online dal 19 ottobre 2003

 

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Anno liturgico

Ultimo Aggiornamento: 30/05/2010 09:37
25/01/2009 13:01
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.052
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE

III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Anno B

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


LETTURE: Gio 3,1-5.10; Sal 24; 1 Cor 7,29-31; Mc 1,14-20


Il tempo si è fatto breve

Il filo conduttore che lega e dà unità tematica alle tre letture di questa domenica è quello del tempo.

— « Ancora quaranta giorni... » (prima lettura).

— « Il tempo ormai si è fatto breve... » (seconda lettura).

— « Il tempo è compiuto... » (vangelo).



Dio nell’oggi dell’uomo

La Bibbia, rivelazione del Dio trascendente, si apre e si chiude con annotazioni temporali: «In principio Dio creò...» (Gn 1,1); «Sì, verrò presto» (Ap 22,20). In essa Dio non è colto in modo atemporale e astratto, nella sua essenza eterna, come presso i filosofi greci, ma nei suoi interventi nell’oggi dell’uomo, che fanno della storia del mondo una storia divina.

Nell’esperienza umana del tempo si sovrappongono due aspetti: quello regolato dai cicli della natura (tempo cosmico) e quello che è scandito dal fluire degli avvenimenti (tempo storico).

Il tempo storico nella mentalità dell’uomo biblico è ritmato dai grandi interventi di Dio nella storia, tanto che la storia del mondo diventa una storia della salvezza.

Questa storia sale faticosamente, attraverso tappe successive, verso Cristo che ne rappresenta il culmine e lo sbocco finale. Cristo ha coscienza di questo, quando all’inizio della sua predicazione dichiara espressamente: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino...» (vangelo). Con lui è giunta la «pienezza dei tempi». Egli introduce nella storia l’elemento definitivo e discriminante per cui possiamo dire: prima… ora.

«Prima eravate senza Cristo, ...estranei ai patti della promessa»(Ef 2,12). «Ora egli vi ha riconciliati per mezzo della morte del suo corpo di carne» (Col 1,22).

Con Gesù l’evento definitivo si è verificato, ma non ha ancora portato tutti i suoi frutti. Gli «ultimi tempi» sono soltanto inaugurati: a partire dalla sua risurrezione essi si dilatano e diventano «tempi della Chiesa». Ecco perché il regno di Dio ha contemporaneamente una dimensione attuale ed escatologica.

La conversione al vangelo di Gesù Cristo rappresenta per ogni uomo un mutamento di èra, un passaggio dal mondo presente al mondo futuro, dal tempo antico che va verso la rovina, al tempo nuovo che cammina verso la piena manifestazione.

L’importanza del «tempo della Chiesa » deriva dal fatto che esso rende possibile questo passaggio: è «il momento favorevole», il «giorno della salvezza» (2 Cor 6,2).



Il tempo di chi «non ha tempo»

La vittoria di Cristo sulla morte è superamento dei limiti del tempo e dello spazio. Cristo opera una demitizzazione del tempo contro le concezioni che avevano divinizzato, cosificato l’incessante e incontrollabile flusso delle stagioni. La vittoria sulla morte crea un tempo per l’uomo ed uno spazio per l’uomo: tempo e spazio di costruzione della propria identità e della identità di tutta la comunità umana.

Un «tempo per l’uomo» non è solo dono: deve essere anche conquista. Ma la ricerca di tempi di produzione sempre più brevi, l’impossibilità di fermarsi, la macchina sempre più veloce come simbolo di potenza, l’incapacità di controllare la corsa degli avvenimenti, la necessità di frenetico aggiornamento per non sentirsi superati da un giorno all’altro, possono essere sintomi di una nuova sottomissione dell’uomo al tempo. Una marcia all’indietro.



Il tempo mangia l’uomo

C’è chi è stanco per aver già troppo camminato, c’è chi si è trovato improvvisamente ai margini, quasi detrito inutile, c’è chi è stato sbalzato via dall’ingranaggio sociale: anziani, malati cronici, minorati, schizofrenici. La società tecnologica non ha tempo per loro, perché non servono al processo di produzione. Per costoro si costruiscono case di cura, ospedali, ricoveri per anziani.

L’importante è che non intralcino il cammino. Tempo di nausea e di malinconia per gli emarginati, per chi sa di essere un «peso». Desiderio dell’anziano di togliersi di mezzo o tentativi di convincimento da parte dei familiari che nella casa di cura «tutto è per lui»: rifiuto della società di farsi «comunità terapeutica» in cui il malato venga curato senza tagliarlo fuori dal tessuto sociale in cui vive.



Cristo è sempre presente nella sua Chiesa

Dalla Costituzione «Sacrosanctum Concilium» del Concilio ecumenico Vaticano II sulla sacra Liturgia (Nn. 7-8. 106)
Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e soprattutto nelle azioni liturgiche. E' presente nel Sacrificio della Messa tanto nella persona del ministro, «Egli che, offertosi una volta sulla croce, offre ancora se stesso per il ministero dei sacerdoti», tanto, e in sommo grado, sotto le specie eucaristiche. E' presente con la sua virtù nei sacramenti, di modo che quando uno battezza è Cristo che battezza. E' presente nella sua parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura. E' presente infine quando la Chiesa prega e canta i santi, lui che ha promesso: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro» (Mt 18, 20).
In quest'opera così grande, con la quale viene resa a Dio una gloria perfetta e gli uomini vengono santificati, Cristo associa sempre a sé la Chiesa, sua sposa amatissima, la quale lo prega come suo Signore e per mezzo di lui rende il culto all'Eterno Padre.
Giustamente perciò la Liturgia è ritenuta come l'esercizio del sacerdozio di Gesù Cristo; in essa, per mezzo di segni sensibili, viene significata e, in modo ad essi proprio, realizzata la santificazione dell'uomo, e viene esercitato dal Corpo mistico di Gesù Cristo, cioè dal Capo e dalle sue membra, il culto pubblico e integrale.
Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo Corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun'altra azione della Chiesa, allo stesso titolo e allo stesso grado, ne uguaglia l'efficacia.
Nella Liturgia terrena noi partecipiamo, pregustandola, a quella celeste, che viene celebrata nella santa città di Gerusalemme, verso la quale tendiamo come pellegrini e dove il Cristo siede alla destra di Dio quale ministro del santuario e del vero tabernacolo. Insieme con la moltitudine dei cori celesti cantiamo al Signore l'inno di gloria; ricordando con venerazione i santi, speriamo di condividere in qualche misura la loro condizione e aspettiamo, quale salvatore, il Signore nostro Gesù Cristo, fino a quando egli apparirà, nostra vita, e noi appariremo con lui nella gloria.
Secondo la tradizione apostolica, che ha origine dallo stesso giorno della risurrezione di Cristo, la Chiesa celebra il mistero pasquale ogni otto giorni, in quello che si chiama giustamente «giorno del Signore» o «domenica». In questo giorno infatti i fedeli devono riunirsi in assemblea per ascoltare la parola di Dio e partecipare all'Eucaristia, e così far memoria della passione, della risurrezione e della gloria del Signore Gesù e rendere grazie a Dio che li «ha rigenerati nella speranza viva della risurrezione di Gesù Cristo dai morti» (1 Pt 1, 3). La domenica è dunque la festa primordiale che dev'essere proposta e inculcata alla pietà dei fedeli, in modo che risulti anche giorno di gioia e di riposo dal lavoro. Non le vengano anteposte altre celebrazioni, a meno che siamo di grandissima importanza, perché la domenica è il fondamento e il nucleo di tutto l'anno liturgico.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 95,1.6
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore da tutta la terra;
splendore e maestà dinanzi a lui,
potenza e bellezza nel suo santuario.


Cantáte Dómino cánticum novum,

cantáte Dómino, omnis terra.

Conféssio et pulchritúdo in conspéctu eius,

sánctitas et magnificéntia in sanctificatióne eius.


Colletta
Dio onnipotente ed eterno, guida i nostri atti secondo la tua volontà, perché nel nome del tuo diletto Figlio portiamo frutti generosi di opere buone. Per il nostro Signore...


Omnípotens sempitérne Deus, dírige actus nostros in beneplácito tuo, ut in nómine dilécti Fílii tui mereámur bonis opéribus abundáre. Per Dóminum.



Oppure:

O Padre, che nel tuo Figlio ci hai dato la pienezza della tua parola e del tuo dono, fa' che sentiamo l'urgenza di convertirci a te e di aderire con tutta l'anima al Vangelo, perché la nostra vita annunzi anche ai dubbiosi e ai lontani l'unico Salvatore, Gesù Cristo nostro Signore. Egli è Dio...


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura Gio 3, 1-5. 10

I Niniviti si convertirono dalla loro condotta malvagia.

Dal libro del profeta Giona

Fu rivolta a Giona questa parola del Signore: «Alzati, va' a Nìnive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico». Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore.
Nìnive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta».

I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.



Salmo Responsoriale Dal Salmo 24/25
Fammi conoscere, Signore, le tue vie.


Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.



Seconda Lettura 1 Cor 7, 29-31

Passa la figura di questo mondo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!



Canto al Vangelo Mc 1,15

Alleluia, alleluia.

Il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete nel Vangelo.

Alleluia.





Vangelo Mc 1, 14-20

Convertitevi e credete al vangelo.

Dal vangelo secondo Marco

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.



Sulle Offerte
Accogli i nostri doni, Padre misericordioso, e consacrali con la potenza del tuo Spirito, perché diventino per noi sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.


Múnera nostra, Dómine, súscipe placátus, quæ sanctificándo nobis, quæsumus, salutária fore concéde. Per Christum.


Antifona alla Comunione Sal 33,6
Guardate al Signore e sarete raggianti,
e il vostro volto non sarà confuso.


Accédite ad Dóminum et illuminámini,

et fácies vestræ non confundéntur.


Oppure: Gv 8,12
«Io sono la luce del mondo», dice il Signore;
«chi segue me, non cammina nelle tenebre,
ma avrà la luce della vita».


Ego sum lux mundi, dicit Dóminus;

qui séquitur me,

non ámbulat in ténebris,

sed habébit lumen vitæ.



Oppure: Mc 1,15

«Il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete al Vangelo».



Dopo la Comunione
O Dio, che in questi santi misteri ci hai nutriti col corpo e col sangue del tuo Figlio, fa' che ci rallegriamo sempre del tuo dono, sorgente inesauribile di vita nuova. Per Cristo nostro Signore.


Præsta nobis, quæsumus, omnípotens Deus, ut, vivificatiónis tuæ grátiam consequéntes, in tuo semper múnere gloriémur. Per Christum.


www.maranatha.it/index.htm
[Modificato da LiviaGloria 25/01/2009 13:02]
26/01/2009 21:42
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.055
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE

26 GENNAIO
SANTI TIMOTEO e TITO
VESCOVI, DISCEPOLI DI S. PAOLO (sec. I)
Memoria


LETTURE: 2 Tm 1,1-8; Sal 88; Lc 22,24-30


Timoteo, colui al quale Paolo «il primo dei peccatori» aveva confidato: «La grazia di nostro Signore ha sovrabbondato in me, con la fede e la carità che è in Cristo Gesù» (1 Tm 1,12-17), fu il discepolo prediletto dell’Apostolo delle Genti. Forse venne convertito da Paolo stesso durante il suo primo viaggio missionario. Era figlio di padre pagano e di madre giudea. La comunità di Listra raccomandò Timoteo a Paolo ed egli lo prese come compagno nel suo secondo e terzo viaggio; ma, poiché era figlio d’una ebrea per facilitargli l’apostolato fra i giudei, lo circoncise. Gli affidò numerosi incarichi e in vane circostanze le comunità di Tessalonica, della Macedonia e di Corinto. L’Apostolo gli indirizzò per lo meno due lettere, incorporate net canone del Nuovo Testamento. Timoteo si trovava presso Paolo durante la sua prima prigionia. In seguito lo troviamo a Efeso ad esercitare la funzione di vescovo. Paolo, prigioniero per la seconda volta, richiese la sua compagnia a Roma.



L’altro collaboratore di san Paolo, Tito, era di famiglia pagana. Pare che l’apostolo l’abbia convertito a Cristo durante il primo viaggio missionario. Tito accompagnò Paolo e Barnaba a Gerusalemme, dove Paolo si oppose energicamente a coloro che volevano che il suo discepolo proveniente dalla gentilità fosse circonciso. Tito fece le funzioni di intermediario tra Corinto e l’apostolo. Nella lettera che gli indirizzò Paolo, appare già come residente a Creta. San Paolo gli scrisse pregandolo di riunirsi a lui a Nicopoli in Epiro; probabilmente di lì lo inviò in Dalmazia, dove viene venerato in maniera particolare.






Dalle «Omelie» di san Giovanni Crisostomo, vescovo

Paolo se ne stava nel carcere come se stesse in cielo e riceveva percosse e ferite più volentieri di coloro che ricevono il palio nelle gare: amava i dolori non meno dei premi, perché stimava gli stessi dolori come fossero ricompense; perciò li chiamava anche una grazia divina. Ma stà bene attento in qual senso lo diceva: Certo era un premio essere sciolto dal corpo ed essere con Cristo (cfr. Fil 1, 23), mentre restava nel corpo era una lotta continua; tuttavia per amore di Cristo rimandava il premio per poter combattere: cosa che giudicava ancor più necessaria. L'essere separato da Cristo costituiva per lui lotta e dolore, anzi assai più che lotta e dolore. Essere con Cristo era l'unico premio al di sopra di ogni cosa. Paolo per amore di Cristo preferì la prima cosa alla seconda.
Certamente qui qualcuno potrebbe obiettare che Paolo riteneva tutte queste realtà soavi per amore di Cristo. Certo, anch'io ammetto questo, perché quelle cose che per noi sono fonti di tristezza, per lui erano invece fonte di grandissimo piacere. Ma perché io ricordo i pericoli e i travagli? Poiché egli si trovava in grandissima afflizione e per questo diceva: «Chi é debole, che anch'io non lo sia? Chi riceve scandalo che io non ne frema?» (2 Cor 11, 29). Ora, vi prego, non ammiriamo soltanto, ma anche imitiamo questo esempio così magnifico di virtù. Solo così infatti potremo essere partecipi dei suoi trionfi. Se qualcuno si meraviglia perché abbiamo parlato così, cioè che chiunque avrà i meriti di Paolo avrà anche i medesimi premi, può ascoltare lo stesso Apostolo che dice: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno, e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione» (2 Tm 4, 7-8). Puoi vedere chiaramente come chiama tutti alla partecipazione della medesima gloria.
Ora, poiché viene presentata a tutti la medesima corona di gloria, cerchiamo tutti di diventare degni di quei beni che sono stati promessi. Non dobbiamo inoltre considerare in lui solamente la grandezza e la sublimità delle virtù e la tempra forte e decisa del suo animo, per la quale ha meritato di arrivare ad una gloria così grande, ma anche la comunanza di natura, per cui egli é come noi in tutto. Così anche le cose assai difficili ci sembreranno facili e leggere e, affaticandoti in questo tempo così breve, porteremo quella corona incorruttibile ed immortale, per grazia e misericordia del Signore nostro Gesù Cristo, a cui appartiene la gloria e la potenza ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Cf Ez 34,11.23-24

«Cercherò le pecore del mio gregge» dice il Signore.

«e farò sorgere un pastore che le conduca al pascolo;

io, il Signore, sarò il loro Dio».

Ps 95,3-4 Annuntiáte inter gentes glóriam eius, in ómnibus pópulis mirabília eius, quóniam magnus Dóminus et laudábilis nimis.



Colletta

O Dio, nostro Padre, che hai formato alla scuola degli Apostoli i santi vescovi Timoteo e Tito, concedi anche a noi per loro intercessione di vivere in questo mondo con giustizia e con amore di figli, per giungere alla gloria del tuo regno. Per il nostro Signore...

Deus, qui beátos Timótheum et Titum apostólicis virtútibus decorásti, utriúsque intercessióne concéde, ut, iuste et pie vivéntes in hoc sæculo, ad cæléstem mereámur pátriam perveníre. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura 2 Tm 1,1-8

Mi ricordo della tua fede schietta.

Dalla seconda Lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, per annunziare la promessa della vita in Cristo Gesù, al diletto figlio Timòteo: grazia, misericordia e pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro.
Ringrazio Dio, che io servo con coscienza pura come i miei antenati, ricordandomi sempre di te nelle mie preghiere, notte e giorno; mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. Mi ricordo infatti della tua fede schietta, fede che fu prima nella tua nonna Lòide, poi in tua madre Eunìce e ora, ne sono certo, anche in te.
Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza.
Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio.

Oppure: Tt 1,1-5

A Tito, mio vero figlio nella fede comune.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Paolo, servo di Dio, apostolo di Gesù Cristo per chiamare alla fede gli eletti di Dio e per far conoscere la verità che conduce alla pietà ed è fondata sulla speranza della vita eterna, promessa fin dai secoli eterni da quel Dio che non mentisce, e manifestata poi con la sua parola mediante la predicazione che è stata a me affidata per ordine di Dio, nostro salvatore, a Tito, mio vero figlio nella fede comune: grazia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro salvatore.
Per questo ti ho lasciato a Creta perché regolassi ciò che rimane da fare e perché stabilissi presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato.



Salmo Responsoriale Dal Salmo 88
Canteremo nei secoli la tua fedeltà, Signore.



Canterò senza fine le grazie del Signore,
con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli,
perché hai detto: «La mia grazia rimane per sempre» ;
la tua fedeltà è fondata nei cieli.

Dice il Signore:

«Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,

ho giurato a Davide mio servo:
stabilirò per sempre la tua discendenza,
ti darò un trono che duri nei secoli».

Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l'ho consacrato;
la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza.

La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui
e nel mio nome si innalzerà la sua potenza.
Egli mi invocherà: Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza.



Canto al Vangelo Gv 15,15

Alleluia, alleluia.

Vi ho chiamati amici, dice il Signore,

perché tutto ciò che ho udito dal Padre ve l'ho fatto conoscere.

Alleluia.





Vangelo Lc 22,24-30

Io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me.

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, sorse una discussione tra i discepoli: chi di loro poteva esser considerato il più grande. Gesù allora disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.
Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me, perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele».


Sulle Offerte

O Dio, l'offerta che ti presentiamo nella festa dei santi Timoteo e Tito, dia gloria al tuo nome e ottenga a noi il perdono e la pace. Per Cristo .....

Súscipe, quæsumus, Dómine, múnera pópuli tui, pro beatórum tuórum Timóthei et Titi festivitáte deláta, et sincéro nos corde pérfice benígnus accéptos. Per Christum.



Antifona alla Comunione Gv 15,16

«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi

e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto

e il vostro frutto rimanga», dice il Signore.

Eúntes in mundum univérsum, prædicáte Evangélium: ego vobíscum sum ómnibus diébus, dicit Dóminus.



Dopo la Comunione

Fortifica, Signore, la nostra fede con questo cibo di vita eterna, perché sull'esempio dei santi Timoteo e Tito professiamo la verità in cui essi hanno creduto, e testimoniamo nelle opere l'insegnamento che ci hanno trasmesso. Per Cristo ...

Sacraménta quæ súmpsimus, Dómine Deus noster, illam nobis fidem innútriant, quam et apostólica dócuit prædicátio, et beatórum Timóthei et Titi sollicitúdo custodívit. Per Christum.

www.maranatha.it/index.htm


[Modificato da LiviaGloria 27/01/2009 11:53]
27/01/2009 11:52
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.059
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
III SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - MARTEDÌ
MESSALE



Antifona d'Ingresso Sal 95,1.6
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore da tutta la terra;
splendore e maestà dinanzi a lui,
potenza e bellezza nel suo santuario.


Cantáte Dómino cánticum novum,

cantáte Dómino, omnis terra.

Conféssio et pulchritúdo in conspéctu eius,

sánctitas et magnificéntia in sanctificatióne eius.


Colletta
Dio onnipotente ed eterno, guida i nostri atti secondo la tua volontà, perché nel nome del tuo diletto Figlio portiamo frutti generosi di opere buone. Per il nostro Signore...


Omnípotens sempitérne Deus, dírige actus nostros in beneplácito tuo, ut in nómine dilécti Fílii tui mereámur bonis opéribus abundáre. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura Eb 10,1-10
Ecco io vengo per fare, o Dio, la tua volontà.


Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, poiché la legge possiede solo un’ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non ha il potere di condurre alla perfezione, per mezzo di quei sacrifici che si offrono continuamente di anno in anno, coloro che si accostano a Dio. Altrimenti non si sarebbe forse cessato di offrirli, dal momento che i fedeli, purificati una volta per tutte, non avrebbero ormai più alcuna coscienza dei peccati? Invece per mezzo di quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati, poiché è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: “Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco, io vengo — poiché di me sta scritto nel rotolo del libro — per fare, o Dio, la tua volontà”.

Dopo aver detto: Non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose tutte che vengono offerte secondo la legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Con ciò stesso egli abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo. Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.



Salmo Responsoriale Dal Salmo 39

Ecco io vengo, Signore, per fare la tua volontà.


Ho sperato: ho sperato nel Signore
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
lode al nostro Dio.



Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto.
Non hai chiesto olocausto
e vittima per la colpa.


Allora ho detto: «Ecco, io vengo».

Ho annunziato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi, non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.



Non ho nascosto la tua giustizia
in fondo al cuore,
la tua fedeltà e la tua salvezza ho proclamato.
Non ho nascosto la tua grazia
e la tua fedeltà alla grande assemblea.



Canto al Vangelo Gv 15,15

Alleluia, alleluia.

Vi ho chiamati amici, dice il Signore,
perché tutto ciò che ho udito dal Padre ve l’ho fatto conoscere.

Alleluia.



Vangelo Mc 3,31-35
Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre.


Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare.
Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».



Sulle Offerte
Accogli i nostri doni, Padre misericordioso, e consacrali con la potenza del tuo Spirito, perché diventino per noi sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.


Múnera nostra, Dómine, súscipe placátus, quæ sanctificándo nobis, quæsumus, salutária fore concéde. Per Christum.


Antifona alla Comunione Sal 33,6
Guardate al Signore e sarete raggianti,
e il vostro volto non sarà confuso.


Accédite ad Dóminum et illuminámini,

et fácies vestræ non confundéntur.


Oppure: Gv 8,12
«Io sono la luce del mondo», dice il Signore;
«chi segue me, non cammina nelle tenebre,
ma avrà la luce della vita».


Ego sum lux mundi, dicit Dóminus;

qui séquitur me,

non ámbulat in ténebris,

sed habébit lumen vitæ.



Dopo la Comunione
O Dio, che in questi santi misteri ci hai nutriti col corpo e col sangue del tuo Figlio, fa' che ci rallegriamo sempre del tuo dono, sorgente inesauribile di vita nuova. Per Cristo nostro Signore.


Præsta nobis, quæsumus, omnípotens Deus, ut, vivificatiónis tuæ grátiam consequéntes, in tuo semper múnere gloriémur. Per Christum.

www.maranatha.it/index.htm
[Modificato da LiviaGloria 27/01/2009 11:53]
28/01/2009 10:18
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.061
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
28 GENNAIO
III SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - MERCOLEDÌ

SAN TOMMASO D'AQUINO (m)
Sacerdote e dottore della Chiesa

MESSALE



Antifona d'Ingresso Sal 36,30-31

La bocca del giusto proclama la sapienza,

e la sua lingua esprime la giustizia;

la legge del suo Dio è nel suo cuore.

Qo 15,5 In médio Ecclésiæ apéruit os eius, et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiæ et intelléctus; stolam glóriæ índuit eum.



Colletta

O Dio, che in san Tommaso d'Aquino hai dato alla tua Chiesa un modello sublime di santità e di dottrina, donaci la luce per comprendere i suoi insegnamenti e la forza per imitare i suoi esempi. Per il nostro Signore...

Deus, qui beátum Thomam sanctitátis zelo ac sacræ doctrínæ stúdio conspícuum effecísti, da nobis, quæsumus, et quæ dócuit intelléctu conspícere, et quæ gessit imitatióne complére. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura Eb 10,11-18
Cristo ha reso perfetti per sempre coloro che ha santificato.

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e ad offrire molte volte gli stessi sacrifici che non possono mai eliminare i peccati. Cristo al contrario, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati una volta per sempre, si è assiso alla destra di Dio, aspettando ormai soltanto che i suoi nemici vengano posti sotto i suoi piedi. Poiché con un’unica oblazione egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.

Questo ce lo attesta anche lo Spirito Santo. Infatti, dopo aver detto: “Questa è l’alleanza che io stipulerò con loro dopo quei giorni…: porrò le mie leggi nei loro cuori e le imprimerò nella loro mente”, soggiunge: “E non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità”.

Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più bisogno di offerta per il peccato.



Salmo Responsoriale Dal Salmo 109

Luce gioiosa della gloria del Padre, o Gesù Cristo.


Oràcolo del Signore al mio Signore:
«Siedi alla mia destra,
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».


Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
«Domina in mezzo ai tuoi nemici.


A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori; dal seno dell’aurora,
come rugiada, io ti ho generato».


Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchisedek».



Canto al Vangelo At 16,14

Alleluia, alleluia.

Apri, Signore, il nostro cuore
e comprenderemo le parole del Figlio tuo.

Alleluia.



Vangelo Mc 4,1-20
Uscì il seminatore a seminare.

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù si mise di nuovo a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un’altra cadde fra i sassi, dove non c’era molta terra, e subito spuntò perché non c’era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. Un’altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un’altra cadde sulla terra buona, diede frutto che spuntò e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per intendere, intenda!».

Quando poi fu solo, i circostanti insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: «A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, perché “guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, perché non si convertano e venga loro perdonato”».
Continuò dicendo loro: «Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? Il seminatore semina la parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l’ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro.
Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono.
Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l’inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto.
Quelli che ricevono il seme su terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l’accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno».



Sulle Offerte

Accogli, Signore, il sacrificio che ti presentiamo, nel ricordo di san Tommaso d'Aquino e fa' che imitando il tuo esempio ci consacriamo interamente al servizio della tua gloria. Per Cristo nostro Signore.

Sacrifícium tibi pláceat, Deus, in festivitáte beáti Thomi libénter exhíbitum, quo monénte, nos étiam totos tibi réddimus collaudántes. Per Christum.



Antifona alla Comunione Lc 12,42

Questo è il servo saggio e fedele,

che il Signore ha posto a capo della sua famiglia,

per distribuire il cibo a tempo opportuno.

Fidélis servus et prudens, quem constítuit Dóminus super famíliam suam, ut det illis in témpore trítici mensúram.



Dopo la Comunione

O Padre, che ci hai nutriti di Cristo, pane vivo, formaci alla scuola del suo Vangelo, perché sull'esempio di san Tommaso d'Aquino conosciamo la tua verità e la testimoniamo nella carità fraterna. Per Cristo nostro Signore.

Quos Christo réficis pane vivo, eósdem édoce, Dómine, Christo magístro, ut in festivitáte beáti Thomi tuam discant veritátem, et eam in caritáte operéntur. Per Christum.


www.maranatha.it/index.htm
[Modificato da LiviaGloria 02/02/2009 12:47]
29/01/2009 16:38
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.067
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
III SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - GIOVEDÌ
MESSALE



Antifona d'Ingresso Sal 95,1.6
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore da tutta la terra;
splendore e maestà dinanzi a lui,
potenza e bellezza nel suo santuario.


Cantáte Dómino cánticum novum,

cantáte Dómino, omnis terra.

Conféssio et pulchritúdo in conspéctu eius,

sánctitas et magnificéntia in sanctificatióne eius.


Colletta
Dio onnipotente ed eterno, guida i nostri atti secondo la tua volontà, perché nel nome del tuo diletto Figlio portiamo frutti generosi di opere buone. Per il nostro Signore...


Omnípotens sempitérne Deus, dírige actus nostros in beneplácito tuo, ut in nómine dilécti Fílii tui mereámur bonis opéribus abundáre. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura Eb 10,19-25

Nella pienezza della fede, manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, stimolandoci a vicenda nella carità.


Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, avendo piena fiducia di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne; avendo noi un sacerdote grande sopra la casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero nella pienezza della fede, con il cuore purificato da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.

Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso.

Cerchiamo anche di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone, senza disertare le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma invece esortandoci a vicenda; tanto più che potete vedere come il giorno si avvicina.



Salmo Responsoriale Dal Salmo 23

Noi cerchiamo il tuo volto, Signore.


Del Signore è la terra e quanto contiene,
l’universo e i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondata sui mari,
e sui fiumi l’ha stabilita.



Chi salirà il monte del Signore,
chi starà nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non pronunzia menzogna,
chi non giura a danno del suo prossimo.



Questi otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.



Canto al Vangelo Sal 118,105

Alleluia, alleluia.

Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.

Alleluia.



Vangelo Mc 4,21-25
Si porta la lampada per metterla sul lucerniere.
Con la misura con la quale misurate, sarete misurati.

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O non piuttosto per metterla sul lucerniere? Non c’è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per intendere, intenda!».

Diceva loro: «Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più. Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha».



Sulle Offerte
Accogli i nostri doni, Padre misericordioso, e consacrali con la potenza del tuo Spirito, perché diventino per noi sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.


Múnera nostra, Dómine, súscipe placátus, quæ sanctificándo nobis, quæsumus, salutária fore concéde. Per Christum.


Antifona alla Comunione Sal 33,6
Guardate al Signore e sarete raggianti,
e il vostro volto non sarà confuso.


Accédite ad Dóminum et illuminámini,

et fácies vestræ non confundéntur.


Oppure: Gv 8,12
«Io sono la luce del mondo», dice il Signore;
«chi segue me, non cammina nelle tenebre,
ma avrà la luce della vita».


Ego sum lux mundi, dicit Dóminus;

qui séquitur me,

non ámbulat in ténebris,

sed habébit lumen vitæ.



Dopo la Comunione
O Dio, che in questi santi misteri ci hai nutriti col corpo e col sangue del tuo Figlio, fa' che ci rallegriamo sempre del tuo dono, sorgente inesauribile di vita nuova. Per Cristo nostro Signore.


Præsta nobis, quæsumus, omnípotens Deus, ut, vivificatiónis tuæ grátiam consequéntes, in tuo semper múnere gloriémur. Per Christum.


www.maranatha.it/index.htm
[Modificato da LiviaGloria 02/02/2009 12:46]
30/01/2009 12:34
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.069
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
III SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - VENERDÌ
MESSALE



Antifona d'Ingresso Sal 95,1.6
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore da tutta la terra;
splendore e maestà dinanzi a lui,
potenza e bellezza nel suo santuario.


Cantáte Dómino cánticum novum,

cantáte Dómino, omnis terra.

Conféssio et pulchritúdo in conspéctu eius,

sánctitas et magnificéntia in sanctificatióne eius.


Colletta
Dio onnipotente ed eterno, guida i nostri atti secondo la tua volontà, perché nel nome del tuo diletto Figlio portiamo frutti generosi di opere buone. Per il nostro Signore...


Omnípotens sempitérne Deus, dírige actus nostros in beneplácito tuo, ut in nómine dilécti Fílii tui mereámur bonis opéribus abundáre. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura Eb 10,32-39
Avete sopportato una grande lotta. Non abbandonate dunque la vostra franchezza.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, richiamate alla memoria quei primi giorni nei quali, dopo essere stati illuminati, avete dovuto sopportare una grande e penosa lotta, ora esposti pubblicamente a insulti e tribolazioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo. Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di esser spogliati delle vostre sostanze, sapendo di possedere beni migliori e più duraturi.

Non abbandonate dunque la vostra fiducia, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di costanza, perché dopo aver fatto la volontà di Dio possiate raggiungere la promessa. “Ancora un poco, infatti, un poco appena, e colui che deve venire, verrà e non tarderà. Il mio giusto vivrà mediante la fede; ma se indietreggia, la mia anima non si compiace in lui”.

Noi però non siamo di quelli che indietreggiano a loro perdizione, bensì uomini di fede per la salvezza della nostra anima.



Salmo Responsoriale Dal Salmo 36

Salvaci, Signore: in te speriamo.



Confida nel Signore e fa’ il bene,
abita la terra e vivi con fede.
Cerca la gioia nel Signore,
esaudirà i desideri del tuo cuore.



Manifesta al Signore la tua via,
confida in lui: compirà la sua opera,
farà brillare come luce la tua giustizia,
come il meriggio il tuo diritto.



Il Signore fa sicuri i passi dell’uomo
e segue con amore il suo cammino.
Se cade, non rimane a terra,
perché il Signore lo tiene per mano.



La salvezza dei giusti viene dal Signore,
nel tempo dell’angoscia è loro difesa;
il Signore viene in loro aiuto e li scampa,
li libera dagli empi e dà loro salvezza,
perché in lui si sono rifugiati.



Canto al Vangelo Cf Gc 1,21

Alleluia, alleluia.

Accogliete docilmente la parola che è stata seminata in voi:
parola che può salvare la vostra vita.
Alleluia.



Vangelo Mc 4,26-34
L'uomo getta il seme e dorme; e il seme cresce, senza che lui sappia come.


Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura».

Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di sènapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti i semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».

Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.



Sulle Offerte
Accogli i nostri doni, Padre misericordioso, e consacrali con la potenza del tuo Spirito, perché diventino per noi sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.


Múnera nostra, Dómine, súscipe placátus, quæ sanctificándo nobis, quæsumus, salutária fore concéde. Per Christum.


Antifona alla Comunione Sal 33,6
Guardate al Signore e sarete raggianti,
e il vostro volto non sarà confuso.


Accédite ad Dóminum et illuminámini,

et fácies vestræ non confundéntur.


Oppure: Gv 8,12
«Io sono la luce del mondo», dice il Signore;
«chi segue me, non cammina nelle tenebre,
ma avrà la luce della vita».


Ego sum lux mundi, dicit Dóminus;

qui séquitur me,

non ámbulat in ténebris,

sed habébit lumen vitæ.



Dopo la Comunione
O Dio, che in questi santi misteri ci hai nutriti col corpo e col sangue del tuo Figlio, fa' che ci rallegriamo sempre del tuo dono, sorgente inesauribile di vita nuova. Per Cristo nostro Signore.


Præsta nobis, quæsumus, omnípotens Deus, ut, vivificatiónis tuæ grátiam consequéntes, in tuo semper múnere gloriémur. Per Christum.


www.maranatha.it/index.htm
[Modificato da LiviaGloria 02/02/2009 12:46]
02/02/2009 12:42
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.082
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
31 GENNAIO
III SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - SABATO

SAN GIOVANNI BOSCO (m)
Sacerdote

MESSALE



Antifona d'Ingresso Sal 33,11.6a

Venite, figli, ascoltatemi;

v'insegnerò il timore del Signore.

Guardate a lui, e sarete raggianti.



Mc 10,14

Sínite párvulos veníre ad me,

et ne prohibuéritis eos:

tálium est enim regnum Dei, dicit Dóminus



Colletta

O Dio, che in san Giovanni Bosco hai dato alla tua Chiesa un padre e un maestro dei giovani, suscita anche in noi la stessa fiamma di carità a servizio della tua gloria per la salvezza dei fratelli. Per il nostro Signore...



Deus, qui beátum Ioánnem presbyterum adulescéntium patrem et magístrum excitásti, concéde, quaesumus, ut, eódem caritátis igne succénsi, ánimas quaerere tibíque soli servíre valeámus. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura Eb 11,1-2.8-19
Aspettava la città il cui fondamento e costruttore è Dio.

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, la fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. Per mezzo di questa fede gli antichi ricevettero buona testimonianza.

Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.

Per fede anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre perché ritenne fedele colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia innumerevole che si trova lungo la spiaggia del mare.

Nella fede morirono tutti costoro, pur non avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli solo veduti e salutati di lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sopra la terra. Chi dice così, infatti, dimostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non disdegna di chiamarsi loro Dio: ha preparato infatti per loro una città.

Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unico figlio, del quale era stato detto: «In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo.



Salmo Responsoriale Lc 1,68-75

Benedetto sei tu, Signore:
hai adempiuto la tua promessa.


Benedetto il Signore Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi una salvezza potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo.


Salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza.


Giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici
di servirlo senza timore,
in santità e giustizia al suo cospetto,
per tutti i nostri giorni.



Canto al Vangelo Cf Gv 3,16

Alleluia, alleluia.

Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito:
chi crede in lui ha la vita eterna.
Alleluia.



Vangelo Mc 4,35-41
Chi è costui al quale anche il vento e il mare obbediscono?

Dal Vangelo secondo Marco

In quel giorno, verso sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E lasciata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.

Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che moriamo?». Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?».

E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui al quale anche il vento e il mare obbediscono?».



Sulle Offerte

Accetta, o Signore, il sacrificio che ti offriamo con sincera devozione, e fa' che ti amiamo in tutto e più di tutto perché la nostra vita sia un inno alla tua gloria. Per Cristo nostro Signore.


Accépta tibi sit, quaesumus, Dómine, sacrátae plebis oblátio pro beáti commemoratióne et praesta, ut, ex huius participatióne mystérii, exémpla tuae caritátis referámus. Per Christum.



Antifona alla Comunione 1 Gv 4,12

Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi,

e l'amore di lui è perfetto in noi.



Mt 18,3

Nisi convérsi fuéritis et efficiámini sicut párvuli,

non intrábitis in regnum caelórum, dicit Dóminus.



Dopo la Comunione

Nutriti dal mistero del tuo corpo, e del tuo sangue, ti preghiamo, o Signore nostro Dio, fa' che, sull'esempio di san Giovanni Bosco, viviamo in ringraziamento perenne. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.



Tríbuat nobis, omnípotens Deus, reféctio sancta subsídium, ut, exémplo beáti Ioánni., et fraternitátis caritátem et lumen veritátis in corde exhibeámus et ópere. Per Christum.

www.maranatha.it/index.htm
[Modificato da LiviaGloria 02/02/2009 12:46]
02/02/2009 12:43
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.083
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE

IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Anno B

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


LETTURE: Dt 18,15-20; Sal 94; 1 Cor 7,32-35; Mc 1,21-28


Profeta, personaggio scomodo

La prima lettura e il vangelo si richiamano e si completano, così come la promessa esige il dono, e l’attesa invoca la venuta. Oggetto della promessa e dell’attesa è il grande profeta che Dio susciterà come un secondo Mosè.

La storia della salvezza è storia di Dio che parla con il suo popolo; in questa storia il profetismo appare come una delle linee di forza che percorrono tutta l’esistenza di Israele come popolo, e caratterizzano la sua esperienza religiosa fin dai tempi di Mosè.



Susciterò un profeta in mezzo a loro

Il profeta non è soltanto colui che predice o svela un evento futuro. Egli è prima di tutto un intermediario con l’Assoluto, portatore fedele della parola di Dio. Il profetismo s’innesta in questo contesto di bisogno della parola di Dio e si caratterizza come punto di incontro dell’uomo con la verità e la volontà di Dio. Molto spesso il profeta denuncia le mancanze che si commettono contro la Legge anche se c’è un’osservanza legale della lettera; egli lotta contro le vuote abitudini di un passato che viene confuso con le sue morte sopravvivenze. Egli condanna il culto esteriore e i sacrifici che nascondono l’ipocrisia e l’ingiustizia.

Il profeta è costituito da Dio «per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare» (Ger 1,10). Per questo il suo impatto con il popolo è più sovente uno scontro che un incontro.

La Legge era per l’ebreo luogo privilegiato d’incontro con la vo­lontà di Dio, ma portava con sé il rischio di un’osservanza letterale, giuridica, senza anima né cuore. L’incontro fra il profeta e il popolo di Dio avviene proprio sul terreno della Legge. Profetismo e Legge (istituzioni, tradizioni e culto) non esprimono due opzioni o due contenuti divergenti, si tratta di funzioni distinte, di settori che non sono tra loro isolati.

Ci sono anche dei falsi profeti (prima lettura), ci sono persone che si illudono di essere portatori della parola di Dio, quando sono solo eco di parole umane.

Gesù viene presentato nel vangelo non solo come colui che chiude storicamente la serie dei profeti antichi, ma come colui che porta a compimento le promesse, colui nel quale si svela e si realizza il progetto di Dio sull’umanità.

Egli non si limita come gli scribi e i farisei a ripetere e a ricordare la parola di Dio, egli « insegna come uno che ha autorità » e accompagna le sue parole con la potenza dei miracoli. La guarigione dell’indemoniato diventa segno profetico di una liberazione in atto, della venuta del regno di Dio, dell’inizio del nuovo popolo.



Profeti e comunità profetiche nella Chiesa

Esistono ancora oggi i profeti? Quale è il loro compito nella Chiesa? Con quali segni si presentano?

La visione della storia umana secondo la logica di Dio ci è data dalla parola che egli ha affidato alla comunità degli uomini. Tale parola non è sepolta in un libro, ma vive in una comunità; anzi costruisce la comunità e la comunità, rileggendo e attualizzando la parola, la arricchisce, l’approfondisce.



La denuncia profetica

La funzione del profeta è primariamente « critica ». La Chiesa come realtà umana è soggetta alla tentazione di adagiarsi sulle conquiste fatte, o sul rimpianto di equilibri perduti. La tentazione di dare ad istituzioni, ad espressioni religiose il carattere di definitività e assolutezza, è ad ogni passo del suo cammino. Ê facile ritenere acquisito per sempre ciò che è solo un momento della storia. La comunità cristiana ha bisogno di denuncia critica proprio quando ritiene di essere ormai testimonianza trasparente della comunione con Dio.

La denuncia profetica non è iniziativa della Chiesa ma dello Spirito Santo. I profeti si incontrano dove meno e quando meno li attendiamo. Lo Spirito suscita i profeti anche al di là dei confini sociologici della Chiesa. Ogni uomo, ogni comunità umana può diventare profezia.

Non esiste solo una profezia all’interno della Chiesa, ma la stessa comunità cristiana è « profezia » nei confronti di tutta la comunità umana: fonte di critica contro ogni assolutizzazione, o ideologia disumanizzante, o potere opprimente. Denuncia di razzismo, sfruttamento economico, mancanza di rispetto della vita. Tutto questo presuppone una comunità in verifica continua della sua fedeltà al messaggio, perché la sua profezia non sia alienante controtestimonianza.



Cristo ci ha chiamati al suo regno e alla sua gloria

Dalla «Lettera ai cristiani di Smirne» di sant'Ignazio di Antiochia, vescovo e martire (Intr.; Capp. 1, 1 -4, 1 Funk 1, 235-237)
Ignazio, detto anche Teoforo, si rivolge alla chiesa di Dio e del diletto Figlio suo Gesù Cristo. A questa chiesa, che si trova a Smirne in Asia, augura di godere ogni bene nella purezza dello spirito e nella parola di Dio: essa ha ottenuto per divina misericordia ogni grazia, è piena di fede e di carità e nessun dono le manca. E' degna di Dio e feconda di santità.
Ringrazio Gesù Cristo Dio che vi ha resi così saggi. Ho visto infatti che siete fondati su una fede incrollabile, come se foste inchiodati, carne e spirito, alla croce del Signore Gesù Cristo, e che siete pieni di carità nel sangue di Cristo. Voi credete fermamente nel Signore nostro Gesù, credete che egli discende veramente «dalla stirpe» di Davide secondo la carne» (Rm 1, 3) ed è figlio di Dio secondo la volontà e la potenza di Dio; che nacque veramente da una vergine; che fu battezzata da Giovanni per adempiere ogni giustizia (cfr. Mt 3, 15); che fu veramente inchiodato in croce per noi nella carne sotto Ponzio Pilato e il tetrarca Erode. Noi siamo infatti il frutto della sua croce e della sua beata passione. Avete ferma fede inoltre che con la sua risurrezione ha innalzato nei secoli il suo vessillo per riunire i suoi santi e i suoi fedeli, sia Giudei che Gentili, nell'unico corpo della sua Chiesa.
Egli ha sofferto la sua passione per noi, perché fossimo salvi; e ha sofferto realmente, come realmente ha risuscitato se stesso.
Io so e credo fermamente che anche dopo la risurrezione egli è nella sua carne. E quando si mostrò a Pietro e ai suoi compagni, disse loro: Toccatemi, palpatemi e vedete che non sono uno spirito senza corpo (cfr. Lc 24, 39). E subito lo toccarono e credettero alla realtà della sua carne e del suo spirito. Per questo disprezzarono la morte e trionfarono di essa. Dopo la sua risurrezione, poi, Cristo mangiò e bevve con loro proprio come un uomo in carne ed ossa, sebbene spiritualmente fosse unito al Padre.
Vi ricordo queste cose, o carissimi, quantunque sappia bene che voi vi gloriate della stessa fede mia.



MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 105,47
Salvaci, Signore Dio nostro,
e raccoglici da tutti i popoli,
perché proclamiamo il tuo santo nome
e ci gloriamo della tua lode.


Salvos nos fac, Dómine Deus noster,

et cóngrega nos de natiónibus,

ut confiteámur nómini sancto tuo,

et gloriémur in laude tua.


Colletta
Dio grande e misericordioso, concedi a noi tuoi fedeli di adorarti con tutta l'anima e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Concéde nobis, Dómine Deus noster, ut te tota mente venerémur, et omnes hómines rationábili diligámus afféctu. Per Dóminum.



Oppure:

O Padre, che nel Cristo tuo Figlio ci hai dato l'unico maestro di sapienza e il liberatore dalle potenze del male, rendici forti nella professione della fede, perché in parole e opere proclamiamo la verità e testimoniamo la beatitudine di coloro che a te si affidano. Per il nostro Signore Gesù Cristo...



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura Dt 18, 15-20

Susciterò un profeta e gli porrò in bocca le mie parole.

Dal libro del Deuteronòmio

Mosè parlò al popolo dicendo: «Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto. Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull'Oreb, il giorno dell'assemblea, dicendo: "Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia".
Il Signore mi rispose: "Quello che hanno detto, va bene. Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire"».


Salmo Responsoriale Dal Salmo 94/95
Ascoltate oggi la voce del Signore.



Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».


Seconda Lettura 1 Cor 7, 32-35

La vergine si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso!
Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito.
Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni.


Canto al Vangelo Mt 4,16

Alleluia, alleluia.

Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta.

Alleluia.





Vangelo Mc 1, 21-28

Insegnava loro come uno che ha autorità.

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.

Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnaménto nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.



Sulle Offerte
Accogli con bontà, o Signore, questi doni che noi, tuo popolo santo, deponiamo sull'altare, e trasformali in sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.

Altáribus tuis, Dómine, múnera nostrae servitútis inférimus, quae, placátus assúmens, sacraméntum nostrae redemptiónis effícias. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 30,17-18
Fa' risplendere sul tuo servo la luce del tuo volto,
e salvami per la tua misericordia.
Che io non resti confuso, Signore,
perché ti ho invocato.


Illúmina fáciem tuam super servum tuum,

et salvum me fac in tua misericórdia.

Dómine, non confúndar, quóniam invocávi te.



Oppure: Cf Mc 1,24

«Io so chi tu sei, Gesù Nazareno:
il santo di Dio».



Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai nutriti alla tua mensa, fa' che per la forza di questo sacramento, sorgente inesauribile di salvezza, la vera fede si estenda sino ai confini della terra. Per Cristo nostro Signore.

Redemptiónis nostrae múnere vegetáti, quaesumus, Dómine, ut hoc perpétuae salútis auxílio fides semper vera profíciat. Per Christum.


www.maranatha.it/index.htm
[Modificato da LiviaGloria 02/02/2009 12:45]
02/02/2009 12:44
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.084
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE

2 FEBBRAIO
PRESENTAZIONE DEL SIGNORE
Festa

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


LETTURE: Ml 3,1-4; Sal 23; Eb 2,14-18; Lc 2,22-40



Per la Chiesa di Gerusalemme, la data scelta per la festa della presentazione fu da principio il 15 febbraio, 40 giorni dopo La nascita di Gesù, che allora l’Oriente celebrava il 6 gennaio, in conformità alla legge ebraica che imponeva questo spazio di tempo tra la nascita di un bambino e la purificazione di sua madre. Quando la festa, nei secoli VI e VII, si estese in Occidente, fu anticipata al 2 febbraio, perché la nascita di Gesù era celebrata al 25 dicembre.

A Roma, la presentazione fu unita a una cerimonia penitenziale che si celebrava in contrapposizione ai riti pagani delle «lustrazioni». Poco alla volta la festa si appropriò la processione di penitenza che divenne una specie di imitazione della presentazione di Cristo al Tempio. Il papa san Sergio I (sec. VIII), di origine orientale, fece tradurre in latino i canti della festa greca, che furono adottati per la processione romana. Nel secolo X la Gallia organizzò una solenne benedizione delle candele che si usavano in questa processione; un secolo più tardi aggiunse l’antifona Lumen ad revelationem con il cantico di Simeone (Nunc dimittis).

La presentazione di Gesù al Tempio è più un mistero doloroso che gaudioso. Maria «presenta» a Dio il figlio Gesù, glielo «offre». Ora, ogni offerta è una rinuncia.

Comincia il mistero della sofferenza di Maria, che raggiungerà il culmine ai piedi della croce. La croce è la spada che trapasserà la sua anima. Ogni primogenito ebreo era il segno permanente e il memoriale quotidiano della «liberazione» dalla grande schiavitù: i primogeniti in Egitto erano stati risparmiati. Gesù, però, il Primogenito per eccellenza, non sarà «risparmiato», ma col suo sangue porterà la nuova e definitiva liberazione.

Il gesto di Maria che «offre» si traduce in gesto liturgico in ogni nostra Eucaristia. Quando il pane e il vino - frutti della terra e del lavoro dell’uomo - ci vengono ridonati come Corpo e Sangue di Cristo, anche noi siamo nella pace del Signore, poiché contempliamo la sua salvezza e viviamo nell’attesa d ella sua «venuta».



Accogliamo la luce viva ed eterna

Dai « Discorsi » di san Sofronio, vescovo.

Noi tutti che celebriamo e veneriamo con intima partecipazione il mistero dell’incontro del Signore, corriamo e muoviamoci insieme in fervore di spinto incontro a lui. Nessuno se ne sottragga, nessuno si rifiuti di portare la sua fiaccola. Accresciamo anzi lo splendore dei ceri per significare il divino fulgore di lui che si sta avvicinando e grazie al quale ogni cosa risplende, dopo che l’abbondanza della luce eterna ha dissipato le tenebre della caligine. Ma le nostre lampade esprimano soprattutto la luminosità dell’anima, con la quale dobbiamo andare incontro a Cristo. Come infatti la madre di Dio e Vergine intatta portò sulle braccia la vera luce e si avvicinò a coloro che giacevano nelle tenebre, così anche noi, illuminati dal suo chiarore e stringendo tra le mani la luce che risplende dinanzi a tutti, dobbiamo affrettarci verso colui che è la vera luce.

La luce venne nel mondo (cfr. Gv 1, 9) e, dissipate le tenebre che lo avvolgevano, lo illuminò. Ci visitò colui che sorge dall’alto (cfr. Lc 1, 78) e rifulse a quanti giacevano nelle tenebre. Per questo anche noi dobbiamo ora camminare stringendo le fiaccole e correre portando le luci. Così indicheremo che a noi rifulse la luce, e rappresenteremo lo splendore divino di cui siamo messaggeri. Per questo corriamo tutti incontro a Dio. Ecco il significato del mistero odierno. La luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (cfr. Gv 1,9) è venuta. Tutti dunque, fratelli, siamone illuminati, tutti brilliamo. Nessuno resti escluso da questo splendore, nessuno si ostini a rimanere immerso nel buio. Ma avanziamo tutti raggianti e illuminati verso di lui. Riceviamo esultanti nell’animo, col vecchio Simeone, la luce sfolgorante ed eterna. Innalziamo canti di ringraziamento al Padre della luce, che mandò la luce vera, e dissipò ogni tenebra, e rese noi tutti luminosi. La salvezza di Dio, infatti, preparata dinanzi a tutti i popoli e manifestata a gloria di noi, nuovo Israele, grazie a lui, la vedemmo anche noi e subito fummo liberati dall’antica e tenebrosa colpa, appunto come Simeone, veduto il Cristo, fu sciolto dai legami della vita presente.

Anche noi, abbracciando con la fede il Cristo che viene da Betlemme, divenimmo da pagani popolo di Dio. Egli, infatti, è la salvezza di Dio Padre. Vedemmo con gli occhi il Dio fatto carne. E proprio per aver visto il Dio presente fra noi ed averlo accolto con le braccia dello spirito, ci chiamiamo nuovo Israele. Noi onoriamo questa presenza nelle celebrazioni anniversarie, né sarà ormai possibile dimenticarcene.


BENEDIZIONE DELLE CANDELE E PROCESSIONE

L’assemblea si raccoglie in una chiesa succursale o in altro luogo adatto da dove si muoverà la processione verso la chiesa principale; può anche radunarsi nella chiesa principale, dinanzi alla porta o in altro luogo, da dove si muoverà la processione verso l’altare: si disponga ogni cosa in modo che una buona parte dei fedeli possa partecipare comodamente al rito.



Mentre si accendono le candele, si canta l’antifona:

Il Signore nostro Dio verrà con potenza,

e illuminerà il suo popolo. Alleluia.



Il sacerdote saluta il popolo e poi, con queste parole o con altre simili, illustra il significato del rito ed esorta i fedeli a una partecipazione attiva, cosciente e piena.

Fratelli carissimi, sono passati quaranta giorni dalla solennità del Natale. Anche oggi la Chiesa è in festa, celebrando il giorno in cui Maria e Giuseppe presentarono Gesù al tempio. Con quel rito il Signore si assoggettava alle prescrizioni della legge antica, ma in realtà veniva incontro al suo popolo, che l’attendeva nella fede.

Guidati dallo Spirito Santo, vennero nel tempio i santi vegliardi Simeone e Anna; illuminati dallo stesso Spirito riconobbero il Signore e pieni di gioia gli resero testimonianza.

Anche noi qui riuniti dallo Spirito Santo andiamo incontro al Cristo nella casa di Dio, dove lo troveremo e lo riconosceremo nello spezzare il pane, nell’attesa che egli venga e si manifesti nella sua gloria.



IN LATINO:

Fratres caríssimi: Ante dies quadragínta celebrávimus cum gáudio festum Nativitátis Dómini. Hódie vero occúrrit dies ille beátus, quo Iesus a María et Ioseph praesentátus est in templo, extérius quidem legem implens, rerum veritáte autem occúrrens pópulo suo credénti. Spíritu Sancto impúlsi, in templum venérunt beáti illi senes et cognovérunt Dóminum eódem Spíritu illumináti, et conféssi sunt eum in exsultatióne. Ita et nos, congregáti in unum per Spíritum Sanctum, procedámus ad domum Dei óbviam Christo. Inveniémus eum et cognoscémus in fractióne panis, donec véniat maniféstus in glória.

BENEDIZIONE DELLE CANDELE

Pregiamo.

O Dio, fonte e principio di ogni luce,

che oggi hai rivelato al santo vecchio Simeone

il Cristo, vera luce di tutte le genti,

benedici + questi ceri

e ascolta le preghiere del tuo popolo,

che viene incontro a te con questi segni luminosi

e con inni di lode;

guidalo sulla via del bene,

perché giunga alla luce che non ha fine.

Per Cristo nostro Signore.



IN LATINO:

Orémus.

Deus, omnis lúminis fons et orígo,

qui iusto Simeóni Lumen ad revelatiónem géntium

hódie demonstrásti, te súpplices deprecámur,

ut hos céreos sanctificáre tua +

benedictióne dignéris,

tuae plebis vota suscípiens,

quae ad tui nóminis laudem eos gestatúra concúrrit,

quátenus per virtútum sémitam ad lucem indeficiéntem perveníre mereátur. Per Christum Dóminum nostrum.



Oppure:

Dio, creatore e datore di verità e di luce,

guarda noi tuoi fedeli riuniti nel tuo tempio

e illuminati dalla luce di questi ceri,

infondi nel nostro spirito lo splendore della tua santità,

perché possiamo giungere felicemente

alla pienezza della tua gloria.

Per Cristo nostro Signore.



IN LATINO

Deus, lumen verum, aetérnae lucis propagátor et auctor,

córdibus infúnde fidélium perpétui lúminis claritátem,

ut, quicúmque in templo sancto tuo

splendóre praeséntium lúminum adornántur,

ad lumen glóriae tuae felíciter váleant perveníre.
Per Christum Dóminum nostrum.

PROCESSIONE

All’invito del sacerdote (o del diacono) la processione si muove verso la chiesa principale (oppure verso l’altare). Intanto si esegue il seguente cantico o un altro canto adatto.



Rit. Cristo è luce per illuminare le genti,

e gloria del tuo popolo Israele.



Ora lascia, o Signore, che il tuo servo

vada in pace secondo la tua parola.



Perché i miei occhi han visto la tua salvezza,

preparata da te davanti a tutti i popoli.



IN LATINO:

Ant. Lumen ad revelatiónem géntium, et glóriam plebis tuae Israel. Nunc dimíttis servum tuum, Dómine, secúndum verbum tuum in pace.



Ant. Lumen ad revelatiónem géntium... Quia vidérunt óculi mei salutáre tuum.



Ant. Lumen ad revelatiónem géntium... Quod parásti ante fáciem ómnium populórum.



Ant. Lumen ad revelatiónem géntium...



Mentre la processione entra in chiesa, si esegue un canto che introduca la celebrazione della Messa; quindi si canta o si recita l’inno Gloria a Dio, cui segue immediatamente l’orazione.





MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 47,10-11

Abbiamo accolto, o Dio,

la tua misericordia in mezzo al tuo tempio.
Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode
si estende ai confini della terra:
di giustizia è piena la tua destra.



Suscépimus, Deus,

misericórdiam tuam in médio templi tui.

Secúndum nomen tuum, Deus,

ita et laus tua in fines terrae;

iustítia plena est déxtera tua.



Colletta

Dio onnipotente ed eterno, guarda i tuoi fedeli riuniti nella festa della Presentazione al tempio del tuo unico Figlio fatto uomo, e concedi anche a noi di essere presentati a te pienamente rinnovati nello Spirito. Per il nostro Signore..



Omnípotens sempitérne Deus, maiestátem tuam súpplices exorámus, ut, sicut Unigénitus Fílius tuus hodiérna die cum nostrae carnis substántia in templo est praesentátus, ita nos fácias purificátis tibi méntibus praesentári. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura Ml 3,1-4

Entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate.

Dal libro del profeta Malachìa

Così dice il Signore Dio:
«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.
Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia.
Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».


Salmo Responsoriale Dal Salmo 23
Vieni, Signore, nel tuo tempio santo.



Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia.

Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.

Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.


Seconda Lettura Eb 2,14-18

Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli.

Dalla lettera agli Ebrei

Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.
Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.
Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.



Canto al Vangelo Lc 2,30.32

Alleluia, alleluia.

I miei occhi han visto la tua salvezza:

luce per illuminare le genti

e gloria del tuo popolo, Israele.

Alleluia.





Vangelo Lc 2,22-40 (forma breve: Lc 2,22-32)

I miei occhi hanno visto la sua salvezza.

Dal vangelo secondo Luca

[ Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele». ]
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.


Sulle Offerte

Accogli, o Padre, i nostri doni e guarda la tua Chiesa, che per tuo volere ti offre con gioia il sacrificio del tuo unico Figlio, Agnello senza macchia per la vita del mondo. Per Cristo nostro Signore.



Gratum tibi sit, Dómine, quaesumus, exsultántis Ecclésiae munus oblátum, qui Unigénitum Fílium tuum voluísti Agnum immaculátum tibi offérri pro saeculi vita. Qui vivit et regnat in saecula saeculórum.



Prefazio
Cristo luce delle genti.


E’ veramente cosa buona e giusta,

nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie sempre e in ogni luogo

a te, Signore, Padre santo,

Dio onnipotente ed eterno.


II tuo unico Figlio, generato nei secoli eterni,

presentato oggi al tempio,

è proclamato dallo Spirito Santo

gloria d’Israele e luce del popoli.



E noi esultanti andiamo incontro al Salvatore

e con l’assemblea degli angeli e dei santi

cantiamo senza fine l’inno della tua lode:



Santo, Santo, Santo...



Vere dignum et iustum est,

aequum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:



Quia coaetérnus hódie in templo tuus

Fílius praesentátus glória Israel

et lumen géntium a Spíritu declarátur.



Unde et nos,

Salutári tuo in gáudiis occurréntes,

cum Angelis et Sanctis te laudámus,

sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus …



Antifona alla Comunione Lc 2,30-31

I miei occhi hanno visto la salvezza,
da te preparata dinanzi a tutti i popoli.



Vidérunt óculi mei salutáre tuum,

quod parásti ante fáciem ómnium populórum.



Dopo la Comunione

O Dio, che hai esaudito l'ardente attesa del santo Simeone, compi in noi l'opera della tua misericordia; tu che gli hai dato la gioia di stringere tra le braccia, prima di morire, il Cristo tuo Figlio, concedi anche a noi con la forza del pane eucaristico di camminare incontro al Signore, per possedere la vita eterna. Per Cristo nostro Signore.



Per haec sancta quae súmpsimus, Dómine, pérfice in nobis grátiam tuam, qui exspectatiónem Simeónis implésti, ut, sicut ille mortem non vidit nisi prius Christum suscípere mererétur, ita et nos, in occúrsum Dómini procedéntes, vitam obtineámus aetérnam. Per Christum.

www.maranatha.it/index.htm
[Modificato da LiviaGloria 02/02/2009 12:45]
03/02/2009 09:18
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.087
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE


IV SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - MARTEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 105,47
Salvaci, Signore Dio nostro,
e raccoglici da tutti i popoli,
perché proclamiamo il tuo santo nome
e ci gloriamo della tua lode.


Salvos nos fac, Dómine Deus noster,

et cóngrega nos de natiónibus,

ut confiteámur nómini sancto tuo,

et gloriémur in laude tua.


Colletta
Dio grande e misericordioso, concedi a noi tuoi fedeli di adorarti con tutta l'anima e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Concéde nobis, Dómine Deus noster, ut te tota mente venerémur, et omnes hómines rationábili diligámus afféctu. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Eb 12, 1-4
Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, anche noi, circondàti da un gran numero di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede.
Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio.
Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d'animo.
Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato

Salmo Responsoriale Dal Salmo 21
La gloria di Dio è l'uomo vivente.

Sei tu la mia lode nella grande assemblea,
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano:
«Viva il loro cuore per sempre».

Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui
tutte le famiglie dei popoli.

A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno quanti
discendono nella polvere.
Ma io vivrò per lui,
lo servirà la mia discendenza.

Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l'opera del Signore!».

Canto al Vangelo 2 Tm 1,10
Alleluia, alleluia.
Il Salvatore nostro Gesù Cristo ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del vangelo.
Alleluia.

Vangelo Mc 5, 21-43
Fanciulla, io ti dico, àlzati!

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva». Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». E all'istante le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.
Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?». I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?». Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male».
Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagòga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagòga: «Non temere, continua solo ad aver fede!». E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagòga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava.
Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina.Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, àlzati!». Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.


Sulle Offerte
Accogli con bontà, o Signore, questi doni che noi, tuo popolo santo, deponiamo sull'altare, e trasformali in sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.

Altáribus tuis, Dómine, múnera nostrae servitútis inférimus, quae, placátus assúmens, sacraméntum nostrae redemptiónis effícias. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 30,17-18
Fa' risplendere sul tuo servo la luce del tuo volto,
e salvami per la tua misericordia.
Che io non resti confuso, Signore,
perché ti ho invocato.


Illúmina fáciem tuam super servum tuum,

et salvum me fac in tua misericórdia.

Dómine, non confúndar, quóniam invocávi te.


Oppure: Mt 5,3-4
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.


Beáti páuperes spíritu, quóniam ipsórum est regnum caelórum.

Beáti mites, quóniam ipsi possidébunt terram.


Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai nutriti alla tua mensa, fa' che per la forza di questo sacramento, sorgente inesauribile di salvezza, la vera fede si estenda sino ai confini della terra. Per Cristo nostro Signore.

Redemptiónis nostrae múnere vegetáti, quaesumus, Dómine, ut hoc perpétuae salútis auxílio fides semper vera profíciat. Per Christum.

07/02/2009 11:42
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.106
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
IV SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - MERCOLEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 105,47
Salvaci, Signore Dio nostro,
e raccoglici da tutti i popoli,
perché proclamiamo il tuo santo nome
e ci gloriamo della tua lode.


Salvos nos fac, Dómine Deus noster,

et cóngrega nos de natiónibus,

ut confiteámur nómini sancto tuo,

et gloriémur in laude tua.


Colletta
Dio grande e misericordioso, concedi a noi tuoi fedeli di adorarti con tutta l'anima e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Concéde nobis, Dómine Deus noster, ut te tota mente venerémur, et omnes hómines rationábili diligámus afféctu. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Eb 12, 4-7. 11-15
Il Signore corregge colui che ama.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, voi non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato e avete già dimenticato l'esortazione a voi rivolta come a figli: “Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e sferza chiunque riconosce come figlio”.
E' per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non è corretto dal padre? Certo, ogni correzione, sul momento, non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo però arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
Perciò rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia infiacchite e raddrizzate le vie storte per i vostri passi, perché il piede zoppicante non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.
Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore, vigilando che nessuno venga meno alla grazia di Dio. Non spunti né cresca alcuna radice velenosa in mezzo a voi e così molti ne siano infettati;

Salmo Responsoriale Dal Salmo 102
Il Signore è buono e grande nell'amore.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.

Come un padre ha pietà dei suoi figli,
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
Perché egli sa di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.

Ma la grazia del Signore è da sempre,
dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli,
per quanti custodiscono la sua alleanza.

Canto al Vangelo Mt 11,25
Alleluia, alleluia.
Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra,
perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti
e le hai rivelate ai piccoli.
Alleluia.

Vangelo Mc 6, 1-6
Un profeta non è disprezzato che nella sua patria.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono.
Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagòga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: «Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Joses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». E si scandalizzavano di lui.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando.


Sulle Offerte
Accogli con bontà, o Signore, questi doni che noi, tuo popolo santo, deponiamo sull'altare, e trasformali in sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.

Altáribus tuis, Dómine, múnera nostrae servitútis inférimus, quae, placátus assúmens, sacraméntum nostrae redemptiónis effícias. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 30,17-18
Fa' risplendere sul tuo servo la luce del tuo volto,
e salvami per la tua misericordia.
Che io non resti confuso, Signore,
perché ti ho invocato.


Illúmina fáciem tuam super servum tuum,

et salvum me fac in tua misericórdia.

Dómine, non confúndar, quóniam invocávi te.


Oppure: Mt 5,3-4
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.


Beáti páuperes spíritu, quóniam ipsórum est regnum caelórum.

Beáti mites, quóniam ipsi possidébunt terram.


Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai nutriti alla tua mensa, fa' che per la forza di questo sacramento, sorgente inesauribile di salvezza, la vera fede si estenda sino ai confini della terra. Per Cristo nostro Signore.

Redemptiónis nostrae múnere vegetáti, quaesumus, Dómine, ut hoc perpétuae salútis auxílio fides semper vera profíciat. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 07/02/2009 11:43]
07/02/2009 11:44
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.107
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
5 FEBBRAIO
IV SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - GIOVEDÌ

SANT' AGATA (m)
vergine e martire
MESSALE


Antifona d'Ingresso
Questa è una vergine martire della fede,
che sparse per Cristo il suo sangue;
non temette le minacce dei giudici
e raggiunse il regno dei cieli.



Ecce iam séquitur Agnum pro nobis

crucifíxum strénua virgo, pudóris hóstia,

víctima castitátis (T.P. allelúia).


Colletta
Donaci, Signore, la tua misericordia, per intercessione di sant'Agata, che risplende nella Chiesa per la gloria della verginità e del martirio. Per il nostro Signore...



Indulgéntiam nobis, quæsumus, Dómine, beáta Agatha virgo et martyr implóret, quæ tibi grata semper éxstitit et virtúte martyrii et mérito castitátis. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Eb 12, 18-19.21-24
Voi vi siete accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, voi non vi siete accostati a un luogo tangibile e a un fuoco ardente, né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano che Dio non rivolgesse più a loro la parola.
Lo spettacolo, in realtà, era così terrificante che Mosè disse: Ho paura e tremo. Voi vi siete invece accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a mirìadi di angeli, all'adunanza festosa e all'assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti portati alla perfezione, al Mediatore della Nuova Alleanza e al sangue dell'aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 47
Abbiamo conosciuto, Signore, la tua misericordia.

Grande è il Signore e degno di ogni lode
nella città del nostro Dio.
Il suo monte santo, altura stupenda,
è la gioia di tutta la terra.

Il monte Sion, dimora divina,
è la città del grande Sovrano.
Dio nei suoi baluardi
è apparso fortezza inespugnabile.

Come avevamo udito, così abbiamo visto
nella città del Signore degli eserciti,
nella città del nostro Dio;
Dio l'ha fondata per sempre.

Ricordiamo, Dio, la tua misericordia
dentro il tuo tempio.
Come il tuo nome, o Dio,
così la tua lode si estende
sino ai confini della terra.

Canto al Vangelo Mc 1,15
Alleluia, alleluia.
Il regno dei cieli è vicino, dice il Signore:
convertitevi e credete al vangelo.
Alleluia.

Vangelo Mc 6, 7-13
Incominciò a mandare i Dodici.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzàti solo i sandali, non indossassero due tuniche.
E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro».
E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.

Sulle Offerte
I doni che ti presentiamo nel glorioso ricordo della santa martire Agata ti siano graditi, Signore, come fu preziosa ai tuoi occhi l'offerta della sua vita. Per Cristo nostro Signore.



Múnera, quæsumus, Dómine, quæ in celebritáte beátæ Agathæ deférimus, ita grátiæ tuæ efficiántur accépta, sicut eius tibi plácitum éxstitit passiónis certámen. Per Christum.


Antifona alla Comunione Gv 15,5
« Io sono la vite e voi i tralci » , dice il Signore,
« chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto ».



Ap 7,17 Agnus, qui in médio throni est,

dedúcet eos ad vitæ fontes aquárum (T.P. allelúia).


Dopo la Comunione
Signore, che hai glorificato sant'Agata con la corona della verginità e del martirio, per la comunione a questo sacro convito donaci energia nuova, perché superiamo la forza del male e raggiungiamo la gloria del cielo. Per Cristo nostro Signore.



Deus, qui beátam Agatha pro gémina virginitátis et martyrii victória inter Sanctos coronásti, da, quæsumus, per huius virtútem sacraménti, ut, omne malum fórtiter superántes, cæléstem glóriam consequámur. Per Christum.


www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 11/02/2009 09:19]
07/02/2009 11:45
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.108
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
6 FEBBRAIO
V SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - VENERDÌ

SANTI PAOLO MIKI E COMPAGNI (m)
martiri
MESSALE

Antifona d'Ingresso

Esultano in cielo i santi martiri,

che hanno seguito le orme di Cristo;

per suo amore hanno versato il sangue

e si allietano per sempre nel Signore.


Gaudent in cælis ánimæ Sanctórum, qui Christi vestígia sunt secúti; et quia pro eius amóre sánguinem suum fudérunt, ídeo cum Christo exsúltant sine fine.

Colletta

O Dio, forza dei martiri, che hai chiamato alla gloria eterna san Paolo Miki e i suoi compagni attraverso il martirio della croce, concedi anche a noi per loro intercessione di testimoniare in vita e in morte la fede del nostro Battesimo. Per il nostro Signore...

Deus, ómnium fortitúdo sanctórum, qui beátos mártyres Paulum eiúsque sócios per crucem ad vitam vocáre dignátus es, præsta, quæsumus, ut, eórum intercessióne, fidem quam profitémur usque ad mortem fórtiter teneámus. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Eb 13, 1-8
Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, perseverate nell'amore fraterno. Non dimenticate l'ospitalità; alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo. Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere, e di quelli che soffrono, essendo anche voi in un corpo mortale. Il matrimonio sia rispettato da tutti e il tàlamo sia senza macchia. I fornicatori e gli adùlteri saranno giudicati da Dio.
La vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: Non ti lascerò e non ti abbandonerò.
Così possiamo dire con fiducia: "Il Signore è il mio aiuto, non temerò. Che mi potrà fare l'uomo?".
Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; considerando attentamente l'esito del loro tenore di vita, imitatene la fede.
Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!

Salmo Responsoriale Dal Salmo 26
Ti cerco, Signore, mia speranza.

Il Signore è mia luce e mia salvezza,
di chi avrò paura?
Il Signore è difesa della mia vita,
di chi avrò timore?

Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me divampa la battaglia,
anche allora ho fiducia.

Egli mi offre un luogo di rifugio
nel giorno della sventura.
Mi nasconde nel segreto della sua dimora,
mi solleva sulla rupe.

Il tuo volto, Signore, io cerco:
non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

Canto al Vangelo Cf Gv 15,20.21
Alleluia, alleluia.
Se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi,
e questo vi faranno a causa del mio nome,
perché non conoscono colui che mi ha mandato.
Alleluia.

Vangelo Mc 6, 14-29
Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui». Altri invece dicevano: «E' Elia»; altri dicevano ancora: «E' un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!».
Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello».
Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista». Il re ne fu rattristato; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa [di Giovanni]. La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.
I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.


Sulle Offerte

Accogli, Padre santo, i doni che ti offriamo in memoria dei santi martiri Paolo Miki e compagni, che hanno versato il sangue per la fede, e concedi anche a noi di perseverare nella confessione del tuo nome. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe, sancte Pater, múnera quæ in sanctórum mártyrum commemoratióne deférimus, et nobis fámulis tuis concéde, ut in confessióne tui nóminis inveníri stábiles mereámur. Per Christum.



Antifona alla Comunione Lc 22,28-30

« Io preparo un regno per voi,

che avete perseverato con me nella prova,

perché possiate mangiare e bere alla mia mensa ».

Vos estis qui permansístis mecum in tentatiónibus meis, et ego dispóno vobis regnum, dicit Dóminus, ut edátis et bibátis super mensam meam in regno meo.



Dopo la Comunione

Infondi in noi, Signore, la sapienza della croce, che ha illuminato i tuoi martiri Paolo Miki e compagni, perché, fortificati da questo sacrificio, aderiamo pienamente al Cristo e collaboriamo nella Chiesa alla redenzione del mondo. Per Cristo nostro Signore.

Deus, qui crucis mystérium in sanctis martyribus tuis mirabíliter illustrásti, concéde propítius, ut, ex hoc sacrifício roboráti, Christo fidéliter hæreámus, et in Ecclésia ad salútem ómnium operémur. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 11/02/2009 09:20]
07/02/2009 11:45
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.109
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
IV SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - SABATO
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 105,47
Salvaci, Signore Dio nostro,
e raccoglici da tutti i popoli,
perché proclamiamo il tuo santo nome
e ci gloriamo della tua lode.


Salvos nos fac, Dómine Deus noster,

et cóngrega nos de natiónibus,

ut confiteámur nómini sancto tuo,

et gloriémur in laude tua.


Colletta
Dio grande e misericordioso, concedi a noi tuoi fedeli di adorarti con tutta l'anima e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Concéde nobis, Dómine Deus noster, ut te tota mente venerémur, et omnes hómines rationábili diligámus afféctu. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Eb 13,15-17.20-21
Il Dio della pace che ha fatto tornare dai morti il Pastore grande delle pecore, vi renda perfetti in ogni bene.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, per mezzo di Gesù Cristo offriamo continuamente un sacrificio di lode a Dio, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome.
Non scordatevi della beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri, perché di tali sacrifici il Signore si compiace. Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi, come chi ha da renderne conto; obbedite, perché facciano questo con gioia e non gemendo: ciò non sarebbe vantaggioso per voi.
Il Dio della pace che ha fatto tornare dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un'alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 22
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Su pascoli erbosi il Signore mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.

Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.

Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.

Canto al Vangelo Gv 10,27
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.

Vangelo Mc 6, 30-34
Erano come pecore senza pastore.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'».
Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.
Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero.
Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.


Sulle Offerte
Accogli con bontà, o Signore, questi doni che noi, tuo popolo santo, deponiamo sull'altare, e trasformali in sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.

Altáribus tuis, Dómine, múnera nostrae servitútis inférimus, quae, placátus assúmens, sacraméntum nostrae redemptiónis effícias. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 30,17-18
Fa' risplendere sul tuo servo la luce del tuo volto,
e salvami per la tua misericordia.
Che io non resti confuso, Signore,
perché ti ho invocato.


Illúmina fáciem tuam super servum tuum,

et salvum me fac in tua misericórdia.

Dómine, non confúndar, quóniam invocávi te.


Oppure: Mt 5,3-4
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.


Beáti páuperes spíritu, quóniam ipsórum est regnum caelórum.

Beáti mites, quóniam ipsi possidébunt terram.


Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai nutriti alla tua mensa, fa' che per la forza di questo sacramento, sorgente inesauribile di salvezza, la vera fede si estenda sino ai confini della terra. Per Cristo nostro Signore.

Redemptiónis nostrae múnere vegetáti, quaesumus, Dómine, ut hoc perpétuae salútis auxílio fides semper vera profíciat. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 11/02/2009 09:20]
08/02/2009 12:55
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.125
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Anno B

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


LETTURE: Gb 7,1-4. 6-7; Sal 146; 1 Cor 9,16-19.22-23; Mc 1, 29-39


Malattia e guarigione

La malattia e la sofferenza che accompagnano la nostra vita generano uno stato di paurosa insicurezza. Esse incarnano la debolezza e la fragilità umana, sottoposte all’eventualità dell’inatteso e dell’imprevedibile. Questa condizione umana contrasta con il desiderio di assoluto, di stabilità e di sicurezza che pervade ogni uomo, e rende la sua esistenza poco desiderabile (prima lettura lettura).

Anche l’uomo presentato dalla Bibbia va alla ricerca delle cause di questa situazione. In un mondo dove la realtà viene rapportata continuamente a Dio, la malattia e le disgrazie non fanno eccezione: sono viste come una percossa di Dio che colpisce l’uomo. Con un movimento spontaneo il senso religioso dell’uomo stabilisce un legame tra malattia e peccato, a livello sia collettivo che personale.



Soffrire non è scontare una pena

A mano a mano che la fede di Israele diventa più profonda, affiorano interpretazioni più complesse. La malattia non è necessariamente legata ad un peccato personale, può essere anche una prova provvidenziale mandata da Dio per rinsaldare la fedeltà dei suoi amici. E’ il caso di Giobbe. Più profondamente ancora: la malattia apparirà come mezzo di purificazione delle colpe, e sovente come mezzo di affermazione dello spirito sulla materia.

La riflessione messianica farà eco a questa concezione: il Messia che inaugurerà gli ultimi tempi, prenderà il volto del Servo sofferente che si addossa le nostre malattie e le guarisce con le sue ferite.

Quando giungeranno gli ultimi tempi, e lo Spirito della vita avrà rinnovato la terra, la malattia scomparirà definitivamente. I profeti, quando descrivono l’avvento del Regno, parlano di guarigione delle malattie incurabili: gli zoppi cammineranno, i ciechi avranno la vista, ecc.


La guarigione è un segno

Per questo la liberazione degli indemoniati e la guarigione delle malattie operate da Cristo sono segno che gli ultimi tempi sono venuti e che il Regno di Dio è in mezzo a noi (vangelo).

La guarigione non è l’atto di un taumaturgo, ma il gesto del salvatore degli uomini; è in certo modo l’anticipazione della vittoria decisiva del «passaggio pasquale», alla quale il credente già partecipa, la vittoria dell’uomo nuovo che, sotto l’azione dello Spirito Santo, fa ritornare tutte le cose nella loro verità, secondo il disegno del Padre.

L’esperienza di una malattia o di una situazione di pericolo fa parte del bagaglio di ogni uomo. In una società secolarizzata il dilemma tra rivolgersi al medico o ricorrere alla preghiera o accendere una candela, non si pone. Ciò non vuol dire che sia scomparso il senso religioso, e che tutto questo sia segno di ateismo. Forse è cambiato semplicemente il modo di incontrarsi con Dio.

Nel quadro della fede Cristo è liberatore-vincitore della morte attraverso la sua risurrezione. La sua vittoria è radicale ma allo stato potenziale. Compito dell’uomo «nuovo» è rendere consistente questa vittoria di Cristo.

Vincere la malattia attraverso la ricerca scientifica può diventare un modo di «vivere la risurrezione di Cristo». Debellare una malattia, eliminare una piaga sociale è simbolo-sacramento della liberazione a cui il Padre conduce l’umanità.



La Chiesa accanto ai malati

Le guarigioni dei malati operate da Gesù sono segni eccezionali del Regno che viene. Quotidianamente la Chiesa esprime questa sua fede nel Regno con l’assistenza ai malati.

La cura dei malati è per la Chiesa momento privilegiato di evangelizzazione. Alla luce della passione e morte di Cristo essa annunzia il significato e il valore autentico della sofferenza umana, assunta a strumento efficace di salvezza per il malato e per tutti gli uomini.

Ma la sua carità non si ferma qui. La Chiesa aiuta e conforta i malati con un segno particolare dell’amore misericordioso di Dio, con un dono speciale della sua grazia: il sacramento dell’Unzione degli infermi. Istituito da Cristo, è stato enunciato da san Giacomo con queste parole: «Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati» (Gc 5,14-15).



Comprendere la grazia di Dio

Dal «Commento alla Lettera ai Galati» di sant'Agostino, vescovo
(Introduzione; PL 35, 2105-2107)
L'Apostolo scrive ai Galati perché capiscano che la grazia li ha sottratti dal dominio della Legge. Quando fu predicato loro il Vangelo, non mancarono alcuni venuti dalla circoncisione i quali, benché cristiani, non capivano ancora il dono del Vangelo, e quindi volevano attenersi alle prescrizioni della Legge che il Signore aveva imposto a chi non serviva alla giustizia, ma al peccato. In altre parole, Dio aveva dato una legge giusta a uomini ingiusti. Essa metteva in evidenza i loro peccati, ma non li cancellava. Noi sappiamo infatti che solo la grazia della fede, operando attraverso la carità, toglie i peccati. Invece i convertiti dal giudaismo pretendevano di porre sotto il peso della Legge i Galati, che si trovavano già nel regime della grazia, e affermavano che ai Galati il Vangelo non sarebbe valso a nulla se non si facevano circoncidere e non si sottoponevano a tutte le prescrizioni formalistiche del rito giudaico.
Per questa convinzione avevano incominciato a nutrire dei sospetti nei confronti dell'apostolo Paolo, che aveva predicato il Vangelo ai Galati e lo incolpavano di non attenersi alla linea di condotta degli altri apostoli che, secondo loro, inducevano i pagani a vivere da giudei. Anche l'apostolo Pietro aveva ceduto alle pressioni di tali persone ed era stato indotto a comportarsi in maniera da far credere che il Vangelo non avrebbe giovato nulla ai pagani se non si fossero sottomessi alle imposizioni della Legge. Ma da questa doppia linea di condotta lo distolse lo stesso apostolo Paolo, come narra in questa lettera. Dello stesso problema si tratta anche nella lettera ai Romani. Tuttavia sembra che ci sia qualche differenza, per il fatto che in questa san Paolo dirime la contesa e compone la lite che era scoppiata tra coloro che provenivano dai Giudei e quelli che provenivano dal paganesimo. Nella lettera ai Galati, invece, si rivolge a coloro che erano già stati turbati dal prestigio dei giudaizzanti che li costringevano all'osservanza della Legge. Essi avevano incominciato a credere a costoro, come se l'apostolo Paolo avesse predicato menzogne, invitandoli a non circoncidersi. Perciò così incomincia: «Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro Vangelo» (Gal 1, 6).
Con questo esordio ha voluto fare un riferimento discreto alla controversia. Così nello stesso saluto, proclamandosi apostolo, «non da parte di uomini, né per mezzo di uomo» (Gal 1, 1), - notare che una tale dichiarazione non si trova in nessun'altra lettera - mostra abbastanza chiaramente che quei banditori di idee false non venivano da Dio ma dagli uomini. Non bisognava trattare lui come inferiore agli altri apostoli per quanto riguardava la testimonianza evangelica. Egli sapeva di essere apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre (cfr. Gal 1, 1).


MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 94,6-7
Venite, adoriamo il Signore,
prostrati davanti a lui che ci ha fatti;
egli è il Signore nostro Dio.


Ps 94,6-7 Veníte, adorémus Deum, et procidámus ante Dóminum,

qui fecit nos; quia ipse est Dóminus Deus noster.


Colletta
Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore, e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te, aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro Signore...

Famíliam tuam, quæsumus, Dómine, contínua pietáte custódi, ut, quæ in sola spe grátiæ cæléstis innítitur, tua semper protectióne muniátur. Per Dóminum.



Oppure:

O Dio, che nel tuo amore di Padre ti accosti alla sofferenza di tutti gli uomini e li unisci alla Pasqua del tuo Figlio, rendici puri e forti nelle prove, perché sull'esempio di Cristo impariamo a condividere con i fratelli il mistero del dolore, illuminati dalla speranza che ci salva. Per il nostro Signore Gesù Cristo...



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura Gb 7, 1-4. 6-7

Notti di dolore mi sono state assegnate.

Dal libro di Giobbe

Giobbe parlò e disse:
«L'uomo non compie forse un duro servizio sulla terra
e i suoi giorni non sono come quelli d'un mercenario?
Come lo schiavo sospira l'ombra
e come il mercenario aspetta il suo salario,
così a me sono toccati mesi d'illusione
e notti di affanno mi sono state assegnate.
Se mi corico dico: "Quando mi alzerò?".
La notte si fa lun­ga
e sono stanco di rigirarmi fino all'alba.
I miei giorni scorrono più veloci d'una spola,
svanisco­no senza un filo di speranza.
Ricòrdati che un soffio è la mia vita:
il mio occhio non rivedrà più il bene».


Salmo Responsoriale Dal Salmo 146
Risanaci, Signore, Dio della vita.



È bello cantare inni al nostro Dio,
è dolce innalzare la lode.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d'Israele.

Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite.
Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.

Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare.
Il Signore sostiene i poveri,
ma abbassa fino a terra i malvagi.

Seconda Lettura 1 Cor 9, 16-19.22-23

Guai a me se non annuncio il Vangelo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!
Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo.
Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch'io.


Canto al Vangelo Mt 8,17

Alleluia, alleluia.

Cristo ha preso le nostre infermità
e si è caricato delle nostre malattie.

Alleluia.





Vangelo Mc 1, 29-39

Guarì molti che erano affetti da varie malattie.

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini. perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.


Sulle Offerte
Il pane e il vino che hai creato, Signore, a sostegno della nostra debolezza, diventino per noi sacramento di vita eterna. Per Cristo nostro Signore.

Dómine Deus noster, qui has pótius creatúras ad fragilitátis nostræ subsídium condidísti, tríbue, quæsumus, ut étiam æternitátis nobis fiant sacraméntum. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 106,8-9
Rendiamo grazie al Signore per la sua misericordia,
per i suoi prodigi verso i figli degli uomini; egli sazia
il desiderio dell'assetato e ricolma di beni l'affamato.


Confiteántur Dómino misericórdiæ eius,

et mirabília eius fíliis hóminum,

quia satiávit ánimam inánem,

et ánimam esuriéntem satiávit bonis.


Oppure: Mt 5,5-6
Beati coloro che piangono, perché saranno consolati.
Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia,
perché saranno saziati.


Beáti qui lugent, quóniam ipsi consolabúntur.

Beáti qui esúriunt et sítiunt iustítiam, quóniam ipsi saturabúntur.



Oppure: Cf Mc 1,34

Gli portavano i malati
e Gesù li guariva.



Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai resi partecipi di un solo pane e di un solo calice, fa' che uniti al Cristo in un solo corpo portiamo con gioia frutti di vita eterna per la salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore.


Deus, qui nos de uno pane et de uno cálice partícipes esse voluísti, da nobis, quæsumus, ita vívere, ut, unum in Christo effécti, fructum afferámus pro mundi salúte gaudéntes. Per Christum.



www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 11/02/2009 09:20]
09/02/2009 08:43
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.133
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
V SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - LUNEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 94,6-7
Venite, adoriamo il Signore,
prostrati davanti a lui che ci ha fatti;
egli è il Signore nostro Dio.


Ps 94,6-7 Veníte, adorémus Deum, et procidámus ante Dóminum,

qui fecit nos; quia ipse est Dóminus Deus noster.


Colletta
Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore, e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te, aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro Signore...

Famíliam tuam, quæsumus, Dómine, contínua pietáte custódi, ut, quæ in sola spe grátiæ cæléstis innítitur, tua semper protectióne muniátur. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Gn 1, 1-19
Dio disse, e così avvenne.

Dal libro della Gènesi
In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno.
Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto». E così avvenne. Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona.
E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne: la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne: Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 103
Gioisce il Signore per tutte le sue creature.

Benedici il Signore, anima mia,
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto.

Hai fondato la terra sulle sue basi,
mai potrà vacillare.
L'oceano l'avvolgeva come un manto,
le acque coprivano le montagne.

Fai scaturire le sorgenti nelle valli
e scorrono tra i monti.
Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo,
cantano tra le fronde.

Quanto sono grandi, Signore, le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza,
la terra è piena delle tue creature.
Benedici il Signore, anima mia.

Canto al Vangelo Mc 7,37
Alleluia, alleluia.
Tutti erano pieni di stupore e dicevano:
«Ha fatto bene ogni cosa;
fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Alleluia.

Vangelo Mc 6, 53-56
Quanti toccavano Gesù guarivano.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genesaret.
Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse.
E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano.


Sulle Offerte
Il pane e il vino che hai creato, Signore, a sostegno della nostra debolezza, diventino per noi sacramento di vita eterna. Per Cristo nostro Signore.

Dómine Deus noster, qui has pótius creatúras ad fragilitátis nostræ subsídium condidísti, tríbue, quæsumus, ut étiam æternitátis nobis fiant sacraméntum. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 106,8-9
Rendiamo grazie al Signore per la sua misericordia,
per i suoi prodigi verso i figli degli uomini; egli sazia
il desiderio dell'assetato e ricolma di beni l'affamato.


Confiteántur Dómino misericórdiæ eius,

et mirabília eius fíliis hóminum,

quia satiávit ánimam inánem,

et ánimam esuriéntem satiávit bonis.


Oppure: Mt 5,5-6
Beati coloro che piangono, perché saranno consolati.
Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia,
perché saranno saziati.


Beáti qui lugent, quóniam ipsi consolabúntur.

Beáti qui esúriunt et sítiunt iustítiam, quóniam ipsi saturabúntur.



Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai resi partecipi di un solo pane e di un solo calice, fa' che uniti al Cristo in un solo corpo portiamo con gioia frutti di vita eterna per la salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore.


Deus, qui nos de uno pane et de uno cálice partícipes esse voluísti, da nobis, quæsumus, ita vívere, ut, unum in Christo effécti, fructum afferámus pro mundi salúte gaudéntes. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 11/02/2009 09:21]
10/02/2009 22:16
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.143
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
10 FEBBRAIO
V SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - MARTEDÌ

SANTA SCOLASTICA (m)
vergine
MESSALE

Antifona d'Ingresso

Questa è la vergine saggia, una delle vergini prudenti:
è andata incontro a Cristo con la lampada accesa.

Hæc est virgo sápiens, et una de número prudéntum, quæ óbviam Christo cum lámpade accénsa éxiit.



Colletta

Santifica la tua famiglia, Signore, per l'intercessione e l'esempio di santa Scolastica, e concedi a noi di amarti e servirti con purità di cuore, per sperimentare la gioia della tua amicizia. Per il nostro Signore...

Beátæ Scholásticæ vírginis memóriam recoléntes, quæsumus, Dómine, ut, eius exémplo, tibi intemeráta caritáte serviámus et felíces obtineámus tuæ dilectiónis efféctus. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Gn 1, 20 - 2,4
Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza.

Dal libro della Gènesi
Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brùlicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra». E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie». E così avvenne: Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
Dio creò l'uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra;
soggiogatela e dominate
sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».
E Dio disse: «Ecco, io vi dò ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è àlito di vita, io dò in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto.
Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 8
Come sono grandi le tue opere, Signore!

Signore nostro Dio,
com'è grande il tuo nome su tutta la terra!
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l'uomo perché te ne ricordi,
il figlio dell'uomo perché te ne curi?

Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.

Gli hai sottoposto i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.

Canto al Vangelo Gv 13,34
Alleluia, alleluia.
Vi dò un comandamento nuovo, dice il Signore:
che vi amiate a vicenda come io ho amato voi.
Alleluia.

Vangelo Mc 7, 1-13
Voi annullate la parola di Dio con la tradizione degli uomini.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate — i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame — quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini". Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E aggiungeva: «Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».


Sulle Offerte

O Dio, mirabile nei tuoi santi, accogli questi doni che ti presentiamo nel ricordo di santa Scolastica e, come ti fu gradita la sua testimonianza verginale, ti sia ben accetta l'offerta del nostro sacrificio. Per Cristo ...

In beáta vírgine Scholástica te, Dómine, mirábilem prædicántes, maiestátem tuam supplíciter exorámus, ut, sicut eius tibi grata sunt mérita, sic nostræ servitútis accépta reddántur offícia. Per Christum..



Antifona alla Comunione Cf Mt 25,6

Ecco lo sposo che viene,
andate incontro a Cristo Signore.

Ecce Sponsus venit: exíte óbviam Christo Dómino .



Dopo la Comunione

O Padre, che ci hai nutrito con il pane della vita, fa' che sull'esempio di santa Scolastica vergine, portiamo nel nostro corpo mortale la passione di Cristo Gesù per aderire a te, unico e sommo bene. Per Cristo.......

Divíni múneris participatióne refécti, quæsumus, Dómine Deus noster, ut, exémplo beátæ Scholásticæ, mortificatiónem Iesu in córpore nostro circumferéntes, tibi soli adhærére studeámus. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 11/02/2009 09:21]
11/02/2009 09:19
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.144
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
11 FEBBRAIO
V SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - MERCOLEDÌ

BEATA MARIA VERGINE DI LOURDES (mf)

MESSALE


Antifona d'Ingresso Cf Gdt 13,23.25

Benedetta sei tu, Vergine Maria,

dal Signore Dio, l'Altissimo,

più di tutte le donne sulla terra;

egli ha tanto esaltato il tuo nome,

che sulla bocca di tutti sarà sempre la tua lode.

Beáta es, Virgo María, quæ ómnium portásti creatórem; genuísti qui te fecit, et in ætérnum pérmanes Virgo.



Colletta

O Dio, Padre misericordioso, soccorri la nostra debolezza, e per intercessione di Maria, Madre immacolata del tuo Figlio, fà che risorgiamo dal peccato alla vita nuova. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...

Concéde, miséricors Deus, fragilitáti nostræ præsídium, ut, qui immaculátæ Dei Genetrícis memóriam ágimus, intercessiónis eius auxílio, a nostris iniquitátibus resurgámus. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Gn 2,4-9.15-17
Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden.

Dal libro della Gènesi
Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata — perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo — ; allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male.
Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.
Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 103
Benedetto il Signore che dona la vita.

Benedici il Signore, anima mia
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto.

Tutti da te aspettano
che tu dia loro il cibo in tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono,
tu apri la mano, si saziano di beni.

Se nascondi il tuo volto, vengono meno,
togli loro il respiro, muoiono
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

Canto al Vangelo Cf At 16,14
Alleluia, alleluia.
Apri, Signore, il nostro cuore
e comprenderemo le parole del Figlio tuo.
Alleluia.

Vangelo Mc 7, 14-23
Ciò che esce dall'uomo, questo contamina l'uomo.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo».
Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola. E disse loro: «Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?». Dichiarava così mondi tutti gli alimenti.
Quindi soggiunse: «Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo».



Sulle Offerte

Ti offriamo con gioia, o Padre, il pane e il vino per il sacrificio di lode nella festa della Madre del tuo Figlio; in cambio della nostra umile offerta donaci un'esperienza sempre più viva del mistero della redenzione. Per Cristo ...

Genetrícis Fílii tui memóriam venerántes, quæsumus, Dómine, ut sacrifícii huius oblátio nosmetípsos, grátia tua largiénte, tibi perfíciat munus ætérnum. Per Christum.


Prefazio della Beata Vergine Maria I

E’ veramente cosa buona e giusta,

nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie sempre e in ogni luogo

a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.



Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo

nella memoria della beata sempre Vergine Maria.
Per opera dello Spirito Santo,

ha concepito il tuo unico Figlio;

e sempre intatta nella sua gloria verginale,

ha irradiato sul mondo la luce eterna,

Gesù Cristo nostro Signore.



Per mezzo di lui si allietano gli Angeli

e nell’eternità adorano la gloria del tuo volto.

Al loro canto concedi, o Signore,

che si uniscano le nostre umili voci nell’inno di lode:


Santo, Santo, Santo il Signore....

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Et te in festis beátæ Maríæ semper Vírginis collaudáre, benedícere et prædicáre. Quæ et Unigénitum tuum Sancti Spíritus obumbratióne concépit, et, virginitátis glória permanénte, lumen ætérnum mundo effúdit, Iesum Christum Dóminum nostrum. Per quem maiestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Cæli cælorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim, sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.



Antifona alla Comunione Cf Lc 1,48

Tutte le generazioni mi chiameranno beata,

perché Dio ha guardato con bontà

all'umile sua ancella.

Fecit mihi magna, qui potens est, et sanctum nomen eius.



Dopo la Comunione

Signore nostro Dio, che ci ha nutriti alla tua mensa nel ricordo della beata Vergine Maria, concedi a noi di partecipare all'eterno convito, che ci hai fatto pregustare in questo sacramento. Per Cristo ...

Redemptiónis ætérnæ partícipes effécti, quæsumus, Dómine, ut, qui Genetrícis Fílii tui memóriam ágimus, et de grátiæ tuæ plenitúdine gloriémur, et salvatiónis contínuum sentiámus augméntum. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 11/02/2009 09:21]
12/02/2009 09:10
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.170
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
V SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - GIOVEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 94,6-7
Venite, adoriamo il Signore,
prostrati davanti a lui che ci ha fatti;
egli è il Signore nostro Dio.


Ps 94,6-7 Veníte, adorémus Deum, et procidámus ante Dóminum,

qui fecit nos; quia ipse est Dóminus Deus noster.


Colletta
Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore, e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te, aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro Signore...

Famíliam tuam, quæsumus, Dómine, contínua pietáte custódi, ut, quæ in sola spe grátiæ cæléstis innítitur, tua semper protectióne muniátur. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Gn 2, 18-25
Dio plasmò la donna e la condusse all'uomo. I due saranno una sola carne.

Dal libro della Gènesi
Il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile.
Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto.
Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo.
Allora l'uomo disse:
«Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta».
Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 127
Tu benedici l'uomo, Signore,
e gli doni pienezza di vita.

Beato l'uomo che teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Vivrai del lavoro delle tue mani,
sarai felice e godrai d'ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell'intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d'ulivo
intorno alla tua mensa.

Così sarà benedetto l'uomo
che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion!
Possa tu vedere la prosperità di Gerusalemme
per tutti i giorni della tua vita.

Canto al Vangelo Cf Mt 11,25
Alleluia, alleluia.
Benedetto sei tu, Padre, Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del regno dei cieli.
Alleluia.

Vangelo Mc 7, 24-30
I cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo Gesù, partito da Genesaret, andò nella regione di Tiro e di Sidóne. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi.
Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenìcia. Ed egli le disse: «Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma essa replicò: «Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola và, il demonio è uscito da tua figlia».
Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato.


Sulle Offerte
Il pane e il vino che hai creato, Signore, a sostegno della nostra debolezza, diventino per noi sacramento di vita eterna. Per Cristo nostro Signore.

Dómine Deus noster, qui has pótius creatúras ad fragilitátis nostræ subsídium condidísti, tríbue, quæsumus, ut étiam æternitátis nobis fiant sacraméntum. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 106,8-9
Rendiamo grazie al Signore per la sua misericordia,
per i suoi prodigi verso i figli degli uomini; egli sazia
il desiderio dell'assetato e ricolma di beni l'affamato.


Confiteántur Dómino misericórdiæ eius,

et mirabília eius fíliis hóminum,

quia satiávit ánimam inánem,

et ánimam esuriéntem satiávit bonis.


Oppure: Mt 5,5-6
Beati coloro che piangono, perché saranno consolati.
Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia,
perché saranno saziati.


Beáti qui lugent, quóniam ipsi consolabúntur.

Beáti qui esúriunt et sítiunt iustítiam, quóniam ipsi saturabúntur.



Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai resi partecipi di un solo pane e di un solo calice, fa' che uniti al Cristo in un solo corpo portiamo con gioia frutti di vita eterna per la salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore.


Deus, qui nos de uno pane et de uno cálice partícipes esse voluísti, da nobis, quæsumus, ita vívere, ut, unum in Christo effécti, fructum afferámus pro mundi salúte gaudéntes. Per Christum.

www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm

[Modificato da LiviaGloria 15/02/2009 08:42]
13/02/2009 17:31
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.193
Registrato il: 20/09/2005
Città: BOLOGNA
Età: 57
Sesso: Femminile
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
V SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - VENERDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 94,6-7
Venite, adoriamo il Signore,
prostrati davanti a lui che ci ha fatti;
egli è il Signore nostro Dio.


Ps 94,6-7 Veníte, adorémus Deum, et procidámus ante Dóminum,

qui fecit nos; quia ipse est Dóminus Deus noster.


Colletta
Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore, e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te, aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro Signore...

Famíliam tuam, quæsumus, Dómine, contínua pietáte custódi, ut, quæ in sola spe grátiæ cæléstis innítitur, tua semper protectióne muniátur. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Gn 3, 1-8
Diventerete come Dio, conoscendo il bene e il male.

Dal libro della Gènesi
Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «E' vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?».
Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete».
Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 31
Donaci, Signore, la gioia del perdono.

Beato l'uomo a cui è rimessa la colpa,
e perdonato il peccato.
Beato l'uomo a cui Dio non imputa alcun male
e nel cui spirito non è inganno.

Ti ho manifestato il mio peccato,
non ho tenuto nascosto il mio errore.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie colpe»
e tu hai rimesso la malizia del mio peccato.

Per questo ti prega ogni fedele
nel tempo dell'angoscia.
Quando irromperanno grandi acque
non lo potranno raggiungere.

Tu sei il mio rifugio, mi preservi dal pericolo,
mi circondi di esultanza per la salvezza.

Canto al Vangelo Cf At 16,14
Alleluia, alleluia.
Apri, Signore, il nostro cuore
e comprenderemo le parole del Figlio tuo.
Alleluia.

Vangelo Mc 7, 31-37
Fa udire i sordi e fa parlare i muti.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, di ritorno dalla regione di Tiro, Gesù passò per Sidóne, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Sulle Offerte
Il pane e il vino che hai creato, Signore, a sostegno della nostra debolezza, diventino per noi sacramento di vita eterna. Per Cristo nostro Signore.

Dómine Deus noster, qui has pótius creatúras ad fragilitátis nostræ subsídium condidísti, tríbue, quæsumus, ut étiam æternitátis nobis fiant sacraméntum. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 106,8-9
Rendiamo grazie al Signore per la sua misericordia,
per i suoi prodigi verso i figli degli uomini; egli sazia
il desiderio dell'assetato e ricolma di beni l'affamato.


Confiteántur Dómino misericórdiæ eius,

et mirabília eius fíliis hóminum,

quia satiávit ánimam inánem,

et ánimam esuriéntem satiávit bonis.


Oppure: Mt 5,5-6
Beati coloro che piangono, perché saranno consolati.
Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia,
perché saranno saziati.


Beáti qui lugent, quóniam ipsi consolabúntur.

Beáti qui esúriunt et sítiunt iustítiam, quóniam ipsi saturabúntur.



Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai resi partecipi di un solo pane e di un solo calice, fa' che uniti al Cristo in un solo corpo portiamo con gioia frutti di vita eterna per la salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore.


Deus, qui nos de uno pane et de uno cálice partícipes esse voluísti, da nobis, quæsumus, ita vívere, ut, unum in Christo effécti, fructum afferámus pro mundi salúte gaudéntes. Per Christum.


www.maranatha.it/calendar/cal09Apage.htm
[Modificato da LiviaGloria 15/02/2009 08:43]
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:03. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

 

 

Statistiche nwo.it

 

Statistiche Forum