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Anno liturgico

Ultimo Aggiornamento: 30/05/2010 09:37
14/02/2009 09:40
 
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14 FEBBRAIO
SANTI CIRILLO, monaco e METODIO, vescovo
Patroni d'Europa (sec. IX)
Festa


LETTURE: Is 52,7-10; Sal 95; Mc 16,15-20



Cirillo e Metodio, fratelli, nativi di Salonicco, inviati in missione presso gli Slavi dalla Chiesa di Bisanzio, compirono la loro missione traducendo la Bibbia in lingua slava e celebrando in tale lingua la liturgia. Gettarono così le basi di una vera cultura cristiana popolare. Gravi difficoltà, in particolare le lotte violente fra Germani e Slavi, ostacolarono il loro apostolato. Poiché Bisanzio non sosteneva sufficientemente i suoi missionari impegnati in tali problemi, essi cercarono personalmente appoggio a Roma. Papa Adriano II autenticò la loro missione e accettò il loro metodo apostolico, specialmente la loro liturgia.

Cirillo morì a Roma; Metodio, fatto vescovo dal papa, continuò la missione fra crescenti difficoltà, come Legato apostolico.

Calunniato per le sue iniziative, e ostacolato dalle opposizioni tra Oriente e Occidente e dai conflitti fra principi slavi e germanici, non si scostò mai dalle regole essenziali dell’apostolato cristiano: adattamento del messaggio alla cultura del popolo, valorizzazione dei punti di aggancio del Vangelo con la mentalità della gente, rigetto della uniformità nella ricerca dell’unità.


Fa' crescere la tua Chiesa e raccogli tutti nell'unità

Dalla «Vita» in lingua slava di Costantino (Cap. 18; Denkschriften der kaiserl. Akademie der Wissenschaften, 19, Vienna 1870, p. 246)

Costantino Cirillo, stanco dalla molte fatiche, cadde e malato e sopportò il proprio male per molti giorni. Fu allora ricreato da una visione di Dio, e cominciò a cantare così. Quanto mi dissero: «andremo alla casa del Signore», il mio spirito si è rallegrato e il mio cuore ha esultato (cfr. Sal 121, 1).
Dopo aver indossato le sacre vesti, rimase per tutto il giorno ricolmo di gioia e diceva: «Da questo momento non sono più servo né dell'imperatore né di alcun uomo sulla terra, ma solo di Dio onnipotente. Non esistevo, ma ora esisto ed esisterò in eterno. Amen».
Il giorno dopo vestì il santo abito messianico e aggiungendo luce a luce si impose il nome di Cirillo. Così vestito rimase cinquanta giorni.
Giunta l'ora della fine e di passare al riposo eterno, levate le mani a Dio, pregava tra le lacrime, dicendo: «Signore, Dio mio, che hai creato tutti gli ordini angelici e gli spirito incorporei, che hai steso i cieli e resa ferma le terra e hai formato dal nulla tutte le cose che esistono, tu che ascolti sempre coloro che fanno la tua volontà e ti temono e osservano i tuoi precetti; ascolta la mia preghiera e conserva nella fede il tuo gregge, a capo del quale mettesti me, tuo servo indegno ed inetto.
Liberali dalla malizia empia e pagana di quelli che ti bestemmiano; fà crescere di numero la tua Chiesa e raccogli tutti nell'unità.
Rendi santo, concorde nella vera fede e nella retta confessione il tuo popolo, e ispira nei cuori la parola della tua dottrina. E' tuo dono infatti l'averci scelti a predicare il Vangelo del tuo Cristo, a incitare i fratelli alle buone opere ed a compiere quanto ti è gradito.
Quelli che mi hai dato, te li restituisco come tuoi; guidali ora con la tua forte destra, proteggili all'ombra delle tue ali, perché tutti lodino e glorifichino il tuo nome di Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen».
Avendo poi baciato tutti col bacio santo, disse: «Benedetto Dio, che non ci ha dato in pasto ai denti dei nostri invisibili avversari, ma spezzò la loro rete e ci ha salvati dalla loro voglia di mandarci in rovina».
E così, all'età di quarantadue anni, si addormentò nel Signore.
Il papa comandò che tutti i Greci che erano a Roma ed i Romani si riunissero portando ceri e cantando e che gli dedicassero onori funebri non diversi da quelli che avrebbero tributato al papa stesso; e così fu fatto.


MESSALE

Antifona d'Ingresso

Questi soni i santi, amici di Dio,
gloriosi araldi del Vangelo.

Isti sunt viri sancti facti amíci Dei, divínæ veritátis præcónio gloriósi.



Colletta

O Dio, ricco di misericordia, che nella missione apostolica dei santi fratelli Cirillo e Metodio hai donato ai popoli slavi la luce del vangelo, per la loro comune intercessione fa' che tutti gli uomini accolgano la tua parola e formino il tuo popolo santo concorde nel testimoniare la vera fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Deus, qui per beátos fratres Cyríllum et Methódium Slavóniæ gentes illuminásti, da córdibus nostris tuæ doctrínæ verba percípere, nosque pérfice pópulum in vera fide et recta confessióne concórdem. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura Is 52,7-10

Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.

Dal libro del profeta Isaia

Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero di lieti annunzi che annunzia la pace,
messaggero di bene che annunzia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Senti? Le tue sentinelle alzano la voce, insieme gridano di gioia,
poiché vedono con i loro occhi il ritorno del Signore in Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio davanti a tutti i popoli;
tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.



Salmo Responsoriale Dal Salmo 95
Il Signore ha manifestato la sua salvezza



Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore da tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.


Annunziate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo ai popoli raccontate la sua gloria,
a tutte le nazioni dite i suoi prodigi.



Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,

date al Signore la gloria del suo nome.


Dite tra i popoli: «Il Signore regna!».
Sorregge il mondo, perché non vacilli;
giudica le nazioni con rettitudine.



Canto al Vangelo Cf Mt 10,5.9

Alleluia, alleluia.
Oppure in tempo di Quaresima: Lode e onore a te, Signore Gesù.

Il regno di Dio è in mezzo a voi, dice il Signore;

portate il messaggio di pace a tutti gli uomini.

Alleluia.





Vangelo Mc 16,15-20

Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo.

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, apparendo agli Undici disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.

Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.



Sulle Offerte

Guarda, o Padre, i doni che nel ricordo dei santi Cirillo e Metodio deponiamo su il tuo altare e fa' che diventino il segno dell'umanità nuova riconciliata nell'amore. Per Cristo nostro Signore.

Réspice, Dómine, múnera quæ in commemoratióne beatórum Cyrílli et Methódii maiestáti tuæ deférimus, et præsta, ut signum fiant humanitátis novæ in dilectióne caritátis tibi reconciliátæ. Per Christum.



Antifona alla Comunione Cf Mc 16,20

I discepoli partirono e predicarono il lieto annunzio,
e il Signore operava insieme con loro.

Profécti sunt discípuli Evangélium prædicántes, Dómino cooperánte et sermónem confirmánte, sequéntibus signis.



Dopo la Comunione

O Dio, Padre di tutte le genti, che nell'unico pane e nell'unico Spirito ci hai fatti commensali ed eredi del banchetto eterno, per l'intercessione dei santi Cirillo e Metodio fa' che la moltitudine dei tuoi figli, unita nella stessa fede, sia solidale nel costruire la giustizia e la pace. Per Cristo nostro Signore.

Deus, cunctárum Pater géntium, qui nos de uno pane et uno Spíritu partícipes éfficis ac ætérni herédes convívii, in hac festivitáte beatórum Cyrílli et Methódii benígnus concéde, ut tuórum multitúdo filiórum, in eádem fide persevérans, unánimis regnum iustítiæ et pacis ædíficet. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 15/02/2009 08:43]
15/02/2009 08:41
 
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VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Anno B

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


LETTURE: Lv 13,1-2.45-46; Sal 31; 1 Cor 10,31-11,1; Mc 1,40-45


La lebbra del peccato

La mentalità religiosa dei contemporanei di Gesù legava l’anima al corpo in una unità maggiore di quanto non facesse la mentalità greca. Ne risultava che ogni malattia fisica doveva essere il riflesso e la conseguenza di una malattia morale.

Il lebbroso, un escluso
Fra tutte le malattie, la lebbra era considerata dagli Ebrei quella che più rendeva impuro l’uomo, perché distruggendolo nella sua integrità e vitalità fisica, era per eccellenza segno del peccato e della sua gravità. Per questo, la lebbra non è mai considerata solo o principalmente da un punto di vista medico, ma riveste un carattere prevalentemente religioso. Solo così si spiegano le misure severe e repellenti che sono riportate nella prima lettura. Non si tratta semplicemente di misure profilattiche: tale isolamento mirava a preservare «la santità del popolo di Dio». La lebbra, segno del peccato, poneva l’uomo al di fuori della comunità del popolo di Dio, ne faceva uno «scomunicato».
Per questo le guarigioni dalla lebbra, narrate dai vangeli — tenuto conto del contesto sociale presente nella prima lettura — diventano simbolo della liberazione dal peccato, segno e prova del potere di Gesù.

L’incontro con Gesù
Ma la guarigione operata da Gesù dice qualcosa di più della sem­plice liberazione da una malattia e della riammissione nel seno della comunità. Egli si rende partecipe della situazione del lebbroso; toccandolo con la sua mano, in qualche modo contrae la sua stessa impurità... In questo gesto Gesù appare come colui che «si è caricato delle nostre sofferenze»: ha contratto, lui, il male disgregatore delle forze vive dell’uomo e così ci ha guariti nella radice del nostro essere. Si ha qui una prima realizzazione della profezia del Servo di Iahvè che si presenta con l’aspetto di un lebbroso perché si è addossato i nostri peccati e, conseguentemente, il loro castigo (cf Is 53,3-12).
Questo si realizzerà alla lettera nella sua passione quando sarà portato a morire assieme ai malfattori, «fuori dell’accampamento», fuori delle mura della città.
Sotto i diversi elementi del racconto evangelico si coglie, in trasparenza, il dinamismo della confessione-penitenza, come si opera oggi nella Chiesa. La celebrazione della penitenza è un incontro con Gesù che guarisce dalla lebbra del peccato e riammette nella comunità ecclesiale. Il racconto ha un andamento quasi liturgico e non è difficile individuare nei gesti del lebbroso e in quelli di Gesù un trasparente simbolismo penitenziale.

Gli esclusi di oggi
La lebbra purtroppo esiste ancora nella nostra società. Essa ha lo stesso volto disumano di sempre e, paradossalmente, la condizione del lebbroso non è molto cambiata dai tempi di Gesù.
Ma la nostra considerazione non si può fermare solo sulla lebbra. Ci sono tante altre categorie di esclusi nella nostra società, gente emarginata e tenuta «fuori dell’accampamento», cioè fuori di una società dove si decide per loro e su di loro, ma senza considerarli o interpellarli.
I lebbrosi d’oggi sono la gente che vive nelle baracche delle «bidonvilles» delle città ricche ed opulente, sono i «falliti», i sottooccupati delle città industriali, sono i giovani «drogati», i «bruciati», vittime di una civiltà rivolta solo al consumo e al successo; sono i bambini handicappati, ritardati, spastici, ai quali la società non pensa, perché non «rendono» e sono di peso; sono gli anziani che «aspettano» senza speranza la morte in un isolamento e in una inerzia che frustra e svilisce...; sono i carcerati, bollati d’un marchio anche dopo scontata la pena.
I cristiani sono chiamati a rendere ragione della speranza che è in loro. Ad essi spetta darne testimonianza credibile. L’impegno per costruire un mondo più giusto, più a misura d’uomo e dell’uomo redento, è contributo effettivo al cammino del Regno.
Nell’attesa di nuovi cieli e di nuova terra, il cristiano vive la sua presenza nel tempo come membro solidale di tutta l’umanità, nel suo sforzo di trasformazione del mondo: è questo infatti il mondo che verrà rigenerato in nuova umanità e in nuova terra. La responsabilità storica e sociale dei cristiani li pone a confronto con problemi sempre nuovi, sia in ordine al rapporto con gli altri che con le cose (cf CdA, pag. 424).



La parola di Dio è sorgente inesauribile di vita

Dai «Commenti dal Diatessaron» di sant'Efrem, diacono (1, 18-19; SC 121, 52-53)
Chi è capace di comprendere, Signore, tutta la ricchezza di una sola delle tue parole? E' molto più ciò che ci sfugge di quanto riusciamo a comprendere. Siamo proprio come gli assetati che bevono ad una fonte. La tua parola offre molti aspetti diversi, come numerose sono le prospettive di coloro che la studiano. Il Signore ha colorato la sua parola di bellezze svariate, perché coloro che la scrutano possano contemplare ciò che preferiscono. Ha nascosto nella sua parola tutti i tesori, perché ciascuno di noi trovi una ricchezza in ciò che contempla.
La sua parola è un albero di vita che, da ogni parte, ti porge dei frutti benedetti. Essa è come quella roccia aperta nel deserto, che divenne per ogni uomo, da ogni parte, una bevanda spirituale. Essi mangiarono, dice l'Apostolo, un cibo spirituale e bevvero una bevanda spirituale (cfr. 1 Cor 10, 2).
Colui al quale tocca una di queste ricchezze non creda che non vi sia altro nella parola di Dio oltre ciò che egli ha trovato. Si renda conto piuttosto che egli non è stato capace di scoprirvi se non una sola cosa fra molte altre. Dopo essersi arricchito della parola, non creda che questa venga da ciò impoverita. Incapace di esaurirne la ricchezza, renda grazie per la immensità di essa. Rallegrati perché sei stato saziato, ma non rattristarti per il fatto che la ricchezza della parola ti superi. Colui che ha sete è lieto di bere, ma non si rattrista perché non riesce a prosciugare la fonte. E' meglio che la fonte soddisfi la tua sete, piuttosto che la sete esaurisca la fonte. Se la tua sete è spenta senza che la fonte sia inaridita, potrai bervi di nuovo ogni volta che ne avrai bisogno. Se invece saziandoti seccassi la sorgente, la tua vittoria sarebbe la tua sciagura. Ringrazia per quanto hai ricevuto e non mormorare per ciò che resta inutilizzato. Quello che hai preso o portato via è cosa tua, ma quello che resta è ancora tua eredità. Ciò che non hai potuto ricevere subito a causa della tua debolezza, ricevilo in altri momenti con la tua perseveranza. Non avere l'impudenza di voler prendere in un sol colpo ciò che non può essere prelevato se non a più riprese, e non allontanarti da ciò che potresti ricevere solo un pò alla volta.



MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 30,3-4
Sii per me difesa, o Dio, rocca e fortezza che mi salva,
perché tu sei mio baluardo e mio rifugio;
guidami per amore del tuo nome.


Esto mihi in Deum protectórem,

et in locum refúgii, ut salvum me fácias.

Quóniam firmaméntum meum et refúgium meum es tu,

et propter nomen tuum dux mihi eris, et enútries me.


Colletta
O Dio, che hai promesso di essere presente in coloro che ti amano e con cuore retto e sincero custodiscono la tua parola, rendici degni di diventare tua stabile dimora. Per il nostro Signore ...


Deus, qui te in rectis et sincéris manére pectóribus ásseris, da nobis tua grátia tales exsístere, in quibus habitáre dignéris. Per Dóminum.


Oppure:
Risanaci, o Padre, dal peccato che ci divide, e dalle discriminazioni che ci avviliscono; aiutaci a scorgere anche nel volto del lebbroso l'immagine del Cristo sanguinante sulla croce, per collaborare all'opera della redenzione e narrare ai fratelli la tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Lv 13,1-2.45-46
Il lebbroso se ne starà solo, abiterà fuori dell'accampamento.

Dal libro del Levìtico
Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse: «Se qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli.
Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: "Impuro! Impuro!". Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell'accampamento».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 31
La tua salvezza, Signore, mi colma di gioia.

Beato l'uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l'uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.

Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia!

Seconda Lettura 1 Cor 10,31 - 11,1
Diventate miei imitatori come io lo sono di Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo.

Canto al Vangelo Lc 7,16
Alleluia, alleluia.
Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo.
Alleluia.




Vangelo Mc 1, 40-45
La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!».
E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.


Sulle Offerte
Questa nostra offerta, Signore, ci purifichi e ci rinnovi, e ottenga a chi è fedele alla tua volontà la ricompensa eterna. Per Cristo nostro Signore.


Hæc nos oblátio, quæsumus, Dómine, mundet et rénovet, atque tuam exsequéntibus voluntátem fiat causa remuneratiónis ætérnæ. Per Christum.


Comunione Sal 77,29-30
Hanno mangiato e si sono saziati
e Dio li ha soddisfatti nel loro desiderio,
la loro brama non è stata delusa.


Manducavérunt, et saturáti sunt nimis,

et desidérium eórum áttulit eis Dóminus;

non sunt fraudáti a desidério suo.


Oppure: Gv 3,16
Dio ha tanto amato il mondo da donare
il suo unico Figlio,
perché chiunque crede in lui
non perisca, ma abbia la vita eterna.


Sic Deus diléxit mundum,

ut Fílium suum Unigénitum daret,

ut omnis qui credit in eum non péreat,

sed hábeat vitam ætérnam.


Oppure: Mc 1,40.41
«Signore, se vuoi puoi guarirmi!».
Gesù disse: «Lo voglio, guarisci».

Dopo la Comunione
Signore, che ci hai nutriti al convito eucaristico, fa' che ricerchiamo sempre quei beni che ci danno la vera vita. Per Cristo nostro Signore.


Cæléstibus, Dómine, pasti delíciis,

quæsumus, ut semper éadem,

per quæ veráciter vívimus, appetámus. Per Christum.


www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 15/02/2009 08:46]
16/02/2009 08:42
 
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VI SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - LUNEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 30,3-4
Sii per me difesa, o Dio, rocca e fortezza che mi salva,
perché tu sei mio baluardo e mio rifugio;
guidami per amore del tuo nome.


Esto mihi in Deum protectórem,

et in locum refúgii, ut salvum me fácias.

Quóniam firmaméntum meum et refúgium meum es tu,

et propter nomen tuum dux mihi eris, et enútries me.


Colletta
O Dio, che hai promesso di essere presente in coloro che ti amano e con cuore retto e sincero custodiscono la tua parola, rendici degni di diventare tua stabile dimora. Per il nostro Signore ...


Deus, qui te in rectis et sincéris manére pectóribus ásseris, da nobis tua grátia tales exsístere, in quibus habitáre dignéris. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura Gn 4, 1-15. 25
Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise.

Dal libro della Gènesi
Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore». Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo.
Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo».
Caino disse al fratello Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise.
Allora il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?».
Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra».
Disse Caino al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono? Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere».
Ma il Signore gli disse: «Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato.
Adamo si unì di nuovo alla moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Set. «Perché — disse — Dio mi ha concesso un'altra discendenza al posto di Abele, poiché Caino l'ha ucciso».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 49
L'amore del fratello è il sacrificio a te gradito.

Parla il Signore, Dio degli dèi,
convoca la terra da oriente a occidente.
«Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici;
i tuoi olocàusti mi stanno sempre dinanzi» .

All'empio dice Dio:
«Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che detesti la disciplina
e le mie parole te le getti alle spalle?

Ti siedi, parli contro il tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.
Hai fatto questo e dovrei tacere?
forse credevi ch'io fossi come te!
Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati» .

Canto al Vangelo Mc 1,15
Alleluia, alleluia.
Il regno dei cieli è vicino, dice il Signore:
convertitevi e credete al vangelo.
Alleluia.

Vangelo Mc 8, 11-13
Perché questa generazione cerca un segno?

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, vennero i farisei e incominciarono a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli, con un profondo sospiro, disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione». E lasciatili, risalì sulla barca e si avviò all'altra sponda.


Sulle Offerte
Questa nostra offerta, Signore, ci purifichi e ci rinnovi, e ottenga a chi è fedele alla tua volontà la ricompensa eterna. Per Cristo nostro Signore.


Hæc nos oblátio, quæsumus, Dómine, mundet et rénovet, atque tuam exsequéntibus voluntátem fiat causa remuneratiónis ætérnæ. Per Christum.


Comunione Sal 77,29-30
Hanno mangiato e si sono saziati
e Dio li ha soddisfatti nel loro desiderio,
la loro brama non è stata delusa.


Manducavérunt, et saturáti sunt nimis,

et desidérium eórum áttulit eis Dóminus;

non sunt fraudáti a desidério suo.


Oppure: Gv 3,16
Dio ha tanto amato il mondo da donare
il suo unico Figlio,
perché chiunque crede in lui
non perisca, ma abbia la vita eterna.


Sic Deus diléxit mundum,

ut Fílium suum Unigénitum daret,

ut omnis qui credit in eum non péreat,

sed hábeat vitam ætérnam.


Dopo la Comunione
Signore, che ci hai nutriti al convito eucaristico, fa' che ricerchiamo sempre quei beni che ci danno la vera vita. Per Cristo nostro Signore.


Cæléstibus, Dómine, pasti delíciis,

quæsumus, ut semper éadem,

per quæ veráciter vívimus, appetámus. Per Christum.


www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 17/02/2009 09:07]
17/02/2009 09:07
 
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VI SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - MARTEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 30,3-4
Sii per me difesa, o Dio, rocca e fortezza che mi salva,
perché tu sei mio baluardo e mio rifugio;
guidami per amore del tuo nome.


Esto mihi in Deum protectórem,

et in locum refúgii, ut salvum me fácias.

Quóniam firmaméntum meum et refúgium meum es tu,

et propter nomen tuum dux mihi eris, et enútries me.


Colletta
O Dio, che hai promesso di essere presente in coloro che ti amano e con cuore retto e sincero custodiscono la tua parola, rendici degni di diventare tua stabile dimora. Per il nostro Signore ...


Deus, qui te in rectis et sincéris manére pectóribus ásseris, da nobis tua grátia tales exsístere, in quibus habitáre dignéris. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura Gn 6,5-8; 7,1-5.10
Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato.

Dal libro della Gènesi
Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo.
Il Signore disse: «Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti». Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore.
Il Signore disse a Noè: «Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. D'ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina. Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra. Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; sterminerò dalla terra ogni essere che ho fatto».
Noè fece quanto il Signore gli aveva comandato. Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 28
Ci benedica il Signore con la sua presenza.

Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore in santi ornamenti.

Il Signore tuona sulle acque,
il Dio della gloria scatena il tuono,
il Signore, sull'immensità delle acque.
Il Signore tuona con forza,
tuona il Signore con potenza.

Nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!» .
Il Signore è assiso sulla tempesta,
il Signore siede re per sempre.

Canto al Vangelo Cf Ef 1,17-18
Alleluia, alleluia.
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
ci conceda lo spirito di sapienza,
perché possiamo conoscere
qual è la speranza della nostra chiamata.
Alleluia.

Vangelo Mc 8, 14-21
Guardatevi dal lievito dei farisei e di Erode!».

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un pane solo. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!».
E quelli dicevano fra loro: «Non abbiamo pane». Ma Gesù, accortosi di questo, disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non intendete e non capite ancora? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette».
E disse loro: «Non capite ancora?».


Sulle Offerte
Questa nostra offerta, Signore, ci purifichi e ci rinnovi, e ottenga a chi è fedele alla tua volontà la ricompensa eterna. Per Cristo nostro Signore.


Hæc nos oblátio, quæsumus, Dómine, mundet et rénovet, atque tuam exsequéntibus voluntátem fiat causa remuneratiónis ætérnæ. Per Christum.


Comunione Sal 77,29-30
Hanno mangiato e si sono saziati
e Dio li ha soddisfatti nel loro desiderio,
la loro brama non è stata delusa.


Manducavérunt, et saturáti sunt nimis,

et desidérium eórum áttulit eis Dóminus;

non sunt fraudáti a desidério suo.


Oppure: Gv 3,16
Dio ha tanto amato il mondo da donare
il suo unico Figlio,
perché chiunque crede in lui
non perisca, ma abbia la vita eterna.


Sic Deus diléxit mundum,

ut Fílium suum Unigénitum daret,

ut omnis qui credit in eum non péreat,

sed hábeat vitam ætérnam.


Dopo la Comunione
Signore, che ci hai nutriti al convito eucaristico, fa' che ricerchiamo sempre quei beni che ci danno la vera vita. Per Cristo nostro Signore.


Cæléstibus, Dómine, pasti delíciis,

quæsumus, ut semper éadem,



www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
per quæ veráciter vívimus, appetámus. Per Christum.
[Modificato da LiviaGloria 17/02/2009 09:08]
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VI SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - MERCOLEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 30,3-4
Sii per me difesa, o Dio, rocca e fortezza che mi salva,
perché tu sei mio baluardo e mio rifugio;
guidami per amore del tuo nome.


Esto mihi in Deum protectórem,

et in locum refúgii, ut salvum me fácias.

Quóniam firmaméntum meum et refúgium meum es tu,

et propter nomen tuum dux mihi eris, et enútries me.


Colletta
O Dio, che hai promesso di essere presente in coloro che ti amano e con cuore retto e sincero custodiscono la tua parola, rendici degni di diventare tua stabile dimora. Per il nostro Signore ...


Deus, qui te in rectis et sincéris manére pectóribus ásseris, da nobis tua grátia tales exsístere, in quibus habitáre dignéris. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura Gn 8, 6-13.20-22
Guardò e vide che la superficie della terra era asciutta.

Dal libro delle Gènesi
Trascorsi quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatta nell'arca e fece uscire un corvo per vedere se le acque si fossero ritirate. Esso uscì andando e tornando finché si prosciugarono le acque sulla terra.
Noè poi fece uscire una colomba, per vedere se le acque si fossero ritirate dal suolo; ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede, tornò a lui nell'arca, perché c'era ancora l'acqua su tutta la terra. Egli stese la mano, la prese e la fece rientrare presso di sé nell'arca.
Attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba dall'arca e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo.
Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra. Aspettò altri sette giorni, poi lasciò andare la colomba; essa non tornò più da lui.
L'anno seicentouno della vita di Noè, il primo mese, il primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra; Noè tolse la copertura dell'arca ed ecco la superficie del suolo era asciutta.
Allora Noè edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali mondi e di uccelli mondi e offrì olocausti sull'altare.
Il Signore ne odorò la soave fragranza e disse tra sé: «Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Finché durerà la terra, seme e mèsse, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 115
Offrirò al Signore un sacrificio di ringraziamento.

Che cosa renderò al Signore
per quanto mi ha dato?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
Preziosa agli occhi del Signore
è la morte dei suoi fedeli.

Adempirò i miei voti al Signore
e davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme.

Canto al Vangelo Mt 13,16
Alleluia, alleluia.
Beati i vostri occhi perché vedono
e i vostri orecchi perché sentono,dice il Signore.
Alleluia.

Vangelo Mc 8, 22-26
Il cieco fu guarito e vedeva chiaramente ogni cosa.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsaida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo.
Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?».
Quegli, alzando gli occhi, disse: «Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano».
Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa. E lo rimandò a casa dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».


Sulle Offerte
Questa nostra offerta, Signore, ci purifichi e ci rinnovi, e ottenga a chi è fedele alla tua volontà la ricompensa eterna. Per Cristo nostro Signore.


Hæc nos oblátio, quæsumus, Dómine, mundet et rénovet, atque tuam exsequéntibus voluntátem fiat causa remuneratiónis ætérnæ. Per Christum.


Comunione Sal 77,29-30
Hanno mangiato e si sono saziati
e Dio li ha soddisfatti nel loro desiderio,
la loro brama non è stata delusa.


Manducavérunt, et saturáti sunt nimis,

et desidérium eórum áttulit eis Dóminus;

non sunt fraudáti a desidério suo.


Oppure: Gv 3,16
Dio ha tanto amato il mondo da donare
il suo unico Figlio,
perché chiunque crede in lui
non perisca, ma abbia la vita eterna.


Sic Deus diléxit mundum,

ut Fílium suum Unigénitum daret,

ut omnis qui credit in eum non péreat,

sed hábeat vitam ætérnam.


Dopo la Comunione
Signore, che ci hai nutriti al convito eucaristico, fa' che ricerchiamo sempre quei beni che ci danno la vera vita. Per Cristo nostro Signore.


Cæléstibus, Dómine, pasti delíciis,

quæsumus, ut semper éadem,

per quæ veráciter vívimus, appetámus. Per Christum.


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VI SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - GIOVEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 30,3-4
Sii per me difesa, o Dio, rocca e fortezza che mi salva,
perché tu sei mio baluardo e mio rifugio;
guidami per amore del tuo nome.


Esto mihi in Deum protectórem,

et in locum refúgii, ut salvum me fácias.

Quóniam firmaméntum meum et refúgium meum es tu,

et propter nomen tuum dux mihi eris, et enútries me.


Colletta
O Dio, che hai promesso di essere presente in coloro che ti amano e con cuore retto e sincero custodiscono la tua parola, rendici degni di diventare tua stabile dimora. Per il nostro Signore ...


Deus, qui te in rectis et sincéris manére pectóribus ásseris, da nobis tua grátia tales exsístere, in quibus habitáre dignéris. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura Gn 9, 1-13
Pongo il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà segno di alleanza tra me e la terra.

Dal libro della Gènesi
Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. Il timore e il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche e in tutto il bestiame e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono messi in vostro potere.
Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo, come già le verdi erbe. Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue. Del sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto ad ogni essere vivente e domanderò conto della vita dell'uomo all'uomo, a ognuno di suo fratello.
Chi sparge il sangue dell'uomo
dall'uomo il suo sangue sarà sparso,
perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l'uomo.
E voi, siate fecondi e moltiplicatevi,
siate numerosi sulla terra e dominatela».
Dio disse a Noè e ai sui figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi; con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e bestie selvatiche, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca.
Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra».
Dio disse:
«Questo è il segno dell'alleanza, che io pongo tra me e voi
e tra ogni essere vivente che è con voi
per le generazioni eterne.
Il mio arco pongo sulle nubi
ed esso sarà il segno dell'alleanza tra me e la terra».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 101
Serviranno il Signore tutti i popoli della terra.

I popoli temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli si volge alla preghiera del misero
e non disprezza la sua supplica.

Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo nuovo darà lode al Signore.
Il Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il gemito del prigioniero,
per liberare i condannati a morte.

I figli dei tuoi servi avranno una dimora,
resterà salda davanti a te la loro discendenza,
perché sia annunziato in Sion il nome del Signore
e la sua lode in Gerusalemme,
quando si aduneranno insieme i popoli
e i regni per servire il Signore.

Canto al Vangelo 2 Cor 5,19
Alleluia, alleluia.
Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
affidando a noi la parola della riconciliazione.
Alleluia.

Vangelo Mc 8, 27-33
Tu sei il Cristo. Il Figlio dell'uomo deve molto soffrire.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: «Chi dice la gente che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elìa e altri uno dei profeti». Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno.
E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare.
Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».


Sulle Offerte
Questa nostra offerta, Signore, ci purifichi e ci rinnovi, e ottenga a chi è fedele alla tua volontà la ricompensa eterna. Per Cristo nostro Signore.


Hæc nos oblátio, quæsumus, Dómine, mundet et rénovet, atque tuam exsequéntibus voluntátem fiat causa remuneratiónis ætérnæ. Per Christum.


Comunione Sal 77,29-30
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Oppure: Gv 3,16
Dio ha tanto amato il mondo da donare
il suo unico Figlio,
perché chiunque crede in lui
non perisca, ma abbia la vita eterna.


Sic Deus diléxit mundum,

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VI SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - VENERDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 30,3-4
Sii per me difesa, o Dio, rocca e fortezza che mi salva,
perché tu sei mio baluardo e mio rifugio;
guidami per amore del tuo nome.


Esto mihi in Deum protectórem,

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Quóniam firmaméntum meum et refúgium meum es tu,

et propter nomen tuum dux mihi eris, et enútries me.


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LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura Gn 11, 1-9
Scendiamo e confondiamo la loro lingua.

Dal libro della Gènesi
Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono.
Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco». Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento.
Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra».
Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro».
Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città.
Per questo la si chiamò Babèle, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 32
Su tutti i popoli regna il Signore.

Il Signore annulla i disegni delle nazioni,
rende vani i progetti dei popoli.
Ma il piano del Signore sussiste per sempre,
i pensieri del suo cuore per tutte le generazioni.

Beata la nazione il cui Dio è il Signore,
il popolo che si è scelto come erede.
Il Signore guarda dal cielo,
egli vede tutti gli uomini.

Dal luogo della sua dimora
scruta tutti gli abitanti della terra,
lui che, solo, ha plasmato il loro cuore
e comprende tutte le loro opere.

Canto al Vangelo Mt 10,32
Alleluia, alleluia.
Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, dice il Signore,
anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio.
Alleluia.

Vangelo Mc 8, 34-9,1
Chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà.
Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima?
Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».
E diceva loro: «In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza» .


Sulle Offerte
Questa nostra offerta, Signore, ci purifichi e ci rinnovi, e ottenga a chi è fedele alla tua volontà la ricompensa eterna. Per Cristo nostro Signore.


Hæc nos oblátio, quæsumus, Dómine, mundet et rénovet, atque tuam exsequéntibus voluntátem fiat causa remuneratiónis ætérnæ. Per Christum.


Comunione Sal 77,29-30
Hanno mangiato e si sono saziati
e Dio li ha soddisfatti nel loro desiderio,
la loro brama non è stata delusa.


Manducavérunt, et saturáti sunt nimis,

et desidérium eórum áttulit eis Dóminus;

non sunt fraudáti a desidério suo.


Oppure: Gv 3,16
Dio ha tanto amato il mondo da donare
il suo unico Figlio,
perché chiunque crede in lui
non perisca, ma abbia la vita eterna.


Sic Deus diléxit mundum,

ut Fílium suum Unigénitum daret,

ut omnis qui credit in eum non péreat,

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Dopo la Comunione
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VI SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - SABATO
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 30,3-4
Sii per me difesa, o Dio, rocca e fortezza che mi salva,
perché tu sei mio baluardo e mio rifugio;
guidami per amore del tuo nome.


Esto mihi in Deum protectórem,

et in locum refúgii, ut salvum me fácias.

Quóniam firmaméntum meum et refúgium meum es tu,

et propter nomen tuum dux mihi eris, et enútries me.


Colletta
O Dio, che hai promesso di essere presente in coloro che ti amano e con cuore retto e sincero custodiscono la tua parola, rendici degni di diventare tua stabile dimora. Per il nostro Signore ...


Deus, qui te in rectis et sincéris manére pectóribus ásseris, da nobis tua grátia tales exsístere, in quibus habitáre dignéris. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura Eb 11, 1-7
Per fede noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, la fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. Per mezzo di questa fede gli antichi ricevettero buona testimonianza.
Per fede noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sì che da cose non visibili ha preso origine quello che si vede.
Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, attestando Dio stesso di gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla ancora.
Per fede Enoch fu trasportato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Prima infatti di essere trasportato via, ricevette la testimonianza di essere stato gradito a Dio. Senza la fede però è impossibile essergli graditi; chi infatti s'accosta a Dio deve credere che egli esiste e che egli ricompensa coloro che lo cercano.
Per fede Noè, avvertito divinamente di cose che ancora non si vedevano, costruì con pio timore un'arca a salvezza della sua famiglia; e per questa fede condannò il mondo e divenne erede della giustizia secondo la fede.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 144
Benediciamo insieme il nome del Signore.

Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.

Grande è il Signore e degno di ogni lode,
la sua grandezza non si può misurare.
Una generazione narra all'altra le tue opere,
annunzia le tue meraviglie.
Proclamano lo splendore della tua gloria
e raccontano i tuoi prodigi.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Canto al Vangelo 1 Pt 1,7-8
Alleluia, alleluia.
Gesù Cristo voi lo amate, pur senza averlo visto,
e ora senza vederlo credete in lui:
perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa.
Alleluia.

Vangelo Mc 9, 2-13
Si trasfigurò davanti a loro.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elìa con Mosè e discorrevano con Gesù.
Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elìa!». Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento.
Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!». E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti. E lo interrogarono: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elìa e ristabilisce ogni cosa; ma come sta scritto del Figlio dell'uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Orbene, io vi dico che Elìa è già venuto, ma hanno fatto di lui quello che hanno voluto, come sta scritto di lui».


Sulle Offerte
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Hæc nos oblátio, quæsumus, Dómine, mundet et rénovet, atque tuam exsequéntibus voluntátem fiat causa remuneratiónis ætérnæ. Per Christum.


Comunione Sal 77,29-30
Hanno mangiato e si sono saziati
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la loro brama non è stata delusa.


Manducavérunt, et saturáti sunt nimis,

et desidérium eórum áttulit eis Dóminus;

non sunt fraudáti a desidério suo.


Oppure: Gv 3,16
Dio ha tanto amato il mondo da donare
il suo unico Figlio,
perché chiunque crede in lui
non perisca, ma abbia la vita eterna.


Sic Deus diléxit mundum,

ut Fílium suum Unigénitum daret,

ut omnis qui credit in eum non péreat,

sed hábeat vitam ætérnam.


Dopo la Comunione
Signore, che ci hai nutriti al convito eucaristico, fa' che ricerchiamo sempre quei beni che ci danno la vera vita. Per Cristo nostro Signore.


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VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Anno B

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


LETTURE: Is 43,18-19.21-22.24b-25; Sal 40; 2 Cor 1,18-22; Mc 2,1-12


La misericordia

Quando l’uomo acquista la coscienza di essere bisognoso e peccatore, allora gli si rivela il volto della misericordia di Dio.

La misericordia di Dio attraversa tutta la storia dell’uomo
La Bibbia ci descrive la storia umana e la storia di Israele come un continuo ritorno al peccato originale e al peccato del deserto. Invece di camminare per le vie di Dio, l’uomo percorre il proprio cammino e si allontana da lui.
Ma Dio non abbandona il suo popolo, come non si dimentica dell’umanità. Anzi, paradossalmente, è proprio in occasione del peccato dell’uomo che Dio rivela più profondamente il mistero della sua «tenerezza».
Il Signore è un «Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà, che conserva il suo favore per mille generazioni» (Es 34,6-7).
«Come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore ha pietà di quanti lo temono. Perché egli sa di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere» (Sal 102,13-14).
Se deve castigare il popolo che ha peccato, è preso da commiserazione non appena esso grida a lui dal fondo della sua miseria. «Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione. Non darò sfogo all’ardore della mia ira» (Os 11,8-9).
In questa linea si colloca la missione di Gesù. Egli è venuto a rivelare il volto misericordioso del Padre, che guarisce e perdona. Cristo rivela Dio che è Padre, che è «amore», come si esprimerà san Giovanni nella sua prima lettera; rivela Dio «ricco di misericordia», come leggiamo in san Paolo. Tale verità, più che tema di un insegnamento, è una realtà a noi resa presente da Cristo.
Rendere presente il Padre come amore e misericordia è, nella coscienza di Cristo stesso, la fondamentale verifica della sua missione di Messia (cf Dives in misericordia, 3).

Dio solo può rimettere i peccati
Il miracolo che Gesù compie sul paralitico non è solo una prova della sua divinità (chi può rimettere i peccati se non Dio solo?)..., ma è anche segno della radicale efficacia del suo perdono: un perdono che rinnova completamente. Il passato lascia un segno, il peccato pesa, gli uomini ricordano il male. Dio invece dimentica, e quando risana, risana radicalmente. Non restaura, ma crea di nuovo. Perdona i peccati, li cancella, li getta dietro le spalle, non li ricorda più.
Ecco che cosa Cristo compie nel paralitico: una nuova creazione. «Io cancello i tuoi misfatti, per riguardo a me non ricordo più i tuoi peccati... Ecco, faccio una cosa nuova» (prima lettura).

Peccato e perdono rimessi in questione
Nella misura in cui l’uomo moderno ha perso il senso di Dio, rimette in questione le categorie cristiane del peccato e del perdono. Il più grande peccato del nostro tempo — si è detto — è che l’uomo ha perso il senso del peccato e, conseguentemente, il bisogno di perdono e di misericordia.
All’origine di questa perdita del senso cristiano del peccato non c’è solo una certa ottusità dell’uomo moderno e il suo pregiudiziale rifiuto di una dimensione anche teologica del proprio comportamento morale, ma anche delle grossolane deformazioni in una certa catechesi e pastorale. Abbiamo troppo insistito sulla materialità dell’atto che chiamiamo peccato, sulla rigida classificazione di esso, su un certo legalismo, su una preoccupazione quantitativa, trascurando le cause, facendo scarsa attenzione agli atteggiamenti e alle opzioni di fondo, insistendo quasi morbosamente su certi settori della nostra morale, riducendo il peccato ad un gesto individuale e trascurandone la dimensione sociale e comunitaria, dimenticando le colpe collettive legate alla nostra pigrizia, e le segrete connivenze con istituzioni o sistemi oppressivi...
A questo bisogna aggiungere la concezione di chi pensa di ottenere il perdono in una maniera semimagica senza le disposizioni necessarie.
La crisi in atto a riguardo del sacramento della penitenza può avere un esito positivo se libererà il cristiano da una serie di incrostazioni inutili e pericolose e lo aiuterà a ridursi all’essenziale nei riti, e a tornare al giusto senso del peccato.
Una concezione troppo ristretta della sacramentalità ha condotto il cristiano a limitare indebitamente al sacramento della penitenza l’esercizio del potere sacramentale del perdono affidato alla Chiesa. Oggi abbiamo riscoperto il valore originariamente penitenziale dell’Eucaristia nel suo insieme e in alcuni dei suoi riti particolari.



Senza carità tutto è vanità delle vanità

Dai «Capitoli sulla carità» di san Massimo Confessore, abate
(Centuria 1, c. 1, 45. 16-17. 23-24. 26-28. 30-40; PG 90, 962-967)

La carità è la migliore disposizione dell'animo, che nulla preferisce alla conoscenza di Dio. Nessuno tuttavia potrebbe mai raggiungere tale disposizione di carità, se nel suo animo fosse esclusivamente legato alle cose terrene.
Chi ama Dio, antepone la conoscenza e la scienza di lui a tutte le cose create, e ricorre continuamente a lui con il desiderio e con l'amore dell'animo.
Tutte le cose che esistono hanno Dio per autore e fine ultimo. Dio è di gran lunga più nobile di quelle cose che egli stesso ha fatto come creatore. Perciò colui che abbandona Dio, l'Altissimo, e si lascia attirare dalle realtà create dimostra di stimare l'artefice di tutto molto meno delle cose stesse, che da lui sono fatte.
Chi mi ama, dice il Signore, osserverà i miei comandamenti (cfr. Gv 14, 15). E aggiunge «Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri» (Gv 15, 17). Perciò chi non ama il prossimo, non osserva i comandamenti di Dio, e chi non osserva i comandamenti non può neppure dire di amare il Signore.
Beato l'uomo che è capace di amare ugualmente ogni uomo. Chi ama Dio, ama totalmente anche il prossimo, e chi ha una tale disposizione non si affanna ad accumulare denaro, tutto per sé, ma pensa anche a coloro che ne hanno bisogno.
Ad imitazione di Dio fa elemosine al buono e al cattivo, al giusto e all'ingiusto. Davanti alle necessità degli altri non conosce discriminazione, ma distribuisce ugualmente a tutti secondo il bisogno. Né tuttavia si può dire che compie ingiustizia se a premio del bene antepone al malvagio colui che si distingue per virtù e operosità.
L'amore caritatevole non si manifesta solo nell'elargizione di denaro, ma anche, e molto di più, nell'insegnamento della divina dottrina e nel compimento delle opere di misericordia corporale.
Colui che, sordo ai richiami della vanità, si dedica con purezza di intenzione al servizio del prossimo, si libera da ogni passione e da ogni vizio e diventa partecipe dell'amore e della scienza divina.
Chi possiede dentro di sé l'amore divino, non si stanca e non viene mai meno nel seguire il Signore Dio suo, ma sopporta con animo forte ogni sacrificio e ingiuria e offesa, non augurando affatto il male a nessuno. Non dite, esclama il profeta Geremia, siamo tempio di Dio (cfr. Ger 7, 4). E neppure direte: La semplice e sola fede nel Signore nostro Gesù Cristo mi può procurare la salvezza. Questo infatti non può avvenire se non ti sarai procurato anche l'amore verso di lui per mezzo delle opere. Per quanto concerne infatti la sola fede: «Anche i demoni credono e tremano!» (Gc 2, 19).
Opera di carità è il fare cordialmente un favore, l'essere longanime e paziente verso il prossimo; e così pure usare rettamente e ordinatamente le cose create.



MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 12,6
Confido, Signore, nella tua misericordia,
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza,
canti al Signore che mi ha beneficato.


Dómine, in tua misericórdia sperávi.

Exsultávit cor meum in salutári tuo,

cantábo Dómino, qui bona tríbuit mihi.


Colletta
Il tuo aiuto, Padre misericordioso, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito, perché possiamo conoscere ciò che è conforme alla tua volontà e attuarlo nelle parole e nelle opere. Per il nostro Signore ...

Praesta, quaesumus, omnípotens Deus, ut, semper rationabília meditántes, quae tibi sunt plácita, et dictis exsequámur et factis. Per Dóminum.


Oppure:
Dio della libertà e della pace, che nel perdono dei peccati ci doni il segno della creazione nuova, fa' che tutta la nostra vita riconciliata nel tuo amore diventi lode e annunzio della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 43,18-19.21-22.24b-25
Per amore di me stesso non ricordo più i tuoi peccati.

Dal libro del profeta Isaia
Così dice il Signore:
«Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada,
immetterò fiumi nella steppa.
Il popolo che io ho plasmato per me
celebrerà le mie lodi.
Invece tu non mi hai invocato, o Giacobbe;
anzi ti sei stancato di me, o Israele.
Tu mi hai dato molestia con ì peccati,
mi hai stancato con le tue iniquità.
Io, io cancello i tuoi misfatti
per amore di me stesso,
e non ricordo più i tuoi peccati».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 40
Rinnovaci, Signore, col tuo perdono

Beato l'uomo che ha cura del debole:
nel giorno della sventura il Signore lo libera.
Il Signore veglierà su di lui,
lo farà vivere beato sulla terra,
non lo abbandonerà in preda ai nemici.

Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore;
tu lo assisti quando giace ammalato.
Io ho detto: «Pietà di me, Signore,
guariscimi: contro di te ho peccato».

Per la mia integrità tu mi sostieni
e mi fai stare alla tua presenza per sempre.
Sia benedetto il Signore, Dio d'Israele,
da sempre e per sempre. Amen, amen.

Seconda Lettura 2 Cor 1, 18-22
Gesù non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì».

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è «sì» e «no». Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì». Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen» per la sua gloria.
È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l'unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori.

Canto al Vangelo Lc 4,18
Il Signore mi ha mandato
a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.



.


Vangelo Mc 2, 1-12
Il Figlio dell'uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.

Dal vangelo secondo Marco
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico "Ti sono perdonati i peccati", oppure dire "Àlzati, prendi la tua barella e cammina"? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te - disse al paralitico -: alzati, prendi la tua barella e va' a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella e sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».


Sulle Offerte
Accogli, Signore, quest'offerta espressione della nostra fede; fa' che dia gloria al tuo nome e giovi alla salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore.

Mystéria tua, Dómine, débitis servítiis exsequéntes, súpplices te rogámus, ut, quod ad honórem tuae maiestátis offérimus, nobis profíciat ad salútem. Per Christum.

Comunione Sal 9,2-3
Annunzierò tutte le tue meraviglie.
Io te gioisco ed esulto,
canto inni al tuo nome, o Altissimo.


Narrábo ómnia mirabília tua.

Laetábor et exsultábo in te,

psallam nómini tuo, Altíssime.


Oppure: Gv 11, 27
Signore, io credo che tu sei il Cristo,
il Figlio del Dio vivente, venuto in questo mondo.


Dómine,

ego crédidi quia tu es Christus Fílius Dei vivi,

qui in hunc mundum venísti.


Oppure: Cf Mc 2,12
Tutti lodavano Dio
per le meraviglie operate da Gesù.

Dopo la Comunione
Il pane che ci hai donato, o Dio, in questo sacramento di salvezza, sia per tutti noi pegno sicuro di vita eterna. Per Cristo nostro Signore.

Praesta, quaesumus, omnípotens Deus, ut illíus capiámus efféctum, cuius per haec mystéria pignus accépimus. Per Christum.


www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 25/02/2009 09:18]
23/02/2009 12:31
 
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23 FEBBRAIO
VII SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - LUNEDÌ

SAN POLICARPO (m)
Vescovo e martire
MESSALE


Antifona d'Ingresso

Questo santo lottò fino alla morte per la legge del

Signore, non temette le minacce degli empi,

la sua casa era fondata sulla roccia.

Iste sanctus pro lege Dei sui certávit usque ad mortem, et a verbis impiórum non tímuit; fundátus enim erat supra firmam petram.



Colletta

O Dio, Signore e padre di tutti gli uomini, che hai unito alla schiera dei martiri il vescovo san Policarpo, concedi anche a noi per sua intercessione di bere al calice della passione del Cristo e di comunione alla gloria della risurrezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo...

Deus univérsæ creatúræ, qui beátum Polycárpum epíscopum in númerum mártyrum dignátus es aggregáre, eius nobis intercessióne concéde, ut, cum illo partem cálicis Christi capiéntes, per Spíritum Sanctum in vitam resurgámus ætérnam. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Sir 1, 1-10
Prima di ogni cosa fu creata la Sapienza.

Dal libro del Siràcide
Ogni sapienza viene dal Signore ed è sempre con lui.
La sabbia del mare, le gocce della pioggia
e i giorni del mondo chi potrà contarli?
L'altezza del cielo, l'estensione della terra,
la profondità dell'abisso chi potrà esplorarle?
Prima di ogni cosa fu creata la sapienza
e la saggia prudenza è da sempre.
A chi fu rivelata la radice della sapienza?
Chi conosce i suoi disegni?
Uno solo è sapiente, molto terribile, seduto sopra il trono.
Il Signore ha creato la sapienza; l'ha vista e l'ha misurata,
l'ha diffusa su tutte le sue opere,
su ogni mortale, secondo la sua generosità,
la elargì a quanti lo amano.
Il timore del Signore è gloria e vanto,
gioia e corona di esultanza.
Il timore del Signore allieta il cuore
e dà contentezza, gioia e lunga vita.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 92
Venga, Signore, il tuo regno di grazia.

Il Signore regna, si ammanta di splendore;
il Signore si riveste, si cinge di forza;
rende saldo il mondo, non sarà mai scosso.

Saldo è il tuo trono fin dal principio,
da sempre tu sei.
Degni di fede sono i tuoi insegnamenti,
la santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore.

Canto al Vangelo Mt 17,20
Alleluia, alleluia.
Se avrete fede pari a un granello di sènapa,
dice il Signore, niente vi sarà impossibile.
Alleluia.

Vangelo Mc 9, 14-29
Credo, Signore: aiutami nella mia incredulità.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù sceso dal monte e giunto presso i discepoli, li vide circondati da molta folla e da scribi che discutevano con loro.
Tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?».
Gli rispose uno della folla: «Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto. Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora in risposta, disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono.
Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall'infanzia; anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: «Credo, aiutami nella mia incredulità».
Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo dicendo: «Spirito muto e sordo, io te l'ordino, esci da lui e non vi rientrare più». E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «E' morto». Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi.
Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: «Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».



Sulle Offerte

Santifica questi doni, Signore, con la potenza della tua benedizione, e accendi in noi la fiamma viva che sostenne san Policarpo tra le sofferenze del martirio. Per Cristo ...

Obláta múnera, quæsumus, Dómine, tua benedictióne sanctífica, quæ, te donánte, nos illa flamma tuæ dilectiónis accéndat, per quam sanctus Polycárpus torménta sui córporis univérsa devícit. Per Christum.



Antifona alla Comunione Mt 16,24

« Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso,

prenda la sua croce e mi segua » , dice il Signore.

Qui vult veníre post me, ábneget semetípsum, et tollat crucem suam, et sequátur me, dicit Dóminus.



Dopo la Comunione

La partecipazione ai tuoi santi misteri, ci comunichi, o Padre, lo Spirito di fortezza che rese san Policarpo fedele nel servizio e vittorioso nel martirio. Per Cristo ...

Præstent nobis, quæsumus, Dómine, sacra mystéria quæ súmpsimus eam ánimi fortitúdinem, quæ beátum Polycárpum mártyrem tuum réddidit in tuo servítio fidélem et in passióne victórem. Per Christum.


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[Modificato da LiviaGloria 25/02/2009 09:18]
24/02/2009 08:46
 
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VII SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - MARTEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 12,6
Confido, Signore, nella tua misericordia,
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza,
canti al Signore che mi ha beneficato.


Dómine, in tua misericórdia sperávi.

Exsultávit cor meum in salutári tuo,

cantábo Dómino, qui bona tríbuit mihi.


Colletta
Il tuo aiuto, Padre misericordioso, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito, perché possiamo conoscere ciò che è conforme alla tua volontà e attuarlo nelle parole e nelle opere. Per il nostro Signore ...

Praesta, quaesumus, omnípotens Deus, ut, semper rationabília meditántes, quae tibi sunt plácita, et dictis exsequámur et factis. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Sir 2, 1-11
Prepàrati alla tentazione.

Dal libro del Siràcide
Figlio, se ti presenti per servire il Signore,
prepàrati alla tentazione.
Abbi un cuore retto e sii costante,
non ti smarrire nel tempo della seduzione.
Stà unito a lui senza separartene,
perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni.
Accetta quanto ti capita, sii paziente nelle vicende dolorose,
perché con il fuoco si prova l'oro,
e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore.
Affidati a lui ed egli ti aiuterà;
segui la via diritta e spera in lui.
Quanti temete il Signore, aspettate la sua misericordia;
non deviate per non cadere.
Voi che temete il Signore, confidate in lui;
il vostro salario non verrà meno.
Voi che temete il Signore, sperate i suoi benefici,
la felicità eterna e la misericordia.
Considerate le generazioni passate e riflettete:
chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso?
O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato?
O chi lo ha invocato ed è stato da lui trascurato?
Perché il Signore è clemente e misericordioso,
rimette i peccati e salva al momento della tribolazione.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 36
Chi confida nel Signore è stabile per sempre.

Confida nel Signore e fa' il bene,
abita la terra e vivi con fede.
Cerca la gioia del Signore,
esaudirà i desideri del tuo cuore.

Conosce il Signore la vita dei buoni,
la loro eredità durerà per sempre.
Non saranno confusi nel tempo della sventura
e nei giorni della fame saranno saziati.

Sta' lontano dal male e fa' il bene,
e avrai sempre una casa.
Perché il Signore ama la giustizia
e non abbandona i suoi fedeli;
gli empi saranno distrutti per sempre
e la loro stirpe sarà sterminata.

La salvezza dei giusti viene dal Signore,
nel tempo dell'angoscia è loro difesa;
il Signore viene in loro aiuto e li scampa,
li libera dagli empi e dà loro salvezza,
perché in lui si sono rifugiati.

Canto al Vangelo Gv 12,24
Alleluia, alleluia.
Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo;
se invece muore, produce molto frutto.
Alleluia.

Vangelo Mc 9, 30-37
Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato.
Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà». Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni.
Giunsero intanto a Cafàrnao. E quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo lungo la via?». Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande.
Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: «Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».


Sulle Offerte
Accogli, Signore, quest'offerta espressione della nostra fede; fa' che dia gloria al tuo nome e giovi alla salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore.

Mystéria tua, Dómine, débitis servítiis exsequéntes, súpplices te rogámus, ut, quod ad honórem tuae maiestátis offérimus, nobis profíciat ad salútem. Per Christum.

Comunione Sal 9,2-3
Annunzierò tutte le tue meraviglie.
Io te gioisco ed esulto,
canto inni al tuo nome, o Altissimo.


Narrábo ómnia mirabília tua.

Laetábor et exsultábo in te,

psallam nómini tuo, Altíssime.


Oppure: Gv 11, 27
Signore, io credo che tu sei il Cristo,
il Figlio del Dio vivente, venuto in questo mondo.


Dómine,

ego crédidi quia tu es Christus Fílius Dei vivi,

qui in hunc mundum venísti.


Dopo la Comunione
Il pane che ci hai donato, o Dio, in questo sacramento di salvezza, sia per tutti noi pegno sicuro di vita eterna. Per Cristo nostro Signore.


Praesta, quaesumus, omnípotens Deus, ut illíus capiámus efféctum, cuius per haec mystéria pignus accépimus. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 25/02/2009 09:18]
25/02/2009 09:17
 
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MERCOLEDI' DELLE CENERI

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


LETTURE: Gl 2,12-18; Sal 50; 2 Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6.16-18


Il Digiuno che Salva

«Lasciatevi riconciliare con Dio! ... Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza» (seconda lettura). «Convertitevi e credete al Vangelo!» (Mc 1,15).
Con questi due imperativi la comunità cristiana è convocata per accogliere l’azione misericordiosa di Dio e ritornare a Lui. Il rito di imposizione delle ceneri può essere considerato una specie di iscrizione al catecumenato quaresimale, un gesto di ingresso nello stato di penitenti. Nei testi della liturgia la penitenza si esplicita nella pratica del digiuno.

Se non cambia il cuore non cambia nulla
Sobrietà, austerità, astinenza dai cibi sembrano anacronistici in questa società che fa del benessere e della sazietà il proprio vanto. Ma è proprio questa sazietà che rischia di renderci insensibili agli appelli di Dio e alle necessità dei fratelli.
Per il cristiano il digiuno non è prodezza ascetica, né farisaica ostentazione di «giustizia», ma è segno della disponibilità al Signore e alla sua Parola. Astenersi dai cibi è dichiarare qual è l’unica cosa necessaria, è compiere un gesto profetico nei confronti di una civiltà che in modo subdolo e martellante insinua sempre nuovi bisogni e crea nuove insoddisfazioni. Prendere le distanze dalle cose futili e vane significa ricercare l’essenziale: affidarsi umilmente al Signore, creare spazi di risonanza alla voce dello Spirito. Il digiuno perciò riguarda tutto l’uomo ed esprime la conversione del cuore. Rinnegare se stessi (cf Mt 16,24) non è moralismo o mortificazione delle energie vitali, ma è cessare di considerare se stessi come centro e valore supremo. In questo decentramento da sé, Cristo attua ancora la sua vittoria sul male e l’uomo viene rinnovato a somiglianza di Lui.

Rinnovàti, per celebrare la Pasqua del Signore
In seno al popolo di Dio, il digiuno fu sempre considerato come una pratica essenziale dell’anima religiosa; infatti, secondo il pensiero ebraico, la privazione del nutrimento e, in generale, di tutto ciò che è gradevole ai sensi, era il mezzo ideale per esprimere a Dio, in una preghiera di supplica, la totale dipendenza di fronte a lui, il desiderio di vedersi perdonato e il fermo proposito di cambiar condotta. Tuttavia, di fronte all’aspetto formalistico istintivo che il digiuno aveva preso, i profeti hanno ricordato il primato dell’amore verso Dio e verso il prossimo.
Nell’azione ecclesiale del digiuno c’è la presenza del Signore, senza del quale le opere dell’uomo sarebbero un’autoglorificazione. In forza di questa presenza il digiuno della Chiesa non è mesto e lugubre, ma gioioso, festivo. Digiunando, la Chiesa esprime la propria vigilanza e l’attesa del ritorno dello Sposo (cf Mc 2,18-22; Mt 9,14-15; Lc 5,34-35). Se da una parte lo Sposo è sempre presente alla sua Sposa, dall’altra questa presenza non è ancora piena e va dunque, preparata e sollecitata. La rottura definitiva del digiuno avverrà quando tutti saranno assisi al banchetto del Regno (Is 25,6).

«Un cammino di vera conversione»
Il digiuno non si fa per «risparmiare», cioè per motivi economici, ma per amore di Dio. Un amore che si fa preghiera, ma che reclama la sollecitudine per il prossimo, la solidarietà con i più poveri, un maggiore senso di giustizia (cf Is 1,17; Zc 7,5-9). «Il nutrimento di chi ha bisogno sia sostenuto dai nostri digiuni» (s. Leone Magno). In questo senso sono lodevoli le iniziative individuali e comunitarie per una «quaresima di fraternità»; e la partecipazione alla Cena del Signore diventa un gesto di povertà, di pentimento, di speranza, di annuncio. Chi partecipa seriamente alla passione del Signore, tutt’oggi viva nei poveri della terra, sa che il ritorno al Padre (quello proprio, come quello della comunità) è cominciato, e che nella mortificazione della carne può fiorire lo Spirito della risurrezione e della vita.
Sulla scia dell’odierna pagina evangelica si possono verificare le espressioni di una vita di fede autentica: carità fraterna, preghiera, digiuno. E’ questo «Il trinomio per cui sta salda la fede... Il digiuno è l’anima della preghiera e la misericordia è la vita del digiuno. Nessuno le divida... Chi prega digiuni... Chi digiuna comprenda bene cosa significa per gli altri non avere da mangiare. Ascolti chi ha fame, se vuole che Dio gradisca il suo digiuno... » (s. Pier Crisologo).
Chi pone questi segni sa che il ritorno al Padre è cominciato e che la risurrezione e la vita sono già germogliate.


Fate penitenza

Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa e martire.
Teniamo fissi gli occhi sul sangue di Cristo, per comprendere quanto sia prezioso davanti a Dio suo Padre: fu versato per la nostra salvezza e portò al mondo intero la grazia della penitenza.
Passiamo in rassegna tutte le epoche del mondo e constateremo come in ogni generazione il Signore abbia concesso modo e tempo di pentirsi a tutti coloro che furono disposti a ritornare a lui. Noè fu l’araldo della penitenza e coloro che lo ascoltarono furono salvi.
Giona predicò la rovina ai Niniviti e questi, espiando i loro peccati, placarono Dio con le preghiere e conseguirono la salvezza. Eppure non appartenevano al popolo di Dio.
Non mancarono mai ministri della grazia divina che, ispirati dallo Spirito Santo, predicassero la penitenza. Lo stesso Signore di tutte le cose parlò della penitenza impegnandosi con giuramento: Com’è vero ch’io vivo — oracolo del Signore — non godo della morte del peccatore, ma piuttosto della sua penitenza (cfr. Ez 33, 11). Aggiunse ancora parole piene di bontà: Allontànati, o casa di Israele, dai tuoi peccati. Di’ ai figli del mio popolo: Anche se i vostri peccati dalla terra arrivassero a toccare il cielo, fossero più rossi dello scarlatto e più neri del cilicio, basta che vi convertiate di tutto cuore e mi chiamiate « Padre », ed io vi tratterò come un popolo Santo ed esaudirò la vostra preghiera (cfr. Is 1,18; 63,16; 64,7; Ger 3,4; 31,9).
Volendo far godere i beni della conversione a quelli che ama, pose la sua volontà onnipotente a sigillo della sua parola.
Obbediamo perciò alla sua magnifica e gloriosa volontà. Prostriamoci davanti al Signore supplicandolo di essere misericordioso e benigno. Convertiamoci sinceramente al suo amore. Ripudiamo ogni opera di male, ogni specie di discordia e gelosia, causa di morte. Siamo dunque umili di spirito, o fratelli. Rigettiamo ogni sciocca vanteria, la superbia, il folle orgoglio e la collera. Mettiamo in pratica ciò che sta scritto. Dice, infatti, lo Spirito Santo: Non si vanti il saggio della sua saggezza, né il ricco delle sue ricchezze, ma chi vuol gloriarsi si vanti nel Signore, ricercandolo e praticando il diritto e la giustizia (cfr. Ger 9,22-23; 1 Cor 1,31). Ricordiamo soprattutto le parole del Signore Gesù quando esortava alla mitezza e alla pazienza: Siate misericordiosi per ottenere misericordia; perdonate, perché anche a voi sia perdonato; come trattate gli altri, così sarete trattati anche voi; donate e sarete ricambiati; non giudicate, e non sarete giudicati; siate benevoli, e sperimenterete la benevolenza; con la medesima misura con cui avrete misurato gli altri, sarete misurati anche voi (cfr. Mt 5, 7; 6, 14; 7, 1.2). Stiamo saldi in questa linea e aderiamo a questi comandamenti. Camminiamo sempre con tutta umiltà nell’obbedienza alle sante parole. Dice infatti un testo sacro: Su chi si posa il mio sguardo se non su chi è umile e pacifico e teme le mie parole? (cfr. Is 66, 2).
Perciò, avendo vissuto grandi e illustri eventi, corriamo verso la meta della pace, preparata per noi fin da principio. Fissiamo fermamente lo sguardo sul Padre e Creatore di tutto il mondo, e aspiriamo vivamente ai suoi doni meravigliosi e ai suoi benefici incomparabili.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Sap 11,24-25.27
Tu ami tutte le creature, Signore,
e nulla disprezzi di ciò che hai creato;
tu dimentichi i peccati di quanti si convertono e li perdoni,
perché tu sei il Signore nostro Dio.



Miseréris ómnium, Dómine,

et nihil odísti eórum quae fecísti,

dissímulans peccáta hóminum

propter paeniténtiam et parcens illis,

quia tu es Dóminus Deus noster.


Colletta
O Dio, nostro Padre, concedi, al popolo cristiano di iniziare con questo digiuno un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male. Per il nostro Signore.



Concéde nobis, Dómine, praesídia milítiae christiánae sanctis inchoáre ieiúniis, ut, contra spiritáles nequítias pugnatúri, continéntiae muniámur auxíliis. Per Dóminum. Benedictio et impositio cinerum


I - LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Gl 2,12-18
Laceratevi il cuore e non le vesti.

Dal libro del profeta Gioele
Così dice il Signore:
« Ritornate a me con tutto il cuore,
con digiuni, con pianti e lamenti ».
Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio,
perché egli è misericordioso e benigno,
tardo all'ira e ricco di benevolenza
e si impietosisce riguardo alla sventura.
Chi sa che non cambi e si plachi
e lasci dietro a sé una benedizione?
Offerta e libazione per il Signore vostro Dio.
Suonate la tromba in Sion, proclamate un digiuno,
convocate un'adunanza solenne.
Radunate il popolo, indite un'assemblea,
chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti;
esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo tàlamo.
Tra il vestibolo e l'altare piangano
i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano:
« Perdona, Signore, al tuo popolo
e non esporre la tua eredità al vituperio
e alla derisione delle genti ».
Perché si dovrebbe dire fra i popoli: « Dov'è il loro Dio? ».
Il Signore si mostri geloso per la sua terra
e si muova a compassione del suo popolo.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 50
Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.

Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.

Seconda Lettura 2 Cor 5,20-6,2
Riconciliatevi con Dio... Ecco il momento favorevole.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, noi fungiamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio.
E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: "Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso".
Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!

Canto al Vangelo Cf Sal 94,8
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!



Vangelo Mt 6,1-6.16-18
Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli.
Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa.
Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà ».


II - LITURGIA DI PENITENZA

Terminata l'omelia, il sacerdote benedice le ceneri:
Raccogliamoci, fratelli carissimi, in umile preghiera, davanti a Dio nostro Padre, perché faccia scendere su di noi la sua benedizione e accolga l'atto penitenziale che stiamo per compiere.



Deum Patrem, fratres caríssimi, supplíciter deprecémur, ut hos cíneres, quos paeniténtiae causa capítibus nostris impónimus, ubertáte grátiae suae benedícere dignétur.

Tutti si raccolgono, per alcuni istanti, in preghiera silenziosa; e il sacerdote prosegue:
O Dio, che hai pietà di chi si pente e doni la tua pace a chi si converte, accogli con paterna bontà la preghiera del tuo popolo e benedici questi tuoi figli, che riceveranno l'austero simbolo delle ceneri, perché, attraverso l'itinerario spirituale della Quaresima, giungano completamente rinnovati a celebrare la Pasqua del tuo Figlio, il Cristo nostro Signore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.


Deus, qui humiliatióne flécteris et satisfactióne placáris, aurem tuae pietátis précibus nostris inclína, et super fámulos tuos, horum cínerum aspersióne contáctos, grátiam tuae benedictiónis + effúnde propítius, ut, quadragesimálem observántiam prosequéntes, ad Fílii tui paschále mystérium celebrándum purificátis méntibus perveníre mereántur. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.



Oppure:
O Dio, che non vuoi la morte ma la conversione dei peccatori, ascolta benigno la nostra preghiera: benedici queste ceneri, che stiamo per imporre al nostro capo, riconoscendo che il prezioso corpo tornerà in polvere; l'esercizio della penitenza quaresimale ci ottenga il perdono dei peccati e una vita rinnovata a immagine del Signore risorto. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



Deus, qui non mortem sed conversiónem desíderas peccatórum, preces nostras cleménter exáudi, et hos cíneres, quos capítibus nostris impóni decérnimus benedícere + pro tua pietáte dignáre, ut qui nos cínerem esse et in púlverem reversúros cognóscimus quadragesimális exercitatiónis stúdio, peccatórum véniam et novitátem vitae, ad imáginem Fílii tui resurgéntis, cónsequi valeámus. Qui vivit et regnat in saecula saeculórum. R. Amen.


Il Sacerdote asperge con l’acqua benedetta le ceneri mentre fedeli processionalmente, si presentano al celebrante, il quale impone a ciascuno le ceneri, dicendo:
Convertitevi, e credete al Vangelo.

Paenitémini, et crédite Evangélio.

Oppure:
Ricòrdati che sei polvere, e in polvere tornerai.

Meménto, homo, quia pulvis es, et in púlverem revertéris.



Si canta mentre queste antifone:



Antiphona 1

Immutémur hábitu, in cínere et cilício, ieiunémus, et plorémus ante Dóminum, quia multum miséricors est dimíttere peccáta nostra Deus noster.



Antiphona 2

Cf. Jl 2,17; Est 4,17 Inter vestíbulum et altáre plorábunt sacerdótes minístri Dómini, et dicent: Parce, Dómine, parce pópulo tuo, et ne claudas ora canéntium te, Dómine.



Antiphona 3

Ps 50,3 Dele, Dómine, iniquitátem meam.

Quae repeti potest post singulos versus psalmi 50 Miserére mei, Deus.



Responsorium

Cf. Ps 78,9

R/. Emendémus in mélius, quae ignoránter peccávimus, ne súbito praeoccupáti die mortis quaerámus spátium paeniténtiae, et inveníre non possímus. *

Atténde, Dómine, et miserére, quia peccávimus tibi.

V/. Adiuva nos, Deus salutáris noster, et propter honórem nóminis tui, Dómine, líbera nos. *

Atténde, Dómine


III - LITURGIA EUCARISTICA

Sulle Offerte
Accogli, Signore, questo sacrificio, col quale iniziamo solennemente la Quaresima, e fa' che mediante le opere di carità e penitenza vinciamo i nostri vizi e liberi dal peccato possiamo celebrare la Pasqua del tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



Sacrifícium quadragesimális inítii sollémniter immolámus, te, Dómine, deprecántes, ut per paeniténtiae caritatísque labóres a nóxiis voluptátibus temperémus, et, a peccátis mundáti, ad celebrándam Fílii tui passiónem mereámur esse devóti. Qui vivit et regnat in saecula saeculórum.


Prefazio di Quaresima IV
I frutti del digiuno

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Con il digiuno quaresimale
tu vinci le nostre passioni, elèvi lo spirito,
infondi la forza e doni il premio,
per Cristo nostro Signore.

Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l'eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre voci nell'inno di lode:

Santo, Santo, Santo il Signore ....



Vere dignum et iustum est,

aequum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:



Qui corporáli ieiúnio vítia cómprimis,

mentem élevas, virtútem largíris et praemia:

per Christum Dóminum nostrum.



Per quem maiestátem tuam laudant Angeli,

adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes.

Caeli caelorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim,

sócia exsultatióne concélebrant.

Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas,

deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Antifona alla Comunione Sal 1,2-3
Chi medita giorno e notte sulla legge del Signore
al tempo opportuno porterà il suo frutto.



Qui meditábitur in lege Dómini

die ac nocte, dabit fructum suum in témpore suo.


Oppure: Mt 6,6
Prega il Padre tuo nel segreto
ed egli ti ricompenserà.

Dopo la Comunione
Questo sacramento che abbiamo ricevuto, o Padre, ci sostenga nel cammino quaresimale, santifichi il nostro digiuno e lo renda efficace per la guarigione del nostro spirito. Per Cristo nostro Signore.


Percépta nobis, Dómine, praebeant sacraménta subsídium, ut tibi grata sint nostra ieiúnia, et nobis profíciant ad medélam. Per Christum.



Oratio super populum

Ad dimissionem sacerdos, stans versus ad populum, et super illum manus extendens, dicit hanc orationem: Super inclinántes se tuae maiestáti, Deus, spíritum compunctiónis propítius effúnde, et praemia

www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 28/02/2009 09:23]
26/02/2009 10:24
 
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TEMPO DI QUARESIMA
GIOVEDÌ DOPO LE CENERI
MESSALE


Antifona d'Ingresso Cf Sal 54,17-20.23
Quando invoco il Signore, egli ascolta la mia voce
e mi salva da coloro che mi avversano.
Affida al Signore la tua sorte,
ed egli sarà il tuo sostegno.



Dum clamárem ad Dóminum,

exaudívit vocem meam ab his,

qui appropínquant mihi.

Iacta cogitátum tuum in Dómino, et ipse te enútriet.


Colletta
Ispira le nostre azioni, Signore, e accompagnale con il tuo aiuto, perché ogni nostra attività abbia sempre da te il suo inizio e in te il suo compimento. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio...



Actiónes nostras, quæsumus, Dómine, aspirándo præveni et adiuvándo proséquere, ut cuncta nostra operátio a te semper incípiat, et per te copta finiátur. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dt 30, 15-20
Io pongo oggi davanti a te la benedizione e la maledizione.

Dal libro del Deuteronòmio
Mosè parlò al popolo e disse: «Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso. Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, io vi dichiaro oggi che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese di cui state per entrare in possesso passando il Giordano.
Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare sulla terra che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 1
Beato chi spera nel Signore.

Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.

Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.

Non così, non così gli empi:
ma come pula che il vento disperde.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
ma la via degli empi andrà in rovina.

Canto al Vangelo Cf Am 5,14
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Cercate il bene e non il male:
allora vivrete e il Signore sarà con voi.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo Lc 9, 22-25
Chi perderà la propria vita per me, la salverà.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno» .
E a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà.
Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?».

Sulle Offerte
Accogli con bontà, o Dio, le offerte che presentiamo al tuo altare, perché ci ottengano il perdono e rendano onore al tuo nome. Per Cristo nostro Signore.



Hóstias, quæsumus, Dómine, propítius inténde, quas sacris altáribus exhibémus, ut, nobis indulgéntiam largiéndo, tuo nómini dent honórem. Per Christum.


Prefazio di Quaresima I
Il significato spirituale della Quaresima

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia,
purificati nello spirito,
alla celebrazione della Pasqua,
perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa,
attingano ai misteri della redenzione
la pienezza della vita nuova
in Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo il Signore ....



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Quia fidélibus tuis dignánter concédis

quotánnis paschália sacraménta in gáudio

purificátis méntibus exspectáre: ut, pietátis

offícia et ópera caritátis propénsius exsequéntes,

frequentatióne mysteriórum, quibus renáti sunt,

ad grátiæ filiórum plenitúdinem perducántur.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Sal 50,12
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
e rinnova in me uno spirito saldo.



Cor mundum crea in me, Deus,

et spíritum rectum ínnova in viscéribus meis.


Dopo la Comunione
Il pane di vita eterna che ci hai donato, Signore, santifichi il tuo popolo e sia principio inesauribile di perdono e di salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Cæléstis doni benedictióne percépta, súpplices te, Deus omnípotens, deprecámur, ut hoc idem nobis semper et indulgéntiæ causa sit et salútis. Per Christum.



Oratio super populum

Qui pópulo tuo, omnípotens Deus, notas fecísti vias vitæ ætérnæ, per eas ad te, lumen indefíciens, nos fácias, quæsumus, perveníre. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 28/02/2009 09:23]
27/02/2009 11:09
 
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VENERDÌ DOPO LE CENERI
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 29,11
Il Signore mi ha ascoltato, ha avuto pietà di me:
il Signore è il mio aiuto.



Audívit Dóminus,

et misértus est mihi,

Dóminus factus est adiútor meus.


Colletta
Accompagna con la tua benevolenza, Padre misericordioso, i primi passi del nostro cammino penitenziale, perché all'osservanza esteriore corrisponda un profondo rinnovamento dello spirito. Per il nostro Signore...



Inchoáta pæniténtiæ ópera, quæsumus, Dómine, benígno favóre proséquere, ut observántiam, quam corporáliter exercémus, méntibus étiam valeámus implére sincéris. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 58, 1-9
Questo è il digiuno che voglio.

Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
Grida a squarciagola, non aver riguardo;
come una tromba alza la voce;
dichiara al mio popolo i suoi delitti,
alla casa di Giacobbe i suoi peccati.
Mi ricercano ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie,
come un popolo che pratichi la giustizia
e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio;
mi chiedono giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio:
«Perché digiunare, se tu non lo vedi,
mortificarci, se tu non lo sai?».
Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari,
angariate tutti i vostri operai.
Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi
e colpendo con pugni iniqui.
Non digiunate più come fate oggi,
così da fare udire in alto il vostro chiasso.
E' forse come questo il digiuno che bramo,
il giorno in cui l'uomo si mortifica?
Piegare come un giunco il proprio capo,
usare sacco e cenere per letto,
forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore?
Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato,
nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire chi è nudo,
senza distogliere gli occhi dalla tua gente?
Allora la tua luce sorgerà come l'aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà;
implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 50
Tu gradisci, Signore, il cuore penitente.

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.

Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto.

Tu non gradisci il sacrificio
e, se offro olocàusti, non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.

Canto al Vangelo Cf Mt 4,17
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Fate penitenza, dice il Signore,
perché il regno dei cieli è vicino.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo Mt 9, 14-15
Quando lo sposo sarà tolto, allora gli invitati digiuneranno.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i discepoli di Giovanni si accostarono a Gesù e gli dissero: «Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno».

Sulle Offerte
Il sacrificio che ti offriamo, Signore, in questo tempo di penitenza, renda a te graditi i nostri cuori, e ci dia la forza per più generose rinunce. Per Cristo nostro Signore.



Sacrifícium, Dómine, observántiæ quadragesimális offérimus, quod tibi, quæsumus, mentes nostras reddat accéptas, et continéntiæ promptióris nobis tríbuat facultátem. Per Christum.


Prefazio di Quaresima II
La penitenza dello spirito

È veramente giusto renderti grazie,
è bello cantare la tua gloria,
Padre Santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Tu hai stabilito per i tuoi figli
un tempo di rinnovamento spirituale,
perché si convertano a te con tutto il cuore,
e liberi dai fermenti del peccato
vivano le vicende di questo mondo,
sempre orientati verso i beni eterni.

Per questo dono della tua benevolenza,
uniti agli angeli e ai santi,
con voce unanime
cantiamo l’inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo il Signore ....



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:



Qui fíliis tuis ad reparándam méntium puritátem,

tempus præcípuum salúbriter statuísti,

quo, mente ab inordinátis afféctibus expedíta,

sic incúmberent transitúris

ut rebus pótius perpétuis inhærérent.



Et ídeo, cum Sanctis et Angelis univérsis,

te collaudámus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Sal 24,4
Mostrami, o Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.



Vias tuas, Dómine,

demónstra nobis,

et sémitas tuas édoce nos.


Dopo la Comunione
La partecipazione a questo sacramento, Dio onnipotente, ci liberi da ogni colpa e ci ottenga dalla tua misericordia la conversione del nostro spirito. Per Cristo nostro Signore.



Quæsumus, omnípotens Deus, ut, huius participatióne mystérii a delíctis ómnibus expiáti, remédiis tuæ pietátis aptémur. Per Christum.



Oratio super populum

De magnálibus tuis, Deus miséricors, grátias iúgiter réferat plebs tua, et observatiónes antíquas peregrína recenséndo ad perpétuam tui visiónem perveníre mereátur. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 28/02/2009 09:23]
28/02/2009 09:22
 
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TEMPO DI QUARESIMA
SABATO DOPO LE CENERI
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 68,17
Ascoltaci, Signore,
perché generosa è la tua misericordia;
nella tua grande clemenza
volgiti a noi, Signore.



Exáudi nos, Dómine, quóniam benígna

est misericórdia tua; secúndum multitúdinem

miseratiónum tuárum réspice nos, Dómine.


Colletta
Guarda con paterna bontà, Dio onnipotente, la debolezza dei tuoi figli, e a nostra protezione e difesa stendi il tuo braccio invincibile. Per il nostro Signore...



Omnípotens sempitérne Deus, infirmitátem nostram propítius réspice, atque ad protegéndum nos déxteram tuæ maiestátis exténde. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 58, 9b-14
Non seguendo le tue vie onorerai il Signore.

Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
«Se toglierai di mezzo a te l'oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se offrirai il pane all'affamato, se sazierai chi è digiuno,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua oscurità sarà come il meriggio.
Ti guiderà sempre il Signore,
ti sazierà in terreni àridi, rinvigorirà le tue ossa;
sarai come un giardino irrigato
e come una sorgente le cui acque non inaridiscono.
La tua gente riedificherà le antiche rovine,
ricostruirai le fondamenta di epoche lontane.
Ti chiameranno riparatore di brecce,
restauratore di case in rovina per abitarvi.
Se tratterrai il piede dal violare il sabato,
dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro,
se chiamerai il sabato delizia
e venerando il giorno sacro al Signore,
se lo onorerai evitando di metterti in cammino,
di sbrigare affari e di contrattare,
allora troverai la delizia nel Signore.
Io ti farò calcare le alture della terra,
ti farò gustare l'eredità di Giacobbe tuo padre».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 85
Insegnaci, Signore, la tua via.

Signore, tendi l'orecchio, rispondimi,
perché io sono povero e infelice.
Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te spera.

Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, innalzo l'anima mia.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi ti invoca.
Porgi l'orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce della mia supplica.

Canto al Vangelo Cf Ez 33,11
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non voglio la morte del peccatore, dice il Signore,
ma che si converta e viva.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo Lc 5, 27-32
Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Séguimi!». Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola.
I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?».
Gesù rispose: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi».

Sulle Offerte
Questo sacrificio di espiazione e di lode ci purifichi e ci rinnovi, Signore, perché tutti i nostri pensieri e le nostre azioni siano conformi alla tua volontà. Per Cristo nostro Signore.



Súscipe, quæsumus, Dómine, sacrifícium placatiónis et laudis, et præsta, ut, huius operatióne mundáti, beneplácitum tibi nostræ mentis offerámus afféctum. Per Christum.


Prefazio di Quaresima III
I frutti della penitenza

È veramente cosa buona e giusta,
innalzare un inno a te, Padre onnipotente,
e cantare insieme la tua lode.

Tu vuoi che ti glorifichiamo
con le opere della penitenza quaresimale,
perché la vittoria sul nostro egoismo
ci renda disponibili alle necessità dei poveri,
a imitazione di Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo il Signore ....



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater,

omnípotens ætérne Deus:



Qui nos per abstinéntiam

tibi grátias reférre voluísti,

ut ipsa et nos peccatóres ab

insoléntia mitigáret, et,

egéntium profíciens aliménto,

imitatóres tuæ benignitátis effíceret.



Et ídeo, cum innúmeris Angelis,

una te magnificámus laudis voce dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Mt 9,13
«Io voglio misericordia e non sacrificio»,
dice il Signore;
«non sono venuto a chiamare i giusti,
ma i peccatori».



Misericórdiam volo et non sacrifícium,

dicit Dóminus; non enim veni

vocáre iustos, sed peccatóres.


Dopo la Comunione
Signore, che ci hai nutriti alla tua mensa, fa' che questo sacramento, fonte di vita per la tua Chiesa, sia per noi pegno sicuro di salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Cæléstis vitæ múnere vegetáti, quæsumus, Dómine, ut, quod est nobis in præsénti vita mystérium, fiat æternitátis auxílium. Per Christum.



Oratio super populum

Adésto, Dómine, benígnus pópulo tuo, qui sacra mystéria contígerit, ut nullis perículis affligátur, qui in te protectórem confídit. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 28/02/2009 09:24]
01/03/2009 14:13
 
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I DOMENICA DI QUARESIMA
Anno B

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


LETTURE: Gn 9,8-15; Sal 24; 1 Pt 3,18-22; Mc 1,12-15


Convertitevi e credete al Vangelo

Un altro cammino verso la Pasqua è iniziato. La meta che sta dinanzi alla Chiesa significa rinnovamento e storia nuova. Per raggiungere un traguardo, lo sappiamo per esperienza, non è sufficiente un entusiasmo epidermico o una volontà generica: occorre un impegno preciso, una lunga e laboriosa preparazione. Il rinnovamento della propria vita non è affare di un momento, ma è frutto di sacrificio, di costanza, di pazienza. La Quaresima è l'opportunità che Dio ci offre.

Restaurazione dell'armonia
Nel deserto, dove Gesù si prepara alla sua missione, avviene lo scontro con Satana, uno scontro che riemergerà in tutto il vangelo di Marco. L'opera del Figlio di Dio infatti manifesterà progressivamente ciò che lo scarno episodio di Marco in certo senso anticipa: il forte (= Satana) sarà incatenato e vinto dal più forte (= Gesù; cf Mc 3,27). La presenza di Gesù fa arretrare il dominio del male e diventa il segno palese dell'avvento del Regno di Dio. In altri termini, con Gesù è finalmente giunto il tempo in cui Dio prende in mano la storia in modo decisivo per dirigerla verso il suo radicale rinnovamento. L'accenno del vangelo alla pacifica coabitazione di Gesù con le fiere (v. 13) richiama la visione dell'Eden, in cui la creazione è in perfetta armonia con l'uomo. Con Gesù, nuovo Adamo, l'umanità entra nella riconciliazione annunciata dai profeti per gli ultimi tempi (cf Is 11,6; 65,25). Con Gesù che porta a compimento nella sua persona la fedeltà di Noè — l'uomo giusto che salva l'avvenire del mondo (prima lettura) —, la storia degli uomini si apre verso un nuovo futuro. In questo quadro sono da collocare le prime parole della predicazione di Gesù: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino (= è presente); convertitevi e credete al vangelo».

Cambiare mentalità
Quando Dio irrompe nella storia o nella vita di un uomo (Noè, Abramo, Mosè, i profeti...), avviene un profondo cambiamento: mutano progetti, prospettive, abitudini, legami. Il perentorio appello di Gesù alla conversione si giustifica per il fatto che se è giunta la salvezza, se Dio si è fatto vicino bisogna disporsi ad accoglierlo senza indugi e resistenze per partecipare alla novità che Egli prospetta.
Convertirsi significa volgersi a Dio in modo incondizionato, invertire la rotta del proprio cammino, cambiare mentalità. Non si tratta solo di rinunciare al peccato, ma di dare un orientamento nuovo alla propria vita aderendo al vangelo. Uno sguardo lucido e schietto alla nostra esistenza di cristiani può far emergere situazioni di compromesso e di comodo, valori inconsistenti, prospettive sbagliate, buone abitudini senza convinzioni di fondo, sottomissione passiva agli idoli del mondo. Solo «chi si riconosce bisognoso di essere salvato da Dio e si lascia trasformare dal di dentro, diventa capace di rinnovare la sua esistenza e il mondo» (Il catechismo degli adulti, pag. 54). Una duplice tentazione si può insinuare: quella di sentirsi abbastanza «a posto», di essere sufficientemente buoni e quella di non assumersi la fatica di cambiare scegliendo ciò che è più facile e meno impegnativo. Lasciar cadere la proposta pasquale di Dio è rimanere preda delle proprie illusioni e, in definitiva, delle proprie schiavitù, anche se dorate.

Il diluvio del nostro battesimo
Noè è l'uomo «trovato giusto» (Gn 7,1) perché, messo alla prova (deve costruire l'arca senza conoscere le precise intenzioni divine e subire la derisione), ha fiducia e crede; per questo diventa l'uomo col quale Dio riannoda la sua opera di salvezza.
Nell'acqua del battesimo Dio pronuncia il suo giudizio di condanna sul peccato e fa rinascere il mondo rinnovato di una umanità fedele.Il battesimo realizza totalmente ciò che il diluvio ha prefigurato: è il «diluvio» che sancisce l'impegno di sottomettere a Dio tutta l'esistenza (seconda lettura). Come Noè e Gesù, i battezzati sono coloro con i quali Dio fa alleanza in vista di un mondo e di una storia nuova. Ma l'alleanza è un dono che esige fedeltà continua. La conversione è precisamente l'abbandono del peccato che compromette la sopravvivenza dell'uomo e del mondo; è combattere ogni forma di malvagità e ingiustizia dentro e fuori di noi; è volgersi a Dio con una coscienza rinnovata per partecipare alla risurrezione dì Cristo.
Inseriti nel dinamismo della salvezza, i battezzati sono responsabili dell'annuncio del Regno presente nella novità del vangelo. Solo allora la quaresima farà emergere più nitidamente di fronte al mondo quei fermenti di novità che testimoniano la fecondità della fede e la forza rinnovatrice «di ogni parola che esce dalla... bocca» di Dio (oraz. dopo la comunione).


In Cristo siamo stati tentati e in lui abbiamo vinto il diavolo

Dal «Commento sui salmi» di sant'Agostino, vescovo (Sal 60, 2-3; CCL 39, 766)
«Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera» (Sal 60, 1). Chi è colui che parla? Sembrerebbe una persona sola. Ma osserva bene se si tratta davvero di una persona sola. Dice infatti: «Dai confini della terra io t'invoco; mentre il mio cuore è angosciato» (Sal 60, 2).
Dunque non si tratta già di un solo individuo: ma, in tanto sembra uno, in quanto uno solo è Cristo, di cui noi tutti siamo membra. Una persona sola, infatti, come potrebbe gridare dai confini della terra? Dai confini della terra non grida se non quella eredità, di cui fu detto al Figlio stesso: «Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra» (Sal 2, 8).
Dunque, è questo possesso di Cristo, quest'eredità di Cristo, questo corpo di Cristo, quest'unica Chiesa di Cristo, quest'unità, che noi tutti formiamo e siamo, che grida dai confini della terra.
E che cosa grida? Quanto ho detto sopra: «Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera; dai confini della terra io t'invoco». Cioè, quanto ho gridato a te, l'ho gridato dai confini della terra: ossia da ogni luogo.
Ma, perché ho gridato questo? Perché il mio cuore è in angoscia. Mostra di trovarsi fra tutte le genti, su tutta la terra non in grande gloria, ma in mezzo a grandi prove.
Infatti la nostra vita in questo pellegrinaggio non può essere esente da prove e il nostro progresso si compie attraverso la tentazione. Nessuno può conoscere se stesso, se non è tentato, né può essere coronato senza aver vinto, né può vincere senza combattere; ma il combattimento suppone un nemico, una prova.
Pertanto si trova in angoscia colui che grida dai confini della terra, ma tuttavia non viene abbandonato. Poiché il Signore volle prefigurare noi, che siamo il suo corpo mistico, nelle vicende del suo corpo reale, nel quale egli morì, risuscitò e salì al cielo. In tal modo anche le membra possono sperare di giungere là dove il Capo le ha precedute.
Dunque egli ci ha come trasfigurati in sé, quando volle essere tentato da Satana. Leggevamo ora nel vangelo che il Signore Gesù era tentato dal diavolo nel deserto. Precisamente Cristo fu tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato anche tu. Perché Cristo prese da te la sua carne, ma da sé la tua salvezza, da te la morte, da sé la tua vita, da te l'umiliazione, da sé la tua gloria, dunque prese da te la sua tentazione, da sé la tua vittoria.
Se siamo stati tentati in lui, sarà proprio in lui che vinceremo il diavolo. Tu fermi la tua attenzione al fatto che Cristo fu tentato; perché non consideri che egli ha anche vinto? Fosti tu ad essere tentato in lui, ma riconosci anche che in lui tu sei vincitore. Egli avrebbe potuto tener lontano da sé il diavolo; ma, se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere, quando sei tentato.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 90,15-16
Egli mi invocherà e io lo esaudirò;
gli darò salvezza e gloria,
lo sazierò con una lunga vita.



Cf. Ps 90,15-16
Invocábit me, et ego exáudiam eum;

erípiam eum, et glorificábo eum,

longitúdine diérum adimplébo eum.


Colletta
O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita. Per il nostro Signore...



Concéde nobis, omnípotens Deus, ut, per ánnua quadragesimális exercítia sacraménti, et ad intellegéndum Christi proficiámus arcánum, et efféctus eius digna conversatióne sectémur. Per Dóminum.


Oppure:
Dio paziente e misericordioso, che rinnovi nei secoli la tua alleanza con tutte le generazioni, disponi i nostri cuori all'ascolto della tua parola, perché in questo tempo che tu ci offri si compia in noi la vera conversione. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Gen 9,8-15
L'alleanza fra Dio e Noè liberato dalla acque del diluvio.

Dal libro della Gènesi
Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra».
Dio disse:
«Questo è il segno dell’alleanza,
che io pongo tra me e voi
e ogni essere vivente che è con voi,
per tutte le generazioni future.
Pongo il mio arco sulle nubi,
perché sia il segno dell’alleanza
tra me e la terra.
Quando ammasserò le nubi sulla terra
e apparirà l’arco sulle nubi,
ricorderò la mia alleanza
che è tra me e voi
e ogni essere che vive in ogni carne,
e non ci saranno più le acque per il diluvio,
per distruggere ogni carne».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 24
Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Seconda Lettura 1Pt 3,18-22
Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
Carissimi, Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. E nello spirito andò a portare l’annuncio anche alle anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere, quando Dio, nella sua magnanimità, pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua.
Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo. Egli è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.

Canto al Vangelo Mt 4,4b
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!




Vangelo Mc 1,12-15
Gesù, tentato da satana, è servito dagli angeli.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».


Sulle Offerte
Si rinnovi, Signore, la nostra vita e col tuo aiuto si ispiri, sempre più al sacrificio, che santifica l'inizio della Quaresima, tempo favorevole per la nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore.



Fac nos, quaesumus, Dómine, his munéribus offeréndis conveniénter aptári, quibus ipsíus venerábilis sacraménti celebrámus exórdium. Per Christum.

Prefazio
Gesù vittorioso sulla tentazione del maligno.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre Santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Egli consacrò l'istituzione del tempo penitenziale
con il digiuno di quaranta giorni,
e vincendo le insidie dell'antico tentatore
ci insegnò a dominare le seduzioni del peccato,
perché celebrando con spirito rinnovato il mistero pasquale
possiamo giungere alla Pasqua eterna.

E noi, uniti agli angeli e ai santi,
cantiamo senza fine l'inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo il Signore...



Vere dignum et iustum est,

aequum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.

Qui quadragínta diébus, terrénis ábstinens aliméntis,

formam huius observántiae ieiúnio dedicávit,

et, omnes evértens antíqui serpéntis insídias,

ferméntum malítiae nos dócuit superáre,

ut, paschále mystérium dignis méntibus celebrántes,

ad pascha demum perpétuum transeámus.

Et ídeo cum Angelórum atque Sanctórum

turba hymnum laudis tibi cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...


Antifona alla Comunione Mc 1,15
«Il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete al vangelo».



Non in solo pane vivit homo,

sed in omni verbo quod procédit de ore Dei.

Oppure: Sal 90,4
Il Signore ti coprirà con la sua protezione
sotto le sue ali troverai rifugio.



Cf. Ps 90,4

Scápulis suis obumbrábit tibi Dóminus,

et sub pennis eius sperábis.


Dopo la Comunione
Il pane del cielo che ci hai dato, o Padre, alimenti in noi la fede, accresca la speranza, rafforzi la carità, e ci insegni ad avere fame di Cristo, pane vivo e vero, e a nutrirci di ogni parola che esce dalla tua bocca. Per Cristo nostro Signore.


Caelésti pane refécti, quo fides álitur, spes provéhitur et cáritas roborátur, quaesumus, Dómine, ut ipsum, qui est panis vivus et verus, esuríre discámus, et in omni verbo, quod procédit de ore tuo, vívere valeámus. Per Christum.




www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 01/03/2009 14:14]
02/03/2009 09:03
 
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I SETTIMANA DI QUARESIMA - LUNEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 122,2-3
Come gli occhi dei servi
sono attenti ai cenni del padrone,
così i nostri occhi sono rivolti al Signore, nostro Dio,
finché abbia pietà di noi.
Pietà di noi, Signore, pietà di noi.



Sicut óculi servórum in mánibus

dominórum suórum,

ita óculi nostri ad Dóminum Deum nostrum,

donec misereátur nobis.

Miserére nobis, Dómine, miserére nobis.


Colletta
Convertici a te, o Padre, nostra salvezza, e formaci alla scuola della tua sapienza, perché l'impegno quaresimale lasci una traccia profonda nella nostra vita. Per il nostro Signore...



Convérte nos, Deus, salutáris noster, et, ut nobis opus quadragesimále profíciat, mentes nostras cæléstibus ínstrue disciplínis. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Lv 19, 1-2. 11-18
Giudica il tuo prossimo con giustizia.

Dal libro del Levitico
Il Signore disse a Mosè: «Parla a tutta la comunità degli Israeliti e ordina loro: Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo.
Non ruberete né userete inganno o menzogna gli uni a danno degli altri.
Non giurerete il falso servendovi del mio nome; perché profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono il Signore.
Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai di ciò che è suo; il salario del bracciante al tuo servizio non resti la notte presso di te fino al mattino dopo.
Non disprezzerai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore.
Non commetterete ingiustizia in giudizio; non tratterai con parzialità il povero, né userai preferenze verso il potente; ma giudicherai il tuo prossimo con giustizia. Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né coopererai alla morte del tuo prossimo. Io sono il Signore.
Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai d’un peccato per lui. «Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 18
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l'anima;
la testimonianza del Signore è verace,
rende saggio il semplice.

Gli ordini del Signore sono giusti,
fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono limpidi,
dànno luce agli occhi.

Il timore del Signore è puro, dura sempre;
i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti,
più preziosi dell'oro.

Ti siano gradite le parole della mia bocca,
davanti a te i pensieri del mio cuore.
Signore, mia rupe e mio redentore.

Canto al Vangelo Cf 2 Cor 6,2
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Ecco ora il momento favorevole,
è questo il giorno della salvezza!
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo Mt 25,31-46
Ogni volta che avete fatto qualcosa a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore sepàra le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà anche a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

Sulle Offerte
Accogli, Signore, queste offerte, segno della nostra devozione; perdonaci nella tua misericordia e trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.



Accépta tibi sit, Dómine, nostræ devotiónis oblátio, quæ et conversatiónem nostram, te operánte, sanctíficet, et indulgéntiam nobis tuæ propitiatiónis obtíneat. Per Christum.


Prefazio di Quaresima I
Il significato spirituale della Quaresima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia,
purificati nello spirito alla celebrazione della Pasqua,
perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa,
attingano ai misteri della redenzione
la pienezza della vita nuova
in Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Quia fidélibus tuis dignánter concédis

quotánnis paschália sacraménta in gáudio

purificátis méntibus exspectáre: ut, pietátis

offícia et ópera caritátis propénsius exsequéntes,

frequentatióne mysteriórum, quibus renáti sunt,

ad grátiæ filiórum plenitúdinem perducántur.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Comunione Mt 25, 40.34
«In verità vi dico: ciò che avete fatto
a uno solo di questi miei fratelli più piccoli
l'avete fatto a me» , dice il Signore.
«Venite, benedetti dal Padre mio,
prendete possesso del regno preparato per voi
fin dall'inizio del mondo».



Amen dico vobis, quod uni ex mínimis meis fecístis,

mihi fecístis, dicit Dóminus:

Veníte, benedícti Patris mei,

possidéte parátum vobis regnum ab inítio sæculi.

Dopo la Comunione
La partecipazione a questo sacramento, Signore, ci sostenga nel corpo e nello spirito, perché, completamente rinnovati, possiamo gloriarci della pienezza del tuo dono. Per Cristo nostro Signore.



Sentiámus, Dómine, quæsumus, tui perceptióne sacraménti, subsídium mentis et córporis, ut, in utróque salváti, de cæléstis remédii plenitúdine gloriémur. Per Christum.



Oratio super populum

Mentem pópuli tui, quæsumus, Dómine, lúmine tuæ claritátis illústra, ut vidére possit, quæ agénda sunt, et, quæ recta sunt, ágere váleat. Per Christum.


www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 03/03/2009 09:58]
03/03/2009 09:58
 
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I SETTIMANA DI QUARESIMA - MARTEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 89,1-2
Signore, tu sei nostro rifugio
di generazione in generazione;
tu sei da sempre, Signore, e per sempre.



Dómine, refúgium factus es nobis

a generatióne et progénie; a sæculo,

et in sæculum tu es.

Colletta
Volgi il tuo sguardo, Padre misericordioso, a questa tua famiglia, e fa' che superando ogni forma di egoismo risplenda ai tuoi occhi per il desiderio di te. Per il nostro Signore...



Réspice, Dómine, famíliam tuam, et præsta, ut apud te mens nostra tuo desidério fúlgeat, quæ se corporálium moderatióne castígat. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 55, 10-11
La mia parola opera ciò che desidero.

Dal libro del profeta Isaia
Così dice il Signore:
«Come la pioggia e la neve
scendono dal cielo e non vi ritornano
senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare,
così sarà della parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 33
Chi spera nel Signore non resta confuso.

Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore e mi ha risposto
e da ogni timore mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
non saranno confusi i vostri volti.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo libera da tutte le sue angosce.

Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per cancellarne dalla terra il ricordo.

Gridano e il Signore li ascolta,
li salva da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito,
egli salva gli spiriti affranti.

Canto al Vangelo Mt 4,4
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non di solo pane vive l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo Mt 6, 7-15
Voi pregate così.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così:

Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno;
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.

Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Sulle Offerte
Accetta, Dio creatore, i doni che abbiamo ricevuto dalla tua paterna generosità, e trasforma il pane e il vino che ci hai dato per la nostra vita quotidiana in sacramento di salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore.



Súscipe, creátor omnípotens Deus, quæ de tuæ munificéntiæ largitáte deférimus, et temporália nobis colláta præsídia ad vitam convérte propitiátus ætérnam. Per Christum.


Prefazio di Quaresima I
Il significato spirituale della Quaresima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia,
purificati nello spirito alla celebrazione della Pasqua,
perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa,
attingano ai misteri della redenzione
la pienezza della vita nuova
in Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Quia fidélibus tuis dignánter concédis

quotánnis paschália sacraménta in gáudio

purificátis méntibus exspectáre: ut, pietátis

offícia et ópera caritátis propénsius exsequéntes,

frequentatióne mysteriórum, quibus renáti sunt,

ad grátiæ filiórum plenitúdinem perducántur.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Sal 4,2
Quando t'invoco, esaudiscimi, o Dio,
tu che sei la mia giustizia
e dalle angosce mi hai liberato;
pietà di me, Signore, ascolta la mia preghiera.



Cum invocárem te, exaudísti me,

Deus iustítiæ meæ,

in tribulatióne dilatásti me;

miserére mihi, Dómine,

et exáudi oratiónem meam.


Dopo la Comunione
Per questa comunione ai tuoi misteri insegnaci, Signore, a moderare le passioni e i desideri terreni e a cercare la tua giustizia e il tuo regno. Per il Cristo nostro Signore.



His nobis, Dómine, mystériis conferátur, quo, terréna desidéria mitigántes, discámus amáre cæléstia. Per Christum.



Oratio super populum

Fidéles tui, Deus, benedictióne tua firméntur, sis eis in mæróre solátium, in tribulatióne patiéntia, in perículo præsídium. Per Christum.

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[Modificato da LiviaGloria 03/03/2009 09:59]
04/03/2009 14:23
 
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I SETTIMANA DI QUARESIMA - MERCOLEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 24,6.3.22
Ricorda, Signore, il tuo amore e la tua bontà,
le tue misericordie che sono da sempre.
Non trionfino su di noi i nostri nemici;
libera il tuo popolo, Signore, da tutte le sue angosce.



Reminíscere miseratiónum tuárum, Dómine,

et misericórdiæ tuæ, quæ a sæculo sunt.

Ne umquam dominéntur nobis inimíci nostri;

líbera nos, Deus Isræl, ex ómnibus angústiis nostris.

Colletta
Guarda, o Padre, il popolo a te consacrato, e fa' che mortificando il corpo con l'astinenza si rinnovi nello spirito con il frutto delle buone opere. Per il nostro Signore...



Devotiónem pópuli tui, quæsumus, Dómine, benígnus inténde, ut, qui per abstinéntiam temperántur in córpore, per fructum boni óperis reficiántur in mente. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Gio 3, 1-10
I Ninivìti si convertirono dalla loro condotta malvagia.

Dal libro del profeta Giona
In quel tempo, fu rivolta a Giona la parola del Signore: «Alzati, va’ a Nìnive la grande città e annunzia loro quanto ti dirò». Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore. Nìnive era una città molto grande, di tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta».
I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Nìnive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere.
Per ordine del re e dei suoi grandi, fu poi proclamato in Nìnive questo decreto: «Uomini e animali, grandi e piccoli, non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua. Uomini e bestie si coprano di sacco e si invochi Dio con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. Chi sa che Dio non cambi, si impietosisca, deponga il suo ardente sdegno sì che noi non moriamo?».
Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 50
Tu gradisci, Signore, il cuore penitente.

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Tu non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato,
tu, o Dio, non disprezzi.

Canto al Vangelo Cf Gl 2,12-13
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Ritornate a me con tutto il vostro cuore, dice il Signore,
perché io sono buono e misericordioso.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo Lc 11, 29-32
A questa generazione non sarà dato che il segno di Giona.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.
La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui.
Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui».

Sulle Offerte
Ti offriamo, Signore, questi doni che ci hai dato per consacrarli al tuo nome; trasformali in sacrificio di lode e rendili a noi come pegno di salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore.



Offérimus tibi, Dómine, quæ dicánda tuo nómini tu dedísti, ut, sicut éadem nobis éfficis sacraméntum, ita fíeri tríbuas remédium sempitérnum. Per Christum.

Prefazio di Quaresima I
Il significato spirituale della Quaresima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia,
purificati nello spirito alla celebrazione della Pasqua,
perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa,
attingano ai misteri della redenzione
la pienezza della vita nuova
in Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Quia fidélibus tuis dignánter concédis

quotánnis paschália sacraménta in gáudio

purificátis méntibus exspectáre: ut, pietátis

offícia et ópera caritátis propénsius exsequéntes,

frequentatióne mysteriórum, quibus renáti sunt,

ad grátiæ filiórum plenitúdinem perducántur.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Sal 5,12
Si rallegrino, Signore, quelli che in te confidano,
esultino in eterno perché tu sei con loro.



Læténtur omnes qui sperant in te,

Dómine, in ætérnum exsultábunt et habitábis in eis.


Dopo la Comunione
O Dio, che sempre nutri come pastore il popolo cristiano con la tua parola e i tuoi sacramenti, per questi doni della tua bontà, guidaci alla vita eterna. Per Cristo nostro Signore.



Deus, qui nos sacraméntis tuis páscere non desístis, tríbue, ut eórum nobis indúlta reféctio vitam, quæsumus, cónferat sempitérnam. Per Christum.



Oratio super populum

Tuére, Dómine, pópulum tuum, et ab ómnibus peccátis cleménter emúnda, quia nulla ei nocébit advérsitas, si nulla ei dominétur iníquitas. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 05/03/2009 08:46]
05/03/2009 08:46
 
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I SETTIMANA DI QUARESIMA - GIOVEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 5,2-3
Ascolta le mie parole, Signore, intendi il mio lamento.
Sii attento al mio grido di aiuto, mio Re e mio Dio.


Verba mea áuribus pércipe, Dómine,

intéllege clamórem meum.

Inténde voci oratiónis meæ,

Rex meus et Deus meus.


Colletta
Ispiraci, o Padre, pensieri e propositi santi, e donaci il coraggio di attuarli, e poiché non possiamo esistere senza di te, fa' che viviamo secondo la tua volontà. Per il nostro Signore...

Largíre nobis, quæsumus, Dómine, semper spíritum cogitándi quæ recta sunt, prómptius et agéndi, ut, qui sine te esse non póssumus, secúndum te vívere valeámus. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Est 4,17k-17n.17r-17t
Non ho altro aiuto fuori di te, Signore

Dal libro di Ester
In quei giorni, la regina Ester, presa da angoscia mortale per il pericolo che incombeva su di lei e il suo popolo, cercò rifugio presso il Signore.
Ella si mise a supplicare Dio, dicendo: «Mio Signore, nostro Re, tu sei l’unico! Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso fuori di te, mentre sono sul punto di espormi al pericolo.
Fin dalla mia infanzia, mio padre mi raccontava che tu, Signore, scegliesti Israele fra tutte le nazioni e i nostri padri fra tutti i loro antenati, per farne la tua perenne eredità; e facesti a loro riguardo quanto avevi promesso. Ora noi abbiamo peccato contro di te; per questo ci hai consegnati nelle mani dei nostri nemici, perché abbiamo dato gloria ai loro dèi. Tu sei giusto, Signore!
Ricordati di noi, Signore; fatti conoscere nel tempo della nostra afflizione, e infondi a me coraggio, Signore che sei al di sopra di tutti gli dèi e dòmini ogni autorità.
Metti sulla mia bocca una parola ben misurata di fronte al leone [il re Assuero], e volgi il suo cuore all’odio contro il nostro nemico, affinché perisca lui e i suoi complici.
Quanto a noi, salvaci con la tua mano e soccorri me, che sono sola e non ho altro aiuto fuori di te, Signore che tutto conosci».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 137
Ascolta, o Dio, il povero che ti invoca.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
A te voglio cantare davanti agli angeli,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome, Signore
per la tua fedeltà e la tua misericordia.
Nel giorno in cui t'ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Se cammino in mezzo alla sventura,
tu mi ridoni vita;
contro l'ira dei miei nemici stendi la mano
e la tua destra mi salva.

Il Signore completerà per me l'opera sua.
Signore, la tua bontà dura per sempre:
non abbandonare l'opera delle tue mani.

Canto al Vangelo Mt 4.4
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non di solo pane vive l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo Mt 7, 7-12
Chiunque chiede, riceve.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe?
Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti».

Sulle Offerte
Accogli nella tua bontà, o Dio, le preghiere e le offerte che ti presentiamo e converti a te i nostri cuori. Per Cristo nostro Signore.

Súpplicum votis, Dómine, esto propítius, et, pópuli tui oblatiónibus precibúsque suscéptis, ómnium nostrum ad te corda convérte. Per Christum.

Prefazio di Quaresima I
Il significato spirituale della Quaresima

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia,
purificati nello spirito alla celebrazione della Pasqua,
perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa,
attingano ai misteri della redenzione
la pienezza della vita nuova
in Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Quia fidélibus tuis dignánter concédis

quotánnis paschália sacraménta in gáudio

purificátis méntibus exspectáre: ut, pietátis

offícia et ópera caritátis propénsius exsequéntes,

frequentatióne mysteriórum, quibus renáti sunt,

ad grátiæ filiórum plenitúdinem perducántur.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Comunione Mt 7,8
«Chiunque chiede, riceve», dice il Signore,
«chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto».


Omnis qui petit áccipit,

et qui quærit ínvenit,

et pulsánti aperiétur.


Dopo la Comunione
Signore nostro Dio, questi santi misteri, che hai dato alla tua Chiesa come forza e vigore nel cammino della salvezza, ci siano di aiuto in ogni momento della nostra vita. Per Cristo nostro Signore.


Quæsumus, Dómine Deus noster, ut sacrosáncta mystéria, quæ pro reparatiónis nostræ munímine contulísti, et præsens nobis remédium esse fácias et futúrum. Per Christum.



Oratio super populum

Advéniat, quæsumus, Dómine, misericórdia speráta supplícibus, et eísdem cæléstis munificéntia tribuátur, qua et recte poscénda cognóscant et postuláta percípiant. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Bpage.htm
[Modificato da LiviaGloria 05/03/2009 08:46]
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