, laus et honor tibi sit...

Mentre la processione entra in chiesa, si canta il seguente responsorio,
o un altro canto che si riferisce all'ingresso del Signore:

Mentre il Cristo entrava nella città santa,
la folla degli Ebrei, preannunziando la risurrezione
del Signore della vita,
agitava rami di palma e acclamava:
Osanna nell'alto dei cieli.

Quando fu annunziato
che Gesù veniva a Gerusalemme,
il popolo uscì per andargli incontro;
agitava rami di palma e acclamava:
Osanna nell'alto dei cieli.



R/. Ingrediénte Dómino in sanctam civitátem,

Hebræórum púeri, resurrectiónem vitæ pronuntiántes, *

Cum ramis palmárum: Hosánna, clamábant, in excélsis.

V/. Cum audísset pópulus,

quod Iesus veníret Hierosólymam, exiérunt óbviam ei. *

Cum ramis.

La processione si conclude con l'orazione (o colletta) della Messa; si tralasciano quindi i riti di introduzione. La Messa prosegue poi con la Liturgia della Parola.

www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 07/04/2009 08:42]
06/04/2009 09:28
 
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LUNEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA
MESSALE

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


Antifona d'Ingresso Sal 34,1-2; 139,8
Giudica, Signore, chi mi accusa,
combatti chi mi assalta:
tieni saldo lo scudo e l'armatura,
sorgi, vieni in mio soccorso,
Signore, forza della mia salvezza.



Iúdica, Dómine, nocéntes me,

expúgna impugnántes me:

apprehénde arma et scutum,

et exsúrge in adiutórium meum,

Dómine, virtus salútis meæ.

Colletta
Guarda Dio onnipotente, l'umanità sfinita per la sua debolezza mortale, e fa' che riprenda vita per la passione del tuo unico Figlio. Egli è Dio...



Da, quæsumus, omnípotens Deus, ut, qui ex nostra infirmitáte defícimus, intercedénte Unigéniti Fílii tui passióne, respirémus. Qui tecum

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 42, 1-7
Non griderà, né farà udire in piazza la sua voce.
(Primo canto del Servo del Signore)

Dal libro del profeta Isaìa
Ecco il mio servo che io sostengo,
il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui;
egli porterà il diritto alle nazioni.
Non griderà né alzerà il tono,
non farà udire in piazza la sua voce,
non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta.
Proclamerà il diritto con fermezza;
non verrà meno e non si abbatterà,
finché non avrà stabilito il diritto sulla terra;
e per la sua dottrina saranno in attesa le isole.
Così dice il Signore Dio che crea i cieli e li spiega,
distende la terra con ciò che vi nasce,
dà il respiro alla gente che la abita
e l'alito a quanti camminano su di essa:
«Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia
e ti ho preso per mano;
ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo
e luce delle nazioni,
perché tu apra gli occhi ai ciechi
e faccia uscire dal carcere i prigionieri,
dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 26
Il Signore è mia luce e mia salvezza.

Il Signore è difesa della mia vita,
di chi avrò timore?
Egli mi offre un luogo di rifugio
nel giorno della sventura.

Quando mi assalgono i malvagi
per straziarmi la carne,
sono essi, avversari e nemici,
a inciampare e cadere.

Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me divampa la battaglia,
anche allora ho fiducia.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore.

Canto al Vangelo
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re:
tu solo hai compassione di noi peccatori.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo Gv 12, 1-11
Lasciatela fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura.

Dal vangelo secondo Giovanni
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?».
Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

Sulle Offerte
Accogli, o Padre, il sacrificio che ti offriamo e fa' che l'albero della croce, che ha annullato la nostra condanna, produca per noi frutti di vita eterna. Per Cristo nostro Signore.



Réspice, Dómine, propítius sacra mystéria quæ gérimus, et, quod ad nostra evacuánda præiudícia miséricors prævidísti, vitam nobis tríbue fructificáre perpétuam. Per Christum.


Prefazio della Passione del Signore II
La vittoria della Passione

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Contempliamo ormai vicini i giorni
della sua Pasqua di morte e risurrezione,
che segna la sconfitta dell'antico avversario
e l'evento stupendo della nostra redenzione.

Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l'eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell'inno di lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Cuius salutíferæ passiónis et gloriósæ resurrectiónis

dies appropinquáre noscúntur,

quibus et de antíqui hostis supérbia triumphátur,

et nostræ redemptiónis recólitur sacraméntum.



Per quem maiestátem tuam adórat exércitus Angelórum,

ante conspéctum tuum in æternitáte lætántium.

Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas,

deprecámur, sócia exsultatióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Sal 101,3
Non nascondere da me il tuo volto;
nel giorno della mia angoscia
tendi verso di me il tuo orecchio;
quando t'invoco, affrettati a rispondermi.



Non avértas fáciem tuam a me; in quacúmque die tríbulor,

inclína ad me aurem tuam;

in quacúmque die invocávero te, velóciter exáudi me.

Dopo la Comunione
Visita, Signore, il tuo popolo, consacrato da questi santi misteri, proteggilo con il tuo amore premuroso, perché custodisca con il tuo aiuto i doni che ha ricevuto dalla tua misericordia. Per Cristo nostro Signore.



Vísita, quæsumus, Dómine, plebem tuam, et corda sacris dicáta mystériis pietáte tuére pervígili, ut remédia salútis ætérnæ, quæ te miseránte pércipit, te protegénte custódiat. Per Christum.



Oratio super populum

Defénsio tua, Dómine, quæsumus, adsit humílibus, et iúgiter prótegat in tua misericórdia confidéntes, ut, ad festa paschália celebránda, non solum observántiam corporálem, sed, quod est pótius, hábeant méntium puritátem. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 07/04/2009 08:43]
07/04/2009 08:42
 
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MARTEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA
MESSALE

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


Antifona d'Ingresso Sal 26,12
Non consegnarmi in potere dei miei nemici;
contro di me sono insorti falsi testimoni,
gente che spira violenza.



Ne tradíderis me, Dómine,

in ánimas persequéntium me:

quóniam insurrexérunt in me testes

iníqui, et mentíta est iníquitas sibi.


Colletta
Concedi a questa tua famiglia, o Padre, di celebrare con fede i misteri della passione del tuo Figlio, per gustare la dolcezza del tuo perdono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.



Omnípotens sempitérne Deus, da nobis ita domínicæ passiónis sacraménta perágere, ut indulgéntiam percípere mereámur. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 49, 1-6
Ti renderò luce delle nazioni perché porti la mia salvezza fino alla estremità della terra. (Secondo canto del Servo del Signore)

Dal libro del profeta Isaìa
Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane;
il Signore dal seno materno mi ha chiamato,
fino dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nome.
Ha reso la mia bocca come spada affilata,
mi ha nascosto all'ombra della sua mano,
mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua farètra.
Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò la mia gloria».
Io ho risposto: «Invano ho faticato,
per nulla e invano ho consumato le mie forze.
Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore,
la mia ricompensa presso il mio Dio».
Ora disse il Signore che mi ha plasmato suo servo dal seno materno
per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele,
poiché ero stato stimato dal Signore
e Dio era stato la mia forza, mi disse:
«E' troppo poco che tu sia mio servo
per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti di Israele.
Io ti renderò luce delle nazioni
perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 70
Proclamerò, Signore, la tua salvezza.

In te mi rifugio, Signore,
ch'io non resti confuso in eterno.
Liberami, difendimi per la tua giustizia,
porgimi ascolto e salvami.

Sii per me rupe di difesa,
baluardo inaccessibile,
poiché tu sei mio rifugio e mia fortezza.
Mio Dio, salvami dalle mani dell'empio.

Sei tu, Signore, la mia speranza,
la mia fiducia fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno.

La mia bocca annunzierà la tua giustizia,
proclamerà sempre la tua salvezza, che non so misurare.
Tu mi hai istruito, o Dio, fin dalla giovinezza
e ancora oggi proclamo i tuoi prodigi.

Canto al Vangelo
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re, obbediente al Padre:
sei stato condotto alla croce, come agnello mansueto al macello.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo Gv 13, 21-33. 36-38
Uno di voi mi tradirà ...
Non canterà il gallo prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, mentre Gesù era a mensa con i suoi discepoli, si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Dì, chi è colui a cui si riferisce?». Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose allora Gesù: «E' colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariòta, figlio di Simone. E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto». Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa» , oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri.
Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.
Quand'egli fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire».
Simon Pietro gli dice: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!».
Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».

Sulle Offerte
Accetta con bontà, Signore, l'offerta dei tuoi fedeli: tu che ci rendi partecipi di questi santi doni, fa' che giungiamo a possederli pienamente nel tuo regno. Per Cristo nostro Signore.



Hóstias famíliæ tuæ, quæsumus, Dómine, placátus inténde, et, quam sacris munéribus facis esse partícipem, tríbuas ad eórum plenitúdinem perveníre. Per Christum.

Prefazio della Passione del Signore II
La vittoria della Passione

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Contempliamo ormai vicini i giorni
della sua Pasqua di morte e risurrezione,
che segna la sconfitta dell'antico avversario
e l'evento stupendo della nostra redenzione.

Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l'eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell'inno di lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Cuius salutíferæ passiónis et gloriósæ resurrectiónis

dies appropinquáre noscúntur,

quibus et de antíqui hostis supérbia triumphátur,

et nostræ redemptiónis recólitur sacraméntum.



Per quem maiestátem tuam adórat exércitus Angelórum,

ante conspéctum tuum in æternitáte lætántium.

Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas,

deprecámur, sócia exsultatióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Rm 8,32
Dio non ha risparmiato il proprio Figlio,
ma lo ha dato per tutti noi.



Próprio Fílio suo non pepércit Deus,

sed pro nobis ómnibus trádidit illum.

Dopo la Comunione
Padre misericordioso, questo pane eucaristico, che ci fa tuoi commensali in questo mondo, ci ottenga la perfetta comunione con te nella vita eterna. Per Cristo nostro Signore.



Satiáti múnere salutári, tuam, Dómine, misericórdiam deprecámur, ut hoc eódem sacraménto, quo nos voluísti temporáliter vegetári, perpétuæ vitæ fácias esse partícipes. Per Christum.



Oratio super populum

Tua misericórdia, Deus, pópulum tibi súbditum et ab omni subreptióne vetustátis expúrget, et capácem sanctæ novitátis effíciat. Per Christum..

www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 07/04/2009 08:43]
10/04/2009 10:04
 
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MERCOLEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA
MESSALE

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


Antifona d'Ingresso Fil 2,10.8.11
Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi
in cielo, in terra e sottoterra,
perché Gesù si è fatto obbediente
fino alla morte, alla morte di croce:
per questo Gesù Cristo è il Signore,
a gloria di Dio Padre.


In nómine Iesu omne genu flectátur,

cæléstium, terréstrium et infernórum:

quia Dóminus factus est obo´ diens usque ad mortem,

mortem autem crucis:

ídeo Dóminus Iesus Christus in glória est Dei Patris.


Colletta
Padre misericordioso, tu hai voluto che il Cristo tuo Figlio subisse per noi il supplizio della croce per liberarci dal potere del nemico; donaci di giungere alla gloria della risurrezione. Per il nostro Signore...



Deus, qui pro nobis Fílium tuum crucis patíbulum subíre voluísti, ut inimíci a nobis expélleres potestátem, concéde nobis fámulis tuis, ut resurrectiónis grátiam consequámur. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 50, 4-9a
Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
(Terzo canto del Servo del Signore)

Dal libro del profeta Isaìa
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati,
perché io sappia indirizzare allo sfiduciato una parola.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come gli iniziati.
Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio
e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il dorso ai flagellatori,
la guancia a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare deluso.
E' vicino chi mi rende giustizia;
chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci.
Chi mi accusa? Si avvicini a me.
Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole?

Salmo Responsoriale Dal Salmo 68
Nella tua fedeltà soccorrimi, Signore.

Per te io sopporto l'insulto e la vergogna mi copre la faccia;
sono un estraneo per i miei fratelli,
un forestiero per i figli di mia madre.
Poiché mi divora lo zelo per la tua casa,
ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta.

L'insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno.
Ho atteso compassione, ma invano,
consolatori, ma non ne ho trovati.
Hanno messo nel mio cibo veleno
e quando avevo sete mi hanno dato aceto.

Loderò il nome di Dio con il canto,
lo esalterò con azioni di grazie.
Vedano gli umili e si rallegrino;
si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
poiché il Signore ascolta i poveri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.

Canto al Vangelo
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Salve, nostro Re, obbediente al Padre:
sei stato condotto alla croce, come agnello mansueto al macello.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Vangelo Mt 26, 14-25
Il Figlio dell'uomo se ne và, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale viene tradito.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento.
Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.
Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà». Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».

Sulle Offerte
Accetta questa offerta, Signore, e fa' che testimoniamo nella nostra vita la passione del tuo Figlio, che celebriamo nei santi misteri. Per Cristo nostro Signore.



Súscipe, quæsumus, Dómine, munus oblátum, et dignánter operáre, ut, quod gérimus Fílii tui mystério passiónis, piis efféctibus consequámur. Per Christum.

Prefazio della Passione del Signore II
La vittoria della Passione

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Contempliamo ormai vicini i giorni
della sua Pasqua di morte e risurrezione,
che segna la sconfitta dell'antico avversario
e l'evento stupendo della nostra redenzione.

Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l'eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell'inno di lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Cuius salutíferæ passiónis et gloriósæ resurrectiónis

dies appropinquáre noscúntur,

quibus et de antíqui hostis supérbia triumphátur,

et nostræ redemptiónis recólitur sacraméntum.



Per quem maiestátem tuam adórat exércitus Angelórum,

ante conspéctum tuum in æternitáte lætántium.

Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas,

deprecámur, sócia exsultatióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Mt 20,28
«Il Figlio dell'uomo è venuto
non per essere servito,
ma per servire e dare la sua vita
in riscatto per tutti gli uomini».



Fílius hóminis non venit ministrári,

sed ministráre, et dare ánimam suam redemptiónem pro multis.


Dopo la Comunione
Dona ai tuoi fedeli, Dio onnipotente, la certezza di essere rigenerati alla vita eterna nella gloriosa morte del tuo Figlio, che la Chiesa annunzia in questo grande mistero. Per Cristo nostro Signore.



Largíre sénsibus nostris, omnípotens Deus, ut per temporálem Fílii tui mortem, quam mystéria veneránda testántur, vitam te nobis dedísse perpétuam confidámus. Per Christum.



Oratio super populum

Da, quæsumus, Dómine, fidélibus tuis et sine cessatióne cápere paschália sacraménta, et desideránter exspectáre dona ventúra, ut, mystériis quibus renáti sunt permanéntes, ad novam vitam his opéribus perducántur. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm

[Modificato da LiviaGloria 10/04/2009 10:06]
10/04/2009 10:05
 
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GIOVEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA
MESSALE

MESSA DEL CRISMA


Antifona d'ingresso Ap 1,6
Gesù Cristo ha fatto di noi un regno
e ci ha costituiti sacerdoti per il suo Dio e Padre;
a lui gloria e potenza nei secoli dei secoli. Amen.



Iesus Christus fecit nos regnum et sacerdótes

Deo et Patri suo: ipsi glória et impérium in sæcula sæculórum. Amen.


Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

Colletta
O Padre, che hai consacrato il tuo unico Figlio con l’unzione dello Spirito Santo e lo hai costituito Messia e Signore, concedi a noi, partecipi della sua consacrazione, di essere testimoni nel mondo della sua opera di salvezza,
Per il nostro Signore Gesù Cristo...



Deus, qui Unigénitum Fílium tuum unxísti Spíritu Sancto Christúmque Dóminum constituísti, concéde propítius, ut, eiúsdem consecratiónis partícipes effécti, testes Redemptiónis inveniámur in mundo. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima lettura Is 61,1-3.6.8b-9
Il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri e a dare loro un olio di letizia.

Dal libro del profeta Isaia
Lo spirito del Signore Dio è su di me,
perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
a promulgare l’anno di grazia del Signore,
il giorno di vendetta del nostro Dio,
per consolare tutti gli afflitti,
per dare agli afflitti di Sion
una corona invece della cenere,
olio di letizia invece dell’abito da lutto,
veste di lode invece di uno spirito mesto.
Voi sarete chiamati sacerdoti del Signore,
ministri del nostro Dio sarete detti.
Io darò loro fedelmente il salario,
concluderò con loro un’alleanza eterna.
Sarà famosa tra le genti la loro stirpe,
la loro discendenza in mezzo ai popoli.
Coloro che li vedranno riconosceranno
che essi sono la stirpe benedetta dal Signore.

Salmo responsoriale Dal Salmo 88
Canterò per sempre l’amore del Signore.

Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l’ho consacrato;
la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza.

La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui
e nel mio nome s’innalzerà la sua fronte.
Egli mi invocherà: «Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza».

Seconda lettura Ap 1,5-8
Cristo ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Grazia a voi e pace da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà,
anche quelli che lo trafissero,
e per lui tutte le tribù della terra
si batteranno il petto.
Sì, Amen!
Dice il Signore Dio: io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!

Acclamazione al Vangelo Is 61,1
Gloria e lode a te, Cristo Signore!
Lo Spirito del Signore è sopra di me:
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Gloria e lode a te, Cristo Signore!

Vangelo Lc 4,16-21
Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione.

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
“Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore”.
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Rinnovazione delle promesse sacerdotali
Dopo l’omelia, il vescovo si rivolge ai presbiteri con queste parole:

Carissimi presbiteri, la santa Chiesa celebra la memoria annuale del giorno
in cui Cristo Signore comunicò agli apostoli e a noi il suo sacerdozio. Volete rinnovare le promesse, che al momento dell’ordinazione avete fatto davanti al vostro vescovo e al popolo santo di Dio?



Fílii caríssimi, ánnua redeúnte memória diéi, qua Christus Dóminus sacerdótium suum cum Apóstolis nobísque communicávit, vultis olim factas promissiónes coram Epíscopo vestro et pópulo sancto Dei renováre?


Presbiteri: Sì, lo voglio. Volo.

Volete unirvi intimamente al Signore Gesù, modello del nostro sacerdozio,
rinunziando a voi stessi e confermando i sacri impegni che, spinti dall’amore di Cristo, avete assunto liberamente verso la sua Chiesa?



Vultis Dómino Iesu árctius coniúngi et conformári, vobismetípsis abrenuntiántes atque promíssa confirmántes sacrórum officiórum, quæ, Christi amóre indúcti, erga eius Ecclésiam, sacerdotális vestræ ordinatiónis die, cum gáudio suscepístis?


Presbiteri: Sì, lo voglio. Volo.

Volete essere fedeli dispensatori dei misteri di Dio per mezzo della santa Eucaristia e delle altre azioni liturgiche, e adempiere il ministero della parola di salvezza sull’esempio del Cristo, capo e pastore, lasciandovi guidare non da interessi umani, ma dall’amore per i vostri fratelli?



Vultis fidéles esse dispensatóres mysteriórum Dei per sanctam Eucharístiam ceterásque litúrgicas actiónes, atque sacrum docéndi munus, Christum Caput atque Pastórem sectándo, fidéliter implére, non bonórum cúpidi, sed animárum zelo tantum indúcti?


Presbiteri: Sì, lo voglio. Volo.

Quindi, rivolgendosi al popolo, il vescovo continua:

E ora, figli carissimi, pregate per i vostri sacerdoti: che il Signore effonda su di loro l’abbondanza dei suoi doni, perché siano fedeli ministri di Cristo, sommo sacerdote, e vi conducano a lui, unica fonte di salvezza.



Vos autem, fílii dilectíssimi, pro presbyteris vestris oráte, ut Dóminus super eos bona sua abundánter effúndat, quátenus fidéles minístri Christi, Summi Sacerdótis, vos ad eum perdúcant, qui fons est salútis.

Diacono: Per tutti i nostri sacerdoti, preghiamo.

Assemblea: Ascoltaci, Signore. Christe, audi nos. Christe, exáudi nos.

E pregate anche per me, perché sia fedele al servizio apostolico, affidato alla mia umile persona, e tra voi diventi ogni giorno di più immagine viva
e autentica del Cristo sacerdote, buon pastore, maestro e servo di tutti.



Et pro me étiam oráte, ut fidélis sim múneri apostólico humilitáti meæ commísso, et inter vos effíciar viva et perféctior in dies imágo Christi Sacerdótis, Boni Pastóris, Magístri et ómnium Servi.


Diacono: Per il nostro vescovo N., preghiamo.

Assemblea: Ascoltaci, Signore.

Il Signore ci custodisca nel suo amore e conduca tutti noi, pastori e gregge,
alla vita eterna.



Dóminus nos omnes in sua caritáte custódiat, et ipse nos univérsos, pastóres et oves, ad vitam perdúcat ætérnam.

Assemblea: Amen.

Non si dice il Credo e si omette la preghiera universale.

Sulle offerte
La potenza pasquale di questo sacrificio
elimini, Signore, in noi le conseguenze del peccato
e ci faccia crescere come nuove creature.
Per Cristo nostro Signore.



Huius sacrifícii poténtia, Dómine, quæsumus, et vetustátem nostram cleménter abstérgat, et novitátem nobis áugeat et salútem. Per Christum.

Prefazio
Il sacerdozio di Cristo e il ministero dei sacerdoti.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Con l’unzione dello Spirito Santo
hai costituito il Cristo tuo Figlio
Pontefice della nuova ed eterna alleanza,
e hai voluto che il suo unico sacerdozio
fosse perpetuato nella Chiesa.

Egli comunica il sacerdozio regale
a tutto il popolo dei redenti,
e con affetto di predilezione sceglie alcuni tra i fratelli
che mediante l’imposizione delle mani
fa partecipi del suo ministero di salvezza.

Tu vuoi che nel suo nome
rinnovino il sacrificio redentore,
preparino ai tuoi figli la mensa pasquale,
e, servi premurosi del tuo popolo,
lo nutrano con la tua parola
e lo santifichino con i sacramenti.

Tu proponi loro come modello il Cristo, perché,
donando la vita per te e per i fratelli,
si sforzino di conformarsi all’immagine del tuo Figlio,
e rendano testimonianza di fedeltà e di amore generoso.

Per questo dono del tuo amore, o Padre,
insieme con tutti gli angeli e i santi,
cantiamo con esultanza l’inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo il Signore ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

Qui Unigénitum tuum Sancti Spíritus

unctióne novi et ætérni testaménti constituísti Pontíficem,

et ineffábili dignátus es dispositióne sancíre,

ut únicum eius sacerdótium in Ecclésia servarétur.



Ipse enim non solum regáli sacerdótio

pópulum acquisitiónis exórnat,

sed étiam fratérna hómines éligit bonitáte,

ut sacri sui ministérii fiant mánuum impositióne partícipes.



Qui sacrifícium rénovent, eius nómine,

redemptiónis humánæ,

tuis apparántes fíliis paschále convívium,

et plebem tuam sanctam caritáte prævéniant,

verbo nútriant, refíciant sacraméntis.



Qui, vitam pro te fratrúmque salúte tradéntes,

ad ipsíus Christi nitántur imáginem conformári,

et constánter tibi fidem amorémque testéntur.

Unde et nos, Dómine,

cum Angelis et Sanctis univérsis tibi confitémur,

in exsultatióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...


Prima di concludere la preghiera eucaristica, il vescovo compie la

BENEDIZIONE DELL'OLIO DEGLI INFERMI
O Dio, Padre di consolazione, che per mezzo del tuo Figlio hai voluto recare sollievo alle sofferenze degli infermi, ascolta la preghiera della nostra fede: manda dal cielo il tuo Spirito Santo Paraclito su quest'olio, frutto dell'olivo, nutrimento e sollievo del nostro corpo; effondi la tua santa benedizione perché quanti riceveranno l'unzione ottengano conforto nel corpo, nell'anima e nello spirito, e siano liberati da ogni malattia, angoscia e dolore. Questo dono della tua creazione diventi olio santo da te benedetto per noi, nel nome del nostro Signore Gesù Cristo [che vive e regna con te per tutti i secoli dei secoli]. [Tutti: Amen].



Deus, tutius consolationis Pater, qui per Filium tuum infirmantium languoribus medei evoluisti, orationi fidei adesto propitius: emette, quæesumus Spiritum tuum Sanctum Paraclitum de cælis in hanc pinguedinem olei, quam de iridi ligno producete digniatus es ad refectionem corporis, ut tua sancta + benedictione sit omni, qui hoc unguento perungitur, tutamen corporis, animæ ac spiritus, ad evacuandos omnes dolores, omnes infirmitates, omnemque ægritudinem. Sit oleum tuum sanctum, Domine, nobis a te benedictum in nomine Domini nostri Iesu Christi. [Qui vivit et regnat in sæcula sæculorum]. [R/. Amen]

Poi la messa prosegue come al solito.

Comunione Sal 89,2
Canterò in eterno le grazie del Signore;
di generazione in generazione
annunzierò la sua fedeltà.

Oppure: Lc 4,18
«Lo Spirito del Signore è sopra di me:
mi ha mandato per annunziare ai poveri
il lieto messaggio».



Misericórdias Dómini in ætérnum cantábo;

in generatiónem et generatiónem

annuntiábo veritátem tuam in ore meo.


Dopo la comunione
Concedi, Dio onnipotente, che, rinnovati dai santi misteri, diffondiamo nel mondo il buon profumo del Cristo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



Súpplices te rogámus, omnípotens Deus, ut, quos tuis réficis sacraméntis, Christi bonus odor éffici mereántur. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.

BENEDIZIONE DELL'OLIO DEI CATECUMENI

Terminata l'orazione dopo la comunione, il vescovo benedice l'olio dei catecumeni dicendo la seguente orazione:
O Dio, sostegno e difesa del tuo popolo, benedici quest'olio nel quale hai voluto donarci un segno della tua forza divina; concedi energia e vigore ai catecumeni che ne riceveranno l'unzione, perché illuminati dalla tua sapienza, comprendano più profondamente il Vangelo di Cristo; sostenuti dalla tua potenza, assumano con generosità gli impegni della vita cristiana; fatti degni dell'adozione a figli, gustino la gioia di rinascere e vivere nella tua Chiesa. Per Cristo nostro Signore. [Tutti: Amen].



Deus, plebis tuæ virus et præsidium, qui signum roboris in olei creatura posuisti, hoc oleum benedicere + digneris; et catechumenis, qui eo linientur, concede fortitudinem, ut divinam sapientiam et virtutem accipientes Evangelium Christi tui altius intellegant, magno animo labores vitæ christianæ aggrediantur, et, digni adoptionis filiorum effecit, se in Ecclesia tua rinasci et vivere lætentur. Per Christum Dominum nostrum. [R/. Amen]


BENEDIZIONE DEL CRISMA

Se non è stato fatto in precedenza, a questo punto il vescovo versa i profumi nell'olio e prepara il crisma. Poi invita tutti alla preghiera con con queste parole o con altre simili:
Fratelli carissimi, rivolgiamo la nostra preghiera a Dio Padre onnipotente, perché benedica e santifichi quest'olio misto a profumo, e coloro che ne riceveranno l'unzione siano interiormente consacrati e resi partecipi della missione di Cristo redentore.

Tutti pregano per breve tempo in silenzio.
Quindi il vescovo canta o dice una delle orazioni seguenti:
O Dio, fonte prima di ogni vita e autore di ogni crescita nello spirito, accogli il gioioso canto di lode che la Chiesa ti innalza con la nostra voce.
Tu in principio facesti spuntare dalla terra alberi fruttiferi e tra questi l'olivo, perché dall'olio fluente venisse a noi il dono del crisma.
Il profeta Davide, misticamente presago dei sacramenti futuri, cantò quest'olio, che fa splendere di gioia il nostro volto.
Dopo il diluvio, lavacro espiatore dell'iniquità del mondo, la colomba portò il ramoscello d'olivo, simbolo dei beni messianici, e annunziò che sulla terra era tornata la pace.
Nella pienezza dei tempi si sono avverate le figure antiche quando, distrutti i peccati nelle acque del Battesimo, l'unzione dell'olio ha fatto riapparire sul volto dell'uomo la tua luce gioiosa.
Mosè, tuo servo, per la tua volontà purificò con l'acqua il fratello Aronne e con la santa unzione lo consacrò sacerdote.
Il valore di tutti questi segni si rivelò pienamente in Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore.
Quando egli chiese il battesimo a Giovanni nelle acque del fiume Giordano, allora tu hai mandato dal cielo in forma di colomba lo Spirito Santo e hai testimoniato con la sua stessa voce, che in lui, tuo Figlio unigenito, dimora tutta la tua compiacenza. Su di lui a preferenza di tutti gli altri uomini, hai effuso l'olio di esultanza profeticamente cantato da Davide.



Deus sacramentum auctor vitæque largitor, gratis agimus ineffabili pietati tuæ, qui sanctificationis olei mysterium in antiquo foedere adombrasti, e tubi venit temporum plenitudo, in delecto Filio tuo singulariter effulgere evoluisti.

Cum enim Filius tuus, Dominus noster, paschali sacramento humanum genus salvum fecisset, Ecclesiam tuam replevit Spiritu Sancto, et cælestibus numeribus mirabiliter instruxit, ut per eam salutis opus in mundo compleretur.

Exinde sacro chrismatis mysterio divitias gratiarum tuarum hominibus ita dispensas, ut filii tui, baptismatis lavacro renati, Spiritus tuo conformes effecti, eius propheticum, sacerdotale regaleque munus participent.


I concelebranti, senza dir nulla, stendono la mano destra verso il crisma e la tengono così sino al termine dell'orazione.
Ora ti preghiamo, o Padre: santifica con la tua benedizione quest'olio, dono della tua provvidenza; impregnalo della forza del tuo Spirito e della potenza che emana dal Cristo dal cui santo nome è chiamato crisma l'olio che consacra i sacerdoti, i re, i profeti e i martiri.
Confermalo come segno sacramentale di salvezza e vita perfetta per i tuoi figli rinnovati nel lavacro spirituale del Battesimo. Questa unzione li penetri e li santifichi, perché liberi dalla nativa corruzione, e consacrati tempio della tua gloria, spandano il profumo di una vita santa.
Si compia in essi il disegno del tuo amore e la loro vita integra e pura sia in tutto conforme alla grande dignità che li riveste come re, sacerdoti e profeti.
Quest'olio sia crisma di salvezza per tutti i rinati dall'acqua e dallo Spirito Santo; li renda partecipi della vita eterna e commensali al banchetto della tua gloria. Per Cristo nostro Signore. [Tutti: Amen].



Te igitur deprecamur, Domine, ut per tuæ gratiæ virtutem, hæc aromatis et olei commixtio fiat nobis benedictionis + tuæ sacramentum; in fratres nostros, hac unctione cospersos, Sancti Spiritus dona largiter effonde; loca vel res, sacri oleis signata, splendore sanctitatis exorna; sed in primis, huius unguenti mysterio, Ecclesiæ tuæ perfice augumentum, donec ad illam plenitudinis crescat mensuram, qua tu, æterna luce refulgens, omnia omnibus eris cum Cristo in Spiritu Sanctum, per omnia sæcula sæculorum. [R/. Amen]


___________________________________________________________________________
Oppure, a scelta:
O Dio, principio e fonte di ogni bene, che nei segni sacramentali ci comunichi la tua stessa vita, noi rendiamo grazie al tuo paterno amore.
Nelle figure dell'antica alleanza, tu annunziasti profeticamente il mistero della santa unzione e quando venne la pienezza dei tempi lo facesti splendere di nuova luce nel tuo amatissimo Figlio.
Il Cristo nostro Signore, compiuta la redenzione nel mistero pasquale, riempì di Spirito Santo la tua Chiesa e l'arricchì di una mirabile varietà di doni e carismi, perché divenisse per tutto il mondo segno e strumento di salvezza.
Padre santo, nel segno sacramentale del crisma tu offri agli uomini i tesori della tua grazia, perché i tuoi figli, rinati nell'acqua del Battesimo e resi più somiglianti al Cristo con l'unzione dello Spirito Santo, diventino partecipi della sua missione profetica, sacerdotale e regale.

I concelebranti, senza dir nulla, stendono la mano destra verso il crisma e la tengono così sino al termine dell'orazione.
Ora ti preghiamo, o Padre, fà che quest'olio misto a profumo diventi con la tua forza santificatrice segno sacramentale della tua benedizione; effondi i doni dello Spirito Santo sui nostri fratelli che riceveranno l'unzione del crisma.
Dio di eterna luce, splenda la tua santità nei luoghi e nelle cose segnate da questo santo olio; con il tuo Spirito operante nel mistero dell'unzione espandi e perfeziona la tua Chiesa, finché raggiunga la pienezza della misura di Cristo e tu, trino e unico Signore sarai tutto in tutti nei secoli dei secoli. [Tutti: Amen].
___________________________________________________________________________


www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 10/04/2009 10:07]
10/04/2009 10:06
 
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VENERDÌ SANTO
PASSIONE DEL SIGNORE

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


LETTURE: Is 52, 13 - 53, 12; Sal 30; Eb 4, 14-16; 5, 7-9; Gv 18, 1 - 19, 42


Cristo vero Agnello Pasquale

Oggi la comunità cristiana non celebra l’Eucaristia perché il clima di festa non si addice all’evento che riempie il suo ricordo e motiva il suo digiuno (cf Mc 2,19-20): la morte del suo Signore e Sposo. L’azione liturgica è dominata dalla croce; manifestazione luminosa dell’amore divino spinto alla follia, la croce lascia spazio solo al silenzio e alla contemplazione.

« Per le sue piaghe siamo stati guariti »
I profeti (cf prima lettura) descrivono il Servo del Signore nel momento in cui attua la missione di liberare il popolo dai peccati: come agnello innocente, carico dei delitti del suo popolo, si lascia condurre in silenzio al macello. E proprio dalla sua morte liberamente accettata sgorga la giustificazione «per i molti».
Le scelte di Dio sono sconcertanti: l’onnipotenza rinuncia ad imporsi con la forza e diventa impotenza. Ma il fallimento e la sconfitta, frutto della dedizione a Dio e agli uomini, sono vissuti da Gesù con incrollabile fiducia nella paternità di Dio.
Gesù muore nel momento in cui nel tempio si immolano gli agnelli destinati alla celebrazione della Pasqua: la sua è un’immolazione «reale», un sacrificio compiuto una volta per tutte, perché la vittima «spirituale» ha reso inutili le vittime materiali. Dal suo fianco trafitto sgorga il sangue da cui sono misteriosamente segnati gli appartenenti al nuovo popolo, quelli che Dio salva (cf Es 12,7.13). Cristo crocifisso è dunque il «vero Agnello pasquale», è lui la «nostra Pasqua» immolata (cf I Cor 5,7). «Vero» perché è la realtà di ciò che i sacrifici antichi esprimevano: l’alleanza con Dio e l’inserimento nel suo progetto di salvezza.

Una morte per la vita
La passione di Gesù è veramente una «passione gloriosa» perché il Padre ha già dato la sua risposta che trasforma la sconfitta in vittoria e il luogo dell’infamia in centro di attrazione universale: «Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me!» (Gv 12,32). Nella carne dell’Agnello immolato «tutto è compiuto» (Gv 19,30), si attua la salvezza voluta dai Padre, quella di riunire in unità i figli di Dio dispersi dal peccato (cf Gv 11,52); attraverso il sangue dell’Agnello pasquale Dio riconcilia a sé l’umanità ed essa può entrare (cf Eb 4,16: seconda lettura) in comunione vitale con Dio; nella morte di Cristo lo Spirito è riconsegnato al Padre perché lo effonda sugli uomini, come sorgente di vita nuova.
La croce diventa così il cuore del mondo. Da essa si è innalzata al Padre la preghiera di Cristo per la salvezza di tutti. Unita al gesto sacerdotale dei suo Signore la Chiesa eleva la grande intercessione: tutto è radunato sotto la croce, perché solo in questo mistero di morte e di risurrezione possono trovare soluzione i problemi e i drammi che coinvolgono la storia della Chiesa e dell’umanità. Tra le molteplici invocazioni emerge la supplica per l’unità dei cristiani. La croce svela il dramma della divisione fra le Chiese e diventa implicita accusa di un peccato originato dalla poca fedeltà alla croce e dall’orgoglio. Per ultimi, uniti da una strana coincidenza, sono ricordati gli uomini che governano e i tribolati. Gli uni hanno bisogno di vedere il potere come «servizio che crocifigge», gli altri, perché crocifissi, di riacquistare il posto dovuto nella considerazione di tutti.

« Guarderanno colui che hanno trafitto »
Il rifiuto di un popolo riassume, in un certo senso, il rifiuto, l’ottusità, l’incredulità dell’uomo di ogni tempo, posto di fronte ai valori di verità, di giustizia e di amore che Dio ha rivelato in Gesù. La fede professa che il Giusto « morì per i nostri peccati » (1 Cor 15,3): a motivo dei nostri peccati, del peccato universale di tutta la famiglia umana; ma soprattutto morì a vantaggio di noi, per la remissione dei peccati di tutti: Dio infatti ci ha perdonati e riconciliati a sé per il sangue di Cristo (cf Il catechismo dei giovani, pp. 146.150).
Il gesto dell’adorazione della croce diventa significativa risposta al dono immeritato, e avveramento della parola profetica: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto!» (Zc 12,10; Gv 19,37). Gesto di fede e di amore, riconoscimento della regalità salvifica di Cristo e della speranza nata dalla croce; gesto di penitenza, ma anche di impegno a vivere nell’obbedienza a Dio e a promuovere con tutte le forze la verità e l’amore.
La comunione eucaristica, che conclude l’azione liturgica, rende partecipi della morte gloriosa di Cristo e dei suoi frutti: è inserimento nell’alleanza sigillata nel sangue dell’Agnello; è accoglienza dello Spirito sgorgato dal costato di Cristo e che permette già ora di partecipare alle nozze dell’Agnello, che avranno il loro pieno compimento nella festa dei cielo (cf Ap 19,7-9).






La forza del sangue di Cristo

Dalle « Catechesi » di san Giovanni Crisostomo, vescovo
(Catech. 3,13-19; SC 50,174-177)
Vuoi conoscere la forza del sangue di Cristo? Richiamiamone la figura, scorrendo le pagine dell'Antico Testamento.
«Immolate, dice Mosè, un agnello di un anno e col suo sangue segnate le porte» (Es 12,5). Cosa dici, Mosè? Quando mai il sangue di un agnello ha salvato l'uomo ragionevole? Certamente, sembra rispondere, non perché è sangue, ma perché è immagine del sangue del Signore. Molto più di allora il nemico passerà senza nuocere se vedrà sui battenti non il sangue dell'antico simbolo, ma quello della nuova realtà, vivo e splendente sulle labbra dei fedeli, sulla porta del tempio di Cristo.
Se vuoi comprendere ancor più profondamente la forza di questo sangue, considera da dove cominciò a scorrere e da quale sorgente scaturì. Fu versato sulla croce e sgorgò dal costato del Signore. A Gesù morto e ancora appeso alla croce, racconta il vangelo, s'avvicinò un soldato che gli aprì con un colpo di lancia il costato: ne uscì acqua e sangue.
L'una simbolo del battesimo, l'altro dell'eucaristia. Il soldato aprì il costato: dischiuse il tempio sacro, dove ho scoperto un tesoro e dove ho la gioia di trovare splendide ricchezze. La stessa cosa accadde per l'Agnello: i Giudei sgozzarono la vittima ed io godo la salvezza, frutto di quel sacrificio.
«E uscì dal fianco sangue ed acqua» (cfr. Gv19,34). Carissimo, non passare troppo facilmente sopra a questo mistero. Ho ancora un altro significato mistico da spiegarti. Ho detto che quell'acqua e quel sangue sono simbolo del battesimo e dell'eucaristia. Ora la Chiesa è nata da questi due sacramenti, da questo bagno di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito santo per mezzo del battesimo e dell'Eucaristia. E i simboli del battesimo e dell'Eucaristia sono usciti dal costato. Quindi è dal suo costato che Cristo ha formato la Chiesa, come dal costato di Adamo fu formata Eva.
Per questo Mosè, parlando del primo uomo, usa l'espressione: «ossa delle mie ossa, carne della mia carne» (Gn 2,23), per indicarci il costato del Signore. Similmente come Dio formò la donna dal fianco di Adamo, così Cristo ci ha donato l'acqua e il sangue dal suo costato per formare la Chiesa. E come il fianco di Adamo fu toccato da Dio durante il sonno, così Cristo ci ha dato il sangue e l'acqua durante il sonno della sua morte.
Vedete in che modo Cristo unì a sé la sua Sposa, vedete con quale cibo ci nutre. Per il suo sangue nasciamo, con il suo sangue alimentiamo la nostra vita. Come la donna nutre il figlio col proprio latte, così il Cristo nutre costantemente col suo sangue coloro che ha rigenerato.


VENERDÌ SANTO
Celebrazione della Passione del Signore


In questo giorno e nel giorno seguente, la Chiesa, per antichissima tradizione, non celebra l'Eucaristia.

Nelle ore pomeridiane ha luogo la celebrazione della Passione del Signore. Commemoriamo insieme i due aspetti del mistero della croce: la sofferenza che prepara la gioia di Pasqua, l'umiliazione e la vergogna di Gesù da cui sorge la sua glorificazione. Oggi è già Pasqua: Cristo che muore sulla croce «passa» da questo mondo al Padre; dal suo costato sgorga per noi la vita divina: noi «passiamo» dalla morte del peccato alla vita in Dio.

La celebrazione si svolge in tre momenti: Liturgia della Parola, Adorazione della Croce, Comunione eucaristica.

Non vi è Antifona d'inizio; la solenne azione liturgica comincia con la preghiera silenziosa, in ginocchio, di tutta l'assemblea.

Orazione
Ricòrdati, Padre, della tua misericordia; santifica e proteggi sempre questa tua famiglia, per la quale Cristo, tuo Figlio, inaugurò nel suo sangue il mistero pasquale. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



Reminíscere miseratiónum tuárum, Dómine, et fámulos tuos ætérna protectióne sanctífica, pro quibus Christus, Fílius tuus, per suum cruórem instítuit paschále mystérium. Qui vivit et regnat in sǽcula sæculórum. R. Amen.


Oppure:
O Dio, che nella passione del Cristo nostro Signore ci hai liberati dalla morte, eredità dell'antico peccato trasmessa a tutto il genere umano, rinnovaci a somiglianza del tuo Figlio; e come abbiamo portato in noi, per la nostra nascita, l'immagine dell'uomo terreno, così per l'azione del tuo Spirito, fa' che portiamo l'immagine dell'uomo celeste. Per Cristo nostro Signore.



Deus, qui peccáti véteris hereditáriam mortem, in qua posteritátis genus omne succésserat, Christi Fílii tui, Dómini nostri, passióne solvísti, da, ut confórmes eídem facti, sicut imáginem terréni hóminis natúræ necessitáte portávimus, ita imáginem cæléstis grátiæ sanctificatióne portémus. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.

I - LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura Is 52, 13 - 53, 12
Egli è stato trafitto per le nostre colpe. (Quarto canto del Servo del Signore)

Dal libro del profeta Isaia

Ecco, il mio servo avrà successo,
sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente.
Come molti si stupirono di lui
– tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto
e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo –,
così si meraviglieranno di lui molte nazioni;
i re davanti a lui si chiuderanno la bocca,
poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato
e comprenderanno ciò che mai avevano udito.
Chi avrebbe creduto al nostro annuncio?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?

È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per le nostre colpe,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.

Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.

Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua posterità?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
per la colpa del mio popolo fu percosso a morte.
Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse inganno nella sua bocca.

Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.

Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
dei potenti egli farà bottino,
perché ha spogliato se stesso fino alla morte
ed è stato annoverato fra gli empi,
mentre egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i colpevoli.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 30
Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.

Sono il rifiuto dei miei nemici
e persino dei miei vicini,
il terrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
Sono come un morto, lontano dal cuore;
sono come un coccio da gettare.

Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori.

Sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.
Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,
voi tutti che sperate nel Signore.

Seconda Lettura Eb 4, 14-16; 5, 7-9
Cristo imparò l’obbedienza e divenne causa di salvezza per tutti coloro che gli obbediscono.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.
[ Cristo, infatti, ] nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.

Canto al Vangelo Cf Fil 2, 8-9
Gloria e lode a te, Cristo Signore!
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.
Gloria e lode a te, Cristo Signore!



Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni

Vangelo Gv 18, 1-19, 42

Indicazioni per la lettura dialogata:
X=Gesù; C=Cronista; D=Discepoli e amici; F=Folla; A=Altri personaggi


Catturarono Gesù e lo legarono
C In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: X «Chi cercate?». C Gli risposero: F «Gesù, il Nazareno». C Disse loro Gesù: X «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. C Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra.
Domandò loro di nuovo: X «Chi cercate?». C Risposero: F «Gesù, il Nazareno». C Gesù replicò: X «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», C perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: X «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».

Lo condussero prima da Anna
C Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».

Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: A «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». C Egli rispose: D «Non lo sono». C Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.

Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: X «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». C Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: « A Così rispondi al sommo sacerdote?». C Gli rispose Gesù: X «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». C Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.

Non sei anche tu uno dei suoi discepoli? Non lo sono!
Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: A «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». C Egli lo negò e disse: D «Non lo sono». C Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: A «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». C Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

Il mio regno non è di questo mondo
Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: A «Che accusa portate contro quest’uomo?». C Gli risposero: F «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». C Allora Pilato disse loro: A «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». C Gli risposero i Giudei: F «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». C Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.

Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: A «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: X «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». C Pilato disse: A «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». C Rispose Gesù: X «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». C Allora Pilato gli disse: A «Dunque tu sei re?». C Rispose Gesù: X «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». C Gli dice Pilato: A «Che cos’è la verità?».

C E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: A «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». C Allora essi gridarono di nuovo: F «Non costui, ma Barabba!». C Barabba era un brigante.

Salve, re dei Giudei!
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: F «Salve, re dei Giudei!». C E gli davano schiaffi.

Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: A «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». C Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: A «Ecco l’uomo!».

C Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: F «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». C Disse loro Pilato: A «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». C Gli risposero i Giudei: F «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».

C All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: A «Di dove sei tu?». C Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: A «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». C Gli rispose Gesù: X «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».

Via! Via! Crocifiggilo!
C Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: F «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». C Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: A «Ecco il vostro re!». C Ma quelli gridarono: F «Via! Via! Crocifiggilo!». C Disse loro Pilato: A «Metterò in croce il vostro re?». C Risposero i capi dei sacerdoti: F «Non abbiamo altro re che Cesare». C Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

Lo crocifissero e con lui altri due
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: F «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». C Rispose Pilato: A «Quel che ho scritto, ho scritto».

Si sono divisi tra loro le mie vesti
C I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.

Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: X «Donna, ecco tuo figlio!». C Poi disse al discepolo: X «Ecco tua madre!». C E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: X «Ho sete». C Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: X C «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.






(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)


E subito ne uscì sangue e acqua
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

Presero il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli insieme ad aromi
Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.


PREGHIERA UNIVERSALE


I. Per la santa Chiesa
Preghiamo, fratelli carissimi, per la santa Chiesa di Dio: il Signore le conceda unità e pace, la protegga su tutta la terra, e doni a noi, in una vita serena e tranquilla, di render gloria a Dio Padre onnipotente.



Dilectíssimi nobis, pro Ecclésia sancta Dei, ut eam Deus et Dóminus noster pacificáre, adunáre et custodíre dignétur toto orbe terrárum, detque nobis, quiétam et tranquíllam vitam degéntibus, glorificáre Deum Patrem omnipoténtem.


Dio onnipotente ed eterno, che hai rivelato in Cristo la tua gloria a tutte le genti, custodisci l'opera della tua misericordia, perché la tua Chiesa, diffusa su tutta la terra, perseveri con saldezza di fede nella confessione del tuo nome. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, qui glóriam tuam ómnibus in Christo géntibus revelásti: custódi ópera misericórdiæ tuæ, ut Ecclésia tua, toto orbe diffúsa, stábili fide in confessióne tui nóminis persevéret. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


II. Per il papa
Preghiamo il Signore per il nostro santo padre il papa Benedetto XVI: il Signore Dio nostro, che lo ha scelto nell'ordine episcopale, gli conceda vita e salute e lo conservi alla sua santa Chiesa, come guida e pastore del popolo santo di Dio.


Orémus et pro beatíssimo Papa nostro N., ut Deus et Dóminus noster, qui elégit eum in órdine episcopátus, salvum atque incólumem custódiat Ecclésiæ suæ sanctæ, ad regéndum pópulum sanctum Dei.


Dio onnipotente ed eterno, sapienza che reggi l'universo, ascolta la tua famiglia in preghiera, e custodisci con la tua bontà il papa che tu hai scelto per noi, perché il popolo cristiano, da te affidato alla sua guida pastorale, progredisca sempre nella fede. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, cuius iudício univérsa fundántur, réspice propítius ad preces nostras, et eléctum nobis Antístitem tua pietáte consérva, ut christiána plebs, quæ te gubernátur auctóre, sub ipso Pontífice, fídei suæ méritis augeátur. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


III. Per tutti gli ordini sacri e per tutti i fedeli
Preghiamo per il nostro vescovo N, per tutti i vescovi presbiteri e i diaconi, per tutti coloro che svolgono un ministero nella Chiesa e per tutto il popolo di Dio.



Orémus et pro Epíscopo nostro N., pro ómnibus Epíscopis, presbyteris, diáconis Ecclésiæ, et univérsa plebe fidélium.


Dio onnipotente ed eterno che con il tuo Spirito guidi e santifichi tutto il corpo della Chiesa, accogli le preghiere che ti rivolgiamo perché secondo il dono della tua grazia tutti i membri della comunità nel loro ordine e grado ti possano fedelmente servire. Per Cristo nostro Signore.

IV. Per i catecumeni
Preghiamo per i [nostri] catecumeni: il Signore, Dio nostro, illumini i loro cuori e apra loro la porta della sua misericordia, perché mediante l'acqua del Battesimo ricevano il perdono di tutti i peccati e siano incorporati in Cristo Gesù, nostro Signore.



Orémus et pro catechúmenis (nostris), ut Deus et Dóminus noster adapériat aures præcordiórum ipsórum ianuámque misericórdiæ, ut, per lavácrum regeneratiónis accépta remissióne ómnium peccatórum, et ipsi inveniántur in Christo Iesu Dómino nostro.


Dio onnipotente ed eterno, che rendi la tua Chiesa sempre feconda di nuovi figli, aumenta nei [nostri] catecumeni l'intelligenza della fede, perché, nati a vita nuova nel fonte battesimale, siano accolti fra i tuoi figli di adozione. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, qui Ecclésiam tuam nova semper prole fecúndas, auge fidem et intelléctum catechúmenis (nostris), ut, renáti fonte baptísmatis, adoptiónis tuæ fíliis aggregéntur. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


V. Per l'unità dei cristiani
Preghiamo per tutti i fratelli che credono in Cristo; il Signore Dio nostro conceda loro di vivere la verità e professano e li raduni e li custodisca nell'unica sua Chiesa.



Orémus et pro univérsis frátribus in Christum credéntibus, ut Deus et Dóminus noster eos, veritátem faciéntes, in una Ecclésia sua congregáre et custodíre dignétur.


Dio onnipotente ed eterno, che riunisci i dispersi e li custodisci nell'unità, guarda benigno al gregge del tuo Figlio, perché coloro che sono stati consacrati da un solo Battesimo formino una sola famiglia nel vincolo dell'amore e della vera fede. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, qui dispérsa cóngregas et congregáta consérvas, ad gregem Fílii tui placátus inténde, ut, quos unum baptísma sacrávit, eos et fídei iungat intégritas et vínculum sóciet caritátis. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


VI. Per gli ebrei
Preghiamo per gli ebrei: il Signore Dio nostro, che li scelse primi fra tutti gli uomini ad accogliere la sua parola, li aiuti a progredire sempre nell'amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza.



Orémus et pro Iudæis, ut, ad quos prius locútus est Dóminus Deus noster, eis tríbuat in sui nóminis amóre et in sui foderis fidelitáte profícere.


Dio onnipotente ed eterno, che hai fatto le tue promesse ad Abramo e alla sua discendenza, ascolta la preghiera della tua Chiesa, perché il popolo primogenito della tua alleanza possa giungere alla pienezza della redenzione. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, qui promissiónes tuas Abrahæ eiúsque sémini contulísti, Ecclésiæ tuæ preces cleménter exáudi, ut pópulus acquisitiónis prióris ad redemptiónis mereátur plenitúdinem perveníre. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


VII. Per i non cristiani
Preghiamo per coloro che non credono in Cristo perché, illuminati dallo Spirito Santo, possano entrare anch'essi nella via della salvezza.



Orémus et pro iis qui in Christum non credunt, ut, luce Sancti Spíritus illustráti, viam salútis et ipsi váleant introíre.


Dio onnipotente ed eterno, fa' che gli uomini che non conoscono il Cristo possano conoscere la verità camminando alla tua presenza in sincerità di cuore, e a noi tuoi fedeli concedi di entrare profondamente nel tuo mistero di salvezza e di viverlo con una carità sempre più grande tra noi, per dare al mondo una testimonianza credibile del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, fac ut qui Christum non confiténtur, coram te sincéro corde ambulántes, invéniant veritátem, nosque, mútuo proficiéntes semper amóre et ad tuæ vitæ mystérium plénius percipiéndum sollícitos, perfectióres éffice tuæ testes caritátis in mundo. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


VIII. Per coloro che non credono in Dio
preghiamo per coloro che non credono in Dio perché, vivendo con bontà e rettitudine di cuore, giungano alla conoscenza del Dio vero.



Orémus et pro iis qui Deum non agnóscunt, ut, quæ recta sunt sincéro corde sectántes, ad ipsum Deum perveníre mereántur.


Dio onnipotente ed eterno, tu hai messo nel cuore degli uomini una così profonda nostalgia di te, solo quando ti trovano hanno pace: fa' che, al di là di ogni ostacolo, tutti riconoscano i segni della tua bontà e, stimolati dalla testimonianza della nostra vita, abbiano la gioia di credere in te, unico vero Dio e padre di tutti gli uomini. Per Cristo nostro Signore.


Omnípotens sempitérne Deus, qui cunctos hómines condidísti, ut te semper desiderándo quærerent et inveniéndo quiéscerent, præsta, quæsumus, ut inter nóxia quæque obstácula omnes, tuæ signa pietátis et in te credéntium testimónium bonórum óperum percipiéntes, te solum verum Deum nostríque géneris Patrem gáudeant confitéri. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


IX. Per i governanti
Preghiamo per coloro che sono chiamati a governare la comunità civile, perché il Signore Dio nostro illumini la loro mente e il loro cuore a cercare il bene comune nella vera libertà e nella vera pace.



Orémus et pro ómnibus rempúblicam moderántibus, ut Deus et Dóminus noster mentes et corda eórum secúndum voluntátem suam dírigat ad veram ómnium pacem et libertátem.


Dio onnipotente ed eterno, nelle tue mani sono le speranze degli uomini e i diritti di ogni popolo: assisti con la tua sapienza coloro che ci governano, perché, con il tuo aiuto, promuovano su tutta la terra una pace duratura, il progresso sociale e la libertà religiosa. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, in cuius manu sunt hóminum corda et iura populórum, réspice benígnus ad eos, qui nos in potestáte moderántur, ut ubíque terrárum populórum prospéritas, pacis secúritas et religiónis libértas, te largiénte, consístant. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


X. Per i tribolati
Preghiamo, fratelli carissimi, Dio Padre onnipotente, perché liberi il mondo da ogni disordine: allontani le malattie, scacci la fame, renda libertà ai prigionieri, giustizia agli oppressi, conceda sicurezza a chi viaggia, il ritorno ai lontani da casa, la salute agli ammalati, ai morenti la salvezza eterna.



Orémus, dilectíssimi nobis, Deum Patrem omnipoténtem, ut cunctis mundo purget erróribus, morbos áuferat, famem depéllat, apériat cárceres, víncula solvat, viatóribus securitátem, peregrinántibus réditum, infirmántibus sanitátem atque moriéntibus salútem indúlgeat.


Dio onnipotente ed eterno, conforto degli afflitti, sostegno dei tribolati, ascolta il grido dell'umanità sofferente, perché tutti si rallegrino di avere ricevuto nelle loro necessità il soccorso della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, mæstórum consolátio, laborántium fortitúdo, pervéniant ad te preces de quacúmque tribulatióne clamántium, ut omnes sibi in necessitátibus suis misericórdiam tuam gáudeant affuísse. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


II - ADORAZIONE DELLA SANTA CROCE


L'ostensione della croce può farsi o dall'altare, oppure partendo dalla porta della chiesa e avanzando verso l'altare. Nel fare l'ostensione della croce, il sacerdote dice o canta:

Ecco il legno della Croce, al quale fu appeso il Cristo, salvatore del mondo.
Venite, adoriamo.

Ecce lignum Crucis, in quo salus mundi pepéndit

Vénite, adorémus..

Il sacerdote, il clero e i fedeli si recano quindi processionalmente all'adorazione della croce, facendo davanti ad essa una genuflessione semplice o un altro segno di venerazione (ad esempio baciando la croce), secondo l'uso del luogo. Nel frattempo si eseguono i seguenti canti o altri adatti. (I canti si fanno a cori alterni, le parti in nero a cori uniti).


Adoriamo la tua Croce Signore,
lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione.
Dal legno della Croce è venuta la gioia in tutto il mondo.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto e abbia misericordia. Sal 66, 2

Adoriamo la tua Croce Signore...



Crucem tuam adorámus, Dómine,

et sanctam resurrectiónem tuam laudámus et glorificámus: ecce enim propter lignum venit gáudium in univérso mundo.



Cf. Ps 66,2

Deus misereátur nostri, et benedícat nobis: illúminet vultum suum super nos, et misereátur nostri.

Crucem tuam...

LAMENTI DEL SIGNORE I

Popolo mio che male ti ho fatto?
In che ti ho provocato? Dammi risposta.

Io ti ho guidato fuori dall'Egitto,
e tu hai preparato la Croce al tuo Salvatore.

Popolo mio che male ti ho fatto?
In che ti ho provocato? Dammi risposta.

Hágios o Theós. Sanctus Deus.
Hágios ischyrós. Sanctus fortis.
Hágios athánatos, eléison himás. Sanctus immortális, miserére nobis.

Perché ti ho guidato quarant'anni nel deserto,
ti ho sfamato con manna,
ti ho introdotto in paese fecondo,
tu hai preparato la Croce al tuo Salvatore.

Hágios o Theós...

Che altro avrei dovuto fare e non ti ho fatto?
Io ti ho piantato, mia scelta e florida vigna,
ma tu mi sei divenuta aspra e amara:
poiché mi hai spento la sete con aceto
e hai piantato una lancia nel petto del tuo Salvatore.

Hágios o Theós...


IN LATINO



1 et 2 Pópule meus, quid feci tibi? Aut in quo contristávi te? Respónde mihi!



1 Quia edúxi te de terra Ægypti: parásti Crucem Salvatóri tuo.



1 Hágios o Theós.

2 Sanctus Deus.



1 Hágios Ischyrós.

2 Sanctus Fortis.



1 Hágios Athánatos, eléison himás.

2 Sanctus Immortális, miserére nobis.



1 et 2 Quia edúxi te per desértum quadragínta annis,

et manna cibávi te, et introdúxi te in terram satis bonam:

parásti Crucem Salvatóri tuo.



1 Hágios o Theós.

2 Sanctus Deus.



1 Hágios Ischyrós.

2 Sanctus Fortis.



1 Hágios Athánatos, eléison himás.

2 Sanctus Immortális, miserére nobis.

LAMENTI DEL SIGNORE II

Io per te ho flagellato l'Egitto e i primogeniti suoi
e tu mi hai consegnato per esser flagellato.

Popolo mio, che male ti ho fatto?
In che ti ho provocato? Dammi risposta.

Io ti ho guidato fuori dall'Egitto
e ho sommerso il faraone nel Mar Rosso,
e tu mi hai consegnato ai capi dei sacerdoti.

Io ho aperto davanti a te il mare,
e tu mi hai aperto con la lancia il costato

Io ti ho fatto strada con la nube,
e tu mi hai condotto al pretorio di Pilato

Io ti ho nutrito con manna nel deserto,
e tu mi hai colpito con schiaffi e flagelli.

Io ti ho dissetato dalla rupe con acqua di salvezza,
e tu mi hai dissetato con fiele e aceto.

Io per te ho colpito i re dei Cananei,
e tu hai colpito il mio capo con la canna

Io ti ho posto in mano uno scettro regale,
e tu hai posto sul mio capo una corona di spine.

lo ti ho esaltato con grande potenza,
e tu mi hai sospeso al patibolo della croce.


IN LATINO



Ego propter te flagellávi Ægyptum cum primogénitis suis: et tu me flagellátum tradidísti.



Pópule meus, quid feci tibi? Aut in quo contristávi te? Respónde mihi!



Ego edúxi te de Ægypto, demérso Pharaóne in Mare Rubrum: et tu me tradidísti princípibus sacerdótum.



Pópule meus, quid feci tibi?...



Ego ante te apérui mare: et tu aperuísti láncea latus meum.



Pópule meus, quid feci tibi?...



Ego ante te præívi in colúmna nubis: et tu me duxísti ad prætórium Piláti.



Pópule meus, quid feci tibi?...



Ego te pavi manna per desértum: et tu me cecidísti álapis et flagéllis.



Pópule meus, quid feci tibi?...



Ego te potávi aqua salútis de petra: et tu me potásti felle et acéto.



Pópule meus, quid feci tibi?...



Ego propter te Chananæórum reges percússi: et tu percussísti arúndine caput meum.



Pópule meus, quid feci tibi?...



Ego dedi tibi sceptrum regále: et tu dedísti cápiti meo spíneam corónam.



Pópule meus, quid feci tibi?...



Ego te exaltávi magna virtúte: et tu me suspendísti in patíbulo Crucis.



Pópule meus, quid feci tibi?...



HYMNUS



Crux fidélis, inter omnes arbor una nóbilis, Nulla talem silva profert, flore, fronde, gérmine!



Dulce lignum dulci clavo dulce pondus sústinens!



Pange, lingua, gloriósi pro´ lium certáminis, Et super crucis trop?o dic triúmphum nóbilem, Quáliter Redémptor orbis immolátus vícerit.



Crux fidélis…



De paréntis protoplásti fraude factor cóndolens, Quando pomi noxiális morte morsu córruit, Ipse lignum tunc notávit, damna ligni ut sólveret.



Dulce lignum…



Hoc opus nostræ salútis ordo depopóscerat, Multifórmis perditóris arte ut artem fálleret, Et medélam ferret inde, hostis unde læserat.



Crux fidélis…



Quando venit ergo sacri plenitúdo témporis, Missus est ab arce Patris Natus, orbis cónditor, Atque ventre virgináli carne factus pródiit.



Dulce lignum…



Vagit infans inter arta cónditus præse´ pia, Membra pannis involúta Virgo Mater álligat, Et manus pedésque et crura stricta cingit fáscia.



Crux fidélis…



Lustra sex qui iam perácta tempus implens córporis, se volénte, natus ad hoc, passióni déditus, agnus in crucis levátur immolándus stípite.



Dulce lignum…



En acétum, fel, arúndo, sputa, clavi, láncea; Mite corpus perforátur, sanguis, unda prófluit; Terra, pontus, astra, mundus quo lavántur flúmine!



Crux fidélis…



Flecte ramos, arbor alta, tensa laxa víscera, Et rigor lentéscat ille, quem dedit natívitas, Ut supérni membra Regis miti tendas stípite.



Dulce lignum…



Sola digna tu fuísti ferre sæcli prétium Atque portum præparáre nauta mundo náufrago, Quem sacer cruor perúnxit fusus Agni córpore.



Crux fidélis…



Per finire si conclude con :



Æqua Patri Filióque, ínclito Paráclito, Sempitérna sit beátæ Trinitáti glória; cuius alma nos redémit atque servat grátia. Amen.



Si può cantare anche lo Stabat Mater




III - COMUNIONE DELL'ASSEMBLEA


Il Presidente intona o recita il Pater e il Libera nos, salta lo scambio della pace e arriva all’Agnus Dei e distribuisce la Comunione come di consueto. Termina con le orazioni che seguono.

Orazione dopo la Comunione
Dio onnipotente ed eterno, che hai rinnovato il mondo con la gloriosa morte e risurrezione del tuo Cristo, conserva in noi l'opera della tua misericordia, perché la partecipazione a questo grande mistero ci consacri per sempre al tuo servizio. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, qui nos Christi tui beáta morte et resurrectióne reparásti, consérva in nobis opus misericórdiæ tuæ, ut huius mystérii participatióne perpétua devotióne vivámus. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.


Orazione sul popolo
Scenda, o Padre, la tua benedizione su questo popolo, che ha commemorato la morte del tuo Figlio nella speranza di risorgere con lui; venga il perdono e la consolazione, si accresca la fede, si rafforzi la certezza nella redenzione eterna. Amen.



Super pópulum tuum, quæsumus, Dómine, qui mortem Fílii tui in spe suæ resurrectiónis recóluit, benedíctio copiósa descéndat, indulgéntia véniat, consolátio tribuátur, fides sancta succréscat, redémptio sempitérna firmétur. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.



Termina il tutto inginocchiandosi alla Croce.
Nella Chiesa non c’è più la presenza reale della
Santissima Eucaristia


www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 10/04/2009 10:07]
12/04/2009 11:24
 
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VEGLIA PASQUALE
NELLA NOTTE SANTA

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


Per antichissima tradizione questa è «la notte di veglia in onore dei Signore» (Es 12,42), giustamente definita «la veglia madre di tutte le veglie» (s. Agostino). In questa notte il Signore «è passato» per salvare e liberare il suo popolo oppresso dalla schiavitù; in questa notte Cristo «è passato» alla vita vincendo la grande nemica dell’uomo, la morte; questa notte è celebrazione-memoriale del nostro «passaggio» in Dio attraverso il battesimo, la confermazione e l’eucaristia. Vegliare è un atteggiamento permanente della Chiesa che, pur consapevole della presenza viva dei suo Signore, ne attende la venuta definitiva, quando la Pasqua si compirà nelle nozze eterne con lo Sposo e nel convito della vita (cf Ap 19,7-9).

« Rivivremo la Pasqua dei Signore... »
La liturgia non è coreografia, né vuoto ricordo, ma presenza viva, nei segni, dell’evento cardine della salvezza: la morte-risurrezione del Signore. Si può dire che per la Chiesa che celebra è sempre Pasqua, ma la ricorrenza annuale ha un’intensità ineguagliabile perché, in ragione della solennità, «ci rappresenta quasi visivamente il ricordo dell’evento» (s. Agostino). La successione dei simboli di cui è intessuta la Veglia esprime bene il senso della risurrezione di Cristo per la vita dell’uomo e del mondo.
— Liturgia della luce: il mondo della tenebra è attraversato dalla Luce, il Cristo risorto, in cui Dio ha realizzato in modo definitivo il suo progetto di salvezza. In lui, primogenito di coloro che risorgono dai morti (Col 1,18), si illumina il destino dell’uomo e la sua identità di «immagine e somiglianza di Dio» (Gn 1,26-27); il cammino della storia si apre alla speranza di nuovi cieli e nuove terre dischiusa da questa irruzione del divino nell’umano.
I catecumeni e battezzati, che la tradizione cristiana ha definito «illuminati»: per la loro adesione vitale a Cristo-Luce, sanno che la loro esistenza è radicalmente cambiata. Dio li «ha chiamati dalle tenebre alla sua luce ammirabile» (1 Pt 2,9) e davanti a loro ha dischiuso un orizzonte di vita e di libertà. Ecco perché si innalza il «canto nuovo» (il preconio, il gloria, l’alleluia) come ricordo delle meraviglie operate dal Signore nella nostra storia di «salvati», e come rendimento di grazie per una vita di luce,
— Liturgia della parola: le 7 letture dell’Antico Testamento sono un compendio della storia della salvezza. Già la quaresima (cf la prima lettura di ogni domenica nei tre cicli) aveva sottolineato che il battesimo è inserimento in questa grande «storia» attuata da Dio fin dalla creazione. Nella consapevolezza che la Pasqua di Cristo tutto adempie e ricapitola, la Chiesa medita ciò che Dio ha operato nella storia. Quella serie di eventi e di promesse vanno riletti come realtà che sempre si attuano nell’ «oggi» della celebrazione; sono dono e mèta da perseguire continuamente.
— Liturgia battesimale: il popolo chiamato da Dio a libertà, deve passare attraverso un’acqua che distrugge e rigenera. Come Israele nel Mar Rosso, anche Gesù è passato attraverso il mare della morte e ne è uscito vittorioso. Nelle acque del battesimo è inghiottito il mondo del peccato e riemerge la creazione nuova. L’acqua, fecondata dallo Spirito, genera il popolo dei figli di Dio: un popolo di santi, un popolo profetico, sacerdotale e regale. Con i nuovi battezzati, tutta la Chiesa fa memoria dei suo passaggio pasquale, e rinnova nelle «promesse battesimali» la propria fedeltà al dono ricevuto e agli impegni assunti in un continuo processo di rinnovamento, di conversione e di rinascita (cf Rm 6,3.11 e colletta).
— Liturgia eucaristica: è il vertice di tutto il cammino quaresimale e della celebrazione vigiliare. Il popolo rigenerato nel battesimo per la potenza dello Spirito, è ammesso al convito pasquale che corona la nuova condizione di libertà e riconciliazione. Partecipando al corpo e al sangue del Signore, la Chiesa offre se stessa in sacrificio spirituale per essere sempre più inserita nella pasqua di Cristo. Egli rimane per sempre con i suoi nei segni del suo donami perché essi imparino a passare ogni giorno da morte a vita nella carità (cf oraz. dopo la com.).

Una luce che mai si spegne
Dentro la struttura e i simboli della celebrazione è possibile leggere il paradigma dell’esistenza cristiana nata dalla Pasqua. Luce, Parola, Acqua, Convito sono le realtà costitutive e i punti di riferimento essenziali della vita nuova: uscito dal mondo tenebroso del peccato, il cristiano è chiamato ad essere portatore di luce (cf Ef 5,8; Col 1,12.13); a perseverare nell’ascolto di Cristo morto e risorto, Parola definitiva della storia; a vivere sotto la guida dello Spirito la vocazione battesimale; ad annunciare e a testimoniare nel dono di sé quel mistero di cui l’eucaristia celebra il memoriale.


I - LITURGIA DELLA LUCE (Lucernario)


Il fuoco nuovo e la luce del cero sono simboli di Gesù risorto che vince le tenebre del male.
L'assemblea si raduna fuori della chiesa; attorno al fuoco che divampa. Dove non si può accendere il fuoco, si adotta il rito alla situazione. Il sacerdote saluta, nel modo consueto, il popolo radunato e lo esorta a celebrare degnamente questa Veglia con la partecipazione piena e cosciente, nel modo che gli è proprio.

La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre, e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi. E con il tuo spirito.




Fratelli, in questa santissima notte, nella quale Gesù Cristo nostro Signore passò dalla morte alla vita, la Chiesa, diffusa su tutta la terra, chiama i suoi figli a vegliare in preghiera.
Rivivremo la Pasqua del Signore nell'ascolto della Parola e nella partecipazione ai Sacramenti, Cristo risorto confermerà in noi la speranza di partecipare alla sua vittoria sulla morte e di vivere con lui in Dio Padre.




BENEDIZIONE DEL FUOCO NUOVO
Preghiamo.
O Padre, che per mezzo del tuo Figlio ci hai comunicato la fiamma viva della tua gloria,
benedici X questo fuoco nuovo,
fa' che le feste pasquali accendano in noi il desiderio del cielo,
e ci guidino, rinnovati nello spirito,
alla festa dello splendore eterno.
Per Cristo nostro Signore.




PREPARAZIONE DEL CERO PASQUALE
Il sacerdote incide una croce sul cero pasquale per configurarlo a Gesù Cristo; poi incide l'alfa e l'omega, prima e ultima lettera dell'alfabeto greco, per indicare che Cristo è il principio e la fine di tutte le cose; infine incide le cifre dell'anno per significare che Gesù - Signore del tempo e della storia - vive oggi per noi. Nel compiere tali riti il sacerdote dice:

Il Cristo ieri e oggi:
Principio e Fine, Alfa e Omega.
A lui appartengono il tempo e i secoli.
A lui la gloria e il potere
per tutti i secoli in eterno. Amen.

Per mezzo delle sue sante piaghe gloriose,
ci protegga e ci custodisca il Cristo Signore. Amen.

Al fuoco nuovo il sacerdote accende il cero pasquale, dicendo:
La luce del Cristo che risorge glorioso
disperda le tenebre del cuore e dello spirito.





Al fuoco nuovo il sacerdote accende il cero pasquale, dicendo:
Lumen Christi glorióse resurgéntis

díssipet ténebras cordis et mentis.


PROCESSIONE DI ENTRATA CON IL CERO
Il diacono porta in chiesa il cero acceso, simbolo di Gesù Cristo, mentre si canta tre volte:


Cristo, luce del mondo. R/. Rendiamo grazie a Dio.


Lumen Christi. R/. Deo grátias.


Ad ogni sosta, si accendono al cero successivamente le candele del sacerdote, quelle dei ministri e poi quelle dei fedeli. In tal modo la chiesa è progressivamente illuminata, le tenebre sono vinte dalla luce.

ANNUNCIO PASQUALE
Il diacono o lo stesso sacerdote proclama il preconio pasquale: tutti i presenti stanno in piedi e tengono in mano la candela accesa. In caso di necessità un cantore può proclamare il preconio pasquale; in questo caso, egli tralascia il saluto e l'ultimo periodo dell'introduzione, collocati fra parentesi [ ]. Per la forma breve si tralasciano le parti collocate fra le due parentesi ( ).

Esulti il coro egli angeli, esulti l'assemblea celeste:
un inno di gloria saluti il trionfo del Signore risorto.

Gioisca la terra inondata da così grande splendore;
la luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo.

Gioisca la madre Chiesa, splendente della gloria del suo Signore,
e questo tempio tutto risuoni
per le acclamazioni del popolo in festa.

[(E voi, fratelli carissimi,
qui radunati nella solare chiarezza di questa nuova luce,
invocate con me la misericordia di Dio onnipotente.
Egli che mi ha chiamato, senza alcun merito,
nel numero dei suoi ministri, irradi il suo mirabile fulgore,
perché sia piena e perfetta la lode di questo cero.)]

[Il Signore sia con voi.
R/. E con il tuo spirito.]

In alto i nostri cuori.
R/. Sono rivolti al Signore.

Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.
R/. E' cosa buona e giusta.

E' veramente cosa buona e giusta
esprimere con il canto l'esultanza dello spirito,
e inneggiare al Dio invisibile, Padre onnipotente,
e al suo unico Figlio, Gesù Cristo nostro Signore.

Egli ha pagato per noi all'eterno Padre il debito di Adamo,
e con il sangue sparso per la nostra salvezza
ha cancellato la condanna della colpa antica.

Questa è la vera Pasqua, in cui è ucciso il vero Agnello,
che con il suo sangue consacra le case dei fedeli.

Questa è la notte in cui hai liberato i figli di Israele, nostri padri,
dalla schiavitù dell'Egitto,
e li hai fatti passare illesi attraverso il Mar Rosso.

Questa è la notte in cui hai vinto le tenebre del peccato
con lo splendore della colonna di fuoco.

Questa è la notte che salva su tutta la terra i credenti nel Cristo
dall'oscurità del peccato e dalla corruzione del mondo,
li consacra all'amore del Padre
e li unisce nella comunione dei santi.

Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte,
risorge vincitore dal sepolcro.

(Nessun vantaggio per noi essere nati, se lui non ci avesse redenti.)

O immensità del tuo amore per noi! O inestimabile segno di bontà:
per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio!

Davvero era necessario il peccato di Adamo,
che è stato distrutto con la morte del Cristo.
Felice colpa, che meritò di avere un così grande redentore!

(O notte beata, tu sola hai meritato di conoscere
il tempo e l'ora in cui Cristo è risorto dagli inferi.

Di questa notte è stato scritto: la notte splenderà come il giorno,
e sarà fonte di luce per la mia delizia.)

Il santo mistero di questa notte sconfigge il male,
lava le colpe, restituisce l'innocenza ai peccatori,
la gioia agli afflitti.

(Dissipa l'odio, piega la durezza dei potenti,
promuove la concordia e la pace.)

O notte veramente gloriosa,
che ricongiunge la terra al cielo e l'uomo al suo creatore!

In questa notte di grazia accogli, Padre santo, il sacrificio di lode,
che la Chiesa ti offre per mano dei suoi ministri,
nella solenne liturgia del cero,
frutto del lavoro delle api, simbolo della nuova luce.

(Riconosciamo nella colonna dell'Esodo
gli antichi presagi di questo lume pasquale
che un fuoco ardente ha acceso in onore di Dio.
Pur diviso in tante fiammelle non estingue il suo vivo splendore,
ma si accresce nel consumarsi della cera
che l'ape madre ha prodotto
per alimentare questa preziosa lampada.)

Ti preghiamo, dunque, Signore, che questo cero,
offerto in onore del tuo nome
per illuminare l'oscurità di questa notte,
risplenda di luce che mai si spegne.

Salga a te come profumo soave,
si confonda con le stelle del cielo.
Lo trovi acceso la stella del mattino,
questa stella che non conosce tramonto:
Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti
fa risplendere sugli uomini la sua luce serena
e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.



II - LITURGIA DELLA PAROLA


Queste letture costituivano l'ultimo insegnamento ai catecumeni prima del Battesimo. A tutta la comunità cristiana che si prepara a rinnovare le promesse battesimali, ricordano i fatti salienti della storia della salvezza e i valori essenziali della nuova vita dei figli di Dio.
La lettera della Parola di Dio è parte essenziale della Veglia pasquale; perciò solo per motivi pastoralmente validi è possibile ridurre il numero delle letture dell'Antico Testamento. La terza è sempre obbligatoria, perché ricorda la prima Pasqua.

Prima di iniziare la lettura della Parola di Dio, il sacerdote si rivolge all'assemblea con queste parole o con altre simili.

Fratelli carissimi,
dopo il solenne inizio della Veglia, ascoltiamo ora in devoto raccoglimento la Parola di Dio.
Meditiamo come nell'antica alleanza Dio salvò il suo popolo e, nella pienezza dei tempi, ha inviato il suo Figlio per la nostra redenzione.
Preghiamo perché Dio nostro Padre conduca a compimento quest'opera di salvezza incominciata con la Pasqua.




PRIMA LETTURA Gen 1,1 - 2,2 (forma breve 1,1.26-31)
Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona.

Dal libro della Gènesi
[ In principio Dio creò il cielo e la terra.] La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo.
Dio disse: «Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona. Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie». E così avvenne. E la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
Dio disse: «Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli anni e siano fonti di luce nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne. E Dio fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per governare il giorno e la notte e per separare la luce dalle tenebre. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
Dio disse: «Le acque brùlichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brùlicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltìplichino sulla terra». E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie». E così avvenne. Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona.
[ Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
E Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò:
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e Dio disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra e soggiogatela,
dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente che striscia sulla terra».
Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. ] E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto.

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 103
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto.

Egli fondò la terra sulle sue basi:
non potrà mai vacillare.
Tu l’hai coperta con l’oceano come una veste;
al di sopra dei monti stavano le acque.

Tu mandi nelle valli acque sorgive
perché scorrano tra i monti.
In alto abitano gli uccelli del cielo
e cantano tra le fronde.

Dalle tue dimore tu irrighi i monti,
e con il frutto delle tue opere si sazia la terra.
Tu fai crescere l’erba per il bestiame
e le piante che l’uomo coltiva
per trarre cibo dalla terra.

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Benedici il Signore, anima mia.

Oppure: Dal Salmo 32
Dell'amore del Signore è piena la terra.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto:
dell'amore del Signore è piena la terra.

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Come in un otre raccoglie le acque del mare,
chiude in riserve gli abissi.

Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo,
egli vede tutti gli uomini.

L'anima nostra attende il Signore,
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

ORAZIONE
Dio onnipotente ed eterno,
ammirabile in tutte le opere del tuo amore,
illumina i figli da te redenti
perché comprendano che, se fu grande all'inizio
la creazione del mondo,
ben più grande, nella pienezza dei tempi,
fu l'opera della nostra redenzione,
nel sacrificio pasquale di Cristo Signore.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.





Quando si fa la lettura breve, si dice la seguente orazione:
O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine
e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti,
fa' che resistiamo con la forza dello spirito
alle seduzioni del peccato, per giungere alla gioia eterna.
Per Cristo nostro Signore.




SECONDA LETTURA Gen 22, 1-18 (forma breve 22.1-2.9a.10-13.15-18)
Il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede.

Dal libro della Gènesi
[ In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». ]
Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme.
Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutti e due insieme. [ Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. [ Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio.
Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. ]
Abramo chiamò quel luogo «Il Signore vede»; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa vedere».
[ L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce». ]

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 15
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

ORAZIONE
O Dio, Padre dei credenti,
che estendendo a tutti gli uomini il dono dell'adozione filiale,
moltiplichi in tutta la terra i tuoi figli,
e nel sacramento pasquale del Battesimo
adempi la promessa fatta ad Abramo
di renderlo padre di tutte le nazioni,
concedi al tuo popolo di rispondere degnamente
alla grazia della tua chiamata.
Per Cristo nostro Signore.




TERZA LETTURA Es 14,15 - 15,1
Gli Israeliti camminarono sull'asciutto in mezzo al mare.

Dal libro dell’Èsodo
In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. Ecco, io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri».
L’angelo di Dio, che precedeva l’accampamento d’Israele, cambiò posto e passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò dietro. Andò a porsi tra l’accampamento degli Egiziani e quello d’Israele. La nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte.
Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare sull’asciutto, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono, e tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri entrarono dietro di loro in mezzo al mare.
Ma alla veglia del mattino il Signore, dalla colonna di fuoco e di nube, gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta. Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!».
Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri». Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare. Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l’esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno. Invece gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra.
In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani, e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto, e il popolo temette il Signore e credette in lui e in Mosè suo servo.
Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero:

SALMO RESPONSORIALE Es 15,1b-6.17-18
Cantiamo al Signore: stupenda è la sua vittoria.

«Voglio cantare al Signore,
perché ha mirabilmente trionfato:
cavallo e cavaliere
ha gettato nel mare.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
È il mio Dio: lo voglio lodare,
il Dio di mio padre: lo voglio esaltare!

Il Signore è un guerriero,
Signore è il suo nome.
I carri del faraone e il suo esercito
li ha scagliati nel mare;
i suoi combattenti scelti
furono sommersi nel Mar Rosso.

Gli abissi li ricoprirono,
sprofondarono come pietra.
La tua destra, Signore,
è gloriosa per la potenza,
la tua destra, Signore,
annienta il nemico.

Tu lo fai entrare e lo pianti
sul monte della tua eredità,
luogo che per tua dimora,
Signore, hai preparato,
santuario che le tue mani,
Signore, hanno fondato.
Il Signore regni
in eterno e per sempre!».

ORAZIONE
O Dio, anche ai nostri tempi
vediamo risplendere i tuoi antichi prodigi:
ciò che facesti con la tua mano potente
per liberare un solo popolo dall'oppressione del faraone,
ora lo compi attraverso l'acqua del Battesimo
per la salvezza di tutti i popoli;
concedi che l'umanità intera sia accolta tra i figli di Abramo
e partecipi alla dignità del popolo eletto.
Per Cristo nostro Signore.




Oppure:
O Dio, tu hai rivelato nella luce della nuova alleanza
il significato degli antichi prodigi:
il Mar Rosso è l'immagine del fonte battesimale
e il popolo liberato dalla schiavitù
è un simbolo del popolo cristiano.
Concedi che tutti gli uomini, mediante la fede,
siano fatti partecipi del privilegio del popolo eletto,
e rigenerati dal dono del tuo Spirito.
Per Cristo nostro Signore.




QUARTA LETTURA Is 54, 5-14
Con affetto perenne il Signore, tuo redentore, ha avuto pietà di te.

Dal libro del profeta Isaìa
Tuo sposo è il tuo creatore,
Signore degli eserciti è il suo nome;
tuo redentore è il Santo d’Israele,
è chiamato Dio di tutta la terra.
Come una donna abbandonata
e con l’animo afflitto, ti ha richiamata il Signore.
Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù?
– dice il tuo Dio.
Per un breve istante ti ho abbandonata,
ma ti raccoglierò con immenso amore.
In un impeto di collera
ti ho nascosto per un poco il mio volto;
ma con affetto perenne
ho avuto pietà di te,
dice il tuo redentore, il Signore.
Ora è per me come ai giorni di Noè,
quando giurai che non avrei più riversato
le acque di Noè sulla terra;
così ora giuro di non più adirarmi con te
e di non più minacciarti.
Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero,
non si allontanerebbe da te il mio affetto,
né vacillerebbe la mia alleanza di pace,
dice il Signore che ti usa misericordia.
Afflitta, percossa dal turbine, sconsolata,
ecco io pongo sullo stibio le tue pietre
e sugli zaffìri pongo le tue fondamenta.
Farò di rubini la tua merlatura,
le tue porte saranno di berilli,
tutta la tua cinta sarà di pietre preziose.
Tutti i tuoi figli saranno discepoli del Signore,
grande sarà la prosperità dei tuoi figli;
sarai fondata sulla giustizia.
Tieniti lontana dall’oppressione, perché non dovrai temere,
dallo spavento, perché non ti si accosterà.

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 29
Ti esalterò, Signore, perché mi hai liberato.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza;
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

ORAZIONE
O Dio, Padre di tutti gli uomini,
moltiplica a gloria del tuo nome
la discendenza promessa alla fede dei patriarchi,
e aumenta il numero dei tuoi figli,
perché la Chiesa veda pienamente adempiuto
il disegno universale di salvezza,
nel quale i nostri padri avevano fermamente sperato.
Per Cristo nostro Signore.



QUINTA LETTURA Is 55, 1-11
Venite a me e vivrete; stabilirò per voi un'alleanza eterna.

Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
«O voi tutti assetati, venite all’acqua,
voi che non avete denaro, venite;
comprate e mangiate; venite, comprate
senza denaro, senza pagare, vino e latte.
Perché spendete denaro per ciò che non è pane,
il vostro guadagno per ciò che non sazia?
Su, ascoltatemi e mangerete cose buone
e gusterete cibi succulenti.
Porgete l’orecchio e venite a me,
ascoltate e vivrete.
Io stabilirò per voi un’alleanza eterna,
i favori assicurati a Davide.
Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli,
principe e sovrano sulle nazioni.
Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi;
accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano
a causa del Signore, tuo Dio,
del Santo d’Israele, che ti onora.
Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
invocàtelo, mentre è vicino.
L’empio abbandoni la sua via
e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui
e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

SALMO RESPONSORIALE Is 12, 2. 4-6
Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.

Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.

Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.

Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.

ORAZIONE
Dio onnipotente ed eterno, unica speranza del mondo,
tu hai preannunziato con il messaggio dei profeti
i misteri che oggi si compiono;
ravviva la nostra sete di salvezza,
perché soltanto per l'azione del tuo Spirito
possiamo progredire nelle vie della tua giustizia.
Per Cristo nostro Signore.





SESTA LETTURA Bar 3, 9-15. 32 - 4,4
Cammina allo splendore della luce del Signore.

Dal libro del profeta Baruc
Ascolta, Israele, i comandamenti della vita,
porgi l’orecchio per conoscere la prudenza.
Perché, Israele? Perché ti trovi in terra nemica
e sei diventato vecchio in terra straniera?
Perché ti sei contaminato con i morti
e sei nel numero di quelli che scendono negli inferi?
Tu hai abbandonato la fonte della sapienza!
Se tu avessi camminato nella via di Dio,
avresti abitato per sempre nella pace.
Impara dov’è la prudenza,
dov’è la forza, dov’è l’intelligenza,
per comprendere anche dov’è la longevità e la vita,
dov’è la luce degli occhi e la pace.
Ma chi ha scoperto la sua dimora,
chi è penetrato nei suoi tesori?
Ma colui che sa tutto, la conosce
e l’ha scrutata con la sua intelligenza,
colui che ha formato la terra per sempre
e l’ha riempita di quadrupedi,
colui che manda la luce ed essa corre,
l’ha chiamata, ed essa gli ha obbedito con tremore.
Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia
e hanno gioito;
egli le ha chiamate ed hanno risposto: «Eccoci!»,
e hanno brillato di gioia per colui che le ha create.
Egli è il nostro Dio,
e nessun altro può essere confrontato con lui.
Egli ha scoperto ogni via della sapienza
e l’ha data a Giacobbe, suo servo,
a Israele, suo amato.
Per questo è apparsa sulla terra
e ha vissuto fra gli uomini.
Essa è il libro dei decreti di Dio
e la legge che sussiste in eterno;
tutti coloro che si attengono ad essa avranno la vita,
quanti l’abbandonano moriranno.
Ritorna, Giacobbe, e accoglila,
cammina allo splendore della sua luce.
Non dare a un altro la tua gloria
né i tuoi privilegi a una nazione straniera.
Beati siamo noi, o Israele,
perché ciò che piace a Dio è da noi conosciuto.

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 18
Signore, tu hai parole di vita eterna.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.

ORAZIONE
O Dio, che accresci sempre la tua Chiesa
chiamando nuovi figli da tutte le genti,
custodisci nella tua protezione
coloro che fai rinascere dall'acqua del Battesimo.
Per Cristo nostro Signore.





SETTIMA LETTURA Ez 36, 16-17a.18-28
Vi aspergerò con acqua pura e vi darò un cuore nuovo.

Dal libro del profeta Ezechièle
Mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Figlio dell’uomo, la casa d’Israele, quando abitava la sua terra, la rese impura con la sua condotta e le sue azioni. Perciò ho riversato su di loro la mia ira per il sangue che avevano sparso nel paese e per gli idoli con i quali l’avevano contaminato. Li ho dispersi fra le nazioni e sono stati dispersi in altri territori: li ho giudicati secondo la loro condotta e le loro azioni.
Giunsero fra le nazioni dove erano stati spinti e profanarono il mio nome santo, perché di loro si diceva: “Costoro sono il popolo del Signore e tuttavia sono stati scacciati dal suo paese”. Ma io ho avuto riguardo del mio nome santo, che la casa d’Israele aveva profanato fra le nazioni presso le quali era giunta.
Perciò annuncia alla casa d’Israele: “Così dice il Signore Dio: Io agisco non per riguardo a voi, casa d’Israele, ma per amore del mio nome santo, che voi avete profanato fra le nazioni presso le quali siete giunti. Santificherò il mio nome grande, profanato fra le nazioni, profanato da voi in mezzo a loro. Allora le nazioni sapranno che io sono il Signore – oracolo del Signore Dio –, quando mostrerò la mia santità in voi davanti ai loro occhi.
Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.
Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio”».

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 41
Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio.

L’anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò
il volto di Dio? .

Avanzavo tra la folla,
la precedevo fino alla casa di Dio,
fra canti di gioia e di lode
di una moltitudine in festa.

Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora.

Verrò all’altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio.

Oppure (quando si celebra il Battesimo):

Da Is 12, 1-6
Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.

Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.

Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.

Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele. giulivi ed esultate, abitanti di Sion,
perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele.

ORAZIONE
O Dio, potenza immutabile e luce che non tramonta, volgi lo sguardo alla tua Chiesa, ammirabile sacramento di salvezza, e compi l'opera predisposta nella tua misericordia: tutto il mondo veda e riconosca che ciò che è distrutto si ricostruisce, ciò che è invecchiato si rinnova e tutto ritorna alla sua integrità, per mezzo del Cristo, che è principio di tutte le cose. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.




oppure:
O Dio, che nelle pagine dell'Antico e Nuovo Testamento ci hai preparati a celebrare il mistero pasquale, fa' che comprendiamo l'opera del tuo amore per gli uomini, perché i doni che oggi riceviamo confermino in noi la speranza dei beni futuri. Per Cristo nostro Signore.



Il celebrante intona l'inno Gloria a Dio, che viene cantato da tutti.

COLLETTA
O Dio, che illumini questa santissima notte
con la gloria della risurrezione del Signore,
ravviva nella tua famiglia lo spirito di adozione,
perché tutti i tuoi figli, rinnovati nel corpo e nell'anima, siano sempre fedeli al tuo servizio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.



EPISTOLA Rm 6, 3-11
Cristo risorto dai morti non muore più.

Dalla lettera di S. Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?
Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione.
Lo sappiamo: l’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è liberato dal peccato.
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 117
Alleluia, alleluia, alleluia.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.







VANGELO Anno A Mt 28,1-10
E' risorto e vi precede in Galilea.

Dal vangelo secondo Matteo
Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba.
Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.
L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».
Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli.
Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
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VANGELO Anno B Mc 16,1-8
Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto.

Dal vangelo secondo Marco
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.
Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.
Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: "Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto"».
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VANGELO Anno C Lc 24,1-12
Perché cercate tra i morti colui che è vivo?

Dal vangelo secondo Luca
Il primo giorno della settimana, al mattino presto [ le donne ] si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: "Bisogna che il Figlio dell'uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno"». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli.
Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano a esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l'accaduto.
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III - LITURGIA BATTESIMALE


Il sacerdote con i ministri si reca al fonte battesimale se questi è in vista dei fedeli; altrimenti si pone nel presbiterio un bacile con l'acqua.

La Veglia pasquale è vissuta in pienezza quando la comunità può presentare degli adulti o dei bambini per la rinascita battesimale. Ma anche quando questo non è possibile, la comunità ha coscienza che il suo rinnovamento pasquale esige un impegno più grande nella attuazione delle promesse battesimali.

Se ci sono dei battezzandi:
Carissimi, accompagniamo con la nostra unanime preghiera questi candidati al battesimo [la gioiosa speranza dei nostri fratelli], perché Dio Padre onnipotente nella sua grande bontà li guidi al fonte della rigenerazione.




Se si benedice il fonte, ma non ci sono battezzandi:
Fratelli carissimi, invochiamo la benedizione di Dio Padre onnipotente su questo fonte battesimale, perché tutti quelli che nel battesimo saranno rigenerati in Cristo, siano accolti nella famiglia di Dio.




Si cantano le: LITANIE DEI SANTI

Signore, pietà. Signore, pietà.
Cristo, pietà. Cristo, pietà.
Signore, pietà. Signore, pietà.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi.

San Michele, prega per noi.
Santi Angeli di Dio, pregate per noi.
San Giovanni Battista, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Santi Pietro e Paolo, pregate per noi.
Sant'Andrea prega per noi.
San Giovanni, prega per noi.
Santi Apostoli ed evangelisti, prega per noi.
Santa Maria Maddalena, prega per noi.
Santi discepoli del Signore, pregate per noi.
Santo Stefano, prega per noi.
Sant'Ignazio d'Antiochia prega per noi.
San Lorenzo, prega per noi.
Sante Perpetua e Felicita, pregate per noi.
Sant'Agnese, prega per noi.
Santi martiri di Cristo, pregate per noi.
San Gregorio, prega per noi.
Sant'Agostino, prega per noi.
Sant'Atanasio prega per noi.
San Basilio, prega per noi.
San Martino, prega per noi.
Santi Cirillo e Metodio, pregate per noi.
San Benedetto, prega per noi.
San Francesco, prega per noi.
San Domenico, prega per noi.
San Francesco Saverio, prega per noi.
San Giovanni Maria Vianney, prega per noi.
Santa Caterina da Siena, prega per noi.
Santa Teresa d'Avila prega per noi.
Santi e sante di Dio, pregate per noi.
Noi peccatori, ti preghiamo, ascoltaci, ascoltaci, Signore.
Da ogni male, salvaci, Signore.
Da ogni peccato, salvaci, Signore.
Dalla morte eterna, salvaci, Signore.
Per la tua incarnazione, salvaci, Signore.
Per la tua morte e risurrezione, salvaci, Signore.
Per il dono dello Spirito Santo, salvaci, Signore.
Nella tua misericordia, salvaci, Signore.



Se ci sono dei battezzandi:
Dona la grazia della vita nuova nel Battesimo a questi tuoi eletti ascoltaci, Signore.



Se non ci sono dei battezzandi:
Benedici e santifica con la grazia del tuo Spirito questo fonte battesimale da cui nascono i tuoi figli, ascoltaci, Signore.

Gesù, Figlio del Dio vivente, Gesù, Figlio del Dio vivente,
ascolta la nostra supplica ascolta la nostra supplica.



Se ci sono dei battezzandi, il sacerdote, a mani giunte dice l'orazione seguente:
Dio onnipotente ed eterno, manifesta la tua presenza nei sacramenti del tuo amore, manda lo spirito di adozione a suscitare un popolo nuovo dal fonte battesimale, perché l'azione del nostro umile ministero sia resa efficace dalla tua potenza. Per Cristo nostro Signore.



BENEDIZIONE DELL'ACQUA BATTESIMALE
Questa formula si usa quando ci sono dei battesimi o l'acqua sarà utilizzata per questo scopo.
O Dio, per mezzo dei segni sacramentali, tu operi con invisibile potenza le meraviglie della salvezza; e in molti modi, attraverso i tempi, hai preparato l'acqua, tua creatura, ad essere segno del Battesimo.
Fin dalle origini il tuo Spirito si librava sulle acque perché contenessero in germe la forza di santificare; e anche nel diluvio hai prefigurato il battesimo, perché, oggi come allora, l'acqua segnasse la fine del peccato e l'inizio della vita nuova.
Tu hai liberato dalla schiavitù i figli di Abramo, facendoli passare illesi attraverso il Mar Rosso, perché fossero immagine del futuro popolo dei battezzati.
Infine, nella pienezza dei tempi, il tuo Figlio, battezzato da Giovanni nell'acqua del Giordano, fu consacrato dallo Spirito Santo; innalzato sulla croce, egli versò dal suo fianco sangue e acqua, e dopo la sua risurrezione comandò ai discepoli: «Andate, annunziate il Vangelo a tutti i popoli, e battezzateli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».
Ora, Padre, guarda con amore la tua Chiesa e fa scaturire per lei la sorgente del Battesimo.

Infondi in quest'acqua, per opera dello Spirito Santo, la grazia del tuo unico Figlio, perché con il sacramento del Battesimo l'uomo, fatto a tua immagine, sia lavato dalla macchia del peccato, e dall'acqua e dallo Spirito Santo rinasca come nuova creatura.





Il sacerdote immerge il cero pasquale nell'acqua:
Discenda, Padre, in quest'acqua, per opera del tuo Figlio, la potenza dello Spirito Santo.



Tenendo il cero nell'acqua, prosegue:
Tutti coloro che in essa riceveranno il Battesimo, sepolti insieme con Cristo nella morte, con lui risorgano alla vita immortale. Per Cristo nostro Signore. Amen.



Toglie il cero dall'acqua, mentre l'assemblea fa questa acclamazione o altre:
Sorgenti delle acque, benedite il Signore: lodatelo ed esaltatelo nei secoli.




Dopo la rinuncia a satana e la professione di fede, viene conferito il battesimo ai bambini e ai catecumeni adulti. Se non ci sono battezzandi né si deve benedire il fonte battesimale, il sacerdote invita alla preghiera e benedice l'acqua con la quale saranno aspersi i fedeli:
Fratelli carissimi, preghiamo umilmente il Signore Dio nostro, perché benedica quest'acqua con la quale saremo aspersi in ricordo del nostro Battesimo. Il Signore ci rinnovi interiormente, perché siamo sempre fedeli allo Spirito che ci è stato dato in dono.




Dopo una breve pausa, prosegue:
Signore Dio nostro, sii presente in mezzo al tuo popolo, che veglia in preghiera in questa santissima notte, rievocando l'opera ammirabile della nostra creazione e l'opera ancor più ammirabile della nostra salvezza. Degnati di benedire quest'acqua, che hai creato perché dia fertilità alla terra, freschezza e sollievo ai nostri corpi.
Di questo dono della creazione hai fatto un segno della tua bontà: attraverso l'acqua del Mar Rosso hai liberato il tuo popolo dalla schiavitù; nel deserto hai fatto scaturire una sorgente per saziare la sua sete; con l'immagine dell'acqua viva i profeti hanno preannunziato la nuova alleanza che tu intendevi offrire agli uomini; Infine nell'acqua del Giordano, santificata dal Cristo, hai inaugurato il sacramento della rinascita, che segna l’inizio dell'umanità nuova libera dalla corruzione del peccato.
Ravviva in noi, Signore, nel segno di quest'acqua benedetta, il ricordo del nostro Battesimo, perché possiamo unirci all'assemblea gioiosa di tutti i fratelli, battezzati nella Pasqua di Cristo nostro Signore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.




RINNOVAZIONE DELLE PROMESSE BATTESIMALI
Dopo la benedizione dell'acqua lustrale, tutti, stando in piedi e con in mano la candela accesa, rinnovano le promesse del battesimo.

Fratelli carissimi, per mezzo del battesimo siamo divenuti partecipi del mistero pasquale del Cristo, siamo stati sepolti insieme con lui nella morte, per risorgere con lui a vita nuova.
Ora, al termine del cammino penitenziale della Quaresima, rinnoviamo le promesse del nostro Battesimo, con le quali un giorno abbiamo rinunziato a satana e alle sue opere e ci siamo impegnati a servire fedelmente Dio nella santa Chiesa cattolica.




Rinunziate a satana? Rinunzio.
E a tutte le sue opere? Rinunzio.
E a tutte le sue seduzioni? Rinunzio.



___________________________________________________________________

Oppure:
Rinunziate al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio? Rinunzio.
Rinunziate alle seduzioni del male, per non lasciarvi dominare dal peccato? Rinunzio.
Rinunziate a satana, origine e causa di ogni peccato? Rinunzio.






___________________________________________________________________

Poi il sacerdote prosegue:
Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra? Credo.
Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre? Credo.
Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna? Credo.




Il sacerdote conclude
Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha liberati dal peccato e ci ha fatto rinascere dall'acqua e dallo Spirito Santo, ci custodisca con la sua grazia in Cristo Gesù nostro Signore, per la vita eterna. Amen.



Il sacerdote asperge l'assemblea con l'acqua benedetta. Si possono aggiungere alcune intenzioni di preghiera. Quindi segue la liturgia eucaristica.





IV - LITURGIA EUCARISTICA


ORAZIONE SULLE OFFERTE

Accogli, Signore, le preghiere e le offerte del tuo popolo, perché questo santo mistero, gioioso inizio della celebrazione pasquale, ci ottenga la forza per giungere alla vita eterna. Per Cristo nostro Signore.



PREFAZIO Cristo, Agnello pasquale

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore,
e soprattutto esaltarti in questa notte
nella quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.
È lui il vero Agnello che ha tolto i peccati del mondo,
è lui che morendo ha distrutto la morte
e risorgendo ha ridato a noi la vita.
Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:
Santo, Santo, Santo il Signore...






Si recita la Preghiera Eucaristica I o Canone Romano con i Proprio Comunicantes


ANTIFONA ALLA COMUNIONE 1Cor 5, 7-8
Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato:
celebriamo dunque la festa
con purezza e verità. Alleluia.

Oppure: Mt 28, 5.6; cfr. Mc 16, 6; cfr. Lc 24, 6
Gesù, il crocifisso è risorto, come aveva detto. Alleluia.



ORAZIONE DOPO LA COMUNIONE
Infondi in noi, o Padre, lo Spirito della tua carità, perché nutriti con i sacramenti pasquali viviamo concordi nel vincolo del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.




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www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 16/04/2009 19:00]
12/04/2009 11:25
 
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PASQUA DI
RISURREZIONE DEL SIGNORE

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


LETTURE: At 10, 34a. 37-43; Sal 117; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9


Pasqua del Signore:
con Cristo risorgiamo a una «Vita nuova»

L’annuncio pasquale risuona oggi nella Chiesa: Cristo è risorto, egli vive al di là della morte, è il Signore dei vivi e dei morti. Nella «notte più chiara dei giorno» la parola onnipotente di Dio che ha creato i cieli e la terra e ha formato l’uomo a sua immagine e somiglianza, chiama a una vita immortale l’uomo nuovo, Gesù di Nazaret, figlio di Dio e figlio di Maria. Pasqua è dunque annuncio del fatto della risurrezione, della vittoria sulla morte, della vita che non sarà distrutta. Fu questa la realtà testimoniata dagli apostoli; ma l’annuncio che Cristo è vivo deve risuonare continuamente. La Chiesa, nata dalla Pasqua di Cristo, custodisce questo annuncio e lo trasmette in vari modi ad ogni generazione: nei sacramenti lo rende attuale e contemporaneo ad ogni comunità riunita nel nome dei Signore; con la propria vita di comunione e di servizio si sforza di testimoniano davanti al mondo.

Testimoni del Cristo risorto
La parola di Dio che illumina i cuori insiste sul fatto storico dei «Cristo risuscitato» (cf prima lettura), sulla fede che nasce davanti alla «tomba vuota» (cf vangeli); ma sottolinea pure che la risurrezione del Signore è un fatto sempre attuale. I battezzati sono membra del Cristo risorto; in lui l’umanità accede progressivamente ad una «vita nuova» purificata dal vecchio fermento del peccato (cf seconda lettura). Questa vita è tutta da costruire nell’oggi, non da proiettare in un futuro dai contorni imprecisi: Pasqua è oggi, è ogni giorno dell’esistenza umana e cristiana. Nella veglia pasquale i catecumeni hanno ricevuto il battesimo, i fedeli ne hanno rinnovato gli impegni: ancora un volta hanno fatto la scelta per Cristo.

Una scelta per la vita
Scegliere Cristo significa operare per la vita. Ciò che vediamo attorno a noi — odio, morte, violenza, discriminazioni, male, egoismo nelle sue molteplici forme — non è la vera realtà. Se «crediamo» in Cristo risorto, signore della vita, vincitore dei male, dell’ingiustizia, della morte, dobbiamo operare nel senso della sua risurrezione; far sì che nella comunità degli uomini dei credenti si viva in modo sempre più profondo il significato della risurrezione; si costruisca progressivamente la «vita nuova», il «mondo nuovo» (o la «nuova creazione») che i primi discepoli hanno intravisto nel Risorto. E’ compito dei cristiani testimoniare che la vita può essere più ricca, più gioiosa, più piena, se contemplata e vissuta in riferimento al mistero dei Cristo pasquale che passa attraverso la morte soltanto per risorgere.
Ogni volta che il male è vinto e guarito, ogni volta che un gesto di amicizia rivela ad un fratello l’amore dei Padre, ogni volta che si compie un sacrificio per l’ «altro», ogni volta che riusciamo a vivere, o aiutiamo gli altri a vivere una gioia più piena e più vera, realizziamo la Pasqua. Allora la morte è vinta; si afferma quel «mondo nuovo» in cammino verso il giorno nel quale la «gloria della risurrezione» sarà pienamente rivelata e attuata (cf orazione dopo la comunione).

… verso la grande festa della Pasqua eterna
In ogni Eucaristia la Pasqua è perennemente celebrata perché viene immolato Cristo, l’Agnello pasquale (cf seconda lettura); e in essa «mirabilmente nasce e si edifica sempre la... Chiesa» (oraz. sopra le offerte). Come gli apostoli, anche noi mangiamo e beviamo con Gesù risorto dai morti. Ancor più mangiamo lui, il vero «pane azzimo» che toglie dal nostro cuore ogni fermento di peccato, ci comunica il dono dello Spirito che dà vita e che fa della assemblea una comunità di risorti con Cristo (cf colletta).
Il congedo di ogni assemblea altro non è se non l’invio a testimoniare davanti al mondo Gesù Cristo risorto, perché chiunque viene a contatto col mistero pasquale ottenga la salvezza.
Al cristiano — come un giorno ad Abramo — il Signore dice: «Esci...!». «Esci dalle tue "opinioni separate" per entrare pienamente in quella fede che la Chiesa si gloria di professare. Esci dalle tue ricchezze che tendi a godere egoisticamente... Esci dal tuo peccato che ti avvelena il cuore, e vai verso la novità dei Cristo... Esci di "casa”, dal caldo delle pareti domestiche dove tendi a ignorare i drammi dei fratelli, e allarga la cerchia dei tuoi interessi... Esci dalla tua sete di dominio e cerca di fare della tua vita un servizio d’amore. Esci in campo aperto e prendi la strada dei Vangelo... Semina la gioia gridando silenziosamente con il tuo comportamento che Cristo ti rende felice. Grida con la vita che Cristo è vivo, e che la Chiesa è il luogo e lo spazio ove si attesta che Lui è il Signore risorto... Questo è il modo più autentico di cantare l’Alleluia pasquale» (M. Magrassi).



Cristo risuscitato dai morti non muore più

Dalla lettera di S. Paolo apostolo ai Romani Rm 6, 3-11
Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato. Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.


Messa del Giorno


Antifona d'Ingresso Cf Sal 138,18.5-6
Sono risorto, sono sempre con te;
tu hai posto su di me la tua mano,
è stupenda per me la tua saggezza. Alleluia.



Resurréxi, et adhuc tecum sum, allelúia:

posuísti super me manum tuam, allelúia:

mirábilis facta est sciéntia tua, allelúia, allelúia.


Oppure: Lc 24,34; cf Ap 1,6
Il Signore è davvero risorto. Alleluia!
A lui gloria e potenza
nei secoli eterni!



Surréxit Dóminus vere, allelúia.

Ipsi glória et impérium per univérsa

æternitátis sæcula, allelúia, allelúia.

Colletta
O Padre, che in questo giorno, per mezzo del tuo unico Figlio, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, concedi a noi, che celebriamo la Pasqua di risurrezione, di essere rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere nella luce del Signore risorto. Egli è Dio...



Deus, qui hodiérna die, per Unigénitum tuum, æternitátis nobis áditum, devícta morte, reserásti, da nobis, quæsumus, ut, qui resurrectiónis domínicæ sollémnia cólimus, per innovatiónem tui Spíritus in lúmine vitæ resurgámus. Per Dóminum..

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 10, 34a. 37-43
Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».

Salmo Responsoriale Sal 117
Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.
Oppure:
Alleluia, alleluia, alleluia.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.

Seconda Lettura Col 3, 1-4
Cercate le cose di lassù, dove è Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.

Oppure: 1Cor 5, 6b-8
Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, non sapete che un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete àzzimi.
E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato!
Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con àzzimi di sincerità e di verità.

SEQUENZA
Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea».

Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza.



Víctmæ pascháli láudes: ímmolent

Christiáni.

Agnus redémit oves: Christus

ínnocens Patri reconciliávit

peccatóres.



Mors et vita duéllo conflixére miràndo:

dux vitæ mórtuus, regnat vívus.

Dic nobis, María, quid vidísti in via?

Sepúlcrum Christi vivéntis: et glóriam

vidi resurgéntis.



Angélicos testes, sudárium, et vestes.

Surréxit Christus spes mea: præcédit

vos in Galilǽam.

Scímus Christum surrexísse a mórtuis

vere: tu nobis, victor Rex, miserére.


Canto al Vangelo Cf 1 Cor 5,7b-8a
Alleluia, alleluia.
Cristo, nostra Pasqua, è immolato:
facciamo festa nel Signore.
Alleluia.



Vangelo Gv 20, 1-9
Egli doveva risuscitare dai morti.

Dal vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Oppure:

Vangelo Anno A Mt 28,1-10
E' risorto e vi precede in Galilea.

Dal vangelo secondo Matteo
Dopo il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare la tomba.
Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.
L'angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: "È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete". Ecco, io ve l'ho detto».
Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli.
Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
___________________________________________________________________

Oppure:

Vangelo Anno B Mc 16,1-7
Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto.

Dal vangelo secondo Marco
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.
Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.
Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: "Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto"».
___________________________________________________________________

Oppure:

Vangelo Anno C Lc 24,1-12
Perché cercate tra i morti colui che è vivo?

Dal vangelo secondo Luca
Il primo giorno della settimana, al mattino presto [ le donne ] si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: "Bisogna che il Figlio dell'uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno"». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano a esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l'accaduto.
___________________________________________________________________

Dove si celebra la Messa vespertina, si può anche leggere:

Vangelo Lc 24,13-35
Resta con noi perché si fa sera.

Dal vangelo secondo Luca


Ed ecco, in quello stesso giorno, [ il primo della setti­mana, ] due [ dei discepoli ] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilo­metri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.

Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli ri­spose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in pa­role, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto».

Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.

Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Sulle Offerte
Esultanti per la gioia pasquale ti offriamo, Signore, questo sacrificio, nel quale mirabilmente nasce e si edifica sempre la tua Chiesa. Per Cristo nostro Signore.



Sacrifícia, Dómine, paschálibus gáudiis exsultántes offérimus, quibus Ecclésia tua mirabíliter renáscitur et nutrítur. Per Christum.

Prefazio Pasquale I
Cristo agnello pasquale

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo giorno (in questo tempo)
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

E' lui il vero Agnello che ha tolto i peccati dal mondo,
è lui che morendo ha distrutto la morte
e risorgendo ha ridato a noi la vita.

Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre: Te quidem,

Dómine, omni témpore confitéri,

sed in hac potíssimum die gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Ipse enim verus est Agnus qui ábstulit peccáta mundi.

Qui mortem nostram moriéndo destrúxit, et vitam resurgéndo reparávit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ potestátes

hymnum glóriæ tuæ cóncinunt, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...


Antifona alla Comunione 1 Cor 5,7-8
Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato:
celebriamo dunque la festa
con purezza e verità. Alleluia.



Pascha nostrum immolátus est Christus, allelúia;

ítaque epulémur in ázymis sinceritátis et veritátis,

allelúia, allelúia.


Oppure: Gv 20,1
Nel giorno dopo il sabato,
Maria di Magdala si recò al sepolcro di buon mattino
e vide che la pietra era stata ribaltata. Alleluia.

Oppure: Mt 28,5.6; cf Mc 16,6; Lc 24,4
Gesù, il crocifisso, è risorto, come aveva detto.
Alleluia.

Oppure alla sera se si è letto Lc 24,13-35: Lc 24,29
Resta con noi, Signore, perché si fa sera
e il giorno già volge al declino, Alleluia.

Dopo la Comunione
Proteggi sempre la tua Chiesa, Dio onnipotente, con l'inesauribile forza del tuo amore, perché, rinnovata dai sacramenti pasquali, giunga alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.



Perpétuo, Deus, Ecclésiam tuam pio favóre tuére, ut, paschálibus renováta mystériis, ad resurrectiónis pervéniat claritátem. Per Christum.


www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 16/04/2009 19:12]
13/04/2009 10:13
 
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OTTAVA DI PASQUA - LUNEDÌ
MESSALE

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


Antifona d'Ingresso Es 13,5.9
Il Signore vi ha introdotto in una terra
dove scorre latte e miele;
la legge del Signore
sia sempre sulla vostra bocca, alleluia.



Introdúxit vos Dóminus in terram

fluéntem lac et mel;

ut lex Dómini sit semper in ore vestro, allelúia.


Oppure:
Il Signore è risorto, come aveva predetto;
rallegriamoci tutti ed esultiamo,
perché egli regna in eterno, alleluia.



Resurréxit Dóminus a mórtuis,

sicut díxerat;

exsultémus et lætémur omnes,

quóniam ipse regnat in ætérnum, allelúia.



Colletta
O Padre, che fai crescere la tua Chiesa, donandole sempre nuovi figli, concedi ai tuoi fedeli di esprimere nella vita il sacramento che hanno ricevuto nella fede. Per il nostro Signore ...



Deus, qui Ecclésiam tuam nova semper prole multíplicas, concéde fámulis tuis, ut sacraméntum vivéndo téneant, quod fide percepérunt. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 2, 14. 22-32
Questo Gesù, Dio l'ha risuscitato, e noi tutti ne siamo testimoni.

Dagli Atti degli Apostoli
Nel giorno di Pentecoste, Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: «Uomini di Giudea, e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme, vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole: Gesù di Nazaret — uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete —, dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: "Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; poiché egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua; ed anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai l'anima mia negli inferi, né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza".
Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e la sua tomba è ancora oggi fra noi. Poiché però era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: "questi non fu abbandonato negli ìnferi, né la sua carne vide corruzione".
Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 15
L'anima mia esulta nel Signore.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore,
senza di te non ho alcun bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio cuore mi istruisce.
Io pongo sempre innanzi a me il Signore,
sta alla mia destra, non posso vacillare.

Di questo gioisce il mio cuore,
esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro,
né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

SEQUENZA (Facoltativa)
Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea».



Víctmæ pascháli láudes: ímmolent

Christiáni.

Agnus redémit oves: Christus

ínnocens Patri reconciliávit

peccatóres.



Mors et vita duéllo conflixére miràndo:

dux vitæ mórtuus, regnat vívus.

Dic nobis, María, quid vidísti in via?

Sepúlcrum Christi vivéntis: et glóriam

vidi resurgéntis.



Angélicos testes, sudárium, et vestes.

Surréxit Christus spes mea: præcédit

vos in Galilǽam.

Scímus Christum surrexísse a mórtuis

vere: tu nobis, victor Rex, miserére.



Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza.

Canto al Vangelo Sal 117,24
Alleluia, alleluia.
Questo è il giorno fatto dal Signore:
rallegriamoci ed esultiamo.
Alleluia.

Vangelo Mt 28, 8-15
Andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno».
Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto. Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo: «Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo. E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia».
Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.

Sulle Offerte
Accogli con bontà, Signore, i doni del tuo popolo; tu, che lo hai chiamato alla fede e rigenerato nel Battesimo, guidalo alla felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.



Súscipe, quæsumus, Dómine, múnera tuórum propítius populórum, ut, confessióne tui nóminis et baptísmate renováti, sempitérnam beatitúdinem consequántur. Per Christum.

Prefazio Pasquale I
Cristo agnello pasquale

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo giorno
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

E' lui il vero Agnello che ha tolto i peccati dal mondo,
è lui che morendo ha distrutto la morte
e risorgendo ha ridato a noi la vita.

Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre: Te quidem,

Dómine, omni témpore confitéri,

sed in hac potíssimum die gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Ipse enim verus est Agnus qui ábstulit peccáta mundi.

Qui mortem nostram moriéndo destrúxit, et vitam resurgéndo reparávit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ potestátes

hymnum glóriæ tuæ cóncinunt, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...


Comunione Rm 6,9
Cristo risorto più non muore,
la morte non ha più potere su di lui, alleluia.



Christus resúrgens ex mórtuis iam non móritur,

mors illi ultra non dominábitur, allelúia.

Dopo la Comunione
Diffondi nei nostri cuori, Signore, la grazia dei sacramenti pasquali, e poiché ci hai guidati nella via della salvezza, fa' che rispondiamo pienamente al tuo dono. Per Cristo nostro Signore.



Exúberet, quæsumus, Dómine, méntibus nostris paschális grátia sacraménti, ut, quos viam fecísti perpétuæ salútis intráre, donis tuis dignos effícias. Per Christum.


www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm

[Modificato da LiviaGloria 16/04/2009 19:13]
16/04/2009 18:56
 
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OTTAVA DI PASQUA - MARTEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Cf Sir 15,3-4
Il Signore li ha dissetati con l'acqua della sapienza;
li fortificherà e li proteggerà sempre,
darà loro una gloria eterna, alleluia.



Aqua sapiéntiæ potávit eos; firmábitur in illis,

et non flectétur, exaltábit eos in ætérnum, allelúia.


Colletta
O Dio, che nei sacramenti pasquali hai dato al tuo popolo la salvezza, effondi su di noi l'abbondanza dei tuoi doni, perché raggiungiamo il bene della perfetta libertà e abbiamo in cielo quella gioia che ora pregustiamo sulla terra. Per il nostro Signore...



Deus, qui paschália nobis remédia contulísti, pópulum tuum cælésti dono proséquere, ut, perféctam libertátem assecútus, in cælis gáudeat, unde nunc in terris exsúltat. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 2, 36-41
Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo.

Dagli Atti degli Apostoli
Nel giorno di Pentecoste, diceva Pietro ai Giudei: «Sappia con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!».
All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?».
E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro».
Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa».
Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 32
Della grazia del Signore è piena la terra.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama il diritto e la giustizia,
della sua grazia è piena la terra.

Ecco, l'occhio del Signore veglia su chi lo teme,
su chi spera nella sua grazia,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L'anima nostra attende il Signore,
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Signore, sia su di noi la tua grazia,
perché in te speriamo.

SEQUENZA (Facoltativa)
Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea».

Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza.



Víctmæ pascháli láudes: ímmolent

Christiáni.

Agnus redémit oves: Christus

ínnocens Patri reconciliávit

peccatóres.



Mors et vita duéllo conflixére miràndo:

dux vitæ mórtuus, regnat vívus.

Dic nobis, María, quid vidísti in via?

Sepúlcrum Christi vivéntis: et glóriam

vidi resurgéntis.



Angélicos testes, sudárium, et vestes.

Surréxit Christus spes mea: præcédit

vos in Galilǽam.

Scímus Christum surrexísse a mórtuis

vere: tu nobis, victor Rex, miserére.

Canto al Vangelo Sal 117,24
Alleluia, alleluia.
Questo è il giorno fatto dal Signore:
rallegriamoci ed esultiamo.
Alleluia.

Vangelo Gv 20, 11-18
Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Maria stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo».
Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro».
Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.

Sulle Offerte
Accogli, Padre misericordioso, l'offerta di questa tua famiglia, perché con la tua protezione custodisca i doni pasquali e giunga alla felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.



Oblatiónes famíliæ tuæ, quæsumus, Dómine, súscipe miserátus, ut, sub tuæ protectiónis auxílio, et colláta non perdat, et ad ætérna dona pervéniat. Per Christum.


Prefazio Pasquale I
Cristo agnello pasquale

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo giorno
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

E' lui il vero Agnello che ha tolto i peccati dal mondo,
è lui che morendo ha distrutto la morte
e risorgendo ha ridato a noi la vita.

Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre: Te quidem,

Dómine, omni témpore confitéri,

sed in hac potíssimum die gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Ipse enim verus est Agnus qui ábstulit peccáta mundi.

Qui mortem nostram moriéndo destrúxit, et vitam resurgéndo reparávit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ potestátes

hymnum glóriæ tuæ cóncinunt, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...


Comunione Col 3,1-2
Se siete risorti con Cristo, cercate le cose del cielo,
dove Cristo siede alla destra di Dio;
gustate le cose del cielo, alleluia.



Si consurrexístis cum Christo,

quæ sursum sunt quærite,

ubi Christus est in déxtera Dei sedens;

quæ sursum sunt sápite, allelúia.

Dopo la Comunione
Ascolta, Signore, le nostre preghiere e guida questa tua famiglia, purificata col dono del Battesimo, alla luce meravigliosa del tuo regno. Per Cristo nostro Signore.



Exáudi nos, omnípotens Deus, et famíliæ tuæ corda, cui perféctam baptísmatis grátiam contulísti, ad promeréndam beatitúdinem aptes ætérnam. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 16/04/2009 19:13]
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