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Daniele Penna - Corona Virus: Il nuovo messia

Ultimo Aggiornamento: 21/04/2024 02:12
22/06/2022 20:22
 
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“Il Covid non è una malattia grave”: l’appello che non ti aspetti dal pasdaran dei virologi

Da un lato c’è un nutrito gruppo di scienziati che continua a parlare di “allarme Covid” e mette in guardia gli italiani sul rischio di un autunno segnato da nuovi boom nei contagi. Dall’altro, gli stessi virologi che avevano sostenuto le scelte di Conte e Speranza agli inizi della pandemia sembrano ormai convinti che il peggio sia alle spalle e predicano la calma, anche alla luce delle nuove informazioni sul virus emerse col passare dei mesi. Tra questi anche Matteo Bassetti, che non ha esistato a descrivere il Covid come “una malattia dai sintomi lievi”. Intervistato da Alessandro Belardetti sulle pagine de La Nazione, Bassetti ha preso le distanze dai colleghi più catastrofisti:“Con questo virus ci dobbiamo convivere e lo sappiamo da tempo. Speravo di trovare maggiore maturità nella politica e nei miei colleghi. Altri Paesi hanno vissuto l’ipercircolazione di Omicron 5 senza allarmismi: tanti contagi ma sintomi lievi rispetto all’originale. Dopo 3 o 4 giorni di febbre, mal di gola e stanchezza tutto passa e si risolve. Serve sangue freddo, ma manca a chi dovrebbe averne”. La situazione ospedaliera, d’altronde, non è allarmante:“L’unico indicatore che conta veramente è l’occupazione delle terapie intensive. Però bisogna che gli ospedali siano in grado di differenziare i pazienti con una malattia Covid correlata da chi invece è positivo al tampone ma ha altre patologie. L’80% in terapia intensiva fa parte del secondo gruppo. Ma noi così diciamo il falso e diamo una fotografia sbagliata”. Perché c’è ancora qualcuno che “tifa” per la pandemia? Secondo Bassetti “perché vogliono le prime pagine. In autunno forse avremo un vero aumento dei ricoveri, ci sarà bisogno di rivaccinarsi e tornare all’uso delle mascherine. A quel punto dopo questi ‘al lupo, al lupo’ la gente non ci crederà più e la campagna vaccinale sarà un flop”.

22 giugno 2022
www.ilparagone.it/attualita/il-covid-non-e-una-malattia-grave-lappello-che-non-ti-aspetti-dal-pasdaran-dei-v...
07/07/2022 14:04
 
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Jeffrey Sachs:“Sono abbastanza sicuro che il Covid sia fuoriuscito da un laboratorio USA”

Il Covid-19 non ha origine naturale, ma sarebbe fuoriuscito accidentalmente "dalla biotecnologia di laboratorio degli Stati Uniti”. Ad affermarlo è Jeffrey Sachs, economista e scrittore di fama mondiale, in occasione di una conferenza ospitata dal think tank GATE Center in Spagna il mese scorso. L'accademico ha osservato che, sebbene "non sappiamo con certezza" se questo sia il caso, ci sono "abbastanza prove" che lo indicano e che "dovrebbero essere esaminate". Sachs si è lamentato del fatto che questa ipotesi "non viene indagata, né negli Stati Uniti, né da nessuna parte". A maggio, Sachs, insieme al professore di farmacologia molecolare e terapeutica Neil Harrison della Columbia University, aveva scritto un articolo nei Proceedings of the National Academy of Sciences, che suggeriva che il Covid-19 fosse stato creato in laboratorio, ma aveva affermato che le informazioni importanti non erano state sottoposte a un "esame indipendente, trasparente e scientifico". Secondo gli autori, una sequenza di otto aminoacidi sulla proteina spike del virus è simile a una sequenza di aminoacidi trovata nelle cellule che rivestono le vie respiratorie umane. Nell'introdurre questa "dichiarazione provocatoria", Sachs ha suggerito di essere al corrente della situazione, in quanto presiede la commissione Covid-19 della prestigiosa rivista medica The Lancet. "Quindi, a mio avviso, si tratta di un errore della biotecnologia, non di un incidente di percorso naturale”, ha evidenziato in questo suo intervento, che sicuramente farà discutere.

02 luglio 2022
parstoday.com/it/news/world-i301306-jeffrey_sachs_sono_abbastanza_sicuro_che_il_covid_sia_fuoriuscito_da_un_laborat...
19/07/2022 19:41
 
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L’effetto Foegen: utilizzo delle mascherine aumenta rischio di morte per Covid

Numerose evidenze in letteratura supportano l’uso obbligatorio di mascherine facciali per ridurre il tasso di infezione del coronavirus e della sindrome respiratoria acuta grave causata dalla malattia da Covid-19. Tuttavia, l’effetto dell’uso della mascherina sul decorso della malattia rimane controverso. Uno studio pubblicato su journals.lww.com mirava a determinare se l’uso obbligatorio della mascherina abbia influenzato il tasso di mortalità in Kansas, negli Stati Uniti, tra il 1° agosto e il 15 ottobre 2020:

journals.lww.com/md-journal/fulltext/2022/02180/the_foegen_effect__a_mechanism_by_which_facemasks.60.aspx?fbclid=IwAR0ba8i8AmhsalAlA4R1HlgGX-Wbp_WAPJYHFADIK9Yj6U-X_HG...

Ma vediamo nello specifico come è stato svolto lo studio. I ricercatori hanno applicato dati secondari sugli aggiornamenti dei casi, i mandati delle mascherine e lo stato demografico relativi allo stato del Kansas, negli Stati Uniti. Su questi dati è stata condotta un’analisi di parallelizzazione basata sui dati a livello di contea. I risultati sono stati controllati eseguendo analisi di sensibilità multiple e un controllo negativo. Un’analisi di parallelizzazione basata su dati a livello di contea ha mostrato che in Kansas, le contee con obbligo di mascherina avevano tassi di mortalità significativamente più elevati rispetto alle contee senza obbligo di mascherina, con un rapporto di rischio di 1,85 (intervallo di confidenza al 95%) per decessi correlati al Covid-19. Anche dopo aver considerato il numero di 'persone protette', cioé il numero di persone che non sono state infettate, nel gruppo con obbligo di mascherina rispetto al gruppo senza mascherina, il rapporto di rischio è rimasto significativamente alto a 1,52. Analizzando l’eccesso di mortalità in Kansas, questo studio determina che oltre il 95% di questo effetto può essere attribuito esclusivamente al Covid 19.

A che risultati sono arrivati i ricercatori?
Questi risultati suggeriscono che l’uso della mascherina potrebbe rappresentare una minaccia ancora sconosciuta per l’utente invece di proteggerlo, rendendone dunque l’obbligo un intervento epidemiologico discutibile. La causa di questa tendenza è spiegata utilizzando la teoria dell’effetto Foegen, cioé la reinalazione profonda di goccioline ipercondensate o virioni puri catturati nelle mascherine facciali, poiché le goccioline possono peggiorare la prognosi e potrebbero essere collegate agli effetti a lungo termine dell’infezione da Covid 19. Sebbene l‘effetto Foegen sia dimostrato in vivo in un modello animale, sono necessarie ulteriori ricerche per comprenderlo appieno.

17 marzo 2022
www.sanitaebenessere.it/effetto-foegen-utilizzo-mascherine-aumenta-rischi-mort...
25/07/2022 02:08
 
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La CNN confessa:“Abbiamo aiutato Biden usando i morti di Covid”

“Abbiamo cacciato Trump e fatto propaganta per aiutare Joe Biden a diventare Presidente. Sono i morti di Covid che tengono i nostri spettatori inchiodati e dobbiamo dargliene sempre di più”. La confessione shock arriva direttamente da un dirigente dello staff del principale canale all-news americano, culla del giornalismo liberal & indipendente. A inchiodare la falsa coscienza dei reporter d’élite della TV fondata da Ted Turner e Reese Schonfeld sono una serie di imbarazzanti conversazioni su come “fomentare” la paura sul Covid per “enfatizzare gli ascolti”. Ma qual'è il confine tra “l’enfatizzazione” di una notizia a fini di audience e la sua “manipolazione” per inculcare nel pubblico una preordinata visione della realtà? Da questi imbarazzanti video, registrati con una telecamera nascosta da un’attivista dell’associazione di destra Project Veritas, che si è finta infermiera durante cinque incontri Tinder con un membro dello staff dell’emittente, emerge che più che fare giornalismo, la CNN ha usato la pandemia per terrorizzare il suo pubblico. Per poi accompagnarlo alle urne, saldamente in direzione del partito dell’Asinello. E c’è chi se ne vantava apertamente, dietro le quinte e a telecamere (almeno le loro) spente. “Fear Is the Thing That Really Keeps You Tuned In”. “Il terrore è ciò che ti fa rimanere inchiodato”, spiega alla sua interlocutrice sotto copertura Charlie Chester, Direttore Tecnico della cable TV, aggiungendo che “la paura fa esplodere gli ascolti ed è per questo che teniamo il conteggio dei morti sempre di lato (sullo schermo, ndr). Ci andrebbe ancora meglio se il numero dei morti fosse più alto”. Frasi scioccanti che a noi italiani potrebbero ricordare, al primo ascolto, le battute che si scambiavano due imprenditori, Francesco Piscicelli e Pierfrancesco Gagliardi, all’indomani del terremoto dell’Aquila nel 2009, speculando sui facili appalti che sarebbero derivati da quella disgrazia. Il cinismo è lo stesso, se non fosse che la CNN è sempre stata il faro, nel panorama dell’informazione a stelle e strisce, del giornalismo libero da padroni, della distinzione tra fatti e commenti, del rigore morale oltre che dell’autorevolezza dei propri servizi. Tanto che Google, il principale motore di ricerca, nei propri algoritmi indicizza al primo posto i contenuti di CNN rispetto a tutti gli altri competitor.

Regola n. 1: enfatizzare i morti
Chester svela il meccanismo per mantenere gli spettatori inchiodati. La prima regola, fomentare il terrore:“Il nostro maggiore problema è come conteggiare ogni giorno il numero dei morti. Dobbiamo farlo aumentare! Perché non è abbastanza alto, oggi, lo sai?” (“Let’s Make it Higher.’ Like, Why Isn’t High Enough, You Know, Today? And I’m Like, What Am I F–king Rallying for?”). E rivela anche la presenza di un “telefono rosso” attraverso cui il Presidente del network Jeff Zucker, che secondo rumors potrebbe abbandonare la guida di CNN a fine 2021, avrebbe costantemente chiamato la sala di regia “per ordinare ai produttori di enfatizzare il conteggio dei morti che appare sullo schermo”. E incitato i suoi dipendenti a mantenere alto il panico con frasi di questo tipo:“Non mi stai dando nessun motivo per rimanere incollato allo schermo, rimetti in primo piano i numeri (dei morti) che è la cosa più allettante che abbiamo”. Le vittime usate come armi di marketing strategico per bucare lo schermo. Cinismo a volontà, gettato in pasto in prime time per meri obiettivi di ascolto e magari di sponsor? In realtà non sembrerebbe, stando sempre a quanto documentato da Project Veritas nei suoi “abboccamenti”, solo questo lo scopo ultimo del “Covid Show” perpetuato per mesi dalla CNN. Anzi, ci sarebbe molto di peggio.

Fake CNN vs Trump
Che fine hanno fatto il mito dell’obiettività della notizia e dell’imparzialità del giornalista tanto sbandierati come DNA della CNN? Stando a questi filmati, sembrerebbero una fake news. C’è almeno un fondato sospetto, soprattutto se queste scioccanti affermazioni faranno cadere delle teste ai piani alti del gruppo, dando così ragione all’odiato ex Presidente Donald J. Trump, accusato per mesi dalla CNN, e a ruota dalle altre TV liberal, anche del falso scandalo Russiagate. Trump ancora oggi, quando si riferisce all’emittente regina delle all-news, la apostrofa non a caso con l’appellativo “Fake CNN”.

Manipolare, ripetere

Le frasi di Chester impresse nella telecamera dell’operatrice di Project Veritas vanno molto oltre la normale “linea editoriale”, specifica di ogni testata:“Tutti i reporter di CNN attualmente istruiscono le persone su cosa dire. Li guidano in una direzione precisa, prima ancora che aprano bocca. C’è un’arte della manipolazione, l’inflessione (della voce), il ripetere le cose due volte. E le uniche persone che mandiamo in onda, per la maggior parte, sono quelle che dimostrano una comprovata esperienza nell’abboccare”. E ancora, illuminanti, ma offuscanti per l’immagine specchiata del giornalismo indipendente sbandierato da CNN, le considerazioni del Dirigente sul ruolo da loro giocato nel manipolare l’ultima campagna presidenziale americana 2020:“Guarda cosa abbiamo fatto, abbiamo cacciato Trump. Sono sicuro al cento per cento che, se non fosse stato per noi, Trump non sarebbe stato buttato fuori. Il nostro obiettivo era cacciare Trump dal suo ufficio, chiaro?”, conclude, vantandosi di essere entrato in CNN “per fare parte di questa cosa”.

Beatrice Nencha
16 aprile 2021
www.nicolaporro.it/la-cnn-confessa-abbiamo-aiutato-biden-usando-i-morti-d...
23/08/2022 13:48
 
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Bye bye Fauci! Si chiude un’epoca disastrosa. Mistero sulle ragioni dell’improvviso gesto

Il famoso immunologo Anthony Fauci ha annunciato le sue dimissioni da consigliere medico della Casa Bianca e dalla direzione del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), che ha guidato per 38 anni, per “perseguire il prossimo capitolo” della sua carriera. Fauci non ricoprirà più queste posizioni a partire da dicembre. Fauci è stato consigliere di sette presidenti e ha speso oltre mezzo secolo al National Institute of Health (NIH). Ha svolto un ruolo di primo piano nella gestione della pandemia da Covid. Anthony Fauci, 81 anni, guida il NIAID dal 1984. Era entrato nel National Institutes of Health, nel 1968. Più recentemente, Fauci è stato anche consigliere medico capo del Presidente Biden dall’inizio della sua amministrazione. Ha giocato un ruolo chiave nella gestione della pandemia, non risparmiando molte posizioni controverse. Ricordiamo tutti il “Fauci Gate” con le clamorose e-mail sulla vera origine del Covid. Fermo sostenitore della vaccinazione di massa, Fauci è stato un personaggio onnipresente in molte delle decisioni che hanno portato ad obblighi e restrizioni. La decisione di Fauci arriva proprio in un momento storico in cui la fallimentare gestione della pandemia sta mostrando tutti i suoi nefasti effetti. Vaccini che non hanno rispettato le promesse fatte inizialmente, eccesso di mortalità alle stelle negli Stati Uniti unitamente al sempre più crescente numero di studi scientifici dimostranti la reale pericolosità dei sieri, potrebbero essere alcuni dei motivi che hanno spinto Fauci ad “abbandonare la nave” dopo molte decadi di servizio. Che si sia reso conto del cambio di rotta sulla narrazione unica che tanto diligentemente ha contribuito a diffondere?

Nicky Ionfrida
22/08/2022
www.ilparagone.it/esteri/ultimora-bye-bye-fauci-si-chiude-unepoca-disastrosa-mistero-sulle-ragioni-dellimprovvis...
15/09/2022 14:34
 
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Pandemia da riscrivere: emergono particolari sconcertanti ▷ "Il Ministero non poteva non sapere"



Testimonianza a Radio Radio della giornalista Angela Camuso sulle mancate cure precoci che hanno causato migliaia di morti tra i malati di Covid
27/10/2022 18:19
 
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Covid, virus creato in laboratorio con l’ingegneria genetica: ora lo dice una nuova ricerca

Se i ricercatori non si sono sbagliati, il risultato è un’autentica bomba. Il virus che causa il Covid sarebbe con ogni probabilità frutto di ingegneria genetica. Non solo fuoriuscito da un laboratorio per un incidente, ma proprio un virus artificiale creato da mani e menti umane, tagliando e riassemblando materiale genomico proveniente da altri virus. Altro che il pipistrello, il presunto pangolino e il mercato di Wuhan dove vengono macellati gli animali, anche selvatici. Per ora, la ricerca sull’origine artificiale del SARS-CoV-2 è un preprint ospitato dal server bioRxiv.org:

visionetv.it/wp-content/uploads/2022/10/biorxiv-covid-artific...

Ovvero, non ha ancora superato la “revisione fra pari” ad opera di scienziati esperti in materia, che costituisce la base del procedimento scientifico. Comunque la ricerca sostiene che nel genoma del virus del Covid sono evidenti le tracce del taglia-e-cuci: evidenti più o meno come i mattoncini del Lego quando i bambini li impiegano per costruire un castello. Le possibilità che tutto questo si sia prodotto per vie naturali sarebbero ben scarse. Uno degli autori ha cercato di sintetizzare i risultati su Twitter. Si chiama Alex Washburne, un esperto in biologia matematica e scienza del microbioma, cioè delle comunità di micro organismi che condividono un medesimo ambiente. Gestisce Selva, una piccola startup attiva in questo settore. È un outsider più che un accademico. Insieme a lui, hanno firmato la ricerca Antonius VanDongen, professore associato di Farmacologia alla Duke University nel North Carolina, e Valentin Bruttel, immunologo molecolare all’Università di Würzburg in Germania. Ecco il primo della serie di tweet in cui Washburne riassume la ricerca:

twitter.com/WashburneAlex/status/1583145276151189504?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1583145276151189504%7Ctwgr%5Ed37dd0306f3ab9e1d5b6232ee4f4918145c5d85d%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fvisionetv.it%2Fcovid-virus-creato-in-laboratorio-con-lingegneria-genetica-ora-lo-dice-una-nuova-ri...

Gli scienziati stanno accapigliandosi a proposito della bontà e solidità dei risultati raggiunti da Washburne e dai suoi due colleghi. Interessante uno dei rivoli di questa zuffa accademica. È un’altra serie di tweet. Esprime il sostanziale sostegno all’ipotesi di origine artificiale del virus da parte di François Balloux, Direttore dell’Istituto di Genetica dell’Università di Cambridge. Si tratta dello scienziato che ha guidato la squadra di ricercatori ai quali si deve il primo sequenziamento su larga scala del genoma del SARS-CoV-2. Balloux dice che la ricerca secondo la quale il virus è artificiale ha solide basi dal punto di vista concettuale e metodologico. Non costituisce un risultato finale, scrive: e quando mai una ricerca scientifica costituisce un risultato finale?, si potrebbe aggiungere. Tuttavia, egli prosegue, non può essere ignorata. La prospettiva di un virus artificiale, assemblato da qualcuno e poi diffuso nel mondo con i risultati che tutti conosciamo apre scenari inquietanti e degni di una più che attenta analisi. Ecco comunque il primo dei tweet di Balloux:

twitter.com/BallouxFrancois/status/1583165259799412737?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1583165259799412737%7Ctwgr%5Ed37dd0306f3ab9e1d5b6232ee4f4918145c5d85d%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fvisionetv.it%2Fcovid-virus-creato-in-laboratorio-con-lingegneria-genetica-ora-lo-dice-una-nuova-ri...

Giulia Burgazzi
25 ottobre 2022
visionetv.it/covid-virus-creato-in-laboratorio-con-lingegneria-genetica-ora-lo-dice-una-nuova-...
04/11/2022 15:41
 
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Mondo, Europa, Italia. Tutte le news sulla pandemia di bufale

Stanno finalmente venendo man mano alla luce, dopo due anni e mezzo di ‘bufale pandemiche’, i fatti reali, o meglio tutti i misfatti perpetrati nel mondo sulla pelle dei cittadini, solo per rispondere ai progetti ideati da Bill Gates & C., via Great Reset, per ridurre la popolazione mondiale e per creare i giganteschi profitti cumulati dalle star di Big Pharma, le statunitensi ‘Pfizer’ e ‘Moderna’ in pole position. Con la complicità delle più alte autorità di mezzo mondo: dalla sempre rigida (e oggi genuflessa davanti ai diktat delle regine dei vaccini) ‘Food and Drug Administration’, passando per l’EMA e la Super Commissaria UE Ursula von der Leyen, e poi arrivare alla nostra ‘sgarrupata’ Italia sgovernata dalle politiche griffate CTS (il nefasto ‘Comitato Tecnico Scientifico’) e l’ex Ministro della Salute (sic) Roberto Speranza. Un bel minestrone per fottere tutti, sulla pelle dei cittadini e per ingrassare le lobbies di potere, soprattutto in campo farmaceutico. Ad ingrassare, d’altro canto, l’industria bellica e militare, nel frattempo, provvede il conflitto ucraino, con le quotidiane e ormai tragicomiche richieste continue di armi-armi-armi da parte del guitto-presidente ucraino Volodymyr Zelensky, fino ad oggi servito e riverito di tutto punto dal ‘Dipartimento di Stato’ USA, guidato dai super falchi Tony Blinken e Victoria Nuland. Per questa ampia ricognizione, partiamo con le ultime in arrivo dall’estero.

CDC a tutto campo
Stati Uniti. Tanto per ‘alleggerire’ la pressione, esordiamo con una notizia meno ‘hard’, che fa il paio con la ‘sceneggiata’ recitata nel salotto domenicale di Fabio Fazio dall’allergologo-massone Roberto Burioni, che si è beccato il covid dopo la quarta dose di vaccino. Ebbene, negli USA il direttore dei CDC (‘Centers for Deseases Control’), Rochelle Walensky, riesce addirittura a superare Burioni: è infatti risultata positiva al test del Covid addirittura dopo aver fatto il superbooster, ossia la quinta dose di vaccino. A palese dimostrazione della totale inefficacia dei miracolosi sieri prodotti da Pfizer e Moderna per evitare l’infezione. Un’efficacia pari a zero, altro che il 92-93 per cento sbandierato e soprattutto ‘venduto’ come dato certo! Dovrebbero vergognarsi come ladri (quali sono) e nascondersi sotto le loro ricche scrivanie, i vertici di Pfizer, su cui, come poi vedremo, si sta per scatenare lo tsunami della Commissione d’Inchiesta UE sui Vaccini. E invece cosa pensano bene di fare? Quadruplicano il prezzo del loro vaccino, non solo inefficace ma anche insicuro. Il costo per ogni dose, ha infatti appena annunciato Pfizer-BionTech, passerà dagli attuali 33 dollari a dose ad una cifra compresa tra i 110 e i 130. Un salto quadruplo, appunto, che consentirà alla regina dei vaccini guidata dal veterinario greco Albert Bourla di veder balzare i profitti societari alle stelle: e, lo ribadiamo, per un vaccino totalmente inefficace e totalmente insicuro, per il quale i cittadini di tutto il mondo continuano a fare da cavie sperimentali. La conferma, giorni fa, è arrivata proprio dai CDC, la massima autorità americana sul fronte della raccolta dei dati in campo sanitario. Ebbene, gli ultimi dati raccolti ed elaborati dai CDC sono semplicemente agghiaccianti: nel report ufficiale si parla di oltre 10 milioni di effetti avversi in seguito ai vaccini, che possono arrivare fino ai sempre più frequenti, soprattutto tra i giovani, ictus, trombosi o infarti. Tanto per la ‘memoria storica’, un anno fa Vate Burioni, per rassicurare il popolo bue di casa nostra sulla sicurezza dei vaccini, osò dire:“Sapete quanti sono i morti per vaccino in tutto il mondo? Uno, 1 di numero, è successo in Nuova Zelanda”. Incredibile ma vero. Ma restiamo negli USA. Dove ne stanno succedendo di tutti i colori. Senza che i nostri media ‘osino’ scrivere o far vedere qualcosa, da perfetti maggiordomi della Casa Bianca.

I ‘Dirty Business’ del dottor Anthony Fauci
Partiamo dal Vate di tutti i Vaccini, il super virologo di origini italiane Anthony Fauci, che ha affiancato ben 7 presidenti americani come consulente numero uno sul fronte della sanità pubblica, diventando una autentica star mediatica internazionale con lo scoppio della pandemia. Ve lo ricordate, in due comparsate domenicali in collegamento satellitare con gli immancabili Fazio & Burioni? Forse vi chiederete: come mai negli ultimi mesi il Guru dei Vaccini a stelle e strisce è sparito dai radar e il suo nome è praticamente desaparecido? Con ogni probabilità perché negli USA stanno scoprendo che il ‘Re è Nudo’. E stanno venendo alla luce affari & connection griffate Fauci che portano fino a Wuhan. La Voce lo ha denunciato più volte: il ‘suo’ (di Fauci) NIAID (il ‘National Institute of Allergies and Infectious Deseases’) ha finanziato i più pericolosi studi (sui cosiddetti ‘guadagni di funzione’, i famigerati ‘gain of function’) portati avanti nei laboratori cinesi di Wuhan. I fondi stanziati, infatti, sono transitati attraverso una società di copertura, la ‘EcoHealth Alliance’ di un ricercatore super chiacchierato negli States, Peter Daszak: il quale, guarda caso, fu il rappresentante per gli USA all’interno della fallimentare prima missione promossa dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità per ‘scoprire’ l’affaire di Wuhan. Ovvio e scontato il risultato negativo: poteva mai mister Daszak accusare se stesso e il suo mandante, Fauci? Sul quale ha scritto, esattamente un anno fa, un libro al vetriolo titolato ‘The Real Anthony Fauci’ Robert Kennedy Junior, da anni in prima linea, con la sua ‘Children’s Health Defence’ e con il suo battagliero sito ‘The Defender’, per tutelare la salute dei più indifesi, i bambini, soprattutto sul fronte bollente dei vaccini. Lo ha sempre fatto, Robert Kennedy, con tutti i vaccini, quelli tradizionali: figuriamoci ora con quelli ‘sperimentali’ dove uomini e donne fanno da cavie. Ben compresi i bambini, per i quali in modo del tutto folle e sconsiderato l’EMA ha appena dato a Pfizer & C. l’ok per la somministrazione dei vaccini. Da galera!

Le inchieste USA su Fauci & la sua band
E veniamo alle ultime su Fauci. Sul cui capo sta per piombare una grana da novanta. Due tribunali federali statunitensi, infatti, hanno inviato un pesante atto d’accusa nei confronti del Super Virologo e di svariati papaveri della Casa Bianca non solo per avere ‘creato disinformazione’ durante i mesi bollenti della pandemia, ma anche per aver esercitato pesanti pressioni sui social media per ‘censurare’ le notizie scomode e orientare il ‘Pensiero Unico’ a favore dei vaccini. Un’azione chiaramente depistante, a discapito della salute pubblica e solo in favore dei maxi interessi di Big Pharma. Ecco cosa scrive un coraggioso reporter statunitense, Caden Pearson:“Un tribunale federale ha ordinato il 21 ottobre che il dotto Anthony Fauci e altri alti funzionari testimoniassero sotto giuramento per presunta collusione del governo federale con le società Big Tech per censurare gli utenti. I procuratori generali della Louisiana e del Missouri e altri querelanti affermano che Fauci, direttore del NIAID e capo consigliere medico del Presidente Joe Biden, e altri imputati, sono collusi e hanno costretto le società di social media a ‘sopprimere i contenuti degli opinionisti sfavorevoli’ in merito al Covid-19”. Continua Pearson:“Il giudice distrettuale degli Stati Uniti, Terry Doughty, è andato un passo avanti rispetto ad una precedente sentenza che ha costretto le testimonianze scritte e ha ordinato a Fauci e ad altri imputati di testimoniare sotto giuramento alle deposizioni.

Afferma in una nota il Procuratore Generale del Missouri, Eric Schmitt:“Dopo aver trovato la documentazione di una relazione collusiva tra l’Amministrazione Biden e le società di social media per censurare la libertà di parola, abbiamo immediatamente presentato una mozione per poter avere questi funzionari sotto giuramento. E’ giunto il momento”, continua Schmitt, “di far luce su questo clamoroso tentativo di censura e costringere questi funzionari a dire la verità al popolo americano. E questa sentenza ci consentirà di fare proprio questo. Continueremo a premere per la verità’”. Ma non è finita qui, per il Guru dei vaccini e la sua band. Una agguerrita associazione per i diritti civili, NCLA (‘New Civil Liberties Alliance’) si è unita, lo scorso agosto, alla battaglia legale per far luce sui ‘dirty business’ di Fauci & Co. Le ragioni scientifiche dell’associazione sono illustrate dai documentati j’accuse di alcuni rinomati epidemiologi ‘fuori dal coro’, come Jayanta Bhattacharya e Martin Kulldorff, ai quali si sono affiancati Aaron Kheriaty e Jill Jones. Così annuncia il legale di NCLA, Jenine Younes:“Per la prima volta il dottor Fauci e altri sette funzionari federali responsabili della gestione di un’operazione di censura illegale dovranno rispondere a domande sotto giuramento sulla natura e l’entità delle loro comunicazioni con le aziende tecnologiche”. Da tener presente che il giudice Daughty ha ordinato le deposizioni dell’ex segretario stampa della Casa Bianca, Jen Psaki, del Direttore della Strategia Digitale della stessa Casa Bianca, Rob Flaherty, del chirurgo generale Vivek Murthy, del Direttore dell’Agenzia per la Sicurezza Informatica e delle Infrastrutture Jen Easterly e dell’agente speciale di supervisione dell’FBI Elvis Chan. L’ordinanza del tribunale ha, tra l’altro, citato una serie di commenti pubblici fatti da Psaki quando era addetto stampa alla Casa Bianca, incluso uno ‘strano’ appello rivolto alle piattaforme di social media in odore di marcata censura. Ecco cosa scrive il giudice Doughty:“Psaki ha rilasciato una serie di dichiarazioni rilevanti per il coinvolgimento del governo in una serie di sforzi delle piattaforme di social media per censurare i loro utenti su tutta la linea per la condivisione di informazioni relative al Covid-19”. Ma gli Stati Uniti sono la patria della Democrazia, della Libertà e della Libera Informazione. Vero mister Biden?

Mario Avena
21 ottobre 2022
www.lavocedellevoci.it/2022/10/26/mondo-europa-italia-tutte-le-news-sulla-pandemia-di...
05/11/2022 19:29
 
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Covid & vaccini - Tutti i responsabili di affari, tresche & connection, nome per nome

Stati Uniti al centro delle connection sul fronte dei maxi business a botte di vaccini, con le star di Big Pharma (Pfizer e Moderna uber alles) che continuano a rastrellare miliardi di dollari con la pala e il gran ‘Regista’, il super virologo di ben 7 presidenti USA, Anthony Fauci, sempre a dettar legge. Ma fosche nubi giudiziarie (abbiamo iniziato a raccontarlo nella prima puntata di ieri) cominciano ad addensarsi: con un Fauci nel mirino dei giudici federali USA sia per i finanziamenti allegri al famigerato laboratorio cinese di Wuhan che per le ‘censure’ sui ‘critici’ alla politica vaccinale e i pesanti condizionamenti sui social media. Più avanti vedremo cosa sta per succedere in casa Pfizer. Ma per rimanere ancora negli USA, è tutta da raccontare la storia delle ‘folli’ ricerche ed esperimenti che, proprio sul bollente terreno dei virus, stanno andando in scena nientemeno che all’Università di Boston: per dirla in parole povere, ricerche che non hanno nulla da invidiare a quelle di Wuhan, moltiplicate per dieci, vista la estrema pericolosità e letalità dei virus trattati con estrema disinvoltura.

I mostri di Boston
Di seguito riassumiamo il ‘giallo virologico’ per sommi capi. Ma per avere un quadro completo della situazione, che più ‘border line’ e rischiosa non può essere, vi invitiamo a leggere il lungo reportage firmato da un ricercatore americano controcorrente, vera spina nel fianco di Big Pharma, Joseph Mercola, e significativamente titolato “Scienziati pazzi creano un coronavirus con una letalità dell’80 per cento nei topi”. Su questi temi, una fresca inchiesta pubblicata da DailyMail.com sta suscitando accese polemiche negli USA: polemiche ovviamente ‘censurate’ dai media di casa nostra, sempre genuflessi davanti ai diktat di Big Pharma e alla gestione-killer portata avanti dalle nostre autorità (sic) politiche (in primis l’ex Ministro Roberto Speranza) e scientifiche, con un CTS non solo del tutto inutile, ma devastante. Torniamo alle folli ricerche bostoniane e a quanto scrive l’autorevole Daily Mail:“Gli scienziati della Boston University sono stati oggi condannati per ‘giocare con il fuoco’ dopo che è emerso che hanno creato un nuovo ceppo di Covid letale in laboratorio. DailyMail.com ha rivelato che il team di ricercatori ha creato un virus ibrido che combinava Omicron e il ceppo originale di Wuhan, capace di uccidere l’80 per cento dei topi sottoposti agli esperimenti”. Continua il j’accuse del Daily Mail:“La rivelazione mostra come la ricerca della pericolosa manipolazione dei virus continui ad andare avanti negli Stati Uniti, nonostante i timori che pratiche simili possano aver dato inizio alla pandemia. Il professor Shumel Shapira, uno dei principali scienziati del governo israeliano, dichiara:‘Questo dovrebbe essere totalmente proibito, stanno giocando col fuoco’. Si ritiene che il guadagno di funzione (quando i virus vengono manipolati intenzionalmente per essere più infettivi o mortali) sia al centro dell’origine del Covid. Un laboratorio cinese (quello di Wuhan, ndr) ha condotto ricerche simili sui coronavirus dei pipistrelli. Ma la pratica è stata ampiamente limitata negli Stati Uniti dal 2017. Il dottor Richard Elbright, un chimico della ‘Rutgers University’ di New Brunswick, nel New Jersey, dichiara a DailyMail.com che ‘la ricerca è un chiaro esempio di guadagno della ricerca funzionale’. E aggiunge:‘Se vogliamo evitare una prossima pandemia generata in laboratorio, è imperativo rafforzare la supervisione della ricerca sui potenziali patogeni pandemici”. Un colpo da KO in faccia ad Anthony Fauci, la vera mente e il finanziatore numero uno proprio delle famigerate ricerche sul ‘gain of function’ (il guadagno di funzione) portate avanti a Wuhan. E condotte in stretta collaborazione con la società ‘paravento’ EcoHealth Alliance del faccendiere-ricercatore Peter Daszak, il quale è stato addirittura scelto dagli USA come componente americano della missione inviata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a Wuhan per scoprire il ‘marcio’ di quelle ricerche. Of course, nulla è emerso, tutto ok: avrebbe mai potuto Daszak accusare se stesso e il potentissimo mandante, alias Fauci?

I ‘grandi amici’, von der Leyen & Bourla
Passiamo al non meno fosco (e losco) scenario europeo. Dove fervono i lavori della Commissione d’Inchiesta sui Vaccini, istituita da poche settimane, che dovrà far luce sui tanti, troppi ‘buchi neri’ e ‘trame oscure’ legate agli arci-miliardari contratti di fornitura sottoscritti tra Pfizer-BionTech e la Commissione UE. O meglio: direttamente tra il CEO di Pfizer, il veterinario greco Albert Bourla, e la Commissaria Ursula von der Leyen. E sapete come? Via SMS, avete letto bene, con un semplice messaggino. Che ora risulta anche sparito, volatilizzato. Ai confini della realtà. Invece di sottoporre il più grosso contratto di fornitura (da 31 miliardi di euro, non bruscolini) al vaglio di una commissione ad hoc formata da esperti UE ed esperti di tutti i Paesi che dovevano ricevere le dosi, i due compari di merende, Ursula & Albert, hanno pensato bene di bypassare norme & regole, fottersene della inutile burocrazia e passare al sodo: e così, per incanto, i contratti si sono materializzati via SMS! La commissione d’inchiesta ha convocato Bourla, che ha detto picche: non mi presento. Al suo posto ha risposto alle domande dei commissari la responsabile dei mercati esteri di Pfizer; o meglio, ‘non ha risposto’, perché ha solo farfugliato poche, incomprensibili parole, da cui è comunque emerso che Pfizer non ha mai fornito alla UE alcuna garanzia sull’efficacia dei vaccini! Nonostante il sempre sbandierato 92 per cento almeno!! Figurarsi sulla sicurezza, mentre dagli USA arrivano gli agghiaccianti dati raccolti, elaborati e appena resi noti, per la prima volta, dai CDC, che mettono nero su bianco almeno dieci milioni (avete letto bene, 10 milioni) di ‘effetti avversi’ provocati dai vaccini, che possono arrivare fino ad infarti, ictus e trombosi. “Il più grande scandalo della storia della Unione Europea, e sulla pelle di tutti i nostri cittadini”, hanno sbottato un paio di commissari, allibiti di fronte alle mezze parole di lady Small. A questo punto la Commissione ha deciso di usare il pugno di ferro, riconvocando Bourla, il quale dovrà rispondere non solo della truffa contrattuale e degli SMS fantasma con “l’amica” (così l’ha lui stesso definita) Ursula, ma anche circa i rapporti intrattenuti da Pfizer con il marito della Commissaria UE, Heiko von der Leyen, al vertice di ‘Orogenesis’, una rampante società statunitense di biotecnologie che lavora a stretto contatto di gomito proprio con Pfizer: un conflitto d’interessi alto come un grattacielo!

E l'altro Big Friend, Bill Gates
Ma restiamo ancora in compagnia della Super Commissaria tedesca. Che in questi giorni ha rinsaldato i legami d’amicizia e d’affari con un altro pezzo da novanta nella nomenklatura internazionale, Bill Gates, il quale ha dedicato i suoi ultimi anni rimboccandosi le mani proprio sul fronte dei vaccini. Anche perché ha avuto davvero la vista lunga e nel 2010 dichiarò:“Il prossimo decennio sarà quello di devastanti pandemie”. Aveva la sfera di cristallo? Oppure tutto rientrava nei ‘disegni’ e nei ‘programmi’ di quel Great Reset illustrato in pompa magna nel corso degli ultimi appuntamenti, a Davos, del World Economic Forum guidati dal banchiere tedesco di antiche simpatie nazi Klaus Schwab? Veniamo alla grande notizia, come diramata il 24 ottobre dall’ANSA di Bruxelles:“La Commissione Europea presenterà la sua strategia per la salute globale il prossimo mese di novembre. Lo annuncia la Presidente Ursula von der Leyen nel suo discorso di apertura al Grand Challenges Annual Meeting organizzato dalla Bill & Melinda Foundation. ‘Siamo tutti impegnati per l’equità e la salute globale. Siamo sulla strada giusta, ma ne abbiamo ancora molta da fare’, ha evidenziato. Commenta Maurizio Blondet sul suo blog:“Come vedete ormai non si nascondono più: la UE di Ursula aderisce apertamente, in un pubblico consesso, al programma di vaccinazione totalitaria di Bill Gates, che è a sua volta il finanziatore unico, quindi il padrone, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che dichiarerà la prossima pandemia e le direttive obbligatorie a cui i Paesi devono attenersi. Vedremo se a questo scopo verrà utilizzata la variante di virus artificialmente creata all’Università di Boston. Anche qui ormai è tutto alla luce del sole: un tempo i ‘guadagni di funzione’ sui virus (per aumentarne la letalità o la contagiosità) erano vietati negli Stati Uniti, e avevano dovuto fare queste manipolazioni a Wuhan oppure in Ucraina, nei laboratori segreti che i russi hanno scoperto. Ciò significa che l’Impostura Pandemica continuerà: essa mira sia allo spopolamento sia al Green Pass universale, obbligatorio e totalitario, come strumento dell'identità digitale; dove al Ministero delle Finanze sarà visibile il nostro reddito, i nostri risparmi e i nostri conti correnti insieme al nostro ‘stato di salute’, ossia la nostra obbedienza alle vaccinazioni periodiche, e alla nostra ‘virtù climatica’, ossia quanto i nostri consumi personali contribuiscono ad aumentare il malvagio CO2: abbiamo mangiato carne di bue anziché insetti? Usiamo o no un’auto elettrica? e via inquisendo, accusando, colpevolizzando. Questa è la strategia per la ‘salute globale’ che la Kommissione UE presenterà il prossimo mese. Come agirà il nuovo Ministro della Salute del governo di ‘destra’ scelto, a quanto si dice, da Mattarella? Si accettano scommesse”. In basso, cliccando sul link, potete leggere l’intervento di Ursula von der Leyen al Grand Challenges Annual Meeting e apprezzare le profonde ‘intese’ programmatiche con l’uomo di tutte le Pandemie e Vate di tutti i Vaccini, Bill Gates.

Il clamoroso autogoal firmato Letta
E finalmente approdiamo nel Belpaese. Blondet, nel suo j’accuse, fa riferimento al neo Ministro per la Salute, Orazio Schillaci, a quanto pare caldeggiato dallo stesso Sergio Mattarella e con ogni probabilità ‘digerito’ con qualche mal di pancia dal ‘Primo Ministro’ Giorgia Meloni. La quale, nel suo intervento al Senato, ha però annunciato (vivaddio, una delle poche note positive tra le sue parole) che verrà presto istituita una Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul Covid: ossia sulla sciagurata gestione dei primi, fatali mesi della pandemia che hanno causato la morte di ben 120mila italiani. Nella sua replica, il segretario-ectoplasma del PD, Enrico Letta, si è esibito in uno dei più plastici autogoal della nostra storia politica. Ecco le sue parole, che gli italiani ricorderanno a lungo:“Quello che ci spaventa (nelle parole di Meloni, ndr) è la concretezza, non l’identità. Ci spaventa la concretezza dove l’abbiamo vista, nel suo discorso, nel passaggio da brividi che ho sentito sul Covid e sulla salute. Siamo orgogliosi di avere nel nostro gruppo il Ministro Roberto Speranza, che rappresenta quello che ha fatto l’Italia in questi anni difficili”. Testuale. E’ rimbambito, Letta, o cosa? Da ricovero immediato nel più vicino presidio psichiatrico. Perché è ormai sotto gli occhi di tutti il totale sfascio della gestione pandemica, quei tragici mesi che vanno da febbraio a dicembre 2020, quando l’Italia ha dovuto soggiacere al criminale diktat ‘Tachipirina e Vigile Attesa’ che ha costretto al ricovero tantissimi italiani che avrebbero potuto essere curati a casa, invece di essere portati in ospedale, sbattuti nelle terapie d’urgenza, intubati e uccisi. Mentre sarebbe stato possibile salvare migliaia e migliaia di vite semplicemente utilizzando quei farmaci e quelle cure che già esistevano in commercio, come ad esempio l’idrossiclorochina, cui ha fatto ricorso con ottimi risultati terapeutici Didier Raoult, il grande ricercatore francese e da sempre direttore del più importante ospedale europeo, a Marsiglia, sul fronte delle malattie infettive. C’è voluta, dopo la battaglia di medici, avvocati, associazioni, pazienti e familiari, solo un'ordinanza del Consiglio di Stato (firmata il 12 dicembre 2020) per ‘legittimare’ l’uso dell’idrossiclorochina, fino a quel momento criminalizzata. Sostenevano Speranza e il codazzo degli scienziati del branco CTS:“Ha effetti avversi sul sistema cardiocircolatorio”.

Un falso scientifico in piena regola: perché a prenderla, senza accusare effetti avversi, erano da anni migliaia e migliaia di italiani affetti da forme di artrite o artrosi. E neanche una parola da Speranza e dai virologi taroccati al seguito invece sui pesantissimi effetti avversi prodotti dai vaccini, soprattutto a carico del sistema cardiocircolatorio, come sta emergendo in modo clamoroso in questi ultimi mesi, e come confermano, dagli USA, le cifre dei CDC. Su queste pesantissime responsabilità politiche e scientifiche hanno scritto dei veri e propri j’accuse il magistrato (ma si è appena dimesso dalla Kasta) Angelo Giorgianni, autore di un vero pugno nello stomaco, “La Strage di Stato - Le verità nascoste del Covid”, e uno dei pochi, autentici virologi in campo, Giulio Tarro, che ha firmato a giugno 2020 “Covid-19 - Il virus della paura”, e solo pochi mesi fa “Covid-19 - La fine di un incubo”. In quest’ultimo da sottolineare la forte richiesta dei test genetici, da rendere obbligatori, perché sono l’unico strumento in grado di stabilire il grado di tollerabilità, per l’organismo, dei vaccini, soprattutto per quanto riguarda il sistema cardiovascolare. E finiamo con le inchieste della magistratura, tanto per rimanere in tema di responsabilità per la ‘strage del Covid’ (senza peraltro dimenticare la strage in corso per gli effetti avversi dei vaccini). Procede, a Bergamo, l’inchiesta della procura, per accertare, appunto, di chi siano le colpe per la catastrofe pandemica. Ma dobbiamo subito notare una grossa anomalia: sapete chi ha effettuato la super-perizia medico scientifica per conto delle toghe orobiche? L’esperto di malattie tropicali Andrea Crisanti, che in questi mesi si sta rimboccando le maniche per un grosso studio sulle zanzare africane (la sua specialità) che sta svolgendo con l’Imperial College di Londra (dal quale uscirono i primi ‘depistanti’ studi sul Covid), finanziato, guarda caso, dall’onnipresente Bill & Melinda Gates Foundation. E’ stato appena eletto in Parlamento, il nostro Zanzarologo, con la maglietta del PD. Sorge spontaneo un interrogativo: quale credibilità ‘politica’ può avere la sua perizia? Pensate forse che il PD Crisanti osi attaccare l’ex Ministro e collega di partito appena osannato da Letta?

E Pfizer evade anche le tasse
Un’ultima chicca. Non solo ruba, truffa & ammazza, Pfizer. Ma adesso non paga nemmeno le tasse, tanto per rimpinguare sempre più i suoi già stratosferici profitti. E non le paga in Italia. Lo stanno documentando le Fiamme Gialle che, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, sta portando avanti un’indagine fiscale che riguarda gli anni 2017, 2018 e 2019. Secondo un report di Bloomberg, “la Guardia di Finanza sostiene che l’unità di Pfizer con sede appena fuori Roma, Pfizer Italia srl, ha trasferito il capitale in eccesso alle affiliate negli Stati Uniti e nei Paesi Bassi per evitare le tasse sui profitti, che possono arrivare fino al 26 per cento”. In particolare, secondo le stime di Bloomberg, Pzifer avrebbe trasferito 1,2 miliardi di euro alle divisioni affiliate Pfizer Production e Pfizer Manifacturing negli Stati Uniti e in Olanda. Se tanto mi dà tanto, cosa avrà combinato la regina dei vaccini negli anni d’oro della pandemia e quanto verrà mai fuori dai sontuosi bilanci 2020 e 2021? Ne vedremo delle belle…

Il discorso integrale della Von der Leyen alla riunione annuale della Bill & Melinda Gates Foundation
Caro Bill Gates, distinti ospiti. E' così bello rivederti Bill, perché l’ultima volta che ci siamo incontrati è stato solo un mese fa a New York all’evento Global Goalkeepers. Sono stata molto commossa dal riconoscimento da parte della vostra fondazione della leadership europea in materia di salute globale e lotta contro il Covid 19. Il premio è davvero collettivo. Appartiene a tutti gli europei che hanno mostrato tanta dedizione durante la pandemia, dai lavoratori in prima linea nei nostri ospedali e servizi essenziali, agli scienziati che hanno sviluppato i vaccini salvavita. Oggi, siamo raggiunti da molti di voi qui, da tutto il mondo, che si impegnano per la salute e l’equità globali. Quindi vorrei sfruttare questa occasione per riflettere sull’esperienza della pandemia, non da un punto di vista medico ma dal punto di vista di un decisore politico. E vorrei dare una valutazione sobria di ciò che penso sia andato bene e di dove dobbiamo fare meglio in futuro. Ho sei lezioni che abbiamo preso. La prima lezione, non a caso, è la massima importanza della solidarietà e della cooperazione. Cominciamo con l’esperienza europea. Quando il virus Covid 19 è approdato in Europa, all’inizio le cose sono diventate davvero difficili. Alcuni Stati membri hanno scelto di chiudere le frontiere per materiali e attrezzature salvavita. C’era una dura concorrenza per dispositivi di protezione, ventilatori e altre forniture mediche tra i diversi Stati membri. Il nazionalismo vaccinale è diventato la norma in tutto il mondo. Posso dirtelo: noi europei abbiamo avuto le nostre discussioni pubbliche dure e dolorose. Ma a un certo punto, l’Unione Europea ha deciso di intraprendere una strada diversa, quella della solidarietà e dell’apertura. Abbiamo convinto gli Stati membri a non chiudere le frontiere ma a condividere attrezzature e personale. Abbiamo deciso di acquistare i vaccini insieme e di non competere tra di noi. Abbiamo iniziato la campagna di vaccinazione esattamente lo stesso giorno in tutti i nostri 27 Stati membri.

Sì, abbiamo iniziato con numeri bassi, e questo è stato pesantemente criticato, ma abbiamo avuto un’equa distribuzione. Indipendentemente dal fatto che tu sia uno Stato membro più grande o piccolo, ricco o meno ricco. Abbiamo deciso di non chiudere i nostri confini per le esportazioni di vaccini ma di introdurre un meccanismo di trasparenza. E a questo punto, molte, molte grazie a lei Presidente del Consiglio, caro Alexander De Croo. Hai insistito per rimanere aperto alle esportazioni perché sapevi quanto sia importante per la fiducia dell’industria farmaceutica, a seconda di dove si trovano. Oggi, oltre l’80% della popolazione adulta dell’Unione Europea è completamente vaccinata. Allo stesso tempo, abbiamo esportato i due terzi dei vaccini prodotti in Europa nel resto del mondo. La mia seconda lezione: la scienza non esiste nel vuoto. Credo che non sia stato un caso che i vaccini più sicuri ed efficaci siano stati sviluppati e diffusi rapidamente nelle società aperte. La scienza dipende dalla cooperazione, dall’educazione, dalla tutela dei diritti di proprietà intellettuale, ovviamente da una corretta condivisione dei dati. Ma dipende anche dalla mobilità individuale, ad esempio, dalla libertà di movimento e, naturalmente, dal contesto normativo e dalla traduzione dei risultati in prodotti, servizi e politiche. Tutti questi fattori consentono agli scienziati di svolgere al meglio il proprio lavoro e consentono alla società di trarne i frutti. I miei colleghi ed io abbiamo beneficiato enormemente della saggezza collettiva della consulenza scientifica: lei, professor Peter Piot, è stato il mio consulente personale per il Covid 19, e il modo in cui mi ha dato guida e consigli su base giornaliera è stato eccezionale; dal mio gruppo di consulenti scientifici Covid 19, scelti da te, Peter; e anche dalla piattaforma di 27 consulenti governativi degli Stati membri che abbiamo creato. Quindi sono la trasparenza e la responsabilità, la nostra libertà di parola e la libertà della scienza che consentono una buona elaborazione delle politiche e innovazione. Questi sono i valori da cui dipendono e alimentano le società democratiche. Quindi sono state le democrazie a sviluppare vaccini efficaci salvavita e che sono state in grado di sostenere al meglio i loro cittadini quando avevano più bisogno del nostro aiuto. La mia terza lezione riguarda il miracolo dei vaccini stessi. In quanto medico di formazione, l’importanza della ricerca e dello sviluppo non è una novità per me. Ma la pandemia lo ha reso molto reale per tutti noi. Come sapete, gli eccezionali vaccini mRNA non sono nati dal nulla. La loro scoperta, come tutta l’innovazione, si basa su investimenti a lungo termine negli scienziati e nella loro ricerca. In effetti, la Commissione Europea ha investito nella ricerca sui vaccini mRNA dall’inizio degli anni 2010. In Europa però non avevamo una BARDA, come negli Stati Uniti, che si prepara al caso di emergenza. Devo dire che questo era un evidente svantaggio. Quindi l’abbiamo imparato nel modo più approssimativo. E durante la pandemia, abbiamo creato HERA per anticipare le minacce e le potenziali crisi sanitarie. La cooperazione globale nella ricerca e sviluppo è fondamentale per la scoperta. Ecco perché, ad esempio, HERA e CEPI, la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations, hanno recentemente firmato una lettera di intenti. Coopereranno allo sviluppo di vaccini di prossima generazione, anche per Covid 19, come parte della nostra strategia Vaccines 2.0. Orizzonte Europa fornisce contributi su base annua di 35 milioni di euro. E sono molto lieto che la nostra partnership di sperimentazione clinica per HIV/AIDS, tubercolosi e malaria tra i Paesi europei e in via di sviluppo abbia recentemente concordato di co-gestire inviti a presentare proposte con la Bill & Melinda Gates Foundation. Il che mi porta alla lezione quattro: capacità di produzione.

Avere vaccini sicuri ed efficaci non è abbastanza, lo sappiamo tutti. Avevamo un disperato bisogno di capacità manifatturiera, nonché di catene di approvvigionamento aperte. Ricordo vividamente che, al culmine della pandemia, abbiamo assistito a carenze di ogni tipo lungo l’intera catena del valore del vaccino, dalle sacche del bioreattore alle fiale, dai lipidi alle siringhe. Quindi abbiamo istituito una task force per lavorare con l’industria, con partner globali, per rimuovere questi colli di bottiglia. Ciò ha contribuito ad aumentare la capacità di produzione mensile nell’Unione Europea, da 20 milioni di dosi di vaccino al mese all’inizio del 2021 a circa 300 milioni di dosi di vaccino al mese entro la seconda metà dell’anno. Dopo aver appreso questa lezione, ora abbiamo istituito l’EU-FAB. Signore e signori, finora l’Europa ha inviato più di 2,5 miliardi di dosi di vaccino contro il Covid 19 in 168 Paesi in tutto il mondo. Questa è la nostra quinta lezione: la cooperazione e la solidarietà devono essere globali. All’inizio della pandemia non esisteva un quadro globale appropriato per consentire un’equa condivisione di vaccini e altre contromisure mediche. Quindi abbiamo contribuito a creare ACT-Accelerator e COVAX, che abbiamo finanziato con 3 miliardi di euro, e abbiamo donato mezzo miliardo di dosi di vaccino ai paesi a basso reddito. Ma chiaramente, questo non era un approccio sufficiente, bisognava fare di più e si può fare di più. Questo è il motivo per cui ora abbiamo adottato un approccio diverso. Stiamo supportando direttamente i Paesi in via di sviluppo: attraverso finanziamenti, attraverso il rafforzamento delle capacità normative e il trasferimento di tecnologia, per costruire la propria capacità di produzione di vaccini. Stiamo lavorando con Senegal, Ruanda, Sud Africa e Ghana per produrre vaccini mRNA prodotti in Africa, per gli africani. E ora stiamo adottando un approccio simile con l’America Latina. Ci hanno chiesto di fare lo stesso. E ovviamente abbiamo risposto positivamente. Perché questa è la strada da percorrere. La resilienza regionale è la soluzione che costruisce la resilienza sanitaria globale. La sesta e ultima lezione riguarda, infatti, il sistema sanitario globale. Nel corso degli anni, la salute globale è stata costantemente sottofinanziata e trascurata. Non da artisti del calibro della Bill & Melinda Gates Foundation, che sta facendo un lavoro esemplare, ma dai governi. La chiave è essere preparati, e questo significa mantenere l’investimento e mantenere l’attenzione sulla salute globale, in ogni momento. Anche adesso, in questi tempi difficili, con un focus completamente diverso. Sono lieta che alla fine abbiamo deciso di creare un Fondo per la Preparazione e la Risposta alle Pandemie. La Commissione Europea, insieme agli Stati Uniti, ha impegnato ciascuna 450 milioni di dollari. E questo è solo l’inizio. Con questo finanziamento rafforzato, rafforzeremo a livello globale la sorveglianza delle minacce sanitarie transfrontaliere, il rafforzamento dei sistemi sanitari, Signore e signori, so che abbiamo ancora molta strada da fare, ma grazie a tutti voi e alla vostra dedizione alla salute e all’equità globali, credo che siamo sulla strada giusta. Il mese prossimo, la Commissione Europea presenterà la strategia dell’UE per la salute globale: è la nostra proposta al mondo su come lavorare meglio insieme in partenariato, per far avanzare l’obiettivo comune della salute globale. E, naturalmente, si baserà sulle lezioni che ti ho appena delineato. Non vedo l’ora di continuare il nostro stretto lavoro insieme. E ti auguro una conferenza gratificante e premurosa.

Fonti
- www.maurizioblondet.it/von-der-leyen-a-novembre-strategia-ue-sulla-salute-...
- comedonchisciotte.org/scienziati-pazzi-creano-un-coronavirus-con-una-letalita-dell80-n...

Andrea Cinquegrani
27 ottobre 2022
www.lavocedellevoci.it/2022/10/27/covid-vaccini-tutti-i-responsabili-di-affari-tresche-connection-nome-p...
08/11/2022 00:37
 
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Quasi il 40% dei “decessi Covid” erano falsi

La Finlandia è uno dei primi Paesi a trovare prove di frodi governative in tutto il mondo nel segnalare i decessi di Covid durante la pandemia. L’innovativo rapporto fa luce sui modi in cui i funzionari sanitari di tutto il mondo stanno esagerando i “decessi legati al Covid” per fomentare l’isteria di massa. Secondo Sirkka Goebeler, esperto capo dell’Istituto finlandese per la Salute e il Benessere (THL), il Covid 19 non è stata la vera causa di morte fino al 40% dei decessi attribuiti alla malattia in Finlandia. Pertanto, non sono elencati come decessi per coronavirus nei dati ufficiali di Statistics Finland. Il rapporto finlandese afferma:“Il dipartimento di Goebeler controlla tutti i certificati di morte finlandesi prima che vengano inoltrati all’ufficio statistico statale. Il documento si concentrerà sui certificati di morte correlati al coronavirus in cui il medico curante ha elencato il Covid come causa di morte primaria o concorrente”. “Il numero THL di decessi correlati al Covid fino a martedì era di 6.407, ma quel numero include tutti i decessi avvenuti entro 30 giorni da un test positivo per il coronavirus”, continua il rapporto. “Secondo Goebeler, in quasi 4.000 di questi casi, il Covid è indicato come causa di morte primaria o immediata. In quasi 1.600 casi, il coronavirus è elencato come un fattore che contribuisce”. “In circa 900 casi inizialmente registrati come decessi legati al Covid, i certificati di morte effettivi non contengono alcuna prova di infezione da coronavirus”, continua il rapporto. Il rapporto finlandese aggiunge alle lamentele di statistici ed esperti di salute che non è stata fatta alcuna distinzione tra decessi per Covid e decessi con Covid durante la pandemia.

Ci sono indicazioni secondo cui la fusione sia stata deliberata negli Stati Uniti al fine di promuovere e perpetuare uno stato di preoccupazione pubblica. I più evidenti segnali di allarme erano che circa il 95% dei decessi per Covid presentava molteplici comorbidità gravi e l’età media di morte era vicina all’aspettativa di vita. Le statistiche dei CDC mostrano che il 95% dei decessi correlati al Covid riporta una media di quattro comorbidità, mentre il 5% ha Covid come unica causa di morte nota. Queste comorbidità includono malattie cardiovascolari (10,5%), diabete (7,3%) e cancro (5,6%). L’età media dei decessi correlati al Covid è di 77 anni. Nonostante il massiccio disordine, che ora viene corretto in Finlandia, il numero di decessi legati al Covid si attesta solo allo 0,084% della popolazione mondiale, che è relativamente piccolo rispetto ad altre grandi pandemie globali. Gli statistici finlandesi hanno spiegato il perché la consueta segnalazione ufficiale dei decessi per Covid fosse altamente viziata. “Le cifre che finiscono come parte dei confronti internazionali possono includere ad esempio casi in cui un paziente ha avuto un grave infarto prima o dopo essere stato infettato dal coronavirus e alla fine è morto per insufficienza cardiaca”, afferma il rapporto. “La malattia di accompagnamento del Covid può essere molto lieve e quindi non viene indicata come causa di morte. Nelle prime fasi della pandemia, la metrica basata sull’intervallo di tempo di 30 giorni aveva più senso, ha affermato Goebeler. Anche allora, c’erano relativamente pochi falsi positivi. L’età media delle persone morte dopo essere risultate positive al coronavirus è passata da 84 a 85 anni dalla scorsa primavera. L’età media degli uomini è di 81 anni e quella delle donne di 87 anni. “La maggior parte dei decessi ora si verifica alla fine del ciclo di vita naturale”, afferma Goebeler. “Puoi contare sulle dita di una mano quanti pazienti di età inferiore ai 60 anni sono morti di solo Covid da marzo dello scorso anno”, ha aggiunto. Come riportato in precedenza, il coordinatore della pandemia di Covid sotto l’Amministrazione Trump, il dott. Deborah Birx, nel suo libro Silent Invasion: The Untold Story of the Trump Administration, Covid-19, and Preventing the Next Pandemic Before It’s Too Late, ammette di aver “nascosto” i dati inviati agli Stati per proteggere la loro gestione delle risposte Covid. “La nostra routine di scrittura di rapporti del sabato e della domenica è diventata presto un 'scrivi, invia, rivedi, nascondi, invia nuovamente'”, scrive Birx.

“Fortunatamente, questa diapositiva strategica ha funzionato”. In un lampante esempio di frode di dati segreti in pieno giorno, il Dr. Birx in realtà ammette che gli Stati Uniti hanno esagerato i tassi di mortalità legati al Covid. “Penso che in questo Paese abbiamo adottato un approccio molto liberale alla mortalità”, ha detto Birx in una conferenza stampa nell’aprile 2020. “Ci sono alcuni Paesi in cui se avessi una condizione preesistente, diciamo, a causa del virus, e poi avessi avuto un problema al cuore o ai reni, ciò sarebbe registrato come un problema al cuore o ai reni e non come un decesso per Covid 19. Lo stiamo ancora registrando in questo momento. E lo faremo. Voglio dire, la cosa grandiosa è che abbiamo moduli che arrivano e un modulo che ha la capacità di segnalarlo come un’infezione da Covid 19. L’intento è che se qualcuno muore con il Covid 19 lo consideriamo come un decesso da Covid 19”. Un giornalista ha giustamente ribattuto:“Può esserne sicura? Voglio dire, i coroner dicono che non è necessariamente così, è sicura? Come può esserne sicura?”. Quella domanda era appropriata all’epoca. La risposta è semplice: gli esperti di salute pubblica stavano deliberatamente cercando di fomentare il panico durante la pandemia di Covid. Gli “esperti” hanno manipolato il dibattito sul Covid e il pubblico americano ora chiede responsabilità.

Fonte: uncutnews.ch/finnland-deckt-massiven-covid-meldeskandal-auf-fast-40-der-covid-todesfaelle-waren-gef...

07 novembre 2022
greenpass.news/quasi-il-40-dei-decessi-covid-erano-falsi-uncut-...
11/12/2022 21:48
 
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Twitter Files: la censura colpiva anche le critiche alla gestione Covid

Nuove rivelazioni fanno luce sulla censura operata da Twitter nella gestione dei contenuti considerati scomodi prima dell’acquisizione del social da parte di Elon Musk. “Da nuova indagine emerge che i team dei dipendenti di Twitter costruivano liste nere, impedivano ai tweet sfavoriti di diventare di tendenza e limitavano la visibilità di interi account o addirittura di argomenti di tendenza”, ha spiegato in un thread pubblicato su Twitter Bari Weiss, ex giornalista del New York Times e del Wall Street Journal, e ora direttrice di Free Press. Il quotidiano The Epoch Times ha riferito che Weiss sta lavorando con Musk e il giornalista indipendente Matt Taibbi per divulgare al pubblico i documenti interni di Twitter, rivelando le pratiche della piattaforma Big Tech prima dell’acquisizione della società da parte di Musk. La nuova tranche di rivelazioni, dopo il caso del PC di Hunter Biden, figlio del Presidente americano, fa luce anche sulla censura operata sulle posizioni contrarie alla gestione del Covid 19. È il caso del dottor Jay Bhattacharaya, professore della Stanford University School of Medicine, che ha criticato i vaccini e le norme anti-Covid. Secondo The Epoch Times, “Bhattacharya è stato inserito nell’elenco perché ha affermato che i bambini sarebbero stati danneggiati dai lockdown. Questa azione ha impedito ai suoi tweet di fare tendenza“. Altri account presi di mira per la censura includevano quelli di Libs of TikTok, sospeso sei volte per incitamento all’odio nonostante un documento interno dimostri che i gestori della pagina non hanno mai violato il regolamento interno di Twitter. Poi ancora il conduttore di talk show conservatore Dan Bongino, che è stato inserito in una “lista nera di ricerca”, stessa sorte riservata all’attivista conservatore Charlie Kirk, fondatore di Turning Point USA. Una tecnica, quella utilizzata dagli ex dirigenti di Twitter, chiamata Visibility Filtering, “filtraggio di visibilità”, che porta all’oscuramento di alcuni utenti o contenuti attraverso l’azione censoria portata avanti da quello che Weiss definisce un “gruppo segreto“, che prende il nome di Strategic Response Team - Global Escalation Team, di cui facevano parte ex dirigenti di Twitter. “Siamo solo all’inizio del nostro rapporto“, ha detto la direttrice di Free Press, annunciando a breve la pubblicazione di una nuova serie di documenti. Intanto il nuovo Amministratore Delegato del social, Elon Musk, continua la sua riforma, per così dire, delle politiche di gestione degli account per ristabilire un criterio equo della diffusione dei contenuti e per riabilitare gli utenti oscurati:“Twitter sta lavorando a un aggiornamento software che mostrerà il vero stato del tuo account, così saprai chiaramente se sei stato bannato, il motivo e come fare ricorso”, ha cinguettato ieri in un post l’impreditore sudafricano.

Elisabetta Barbadoro
10 dicembre 2022
www.byoblu.com/2022/12/10/twitter-files-la-censura-colpiva-anche-le-critiche-alla-gestion...
29/01/2023 19:34
 
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I funzionari del CDC USA fornirono dati falsati sulla mortalità infantile da Covid, ma non si scusano con il pubblico

I funzionari sanitari statunitensi, che hanno diffuso dati gonfiati sulla mortalità infantile del Covid 19 in riunioni pubbliche, si sono scusati per i dati falsi, ma non con il pubblico, come dimostrano le e-mail ottenute di recente. Le dottoresse Katherine Fleming-Dutra e Sara Oliver, dei Centri Statunitensi per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC), hanno offerto dati falsi nel 2022, mentre i funzionari statunitensi stavano valutando la possibilità di concedere un’autorizzazione d’emergenza per i vaccini Covid 19 per i bambini a partire dai 6 mesi. Lo studio citato è stato pubblicato prima della revisione paritaria da un gruppo composto principalmente da autori britannici. Lo studio è stato corretto dopo la revisione accademica, cosa che accade, ma loro ne avevano già utilizzato i dati errati. Le e-mail ottenute da The Epoch Times mostrano che Fleming-Dutra e Oliver sono stati avvisati di aver diffuso informazioni errate, ma né i funzionari né il CDC hanno informato il pubblico di questo fatto:

www.theepochtimes.com/exclusive-cdc-officials-told-they-spread-misinformation-but-still-didnt-issue-correction-emails_4826...

Le e-mail ottenute di recente mostrano che i funzionari si sono scusati con Seth Flaxman, uno degli autori dello studio, e si sono persino offerti di vedere se lo studio potesse essere pubblicato nella quasi-rivista del CDC, ma non hanno reso pubblico il proprio errore. “Ritengo… che ti dobbiamo delle scuse”, ha scritto Oliver a Flaxman il 27 giugno, circa 10 giorni dopo che lei e Fleming-Dutra avevano falsamente affermato che in America c’erano stati almeno 1.433 decessi attribuiti principalmente al Covid 19 tra i giovani di 19 anni. “Attiriamo l’attenzione di una serie di persone con le riunioni dell’ACIP e ci scusiamo che questa volta siate stati coinvolti”. “Mi dispiace anche che siate stati coinvolti nell’attenzione che si è creata intorno alle riunioni del VRBPAC e dell’ACIP”, ha aggiunto Fleming-Dutra. La dottoressa aveva presentato i dati al Comitato Consultivo per i Vaccini e i Prodotti Biologici Correlati, che consiglia la Food and Drug Administration statunitense, e al Comitato Consultivo sulle Pratiche di Immunizzazione, che consiglia il CDC. Utilizzando i dati del CDC, Flaxman e i suoi coautori hanno affermato che negli Stati Uniti ci sono stati almeno 1.433 decessi attribuiti principalmente al Covid 19 tra i soggetti di età compresa tra 0 e 19 anni. Il numero reale era di 1.088, hanno riconosciuto gli autori nella versione corretta dello studio. I dati hanno avuto un impatto oggettivo. Hanno dimostrato “che non si tratta di una malattia minore nei bambini”, disse all’epoca la dottoressa Katherine Poehling, uno dei membri dell’ACIP. Quanti altri dati sono stati manipolati e forniti in modo falsato al pubblico negli ultimi anni? Forse non lo sapremo mai.

Guido da Landriano
26 gennaio 2023
scenarieconomici.it/i-funzionari-del-cdc-usa-fornirono-dati-falsati-sulla-mortalita-infantile-da-covid-ma-non-si-scusano-con-il-p...
22/02/2023 16:32
 
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Per la comunità scientifica è tempo di autocritica. Con buona pace di Burioni

Nei giorni scorsi, sulle pagine de La Stampa è andata in scena una vivace polemica tra Mattia Feltri e l’onnipresente Roberto Burioni. Motivo del contendere: il trionfo di Novak Djokovic agli Australian Open. Ad accendere la miccia ci ha pensato Feltri che, ritenendo ingiustificate le intemerate riservate all’asso serbo, nel suo Buongiorno si è scagliato contro “le enunciazioni imperiose” di alcuni esperti, particolarmente esposti sul piano mediatico (tra cui proprio Burioni), condivisibili, a suo parere, solo quando eravamo in emergenza (su questo punto resta la forte perplessità di chi scrive).

Buongiorno, Feltri
Ora, invece, con il virus ormai endemico e molto meno pericoloso, “insistere con le enunciazioni imperiose segnala che, sulle libertà e sul mondo in cui viviamo, stavolta a non capirci più nulla sembrano gli imperiosi enunciatori”. Be’, Feltri solleva una questione che i lettori di Atlantico Quotidiano conoscono alla perfezione: la persistenza della narrazione tremendista pure a pandemia terminata. Meglio tardi che mai, verrebbe da osservare. Tuttavia, pure quella che appare come un’affermazione di buon senso ha urtato la suscettibilità di Burioni, il quale ammette che il virus è nella fase terminale ma non ci sta ad ammainare la bandiera.

Burioni non si arrende
Djokovic, con il suo comportamento, è diventato un idolo per i pericolosi complottisti che non credono alla medicina e la sua vittoria sportiva un gagliardetto da sventolare in faccia a chi in questi mesi della scienza si è fidato, consentendoci con questo comportamento di tornare a una relativa normalità. Soprattutto non troppo zelo, gli avrebbe suggerito il principe Talleyrand se solo avesse conosciuto il nostro Burioni. Ma lui è inflessibile e non arretra di un millimetro dalla trincea pandemica:”L’anno scorso Djokovic si è fatto cacciare dagli Open di Australia per non farsi somministrare un farmaco efficace e sicuro che avrebbe protetto la sua salute e quella degli altri (siamo dalle parti del “Green Pass è garanzia di ritrovarsi tra persone non contagiate o non contagiose” di draghiana memoria, ndr)”. E, quindi, così ha concluso:“Insomma, i toni potranno pure essere eccessivi, ma è pur vero che ci sono Campioni e campioni”. Ecco, secondo Burioni, Djokovic è un campione con la “c” minuscola perché non ha seguito i precetti del credo pandemico, difendendo la sua libertà di scelta anche a costo di rinunciare a importanti tornei. Perciò, viene trattato alla stregua di un miscredente, di un eretico, di un blasfemo. Eppure, se solo il tennista serbo intendesse replicare, potrebbe allegare un recente articolo di Newsweek, che si aggiunge a quello del Wall Street Journal di cui abbiamo dato conto la scorsa settimana.

Ora riconoscere gli errori
L’autorevole rivista statunitense ha ospitato un intervento del ricercatore Kevin Bass dal titolo assai eloquente:“È tempo per la comunità scientifica di riconoscere di aver sbagliato sul Covid e che questi errori sono costati vite”. La critica dello scienziato texano è stata indirizzata alle massime autorità sanitarie del suo Paese, ree di aver fuorviato i cittadini strumentalizzando le informazioni su aspetti cruciali della vicenda, come la sottovalutazione della immunità naturale rispetto a quella indotta da farmaco, l’eccessiva enfatizzazione della chiusura delle scuole come strumento per rallentare il contagio, la diffusione del virus attraverso l’aerosol, l’insistenza sulle mascherine obbligatorie e sulla campagna di vaccinazione estesa anche ai più giovani nonostante i rischi di reazioni avverse. Tutte indicazioni dogmatiche che sono state puntualmente smentite da successivi studi scientifici. Bass ha scritto che, nelle fasi inziali, qualche abbaglio poteva essere anche giustificato, ma adesso non più.

Demonizzazione e censura

Poi, si è soffermato anche sul trattamento riservato a chi ha fortemente criticato questa strategia o a che si è mostrato semplicemente scettico:"Abbiamo dipinto coloro che si opponevano ai nostri sforzi come individui ignoranti, egoisti e malvagi. Abbiamo reso la scienza uno sport di squadra e, così facendo, l’abbiamo resa non più scienza. Si è trasformata in un noi contro di loro, e “loro” hanno risposto nell’unico modo in cui chiunque potrebbe aspettarselo: resistendo". Non è mancato il passaggio sulle prestigiose voci scientifiche che sono state incredibilmente silenziate:"I professori di Stanford di fama mondiale John Ioannidis, Jay Bhattacharya e Scott Atlas, o i professori dell’Università della California di San Francisco Vinay Prasad e Monica Gandhi, hanno dovuto affrontare una severa censura da parte di folle implacabili di critici e detrattori".

Danni collaterali
Insomma, secondo lui, un approccio meno rigido e meno arrogante avrebbe salvato più vite e non avrebbe provocato la pericolosa radicalizzazione della società che si è pure manifestata con l’aumento dei crimini e di episodi di violenza. Per non dire dei disastri sul piano sanitario certificati dalle sindromi depressive e dagli stati di ansia moltiplicati a dismisura nella popolazione post pandemica. Così come non si può tacere sul crollo dei risultati scolastici tra i più giovani per effetto di chiusure e didattica a distanza.

Perdita di fiducia
Bass, più in generale, ha parlato di una perdita di fiducia delle persone nei confronti delle autorità scientifiche e di quelle politiche, queste ultime colpevoli di aver cospirato con i big dell’informazione mainstream per sopprimere le contestazioni ed esporre i dissidenti al pubblico ludibrio bollandoli come scientificamente analfabeti. L’effetto collaterale di questa impostazione autoritaria è stata la disintegrazione del tessuto civile delle società occidentali.

Una seria autocritica
Solo una seria autocritica potrebbe correggere tutte le storture evidenziate da Bass, il quale teme però che non si arrivi mai ad ammettere l’approccio sbagliato per il timore di doversi assumere delle responsabilità davanti all’opinione pubblica. Tuttavia, seppure con questa nota di pessimismo conclusiva, il coraggioso ragionamento del ricercatore americano non fa una grinza e sarebbe utile per aprire un ampio dibattito anche laddove i tabù sanitari sono ancora incrollabili. Dovrebbe, in definitiva, servire da lezione per quelli che Feltri ha definito “imperiosi enunciatori”. Per loro, lo zelo non è mai troppo.

Gianluca Spera
04 febbraio 2023
www.nicolaporro.it/atlanticoquotidiano/quotidiano/politica/per-la-comunita-scientifica-e-tempo-di-autocritica-con-buona-pace-di-...
22/02/2023 16:53
 
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Cadute le basi scientifiche delle restrizioni, ora gli USA chiedono l’amnistia pandemica



Ora che è stato comprovato che i vaccini anti Covid 19 non proteggono da infezione e trasmissione, c’è chi chiede un libera tutti per “perdonarci a vicenda per quello che abbiamo fatto e detto quando eravamo all’oscuro del Covid”. “Dichiariamo un’amnistia pandemica”, titola un articolo del magazine The Atlantic scritto dall’economista americana Emily Oster:

www.theatlantic.com/ideas/archive/2022/10/covid-response-forgiveness...

Ora che la falsa narrazione scientifica su cui si sono basate le restrizioni e l’imposizione del vaccino sono crollate, Emily Oster sottolinea:“La maggior parte degli errori sono stati commessi da persone che stavano lavorando seriamente per il bene della società”. Per questa presunzione di serietà e di innocenza degli esperti che brancolavano “al buio”, la docente di Economia della Brown University chiede la grazia:“Dobbiamo mettere da parte queste lotte e dichiarare un’amnistia per la pandemia (…). Dobbiamo imparare dai nostri errori e poi lasciarli andare. Dobbiamo perdonare anche gli attacchi”. La Oster conclude così l’articolo:“Soffermarsi sugli errori della storia può portare anche a un ciclo di sventura ripetitivo. Riconosciamo di aver fatto scelte complicate di fronte a una profonda incertezza, quindi, cerchiamo di lavorare insieme per ricostruire e andare avanti”. I governi hanno giustificato le restrizioni proprio su quel brancolare “al buio” dei virologi e degli immunologi, i quali però non erano completamente all’oscuro sulla questione, visto che erano già stati pubblicati studi scientifici che evidenziavano che le restrizioni e i vaccini non erano efficaci nell’impedire la diffusione del virus. Troppo semplice ora chiedere l’amnistia a favore di chi ha imposto che i malati morissero soli negli ospedali, ha tolto lavoro e dignità a milioni di persone, ha obbligato alla vaccinazione i ragazzi che dovevano andare a scuola con i mezzi pubblici, ha chiuso in casa per mesi i bambini negando loro il diritto allo studio. Nessuna amnistia, ci vogliono serie condanne nei confronti di chi ha imposto leggi liberticide basate sul nulla scientifico.

Quando era la Oster a spingere i vaccini





Analizzando il profilo Twitter di Emily Oster viene da chiedersi se la richiesta di amnistia sia motivata anche da motivi personali. Il 14 luglio del 2021, l’economista scriveva in un post:“La mia opinione impopolare del giorno è che penso che potremmo raggiungere i limiti della motivazione del vaccino basata sulla paura. E ci sono aspetti negativi nel continuare a seminare paura tra coloro che hanno già paura. Cosa potrebbe funzionare? La completa approvazione della FDA (Food and Drug Administration, ndr) e l’obbligo vaccinale per i lavoratori”. Quando, secondo la Oster, si brancolava ancora “al buio”, la FDA avrebbe dovuto approvare in via definitiva i vaccini e gli Stati Uniti avrebbero dovuto imporre la vaccinazione per i lavoratori. Già il 20 aprile del 2021, la Oster si era detta favorevole all’obbligo vaccinale per gli studenti. “Selvaggiamente impopolare e politicamente irrealizzabile, ma: penso che i governatori dovrebbero prendere in considerazione un lockdown totale a breve termine durante la settimana del Ringraziamento”, scriveva la Oster il 13 novembre del 2020, quando era già palese che il lockdown non riuscisse a bloccare la diffusione del virus. Nel luglio del 2020, Emily Oster affermava che “le scuole non sono i principali vettori” della diffusione del virus. Ma come? Solo nove mesi dopo, sperava in un obbligo vaccinale per gli studenti. Anche la docente della Brown University brancolava “al buio”, come quegli esperti che, secondo lei, ora dovrebbero beneficiare di un’amnistia.

Amnistia per chi ha introdotto imposizioni liberticide, fango per chi poneva dei leciti dubbi sulla gestione pandemica
“Dobbiamo perdonarci a vicenda per quello che abbiamo fatto e detto quando eravamo all’oscuro del Covid”, sarebbe stata utile una simile esternazione quando i televirologi, i giornali e i sedicenti fact-checker diffondevano allarmismo e screditavano fino alla diffamazione i medici che avevano suggerito posizioni differenti. Negli ultimi tre anni, il confronto è stato censurato e contrastato perché doveva esistere un’unica narrazione, altrimenti si era tacciati di essere contro la scienza. Quella stessa scienza è stata vilipesa, trasformata in un dogma perché bisognava “credere” come dei devoti fedeli. La scienza è umile perché si alterna tra cadute e traguardi raggiunti. Nessuna clemenza potrà essere concessa a chi ha denigrato la scienza per scopi lontani anni luce dalla salute delle persone. Nessuna amnistia a favore di chi, nonostante stesse brancolando “al buio”, ha perseguitato milioni di persone.

Francesca Totolo
03 novembre 2022
www.ilprimatonazionale.it/cronaca/cadute-basi-scientifiche-restrizioni-usa-chiedono-amnistia-pandemica...
01/03/2023 20:35
 
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Trieste come Wuhan: viaggio nel laboratorio del mistero

Il Science Park pensa in grande e presto includerà un laboratorio di livello P4 come quello di Wuhan, la metropoli cinese dove si registrarono i primi casi di Covid 19. Le telecamere di "Fuori dal Coro" sono andate nel centro di ricerca nascosto tra le alpi Carsiche, al confine con la Slovenia. Sulle attività che si svolgono all'interno della struttura aleggia il mistero. Il Science Park di Trieste gode di finanziamenti ingenti sia pubblici sia privati. A maggio il governo Draghi ha rifinanziato il centro per 10 milioni di euro e ha esteso l'immunità per tutti i funzionari che vi lavorano. Ma sulle garanzie di sicurezza sanitaria montano la proteste di residenti e associazioni civili locali. Perché in Italia c'è la corsa a costruire i biolaboratori P3 e P4 come in Ucraina? Secondo Joseph Tritto, Presidente dell'Accedemia Mondiale Tecnologie Biomediche, una volta che i laboratori diventano di categoria P4 l'ingerenza di tipo militare è immediata perché hanno scopi difensivi e militari. Resta l'incognita sulla sicurezza per la salute:"Avere un laboratorio P4 in un territorio densamente popolato comporta un rischio altissimo e poco controllabile", dice Tritto. Non solo Trieste: a Pesaro è nato un comitato di protesta contro l'ipotesi di costruzione di un laboratorio sperimentale P3.

01 marzo 2023
www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/friuli-venezia-giulia/trieste-wuhan-laboratorio_61700318-20230...
02/03/2023 20:14
 
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Dipartimento USA conferma origine artificiale SARS COV 2: ora chiedete scusa a Montagnier!

Lentamente, con molta calma, stanno salendo sempre più persone sul carro dell’origine artificiale del SARS COV 2. Gli ultimi in ordine di tempo sono due importanti realtà degli Stati Uniti d’America. Da una parte abbiamo il Wall Street Journal, giornale di riferimento dell’establishment finanziario americano, dall’altro abbiamo il Dipartimento Statunitense dell’Energia.

“Virus uscito dal laboratorio”
Il quotidiano americano ha infatti riportato i dati preliminari dell’indagine svolta dal dipartimento in merito all’origine del SARS COV 2:

www.wsj.com/articles/covid-origin-china-lab-leak-807b7b0a

Un’analisi che diverse agenzie pubbliche statunitensi stanno portando avanti dietro l’input del Presidente Joe Biden e del Congresso. “Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha concluso che la pandemia di Covid molto probabilmente è nata da una fuga di laboratorio, secondo un rapporto di Intelligence classificato recentemente fornito alla Casa Bianca e ai membri chiave del Congresso”, così scrive il Wall Street Journal. Il parere del Dipartimento dell’Energia non è considerato di secondo piano negli Stati Uniti, tutt’altro. L’agenzia ha infatti una notevole esperienza scientifica e sovrintende a una rete di laboratori nazionali statunitensi, alcuni dei quali conducono ricerche biologiche avanzate. Nei prossimi giorni potranno essere resi pubblici i dati che hanno portato il dipartimento a giungere verso questa conclusione. Quest’ultimo giudizio fa il pari con quanto aveva già affermato un’altra importante agenzia americana: l’FBI. Anche in quegli uffici sono piuttosto convinti che il SARS COV 2 sia uscito dall’Istituto di virologia di Wuhan.

I fact checker sbugiardati
Con il passare del tempo saranno sempre più frequenti le prese di posizione verso questa ipotesi: si sa, il tempo è galantuomo e ad emergenza finita diventa anche mediaticamente più facile assumere determinate posizioni. Ricordiamo infatti come all’inizio dello scoppio dell’emergenza sanitaria, l’unica teoria ritenuta accettabile era quella della zoonosi, ossia della trasmissione del virus da un pipistrello, attraverso un animale ospite fino all’uomo. Le tempistiche estremamente ridotte per questo salto di specie, la mancata identificazione dell’animale ospite insieme alla presenza di un laboratorio di massimo sicurezza proprio nella città di Wuhan avevano però fatto storcere il naso a diversi scienziati di fama internazionale. Tra questi Luc Montagnier, che nell’aprile 2020 così si esprimeva:“La storia del mercato del pesce è una bella leggenda ma non è possibile che sia solo un virus trasmesso da un pipistrello, probabilmente è da questo che sono partiti, poi lo hanno modificato”. Un’ipotesi che era stata oggetto di derisione dei soliti noti fact checker, che avevano portato anche alla censura sui social network di qualsiasi contenuto che potesse fare riferimento all’ipotesi dell’origine artificiale. Ora, tre anni dopo, il Wall Street Journal insieme al Dipartimento dell’Energia americana danno ragione a Montagnier, smentendo i fact checker.

Il ruolo, mai chiarito, della EcoHealth Alliance
Come abbiamo più volte raccontato su Byoblu, l’origine del SARS COV 2 non coinvolge solo l’istituto di virologia di Wuhan, ma anche una ONG americana, la EcoHealth Alliance. Un’organizzazione che ha ricevuto nel tempo finanziamenti dal Dipartimento della Salute guidato da Anthony Fauci per effettuare sperimentazioni sul coronavirus che avevano tutta l’aria di essere del tipo “gain of function”. L’aspetto più preoccupante di questa vicenda è che, nonostante le prove ormai schiaccianti, non si sia ancora posto un freno agli esperimenti di guadagno di funzione sui virus. Solo lo scorso ottobre in un laboratorio della Boston University gli scienziati americani avevano combinato la variante omicron con il ceppo originale di Wuhan, creando così una versione del SARS COV 2 altamente letale. Forse sarebbe ora di mettere definitivamente al bando qualsiasi tipo di sperimentazione in questo senso.

Michele Crudelini
27 febbraio 2023
www.byoblu.com/2023/02/27/dipartimento-usa-conferma-origine-artificiale-sars-cov-2-ora-chiedete-scusa-a-mon...
08/03/2023 03:17
 
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Fuori dal coro, Mario Giordano disintegra Conte e Speranza sul Covid



L'inchiesta sui primi giorni del Covid in Italia ha travolto anche l'ex Premier, Giuseppe Conte, e l'ex Ministro della Salute del suo governo, Roberto Speranza. Se la pandemia non si poteva prevedere, gli inquirenti stanno, però, valutando se ci sia stata qualche sottovalutazione di quello che stava accadendo in provincia di Bergamo. Nell'occhio del ciclone il governo giallo-rosso all'epoca a Palazzo Chigi. A questo tema delicato è stata dedicata l'apertura della puntata di "Fuori dal coro" in onda il 7 marzo su Rete4. Come sempre attraverso le parole del conduttore Mario Giordano. "Io lo so che c'è qualcuno che dice che non si poteva prevedere. Ma non si può prevedere neanche quando uno è sull'autostrada e un camion gli taglia la strada. Però deve prevedere di avere i freni in ordine perché, se non ha aggiustato i freni, quando il camion gli attraversa la strada gli va a sbattere dentro. Ecco, ci hanno fatto andare sull'autostrada del Covid con i freni rotti. Ci hanno fatto andare in guerra con le scarpe di cartone. Questa è solo un'inchiesta, sono tutti innocenti".

mediasetinfinity.mediaset.it/video/fuoridalcoro20222023/puntata-del-7-marzo_F31233620...

07 marzo 2023
www.iltempo.it/personaggi/2023/03/07/news/fuori-dal-coro-mario-giordano-contro-giuseppe-conte-roberto-speranza-covid-3...
08/03/2023 03:21
 
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USA, Covid:"Prove" di pressioni di Fauci su comunità scientifica

In USA la sottocommissione sulla pandemia di Covid della Camera dei Rappresentanti ha dichiarato di disporre di "prove" secondo cui l'immunologo di riferimento della Casa Bianca, Anthony Fauci", "indusse" la scrittura di un articolo scientifico per confutare la teoria relativa all'origine della pandemia nel laboratorio cinese di Wuhan. L'accusa non è nuova: Fauci, nella veste di Direttore dell'Istituto Nazionale di Allergologia e Malattie Infettive USA, avrebbe fatto leva sulla concessione dei fondi pubblici per la ricerca per distogliere l'attenzione dal laboratorio cinese, dove si svolgevano ricerche sul coronavirus da lui personalmente autorizzate.

06 marzo 2023
www.tgcom24.mediaset.it/mondo/usa-covid-fauci-pressioni-comunita-scientifica_61893334-20230...
12/03/2023 18:49
 
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Lockdown, una decisione politica e non scientifica

Cosa si dicevano, fra loro, i membri del governo durante le decisioni fondamentali prese durante la pandemia di Covid 19, quando ci venne ordinato di stare a casa? Quasi in contemporanea sono state pubblicate le conversazioni in chat di Whatsapp sia italiane che inglesi. Dove è la notizia? Si scopre veramente poco di nuovo, almeno finora, sui cambi di strategia, anche improvvisi, da parte dei maggiori decisori di allora. Emerge, come era prevedibile, anche la leggerezza e il cinismo di dirigenti e politici ai massimi livelli, che ironizzano sulle questioni più terribili e scherzano anche nel mezzo della tragedia. Piccole e grandi meschinità, tipiche di ogni epoca, che sicuramente faranno sensazione presso l’opinione pubblica e alimenteranno la polemica politica ancora per molto. Ma il vero nocciolo della questione è un altro. Dalle conversazioni “private” dei personaggi pubblici, sia italiani che inglesi, emerge chiaramente che le decisioni sul lockdown vennero prese per motivi politici, molto più che scientifici. Ciò è evidente soprattutto nei “Lockdown Files” britannici, come li chiama il quotidiano Telegraph, dove emerge chiaramente come l’allora Premier Boris Johnson cambiasse idea, anche passando da un eccesso all’altro, a seconda di come andavano i sondaggi. Contò anche molto l’esperienza personale. Boris Johnson, prima di essere ricoverato con il Covid 19, prima di rischiare seriamente di morire, era scettico sul lockdown, quando non apertamente contrario. Dopo la sua guarigione cambiò atteggiamento e divenne un sostenitore zelante delle chiusure. Ma l’opinione pubblica determinò tutti i successivi cambi di strategia, nei tre lockdown nazionali britannici. Come consulenti vennero chiamati, non solo epidemiologi, ma esperti di comunicazione politica, strategia elettorale e sondaggisti. Dai Lockdown Files apprendiamo anche che alcune decisioni vennero prese pur sapendo che fossero discutibili o del tutto sbagliate, dal punto di vista scientifico. In un messaggio, ad esempio, Johnson ammette che il secondo lockdown fosse stato deciso sulla base di dati “completamente sbagliati”. In una conversazione fra l’allora Ministro dell’Istruzione, Gavin Williamson e quello della Salute, William Hancock, il primo ammette candidamente che i sindacati degli insegnanti non vogliono tornare alle lezioni in presenza e “prendono tutte le scuse per non riaprire... Semplicemente odiano lavorare”. Mentre l’obbligo delle mascherine a scuola è stato introdotto “per evitare liti con Nicola Sturgeon”, l’allora Premier della Scozia. Di scientifico, in queste decisioni, si trova poco o nulla. Il lockdown è stata una strategia scelta, per motivi politici, per gestire il panico dilagante. In Italia non è andata molto diversamente da quel (poco, per ora) che emerge dalle conversazioni ormai pubbliche di dirigenti e ministri in carica nel 2020, pubblicate nell’ambito dell’indagine sulla gestione della pandemia nella provincia di Bergamo. Il Corriere della Sera riporta quel che diceva Giuseppe Ruocco, Segretario Generale del Ministero della Salute, ad una funzionaria, sul rischio di decisioni pericolose:“Sulle scelte non si può sindacare. Devono arrestare prima i ministri e lo staff di 190 Paesi che hanno fatto meno di noi. Gli altri non hanno isolato nessuno”.

Questo discorso è molto significativo: è un governo spinto a “fare qualcosa” di fronte ad un nemico ancora sconosciuto, una gara a farsi vedere più interventisti degli altri. È politica, questa, non scienza. La stessa che traspare in modo ancor più diretto nella conversazione fra Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto dell’allora Ministro della Sanità, Speranza, con Pierluigi Bersani, allora segretario del PD:“Penso che sia evidente che da Ruocco in giù i nostri non sono stati all’altezza”, scriveva Bersani. “Le persone che rientravano transitando da qualunque aeroporto del mondo dalla Cina andavano messe in quarantena. Questo non ci avrebbe messo al riparo dal virus totalmente ma dalle responsabilità sì”. Se abbiamo scoperto che il lockdown è stato adottato per motivi politici, più che sanitari, la nostra domanda però è: perché questa strategia e non altre? E perché non sono stati seguiti i piani pandemici precedentemente studiati e pubblicati, nessuno dei quali prevedeva di chiudere la gente in casa, su scala nazionale? L’indagine italiana sulla provincia di Bergamo, addirittura, pensa di condannare chi non è stato abbastanza tempestivo ad imporre le chiusure, senza mettere in discussione queste ultime . Nell’inchiesta britannica, difficilmente si arriverà a conclusioni diverse. Sono domande che si pone l'editorialista Esther McVey, del Telegraph:“Non ho ancora sentito una valida risposta alla domanda sul perché la Strategia di preparazione alle pandemie del 2011, rivista nel 2014, sia stata apparentemente scartata nel 2020 senza una buona ragione. Le chiusure non hanno mai fatto parte dei piani degli altri 27 Paesi europei, tutti pubblicati dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie il 5 febbraio 2020. La Svezia ha avuto il coraggio di attenersi al piano e non solo i suoi tassi di mortalità sono sostanzialmente migliori dei nostri, ma ha anche evitato alcuni dei danni collaterali delle chiusure, che continuano ad affliggere la Gran Bretagna”. Eppure… quanto fango ha dovuto subire la Svezia, attaccata dai media notte e giorno per tutto il 2020! Dalle inchieste vorremmo averla, prima o poi, questa risposta. Perché il lockdown? Perché abbiamo applicato una strategia cinese, tipica di un regime totalitario, nelle nostre società libere? Perché i media hanno sistematicamente aggredito chi non la imponeva (Svezia) o chi esprimeva dubbi (Johnson all’inizio, Trump, Bolsonaro)? Perché ci siamo inflitti questo danno economico, sociale, sanitario (per tutti coloro che non sono stati curati per altre malattie, ad esempio), nel nome di cosa?

Stefano Magni
07 marzo 2023
lanuovabq.it/it/lockdown-una-decisione-politica-e-non-sci...
27/03/2023 16:54
 
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“La Fabian Society e la pandemia”: ecco chi prova ad approfittare del Covid per avanzare la sua agenda politica



Esistono società politiche molto più influenti dei partiti che siamo abituati a conoscere. Società che costituiscono una sorta di “stanza di compensazione” fra la politica, gli intellettuali, i giornalisti e il mondo dell’alta finanza internazionale. Sono luoghi nei quali si progetta il futuro al riparo dalle piccole beghe quotidiane di palazzo e dalle competizioni elettorali. Il libro scritto da Davide Rossi (autore di vari articoli su Atlantico Quotidiano), “La Fabian Society e la pandemia”, pubblicato da Arianna Editrice, accende i riflettori su uno di questi circoli elitari, appunto la Fabian Society. Il lavoro di ricerca è iniziato cercando di capire da quali ambienti arrivi e da quali logiche è mosso colui che, nel nostro Paese, ha gestito e sta gestendo politicamente l’emergenza sanitaria, ossia il Ministro Roberto Speranza.

L’uomo che, inspiegabilmente, occupa il ministero chiave della sanità. Che ad un partito inesistente nel Paese e minuscolo in Parlamento quale è LEU (Liberi E Uguali), sia stato assegnato nel governo Conte 2 (quello formato da PD, Cinque Stelle e appunto LEU) un posto di tale importanza è a dir poco strano. Incomprensibile, poi, che sia stato addirittura confermato nel successivo governo Draghi. Mancato aggiornamento del piano pandemico, nessun potenziamento dei posti letto ospedalieri, protocollo sanitario anti-Covid che evita, in modo letale per tanti pazienti, le fondamentali cure domiciliari. Il “nostro” Ministro della Salute è stato capace solo di chiudere tutto, imperterrito. Perché proprio lui? Abbiamo già visto che viene da una formazione politica numericamente irrilevante, non ha di suo un carisma o una forte personalità, non si è mai occupato di sanità in vita sua. Insomma, apparentemente non c’è una ragione logica per la quale sia stato nominato in quel ruolo e ne sia stato confermato dopo la rovinosa gestione dell’emergenza. Nel libro si ricorda come la John Hopkins University abbia certificato che l’Italia è il Paese al mondo con il più alto numero di morti per Covid per 100.000 abitanti. Un disastro, al quale sarebbe dovuta conseguire una cacciata con ignominia, ed invece ha avuto il premio e sta ancora lì.

Così, per comprendere, l’autore si è messo sulle tracce della carriera di Speranza e di quella del suo padrino politico, Massimo D’Alema. Sono emersi legami internazionali, rapporti di potere e di denaro ed intrecci imprevisti. Soprattutto, sono emersi collegamenti fra questi personaggi ed un mondo che da oltre cento anni cerca di condizionare la vita delle persone e persegue il controllo delle masse: quello appunto della Fabian Society. Alcuni membri dell’élite vittoriana di fine ‘800, fra i quali lo scrittore e spiritista Frank Podmore e l’aristocratico Henry Hyde Campione, diedero vita alla Fabian Society. Questo nome, Fabian, è ispirato a Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore, il console romano noto per aver combattuto Annibale e per la sua tattica militare. Era detto il Temporeggiatore perché logorava le forze nemiche, evitando scontri in campo aperto, cercando invece una guerra tattica, fatta di atti di guerriglia, di nascondimenti, di avanzamenti e arretramenti. Un prendere tempo per arrivare a colpire in maniera decisiva solo al momento opportuno. In questo modo il generale romano riuscì a sconfiggere Annibale nella battaglia di Naraggara (presso Zama) nel 202 a.C. che mise fine alla Seconda Guerra Punica e segnò, in pratica, la irreparabile sconfitta dei Punici.

È esattamente questa, secondo l’autore, la via attraverso la quale i Fabiani intendono imporre una dittatura collettivistica, uno Stato socialista mondiale che stabilisca il nuovo ordine. Vogliono instaurare un socialismo guidato da una ristretta aristocrazia del potere, ma non attraverso un atto rivoluzionario immediato, quanto piuttosto attraverso il gradualismo, un prendere il potere un pò alla volta, con riforme da attuare inserendosi man mano nei gangli delle istituzioni esistenti trasformandole, in modo quasi impercettibile, dall’interno. Solo quando si saranno realizzate le condizioni ottimali, allora occorrerà dare la zampata finale, colpire duro e, se necessario, usare anche la violenza per completare l’opera. George Orwell, l’autore del romanzo distopico “1984”, era uno dei Fabiani più illustri. Quante volte, da quando è scoppiata la pandemia, lo avete sentito citare? Forse è perché la spaventosa società del controllo da lui descritta in “1984” è quanto di più simile a quanto ci sta accadendo negli ultimi due anni. Il socialismo tecnocratico, della sorveglianza e della manipolazione delle masse è quello che viene descritto da Orwell nelle sue opere ed è, come viene accuratamente spiegato da Rossi nel libro, l’ossessione dei Fabiani.

Un libro che ha due obiettivi. Il primo è quello di delineare il pensiero politico della Fabian attraverso alcuni cenni storici e verificando quali siano gli attuali uomini e le donne di potere che le afferiscono. Il secondo è di analizzare come e quanto la visione del mondo dei Fabiani coincida con quell’epocale tornante della storia nel quale ci è toccato di vivere: la drastica svolta autoritaria imposta al mondo occidentale attraverso l’utilizzo politico dell’emergenza Covid. Sarebbe stato solo un esercizio culturale, per quanto interessante, quello di un mero approfondimento sulla storia e il potere della Fabian Society. Questo è invece anche un libro politico, che intende entrare e scavare nel pieno dell’attualità per evidenziare la concreta applicazione delle idee fabiane in questa gigantesca sospensione delle nostre libertà fondamentali. L’autore si è determinato a scrivere questo libro proprio perché la realtà che stiamo vivendo è vicinissima, quasi coincidente, a quella progettata dai Fabiani fin dalla loro fondazione.

23 ottobre 2021
www.nicolaporro.it/atlanticoquotidiano/recensioni/la-fabian-society-e-la-pandemia-ecco-chi-prova-ad-approfittare-del-covid-per-avanzare-la-sua-agenda-p...



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