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Anno liturgico

Ultimo Aggiornamento: 30/05/2010 09:37
05/05/2009 14:57
 
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IV SETTIMANA DI PASQUA - MARTEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Ap 19,7.6
Rallegriamoci ed esultiamo, diamo gloria a Dio,
perché il Signore ha preso possesso del suo regno,
il nostro Dio, l'Onnipotente, alleluia.



Gaudeámus et exsultémus et demus glóriam Deo,

quóniam regnávit Dóminus Deus noster omnípotens, allelúia.


Colletta
Dio Padre onnipotente, che ci dai la grazia di celebrare il mistero della risurrezione del tuo Figlio, concedi a noi di testimoniare con la vita la gioia di essere salvati. Per il nostro Signore...



Præsta, quæsumus, omnípotens Deus, ut, qui resurrectiónis domínicæ mystéria cólimus, redemptiónis nostræ suscípere lætítiam mereámur. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 11, 19-26
Cominciarono a parlare anche ai Greci, predicando la buona novella del Signore Gesù.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, i discepoli che erano stati dispersi dopo la persecuzione scoppiata al tempo di Stefano, erano arrivati fin nella Fenìcia, a Cipro e ad Antiòchia e non predicavano la parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni fra loro, cittadini di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiòchia, cominciarono a parlare anche ai Greci, predicando la buona novella del Signore Gesù. E la mano del Signore era con loro e così un gran numero credette e si convertì al Signore.
La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la quale mandò Bàrnaba ad Antiòchia.
Quando questi giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore. E una folla considerevole fu condotta al Signore.
Bàrnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Sàulo e trovatolo lo condusse ad Antiòchia. Rimasero insieme un anno intero in quella comunità e istruirono molta gente; ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 86
Popoli tutti, lodate il Signore.

Le sue fondamenta sono sui monti santi;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
Di te si dicono cose stupende, città di Dio.

Ricorderò Raab e Babilònia fra quelli che mi conoscono;
ecco, Palestina, Tiro ed Etiòpia: tutti là sono nati.
Si dirà di Sion: «L'uno e l'altro è nato in essa
e l'Altissimo la tiene salda».

Il Signore scriverà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno:
«Sono in te tutte le mie sorgenti».

Canto al Vangelo Gv 10,27
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore:
io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.

Vangelo Gv 10, 22-30
Io e il Padre siamo una cosa sola.

Dal vangelo secondo Giovanni
Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d'inverno.
Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza; ma voi non credete, perché non siete mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io dò loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Sulle Offerte
O Dio, che in questi santi misteri compi l'opera della nostra redenzione, fa' che questa celebrazione pasquale sia per noi fonte di perenne letizia. Per Cristo nostro Signore.



Concéde, quæsumus, Dómine, semper nos per hæc mystéria paschália gratulári, ut contínua nostræ reparatiónis operátio perpétuæ nobis fiat causa lætítiæ. Per Christum.

Prefazio Pasquale IV
La restaurazione dell'universo per mezzo del mistero pasquale.

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

In lui, vincitore del peccato e della morte.
l'universo risorge e si rinnova,
e l'uomo ritorna alle sorgenti della vita.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.



Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.

Sed et supérnæ virtútes atque

angélicæ potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Cf Lc 24,46.26
Il Cristo doveva patire e risuscitare dai morti
e così entrare nella sua gloria, alleluia.



Opórtuit pati Christum,

et resúrgere a mórtuis,

et ita intráre in glóriam suam, allelúia.


Dopo la Comunione
Esaudisci, Signore, le nostre preghiere: la partecipazione al mistero della redenzione ci dia l'aiuto per la vita presente e ci ottenga la felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.



Exáudi, Dómine, preces nostras, ut redemptiónis nostræ sacrosáncta commércia et vitæ nobis cónferant præséntis auxílium et gáudia sempitérna concílient. Per Christum.


www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm

[Modificato da LiviaGloria 06/05/2009 15:48]
06/05/2009 15:46
 
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IV SETTIMANA DI PASQUA - MERCOLEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 17,50; 21,23
Ti loderò, Signore, fra tutti i popoli,
ai miei fratelli annunzierò il tuo nome, alleluia.



Confitébor tibi in pópulis,

Dómine, et narrábo

nomen tuum frátribus meis, allelúia.

Colletta
O Dio, vita dei tuoi fedeli, gloria degli umili, beatitudine dei giusti, ascolta la preghiera del tuo popolo, e sazia con l'abbondanza dei tuoi doni la sete di coloro che sperano nelle tue promesse. Per il nostro Signore...



Deus, vita fidélium, glória humílium, beatitúdo iustórum, ad preces súpplicum benígnus inténde, ut, qui promíssa tuæ sítiunt largitátis, de tua semper abundántia repleántur. Per Dóminum


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 12,24-13,5a
Riservate per me Bàrnaba e Sàulo.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, la parola di Dio cresceva e si diffondeva. Bàrnaba e Saulo poi, compiuta la loro missione, tornarono da Gerusalemme prendendo con loro Giovanni, detto anche Marco.
C'erano nella comunità di Antiòchia profeti e dottori: Bàrnaba, Simeone soprannominato Niger, Lucio di Cirène, Manaen, compagno d'infanzia di Erode tetrarca, e Sàulo.
Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Sàulo per l'opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono.
Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, discesero a Selèucia e di qui salparono verso Cipro. Giunti a Salamìna cominciarono ad annunziare la parola di Dio nelle sinagòghe dei Giudei.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 66
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
fra tutte le genti la tua salvezza.

Esultino le genti e si rallegrino,
perché giudichi i popoli con giustizia,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, Dio, ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio, il nostro Dio,
e lo temano tutti i confini della terra.

Canto al Vangelo Gv 8,12
Alleluia, alleluia.
Io sono la luce del mondo, dice il Signore:
chi segue me avrà la luce della vita.
Alleluia.

Vangelo Gv 12,44-50
Io sono venuto nel mondo come luce.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù gridò a gran voce: «Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me».

Sulle Offerte
O Dio, che in questo misterioso scambio di doni ci fai partecipare alla comunione con te, unico e sommo bene, concedi che la luce della tua verità sia testimoniata dalla nostra vita. Per Cristo nostro Signore.



Deus, qui nos, per huius sacrifícii veneránda commércia, uníus summæque divinitátis partícipes effecísti, præsta, quæsumus, ut, sicut tuam cognóvimus veritátem, sic eam dignis móribus assequámur. Per Christum.

Prefazio Pasquale IV
La restaurazione dell'universo per mezzo del mistero pasquale.

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

In lui, vincitore del peccato e della morte.
l'universo risorge e si rinnova,
e l'uomo ritorna alle sorgenti della vita.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.



Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.

Sed et supérnæ virtútes atque

angélicæ potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Cf Gv 15,16.19
Dice il Signore:
«Io vi ho scelto dal mondo e vi ho costituiti
perché andiate e portiate frutto,
e il vostro frutto rimanga», alleluia.



Dicit Dóminus: Ego elégi vos de mundo et pósui vos ut eátis,

et fructum afferátis, et fructus vester máneat, allelúia.


Dopo la Comunione
Assisti il tuo popolo, Dio onnipotente, e poiché lo hai colmato della grazia di questi santi misteri, donagli di passare dalla nativa fragilità umana alla vita nuova nel Cristo risorto. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



Pópulo tuo, quæsumus, Dómine, adésto propítius, et, quem mystériis cæléstibus imbuísti, fac ad novitátem vitæ de vetustáte transíre. Per Christum.



www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm

[Modificato da LiviaGloria 06/05/2009 15:49]
11/05/2009 22:57
 
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IV SETTIMANA DI PASQUA - GIOVEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Cf Sal 67,8-9.20
Quando avanzavi, o Dio, davanti al tuo popolo,
e ad essi aprivi la via e abitavi con loro,
la terra tremò e stillarono i cieli, alleluia.



Deus, dum egrederéris coram pópulo tuo,

iter fáciens eis, hábitans in illis,

terra mota est, cæli distillavérunt, allelúia.

Colletta
O Dio, che hai redento l'uomo e lo hai innalzato oltre l'antico splendore, guarda all'opera della tua misericordia, e nei tuoi figli, nati a vita nuova nel Battesimo, custodisci sempre i doni della tua grazia. Per il nostro Signore...



Deus, qui humánam natúram supra primæ oríginis réparas dignitátem, réspice ad pietátis tuæ ineffábile sacraméntum, ut, quos regeneratiónis mystério dignátus es innováre, in his dona tuæ perpétuæ grátiæ benedictionísque consérves. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 13, 13-25
Dalla discendenza di Davide Dio trasse il salvatore, Gesù.

Dagli Atti degli Apostoli
Salpàti da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge di Panfìlia. Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme. Essi invece proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia di Pisìdia ed entrati nella sinagòga nel giorno di sabato, si sedettero. Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagòga mandarono a dire loro: «Fratelli, se avete qualche parola di esortazione per il popolo, parlate!».
Si alzò Paolo e fatto cenno con la mano disse: «Uomini di Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i nostri padri ed esaltò il popolo durante il suo esilio in terra d'Egitto, e con braccio potente li condusse via di là. Quindi, dopo essersi preso cura di loro per circa quarant'anni nel deserto, distrusse sette popoli nel paese di Canaan e concesse loro in eredità quelle terre, per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei Giudici, fino al profeta Samuèle. Allora essi chiesero un re e Dio diede loro Saul, figlio di Cis, della tribù di Beniamino, per quaranta anni. E, dopo averlo rimosso dal regno, suscitò per loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri. Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di penitenza a tutto il popolo d'Israele. Diceva Giovanni sul finire della sua missione: Io non sono ciò che voi pensate che io sia! Ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di sciogliere i sandali».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 88
Il Signore è fedele per sempre: alleluia.

Canterò senza fine le grazie del Signore,
con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli
perché hai detto: «La mia grazia rimane per sempre» ;
la tua fedeltà è fondata nei cieli.

Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio ho consacrato;
la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza.

La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui
e nel mio nome si innalzerà la sua potenza.
Egli mi invocherà: Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza.

Canto al Vangelo Cf Ap 1,5

Alleluia, alleluia.
Signore Gesù, testimone fedele, primogenito dei morti,
tu ci hai amati e hai lavato le nostre colpe nel tuo sangue.
Alleluia.

Vangelo Gv 13, 16-20
Chi accoglie colui che manderò, accoglie me.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: "Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno". Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

Sulle Offerte
Accogli, Signore, l'offerta del nostro sacrificio, perché, rinnovati nello spirito, possiamo rispondere sempre meglio all'opera della tua grande bontà. Per Cristo nostro Signore.



Ascéndant ad te, Dómine, preces nostræ cum oblatiónibus hostiárum, ut, tua dignatióne mundáti, sacraméntis magnæ pietátis aptémur. Per Christum.

Prefazio Pasquale IV
La restaurazione dell'universo per mezzo del mistero pasquale.

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

In lui, vincitore del peccato e della morte.
l'universo risorge e si rinnova,
e l'uomo ritorna alle sorgenti della vita.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.



Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.

Sed et supérnæ virtútes atque

angélicæ potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth


Comunione Mt 28,20
«Ecco, io sono con voi tutti i giorni
sino alla fine del mondo», alleluia.



Ecce ego vobíscum sum ómnibus diébus,

usque ad consummatiónem sæculi, allelúia.


Dopo la Comunione
O Dio grande e misericordioso, che nel Signore risorto riporti l'umanità alla speranza eterna, accresci in noi l'efficacia del mistero pasquale, con la forza di questo sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, qui ad ætérnam vitam in Christi resurrectióne nos réparas, fructus in nobis paschális multíplica sacraménti, et fortitúdinem cibi salutáris nostris infúnde pectóribus. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 11/05/2009 23:04]
11/05/2009 22:59
 
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IV SETTIMANA DI PASQUA - VENERDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Ap 5,9-10
Ci hai redenti, o Signore, con il tuo sangue
da ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
e hai fatto di noi un regno di sacerdoti
per il nostro Dio. Alleluia.



Redemísti nos, Dómine, in sánguine tuo,

ex omni tribu, et lingua, et pópulo, et natióne,

et fecísti nos Deo nostro regnum et sacerdótes, allelúia.


Colletta
O Padre, principio della vera libertà e fonte di salvezza, ascolta la voce del tuo popolo e fa' che i redenti dal sangue del tuo Figlio vivano sempre in comunione con te e godano la felicità senza fine. Per il nostro Signore...



Deus, qui et libertátis nostræ auctor es et salútis, exáudi supplicántium voces, et, quos sánguinis Fílii tui effusióne redemísti, fac, ut per te vívere et perpétua in te váleant incolumitáte gaudére. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 13, 26-33
Dio ha attuato per noi la promessa risuscitando Gesù.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, giunto Paolo ad Antiòchia di Pisìdia, diceva nella sinagòga: «Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata questa parola di salvezza. Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non hanno riconosciuto Gesù e condannandolo hanno adempiuto le parole dei profeti che si leggono ogni sabato; e, pur non avendo trovato in lui nessun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso. Dopo aver compiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro.
Ma Dio lo ha risuscitato dai morti ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono i suoi testimoni davanti al popolo.
E noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta, poiché Dio l'ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo: "Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato"».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 2
Hai glorificato, Padre, il Figlio del tuo amore.

«Io l'ho costituito mio sovrano
sul Sion mio santo monte».
Annunzierò il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.

Chiedi a me, ti darò in possesso le genti
e in dominio i confini della terra.
Le spezzerai con scettro di ferro,
come vasi di argilla le frantumerai».

E ora, sovrani, siate saggi
istruitevi, giudici della terra;
servite Dio con timore
e con tremore esultate.

Canto al Vangelo Gv 14,6
Alleluia, alleluia.
Io sono la vita, la verità, dice il Signore:
nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Alleluia.

Vangelo Gv 14, 1-6
Io sono la via, la verità e la vita.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?».
Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».

Sulle Offerte
Accogli, Padre misericordioso, l'offerta di questa tua famiglia, perché con la tua protezione custodisca i doni pasquali e giunga alla felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.



Oblatiónes famíliæ tuæ, quæsumus, Dómine, súscipe miserátus, ut, sub tuæ protectiónis auxílio, et colláta non perdant, et ad ætérna dona pervéniant. Per Christum.


Prefazio Pasquale IV
La restaurazione dell'universo per mezzo del mistero pasquale.

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

In lui, vincitore del peccato e della morte.
l'universo risorge e si rinnova,
e l'uomo ritorna alle sorgenti della vita.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.



Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.

Sed et supérnæ virtútes atque

angélicæ potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Rm 4,25
Cristo nostro Signore
è stato messo a morte per i nostri peccati
ed è risuscitato per la nostra giustificazione, alleluia.



Tráditus est Christus Dóminus noster

propter delícta nostra,

et resurréxit propter iustificatiónem nostram, allelúia.


Dopo la Comunione
Proteggi, Signore, con paterna bontà il tuo popolo che hai salvato con il sacrificio della croce, e rendilo partecipe della gloria del Cristo risorto, che vive e regna nei secoli dei secoli.



Contínua, quæsumus, Dómine, quos salvásti pietáte custódi, ut, qui Fílii tui passióne sunt redémpti, eius resurrectióne læténtur. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 11/05/2009 23:05]
11/05/2009 23:00
 
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IV SETTIMANA DI PASQUA - SABATO
MESSALE


Antifona d'Ingresso 1 Pt 2,9
Voi siete un popolo redento;
annunziate le grandi opere del Signore,
che vi ha chiamato dalle tenebre
alla sua ammirabile luce, alleluia.



Pópulus acquisitiónis,

annuntiáte virtútes eius,

qui vos de ténebris vocávit in

admirábile lumen suum, allelúia.

Colletta
Dio onnipotente ed eterno, rendi sempre operante in noi il mistero della Pasqua, perché, nati a nuova vita nel Battesimo, con la tua protezione possiamo portare molto frutto e giungere alla pienezza della gioia eterna. Per il nostro Signore...



Deus, qui sollemnitáte pascháli cæléstia mundo remédia benígnus operáris, Ecclésiæ tuæ indulgéntiam proséquere, ut observántia temporális ad vitam profíciat sempitérnam. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 13, 44-52
Noi ci rivolgiamo ai pagani

Dagli Atti degli Apostoli
Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola di Dio. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono pieni di gelosia e contraddicevano le affermazioni di Paolo, bestemmiando. Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: « Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: "Io ti ho posto come luce per le genti, perché tu porti la salvezza sino all'estremità della terra"».
Nell'udir ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola di Dio e abbracciarono la fede tutti quelli che erano destinati alla vita eterna.
La parola di Dio si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le donne pie di alto rango e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li scacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio, mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 97
Cantiamo al Signore, salvezza di tutti i popoli.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto prodigi.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha manifestato la sua salvezza,
agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa di Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la salvezza del nostro Dio.
Acclami al Signore tutta la terra,
gridate, esultate con canti di gioia.

Canto al Vangelo Gv 8,31; 14,7
Alleluia, alleluia.
Se rimanete fedeli alla mia parola,
sarete davvero miei discepoli, dice il Signore,
e conoscerete la verità.
Alleluia.

Vangelo Gv 14, 7-14
Chi ha visto me ha visto il Padre.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».

Sulle Offerte
Santifica, o Dio, i doni che ti presentiamo e trasforma in offerta perenne tutta la nostra vita in unione alla vittima spirituale, il tuo servo Gesù, unico sacrificio a te gradito. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



Propítius, Dómine, quæsumus, hæc dona sanctífica, et, hóstiæ spiritális oblatióne suscépta, nosmetípsos tibi pérfice munus ætérnum. Per Christum.


Prefazio Pasquale IV
La restaurazione dell'universo per mezzo del mistero pasquale.

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

In lui, vincitore del peccato e della morte.
l'universo risorge e si rinnova,
e l'uomo ritorna alle sorgenti della vita.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.



Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.

Sed et supérnæ virtútes atque

angélicæ potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Gv 17,24
«Quelli che mi hai dato, Padre,
voglio che siano con me, dove sono io,
perché contemplino
la gloria che mi hai dato», alleluia.



Pater, quos dedísti mihi, volo ut ubi sum ego,

et illi sint mecum,

ut vídeant claritátem quam dedísti mihi, allelúia.


Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai nutriti con questo sacramento, ascolta la nostra umile preghiera: il memoriale della Pasqua, che Cristo tuo Figlio ci ha comandato di celebrare, ci edifichi sempre nel vincolo della tua carità. Per Cristo nostro Signore.



Súmpsimus, Dómine, sacri dona mystérii, humíliter deprecántes, ut, quæ in sui commemoratiónem nos Fílius tuus fácere præcépit, in nostræ profíciant caritátis augméntum. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 11/05/2009 23:05]
11/05/2009 23:01
 
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V DOMENICA DI PASQUA
Anno B

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


LETTURE: At 9,26-31; Sal 21; 1 Gv 3,18-24; Gv 15,1-8


Crescita e tensioni nella Chiesa

La Chiesa si costruisce a poco a poco; fa progressi, si moltiplica guidata dallo Spirito. Innestata sulla fede nel Cristo risorto la nuova comunità, quale vite feconda, estende i suoi rami.

Diverse chiese, ma un'unica Chiesa
Il racconto della prima visita di Paolo a Gerusalemme dopo la sua conversione, mette in luce due elementi: Paolo vuole incontrarsi con i discepoli della Chiesa-madre perché sia riconosciuta, anche visibilmente, la sua comunione con i fratelli che sono, stati i testimoni privilegiati della risurrezione di Cristo; in tal modo viene sottolineata pure l'unità della missione evangelizzatrice della Chiesa. Come infatti in Gerusalemme aveva avuto il suo culmine e il suo compimento la missione di Gesù (cf il tema della «salita a Gerusalemme» nel tempo di preparazione alla Pasqua), così da Gerusalemme parte e si diffonde la missione degli apostoli e di Paolo, per raggiungere uomini di razze e culture diverse: «La Chiesa... dunque... cresceva e camminava nel timore del Signore colma del conforto dello Spirito Santo» (prima lettura).
Sorgono le diverse Chiese nei punti nevralgici degli itinerari apostolici, ma tutte sono raccolte nell'unità della fede e della carità di Cristo. Ciò avviene nell'ambito di una Chiesa che si costruisce dopo la risurrezione di Cristo; ma il medesimo dinamismo di crescita e di espansione è vivo e vitale anche oggi. Il centro di unità si è spostato dalla Chiesa di Gerusalemme alla Chiesa di Roma: essa possiede modelli di organizzazione e di pensiero caratteristici della cultura in cui si è inserita e che ha pure trasformato. Ma non li impone alle Chiese locali le quali — incarnate in paesi con proprie culture — devono trovare una specifica fisionomia per l'annuncio dell'unico messaggio salvifico. Si instaura così un regime di unità nel pluralismo che non va esente da squilibri e tensioni.

Un'unica vigna innestata sul ceppo che è Cristo
Si inserisce qui il Vangelo di Giovanni che è anch'esso un discorso di Chiesa e di unità della Chiesa. Il tema centrale è quello dell'intima unione tra Cristo e il Padre (Gesù è la vera vite di cui il Padre ha cura; cf vangelo), tra Cristo e i discepoli (i tralci innestati sulla vite; cf vangelo). La preoccupazione del Signore per l'avvenire del suo corpo che è la Chiesa da lui fondata, è quella di restare innestati in lui: condizione essenziale per portare frutto.
Il cristiano oggi più che mai è chiamato a «portare "molto frutto": nella giustizia sociale, perché essa non sia solo lotta per la conquista di un potere, ma potere di rispetto e di amore per ogni creatura, dal bimbo che fiorisce nel grembo della madre, al vecchio che avvizzisce nella carne, all'ombra di un cronicario e nella solitudine; nella promozione umana, dove l'uomo non è solo il protagonista di una storia senza significato che si ripete all'infinito, ma il figlio e il fratello che nella storia trova la sua strada che conduce al cuore del Padre; nella comunione personale e comunitaria con la persona di Gesù che, se vive nella comunità dei credenti, tuttavia la trascende nella sua pienezza di amore personale.
In questo vivere dinamicamente la fede, non solo è glorificato il Padre, ma quella gloria si riversa sul volto dell'uomo dove i tratti della fatica e del dolore non assumono più i segni di una condanna, ma diventano il preludio della vita» (G. Sacino).

Nel pluralismo l'unità
Ogni crescita è sempre accompagnata da tensioni, da squilibri. Questo nel campo fisiologico, in quello sociale, politico, religioso. Le tensioni che oggi attraversa la Chiesa possono rivelarsi feconde e costruttrici a condizione che siano vissute nell'amore, fuori di ogni risentimento, di ogni nuovo integrismo.
«Le tensioni attuali diventano illegittime quando si trasformano in settarismo. Lo stesso ardore che i cristiani mettono nella lotta contro tutte le discriminazioni razziali, etniche, ideologiche, nazionali, deve riscontrarsi, per evitarle, nell'ambito del popolo di Dio.
Sappiamo, purtroppo, che non è così. L'intolleranza e la scomunica reciproca infieriscono troppo spesso; come infieriscono i rifiuti, pratici o sistematici, di comunione con gli altri fratelli cattolici che non condividono la stessa opzione politica o che non appartengono alla stessa categoria sociale o culturale. Questa reale contraddizione fra il comportamento interno e il comportamento esterno dei cattolici deve essere eliminata, sotto pena di menzogna, di contro-testimonianza e d'inefficacia» (M. Roy).
Parliamo molto di pluralismo, ma non abbiamo ancora capito che il pluralismo è più difficile dell'unità monolitica, esige maggiore maturità, maggiore capacità di dialogo, maggior rispetto e amore. Per questo è più fecondo.


Cristo è luce

Dai «Discorsi» di san Massimo di Torino, vescovo
(Disc. 53, 1-2. 4; CCL 23, 214-216)
La risurrezione di Cristo apre l'inferno. I neofiti della Chiesa rinnovano la terra. Lo Spirito Santo dischiude i cieli. L'inferno, ormai spalancato, restituisce i morti. La terra rinnovata rifiorisce dei suoi risorti. Il cielo dischiuso accoglie quanti vi salgono.
Anche il ladrone entra in paradiso, mentre i corpi dei santi fanno il loro ingresso nella santa città. I morti ritornano tra i vivi; tutti gli elementi, in virtù della risurrezione di Cristo, si elevano a maggiore dignità.
L'inferno restituisce al paradiso quanti teneva prigionieri. La terra invia al cielo quanti nascondeva nelle sue viscere. Il cielo presenta al Signore tutti quelli che ospita. In virtù dell'unica ed identica passione del Signore l'anima risale dagli abissi, viene liberata dalla terra e collocata nei cieli.
La risurrezione di Cristo infatti è vita per i defunti, perdono per i peccatori, gloria per i santi. Davide invita, perciò, ogni creatura e rallegrarsi per la risurrezione di Cristo, esortando tutti a gioire grandemente nel giorno del Signore.
La luce di Cristo è giorno senza notte, giorno che non conosce tramonto. Che poi questo giorno sai Cristo, lo dice l'Apostolo: «La notte è avanzata, il giorno è vicino» (Rm 13, 12). Dice: «avanzata»; non dice che debba ancora venire, per farti comprendere che quando Cristo ti illumina con la sua luce, devi allontanare da te le tenebre del diavolo, troncare l'oscura catena del peccato, dissipare con questa luce le caligini di un tempo e soffocare in te gli stimoli delittuosi.
Questo giorno è lo stesso Figlio, su cui il Padre, che è giorno senza principio, fa splendere il sole della sua divinità.
Dirò anzi che egli stesso è quel giorno che ha parlato per mezzo di Salomone: «Io ho fatto sì che spuntasse in cielo una luce che non viene meno» (Sir 24, 6 volg.). Come dunque al giorno del cielo non segue la notte, così le tenebre del peccato non possono far seguito alla giustizia di Cristo. Il giorno del cielo infatti risplende in eterno, la sua luce abbagliante non può venire sopraffatta da alcuna oscurità. Altrettanto deve dirsi della luce di Cristo che sempre risplende nel suo radioso fulgore senza poter essere ostacolata da caligine alcuna. Ben a ragione l'evangelista Giovanni dice: La luce brilla nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno sopraffatta (cfr. Gv 1, 5).
Pertanto, fratelli, tutti dobbiamo rallegrarci in questo santo giorno. Nessuno deve sottrarsi alla letizia comune a motivo dei peccati che ancora gravano sulla sua coscienza. Nessuno sia trattenuto dal partecipare alle preghiere comuni a causa dei gravi peccati che ancora lo opprimono. Sebbene peccatore, in questo giorno nessuno deve disperare del perdono. Abbiamo infatti una prova non piccola: se il ladro ha ottenuto il paradiso, perché non dovrebbe ottenere perdono il cristiano?


MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 97,1-2
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto prodigi;
a tutti i popoli ha rivelato la salvezza. Alleluia.



Cantáte Dómino cánticum novum,

quia mirabília fecit Dóminus;

ante conspéctum géntium revelávit iustítiam suam, allelúia.


Colletta
O Padre, che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo, guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione, perché a tutti i credenti in Cristo sia data la vera libertà e l'eredità eterna. Per il nostro Signore...



Omnípotens sempitérne Deus, semper in nobis paschále pérfice sacraméntum, ut, quos sacro baptísmate dignátus es renováre, sub tuæ protectiónis auxílio multos fructus áfferant, et ad ætérnæ vitæ gáudia perveníre concédas. Per Dóminum.


Oppure:
O Dio, che ci hai inseriti in Cristo come tralci nella vera vite, donaci il tuo Spirito, perché amandoci gli uni agli altri di sincero amore, diventiamo primizie di umanità nuova e portiamo frutti di santità e di pace. Per il nostro Signore...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 9, 26-31
Bàrnaba raccontò agli apostoli come durante il viaggio Paolo aveva visto il Signore.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Saulo, venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi ai discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo che fosse un discepolo.
Allora Bàrnaba lo prese con sé, lo condusse dagli apostoli e raccontò loro come, durante il viaggio, aveva visto il Signore che gli aveva parlato e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. Così egli poté stare con loro e andava e veniva in Gerusalemme, predicando apertamente nel nome del Signore. Parlava e discuteva con quelli di lingua greca; ma questi tentavano di ucciderlo. Quando vennero a saperlo, i fratelli lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso.
La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 21
A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea.

Scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano;
il vostro cuore viva per sempre!

Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra;
davanti a te si prostreranno
tutte le famiglie dei popoli.

A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.

Ma io vivrò per lui,
lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunceranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l’opera del Signore!».

Seconda Lettura 1 Gv 3, 18-24
Questo è il suo comandamento: che crediamo e ci amiamo.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

Canto al Vangelo Cf Gv 15,4a.5b
Alleluia, alleluia.
Rimanete in me e io in voi, dice il Signore;
chi rimane in me porta molto frutto.
Alleluia.



Vangelo Gv 15, 1-8
Chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».


Sulle Offerte
O Dio, che in questo scambio di doni ci fai partecipare alla comunione con te, unico e sommo bene, concedi che la luce della tua verità sia testimoniata dalla nostra vita. Per Cristo nostro Signore.



Deus, qui nos, per huius sacrifícii veneránda commércia, uníus summæque divinitátis partícipes effecísti, præsta, quæsumus, ut, sicut tuam cognóvimus veritátem, sic eam dignis móribus assequámur. Per Christum.


Prefazio Pasquale V
Cristo sacerdote e vittima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

Offrendo il suo corpo sulla croce,
diede compimento ai sacrifici antichi,
e donandosi per la nostra redenzione
divenne altare, vittima e sacerdote.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.



Antifona alla Comunione Gv 14,6
«Io sono la via, la verità e la vita»,
dice il Signore. Alleluia.



Ego sum vitis vera et vos pálmites, dicit Dóminus; qui manet in me et ego in eo, hic fert fructum multum, allelúia.

Dopo la Comunione
Assisti, Signore, il tuo popolo, che hai colmato della grazia di questi santi misteri, e fa' che passiamo dalla decadenza del peccato alla pienezza della vita nuova. Per Cristo nostro Signore.



Pópulo tuo, quæsumus, Dómine, adésto propítius, et, quem mystériis cæléstibus imbuísti, fac ad novitátem vitæ de vetustáte transíre. Per Christum.

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[Modificato da LiviaGloria 11/05/2009 23:06]
11/05/2009 23:03
 
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V SETTIMANA DI PASQUA - LUNEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso
E' risorto il buon Pastore,
che ha dato la vita per le sue pecorelle,
e per il suo gregge
è andato incontro alla morte. Alleluia.



Surréxit pastor bonus,

qui ánimam suam pósuit pro óvibus suis,

et pro grege suo mori dignátus est, allelúia.


Colletta
O Padre, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siamo fissi i nostri cuori dove è la vera gioia. Per il nostro Signore...



Famíliam tuam, quæsumus, Dómine, déxtera tua perpétuo circúmdet auxílio, ut, Fílii tui Unigéniti resurrectióne, ab omni pravitáte defénsa, donis cæléstibus prosequátur. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 14, 5-18
Vi predichiamo di convertirvi da queste vanità al Dio vivente.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, a Icònio ci fu un tentativo dei pagani e dei Giudei con i loro capi per maltrattare e lapidare Paolo e Bàrnaba; essi se ne accorsero e fuggirono nelle città della Licaònia, Listra e Derbe e nei dintorni, e là continuavano a predicare il vangelo.
C'era a Listra un uomo paralizzato alle gambe, storpio sin dalla nascita, che non aveva mai camminato. Egli ascoltava il discorso di Paolo e questi, fissandolo con lo sguardo e notando che aveva fede di esser risanato, disse a gran voce: «Alzati diritto in piedi!». Egli fece un balzo e si mise a camminare. La gente allora, al vedere ciò che Paolo aveva fatto, esclamò in dialetto licaònio e disse: «Gli dèi sono scesi tra di noi in figura umana!». E chiamavano Bàrnaba Zeus e Paolo Hermes, perché era lui il più eloquente.
Intanto il sacerdote di Zeus, il cui tempio era all'ingresso della città, recando alle porte tori e corone, voleva offrire un sacrificio insieme alla folla. Sentendo ciò, gli apostoli Bàrnaba e Paolo si strapparono le vesti e si precipitarono tra la folla, gridando: «Cittadini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, mortali come voi, e vi predichiamo di convertirvi da queste vanità al Dio vivente che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano.
Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che ogni popolo seguisse la sua strada; ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge e stagioni ricche di frutti, fornendovi il cibo e riempiendo di letizia i vostri cuori». E così dicendo, riuscirono a fatica a far desistere la folla dall'offrire loro un sacrificio.

Salmo Responsoriale Dai Salmi 113
A te la gloria, Signore, nei secoli.

Non a noi, Signore, non a noi,
ma al tuo nome dà gloria,
per la tua fedeltà, per la tua grazia.
Perché i popoli dovrebbero dire:
«Dov'è il loro Dio?».

Il nostro Dio è nei cieli,
egli opera tutto ciò che vuole.
Gli ìdoli delle genti sono argento e oro,
opera delle mani dell'uomo.

Siate benedetti dal Signore
che ha fatto cielo e terra.
I cieli sono i cieli del Signore,
ma ha dato la terra ai figli dell'uomo.

Canto al Vangelo Gv 14,26
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa, dice il Signore,
e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto.
Alleluia.

Vangelo Gv 14, 21-26
Lo Spirito Santo che il Padre manderà v'insegnerà ogni cosa.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l'Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Sulle Offerte
Accogli, Signore, l'offerta del nostro sacrificio, perché rinnovati nello spirito, possiamo rispondere sempre meglio all'opera della tua redenzione. Per Cristo nostro Signore.



Ascéndant ad te, Dómine, preces nostræ cum oblatiónibus hostiárum, ut, tua dignatióne mundáti, sacraméntis magnæ pietátis aptémur. Per Christum.

Prefazio Pasquale V
Cristo sacerdote e vittima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

Offrendo il suo corpo sulla croce,
diede compimento ai sacrifici antichi,
e donandosi per la nostra redenzione
divenne altare, vittima e sacerdote.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Gv 14,27
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace,
non come la dà il mondo, io la do a voi»,
dice il Signore, alleluia.



Pacem relínquo vobis,

pacem meam do vobis;

non quómodo mundus dat,

ego do vobis, dicit Dóminus, allelúia.

Dopo la Comunione
O Dio grande e misericordioso, che nel Signore risorto riporti l'umanità alla speranza eterna, accresci in noi l'efficacia del mistero pasquale, con la forza di questo sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, qui ad ætérnam vitam in Christi resurrectióne nos réparas, fructus in nobis paschális multíplica sacraménti, et fortitúdinem cibi salutáris nostris infúnde pectóribus. Per Christum.

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V SETTIMANA DI PASQUA - MARTEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Ap 19,5; 12,10
Date lode al nostro Dio,
voi che lo temete, piccoli e grandi,
perché è venuta la salvezza e la potenza
e la sovranità del suo Cristo, alleluia.



Laudem dícite Deo nostro,

omnes qui timétis Deum,

pusílli et magni, quia facta est salus,

et virtus, et potéstas Christi eius, allelúia.

Colletta
O Padre, che nella risurrezione del tuo Figlio ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, rafforza in noi la fede e la speranza, perché non dubitiamo mai di raggiungere quei beni che tu ci hai rivelato e promesso. Per il nostro Signore...



Deus, qui ad ætérnam vitam in Christi resurrectióne nos réparas, da pópulo tuo fídei speíque constántiam, ut non dubitémus implénda, quæ te nóvimus auctóre promíssa. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 14, 19-28
Riferirono alla comunità quello che Dio aveva compiuto per mezzo loro.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, giunsero da Antiòchia e da Icònio alcuni Giudei, i quali trassero dalla loro parte la folla; essi presero Paolo a sassate e quindi lo trascinarono fuori della città, credendolo morto. Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli, alzatosi, entrò in città. Il giorno dopo partì con Bàrnaba alla volta di Derbe.
Dopo aver predicato il vangelo in quella città e fatto un numero considerevole di discepoli, ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, rianimando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede poiché, dicevano, è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio. Costituirono quindi per loro in ogni comunità alcuni anziani e dopo avere pregato e digiunato li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto. Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfilia e dopo avere predicato la parola di Dio a Perge, scesero ad Attalia; di qui fecero vela per Antiòchia là dove erano stati affidati alla grazia del Signore per l'impresa che avevano compiuto.
Non appena furono arrivati, riunirono la comunità e riferirono tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo loro e come aveva aperto ai pagani la porta della fede. E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 144
Ti rendiamo grazie, o Dio, per la tua gloria.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza.

Manifèstino agli uomini i tuoi prodigi
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è regno di tutti i secoli,
il tuo dominio si estende ad ogni generazione.

Canti la mia bocca la lode del Signore
e ogni vivente benedica il suo nome santo,
in eterno e sempre.

Canto al Vangelo Cf Lc 24,26
Alleluia, alleluia.
Il Cristo doveva patire e risorgere dai morti,
ed entrare così nella sua gloria.
Alleluia.

Vangelo Gv 14,27-31
Vi dò la mia pace.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi dò la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato».

Sulle Offerte
Accogli, Signore, i doni della tua Chiesa in festa, e poiché le hai dato motivo di tanta gioia, donale anche il frutto di una perenne letizia. Per Cristo nostro Signore.



Súscipe múnera, Dómine, quæsumus, exsultántis Ecclésiæ, et, cui causam tanti gáudii præstitísti, perpétuæ fructum concéde lætítiæ. Per Christum.


Prefazio Pasquale V
Cristo sacerdote e vittima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

Offrendo il suo corpo sulla croce,
diede compimento ai sacrifici antichi,
e donandosi per la nostra redenzione
divenne altare, vittima e sacerdote.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Rm 6,8
Se siamo morti con Cristo,
crediamo che con Cristo anche vivremo, alleluia.



Si mórtui sumus cum Christo,

crédimus quia simul étiam vivémus cum Christo, allelúia.


Dopo la Comunione
Guarda con bontà, o Signore, il tuo popolo, che hai rinnovato con i sacramenti pasquali e guidalo alla gloria incorruttibile della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.



Pópulum tuum, quæsumus, Dómine, intuére benígnus, et, quem ætérnis dignátus es renováre mystériis, ad incorruptíbilem glorificándæ carnis resurrectiónem perveníre concéde. Per Christum.


www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 16/05/2009 09:17]
13/05/2009 11:45
 
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V SETTIMANA DI PASQUA - MERCOLEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 70,8.23
Della tua lode sia piena la mia bocca,
perché io possa cantare;
esulteranno, a te cantando, le mie labbra, alleluia.



Repleátur os meum laude tua,

ut possim cantáre; gaudébunt lábia mea,

dum cantávero tibi, allelúia.


Colletta
O Dio, che salvi i peccatori e li rinnovi nella tua amicizia, volgi verso di te i nostri cuori: tu che ci hai liberato dalle tenebre con il dono della fede, non permettere che ci separiamo da te, luce di verità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...


Deus, innocéntiæ restitútor et amátor, dírige ad te tuórum corda famulórum, ut, quos de incredulitátis ténebris liberásti, numquam a tuæ veritátis luce discédant. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 15, 1-6
Fu stabilito che Paolo e Bàrnaba andassero a Gerusalemme dagli apostoli.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli questa dottrina: «Se non vi fate circoncidere secondo l'uso di Mosè, non potete esser salvi».
Poiché Paolo e Bàrnaba si opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione.
Essi dunque, scortati per un tratto dalla comunità, attraversarono la Fenìcia e la Samarìa raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli.
Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani e riferirono tutto ciò che Dio aveva compiuto per mezzo loro. Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: è necessario circonciderli e ordinar loro di osservare la legge di Mosè.
Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 121
Andiamo con gioia alla casa del Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore».
E ora i nostri piedi si fermano
alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita
come città salda e compatta.
Là salgono insieme le tribù,
le tribù del Signore.

Salgono, secondo la legge di Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i seggi del giudizio,
i seggi della casa di Davide.

Canto al Vangelo Gv 15,4-5
Alleluia, alleluia.
Rimanete in me ed io in voi, dice il Signore;
chi rimane in me porta molto frutto.

Vangelo Gv 15, 1-8
Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Sulle Offerte
O Dio, che in questi santi misteri compi l'opera della nostra redenzione, fa' che questa celebrazione pasquale sia per noi fonte di perenne letizia. Per Cristo nostro Signore.



Concéde, quæsumus, Dómine, semper nos per hæc mystéria paschália gratulári, ut contínua nostræ reparatiónis operátio perpétuæ nobis fiat causa lætítiæ. Per Christum.

Prefazio Pasquale V
Cristo sacerdote e vittima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

Offrendo il suo corpo sulla croce,
diede compimento ai sacrifici antichi,
e donandosi per la nostra redenzione
divenne altare, vittima e sacerdote.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione
Il Signore è risorto
e ha fatto splendere su di noi la sua luce;
ci ha redenti col suo sangue, alleluia.



Surréxit Dóminus et illúxit nobis,

quos redémit sánguine suo, allelúia.

Dopo la Comunione
Esaudisci, Signore, le nostre preghiere: la partecipazione al mistero della redenzione ci dia l'aiuto per la vita presente e ci ottenga la felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.



Exáudi, Dómine, preces nostras, ut redemptiónis nostræ sacrosáncta commércia et vitæ nobis cónferant præséntis auxílium et gáudia sempitérna concílient. Per Christum.


www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm

[Modificato da LiviaGloria 16/05/2009 09:18]
14/05/2009 09:00
 
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14 MAGGIO
SAN MATTIA, APOSTOLO
Festa


LETTURE: At 1, 15-17. 20-26; Sal 112; Gv 15, 9-17


Dio ha stabilito la sua Chiesa anche sul fondamento di questa «dodicesima» colonna. Al posto di Giuda traditore, gli Undici scelsero Mattia perché aveva seguito Gesù durante il suo ministero pubblico, a cominciare dal battesimo di Giovanni fino al giorno dell’Ascensione (Atti 1,15-26). A questo titolo, ha potuto diventare come loro un testimone qualificato della Risurrezione. Secondo lo storico Eusebio di Cesarea, Mattia sarebbe stato uno dei settanta discepoli del Signore. Egli viene ora celebrato il 14 maggio (invece del 24 febbraio), nel tempo pasquale, più vicino al tempo della sua elezione ad apostolo e «testimone del Risorto».


Mostraci, Signore, chi hai designato

Dalla «Omelie sugli Atti degli Apostoli» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
(Om. 3, 1. 2. 3; PG 60, 33-36, 38)
«In quei giorni, Pietro si alzò in mezzo ai fratelli e disse...» (At 1, 15). Dato che era il più zelante e gli era stato affidato da Cristo il gregge, e dato che era il primo nell'assemblea, per primo prende la parola: Fratelli, occorre scegliere uno tra noi (cfr. At 1, 21-22). Lascia ai presenti il giudizio, stimando degni d'ogni fiducia coloro che sarebbero stati scelti e infine garantendosi contro ogni odiosità che poteva sorgere. Infatti decisioni così importanti sono spesso origine di numerosi contrasti. E non poteva essere lo stesso Pietro a scegliere?
Certo che poteva, ma se ne astiene per non sembrare di fare parzialità. D'altra parte non aveva ancora ricevuto lo Spirito Santo. «Ne furono proposti due, Giuseppe, detto Barsabba che era soprannominato Giusto, e Mattia» (At 1, 23). Non li presentò lui, ma tutti. Lui motivò la scelta, dimostrando che non era sua, ma già contemplata dalla profezia. Così egli fu solo l'interprete, non uno che impone il proprio giudizio.
Continua: Bisogna, dunque, che tra questi uomini che sono radunati con noi... (cfr. At 1, 21). Osserva quanta oculatezza richieda già nei testimoni, anche se doveva ancora venire lo Spirito. Egli comunque tratta con grande diligenza questa scelta.
Tra questi uomini, prosegue, che sono stati con noi tutto il tempo che visse tra noi il Signore Gesù. Parla di coloro che erano vissuti con Gesù, non quindi semplici discepoli. All'inizio molti lo seguivano: ecco perché afferma: Era uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e avevano seguito Gesù.
«Per tutto il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi, incominciando dal battesimo di Giovanni» (At 1, 21). E sì, perché gli avvenimenti accaduti prima, nessuno li ricordava con esattezza, ma li appresero dallo Spirito. «Fino al giorno in cui (Gesù) è stato di tra noi assunto in cielo, uno divenga insieme a noi testimone della sua risurrezione» (At 1, 22). Non dice: testimone di ogni cosa, ma «testimone della sua risurrezione», semplicemente.
Infatti era più credibile uno che affermasse: Colui che mangiava, beveva e fu crocifisso, è proprio lo stesso che è risuscitato. Perciò non era necessario che fosse testimone del passato né del tempo successivo e neppure dei miracoli, ma solo della risurrezione. Gli altri avvenimenti erano noti ed evidenti; la risurrezione invece era avvenuta di nascosto ed era nota solo a quei pochi.
E pregavano insieme dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra...» (At 1, 24). Tu, non noi. Molto giustamente lo invocano come colui che conosce i cuori: da lui, infatti, dev'essere fatta l'elezione, non da altri. Pregavano con tanta confidenza, perché era proprio necessario che uno fosse eletto. Non chiesero: Scegli, ma: mostra l'eletto, «colui che hai eletto», ben sapendo che tutto è già stabilito da Dio. «E li tirano a sorte». Non si ritenevano degni di fare essi stessi l'elezione, per questo desiderarono essere guidati da un segno.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Gv 15,16
«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi
e vi ho costituito, perché andiate e portiate frutto,
e il vostro frutto rimanga». Alleluia.



Non vos me elegístis, dicit Dóminus,

sed ego elégi vos, ut eátis, et fructum afferátis,

et fructus vester máneat (T.P. allelúia).

Colletta
O Dio, che hai voluto aggregare san Mattia al collegio degli Apostoli, per sua intercessione concedi a noi, che abbiamo ricevuto in sorte la tua amicizia, di essere contati nel numero degli eletti. Per il nostro Signore...



Deus, qui beátum Matthíam Apostolórum collégio sociásti, eius nobis interventióne concéde, ut, dilectiónis tuæ sorte gaudéntes, cum eléctis numerári mereámur. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 1, 15-17. 20-26
La sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Pietro si alzò in mezzo ai fratelli (il numero delle persone radunate era circa centoventi) e disse: «Fratelli, era necessario che si adempisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, che fece da guida a quelli che arrestarono Gesù. Egli era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero. Infatti sta scritto nel libro dei Salmi: La sua dimora diventi deserta, e nessuno vi abiti, il suo incarico lo prenda un altro.
Bisogna dunque che tra coloro che ci furono compagni per tutto il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi, incominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di tra noi assunto in cielo, uno divenga, insieme a noi, testimone della sua risurrezione».
Ne furono proposti due, Giuseppe detto Barsabba, che era soprannominato Giusto, e Mattia. Allora essi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostraci quale di questi due hai designato a prendere il posto in questo ministero e apostolato che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto da lui scelto».
Gettarono quindi le sorti su di loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 112
Il Signore mi ha scelto tra i poveri.

Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
ora e sempre.

Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutti i popoli eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.

Chi è pari al Signore nostro Dio
che siede nell'alto
e si china a guardare
nei cieli e sulla terra?

Solleva l'indigente dalla polvere,
dall'immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i principi,
tra i principi del suo popolo.

Canto al Vangelo Cf Gv 15,16
Alleluia, alleluia.
Io vi ho scelti di mezzo al mondo, dice il Signore,
perché andiate e portiate frutto,
e il vostro frutto sia duraturo.
Alleluia.




Vangelo Gv 15, 9-17
Non vi chiamo più servi, ma amici.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.
Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri».

Sulle Offerte
Accogli, Signore, i doni che la Chiesa devotamente ti offre nella festa di san Mattia, e sostienila sempre con la forza del tuo amore misericordioso. Per Cristo nostro Signore.



Ecclésiæ tuæ, Dómine, múnera pro festo beáti Matthíæ reverénter obláta suscípias, et per ea nos grátiæ tuæ virtúte confírma. Per Christum.

Prefazio degli Apostoli II
La Chiesa fondata sugli Apostoli e sulla loro testimonianza.

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Tu hai stabilito la tua Chiesa
sul fondamento degli Apostoli,
perché sia, attraverso i secoli,
segno visibile della tua santità,
e in nome tuo trasmetta agli uomini
la verità che sono via al cielo.

Per questo mistero di salvezza,
uniti a tutti gli angeli,
proclamiamo nel canto la tua gloria.

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Quóniam Ecclésiam tuam in apostólicis tribuísti

consístere fundaméntis,

ut signum sanctitátis tuæ in terris manéret ipsa perpétuum,

et cæléstia præbéret cunctis homínibus documénta.



Quaprópter nunc et usque in sæculum

cum omni milítia Angelórum devóta

tibi mente concínimus, clamántes atque dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Antifona alla Comunione Gv 15,12
«Questo è il mio comandamento:
che vi amiate gli uni gli altri,
come io vi ho amati» , dice il Signore. Alleluia.



Hoc est præcéptum meum, ut diligátis ínvicem,

sicut diléxi vos, dicit Dóminus (T.P. allelúia).


Dopo la Comunione
Signore, non privare mai la tua famiglia di questo pane di vita eterna, e per intercessione di san Mattia accoglici nella comunione gloriosa dei tuoi santi. Per Cristo nostro Signore.



Famíliam tuam, Dómine, divínis ne cesses replére munéribus, ut, beáto Matthía pro nobis intercedénte, in partem sortis sanctórum in lúmine nos dignéris accípere. Per Christum.


www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 16/05/2009 09:20]
15/05/2009 10:26
 
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V SETTIMANA DI PASQUA - VENERDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Ap 5,12
L'Agnello immolato
e degno di ricevere potenza e ricchezza
e sapienza e forza e onore, alleluia.


Dignus est Agnus, qui occísus est,

accípere virtútem et divinitátem et sapiéntiam

et fortitúdinem et honórem, allelúia..


Colletta
Donaci, o Padre, di uniformare la nostra vita al mistero pasquale che celebriamo nella gioia, perché la potenza del Signore risorto ci protegga e ci salvi. Per il nostro Signore...

Tríbue nobis, quæsumus, Dómine, mystériis paschálibus conveniénter aptári, ut quæ lætánter exséquimur perpétua virtúte nos tueántur et salvent. Per Dóminum...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 15, 22-31
Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo al di fuori delle cose necessarie.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, gli apostoli, gli anziani e tutta la Chiesa decisero di eleggere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda chiamato Barsabba e Sila, uomini tenuti in grande considerazione tra i fratelli. E consegnarono loro la seguente lettera: «Gli apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiòchia, di Sìria e di Cilìcia che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi. Abbiamo perciò deciso tutti d'accordo di eleggere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno votato la loro vita al nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo mandato dunque Giuda e Sila, che vi riferiranno anch'essi queste stesse cose a voce.
Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenervi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocàti e dalla impudicizia. Farete cosa buona perciò a guardarvi da queste cose. State bene».
Essi allora, congedàtisi, discesero ad Antiòchia e riunita la comunità consegnarono la lettera. Quando l'ebbero letta, si rallegrarono per l'incoraggiamento che infondeva.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 56
Sei tu la mia lode, Signore, in mezzo alle genti.

Saldo è il mio cuore, o Dio, saldo è il mio cuore.
Voglio cantare, a te voglio inneggiare:
svègliati, mio cuore, svègliati arpa, cetra,
voglio svegliare l'aurora.

Ti loderò tra i popoli, Signore,
a te canterò inni tra le genti,
perché la tua bontà è grande fino ai cieli,
e la tua fedeltà fino alle nubi.
Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria.

Canto al Vangelo Gv 15,15
Alleluia, alleluia.
Vi ho chiamati amici, dice il Signore,
perché tutto ciò che ho udito dal Padre ve l'ho fatto conoscere.
Alleluia.

Vangelo Gv 15, 12-17
Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri».

Sulle Offerte
Santifica, o Dio, i doni che ti presentiamo e trasforma in offerta perenne tutta la nostra vita in unione alla vittima spirituale, il tuo servo Gesù, unico sacrificio a te gradito. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Propítius, Dómine, quæsumus, hæc dona sanctífica, et, hóstiæ spiritális oblatióne suscépta, nosmetípsos tibi pérfice munus ætérnum. Per Christum

Prefazio Pasquale V
Cristo sacerdote e vittima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

Offrendo il suo corpo sulla croce,
diede compimento ai sacrifici antichi,
e donandosi per la nostra redenzione
divenne altare, vittima e sacerdote.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...


Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione
Il Cristo crocifisso è risorto dai morti
e ci ha redenti, alleluia.

Crucifíxus surréxit a mórtuis,

et redémit nos, allelúia..


Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai nutriti con questo sacramento, ascolta la nostra umile preghiera: il memoriale della Pasqua, che Cristo tuo Figlio ci ha comandato di celebrare, ci edifichi sempre nella tua carità. Per Cristo nostro Signore.


Súmpsimus, Dómine, sacri dona mystérii, humíliter deprecántes, ut, quæ in sui commemoratiónem nos Fílius tuus fácere præcépit, in nostræ profíciant caritátis augméntum. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 16/05/2009 09:22]
16/05/2009 09:16
 
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V SETTIMANA DI PASQUA - SABATO
MESSALE


Antifona d'Ingresso Col 2,12
Siete stati con Cristo sepolti nel Battesimo,
e con lui siete risorti
per la fede nella potenza di Dio,
che lo ha risuscitato dai morti, alleluia.



Consepúlti estis Christo in baptísmo,

in quo et resurrexístis per fidem operatiónis Dei,

qui suscitávit illum a mórtuis, allelúia.

Colletta
Dio onnipotente ed eterno, che nel Battesimo ci hai comunicato la tua stessa vita, fa' che i tuoi figli, rinati alla speranza dell'immortalità, giungano con il tuo aiuto alla pienezza della gloria. Per il nostro Signore...



Omnípotens ætérne Deus, qui nobis regeneratióne baptísmatis cæléstem vitam conférre dignátus es, præsta, quæsumus, ut, quos immortalitátis éfficis iustificándo capáces, usque ad plenitúdinem glóriæ, te moderánte, pervéniant. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 16, 1-10
Passa in Macedonia e aiutaci!

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Paolo si recò a Derbe e a Listra. C'era qui un discepolo chiamato Timòteo, figlio di una donna giudea credente e di padre greco; egli era assai stimato dai fratelli di Listra e di Icònio. Paolo volle che partisse con lui, lo prese e lo fece circoncidere per riguardo ai Giudei che si trovavano in quelle regioni; tutti infatti sapevano che suo padre era greco. Percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero. Le comunità intanto si andavano fortificando nella fede e crescevano di numero ogni giorno.
Attraversarono quindi la Frìgia e la regione della Galàzia, avendo lo Spirito Santo vietato loro di predicare la parola nella provincia di Asia.
Raggiunta la Mìsia, si dirigevano verso la Bitìnia, ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro; così, attraversata la Misia, discesero a Tròade.
Durante la notte apparve a Paolo una visione: gli stava davanti un Macedone e lo supplicava: «Passa in Macedonia e aiutaci!».
Dopo che ebbe avuto questa visione, subito cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci aveva chiamati ad annunziarvi la parola del Signore.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 99
Il Signore è il nostro Dio e noi siamo il suo popolo.

Acclamate al Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.

Riconoscete che il Signore è Dio;
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.

Buono è il Signore,
eterna la sua misericordia,
la sua fedeltà per ogni generazione.

Canto al Vangelo Col 3,1
Alleluia, alleluia.
Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù,
dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio.
Alleluia.

Vangelo Gv 15, 18-21
Voi non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

Sulle Offerte
Accogli, Padre misericordioso, l'offerta di questa tua famiglia, perché con la tua protezione custodisca i doni pasquali e giunga alla felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.



Oblatiónes famíliæ tuæ, quæsumus, Dómine, súscipe miserátus, ut, sub tuæ protectiónis auxílio, et colláta non perdant, et ad ætérna dona pervéniant. Per Christum.

Prefazio Pasquale V
Cristo sacerdote e vittima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

Offrendo il suo corpo sulla croce,
diede compimento ai sacrifici antichi,
e donandosi per la nostra redenzione
divenne altare, vittima e sacerdote.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Gv 17,20-21
«Padre, prego per loro,
perché siano in noi una cosa sola,
e il mondo creda che tu mi hai mandato»,
dice il Signore, alleluia.



Pater, pro eis rogo,

ut ipsi in nobis unum sint,

ut credat mundus quia tu me misísti,

dicit Dóminus, allelúia.

Dopo la Comunione
Proteggi, Signore, con paterna bontà il tuo popolo che hai salvato con il sacrificio della croce, e rendilo partecipe della gloria del Cristo risorto. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



Contínua, quæsumus, Dómine, quos salvásti pietáte custódi, ut, qui Fílii tui passióne sunt redémpti, eius resurrectióne læténtur. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 16/05/2009 09:23]
17/05/2009 20:29
 
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VI DOMENICA DI PASQUA
Anno B

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


LETTURE: At 10, 25-27. 34-35. 44-48; Sal 97; 1 Gv 4, 7-10; Gv 15, 9-17


Dio non fa preferenze di persone

La promessa dello Spirito Santo fatta da Gesù ai discepoli si attua continuamente nella Chiesa. Ma lo Spirito di Cristo agisce liberamente come dimostra l'episodio narrato nella prima lettura: il dono dello Spirito si effonde anche in casa di un pagano, Cornelio. Pietro allora si convince che «Dio non fa preferenze di persone», e battezza i primi pagani.

Ciò che conta è l'amore
Chi prende l'iniziativa di chiamare gli uomini a far parte del popolo dei battezzati è sempre Dio; la sua iniziativa si chiama amore (cf seconda lettura) e vuoi raggiungere tutti gli uomini. Questa è la consegna che anche Gesù ha lasciato ai suoi discepoli (cf vangelo). E in questa linea deve svolgersi l'opera della Chiesa.
Il senso della libertà religiosa è stata un'acquisizione importante del Concilio Vaticano II. In vari documenti viene affermato il rispetto della credenza religiosa (e dello stesso ateismo) di ogni persona, l'esecrazione di «qualsiasi discriminazione... per motivi di religione» (NAe 5), e il significato positiva delle diverse religioni del mondo come imperfetta rivelazione del Dio vero destinate dunque ad una pienezza, ma già effettivo bene spirituale, morale, socio-culturale di un popolo. Non sono per questo cessate intolleranze, diffidenze e incomprensioni a livello pratico e quotidiano...
La distinzione non passa più nel campo del sacro (o del culto), ma in quello dell'amore fraterno e dell'impegno per la liberazione dell'uomo. Il servizio degli altri può veramente costituire un linguaggio «religioso» di base che accentua ciò che è comune tra chiunque accoglie Cristo nei piccoli e nei poveri, anche senza riconoscerne il volto. È proprio della libertà dello Spirito suscitare nei non cristiani le «meraviglie di Dio».

Dio vede nel cuore dell'uomo
Là Chiesa non ha voluto solo per sé l'inalienabile diritto alla libertà religiosa; fondandolo sulla dignità della persona umana, lo ha sottratto ad ogni sfera pubblica, di qualsiasi tipo; il che vuoi dire che per i credenti in religioni non cristiane, per gli atei, per gli agnostici, per gli indifferenti, per gli scettici, vale il sistema dell'immunità da coercizioni da parte della pubblica autorità, anche nel caso che essi professino pubblicamente le loro idee. La Chiesa ha accettato lealmente di rinunciare a una situazione di cristianità dalla quale era escluso il pluralismo.
Senza optare minimamente per un liberalismo dottrinale che pretenda l'uguaglianza di tutte le religioni, senza rinunciare ad evangelizzare, ma rifiutando di identificare apostolato e crociata, la Chiesa riconosce nel pluralismo della società moderna una situazione che non è opposta al Vangelo.
Il Concilio parla esplicitamente di necessità per l'uomo di una «libertà psicologica», oltre che di «immunità dalla coercizione esterna». E ciò è affermato per impedire metodi contrari alla libertà e alla responsabilità umana, come sarebbero intimidazioni, lavaggi di cervello, persuasori occulti, torture fisiche e psichiche che tolgono all'individuo la libertà di scelta e il senso di responsabilità.
Anche i responsabili dei grandi organi d'informazione (stampa, televisione, cinema) sono tenuti al fondamentale rispetto della coscienza umana. È la verità stessa che lo esige.

Eucaristia: «per voi e per tutti»
La preoccupazione di Giovanni per la giovane Chiesa a cui rivolgeva la sua lettera era quella che la carità regnasse tra i vari membri perché fosse conosciuto da tutti l'amore di Dio manifestato nell'invio del Figlio. Questa rimane, in ogni tempo, la condizione per la espansione della Chiesa: gli uomini saranno attirati ad essa dal segno nell'amore fraterno. Le nostre comunità, le nostre assemblee devono dunque essere aperte a tutti: i non cristiani, i poco convinti, gli indifferenti, chi è in situazione di ricerca... Da una parte, l'appartenenza visibile dei cristiani alla Chiesa mediante il battesimo, la loro esplicita professione di fede nel Signore Gesù che raggiunge il suo vertice nella celebrazione eucaristica, devono mostrare a tutti l'oggetto della loro ricerca e il termine della loro avventura spirituale. D'altra parte i credenti, gli «impegnati» debbono rinnovare continuamente la loro disponibilità a vincere la tentazione di non dialogare con chi è fuori dell'area cristiana, a ricordare che «chi teme Dio e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto» (prima lettura). Chiunque incontra assemblee cristiane dovrebbe sentirsi accolto come in casa propria, in una famiglia a cui già virtualmente appartiene, fino a che giunga alla piena conoscenza del Dio di Gesù Cristo. Solo così acquisteranno concretezza e credibilità le invocazioni al Paraclito «perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito» (Preghiera eucaristica III).


Dio ci ha riconciliati per mezzo di Cristo
e ci ha affidato il ministero della riconciliazione

Dal «Commento sulla seconda lettera ai Corinzi» di san Cirillo di Alessandria, vescovo (Cap. 5, 5 - 6; PG 74, 942-943)
Chi ha il pegno dello Spirito e possiede la speranza della risurrezione, tiene come già presente ciò che aspetta e quindi può dire con ragione di non conoscere alcuno secondo la carne, di sentirsi, cioè, fin d'ora partecipe della condizione del Cristo glorioso. Ciò vale per tutti noi che siamo spirituali ed estranei alla corruzione della carne. Infatti, brillando a noi l'Unigenito, siamo trasformati nel Verbo stesso che tutto vivifica. Quando regnava il peccato eravamo tutti vincolati dalle catene della morte. Ora che è subentrata al peccato la giustizia di Cristo, ci siamo liberati dall'antico stato di decadenza.
Quando diciamo che nessuno è più nella carne intendiamo riferirci a quella condizione connaturale alla creatura umana che comprende, fra l'altro, la particolare caducità propria dei corpi. Vi fa cenno san Paolo quando dice: «Infatti anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così» (2 Cor 5, 16). In altre parole: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14), e per la vita di noi tutti accettò la morte del corpo. La nostra fede prima ce lo fa conoscere morto, poi però non più morto, ma vivo; vivo con il corpo risuscitato al terzo giorno; vivo presso il Padre ormai in una condizione superiore a quella connaturale ai corpi che vivono sulla terra. Morto infatti una volta sola non muore più, la morte non ha più alcun potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio (cfr. Rm 6, 8-9).
Pertanto se si trova in questo stato colui che si fece per noi antesignano di vita, è assolutamente necessario che anche noi, calcando le sue orme, ci riteniamo vivi della sua stessa vita, superiore alla vita naturale della persona umana. Perciò molto giustamente san Paolo scrive: «Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le vecchie cose sono passate, ecco ne sono nate di nuove!» (2 Cor 5, 17). Fummo infatti giustificati in Cristo per mezzo della fede, e la forza della maledizione è venuta meno. Poiché egli è risuscitato per noi, dopo essersi messo sotto i piedi la potenza della morte, noi conosciamo il vero Dio nella sua stessa natura, e a lui rendiamo culto in spirito e verità, con la mediazione del Figlio, il quale dona al mondo, da parte del Padre, le benedizioni celesti.
Perciò molto a proposito san Paolo scrive: «Tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante in Cristo» (2 Cor 5, 18). In realtà il mistero dell'incarnazione e il conseguente rinnovamento non avvengono al di fuori della volontà del Padre. Senza dubbio per mezzo di Cristo abbiamo acquistato l'accesso al Padre, dal momento che nessuno viene al Padre, come egli stesso dice, se non per mezzo di lui. Perciò «tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati mediante Cristo, ed ha affidato a noi il ministero della riconciliazione» (2 Cor 5, 18).


MESSALE

Antifona d'Ingresso Cf Is 48,20
Con voce di giubilo date il grande annunzio,
fatelo giungere ai confini del mondo:
il Signore ha liberato il suo popolo. Alleluia.



Vocem iucunditátis annuntiáte,

et audiátur, annuntiáte usque ad

extrémum terræ: liberávit Dóminus pópulum suum, allelúia.


Colletta
Dio onnipotente, fa' che viviamo con rinnovato impegno questi giorni di letizia in onore del Cristo risorto, per testimoniare nelle opere il memoriale della Pasqua che celebriamo nella fede. Per il nostro Signore...



Fac nos, omnípotens Deus, hos lætítiæ dies, quos in honórem Dómini resurgéntis exséquimur, afféctu sédulo celebráre, ut quod recordatióne percúrrimus semper in ópere teneámus. Per Dóminum.


Oppure:
O Dio, che ci hai amati per primo e ci hai donato il tuo Figlio, perché riceviamo la vita per mezzo di lui, fa' che nel tuo Spirito impariamo ad amarci gli uni agli altri come lui ci ha amati, fino a dare la vita per i fratelli. Per il nostro Signore...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 10, 25-27. 34-35. 44-48
Anche sui pagani si è effuso il dono dello Spirito Santo.

Dagli Atti degli Apostoli
Avvenne che, mentre Pietro stava per entrare [nella casa di Cornelio], questi gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi per rendergli omaggio. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati: anche io sono un uomo!».
Poi prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga».
Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio.
Allora Pietro disse: «Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Quindi lo pregarono di fermarsi alcuni giorni.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 97
Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!


Seconda Lettura 1 Gv 4, 7-10
Dio è amore.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.
In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

Canto al Vangelo Gv 14,23
Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
Alleluia.




Vangelo Gv 15, 9-17
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».


Sulle Offerte
Accogli Signore, l'offerta del nostro sacrificio, perché, rinnovati nello Spirito, possiamo rispondere sempre meglio all'opera della tua redenzione. Per Cristo nostro Signore.



Ascéndant ad te, Dómine, preces nostræ cum oblatiónibus hostiárum, ut, tua dignatióne mundáti, sacraméntis magnæ pietátis aptémur. Per Christum.


Prefazio Pasquale V
Cristo sacerdote e vittima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

Offrendo il suo corpo sulla croce,
diede compimento ai sacrifici antichi,
e donandosi per la nostra redenzione
divenne altare, vittima e sacerdote.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Antifona alla Comunione Gv 15,5
«Chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto,
perché senza di me non potete far nulla».
Alleluia.



Si dilígitis me,

mandáta mea serváte,

dicit Dóminus.

Et ego rogábo Patrem,

et álium Paráclitum dabit vobis,

ut máneat vobíscum in ætérnum, allelúia.


www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 20/05/2009 09:13]
18/05/2009 09:19
 
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VI SETTIMANA DI PASQUA - LUNEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Rm 6,9
Cristo risorto più non muore,
la morte non ha più potere su di lui, alleluia.



Christus resúrgens ex mórtuis iam non móritur,

mors illi ultra non dominábitur, allelúia.

Colletta
Donaci, Padre misericordioso, di rendere presente in ogni momento della vita la fecondità della Pasqua, che si attua nei tuoi misteri. Per il nostro Signore...



Concéde, miséricors Deus, ut, quod paschálibus exséquimur institútis, fructíferum nobis omni témpore sentiámus. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 16, 11-15
Il Signore aprì il cuore a Lidia per aderire alle parole di Paolo.

Dagli Atti degli Apostoli
Salpàti da Tròade, facemmo vela verso Samotràcia e il giorno dopo verso Neàpoli e di qui a Filippi, colonia romana e città del primo distretto della Macedònia.
Restammo in questa città alcuni giorni; il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera, e sedùtici rivolgevamo la parola alle donne là riunite.
C'era ad ascoltare anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiatira, una credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo. Dopo esser stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò: «Se avete giudicato ch'io sia fedele al Signore, venite ad abitare nella mia casa». E ci costrinse ad accettare.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 149
Il Signore ama il suo popolo.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell'assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo Creatore,
esultino nel loro Re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze,
con tìmpani e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona gli umili di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,
sorgano lieti dai loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questa è la gloria per tutti i suoi fedeli.

Canto al Vangelo Cf Gv 15,26.27
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito di verità mi darà testimonianza, dice il Signore,
e anche voi sarete miei testimoni.
Alleluia.

Vangelo Gv 15, 26 - 16,4a
Lo Spirito di verità mi renderà testimonianza.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagòghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato».

Sulle Offerte
Accogli, Signore, i doni della tua Chiesa in festa, e poiché le hai dato il motivo di tanta gioia, donale anche il frutto di una perenne letizia. Per Cristo nostro Signore.



Súscipe múnera, Dómine, quæsumus, exsultántis Ecclésiæ, et cui causam tanti gáudii præstitísti, perpétuæ fructum concéde lætítiæ. Per Christum.

Prefazio Pasquale V
Cristo sacerdote e vittima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

Offrendo il suo corpo sulla croce,
diede compimento ai sacrifici antichi,
e donandosi per la nostra redenzione
divenne altare, vittima e sacerdote.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo il Signore ...


Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Gv 20,19
Gesù si fermò in mezzo ai suoi discepoli e disse loro:
«Pace a voi», alleluia.



Stetit Iesus in médio discipulórum suórum,

et dixit eis: Pax vobis, allelúia.


Dopo la Comunione
Guarda con bontà, o Signore, il tuo popolo, che hai rinnovato con i sacramenti pasquali, e guidalo alla gloria incorruttibile della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.



Pópulum tuum, quæsumus, Dómine, intuére benígnus, et, quem ætérnis dignátus es renováre mystériis, ad incorruptíbilem glorificándæ carnis resurrectiónem perveníre concéde. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 20/05/2009 09:15]
19/05/2009 11:27
 
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VI SETTIMANA DI PASQUA - MARTEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Ap 19,7.6
Rallegriamoci ed esultiamo, diamo gloria a Dio,
perché il Signore ha preso possesso del suo regno,
il nostro Dio, l'Onnipotente, alleluia.


Christus resúrgens ex

mórtuis iam non móritur,

mors illi ultra non dominábitur, allelúia..


Colletta
Esulti sempre il tuo popolo, o Padre, per la rinnovata giovinezza dello spirito, e come oggi si allieta per il dono della dignità filiale, così pregusti nella speranza il giorno glorioso della risurrezione. Per il nostro Signore...

Concéde, miséricors Deus, ut, quod paschálibus exséquimur institútis, fructíferum nobis omni témpore sentiámus. Per Dóminum....

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 16, 22-34
Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, la folla degli abitanti di Filippi insorse contro Paolo e Sila, mentre i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e dopo averli caricati di colpi, li gettarono in prigione e ordinarono al carceriere di far buona guardia. Egli, ricevuto quest'ordine, li gettò nella cella più interna della prigione e strinse i loro piedi nei ceppi.
Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i carcerati stavano ad ascoltarli. D'improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito tutte le porte si aprirono e si sciolsero le catene di tutti.
Il carceriere si svegliò e vedendo aperte le porte della prigione, tirò fuori la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gli gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». Quegli allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando si gettò ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, cosa devo fare per esser salvato?». Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia». E annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa. Egli li prese allora in disparte a quella medesima ora della notte, ne lavò le piaghe e subito si fece battezzare con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 137
Nella tua bontà soccorrimi, Signore.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
A te voglio cantare davanti agli angeli,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome
per la tua fedeltà e la tua misericordia.
Nel giorno in cui t'ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza,
e la tua destra mi salva.

Il Signore completerà per me l'opera sua.
Signore, la tua bontà dura per sempre:
non abbandonare l'opera delle tue mani.

Canto al Vangelo Gv 16,7.13
Alleluia, alleluia.
Manderò a voi lo Spirito di verità, dice il Signore;
egli vi guiderà alla verità tutta intera.
Alleluia.

Vangelo Gv 16, 5-11
Se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: Dove vai? Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò.
E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato.

Sulle Offerte
O Dio, che in questi santi misteri compi l'opera della nostra redenzione, fa' che questa celebrazione pasquale sia per noi fonte di perenne letizia. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe múnera, Dómine, quæsumus, exsultántis Ecclésiæ, et cui causam tanti gáudii præstitísti, perpétuæ fructum concéde lætítiæ. Per Christum.

Prefazio Pasquale V
Cristo sacerdote e vittima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

Offrendo il suo corpo sulla croce,
diede compimento ai sacrifici antichi,
e donandosi per la nostra redenzione
divenne altare, vittima e sacerdote.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo...


Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Cf Lc 24,46.26
Il Cristo doveva patire e risuscitare dai morti
e così entrare nella sua gloria, alleluia.


Stetit Iesus in médio discipulórum suórum,

et dixit eis: Pax vobis, allelúia.


Dopo la Comunione
Esaudisci, Signore, le nostre preghiere: la partecipazione al mistero della redenzione ci dia l'aiuto per la vita presente e ci ottenga la felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.

Pópulum tuum, quæsumus, Dómine, intuére benígnus, et, quem ætérnis dignátus es renováre mystériis, ad incorruptíbilem glorificándæ carnis resurrectiónem perveníre concéde. Per Christum..


www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 20/05/2009 09:16]
20/05/2009 09:11
 
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VI SETTIMANA DI PASQUA - MERCOLEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 17,50; 21,23
Ti loderò, Signore, fra tutti i popoli,
ai miei fratelli annunzierò il tuo nome, alleluia.



Confitébor tibi in pópulis,

Dómine, et narrábo nomen tuum frátribus meis, allelúia.


Colletta
O Dio, che ci chiami a celebrare nella fede la risurrezione del tuo Figlio, fa' che possiamo rallegrarci con lui insieme ai tuoi santi nel giorno della sua venuta. Egli è Dio...



Annue nobis, quæsumus, Dómine, ut, quemádmodum mystério resurrectiónis Fílii tui sollémnia cólimus, ita et in advéntum eius gaudére cum Sanctis ómnibus mereámur. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 17, 15-22-18,1
Quel Dio che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio.

Dagli Atti degli Apostoli.
In quel tempo, quelli che scortavano Paolo lo accompagnarono fino ad Atene e se ne ripartirono con l'ordine per Sila e Timòteo di raggiungerlo al più presto.
Allora Paolo, alzatosi in mezzo all'Areòpago, disse: «Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dèi. Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un'ara con l'iscrizione: Al Dio ignoto.
Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell'uomo né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dá a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra.
Per essi ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio, perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: "Poiché di lui stirpe noi siamo".
Essendo noi dunque stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all'oro, all'argento e alla pietra, che porti l'impronta dell'arte e dell'immaginazione umana.
Dopo esser passato sopra ai tempi dell'ignoranza, ora Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di ravvedersi, poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti».
Quando sentirono parlare di risurrezione di morti, alcuni lo deridevano, altri dissero: «Ti sentiremo su questo un'altra volta». Così Paolo uscì da quella riunione. Ma alcuni aderirono a lui e divennero credenti, fra questi anche Dionìgi membro dell'Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro.
Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corinto.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 148
Risplende nell'universo la gloria del Signore.

Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell'alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere.

I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le fanciulle,
i vecchi insieme ai bambini
lodino il nome del Signore.

Solo il suo nome è sublime,
la sua gloria risplende sulla terra e nei cieli.
Egli ha sollevato la potenza del suo popolo.
E' canto di lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli di Israele, popolo che egli ama.

Canto al Vangelo Gv 14,16
Alleluia, alleluia.
Io pregherò il Padre, dice il Signore,
ed egli vi darà un altro Consolatore
perché rimanga con voi sempre.
Alleluia.

Vangelo Gv 16, 12-15
Lo Spirito di verità vi guiderà alla verità tutta intera.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà».

Sulle Offerte
O Dio, che in questo misterioso scambio di doni ci fai partecipare alla comunione con te, unico e sommo bene, concedi che la luce della tua verità sia testimoniata dalla nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

Deus, qui nos, per huius sacrifícii veneránda commércia, uníus summæque divinitátis partícipes effecísti, præsta, quæsumus, ut, sicut tuam cognóvimus veritátem, sic eam dignis móribus assequámur. Per Christum.

Prefazio Pasquale V
Cristo sacerdote e vittima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

Offrendo il suo corpo sulla croce,
diede compimento ai sacrifici antichi,
e donandosi per la nostra redenzione
divenne altare, vittima e sacerdote.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo...


Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Cf Gv 15,16.19
Dice il Signore: «Io vi ho scelto dal mondo
e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto,
e il vostro frutto rimanga», alleluia.


Dicit Dóminus:

Ego elégi vos de mundo

et pósui vos ut eátis,

et fructum afferátis, et fructus vester máneat, allelúia.


Dopo la Comunione
Assisti il tuo popolo, Dio onnipotente, e poiché lo hai colmato della grazia di questi santi misteri, concedigli di passare dalla nativa fragilità umana alla vita nuova nel Cristo risorto. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



Pópulo tuo, quæsumus, Dómine, adésto propítius, et, quem mystériis cæléstibus imbuísti, fac ad novitátem vitæ de vetustáte transíre. Per Christum..

www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 20/05/2009 09:17]
21/05/2009 16:27
 
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VI SETTIMANA DI PASQUA - GIOVEDÌ
MESSALE

Quando l’Ascensione del Signore si Celebra Domenica prossima



Antifona d'Ingresso Cf Sal 67,8-9.20
Quando avanzavi, o Dio, davanti al tuo popolo,
e ad essi aprivi la via e abitavi con loro,
la terra tremò e stillarono i cieli, alleluia.


Cf. Ps 67,8-9 Ps 67,20 Deus,

dum egrederéris coram pópulo tuo,

iter fáciens eis, hábitans in illis, terra mota est, cæli distillavérunt, allelúia...


Colletta
O Dio, nostro Padre, che ci hai reso partecipi doni della salvezza, fa' che professiamo con la fede e testimoniamo con le opere la gioia della risurrezione. Per il nostro Signore...

Deus, qui pópulum tuum tuæ fecísti redemptiónis partícipem, concéde nobis, quæsumus, ut de resurrectióne domínica perpétuo gratulémur. Per Dóminum........

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 18, 1-8
Paolo si stabilì nella loro casa e lavorava, e predicava nella sinagòga.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto. Qui trovò un Giudeo chiamato Aquila, oriundo del Ponto, arrivato poco prima dall'Italia con la moglie Priscilla, in seguito all'ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei. Paolo si recò da loro e poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì nella loro casa e lavorava. Erano infatti di mestiere fabbricatori di tende. Ogni sabato poi discuteva nella sinagòga e cercava di persuadere Giudei e Greci.
Quando giunsero dalla Macedònia Sila e Timòteo, Paolo si dedicò tutto alla predicazione, affermando davanti ai Giudei che Gesù era il Cristo. Ma poiché essi gli si opponevano e bestemmiavano, scuotendosi le vesti, disse: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente; da ora in poi io andrò dai pagani». E andatosene di là, entrò nella casa di un tale chiamato Tizio Giusto, che onorava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagòga. Crispo, capo della sinagòga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e anche molti dei Corìnzi, udendo Paolo, credevano e si facevano battezzare.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 97
La tua salvezza, Signore, è per tutti i popoli.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto prodigi.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha manifestato la sua salvezza,
agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa di Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la salvezza del nostro Dio.
Acclami al Signore tutta la terra,
gridate, esultate con canti di gioia.

Canto al Vangelo Cf Gv 14,18
Alleluia, alleluia.
Non vi lascerò orfani, dice il Signore;
ritornerò a voi e il vostro cuore sarà nella gioia.
Alleluia.

Vangelo Gv 16, 16-20
Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ancora un poco e non mi vedrete; un po' ancora e mi vedrete». Dissero allora alcuni dei suoi discepoli tra loro: «Che cos'è questo che ci dice: Ancora un poco e non mi vedrete, e un po' ancora e mi vedrete, e questo: Perché vado al Padre?». Dicevano perciò: «Che cos'è mai questo "un poco" di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «Andate indagando tra voi perché ho detto: Ancora un poco e non mi vedrete e un pò ancora e mi vedrete? In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia».

Sulle Offerte
Accogli, Signore, l'offerta del nostro sacrificio, perché rinnovati nello spirito, possiamo rispondere sempre meglio all'opera della tua redenzione. Per Cristo nostro Signore.


Ascéndant ad te, Dómine, preces nostræ cum oblatiónibus hostiárum, ut, tua dignatióne mundáti, sacraméntis magnæ pietátis aptémur. Per Christum...


Prefazio Pasquale V
Cristo sacerdote e vittima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

Offrendo il suo corpo sulla croce,
diede compimento ai sacrifici antichi,
e donandosi per la nostra redenzione
divenne altare, vittima e sacerdote.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo...


Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Mt 28,20
«Ecco io sono con voi tutti i giorni
sino alla fine del mondo», alleluia.


Mt 28,20 Ecce ego vobíscum sum ómnibus diébus,

usque ad consummatiónem sæculi, allelúia...


Dopo la Comunione
O Dio grande e misericordioso, che nel Signore risorto riporti l'umanità alla speranza eterna, accresci in noi l'efficacia del mistero pasquale, con la forza di questo sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.


Omnípotens sempitérne Deus, qui ad ætérnam vitam in Christi resurrectióne nos réparas, fructus in nobis paschális multíplica sacraménti, et fortitúdinem cibi salutáris nostris infúnde pectóribus. Per Christum.

22/05/2009 20:15
 
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VI SETTIMANA DI PASQUA - VENERDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Ap 5,9-10
Ci hai redenti, o Signore, con il tuo sangue
da ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
e hai fatto di noi un regno di sacerdoti
per il nostro Dio, alleluia.


Redemísti nos, Dómine,

in sánguine tuo, ex omni tribu, et lingua,

et pópulo, et natióne, et fecísti nos Deo nostro regnum et sacerdótes, allelúia....


Colletta
Si compia in ogni luogo, Signore, con la predicazione del vangelo, la salvezza acquistata dal sacrificio del Cristo, e la moltitudine dei tuoi figli adottivi ottenga da lui, parola di verità, la vita nuova promessa a tutti gli uomini. Per il nostro Signore...



Exáudi, Dómine, preces nostras, ut, quod tui Verbi sanctificatióne promíssum est, evangélico ubíque compleátur efféctu, et plenitúdo adoptiónis obtíneat quod prædíxit testificátio veritátis. Per Dóminum.......


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 18, 9-18
Io ho un popolo numeroso in questa città.

Dagli Atti degli Apostoli
Mentre Paolo era a Corìnto, una notte in visione il Signore gli disse: «Non aver paura, ma continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male, perché io ho un popolo numeroso in questa città». Così Paolo si fermò un anno e mezzo, insegnando fra loro la parola di Dio.
Mentre era proconsole dell'Acàia Gallione, i Giudei insorsero in massa contro Paolo e lo condussero al tribunale dicendo: «Costui persuade la gente a rendere un culto a Dio in modo contrario alla legge». Paolo stava per rispondere, ma Gallione disse ai Giudei: «Se si trattasse di un delitto o di un'azione malvagia, o Giudei, io vi ascolterei, come di ragione. Ma se sono questioni di parole o di nomi o della vostra legge, vedetevela voi; io non voglio essere giudice di queste faccende». E li fece cacciare dal tribunale. Allora tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagòga, e lo percossero davanti al tribunale ma Gallione non si curava affatto di tutto ciò.
Paolo si trattenne ancora parecchi giorni, poi prese congedo dai fratelli e s'imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. A Cencre si era fatto tagliare i capelli a causa di un voto che aveva fatto.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 46
A te la gloria, o Dio, re dell'universo.

Applaudite, popoli tutti,
acclamate Dio con voci di gioia;
perché terribile è il Signore, l'Altissimo,
re grande su tutta la terra.

Egli ci ha assoggettati i popoli,
ha messo le nazioni sotto i nostri piedi.
La nostra eredità ha scelto per noi,
vanto di Giacobbe suo prediletto.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni;
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Canto al Vangelo Cf Lc 24,26
Alleluia, alleluia.
Il Cristo doveva patire e risorgere dai morti,
ed entrare così nella sua gloria.
Alleluia.

Vangelo Gv 16, 20-23a
Nessuno vi potrà togliere la vostra gioia.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia».

Sulle Offerte
Accogli, Padre misericordioso, l'offerta di questa tua famiglia, perché con la tua protezione custodisca i doni pasquali e giunga alla felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.

Oblatiónes famíliæ tuæ, quæsumus, Dómine, súscipe miserátus, ut, sub tuæ protectiónis auxílio, et colláta non perdant, et ad ætérna dona pervéniant. Per Christum..

Prefazio Pasquale V
Cristo sacerdote e vittima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

Offrendo il suo corpo sulla croce,
diede compimento ai sacrifici antichi,
e donandosi per la nostra redenzione
divenne altare, vittima e sacerdote.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo...


Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Rm 4, 25
Cristo nostro Signore
è stato messo a morte per i nostri peccati
ed è risuscitato per la nostra giustificazione, alleluia.

Rm 4,25 Tráditus est Christus Dóminus noster propter delícta nostra, et resurréxit propter iustificatiónem nostram, allelúia..

Dopo la Comunione
Proteggi, Signore, con paterna bontà, il tuo popolo che hai salvato con il sacrificio della croce, e rendilo partecipe della gloria del Cristo risorto. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.


Contínua, quæsumus, Dómine, quos salvásti pietáte custódi, ut, qui Fílii tui passióne sunt redémpti, eius resurrectióne læténtur. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum....

23/05/2009 11:10
 
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VI SETTIMANA DI PASQUA - SABATO
MESSALE


Antifona d'Ingresso 1 Pt 2,9
Voi siete un popolo redento;
annunziate le grandi opere del Signore,
che vi ha chiamato dalle tenebre
alla sua ammirabile luce, alleluia.

Pópulus acquisitiónis, annuntiáte virtútes eius, qui vos de ténebris vocávit in admirábile lumen suum, allelúia...

Colletta
O Dio, nostro Padre, disponi sempre al bene i nostri cuori, perché, nel continuo desiderio di elevarci a te, possiamo vivere pienamente il mistero pasquale. Per il nostro Signore...

Collecta Deus, cuius Fílius ad cælos ascéndens Apóstolis Sanctum Spíritum dignátus est pollicéri, præsta, quæsumus, ut, sicut illi multifária doctrínæ cæléstis múnera percepérunt, ita nobis quoque spiritália dona concédas. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 18, 23-28
Apollo dimostrava attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo.

Dagli Atti degli Apostoli
Trascorso ad Antiòchia un pò di tempo, Paolo partì di nuovo percorrendo di seguito le regioni della Galàzia e della Frìgia, confermando nella fede tutti i discepoli.
Arrivò a Efeso un Giudeo, chiamato Apollo, nativo di Alessandria, uomo colto, versato nelle Scritture. Questi era stato ammaestrato nella via del Signore e pieno di fervore parlava e insegnava esattamente ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni. Egli intanto cominciò a parlare francamente nella sinagòga.
Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio. Poiché egli desiderava passare nell'Acàia, i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai discepoli di fargli buona accoglienza. Giunto là, fu molto utile a quelli che per opera della grazia erano divenuti credenti; confutava infatti vigorosamente i Giudei, dimostrando pubblicamente attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 46
Ti lodino, o Dio, tutti i popoli della terra.

Applaudite, popoli tutti,
acclamate Dio con voci di gioia;
perché terribile è il Signore, l'Altissimo,
re grande su tutta la terra.

Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sui popoli,
Dio siede sul suo trono santo.

I capi dei popoli si sono raccolti
con il popolo del Dio di Abramo,
perché di Dio sono i potenti della terra:
egli è l'Altissimo.

Canto al Vangelo Gv 16,28
Alleluia, alleluia.
Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo;
ora lascio il mondo e vado al Padre.
Alleluia.

Vangelo Gv 16, 23b-28
Il Padre vi ama, perché mi avete amato e avete creduto.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l'ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre».

Sulle Offerte
Santifica, o Dio, i doni che ti presentiamo e trasforma in offerta perenne tutta la nostra vita in unione alla vittima spirituale, il tuo servo Gesù, unico sacrificio a te gradito. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Propítius, Dómine, quæsumus, hæc dona sanctífica, et, hóstiæ spiritális oblatióne suscépta, nosmetípsos tibi pérfice munus ætérnum. Per Christum...

Prefazio Pasquale V
Cristo sacerdote e vittima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

Offrendo il suo corpo sulla croce,
diede compimento ai sacrifici antichi,
e donandosi per la nostra redenzione
divenne altare, vittima e sacerdote.

Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo...


Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre:

Te quidem, Dómine,

omni témpore confitéri,

sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Qui, oblatióne córporis sui,

antíqua sacrifícia in crucis veritáte perfécit,

et, seípsum tibi pro nostra salúte comméndans,

idem sacérdos, altáre et agnus exhíbuit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ

potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Gv 17, 24
«Quelli che mi hai dato, Padre,
voglio che siano con me, dove sono io,
perché contemplino la gloria che mi hai dato», alleluia.

Pater, quos dedísti mihi, volo ut ubi sum ego, et illi sint mecum, ut vídeant claritátem quam dedísti mihi, allelúia...

Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai nutriti con questo sacramento, ascolta la nostra umile preghiera: il memoriale della Pasqua, che Cristo tuo Figlio ci ha comandato di celebrare, ci edifichi sempre nel vincolo della tua carità. Per Cristo nostro Signore.


Súmpsimus, Dómine, sacri dona mystérii, humíliter deprecántes, ut, quæ in sui commemoratiónem nos Fílius tuus fácere præcépit, in nostræ profíciant caritátis augméntum. Per Christum.

24/05/2009 11:56
 
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ASCENSIONE DEL SIGNORE
Anno B - Solennità


LETTURE: At 1,1-11; Sal 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20


Il destino dell'uomo nuovo

San Luca ci ha lasciato due racconti dell’Ascensione, che presentano lo stesso avvenimento in una luce diversa: nel vangelo il racconto costituisce quasi una dossologia: il finale glorioso della vita pubblica di Gesù; negli Atti l’Ascensione è vista come il punto di partenza dell’espansione missionaria della Chiesa (questa è pure la prospettiva degli altri due sinottici: Mt 28 e Mc 16).

Un’umanità nuova inaugurata da Cristo Signore
L’insieme delle letture invita ad andare al di là dell’avvenimento dell’Ascensione descritto in termini spazio-temporali: la «elevazione» al cielo del Signore risorto, i «quaranta giorni» dopo la Pasqua, sono solo un modo per indicare la conclusione di una fase della storia della salvezza e l’inizio di un’altra.
Quel Gesù con il quale i discepoli hanno «mangiato e bevuto» continua la sua permanenza invisibile nella Chiesa. Essa è chiamata a continuare la missione e la predicazione di Cristo e riceve il compito di annunciare il Regno e rendere testimonianza al Signore. Per questo gli angeli, dopo l’Ascensione del Risorto, invitano gli apostoli a non attardarsi a guardare il cielo: l’avvenimento a cui hanno assistito non coinvolge solamente loro; al contrario, da esso prende il via un dinamismo universale, «salvifico» e «missionario» che sarà animato dallo Spirito Santo (cf prima lettura, v. 5).
Per la forza di questo Spirito, il Cristo glorificato e costituito Signore universale (cf seconda lettura A, vv. 20-21), capo del Corpo-Chiesa e del Corpo-umanità (vv. 22-23), attira a sé tutte le sue membra perché accedano, con lui e per lui, alla vita presso il Padre.
Anzi, egli stesso anima questi uomini nella loro ricerca di libertà, di dignità, di giustizia, di responsabilità; il loro desiderio di «essere di più», la loro volontà di costruire un mondo più giusto e più unito. Così, la comunità dei credenti, consapevole di aver ricevuto un potere divino, piena di slancio missionario e di gioia pasquale, diventa nel mondo testimone della nuova realtà di vita realizzata in Cristo Signore.

Realtà terrestri e impegno dei credenti
La riflessione conciliare sul rapporto Chiesa-mondo si è espressa nella Costituzione Gaudium et Spes con alcuni testi fondamentali: Reazione ad una presentazione alienante della religione: «Tra le forme dell’ateismo moderno non va trascurata quella che si aspetta la liberazione dell’uomo soprattutto dalla sua liberazione economica e sociale. Si pretende che la religione sia di ostacolo, per natura sua, a tale liberazione, in quanto, elevando la speranza dell’uomo verso una vita futura e fallace, la distoglie dall’edificazione della città terrena» (GS 20).
Un nuovo equilibrio da ritrovare: «Certo, siamo avvertiti che niente giova all’uomo se guadagna il mondo intero ma perde se stesso. Tuttavia l’attesa di una terra nuova non deve indebolire, bensì piuttosto stimolare la sollecitudine nel lavoro relativo alla terra presente, dove cresce quel corpo dell’umanità nuova che già riesce ad offrire una certa prefigurazione che adombra il mondo nuovo. Pertanto, benché si debba accuratamente distinguere il progresso terreno dallo sviluppo del Regno di Dio, tuttavia, nella misura in cui può contribuire a meglio ordinare l’umana società, tale progresso è di grande importanza per il Regno di Dio» (GS 39; cf anche GS 43 e 57).

L’assemblea liturgica, testimonianza viva della presenza di Cristo Signore
Gesù è presente in mezzo ai suoi principalmente in forma mentale ed ecclesiale; da questa presenza del Signore scaturisce la responsabilità e la missione della evangelizzazione.
Tutto ciò si realizza ed è per così dire «ritualizzato» nella celebrazione eucaristica. L’assemblea che si riunisce per l’azione liturgica è già una testimonianza e un annuncio del Signore Gesù; egli è presente con la Parola e l’Eucaristia, realizzando la promessa: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo».
Nella liturgia della Parola si adempie il comando di Gesù: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura». La parola proclamata suscita, nel «Credo», la risposta di fede nel mistero di Cristo. E colui che presiede proclama a nome dell’assemblea la speranza comune di essere un giorno, per sempre, uniti nella gloria al Signore Gesù, vincitore del peccato e della morte (cf prefazio).
La sua presenza in noi è pegno che parteciperemo come con lui e con lui alla vita presso il Padre; anzi, la realtà sacramentale già ce lo fa pregustare oggi. Una assemblea liturgica che celebra con sincera adesione questi aspetti del mistero, diventa testimonianza viva dell’azione di Cristo nella sua Chiesa e dell’umanità nuova da lui inaugurata con la sua «ascensione» presso il Padre.


Nessuno è mai salito al cielo,
fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo

Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo
(Disc. sull'Ascensione del Signore, ed. A. Mai, 98, 1-2; PLS 2, 494-495)
Oggi nostro Signore Gesù Cristo è asceso al cielo. Con lui salga pure il nostro cuore.
Ascoltiamo l'apostolo Paolo che proclama: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio. Pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra» (Col 3, 1-2). Come egli è asceso e non si è allontanato da noi, così anche noi già siamo lassù con lui, benché nel nostro corpo non si sia ancora avverato ciò che ci è promesso.
Cristo ormai esaltato al di sopra dei cieli, ma soffre qui in terra tutte le tribolazioni che noi sopportiamo come sue membra. Di questo diede assicurazione facendo sentire quel grido: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» (At 9, 4). E così pure: «Io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare»(Mt 25, 35).
Perché allora anche noi non fatichiamo su questa terra, in maniera da riposare già con Cristo in cielo, noi che siamo uniti al nostro Salvatore attraverso la fede, la speranza e la carità? Cristo, infatti, pur trovandosi lassù, resta ancora con noi. E noi, similmente, pur dimorando quaggiù, siamo già con lui. E Cristo può assumere questo comportamento in forza della sua divinità e onnipotenza. A noi, invece, è possibile, non perché siamo esseri divini, ma per l'amore che nutriamo per lui. Egli non abbandonò il cielo, discendendo fino a noi; e nemmeno si è allontanato da noi, quando di nuovo è salito al cielo. Infatti egli stesso dà testimonianza di trovarsi lassù mentre era qui in terra: Nessuno è mai salito al cielo fuorché colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo, che è in cielo (cfr. Gv 3, 13).
Questa affermazione fu pronunciata per sottolineare l'unità tra lui nostro capo e noi suo corpo. Quindi nessuno può compiere un simile atto se non Cristo, perché anche noi siamo lui, per il fatto che egli è il Figlio dell'uomo per noi, e noi siamo figli di Dio per lui.
Così si esprime l'Apostolo parlando di questa realtà: «Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo» (1 Cor 12,12). L'Apostolo non dice: «Così Cristo», ma sottolinea: «Così anche Cristo». Cristo dunque ha molte membra, ma un solo corpo.
Perciò egli è disceso dal cielo per la sua misericordia e non è salito se non lui, mentre noi unicamente per grazia siamo saliti in lui. E così non discese se non Cristo e non è salito se non Cristo. Questo non perché la dignità del capo sia confusa nel corpo, ma perché l'unità del corpo non sia separata dal capo.


MESSALE

Antifona d'Ingresso At 1,11
«Uomini di Galilea,
perché fissate nel cielo lo sguardo?
Come l'avete visto salire al cielo,
così il Signore ritornerà». Alleluia.



Viri Galilæi,

quid admirámini aspiciéntes in cælum?

Quemádmodum vidístis eum

ascendéntem in cælum, ita véniet, alléluia.


Nella vigilia:

Regna terræ cantáte Deo,

psállite Dómino, qui ascéndit

super cælum cæli; magnificéntia

et virtus eius in núbibus, allelúia.


Colletta
Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria. Egli è Dio...



Fac nos, omnípotens Deus, sanctis exsultáre gáudiis, et pia gratiárum actióne lætári, quia Christi Fílii tui ascénsio est nostra provéctio, et quo procéssit glória cápitis, eo spes vocátur et córporis. Per Dóminum.



Oppure:

Concéde, quæsumus, omnípotens Deus, ut, qui hodiérna die Unigénitum tuum Redemptórem nostrum ad cælos ascendísse crédimus, ipsi quoque mente in cæléstibus habitémus. Qui tecum.


Nella vigilia:

Deus, cuius Fílius hódie in cælos, Apóstolis astántibus, ascéndit, concéde nobis, quæsumus, ut secúndum eius promíssionem et ille nobíscum semper in terris et nos cum eo in cælo vívere mereámur. Qui tecum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 1,1-11
Fu elevato in alto sotto i loro occhi.

Dagli atti degli apostoli
Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 46
Ascende il Signore tra canti di gioia.
Oppure:
Alleluia, alleluia, alleluia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

Seconda Lettura Ef 4, 1-13
Raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni.

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell'amore, avendo a cuore di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.

Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti. A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: «Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini». Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra?
Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose. Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

Canto al Vangelo Mt 28,19a.20b
Alleluia, alleluia.
Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore.
Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo.
Alleluia.



Vangelo Mc 16, 15-20
Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, [ Gesù apparve agli Undici ] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.


Sulle Offerte
Accogli, Signore, il sacrificio che ti offriamo nella mirabile ascensione del tuo Figlio, e per questo santo scambio di doni fa' che il nostro spirito si innalzi alla gioia del cielo. Per Cristo nostro Signore.

Cristo nostro Signore.



Sacrifícium, Dómine, pro Fílii tui súpplices venerábili nunc ascensióne deférimus: præsta, quæsumus, ut his commérciis sacrosánctis ad cæléstia consurgámus. Per Christum.

Nella vigilia:
Deus, cuius Unigénitus, Póntifex noster, semper vivens sedet ad déxteram tuam ad interpellándum pro nobis, concéde nos adíre cum fidúcia ad thronum grátiæ, ut misericórdiam tuam consequámur. Per Christum.

Prefazio dell'Ascensione del Signore I
Il mistero dell’Ascensione

È veramente cosa buona e giusta,
che tutte le creature in cielo e sulla terra
si uniscano nella tua lode, Dio onnipotente ed eterno:

Il Signore Gesù, re della gloria,
vincitore del peccato e della morte,
oggi è salito al cielo
tra il coro festoso degli angeli.

Mediatore tra Dio e gli uomini,
giudice del mondo e Signore dell’universo,
non si è separato dalla nostra condizione umana,
ma ci ha preceduti nella dimora eterna,
per darci la serena fiducia
che dove è lui, capo e primogenito,
saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria.

Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale,
l’umanità esulta su tutta la terra,
e con l’assemblea degli angeli e dei santi
canta l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Quia Dóminus Iesus, Rex glóriæ,

peccáti triumphátor et mortis, mirántibus Angelis,

ascéndit (hódie) summa cælórum,

Mediátor Dei et hóminum,

Iudex mundi Dominúsque virtútum;

non ut a nostra humilitáte discéderet,

sed ut illuc confiderémus,

sua membra, nos súbsequi quo ipse,

caput nostrum principiúmque, præcéssit.



Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.

Sed et supérnæ virtútes atque

angélicæ potestátes hymnum

glóriæ tuæ cóncinunt, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Nella vigilia:


Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Quia Dóminus Iesus, Rex glóriæ,

peccáti triumphátor et mortis, mirántibus Angelis,

ascéndit (hódie) summa cælórum,

Mediátor Dei et hóminum,

Iudex mundi Dominúsque virtútum;

non ut a nostra humilitáte discéderet,

sed ut illuc confiderémus,

sua membra, nos súbsequi quo ipse,

caput nostrum principiúmque, præcéssit.



Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.

Sed et supérnæ virtútes atque

angélicæ potestátes hymnum

glóriæ tuæ cóncinunt, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.



Si dice la Preghiera Eucaristica I o Canone Romano: ha il Comunicantes dell’Ascensione


Antifona alla Comunione Mc 16,15
«Andate in tutto il mondo,
predicate il Vangelo a ogni creatura». Alleluia.



Ecce ego vobíscum sum ómnibus

diébus usque ad consummatiónem sæculi, allelúia.

Nella vigilia:

Christus, unam

pro peccátis ófferens hóstiam,

in sempitérnum sedet in déxtera Dei, allelúia.


Dopo la Comunione
Dio onnipotente e misericordioso, che alla tua Chiesa pellegrina sulla terra fai gustare i divini misteri, suscita in noi il desiderio della patria eterna, dove hai innalzato l'uomo accanto a te nella gloria. Per Cristo nostro Signore.



Omnípotens sempitérne Deus, qui in terra constitútos divína tractáre concédis, præsta, quæsumus, ut illuc tendat christiánæ devotiónis afféctus, quo tecum est nostra substántia. Per Christum.

Nella vigilia:

Quæ ex altári tuo, Domine, dona percépimus, accéndant in córdibus nostris cæléstis pátriæ desidérium, et quo præcúrsor pro nobis introívit Salvátor, fáciant nos, eius vestígia sectántes, conténdere. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum..


Dopo la Comunione
Dio onnipotente e misericordioso, che alla tua Chiesa pellegrina sulla terra fai gustare i divini misteri, suscita in noi il desiderio della patria eterna, dove hai innalzato l'uomo accanto a te nella gloria. Per Cristo nostro Signore.
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